Interrogazione n. 371/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 371/A

COCCO – LAI, con richiesta di risposta scritta, sulla modifica da parte dell’ATS Sardegna del regime di trattamento fiscale relativo ai compensi percepiti dai medici di continuità assistenziale.

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I sottoscritti,

premesso che:
– il Servizio di continuità assistenziale SCA (ex guardia medica) garantisce l’assistenza medica di base gratuita a tutte le persone per situazioni che rivestono carattere di non differibilità, cioè per quei problemi sanitari per i quali non si può aspettare fino all’apertura dell’ambulatorio del proprio medico curante o pediatra di libera scelta;
– i medici di continuità assistenziale della Regione hanno un rapporto di lavoro di convenzione con l’ATS Sardegna attraverso un contratto da liberi professionisti (titolari di partita IVA) nel quale sono definiti i rispettivi diritti, doveri e compiti senza che però si instauri nessun rapporto di lavoro dipendente;
– fino ad ora i compensi percepiti dai medici incaricati per i sopracitati servizi sono dichiarati come compensi percepiti nell’ambito dei redditi da lavoro autonomo con l’applicazione, nei limiti reddituali, dei trattamento fiscale “forfettario”;
– dal mese di marzo 2020 l’ATS Sardegna ha improvvisamente deciso, in maniera unilaterale e senza nessuna comunicazione, di modificare l’inquadramento fiscale dei compensi per i medici di continuità assistenziale, delle carceri e del 118, equiparandoli ai redditi percepiti da lavoro dipendente con l’applicazione del relativo regime fiscale “a scaglioni”;

considerato che:
– l’assimilazione del trattamento fiscale dei compensi relativi al servizio di continuità assistenziale ai compensi percepiti da un lavoratore dipendente comporta un evidente svantaggio fiscale per tutti i medici che percepiscono compensi da libera professione e che si avvalgono, nei limiti previsti, del regime fiscale “forfettario”;
– il fatto che il medico impegnato nel servizio di continuità assistenziale non goda di alcune tutele garantite al lavoratore dipendente (ferie, malattia, maternità, tredicesima, TFR, contributi ecc.) è dovuto all’inquadramento contrattuale previsto dalla convenzione stipulata con l’ATS Sardegna che, ovviamente, non lo inquadra nell’ambito di un rapporto di lavoro dipendente, ma nell’ambito di un rapporto di lavoro autonomo;
– in questo periodo di grave crisi sanitaria ed economica i medici impegnati nel servizio di continuità assistenziale svolgono un’importantissima attività ambulatoriale e domiciliare che molto spesso li espone al pericolo di contagio da Coronavirus senza avere la possibilità di un triage telefonico o, in alcuni casi, privi di dotazioni adeguate e di disposizioni operative specifiche per fronteggiare l’infezione;

valutata:
– la grave situazione di disagio in cui oggi operano i medici di continuità assistenziale al fine di garantire un efficiente e omogeneo servizio sanitario in tutto il territorio regionale anche a rischio della propria salute;
– la disomogeneità di interpretazione e di applicazione su tutto il territorio nazionale dei diversi regimi di trattamento fiscale per i medici impiegati come lavoratori autonomi in convenzione nei vari sevizi sanitari,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere se sia opportuno che:
1) l’ATS Sardegna modifichi unilateralmente e senza comunicazione agli interessati e alle associazioni di categoria il regime di trattamento fiscale relativo ai compensi percepiti dai medici di continuità assistenziale;
2) l’ATS Sardegna, in questo particolare momento di grave crisi sanitaria ed economica, adotti iniziative che comportino svantaggi economici ai professionisti sanitari che ogni giorno svolgono lodevolmente il proprio lavoro mettendo a rischio la propria salute e quella dei loro familiari.

Cagliari, 30 marzo 2020

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