Ordine del giorno n. 19/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

FLORIS – SALARIS – DERIU – COCCO – TRUZZU – PORCU – SORGIA – PERU – ORRÙ – AGUS – PIZZUTO sulla necessità di promuovere ogni procedimento finalizzato al recepimento da parte della Regione della legge 24 luglio 2024, n. 105 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica) e conseguente adeguamento della modulistica SUAPE regionale.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della MOZIONE n. 19 – FLORIS e più e della MOZIONE n. 23 – SALARIS e più, sulla necessità di promuovere in tempi brevissimi ogni necessario procedimento finalizzato al recepimento da parte della Regione della legge 24 luglio 2024, n. 105 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica) e conseguente adeguamento della modulistica SUAPE regionale,

PREMESSO che il decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2024, noto anche come “decreto salva casa 2024”, è entrato in vigore il 30 maggio 2024 e che la sua conversione in legge è avvenuta con la legge 24 luglio 2024, n. 105 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica) pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 175 del 27 luglio 2024 e in vigore dal 28 luglio 2024;

VISTO che tale decreto fornisce una risposta concreta ad alcuna criticità riscontrabile nelle pratiche edilizie promuovendo e supportando il recupero del patrimonio edilizio esistente e la riduzione del consumo di suolo;

VISTO che le disposizioni contenute sono indirizzate a soddisfare I’esigenza di sbloccare I’attuale situazione di stallo in cui versano molti immobili vetusti da riqualificare;

CONSIDERATO che il decreto introduce sostanziali modifiche al testo unico emanato con decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia) fra le quali, a titolo meramente esemplificativo:
– modifiche delle attività di edilizia libera (possibilità di installare vetrate panoramiche scorrevoli anche su logge e porticati, tende da sole, da esterno, bioclimatiche, pergole);
– modifiche della documentazione amministrativa e dello stato legittimo degli immobili;
– modifiche della disciplina del mutamento di destinazione d’uso anche con esecuzione di opere;
– modifica della disciplina delle tolleranze costruttive ed esecutive (variazione dal 2 per cento al 6 per cento in ragione della superficie utile) per interventi realizzati prima del 24 maggio 2024;
– modifiche della disciplina del procedimento amministrativo, riducendo i tempi di attesa del cittadino;
– modifiche della disciplina degli accertamenti di conformità;
– introduzione delle tolleranze geometriche e delle tolleranze sulle misure minime;
– possibilità di regolarizzare varianti in corso d’opera realizzate prima del 28 gennaio 1977;
– possibilità di ottenere l’agibilità per immobili, realizzati prima dell’entrata in vigore della legge, con un’altezza minima di 2,40 metri e per monolocali con superficie di 20 metri quadri;
– possibilità di recupero dei sottotetti, ai fine di incentivare e ampliare l’offerta abitativa ed evitare consumo del suolo;
– introduzione di deroghe in materia di limiti di distanza tra fabbricati;
– modifica della disciplina sulle strutture amovibili realizzate durante I’emergenza sanitaria da Covid-19;

EVIDENZIATO che Ie misure previste non comportano oneri amministrativi aggiuntivi ma, al contrario, mirano a semplificare Ie procedure per Ie difformità, riducendo il già notevole carico di lavoro in capo agli uffici comunali;

RILEVATA l’urgenza dell’intervento legislativo volto a fornire soluzioni ai problemi amministrativi evidenziati da molte realtà locali e alle problematiche segnalate dagli operatori di settore, in particolare relative alla difficoltà di dimostrare lo stato legittimo dell’immobile a causa della frammentazione della normativa e dei ritardi burocratici;

SOTTOLINEATO che le novità introdotte con la legge n. 105 del 2024 interessano sicuramente tutti i comuni sardi;

RILEVATA la necessità di armonizzare la normativa regionale con quella nazionale e di fornire indicazioni chiare e univoche su come queste nuove disposizioni si rapportano con le leggi regionali vigenti;

CONSTATATE le difficoltà riscontrate dagli uffici comunali e dai tecnici professionisti nell’utilizzo dell’attuale modulistica SUAPE e la conseguente esigenza di un necessario aggiornamento, conforme alle nuove norme;

EVIDENZIATO che la cosiddetta legge salva casa introduce anche una disposizione sulle entrate derivanti dall’applicazione dell’articolo 31, comma 5, ultimo periodo (interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali) e dell’articolo 36 bis, comma 5, lettera a) (Accertamento di conformità nette ipotesi di parziali difformità e di variazioni essenziali) del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 (Testo unico sulle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia), prevedendo che tali entrate siano utilizzate, oltre che per la demolizione delle opere abusive, anche per la realizzazione di opere e di interventi di rigenerazione urbana, di riqualificazione di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e per iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale,

impegna la Presidente della Regione

1) a promuovere ogni procedimento per il recepimento, da parte della Regione, della legge di conversione n. 105 del 2024 del decreto-legge n. 69 del 2024, armonizzandola con le norme regionali esistenti, tenendo conto delle parti di esse che già contengono elementi di semplificazione, con l’eventuale introduzione di ulteriori livelli di semplificazione, al fine di stimolare l’economia regionale e affrontare la crisi abitativa, semplificando i processi edilizi a vantaggio della comunità sarda, nel rispetto delle condizioni di benessere ambientale;
2) ad adeguare, conseguentemente, la modulistica SUAPE regionale, necessaria per la presentazione delle pratiche edilizie secondo la nuova normativa;
3) a elaborare una revisione della normativa regionale in materia, adeguandola alle nuove disposizioni nazionali in maniera chiara, efficace e facilmente applicabile;
4) ad avviare una campagna di informazione rivolta ai cittadini e agli operatori del settore edilizio, finalizzata a illustrare i benefici e le modalità di accesso ai nuovi strumenti normativi introdotti dalla “legge salva casa”.

