Mozione n. 626

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 626

CIUSA – MANCA Desirè Alma – LI GIOI – SOLINAS Alessandro – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – MORICONI – MELONI – PINNA – PISCEDDA – DERIU – ORRÙ – CADDEO – COCCO – LAI – AGUS – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo sulla necessità di definire un nuovo protocollo di intesa sul tema scuola e diabete.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– con l’Intesa Stato-regioni n. 127/CSR del 6 agosto 2020 è stato approvato il Piano nazionale della prevenzione (PNP) 2020- 2025, che definisce la cornice comune degli obiettivi di molte delle aree rilevanti per la sanità pubblica;
– con l’Intesa è stato delineato il cronoprogramma per la successiva attività di pianificazione da parte delle regioni e province autonome dei piani regionali della prevenzione;
– con la deliberazione della Giunta regionale n. 50/46 del 28 dicembre 2021 è stato adottato il Piano regionale della prevenzione 2020-2025, predisposto secondo i principi e le tempistiche definiti dalle intese;
– il Piano nazionale della prevenzione e la sua declinazione regionale nei piani regionali svolgono un ruolo fondamentale di governance e orientamento della prevenzione, favorendo l’integrazione tra le diverse azioni previste dalla normativa vigente o dai Piani di settore;
– sia il PNP che il PRP rappresentano, inoltre, strumenti per dare concreta attuazione al Livello essenziale di assistenza (LEA) “Prevenzione collettiva e sanità pubblica”;
– il Piano regionale della prevenzione 2020-2025 della Regione si pone in continuità con gli interventi delle precedenti annualità di programmazione, per assicurare il pieno compimento delle azioni avviate e per la loro ulteriore implementazione, ma anche in termini di approccio e visione;
– di particolare rilievo i percorsi formativi integrati, con partecipazione congiunta di personale del SSR e della scuola, realizzati a livello regionale per l’acquisizione/perfezionamento di competenze nella metodologia della peer e dispeer education, utili per l’attivazione di percorsi di progettazione partecipata con le scuole e finalizzati a promuovere, attraverso questa metodologia d’intervento, i processi di empowerment giovanile e l’acquisizione delle competenze per la vita – life skills;
– la formazione congiunta ha caratterizzato diversi interventi specifici promossi a livello regionale, in particolare, unplugged, un programma evidence based per la lotta alle dipendenze da fumo, alcol e droghe, e il progetto regionale diretto a favorire la piena integrazione a scuola del bambino con diabete;
– quest’ultimo, oggetto di uno specifico protocollo d’intesa con l’ufficio scolastico regionale siglato nel 2015, ha visto la realizzazione di un percorso formativo congiunto tra operatori sanitari, sia del Distretto socio-sanitario (consultori familiari e servizi infermieristici) che del Dipartimento di prevenzione, e i referenti degli uffici scolastici provinciali, finalizzato alla realizzazione di interventi mirati a favorire la piena integrazione e il completo benessere del bambino e/o adolescente con diabete nel conteso scolastico mediante processi di empowerment di comunità e individuale;
– l’insorgere del diabete nell’età dello sviluppo comporta che l’approccio al paziente tenga in considerazione il carattere mutevole del diabete strettamente legato allo sviluppo fisico, psicologico, sociale e cognitivo, oltre alla forte dipendenza dall’adulto, tipica di questa fascia d’età;
– in Sardegna, a causa della numerosità dei casi e delle criticità legate al periodo di inserimento scolastico, si manifesta sempre più l’esigenza di un intervento programmato e strutturato in maniera organica in ambito scolastico al fine di tutelare il bambino con il diabete;
– il modello proposto dalla Regione negli ultimi anni, in ottemperanza alla legge n. 115 del 16 marzo 1987 (Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito) è stato rappresentato dal protocollo di intesa tra l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, l’Ufficio scolastico regionale e il MIUR siglato in data 29 ottobre 2015 e oramai scaduto;

CONSIDERATO che:
– è opportuno avviare un nuovo protocollo per garantire all’alunno con diabete di poter vivere in un ambiente scolastico sicuro, evitando anche di subire i problemi fisici e psicologici, prevenendo quindi forme di discriminazione verso lo studente;
– sul piano sanitario il dirigente scolastico ha l’obbligo, ai sensi dell’articolo 18 del decreto legislativo n. 81 del 2008, (Obblighi del datore di lavoro), di nominare in numero sufficiente le figure sensibili addette alle emergenze ed al primo soccorso e di formarle, ai sensi dell’articolo 15 dello stesso decreto, sia per le situazioni generali che per quelle particolari quali una crisi ipoglicemica grave;
– oltre all’ambito meramente sanitario, si rende necessario garantire all’alunno con diabete di poter vivere in un ambiente scolastico sicuro, evitando di subire i problemi fisici e psicologici, e il prevenire il verificarsi di atteggiamenti discriminatori nei confronti dello studente, evitando atteggiamenti di pietismo, di diffidenza o di paura nell’assunzione di determinate responsabilità;
– gli obiettivi delle famiglie dei ragazzi affetti da diabete di tipo 1 convergono essenzialmente sul miglioramento della qualità di vita in ambito scolastico, l’inclusione, la partecipazione, la vigilanza e la gestione delle eventuali emergenze causate dalla patologia;
– è opportuno avviare un nuovo protocollo per l’inclusione dell’alunno anche con gli enti territoriali, quale il comune, per il conseguimento di alcuni degli obiettivi essenziali: fornire idonee informazioni sulle caratteristiche del diabete (cos’è, come si gestisce, gestione iniziale dell’ipoglicemia, caratteristiche dell’alimentazione, significato della terapia, etc.); mettere a disposizione idonee conoscenze volte a facilitare l’inclusione dell’allievo con diabete in ambito scolastico e sostenere lo studente nella gestione del diabete e delle principali emergenze ad esso associate;
– il nuovo protocollo deve lavorare sul miglioramento dei seguenti punti critici verificati nella versione del 2015:
– formazione del personale sanitario deputato alla formazione e informazione del personale scolastico;
– costituzione di un centro di coordinamento o “cabina di regia” per la pianificazione e controllo degli interventi tra i vari livelli del SSR, servizio di diabetologia pediatrica, pediatra di libera scelta e il dipartimento di prevenzione e distretto sanitario;
– coinvolgimento diretto del pediatra di libera scelta anche nelle attività di formazione e informazione e di raccordo con i centri di diabetologia pediatrica;
– sistema di monitoraggio e verifica annuali dell’intesa, tenendo conto delle informazioni statistiche registrate dalle istituzioni scolastiche e dalle ASSL in merito a frequenza dei casi, tipologia, soluzioni adottate e criticità evidenziate;
– garantire la capillare attuazione del protocollo nelle diverse aree sanitarie regionali;

EVIDENZIATO che:
– completata la programmazione di iniziative a livello scolastico portata avanti dalla Regione in questi anni sulla base del protocollo, occorre riprendere le redini della governance della patologia in ambito scolastico anche in virtù delle attività che la Regione deve mettere in campo sulla base del Piano regionale della prevenzione 2020-2025;
– al fine di addivenire ad una programmazione efficace e concretamente realizzabile, la Regione deve necessariamente avere come obiettivo il rispetto dei 4 punti chiave definiti nel documento strategico per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con diabete in contesti scolastici, educativi, formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità della vita, siglato in Senato della Repubblica il 7 novembre 2013:
– demedicalizzazione: il tema della somministrazione dei farmaci a scuola deve essere posto al centro dell’attenzione a sostegno del diritto dei bambini ad una piena e sicura inclusione scolastica; lo scopo è quello di non far sentire il bambino diverso per via della presenza continua a scuola di una persona a lui dedicata, risorsa, tra l’altro, che rappresenterebbe un costo insostenibile per il sistema;
– formazione e informazione: un’adeguata informazione dei genitori, del dirigente scolastico e personale docente ad opera di un medico (diabetologo, pediatra) predispone in maniera determinante gli attori all’individuazione della soluzione organizzativa più appropriata; il percorso di formazione è strutturato e fornisce agli insegnanti la piena consapevolezza della patologia e la serenità giusta per prendersi carico del bambino; essere consapevoli che con la semplice misurazione della glicemia si previene ogni situazione di pericolo, rassicura gli insegnanti e il bambino;
– flessibilità: attraverso il gruppo di coordinamento condotto dal dirigente scolastico viene individuata la risposta e la soluzione più adeguata non in base alle esigenze della malattia, ma alle necessità e peculiarità del singolo alunno; con la possibilità quindi di interventi diversi anche per patologie analoghe che in situazioni complesse potrebbero prevedere soluzioni strutturate. non è detto che il controllo della glicemia e la somministrazione di insulina debba farli l’insegnante;
– gestione dell’emergenza: i tempi di intervento del 118 spesso non sono compatibili con il rischio dell’insorgenza di danni irreversibili causati da una ipoglicemica grave con perdita di conoscenza; la somministrazione del farmaco può essere effettuata anche da personale non sanitario e non ci sono controindicazioni anche nel caso di errata somministrazione; è inconcepibile pensare ad un adulto immobile di fronte ad un bambino privo di conoscenza ed in preda a convulsioni con la consapevolezza che un gesto semplice e senza controindicazioni potrebbe salvargli la vita;

