Nota stampa della seduta n. 236

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 236 Antimeridiana

Martedì 31 gennaio 2023

Prosegue la discussione della manovra finanziaria 2023-2025. All’esame dell’Aula l’art.3 “Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali”.

 

Cagliari 31 gennaio 2023 – La seduta è stata aperta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la ripresa della discussione sull’art.3 (Disposizioni in materia di Sanità e Politiche sociali) del Dl n.371/A (Legge di stabilità 2023). Il relatore e la Giunta hanno espresso i pareri di competenza sugli emendamenti, tutti rimessi all’Aula.

Avviando la discussione generale, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha ricordato che la sanità assorbe larga parte del bilancio del Consiglio regionale e le somme disponibili, pur ingenti (oltre 3.3 miliardi), non bastano nemmeno a garantire i Lea ed occorrono risorse aggiuntive, sempre a totale carico della Regione. Agus ha poi aggiunto che la mobilità sanitaria passiva in uscita dalla Sardegna pesa per 80 milioni di euro, che vanno ad altre Regioni (soprattutto al Nord) ed ancora non si comprende quale può essere l’alternativa. Infine, il capogruppo dei Progressisti si è soffermato sullo squilibrio retributivo presente fra le aziende sanitarie sarde, in modo particolare in quelle più specializzate, fenomeno che determina un esodo di professionisti e specialisti in altre direzioni, spesso fuori dalla Sardegna o nel privato.

Per il Pd Rossella Pinna ha rilanciato il tema della scarsità di risorse a disposizione del sistema sanitario, in modo particolare nella Sardegna centro-meridionale, in generale sintomo di una situazione molto complicata affrontata fino a questo momento senza la necessaria determinazione, nonostante il tentativo dell’attuale assessore di invertire la rotta. Il primo problema, ha spiegato, è quello della carenza dei medici che interessa di fatto circa la metà dei Comuni sardi, tema che non può essere scaricato sul passato ma è dovuto in realtà al blocco del turnover iniziato nel 2008 con un governo di centro-destra. Per il futuro, ha auspicato la Pinna, serve fra l’altro una riforma dei Plus che non funzionano come dovrebbero, e della riabilitazione che evidenzia carenze sempre più in una Regione in pieno “inverno demografico”, che non offre più nessuna alternativa all’invalidità permanente.

Desirè Manca, del M5S, dopo aver ricordato che la sanità è il problema più importante della Sardegna, ha lamentato che anche nella gestione attuale mancano democrazia, confronto e dialogo a prescindere dalle appartenenze politiche, e non ci si concentra sui fatti, come sarebbe necessario. Riferendosi in modo particolare alle scelte compiute dall’assessore Doria negli ultimi due mesi, la Manca ha citato la condizione dei più fragili: liste d’attesa fissate un anno dopo (comprese quelle oncologiche), talassemici senza farmaci salva vita e centri di salute mentale senza medicina, medici “in affitto”, interi paesi senza medici di base e pediatri.

Laura Caddeo (Alleanza Europa Verde) ha definito lo stato della sanità sarda deprimente. per colpa di una riforma che non si è realizzata, come dimostra fra l’altro la crescita della mortalità per cause oncologiche che vede la Sardegna al primo in Italia, e non solo per il Covid. In altre parole, secondo la Caddeo il settore va completamente riorganizzato anche utilizzando le risorse del Pnrr realizzando al più presto case ed ospedali di comunità costruendo una rete efficiente di medicina territoriali: però, ha protestato, c’è ancora troppa burocrazia che frena i progetti e priva moltissimi sardi di un vero diritto alla salute,aumenta le disuguaglianze e le disparità territoriali soprattutto nelle zone interne. Ci aspettiamo quindi una programmazione importante, ha concluso, che superi emergenza ed improvvisazione, intervenendo al più preso su emergenze come 118, pronto soccorso,  centri di salute mentale e sanità penitenziaria.

