INTERROGAZIONE N. 230/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 230/A

(Pervenuta risposta scritta in data 16/07/2025) e in data 17/07/2025)

INTERROGAZIONE PIGA – TRUZZU – CERA – FLORIS – MASALA – MULA – RUBIU – USAI – MELONI Corrado, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di portare ad esaurimento, mediante il loro completo scorrimento, le vigenti graduatorie per il profilo di operatori socio sanitari (OSS), a tempo indeterminato, a salvaguardia delle legittime aspettative degli idonei e sulle criticità di attuazione dei cantieri occupazionali OSS, di cui all’articolo 13 della legge regionale n. 13 del 2024.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– la Regione ha il dovere imprescindibile di garantire una sanità pubblica che funzioni e offra a tutti i sardi, bisognosi di cure, i necessari livelli essenziali di assistenza (LEA) e di tutela della propria salute;
– l’adeguato accesso alle cure passa necessariamente dall’erogazione di servizi sanitari commisurati alle effettive esigenze delle varie comunità locali e dei diversi territori dell’Isola e non può prescindere da una adeguata e diffusa disponibilità di personale sanitario e di strutture di assistenza;
– il comparto sanitario sardo è attualmente in una situazione di estrema difficoltà, con numerosi reparti ospedalieri in gravissima sofferenza, a causa di carenze di personale, sia medico che infermieristico oltre che afferente alle funzioni riabilitative e soprattutto socioassistenziali, non più in grado di assicurare l’imprescindibile esigenza di offrire ai pazienti i su menzionati livelli essenziali di assistenza;
– durante la precedente legislatura il Consiglio regionale, al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e ridurre i tempi di attesa, ha approvato delle norme che autorizzavano l’incremento della spesa sanitaria, eccedendo i limiti previsti dalla normativa nazionale e su tale decisione è stata sollevata una questione di legittimità dinnanzi alla Corte costituzionale;
– la Consulta, con sentenza n. 141 del 22 luglio 2024, ha dichiarato la non fondatezza delle questioni di legittimità costituzionale sollevate rispetto all’articolo 56 della legge regionale 23 ottobre 2023, n. 9 (Disposizioni di carattere istituzionale, ordinamentale e finanziario su varie materie) ed all’articolo 5, comma 1, della legge regionale 29 dicembre 2023, n. 21 (Modifiche alla legge regionale n. 17 del 2023, alla legge regionale n. 9 del 2023 e alla legge regionale n. 1 del 2023);
– il finanziamento integrale degli oneri del servizio sanitario regionale, a carico del bilancio sardo, secondo la Corte costituzionale, comporta il venir meno di condizioni che possano far ritenere l’applicazione dei vincoli di finanza pubblica, imposti dalla legislazione statale, ossia la sottoposizione a un piano di rientro dal disavanzo finanziario in materia sanitaria o la compromissione dei livelli essenziali delle prestazioni, pertanto lo Stato non può intervenire con norme di coordinamento finanziario che incidano sulla competenza regionale nella allocazione della spesa sanitaria;
– alla luce di tale suddetto pronunciamento, la Regione può, con proprie risorse, definire la spesa sanitaria necessaria a soddisfare i bisogni della popolazione spendendo oltre i limiti previsti dalla normativa nazionale, con un conseguente potere decisionale anche rispetto alla programmazione del fabbisogno di personale e del potenziamento degli organici, sia negli ospedali che nelle strutture sociosanitarie territoriali;

EVIDENZIATA la carenza di operatori socio sanitari nelle varie Aziende sanitarie locali (ASL) della Regione e, nel contempo, la contestuale ed attuale disponibilità di graduatorie vigenti per tale ultima figura professionale menzionata, derivanti dall’espletamento di pubbliche procedure di stabilizzazione e concorsuali così come di seguito elencate:
– graduatoria per titoli e colloqui numero quarantasette posti legge omnibus per le esigenze di ARNAS G. Brotzu e Azienda ospedaliera universitaria (AOU) di Cagliari, scadenza 31 dicembre 2025;
– graduatoria del Policlinico di Monserrato, ripartita su due graduatorie, di priorità e di non priorità, destinate a consentire la stabilizzazione di tutti gli operatori sociosanitari che hanno prestato servizio nel periodo legato all’emergenza Covid, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2025;
– graduatoria della ASL n. 8, con soli ventisei candidati al suo interno da stabilizzare, con scadenza 31 dicembre 2025;
– graduatoria Azienda regionale della Salute (ARES), ove sono presenti circa duemila candidati idonei (vedasi determinazione dirigenziale ARES n. 3037 del 11 ottobre 2022, parzialmente rettificata con la determinazione n. 3283 del 3 novembre 2022, inerente il pubblico concorso, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di n. 57 posti di “operatore socio sanitario, area degli operatori”);

RIMARCATO che:
– tutte le graduatorie di stabilizzazione, attualmente vigenti, prevedono il requisito di almeno diciotto mesi di servizio, maturati durante il periodo dell’emergenza pandemica da Corona virus, per cui la loro validità, già prorogata in forza della legge regionale 19 luglio 2024, n. 10 (Disposizioni in materia di proroga dei termini di validità delle graduatorie), scadrà definitivamente al 31 dicembre 2025, dopodiché sarà impossibile attingere ulteriormente in base ai requisiti legati al periodo di lavoro, maturato durante l’emergenza Covid, con l’inevitabile conseguenza che molti operatori socio sanitari perderanno il diritto già maturato e la legittima aspettativa di poter essere finalmente inseriti e stabilizzati all’interno del servizio sanitario regionale;
– la vigente normativa nazionale e regionale dispone che i vincitori di concorso pubblico hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato mentre gli idonei possono essere assunti mediante scorrimento di graduatoria anche da altri enti pubblici;
– il numero degli OSS, idonei e in possesso dei requisiti per la stabilizzazione, presso le strutture sanitarie regionali, in quanto regolarmente inseriti nelle vigenti graduatorie che sono attualmente in attesa di scorrimento, ammonterebbe a circa centocinquanta unità complessive, ripartite tra: Policlinico di Monserrato trenta operatori; Arnas-Brotzu circa quindici operatori; Asl 8 di Cagliari cinquanta operatori; Asl 5 di Oristano venti operatori, Medio Campidano tredici operatori; Asl del nord Sardegna per la restante parte;

DATO ATTO che:
– adducendo la motivazione del raggiunto limite della capacità assunzionale, la Regione, ha recentemente stabilito di non procedere con l’utilizzo delle graduatorie vigenti ma ha invece preferito mettere in piedi, in via sperimentale, cantieri occupazionali, rivolti a disoccupati in possesso di qualifica professionale di OSS, attraverso selezioni affidate all’Agenzia sarda per le Politiche Attive del Lavoro (ASPAL), in collaborazione con le aziende del Servizio sanitario regionale, per assunzioni della durata pari a otto mesi, senza possibilità di rinnovo, presso le diverse ASL regionali;
– all’interno della legge regionale n. 13 del 2024 è stato pertanto inserito, all’articolo 13, comma 1, lo stanziamento di risorse finanziarie, significative, per l’attivazione di cantieri occupazionali sperimentali, attraverso cui assumere operatori socio-sanitari, da destinare alle diverse ASL della Sardegna, con contratto di lavoro a tempo determinato, per otto mesi, non rinnovabile, la cui selezione è stata affidata all’ASPAL, con esclusione dal reclutamento di quei lavoratori che, benché in possesso di qualifica professionale OSS, fossero risultati già occupati al momento della procedura selettiva in questione. Inoltre, per le assunzioni in argomento, non è stato previsto l’utilizzo delle vigenti graduatorie ARES, a tempo indeterminato, inerenti i medesimi profili professionali;

