Commissioni, convocate la I, la III, la V e la VI

I calendario dell’attività delle commissioni permanenti del Consiglio regionale. Domani, 4 febbraio, alle 11, si riunirà la I commissione (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Salvatore Corrias (Pd). All’ordine del giorno: l’elezione di un Segretario, l’esame della proposta di legge 68 (Disposizioni in materia di attuazione del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali) con le audizioni degli assessori regionali degli Affari generali, Personale e Riforma della Regione, Mariaelena Motzo, e della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Giuseppe Meloni. All’ordine del giorno anche l’esame della proposta di legge 50 (Disposizioni sulla classificazione dei comuni capoluogo di provincia.) e della proposta di legge nazionale 1 (Introduzione dell’elezione diretta del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale). I lavori proseguiranno alle 16 con le audizioni sulla PL 68. Saranno sentiti i rappresentanti dell’Anci Sardegna, Asel Sardegna, Aiccre Federazione Sardegna, e i sindaci dei Comuni di Cagliari, Carbonia, Iglesias, Lanusei, Nuoro, Olbia, Oristano, Sanluri, Sassari, Tempio, Tortolì, Villacidro.

Sempre domani, 4 febbraio, alle 10, si riunirà la VI commissione (Salute e politiche sociali), presieduta da Carla Fundoni (Pd). All’ordine del giorno: le audizioni sul Disegno di legge n. 40 (Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24). Saranno sentiti i rappresentanti dell’Associazione Diabetici, del Coordinamento dei Comitati Sardi per la sanità pubblica, del Tribunale del Malato, dell’Anmic e il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria.

Mercoledì, 5 febbraio, alle 11, proseguiranno i lavori della I commissione (Autonomia e ordinamento regionale), presieduta da Salvatore Corrias (Pd). All’ordine del giorno: l’elezione di un Segretario e l’esame della proposta di legge 68 (Disposizioni in materia di attuazione del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali) con le audizioni degli amministratori straordinari delle Province di Nuoro, Oristano, Gallura Nord-Est Sardegna, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano, della Città metropolitana di Cagliari e della Città metropolitana di Sassari.

Giovedì, 6 febbraio, alle 10.30, si riunirà la III commissione (Bilancio e programmazione), presieduta da Alessandro Solinas (M5S) con il seguente ordine del giorno: audizione dell’assessore regionale della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, Giuseppe Meloni, sulla vertenza con lo Stato sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali indebitamente non versate alla Regione. Il Parlamentino sentirà l’assessore anche sul Parere n. 41 (Programmazione Unitaria 2024-2029. PR Sardegna FESR 2021-2027 PN JTF Italia 2021-2027. Direttive di attuazione per il sostegno alle imprese attraverso Contratti di investimento).

Giovedì, 6 febbraio, alle 16.30, si riunirà la V commissione (Attività produttive), presieduta da Antonio Solinas (Pd). All’ordine del giorno: l’elezione di un Segretario, l’audizione dei Sindaci dei comuni di Ozieri, Macomer e Arborea sulla programmazione delle risorse relative alle manifestazioni fieristiche zootecniche regionali dei rispettivi comuni. Il Parlamentino sentirà in audizione anche l’assessore regionale del turismo, artigianato e commercio, Franco Cuccureddu sui pareri 43 – Modifica delle Direttive approvate in via definitiva con la deliberazione della Giunta regionale n. 19/39 del 1° giugno 2023, concernente “Legge regionale 28 luglio 2017 n. 16 (Norme in materia di turismo). Direttive di attuazione per la disciplina delle strutture ricettive alberghiere di cui all’articolo 13, comma 1, lett. a): alberghi, alberghi residenziali, condhotel, villaggi albergo, alberghi diffusi e alberghi rurali. Approvazione definitiva”. Modifica dell’art. 16, comma 1 (Norma transitoria per la classificazione delle strutture alberghiere esistenti) e P/44 – Modifica delle Direttive approvate in via definitiva con la deliberazione della Giunta regionale n. 2/34 del 18 gennaio 2024, concernente “Direttive di attuazione per la disciplina delle strutture ricettive extralberghiere di cui all’articolo 13, comma 1, lett. c): “bed and breakfast”, “domos” e “case e appartamenti vacanze”, della legge regionale 28 luglio 2017 n. 16 (Norme in materia di turismo). Direttive ai sensi dell’articolo 24, comma 3, L.R. 28.7.2017, n. 16. Approvazione definitiva). Modifica dell’art. 16, comma 1 (Norma transitoria per la classificazione delle strutture alberghiere esistenti).

