Mozione n. 394

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 394

MANCA Desiré Alma – CIUSA – LI GIOI – SOLINAS Alessandro sulla carenza di posti letto di riabilitazione nel territorio regionale, con particolare riferimento al nord Sardegna.

***************

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– secondo le “Linee-Guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione” del 1998, per attività sanitaria di riabilitazione si intende quel “complesso di interventi valutativi, diagnostici, terapeutici ed altre procedure finalizzati a portare il soggetto affetto da menomazioni a limitare o minimizzare la sua disabilità ed il soggetto disabile a muoversi, camminare, parlare, vestirsi, mangiare e comunicare efficacemente e a ritornare attivo nel proprio ambiente familiare, lavorativo, scolastico e sociale;
– la riabilitazione costituisce il terzo pilastro del sistema sanitario, accanto alla prevenzione e alla cura, per il completamento delle attività volte a tutelare la salute dei cittadini;
– l’assistenza riabilitativa è ricompresa nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 29 gennaio 2001 e 12 gennaio 2017;
– secondo quanto previsto dalle Linee guida del 1998 e dal Piano di indirizzo per la riabilitazione del 2011, l’attività riabilitativa può essere erogata in:
– regime di ricovero, ordinario o diurno (day hospital);
– regime di assistenza specialistica ambulatoriale/day service presso ambulatori di medicina fisica e riabilitazione;
– ambito dell’assistenza territoriale domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale o residenziale;
– nell’ambito degli interventi ospedalieri di riabilitazione si individuano almeno due livelli di intensità assistenziale: attività ospedaliera di riabilitazione intensiva (identificata oggi dal codice 56) e attività ospedaliera di riabilitazione estensiva, entrambe caratterizzate dalla necessità di fornire al paziente una sorveglianza medico-infermieristica h24;
– il day-hospital riabilitativo è destinato a persone che si trovano in condizioni cliniche molto simili a quelle che giustificano la presa in carico in regime di ricovero ordinario, con l’unica differenza che i pazienti non hanno bisogno di sorveglianza medica e infermieristica h24;
– l’assistenza specialistica ambulatoriale di riabilitazione è destinata sia ai casi complessi, che richiedono una presa in carico globale nel lungo termine che preveda molteplici programmi terapeutici eseguiti da almeno tre tipologie di professionisti della riabilitazione, che ai casi non complessi, che richiedono una sola tipologia di prestazioni riabilitative;
– la riabilitazione domiciliare è destinata ai pazienti che risultano intrasportabili per motivi clinici, mentre l’attività di riabilitazione nelle strutture residenziali e semiresidenziali si rivolge a pazienti in condizione clinica stabilizzata che hanno necessità di un’adeguata tutela assistenziale nelle 24 ore (regime residenziale) o per tempi minori (regime semiresidenziale);
– il documento concernente le “Linee di indirizzo per la individuazione di percorsi appropriati nella rete dì riabilitazione” approvato con l’Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni del 30 gennaio 2019, a proposito dell’attività riabilitativa ospedaliera prescrive di “rendere omogenee, secondo quanto previsto dal Piano di indirizzo le modalità dì utilizzo dei posti letto ospedalieri, ordinari e diurni, di riabilitazione intensiva (definiti dal codice 56) ed intensiva ad alta specializzazione (definiti dai codici 28 e 75) e di riabilitazione estensiva, attraverso l’individuazione dei criteri di appropriatezza legati alla tipologia delle patologie disabilitanti […] ed alle condizioni del paziente sotto il profilo clinico funzionale;
– l’accesso alla degenza riabilitativa avviene di norma a seguito di un evento acuto che ha determinato un ricovero ospedaliero: una volta effettuato il trasferimento dalla struttura per acuti alla struttura di riabilitazione, il medico specialista in riabilitazione deve predisporre il progetto riabilitativo e definisce gli obiettivi, le modalità e i tempi di completamento del trattamento;
– in considerazione del fatto che ciascuna struttura ospedaliera di riabilitazione ha caratteristiche specifiche e particolari competenze ed esperienze (che devono essere individuate dal Progetto riabilitativo di struttura), al fine di garantire che i trasferimenti dai reparti per acuti siano tempestivi, appropriati ed efficaci, le Linee di indirizzo in questione prevedono che le Regioni e le ASL predispongano un “Piano locale per l’assistenza riabilitativa;
– il Piano locale per l’assistenza riabilitativa contiene i fabbisogni riabilitativi della popolazione di riferimento, la struttura della rete di offerta riabilitativa, comprendente tutti i livelli organizzativi e assistenziali disponibili nelle strutture ospedaliere ed extraospedaliere, pubbliche e private accreditate, del territorio di competenza, i ruoli assegnati ai diversi nodi della rete locale in relazione alle diverse fasi e tipologie dei percorsi riabilitativi e delle diverse patologie disabilitanti, secondo percorsi diagnostico terapeutico riabilitativi (PDTAR) definiti e rispondenti alle linee guida e alle buone pratiche correnti, nell’ottica della garanzia della continuità di cura fra acuzie e post acuzie e fra ospedale e territorio;
– a proposito dell’attività riabilitativa territoriale, le Linee di indirizzo stabiliscono che l’attività di riabilitazione debba trovare collocazione all’interno della rete dei servizi di riabilitazione e svolgersi in stretta integrazione con l’attività erogata dalle strutture di ricovero del sistema ospedaliero;