RILEVATO che:
– rapportando la situazione regionale al panorama nazionale la Sardegna registra ritardi storici dovuti all’assenza di un protocollo d’intesa tra l’Ufficio scolastico regionale e l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per l’inclusione del bambino con diabete di tipo 1 a scuola;
– nel mondo della scuola, negli ultimi tempi, oltre alla questione della tutela dei soggetti fragili, siano essi BES DSA o soggetti in condizioni di indigenza familiare grave, è iniziato un processo di trasformazione verso una gestione condivisa nell’ambito scolastico di tante altre problematiche relative alla salute degli studenti;
– fatto salvo il protocollo sanitario concernente il Covid-19 appare chiaro che tra i banchi di scuola si manifestano diverse patologie legate alla salute dei ragazzi che, in maniera preponderante, costringono l’istituzione scolastica a rivedere alcune considerazioni sulla gestione di alcune di queste;
– in una scuola moderna e attenta alle necessità degli studenti, non è più possibile prescindere da alcune dinamiche inerenti “la persona” perché la scuola rappresenta un momento centrale della vita di ogni alunno-studente, dal momento che gran parte del tempo viene trascorso a scuola a stretto contatto con i compagni, il personale docente e personale ATA;
– alcune patologie come il diabete di tipo 1, non può più essere considerato solo un affare familiare, extra scolastico, giacché è proprio nell’ambito scolastico che si vive un momento molto delicato e importante perché ha un impatto determinante sulla sua crescita e sul processo di inserimento sociale;
– sempre più spesso sono i docenti a rendersi conto prima di altri che l’alunno manifesta insofferenza, ricordando che i sintomi del diabete allo stato di esordio altro non sono che tanta sete e continua necessità di andare in bagno, ed è per questo che sono gli stessi insegnanti a rappresentare la necessità di una procedura che consenta loro di dedicarsi al tema non più in maniera discrezionale, ma prestabilita e puntuale;
– la gestione della patologia in ambito scolastico non deve rappresentare un obbligo o dovere extra scolastico a carico del personale docente, piuttosto attraverso il Piano dell’offerta formativa triennale e il regolamento d’istituto che notoriamente si basano su principi di inclusività e uguaglianza già sanciti da legge, si consegna ai docenti un riferimento documentale in grado di fornire oggettive evidenze normative e applicative e la modulistica a corredo che genererà nel tempo la tracciabilità rappresentata da ogni specifico caso;
– l’assenza di un protocollo d’intesa tra l’Ufficio regionale scolastico e l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per l’inclusione del bambino con diabete a scuola è una criticità che di fatto complica la gestione della patologia in ambito scolastico, rendendo impraticabili determinate azioni che dovrebbero essere governate nell’abito di un nuovo protocollo,

impegna il Presidente della Regione
e l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

1) a voler accelerare i tempi di definizione di un nuovo protocollo di intesa tra l’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, l’Ufficio scolastico regionale e il MIUR dedicato alla gestione della patologia diabetica in ambito scolastico, giacché il precedente è oramai scaduto nel 2018;
2) a voler dare garanzie affinché il nuovo protocollo sia incisivo nei seguenti ambiti:
– demedicalizzazione: il tema della somministrazione dei farmaci a scuola deve essere posto al centro dell’attenzione a sostegno del diritto dei bambini ad una piena e sicura inclusione scolastica;
– formazione e Informazione: un’adeguata informazione dei genitori, del dirigente scolastico e personale docente ad opera di un medico (diabetologo, pediatra) predispone in maniera determinante gli attori all’individuazione della soluzione organizzativa più appropriata;
– flessibilità: attraverso il gruppo di coordinamento condotto dal dirigente scolastico viene individuata la risposta e la soluzione più adeguata non in base alle esigenze della malattia, ma alle necessità e peculiarità del singolo alunno;
– gestione dell’emergenza: i tempi di intervento del 118 spesso non sono compatibili con il rischio dell’insorgenza di danni irreversibili causati da una ipoglicemica grave con perdita di conoscenza.

Cagliari, 18 novembre 2022

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