APPURATO che:
– alla Giunta regionale è stato affidato il compito di definire i criteri e le modalità di attuazione dell’intervento in oggetto, mediante apposita deliberazione adottata su proposta dell’Assessore competente in materia di lavoro, d’intesa con l’Assessore competente in materia di sanità;
– è stata all’uopo autorizzata una spesa di 9 milioni di euro per l’anno 2024 e di 4,5 milioni di euro per gli anni 2025 e 2026, da destinarsi all’attivazione dei cantieri occupazionali sperimentali in corso di trattazione;
– ai fini della necessaria copertura finanziaria, è stato stabilito anche l’utilizzo delle risorse, precedentemente destinate ai cantieri occupazionali, da attivarsi presso i comuni, e loro forme associative, che avrebbero consentito l’assunzione di disoccupate e disoccupati, in possesso di laurea, per la realizzazione di progetti territoriali di recupero del patrimonio archeologico ed interventi di efficientamento energetico;
– in data 1° maggio 2025 hanno avuto effettivo avvio i progetti occupazionali mediante cantieri sperimentali, per le assunzioni di operatori socio sanitari attraverso l’ASPAL, da destinare, per un periodo di otto mesi non rinnovabili, presso le diverse ASL della Sardegna;

SOTTOLINEATO che:
– i cantieri sperimentali per OSS, che l’Assessorato regionale del lavoro, di concerto con l’Assessorato regionale della sanità, hanno posto in essere, non trovano alcun riscontro giuridico sia nella disciplina regionale che in quella nazionale vigente in materia di personale sanitario;
– di converso, il principio generale previsto in Costituzione (articolo 97, quarto comma) stabilisce che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante pubblico concorso e, in armonia con tale disposizione costituzionale, l’articolo 36, comma 2, decreto legislativo 30 marzo 2001, 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), coerentemente, stabilisce che, per prevenire fenomeni di precariato e per eventuali assunzioni temporanee, le amministrazioni pubbliche sottoscrivono contratti a tempo determinato con i vincitori e gli idonei delle proprie graduatorie vigenti per concorsi pubblici a tempo indeterminato, ferma restando la salvaguardia della posizione occupata dai vincitori e dagli idonei, nella graduatoria per le assunzioni a tempo indeterminato, oggetto di utilizzo;
– alle vigenti graduatorie per operatori socio-sanitari, fondate su requisiti nazionali, maturati durante l’emergenza Covid, nonché sul merito, in quanto derivanti da pubblico concorso, e da cui si potrebbe attingere per assunzioni stabili, sono state preferite nuove forme di precariato attraverso cantieri sperimentali, basati su parametri reddituali e di anzianità di disoccupazione, che non solo non risolvono i problemi della sanità regionale ma, in alcun modo, neanche quelli della disoccupazione in Sardegna;
– la succitata azione crea senza dubbio una condizione di ingiustizia verso coloro che hanno legittimamente maturato i requisiti nazionali durante l’emergenza Covid e verso coloro che hanno superato un concorso pubblico e attendono un’assunzione a tempo indeterminato, ledendo in siffatto modo le legittime aspettative di stabilità professionale;
– con l’introduzione di un sistema di assunzioni a tempo determinato si genera ulteriore precariato, all’interno del settore sanitario isolano, contravvenendo alle necessità di stabilità e professionalizzazione dei lavoratori, il quale rischia di essere inefficace nel lungo termine, poiché non più rispondente, in modo adeguato, alla necessità di superare la carenza di personale in maniera strutturale e duratura;

OSSERVATO che dopo l’avvio dei su citati cantieri sperimentali per l’assunzione di OSS, attraverso i centri per l’impiego dell’ASPAL, sono emerse importanti criticità, tra cui spiccano le seguenti:
– i circa centocinquanta operatori socio sanitari assunti e che hanno operato durante il periodo pandemico, legato al Covid-19, non hanno beneficiato del rinnovo del proprio contratto di lavoro a causa dell’avvio dei cantieri OSS sperimentali;
– dei circa duemila operatori attualmente impiegati all’interno dei cantieri sperimentali OSS solo centosessanta farebbero parte della graduatoria del concorso a cui era stato inizialmente riservato il 60 per cento dei posti;
– i cantieri sanitari per assunzioni temporanee attraverso i centri per l’impiego dell’ASPAL, rivolti a disoccupati professionalmente qualificati, ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale n. 13 del 2024, dovrebbero essere rivolti alla realizzazione di specifici progetti, di integrazione socio-sanitaria e, pertanto, aggiuntivi e di supporto ai servizi ordinari di assistenza e cura, all’interno dei presidi ospedalieri ma, in concreto, ciò non sta accadendo in quanto tali risorse professionali “sperimentali” vengono di fatto utilizzate come operatori facenti parte dell’organico ordinario, in sostituzione perciò del personale vacante che dovrebbe, invece, essere assunto attraverso lo scorrimento delle graduatorie vigenti per tale profilo professionale le quali, al contrario, stanno subendo un evidente ed incomprensibile rallentando con il rischio di arrivare a scadenza senza che siano state definitivamente esaurite;
– gli operatori impiegati nelle strutture sanitarie, assunti tramite i centri per l’impiego dell’ASPAL, nell’ambito dei cantieri sanitari sperimentali (ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale n. 13 del 2024), segnalano di essere sottoposti a un grave e ingiustificato sovraccarico di lavoro. Questi contratti, di natura temporanea e non rinnovabile (durata: otto mesi), erano rivolti a disoccupati professionalmente qualificati e prevedevano lo svolgimento di funzioni specifiche e aggiuntive, legate ai progetti sperimentali. Tuttavia, nella pratica, tali operatori vengono sistematicamente impiegati nei reparti ospedalieri per coprire carenze strutturali di organico, in particolare la mancanza di personale OSS regolarmente assunto. In tale contesto, viene loro richiesto di svolgere attività ordinarie di assistenza ai pazienti ricoverati. Talvolta, durante il medesimo turno di servizio, gli OSS di cui trattasi vengono sballottati da un reparto all’altro in base alle necessità non soddisfatte dal personale ordinario. Chi ha provato a far valere i propri compiti, inerenti al progetto assegnato, ha ricevuto richiami verbali da parte della direzione, che sostiene che il contratto sottoscritto, in qualità di OSS, non prevede distinzioni di impego tra operatori strutturati o temporanei, neppure con riguardo ai progetti sperimentali di cui ai cantieri ASPAL, imponendo perciò l’esecuzione delle medesime mansioni previste per il personale assunto stabilmente;
– per tali ragioni una parte degli idonei, inseriti nelle graduatorie del pubblico concorso, per cinquantasette posti OSS, indetto da ARES, ha promosso un ricorso presso il TAR della Sardegna per contestare l’improprio l’utilizzo dei cantieri lavoro sperimentali per OSS in quanto di fatto, si elude lo scorrimento di regolari e vigenti graduatorie, redatte a seguito di pubblico concorso e di stabilizzazione, mortificando la professionalità maturata e favorendo, invece, assunzioni di soggetti selezionati sulla base dei soli requisiti reddituali e non di merito, attraverso i centri per l’impiego dell’ASPAL;

CONSIDERATO che:
– in presenza delle commissioni sanità e lavoro presso il Consiglio regionale si è tenuta una importante riunione, a cui ha preso parte anche una delegazione degli operatori socio sanitari inseriti nelle graduatorie di idonei e in attesa di stabilizzazione, da cui è scaturita la volontà dell’Amministrazione regionale di procedere alla stabilizzazione di tutto il personale OSS in possesso dei requisiti di legge, previa riorganizzazione complessiva della capacità assunzionale in campo sanitario;
– in conseguenza di tale impegno, ha preso avvio un processo di ricognizione generale dei fabbisogni complessivi regionali il cui esito conclusivo era atteso per il 31 maggio 2025;

