INTERROGAZIONE N. 158/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 158/A

(Pervenuta risposta scritta in data 14/04/2025)

COZZOLINO, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di dare attuazione a quanto disposto dalla legge regionale n. 15 del 2018 recante norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

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Il sottoscritto,

PREMESSO che:
– con la legge regionale 14 maggio 2018, n. 15 (Norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)), che si conforma a quanto previsto dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico), erano stati previsti interventi a favore di persone con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, di seguito denominate disturbi specifici dell’apprendimento (DSA);
– le finalità della legge erano quelle di adottare tutte le misure necessarie per garantire alle persone con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) uguali opportunità di sviluppo delle proprie capacità personali, psicologiche, culturali e sociali. A tal fine, si dovevano promuovere interventi destinati a:
a) favorire la diagnosi precoce di DSA e percorsi didattici e abilitativi, definendo modalità e procedure uniformi per la diagnosi e la certificazione tempestiva, anche per gli adulti;
b) favorire il successo scolastico e formativo, garantendo un apprendimento adeguato e promuovendo lo sviluppo delle potenzialità dell’individuo, riducendo la dispersione scolastica;
c) formare e sensibilizzare insegnanti, genitori e operatori socio-sanitari riguardo le problematiche legate ai DSA;
d) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi socio-sanitari, favorendo la creazione di reti;
e) ridurre i disagi relazionali ed emozionali e prevenire che la condizione di persona con DSA si trasformi in una disabilità, con conseguenti limitazioni nelle attività quotidiane e problematiche psicopatologiche e disadattive;
f) promuovere i processi di prevenzione attraverso la diagnosi precoce;
– per l’accertamento e la certificazione dei disturbi di apprendimento, erano previste misure organizzative necessarie affinché l’attivazione del percorso diagnostico di DSA e il rilascio della relativa certificazione fossero tempestivi. In ambito scolastico, l’attivazione del percorso diagnostico era preceduta da interventi educativo – didattici e dalle procedure di riconoscimento precoce previsti dall’articolo 3, commi 2 e 3, della legge n. 170 del 2010;
– i servizi pubblici e i soggetti accreditati dal servizio sanitario regionale, ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), erano tenuti a rilasciare la certificazione, a seguito di percorso diagnostico, conforme ai criteri diagnostici del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) e della classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari correlati (ICD-10), con valutazione funzionale basata sul modello ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute), a seguito di una valutazione multidisciplinare, che includeva almeno un neuropsichiatra infantile (o neurologo per gli adulti), uno psicologo, un logopedista (o foniatra per gli adulti) ed eventualmente altre figure professionali;
– la legge stabiliva che la certificazione dovesse essere prodotta in tempo utile per l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste nel contesto scolastico, universitario e lavorativo, e che la certificazione per gli studenti dell’ultimo ciclo scolastico dovesse essere prodotta non oltre il 31 marzo, in vista degli esami di Stato:

CONSIDERATO che:
– era previsto l’istituto di un comitato tecnico-scientifico sui DSA, secondo quanto stabilito dall’articolo 4 della legge n. 15 del 2018, che doveva essere istituito con deliberazione della Giunta regionale presso l’Assessorato competente in materia di sanità. Il comitato doveva essere composto da rappresentanti delle associazioni di famiglie e persone con DSA, operatori delle equipe multidisciplinari di neuropsichiatria, un componente dell’Ufficio scolastico regionale, rappresentanti degli assessorati competenti, membri dell’ANCI, e altri esperti di DSA;
– con la deliberazione 6 luglio 2023, n. 23/26 (Istituzione del Comitato tecnico-scientifico sui DSA ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 14.5.2018, n. 15, “Norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), la Giunta regionale, nella passata legislatura, aveva tentato di istituire il comitato tecnico-scientifico sui DSA, ma non era stata completata la nomina dei membri del comitato;

RILEVATO che:
– le famiglie dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, anche per l’anno scolastico in corso, continuano a incontrare gravi difficoltà, in quanto le scuole non accettano i certificati rilasciati da specialisti privati, poiché l’assessorato non ha ancora emanato le linee guida e non ha provveduto alla nomina del comitato tecnico-scientifico, necessario per stabilire l’elenco degli specialisti autorizzati a rilasciare le certificazioni,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e delle difficoltà che ne derivano per le famiglie dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e anche per il sistema scolastico;
2) quali azioni intenda intraprendere per garantire che la legge n. 15 del 2018 venga effettivamente e definitivamente attuata, con particolare riferimento alla nomina del Comitato tecnico-scientifico e all’emanazione delle linee guida per l’autorizzazione degli specialisti abilitati a rilasciare le certificazioni necessarie.

Cagliari, 20 febbraio 2025

Giornata mondiale prevenzione HPV: domani il Consiglio  illuminato di viola

Il Palazzo del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari, domani sera sarà illuminato di viola in occasione della giornata mondiale della prevenzione dell’HPV che si celebra il 4 marzo.

Il gesto simbolico, voluto dal Presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, ha l’obiettivo di dare un ulteriore segnale per promuovere la cultura della prevenzione e per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della vaccinazione e dei controlli periodici.

INTERROGAZIONE N. 157/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 157/A

(Pervenuta risposta scritta in data 14/04/2025)

SORGIA, con richiesta di risposta scritta, sull’utilizzo del vaccino 20-valente.

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Il sottoscritto,

PREMESSO che:
– la pubblicazione da parte dell’Istituto superiore della sanità (ISS) del report della sorveglianza delle malattie batteriche invasive, segnala che il numero delle malattie pneumococciche (meningiti, sepsi e polmoniti) risulta in aumento in particolare nella fascia 0-1 anno (10,41/100.000; adulti > 64 anni 7,45/100.000);
– in tale fascia il report pone in particolare emergenza, oltre che al sierotipo 19A ed al 3, il 10A e 8 questi ultimi coperti ad oggi solo dal vaccino 20-valente;
– allo stato la massima copertura è garantita dalla vaccinazione 20-valente già somministrata negli adulti e somministrabile anche ai nuovi nati;
– la Regione deve garantire il livello essenziale di assistenza in tema di vaccinazioni contro lo pneumococco, che a oggi è il batterio maggiormente responsabile di meningiti, sepsi, e polmoniti batteriemiche, (dati ISS – Istituto Superiore di Sanità);
– questo tipo di vaccinazione rientra tra cosiddetti livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero la spesa è coperta integralmente dal servizio sanitario nazionale, indipendentemente dal regime posologico, sia che sia rivolta ai nuovi nati, agli adulti o alle categorie a rischio;
– in tema di vaccinazioni antipneumococciche non può prescindersi dalle indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) del 18 aprile 2024;

CONSIDERATO che:
– l’ultima emanazione, come linea guida (cosiddetta legge Balduzzi), del calendario vaccinale “calendario della vita 2025 del 18 dicembre 24”, in cui è indicata la somministrazione del vaccino antipneumococcico PCV 20-valente, anche nei bambini da 6 settimane di vita;
– l’approvvigionamento della vaccinazione a massima copertura antipneumococcica 20-valente con quella 13-valente ad esaurimento, che comprende i sierotipi sopra citati, è garantita alle stesse condizioni contrattuali della precedente vaccinazione 13-valente, da parte dello stesso fornitore, fino al termine della gara previsto a fine 2025;
– a nulla rileva la circostanza che nel calendario della somministrazione vaccinale siano previste tre dosi e che il 20-valente se somministrato ai nuovi nati necessita di quattro dosi, trattandosi evidentemente di posologie riferite a precedenti prodotti (13-valente e 15-valente);
– non è accettabile una impostazione secondo cui se il calendario prevede ovvero prevedeva la somministrazione del vaccino in tre dosi non sia possibile utilizzare il nuovo e più efficace vaccino a quattro dosi, considerato, altresì, che dai due anni di vita in poi lo stesso si somministra in una sola dose;
– nelle altre regioni in cui è stato adottato il 20-valente è già garantita l’implementazione della massima copertura;
– alcune Aziende sanitarie locali (ASL) regionali, al fine di garantire la massima copertura possibile hanno già provveduto ad offrire la vaccinazione 20-valente in luogo della 13-valente;
– l’ASL di Oristano, particolarmente attenta alle indicazioni AIFA, recependo anche le indicazioni del direttore del Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria che ha disposto l’utilizzo del vaccino coniugato al fine di una corretta immunizzazione per la fascia di età compresa tra 6 settimane e 18 anni, ha stabilito che “i soggetti vaccinati con il vaccino 13-valente completeranno il ciclo vaccinale con la tipologia di vaccino con cui hanno iniziato il ciclo, per i nuovi nati e da considerarsi il ciclo vaccinale antipneumococcico con il vaccino 20-valente facendo riferimento alle indicazioni AIFA del 18 aprile 2024”;
– la Direzione generale dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale non ha coinvolto sul tema dell’orientamento alla massima copertura vaccinale le istituzioni interne alla Regione ed esterne quali: Dipartimento di prevenzione della Regione Sardegna; Gruppo di coordinamento interaziendale in materia di vaccinazioni; la Società italiana di igiene prevenzione e sanità pubblica (SITI), la Federazione italiana medici pediatri (FIMP), e la Società italiana di pediatria (SIP);
– la Direzione generale dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità ha adottato un documento con cui dà indicazione di utilizzare un vaccino a minor copertura, ovvero il 15-valente, nonostante la disponibilità del 20-valente e malgrado il vigente “Accordo quadro per la fornitura di vaccini diversi destinato alle Aziende sanitarie della Regione Sardegna” per cui al paragrafo 10 del capitolato tecnico “Aggiornamento tecnologico” prevede che: “Qualora il fornitore, durante la durata della Convenzione ovvero degli ordinativi di fornitura, immetta in commercio prodotti migliorativi rispetto a quelli oggetto della fornitura (anche a seguito di modifiche normative) dovrà proporre alla centrale regionale di committenza la sostituzione e/o affiancamento dei prodotti alle stesse condizioni di fornitura. Il Fornitore dovrà inviare alla centrale regionale di committenza la scheda tecnica del prodotto offerto in sostituzione e/o affiancamento e, previo parere tecnico favorevole, la sostituzione e/o affiancamento verrà validata e formalizzata dalla centrale regionale di committenza”;
– la vaccinazione antipneumococcica in età pediatrica è un presidio di sanità pubblica, avendo impatto sul carriage, quindi sulla circolazione, di ceppi anche antibioticoresistenti; sia sul burden di patologie che sull’antibiotico-resistenza, ha un impatto tanto maggiore quanto maggiore è il numero di sierotipi presenti nel vaccino causa di malattia;
– l’adozione della vaccinazione a massima copertura ha carattere di urgenza;
– ogni ritardo comporta l’assunzione di un rischio nella popolazione pediatrica ai sierotipi oggi prevenibili,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per:
1) conoscere le motivazioni che hanno determinato la Regione a non garantire in maniera omogenea l’offerta massima di protezione possibile alla popolazione pediatrica, verso episodi infettivi di natura potenzialmente letale, considerate le possibili conseguenze oltre che di tipo clinico anche medico-legali;
2) se sia intendimento effettuare, ove non si ritenga di modificare la linea intrapresa, un’indagine conoscitiva al riguardo in ordine all’effettivo consenso sia scientifico che di setting rivolta sia ai referenti regionali del “Calendario per la vita” (SITI – Società Italiana di igiene prevenzione e sanità pubblica, FIMP – Federazione italiana medici pediatri, la SIP – Società italiana di pediatria e FIMMG – Federazione italiana medici di medicina generale) che al Gruppo di coordinamento interaziendale in materia di vaccinazioni (o in alternativa ai dirigenti responsabili in materia di vaccinazioni delle 8 ASL), evitando di adottare, nelle more, atti pregiudizievoli al raggiungimento della massima copertura vaccinale possibile;
3) se si intenda adottare un opportuno atto di indirizzo che impegni la Direzione generale dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale affinché dia corso a quanto previsto contrattualmente con il soggetto fornitore per la implementazione del vaccino a massima copertura possibile.

Cagliari, 20 febbraio 2025

Nota stampa della seduta n. 49

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 49 Antimeridiana 

giovedì 27 febbraio 2025

Riforma sanità, prosegue la discussione sul Disegno di Legge n.40. Approvato l’art.1.

Cagliari 25 febbraio 2025 – I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Piero Comandini. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha proseguito l’esame del primo punto all’ordine del giorno: il disegno di legge 40 “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24”

Sull’ordine dei lavori è intervenuto Franco Mula (Fi) che ha invitato il presidente Comandini a sospendere i lavori per dieci minuti per consentire di avere il numero legale. Proposta appoggiata anche dal capogruppo del Pd, Roberto Deriu, che ha chiesto la sospensione per una breve riunione di maggioranza. Il presidente Comandini ha sospeso i lavori fino alle 10,30.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Comandini ha aperto la discussione sull’articolo 1 e sugli emendamenti. Dopo il parere espresso dalla Sesta commissione e dalla Giunta regionale, è intervenuto il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu, sull’ordine dei lavori e ha chiesto che sia data la possibilità di presentare emendamenti prima dell’inizio dell’esame dell’articolo a cui si riferiscono, come si è sempre fatto. Il presidente Comandini ha ricordato che il regolamento prevede che si possano presentare emendamenti fino a un’ora prima dell’inizio della seduta in cui si esaminerà l’articolo in questione.

Sull’articolo 1 il primo a intervenire è stato Fausto Piga (FdI) che ha sottolineato come le intenzioni della maggioranza non siano cambiate e ha parlato di “masochismo politico”, visto che questa legge non piace a nessuno e sta facendo arrabbiare tutti. Piga ha ricordato che uno dei principali sindacati l’hanno giudicata una legge dannosissima per il sistema sanitario e che non c’è bisogno di una nuova riforma, ma di far funzionare quello che c’è. Il consigliere di FdI ha chiesto che il Dl venga chiamato con il suo nome per rispetto nei confronti dei cittadini, visto che il testo parlerà di sanità ma non di diritto alla salute, non fa cenno, ha detto, alla sanità territoriale, alle liste d’attesa, all’edilizia sanitaria. Non ci sono proposte concrete, ha continuato, ma solo la volontà di commissariare le aziende sanitarie per nominare persone di fiducia. Lo spoil system, ha detto, non si può fare e si rischia di causare un danno erariale.

La consigliera Alice Aroni (Misto) ha parlato che dati del Ministero della Salute. “Proprio ieri il Ministero ha pubblicato i dati sui Lea”, e ha aggiunto che evidenziano come “la Sardegna abbia registrato il miglior progresso in assoluto, guadagnando 8,63 punti grazie ai miglioramenti nella prevenzione e nell’assistenza territoriale”. Aroni ha proseguito: “L’affermazione che avete posto a base di questa pseudoriforma è falsa e ne sarete chiamati a rispondere in un giudizio, come per le altre amenità che avete scritto in questo disegno di legge 40”. Aroni ha poi affermato che la maggioranza ha presentato soltanto emendamenti canguro per giocare a far cadere quelli dell’opposizione, ma non è un gioco, ha detto, perché si sta parlando della salute dei cittadini. Per Aroni non c’è niente di urgente in questa norma, se non sostituire i direttori generali, che non hanno ancora avuto gli obiettivi dall’assessorato.

D’accordo con la collega Aroni il consigliere Corrado Meloni (FdI) sugli emendamenti canguro, che evidenziano lo spirito con cui la maggioranza sta affrontando i problemi della sanità. Per Meloni l’atteggiamento dell’assessore è di sufficienza e ha ricordato che tutte le osservazioni manifestate dagli auditi in commissione non sono state ascoltate. C’è solo la fretta, ha detto, di arrivare al commissariamento dei direttori generali delle Asl. Meloni ha anche sottolineato quanto ieri hanno detto i rappresentanti della Cgil. Per il consigliere la maggioranza, con questo disegno di legge, non sta affrontando alcun problema reale e non sta pensando al diritto alla salute dei sardi. L’esponente della minoranza ha esortato l’assessore della Sanità a convincere la sua maggioranza a ritirare il disegno di legge.

Per Cristina Usai (FdI) non c’è alcuna urgenza visto che la norma “è rimasta dormiente per sei mesi” e ha sottolineato che la maggioranza sa bene che non sta risolvendo i problemi della sanità sarda, ma sta soltanto cambiando le poltrone. La consigliera ha ricordato che se, prima di questo Dl, fosse stata approvata la Finanziaria si sarebbero potute utilizzare le risorse necessarie per cercare di risolvere i problemi della sanità sarda. Per Usai “i cambiamenti ci sono ma solo in negativo” e ha ricordato che i pazienti sardi chiedono soltanto di potersi curare senza lunghe attese e che gli auditi avevano lanciato appelli alla maggioranza, caduti però nel vuoto.

Il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha voluto sottolieneare che quella in esame non è una leggina, ma un legge in attuazione dei poteri tipici dell’autonomia. E ha parlato di una mistificazione dell’attività che sta svolgendo il Consiglio. Si stanno, ha detto, utilizzando i poteri che derivano dallo Statuto per cui “abbiamo una legge che interviene nel mutare, nell’adeguare l’assetto organizzativo e istituzionale”. Poi rivolgendosi ironicamente alla consigliera Aroni le ha chiesto, visti i dati che parlano di una sanità che funziona bene, di renderlo noto a tutti i cittadini sardi che attendono per gli esami e le cure.

Per Stefano Schirru (Misto) è un tema troppo importante per fare ironia e ha chiesto alla maggioranza di conoscere che idea abbia della sanità in Sardegna. Evidenziando il silenzio e l’imbarazzo della maggioranza, Schirru ha chiesto all’assessore Bartolazzi:  “Ci faccia capire esattamente che tipo di riforma, che tipo di sanità voi avete in mente”, e ha aggiunto chiedendo cosa proponga questa legge a parte il commissariamento, che se pur condivisibile perché “chi governa deve governare a 360 gradi” non si può fare perché “bisognerebbe cambiare la legge nazionale ovvero chiedere al nostro Parlamento di legiferare sul fatto che i direttori generali delle Asl siano assimilati ai direttori generali della Regione”. Per Schirru si parla di riorganizzazione, ma si sarebbero potuti utilizzare gli atti aziendali, convocare i direttori generali, fare anche una manifestazione di interesse per aprire una mobilità compensativa in tutta la Sardegna, “perché credo che uno degli aspetti che oggi sta mortificando la sanità sia legato anche al malcontento degli operatori sanitari”. Il consigliere ha citato anche la differenza retributiva tra medici strutturati e medici a gettone.

Per Alessandro Sorgia (Misto) è stata la presidente della Regione, Alessandra Todde, a decidere che si dovesse “anteporre questa leggina” alla manovra finanziaria.  Per il consigliere questa decisione e questo atteggiamento remissivo porterà alla sconfitta della coalizione di maggioranza quando si ripresenterà alle urne e ha aggiunto: “Mi auguro che questa legislatura finisca il prima possibile”. Sorgia ha accusato la maggioranza di superficialità e pressappochismo, di aver provocato ritardi e danni alla Sardegna con la decisione di anteporre alla Finanziaria il DL 40. Il consigliere di minoranza ha anche ricordato la decisione di non portare in Aula la Pratobello24 e ha esortato la Giunta a ritirare il disegno di legge in discussione: “Siete ancora in tempo”. (Eln)

 

Il consigliere Franco Mula (FdI) ha contestato l’interpretazione regolamentare che consente la presentazione degli emendamenti agli emendamenti due ore prima dell’inizio della seduta e non già due ore prima della discussione dell’articolo al quale si riferiscono. Dopo questa sottolineatura, l’esponente della minoranza ha ribadito critiche ai contenuti del Dl 40 («non risolve nessuno dei problemi che penalizzano i sardi»), evidenziando l’assenza di stanziamenti (a causa della mancata approvazione del bilancio) e rimarcando come unico obiettivo della norma quello della nomina dei commissari nelle aziende sanitarie. «Nella passata legislatura – ha dichiarato Mula – noi abbiamo mantenuto in carica i manager nominati dai nostri predecessori, fino alla scadenza del contratto».

Concetti ribaditi anche dalla consigliera Francesca Masala (FdI) che, nel corso del suo intervento ha elencato le criticità del sistema sanitario sardo (liste d’attesa interminabili, reparti sotto organico, turni insostenibili, pronto soccorso al collasso, carenza dei servizi in periferia, fuga di medici e infermieri, concorsi deserti, medicina territoriale carente, mancanza di continuità assistenziale, mobilità sanitaria e costi enormi per la Regione) per arrivare ad affermare “che l’approvazione del Dl 40 non risolverà alcuno dei problemi che gravano sui cittadini e le cittadine della Sardegna”. «Una legge senza risorse – ha insistito Masala – non può essere una riforma e con zero euro ci saranno zero cambiamenti ma questo provvedimento rischia di creare più incertezza e confusione introducendo un sistema di controllo politico nella gestione della sanità sarda».

Il consigliere Umberto Ticca (Riformatori) ha dato lettura integrale del titolo dell’articolo 1 del Dl 40 per enfatizzarne il richiamo allo Statuto sardo: «Il riferimento allo Statuto non è banale ma questa è solo una leggina per i modi e i contenuti con i quali interviene per migliorare il sistema sanitario sardo». «Ad un anno dalle elezioni si interviene in maniera ininfluente sulla qualità dei servizi erogati al cittadini – ha proseguito l’esponente della minoranza – e  nessun beneficio è atteso, se se non quello di consentirvi di procedere con i commissariamenti che come tutti sanno saranno oggetto di impugnazione e produrranno ulteriori contenziosi». Ticca ha quindi fatto riferimento ai dati sui Lea 2023 che riconoscono avanzamenti della sanità sarda nella graduatoria nazionale: «I dati su esposti nella relazione al provvedimento sono diversi da quelli reali e attuali e non sono dunque gli ultimi disponibili, siete quindi in tempo per rimandare la legge in commissione e consentire al Consiglio di poter lavorare su un tema urgente e importante come è quello della sanità».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (FdI) ha lamentato i ritardi con i quali l’assessore della Sanità e la Giunta («tranne poche eccezioni») trasmettono le risposte dovute alle interrogazioni dei consiglieri regionali. «Ricordo il contenuto della prima da me presentata il 13 dicembre 2024 – ha attaccato l’esponente della minoranza – dove si reclamava attenzione per i i tempi massimi nell’erogazione delle prestazioni ambulatoriali e specialistiche». Rubiu ha quindi fatto riferimento al congestionamento delle grandi strutture ospedaliere dei due principali agglomerati urbani per lamentare assenza di strategia, pianificazione e programmazione. «Il Dl 40 non risolve i problemi – ha concluso il consigliere eletto nel Sulcis – ma serve soltanto a rimuovere dall’incarico i direttori generali attualmente in carica per e sostituirli con persone gradite alla maggioranza».

