Mozione n. 529

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 529

CIUSA – LI GIOI – MANCA Desiré Alma – SOLINAS Alessandro in merito alla necessità di adottare azioni concrete a sostegno del comparto apistico.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– da qualche anno il mondo apistico nazionale sta affrontando una delle più grosse crisi produttive degli ultimi decenni;
– la primavera 2021 è stata caratterizzata da avversità meteorologiche di particolare rilievo sulla generalità del territorio nazionale con il sostanziale azzeramento o la forte riduzione delle rese per i principali mieli monoflora e millefiori generalmente prodotti nel periodo primaverile;
– l’assenza quasi totale di produzioni primaverili significative e la necessità diffusa di alimentare le api con ogni mezzo per salvarle dalla morte per fame, rendono drammatico lo scenario della stagione 2021, con il rischio diffuso di perdita di patrimonio apistico e di aziende che affrontano l’ennesima annata negativa;
– le avversità meteorologiche che hanno avuto effetti negativi sulle produzioni causando perdite economiche alle attività apistiche a conduzione sia nomade che stanziale sono state:
1) severe gelate nei giorni tra il 6 e l’8 di aprile a causa dell’irruzione di masse d’aria artica con temperature che oltre a danneggiare le fioriture in corso hanno investito anche le piante in fase di germogliamento, causando danni ai giovani getti e alle infiorescenze;
2) lunghi periodi con temperature molto al di sotto della media, soprattutto nel mese di aprile che è risultato il più freddo del nuovo millennio;
3) anomala ventosità media nel mese di maggio sia per intensità che per persistenza, con un elevato numero di giornate con vento tale da ostacolare o impedire l’attività delle botti- natrici;
4) scarse precipitazioni soprattutto nel mese di aprile;
– l’andamento meteorologico sfavorevole di aprile e maggio ha avuto anche effetti diretti sullo sviluppo e sullo stato delle famiglie. Oltre alla contrazione della covata, sono state riscontrate diffusamente criticità di scorte che hanno reso necessario monitorare attentamente gli alveari ed intervenire con la nutrizione di soccorso;
– si stima che le aziende abbiano somministrato dai 2 ai 12 kg di nutrizione ad alveare con notevoli sforzi organizzativi oltre che economici; ciononostante non sono mancati casi di famiglie morte per fame con danni per le aziende anche in termini di perdite numeriche di alveari e di potenziale produttivo;

CONSIDERATO che:
– all’inclemenza del clima si è aggiunto l’impressionante incendio che ha colpito il territorio del Montiferru nelle giornate dal 26 al 28 luglio, incendio che oltre a danneggiare pesantemente gli apicoltori che abitualmente sostano in forma stanziale o nomade in quelle aree, ha privato tutti gli apicoltori sardi di un areale di circa 20.000 ettari, unico per qualità di biodiversità e per la ricchezza di potenziali fonti nettarifere;
– i tagli continui e ripetuti delle piante di Eucalyptus, una pianta altamente nettarifera che, in condizioni ottimali, arriva a produrre fino a 200 Kg di miele per ettaro e utilizzata per sostenere gli impianti a biomasse, hanno l’effetto di impedire alla pianta di raggiungere la maturità dopo il taglio e quindi di essere pronta per la fioritura; questo fatto, da solo, ha enormi conseguenze per la produzione di miele ma soprattutto per la sopravvivenza delle api domestiche e selvatiche che non potendo essere alimentate con foraggio sostitutivo, muoiono di fame;

EVIDENZIATO che:
– in Sardegna sono presenti circa tremila apicoltori che allevano con metodi razionali circa 60.000 arnie;
– la produzione di miele si aggira intorno ai 18.000 – 20.000 quintali e rappresenta circa l’11 per cento della produzione totale nazionale;
– l’apicoltura è diffusa in tutte le province, in particolare in quella di Cagliari con il 46 per cento degli operatori: le zone più vocate sono il Campidano di Cagliari, il Sarrabus-Gerrei e parte del Sulcis-Iglesiente;
– produzioni meno rilevanti quantitativamente ma ottime dal punto di vista qualitativo sono quelle della Gallura, dell’Ogliastra, della Barbagia e della Nurra;
– lo scorso 15 settembre è stato pubblicato il Report straordinario ISMEA – Osservatorio Nazionale Miele – sulle mancate produzioni primaverili del 2021;
– il report ha messo in evidenza le criticità che hanno colpito il comparto: in Sardegna “il raccolto di asfodelo è stato fortemente compromesso dalle gelate e dalla siccità nelle zone costiere e pianeggianti della Sardegna. Dove è stato possibile ottenere un raccolto le rese non superano i 3 kg/alveare. Rispetto alle prime stime a melario, la produzione di miele di erica è stata leggermente inferiore, stimabile in 6-10 kg/alveare in limitate zone, quali l’interno del parco di Gutturu Mannu nella Sardegna meridionale e alcune altre zone vocate dell’Isola. Generalmente scarso anche il raccolto di millefiori (0-5 kg/alveare). Per quanto riguarda il miele di agrumi, in nessuna delle aree regionali investite ad agrumeto è stato possibile ottenere produzioni significative. A smielatura avvenuta, si stimano rese da 0 a 3 kg/alveare di miele di agrumi, talvolta con presenza di altri nettari che potrebbero declassificare la produzione da monoflora di agrumi a millefiori. Per quanto riguarda le altre produzioni primaverili è stato possibile raccogliere circa 8-15 kg/alveare di miele di cardo nelle zone vocate della Sardegna meridionale e 5-10 kg/alveare di sulla nel Medio Campidano e nella Marmilla”;