Gian Franco Satta (Progressisti), ha ricordato che da oltre due anni le associazioni sanitarie di categoria denunciano disfunzioni e disagi intollerabili, nonostante la Sardegna sia la seconda Regione italiana con il più alto numero dei medici, molti dei quali però, gli ospedalieri, sono i meno pagati. Il sistema sanitario sardo, ha proseguito Satta, è sotto stress a causa di forti flussi in uscita dai pronto soccorso per il carico di lavoro eccessivo, le guardie mediche sono in crisi come il servizio del 118, molto personale non ha il giusto riconoscimento economico mentre negli ospedali crescono i “medici in affitto” in servizio per 12 ore che guadagnano 7/800 euro a turno e, in una settimana, prendono quanto un medico appena assunto in un mese. Satta ha infine citato la vicenda del padre di una bimba 5 anni, costretta ad un viaggio infinito da marzo a novembre fra le varie strutture dell’Isola da Bosa fino a Cagliari.

Antonio Piu (Alleanza Europa Verde) ha affermato che il male peggiore della sanità sarda è la mancanza di programmazione, e bisogna al più presto definire un nuovo modello di sanità per la Sardegna sulla quale, è vero, pesano problemi del passato come servizi territoriali, pronto soccorso, condizioni di lavoro, liste d’attesa, riabilitazione, disuguaglianze retributive. Voglio dire, ha chiarito Piu, che bisogna avere una linea per il futuro e nel frattempo liberare i pronto soccorso intasati, ed introdurre più efficienza nel sistema che è bloccato nonostante la spesa complessiva sia aumentata del 5% dal 2019, ed il 14% dei pazienti non si cura contro il dato nazionale del 9%. Certo, ha riconosciuto il consigliere, non possiamo pensare di risolvere questi problemi con l’art 3 della finanziaria, ma dopo 4 anni di caos bisogna ripartire perchè, dopo che ci siamo salvati dalla pandemia non riusciamo a salvarci dall’assenza di cure.

Annalisa Mele, capogruppo dei Riformatori si è riferita all’incidenza dei problemi del passato nella situazione attuale della sanità, osservando che le eredità precedenti continuano a pesare nel senso che ci vogliono dieci anni per formare uno specialista, segno di mancata programmazione nel medio e lungo termine. Esistono invece responsabilità organizzative, ha continuato la Mele, ma la più forte criticità è la mancanza di personale, alla quale bisogna fare fronte con soluzioni di emergenza, anche se temporanee, ad esempio con contratti privatistici per medici di base e pediatri di libera scelta ma, su tutto, è necessario un forte “pressing” sul governo nazionale per la dichiarazione di stato di emergenza in sanità, dalla quale si può uscire con gradualità e con deroghe al contratto nazionale, per assicurare la mobilità d’urgenza in direzione delle sedi disagiate, gratificare medici che operano nelle realtà marginali, molti territori sono scoperti ed il 118, che ha lavorato benissimo nel Covid, adesso ha bisogno di una profonda riorganizzazione, a cominciare dalla presenza stabile del medico a bordo delle ambulanze. (Af)

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in apertura del suo intervento, ha letto una lettera inviatagli da un paziente dell’oristanese rimasto senza medico di base: «Quewsto cittadino mi chiede quali iniziative la finanziaria voglia prendere per garantire il diritto fondamentale alla salute – ha detto Corrias – questa lettera è rivolta a tutti noi e descrive lo stato comatoso e terminale della sanità sarda. Questo articolo 3 non cambia nulla. Ben vengano i finanziamenti per la non autosufficienza e il rafforzamento dei programmi Plus. Bene anche le risorse per gli ospedali di Nuoro e Sorgono ma non ‘è un euro per quello di Lanusei. Ben venga l’assistenza territoriale, ben venga tutto ma non basta». Secondo Corrias ci sono situazioni per le quali c’è il rischio che le parole diventino lettera morta: «A Lanusei non si può più nascere, pediatria chiude e non c’è più un cardiologo. Un paziente malato di cuore in Ogliastra rischia di morire durante il trasferimento in un altro ospedale – ha detto ancora Corrias – non possiamo esimerci dal segnalare questa situazione drammatica. Abbiamo il dovere di dare risposte ai cittadini sardi».

