Interrogazione n. 33/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 33/A

(Pervenuta risposta scritta in data 12/02/2020, in data 31/03/2022 e in data 21/07/2022)

GIAGONI, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità gestionali e i gravi rischi ambientali e alla salute relativi all’attività della discarica consortile in località “Spiritu Santu” (Comune di Olbia).

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Il sottoscritto,

nel farsi portatore di un appello condiviso da centinaia di cittadini, con la consapevolezza di rivolgersi ad un Governo “amico”, che ben saprà dare risposte alla presente interrogazione scevra di colori politici,

premesso che:
– il polo rifiuti “Spiritu Santu”, sorto nel 1991 sulla vecchia discarica comunale di Olbia, ubicato 8 km a sud di Olbia ed a 3 km da Murta Maria, si configura oggi come un ecomostro di altezza spropositata, ben visibile a chilometri di distanza, sia dalla terra che dal mare;
– la discarica viene gestita dal CIPNES (Consorzio industriale provinciale nord est Sardegna, di cui fanno parte i Comuni di Olbia, di Buddusò e di Monti quali soggetti consorziati), soggetto la cui natura giuridica parrebbe essere quella di ente pubblico economico incaricato di un pubblico servizio e, dunque, esonerato in parte dall’applicazione del codice degli appalti pubblici;
– a seguito di progressivi e continui ampliamenti, fondati talvolta su autorizzazioni amministrative quantomeno dubbie, il sito è passato dallo smaltire le 40.000 tonnellate annue iniziali, alle circa 150.000 tonnellate attualmente fissate quali obiettivo dall’ultimo maxi ampliamento promosso dall’Ente gestore, con contestuale creazione di un impianto a biogas, secondo le norme tecniche del caso; il sito di stoccaggio già nel 2006 era giunto alla fine del suo ciclo vitale, in quanto saturo e palesemente inquinato e, pertanto, a norma delle vincolanti direttive europee avrebbe dovuto essere dismesso, chiuso e bonificato entro l’anno 2009;
– in spregio a tali obblighi, il CIPNES ha beneficiato negli anni di ingenti risorse pubbliche, provenienti sia dal Comune di Olbia (esso stesso soggetto consorziato, che a mezzo di “accordi amministrativi” erogò al Consorzio cospicue somme) che dalla Regione;
– per quanto qui interessa, in particolare, la Regione concesse al CIPNES, nel 2016, 1,3 milioni di euro e, nel 2017, 2,3 milioni di euro (vedi deliberazione della Giunta n. 31/17 del 27 giugno 2017 per “Completamento messa in sicurezza permanente – Capping ex discarica Comunale Spiritu Santu”)”;
– nonostante le ingentissime risorse canalizzate per mettere in sicurezza il sito, la discarica si presenta oggi ben lungi dagli standard imposti dalle normative nazionali e comunitarie del settore e non di rado la presenza di rifiuti ad elevato potere calorifero è causa di gravi incendi, con conseguenze prevedibili a discapito dei cittadini (residenti e turisti);
– incurante delle palesi criticità che si protraggono da anni, il Consorzio ha più volte stipulato contratti per lo smaltimento di rifiuti financo extra regionali, provenienti da Sicilia, Lazio e Campania;
– la discarica in oggetto sorge in un territorio sottoposto a rigidi vincoli di tutela ambientale e paesaggistica, adiacente ad un’area turistica ad alta densità abitativa e distante poco più di un km dal sito dove sta sorgendo l’importante complesso sanitario-residenziale “Mater Olbia”;