«L’articolo 1 è modesto e inutile», con questa affermazione il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu, ha bollato il principio del Dl 40 e ha quindi proseguito il suo intervento, riferendosi a quello del capogruppo Pd, Roberto Deriu, per richiamare l’attenzione sul ruolo e le funzioni del Consiglio e dei consiglieri, così come è stato riconosciuto nello Statuto dai padri costituenti. «Il Consiglio – ha affermato l’esponente della minoranza – non può essere ridotto a passacarte per decisioni assunte al di fuori da qui, perché la maggioranza, nella discussione del Dl 40 è sottoposta ai diktat della presidente». Truzzu ha quindi denunciato l’assenza di modifiche al testo originario che diano riscontro alle proposte degli intervenuti nel corso delle audizioni in commissione: «Lo dice anche la Cgil che ieri con la sua manifestazione ha fatto la veglia funebre alla vostra riforma che anche quando approvata, era, resta e sarà sempre una leggina».

Il capogruppo di Fi, Angelo Cocciu, ha sottolineato gli avanzamenti della sanità sarda nel 2023 («come certificato dalla graduatoria nazionale dei Lea») ed ha evidenziato la contrarietà al Dl 40 manifestata non soltanto dai portatori di interesse («ve lo ha detto persino la Cgil»). «Nessuno di voi sarebbe voluto arrivare a questo punto – ha aggiunto l’esponente della minoranza – soltanto la presidente della Regione lo ha voluto». Cocciu ha concluso il suo intervento con una provocazione: «Ricordate di inserire in finanziaria le risorse per pagare i direttori delle Asl che andrete a sostituire con i commissari».

Il consigliere Giuseppe Talanas (Fi) ha ironizzato sul titolo del Dl 40 («dovevate chiamarla commissariamento omnibus») e rivolgendosi alla maggioranza ha affermato: «Avete preso gusto ai commissariamenti, dopo le province, ecco i direttori delle Asl e noi ci auguriamo che non vogliate commissariare anche il Consiglio regionale». Il provvedimento in discussione, a giudizio di Talanas, lede diritti acquisiti dei direttori generali ed è dunque particolarmente pericoloso: «Non vorrei che per analogia farete una legge per cambiare i dirigenti e persino i lavoratori». Nel finale, il riferimento alle dichiarazioni rese in Aula dall’assessore della Sanità in conclusione della discussione generale: «Comprendo la difficoltà dell’assessore nel riempire i 15 minuti a sua disposizione per l’intervento, dinanzi ad un provvedimento privo di contenuti e che ha una sola finalità, i commissariamenti, ma al mio paese si dice “a narrer b’at semper tempus”».

Il capogruppo di Sardegna 20Venti, Antonello Peru /S20Venti) ha svolto un puntuale esame dei 15 emendamenti presentati dalla Giunta per affermare: «Con le vostre proposte di modifica riconoscete la legge approvata nella passata legislatura, come legge di riforma del sistema sanitario e avanzate semplici adeguamenti, rispetto alle novità normative nel frattempo intervenute e che confermano così che per intervenire sul sistema sanitario, sono sufficienti provvedimenti della Giunta». «Nel proseguo della discussione sulla’rticolato – ha concluso l’esponente della minoranza – emrgerà con chiarezza che il Dl 40 è solo un provvedimento di adeguamento alla riforma approvata nella passata legislatura con legge 24». (A.M.)

 

Piero Maieli (Forza Italia), ha invitato la maggioranza a tornare sui suoi passi: «E’ vero che avete ereditato una macchina rotta ma anziché cambiare la macchina pensate di cambiare il pilota – ha detto l’esponente azzurro – Vi state concentrando sulla governance del sistema sanitario pensando che sia questo il vero problema. I numeri recentemente pubblicati dicono però il contrario. Ci sono dati incoraggianti, il commissariamento delle Asl sembra inutile. Sarebbe meglio collaborare con i direttori generali delle Asl anziché pensare a cambiarli. Il cambiamento andrebbe a bloccare il trend positivo come dicono i numeri. Non perdiamo tempo». (Psp)

Alla ripresa dei lavori, il presidente Comandini ha messo in votazione l’emendamento 3, soppressivo totale del DL 40. Per l’on. Fausto Piga (FdI) i cittadini chiedono di intervenire sulle liste d’attesa, sulla sanità territoriale e più in generale di tutto quello di cui non si parla in questa legge. Voi non volete fare gli interessi del popolo ma usare il popolo per il vostro interesse e cioè commissariare i direttori generali”.

Rivolta al capogruppo del Pd l’on. Alice Aroni ha detto: “La sua arte oratoria non basta. La verità vi fa male, non riuscite a prendere le distanze dall’assessore e dalla presidente? Il popolo sardo è contro di voi”.

L’on. Truzzu (FdI) ha annunciato il voto positivo all’emendamento e ha chiesto ironicamente che la collaborazione tra i sardi e il popolo sudanese prosegua sempre proficuamente nonostante le dichiarazioni dell’assessore Bartolazzi”. Invece, l’on. Mula (FdI) “l’opposizione avrebbe potuto presentare 2 mila emendamenti, non trecento. Ma se l’atteggiamento della maggioranza è di chiusura verso il nostro contributo è evidente che noi agiremo di conseguenza”.

Talanas (FI) ha denunciato “il silenzio della maggioranza: nessuno dei colleghi si è iscritto a parlare. Ma mi rendo conto che nella maggioranza ci sono divergenze visto che tanti avrebbero voluto portare in Aula la Finanziaria, non questa legge sul commissariamento omnibus”. Per Sorgia (Lega) “siete arrivati all’occupazione militare di tutte le poltrone disponibili ma i sardi non possono più aspettare una sanità che funzioni”.

Sempre dai banchi di Fratelli d’Italia l’on. Corrado Meloni: “Non volete emendare questa legge, vi interessano soltanto i commissariamenti. E tutti sappiamo che rallenteranno la macchina sanitaria mentre fioccheranno ricorsi che qualcuno pagherà”.  Poi l’on. Francesca Masala (FdI): “Siamo di fronte a modifiche di facciata, senza risorse aggiuntive. A seguire l’on. Cristina Usai (FdI): “Avete un solo obiettivo, cambiare gli occupanti delle poltrone”.

Per i Riformatori il capogruppo Ticca ha detto: “Emerge sempre lo stesso tema e ciò che in questa legge non c’è nulla di urgente nonostante sia urgente migliorare la Sanità sarda. Volete procedere ad alcune nomine e siamo curiosi di vederli i vostri nomi, visto che  il panorama dei direttori generali lo conosciamo e non è così ricco”.

Per Cera (FI) “il testo della legge è stato stravolto rispetto a quello discusso in commissione. Emerge con chiarezza il tradimento delle aspettative dei sardi”. Rubiu (FdI) ha ricordato le esternazioni dell’assessore Bartolazzi sin dall’inizio dell’incarico e ironicamente ha detto: “Non voterò una mozione di sfiducia contro Bartolazzi perché è una risorsa e noi questo assessore lo vogliamo per i prossimi quattro anni”.

Poi Antonello Peru (Sardegna al centro) e Cocciu (FI):”E’ una legge invotabile”.

L’emendamento 3 è stato respinto dall’Aula. A seguire Piga (FdI) si è rivolto all’assessore Bartolazzi e ha detto: “Finita questa riforma lei sarà sostituito perché non è utile a risolvere i problemi della sanità della Sardegna”.

Il presidente Comandini ha quindi messo in votazione gli emendamenti agli emendamenti n.392, 393, 394, 395 che sono stati respinti

Sull’emendamento n.400 è intervenuto l’on. Antonio Solinas (Pd) “nel 2014 avevamo una sanità disastrosa e noi istituimmo l’Ats rinunciando a nominare otto nuovi direttori generali. Avete rivinto le elezioni nel 2019 e siete tornati a nominare i direttori, non certo per nominare una sanità migliore. Tutto per dire che voi non avete titolo per parlare di poltronificio”. A Solinas hanno replicato gli onorevoli Piga e Meloni di Fratelli d’Italia e l’on.  Antonello Peru (Sardegna al Centro Venti/20) che, rivolto al collega Antonio Solinas (Pd), ha detto: «La nostra riforma del 2020 era strutturale, ispirata dal nostro impegno con gli elettori e dai cittadini che chiedevano l’avvicinamento della sanità ai territori». (C.C.)

 

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu ha detto di non aver voluto offendere la maggioranza con il suo intervento precedente annunciando poi il suo voto favorevole all’emendamento n.400.

A favore si sono pronunciati anche i consiglieri Gigi Rubiu (FdI), Franco Mula (FdI), Cristina Usai (FdI), Alice Aroni (Misto), Alessandro Sorgia (Misto), Emanuele Cera (FdI) ribadendo il loro giudizio negativo sul provvedimento i discussione.

Messo in votazione l’emendamento n. 400 è stato respinto.

Bocciati anche gli emendamenti agli emendamenti n.396 e, con voto elettronico n.397, 398 e 399.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento sostitutivo totale n.281 della Giunta regionale che è stato approvato. Il testo riscrive l’art 1 specificando che l’intervento normativo in discussione si pone come obiettivo l’adeguamento organizzativo del sistema sanitario per procedere alla razionalizzazione e funzionalizzazione degli enti della sanità al fine di garantire e migliorare un’adeguata erogazione dei Lea sul territorio regionale.

Il presidente Comandini ha quindi sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo. Al rientro i Aula, il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio si riunirà martedì prossimo alle 10. (Psp)

Sintesi della seduta n. 49

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

SERVIZIO DOCUMENTAZIONE ISTITUZIONALE E BIBLIOTECARIA

XVII LEGISLATURA

SINTESI DELLA SEDUTA N. 49

Giovedì 27 febbraio 2025 

Presidenza del Presidente Giampietro Comandini
Indi del Vice Presidente Giuseppe Frau
Indi del Presidente Giampietro Comandini
Indi del Vice Presidente Giuseppe Frau
Indi del Presidente Giampietro Comandini

Inizio: ore 10 e 15

– Congedi.

– Continuazione della discussione del disegno di legge Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del Sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24 (40/A).
Sono intervenuti, anche in più occasioni, l’assessore Armando BARTOLAZZI, per la Giunta, il relatore di maggioranza Giuseppino CANU, e i consiglieri Fausto PIGA, Alice ARONI, Corrado MELONI, Cristina USAI, Roberto DERIU, Stefano SCHIRRU, Alessandro SORGIA, Francesco Paolo MULA, Maria Francesca MASALA, Umberto TICCA, Gianluigi RUBIU, Paolo TRUZZU, Angelo COCCIU, Giuseppe TALANAS, Antonello PERU, Piero MAIELI, Emanuele CERA, Antonio SOLINAS.

Articolo 1
Emendamento numero 281, sostitutivo totale dell’articolo 1: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.

– Sul Regolamento.
Sono intervenuti i consiglieri Roberto DERIU e Paolo TRUZZU.

– Sull’ordine dei lavori.
Sono intervenuti, anche in più occasioni, i consiglieri Francesco Paolo MULA, Roberto DERIU, Paolo TRUZZU.

Riconvocazione: martedì 4 marzo 2025 alle ore 10.

Fine: ore 14 e 15

(La seduta è rimasta sospesa dalle ore 10 e19 alle ore 10 e 30; dalle ore 11 e 20 alle ore 11 e 21; dalle ore 12 e 21 alle ore 12 e 38; dalle ore 13 e 25 alle ore 13 e 29; dalle ore 14 e 09 alle ore 14 e 14).

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Firmato digitalmente
Il Capo Servizio Documentazione istituzionale e bibliotecaria
Dott.ssa Maria Cristina Caria

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Silvia Pintus (am)

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AVVISO PUBBLICO DI INDAGINE DI MERCATO per l’affidamento del servizio di resocontazione integrale delle sedute del Consiglio regionale della Sardegna per la durata di mesi trentasei – RETTIFICA MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE MANIFESTAZIONE DI INTERESSE E PROROGA TERMINE DI SCADENZA

RETTIFICA MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DELLE MANIFESTAZIONE DI INTERESSE E PROROGA TERMINE DI SCADENZA ALLE ORE 18.00 del 6 marzo 2025 dell’AVVISO DI INDAGINE DI MERCATO per la procedura negoziata senza bando ex art. 50, comma 1, lett. e), D. Lgs. n. 36/2023 per il Servizio di resocontazione integrale delle sedute del Consiglio regionale della Sardegna per la durata di mesi trentasei – CIG B59DB2F584.

Si comunica che è stato pubblicato su questo sito la comunicazione di avvenuta rettifica dell’Avviso di indagine di mercato e l’Avviso di indagine di mercato rettificato (con le rettifiche in rosso).
Oggetto della rettifica:

La Manifestazione di interesse deve necessariamente essere presentata anche sulla piattaforma telematica SardegnaCAT (redatta sul modello “Allegato 1 all’Avviso” e caricata nel portale  www.sardegnacat.it).

La scadenza per la presentazione delle domande a partecipare è fissata per le ore 18.00 del 6 marzo 2025.

vai alla pagina dell’avviso di indagine di mercato

PROPOSTA DI LEGGE N. 82/A

DERIU – COZZOLINO – Disposizioni per la riapertura dei termini per l’accertamento della volontà dei territori interessati e differimento del termine per l’elezione degli organi provinciali e delle città metropolitane.

scarica la PROPOSTA DI LEGGE N.82/A [file.pdf] 

Materiale allegato al disegno di legge:


iter del progetto di legge

 

Nota stampa della seduta n. 48

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 48 pomeridiana 

martedì 25 febbraio 2025

Esame del Disegno di legge 40 “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24” – approvato il passaggio agli articoli Approvato l’ordine del giorno “sulla necessità di intervento al fine di contenere il fenomeno della diffusione della specie granchio blu (Callinectes sapidus) a tutela del comparto ittico regionale e a indennizzare gli operatori del settore” Il Consiglio si riunirà giovedì, 27 febbraio, alle 10.

Cagliari 25 febbraio 2025 – Nella seduta pomeridiana il presidente Comandini su proposta del consigliere Franco Mula (FdI) ha messo in discussione l’ordine del giorno sull’invasione del granchio blu sui nostri mari a firma di Mula e di tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione.

L’atto politico prevede tra l’altro “un’accelerata per spendere le risorse già stanziate per indennizzare gli operatori danneggiati e verificare la necessità di stanziare nuove risorse”. Prevede inoltre un’azione di comunicazione per informare gli operatori di settore e “azioni per contrastare in maniera adeguata l’invasione in corso” come le strategie ideate dall’università di Bologna.

Per il consigliere Rubiu “è un problema che non va sottovalutato e ci auguriamo che la Giunta lo prenda in considerazione con estrema serietà”. Per Cera (FI) “sarebbe utile conoscere quali azioni ha messo in campo l’assessore all’agricoltura per debellare il granchio blu”.
L’ordine del giorno è stato approvato e l’Aula è passata all’esame del Dl 40/A, la prima delle riforme della Sanità annunciate dalla presidente Todde, con relatore il consigliere di maggioranza Giuseppino Canu (Sinistra futura). Canu ha premesso: “Il diritto alla salute dei sardi è la cosa più importante che ci sia e per questo il mio gruppo ha insistito nel portare in aula più in fretta possibile questo provvedimento”.
L’oratore ha illustrato il percorso del testo di legge, che riguarda l’aspetto organizzativo e funzionale della sanità pubblica. “L’impianto della proposta può essere migliorato dal concorso di tutte le forze politiche”, ha detto il relatore, “abbiamo audito in commissione Sanità tutte le categorie di portatori di interesse che hanno fornito contributi importanti. E’ emersa comunque la criticità generale dovuta alla sovrapposizione dei ruoli dei vari soggetti istituzionali che operano nella sanità pubblica”.
Per la minoranza è intervenuto l’on. Antonello Peru (Sardegna al centro), che ha parlato di “espressa contrarietà a questo disegno di legge perché mortifica il processo partecipativo. Tutti i principali attori della sanità sarda hanno partecipato ai lavori in commissione ma di questo patrimonio di idee non resta nulla in questo provvedimento. Voi tradite così lo spirito della democrazia partecipata e non c’è altro da aggiungere in ordine alla inutilità di questa riforma, che introduce novità già introdotte nella normativa vigente”. Secondo Peru “è incomprensibile che si parli di medicina territoriale e nemmeno un provvedimento sia stato adottato per questo né sulla programmazione sociosanitaria o sulle liste d’attesa. Perché non lo avete fatto? Perché il vostro obiettivo non è migliorare il livello qualitativo della Sanità sarda: il vostro obiettivo è politico e consiste nel rimuovere i direttori generali e commissariare le aziende sanitarie con personale di vostro riferimento. E’ questa la Sanità che volete? La Sanità del potere e del controllo delle poltrone?”.
Per Alice Aroni (Udc) “la scellerata fretta della presidente Todde ci porta a discutere sul nulla della sanità sarda ma adesso la presidente Todde potrà fare un passo falso invece che un passo indietro. La presidente può dire quello che vuole ma la riorganizzazione funzionale è una riforma, dovuta alla bulimia da incarichi. Non sono bastate le 24 poltrone da consulente già assegnate, ora arrivano altre dodici poltrone per completare lo spoil system. Perché non avete scritto un vero disegno di legge sulla Sanità e non questo squallido testo? Che senso aveva fare tutte le audizioni per poi presentare questo testo che viola la Costituzione perché non ci sono i presupposti per effettuare questo spoil system? I commissari che nominerete resteranno in causa sei mesi, un tempo che non basterà loro a capire i problemi e meno che mai a risolverli”.
Per Alleanza Sardegna l’on. Stefano Schirru ha preso la parola e ha detto: “Siamo all’ennesimo pasticcio eppure un anno fa ero ottimista. Invece no, i sardi sono allibiti per i ritardi della sanità pubblica sarda, per la lunghezza delle liste d’attesa. In un anno non è cambiato nulla. Anzi, è tutto peggiorato a fronte di 4,2 miliardi spesi per un sistema inefficiente. Siamo l’ultima regione d’Italia, caro assessore e bisognerebbe che qualcuno si facesse delle domande”. Per Schirru “questa leggina verrà approvata ma non terrà conto delle reali esigenze dei pazienti. Ai quali non importa il nome del manager ma che ci siano medici e che curino chi sta male”. Poi rivolto alla Giunta l’oratore ha detto: “Assessore Bartolazzi, mi rendo che questo non è il suo territorio. Si faccia aiutare dall’assessore Laconi, che ha diretto in modo esemplare per tanti anni il pronto soccorso del Policlinico di Monserrato”. Sull’Areus una chiusura: “Va potenziata, è l’unica azienda che sotto il Covid non ha avuto defezioni”. (c.c.)
Ivan Piras (FI) ha espresso perplessità sul Dl 40 («riforma che nasce come strutturale per poi diventata funzionale e finita come riforma commissariale» e anche sulla “urgenza” declarata nel testo («l’avete approvata d’estate in giunta ed è arrivata in commissione soltanto dopo l’Epifania»). «Il provvedimento – ha affermato l’esponente della minoranza – è carente in più parti, è inefficace, e non incide in nessuno dei problemi della sanità, è privo di azioni strategiche e non coglie le opportunità offerte dalla tecnologia per una rete digitale con il potenziamento della telemedicina». «E’ privo di pianificazione – ha concluso Piras – e per tutte queste ragioni vi chiediamo di ritirarlo».
Il consigliere Giuseppe Frau (UpT) ha difeso la proposta legislativa della Giunta e l’ha definita ”una riorganizzazione funzionale del sistema sanitario per una sanità distrutta dalle cattive riforme che negli anni si sono susseguite”. L’esponente della maggioranza ha quindi puntato il dito contro la precedente esperienza al governo del centrodestra («gli ultimi 5 anni della Giunta Solinas sono stati disastrosi») colpevole – a suo giudizio – “di aver fatto una controriforma che ha creato il caos e ha amplificato il dualismo tra Ares e Asl”. «Non ci si è occupati dei disagi dei pazienti – ha affermato Frau – e la responsabilità è anche degli attuali manager che hanno fallito missione e obiettivi, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Il consigliere del Campo Largo ha quindi elencato gli obiettivi del Dl 40 e si è detto d’accordo sul ritorno del Marino di Alghero alla Asl e all’accorpamento del Microcitemico col Brotzu. «Con questa legge – ha concluso l’eletto nella lista ispirata dalla presidente della Regione Todde – si definiscono meglio ruoli e funzioni delle Asl e si chiarisce la missione dell’assessorato, dell’Ares e delle Asl».
Il consigliere di Forza Italia, Piero Maieli ha affermato che quella in discussione “non è una riforma” e si è polemicamente complimentato con i 5 Stelle “hanno imparato presto ad esercitare il potere, superando persino il maestro e cioè il Pd”.
Il consigliere Corrado Meloni (FdI) ha definito il Dl 40 “una pseudo riforma promossa dall’assessore commissariato Bartolazzi”. A giudizio dell’esponente della minoranza “la sanità sarda è vissuta dai pazienti in modo drammatico e lo stesso vale per il personale del comparto sanitario”. «Il provvedimento – ha affermato Corrado Meloni – è rimasto chiuso nel cassetto perché tanti della maggioranza sono consci che è un testo debole e raffazzonato e non ha altra ragione di urgenza, se non quello della spartizione delle poltrone, anche alla luce della decadenza e della fine anticipata della legislatura». «L’impianto normativo – ha concluso l’onorevole eletto con Fratelli d’Italia – non reggerà l’urto dei ricorsi contro i commissariamenti e la presidente Todde da’ prova del suo fallimento politico dando seguito alla corsa alla poltrona».
«La relazione del relatore correva veloce sugli esiti delle audizioni ed invece ha insistito sulle parole del commissarimento, come a sottolineare la vera natura del provvedimento». Con questa considerazione il consigliere di Sardegna 20Venti, Stefano Tunis, ha introdotto il suo intervento per affermare che “che la legge stabilisce che il direttore della Asl risponde all’atto aziendale e che tale elemento non può essere sovvertito”. Facendo riferimento indiretto alla eventuale delibera per i commissariamenti, l’esponente della minoranza ha denunciato il rischio “di un suicidio collettivo della giunta di cui gli assessori risponderanno individualmente alla Corte dei conti”. Ed ha aggiunto, riferendosi ancora alla relazione di maggioranza: «Credo a quanto afferma, a proposito del sui disinteresse per le nomine commissariali, non sarà infatti affidato a lui questo compito, perché sono cose che avvengono in sedute molto più ristrette».
Critico anche l’intervento del consigliere FdI, Fausto Piga: «Questa non è una riforma sanitaria per il diritto alla salute ma una riforma che pensa solo al poltronificio in Sanità». «Il Dl 40 – ha affermato l’esponente della minoranza – parla di sanità ma non di salute e non c’è neppure un cenno ai problemi delle liste d’attesa, alla carenza del personale, alle criticità dei pronto soccorso, alle stabilizzazioni, ai concorsi e a come ridare dignità al personale delle strutture sanitarie».
A giudizio di Piga sorprendono i tempi con i quali si procede («meno male che era urgente, approvata d’estate la portate in Aula a febbraio»); i modi («sono vergognosi, tante audizioni che non sono servite perché non avete raccolto nessuno dei suggerimenti proposti dagli auditi») e i contenuti («è una legge manifesto che non dice come migliorare la vita e la salute dei sardi»).
«Questa legge – ha concluso – è l’ennesimo poltronificio Todde e dite di voler cambiare tutto per non cambiare nulla».
Il consigliere FdI, Franco Mula, ha invitato la maggioranza a evitare di rivolgersi continuamente alla passata legislatura («è passato un anno e non avete ancora fatto niente») e ha definito il Dl 40 “un libro dei sogni”. L’esponente della minoranza si è rivolto poi all’assessora Desirè Manca per ricordarne le colorite proteste quando sedeva nei banchi dell’opposizione: «Le situazioni che denunciava negli ospedali allora sono peggiorate e anche di molto».
Sulla riforma la considerazione è stata netta: «Non si cambiano gli atti aziendali, non ci sono risorse perché non è approvato il bilancio e allora mi chiedo come pensate di realizzare le cose che dite di voler fare per la sanità sarda».
La richiesta esplicita alla presidente della Regione è stata quella di dare attuazione al riequilibrio territoriale: «A Nuoro la delibera di 8 milioni per abbattere le liste d’attesa è rimasta lettera morta e i territori svantaggiati hanno bisogno di risorse dedicate e non di soldi nel calderone».
Il consigliere Gigi Rubiu (FdI) ha ricordato i numeri della sanità sarda (4 miliardi e mezzo di costi, 20mila dipendenti, un milione e 600mila sardi che hanno bisogno di cure) per contrapporli ad “una riforma senza risorse e che dunque non può cambiare niente”. «Una legge inutile – ha insistito l’esponente della minoranza – e mi preoccupa l’assenza di riferimenti ai servizi veterinari che restano esclusi dal provvedimento». Anche a giudizio di Rubiu l’unico obiettivo della norma sono i commissariamenti delle Asl: «Con questa norma non si migliora la gestione della sanità ma si regolano i conti tra i partiti della maggioranza e per questo vi invito a fermare l’esame del Dl 40». (A.M.)
Ha quindi preso la parola il consigliere Alessandro Sorgia (Misto) molto critico sul provvedimento: «La sanità sarda è paralizzata. Il bilancio del primo anno di governo è sconfortante – ha detto Sorgia – questa riforma non risolverà nulla». L’esponente della minoranza ha accusato la Giunta di non guardare agli interessi dei sardi: «L’unica cosa che vi interessa è la spartizione delle poltrone. Di questo si parla, principalmente, in questo provvedimento. Lei, presidente Todde, ha dato ordine di anteporre il commissariamento delle Asl all’approvazione della manovra finanziaria. Se fossi al suo posto mi vergognerei. Sono sicuro che anche i colleghi della maggioranza provano imbarazzo». Sorgia ha quindi preannunciato il suo voto contrario: «Questa norma sarà un disastro completo per la Sardegna. L’unico articolo condivisibile, quello che prevedeva l’implementazione dei Centri di assistenza e urgenza (Cau), è stato cassato dalla Commissione. Siete ancora in tempo per evitare questo scempio. Fermatevi».
Critico anche il consigliere Antonello Peru (Sardegna al Centro Venti20) che ha ribadito alcuni concetti espressi nella sua relazione di minoranza: «Che cosa rivoluzionano questi 15 articoli che ci proponete? – ha chiesto Peru – perché non vi impegnate a correggerla? Quando diciamo che questa riforma è inutile non facciamo il gioco delle parti, la Giunta poteva attuare quanto scrive nell’articolato. Poteva farlo con altri provvedimenti facendo riferimento alla riforma precedente. L’assessore può dare indirizzi ai direttori generali delle Asl, non c’è bisogno dei commissariamenti». Il consigliere di opposizione ha quindi ribadito l’invito a ripensarci: «Per quale motivo vi state incaponendo? Perché vi state infilando in un ginepraio? Molti di voi ne sono consapevoli: la nomina dei nuovi commissari delle Asl è un rischio. Sono sicuro che quel giorno ci saranno assessori che non si presenteranno in Giunta. Il pacchetto presentato svilisce la maggioranza. Qualcuno definisce il provvedimento “una leggina” a proposito della mancata richiesta di un parere al Cal. Allora perché si parla di riforma? In questa materia che riguarda la salute dei cittadini serve un ampio dibattito».
E’ quindi intervenuto il consigliere Diego Loi (Avs): «In questi anni si sono evidenziate le criticità del sistema sanitario – ha esordito l’esponente della maggioranza – non è corretto e intellettualmente sostenibile dire che i problemi della sanità siano recenti. E’ una questione atavica che ci portiamo dietro da anni, ognuno di noi vive questi problemi e ha il dovere di farsene carico». Diego Loi ha fatto poi riferimento alla riforma varata nella precedente legislatura con il ritorno alle otto Asl: «Oggi siamo nel 2025, i problemi li avevamo e continuiamo ad averli. Le soluzioni non sono state trovate. Questo è un tentativo, l’inizio di un percorso per cercare di cambiare le cose. La responsabilità più grande è quella di evitare di stressare il sistema introducendo elementi di radicale riforma e invece agire sulla riorganizzazione del sistema sanitario. I cittadini nonostante la riforma del 2020 continuano a sentirsi abbandonati. Oggi il dato certo è che è necessaria una rivoluzione organizzativa perché la situazione è diventata esplosiva».
Netta contrarietà al provvedimento ha espresso il capogruppo dei Riformatori Umberto Ticca: «Questa legge non serve a nulla, non serve a risolvere ciò che abbiamo a cuore, non migliorerà la qualità e la quantità dei servizi sanitari – ha detto Ticca – non dà nessuna speranza ai pazienti né ai medici che vogliono lavorare in un sistema efficiente». Ticca si è detto convinto che dentro il provvedimento non ci siano risposte alle richieste dei sardi. «Non vengono indicate nemmeno le risorse. Senza una dotazione finanziaria certa non si può sperare in uno strumento efficace – ha proseguito Ticca – la Commissione Sanità ha fatto un lungo lavoro sentendo decine di operatori e portatori di interesse. Niente di quanto è stato detto è stato inserito in legge». Il capogruppo dei Riformatori ha poi criticato la decisione di cassare l’articolo che prevedeva l’istituzione dei Centri di assistenza e urgenza e la decisione di andare avanti con i commissariamenti: «Su quest’ultimo punto ricordo che la legge dice che senza una riforma non si possono commissariare le Asl. Questa decisione espone la Regione a lunghi contenziosi». Critico anche con la decisione di potenziare le funzioni di Ares: «Non si può pensare di rafforzare un ente che non funziona. Questa legge non farà altro che creare ulteriore confusione».
Diametralmente opposto il giudizio di Lara Serra (M5S) che ha ringraziato Giunta e Commissione per il lavoro svolto: «La forza delle idee è data dai valori che le ispirano e le sorreggono – ha detto Serra – i valori costituzionali ci guidano nel prendere le nostre decisioni. Oggi parliamo di sanità, tema che merita una delicatezza ulteriore per gli impatti che ha sui cittadini, in particolare su quelli bisognosi di tutela. L’art 32 della Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse di tutta la comunità. Valori che devono ispirare ogni riforma mettendo al centro il benessere delle persone. La sanità non deve essere terreno di scontro ideologico». Serra ha ricordato che recenti indagini posizionano la Regione Sardegna agli ultimi posti a livello nazionale per il soddisfacimento dei LEA: «Ci sono dati allarmanti sugli ospedali, nostro improcrastinabile compito è cercare di migliorare il sistema per garantire un accesso equo alle cure e il potenziamento della sanità territoriale». Sulla spesa sanitaria, la consigliera dei Cinque Stelle ha detto: «Tra il 2021 e 2022 la spesa sanitaria in Sardegna è aumentata rispetto alla media nazionale, non è quindi un problema di risorse. Lo stato attuale della sanità impone una riorganizzazione complessiva, occorre garantire una programmazione più efficace perché ogni euro investito contribuisca a migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie». Lara Serra infine si è rivolta ai colleghi dell’opposizione: «C’è chi difende la riforma approvata nella scorsa legislatura. Mi chiedo però perché allora non sia stata attuata. Oggi di fronte al conclamato insuccesso di quell’impianto normativo non si può pretendere che l’attuale maggioranza mantenga lo status quo».
Ha quindi preso la parola il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu: «Voglio esprimere la mia vicinanza ai colleghi Canu, Serra e Loi che oggi hanno dovuto portare la croce – ha detto Truzzu – condivido in toto quanto hanno affermato, peccato che si tratti solo di filosofia». Il capogruppo di FdI ha quindi ricordato quanto detto in campagna elettorale dalla maggioranza che aveva escluso una riforma della sanità. «Una volta eletta, la presidente Todde ha annunciato provvedimenti forti per il sistema sanitario – ha affermato Truzzu – dubito che questo disegno di legge lo sia. Il percorso scelto lo dimostra: in Commissione si è presentato un provvedimento fantasma». Truzzu ha poi criticato la decisione di discutere la norma prima della manovra finanziaria e la mancata richiesta di un parere al Consiglio delle autonomie locali: «Manca inoltre il riferimento a una risorsa finanziaria ma poi si scopre che è previsto un incremento dei fondi per le Asl – ha rimarcato l’esponente di Fratelli d’Italia – in questa legge non si parla di problemi (liste d’attesa, sanità territoriale etc) l’unico obiettivo è il commissariamento dei direttori generali. Questo si poteva fare con una semplice delibera di Giunta».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha poi ricordato che, in ogni caso, non potranno essere nominati i nuovi commissari senza prima aver approvato la legge finanziaria: «Che senso ha tutto questo? Probabilmente solo creare nuove poltrone e gratificare gli amici. Questa è l’unica ragion d’essere di questo provvedimento. Avete ancora una possibilità per recuperare un minimo di credibilità. La cosa più sensata da fare è ritirare il Disegno di legge e portare in aula la manovra finanziaria». (Psp)

L’assessore Bartolazzi ha esordito nel suo intervento segnalando le ragioni che hanno portato a “una riforma funzionale della Sanità e con pragmatismo risponderò a ogni considerazione. Siamo tutti d’accordo sul fatto che sia necessario fare qualcosa di importante per risolvere problemi importantissimi. Intanto mi rivolgo all’onorevole Peru e dico che la governance probabilmente non ha interpretato bene la legge 20 o non ha risposto. Per non sbagliare abbiamo previsto la possibilità di commissariare le aziende sarde visto che la sanità sarda è la peggiore d’Italia”. Per l’assessore “non ci sono preconcetti e si deve lavorare insieme, sono venuto nudo e non ho persone da sistemare”. Poi una considerazione: “Ares diventerà sempre più agenzia di servizi quando le Asl inizieranno a funzionare. Per il resto benvenuto al dibattito, non credo che si possa risolvere il problema della sanità sarda mettendo cerotti. Piuttosto, lavorando sulla riorganizzazione generale i problemi si risolvono a domino, uno dietro l’altro”.
Il presidente Comandini ha dichiarato chiusa la discussione e ha messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazione di voto ha preso per primo la parola l’on. Alberto Urpi (Sardegna 20/20): “Voto contrario per una legge inutile, che non riforma proprio nulla: né le liste d’attesa né i precari della Sanità, né il servizio offerto ai pazienti, né la sanità territoriale- Una riforma che non sposta un euro ma cambia giusto i direttori generali”.
Così anche Alice Aroni (Udc): “Bartolazzi ha indicato la Sardegna come il terzo mondo, come il Sudan e questo non va bene, con tutto il rispetto per il Sudan. E ai consiglieri di maggioranza che suggeriscono modifiche vorrei chiedere come mai tutti questi buoni propositi non siano contenuti in questa riforma”.
Da Forza Italia l’onorevole Maieli: “Lo stile di Cinque stelle non cambia, l’assessore usa il caso della morte di una bambina di sette anni avvenuto ad Alghero su cui ci sono indagini e per etica professionale e non solo Bartolazzi non se lo può permettere”.
Per il consigliere Truzzu (FdI) “Bartolazzi merita il mio ringraziamento per la sua schiettezza, ha detto che questa riforma serve soltanto per commissariare ma non possiamo usare una disgrazia per affrontare questioni come queste. Dietro quel fatto c’è una sofferenza sulla quale dovremmo fare silenzio”.
Critiche anche da Stefano Schirru (Alleanza Sardegna): “Ares crea l’imbuto, non è possibile che le aziende sanitarie non abbiano autonomia” e da Franco Mula (FdI), che ha detto: “Il mancato funzionamento della Sanità sarda non dipende soltanto dai direttori generali ma quel che conta è che questa legge non riforma nulla se non consentire di cambiare i direttori generali”.
Dai Riformatori l’on. Giuseppe Fasolino: “Bartolazzi ha dimostrato di essere una persona onesta intellettualmente dichiarando che lo scopo di questa legge è cambiare i direttori generali”.
Per l’onorevole Corrado Meloni (FdI) “il riferimento al Sudan spiega l’atteggiamento paternalistico del simpatico Bartolazzi. Oltre a Rombo di tuono ormai è Scipione l’Africano”. Sempre da FdI l’’on. Gigi Rubiu ha detto: “E’ una riforma che sa di risentimento politico, ci risparmi l’assessore le battute e le ironie”.
L’on. Fausto Piga ha detto di “avere una certezza dopo l’intervento dell’assessore, questo è il poltronificio sanità per cambiare i commissari”. Ed è giusto cambiare il titolo della legge definendola la legge che commissaria le aziende sanitarie. Per questo ho presentato un emendamento”.
Invece per la Lega l’on. Sorgia ha evidenziato che “è abbastanza eloquente che per la maggioranza non intervenga nessuno a difesa di questa legge, soltanto 4 interventi a favore”.
A seguire, per Sardegna al centro l’on. Peru ha detto. “Che riforma è se non riforma?”.
L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e il presidente Comandini ha poi sospeso i lavori. Il Consiglio regionale si riunirà ancora giovedì, 27 febbraio, alle 10, sempre per discutere la riforma sanitaria, dopo che la commissione Sanità (che si riunirà domani alle 15.30) avrà valutato gli emendamenti. (C.C.)