Critico anche l’intervento del consigliere Daniele Cocco (Leu) che è partito affrontando la questione degli atti aziendali: «La Commissione su questo punto ha lavorato per mesi, ha fatto delle proposte, prima di approvarli sarebbero dovuti ripassare in commissione – ha detto Cocco – invece non riusciamo a capire. leggiamo notizie sulla stampa ma non c’è chiarezza. Chiedo all’assessore di tornare in commissione prima di approvarli». Il consigliere di Leu ha poi parlato della situazione del Goceano dove si paventa l’accorpamento delle nove guardie mediche presenti in un unico comune: «Se questo dovesse avvenire si aggraverebbe la situazione già precaria della sanità nel territorio. Le guardie mediche devono essere mantenute». Cocco ha poi parlato della legge 24: «Abbiamo la memoria corta – ha detto l’esponente dell’opposizione – sulle linee guida per gli atti aziendali ci siamo espressi per la rivisitazione di alcuni articoli, in particolare sul reclutamento del personale. Ares è troppo accentratrice e non permette lo scorrimento delle graduatorie. I presidi ospedalieri hanno difficoltà a reperire personale. A Nuoro la radiologia ha solo 7 medici sui 28 previsti in pianta organica». Sull’abbattimento delle liste d’attesa, Cocco ha espresso dubbi sul ricorso alle prestazioni aggiuntive: «C’è una sperequazione tra i territori. Non è possibile che in alcune Asl si paghino 80 euro 60 in altre. E’ chiaro che un sistema così non può reggere».

Per Massimo Zedda (Progressisti), l’idea dello smantellamento del pubblico è iniziata negli anni novanta non solo per la sanità ma anche per la scuola e i trasporti. «I concorsi della sanità erano pronti nel 2019 – ha detto Zedda – siete arrivati voi e li avete bloccati. Certo, non potevate sapere che nel 2020 sarebbe arrivata la pandemia ma la responsabilità è vostra. Questo ha generato l’implosione del sistema». Per il consigliere di minoranza è sbagliato occuprasi solo di sanità trascurando l’altro ramo di competenza dell’assessorato: le politiche sociali: «Se i servizi sociali funzionano alleggeriscono il sistema sanitario. C’è uno stretto collegamento a livello mondiale tra salute e istruzione. Più alto è il livello di istruzione e più bassa è la diffusione di malattie. C’è un dato serio si assenza di qualità della vita tra i cittadini – ah detto Zedda – il problema dei costi della sanità potrebbe essere aggirato anche con il miglioramento dei trasporti: quanto costano gli incidenti stradali, gli infortuni in itinere? Altro aspetto riguarda la qualità dei posti di lavoro che determinano malattie professionali e richieste di risarcimenti danni per decina di milioni di euro».

Di diverso avviso Michele Cossa (Riformatori): «Era inevitabile che con l’esame dell’art. 3 si sarebbe parlato della situazione della sanità sarda – ha detto Cossa – il tema merita però un approccio diverso e una discussione approfondita. Che la situazione attuale sia il frutto di scelte sbagliate fatte nei decenni è un dato di fatto. Il Covid ha messo a dura prova sistemi sanitari molti più efficienti del nostro. Questa situazione non è più tollerabile. Ci sono liste d’attesa lunghissime per alcune patologie, a febbraio non c’è alcuna agenda aperta per le colonscopie. Chi vuol farlo deve rivolgersi a un centro privato. Non è la finanziaria però l’occasione per parlare di queste cose, serve una sessione dedicata».  Secondo Cossa l’assessore Doria sta affrontando con competenza e determinazione una situazione difficilissima: «Il Consiglio unito deve sostenere questi sforzi – ha affermato il consigliere dei riformatori – noi abbiamo presentato una proposta di legge per affrontare la carenza di medici che prevede il ricorso a medici in pensione e ai specializzandi. E’ vero che i medici in Sardegna sono di più rispetto ad altre regioni ma è anche vero che l’orografia dell’isola è diversa e che noi siamo penalizzati dalla condizione di insularità che non permette di collegarsi ai sistemi sanitari di altre regioni». Cossa ha infine parlato di alcune situazioni critiche: «Lo scorporo del microcitemico dal Brotzu è una di queste: presenteremo nel collegato alla finanziaria un articolo per mettere fine alla situazione vergognosa che si è creata. Basta con la discriminazione retributiva dei dipendenti del Brotzu». Tra le altre cose da risolvere, la carenza di risorse per le visite mediche sportive: «I minori chi non se le possono permettere – ha concluso Cossa – deve rinunciare allo sport».

Il capogruppo di Leu Eugenio Lai, in apertura del suo intervento, ha ricordato le accuse sulla devastazione della sanità rivolte al centrosinistra dal presidente Solinas in campagna elettorale: «Avete vinto le elezioni grazie alle promesse sulla sanità – ha detto Lai – ma dopo 4 anni di governo nulla è stato fatto. Parlate con i cittadini e capirete quanto si sono allungate le liste d’attesa, quanto costano i viaggi della speranza, in che stato si trovano molti territori abbandonati a se stessi. L’ex assessore alla Sanità è stato silurato perché nulla si è fatto. Le cure per i pazienti sardi sono nettamente peggiorate. Ci sono piccole comunità senza medico nel Sarcidano e nella Barbagia di Seulo. A Isili il pronto soccorso chiude alle 8 di sera. E’ questo il diritto alla salute che avete garantito ai sardi?Basta con gli annunci servono fatti». Lai ha poi parlato della riforma della rete ospedaliera: «E’ pura utopia, non si può attuare – ha detto – nell’ospedale di Isili l’annunciata apertura del reparto di chirurgia non c’è stata. Anche la sanità privata è sbilanciata verso i grossi centri, l’assessore parla di poli di eccellenza ma questi devono essere distribuiti in tutta la Sardegna. Smettetela con gli spot. E’ un insulto ai sardi e alla Sardegna».

Critico anche l’intervento del capogruppo del Movimento Cinque Stelle Alessandro Solinas:  «Avevamo auspicato un moto d’orgoglio ma a giudicare dai contenuti dell’art.3 e degli emendamenti della Giunta vediamo che non c’è stato – ha detto Solinas – nessuno pretendeva che l’assessore Doria rivoluzionasse in pochi mesi la sanità sarda ma qualcosa si poteva fare». Solinas ha poi parlato della situazione della sanità oristanese dove è sempre più diffuso il ricorso ai medici in affitto per coprire le carenze. «Se vogliamo mantenere la sanità pubblica occorre agire di conseguenza. Non abbiamo preconcetti nei confronti della sanità privata ma occorre valutare costi e benefici. Non si può non tenere conto della sistematica chiusura di reparti nella sanità pubblica e la fioritura degli stessi reparti nella sanità privata. E’ un dato che va sottolineato».