Cagliari, 4 dicembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 4 dicembre 2024

Ordine del giorno n. 18/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

TICCA – DERIU – MULA – ORRU’ – TRUZZU – CIUSA – PERU – PORCU – AGUS – SORGIA – PIZZUTO – COCCO sull’urgenza di adottare le norme di attuazione dello Statuto finalizzate a rafforzare la tutela del paesaggio della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sul disegno di legge n. 45/A recante “Misure urgenti per l’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti amministrativi”,

PREMESSO che la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), ha previsto all’articolo 56 che una Commissione paritetica proponga le norme di attuazione dello Statuto, che, sottoposte al parere del Consiglio regionale, sono emanate con decreto legislativo;

CONSTATATO che mentre altre regioni a statuto speciale hanno saputo dare pieno valore a questo strumento, arrivando ad ottenere per il Trentino Alto Adige quasi 200 norme di attuazione, la Sardegna ne ha viste approvate appena 32, di cui solo 8 negli ultimi vent’anni;

VALUTATO che il mancato dispiegamento della pienezza dei poteri autonomistici, causato anche dalla mancata adozione delle norme di attuazione, necessarie per esercitare competenze strategiche, ha impedito di adeguare lo Statuto alle esigenze del presente, ben diverse da quelle del 1948;

CONSIDERATO che, in questo momento, la nostra isola è al centro dell’interesse dei più grandi investitori nel settore della produzione di energia da FER ed ha quindi necessità di una maggiore tutela del proprio paesaggio e dell’ambiente unico al mondo che la caratterizza;

RICORDATO che in Sardegna sono presenti migliaia di monumenti e beni di alto valore storico e culturale, che sono il simbolo della nostra storia millenaria e della nostra unicità culturale e, come tali, devono essere protetti e salvaguardati;

RIBADITO CHE la specialità della Regione Sardegna è un valore costituzionalmente riconosciuto e pertanto deve porsi come elemento fondante della nostra autonomia nelle scelte per il futuro dell’isola,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad addivenire, in attuazione dell’articolo 56 dello Statuto della Regione Sardegna, al concreto ed immediato incardinamento presso la Commissione paritetica della procedura di intesa finalizzata all’emanazione delle norme di attuazione dello Statuto nella disciplina organica in materia di energia, paesaggio e tutela dell’ambiente e di delega alla Regione di funzioni statali relative ai beni nuragici e al patrimonio archeologico e culturale presente in Sardegna;
2) a garantire la massima trasparenza e informazione sui temi oggetto del presente ordine del giorno, riferendo periodicamente al Consiglio regionale e ai cittadini sardi sullo stato di avanzamento delle trattative con il Governo e sui risultati conseguiti.

Cagliari, 4 dicembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 4 dicembre 2024

Ordine del giorno n. 17/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

MULA – PIZZUTO – CIUSA – PORCU – SORGIA – TRUZZU – TICCA – COCCO – PERU sulla necessità di prevedere un’imposta regionale sugli impianti di produzione di energia rinnovabile.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sul disegno di legge n. 45/A recante “Misure urgenti per l’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”,

PREMESSO che:
– la Sardegna è un territorio caratterizzato da un ricco patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale, sottoposto a vincoli di tutela derivanti dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale;
– la Regione, ai sensi dell’articolo 2 del Decreto del Ministro dell’ambiente e della Sicurezza Energetica del 21 giugno 2024, n. 236, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 2 luglio 2024, ha come obiettivo nazionale quello del raggiungimento di una potenza nominale aggiuntiva, derivante da impianti FER effettivamente entrati in esercizio, pari a circa 6,2 GW entro il 2030;
– la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) prevede al Titolo III particolari competenze della Regione in materia di definizione dei tributi propri e derivati, sotto forma di agevolazioni fiscali, esenzioni, detrazioni d’imposta, deduzioni e modifica delle aliquote entro i valori di imposizione stabiliti dalla normativa statale;

CONSIDERATO che:
– la transizione energetica è uno dei capisaldi della strategia europea, nazionale e regionale, fermo restando l’autonomia di ciascuna Regione nella definizione delle aree idonee e, dunque, delle effettive politiche energetiche da porre in essere anche al fine di tutelare il proprio territorio;
– al fine di tutelare i beni culturali, ambientali e paesaggistici della Regione, la Giunta regionale, anche tramite il disegno di legge n. 45/A, ha opportunamente deciso di incentivare una transizione energetica vicina agli interessi dei cittadini, dei Comuni, delle piccole medie imprese (PMI) e delle comunità energetiche;