RITENUTA di elevata importanza la vertenza promossa dagli operatori socio sanitari inseriti nelle graduatorie di idonei in attesa di stabilizzazione all’interno del sistema sanitario regionale, in quanto legittima e pienamente fondata, e di dover sollevare nel contempo il problema, denunciato dai di-retti interessati, circa l’improprio utilizzo degli operatori socio sanitari, assunti tramite i centri per l’impiego dell’ASPAL, (nell’ambito dei cantieri sanitari sperimentali ai sensi dell’articolo 13 della legge regionale n. 13 del 2024), al fine di assolvere ad attività ordinarie e di assistenza ai pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie, sopperendo così alla problematica inerente la carenza strutturale di organico, in particolare la mancanza di personale OSS, che dovrebbe invece essere affrontata e risolta mediante stabilizzazione degli idonei inseriti nelle rispettive vigenti graduatorie, le quali attendono di essere portare ad esaurimento prima della loro scadenza e dallo scorrimento delle graduatorie di pubblico concorso per gli idonei con profilo di operatori socio sanitari (OSS), attualmente vigenti, per assunzioni a tempo indeterminato,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione, l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza della sentenza n. 141 del 22 luglio 2024 della Corte costituzionale, la qua-le ha chiarito che la Regione, facendo gravare interamente sul proprio bilancio il costo del Servizio sanitario regionale, può spendere oltre i limiti previsti dalla normativa nazionale, con conseguente autonomia decisionale, anche rispetto alla programmazione del fabbisogno del personale sanitario;
2) se la Giunta regionale intenda operare, in coerenza con la sentenza della Corte costituzionale e la vigente normativa nazionale;
3) se la Giunta regionale intenda procedere alla stabilizzazione degli operatori socio sanitari in possesso dei requisiti per la stabilizzazione e regolarmente inseriti nelle relative graduatorie, la cui scadenza è definitivamente fissata al 31 dicembre 2025, periodo dopo il quale sarà impossibile prendere in considerazione i requisiti legati al periodo di lavoro, maturato durante l’emergenza Covid, con l’inevitabile conseguenza per molti operatori socio sanitari di perdere l’occasione di poter essere stabilizzati all’interno del servizio sanitario regionale;
4) quali azioni siano state previste al fine di garantire il completo scorrimento delle graduatorie di idonei per la stabilizzazione degli OSS, prima della loro scadenza prevista per il 31 dicembre 2025;
5) quali siano le azioni che la Giunta regionale intende porre in essere per evitare che i cantieri occupazionali sperimentali OSS non siano di ostacolo per l’assunzione a tempo indeterminato di operatori socio sanitari che attendono legittimamente lo scorrimento delle relative graduatorie tuttora vigenti;
6) quali siano le ragioni che hanno portato a stabilire una durata di 8 mesi per i cantieri occupazionali sperimentali e se ciò implichi che anche la riorganizzazione della capacità assunzionale si estenderà per lo stesso periodo;
7) quali tempi sino previsti, alla luce della riorganizzazione della capacità assunzionale del sistema sanitario regionale, stante la conclusione del processo di ricognizione dei fabbisogni complessi-vi, al fine di potenziare gli organici per poter rispondere alle improrogabili emergenze del settore sanitario e alla carenza cronica di personale nelle strutture ospedaliera e di assistenza territoriale;

8) quali misure siano previste al fine di assicurare che la sperimentazione dei cantieri occupazionali in sanità non comprometta ulteriormente i diritti dei lavoratori che, sono presenti nelle graduatorie di stabilizzazione succitate e i partecipanti idonei al concorso ARES per operatore socio-sanitario, visto e considerato che le relative graduatorie hanno una durata temporale limitata e quali iniziative si intendano avviare per impedire che l’impiego del personale assunto tramite cantieri sanitari sperimentali eluda le normative sull’accesso al pubblico impiego e sulle assunzioni per concorso;
9) in che modo si intenda garantire che i progetti, previsti nei cantieri sperimentali sanitari, siano effettivamente aggiuntivi e non i medesimi delle funzioni ordinarie assegnate al personale strutturato.

Cagliari, 3 luglio 2025

MOZIONE N. 55

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 55

CANU – CASULA – PIZZUTO sull’ avvio di collaborazione per la fornitura di servizi medici e sanitari con accordo quadro tra la Regione e le associazioni mediche straniere.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– in Sardegna, nel 2025, si registra una significativa carenza di medici, sia di medicina generale che ospedalieri, con un terzo delle sedi dei medici di famiglia ancora vacanti a fine marzo;
– secondo la fondazione Gimbe in Sardegna, tra il 2019 e il 2022 i medici di famiglia si sono ridotti del 34,2 per cento (Sardegna al primo posto tra le regioni), dati dell’Azienda regionale della salute (ARES) denotano la mancanza di più di quattrocento sessantasette medici di medicina generale, in particolare, la copertura è pari al solo 60 per cento nell’oristanese e al 56 per cento nel nuorese, con gravi carenze anche negli altri territori. Inoltre, entro il 2026, per raggiungimento dell’età pensionabile verranno a mancare ulteriori venti medici di medicina di famiglia, un quadro alquanto preoccupante per i prossimi anni;
– nel 2025, si prevede una carenza grave di medici ospedalieri in tutto il Sistema sanitario regionale (SSR), con un ammanco intorno alle millecentocinquantaquattro unità secondo un dossier del sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani Anaao Assomed. Le specialità più colpite dovrebbero essere anestesia e rianimazione, chirurgia generale, medicina d’urgenza, oncologia e pediatria, con numeri che potrebbero essere leggermente migliorati con l’aumento dei contratti;
– entro il 2027 mancheranno duemila medici in Sardegna e ancor più numerosa sarà la carenza di infermieri, categoria penalizzata da un enorme numero di pensionamenti;

CONSIDERATO che:
– l’Unione europea coopera sulle questioni relative alla salute con i paesi al di fuori dell’Unione europea per promuovere la buona salute per tutti e sostenere dei principi, dei livelli e una legislazione di alta qualità in materia di sanità pubblica e mantiene accordi bilaterali di partenariato e cooperazione con molti paesi di tutto il mondo. Questi accordi stabiliscono un quadro generale per la collaborazione nel settore della salute pubblica;
– la legge 30 giugno 2004, n. 187 (Ratifica ed esecuzione dell’Accordo euromediterraneo che istituisce un’Associazione tra la Comunità europea ed i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica algerina democratica e popolare, dall’altra, con Allegati, Protocolli, Dichiarazioni ed Atto finale, fatto a Valencia il 22 aprile 2002), o meglio il decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145 (Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali) (Decreto Flussi), ha prorogato fino al 31 dicembre 2027 la possibilità per medici e altri professionisti sanitari extracomunitari di esercitare temporaneamente in Italia, in deroga alle normali procedure di riconoscimento dei titoli esteri. Tale deroga permette ai medici extra Unione europea di esercitare la professione in Italia in base a una qualifica professionale conseguita all’estero, senza la necessità di un previo riconoscimento del titolo. La deroga è valida per le strutture sanitarie o socio-sanitarie che necessitano di personale qualificato;
– l’articolo 13 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19) in deroga agli articoli 49 e 50 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 (Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) e alle disposizioni del decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206 (Attuazione della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, nonché della direttiva 2006/100/CE che adegua determinate direttive sulla libera circolazione delle persone a seguito dell’adesione di Bulgaria e Romania), è consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie;
– l’accordo attuativo denominato “Primo Contratto Collettivo ed Attuativo dell’accordo quadro sottoscritto in data 17 agosto 2022” tra la Regione Calabria e la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A. (CSMC S.A.) che ha portato all’arrivo di circa quattrocento medici cubani e che tale azione è stata considerata essenziale per far fronte alla carenza di personale medico e per mantenere in funzione reparti e interi presidi, soprattutto nelle zone interne,

impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

1) ad avviare una collaborazione con accordo quadro tra la Regione e CSMC S.A.;
2) a ricercare analoghi accordi bilaterali anche con altri paesi extra Unione europea, con le medesime finalità, sino a che il fabbisogno di professionisti per il Servizio sanitario regionale sarà critico come attualmente, con l’obiettivo di reclutare temporaneamente professionisti per colmare i vuoti di organico attualmente presenti nelle varie strutture pubbliche sanitarie della Regione;
3) a farsi temporaneamente carico del supporto logistico necessario per rendere efficace l’inserimento lavorativo di tali medici.

Cagliari, 2 luglio 2025

Scorrimento delle graduatorie e assunzioni a tempo interminato degli OSS, interrogazione di Fratelli d’Italia

Stabilizzare subito i 150 operatori sociosanitari (Oss), che hanno maturato i diritti durante il periodo del Covid, far scorrere le graduatorie vigenti per gli Oss e assumere a tempo indeterminato il maggior numero di idonei. Sono queste in sintesi le richieste dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, formulate attraverso una interrogazione, in cui bocciano i cantieri occupazionali sperimentali Oss. Il testo, che sarà portato all’esame dell’Aula appena possibile e che dovrebbe trovare la condivisione degli altri partiti di minoranza, agli assessori della Sanità, Armando Bartolazzi, e del Lavoro, Desirè Manca, ognuno per la parte di competenza, “se siano a conoscenza della Sentenza n. 141 del 22/07/2024 della Corte Costituzionale la quale ha chiarito che la Regione autonoma della Sardegna, facendo gravare interamente sul proprio bilancio il costo del Servizio Sanitario regionale, può spendere oltre i limiti previsti dalla normativa nazionale, con conseguente autonomia decisionale, anche rispetto alla programmazione del fabbisogno del personale sanitario; se la Giunta regionale intenda operare, in coerenza con le sentenze della Corte Costituzionale e la normativa nazionale; se la Giunta regionale intende procedere alla stabilizzazione degli Operatori Socio Sanitari in possesso dei requisiti per la stabilizzazione e regolarmente inseriti nelle relative graduatorie la cui scadenza è definitivamente fissata al 31 dicembre 2025, periodo dopo il quale sarà impossibile prendere in considerazione i requisiti legati al periodo di lavoro, maturato durante l’emergenza Covid, con l’inevitabile conseguenza per molti Operatori Socio Sanitari di perdere l’occasione di poter essere stabilizzati all’interno del servizio sanitario regionale; quali azioni siano previste al fine di garantire il completo scorrimento delle graduatorie di idonei per la stabilizzazione degli OSS, prima della loro scadenza prevista per il 31 dicembre 2025; quali siano le azioni che la Giunta regionale intenda fare per evitare che i Cantieri Occupazionali sperimentali OSS non siano di ostacolo per l’assunzione a tempo indeterminato di Operatori SocioSanitari che attendono legittimamente lo scorrimento delle relative graduatorie tuttora vigenti; quali siano le ragioni che hanno portato a stabilire una durata di 8 mesi per i cantieri occupazionali sperimentali e se ciò implichi che anche la riorganizzazione della capacità assunzionale si estenderà per lo stesso periodo; quali tempi siano previsti alla luce della riorganizzazione della capacità assunzionale del sistema sanitario regionale, stante la conclusione del processo di ricognizione dei fabbisogni complessivi, al fine di potenziare gli organici per poter rispondere alle improrogabili emergenze del settore sanitario e alla carenza cronica di personale nelle strutture ospedaliera e di assistenza territoriale; quali misure siano previste al fine di assicurare che la sperimentazione dei Cantieri occupazionali in sanità non comprometta ulteriormente i diritti dei lavoratori che sono presenti nelle graduatorie di stabilizzazione succitate e i partecipanti idonei al concorso Ares per operatore socio sanitario, visto e considerato che le relative graduatorie hanno una durata temporale limitata e quali iniziative intendano avviare per impedire che l’impiego del personale assunto tramite cantieri sanitari sperimentali eluda le normative sull’accesso al pubblico impiego e sulle assunzioni per concorso; e in che modo si intenda garantire che i progetti previsti nei cantieri sanitari siano effettivamente aggiuntivi e non sostitutivi delle funzioni ordinarie assegnate al personale strutturato”.
L’interrogazione è stata illustrata, oggi, nel corso di una conferenza stampa dai proponenti. Il primo firmatario, il consigliere Fausto Piga, ha sottolineato che la Giunta ha illuso “gli angeli del Covid” parlando di una stabilizzazione che ancora non è arrivata e che potrebbe non arrivare se si supererà il termine del 31 dicembre 2025, data ultima per il riconoscimento dei requisiti dei 150 Oss. Piga, ma anche i consiglieri Paolo Truzzu, Emanuele Cera, Franco Mula, Gianluigi Rubiu, e Corrado Meloni, sono stati fortemente critici sulla gestione della sanità da parte della Giunta e hanno sottolineato l’impatto negativo dei cantieri occupazionali di 8 mesi, che stanno solo creando confusione e alimentando il precariato. Soltanto nella graduatoria dell’Ares, hanno spiegato i firmatari del testo, ci sono 2000 idonei: non c’è alcuna ragione per continuare a alimentare il precariato con i cantieri, hanno detto, invece di assumere dalle graduatorie vigenti. “Bisogna smettere di giocare sulla pelle dei disoccupati”, ha detto Piga, “la scelta di non stabilizzarli non è legata a problemi di risorse, ma è una scelta politica del Campo largo”.

INTERROGAZIONE N. 229/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 229/A

INTERROGAZIONE CASULA – PIZZUTO – CANU, con richiesta di risposta scritta, in merito alla gestione del patrimonio costituito dai minerali naturali estraibili e alla programmazione delle attività estrattive nel territorio regionale.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– al fine di poter elaborare proposte finalizzate ad una migliore gestione del patrimonio costituito dai minerali naturali estraibili, risulta necessario disporre dei dati sulla estensione delle singole attività estrattive in esercizio, sulla quantità delle singole tipologie di materiali estratti e da chi, se vi siano piani di recupero delle concessioni cessate;
– è importante comprendere come tali attività siano o meno inserite in una pianificazione territoriale coerente, e se siano soggette a criteri ambientali e di sostenibilità;
– un utilizzo più trasparente, efficiente e pianificato delle risorse minerarie regionali contribuirebbe non solo alla tutela ambientale e paesaggistica, ma anche ad un miglior equilibrio tra sviluppo economico locale e protezione del territorio;
– la legge regionale 7 giugno 1989, n. 30 (Disciplina delle attività di cava), e successive modifiche ed integrazioni, disciplina in Sardegna la pianificazione, l’autorizzazione e il controllo delle attività estrattive attraverso l’adozione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE);
– il PRAE è lo strumento che individua le aree idonee per le attività estrattive e stabilisce le prescri-zioni tecniche per le concessioni, i piani di ripristino ambientale e le modalità di monitoraggio post-attività;
– la legge prevede che ogni attività estrattiva debba essere iscritta in un catasto regionale aggior-nato annualmente, e che le concessioni cessate siano oggetto di obbligo di recupero ambientale finalizzato al ripristino delle funzionalità ecologiche;

CONSIDERATO che:
– il settore estrattivo ha un impatto rilevante su ambiente, economia e salute, ed è spesso al centro di criticità legate all’assenza di aggiornamento dei dati, alla scarsa trasparenza nei procedimenti autorizzativi e alla mancanza di monitoraggio post-attività;
– la mancanza di un quadro conoscitivo aggiornato limita fortemente la possibilità di attuare una gestione sostenibile e integrata delle risorse estrattive;

SOTTOLINEATO che:
– in Sardegna numerose aree estrattive dismesse o attive rappresentano un patrimonio ambientale, geologico e paesaggistico significativo, che necessita di tutela e valorizzazione pubblica;
– l’assenza di una strategia regionale aggiornata potrebbe favorire concessioni non coerenti con gli obiettivi di salvaguardia del paesaggio, delle risorse idriche e della biodiversità, esponendo territori fragili a sfruttamento intensivo;
– il PRAE deve essere allineato con il Piano paesaggistico regionale (PPR) e i vincoli comunitari e ambientali, come previsto dalla normativa vigente;

RITENUTO che tutte le attività estrattive debbano essere sottoposte a verifiche periodiche sull’effettiva sostenibilità ambientale, economica e sociale, e che la Regione debba promuovere un aggiornamento trasparente del PRAE, coinvolgendo i comuni e le comunità locali;

EVIDENZIATO che:
– la legge regionale n. 30 del 1989, il decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 117 (Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE), il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) e le direttive comunitarie in materia ambientale e paesaggistica impongono obblighi di recupero, monitoraggio e pianificazione integrata,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’industria per sapere:
1) se esista un censimento aggiornato delle attività estrattive attualmente in esercizio nel territorio regionale, con relativa estensione, titolarità e tipologia dei materiali estratti;
2) se siano stati attivati controlli sull’ottemperanza ai piani di recupero ambientale nelle concessioni cessate e se siano previsti interventi sanzionatori in caso di inadempienza;
3) se la Giunta regionale intenda procedere all’aggiornamento del PRAE, tenendo conto delle esigenze di tutela ambientale e di coerenza con la legge regionale n. 30 del 1989, il PPR, e la normativa statale e comunitaria.

Cagliari, 1° luglio 2025

INTERROGAZIONE N. 228/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 228/A

INTERROGAZIONE SORGIA, con richiesta di risposta scritta, in merito all’inadeguatezza della risposta aerea durante l’incendio del 29 giugno 2025 ad Alghero e sull’esigenza di istituire una base operativa per mezzi aerei antincendio nel nord-ovest della Sardegna.

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Il sottoscritto,

PREMESSO che:
– in data 29 giugno 2025, un devastante incendio ha colpito l’agro del Comune di Alghero, in particolare l’area di Santa Maria La Palma, minacciando l’aeroporto, costringendo all’evacuazione numerose famiglie e causando ingenti danni a colture, aziende agricole e infrastrutture;
– a causa del fumo e della vicinanza delle fiamme alle piste, l’aeroporto è stato temporaneamente chiuso e diversi voli sono stati dirottati su Cagliari, con ripercussioni sul traffico passeggeri e notevoli disagi;
– il primo velivolo Canadair è intervenuto con un ritardo significativo, partendo dalla base di Genova, nonostante tre mezzi risultino stanziati presso l’aeroporto di Olbia, due dei quali impegnati su altri incendi e il terzo apparentemente non attivato;

CONSIDERATO che:
– il nord-ovest della Sardegna, in particolare il territorio di Alghero, rappresenta una zona ad altissima densità turistica e agricola e risulta esposto, ogni estate, a incendi boschivi e di interfaccia;
– la concentrazione dei mezzi aerei esclusivamente su Olbia genera uno squilibrio territoriale nella risposta alle emergenze, lasciando aree vaste senza copertura tempestiva;
– la presenza di una base operativa permanente ad Alghero per mezzi aerei antincendio (Canadair ed elicotteri pesanti) garantirebbe una risposta più rapida ed efficace nella prima fase cruciale di un incendio, riducendo danni ambientali, economici e rischi per la popolazione;
– la Regione ha competenze fondamentali nella pianificazione delle attività di prevenzione e lotta attiva agli incendi, anche in raccordo con il Dipartimento nazionale della Protezione Civile;

TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO,

chiede di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente, ciascuno per quanto di competenza, per sapere:
1) se siano a conoscenza dei gravi ritardi registrati nell’attivazione dei mezzi aerei durante l’incendio del 29 giugno ad Alghero e quali spiegazioni siano state fornite in merito alla mancata attivazione del terzo Canadair stanziato a Olbia;
2) se intendano promuovere, con urgenza, l’istituzione di una base operativa permanente per mezzi aerei antincendio nel territorio di Alghero, adeguatamente attrezzata per garantire la copertura dell’intero quadrante nord-occidentale della Sardegna;
3) quali misure urgenti si intendano adottare per riequilibrare la distribuzione dei mezzi aerei sul territorio regionale, tenuto conto delle previsioni climatiche e dei rischi crescenti legati ai cambiamenti climatici;
4) se non ritengano necessario istituire un tavolo tecnico interistituzionale con Protezione Civile, Corpo Forestale, Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Ministero dell’Interno e gli enti locali per definire un nuovo assetto logistico e operativo della rete antincendio regionale.

Cagliari, 1° luglio 2025

Parco fotovoltaico a Sant’Elia: Il Presidente Comandini scrive al Ministro della Difesa: “Rispettate gli impegni presi nel 2008”

 “L’inserimento nel disciplinare di gara  del bando Energia 5.0 dell’Agenzia Difesa Servizi dei  37 ettari di  terreni militari sul colle cagliaritano  di Sant’Ignazio a Sant’Elia compromette quanto già avviato dall’accordo Stato – Regione firmato nel 2008 tra l’allora Presidente della Regione Sardegna Renato Soru e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, che prevedeva la restituzione alla Regione Sardegna di ben 350 beni demaniali militari, inclusi i siti oggetto del bando di gara suddetto, accordo rafforzato successivamente dal Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e la Ministra della Difesa Roberta Pinotti. Pertanto, nessun parco fotovoltaico dovrà e potrà sorgere in quelle aree già destinate ad entrare nel patrimonio regionale”.

Il Presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, in una lettera inviata al Ministro della Difesa Guido Crosetto, invita l’esponente del governo nazionale a rispettare gli accordi e, a tutela delle prerogative autonomistiche della Sardegna  di intervenire, con la massima urgenza, presso l’Agenzia Difesa Servizi S.p.A affinchè i succitati siti, ricadenti nel comune di Cagliari, vengano rimossi dall’elenco dei beni demaniali messi a gara.

“Quei terreni devono tornare nella disponibilità dei sardi – ha scritto nella lettera il Presidente Comandini – e non possiamo accettare che la Spa Difesa servizi, la società in house del ministero della Difesa,  inserisca nel disciplinare di gara quelle aree che, per accordi presi a suo tempo,  devono essere restituite ai sardi”.

Il Presidente Comandini precisa nella lettera che l’inserimento nel disciplinare di gara dei terreni di Sant’Elia va anche contro l’articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna, dove si legge chiaro che “la Regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali”.

Il Presidente Comandini nella lettera esprime forte preoccupazione e ricorda che la Sardegna è una delle regioni con la maggiore concentrazione di servitù militari a livello nazionale: “Abbiamo già fatto troppi sacrifici in nome della sicurezza nazionale, ora è il momento di far tornare i terreni nella disponibilità dei sardi e rigettiamo con forza ogni decisione unilaterale che riguarda il nostro territorio”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Osservatorio sul trasporto delle merci, proposta di legge dei Riformatori sardi

Il settore del trasporto delle merci, che comprende oltre 1500 aziende e 4mila addetti, è in difficoltà e paga gli svantaggi legati all’insularità per la movimentazione delle merci da e per la Sardegna: tempi più lunghi, posti limitati sulle navi, necessità di un maggior approvvigionamento delle merci con stoccaggio in magazzini dedicati e, non ultimo, l’inserimento del sistema Ets, legata alla carbon tax, che si riversa sulle imprese sarde e, infine, sui consumatori. Sono alcuni degli elementi emersi durante la conferenza stampa, organizzata dai Riformatori sardi, per presentare la proposta di legge sull’istituzione dell’Osservatorio regionale delle Merci (O.R.ME). Un’iniziativa, fortemente voluta dal partito, da sempre in prima linea per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione e a livello europeo, che ha l’obiettivo di “dotare la Sardegna di uno strumento capace di monitorare, analizzare e supportare le politiche regionali in materia di trasporto e logistica delle merci”. Dati fondamentali senza i quali non è possibile proporre soluzioni a sostegno di un settore, ha spiegato il capogruppo Umberto Ticca, “per troppi anni lasciato a se stesso”. E’ uno strumento importante che non porta soluzioni, ha proseguito, ma che analizza il settore e le sue difficoltà attraverso i dati e che “mettiamo a disposizione di questa maggioranza”.
Il trasporto delle merci, ha spiegato Massimiliano Manca, ingegnere esperto di logistica, è sempre stato la cenerentola del settore trasporti e invece rappresenta un settore strategico sia per le aziende sia per i consumatori. “E’ una proposta di legge importante che analizza uno dei settori che risente maggiormente della condizione di insularità della Sardegna”, ha detto Michele Cossa, responsabile Insularità dei Riformatori sardi, che nella scorsa legislatura ha presieduto la Commissione speciale per l’insularità del Consiglio regionale, che ha raggiunto, tre anni fa, l’obiettivo di far inserire i principio di insularità nell’articolo 119 della Costituzione italiana: “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”. Ma in questi tre anni, ha aggiunto, “non è stato fatto quasi nulla” per affrontare il tema dell’insularità a livello nazionale ed europeo. “Si tratta di un tema che non può essere affrontato a pezzi e richiede un approccio globale, sistemico, che abbracci tutti gli aspetti del problema. L’insularità – ha detto Cossa – è una condizione che determina una serie di problemi che devono essere affrontati globalmente”. Questa proposta di legge ha tre obiettivi fondamentali, ha proseguito: consentire alla Regione di elaborare politiche per affrontare il tema del trasporto delle merci, realizzare le condizioni per concordare con gli operatori le cose da fare e parlare con il Governo. “Se non abbiamo dati di che cosa andiamo a parlare con il Governo?”, ha detto Cossa, aggiungendo che se “non si governano i processi, alla fine vige la legge del più forte” e a soccombere “sono i più deboli: gli operatori più piccoli e, soprattutto, i consumatori”. Critico sull’azione della Regione per quanto riguarda il settore del trasporto merci il segretario regionale dei Riformatori sardi, Aldo Salaris, che ha parlato di “mancanza di prospettiva”.
La proposta di legge, composta da otto articoli, prevede una spesa di 300mila euro. Le attività iniziali dell’O.R.ME saranno quella di istituire un’anagrafe degli operatori della logistica e del trasporto, comprensiva di vettori, terzisti, padroncini, operatori dell’handling e strutture nodali quali porti, retroporti, centri di distribuzione e transit point; suddividere l’anagrafe per cluster merceologici e settori di operatività; analizzare le relazioni tra gli operatori, la stagionalità dei flussi e i fenomeni di terziarizzazione e subvezione e analizzare l’offerta di cabotaggio, con riferimento alle flotte disponibili e alla capacità effettiva di trasporto nelle diverse stagioni. Faranno parte dell’Osservatorio, è scritto nel testo, gli assessorati regionali dei Trasporti e del Commercio, tre rappresentanti delle organizzazioni del settore della logistica e dei trasporti maggiormente rappresentative e saranno supportati da una struttura tecnica operativa, composta da personale regionali e da esperti del settore.

MOZIONE N. 54

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 54

(Respinta in Aula il 15/07/2025)

TRUZZU – SORGIA – ARONI – CERA – FLORIS – MASALA – MELONI Corrado – MULA – PIGA – RUBIU – SCHIRRU – TUNIS – USAI, sulla necessità urgente di avviare tutte le azioni politiche, sociali e diplomatiche affinché si arrivi quanto prima a una soluzione negoziata tra Israele e i rappresentanti palestinesi per la cessazione dei combattimenti, la pace e la ricostruzione di Gaza.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il 18 marzo 2025 si è interrotto il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in vigore dal 19 gennaio 2025 e frutto dell’accordo tra Israele e Hamas a conclusione di un complesso negoziato mediato da Egitto, Qatar e Stati Uniti. Un accordo in tre fasi, la prima delle quali, conclusasi il 1° marzo 2025, ha previsto una tregua di 42 giorni, durante i quali è avvenuto il graduale rilascio dei primi 33 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, il rilascio di centinaia di detenuti palestinesi reclusi nei penitenziari israeliani e un graduale inizio del ritiro delle forze israeliane dalle aeree popolate della Striscia di Gaza verso una “zona cuscinetto” lungo il confine della Striscia;
– lo stallo nelle trattative per la definizione delle successive fasi dell’accordo e la ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza, con l’ulteriore aggravarsi della situazione della popolazione civile, suscita fortissima preoccupazione;
– gli attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani del 7 ottobre 2023 hanno innescato una spirale di inaudita violenza, che sta causando migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza;
– rimane prioritario affrontare l’emergenza umanitaria del popolo palestinese e le sue legittime aspirazioni a poter vivere in pace in un proprio Stato, così come è necessario tutelare l’altrettanto legittima aspirazione alla sicurezza di Israele;
– l’Italia fin dall’11 marzo 2024 ha attivato il progetto “Food for Gaza”, in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Programma alimentare mondiale (Pam) e la Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ficross), per facilitare la fornitura di aiuti alla popolazione palestinese;
– il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano è in stretto contatto con le autorità di Gerusalemme e di Ramallah per accelerare i tempi di ingresso degli aiuti a Gaza e far sì che i beni di prima necessità diretti alla popolazione civile possano giungere a destinazione senza passare attraverso le strutture gestite direttamente o indirettamente da Hamas;
– attualmente, dopo 19 mesi di guerra tra Israele e Hamas, sul tavolo risultano presenti due piani per un riavvio delle trattative per il futuro della Striscia: uno proposto dall’Amministrazione statunitense del Presidente Trump e quello approvato il 3 marzo 2025 al Cairo dalla Lega Araba. Quest’ultimo piano prevede uno stanziamento di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza, evita qualsiasi forma di trasferimento forzato dei palestinesi e stabilisce una fase di transizione della governance della Striscia della durata di sei mesi nei quali la gestione dell’area sarebbe affidata a un comitato palestinese indipendente e composto di tecnici, operante sotto l’ombrello dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Secondo il documento finale del vertice, tale entità non dovrebbe avere legami con alcuna fazione politica e sarebbe incaricata di supervisionare gli aiuti e amministrare il territorio in vista del ritorno dell’Autorità nazionale palestinese a Gaza. Egitto e Giordania sarebbero incaricati di addestrare le forze di sicurezza palestinesi sotto la guida dell’Autorità nazionale palestinese;
– contribuirebbe notevolmente, altresì, ad abbassare le tensioni regionali il progressivo allargamento della rete degli Accordi di Abramo, su impulso dell’Amministrazione statunitense, in particolare all’Arabia Saudita, con il possibile coinvolgimento di Riyadh nel mantenimento della sicurezza nella Striscia di Gaza;
– avrebbe ripercussioni positive sullo sviluppo regionale e, quindi, sulla ricostruzione delle aree devastate dai recenti combattimenti anche il successo del progetto Imec, che collegherebbe l’Indo-Pacifico al Mediterraneo proprio attraversando il Medio Oriente;
– il Governo italiano sostiene la proposta dell’Egitto per la ricostruzione della Striscia di Gaza, appoggiata anche da tutti i Paesi arabi, mantenendo fermo l’obiettivo “due popoli, due Stati” in Medio Oriente;
– il 25 marzo 2025 e nei giorni successivi si sono registrate diverse manifestazioni nel Nord della Striscia di Gaza, a Beit Lahiya, Gaza City e Kahn Younis, per poi diffondersi anche a Deir al-Balah, nel centro di Gaza, che hanno evidenziato una crescente avversione nei confronti di Hamas. Tra i temi delle proteste, oltre alla richiesta che ai gazawi sia concesso di vivere e di avere accesso al cibo, vi erano la fine della guerra, delle morti, degli sfollamenti e delle minacce di espulsione e la richiesta che Hamas lasci il Governo della Striscia;
– il 23 aprile 2025 a Ramallah il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, nel corso dell’ottantaduesima sessione del Consiglio centrale dell’Autorità nazionale palestinese, ha apostrofato i capi di Hamas con epiteti ingiuriosi (“figli di cani”), ritenendoli co-responsabili della morte di centinaia di persone a causa della loro ostinazione nel non volere rilasciare gli ostaggi israeliani ancora nelle loro mani. Abu Mazen ha, inoltre, invitato Hamas a lasciare il potere e a deporre le armi, a trasformarsi in partito politico e a dialogare con Fatah;
– dal 2006, quando Hamas vinse le elezioni per eleggere il Consiglio legislativo palestinese, è nata una forte contrapposizione con Fatah, il partito arrivato secondo e che aveva espresso fino a quel momento il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, che ha portato nel 2007 alla guerra civile di Gaza, con la conseguente divisione del Governo palestinese (con Hamas nella Striscia di Gaza e Fatah in Cisgiordania) mai ricomposta;
– diversi Stati europei hanno riconosciuto la Palestina come Stato indipendente (da ultimo, il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia e il 4 giugno 2024 la Slovenia), ritenendo che ciò potrebbe favorire la soluzione “dei due Stati” e rafforzerebbe le forze palestinesi moderate. Altri Governi occidentali, tra i quali Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito ed Italia, ritengono che un tale atto debba essere ricompreso all’interno di una più ampia serie di azioni volte a porre fine al conflitto israelo-palestinese e a raggiungere la soluzione dei due Stati;
– nella seduta del 28 gennaio 2025 l’Assemblea della Camera dei deputati ha votato diversi atti di indirizzo al Governo in merito al conflitto in corso a Gaza e agli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria nei confronti della Corte penale internazionale;
– tra queste la mozione n. 1-00387 (Nuova formulazione) ha impegnato il Governo italiano, fra l’altro, a lavorare in tutte le sedi internazionali affinché si pervenga alla costruzione di un’architettura regionale in cui siano garantiti la sicurezza di Israele e i diritti del popolo palestinese, con l’obiettivo della soluzione dei “due popoli, due Stati” in cui due Paesi democratici, Israele e Palestina, possano vivere fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti e che sarà all’interno di tale quadro negoziale complessivo che andrà collocato il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell’Italia;
– l’Assemblea parlamentare italiana ha, altresì, respinto specifici punti contenuti nei dispositivi di alcune mozioni (n. 1-00370 e n. 1-00375) volti ad impegnare il Governo nel riconoscimento dello Stato di Palestina;
– il 21 novembre 2024, la Prima camera preliminare della Corte penale internazionale ha emesso due mandati di arresto per il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della difesa Yoav Gallant per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024, in relazione all’operazione militare condotta nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. Per la Corte penale internazionale, Netanyahu e Gallant avrebbero violato il diritto internazionale umanitario, impedendo che aiuti umanitari giungessero alla popolazione della Striscia di Gaza. Contestualmente, è stato emesso un mandato d’arresto anche a carico del comandante dell’ala militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e nella Striscia di Gaza a partire almeno dal 7 ottobre 2023. L’esercito israeliano, tuttavia, già il 1° agosto 2024 aveva annunciato la morte dell’esponente di Hamas a seguito di un’azione militare nei pressi di Khan Yunis del 13 luglio 2024, notizia in seguito confermata il 30 gennaio 2025, dal portavoce delle Brigate al-Qassam. Il 26 febbraio 2025, su richiesta del procuratore, la Prima camera preliminare ha archiviato il caso nei confronti di Mohammed Diab Ibrahim al-Masri alla luce delle evidenze raccolte sul suo verosimile decesso;
– il 24 aprile 2025 la Camera d’appello della Corte penale internazionale ha stabilito che la questione della competenza giurisdizionale sui mandati di arresto contro il Primo ministro e l’ex Ministro della difesa israeliani dovrà essere riesaminata. Il dossier è stato rinviato ai giudici della Prima camera preliminare che dovranno rivalutare la questione centrale: se la Corte penale internazionale abbia effettivamente giurisdizione sul caso, anche tenendo conto del fatto che Israele non ha firmato lo Statuto di Roma, base legale dell’attività della Corte. La Prima camera preliminare aveva respinto, ritenendola prematura, la contestazione sollevata da Israele riguardante la giurisdizione della Corte, ai sensi dell’articolo 19(2) dello Statuto di Roma, in relazione al procedimento contro Netanyahu e Gallant. La Camera d’appello, invece, ai sensi dell’articolo 82(1)(a) dello Statuto di Roma, ha giudicato ammissibile il ricorso di Israele, ritenendo che la Camera preliminare abbia effettuato un errore di diritto nella misura in cui non ha sufficientemente valutato le argomentazioni addotte da Israele;
– la Camera d’appello non si è pronunciata, invece, sulla richiesta di Gerusalemme di sospendere i mandati di arresto fintantoché la questione della giurisdizione sia ancora in discussione, affermando che tale valutazione spetta alla Prima camera preliminare;

CONSIDERATO che:
– con mozione approvata in data 24 ottobre 2024, il Consiglio regionale ha ufficialmente riconosciuto lo Stato di Palestina;
– la soluzione “due Popoli – due Stati” è riconosciuta come l’unico scenario possibile per garantire una convivenza pacifica, basata sul reciproco riconoscimento del diritto all’esistenza e all’autodeterminazione;
– la Sardegna, per posizione geografica, storia e tradizione di accoglienza, è naturalmente vocata al dialogo e alla promozione della pace nel Mediterraneo,

impegna la Presidente della Regione e la Giunta regionale a:

1) esprimere sostegno alle attività già avviate dal Governo italiano e rivolgere appello allo stesso, affinché prosegua nell’opera di sostegno, già avviata insieme ai partner europei e internazionali, nella ricerca di ogni tentativo di soluzione negoziata tra Israele e i rappresentanti palestinesi, anche a partire dal piano predisposto dai Paesi arabi, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti;
2) chiedere al Governo italiano di continuare a lavorare affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza;
3) invitare il Governo italiano a persistere nell’attività diplomatica affinché le autorità israeliane autorizzino l’ingresso dei camion di “Food for Gaza” nella Striscia, consentendo agli aiuti alimentari e ai beni di prima necessità di raggiungere, senza l’intermediazione di Hamas, la popolazione palestinese che sta soffrendo da troppo tempo le conseguenze di questi mesi di guerra;
4) incoraggiare e sostenere direttamente e tramite il Governo italiano l’allargamento della rete degli Accordi di Abramo, nonché la realizzazione dell’Imec, che interesserebbe anche il nostro Paese;
5) ripristinare i fondi dedicati alla cooperazione internazionale e istituire una specifica linea di intervento rivolta alla Palestina, con la finalità di realizzare progetti di cooperazione con le realtà umanitarie e civili palestinesi, con particolare attenzione a quelle attive nei settori della salute, dell’istruzione e della tutela dell’infanzia e destinando a tali finalità risorse specifiche di bilancio.