Per il capogruppo del Psd’Az Franco Mula la responsabilità della situazione della sanità non può essere attribuita alla maggioranza: «E’ una situazione che va avanti

da anni – ha detto Mula – Massimo Zedda ha ricordato che nel 2019 erano pronti i concorsi per la sanità. Ma perché non si sono fatti durante quella legislatura. L’assessore Luigi Arru era indicato come responsabile di quel disastro tanto che lo stesso Zedda aveva avanzato dubbi sulla sua legislatura». Per Mula, dunque, non si può addebitare a questa maggioranza tutta la responsabilità: «Sull’ assenza dei medici, nessuno si è reso conto che il personale andava ad esaurirsi – ha detto Mula – oggi tenere aperto il Pronto Soccorso di Sorgono costa 600 euro a notte. Questo sistema non l’ha creato l’assessore Doria, si sta cercando di tamponare anche se è vero che ci sono cose che non vanno. Tra queste la problematica del 118: il piano presentato è basato su uno studio del 2016/17 ormai datato e da rivedere. Servono risorse che però non sono disponibili in questa finanziaria. Invito l’assessore a rivedere il piano e a prendere l’impegno per trovarle nel collegato alla finanziaria».

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto subito chiarimenti sul progetto pilota di continuità assistenziale per il quale la finanziaria prevede una spesa di 50 milioni di euro nel triennio: «In che cosa consiste questo progetto? Quali sono le sedi?  E’ stata fatta la contrattazione sindacale?». Per il rappresentante dell’opposizione la finanziaria non può chiamarsi tale. «Più che una finanziaria è una bozza  – ha detto Ganau – state integrando il testo con 150 emendamenti della Giunta, una cosa mai vista. E’ la dimostrazione che è stata fatta in modo superficiale. La verità è che manca una visione strategica». Ganau ha poi fatto un lungo elenco delle criticità del sistema sanitario: « Se la riforma della rete ospedaliera fosse stata attuata la situazione non sarebbe questa – ha detto il capogruppo del Pd – si parla di case della salute e ospedali di comunità ma manca una previsione sul reclutamento del personale. Ci sono strutture che potrebbero essere attivate adesso senza aspettare il 2025. Cosa state facendo per la formazione degli infermieri? Ne serviranno circa 1250. In realtà il piano della sanità territoriale senza questi adempimenti rischia di rimanere lettera morta». Per Ganau mancano inoltre le politiche per la formazione dei medici di medicina generale, per il potenziamento del corpo docente delle scuole di specializzazione. «Se non si agisce la qualità formativa sarà drasticamente ridotta».

Critiche anche sul sistema di emergenza-urgenza: «Mancano incentivi per gli operatori del Pronto Soccorso sottoposti a lavoro incessante inaccettabile. Manca integrazione per i compensi dei medici di assistenza territoriale pagati una miseria. Questo disincentiva la partecipazione ai corsi per il servizio del 188. Mancano inoltre i fondi per i corsi di medicina territoriale che vanno programmati». Sul piano per il 118, Ganau ha criticato il metodo adottato dalla giunta: «Il piano è stato sbandierato in tutte le salse in tutte le sedi tranne che in Commissione. Lo si presenti nel luogo idoneo, ci sono tante cose da spiegare. Mancano per esempio i 5 milioni a favore delle associazioni convenzionate con il 118. Così come non ci sono le risorse per integrare le tariffe dei centri di riabilitazione stanziati nel 2020. Così si disattendono le indicazioni del Consiglio». (Psp)

Dopo l’on. Ganau ha preso la parola per la Giunta l’assessore Carlo Doria che ha premesso: “Grazie per consentirmi di raccontare al Consiglio la mia visione della Sanità sarda dal treno in corsa. Sono prima di tutto un medico e calo la mia esperienza di medico nel ruolo politico, incontrando i sindaci per vedere dal vivo come funziona la sanità territoriale”. Per assessore “non c’è colore nella Sanità, deve essere buona per i cittadini e in primis per i più fragile. Ma deve essere chiaro che non possiamo scrivere il libro delle favole e dobbiamo invece fare i conti con la carenza dei medici specialisti, che non possono essere spostati a nostro piacimento nei territori dove sarebbero necessari. Possiamo soltanto stimolare i professionisti a trasferirsi ma non obbligarli. Per questo il mio primo impegno oggi è dare guide sicure ai vertici delle strutture ed eliminare la figura del facente funzione, uno dei veri drammi della Sanità sarda”.

