Mozione n. 371

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 371

PINNA – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PISCEDDA – AGUS – CADDEO – ORRÙ – LOI – PIU – SATTA – ZEDDA Massimo – COCCO – LAI – CIUSA – LI GIOI – MANCA Desiré Alma – SOLINAS Alessandro sulla necessità di attivare urgentemente ogni utile azione e iniziativa volta ad adeguare le strutture e l’organizzazione sanitaria al fine di arginare le criticità createsi a seguito dell’emergenza Covid 19 che hanno determinato ritardi e/o interruzioni negli interventi di prevenzione e cura delle patologie non legate al Covid-19, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il 20 febbraio scorso veniva individuato in Italia il primo paziente affetto da Covid-19; l’emergenza determinata dalla diffusione della pandemia nei mesi successivi ha messo a nudo le debolezze del nostro servizio sanitario nazionale, evidenziando le differenze regionali in fatto di efficienza e di capacità di offrire servizi sanitari adeguati;
– in Sardegna dopo la comparsa dei primi casi di positività si è assistito alla crescita dei contagi, sperimentato il lockdown stabilito su tutto il territorio nazionale, affrontata la riapertura e dovuto fronteggiare i focolai che nella seconda metà di agosto hanno interessato alcune località dell’Isola;
– successivamente ai primi focolai estivi si è assistito ad una progressiva diffusione del contagio, sempre più generalizzata e pervasiva, che non ha risparmiato nessuna comunità e che sta mettendo a rischio la tenuta del nostro servizio sanitario regionale;

CONSIDERATO che:
– già dalla cosiddetta “prima ondata” il nostro sistema sanitario si è rivelato inadeguato e le strutture sanitarie pubbliche, concentrate sulla pandemia, non hanno potuto fornire adeguate risposte alle ordinarie attività di diagnosi e cure relativamente alle patologie preesistenti;
– la cosiddetta “seconda ondata”, ampiamente prevista, ha ciononostante colto impreparato il sistema e amplificato le difficoltà per la diagnosi e la cura delle altre patologie, penalizzando pesantemente il bisogno di salute di tutta la cittadinanza;
– tale evidenza è supportata dai numerosi appelli del personale medico e infermieristico e dai numeri allarmanti degli ultimi giorni;

CONSIDERATA la denuncia costante di comitati e associazioni di pazienti che hanno segnalato e continuano a denunciare la fragilità del sistema sanitario e l’incapacità della sua macchina organizzativa; infatti, anche mettersi in contatto con il CUP (Centro unico di prenotazioni) per prenotare una visita specialistica, un’analisi o un accertamento diagnostico è diventato pressoché impossibile e, nella migliore delle ipotesi, le date proposte sono inaccettabili e le agende chiuse fino al prossimo anno;

ATTESO che:
– gli interventi di prevenzione, come gli screening antitumorali, o sono sospesi o non si effettuano più o si effettuano con un ritardo tale da renderli inefficaci;
– migliaia di persone con malattie croniche (come pazienti oncologici, pneumologici, diabetici, malati di Alzheimer, talassemici, malati psichiatrici, trapiantati d’organo, per citarne alcuni) non riescono a ottenere una visita di controllo dai pochi specialisti rimasti nei rispettivi servizi;
– è in notevole ritardo il completamento del piano di vaccinazione antinfluenzale, presidio importante anche contro il Covid-19 per le persone fragili;

CONSIDERATO inoltre che:
– le farmacie territoriali di ASSL e ATS hanno ridotto drasticamente giorni e orari di apertura e quantità di farmaci e altri prodotti in distribuzione;
– le strutture del privato convenzionato cui i pazienti si sono rivolti massicciamente quale unica alternativa alla sanità pubblica vedono esaurirsi il proprio budget, costringendo i pazienti al pagamento delle visite o delle analisi;
– la situazione rappresentata costringe i cittadini a farsi carico di onerose parcelle e trasferte e a rivolgersi ad ambulatori e strutture private e ciò crea disuguaglianza sociale, poiché la sanità finisce per essere un lusso per pochi, inaccessibile a chi non ha la possibilità di sostenere spese e disagi;
– il diffondersi incontrollato dell’epidemia da Covid-19 rende ogni giorno più evidente l’insufficiente dotazione di posti letto, specie di terapia intensiva, e rappresenta un grave rischio per i cittadini sardi, attesa la condizione di insularità e dunque la difficoltà di accogliere anche eventuali manifestazioni di solidarietà che possano pervenire da altre regioni;

ATTESO che:
– si è costituita recentemente in Sardegna la rete “LaSanitàsiCura”, formata da un folto coordinamento di comitati territoriali, associazioni e movimenti di pazienti, di cittadine e cittadini, che ha formulato proposte per tutelare la sanità pubblica quale servizio essenziale, patrimonio di cura e conoscenza disponibile per tutte e tutti, senza discriminazioni, e che, in quanto finanziato dalla fiscalità generale come previsto dalla nostra Costituzione, assicuri il diritto di accesso sia alla medicina preventiva, attraverso le indagini diagnostiche di laboratorio, strumentali e specialistiche, sia ai livelli essenziali di assistenza e cura;
– le proposte esplicitate dalla rete “LaSanitàSiCura” mirano al raggiungimento di una organizzazione sanitaria efficiente e articolata, strutturata attraverso:
– un’adeguata rete di infrastrutture di vicinanza che affianchi e supporti i medici di medicina generale e i pediatri: case della salute, strutture intermedie, poliambulatori, cure post acuto e sub acuto, cure domiciliari;
– un sistema ospedaliero incentrato su alcune alte specializzazioni e una serie di ospedali a struttura modulare, diffusi nel territorio, dotati di un congruo numero di posti letto di terapia intensiva, capaci di adattarsi velocemente a quelle che, con sempre maggiore frequenza, saranno le future epidemie,

impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

a garantire il “doppio registro” di assistenza pazienti Covid-19 e non Covid che preveda:
1) la messa a punto di un piano straordinario, utilizzando le risorse statali destinate all’abbattimento delle liste d’attesa;
2) il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata e l’incremento del numero delle USCA, in modo da garantire l’assistenza domiciliare ai malati di Covid-19, perseguendo una strategia di medicina capillare sul territorio; tale scelta potrebbe sgravare enormemente tutti quei reparti che servono gli utenti con altre malattie, garantirebbe ai pazienti Covid in cura domiciliare la consegna, in comodato d’uso, della tecnologia di base utile al monitoraggio e al mantenimento della serenità dei malati, quali i saturimetri e, per quanti ne hanno necessità, l’ossigenoterapia a casa;
3) l’assunzione di specialisti anche a tempo determinato al fine di recuperare le numerose visite di controllo ad oggi sospese nonché l’assunzione di infermieri e personale ausiliario;
4) l’incremento delle ore, in straordinario, del personale specialistico, infermieristico e ausiliario in organico;
5) l’acquisto di prestazioni aggiuntive dalla sanità privata in modo da garantire l’accesso paritario alle prestazioni, utilizzando la possibilità di superamento dei tetti di spesa regionali per la sanità privata;
6) case della salute territoriali, dove non presenti altre strutture sanitarie, come presidio polispecialistico diagnostico e utilizzo delle strutture specialistiche ambulatoriali del territorio per la cura e il soccorso per piccoli traumi e medicina di base allo scopo di non intasare i Pronto soccorso con codici bianchi;
7) l’istituzione degli infermieri di famiglia, di comunità e scolastici;
8) l’attivazione della rete oncologica regionale già costituita;
9) la distinzione per ogni area territoriale di ospedali “Covid”, dedicati esclusivamente alla cura dei pazienti della pandemia, e altri “Covid free” dove proseguire con la medicina ordinaria, per evitare in ogni modo ospedali e pronto soccorso misti dove il rischio di infezione è molto alto;
10) il potenziamento del sistema di test, tracciamento e isolamento nelle strutture alberghiere già individuate per coloro che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare al fine di limitare le infezioni in famiglia (Covid hotel);
11) il supporto alla rete dei medici di medicina generale in prima linea nel contrasto al Covid-19, anche con il potenziamento dei sistemi informatici;
12) un apposito piano di valutazione, controllo e assistenza Covid per RSA, comunità protette e strutture Covid-accoglienti;
13) scelte precise di bilancio relativamente agli investimenti sulla sanità pubblica.

Cagliari 9 dicembre 2020

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