Nota stampa della seduta n. 43

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 43 Antimeridiana 

Lunedì 3 febbraio 2025

Seduta statutaria. Dibattito sulle comunicazioni della presidente della Regione Alessandra Todde in merito all’ordinanza di decadenza emessa dal Collegio elettorale di garanzia della Corte d’Appello. Cagliari 3 febbraio 2025 – La seduta statutaria è stata aperta dal presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, che, dopo le formalità di rito, ha dato la parola alla presidente della Regione, Alessandra Todde, per le comunicazioni della presidente della Regione ai sensi dell’articolo 121 del Regolamento interno. “Oggi sono qui, dinanzi alla massima Assemblea del popolo sardo, nella seduta statutaria del Consiglio, per riferire su una vicenda che vuole stravolgere, attraverso un procedimento amministrativo, l’essenza stessa del governo regionale, modificando il risultato elettorale e quindi il voto espresso dai cittadini sardi dopo meno di un anno dall’insediamento della Giunta della nostra maggioranza”. La presidente Todde ha poi proseguito spiegando che la scelta di riferire in Consiglio nel corso della seduta statutaria “non è certamente casuale, perché oggi dobbiamo affrontare argomenti che coinvolgono gli organi di governo della Regione”, dello Statuto e dall’autonomia speciale. E ha ricordato che la tutela del suo diritto soggettivo è stata affidata al ricorso davanti al giudice civile del Tribunale di Cagliari. E sull’intervento di oggi in aula ha proseguito: “Abbiamo ritenuto necessario, se non imperativo, dover ricondurre l’intera vicenda al grado di serietà che merita”. Perché, se ancora a qualcuno non fosse chiaro, il provvedimento del Collegio regionale di garanzia elettorale su cui mi soffermerò in seguito, non riguarda me sola, ma l’intera forma di governo della Regione Sardegna, gli assessori, i consiglieri di maggioranza e di minoranza e, fatto ancora più grave, riguarda tutti i cittadini sardi sui loro inviolabile diritto, in quanto cittadini, di votare e di affidare al governo regionale, che hanno democraticamente e liberamente eletto, la guida della Sardegna fino al 2029”. Todde ha poi proseguito: “Questi aspetti non sono secondari, ma costituiscono il vero cuore della questione. Per essere analizzati, discussi, spiegati e perché no anche contestati è però necessario che tutti noi, io in primis, anteponiamo il corretto senso istituzionale alla frenesia mediatica”. La presidente ha spiegato che prima di riferire in aula era importante che venisse presentato il ricorso nelle sedi opportune. La presidente è poi entrata nel merito della vicenda. “Il 19 novembre mi viene notificata, mezzo pec, una richiesta di chiarimenti firmata dalla Presidente del Collegio di garanzia regionale della Regione Sardegna, nella quale venivano sollevati sette rilievi di irregolarità relativi alla rendicontazione delle spese elettorali sostenute durante la campagna elettorale”. Todde ha poi  proseguito: “Nessuno di questi rilievi segnalava alcun utilizzo improprio di risorse, ma semplicemente degli errori di forma nella predisposizione e nella presentazione della rendicontazione. Nello stesso atto veniva richiesto di fornire spiegazioni sulle contestazioni descritte entro quindici giorni dalla notifica, pena alla decadenza, dalla carica di consigliere regionale eletto ai sensi della legge 515 del 93. Alcuni giorni successivi alla prima notifica, ovviamente, entro i termini indicati, ho depositato le memorie”,  in cui veniva spiegato come in realtà i punti contestati si basavano su assunti non corretti, in altri casi travisavano dichiarazioni contenute nel rendiconto presentato, in quanto all’interno dello stesso sin dal primo atto si attestava che non avevo ricevuto alcun contributo né sostenuto personalmente alcuna spesa”. “I miei legali hanno ritenuto opportuno in quella sede chiarire definitivamente – ha continuato –  con una presentazione del rendiconto sulla base del modello richiesto dal Collegio elettorale che non avessi sostenuto personalmente alcuna spesa inerente alla campagna elettorale nel periodo del rendiconto e che tali spese fossero state sostenute dal comitato elettorale appositamente costituito a gennaio 2024 dal mio partito, il Movimento 5 Stelle, per il sostegno della propria lista del candidato presidente. Chiarisco anche che il comitato elettorale, oltre a disporre dei fondi messi a disposizione dal Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale, ha ricevuto contributi da parte degli altri partiti della coalizione, da privati cittadini, inoltre ha ricevuto micro donazioni con Paypal effettuate da parte di cittadini privati e da un’impresa agricola, 20 euro, per un totale di 910 euro. Tutta la documentazione delle spese effettuate e dei fondi ricevuti dal Comitato, incluso l’estratto conto del conto dedicato dal Comitato in Banca intesa con l’elenco dei beneficiari Paypal è stata allegata rendicontazione inviata dal Comitato alla Corte dei Conti, documentazione che anche se non dovuta è stata legata per trasparenza alla mia dichiarazione inviata alla Commissione elettorale” e da subito disponibile nel sito del Movimento 5 Stelle alla sezione Trasparenza. La presidente ha anche spiegato come non sia ammissibile la doppia rendicontazione delle spese sia da parte di un comitato elettorale rappresentante di un partito in Corte dei conti, sia da parte del candidato presidente di quel partito al Collegio elettorale, tanto più che la norma legislativa riporta chiaramente che un partito può e deve rendicontare, esso e non il candidato, anche le spese dello stesso partito fatte anche nell’interesse di un candidato dallo stesso partito sostenuto, cosa che è puntualmente avvenuta nel mio caso”. La presidente ha poi proseguito: “Quindi nessuna spesa rendicontabile direttamente sostenuta, come peraltro avvenuto per decine di consiglieri, eletti e non eletti, i quali non hanno nominato un mandatario, non hanno avuto un conto corrente dedicato, hanno rendicontato con una dichiarazione analoga e i cui fascicoli sono stati regolarmente archiviati. Nessuna spesa direttamente sostenuta, come già avvenuto in altre regioni, per presidenti di Regioni di altre appartenenze politiche, come Luca Zaia, che per la campagna elettorale del 2015 in Veneto ha dichiarato di non aver sostenuto spese e ricevuto alcun contributo, perché le spese sono state sostenute direttamente dal suo partito e il suo fascicolo è stato regolarmente archiviato e nessuna richiesta di decadenza è stata predisposta”. “Il 3 gennaio 2025 il Collegio regionale di garanzia elettorale invece mi notificava un’ordinanza di ingiunzione contenente rilievi sulla memoria da me presentata”, prevedendo dalle sanzioni amministrative di natura pecuniaria “e contestualmente, in assoluta assenza di adeguata motivazione disponendo in termini generici e non chiari, la richiesta al Presidente del Consiglio regionale di procedere, per quanto di sua competenza, all’ordine e al provvedimento per la mia decadenza, dalla carica di presidente della Regione Sardegna”. Todde ha continuato a riferire su quanto contestatole nell’ordinanza del 3 gennaio in cui “il Collegio elettorale affermava che avessi sostenuto spese per la campagna elettorale contestandomi una bolletta della luce del valore di 153 euro per il mio ufficio di rappresentanza parlamentare affittato da me a gennaio 2023 e poi adibito a sede elettorale per l’intera coalizione dal 15 dicembre 2023 al 24 febbraio 2024: tale bolletta e la risultanza dell’accesso fatto dal Collegio elettorale di garanzia al mio cassetto fiscale presso l’Agenzia delle entrate che, peraltro, non mi era stata contestata a novembre. L’affitto dell’ufficio di rappresentanza parlamentare del periodo da 15 dicembre 2023 al 24 febbraio 2024 è stato pagato e rendicontato dal comitato elettorale del Movimento 5 Stelle. Faccio notare che tale bolletta è riferita al bimestre di novembre-dicembre 2023 e quindi solo per pochi giorni sarebbe nel periodo di rendicontazione. Tale bolletta che non è stata mai contestata prima del 3 gennaio 2025 non andava, secondo i miei legali rendicontata, in quanto le spese per la sede elettorale devono essere rendicontate in modo forfettario e non all’interno dei singoli voci. Tutte le altre fatture – ha proseguito Todde – che il Collegio mi contesta nell’ordinanza del 3 gennaio, e non mi aveva contestato nella richiesta di chiarimenti del 19 novembre impedendomi di fatto il contradditorio, sono state regolarmente pagate e rendicontate alla Corte dei Conti dal comitato elettorale del Movimento 5 Stelle” e ha quindi affermato, per questo motivo, di non essere tenuta a farlo lei e ha aggiunto “eventualmente io potrei semplicemente notare un credito nei confronti del comitato elettorale. Se mi fosse stata data occasione di chiarire con una specifica contestazione non avrei avuto problemi a farlo, così come sto facendo oggi pubblicamente, ma  non mi è stata adatta a questa opportunità”. Per quanto riguarda la richiesta di decadenza ha sostenuto che è priva di motivazione e ha spiegato: “Le fattispecie di decadenza per ineleggibilità di un consigliere eletto, sopravvenute a sensi  dell’articolo 15, commi 7, 8 e 9, oltre che essere chiaramente tassative, sono anche insussistenti nel mio caso per espressa pronuncia nel Collegio all’interno dell’ordinanza di ingiunzione stessa. Non si può prescindere dal fatto che le fattispecie di decadenza per un consigliere eletto in materia di rendicontazione delle spese elettorali siano soltanto due. La prima concerne il superamento dei limiti di spesa elettorale che lo stesso Collegio di Garanzia ha