CONSIDERATO che per quanto attiene al nord Sardegna, l’offerta riabilitativa si presenta, da tempo, alquanto carente in rapporto alle esigenze assistenziali del bacino di utenza;

EVIDENZIATO che:
– a seguito di un evento acuto che ha determinato il suo ricovero ospedaliero, il paziente dovrebbe essere trasferito tempestivamente dal reparto per acuti alla struttura di riabilitazione più appropriata in rapporto sia alla tipologia delle patologie disabilitanti che alle sue condizioni sotto il profilo clinico funzionale, secondo le indicazioni contenute nel Piano locale per l’assistenza riabilitativa adottato dalla Regione o dall’azienda sanitaria di riferimento;
– i benefici della “early rehabilitation” si ritrovano anche nelle dichiarazioni rese nel mese di agosto 2020 del direttore dell’Unità operativa complessa di Recupero e riabilitazione funzionale dell’Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) di Sassari, che evidenziava, in quell’occasione, come la presa in carico tempestiva del paziente per la riabilitazione precoce velocizzi e migliori il recupero, sia dal punto di vista della motricità, sia da quello cognitivo, sicché la riabilitazione è fondamentale già dai primissimi giorni successivi a un evento acuto altamente disabilitante;

CONSIDERATO che:
– per quanto l’UOC di Recupero e riabilitazione funzionale dell’AOU di Sassari svolga una preziosa azione di consulenza nei diversi reparti oltre all’attività ambulatoriale, manca comunque un reparto dotato di posti letto per la riabilitazione intensiva, così come del resto previsto dal documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna approvato dal Consiglio regionale il 25 ottobre 2017;
– attualmente, a Sassari un paziente colpito da un evento disabilitante, come ad esempio un ictus, è costretto a prolungare sine die la sua degenza nel pertinente reparto per acuti, sia esso la Stroke unit o i reparti di Neurochirurgia, di medicina, di Medicina d’urgenza, di Neurologia, ciò in quanto i tempi di attesa per accedere a una struttura di riabilitazione sono lunghissimi, data la ben nota penuria di posti letto di riabilitazione nel Sassarese e in generale nel Nord Sardegna;
– per questo motivo, spesso dai reparti per acuti si è costretti a trasferire i pazienti con necessità riabilitative nelle lungodegenze, nella spasmodica attesa che si liberi un posto letto in una delle strutture riabilitative del territorio;
– infatti, nel reparto di lungodegenza dell’AOU di Sassari circa la metà dei ricoverati sono stabilizzati, dimissibili, ma di fatto bloccati in ospedale per mancanza di strutture di accoglienza, tra l’altro con costi giornalieri a carico del Servizio sanitario regionale (SSR) molto onerosi;
– la situazione è drammatica, giacché i tempi medi di attesa per un posto letto in una delle poche strutture di riabilitazione intensiva presenti sul territorio variano dai 7/10 giorni del Centro Santa Maria Bambina di Oristano ai 10 giorni dell’Ospedale Marino di Alghero, fino ai 15/20 giorni del Mater Olbia, mentre i tempi di attesa per un posto letto di riabilitazione estensiva globale in regime residenziale nel Centro di riabilitazione territoriale del San Giovanni Battista di Ploaghe raggiungono addirittura i 30 giorni;

RILEVATO che:
– con la deliberazione n. 8/16 del 28 febbraio 2006 la Giunta regionale ha definito le linee di indirizzo sulle attività sanitarie e socio-sanitarie di riabilitazione;
– dalla delibera emergeva chiaramente che, a causa della mancata attuazione delle Linee-guida del Ministero della sanità del 1998, la situazione regionale era caratterizzata dalla presenza di strutture di riabilitazione estremamente disomogenee e la rete pubblica era del tutto insufficiente e incompleta rispetto alle diverse tipologie di assistenza, con conseguente utilizzo improprio delle esigue risorse professionali ed economiche disponibili e, soprattutto, gravi ritardi nel recupero delle abilità personali;
– pertanto, attraverso le Linee di indirizzo approvate, la Giunta regionale si proponeva di ridisegnare la rete delle strutture di riabilitazione in modo da garantire le diverse tipologie di bisogno e di intensità riabilitativa, l’omogeneizzazione dell’offerta di prestazioni riabilitative su tutto il territorio regionale dal punto di vista qualitativo e quantitativo e l’integrazione delle attività di riabilitazione ospedaliere, residenziali e distrettuali, al fine di ottimizzare l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni;
– era prevista l’articolazione della rete ospedaliera in strutture di alta specialità, Strutture di riabilitazione intensiva inserite in presidi ospedalieri pubblici e privati e Strutture di riabilitazione estensiva (con prestazioni di riabilitazione erogate, in regime di ricovero, presso Unità operative ospedaliere di lungodegenza post-acuta a valenza riabilitativa);
– la rete territoriale si articolava in: Centri ambulatoriali di riabilitazione globale, Presidi di recupero e riabilitazione funzionale, Centri di riabilitazione globale a ciclo continuativo, Centri riabilitativi per persone con disabilità psichica, Centri diurni e centri residenziali sociosanitari per persone con disabilità grave;
– con la deliberazione n. 53/8 del 27 gennaio 2007 la Giunta regionale ha definito i parametri di fabbisogno per le attività di riabilitazione e il relativo sistema di remunerazione;
– nell’Allegato 1 alla delibera, il sistema territoriale di riabilitazione globale presente in Sardegna veniva descritto come ancora caratterizzato da un’insufficiente possibilità di accesso da parte degli assistiti a programmi riabilitativi di adeguata intensità nella fase post acuta, sia nel regime continuativo che nel regime ambulatoriale della rete territoriale, da un elevato utilizzo del regime domiciliare per periodi eccessivamente lunghi, oltre che da una parziale inadeguatezza della rete ospedaliera;
– la successiva deliberazione n. 19/1 del 28 marzo 2008 ha previsto la riorganizzazione della rete regionale della riabilitazione, sia ospedaliera che territoriale, sulla base dei parametri di fabbisogno di cui alla delibera n. 53/8 del 2007;
– negli allegati alla delibera si prevedeva entro il 2010 il “definitivo superamento della forte carenza di riabilitazione ospedaliera in Sardegna, regione con la più bassa dotazione dì posti letto per 1.000 abitanti dì tutto il Paese”, con il deciso incremento delle strutture di riabilitazione e neuroriabilitazione anche nel nord dell’Isola, ma anche il potenziamento della rete territoriale di riabilitazione;
– il documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione del 2017 prevedeva nel nord ovest della Sardegna 28 posti letto pubblici di neuroriabilitazione, 31 di lungodegenza e 56 di recupero e riabilitazione funzionale, per un totale di 115 posti letto pubblici per le post acuzie; nel nord est: 15 posti letto di lungodegenza e 26 di recupero e riabilitazione funzionale, per un totale di 41 posti letto post acuzie;
– la deliberazione della Giunta regionale n. 47/22 del 25 settembre 2018 ha approvato in via preliminare la proposta di riconversione dell’offerta assistenziale degli ospedali pubblici e privati e la contestuale ripartizione tendenziale dei posti letto così come riportata nell’allegato 1 alla delibera stessa, in cui si prevedono: per il nord ovest della Sardegna, 28 posti letto pubblici per la neuroriabilitazione (10 ATS e 18 AOU di Sassari), per il recupero e riabilitazione funzionale 35 posti letto ATS e 30 AOU di Sassari (diventati poi 34 in sede di approvazione definitiva della proposta) e 47 posti letto ATS per la lungodegenza; per il nord est 15 posti letto pubblici per la lungodegenza e 32 per il recupero e riabilitazione funzionale;