Cagliari, 30 giugno 2025

MOZIONE N. 53

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 53

MULA – CERA – TRUZZU – FLORIS – PIGA – MASALA – MELONI Corrado – RUBIU – USAI in merito alle criticità applicative delle nuove disposizioni dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e del Ministero della salute sul sistema di identificazione e registrazione (I&R) e le attività di pascolamento nella Regione.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– la riforma nazionale del sistema di identificazione e registrazione degli animali e dei pascoli (I&R), avviata con il decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 134 (Disposizioni in materia di sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/429, ai sensi dell’articolo 14, comma 2, lettere a), b), g), h), i) e p), della legge 22 aprile 2021, n. 53) e attuata con il manuale operativo del Ministero della salute di cui al decreto del Ministro della salute 7 marzo 2023 (Manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali (sistema I&R)) e successive modifiche apportate con decreto del Ministro della salute 27 gennaio 2025 (Modifiche al decreto 7 marzo 2023, concernente il manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali (sistema I&R)), ha introdotto nuove regole per la registrazione dei pascoli e la tracciabilità delle movimentazioni animali;
– la successiva pubblicazione delle Istruzioni operative AGEA 9 giugno 2025, n. 61 (Attività di pascolamento e altre pratiche di mantenimento della superficie) in piena campagna politica agricola comune (PAC), ha determinato un ulteriore irrigidimento delle regole per la verifica dell’ammissibilità delle superfici a pascolo e il rispetto del carico di unità bovine adulte per ettaro (UBA/ha);
– la presente mozione intende mettere in evidenza le conseguenze critiche di tale assetto normativo per il sistema pastorale sardo e proporre soluzioni strutturali e transitorie per la tutela degli allevatori;

RILEVATI:
– la situazione precedente alla circolare AGEA 61/2025: prima della campagna 2025, la verifica delle superfici pascolate ai fini PAC avveniva sulla base delle Istruzioni operative AGEA 3 ottobre 2023, n. 90 (Gestione del Fascicolo Aziendale, indicazioni in merito alla Politica Agricola Comune per la programmazione 2023-2027) e della circolare AGEA protocollo n. 81268 del 2 novembre 2023 (Disciplina relativa al fascicolo aziendale – modificazioni e integrazioni alla circolare AGEA protocollo n. 67143 del 12 settembre 2023). Tali istruzioni:
a)consentivano di considerare nel calcolo UBA/ha anche gli animali presenti in azienda, in assenza di formale movimentazione al pascolo, purché vi fosse contiguità tra stalla e superficie pascolata (stesso comune o comune limitrofo);
b)non imponevano obbligatoriamente l’apertura di un codice pascolo, soprattutto nel caso di pascoli interni all’azienda o in comuni adiacenti;
c)consentivano una maggiore flessibilità gestionale nelle zone a pascolamento estensivo, basandosi anche su elementi di fatto e non solo documentali;
– i cambiamenti introdotti con la circolare AGEA n. 61/2025: le suddette Istruzioni operative sono state emanate successivamente alla scadenza delle domande PAC (prorogata al 15 luglio e poi, per circostanze eccezionali, fino al 9 agosto) e con il periodo di impegno già avviato (1° gennaio-31 dicembre 2025), determinando un’applicazione retroattiva di fatto, senza il tempo tecnico per adeguamenti. Le nuove disposizioni impongono:
a)l’obbligo di apertura di codici pascolo anche per superfici ubicate nello stesso comune dell’allevamento e per pascoli in comuni non limitrofi, a prescindere dalla loro contiguità alla stalla;
b)il rispetto di tempistiche e carichi di pascolamento precisi, secondo parametri dell’unità di bestiame adulto e la superficie agricola utilizzata (UBA/SAU) basati esclusivamente sui dati della Banca dati nazionale (BDN);
c)la tracciabilità obbligatoria dei movimenti del bestiame tramite il documento di accompagnamento (DdA) registrati in BDN, come condizione essenziale per il riconoscimento dell’attività di pascolamento (sempre richiesta con i moduli 4 (fogli rosa));
Nella Provincia di Nuoro, in particolare, dove insistono migliaia di allevamenti con caratteristiche strutturali peculiari, risulta oggettivamente impossibile, in corso d’anno, informare e accompagnare le aziende nell’adeguamento a un sistema che presupponeva una pianificazione a monte, già nel 2024;
Molti allevatori hanno presentato le domande PAC sulla base della normativa precedente, hanno già avviato l’attività di pascolamento e si trovano ora, a posteriori, in una condizione di potenziale non conformità, senza colpa;
– le criticità per il territorio sardo e il nuorese: la provincia di Nuoro, come altre aree interne della Sardegna, presenta caratteristiche strutturali incompatibili con l’applicazione rigida delle nuove regole:
a)allevamenti fortemente frazionati, con decine di appezzamenti non contigui e spesso in comuni diversi;
b)uso di pascoli senza infrastrutture, dove è logisticamente impossibile stabulare o abbeverare animali nei mesi estivi;
c)pascolamento mobile, stagionale, non recintato, con movimenti interni giornalieri non sempre registrabili;
d)difficoltà operative nel richiedere e ottenere codici pascolo presso lo sportello unico attività produttive (SUAP) e l’Azienza sanitaria locale (ASL) con tempistiche compatibili con l’allevamento reale;
e)impossibilità di adeguarsi in tempi rapidi da parte di centinaia di aziende non informate o non accompagnate nel processo di adeguamento;
L’applicazione rigida delle regole comporta:
a)perdita di ammissibilità delle superfici pascolate;
b)esclusione dai premi PAC;
c)aumento dei contenziosi;
d)applicabilità di sanzioni (scostamento oltre il tre per cento genera sanzioni, oltre il venti per cento completo abbattimento del premio);
e)penalizzazione ingiustificata del modello pastorale sardo;
– le proposte operative per la Regione;

CONSIDERATO, altresì, che
– Confagricoltura ha evidenziato la necessità di una deroga immediata per l’anno 2025, con il riconoscimento del medesimo come anno transitorio, al fine di garantire l’informazione e la preparazione delle aziende;
– nel medio-lungo periodo, Confagricoltura ha proposto l’abrogazione strutturale dell’obbligo di codice pascolo per la Regione Sardegna, ritenendolo incompatibile con le peculiarità del territorio, quali:
a)la forte frammentazione fondiaria delle aziende, soprattutto nel Nuorese;
b)la necessità di una transumanza aziendale climatica, legata a periodi di siccità o assenza di punti acqua;
c)la cronica inadeguatezza delle infrastrutture rurali per il trasporto e la sosta degli animali nei pascoli remoti;
– tali condizioni rendono non applicabili le nuove regole sul pascolamento e sul carico UBA/SAU, mettendo a rischio la capacità delle aziende sarde di rispettare gli impegni PAC,

impegna la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma
 agro-pastorale e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente

1) ad adottare ogni opportuna iniziativa per ottenere una deroga immediata per l’anno 2025 in merito all’applicazione delle Istruzioni operative AGEA n. 61/2025 per la Regione, riconoscendo il corrente anno come transitorio, al fine di salvaguardare gli allevatori che hanno già presentato le domande PAC e avviato le attività di pascolamento secondo la precedente normativa e rendere operativa la circolare solo dal 1° gennaio 2026;
2) ad avviare un confronto strutturato con le rappresentanze di categoria, gli enti locali e il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) per valutare l’abrogazione definitiva dell’obbligo di apertura dei codici pascolo per il territorio regionale, in considerazione della specificità morfologica, gestionale e climatica della Sardegna.

Cagliari, 18 giugno 2025