dichiarato non possa essere applicato ai Presidenti di Regione e che, quindi, tale fattispecie non vi è stata neppure contestata pur essendo stata inizialmente prospettata dalla Presidente del Collegio. La seconda causa di decadenza si ha invece qualora l’interessato, a seguito di una diffida ad adempiere, come quella notificata dal Collegio in data 19 novembre, non presenti alcuna dichiarazione entro quei 10 giorni della stessa diffida, ma come ho già detto precedentemente, tale dichiarazione invece è stata presentata entro i termini corretti e questo non lo certifico certo io, ma lo stesso Collegio in quanto dichiara, nell’ordinanza di ingiunzione, che non mi viene contestata la mancata presentazione del reddito di conto, ma solo presunte plurime  irregolarità. Pertanto il Collegio non motiva in alcun modo l’avvio della procedura di decadenza. Su questo punto lascio a voi e agli organi giurisdizionali competenti la conclusione”, ha detto. La presidente ha quindi evidenziato che “sono completamente assenti i presupposti per avviare la procedura di decadenza, non essendosi concretizzati in alcun modo, e per stessa espressione del collegio, le fattispecie previste dalla normativa vigente”. Poi un passaggio sulla normativa vigente: “Quanto precedentemente detto si fonda sulla convinzione, secondo il Collegio, che la normativa sulla base della quale è stata avviata la procedura di decadenza sia applicabile al Presidente della Regione Sardegna. Il Collegio applica la legge 515 del 1993, così come integrata dalla legge regionale 1 del ‘94”. Ma secondo Todde c’è un aspetto che non è stato considerato: “Non solo tra la legge 515, così come recepita dalla legge regionale 1 del ’94, si riferisce a parlamentari, consiglieri eletti e quindi non si applica a presidenti di Regione eletti a seguito delle modifiche apportate alla legge costituzionale 2 del 2001, in virtù dei quali il presidente è eletto direttamente dal popolo e non frutto di accordi assembleali. Pertanto anche i parametri previsti dalla legge, riferiti a uno degli otto collegi circoscrizionali ad esempio, con riferimenti ai limiti di spesa, non sono perciò in alcun modo applicabili, con riferimento al collegio unico regionale in cui il presidente è candidato”. “Con la stessa legge costituzionale del 2001, – ha continuato Todde – lo Stato ha immesso alla competenza della Regione Sardegna la disciplina nei casi di incompatibilità e ineleggibilità. La Regione Sardegna e quest’Aula hanno approvato nel 2013 la legge statutaria numero 1, la quale recita che per quanto concerne le cause di incompatibilità e ineleggibilità si applica la normativa statale, abrogando quindi implicitamente la legge regionale 1 del 1994 e rimandando la disciplina interamente alla legge 515. La cui disciplina è pertanto incompatibile con le elezioni dirette del Presidente per la quale sussiste un vuoto normativo come emerge dai verbali dello stesso Collegio”. Todde ha poi spiegato cosa dice la legge 515 del ’93 all’articolo 20: “Alle Regioni si applicano solo gli articoli dall’1 al 6 e non gli articoli successivi, di conseguenza le sanzioni di decadimento non dovrebbero trovare applicazione anche nel caso della Regione autonoma della Sardegna a seguito di sopraggiunta normativa regionale, di rango sovraordinato, che rinvia la legislazione nazionale”.  Todde ha poi proseguito: “Dico questo non certo per cercare giustificazioni o eventuali assoluzioni di fronte a questo Consiglio. Credo semplicemente che sia mio dovere dare queste spiegazioni, anche di merito, all’Aula che rappresenta tutti i cittadini sardi”. E ha aggiunto che  c’è dunque “un organo amministrativo che ha emanato un provvedimento dove, in assenza di alcuna motivazione giuridica senza che si siano verificate le condizioni di legge, ha chiesto a questo Consiglio l’avvio di una procedura di decadenza della Presidente della Regione”. “Come se non bastasse, il medesimo collegio sembrerebbe aver agito sulla base di una normativa che non si dovrebbe applicare, non solo in quanto espressamente esclusa dalla Legge Statutaria 1 del 2013, ma perché trattasi di disciplina riservata ai consiglieri eletti e non ai presidenti di Regione eletti in via diretta dal popolo e che quindi, come eletti, sono consiglieri di diritto”. Per Todde però “questo provvedimento un effetto aveva avuto: un attacco senza precedenti alla mia persona, al mio ruolo istituzionale, articoli di stampa locale e nazionale che mi dichiaravano decaduta, mettendo in discussione atti della mia Giunta e l’attività del Consiglio regionale, senza minimamente sottolineare che il provvedimento è definitivo a seguito di un pronunciamento di questo Consiglio, che non è un passacarte di un organo statale. In queste settimane abbiamo assistito poi alla sfilata di chi, per interesse politico, ha voluto iniziare la campagna elettorale, spacciando per atto definitivo un atto che definitivo non è, tanto che i giudici e il Consiglio si devono ancora pronunciare”, tra l’altro “incuranti dell’effetto sui cittadini sardi, al cui destino si dicono interessati, le cui priorità si sono dimenticate negli anni precedenti. Dobbiamo dire invece ai cittadini sardi che qui c’è in gioco la stabilità delle nostre istituzioni, qui c’è in gioco la nostra autonomia, qui c’è in gioco la Sardegna”. Il presidente Comandini ha quindi dato la parola a un rappresentante per gruppo. Per Alessandro Sorgia (Misto): “Una legislatura nata male ancor prima di iniziare e condotta anche peggio in quasi un anno di attività. Un anno così drammatico non si era verificato e sarà ricordato come il peggiore di tutta la storia della nostra autonomia. Presidente, la leggerezza e la superficialità con cui ha affrontato i primi atti della sua avventura, come massima esponente della nostra Regione, non si erano mai visti prima”. Sorgia ha ricordato alla presidente che “ in un sistema democratico la trasparenza è un elemento essenziale”. E ha aggiunto che “La legge 515  del ‘93, è stata concepita proprio per garantire che ogni candidato renda conto delle proprie spese elettorali, che siano sostenute in modo regolare e che nessuno possa sfruttare indebiti vantaggi economici o strutturali per alterare la competizione elettorale. La norma richiede tra l’altro che venga nominato un mandatario, che venga aperto un conto corrente dedicato e che siano presentati dei conti dettagliati”. Sorgia ha ricordato che il Collegio ha rilevato irregolarità evidenti, “non sono sottigliezze né formalismi da burocrati, ma sono le basi su cui si fonda la fiducia dei cittadini nel processo elettorale”. Sorgia ha poi ripercorso i cambi di versione della Presidente, che hanno alimentato dubbi sul suo operato e sulle risorse utilizzate. Queste contraddizioni, per Sorgia, minano la fiducia dei cittadini. E ha affermato che la presidente avrebbe fatto bene a chiedere scusa ai cittadini: “Ha perso un’occasione importante”. Sorgia ha poi criticato il modo in cui la maggioranza ha attaccato l’operato del Collegio di garanzia, citano quanto detto dall’assessora Desirè Manca, dall’on. Ettore Licheri e dal presidente del M5S, Giuseppe Conte. Un atteggiamento, che ha definito gravissimo e pericoloso. Sorgia ha poi anche evidenziato altri “errori da dilettanti”, soprattutto nella nomina del nuovo segretario generale, pagato meno del precedente e che non potrà assumere l’incarico finché ci sarà l’esercizio provvisorio. Poi ha ricordato anche le scelte fatte nei confronti dei 210mila cittadini che hanno firmato per la proposta di legge Pratobello. “Le do un consiglio: salvi la Sardegna,  torni in continente, riprenda la sua brillante carriera di ingegnere esperto in energie, che qui, grazie alle sue competenze, ci stanno sommergendo di pale eoliche. Si dimetta e ponga fine a questa legislatura nata sotto i peggiori auspici, si ricandidi ma faccia tesoro però dei terribili errori che ha commesso e si faccia valutare nuovamente dagli elettori”. Luca Pizzuto (Sinistra Futura) ha affermato che l’atto del Collegio “è stato eccessivo, se non abnorme, anche perché come raccontato dalle parole della Presidente, ad altri presidenti sono state fatte osservazioni, ad altri presidenti sono stati fatti appunti sulle loro rendicontazioni e mai ci siamo trovati di fronte a un atto amministrativo che può condizionare una scelta democratica legittima fatta da un popolo”. Per Pizzuto ci sarà sicuramente un giudice in Sardegna e a Roma che difenderà la Sardegna e ha espresso piena fiducia nella magistratura e nella Repubblica. L’esponente della maggioranza, pur definendola “un’iperbole dell’assurdo” ha sottolineato che sembra che qualcuno voglia mettere fine a una delle legislatura più progressiste e abbattere questo Consiglio regionale. Pizzuto ha parlato anche di un atteggiamento  di maschilismo nei confronti della presidente Todde. Il consigliere ha espresso preoccupazione per questa “strana iperbole dell’assurdo” “perché se l’assurdo dovesse diventare realtà noi ci ritroveremmo per la prima volta nella storia della Repubblica a vedere abbattuta un’autonomia democraticamente eletta per un vizio di forma amministrativa, cosa che non avrebbe precedenti e che sarebbe di una gravità veramente sproporzionata. Per cui, nella realtà, noi esprimiamo la massima vicinanza umana, politica, alla nostra Presidente che con competenza, con determinazione e con coraggio è venuta qui a rendere conto di quanto è successo” e dopo le aggressioni subite. “Insieme alla nostra Presidente noi non arretreremo di un solo passo”.  