L’assessore alla Sanità ha proseguito parlando del complesso tema dell’emergenza urgenza e della terapia del dolore: “Abbiamo messo posti a bando e li abbiamo pubblicati nella Gazzetta europea per cercare professionisti che considerino appetibili i ruoli liberi di cui disponiamo. Cerchiamo ogni strategia per allargare il panorama”.

L’Aula è passata poi alla votazione degli emendamenti. L’on. Massimo Zedda (Progressisti) è tornato sulle polemiche passate intorno all’ex assessore Zedda citate dall’on. Mula nel suo intervento. “Chiesi io da candidato presidente del centrosinistra all’assessore Arru di valutare l’opportunità della candidatura in relazione al suo consenso, che pareva non così ampio a seguito della riforma sanitaria. E comunque la riforma sanitaria fu votata dalla maggioranza tutta di allora, tranne il collega Agus. Questo lo dico per chiarezza e perché non è cortese che si parli in questi termini di assenti”.

Il presidente del Consiglio ha aperto la discussione sugli emendamenti partendo dal 92.

Per i Progressisti il capogruppo Francesco Agus ha detto: “E’ vero che i problemi sanitari sono tutta Europa e che c’erano da prima. Ma è anche vero che la vostra riforma non piace nemmeno a tutta la vostra maggioranza, come ha detto poco fa l’onorevole Cossa”.

Dalla maggioranza il sardista Gallus ha premesso: “Capisco i neoeletti, capisco un po’ di meno gli animali stanziali del Consiglio regionale come me quando dicono che noi abbiamo sfasciato la Sanità  è abbastanza stucchevole e non giusto. Io mi sono astenuto in commissione per la legge Arru perché se ci fossero stati i medici sarebbe stata la migliore delle riforme ospedaliere”.

A seguire anche gli interventi di Daniele Cocco (Rossoverdi), Li Gioi (Cinque stelle), che ha toccato i temi del funzionamento del pronto soccorso di Olbia: “Pensate a cosa accadrà d’estate se le premesse sono queste”. Dal Pd l’on. Deriu ha detto all’assessore Doria: “Le sconsiglio di fare il capo dei manager o dei medici sardi, non cada nella tentazione di governare tutto questo. Oggi è più importante chiarire come e dove configurare l’intensità di cura. E  il rapporto con la Sanità privata, soprattutto con il Mater”. E’ intervenuta anche l’on. Rossella Pinna (Pd) e Maria Laura Orrù (Rossoverdi). L’emendamento 92 è stato respinto.

Sull’emendamento 433 l’on. Desirè Manca (Cinque stelle) ha detto: “Vorrei conoscere che cosa ne pensa l’assessore Doria dei rapporti tra la Sanità pubblica e privata. Lo chiedo a lui perché rappresenta a torto o a ragione quattro anni di nulla”. L’emendamento 433 è stato respinto.

Sull’emendamento 434 l’on. Manca ha proseguito rivolto all’assessore Doria: “Quali sono le sue azioni per risolvere problemi concreti come le liste d’attesa al Cup. Cosa state facendo per questo?”. L’assessore ha risposto: “Ho già fatto alcune riunioni tecniche per affrontare il tema dei Cup. Ho dato disposizione ieri di istituire il Cup oncologico”. L’emendamento 434 è stato respinto.

Sull’emendamento 435 l’on. Manca ha citato il caso di una paziente sassarese pluripatologica che dal Cup ha avuto risposte per la fine del 2023 e dal privato per il 9 febbraio. L’emendamento è stato respinto.

Sull’emendamento 100 l’on. Laura Caddeo (Rossoverdi) che ha denunciato “la latitanza della Finanziaria sulle politiche socio assistenziali, sulla vita indipendente e sul ritorno a casa.

Dopo l’intervento dell’on. Caddeo la seduta è stata sospesa. I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle 15.45. (C.C.)

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