Interrogazione n. 423/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 423/A

(Pervenuta risposta scritta in data 10/07/2020)

CIUSA, con richiesta di risposta scritta, sulla possibilità per le partorienti di condividere con il proprio compagno o altra persona di fiducia l’esperienza del travaglio e del parto.

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Il sottoscritto,

premesso che:
– la nascita di un bambino è un’esperienza unica nella vita della donna;
– la gravidanza rappresenta una fase complessa e delicata, in cui le emozioni positive e la trepidazione per l’imminente arrivo di una nuova vita si alternano a momenti in cui dubbi, insicurezze e paure per la salute della gestante stessa e del nascituro rischiano di prendere il sopravvento;
– ora più che mai, con una pandemia in atto e le necessarie conseguenti misure restrittive adottate al fine di contenere la diffusione del virus Covid-19, è fondamentale garantire alla donna le condizioni migliori, sia dal punto di vista sanitario che psicologico ed emotivo, per consentirle di affrontare una gravidanza quanto più possibile serena;

considerato che:
– avere il proprio compagno o comunque un’altra persona di fiducia al proprio fianco durante il parto e nelle primissime ore successive è molto importante per la gestante, non solo per il supporto emotivo che l’accompagnatore può offrire rassicurandola in un momento così difficile e intenso, ma anche per poter avere accanto qualcuno con cui condividere l’evento nascita;
– nella stragrande maggioranza dei casi, la gestante sceglie di avere accanto a sé il futuro padre;
– del resto, a partire dagli anni ’70 è cambiato profondamente il modo di vedere e affrontare la gravidanza e il parto e negli ultimi decenni, anche il ruolo paterno è stato progressivamente interpretato in maniera più consapevole e partecipata sin dall’inizio della gravidanza, tanto da far maturare nei futuri padri il desiderio di assistere anche alla nascita del figlio per iniziare insieme alla propria partner il cammino genitoriale;
– diversi studi sull’argomento hanno dimostrato che la partecipazione del padre al parto aumenta per la partoriente il significato dell’esperienza e rafforza la relazione di coppia;
– il bonding, cioè il processo di attaccamento che si sviluppa tra i genitori e il bambino subito dopo il parto, inizia a costruirsi già a partire dai primi istanti di vita del nuovo nato e condiziona la relazione fra i tre e la relazione del bambino con il resto del mondo;
– pertanto, è di fondamentale importanza che entrambi i genitori possano trasmettere fisicamente al figlio appena nato il senso di sicurezza, serenità e fiducia di cui il bambino ha bisogno;
– il padre deve poter guardare il proprio figlio negli occhi, tenerlo in braccio e fargli sentire la propria voce nei primi 60-90 minuti di vita in cui il neonato si trova nello stato di veglia tranquilla, apre gli occhi ed è molto attento e percettivo nei confronti di ciò che lo circonda;
– i ricercatori dell’Università di Notre Dame negli USA hanno dimostrato, nel 2018, che il contatto fisico con il papà nei momenti successivi al parto influenza il ruolo di genitore nei mesi seguenti alla nascita;

evidenziato che:
– a prescindere dall’emergenza sanitaria in atto e dall’eventuale positività della gestante al Covid-19, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Istituto superiore della sanità (ISS) riconoscono il diritto della stessa di partorire in sicurezza e di vivere un’esperienza positiva e ricomprendono in tale diritto la possibilità, per la partoriente, di avere una persona di fiducia al suo fianco durante le fasi del travaglio e del parto;
– la comunità scientifica italiana dei neonatologi, pediatri, ginecologi e ostetriche (SIN, SIMP, SIP, ACP, SIGO, AOGOI, AGUI, SIAARTI e FNOPO) ha aderito all’iniziativa dell’ISS di istituire un gruppo di lavoro, coordinato dal Centro nazionale di prevenzione delle malattie e di promozione della salute (CNaPPS), al fine di prendere in esame e divulgare gli aggiornamenti della letteratura scientifica sul tema Covid-19 in gravidanza, parto e allattamento;
– tra i più recenti aggiornamenti sul tema, pubblicati nel sito Epicentro dell’ISS, si legge che i Royal Colleges inglesi al 17 aprile 2020 mantengono ferma l’indicazione alla presenza di una singola persona asintomatica, scelta della donna, durante il travaglio e il parto, in quanto tale presenza comporta una differenza significativa per la sicurezza e il benessere della partoriente, con l’ovvia precisazione secondo cui la persona scelta non può spostarsi all’interno del reparto e deve adottare le misure di prevenzione previste dalla struttura [Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, The Royal College of Midwives UK, Royal College of Paediatrics and Child Health, Royal College of Anaesthetists & Obstetric Anaesthetists’ Association. Coronavirus (Covid-19) Infection in Pregnancy Information for healthcare professionals. (2020).];

rilevato che:
– in Italia, alcune aziende sanitarie e presidi ospedalieri hanno deliberato di vietare l’accesso di familiari e visitatori nei reparti di ostetricia e nelle sale parto per tutelare la sicurezza degli operatori sanitari e degli altri pazienti ricoverati, ma in molte regioni sono stati organizzati dei percorsi nascita che garantiscono l’accesso, in condizioni di sicurezza, di un accompagnatore di fiducia della gestante in sala travaglio e parto;
– un esempio virtuoso è rappresentato dall’Ospedale Del Ponte di Varese, nel quale i bambini, nonostante l’epidemia di Covid-19 in corso, continuano a venire al mondo con entrambi i genitori presenti in sala parto, sia che il parto sia naturale che nell’ipotesi di parto cesareo, e sono stati predisposti distinti percorsi Covid-free e Covid-positivi dove far transitare le donne in gravidanza e i neonati;
– anche all’ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma è stata garantita la possibilità per un solo accompagnatore di accedere alla sala travaglio con le dovute precauzioni;
– in Emilia-Romagna la presenza di un accompagnatore è garantita sia in caso di gestante positiva che negativa al Covid-19, con percorsi diversificati a seconda della presenza di sintomi e delle condizioni della donna;
– è notizia recente che in Liguria uno dei percorsi definiti dal Dipartimento interaziendale regionale materno infantile nell’ambito del focus sul percorso gravidanza e condiviso con i responsabili dei punti nascita della Regione preveda la presenza del partner in sala parto se asintomatico e munito di dispositivi di protezione individuale, con riferimento alle pazienti Covid negative e asintomatiche;
– analoga decisione è stata adottata pochi giorni fa in Friuli Venezia Giulia, dove i futuri padri potranno essere ammessi nelle sale parto solo al momento del parto e non durante l’intero travaglio, purché sia garantito il rispetto delle misure di sicurezza adottate;

constatato che:
– in Sardegna, attualmente, l’unico presidio in cui la partoriente può farsi accompagnare da persona di sua fiducia è l’Ospedale Nostra Signora Bonaria di San Gavino Monreale;
– per tale motivo, quarantadue coppie di futuri genitori hanno deciso di scrivere una lettera al Presidente della Regione e all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per chiedere che venga garantito il diritto della donna di partorire affiancata da una persona da lei scelta, organizzando a tal fine idonei percorsi di ingresso in ospedale e fornendo i necessari dispositivi di protezione individuale e contemperando, in tal modo, l’esigenza di assicurare la sicurezza degli operatori sanitari e delle altre partorienti con il diritto dei futuri genitori di vivere il parto come esperienza positiva capace di favorire la costruzione di un sano rapporto affettivo con il neonato sin dai primi istinti della sua vita;
– con la stessa finalità recentemente è stata promossa anche una petizione che ha raggiunto quasi tremila firme,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte;
2) se non ritengano necessario intervenire affinché venga tutelato anche in Sardegna il diritto delle donne di vivere il travaglio e il parto come un’esperienza positiva garantendo la possibilità, per le partorienti, di avere una persona di fiducia al loro fianco che offra un supporto emotivo e possa condividere con le future madri questa esperienza unica;
3) quali atti e misure intendano adottare per garantire il migliore contemperamento tra il suddetto diritto e l’esigenza di tutelare la sicurezza degli operatori sanitari e degli altri pazienti dei punti nascita, predisponendo a tal uopo idonei percorsi nascita e fornendo regolarmente i necessari e adeguati dispositivi di protezione individuale sia agli operatori che alle gestanti e ai loro accompagnatori, nonché valutando l’opportunità di procedere alla previa effettuazione del test Covid-19 in aggiunta al pre-triage.

Cagliari, 28 aprile 2020

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