E ha aggiunto: “Se l’ultima parola sarà data a noi dopo che avremmo rispettosamente aspettato che un giudice a Roma o a Cagliari decida e prenda posizione, noi rivendicheremo, in quest’Aula, il diritto di decidere e di difendere l’autonomia, la Sardegna e la Repubblica”. Per Pizzuto, comunque, quanto accaduto “è stato fatto per destabilizzarci, per distrarre delle cose importanti che stiamo cercando di fare e finirà come una bolla di sapone. Ha creato, però, un danno d’immagine, certamente, non solo alla Presidente ma a tutta quest’Aula”.  Pizzuto ha concluso esortando tutti a continuare a lavorare insieme in attesa che la magistratura si pronunci. Sebastian Cocco (Uniti per Alessandra Todde) ha citato il giurista Piero Calamandrei “Quando per la porta della magistratura entra la politica, la giustizia esce dalla finestra”. Per Cocco il pensiero di Calamandrei vale come ammonimento per chiunque voglia strumentalizzare questa vicenda. “Lasciamo che la porta della magistratura resti chiusa in modo che la giustizia operi serenamente e non scappi dalla finestra”, avvisando che sarebbe facile per chiunque puntare il dito contro l’avversario. Cocco ha poi ricordato altre situazioni che si sono verificate nella scorsa legislatura, tra cui il “convivio di Sardara”, ma ha anche citato le vicende che hanno investito la ministra Santanchè e gli onorevoli Molinari e Romeo. Cocco ha anche citato l’ex presidente della Regione Christian Solinas “che ha lasciato un attimo il banco degli imputati” e ha aggiunto “per salire sul pulpito allestito in quel girone che tanti chiamavano dei fraudolenti, cioè degli ipocriti, e accusare la Presidente in carica di confusione amministrativa”. E ha aggiunto, riferendosi a Solinas, che “piuttosto che rispettare l’obbligo, etico prima che giuridico, di trasparenza e depositare il rendiconto nel 2019 del partito di cui era già Presidente, ha preferito vedersi comminare una sanzione di 60mila euro, magari dicono i maligni, per occultare, utilizzando le bende già frustrate in quattro mori, fonti di finanziamento che voleva rimanessero riservati”. Cocco ha evidenziato come la presidente Todde abbia dimostrato di avere una cultura fortemente radicata nei valori di una democrazia liberale, rispettosa dalle altre istituzioni, con una postura ineccepibile e la totale incondizionata fiducia nel percorso giurisdizionale. “Non mi addentrerò nel merito della vicenda, l’ha fatto benissimo la Presidente” e il Collegio difensivo, “se ne occuperà il Tribunale con la serenità e l’imparzialità necessarie”. Cocco ha criticato le affermazioni di alcuni componenti dell’opposizione  e ha detto che avrebbero dovuto prendere ad esempio per il suo contegno la posizione assunta dalla Presidente Giorgio Meloni sulla vicenda. “E allora lasciamo che dei veri o presunti imbarazzi si occupino le Istituzioni competenti e noi riappropriamoci dalla politica, per fare quello per cui siamo stati eletti, ciascuno dei ruoli che gli elettori hanno assegnato”. “Forza Presidente Todde, noi siamo con lei”, ha concluso. (Eln) Il capogruppo dei Progressisti  Francesco Agus  ha ringraziato la presidente Todde per aver scelto di  “parlamentarizzare”  il dibattito. Parlando all’Assemblea – ha detto – si rende trasparente una discussione che nelle premesse sembra assurda. . A essere messa in discussione è infatti l’integrità stessa della Regione. La  notizia del ricorso  impone di fare altre riflessioni. In merito a quei fatti la competenza non è più della politica, ma di un altro organo dello Stato a cui lasciamo la competenza. A noi riguarda solo il tema politico. In primo luogo qui nessuno può avere dubbi sul fatto che le risorse siano state  utilizzate in maniera legittima . Non c’è dolo, non c’è  condotta fraudolenta da parte della Presidente o di chi per lei. C’è da dire che nel nostro paese la normativa è confusa, contraddittoria, la nostra stessa legge elettorale è scritta solo in parte da questo Consiglio regionale, l’altra parte è frutto di un’ interpretazione di un tribunale amministrativo. Il presidente eletto dal popolo è considerato alla stregua di un presidente eletto del Consiglio ma questi due tipi di elezione sono  profondamente diversi .  Quindi la priorità di questa legislatura  deve essere porre mano alla  Statutaria. Ci sono troppe  storture, abbiamo una legislazione confusa che non fa bene alla democrazia. Per Antonello Peru (Sardegna al Centro20venti) le dichiarazioni della Presidente Todde impongono all’aula una seria riflessione.  Provo sconcerto e imbarazzo – ha detto Peru-    perché sembra che quello che è accaduto sia colpa di “una manina occulta”.   Le leggi sono uguali per tutti. E questo principio vale ancora di più per chi ricopre il ruolo di legislatore.  Si può sbagliare per negligenza, per distrazione. Ma chi commette un errore non può difendersi attaccando. Peru ha aggiunto di non voler entrare nel merito della questione perché non spetta al Consiglio. Ma ha voluto ricordare le parole del presidente nazionale del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte , dichiarazioni  da cui la Presidente  Todde  non  ha preso le distanze quindi le ha avallate.  Io ho affrontato quattro processi e ho avuto quattro assoluzioni  – ha ricordato Peru – eppure non mi sono mai permesso di alzare la voce contro la magistratura. Lo faccia anche lei. Non faccia come la sua area politica che è pronta a invocare il rispetto della giustizia  solo quando colpisce gli altri e invece a gridare al complotto quando riguarda voi.   Se davvero la Presidente vuole essere credibile riconosca che  l’errore c’è stato e chieda scusa.  Governare vuol dire assumersi le responsabilità senza cercare capri espiatori. Non dia le colpe agli altri, questi atteggiamenti minano la fiducia nelle istituzioni. Il governo è credibile quando si concentra sulle azioni e non sulle giustificazioni. La politica  non può essere un continuo gioco di scaricabarile.  Ci stiamo avvicinando al primo anno di questa legislatura e ancora manca un modello omogeneo di Sardegna. Invece di concentrarci sulla legge di bilancio lei ha voluto insistere sullo pseudo provvedimento sulla sanità. Dovete avere un atteggiamento più corretto e rispettoso verso la minoranza. La nostra  proposta di legge sulle comunità energetiche è stata accantonata . Basta continuare a perdere tempo vogliamo azioni concrete. Sandro Porcu (Orizzonte Comune) ha espresso la massima solidarietà personale e politica alla Presidente e alla giunta. Il nostro gruppo politico ha un grandissimo rispetto nel lavoro della magistratura. Siamo convinti che la Presidente riuscirà a far valere le sue ragioni. In questi giorni ho sentito dichiarazioni di partiti, dove ci sono plurindagati, che chiedono le dimissioni della presidente Todde. Basta con lo stucchevole rimbalzo di colpe e responsabilità. I cittadini sono stanchi. Vogliono risposte dalla Presidente Todde, dalla sua giunta, da questo Consiglio regionale.  Il percorso che abbiamo intrapreso insieme alla Presidente deve  proseguire senza indugi. Non c’è nessuna spada di Damocle che pende sulla sua testa. Insieme abbiamo già dimostrato di portare avanti il nostro programma politico . abbiamo iniziato a mettere mano alla sanità rimettendo al centro il cittadino, abbiamo approvato la legge Salva Sardegna che blocca la speculazione. E’ vero che questa legge  è stata impugnata dal Governo. Del resto il Governo nazionale ha questo atteggiamento davanti alle azioni della Regione che rivendica le sue prerogative. A 10 mesi dal nostro insediamento dobbiamo continuare a lavorare. Sulla legge finanziaria dobbiamo  lavorare in maniera serrata parallelamente al riordino della sanità.  Queste leggi devono viaggiare insieme e devono essere approvate nel più breve tempo possibile. PresidenteTodde  le chiediamo di continuare – ha affermato – le difficoltà devono trasformarsi in un incentivo. Il sostegno sarà leale e proposito con l’obiettivo di concludere la legislatura. Questo incidente di percorso si trasformerà da minaccia a opportunità. Francesco Mula  (Alleanza Sardegna)  ha esordito definendo  il dibattito di oggi in aula “imbarazzante”. Non ho mai visto che in una seduta solenne si possa portare un argomento così delicato, In genere la seduta statutaria era convocata per discutere  un tema alto da discutere tra maggioranza e opposizione. Oggi discutiamo invece degli errori della presidente Todde su cui i costituzionalisti hanno  pareri diversi. Ritengo-  come ho affermato anche nella Conferenza dei Capigruppo – che sia un errore parlare oggi in aula di un tema così divisivo.  Ai colleghi della maggioranza  non serve citare i casi di colpevoli all’interno dei vari partiti. Oggi è un momento triste.  