VALUTATO che:
– gli impianti di grande taglia non finalizzati all’autoconsumo, da un lato sfruttano risorse naturali derivanti dalla collocazione geografica e naturalistica della Sardegna, dall’altro non comportano, salvo rari casi, esternalità positive sui territori nei quali si insediano;
– i comuni che ospitano determinate tipologie di impianti FER hanno oggettiva difficoltà di garantire, anche per il tramite delle cosiddette misure di compensazione, delle ricadute economiche sul proprio territorio,

impegna la Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a valutare l’opportunità di istituire, per quanto di propria competenza, anche nella legge finanziaria per il triennio 2025-2028, un’imposta fiscale sugli impianti e gli accumuli FER aventi una potenza nominale superiore a 10 MW, non finalizzati all’autoconsumo ovvero asserviti a Comunità energetiche e non di proprietà di enti del sistema Regione, ivi inclusi enti locali e Aziende sanitarie locali;
2) a valutare l’opportunità di prevedere che l’eventuale istituzione di un’imposta sugli impianti e gli accumuli FER abbia ad oggetto non solo la produzione energetica, ma anche l’impatto paesaggistico del rispettivo impianto, anche al fine di incentivare, a parità tecnologica e di potenza nominale, tipologie e taglie di impianti con un moderato impatto visivo e paesaggistico;
3) a valutare l’opportunità di prevedere che una quota delle entrate derivanti dall’eventuale imposta siano utilizzate in favore dei Comuni che ospitano i rispettivi impianti, anche sotto forma di misure compensative e dei cittadini che versano in condizioni di difficoltà economica.

Cagliari, 4 dicembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 4 dicembre 2024

Ordine del giorno n. 16/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

TRUZZU – DERIU – MULA – CIUSA – ORRÙ – COCCIU – COCCO – SORGIA – PORCU – AGUS – TICCA – PERU – PIZZUTO sulla istituzione di una Commissione speciale in materia di energia.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sul disegno di legge n. 45/A recante “Misure urgenti per l’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”,

PREMESSO che il tema dell’energia è assurto a tema strategico nelle politiche comunitarie, nazionali e regionali;

PREMESSO inoltre che la redazione di documenti fondamentali come il piano energetico regionale, il Piano energia e clima (PNIEC) nonché la complessa legislazione in materia, richiedono una valutazione specifica e costante da parte del Consiglio regionale;

DATO ATTO che la stessa opinione pubblica ha dato impulso ad iniziative anche legislative di grande portata;

RILEVATO che il tema ha quasi monopolizzato i lavori dell’Assemblea e delle Commissioni permanenti quarta e quinta nel primo anno di legislatura;

APPURATO che si è resa necessaria una diversa e maggiore partecipazione dei gruppi di opposizione alla costruzione delle norme esitate,

impegna il Presidente del Consiglio regionale

ai sensi dell’articolo 53 del regolamento ad istituire una Commissione speciale sui temi dell’energia, la cui composizione rispecchierà la consistenza dei gruppi consiliari e la cui presidenza sarà affidata ad un componente proveniente dai gruppi di opposizione.

Cagliari, 3 dicembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 3 dicembre 2024

Ordine del giorno n. 15/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

CIUSA – SOLINAS Alessandro – LI GIOI – MANDAS – SERRA – MATTA – DERIU – COCCO – PIZZUTO – ORRÙ – AGUS – PORCU – TRUZZU – TICCA – PERU – MULA – SORGIA sulla necessità di dichiarare l’assenza di aree idonee ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi nel territorio della Regione Autonoma della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione sul disegno di legge n. 45/A, recante “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”,

PREMESSO che:
– la Regione Sardegna è un territorio caratterizzato da un importante patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale, tutelato a livello regionale, nazionale, comunitario e internazionale;
– il nostro territorio ospita un’ampia varietà di ecosistemi naturali, aree protette e zone di elevato valore naturalistico, che attraggono ogni anno migliaia di visitatori e rappresentano una risorsa imprescindibile per lo sviluppo economico, soprattutto nel settore turistico;
– la Sardegna ha già espresso, tramite un referendum consultivo regionale del 2011, la volontà popolare di non ospitare alcuna forma di installazione nucleare, compresi i depositi di scorie radioattive, con una percentuale del 97 per cento dei votanti favorevoli alla non accoglienza di tali strutture;
– la Sardegna contribuisce con oltre il 60 per cento delle Servitù militari nazionali e la presenza di tre Poligoni permanenti che determinano una consistente limitazione alla fruizione del proprio territorio;

RILEVATO che:
– la gestione delle scorie radioattive rappresenta una questione di estrema delicatezza e rilevanza per la sicurezza pubblica e per l’ambiente, richiedendo specifiche misure di prevenzione per evitare rischi a lungo termine per la popolazione e il territorio;
– la presenza di un deposito di scorie radioattive in Sardegna metterebbe a rischio l’immagine dell’isola come meta turistica, agricola e di alta qualità ambientale, compromettendo lo sviluppo sostenibile della regione e danneggiando le sue principali economie;
– la presenza di tre poligoni permanenti, che sono altamente inquinanti sia a terra che a mare tanto da limitare la fruizione di una parte consistente del territorio sardo dove si sono verificate delle patologie che sono all’attenzione della Magistratura, richiede imponenti opere di bonifica, per un futuro utilizzo;
– il trasporto via mare rappresenta un grandissimo rischio in caso di incidente;
– esistono in Italia altre aree idonee dal punto di vista geologico e infrastrutturale per l’insediamento di depositi di scorie nucleari;
– nessuna “comunità” dei siti individuati e giudicati idonei si è autoproposta ad ospitare il sito unico delle scorie nucleari nonostante gli incentivi promessi anche se ridefinito “Parco tecnologico”;

SOTTOLINEATO che:
– non può esserci una scelta consapevole senza che vengano organizzati dei dibattiti pubblici per informare i cittadini sui rischi per la salute e le limitazioni che può rappresentare il “sito unico delle scorie nucleari”;
– la Sardegna ha già dato un ampio contributo alla Difesa nazionale con la presenza delle Servitù militari con la presenza di tre Poligoni permanenti;
– è fondamentale che le scelte in materia di gestione dei rifiuti nucleari siano prese in modo trasparente, con il coinvolgimento attivo delle popolazioni interessate e nel rispetto dei principi di precauzione e tutela dell’ambiente,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad esprimere la propria assoluta contrarietà all’insediamento di qualsiasi deposito di scorie radioattive nel territorio regionale, ribadendo la volontà già espressa dai cittadini sardi nel referendum del 2011;
2) a promuovere, in collaborazione con i rappresentanti istituzionali sardi a livello nazionale ed europeo, tutte le azioni necessarie per impedire che la Sardegna venga individuata come sito idoneo per la localizzazione del Deposito nazionale per lo stoccaggio di scorie radioattive;
3) a sollecitare il Governo a riconsiderare qualsiasi ipotesi di localizzazione di scorie nucleari in Sardegna, rispettando la volontà del popolo sardo e tutelando il patrimonio ambientale, culturale e socio-economico dell’isola;
4) a promuovere campagne di sensibilizzazione e informazione nei confronti della popolazione sarda sui rischi legati all’insediamento di scorie radioattive e sulla necessità di difendere il territorio da decisioni non condivise e dannose;
5) a chiedere un confronto aperto e trasparente con il Governo e con gli enti competenti in materia, affinché le comunità locali e le istituzioni regionali siano coinvolte attivamente in ogni processo decisionale che possa avere impatti sul territorio sardo;
6) a continuare a monitorare e vigilare sull’evolversi della situazione, mantenendo un dialogo costante con il Governo e con tutte le istituzioni coinvolte, a tutela del territorio e della popolazione sarda.

Cagliari, 3 dicembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 3 dicembre 2024

Il calendario dei lavori delle Commissioni del Consiglio regionale

Riprenderà domani l’attività delle Commissioni del Consiglio regionale. La Seconda commissione (Lavoro, Cultura e Formazione professionale), presieduta da Camilla Soru (Pd)  si riunirà *domani, martedì 10 dicembre, alle 10,30*. All’ordine del giorno: l’elezione di un segretario, l’esame della proposta di legge 11 (Disciplina regionale in materia di istituzione del Reddito di Studio (REST) e le candidature a componente del Corecom, ex art. 6, c. 4, L. R. 11/2008.

*Mercoledì, 11 dicembre alle 10.30*, si riunirà la Prima commissione (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Salvatore Corrias (Pd). All’ordine del giorno: l’elezione di un Segretario, il Comparto Unico di Contrattazione Regione-Enti Locali, con l’audizione dei rappresentanti dell’Anci Sardegna. I lavori del Parlamentino proseguiranno con l’esame della proposta di legge nazionale n. 1  “Introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale” e l’esame del disegno di legge 61 “Dirigenti esterni. Abrogazione del comma 4 dell’articolo 29 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell’organizzazione degli uffici della Regione) e della legge regionale 9 ottobre 2024, n. 15 (Dirigenti esterni. Interpretazione autentica dell’articolo 29, comma 4, della legge regionale n. 31 del 1998)”.

Sempre *mercoledì, 11 dicembre, alle 11,* si riunirà la Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno: lo scorrimento della graduatoria del PSR Sardegna 2014-2020 Bando 2017 “Pacchetto Giovani”, sottomisura 6.1 “Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori” – sottomisura 4.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole” e l’audizione dell’Assessore regionale dell’agricoltura, del direttore generale di Argea e di una rappresentanza del Comitato spontaneo dei giovani imprenditori agricoli.

I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 15,30, con l’esame dello stato della gestione dei terreni pubblici del Monte dei pascoli di cui alla L.R. n. 44 del 1976 e stato di attuazione dell’ex azione Bosco – Terre pubbliche – Legge regionale n. 17 del 2021, interventi a sostegno dell’occupazione previsti dall’articolo 27, comma 5, legge regionale n. 4 del 2006 e l’audizione dell’Assessore regionale dell’agricoltura, dell’Assessore regionale della difesa dell’ambiente, del direttore generale di Forestas, del direttore generale di Laore e di una rappresentanza delle cooperative Mediterranea 94, Is Truiscus e Sa Zeppara. La Commissione proseguirà i lavori con l’esame del Parere 33 “Modifica delle direttive approvate, in via definitiva, con la Deliberazione della Giunta regionale n. 38/31 del 17 novembre 2023, recante” direttive di attuazione per la disciplina delle strutture ricettive all’aria aperta di cui all’articolo 13, comma 1, lett. b): campeggi, villaggi turistici e marina resort, della legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (norme in materia di turismo). Direttive ai sensi dell’articolo 24, comma 3, della I.r. 28.7.2017, n. 16″. Proroga termini per la classificazione delle strutture esistenti. Approvazione preliminare”; e del Parere 35  “Criteri e modalità per la concessione di contributi a favore degli enti locali e delle imprese turistiche per la realizzazione della tipologia turistico ricettiva costituita dagli “alberghi diffusi”, di cui all’art. 13, comma 1, lett. a) della Legge regionale 28 luglio 2017, n. 16. approvazione preliminare”. Se necessario i lavori proseguiranno giovedì.