rilevato che:
– nell’anno 2017 il GIP del Tribunale di Tempio Pausania ha condannato i dirigenti del CIPNES, gli ultimi due sindaci di Olbia ed alcuni tecnici dello stesso Comune per inquinamento ambientale aggravato, non può non rilevarsi anche nell’odierna sede il perdurante conflitto d’interessi sotto due profili: anzitutto la coincidenza assoluta tra soggetto operante e soggetto preposto al monitoraggio (il CIPNES stesso) ed in secondo luogo l’inopportuno legame tra l’attuale Sindaco di Olbia Nizzi (già ex presidente del CIPNES) ed il Consorzio stesso;
– a seguito di recenti indagini condotte in situ dai Carabinieri di Porto San Paolo e dal Nucleo Operativo Ecologico di Sassari, stante la presenza di rifiuti speciali pericolosi compresi fanghi di depurazione, la Procura di Tempio Pausania a fine dello scorso 2018 ha posto sotto sequestro l’area;
– esibendo documentazione operativa inspiegabilmente contrastante con il rapporto dei Carabinieri e forte del successivo dissequestro, il CIPNES avanza oggi ulteriori pretese economiche, annunciando ai media con grande enfasi che l’opera di bonifica e di messa in sicurezza permanente è stata completata (da ultimo vedi certificato di collaudo approvato dal Consiglio comunale di Olbia il 28 agosto 2016);
– nonostante la precedente Giunta abbia disposto l’obbligo per gli 11 comuni dell’Alta Gallura già conferenti all’impianto di Tempio Pausania, a partire dal 1° gennaio 2018 di conferire i rifiuti solidi urbani ed assimilabili nella discarica di “Spiritu Santu” (vedi comunicato della Direzione generale dell’Assessorato della difesa dell’ambiente prot. n. 27324 del 22 dicembre 2017), ragioni di opportunità suggeriscono di canalizzarne lo smaltimento nella discarica di Tempio, ad oggi sovradimensionata rispetto ai conferimenti del territorio;

ritenuto:
– prioritario dare voce in sede regionale alle legittime richieste di chiarimenti della popolazione, da ultimo cristallizzate in un esposto a firma di circa 800 cittadini dei comuni coinvolti;
– impellente ed improcrastinabile che il CIPNES dia conto dell’impiego di tutti i finanziamenti pubblici che ha ottenuto, riferendo in maniera analitica quanto ad oggi sia stato efficacemente impiegato e quale sia, viceversa, l’entità della perdita economica realmente subita;
– che il gravissimo pericolo per la salute e l’integrità fisica di residenti e non, nonché la perdita economica per il settore turistico derivanti dall’inquinamento dell’aria e del suolo nella zona di Spiritu Santu necessitino di indifferibili ed idonee misure;
– che non è più possibile limitarsi ad occasionali indagini, ma è essenziale porre in essere opportuni provvedimenti di controllo ed eventualmente sanzionatori ad opera delle Autorità preposte al fine di garantire la sicurezza dei diritti,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’industria, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) quale sia stata l’attività di controllo e vigilanza finora svolta dai competenti organi circa quantità, tipologia, volume occupato dai rifiuti trattati e capacità residua della discarica;
2) quale sia il piano di programmazione e monitoraggio in previsione per la presente legislatura;
3) se ritengano affidabile che il CIPNES, notoriamente in crisi nella gestione della discarica già con l’iniziale quantità annua di rifiuti, possa garantire affidabilità operando con il previsto maxi impianto da 150.000 tonnellate/anno, riguardante, altresì, lo stoccaggio di rifiuti ad elevato potere calorifero;
4) se e quando l’ARPAS, in quanto soggetto deputato, abbia verificato la conformità dei sistemi di rilevazione del rischio incendio ed i livelli di sostanze nocive presenti sul suolo e nell’aria;
5) se l’imponente opera di ampliamento della discarica con introduzione della produzione di biometano, fortemente voluta dal CIPNES e caldamente sostenuta dal Sindaco di Olbia, risponda concretamente a ragioni di opportunità, fattibilità e convenienza, dando ampio conto del bilanciamento operato in termini di valutazione di rischi, costi e benefici per la popolazione.

Cagliari, 6 giugno 2019

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