CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Nota stampa n.74

Data: 26/02/2015 ore 16:30

Prosegue l'esame della Manovra 2015, approvati gli articoli 21, 22, 23, 26 ed emendamenti. Conclusa la discussione generale sull'articolo 28. I lavori riprendono domani alle 10,30 

 

Cagliari, 26 febbraio 2015 – Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 21, 22, 23, 26 della Legge finanziaria 2015 e numerosi emenedamenti e ha concluson la discussione generale sull'articolo 28. I lavori riprenderanno domani alle 10,30.

 La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito con la discussione generale dell’articolo 21 della Finanziaria: “Disposizioni in materia di sanità, sociale e lavoro”.
 Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd) ha messo l’accento sul fatto che l’art. 21 anticipa per molti aspetti i punti qualificanti della riforma del sistema sanitario regionale. Fra questi, il consigliere del Pd ha indicato i criteri di riorganizzazione delle rete dei servizi e dell’assistenza e, soprattutto, il report triennale della spesa che dovrà essere sottoposto alla competente commissione del Consiglio che avrà quindi modo di effettuare un monitoraggio costante dell’andamento della spesa. Cozzolino si è poi soffermato sugli interventi in materia sociale, di contrasto alla povertà  e di sostegno ai disabili esprimendo soddisfazione per l’estensione dell’esenzione del ticket dai soli disoccupati agli inoccupati. Sotto questo profilo, ha però osservato rivolgendosi all’assessore, lo stanziamento di 500.000 appare insufficiente a coprire le necessità, purtroppo in costante aumento
Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha sottolineato la centralità nel problema sanitario nella percezione dell’opinione pubblica. Spesso, ha dichiarato citando una recente indagine, si sceglie il luogo di residenza o di lavoro sulla base della presenza di una rete di servizi efficiente. Fasolino ha poi sollecitato una particolare attenzione per la periferia della Regione, che a suo giudizio va “inclusa” concretamente nella riorganizzazione dei sevizi sul territorio. Inoltre, preso atto dell’assenza di uno stanziamento per il Mater Olbia in finanziaria, ha chiesto all’assessore Arru di fornire le motivazioni di questa scelta.
Il vice-capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, sul piano generale, ha criticato le disposizioni contenute nella finanziaria in materia di sanità perché, a suo avviso, «lascia irrisolti i nodi principali di una riforma più volte annunciata dalla Giunta e dalla maggioranza ma ancora ben lontana da ogni ipotesi di realizzazione concreta». Zedda ha poi espresso molte perplessità sui meccanismi di controllo della spesa sanitaria, «una spesa sottostimata che in ogni caso appare priva di una proporzione con un servizio la cui qualità è del tutto insoddisfacente».
La consigliere della minoranza ha quindi auspicato una rivisitazione della legge 162 per farne un provvedimento più equo e più giusto.
Sul tema del lavoro, Alessandra Zedda, ha rivolto apprezzamento per la disponibilità dimostrata dall’assessore della Programmazione e dall’assessore del Lavoro per aver accolto la proposta sulla mancata applicazione della legge 2 del 2007.
L’ex assessore del Bilancio della Giunta Cappellacci ha concluso con l’invito all’assessore della sanità a garantire tempestività ed efficacia alla spesa per il sociale ed ha invocato tempi rapidi per la riforma della Sanita («la stiamo aspettando e con noi l’attendono i cittadini sardi»).
Il capogruppo dell’Udc, Luigi Rubiu, ha ricordato l’impatto dei capitoli della Sanità (3 miliardi e 23 milioni di euro) sul totale del bilancio regionale (circa 8 miliardi di euro). L’esponente della minoranza si è quindi detto favorevole ad una razionalizzazione del sistema e  ad una riduzione dei costi senza però che ne consegua una diminuzione dei servizi ai cittadini. Il consigliere Rubiu ha quindi approfondito il tema della sanità nel Sulcis, denunciando lo smantellamento delle strutture di eccellenza di Iglesias.
Il consigliere, Augusto Cherchi (Pds – Soberania e Indipendentzia), ha concentrato la prima parte del suo intervento sull’”autofinanziamento” del sistema sanitario, sottolineando, dunque, come il costo della sanità sia sostenuto dai cittadini sardi. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato le disposizioni della Finanziaria 2007 che pone a carico della Regione il costo della sanità e il Titolo V della Costituzione della Repubblica Italiana, per quanto attiene la competenza esclusiva dello Stato sui livelli essenziali di assistenza (Lea), sottolineando che dal 2010 lo Stato non fa il monitoraggio dei livelli di erogazione dei Lea. Augusto Cherchi ha concluso con un invito all’assessore Luigi Arru “al coraggio” per cambiare la Regione.
Il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, ha ribadito il concetto del mantenimento dei servizi sanitari pur nell’ambito di un generale piano di razionalizzazione, soprattutto per ciò che attiene il futuro delle strutture sanitarie nei piccoli centri. L’esponente della minoranza ha inoltre espresso preoccupazione per la ripartizione delle risorse nelle diverse Asl ed ha riportato l’allarme del commissario della Asl di Oristano che ha comunicato ai consiglieri regionali del territorio l’impossibilità  a mantenere invariato il livello dei servizi con il previsto stanziamento di 10 milioni di euro. Tatti ha quindi denunciato il rischio che continuino ad aumentare i costi della sanità a fronte del peggioramento dei servizi. Il consigliere dell’Udc ha concluso con un riferimento alla deroga concessa dal governo per il numero dei posti di letto in Sardegna per altri tre anni, auspicandone un prolungamento “perché se con l’ex San Raffaele di Olbia si taglierebbero ulteriori posti letto negli ospedali dei piccoli centri”.
Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha concentrato il suo intervento sui temi della sanità animale, della peste suina e della lingua blu. Sul piano di eradicazione della peste suina, l’esponente della minoranza ha rimarcato come nel corso delle audizioni in commissione dell’assessore Arru sia emersa con chiarezza ciò che è noto da tempo e cioè che le competenze e le responsabilità sono in capo al competente servizio dell’assessorato della Sanità ed escludono responsabilità dell’assessorato della Sanità. «E’ evidente – ha dichiarato con tono polemico Oscar Cherchi – che quel servizio della Sanità una qualche responsabilità sui mancati risultati l’abbia». Il consigliere di Fi ha quindi ricordato le recenti critiche che alcuni consiglieri della maggioranza hanno rivolto all’assessore Arru sulla questione “Lingua blu” per affermare che «il servizio veterinario dell’assessorato della Sanità deve collaborare con il mondo agricolo». Oscar Cherchi ha quindi denunciato dubbi stanziamenti inseriti dai commi 16 al 20 ed ha citato il finanziamento ad un istituto di assistenza di Gonnesa, a due di Iglesias, ad uno di Sassari ed ha evidenziato la mancata previsione di stanziamenti per l’istituto “Santa Maria Bambina” di Oristano.