Ordine del giorno n. 14/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

TRUZZU – PIGA – CERA – FLORIS – MASALA – MELONI – RUBIU – USAI sulla necessità urgente di abbattere l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sugli aeromobili al fine di favorire lo sviluppo del trasporto aereo e del turismo in Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione del disegno di legge n. 53/A della Giunta regionale concernente “Variazioni di bilancio, riconoscimento di debiti fuori bilancio e passività pregresse e disposizioni varie”,

PREMESSO che:
– settore turistico riveste un ruolo centrale per l’economia italiana e in particolare per quella sarda, incidendo direttamente sul prodotto interno lordo (PIL) regionale in misura pari all’8,5 per cento e rappresentando circa il 15 per cento del sistema economico isolano se si considera l’economia turistica allargata;
– la legge 24 dicembre 2003, n. 350 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2004)), all’articolo 2, comma 11, ha introdotto l’addizionale comunale per i diritti d’imbarco a carico delle compagnie aeree, pari ad un importo di euro 6,50 per ogni passeggero in partenza dagli aeroporti italiani;
– pur essendo un’addizionale comunale, la tassazione raggiunge solo parzialmente il proprio scopo, in quanto gran parte delle risorse incamerate viene trasferita in via principale all’Istituto nazionale per la previdenza sociale (INPS) e una quota pari a euro 1,50 a passeggero viene versata al fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo, determinando un gettito di importo irrisorio per i comuni di Alghero, Elmas e Olbia;

APPURATO che:
– nel corso del 2023 i passeggeri che si sono imbarcati dai tre aeroporti sardi sono circa 4,9 milioni generando un gettito a favore dello stato pari a circa 32 milioni di euro;
– la quota destinata ai tre comuni sardi è pertanto non superiore ai circa 500.000 euro;

CONSIDERATO che:
– i dati relativi al trasporto aereo testimoniano, nel corso del 2023, il ritorno ai valori prepandemici e prevedono una crescita del 30 per cento circa entro il 2030;
– le compagnie aeree hanno più volte affermato che l’addizionale comunale per i diritti d’imbarco costituisce un freno allo sviluppo del settore aereo e che la cancellazione della tassa porterebbe ad un naturale incremento dei voli con conseguente aumento dei passeggeri di circa il 50 per cento;

TENUTO CONTO che:
– la Regione Friuli Venezia Giulia, a partire dal 2024, ha cancellato l’addizionale comunale per i diritti d’imbarco, compensando il mancato gettito alla finanza pubblica attraverso un versamento diretto eseguito dalla stessa Regione allo Stato, come previsto dalla legge di Bilancio dello Stato per l’anno 2024, riconoscendo, altresì, ai comuni sedi aeroportuali il gettito derivante dall’addizionale comunale;
– medesima iniziativa è stata intrapresa dalla Regione Calabria previo accordo con il Governo, attraverso analogo provvedimento normativo inserito all’interno del decreto legge coesione;
– l’abbattimento delle tasse aeroportuali in Friuli Venezia Giulia ha già generato, nel corso dell’anno 2024, un consistente incremento del traffico passeggeri e dei flussi turistici;

CONSIDERATO che:
– qualora analoga iniziativa fosse intrapresa dalla Regione si potrebbe generare un incremento minimo del flusso turistico di almeno il 25 per cento, corrispondente a circa 1.000.000 di turisti in più all’anno;
– l’abbattimento dell’addizionale sui diritti di imbarco potrebbe generare un surplus di spesa complessiva sul territorio sardo stimabile in euro 1.000.000.000 all’anno, considerando che la spesa media di un turista è attualmente quantificabile in oltre 200 euro al giorno, a fronte di un periodo medio di permanenza in Sardegna di circa 4,68 giorni;
– i servizi turistici sono sottoposti ad un’aliquota IVA del 10 per cento e si potrebbe pertanto stimare un gettito pari a 100 milioni di euro, di cui, 90 milioni risulterebbero entrate dirette nel bilancio della Regione, in virtù del principio stabilito dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) che riconosce all’Isola i 9/10 dell’IVA;
– l’incremento dei flussi turistici avrebbe inevitabilmente effetti favorevoli sulla crescita dei fatturati delle aziende del settore turistico, sulla nascita di nuove imprese e sull’occupazione, generando un ulteriore indotto e una crescita aggiuntiva delle entrate per la Regione;

VISTO che è stata recentemente presentata anche una proposta di legge nazionale al fine di raggiungere questo importante obiettivo per il nostro territorio, il cui iter tuttavia è piuttosto lungo;

CONSIDERATO che così come fatto dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Calabria, occorre urgentemente favorire e promuovere una crescita del settore turistico, che determina conseguentemente un incremento delle entrate della Regione,

impegna la Presidente della Regione, l’Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, l’Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio, l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l’Assessore regionale dei trasporti

a valutare di concordare con il Governo nazionale la disapplicazione dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco di passeggeri sugli aeromobili di cui all’articolo 2, comma 11, della legge n. 350 del 2003, con decorrenza dal primo gennaio 2025 e con oneri a carico del bilancio regionale.

Cagliari, 7 novembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 7 novembre 2024

Ordine del giorno n. 13/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

ORDINE DEL GIORNO MULA – PERU – TALANAS – RUBIU – TRUZZU – COCCO – CANU – TICCA – DERIU – SCHIRRU – PIZZUTO – CASULA – CIUSA – SORGIA sulla necessità di incrementare il tetto di spesa sanitaria per garantire l’abbattimento delle liste d’attesa e assicurare la più equa ripartizione delle risorse nel territorio regionale.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione del disegno di legge n. 53/A della Giunta regionale concernente “Variazioni di bilancio, riconoscimento di debiti fuori bilancio e passività pregresse e disposizioni varie”,

PREMESSO che:
– la Regione con la deliberazione della Giunta regionale n 5/43 del 23 febbraio 2024 (Determinazione dei tetti di spesa per l’acquisto da parte dell’Azienda regionale della salute (ARES) delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie dalle strutture private accreditate per il triennio 2024-2026. Approvazione degli schemi tipo di contratto), peraltro modificata con deliberazione della Giunta regionale n. 42/65 del 6 novembre (non ancora consultabile) ha determinato i tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni dai privati accreditati;
– la predetta deliberazione, oltre a stanziare risorse insufficienti per il 2024 (euro 64.434.472,42 rispetto al fabbisogno stimato in euro 72.435.515,71 da ARES nel piano preventivo del fabbisogno 2024/2026 per la specialistica ambulatoriale accreditata), definisce i criteri di ripartizione delle risorse tra le aziende socio sanitarie locali, secondo parametri predeterminati che, in gran parte, si discostano dalle indicazioni contenute nelle costanti pronunce dell’ Autorità garante per la concorrenza e il mercato anche a tutela della libera scelta e della continuità assistenziale del paziente;

DATO ATTO che:
– causa delle insufficienti risorse stanziate dalla Regione e dei criteri di ripartizione indicati nella deliberazione della Giunta regionale n. 5/43 del 2024, alcuni territori tra cui tutta la ASL 8 e il sud Sardegna dovranno effettuare dei tagli sulle prestazioni sanitarie riguardanti pazienti già programmati sul centro unico prenotazioni (CUP) per il 2024 (che in assenza di nuovi provvedimenti dovranno essere rimandati a data incerta);
– anche gli ulteriori fondi stanziati dalla recente deliberazione della Giunta regionale n. 38/12 del 2 ottobre 2024 (Ripartizione dei fondi per il recupero delle liste di attesa. Legge 30 dicembre 2023, n. 213, articolo 1, comma 232 e legge regionale 18 settembre .2024, n. 13, articolo 5, comma 1) e destinati all’abbattimento delle liste d’ attesa della specialistica ambulatoriale, pari a euro 2.720,000 e, dunque, inferiore di circa euro 1.000.000 rispetto allo stesso stanziamento del 2023, pari a euro 3.794,872, sono da considerarsi, anch’essi, assolutamente insufficienti ed inidonei a risolvere il problema delle liste d’attesa;

ATTESO che:
– il Servizio sanitario regionale attraversa una crisi senza precedenti ed è indispensabile adottare misure volte a garantire prestazioni sanitarie a tutti i cittadini;
– gli erogatori privati accreditati svolgono un ruolo fondamentale nell’assicurare un’integrazione significativa al sistema pubblico, contribuendo a ridurre i tempi di attesa e a garantire un’ampia offerta di servizi;

EVIDENZIATO che è essenziale rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, assicurando che la qualità delle prestazioni sia omogenea e accessibile a tutti, indipendentemente dalle risorse economiche o dal luogo di residenza, in quanto solo attraverso un sistema integrato e ben coordinato si potrà rispondere in maniera efficace alle crescenti esigenze sanitarie della popolazione,

impegna la Giunta regionale

1) a rivedere i criteri attualmente adottati per la ripartizione del tetto di spesa inserendo correttivi in grado di garantire una più equa ripartizione territoriale delle risorse;
2) ad incrementare, in considerazione dei recenti interventi della Corte Costituzionale, il tetto di spesa al fine di garantire l’abbattimento delle liste d’attesa e l’erogazione dei LEA.

Cagliari, 7 novembre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 7 novembre 2024

Ordine del giorno n. 12/XVII


CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

ORDINE DEL GIORNO URPI – PORCU – PERU – CAU – ARONI – COZZOLINO – TUNIS – FLORIS – SORGIA – DI NOLFO – LI GIOI sulla necessità di garantire la presenza dei servizi e l’esercizio delle attività balneari anche nel periodo invernale.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 16 sulla necessità di garantire la presenza dei servizi e l’esercizio delle attività balneari nelle spiagge extraurbane anche durante il periodo dal 1° novembre al 31 marzo,

PREMESSO che da anni si fa un gran parlare di politiche di destagionalizzazione turistica che consentano una più equa redistribuzione dei flussi anche su periodi diversi o più lunghi al di fuori della stagione principale che, purtroppo, in Sardegna diventa sempre più breve. Si è parlato a lungo della necessità di operare attraverso un ripensamento dell’offerta turistica offrendo forme di turismo che possono spaziare dalla cultura, al benessere enogastronomico e anche al “mare d’inverno”, in periodi che per molti cittadini europei, e non solo, vengono equiparati alla stagione calda. Una strategia condivisa per lo sviluppo economico della Sardegna prevede l’implementazione di azioni volte alla destagionalizzazione del turismo, in modo tale da incrementare i flussi turistici distribuendoli in maniera più equilibrata durante tutto l’arco dell’anno;

RILEVATO che:
– la destagionalizzazione può e deve interessare anche il turismo balneare che, vista la mitezza del clima sardo, nella sua versione “invernale” presenta un potenziale di sviluppo che è doveroso valorizzare. Il turismo balneare in Sardegna coinvolge 1.200 imprese con l’impiego di circa 10.000 lavoratori;
– la destagionalizzazione deve essere quindi il nuovo obiettivo da perseguire anche per il turismo balneare; allungare la stagione turistica permetterebbe di promuovere maggiormente la Sardegna e le sue bellezze, facendo sì che le coste ed il nostro mare aprano a flussi turistici anche verso le zone interne (attuando così politiche di contrasto allo spopolamento), nonché di generare una forte ricaduta occupazionale;

CONSIDERATO che:
– nel territorio regionale ci sono tanti operatori turistici disposti ad offrire un servizio anche nei periodi invernali, a proprie spese e pagando le concessioni già in essere;
– risultano incessanti le richieste di tanti degli operatori del settore turistico balneare di poter mantenere le strutture utilizzate durante la stagione balneare estiva;
– in questo senso è necessario favorire l’offerta di servizi turistici di tipo balneare anche nel periodo invernale, ma tale offerta non può prescindere dalla presenza di strutture turistiche destinate a tale scopo. Tuttavia, il quadro normativo vigente, farraginoso, rende difficoltosa la permanenza nel periodo invernale di quelle “strutture di facile rimozione a servizio della balneazione e della ristorazione, preparazione e somministrazione di bevande e alimenti, e finalizzate all’esercizio di attività sportive, ludico-ricreative direttamente connesse all’uso del mare e delle acque interne” che sono invece ammesse nel periodo estivo;
– fermo restando che qualsiasi tipo di struttura turistica, a prescindere dal periodo in cui viene utilizzata, deve avere un basso impatto, non significativo e non permanente sull’ambiente e sul paesaggio, al fine di preservarne il valore nel lungo periodo, anche a tutela delle future generazioni, è oggi necessario e urgente aggiornare il quadro delle regole per permettere l’offerta di servizi turistici di tipo balneare durante tutto l’anno. E ciò non può prescindere dal consentire la permanenza in loco delle sopracitate “strutture di facile rimozione a servizio della balneazione e della ristorazione”, almeno quelle più prossime alle aree urbanizzate, a condizione ovviamente che la loro permanenza sia finalizzata a fornire servizi effettivi e continuativi, sia per i turisti sia per i residenti;

RILEVATO che nella consapevolezza che un riordino efficace e sostanziale del quadro normativo in materia è possibile solo attraverso un procedimento legislativo regionale che preveda un percorso di pianificazione concertata e condivisa con lo Stato (vedasi il precedente tentativo delle legge regionale n. 11 del 3 luglio 2017, dichiarato costituzionalmente illegittimo con sentenza della Corte costituzionale n. 178 del 26/07/2018), occorre impegnarsi affinché si favorisca un incremento dell’offerta di servizi turistici durante tutto l’anno, anche rendendo possibile la permanenza in loco di quelle “strutture di facile rimozione a servizio della balneazione e della ristorazione” che, operando in contesti urbanizzati, si impegnino a rimanere aperte oltre il periodo della stagione balneare estiva (1° aprile – 31 ottobre);

RITENUTO che:
– offrire servizi anche nei mesi autunnali e invernali consentirebbe l’allungamento della stagione turistica;
– per gli operatori e per l’indotto del settore ciò costituirebbe una opportunità di lavoro e un notevole sgravio di costi;
– gli imprenditori del settore balneare e le associazioni di categoria hanno espressamente dichiarato la volontà di prolungare l’offerta del servizio a proprie spese;
– i cambiamenti climatici sono oramai evidenti e le stagioni hanno subito forti modificazioni rispetto al passato e l’applicazione di norme non permeate sulla realtà è lesiva di un’intera categoria di settore;
– il prolungamento dei mesi di apertura favorirebbe la socializzazione in luoghi che altrimenti rimarrebbero deserti nella stagione autunno/inverno e tutto ciò andrebbe a generare un’azione politica contro lo spopolamento;
– a tal fine, occorre intervenire sui due capisaldi che regolano la possibilità di realizzazione e mantenimento delle “strutture di facile rimozione a servizio della balneazione e della ristorazione” nel territorio costiero ed extraurbano:
– i Litorali urbani, per i quali si chiede di rivedere l’elenco di cui al decreto del Presidente della Regione n. 61 del 13 giugno 2018, integrandolo di ulteriori casi specifici localizzati in prossimità di aree urbanizzate, da individuarsi su proposta dei comuni interessati;
– i Piani di utilizzo dei litorali (PUL), che ad oggi risultano approvati solo da 17 su 73 comuni costieri (dati di Sardegna Mappe). É necessario indagare le cause di tale ritardo, al fine di individuare eventuali criticità nelle procedure e nella disponibilità di risorse, in modo tale da mettere i comuni costieri nelle condizioni di dotarsi di un PUL in tempi certi, anche tramite eventuali interventi legislativi e amministrativi per semplificare e snellire le procedure,

