Mozione n. 401

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 401

LAI – COCCO sui problemi relativi alla carenza di medici di base in molte comunità delle zone più interne e disagiate della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– la copertura degli ambiti territoriali carenti dei medici convenzionati per l’Assistenza primaria è fondamentale per una corretta gestione del territorio e il relativo diritto alla salute dei cittadini;
– secondo quanto stabilito dall’ACN (Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale) le Aziende Sanitarie devono, due volte l’anno, valutare gli ambiti territoriali carenti e, ottenuta l’approvazione del Comitato aziendale, inviare la delibera al Comitato regionale per l’approvazione definitiva;
– al fine di garantire un rapporto ottimale in assistenza primaria e nelle zone disagiate, le aziende nel predisporre la valutazione devono, per ciascun ambito territoriale, tenere conto di variazioni demografiche, presenza di piccoli comuni o frazioni, condizioni geomorfologiche particolari e dell’organizzazione territoriale;
– a tale scopo l’accordo integrativo regionale dei medici di medicina generale (Air), prevede che il rapporto ottimale su tutto il territorio regionale è di norma di un medico ogni 1000 residenti o frazione di 1000 superiore a 500 e in alcuni ambiti territoriali le aziende, sentito il Comitato aziendale, possono applicare il rapporto di uno a 1.200 sulla base delle stesse valutazioni;
– le zone disagiate e disagiatissime vengono identificate dall’Azienda sanitaria in accordo con il Comitato aziendale sulla base di almeno quattro criteri, tra cui le condizioni geomorfologiche del territorio, la viabilità critica, l’inadeguatezza della rete di trasporto pubblica, la distanza chilometrica eccessiva tra comuni sede di cure primarie e zona disagiata e la dispersione degli insediamenti abitativi (oltre il 20 per cento degli abitanti residenti in case sparse);

CONSIDERATO che:
– qualora si applichi il rapporto 1 a 1.000, anche se nell’ambito territoriale risultino operanti medici con meno di 350 scelte, il Comitato aziendale, considerate le situazioni oggettive territoriali, può, motivandolo adeguatamente, non tenerne conto per un anno;
– le aziende inviano la proposta di riconoscimento o di conferma di zona disagiata o disagiatissima al Comitato regionale, il quale, esaminate le proposte, individua le zone e propone l’eventuale compenso aggiuntivo, da erogarsi a quota capitaria, da riconoscere al medico, che non può essere superiore a 6 euro per le zone disagiate e a 10 euro per quelle disagiatissime;
– le competenze vengono corrisposte per un anno a partire da gennaio e reiterate, previo esperimento delle procedure dinanzi citate, e il riconoscimento è relativo ai soli nuclei abitativi individuati e non si applica a tutto l’ambito territoriale;

DATO ATTO che:
– da alcuni anni l’assenza del medico di medicina generale titolare in molti piccoli comuni delle zone interne della Sardegna priva i cittadini della forma più elementare di assistenza sanitaria;
– in Sardegna i medici di famiglia dovrebbero essere 1.200, ma ci sono centinaia di posti vacanti non assegnati;
– entro due anni oltre 300 medici, al compimento dei 70 anni, andranno in pensione, lasciando, in caso di mancata sostituzione, circa 350 mila sardi senza il loro medico di fiducia;
– tale situazione accresce i problemi della sanità territoriale già drammaticamente provata dagli effetti della pandemia in atto, privando intere comunità dell’assistenza sanitaria più elementare e costringendo le popolazioni ad una vera e propria odissea per una qualsiasi visita o un semplice esame;
– la mancanza di un medico di base in pianta stabile non garantisce un’assistenza medica, genera sulle popolazioni residenti ulteriori sofferenze ed aggrava una situazione insostenibile dal punto di vista sanitario, sino a diventare una delle cause dello spopolamento delle zone interne;

RITENUTO che è indifferibile garantire il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione, ai cittadini di tutti i comuni, anche ai più piccoli e collocati nelle zone più interne e impervie della Sardegna, spesso abbandonati a se stessi, in piena pandemia, ad affrontare disagi e disservizi,

impegna il Presidente della Regione e l’Assessore competente:

1) ad intervenire con la massima celerità per garantire a tutti i comuni sardi la presenza del medico di base, tenendo conto che i parametri in queste zone così disagiate non possono essere solo il numero dei pazienti, ma anche e soprattutto l’interesse generale di tenere vive le comunità delle zone interne;
2) a sollecitare ATS ad accelerare le procedure per le pubblicazioni delle sedi vacanti dal 2015 fino a oggi;
3) a dare attuazione alle disposizioni cui al punto 8.1 dell’Accordo regionale per la Medicina generale del 29 luglio 2009 – “Rapporto ottimale assistenza primaria e zone disagiate”, con il riconoscimento delle zone disagiate o disagiatissime, allo scopo di incentivare economicamente e promuovere l’arrivo dei medici di base, a garanzia della continuità assistenziale e del “diritto di accesso alle cure” per tutti i cittadini della Sardegna.

Cagliari, 2 febbraio 2021

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