EVIDENZIATO che il 5 agosto 2019 la Commissione consiliare competente in materia di sanità e lo stesso Presidente del Consiglio regionale hanno effettuato un sopralluogo presso l’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari, e in quell’occasione hanno constatato l’urgenza di prevedere ulteriori posti letto di riabilitazione e neuroriabilitazione, ritenendo quelli già esistenti “assolutamente insufficienti “;

CONSIDERATO che:
– con l’avvento della pandemia, la già drammatica carenza di posti letto di riabilitazione si è ulteriormente aggravata;
– si è reso, infatti, necessario, al fine di fronteggiare l’accresciuta domanda assistenziale, individuare all’interno dei Presidi già indicati per le prestazioni in regime intensivo e sub intensivo, una quota parte di posti letto di area medica, di acuzie e post acuzie, da rendere disponibili per la gestione dei pazienti Covid-19;

RITENUTO improcrastinabile:
– effettuare una nuova attività di ricognizione volta a definire gli attuali fabbisogni di prestazioni riabilitative sul territorio regionale in base ai quali procedere alla riorganizzazione della rete regionale della riabilitazione, sia ospedaliera che territoriale, in modo da garantire un’omogenea e capillare offerta di prestazioni riabilitative, superando la grave carenza di posti letto soprattutto nel Nord dell’Isola;
– individuare e sviluppare, anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato, PDTAR idonei ad assicurare il tempestivo ed efficiente recupero dei pazienti nell’ottica della continuità di cura fra acuzie e post acuzie e dell’integrazione tra i servizi ospedalieri e quelli territoriali,

impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

1) a effettuare una nuova attività di ricognizione volta a definire gli attuali fabbisogni di prestazioni riabilitative sul territorio regionale in base ai quali procedere alla definizione di un piano regionale dell’assistenza riabilitativa, con la riorganizzazione della rete regionale della riabilitazione, sia ospedaliera che territoriale, al fine di garantire un’omogenea e capillare offerta di prestazioni, superando la grave carenza di posti letto soprattutto nel nord dell’Isola;
2) a individuare e sviluppare, anche attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato, PDTAR idonei ad assicurare il tempestivo ed efficiente recupero dei pazienti nell’ottica della continuità di cura fra acuzie e post acuzie e dell’integrazione tra i servizi ospedalieri e quelli territoriali.

Cagliari, 26 gennaio 2021

Condividi: