Interrogazione n. 84/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 84/A

(Pervenuta risposta scritta  in data 12/02/2020 e in data 12/02/2020 e in data 08/03/2021)

MANCA Desire’ Alma, con richiesta di risposta scritta, sulla salvaguardia del diritto al lavoro degli addetti, diretti e indiretti, dell’ex polo petrolchimico di Porto Torres a fronte dell’evidente incertezza circa il completamento degli investimenti previsti dal Progetto chimica verde.

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La sottoscritta,

premesso che:
– a partire dagli anni Sessanta, Porto Torres ha progressivamente assunto un ruolo da protagonista nel settore dell’industria petrolchimica;
– tuttavia, negli ultimi venti anni si è assistito alla crisi di tale settore, imputabile alla delocalizzazione e alla crescente deindustrializzazione, con le conseguenti ripercussioni negative anche sulle produzioni turritane, non più competitive nel mutato mercato mondiale, nonché sull’indotto delle produzioni stesse e, in generale, sul tessuto economico e sociale del relativo territorio;
– inoltre, gli impianti del polo petrolchimico di Porto Torres da tempo non consentivano una produzione efficiente in quanto obsoleti e con una capacità decisamente inferiore a quella di analoghi impianti presenti in Europa;
– il territorio della Sardegna nord-occidentale ha pagato a caro prezzo la presenza di impianti petrolchimici, se si considera che il rapporto SENTIERI (Ministero della salute, 2011) ha evidenziato come l’area rientri in uno dei 44 siti a maggior rischio di tumore in Italia;
– in questo contesto, il 25 maggio 2011 è stato firmato il “Protocollo di intesa per la chimica verde a Porto Torres”, tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministero dello sviluppo economico, la Regione, la Provincia di Sassari, i Comuni di Porto Torres, Sassari e Alghero, le società Eni Spa, Novamont Spa, Polimeri Europa Spa (oggi Versalis Spa), Syndial Spa, Enipower Spa e le organizzazioni sindacali;
– il Progetto “Chimica verde” prevedeva, nello specifico, la realizzazione di sette impianti per la produzione di monomeri, additivi (per lubrificanti e gomme) e polimeri biodegradabili, ottenuti da oli vegetali e scarti agricoli, impianti da realizzarsi in tre fasi articolate in un periodo di sei anni: nella prima fase un impianto di monomeri bio e un impianto di lubrificanti bio, nella seconda fase un impianto additivi bio per gomme e un impianto bio-fillers e nella terza fase un impianto di produzione di bioplastiche, un secondo impianto di produzione di monomeri bio e un secondo impianto lubrificanti bio, di dimensioni maggiori rispetto a quelli della prima fase;
– il progetto prevedeva, inoltre: l’apertura di un centro ricerche a Porto Torres, la prosecuzione, da parte della Syndial Spa, delle attività di bonifica del sito e la realizzazione di una nuova centrale elettrica alimentata a biomasse;
– il protocollo presentava il Progetto Chimica verde come una grande opportunità per il territorio di Porto Torres e per la comunità, in considerazione degli impegni delle società firmatarie ad effettuare rilevanti investimenti industriali e a garantire la riqualificazione dell’occupazione esistente e la creazione di nuova occupazione;
– in particolare, all’articolo 2 del protocollo si annoverava tra le finalità del progetto la promozione dei processi di riqualificazione professionale dei lavoratori mediante specifici piani di formazione e l’adeguamento delle risorse professionali con ricorso sia a procedure di mobilità per il personale che avrebbe maturato i requisiti pensionistici che a nuove assunzioni con riferimento ai profili professionali non presenti in azienda;
– l’articolo 4 sviluppava come segue la predetta finalità in relazione ai diversi step di attuazione del progetto: durante la fermata temporanea degli impianti di Polimeri Europa Spa, Eni Spa si impegnava ad avviare la procedura di mobilità per il personale che maturasse i requisiti pensionistici, a mantenere gli stessi livelli occupazionali antecedenti e ad avviare la fase di selezione delle risorse necessarie per il nuovo centro ricerche;
– successivamente alla fermata permanente degli impianti, ENI si impegnava a collocare in mobilità il personale che maturasse i requisiti pensionistici, a collocare in CIGS (cassa integrazione guadagni straordinaria) i lavoratori non impegnati nelle attività operative, ad avviare e realizzare precisi percorsi formativi, anche presso altre aziende, finalizzati ad accrescere e sviluppare le conoscenze dei processi produttivi in considerazione del programma di riconversione industriale; infine, per l’avvio dei nuovi impianti la Polimeri Europa Spa (oggi Versalis Spa) e la Novamont Spa si impegnavano, attraverso la joint venture appositamente creata (Matrìca), a reinserire progressivamente tutto il personale collocato in CIGS nei nuovi impianti in fase di realizzazione, ad avviare programmi di assunzione di risorse con nuove professionalità non presenti in azienda e ad ottenere, con la realizzazione della terza fase del progetto, un aumento del livello occupazionale complessivo rispetto a quello attuale;
– il 26 maggio 2011, le parti del protocollo hanno sottoscritto un addendum con il quale la Regione si impegnava a promuovere e coordinare un tavolo regionale quale sede di supporto al coordinamento complessivo del progetto e luogo permanente del confronto a livello regionale sui temi e sugli impegni del protocollo;

considerato che:
– a seguito degli impegni istituzionali assunti con la sottoscrizione del protocollo e dell’addendum, è stato firmato un protocollo d’intesa tra Matrìca e Coldiretti Sardegna per il reperimento delle materie prime della bioraffineria, è stato realizzato il centro di ricerca e, nel 2014, sono stati avviati i primi tre impianti di chimica verde;
– tuttavia, a partire da quel momento il cronoprogramma ha subito un evidente rallentamento rispetto agli impegni assunti con il protocollo e l’addendum del 2011 e i ritardi nell’attuazione del protocollo d’intesa hanno ostacolato l’integrazione della produzione chimica con la filiera agricola e l’insediamento, lo sviluppo e la specializzazione di nuove imprese presso il territorio di Porto Torres;
– nel frattempo, la ENI ha annunciato la cancellazione della realizzazione della centrale a biomasse dal programma di investimenti e non si ha ancora traccia della terza fase, che prevedeva la costruzione di tre ulteriori impianti;

considerato, inoltre, che:
– nel gennaio 2016 l’amministratore delegato dell’ENI, di fronte alle accuse di voler abbandonare il settore della chimica mettendo a rischio seimila posti di lavoro in otto siti produttivi, tra i quali Porto Torres, ha fornito rassicurazioni sulla prosecuzione delle attività di ENI nel settore e ha dichiarato la volontà di trovare un investitore per la Versalis Spa;
– in tale circostanza, l’allora Presidente della Regione, al termine dell’incontro sulla chimica in Italia tenutosi presso il MISE ha, a sua volta, garantito che da parte dell’ENI permanesse la volontà di investire nel progetto chimica verde a Porto Torres a prescindere dalle vicende societarie della Versalis Spa e ha auspicato l’apertura immediata di un confronto operativo con il Governo e l’ENI sulle questioni inerenti;
– nel 2017 è stata autorizzata la realizzazione entro cinque anni, in luogo della centrale a biomasse, della nuova centrale di cogenerazione al servizio dello stabilimento di Matrìca a Porto Torres: una centrale dual-fuel alimentata a gas naturale o Gpl finalizzata a consentire l’autonomia energetica degli impianti;
– ciononostante, il protocollo e l’addendum sulla chimica verde a Porto Torres sono ancora lontani dal trovare completa attuazione, con i conseguenti pregiudizi per i lavoratori che hanno visto disattesi, nel tempo, gli impegni assunti dalle società firmatarie per quanto attiene la promozione dei processi di riqualificazione professionale, il reinserimento del personale collocato in CIGS nei nuovi impianti e le nuove assunzioni con riferimento ai profili professionali non presenti in azienda;
– le aziende che facevano parte da tanti anni dell’ex petrolchimico (si pensi, ad esempio, alla vicenda della Sicmi Montaggi e, più di recente, della Sices) hanno perso progressivamente e inesorabilmente le commesse, andando in molti casi incontro al fallimento, e i lavoratori dell’indotto hanno dovuto fare i conti con stipendi non pagati e perdita del lavoro, senza poter usufruire di percorsi di riqualificazione professionale né del reinserimento nel nuovo ciclo produttivo;
– alla riunione ufficiale tenutasi il 22 novembre 2018 presso la sede sassarese dell’Assessorato regionale dell’industria, alla quale hanno partecipato il Presidente della Regione, gli Assessori regionali dell’industria e della difesa dell’ambiente, il Sindaco di Porto Torres, i rappresentanti dei Comuni di Sassari e Alghero e della Provincia di Sassari, i rappresentanti delle società Versalis, Syndial e Novamont, e le organizzazioni sindacali, la Matrìca Spa non ha fornito alcuna garanzia circa il completamento dell’attuazione del progetto con riferimento agli investimenti della terza fase e, quindi, alla salvaguardia dei livelli occupazionali dell’ex polo petrolchimico di Porto Torres;

ritenuto necessario e urgente, alla luce della posizione espressa dalla Matrìca Spa, intervenire a tutela del diritto al lavoro degli addetti, diretti e indiretti, dell’ex polo petrolchimico di Porto Torres, valutando strade alternative al Progetto Chimica verde per la riqualificazione professionale e il ricollocamento degli stessi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’industria, l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per sapere:
1) se siano a conoscenza delle problematiche esposte;
2) quale sia lo stato di attuazione del Progetto Chimica verde a Porto Torres di cui al Protocollo di intesa del 25 maggio 2011 e al relativo Addendum del 26 maggio 2011;
3) quali garanzie concrete abbiano fornito, a seguito della riunione del 22 novembre 2018, la Versalis Spa, la Novamont Spa e la Matrìca Spa, creata dalle due società, con riferimento alle misure di tutela dei lavoratori diretti e indiretti dell’ex petrolchimico di Porto Torres previste dal Protocollo di intesa e dall’Addendum;
4) quali atti e misure abbiano posto o intendano porre in essere, in alternativa al Progetto Chimica verde, al fine di garantire il diritto al lavoro degli addetti, diretti e indiretti, dell’ex polo petrolchimico di Porto Torres a fronte dell’evidente incertezza circa il rispetto degli impegni assunti a tutela dei lavoratori dalle società firmatarie del protocollo e dell’addendum del 2011.

Cagliari, 17 luglio 2019

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