EVIDENZIATO altresì che:
– l’impollinazione delle piante da fiore da parte degli animali rappresenta un servizio ecosistemico di grande valore per l’umanità, sia dal punto di vista economico sia per il beneficio sulle piante spontanee e coltivate;
– oltre il 75 per cento delle principali colture agrarie e circa il 90 per cento delle piante selvatiche da fiore si servono di api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli e mammiferi e in generale di impollinatori per trasferire il polline da un fiore all’altro e riprodursi;
– l’impollinazione animale, consentendo a tantissime piante di riprodursi, è la base fondamentale dell’ecologia delle specie e del funzionamento degli ecosistemi, della conservazione degli habitat e della fornitura di una vasta gamma di importanti e vitali servizi e benefici per l’uomo, inclusa la produzione di alimenti, fibre, legname e altri prodotti tangibili;
– il servizio di impollinazione offerto dai pronubi, dalle api in particolare, contribuisce a incrementare la resistenza e la resilienza degli ecosistemi ai disturbi di varia natura, consentendo l’adattamento dei sistemi agro-alimentari ai cambiamenti globali in corso e quindi, in sintesi, l’impollinazione, soprattutto quella entomofila, è alla base della biodiversità, della nostra esistenza e delle nostre economie;
– il valore economico del servizio di impollinazione animale è stimato in circa 153 miliardi di dollari a livello mondiale, dei quali circa 26 nella sola Europa e circa 3 in Italia; la produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari;
– l’apicoltura è una pratica molto complessa che richiede conoscenze altamente specializzate: gli apicoltori sardi da tempo si confrontano con le politiche regionali che riguardano la gestione del territorio, la tutela del paesaggio, ma anche i piani di sviluppo rurale, e la gestione del comparto agro-pastorale sardo;

RITENUTO che:
– sia necessario riconoscere la specificità dell’apicoltura e assumere delle politiche ‘bee friendly’ nel senso di ripensare l’apicoltura e la gestione del territorio come parte di un grande e complesso ecosistema in cui ciascuna specie è indissolubilmente legata all’altra;
– sia necessario incoraggiare le aziende agricole sarde a utilizzare tecniche di produzione che non minaccino l’apicoltura e proporre politiche di sfruttamento del territorio che siano compatibili con l’apicoltura, come per esempio regolamentare il taglio degli eucalipti solo dopo il periodo di fioritura;
– occorra predisporre un piano di rimboschimento regionale che prenda in considerazione sia le problematiche legate agli incendi che alla deforestazione di tipo antropico;
– sia necessario prevedere che la commissione apistica regionale, di cui all’articolo 11 della legge regionale 24 luglio 2015, n. 19 (Disposizioni in materia di apicoltura), si riunisca con frequenza almeno bimestrale e procedere all’istituzione di commissioni apistiche locali composte da apicoltori che esprimano il proprio parere sui progetti di gestione delle risorse naturali nei territori comunali o provinciali e che supportino gli enti locali nelle politiche di gestione ambientale;
– sia necessario realizzare campagne di sensibilizzazione sul consumo del miele in ambito scolastico e sportivo;
– occorra stanziare specifiche risorse a sostegno del comparto apistico per attenuare le conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 e per il ristoro dei danni causati dalle avversità meteorologiche e dagli incendi che si sono verificati nel 2021;
– si debba verificare la possibilità di istituire una sorta di “fermo biologico” a favore delle api che permetta il taglio di piante e fiori solo dopo il periodo di raccolta del miele e che consenta ad api e piante di completare il ciclo biologico necessario alla continuità delle specie;
– dal momento che la sopravvivenza delle api è strettamente connessa alla presenza di fiori sul territorio, impedire qualsiasi attività di taglio o sfalcio durante il periodo di fioritura e quello immediatamente precedente, al fine di garantire pascolo a sufficienza non solo alle api ma anche agli altri insetti impollinatori;
sia opportuno incentivare i proprietari dei terreni incolti a piantare specie vegetali mellifere,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad adottare tempestivamente concrete azioni di sostegno al comparto apistico della Sardegna e stanziare specifiche risorse per attenuare le conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 e per il ristoro dei danni causati dalle avversità meteorologiche e dagli incendi che si sono verificati nel 2021;
2) ad adottare le opportune iniziative finalizzate ad incoraggiare le aziende agricole sarde a utilizzare tecniche di produzione che non minaccino l’apicoltura;
3) a proporre politiche di sfruttamento del territorio che siano compatibili con l’apicoltura, come per esempio regolamentare il taglio degli eucalipti solo dopo il periodo di fioritura;
4) a predisporre un piano di rimboschimento regionale che prenda in considerazione sia le problematiche legate agli incendi che alla deforestazione di tipo antropico;
5) a prevedere che la commissione apistica regionale, di cui all’articolo 11 della legge regionale 24 luglio 2015, n. 19 (Disposizioni in materia di apicoltura), si riunisca con frequenza almeno bimestrale e procedere all’istituzione di commissioni apistiche locali composte da apicoltori che esprimano il proprio parere sui progetti di gestione delle risorse naturali nei territori comunali o provinciali e che supportino gli enti locali nelle politiche di gestione ambientale;
6) a realizzare campagne di sensibilizzazione sul consumo del miele in ambito scolastico e sportivo;
7) ad impedire qualsiasi attività di taglio o sfalcio durante il periodo di fioritura e quello immediatamente precedente, al fine di garantire pascolo a sufficienza non solo alle api ma anche agli altri insetti impollinatori;
8) ad adottare le opportune iniziative affinché nei terreni incolti siano impiantate specie vegetali mellifere.

Cagliari 15 novembre 2021

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