Se la presidente Todde ha commesso degli errori, noi aspetteremo con ansia per capire se questo Consiglio dovrà votare una eventuale decadenza o meno. Io mi auguro che la Presidente dimostri   la bontà del suo operato. Molto critico anche sulle dichiarazioni di Giuseppe Conte: “Come si può chiedere a una Presidente della Regione di fare causa alla magistratura?” A me ha fatto piacere sentire l’applauso della maggioranza alla fine della dichiarazione della Presidente. E’ stato un segnale che la maggioranza è ancora viva. Mi auguro che quell’applauso della maggioranza sia veramente convinto. Lavorate e portate in quest’aula temi importanti. (R.R) La capogruppo di Avs, Maria Laura Orrù, ha espresso piena e convinta solidarietà umana e politica alla presidente della Regione che – a giudizio dell’esponente della maggioranza – nel corso del suo intervento di apertura dei lavori “ha chiarito i dettagli vicenda”. «La situazione coinvolge l’intero Consiglio regionale – ha affermato l’onorevole Orrù – e preoccupa tutte le forze politiche e soprattutto i cittadini e le cittadine sarde». «Ci troviamo di fronte alla necessità di attendere il pronunciamento dei giudici – ha spiegato – per chiarire gli aspetti giuridici e amministrativi ed è bizzarro discutere di questioni che ci allontanano dal nostro compito principale,  che è quello di governare». La consigliera ha quindi sintetizzato i temi sui quali si giocano le sfide politiche del Campo Largo (energia, territorio, ambiente e sanità) invitando la coalizione e l’intera assemblea a “non perdere di vista i bisogni reali delle nostre comunità”. «Il Consiglio regionale – ha insistito la capogruppo AvS – deve mantenere dignità e autorevolezza per poter affrontare le criticità e le difficoltà che quotidianamente affrontano i sardi». L’onorevole Orrù ha quindi introdotto il tema della “lotta all’astensionismo”, astensionismo che, secondo le sue valutazioni, rappresenta il livello di “insoddisfazione” dei cittadini verso il sistema politico («spetta a noi e alla politica tutta impegnarci per arginare questa così grande insoddisfazione»). «E’ essenziale dunque – ha concluso la capogruppo –  che trasparenza e legalità prevalgano perché dobbiamo rispondere alle preoccupazione delle persone». «Il tema di cui oggi discutiamo va oltre gli aspetti giuridici». Così il capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca, ha introdotto il suo intervento, spiegando che il caso della decadenza “riguarda la credibilità delle istituzioni, il rispetto delle regole e quindi il rapporto di fiducia con i cittadini”. «Chiediamoci – ha domandato polemicamente l’esponente della minoranza – che cosa sarebbe accaduto se al posto della presidente Todde ci fosse stato un altro presidente espressione del centrodestra». «Avremo assistito – ha spiegato il consigliere dei Riformatori – ad un processo politico con conseguenti richieste di dimissioni, invece, oggi, negli interventi degli esponenti del Campo largo, il giustizialismo, che prima colpiva senza pietà, lascia spazio al garantismo». Ticca ha ribadito come i Riformatori “non abbiano chiesto e non chiedano neppure oggi” le dimissioni della presidente Todde” ma è stata la precisazione: «Non si può fare finta di niente davanti a ciò che accade». «Non si può derubricare a cavillo il rispetto delle semplici regole della campagna elettorale – ha concluso il consigliere – perché  la trasparenza è legata al rispetto delle procedure da osservare e senza il rispetto delle regole si perde la credibilità». Pieno sostegno, personale e del gruppo, alla presidente della Regione, è stato espresso dal capogruppo dei Cinque Stelle, Michele Ciusa che ha ringraziato la presidente per aver riferito in Aula “su fatti commentati dai più, superficialmente e strumentalmente”. «Non abbiamo paura di affrontare i giudizi – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – a attendiamo con fiducia che si concluda il percorso della sua istanza». Secondo l’onorevole Ciusa, il caso della decadenza, mina la credibilità della politica e delle istituzioni ma non mette in discussione quella della presidente Todde («ci sono state troppe esternazioni basate soltanto sulla lettura di un’ordinanza che ha spaccato anche il collegio di garanzia, a dimostrazione della  complessità della questione che può essere  semplificata solo per mera convenienza politica»). Il capogruppo ha messo in dubbio che i tanti che hanno espresso valutazioni di vario ordine conoscano a fondo le carte e nel ribadire piena fiducia nell’operato della presidente ha così concluso il suo intervento: «Chi ha voluto minare l’operato della presidente, oggi, ha la prova che noi siamo in campo, per rilanciare la Sardegna. in nome della volontà popolare che ha scelto Alessandra Todde e la nostra coalizione per guidare la Regione». Apprezzamento per la scelta di riferire all’Aula è stata espressa anche dal capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu che ha ribadito l’identità “garantista” del partito degli azzurri e fiducia nell’operato della magistratura. L’esponente della minoranza – ha ribadito inoltre la pienezza del mandato a governare la Sardegna che gli elettori hanno assegnato alla Todde ma al contempo ha accusato il gruppo politico della presidente “di superficialità  nell’affrontare la rendicontazione delle spese sostenute in campagna elettorale”. «Avete sottovalutato il problema e la situazione – ha affermato Cocciu – e quando si è incominciato a parlarne si è cercato di sminuirne rischi e portata, fino ad arrivare a denunciare fantasiosi complotti». «La situazione di incertezza e di difficoltà che oggi si manifesta – ha concluso il capogruppo – non è frutto di comportamenti o di responsabilità attribuibili alla minoranza e non c’è niente da ridere, perché è una vicenda tremendamente seria. A voi il compito di dimostrare maturità politica al quel popolo sardo che tanto vi ha voluto bene». (A.M.) Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd Roberto Deriu che, in premessa, ha ricordato che si discute di decadenza durante una seduta statutaria, obbligatoria per legge. «Facciamo questa riunione perché siamo un Parlamento e per questo dobbiamo porci temi tipici di un’assemblea legislativa – ha detto Deriu – la Costituzione italiana dice che tutti i cittadini possono accedere alle cariche pubbliche in condizioni di uguaglianza. Questo diritto è limitato solo dalla legge e solo se lede il diritti di altri. Queste sono le uniche cause di ineleggibilità e decadenza. Non si può dichiarare decaduto un eletto se non si è leso un diritto». Deriu ha quindi sottolineato che i “Collegi di Garanzia non sono dei giudici e le loro decisioni non sono giudizi ma solo atti amministrativi come stabilito dalla Corte Costituzionale”. Il capogruppo del Pd ha poi ricordato che in base alle pronunce della Corte Costituzionale le eventuali procedure di decadenza sono in mano agli organi giurisdizionali dello Stato: «A questi giudici si è rivolta la nostra Presidente Todde a tutela di un diritto costituzionalmente riconosciuto a cui è collegato il diritto di tutti noi consiglieri legittimamente eletti». Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu ha subito chiarito la posizione della minoranza: «Noi non vogliamo sostituire nessuno, deve essere chiaro che noi rispettiamo il risultato elettorale». Truzzu, nel suo intervento, ha criticato la piega presa dal dibattito: «Oggi non ho sentito parlare di politica. Bisogna fare chiarezza altrimenti sembra che questa discussione sia nata per colpa nostra – ha detto il capogruppo di FdI – oggi discutiamo un fatto: il deposito di un rendiconto irregolare da parte della Presidente. Può essere che si sia commesso un errore, basterebbe riconoscerlo. Invece non abbiamo sentito nessuna scusa. Questo disorienta i cittadini. Le regole sulla trasparenza sono fondamentali nel sistema democratico».  Una vicenda che, secondo Truzzu, ha provocato un danno d’immagine alla Sardegna: «Per giorni nei giornali nazionali non si è parlato d’altro. Questa vicenda, inoltre, ha fatto perdere autorevolezza alla Presidente . Quale credibilità può avere chi non riesce a portare avanti procedure semplici? La legislatura è già finita. Oggi non è più lei, presidente Todde, a guidare la coalizione di maggioranza ma i partiti». In sede di replica, la presidente Todde ha rivendicato l’azione svolta dalla Giunta in questi mesi in difesa degli interessi dei sardi su autonomia differenziata, bonifiche ambientali, progetti strategici fermi da tempo, lo sblocco dell’accordo di programma con il Comune di Cagliari per lo stadio, due variazioni di bilancio, la prima manovra finanziaria per circa 10 miliardi, il rilancio della programmazione territoriale e l’incremento del Fondo Unico. «Non solo, abbiamo difeso la Sardegna dalla speculazione energetica approvando la legge sulle aree idonee che stanzia 700 milioni di euro per le comunità energetiche – ha detto Todde – per non parlare della gestione dell’emergenza idrica, la rigenerazione urbana dei comuni, gli interventi sulle strade come l’inaugurazione della Sassari-Olbia, le misure per il miglioramento del sistema sanitario regionale, il diritto allo studio, i contratti dei dipendenti regionali e i tavoli per l’agricoltura. Questi sono i fatti che i sardi attendono» Todde ha poi ribadito la sua posizione sul provvedimento di decadenza: «Ho assoluta fiducia nei giudici. Ci sono ministri rinviati a giudizio che attaccano la magistratura e ora chiedono le mie dimissioni per un rendiconto elettorale. Il Collegio di Garanzia non contesta spese non rendicontate. Fuori da quest’Aula non c’è stata misura su questa vicenda. Coloro che chiedono la mia decadenza sono gli stessi che in Parlamento agiscono in modo diametralmente opposto. Non permetto a nessuno di spargere fango su di me». La presidente ha quindi condannato alcuni atteggiamenti della stampa: «C’è chi si è presentato alla porta di mia madre 86enne – ha detto Todde – c’è poi chi ha strumentalmente utilizzato alcune mie dichiarazioni in una nota trasmissione televisiva. Ho costruito al mia candidatura ben prima del periodo di rendicontazione delle spese elettorali, sono stata scelta grazie al lavoro svolto. La mia campagna elettorale è iniziata a novembre, chiunque pensi che la credibilità di una candidatura si costruisca in due mesi compie un errore. Questa è una vicenda che fa male a tutti, l’avvio di una procedura di decadenza è più grande di tutti noi. Si tratta di un’ingerenza che incide sull’espressione della volontà popolare. Farei lo stesso intervento se fossi seduta tra i banchi della minoranza». Il presidente Comandini, dopo una breve conferenza dei Capigruppo ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. (Psp)

Sintesi della seduta n. 43

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

SERVIZIO DOCUMENTAZIONE ISTITUZIONALE E BIBLIOTECARIA

XVII LEGISLATURA

SINTESI DELLA SEDUTA N. 43

Lunedì 3 febbraio 2025 

Presidenza del Presidente Giampietro Comandini
Indi del Vice Presidente Giuseppe Frau
Indi del Presidente Giampietro Comandini

Inizio: ore 10 e 41

– Congedi.

– Annunzi.
Documenti pervenuti: risposta scritta a interrogazioni, interrogazioni.

– Comunicazioni della Presidente della Regione ai sensi dell’articolo 121 del Regolamento Interno.
Sono intervenuti la Presidente della Regione Alessandra Todde, i consiglieri Alessandro SORGIA, Luca PIZZUTO, Sebastiano COCCO, Francesco AGUS, Antonello PERU, Sandro PORCU, Francesco Paolo MULA, Maria Laura ORRÙ, Umberto TICCA, Michele CIUSA, Angelo COCCIU, Roberto DERIU, Paolo TRUZZU e per replica la Presidente della Regione, Alessandra TODDE.

Riconvocazione: a domicilio.

Fine: ore 13 e 17

(La seduta è rimasta sospesa dalle ore 13 e 09 alle ore 13 e 16).

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Firmato digitalmente
Il Capo Servizio Documentazione istituzionale e bibliotecaria
Dott.ssa Maria Cristina Caria

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(Silvia Pintus/ms)

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PARERE N. 42/XVII

PARERE N. 42/XVII – Programmazione rete scolastica e dell’offerta formativa della regione Sardegna per l’anno scolastico 2025/2026. Modifica della deliberazione della Giunta regionale n. 54/4 del 30 dicembre 2024 di approvazione preliminare del Piano di dimensionamento scolastico 2025/2026.

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iter

Consultabili le leggi regionali approvate il 30 gennaio 2025

 

E’ possibile consultare su questo sito le seguenti leggi regionali approvate il 30 gennaio 2025:

Nota stampa della seduta n. 42

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 42 Pomeridiana 

Giovedì 30 gennaio 2025

Approvato il Dl. 66 (Giunta) “Modifiche alla legge regionale 5 maggio 2023, n. 5 “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria” Approvato il DOC n. 9/XVII/A(Giunta) “Consulta regionale per l’immigrazione. Proposta al Consiglio regionale per la nomina di tre esperti in seno alla Consulta. L.R. 15 gennaio 1991, n. 7 articolo 25” Approvato il DOC n. 13/XVII/A (Giunta) “Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato-Regione Sardegna. Rinnovo dei componenti di espressione regionale” Il Consiglio regionale è convocato lunedì 3 febbraio alle 10.30 I lavori, presieduti dal   Presidente  Piero Comandini, si sono aperti con la prosecuzione del dibattito generale sul Disegno di Legge 66 “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria”. Dopo le procedure di rito il primo ad intervenire è stato il consigliere Alessandro Sorgia (Misto) che ha detto che questa misura che la giunta presenta come misura urgente per l’assistenza primaria è un provvedimento tampone che non affronta le radici profonde del sistema sanitario della nostra Regione. La proroga proposta è un palliativo presentato per  mascherare la mancanza di una strategia a lungo temine. La giunta, per Sorgia,  sta tentando di guadagnare tempo. Io penso che i cittadini meritino un piano strutturale per un’assistenza sanitaria di qualità. Inoltre,  questo provvedimento rischia di esporre la nostra Sardegna a conflitti istituzionali. Passando all’esame del Disegno di legge 40 da mesi all’esame della commissione sanità ha detto che è noto che la maggioranza sta presentando un maxi emendamento che è tuttora nascosto e la commissione continua a lavorare su un testo ormai superato. Questo comportamento è inaccettabile e mancanza di rispetto istituzionale. Se esiste un maxi emendamento la maggioranza lo presenti. A complicare la situazione gli auditi in commissione hanno bocciato questa riforma o hanno manifestato fortissime perplessità. Per loro non c’è bisogno di nuove riforme ma di interventi sul territorio. Non si può continuare a procedere con provvedimento fantasma.  Sorgia ha invitato  la giunta a presentare proposte concrete e condivise . Il vicepresidente Giuseppe Frau (M5S)  ha dato la parola a Alessandro Solinas che ha definito la legge “importante” ed  indispensabile per portare  servizi essenziali sul territorio. Questa giunta – ha detto – sta lavorando per risolvere i problemi della sanità sarda. Questa legge giova soprattutto al territorio dell’oristanese, per questo auspichiamo una celere approvazione in attesa di elaborare quelle riforme di lungo periodo. E’ un ulteriore passo avanti. Per la giunta è intervenuto l’assessore Armando Bartolazzi che ha affermato che l’esecutivo sta mettendo  in atto tutte le iniziative per colmare le carenze dei territori e garantire l’assistenza medica per tutti. Ha specificato poi che  i medici in pensione aderiranno  in maniera  volontaria a un progetto aziendale delle ASL del  territorio. Siamo contenti di aver trovato questa soluzione. Dovremo fare qualcosa di strutturale, questo è un primo passo. Chiusa la la discussione generale sono stati approvati il passaggio agli articoli e i tre articoli della legge. Prima del voto finale, per  dichiarazione di voto,  sono intervenuti: Giuseppino Canu (Sinistra Futura) che ha detto che questo provvedimento è necessario perché soprattutto nelle zone rurali della Sardegna la situazione è insostenibile.   Se qualcuno ha soluzioni migliori le presenti. Questo provvedimento è utile e necessario. Sarà forse anche necessario prima della scadenza  reiterarlo. Umberto Ticca  (Riformatori sardi)  ha dichiarato il  voto favorevole del gruppo dei Riformatori. E’  una misura emergenziale poco più di un “brodino caldo” ma necessaria. Votiamo a favore anche se portare solo qualche piccolo  beneficio. Ivan Piras (Forza Italia) ha annunciato il  voto a favore di Forza Italia. Antonello Peru (Sardegna al centro 20venti) ha sottolineato che  in maggioranza c’è un’assenza totale di  strategia ma il  gruppo voterà a favore Paolo Truzzu ha detto che il gruppo di Fratelli d’italia si asterrà. Il governo quando impugna una norma la impugna perché ci sono dei contrasti. Noi vogliamo essere prudenti. Messo in votazione il Disegno di Legge 66/A è stato approvato (sì 35, astenuti 7). (Ro.Ro.) II Consiglio regionale ha quindi iniziato l’esame del Documento 9 “Consulta regionale per l’immigrazione. Proposta al Consiglio regionale per la nomina di tre esperti in seno alla Consulta. L.R. 15 gennaio 1991, n. 7 articolo 25”. E’ intervenuto il consigliere Alessandro Sorgia (Lega-Misto), che ha chiesto spiegazioni all’assessora Manca sull’opportunità politica, visto che la legge lo consentiva, di insediare ieri la Consulta dell’immigrazione, nonostante oggi fosse prevista la nomina dei tre esperti. Il consigliere ha poi chiesto informazioni sulle modalità di scelta dei candidati. L’assessora regionale del Lavoro, Desirè Manca, ha spiegato che l’insediamento della Consulta era in forte ritardo e che la convocazione dei componenti era stata fatta il 9 dicembre scorso. Per questi motivi, visto anche l’organizzazione degli spostamenti dei componenti, e visto che la legge lo consentiva, si è deciso di procedere all’insediamento della Consulta. Ieri, ha detto, erano presenti anche i tre esperti, nominati oggi, che però non hanno votato. L’assessora ha anche evidenziato che per la prima volta è stato fatto un avviso pubblico per le candidature degli esperti e, rispondendo al collega Gianni Chessa, ha affermato che lei ha ridotto il suo staff di tre persone. Il vice presidente Frau ha messo in votazione il documento 9, per alzata di mano, che è stato approvato. I tre esperti nominati sono Aldo Aledda, Giuseppe Dessì ed Elisa Manca. Il vice presidente ha aperto la discussione sul documento 13 “Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato-Regione Sardegna. Rinnovo dei componenti di espressione regionale” e ha dato la parola al relatore, Salvatore Corrias (Pd), presidente della I^ Commissione. “La Prima Commissione permanente, nella seduta del 21 gennaio 2025, ha preso in esame il Documento n. 13/XVII relativo alla proposta della Giunta regionale, di cui alla deliberazione 1/4 del 9 gennaio 2025, di nuova designazione, quale componente di espressione regionale della Commissione paritetica di cui all’articolo 56 dello Statuto speciale sardo, del dott. Eugenio Annicchiarico, qualificato nella medesima deliberazione della Giunta, Segretario generale della Regione (succeduto al dott. Saverio Lorusso, dimessosi dal medesimo incarico, il quale, in precedenza, era stato nominato a sua volta componente della Commissione paritetica) e alla conferma della designazione, quale componente di espressione regionale della medesima Commissione paritetica, del dott. Giovanni Deiana, Direttore generale della Presidenza della Regione. La Commissione, nella medesima seduta, ha stabilito di chiedere chiarimenti alla Giunta regionale in merito alla procedura di nomina del dott. Annicchiarico alla funzione di Segretario generale della Regione. In seguito ai chiarimenti forniti dalla Presidenza della Regione – ha spiegato Corrias –  con nota del 22 gennaio 2025 (prot. 0631/2025), la Prima Commissione, nella seduta convocata per la medesima giornata, ha inserito l’esame del Documento all’ordine del giorno e, a maggioranza dei presenti, con il voto contrario dei componenti della minoranza, ha deliberato di proporre al Consiglio di esprimere parere favorevole sulla nomina dei due componenti designati”. Per dichiarazione di voto è intervenuto il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu, che ha annunciato il voto contrario, non sulla persona del dottor Eugenio Annicchiarico, ma sul modo di procedere della maggioranza. Nel documento, approvato il 21 gennaio dalla commissione, delibera di nominare Annicchiarico “segretario generale della Regione”, come componente della Commissione paritetica. Però la nomina a segretario generale è avvenuta formalmente il 23 gennaio. Per Truzzu era un errore che si poteva correggere senza problemi e invece la maggioranza ha scelto di non farlo. Per Truzzu è un modo di procedere “vergognoso”. Hanno poi annunciato il voto contrario la consigliera Alice Aroni (Udc-Misto) e Alessandro Sorgia (Lega-Misto), che si è detto d’accordo con il collega Truzzu. E’ quindi intervenuto Corrias che ha sottolineato come la sostanza non cambi e che la Regione non poteva permettersi ulteriori ritardi nella nomina dei componenti della Commissione paritetica Stato-Regione. Fausto Piga (FdI) ha chiesto un parere alla Giunta, ma nessuno è intervenuto. Il vice presidente ha quindi messo in votazione il documento 13 che è stato approvato. Il Consiglio regionale si riunirà lunedì 3 febbraio alle 10.30. (Eln)  

Sintesi della seduta n. 42

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

SERVIZIO DOCUMENTAZIONE ISTITUZIONALE E BIBLIOTECARIA

XVII LEGISLATURA

SINTESI DELLA SEDUTA N. 42

Giovedì 30 gennaio 2025 – Pomeridiana

Presidenza del Presidente Giampietro Comandini
Indi del Vice Presidente Giuseppe Frau

Inizio: ore 16 e 40

– Congedi.

– Annunzi.
Documenti pervenuti: proposta di legge.

– Continuazione della discussione e approvazione del disegno di legge concernente le modifiche alla legge regionale 5 maggio 2023, n. 5 “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria” (66/A).
Sono intervenuti l’assessore Armando BARTOLAZZI, per la Giunta, e i consiglieri Alessandro SORGIA, Alessandro SOLINAS, Giuseppino CANU, Umberto TICCA, Ivan PIRAS, Antonello PERU, Paolo TRUZZU.
Passaggio all’esame degli articoli: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 1: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 2: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 3: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Disegno di legge 66/A: approvato con votazione nominale mediante procedimento elettronico.

– Discussione e approvazione del documento: Consulta regionale per l’emigrazione. Proposta al Consiglio regionale per la nomina di tre esperti in seno alla Consulta. Legge Regionale 15 gennaio 1991, n. 7, articolo 25 (9/XVII/A).
Sono intervenuti l’assessora Desiré Alma MANCA, per la Giunta, e il consigliere Alessandro SORGIA.
Documento 9/XVII/A: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.

– Discussione e approvazione del documento: Articolo 56 Statuto speciale per la Sardegna. Commissione paritetica Stato-Regione Sardegna. Rinnovo dei componenti di espressione regionale (13/XVII/A).
Sono intervenuti, anche in più occasioni, il relatore Salvatore CORRIAS e i consiglieri Paolo TRUZZU, Alice ARONI, Alessandro SORGIA, Fausto PIGA.
Documento 13/XVII/A: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.