Il consigliere Gaetano Ledda (Upc-Sardegna Vera) ha svolto alcune considerazioni sul generale livello dei servizi sanitari e sulla percezione degli stessi da parte dei cittadini sardi auspicandone un sensibile miglioramento. L’esponente della maggioranza ha concluso con un elogio all’operato dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, per le competenze e le capacità dimostrate in sede di elaborazione della Manovra 2015, nonostante le difficoltà che derivino dalla lunga e profonda crisi economica.
Il consigliere, Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) ha ribadito l’importanza dell’articolo 21 ed ha definito il tema della Sanità “non come momento organizzativo ma come occasione per offrire servizi di qualità”. L’esponente della minoranza ha inoltre riaffermato la centralità delle politiche di prevenzione anche per attivare virtuosi meccanismi di risparmio senza alcun taglio nei servizi. Paolo Truzzu ha quindi rivolto un invito alla chiarezza sulla riforma sanitaria e rimarcato la necessità di garantire il pieno coinvolgimento di tutto gli operatori e dei professionisti della sanità sarda. Il consigliere di Fratelli d’Italia ha evidenziato alcune specifiche problematiche per ciò che attiene la sanità penitenziaria, il costo della vigilanza per la sicurezza delle guardie mediche e la spesa farmaceutica.
Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha evidenziato con tono critico l’inserimento del titolo riguardante il lavoro insieme a quello della sanità e del sociale. «Il tema del lavoro – ha dichiarato il consigliere Fi – va associato a quello dello sviluppo e non al sociale». Tunis ha dichiarato dunque di considerare le poche previsioni sul lavoro («ho fatto fatica persino ad individuarne qualcuna») come un punto di partenza per la giusta considerazione al lavoro che la Giunta oggi dimostra di considerare soltanto come risposta a chi il lavoro ha perduto.
Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha definito l’articolo 21 £variegato e complesso” ed ha caratterizzato come il numero dei commi sia passato dai 9 contenuti nel disegno di legge approvato in Giunta ai 25, dopo l’esame nella Terza commissione. L’esponente sardista ha quindi spiegato che le disposizioni contenute nel comma 5 per il monitoraggio della spesa sanitaria, rappresenti nei fatti il superamento della commissione d’inchiesta recentemente istituita su pressante richiesta di alcuni consiglieri della maggioranza. Carta ha auspicato il varo di una riforma autentica per realizzare “una Sanità a misuro d’uomo” ed ha concluso con il rammarico per l’aver “derubricato” il tema del lavoro “in un paio di commi”.
Il consigliere di Forza Italia, Alberto Randazzo, ha fatto riferimento alla recente legge approvata in Consiglio, in materia di Sanità, per sottolinearne l’obiettivo dei commissariamenti ed ha denunciato il perdurare di una serie di disservizi ad incominciare dall’annoso problema delle liste d’attesa. L’esponente della minoranza ha quindi evidenziato in tono critico l’impossibilità della commissione Sanità di esprime, a suo tempo, il parere alla Manovra 2015.
Il presidente della commissione Sanità, Mondo Perra (Psi – Sardegna Vera) ha denunciato il costante aumento della spesa sanitaria e confermato l’impegno per procedere con le opportuni iniziative per riformare “un sistema che ha prodotto disavanzi senza portare al miglioramento dei servizi”. Perra ha quindi confermato che la commissione Sanità non ha potuto esprimere il parere alla Manovra ma ha invitato i consiglieri “a guardare avanti” ed ha auspicato un comune impegno per realizzare le necessarie riforme. L’esponente della maggioranza ha quindi rimarcato la necessità di procedere con il piano sanitario regionale ed ha concluso esprimendo preoccupazione per gli stanziamenti, evidenziando come a fronte dei 2 miliardi e 900 milioni di euro di fondi a ripartire tra le Asl, il disavanzo ammonti complessivamente a 215 milioni di euro.
Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, ha ribadito l’impatto della Sanità sul bilancio regionale ed ha affermato che a fronte di una mole consistente di risorse non sempre i fondi sono stati spesi correttamente. Il consigliere della maggioranza ha quindi elencato le azioni poste in campo dal centrosinistra in materia di Sanità, ad incominciare dall’approvazione della legge 23 e dalla nomina dei commissari nella Asl e nelle AoU. «In pochi mesi – ha dichiarato Desini – non si può trasformare tutto e con la legge 23 abbiamo fissato precisi paletti per la riforma ad incominciare dalla riduzione del numero delle Asl». Il capogruppo Cd ha quindi espresso soddisfazione per eliminare la disparità tra inoccupati e disoccupati nel pagamento del ticket sanitario. (A.M.)
Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha rilevato che sanità, formazione professionale e lavoro sono «problemi drammaticamente aperti in Sardegna dove accanto ai sogni di una sanità del futuro c’è il confronto concreto con i conti e con i numeri, una realtà che ci impone di verificare continuamente la qualità del servizio, che oggi è al di sotto di una soglia di accettabilità». La sanità, ha detto, «riguarda la persona ed in generale i cittadini, non questo o quel partito: oggi si spende troppo e si ottiene molto poco, di qui la necessità di una riforma che, dopo tanti proclami, ancora non si è fatta».
Il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau, ha criticato in apertura «una certa retorica dell’importanza e della competizione fra gli articoli della finanziaria, in realtà ogni parte della finanziaria va inserita nel contesto di una idea nuova di Sardegna che la maggioranza sta proponendo». Parlare di sanità, ha spiegato, «significa parlare delle persone e di come si organizza l’offerta sanitaria sul territorio; è chiaro che anche nella sanità come nella finanziaria siamo in un momento di passaggio verso l’orizzonte dei costi standard ed una sanità migliore che richiede decisioni importantissime ed un consenso enorme ed una buona informazione». Nel 2013, ha ricordato Arbau, «è dilagata la lingua blu perché non c’è stata informazione ed ognuno ha forse agito pensando di avere una sua ricetta,ma la buona informazione riguarda anche i consiglieri regionali che sui territori devono poter spendere impegni che poi sono in grado di mantenere». Arbau ha poi sottolineato positivamente l’introduzione del monitoraggio trimestrale della spesa, una scelta forte che si combina con quelle altrettanto decise di non finanziare le asl in deficit e di non mettere nuovi ticket: insomma, sì alla rivoluzione dell’onestà, alla ripetizione di vecchi schemi legati ad assistenzialismo e clientelismo».
Il consigliere regionale di Sel Luca Pizzuto ha respinto le accuse di trionfalismo mosse da alcuni settori dell’opposizione perché, invece, «siamo molto consapevoli della realtà, una realtà sanitaria nel nostro caso molto simile ad un universo fuori controllo, mentre l’azione che stiamo cercando di avviare è quella di mettere le briglie  a queste dinamiche ed indirizzare su obiettivi precisi la sanità sarda per arrivare ad un servizio di qualità contrastando il buco nero della spesa». Vogliano cambiare, ha proseguito Pizzuto, «ed abbiamo incominciato a farlo: bloccando bandi milionari magari per assegnare parcheggi, potenziando sul piano del sociale il contrasto alle povertà estreme, individuando risorse per accompagnare processi di emancipazione delle persone, sostenendo organismi che si occupano di assistere i poveri, equiparando fra disoccupati e inoccupati nell’esenzione ticket, consentendo ai disabili che possono andare in spiaggia e non è una banalità, sperimentando forme di detenzione alternativa».
Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha messo l’accento sul fatto che «la gestione della spesa sanitaria è la cartina di tornasole di quadro politico confuso e lo stesso articolo in esame risente delle forti contraddizioni interne alla maggioranza ormai evidenti». Oppi ha poi ricordato che nel periodo 2011-2013, «una iniezione consistente di risorse aveva consentito alle aziende sanitarie di chiudere i bilanci in pareggio e in alcuni casi in utile; ciò dimostra che in realtà l’incremento della spesa è dovuto ad una serie di fattori, dai ricoveri inappropriati alla farmaceutica, da alcune prestazioni alla manutenzione strutture al mantenimento rete ospedaliera». Si può migliorare, ha aggiunto Oppi, «con ulteriori tagli spesa sui farmaci e la centralizzazione degli acquisti, però nello stesso tempo si mantengono situazioni pregresse e non si vede un reale miglioramento dell’offerta». Oppi ha poi sottoposto alla Giunta ed all’assessore della sanità tre problemi specifici: i piccoli ospedali, il contenimento della spesa per i  farmaci ospedalieri anche se non siamo più Regione canaglia e la vicenda del Mater Olbia. Secondo il consigliere la struttura di Olbia, in particolare, «è un ospedale fantasma che in questa finanziaria non ha un solo euro, è vero che si risparmiano soldi e posti letto ma è vero che il progetto ha molte difficoltà: prima, in definitiva, si devono fare le riforme e poi si riducono le risorse, lavoro difficile che può essere svolto meglio da un assessore solo al comando che da un contesto consociativo»
Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato che, rispetto ad una spesa sanitaria cresciuta enormemente negli scorsi anni, «occorre intervenire al più presto anche se questo non significa smantellare la rete ospedaliera ma, anzi, migliorarla cominciando dalla periferia». Annunciando le prossime iniziative della maggioranza, Cocco ha parlato di una legge specifica per ridurre aziende sanitarie, per mettere a regime la centrale acquisti ed il centro unico emergenza-urgenza, assicurando che che «tutto sarà fatto nei prossimi mesi di pari passo con riforma enti locali». Per quanto riguarda gli interventi in campo sociale, il capogruppo del Pd ha messo in luce la rilevanza della copertura completa della legge 162, dei fondi per la non autosufficienza, settori in cui bisogna intervenire con cautela e sensibilità».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha rivolto in apertura una domanda al Consiglio: «è stata istituita-ha ricordato-una commissione di inchiesta o indagine sulla sanità proposta dalla maggioranza ed accolta dall’opposizione che doveva mettere a fuoco le dinamiche anomale della spesa sanitaria; poi alcuni consiglieri della maggioranza hanno rinunciato e non abbiamo capito le ragioni». Abbiate il coraggio di parlare dicendo le cose come stanno, ha detto Pittalis alla maggioranza, «se è solo per lavare i panni sporchi di casa vostra, state delegittimando il Consiglio ed esponendo il presidente del Consiglio ad una brutta figura: dovete assumervene la responsabilità». Emtrando mel merito dell’articolo in esame, il capogruppo di Forza Italia ha detto che «l’Aula sembra molto interessata a certi particolari, ma invece si sono sottovalutati alcuni aspetti della legge relativi ai meccanismi di razionalizzazione e controllo della spesa; non convincono, in particolare, la previsione di deroghe ai tetti di spesa ed un sistema di competenze spalmato fra Giunta, assessore o direttori della asl per interventi di carattere normativo». Troppa dispersione, ha concluso, «manca un solo centro di responsabilità mentre di buono c’è  solo che diamo sicurezza ai lavoratori».
In sede di replica l’assessore della Sanità Luigi Arru ha convenuto su quanto affermato dal consigliere Cherchi, sulla delicatezza del compito che è chiamato a svolgere. Subito dopo, commentando alcuni interventi che hanno toccato i temi della  blue tongue e della peste Arru ha affermato che il lavoro della Regione ha ottenuto importanti riconoscimenti e ribadito che «siamo sempre aperti al dialogo, dobbiamo piuttosto superare alcuni retaggi culturali negativi per vincere la scommessa enorme di produrre buona sanità con costi che non devono crescere ma non a discapito di altri settori». La strada maestra, a giudizio di Arru, «è quella di un percorso integrato fra territorio, rete ospedaliera e cure intermedie, anche facendo tesoro di buone esperienze di altre realtà». Per quanto riguarda la nuova rete ospedaliera, ha continuato Arru «siamo pronti anche perchè rientriamo nei parametri, dobbiamo lavorare su acuti e post acuti consapevoli del fatto che non si può continuare a fare tutto dappertutto». Su veterinaria in particolare, ha proseguito l’assessore della Sanità, «ci giochiamo la nostra credibilità, l’Expo sarà la sede di un confronto che non ci vede affatto nelle ultime posizioni ma, anzi, in ruoli di eccellenza perchè sappiamo di poter entrare a testa alta in Europa». Soffermandosi sullo specifico delle innovazioni introdotte dall’art. 21, Arru ha sottolineato l’importanza del monitoraggio trimestrale della spesa «per documentare il budget ex ante e non ex post, in un contesto in cui i centri di costo sono molto chiari». (A.F.)
Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione gli emendamenti (soppressivi e sostitutivi) all’art.21.
Prima di dare la parola ai consiglieri, Ganau ha annunciato lo scioglimento del Gruppo UDC Sardegna e la nascita di un nuovo gruppo politico che prende il nome di “Area popolare sarda”. Ne faranno parte i consiglieri Giorgio Oppi, Peppino Pinna, Ignazio Tatti e Gigi Rubiu. Quest’ultimo assumerà la carica di presidente del gruppo.
Si è quindi passati all’esame dei primi emendamenti soppressivi totali e parziali dell’articolo e dei relativi commi, presentati dall’opposizione, che sono stati respinti dall’Aula. Sull’emendamento 385, soppressivo del comma 2, presentato dai consiglieri Truzzu (Fratelli d’Italia) e Fenu (Zona Franca), è intervenuto il consigliere del Pd Roberto Deriu che ha respinto le critiche “radicali” dell’opposizione sulla mancato avvio della commissione d’inchiesta sulla sanità. «Rispondo a Pietro Pittalis che ha posto questioni gravissime – ha detto Deriu – questa vicenda è tutta politica. Il presidente Ganau ha svolto il suo dovere e nessuno ha voluto criticarlo. La questione riguarda i gruppi. Abbiamo chiesto la commissione perché realizzasse un’inchiesta su fatti importanti, sulla vastità di risorse che dobbiamo conoscere nella loro dinamica storica e negli orientamenti futuri». Deriu ha poi apprezzato che anche la minoranza abbia avviato una riflessione sull’esigenza di mettere la Commissione d’inchiesta  sulla Sanità nelle condizioni di lavorare bene e di raggiungere gli obiettivi. «Non ci sono retropensieri – ha concluso Deriu – vogliamo uno strumento, efficace, agile e che abbia capacità operative».
Il presidente Ganau ha annunciato che l’argomento sarà oggetto di analisi in Conferenza dei Capigruppo. E’ evidente che la questione deve essere chiarita – ha detto Ganau – che ha poi invitato tutti i consiglieri ad intervenire sugli emendamenti. L’emendamento 385 è stato respinto dall’Aula.
Sull’emendamento n. 63, soppressivo del comma 11 dell’art.21, è intervenuto il consigliere Michele Cossa che ha chiesto spiegazioni all’assessore sul contenuto del comma 11 che autorizza le aziende sanitarie, che non hanno rispettato nelle contrattazioni integrative i limiti imposti dalla contrattazione collettiva nazionale, a compensare le somme indebitamente erogate con quelle dovute nel rispetto della normativa vigente. Si stanno incoraggiando le aziende a compiere atti illegittimi ? ha chiesto Cossa – che ha poi invitato l’assessore alla Sanità a chiarire la questione.
Arru ha spiegato che l’assessorato ha valutato la situazione pregressa, determinata da gestioni non corrette della contrattazione integrativa, ed individuato una soluzione per sanarla. L’emendamento n.63 è stato respinto dall’Aula.
L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n.284, soppressivo del comma 15. E’ intervenuto ancora il consigliere dei Riformatori Michele Cossa che ha rivolto un plauso ai consiglieri di Sel per aver sollecitato l’equiparazione dei soggetti inoccupati a quelli disoccupati per l’esenzione dal pagamento dei ticket sanitari. «C’era una chiara ingiustizia nei confronti di chi non aveva mai lavorato e non aveva nessuna tutela – ha detto Cossa – questa iniziativa pone finalmente rimedio a questa situazione». L’emendamento soppressivo è stato respinto dal Consiglio. Sull’emendamento 289, soppressivo del comma 23, è intervenuto Marco Tedde (Forza Italia). «Questa benedetta sanità sarda è stata, in passato, teatro di battaglie tra maggioranza e opposizione – ha detto Tedde – nel campo di battaglia adesso ci sono solo le truppe del centrosinistra. Non capisco perché il comma 23 preveda uno stanziamento di 140.000 euro per la prosecuzione del progetto sperimentale di inserimento lavorativo di detenuti previsto dall'accordo di collaborazione tra l'Agenzia regionale per il lavoro e la Procura della Repubblica di Cagliari ed escluda dal progetto le altre Procure sarde». L’esponente della minoranza si è detto poi meravigliato per la mancata costituzione della commissione d’inchiesta.
Sull’argomento è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che però ha ricordato a Tedde l’esistenza di altri protocolli che riguardano altri detenuti, per esempio il progetto Maria Gabriella rivolto a detenuti extracomunitari reclusi negli istituti di pena del nuorese. Per questo motivo Pittalis ha ritirato l’emendamento soppressivo.
Il capogruppo del PD, Pietro Cocco, ha rivolto poi un appello all’Aula per l’approvazione dell’emendamento 535, presentato dalla maggioranza, per consentire ai lavoratori delle aziende sanitarie ai quali è stata sottratta la quota della contrattazione integrativa di andare in pensione senza perdere i propri diritti.
«Non ci sarà maggiore spesa – ha chiarito Cocco – potrebbero essere presentati ricorsi, ma riteniamo che sia un provvedimento giusto per i lavoratori che hanno maturato gli anni di lavoro per andare in pensione e ai quali è stato sottratto denaro».
All’emendamento hanno aggiunto la firma i consiglieri del Centro democratico Busia e Desini e quelli del Gruppo Soberania-Indipendenza Pier Mario Manca, Augusto Cherchi, Emilio Usula e Paolo Zedda.
E’ poi intervenuto il consigliere di Sel Luca Pizzuto, secondo il quale l’emendamento in discussione «ripristina un po’ di giustizia per lavoratori a cui sono stati sottratti soldi dalla busta paga e negati avanzamenti di carriera. Centinaia di persone rischiano di andare in pensione con il minimo. Non possono pagare le colpe di chi ha amministrato. La questione riguarda un migliaio di lavoratori di una sola Asl, ma presto potrebbe riguardare altre Asl». L’emendamento è stato approvato dall’Aula.
Via libera anche all’emendamento n.577, presentato dalla Giunta regionale, che autorizza la spesa di 30 milioni di euro a sostegno delle povertà e ne definisce le modalità operative. Bocciato invece l’emendamento n. 410, Truzzu e più, che chiedeva di incrementare il fondo per l’estensione dell’esenzione dal ticket sanitario agli inoccupati da 500mila a un milione di euro. Sull’emendamento è intervenuto il capogruppo di Sel Daniele Cocco che ha ringraziato l’ex consigliere regionale di Sardegna Libera Claudia Zuncheddu che per prima, nella scorsa legislatura, presentò una proposta di legge per equiparare gli inoccupati ai disoccupati ai fini dell’esenzione dal ticket.
Il Presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo per parti come richiesto dal capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis.
In sede di dichiarazioni di voto, è intervenuto il consigliere Efisio Arbau (la Base) che in riferimento alle polemiche sollevate dal centrodestra riguardo a una presunta frizione interna alla maggioranza sui temi della sanità ha ribadito la sua posizione sull’utilizzo dei fondi europei. «Il nostro gruppo vuole parlare di finanziaria. Aspettiamo risposta all’interrogazione sui fondi Europei».
Alessandra Zedda ha espresso soddisfazione per il contenuto dei commi 23, 24 e 25 dell’articolo 21 «che affrontano situazioni di difficoltà offrendo opportunità di lavoro a detenuti e soggetti con disabilità». Sulla stessa linea il consigliere azzurro Antonello Peru che ha ringraziato la Commissione per il lavoro svolto:«Si dà finalmente gambe al progetto Lavor@bile. Progetto che ha creato eccellenze e merita di andare avanti».
Positivo anche il giudizio di Oscar Cherchi. « I commi 23, 24 e 25 pongono  fine a una situazione di ingiustizia che durava da troppo tempo. Quando il Consiglio decide di lavorare compatto –ha sottolineato Cherchi – si danno risposte importanti a chi sta fuori dall’Aula».
Il Consiglio ha quindi dato disco verde al testo dell’articolo 21 e ai relativi commi. (Psp)
Il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti aggiuntivi. L’assessore Paci ha proposto un emendamento orale al 861 (Forma) che riporta la cifra in aumento e in diminuzione da 200 a 100mila euro in attesa della definizione di un fondo unico a sostegno delle cooperative sociali. L’emendamento 861, modificato, prevede che dopo il comma 9 viene aggiunto il 9 bis che autorizza la spesa di a favore dell’Associazione Samaritano di Arborea e della Ut Unum Sint di Nuoro un finanziamento annuale di 100mila euro per il triennio 2015-2017.
Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento 803 (Alessandra Zedda e più) che inserisce dopo il comma 9  il comma “9 bis.  Per l'anno 2015 una quota pari ad euro 400.000 del fondo regionale per il sistema integrato dei servizi alla persona è destinato alla realizzazione di un programma di sport e terapia per persone con disabilità, da sviluppare in collaborazione con le associazioni sportive iscritte all'albo regionale delle società sportive che operano esclusivamente nel campo delle disabilità”.
Approvato anche l’emendamento della Giunta sul fondo per le non autosufficienze, n.  576, che prevede una disponibilità di 33 milioni di euro, tra i fondi regionali e statali. I fondi sono destinati a interventi di potenziamento dell'assistenza domiciliare a favore di persone in condizioni di non autosufficienza,  fatta eccezione per quelli già finanziati attraverso il fondo unico, programma “Ritornare a casa, azioni di integrazione sociosanitaria, interventi rivolti a persone affette da particolari patologie.
Sull’emendamento sono intervenuti Raimondo Perra (Sardegna Vera- Psi), che ha chiesto di inserire un emendamento orale al testo, non accolto dall’Aula, per aggiungere che per la revisione degli interventi dovesse essere sentita la Commissione competente. Ignazio Locci, Forza Italia, (“Spero non sia solamente un provvedimento di facciata, dobbiamo mettere a sistema tutte le risorse ma non dobbiamo fare mancare le risorse ai disabili”). Daniele Cocco, capogruppo di Sel, e Angelo Carta, Psd’Az,  hanno dato merito alla Giunta di aver lavorato bene.
Franco Sabatini (Pd), presidente della Terza commissione, ha voluto  riconoscere a tutta la commissione un dibattito avanzato sul tema, l’unica cosa che è stata chiesta la verifica delle modalità di spesa. Sabatini ha anche detto che il presidente della Regione Francesco Pigliaru non è mai stato contrario anzi ha lavorato affinché si trovassero le risorse.
Approvato anche l’emendamento 578 della giunta regionale, che prevede dopo il comma 14 l’inserimento del comma 14bis. Il finanziamento previsto nell’ambito del Programma Integrato d’Area SS11 “Meilogu – Valle dei Nuraghi” in favore della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe, può essere utilizzato dalla stessa per interventi strutturali e impiantistici per la messa in sicurezza e agibilità dei locali nei quali viene svolta l’attività a favore dell’utenza e per ulteriori adeguamenti strutturali. L’esecuzione dei lavori deve essere affidata entro il 31 dicembre 2015.
Approvato all’unanimità, con 53 voti favorevoli, l’emendamento 452 (P. Zedda, Usula), che prevede la proroga fino al 31 dicembre 2016, e comunque non oltre l’approvazione del piano triennale previsto dalla Legge n14 del 2006 (Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi di cultura) per i progetti già in essere al 31 dicembre 2006, realizzati dalle società esecutrici e titolari degli interventi finanziati.
Sull’emendamento, sottoscritto anche dai consiglieri del Cd e Sel è intervenuto il proponente che ha evidenziato come si stia ponendo rimedio a quanto sta accadendo nel settore degli scavi archeologici e museali che vengono gestiti da società che hanno contratti con gli enti locali. Per Zedda la proroga serve per consentire al Consiglio di approvare una legge complessiva del riordino del settore.   Favorevoli i consiglieri Ignazio Locci (FI), Angelo Carta (Psd’Az) e Modesto Fenu (gruppo Sardegna – Zona franca), Attilio Dedoni (Riformatori sardi). Gavino Manca (Pd), presidente della Seconda commissione, ha affermato che  “Questo emendamento era stato presentato all’unanimità dalla commissione Cultura per consentire una maggiore stabilità per questi soggetti in attesa di una legge di riordino. La proroga al 2016 sia di stimolo per arrivare velocemente al progetto di legge”.
Approvato anche l’emendamento 1 (Antonio Solinas) che prevede la possibilità di trasferire “fondi dai comuni già capofila Plus in favore dei nuovi enti capofila, riguardanti gli interventi sociali e sociosanitari afferenti somme non utilizzate degli anni 2014 e precedenti”. Sull’emendamento l’assessore Paci ha sollevato il dubbio che il testo possa essere impugnato dal Governo. Solinas ha spiegato che si tratta di somme che diversamente resterebbero inutilizzate.
Approvato anche l’emendamento 23 (Rossella Pinna e più)  che prevede che le riduzioni imputate ai Comuni capofila dei Plus ai sensi delle leggi 135 (7 agosto 20129 e n. 89 del 2014  per la parte concernente le voci di spesa del Plus sono ripartite tra gli enti associati, i quali rimborsano al predetto comune capofila le quote di loro spettanza. Pinna ha affermato che si tratta di una azione perequativa. (eln)

L’Assemblea ha quindi proseguito l’esame della Manovra 2015 con l’art. 22 (Capo VI-Disposizioni in materia di enti locali). Il presidente, dopo aver dato lettura degli emendamenti e acquisito i pareri della commissione e della Giunta, ha aperto la discussione generale.
Ha assunto la presidenza il vice presidente Antonello Peru.
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori)  ha messo l’accento su due elementi, da un lato l’urgenza di intervenire sulla riforma degli enti locali «perché incombono le elezioni provinciali», in secondo luogo gli stanziamenti che «appaiono insufficienti anche se vengono confermati quelli dell’anno scorso; va ricordato che, nel frattempo, c’è stato l’aumento dell’Irap e questo, di fatto, fa calare le risorse degli enti locali».
Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha evidenziato che «il problema della differenza fra assegnazioni del Fondo unico e calcolo dell’Irap c’è e si traduce in un calo delle risorse, questo contraddice gli interventi che la finanziaria prevede a favore dei comuni ed occorre un riequilibrio».
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha osservato che 30 milioni di differenza nel Fondo unico 2015 rispetto all’anno precedente «possono sembrare pochi ma va considerato che il comune è il primo livello istituzionale cui si rivolgono i cittadini». Lo stesso Cal, ha aggiunto, ha espresso forti riserve per il carico sul Fondo unico dei costi delle gestioni associate, è necessaria una riflessione».
Il consigliere Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha detto che «se non c’è la riforma degli enti locali, gran parte della Finanziaria non potrà essere applicata in modo corretto, è auspicabile una riflessione complessiva con particolare riferimento all’Imu relativa ai terreni agricoli».
Il consigliere Efisio Arbau (capogruppo di Sardegna Vera) ha sottolineato la necessità di «approvare al più presto la riforma per costruire un nuovo sistema della autonomie dove la Regione dà indirizzi ed i Comuni che si organizzano per programmare, progettare e spendere; questo sarebbe un buon sistema di finanza regionale che con alcuni capisaldi consente superando dei continui negoziati sui fondi da assegnare al sistema delle autonomie».
Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha lamentato una «azione di governo in ritardo in materia degli enti locali, non è un fatto gestionale ma squisitamente politico; il risultato è pressoché zero dopo l’annuncio di un disegno di legge che addirittura doveva essere discusso domani». Gli amministratori locali, quindi, «hanno ottime ragioni per protestare, sono stati lasciati soli, il fondo unico poteva essere tenuto fuori dal Patto di stabilità come previsto da una legge regionale e riportarlo dentro è stato un errore madornale».
L’assessore degli enti locali Cristiano Erriu ha ricordato che, in un recente convegno svoltosi in Gallura, ha dichiarato che «subito dopo la discussione della finanziaria il Consiglio avrebbe preso in carico il disegno di legge di riforma degli enti locali; sulle date forse qualcuno ha frainteso ma resta il fatto che il problema del nuovo assetto delle autonomie è fra i più rilevanti». Vogliamo superare i rischi del neo centralismo regionale, ha chiarito Erriu, «per puntare sulla sussidiarietà, crediamo nel ruolo delle autonomie ed abbiamo rilanciato il ruolo della conferenza regione-enti locali che ora si riunisce con grande frequenza e discute su tutto ciò che riguarda il sistema delle autonome: servizio idrico, programmazione unitaria territoriale, Piano delle infrastrutture». Siamo vicini ai comuni ed ai sindaci, ha continuato l’assessore, «anche perché la finanza locale a rischio default a cominciare dalle province e mancano circa 50 milioni; con questa finanziaria, tuttavia, tutte le risorse del fondo unico e molte altre saranno trasferite con rapidità, un afflusso di risorse che darà ai comuni una grande spinta per il rilancio dell’economia sarda».
Successivamente il Consiglio ha approvato il testo dell’art. 22 e respinto tutti gli emendamenti presentati, fatta eccezione per il n. 543 (comitato istituzionale d’ambito), 574 (assegnazione ai Comuni di 6.700.000 per il 2015 destinati alla pianificazione territoriale) e 600 (contributo di 1 milione di euro alle province per i servizi resi dalle società in house).
Sull’emendamento 600 si è sviluppato un articolato dibattito.
Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha sottolineato che la proposta traduce in atto concreto un impegno assunto davanti a lavoratori e sindacati. Piuttosto, ha osservato, «i fondi sono insufficienti perché le province di Sassari, Olbia, Nuoro e Cagliari sono in grandissima difficoltà».
Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha confermato in apertura l’arrivo in commissione Autonomia del Disegno di legge sul riordino degli enti locali, «una precisa scelta politica perché si tratta di una delle leggi più importanti della legislatura, per cui non occorre fretta». Ora però, ha aggiunto, «siamo nella terra di mezzo ed servizi devono essere erogati, cosa di cui non sembrano rendersi conto alcuni presidenti di provincia con riferimento in particolare a quella di Sassari».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) concorda in parte con il consigliere Agus, perché «è vero che bisogna capire meglio come mai le province ancora vive amministrate da commissari continuano a comportarsi come se niente fosse, forse qualcuno sta giocando con la pelle dei lavoratori e su questo punto serve molto rigore».
Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha evidenziato che «non si tratta di dare risorse alle società in house ma di garantire servizi per i cittadini, tutto il resto in questo momento conta meno, oggi c’è emergenza perché molti servizi essenziali sono a rischio».
Il consigliere Roberto Desini (capogruppo Cd) ha detto che con l’emendamento «si affronta la contingenza ma è auspicabile che la fase di transizione finisca al più presto, non ripetiamo gli errori del passato e lavoriamo a fondo per fare una buona legge, nel frattempo occorre esercitare il massimo rigore nel controllo della spesa».
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha parlato di «atti concreti dopo un impegno assunto con i lavoratori delle società in house, soldi servano a pagare gli stipendi ai lavoratori, fino ad oggi talvolta questo non è accaduto come a Sassari dove la presidente Giudici si è rivelata non attendibile, mentre la Regione ha fatto quanto poteva».
Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha auspicato che «per ottenere qualcosa non sia più necessario protestare sotto i palazzi della Regione, l’emendamento è condivisibile, anche se in altre circostanze è emerso che certi interventi si fanno o non si fanno a seconda di certi rapporti».
Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha esortato alla rimozione dei vincoli, «perché molte comunità non hanno diritti se sono amministrati da commissari a differenza di dove ci sono ancora presidenti eletti, resta il fatto che i servizi sui territori non si possono chiudere anzi devono avere gli stessi standard del passato».
L’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, in sede di replica, si è soffermato sugli accordi raggiunti con l’Upi regionale e nazionale relativi ad un indirizzo chiaro, fornito ai commissari, «per mantenere fino al nuovo assetto il livello qualitativo dei servizi anche se va considerato che, in un ottica di riduzione della spesa, non bisogna trascurare di operare risparmi, dove possibile».
Anche sull’emendamento si è registrato un ampio dibattito, dovuto però all’interpretazione del regolamento relativo alla procedura di voto.
In un primo momento il presidente di turno Eugenio Lai ha proclamato un risultato negativo ma, dopo aver riassunto la presidenza, il presidente Ganau ha ricordato la richiesta di verifica del risultato formulata dai segretari dell’Assemblea, secondo i quali lo scrutinio aveva avuto esito positivo.
Per fugare ogni dubbio il presidente ha disposto la ripetizione della votazione col sistema dello scrutinio elettronico palese e l’emendamento è stato approvato con 32 voti a favore e 3 contrari.
Il capogruppo Forza Italia Pietro Pittalis ha protestato, parlando di una «gravissima ai sensi del regolamento, c’è stata la proclamazione del risultato da parte presidente come dice il regolamento, bastava chiedere un minuto di sospensione ma le regole valgono per tutti in ogni occasione».
Il presidente Ganau ha riaffermato la correttezza della procedura; a seguito di un errore segnalato dai segretari si è preso atto annullando la prima votazione e disponendo la ripetizione dello scrutinio. (Af)
L’articolo 23 riguarda il personale dei consorzi di bonifica. Questo articolo prevede un’autorizzazione di spesa di 500.000 per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 per dare attuazione alla legge quadro in materia  che prevede il trasferimento del personale dei consorzi agli enti locali. Nel secondo comma è autorizzata  la spesa di 1 milione e 500 mila euro per l’anno 2015 per consentire il recupero dei maggiori oneri relativi al personale avventizio dei consorzi di bonifica.
Nel dibattito generale sono intervenuti : Oscar Cherchi (Forza italia Sardegna) che ha detto che il giudizio su questa Finanziaria sui consorzi di bonifica è negativo. Le cifre stanziate sono irrisorie.  Mario Tendas (Pd) ha espresso soddisfazione soprattutto per l’emendamento 2 (che porta la cifra stanziata a 2 milioni e 500 mila euro).  PaoloTruzzu (Sardegna) ha detto che urge una riflessione su cosa fare in futuro per il personale avventizio dei consorzi di bonifica. Giampietro Comandini (Pd) ha espresso soddisfazione per i fondi stanziati per questi lavoratori che potranno così lavorare per tutto il 2015, ma ha detto che il vero impegno è la riforma dell’intero sistema. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sottolineato che sarebbe opportuno che la cifra da stanziare sia di 3 milioni di euro perché quella stanziata non basta. Anche per Dedoni  è necessaria una riforma generale del sistema. 
E’ stato approvato all’unanimità  l’ emendamento 2  sostitutivo parziale del comma 2 dell’articolo 23. Questo emendamento porta la cifra da 1,5 milioni a 2,5 milioni per l’anno 2015 per consentire il recupero dei maggiori oneri relativi al personale avventizio dei consorzi di bonifica. Su questo emendamento c’era il parere favorevole di giunta e commissione. In rapida sequenza sono stati  approvati il  testo dell’articolo 23 e l’emendamento  864 (emendamento all’emendamento 3) che prevede, a favore dei consorzi di bonifica per il triennio 2015 – 2017 uno stanziamento pari a 5 milioni annui per l’abbattimento dei costi di funzionamento, anche pregressi, diretti ed indiretti, relativi all’attività istituzionale degli enti.
Si è poi passati rapidamente all’articolo 26  (Comitato dei garanti) in quanto il 24 e il 25 sono stati stralciati. L’articolo 26 è stato approvato. Via libera dell’Aula anche all’emendamento 580 della giunta che determina che il tasso d’interesse per i piccoli prestiti,  di cui all’articolo 12 della legge regionale 22 dicembre 2011, n. 27 (Riforma della legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'Amministrazione regionale), sia determinato in misura non inferiore al tasso attivo corrisposto sulle somme investite dal Fondo della stessa legge. 
Dopo l’approvazione dell’articolo 26 il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di interrompere la seduta. Di parere contrario il capogruppo del Pd Pietro Cocco.  Il presidente Ganau ha convocato una conferenza dei capigruppo. Al termine della conferenza dei capigruppo il presidente del Consiglio ha comunicato che la seduta proseguirà ad oltranza a partire dalle 22,45. (r.r.)

 Alla ripresa dei lavori, il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 28 (Autorizzazioni di spesa) e sugli emendamenti. Il testo, composto da 27 commi, autorizzata la spesa per una pluralità di interventi.
Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Oscar Cherchi (Fi): «Chiedo ai questori di riunirsi per mandare a casa il personale che non è necessario, visto che sono le 23,15».  Per Cherchi “l’articolo 28 è la perla di questa Finanziaria che accontenta un po’ tutti. È un insieme di attività e di risposte da alcuni consiglieri regionale ai loro territori”. Cherchi ha aggiunto: «Lo abbiamo già detto che questa Finanziaria è il fallimento della Giunta regionale e della maggioranza. Da questo momento in poi non c’è più possibilità di dialogo e di ricevere il consenso che vi aspettavate», e ha aggiunto «se l’economia della Sardegna riparte dal portale di Sardegna turismo lo dovrete spiegare ai sardi».
Per Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, «era da un po’ che non si vedevano delle Finanziarie così generose, questo articolo 28 interviene su tutto e su tutti». Zedda ha evidenziato alcuni interventi positivi come quello sugli scavi archeologico e la possibilità di sanare l’Università diffusa, ma ce ne sono molti di basso contenuto. «Sicuramente è stato importante il lavoro fatto in commissione – ha affermato – dispiace però il metodo con cui si è arrivati alla formulazione dell’articolo ignorando alcune proposte importanti». Per Zedda saranno i sardi a giudicare questa Finanziaria.
Per il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci sono stati «due giorni di buon dibattito in aula. Forse ci abbiamo messo troppo poco tempo perché siamo a ridosso della fine del secondo mese di esercizio provvisorio». E ha aggiunto: «Non vorremo essere nei panni del governatore Pigliaru che si porterà dietro tutte le critiche legate a questa Finanziaria». 
«In questi due giorni il dibattito credo che opposizione e maggioranza – ha affermato il consigliere di Fdi, Paolo Truzzu –  abbiano fatto il loro onesto lavoro». Per l’esponente della minoranza l’opposizione ha tenuto un atteggiamento equilibrato e propositivo e «concludiamo il dibattito con l’articolo 28 questa sera nel peggiore». Rivolgendosi all’assessore Paci, Truzzu ha poi affermato: «Non so quanto rigore e sviluppo ci sia in questo articolo. Alcuni commi sono molti importanti, ma molti altri fanno perdere il significato vero della Finanziaria».
Per il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde: «In questo articolo c’è tutto e il contrario di tutto. Difficilissimo orientarsi, non c’è un fine, una strategia, una tattica, ci sono provvidenze a favore degli amici o di qualche territorio». Criticamente poi ha sottolineato i contributi dati all’Associazione nazionale perseguitati politici intaliani antifascisti (Annpia), all’Unione autonoma partigiani sardi (Uaps). «Vorrei sapere dove sono  in Sardegna – ha concluso –  le sedi dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi)». (eln)
Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha dichiarato che l’art. 28 «è un po’ il sunto di una Finanziaria senza un filo conduttore, con interventi disorganici privi di una logica, che aumenta l’incertezza su una legge che non riesce ad esprimere una idea di fondo, una scelta capace di  individuare priorità, obiettivi, traguardi da raggiungere». Tutte le componenti del Consiglio, ha continuato, «hanno cercato di dare il loro contributo ma qualcuno è stato sicuramente più volpe e qualcuno si è accontentato di far bella figura sul proprio territorio». Alla fine, ha concluso, «siamo arrivati ad una legge deludente, la vostra prima finanziaria su cui non potete accampare scuse né rivangare il passato: dovete assumervi per intero le vostre responsabilità».
Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) è stato molto critico: «Spero che i Sardi non ci sentano e non ci vedano perché altrimenti dovrebbero prenderci tutti a calci nel sedere; che senso ha lavorare ignorando una opposizione che vuole contribuire e costruire? Potevamo tranquillamente approvare la finanziaria domani mattina invece si è preferito continuare con un art. 28 dove si dice tutto e il contrario di tutto, che contiene solo autorizzazioni di spesa». Sicuramente, ha sostenuto Peru, «i sardi avrebbero voluto cose ben diverse, crescita, sviluppo, politiche attive del lavoro e molto altro; invece prima avete parlato di selezionare le priorità anche a proposito delle vittime dell’alluvione, dei disoccupati, dei lavoratori delle società in house ma poi, in questo articolo, ci sono risorse che potevano avere una destinazione migliore». Dentro la finanziaria, ha concluso, «non c’è una idea ed un modello di sviluppo né strumenti di sostegno alle attività produttive».
Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca) ha citato un detto popolare, se uno non vuole due non litigano, per significare che «occorre sempre avere una percezione forte dell’orientamento al bene comune». La minoranza, ha ricordato, «ha sempre manifestato un atteggiamento costruttivo, collaborativo, positivo, e non si capisce chi o cosa abbia interrotto questo circuito virtuoso, visto che non più tardi di un giorno fa il Consiglio è stato capace di raggiungere una posizione comune su un argomento, come quello della zona franca, che per mesi era stato molto divisivo». Il clima è diventato teso, è peggiorato, ha concluso Fenu, «ed è un fatto negativo».
Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az), dopo aver ricordato che si trova ad affrontare la prima finanziaria, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su una lettera inviata ai consiglieri regionali della provincia di Nuoro, scritta dagli operatori del consorzio di lettura Sebastiano Satta, cui aderiscono 30 comuni della provincia di Nuoro. Nella lettera si ricorda la necessità dell’intervento di sostegno della Regione, che peraltro non è mai mancato negli anni scorsi anche grazie alle indicazioni del Consiglio regionale, «mentre quest’anno non è stato stanziato neanche un euro». Nell’art. 28, ha detto ancora Carta, «a fronte del no al consorzio Satta, ci sono risorse per i perseguitati politici antifascisti e l’America’s Cup, 80.000 euro alla biblioteca di un solo comune e così via: finirà che i 30 comuni del consorzio Satta si incateneranno ben presto qui, sotto il palazzo della Regione».
Il consigliere Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha affermato che il Consiglio è arrivato al punto massimo della finanziaria, «abbiamo sentito una serie di annunci per magnificare i contenuti della legge, dalla strategia keynesiana alla lotta agli sprechi, dal rigore allo sviluppo, ma se a territori e categorie sociali sostituiamo alcuni nomi e cognomi comprendiamo meglio la logica di questo articolo e comprendo anche che i consiglieri della maggioranza abbiano scelto di non parlare». Il nostro dovere di opposizione è denunciare quanto sta accadendo, invitando la maggioranza ad essere conseguente». Papa Francesco, ha ricordato Cappellacci, diceva che nella vita bisogna avere il coraggio di fermarsi e scegliere, con l’etica dei principi si assumono decisioni senza curarsi delle conseguenze, con l’etica della responsabilità che dovrebbe guidare il politico, ci si preoccupa molto della conseguenze delle proprie azioni: che ora la maggioranza rifletta sulle conseguenze di tanti annunci per la Sardegna».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha detto di essere tentato di cambiare il capo VII della finanziaria “Disposizioni diverse” con de marchettibus; il rigore è entrato nella vita di tutti noi ed è un concetto che viene accettato nella consapevolezza che attraversiamo un momento molto difficile per superare il quale occorre fare sacrifici, a condizione che i sacrifici li facciano tutti». L’art. 28 invece, ha detto ancora Cossa, «contiene un messaggio, sotto questo profilo, terrificante e devastante con la Regione che diventa una specie di bancomat per pochi privilegiati; da una parte si negano interventi utili e necessari, dall’altra di disperdono fondi in mille rivoli, è una degenerazione dei rapporti istituzionali che alimenta un clientelismo in aperta contraddizione con la presunta superiorità morale del centro sinistra». (Af)
Il presidente Ganau ha concesso la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis. L’esponente della minoranza ha criticato le previsioni contenute nel paragrafo “disposizione diverse”, sottolineandone la natura discrezionale e poco organica,  ed ha auspicato che il Consiglio si messo nelle condizioni di impiegare al meglio il suo tempo.
Tunis ha sottolineato l’urgenza di una legge per l’urbanistica e rimarcato il disagio di professionisti e imprese per l’assenza di regole certe in materia anche a seguito della mancata proroga delle disposizioni contenute nel piano casa e per la mancata approvazione della annunciata legge sull’edilizia. Il consigliere di Fi ha quindi definito una “foglia di fico” la legge sulla sanità recentemente approvata dal Consiglio che ha aperto la strada ai commissariamenti della Sanità, pur riconoscendo il diritto dei “vincitori delle elezioni” a scegliere il management di Asl e Aou. «Serve un circuito virtuoso di proposte e soluzioni», ha concluso Tunis che ha invitato l’intero Consiglio ad una profonda “riflessione”.
Il presidente del Consiglio a conclusione dell’intervento del consigliere Tunis ha sospeso i lavori e convocato la conferenza dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, dopo diverse rinunce di interventi, il presidente Ganau ha dichiarato conclusa la discussione generale. Ha chiuso la seduta e ha annunciato al convocazione del Consiglio per domani alle 10,30. (A.M.)    

 

 

 

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