Nota stampa della seduta n. 190

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 190 – Antimeridiana
Martedì 8 febbraio 2022

Manovra 2022-2024, prosecuzione della discussione generale

Il presidente Michele Pais ha aperto i lavori del consiglio alle 10.20. Constatata l’assenza del numero legale, la seduta è stata sospesa per 10 minuti. Alla ripresa, il presidente ha dato la parola all’on. Laura Caddeo (Progressisti) per la prosecuzione della discussione generale sulla manovra finanziaria 2022-2024.

L’esponente della minoranza ha espresso un giudizio negativo sul documento economico presentato dalla Giunta: «Manca una visione di sviluppo dell’Isola –ha detto Caddeo – preoccupa l’incapacità di spendita delle risorse. La Regione continua ad avocare a sé prerogative che dovrebbero essere esercitate dai comuni, trascurando la sua funzione principale: quella legislativa». Insufficienti per Laura Caddeo anche i provvedimenti previsti dall’art.10 contro lo spopolamento delle zone interne: «E’ vero che si prevedono finanziamenti per i piccoli comuni ma se non si procede a rafforzare i servizi primari si rischia di costruire un’automobile senza ruote. Il Consiglio delle Autonomie Locali ha suggerito un fondo sperimentale di almeno 5 anni per sostenere le iniziative indicate nell’articolo 10. Non si può immaginare di incentivare la residenza nei piccoli centri con interventi a pioggia».  Caddeo, infine, ha sottolineato la mancanza di attenzione per la cultura: «E’ un settore decisivo per la crescita della Sardegna. Da questo punto di vista, la finanziaria in discussione non mi sembra coraggiosa. E’ davvero un peccato».

Critico anche l’intervento del consigliere del Pd Roberto Deriu: «Combattere lo spopolamento è un nostro dovere – ha detto – ma questa finanziaria ipotizza solo finanziamenti a pioggia». Deriu ha poi affrontato il tema della spesa sanitaria: «Si è chiesta una commissione d’inchiesta che si è conclusa con un nulla di fatto – ha rimarcato l’esponente del Pd – se l’inchiesta  si fosse svolta in profondità avrebbe consentito di risolvere problemi che oggi invece si sono acuiti. Il Consiglio agisce privo della conoscenza dei problemi senza sapere come si è speso negli anni precedenti. La soggezione del Consiglio e della Giunta determina politiche emergenziali, estemporanee e per questo insufficienti. E’ il tramonto della politica a favore della burocrazia. Il potere degli uffici è aumentato. Quando la politica è debole, la burocrazia riempie un vuoto».

Il consigliere di minoranza ha quindi invitato la Giunta e il Consiglio a riflettere sulle opportunità che si aprono nel campo dell’innovazione, della trasformazione digitale e della industrializzazione sostenibile. «Il progetto dell’Einstein Telescope a Lula rappresenta un’opportunità eccezionale. Per la ricerca sarà un’opera impressionante. Costerà 1,7 miliardi di euro ma avrà effetti positivi per 6,7 miliardi e un valore aggiunto di 2,2. Si stima inoltre che potrebbero nascere 36mila nuovi posti di lavoro. E’ un’opportunità da non perdere, un esperimento tecnologico con tre obiettivi da cogliere:  cyber sicurezza, competenze digitale e 5G. Ci sono grandi prospettive, una straordinaria occasione per una stagione di riqualificazione umana». Un accenno infine alle tessuto produttivo isolano: «Le piccole e microimprese costituiscono, oggi come ieri, il terreno su cui si può sviluppare un modello economico fiorente, orientato verso la sostenibilità – ha sottolineato Deriu – le politiche della Regione sono però contraddittorie, soprattutto in ambito turistico dove si è scelto di premiare i grandi gruppi».

Per Massimo Zedda (Progressisti), è l’impianto stesso della Finanziaria a mostrare limiti: «Dovrebbe essere la legge di stabilità della Regione. Stride però con questo concetto la debole relazione presentata dalla maggioranza e l’assenza di interventi in aula da parte del centrodestra. Non si capisce qualI siano le vostre convinzioni». Secondo Zedda, la manovra non incide sullo sviluppo: «Uno degli elementi fondanti è rappresentato dalla lotta allo spopolamento. Non è però sufficiente prevedere un incentivo perché le famiglie si stabiliscano nei piccoli comuni – ha detto Zedda –sarebbe troppo facile con i bonus nascite o i piccoli incentivi alle imprese. Serve di più. Ci sono le risorse per migliorare la qualità della vita. Nei piccoli paesi mancano i servizi primari. E’ la qualità della vita che determina la volontà delle persone di vivere in quei luoghi». Il consigliere dei Progressisti ha poi invitato la maggioranza a correggere alcuni punti dell’articolo 8: «Perché si è previsto un incentivo solo per i nati dal 2022? Meglio estenderlo a tutte le famiglie che abbiano figli al di sotto di cinque anni». In ogni caso, secondo Zedda, questa finanziaria non produrrà effetti significativi: «Questo strumento doveva essere fatto a inizio legislatura. Non c’è il tempo di verificare se potrà essere un argine alo spopolamento». Per Zedda, infine, occorre vigilare sui finti trasferimenti di residenza fatti solamente per ottenere un beneficio economico: «Stesso discorso per il trasferimento delle aziende: non ha senso prevedere 15mila euro per l’apertura di un’attività e 20 per le aziende che si trasferiscono e creano nuovi posti di lavoro. Le misure vanno ricalibrate».

Giudizio negativo anche da parte di Desirè Manca (M5S): «Un miliardo e 400 milioni di euro. A tanto ammontano le risorse che il governo sardo-leghista non ha saputo spendere. E’ l’esempio dell’incapacità di questa Giunta di portare avanti lo sviluppo dell’economia sarda». Secondo Manca, una piccola parte di quei soldi poteva essere spesa per dotare i diabetici sardi dei dispositivi salva-vita o per abbattere le liste d’attesa della sanità. Non convincono, secondo l’esponente dei Cinque Stelle, nemmeno le norme antispopolamento: «600 euro al mese per ogni bambino fino al compimento del quinto anno di età nei comuni fino a 3000 abitanti non bastano. Pensate davvero con questo incentivo che le famiglie facciano figli? Non sarà così. Nei piccoli comuni mancano i servizi essenziali: i soldi serviranno per accompagnare i bambini dal pediatra o per andare a fare una ricetta medica. Questa è una visione riduttiva. Non si possono prevedere finanziamenti per i figli e non per i genitori e per i giovani. Non c’è niente in questa manovra per creare occasioni di lavoro nelle zone interne. Occorre costruire la base e non iniziare dal tetto».

Di diverso avviso Giovanni Satta (Psd’Az): «Da qualche intervento della minoranza sembra che non sia successo niente. Ci troviamo a discutere la prima vera finanziaria di questa legislatura – ha detto Satta – vogliamo dare qualche risposta anche se non possiamo fare miracoli». Per Satta, la lotta allo spopolamento è un punto decisivo: «Gli interventi che mi hanno preceduto hanno dato qualche spunto positivo: non si può pensare che lo spopolamento non colpisca i paesi con più di 3000 abitanti. La lotta allo spopolamento va fatta mettendo dei paletti. Il Consiglio è legittimato ad apportare qualche modifica. Non  è giusto dare soldi a comuni che magari sono cresciuti da 1000 a 1800 abitanti e lasciare fuori paesi come Orgosolo e Fonni. Occorre considerare la perdita reale della popolazione. Non basta incentivare la natalità che sicuramente crea ricchezza, occorre qualcosa in più come la creazione di nuove attività produttive». Satta ha quindi annunciato un emendamento per consentire anche ai comuni sopra i tremila abitanti di poter beneficiare dei bonus bebè. Un altra modifica sarà chiesta dal Psd’Az anche per incrementare i fondi destinati a Forestas. «E’ fondamentale investire sulla conversione ambientale – ha affermato Satta – la Sardegna è la Regione con la più alta percentuale di copertura boschiva in Italia, dobbiamo salvaguardare questo patrimonio. Il capitolo va rimpinguato».

Secondo Antonio Piu (Progressisti) dalla Finanziaria mancano i grandi temi dello sviluppo: «Sanità e trasporti sono i due asset principali per la crescita della Regione. Mi sarebbe piaciuto capire che tipo di Sardegna immaginate tra 10 anni – ha detto Piu – prevedete soldi per i nuovi nati nei piccoli comuni ma come si cura e come si sposta un bambino che nasce lì? Nei piccoli centri manca l’assistenza sanitaria pubblica, le persone che fanno assistenza sono i familiari dei malati, i cosiddetti caregiver». Per il consigliere dei Progressisti si sarebbe dovuta fare un’analisi preliminare che invece si è preferito non fare: «Si possono dare anche 10mila euro all’anno per ogni cittadino ma non risolviamo nulla. I territori devono essere vissuti e abitati – ha concluso Piu – in Sardegna crescono le zone urbane e costiere, intorno c’è il deserto. Questi sono provvedimenti spot, che non consentono alla Sardegna di aprirsi al mondo. Mancano i provvedimenti sui settori più importanti: sanità trasporti, turismo. Fra 50 anni la Sardegna perderà 164 piccoli borghi». (Psp)

Dopo l’on. Piu ha preso la parola l’on. Piero Comandini (Pd): “Si è sempre detto che la Finanziaria è il momento più alto del confronto perché i numeri rappresentano le scelte politiche di un governo. Non ci aspettavamo questo, almeno in occasione del primo bilancio politico della vostra giunta ma ci rendiamo conto di aver peccato di presunzione. Mi spiace dover dire che avete perso l’occasione di un confronto, come accadde al principio degli anni ’70, quando furono messi a disposizione dello Stato le grandi risorse del Piano di rinascita. Nessuno ha mai avuto una mole di denaro come quella che avete a disposizione voi, in arrivo dal Pnnr, dall’accordo quadro con lo Stato e dai fondi strutturali. Eppure non sentite il bisogno di condividere questa opportunità né con noi né con la Sardegna che sta fuori da qui. Il massimo che sapete fare è un taglia e cuci sulle leggi di settore, senza una programmazione politica. Avete soltanto voglia di approvare leggi in fretta, senza badare alla qualità né ai risultati che possono arrivare o non arrivare da un certo provvedimento”. Per l’oratore “tra tutti i temi il più urgente è quello del lavoro vero, a tempo indeterminato, che permette a una coppia di accedere a un mutuo. Su 57 mila contratti attivati in Sardegna nel 2021, 55 mila sono a tempo determinato. Non solo: siamo ancora in testa alla classifica italiana sul tasso di disoccupazione femminile”.

Dai banchi della maggioranza è intervenuto l’on. Antonello Peru (Udc), che ha ricordato: “Mancano due anni alla fine di questa legislatura e ci tocca fare comunque un punto sul lavoro fatto. Girando i territori mi rendo conto che sono davvero pochi quelli che applaudono alle azioni della maggioranza e questo è il momento di dire la verità. E’ il momento per cambiare rotta e per avere coraggio, senza poterci giustificare dietro la pandemia. Non dobbiamo farci sfuggire la possibilità di scrivere un modello di sviluppo e non trovo però giusto che si attacchi il Consiglio perché dal Consiglio sono arrivate buone e importanti proposte legislative che spesso non sono attuate dalla macchina amministrativa della Regione”.

L’on. Alessandro Solinas (Cinque stelle) ha esordito dicendo: “Non sono in grado di fare un intervento di opposizione più incisivo di quello appena fatto dall’onorevole Peru. Evidentemente c’è chi ha già iniziato a mettere le mani avanti perché ha capito qual è il giudizio dei sardi. Quei sardi, soprattutto giovani, che emigrano perché qui non hanno nulla da fare e non possono creare impresa, non possono generare lavoro per sé e per altri. Voglio ben rimarcare che gli incentivi che stiamo stabilendo non serviranno a nulla se nei piccoli paesi non realizziamo infrastrutture, fosse anche soltanto una linea un minimo veloce”.

Invece per Andrea Piras (Lega) “per la prima volta stiamo provando a invertire la rotta dello spopolamento delle zone interne della Sardegna, investendo sui nuovi nuclei familiari e sulla nuova impresa locale”.        

A seguire l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha detto che “le parole dell’onorevole Peru sono le stesse che si sentono fuori dall’aula e che pochi, come l’onorevole Peru, pronunciano in quest’Aula pur condividendole. Buon senso vorrebbe che la maggioranza, davanti a queste parole così chiare, si fermasse a riflettere. Non avete nemmeno deciso se presentare o meno emendamenti semplicemente perché avete paura di infrangere i vostri fragilissimi equilibri e di implodere. Chiaritevi e consentite a quest’Aula di migliorare questo testo anche con le nostre proposte, che tengono conto di errori passati fatti anche da noi, sia chiaro. Ma è necessario che si capisca che non possiamo perdere l’occasione di una manovra priva di contenuti attesi dai sardi”.

Il capogruppo del Pad’Az, on. Franco Mula, ha annunciato un ordine del giorno sull’applicazione delle norme inserite nella legge Omnibus.

Al termine il presidente Pais ha comunicato che lavori del Consiglio riprenderanno alle 17 con gli interventi dei capigruppo. (C.C.)

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