Riconvocazione: ore 10 e 30 di lunedì 3 febbraio 2025.

Fine: ore 17 e 32

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Firmato digitalmente
Il Capo Servizio Documentazione istituzionale e bibliotecaria
Dott.ssa Maria Cristina Caria

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(Silvia Pintus/am)

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Via libera del Consiglio al Disegno di Legge 66/A “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria”

Il Consiglio regionale ha approvato (sì 35, astenuti 7) il Disegno di Legge 66/A  “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria” .

Via libera anche  ai Documenti  che riguardano  il rinnovo dei componenti della Commissione paritetica Stato – Regione e i componenti della Consulta per l’immigrazione.

Nota stampa della seduta n. 41

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 41 antimeridiana 

Giovedì 30 gennaio 2025

 Approvato, a maggioranza, il Disegno di legge 69 che prevede il secondo mese di esercizio provvisorio Esame del Disegno di legge 66/A “Modifiche alla legge regionale 5 maggio 2023, n. 5 “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria”    Il Consiglio riprenderà i lavori alle 16,30   Il presidente del Consiglio, Piero Comandini, nell’Aula rinnovata negli impianti tecnologici e nei sistemi di votazione elettronica e di streaming, ha aperto i lavori della 41^ seduta della XXVII^ Legislatura e dopo le formalità di rito ha annunciato la discussione del Disegno di legge  n. 69 (Giunta) finalizzato alla proroga dell’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l’anno 2025. Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere Rubiu (FdI) ha lamentato ritardi nella risposte alle interrogazioni, ricevendo in tal senso rassicurazioni dal presidente dell’assemblea. Quindi, il provvedimento che proroga l’esercizio provvisorio fino al 28 febbraio 2025 è stato illustrato dal relatore della maggioranza, Alessandro Solinas (M5S). La proroga è necessaria per consentire l’approvazione della proposta di bilancio per l’anno 2025, del bilancio pluriennale per gli anni 2025-2027, della legge di stabilità 2025 e dei documenti annessi. Il documento include due articoli: il primo autorizza la proroga dell’esercizio provvisorio, mentre il secondo stabilisce l’entrata in vigore della legge il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS), con effetti giuridici dal 1° febbraio 2025. Sul piano più politico il consigliere Alessandro Solinas ha salutato con favore l’approvazione della Manovra finanziaria in Giunta (29 gennaio 2025) e ha affermato che maggioranza e giunta lavorano con responsabilità: «La fretta, come il dimostra il passato è stata cattiva consigliera». Il relatore della minoranza, Fausto Piga (FdI), ha posto in dubbio che la proroga dell’esercizio provvisorio possa essere limitata al febbraio 2025 ma semmai interessare anche ai messi successivi e ha accusato la maggioranza del colpevole ritardo con il quale si procede “nella messa in sicurezza dei conti della Regione sarda”. L’esponente della minoranza ha parlato di “emergenza”, “precarietà” e di “legislatura particolare”, con riferimento all’ordinanza del collegio regionale di garanzia elettorale che ha sanzionato la presidente della Regione per irregolarità e violazione delle norme che disciplinano la campagna elettorale. L’onorevole  Piga ha ribadito, dunque, la priorità dell’approvazione della Finanziaria, rispetto al varo della riforma del sistema sanitario («dove non si pensa a migliorare i servizi ai cittadini ma soltanto al commissariamento delle Asl») ed ha puntato il dito contro il Campo largo: «Nessuno dei problemi che penalizzano i sardi è stato affrontato e tantomeno risolto». «Siete confusi e superficiali – ha aggiunto Piga – e gennaio è stato il mese nero dell’autonomia sarda, con il concreto rischio di caos istituzionale e con la presidente della Regione in tilt». Di “contesto emergenziale” ha parlato Stefano Tunis (Sardegna 20Venti) per introdurre il tema della priorità che dovrebbe essere riservata all’approvazione della legge finanziaria. «Si rinvia la risoluzione dei problemi – ha affermato l’esponente della minoranza – perché la vostra urgenza è licenziare i direttori delle Asl». L’onorevole Tunis  ha quindi concluso con un appello: «Cerchiamo di dare un senso alle priorità che diamo a noi stessi e alla struttura amministrativa. Prima di arrivare ad approvare la finanziaria ad aprile o maggio, fate un riflessione. Profonda». «Dal momento del Noi, al momento dell’Io». La consigliera Aroni (Udc) ricorda lo slogan elettorale della presidente della Regione per rivolgerle l’accusa “di non pensare all’interesse dei tutti sardi, non dando priorità all’approvazione della legge finanziaria”. L’esponente della minoranza ha rivolto pesanti critiche alle iniziative intraprese in materia di Sanità («siete incommentabili, avete prodotto soltanto delibere di ordinaria amministrazione e nessun indirizzo e continuate a rivolgere la vostra attenzione per le poltrone, esponendovi alla condanna della Corte dei Conti»). La consigliera Aroni ha quindi annunciato che non parteciperà più a nessuna votazione, alla luce dell’incertezza nel proseguo della legislatura ed alla conseguente validità degli atti. Franco Mula (AS), ha definito “imbarazzante” il ricorso all’esercizio provvisorio e rivolgendosi direttamente all’assessore della Programmazione, lo ha invitato “ad un sussulto perché porti in Aula la legge Finanziaria”, L’esponente della minoranza ha quindi fatto riferimento all’assenza delle misure compensative annunciate, per riequilibrare le disparità tra i diversi territori, soprattutto in materia di Sanità e riferendosi alle polemiche della passata legislatura ha invitato l’assessora del Lavoro (Desirè Manca, M5S) a ritornare a Nuoro “per fare un giro sulle condizioni in cui versano gli ospedali”. Antonello Peru (Sardegna 20Venti), ha ricordato che si è prossimi “all’anno della Legislatura” per affermare che l’attuale maggioranza “se è vero che ha avuto il mandato per governare, è altrettanto vero che non lo sta rispettando, rinviando anche l’approvazione del principale strumento del governo che è la legge finanziaria”. L’esponente della minoranza ha criticato la decisione di dare priorità all’approvazione della “pseudo riforma sanitaria” ed ha parlato di situazione “imbarazzante” con riferimento a quella che, a suo giudizio, è la percezione che la maggioranza dimostra di avere su ciò che accade in Sardegna. «La commissione Bilancio – ha attaccato Peru – si è riunita quattro volte in tre mesi e avete battuto il record di due leggi impugnate in pochi giorni, credo basti per invitarvi ad una sana riflessione in maggioranza». In conclusione del suo intervento, il consigliere di Sardegna 20Venti ha lamentato il mancato impegno, a suo tempo assunto dalla maggioranza, per l’approvazione (a settembre 2024) della proposta di legge sulle comunità energetiche Paolo Truzzu (FDI) ha fatto sintesi delle critiche avanzate dai banchi delle opposizioni verso la Giunta e la maggioranza, evidenziando come i ritardi nell’approvazione della finanziaria derivino “da una evidente frattura tra le forze politiche che sono al governo della Regione”. «Serve dare priorità all’approvazione della finanziaria – ha incalzato l’esponente della minoranza – ed anche se avete preferito dare precedenza alla sanità, sarete costretti ad approvare prima la Manovra perché nessuna riforma del sistema sanitario potrà essere approvata senza avere prima le coperture in Bilancio». Paolo Truzzu ha concluso il suo intervento con un invito al “buonsenso”, necessario, a suo giudizio, per un recupero di credibilità del Consiglio. Credibilità compromessa dalla questione della decadenza della presidenza “che ha investito l’istituzione autonomistica in maniera devastante: «Oggi serve fare ciò che serve e non ciò che ci conviene». (A.M.) Il presidente Comandini ha quindi dato la parola all’assessore regionale del Bilancio, Giuseppe Meloni. L’esponente della maggioranza ha spiegato che, a volte, si è ricorso all’esercizio provvisorio nel corso della prima manovra di una legislatura per motivi legati al cambio di amministrazione. Meloni ha ricordato che la Giunta ha approvato una variazione di bilancio a ottobre-novembre da 700-800 milioni di euro: una mini manovra che li ha tenuti impegnati. L’assessore ha spiegato che entro la scadenza di fine anno sarebbe stato possibile approvare soltanto un bilancio tecnico, una decisione che sarebbe andata contro la volontà espressa dai sardi alle elezioni. Meloni ha anche garantito che non c’è alcuna paralisi della Regione. Secondo l’assessore non è necessario scegliere se portare avanti prima la Finanziaria o la Riforma della sanità: “Si possono fare più cose contemporaneamente”. Il Consiglio regionale ha quindi approvato il passaggio agli articoli. Sull’articolo 1 è intervenuto il consigliere Antonio Solinas (Pd), presidente della V commissione. “Ci sta che la minoranza contesti e faccia la sua parte però sono state dette alcune cose assolutamente inaccettabili”. Per Solinas non si può dire che non si è fatto niente: “La prima cosa che abbiamo fatto è mettere in sicurezza i conti dell’Amministrazione regionale”, con l’approvazione di un assestamento di bilancio e di una variazione di Bilancio. Solinas ha ricordato che “l’esercizio provvisorio rallenta la spesa, certamente, ma non la blocca”. Pur riconoscendo che approvare un esercizio provvisorio non sia un atto meritorio, ha affermato: “Credo che non sia la fine del mondo”. Poi si è rivolto ai colleghi di minoranza: “Vorrei tranquillizzarvi: non ci sono divisioni in questa maggioranza”. Sui direttori generali delle aziende sanitarie il consigliere ha sottolineato che avrebbe preferito che si fossero dimessi volontariamente e non ha risparmiato critiche all’operato della precedente maggioranza. Rivolgendosi all’on. Peru ha, poi, aggiunto che la proposta di legge sulle comunità energetiche è stata già calendarizzata in commissione per la prossima settimana e ha ricordato che la maggioranza e la Giunta sono già intervenute sulle comunità energetiche e hanno messo in sicurezza il paesaggio della Sardegna dagli avventurieri, tutelando i cittadini sardi. Giuseppe Fasolino (Riformatori sardi) ha spiegato che quando si parla di mettere in sicurezza i conti della Regione non lo si fa con l’approvazione del bilancio, lo si farà successivamente quando le risorse programmate vengono spese. Fasolino si è complimentato con l’assessore Meloni che “ha dimostrato grande abilità politica” e per il suo intervento chiaro e preciso. A Solinas invece ha ricordato che non è il caso di attaccare la minoranza quando si va ad approvare un altro mese di esercizio provvisorio. L’esponente dei Riformatori ha garantito la massima collaborazione per portare avanti la migliore Finanziaria possibile nell’interesse dei sardi. Franco Mula (Alleanza Sardegna), rispondendo al collega del Pd Antonio Solinas, ha sottolineato che le elezioni le ha vinte l’attuale maggioranza, di cui il collega fa parte, e non si può aspettare che la minoranza faccia i complimenti alla Giunta nel momento in cui viene portato in votazione un altro mese di esercizio provvisorio. Mula ha poi accusato la maggioranza di avere ampiamente superato la precedente maggioranza in tema di poltronificio. Il presidente ha messo in votazione l’articolo 1 e l’articolo 2, entrambi approvati. Prima della votazione finale è intervenuto il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, per dichiarazioni di voto, annunciando il voto favorevole dal gruppo Pd. “Non ci aspettiamo complimenti, né ce li facciamo da soli”, ha detto, ma ci consoliamo e mi complimento con la Giunta per l’accelerazione della spesa”. Deriu ha affermato che c’è il massimo impegno affinché la Manovra venga approvata nel minor tempo possibile e che il gruppo del Pd continuerà a sostenere la Giunta nel suo percorso. Alice Aroni (Misto) ha annunciato che non parteciperà alla votazione e uscirà dall’aula e ha criticato la Giunta sul modo in cui sta gestendo la riforma sanitaria, in particolare ha parlato di “un maxi emendamento fantasma”, che stravolgerebbe il testo finora istruito. Voto di astensione è stato annunciato anche da Fausto Piga (FdI). “L’esercizio provvisorio è un atto dovuto in questo caos istituzionale. La situazione è preoccupante, si rischia di dover andare a elezioni anticipate da un momento all’altro”, e ha aggiunto, “Ci auguriamo di approvare la manovra finanziaria”. Poi un passaggio sulla questione della sostituzione dei direttori generali delle aziende sanitarie. “Vorrei ringraziare il direttore generale della Asl di Cagliari, Marcello Tidore, quello nominato da noi, quello tanto criticato, quello che non si vede l’ora di dargli l’avviso di sfratto per andarsene via. Ebbene, nonostante sia nominato dal centrodestra, visto che è un ottimo e serio professionista, continua a portare avanti il suo lavoro. Proprio ieri è stata approvata una delibera che approva il progetto esecutivo dalla Casa di Salute di Senorbì”. Piga ha infine esortato tutti a smettere di fare polemica e di lavorare insieme per dare ai sardi una sanità migliore. “Finiamola di dire che quando le cose funzionano è merito della Giunta Todde e quando non funzionano è colpa del centrodestra. Prendetevi le vostre responsabilità”. Voto di astensione annunciato anche da Paolo Truzzu, capogruppo di FdI, che ha ricordato all’Assessore della Sanità che i direttori generali non sono soggetti allo spoils system, ma che può modificare l’atto aziendale. Giuseppe Fasolino (Riformatori sardi) ha annunciato il voto di astensione del Gruppo dei Riformatori e ha affermato che a oggi non sono disponibili dati sull’accelerazione di spesa di cui ha parlato l’on. Deriu. E sulla possibilità di lavorare contemporaneamente sulla riforma sanitaria e sulla Finanziaria, il consigliere ha ricordato che ci sono dei limiti legati al Regolamento. Ha annunciato di non partecipare al voto anche il consigliere Alessandro Sorgia (Misto). Voto di astensione del gruppo Sardegna al centro 20Venti è stato annunciato dal consigliere Alberto Urpi, così come dal consigliere Gianni Chessa, che ha parlato a nome del Gruppo di Forza Italia. Il presidente ha messo in votazione il disegno di legge 69/A che è stato approvato con 31 favorevoli e 18 astenuti. Dopo una sospensione di 15 minuti chiesta dal capogruppo del Pd, Roberto Deriu, l’Aula ha proseguito i lavori con l’esame del disegno di legge 66/A “Modifiche alla legge regionale 5 maggio 2023, n. 5 “Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria””. Il presidente ha dato quindi la parola alla relatrice, Carla Fundoni (Pd), presidente della VI commissione. “La VI commissione permanente, nella seduta del 23 gennaio 2025, ha approvato l’unanimità il disegno di legge concernente modifiche alla legge regionale 5 maggio 2023 n. 5. Disposizioni urgenti in materia di assistenza primaria. Il disegno di legge è presentato dalla Giunta regionale su proposta dall’assessore regionale della Sanità e dell’assistenza sociale, che ringrazio per il lavoro svolto”. Fundoni ha poi proseguito: “Il provvedimento ha lo scopo di far fronte alla perdurante carenza di medici impegnati nell’assistenza primaria e nella continuità assistenziale e di garantire uniformi i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio regionale, in doverosa applicazione dell’articolo 32 della Costituzione e dei principi fondamentali”. Fundoni ha poi proseguito spiegando che il disegno di legge interviene sulla legge regionale 5 marzo 2023, n. 5, prorogando la misura introdotta con legge regionale l’8 maggio 2024, n.12, che consente di fornire i ricettari di cui l’articolo 50 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, anche ai medici che abbiano aderito a progetti aziendali di assistenza primaria e continuità assistenziale, anche con contratti libero professionali. “La proroga è una misura organizzativa di carattere straordinario e temporaneo, al momento l’unica ritenuta possibile, dopo aver percorso infruttosamente altre strade. E’ volta a garantire uniformi livelli essenziali, è destinata a provare applicazione sino all’espletamento  delle nuove procedure di assegnazione delle sedi di assistenza primaria e continuità assistenziale e comunque non oltre il 30 giugno di quest’anno. A riguardo, – ha detto Fundoni – si precisa che sebbene la legge regionale del 20 agosto 2012 sia stata recentemente impugnata dal Governo, in quanto è stata ravvisata la violazione della materia di competenza esclusiva statale”, la Regione confida in una pronuncia favorevole da parte della Corte Costituzionale, “in base a quanto stabilito dalla stessa Consulta nella sentenza 26/2024. La Corte Costituzionale infatti, giudicando sulla legittimità delle disposizioni contenute nell’articolo 1, comma 1 della legge regionale 5 del 2023, disposizioni sulle quali interviene il designo di legge 66, il quale pertanto dovrebbe condividere la natura, le ha ritenute legittime, reputando che per le loro finalità e i loro intrinseci contenuti costituiscano esercizio della competenza legislativa concorrente della Regione Sardegna nella materia tutela della Salute in riferimento ai profili organizzativi dell’assistenza primaria”. Fundoni infine ha ringraziato tutti i colleghi della Commissione per lavoro svolto. (Eln) «Legge necessaria che come nella scorsa legislatura applica un palliativo ad un problema di cui non può essere soluzione». Con queste parole il consigliere Francesco Agus (Progressisti) ha aperto il suo intervento sul disegno di legge n. 66. L’esponente della maggioranza ha parlato “di espediente” per garantire la continuità assistenziale in molte delle nostre comunità (sono 430 le sedi scoperte di medicina generale) ed ha auspicato lo stanziamento di risorse adeguati, già nella prossima finanziaria, per la sanità territoriale e per i medici di medicina generale. Agus ha inoltre auspicato l’attivazione delle cosiddette AFT (aggregazioni funzionali territoriali) anche in considerazione del funzionamento delle case della salute (« senza i medici diventano un esercizio di edilizia sanitaria»). (A.M.) Per Giuseppino Canu (Sinistra Futura) questo provvedimento è un provvedimento  tampone che però, vista la situazione di emergenza,  deve essere approvato subito.  Questo Disegno di legge è solo un primo passo  che consentirà al paziente di ricevere assistenza. Sulle direzioni generali l’esponente di Sinistra Futura  ha detto che non sono una ossessione della maggioranza ma solo della minoranza. Personalmente credo – ha concluso – che sia necessario sottrarre alla politica le nomine nelle direzioni generali. I lavori del Consiglio riprenderanno  alle 16,30 .  (R.R.)