impegna la Giunta regionale

ad adottare ogni atto affinché:
1) riveda l’elenco di litorali urbani di cui al decreto del Presidente della Regione 13 giugno 2018, n. 61 e dell’area metropolitana, eventualmente integrandolo con ulteriori casi specifici, localizzati in prossimità di aree urbanizzate, da individuarsi su proposta dei comuni interessati;
2) modifichi le “Linee Guida per la predisposizione del Piano di Utilizzo dei Litorali con finalità turistico ricreativa (PUL)” di cui alla legge regionale 12 giugno 2006, n. 9, articolo 3, al fine di consentire, per i nuovi eventuali litorali urbani individuati, la permanenza continuativa dei chioschi/stabilimenti balneari situati nelle zone retrodunali, qualora ne facciano richiesta e garantiscano un periodo di esercizio dell’attività almeno dieci mesi all’anno e la continuità contrattuale di almeno un dipendente;
3) riveda la normativa regionale sul tema al fine di favorire e facilitare l’attività ricettiva balneare anche nei mesi autunnali e invernali;
4) verifichi le cause per cui solo 17 comuni costieri su 73 hanno il PUL approvato e, sulla base di tali analisi, proponga un adeguamento delle procedure di approvazione, se necessario snellendole e semplificandole, e delle risorse, in modo tale da mettere i comuni costieri in condizione di dotarsi di PUL in tempi certi;
5) favorisca l’incremento e la diversificazione dell’offerta turistico-ricreativa in tutti i mesi dell’anno;
6) consenta così un’offerta turistica ispirata alla destagionalizzazione, offrendo servizi anche nei mesi in cui la Sardegna è visitata da un flusso turistico proveniente anche dai paesi freddi;
7) riconsideri i principi espressi nella determinazione del Direttore generale dell’Assessorato degli enti locali, finanze e urbanistica n. 1532 del 7 maggio 2021, denominata “Mare d’inverno” che recita come segue “Il posizionamento delle strutture di facile rimozione a scopo turistico-ricreativo è ammesso per l’intero anno solare, al fine di favorire la destagionalizzazione della stagione turistica a condizione che l’operatore, entro il 31 ottobre di ciascun anno, programmi e comunichi, ai sensi dell’ordinanza balneare periodica, un minimo di 10 mesi di operatività sui dodici mesi successivi”;
8) relazioni al Consiglio regionale su quanto sopra.

Cagliari, 23 ottobre 2024


Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 23 ottobre 2024

INTERROGAZIONE N. 103/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 103/A

(Pervenuta risposta scritta in data 19/12/2024)

MAIELI, con richiesta di risposta scritta, in merito alla nomina della Responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana.

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Il sottoscritto,

PREMESSO che:
– la legge regionale 22 dicembre 2014, n. 34, reca disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana (PSA);
– con la deliberazione della Giunta regionale n. 47/3 del 25 novembre 2014, integrata con le deliberazioni n. 5/6 del 6 febbraio 2015, n. 43/1 del 1° settembre 2015, n. 48/14 del 17 ottobre 2017 e n. 47/3 del 24 settembre 2020, è stata istituita e ridefinita la composizione dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana;
– dal 15 giugno 2024, a seguito di dimissioni del precedente Responsabile dell’Unità di progetto, tale posizione organizzativa è vacante;

CONSIDERATO che:
– con decreto del Presidente della Regione Sardegna del 26 novembre 2024, n. 142, con protocollo n. 21071 del 26 novembre 2024, la Presidente, con l’esercizio dei poteri sostitutivi, ha attribuito alla dott.ssa Ornella Cauli le funzioni di Direttore responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana;
– la dott.ssa Ornella Cauli è dirigente dell’amministrazione regionale, con notevole esperienza in ambito amministrativo, ma priva di qualsiasi competenza e cognizione in ambito tecnico;

VISTO che:
– da un’attenta lettura del corposo curriculum vitae della dottoressa Ornella Cauli è chiaramente evidente la sua grandissima esperienza in ambito amministrativo ed in particolare finanze, bilanci e riscossioni;
– le competenze dichiarate dalla stessa sono esclusivamente amministrative e non tecniche;
– dal punto di vista normativo, la nomina della stessa appare regolare, ma dal punto di vista tecnico è completamente anomala;

PRESO ATTO che:
– la Sardegna ha convissuto con la PSA dal 1978 ed è stata ufficialmente riconosciuta, dalla Commissione europea, come indenne, attraverso una revisione del regime di regionalizzazione dell’Unione europea adottata il 23 settembre 2024;
– l’eliminazione della malattia si è avuta attraverso un rigoroso programma di eradicazione e controllo, grazie a tecnici nazionali e regionali, con l’ausilio di operatori come allevatori e cacciatori,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere:
1) quali motivazioni abbiano fatto propendere per l’attribuzione di un incarico chiaramente specialistico, cosi fortemente peculiare ed importante per l’economia della Sardegna, per una dirigente amministrativa, dichiaratamente priva di competenze tecniche;
2) quali interventi si intendano porre in atto per favorire le competenze ed evitare, per gli anni seguenti, il ripetersi di situazioni analoghe, che potrebbero far ripartire una malattia che ha creato danni e malcontenti in tutto il settore primario.

Cagliari, 3 dicembre 2024