Nota stampa della seduta n. 150

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 150 – antimeridiana
Martedì 25 maggio 2021

DL 107 (Giunta) approvato l’articolo 10 e il testo dell’articolo 11

Il Consiglio proseguirà i lavori questo pomeriggio alle 15,30

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art.10 (Norma finanziaria) del Dl n.107 sulla riorganizzazione della presidenza della Regione.

Il relatore e la Giunta hanno illustrato all’Aula il parere sugli emendamenti.

Aprendo la discussione generale, il consigliere dei progressisti Massimo Zedda ha ricordato che, come ogni legge di spesa, anche per questa esiste l’obbligo di indicare con chiarezza le coperture finanziarie e si tratta di temi che non possono essere “bypassati” con emendamenti di ripiego che non sostituiscono la relazione tecnico finanziaria e non riescono a nascondere la reale moltiplicazione di poltrone e l’aumento spropositato della spesa regionale. Su questioni del genere, ha avvertito Zedda, la legge prevede non solo l’intervento della Corte dei Conti ma anche quello della Procura delle stessa.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che la relazione è indispensabile e dovrebbe esserne consapevole per primo l’assessore che, invece, è assente perfino il giorno della probabile approvazione del provvedimento, dimostrando per l’ennesima volta di non rispettare nemmeno il Consiglio. Nel merito, a giudizio di Cocco, il Dl 107 calpesta ogni principio di meritocrazia e rappresenta un grave oltraggio ai sardi che soffrono ed aspettano ben altro. Speriamo, ha concluso, di affrontare al più presto i problemi veri che interessano ai sardi.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha sostenuto che non si può applicare la Costituzione “per parti”, ignorando che fra l’altro che la Corte dei Conti ha segnalato ripetutamente precise violazioni in leggi regionali prive della necessaria relazione tecnico finanziaria. In Parlamento, ha poi ricordato Agus, gli emendamenti di spesa devono essere “certificati” dalla Ragioneria generali dello Stato e, per le Regioni, è espressamente prevista la relazione tecnico finanziaria. Per quanto riguarda i conti reali, ha aggiunto Agus, è evidente che i numeri siano sottostimati, così come è prevedibile che ci saranno successivi contenziosi che noi solleciteremo inviando segnalazioni puntuali. Questa legge, ha previsto il capogruppo dei Progressisti, farà la fine del “Piano casa” o nella migliore delle ipotesi si dovranno fare a breve scadenza variazioni di bilancio.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha contestato la maggioranza che parla di “riforma storica” ma, per noi, è una legge che prende in giro ai sardi a cominciare dalle coperture finanziarie che hanno fatto storcere il naso anche a qualche capogruppo di maggioranza. Con 3.5 milioni, ha spiegato Lai, non si potranno mai pagare oltre 60 nuove figure previste, ed è questa la ragione per la quale il provvedimento sarà sicuramente impugnato ed i sardi scopriranno ben presto di essere stati ingannati per l’ennesima volta.

Per il Pd il consigliere Piero Comandini ha respinto in apertura l’accusa della maggioranza, fatta propria anche dal presidente della Regione,  di aver fatto un “ostruzionismo indecente”, accusa che rimandiamo al mittente perché in realtà abbiamo combattuto contro una politica vuole piegare al suo volere le leggi che regolano la pubblica amministrazione. La relazione tecnico finanziaria che la legge prevede, ha ribadito Comandini, non può essere sostituita da mezza paginetta di emendamento, anzi la verità è che siamo di fronte all’ennesimo tentativo di eludere le norme, senza neppure la vergogna di partecipare alla prossima seduta di presentazione della relazione annuale della Corte dei Conti che sicuramente chiamerà in causa la Regione.

A nome dei Progressisti Laura Caddeo ha messo in luce che la discussione consente di far emergere uno dei punti centrali di una legge contro il popolo sardo e contro i diritti più specifici di ogni singolo cittadino ad una politica chiara e trasparente che dice la verità soprattutto quando spende soldi pubblici. La reticenza della maggioranza su questo punto, ha concluso la Caddeo, è dimostrata anche dal fatto che su 25 leggi regionali del 2019 solo 2 sono provviste della relazione tecnica.

Desirè Manca, del M5S ha affermato che buona parte della legge è concentrata in questo articolo, che evidentemente interessa molto al presidente della Regione anche se oggi naturalmente non c’è ma è fermo nella sua volontà di “sistemare amici” ad ogni costo, anche a costo di presentare un emendamento che trucca in modo osceno le cifre delle coperture. Questo problema, ha continuato, investe anche il presidente del Consiglio che, come la maggioranza, fa finta di niente prendendo in giro i cittadini.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha ribadito le tesi del suo gruppo contro una legge sbagliata che ha lo scopo di controllare politicamente la gestione amministrativa e non migliora affatto il funzionamento della Regione. Soffermandosi sui costi del provvedimento, Ganau ha ricordato i numeri di partenza di oltre 6 milioni, probabilmente realistici, poi ribaltati e apparentemente dimezzati da un emendamento che comunque deve essere accompagnato da una relazione che spiega come si è arrivati al taglio. In effetti, ad avviso di Ganau, è solo una manovra per occultare i costi con una operazione di basso cabotaggio riferita ai funzionari di enti regionali comandati (ma non vale per gli Enti locali) mettendo in ulteriore difficoltà la struttura amministrativa, anzichè fare i concorsi, cominciando dallo scorrimento della graduatoria Aspal.

Successivamente è iniziato l’esame dell’emendamento n.444 (uguale a 661, 844, 911)

A favore hanno parlato i consiglieri Massimo Zedda (Progressisti), Salvatore Corrias, Giuseppe Meloni e Valter Piscedda (Pd). Al voto, l’emendamento è stato respinto per alzata di mano. (Af)

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 1278  (Mula e più) su cui c’è il parere favorevole del relatore e della Giunta. Questo emendamento, sostitutivo totale dell’articolo 10, valuta gli oneri derivanti dall’applicazione della legge in 2.093.833  euro per l’anno 2021 e in euro 3.589.428 annui a decorrere dal 2022.

Su questo emendamento sono intervenuti: Massimo Zedda (Progressisti) che ha detto che la spesa riportata da questo emendamento non è reale.  Ricordando che non c’è la  relazione tecnica finanziaria, il consigliere dei Progressisti ha detto che, quindi, si tratta di un voto al buio senza che ci sia la possibilità di sapere quale sia la spesa reale. Per Zedda si spenderà anche più rispetto ai 6 milioni previsti all’inizio. Il voto sarà contrario.

Alessandro Solinas (M5S) ha affermato che la discussione, che sta per finire, è stata  estenuante e avvilente. E’ stato svilito anche il valore del Consiglio regionale della Sardegna chiamato a creare posti fiduciari. Per Solinas questo emendamento è un raggiro. I costi saranno altissimi e ci saranno forti danni all’azione amministrativa.

Giuseppe Meloni  (Pd) ha espresso voto contrario: questo emendamento è emblematico. Si scrivono cifre più basse ma il numero dei posti che la maggioranza vuole creare è immutato. L’unico risultato che si otterrà è  che sarà necessaria una variazione di bilancio per ripristinare gli importi.

Anche Michele Ciusa (M5S) voterà contro. State andando ad avallare una legge- ha detto –  che crea una spesa improduttiva senza migliorie per la Sardegna. Anziché affrontare le grandi emergenze lavorative continuiamo ad esaminare leggi inutili. Questa legge creerà problemi all’amministrazione regionale. Doppia beffa e doppio danno ai sardi.

Per Rossella Pinna (Pd) si tratta di un emendamento bluff, un inganno. L’assenza della relazione tecnico finanziaria, poi, è una carenza di una gravità incredibile. Del resto – ha aggiunto rivolta alla maggioranza – undici leggi impugnate fino ad ora la dicono lunga sul vostro modo di lavorare. Fare le cose per bene non vi interessa. Questa è una legge che sperpera 6 milioni di euro. E con questo emendamento volete ingannare i sardi.

Salvatore Corrias (Pd) ha parlato di mancanza di chiarezza anche sotto il profilo costi -benefici. L’esponente del Pd ha chiesto dati certi e ha presentato un interrogativo di fondo: come si intenderà sostituire i  40 funzionari in comando? Per Corrias questo emendamento è il cuore nevralgico e drammatico di questo disegno di legge.

Per Piero Comandini (Pd) bisognerebbe che il cuore ci sia, ma  la maggioranza in questo momento non dimostra di averne. Il vicepresidente del Consiglio ha chiesto il rispetto dell’art. 81 della Costituzione e ha ribadito che la maggioranza non può inserire numeri a caso.

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha detto che questa legge è concettualmente sbagliata, non è una riforma, non è una riorganizzazione. E’ una legge che crea sovrastrutture costose e inutili.

L’emendamento 1278 è stato approvato . (r.r.)

Il presidente Pais ha quindi  aperto la discussione sull’articolo 11 (Entrata in vigore). Dopo il parere sugli emendamenti del relatore di maggioranza e della Giunta, è intervenuto Piero Comandini (Pd) che ha chiesto al Presidente di stabilire un orario per incontrare i lavoratori Porto Canale che stanno manifestando sotto il palazzo del Consiglio regionale. Comandini si è anche detto disponibile a rinunciare ai suoi interventi sul DL 107 pur di avere un orario certo per l’incontro. Il presidente Pais ha dato la disponibilità a incontrare una delegazione di lavoratori appena terminata la discussione.

E’ quindi intervenuto Massimo Zedda (Progressisti) che ha affermato che questa legge non entrerà in vigore in quanto incostituzionale: sia perché si sarebbe dovuta prevedere una norma di modifica statutaria che ha un iter legislativo ben diverso ma anche perché non rispetta la divisione tra i poteri. Per Zedda il presidente della Giunta Christian Solinas non ha alcun tipo di consapevolezza dei principi cardine del nostro ordinamento. E ha aggiunto che la maggioranza sta bloccando sistematicamente il Consiglio con leggi che non portano a niente.

L’Aula ha bocciato l’emendamento soppressivo totale 662, uguale all’845 e al 914, tutti presentati dalla minoranza. Respinto anche l’emendamento 445 (Massimo Zedda e più). Sul testo è intervenuto il primo firmatario che ha esortato l’Aula a occuparsi dei progetti strategici per la Sardegna e non di leggi che non entreranno in vigore.

Sul testo dell’articolo 11 è intervenuto il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, il quale ha sottolineato i gravi problemi che sta creando l’entrata in vigore, dal 21 maggio scorso, della legge 7 del 2021. In base alla legge  il sindaco di Sassari è anche sindaco metropolitano e deve occuparsi anche del territorio della provincia Olbia Tempio, visto che ritengo, ha detto, che in base a quella legge, sia decaduto il sub commissario della provincia Olbia-Tempio. Per Meloni si tratta di una legge scritta male ed è necessario intervenire urgentemente.

D’accordo con il collega Meloni il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha affermato che la legge sugli enti locali crea problemi gravi e seri che non la rendono applicabile. Il consigliere ha ricordato che entro il 4 giugno i Comuni devono decidere a quale territorio vogliono aderire. Agus ha sottolineato che i Comuni, ad oggi, non hanno ricevuto alcuna comunicazione e ha chiesto che sia fatta chiarezza con una comunicazione ufficiale inviata ai Comuni dall’assessorato regionale degli Enti locali. Agus ha anche segnalato che le province non stanno portando avanti le attività di loro competenza.

Messo in votazione l’Aula ha approvato il testo dell’articolo.

Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento 1280 (Tunis) che prevede che il Presidente della Regione possa assegnare uno o più componenti dell’Ufficio di Gabinetto presso le sedi di rappresentanza istituzionale di Roma e Bruxelles. Sul testo sono intervenuti i consiglieri dei Progressisti, Francesco Agus e Massimo Zedda, che hanno evidenziato come questo emendamento, che viene approvato dopo l’articolo della norma finanziaria, non sia a costo zero visto che sono previste delle indennità per il trasferimento nelle sedi di Roma e Bruxelles. Zedda ha suggerito di ritirare l’emendamento. D’accordo anche i consiglieri di Leu, Eugenio Lai, e la consigliera del Movimento 5 Stelle, Desirè Manca. L’esponente pentastellata ha evidenziato che non si vogliono inviare nelle sedi importanti di Roma e Bruxelles le eccellenze sarde, ma persone scelte dal presidente. Per Lai e Manca si tratta dell’ennesima presa in giro della maggioranza. A favore dell’emendamento si sono espressi Stefano Tunis (Misto) e Giorgio Oppi (Udc Cambiamo). Tunis ha spiegato che si tratta di un tema serio e delicato e che questo emendamento ha l’obiettivo di destinare a queste sedi così importanti e strategiche figure professionali adatte a ricoprire quel ruolo. Oppi ha affermato che non ci saranno costi aggiuntivi e che quanto detto dalla minoranza non è rispondente al vero. Il consigliere di maggioranza ha anche ricordato all’opposizione che  sono loro ad aver fatto costose nomine in passato. Accusa respinta dal capogruppo di Leu, Daniele Cocco, il quale ha affermato che è inaccettabile che continuamente si parli di nomine dell’amministrazione Pigliaru super retribuite: “Non è vero”, ha detto.

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha chiesto una sospensione dei lavori per consentire un confronto tra i capigruppo di maggioranza sull’emendamento 1277 all’emendamento 1090.

Il Presidente ha chiuso la seduta e ha convocato la Conferenza dei capigruppo per incontrare i lavori del Porto Canale. I lavori riprenderanno alle 15,30.(eln)

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