Mozione n. 316

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 316

SOLINAS Alessandro – MANCA Desiré Alma – CIUSA – LI GIOI sulla necessità di porre rimedio ai gravi problemi dell’Ospedale San Martino di Oristano.

***************

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il documento di “Ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna” approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 inquadra l’Ospedale San Martino di Oristano tra i presidi ospedalieri di I livello;
– il predetto documento stabilisce che nei presidi di I livello vengano garantiti i servizi legati alle seguenti specialità: medicina, chirurgia, anestesia e rianimazione, ortopedia, ostetricia e ginecologia, pediatria, cardiologia con UTIC, neurologia, psichiatria, oncologia, oculistica, ORL, urologia, OBI e terapia subintensiva multidisciplinare, radiologia con TAC ed ecografia, laboratorio SIT, centro trauma di zona (CTZ), Stroke Unit di I livello, emodinamica e direzione di presidio;
– il documento prevede, inoltre, che le strutture di cardiologia di Sassari, Nuoro, Oristano, Carbonia e Cagliari (Brotzu e AOU) siano dotate di laboratorio di emodinamica attivo 24 ore su 24, 365 giorni su 365, in grado di eseguire con perizia un’angioplastica primaria;

RILEVATO che:
– in realtà, si assiste, negli ultimi anni, al progressivo depauperamento dei servizi sanitari offerti dall’Ospedale in questione, trasformato sempre di più in una scatola vuota;
– già da tempo si lamentavano disfunzioni e disservizi in quasi tutti i reparti del nosocomio, imputabili principalmente alla carenza di organico del personale sanitario;

CONSIDERATO che:
– durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19 la predetta situazione si è aggravata;
– in particolare, per quanto attiene al Reparto di Anestesia e Rianimazione, negli ultimi mesi sono stati trasferiti sei anestesisti, più un medico in maternità non ancora sostituito;
– dopo reiterate segnalazioni e proteste da parte dell’Ordine dei medici e dei sindacati, da giugno sono rientrati due medici, i quali, però, hanno già chiesto il trasferimento;
– in definitiva, a fronte dei ventidue anestesisti in servizio un anno fa, se ne contano, oggi, soltanto quattordici;
– con l’organico così ridotto non è possibile garantire l’attività ordinaria nelle sale operatorie di chirurgia, ginecologia, ortopedia, urologia, endoscopia, il servizio di partoanalgesia, la terapia del dolore, i cambi cannula a domicilio e il posizionamento dei vasi centrali per chemioterapia;
– i due specializzandi recentemente assegnati per arginare il problema possono soltanto affiancare i dirigenti medici in forza al Reparto, ma non possono esercitare autonomamente;
– analoga situazione si riscontra con riferimento al Laboratorio di Emodinamica, fiore all’occhiello del Reparto di cardiologia e unità di terapia intensiva coronarica (UTIC) dell’Ospedale;
– se, infatti, fin dal mese di giugno 2018, a causa della progressiva sottrazione di personale medico, il servizio aveva subito una riduzione dell’orario lavorativo a sole sei ore, senza poter garantire i festivi e la reperibilità nei notturni, nei mesi estivi del 2019 il servizio era stato addirittura sospeso temporaneamente per assenza dell’unico medico rimasto in servizio;
– purtroppo, nonostante l’impegno della VI Commissione permanente del Consiglio regionale ad adoperarsi per ottimizzare il funzionamento di tutti i reparti di Emodinamica della Sardegna, dal prossimo 15 agosto il laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale San Martino chiuderà in quanto l’unico medico emodinamista, vincitore di concorso in altra sede, il 14 agosto lascerà la struttura e, ad oggi, non è stato sostituito;
– con la chiusura di Emodinamica, tutti i pazienti che arriveranno al pronto soccorso con un sospetto infarto miocardico in atto dovranno essere trasferiti d’urgenza a Nuoro o a Cagliari;

CONSIDERATO, inoltre, che:
– nel Laboratorio di analisi dell’Ospedale opera ormai un solo medico oltre al primario, con la conseguente inevitabile limitazione numerica dei pazienti che vi possono quotidianamente accedere e il relativo sovraccarico dei laboratori di analisi privati convenzionati oristanesi;
– relativamente al Reparto di radiologia, dei quattordici medici previsti in organico, oggi ne sono presenti soltanto nove, e, di questi nove, soltanto sette sono effettivamente in servizio dato che un radiologo ha presentato le dimissioni lo scorso 15 luglio non recandosi, da allora, in reparto e un altro è in congedo per malattia;
– i sette medici rimasti dovrebbero coprire le urgenze delle 24 ore con tre turni e svolgere esami di quattro metodiche differenti durante la giornata;
– tuttavia, ciò non è possibile, e quindi attualmente non si eseguono esami di risonanza il sabato né i pomeriggi ed è sospesa l’attività in favore degli esterni;
– come ha denunciato il Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri, per effetto delle ferie nel mese di agosto nel Reparto di radiologia resteranno in attività solo quattro medici radiologi;

CONSIDERATO, ancora, che:
– nel Reparto di ortopedia, oltre al primario sono attualmente in servizio solo dieci medici, dei quali, tra l’altro, uno è esentato dalla sala operatoria e dai turni notturni e festivi per motivi di salute e un altro è in procinto di essere trasferito presso altra struttura;
– esiste un posto vacante nel reparto da oltre un anno;
– la carenza di medici ortopedici, aggravata dalla mancanza di un numero sufficiente di anestesisti, sta causando negli ultimi mesi il rinvio di numerosi interventi chirurgici, con il conseguente incremento del rischio clinico e del post operatorio, o addirittura la decisione, spesso obbligata, di trasferire i pazienti in altri presidi ospedalieri per consentire loro di essere operati con una tempistica dignitosa;
– si tratta dell’unico Reparto di ortopedia di un DEA in Sardegna che per mancanza di medici non è in grado di assicurare l’attivazione della guardia medica attiva;
– da anni, i sindacati chiedono l’attivazione di una guardia notturna con un medico presente in sede, anziché la semplice reperibilità per le emergenze, e ciò al fine di consentire una migliore gestione dei pazienti del Reparto, costituiti in gran parte da persone in età avanzata;
– appare sempre più preoccupante la situazione nella quale versa il Reparto di pediatria, dove, dei quattordici medici previsti in organico, a settembre ne rimarranno probabilmente soltanto sette;
– infatti, nel mese di aprile due pediatri sono stati -irragionevolmente- trasferiti ad altre strutture, mentre uno dei pediatri con contratto libero professionale lascerà la struttura dal 16 agosto e un altro potrebbe abbandonare a sua volta il Reparto nel breve termine;
– i pochi pediatri rimasti devono garantire i turni sulle 24 ore in un reparto che conta circa 400 ricoveri all’anno e 230 ricoveri in osservazione breve, assistere a circa 600 parti all’anno e occuparsi di circa 15 trasferimenti annui per patologie complesse o per pazienti chirurgici che non possono essere trattati a Oristano, con un elevatissimo rischio di burnout;
– a complicare la situazione, il servizio di pronto soccorso pediatrico al momento grava di fatto sul Reparto di pediatria;
– nel Reparto di chirurgia l’organico è, ormai, ridotto a soli otto medici, a fronte dei quattordici previsti;
– con un organico così scarno nel reparto non si eseguono più interventi programmati, compresi quelli per patologie oncologiche, perché i chirurghi sono interamente impegnati con le urgenze;
– la Struttura complessa di Medicina solo negli ultimi due anni ha perso ben quattro medici, che non sono stati sostituiti e, attualmente, conta solo tredici medici dei diciotto previsti in organico;
– il personale medico è assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze assistenziali da soddisfare, se si considera che il Reparto di medicina ha 58 posti letto e conta circa 3.500 ricoveri all’anno e che i medici sono spesso utilizzati per arginare le difficoltà dei Presidi di Ghilarza e di Bosa, sempre imputabili alla cronica carenza di personale;
– i medici in servizio al Pronto soccorso sono soltanto dieci, quattro dei quali non svolgono attività notturna e un altro non può coprire più di un turno di notte a settimana;
– la mole di lavoro è nettamente sproporzionata rispetto ai pochi medici in forza al reparto, tenuto conto del fatto che il Pronto soccorso di Oristano conta circa 27.000 accessi annui, vale a dire circa 90 pazienti al giorno, il 40 per cento dei quali sono codici rossi o gialli;

CONSIDERATO, infine, che:
– nella Struttura complessa di Cardiologia sono presenti soltanto undici medici, oltre al responsabile della struttura;
– con un organico così sottodimensionato è impossibile recuperare in tempi brevi i circa 150 controlli rinviati durante il periodo dell’emergenza da Covid-19;
– l’attività del Reparto di gastroenterologia durante il lockdown è stata pressoché interamente sospesa;
– la paralisi delle attività di reparto ha prodotto come conseguenza una lunghissima lista di attesa che ha coinvolto circa 300 pazienti;
– il reparto risente anche della carenza di infermieri, che riescono a coprire solo quattro notti la settimana in reperibilità, mentre i restanti tre giorni le urgenze vengono trasferite in altra sede;
– per quanto concerne il Reparto di psichiatria, con quindici posti letto, vi lavorano soltanto cinque medici, a fronte dei dodici che sarebbero necessari per poter lavorare in sicurezza;
– due psichiatri collocati in quiescenza quest’anno non sono ancora stati sostituiti;
– durante le imminenti ferie estive, periodo in cui usualmente si assiste a un aumento o quantomeno al peggioramento delle patologie psichiatriche, i pochissimi medici rimasti saranno chiamati a garantire l’assistenza H24, con un solo medico per turno – evidentemente impossibilitato a gestire più di un’urgenza per volta – e due medici chiamati a lavorare due notti la settimana in violazione delle norme contrattuali;
– nella Struttura complessa di Pneumologia, che ha in carico circa 2.000 pazienti, due medici sono andati in pensione e finora non sono stati sostituiti;
– inoltre, nel 2021 anche il direttore della struttura andrà in pensione e, se non verrà sostituito, si assisterà probabilmente alla soppressione della struttura, riassorbita dal Reparto di medicina;

EVIDENZIATO che:
– con riferimento alla Struttura di Oncoematologia, è nota la vicenda che ha impedito dall’inizio del 2020 la prescrizione e la somministrazione dei farmaci innovativi ai pazienti assistiti presso la struttura stessa;
– con la deliberazione n. 35/36 del 9 luglio 2020 la Giunta regionale ha assegnato due posti letto di ematologia all’Ospedale San Martino, ma si è ancora in attesa dei conseguenti atti necessari ad autorizzare la prescrizione ed erogazione dei succitati farmaci ai pazienti oncoematologici,

impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

a porre rimedio alla grave carenza di personale sanitario che affligge da tempo l’Ospedale San Martino di Oristano, progressivamente depauperato dei servizi e dell’assistenza per i cittadini e a garantire la continuità nell’assistenza e nelle terapie in favore dei pazienti oncoematologici dell’Ospedale stesso.

Cagliari, 12 agosto 2020

Condividi: