Interrogazione n. 1473/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1473/A

AGUS – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo – CADDEO – ORRÙ – GANAU – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PINNA – PISCEDDA – COCCO – LAI – CIUSA – LI GIOI – MANCA Desiré Alma – SOLINAS Alessandro, con richiesta di risposta scritta, sull’ipotesi di un maxi appalto per acquisire mediante società esterne medici in affitto da assegnare ai pronto soccorso della Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
– con l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19 i pronto soccorso isolani sono stati i reparti ospedalieri maggiormente sottoposti a gravi difficoltà organizzative;
– queste strutture hanno affrontato tutte le fasi dell’emergenza sanitaria con la duplice necessità di garantire il primo livello di assistenza e diagnosi di pazienti con sintomi da patologie tempo-dipendenti che la mitigazione del rischio di diffusione del contagio dai pronto soccorso agli altri ambienti ospedalieri, come verificatosi in particolare nel corso della prima ondata pandemica;
– l’organizzazione delle attività nei pronto soccorso – che diversamente da altre strutture sanitarie non hanno mai smesso di funzionare a pieno regime durante le ondate pandemiche – si è rivelata particolarmente gravosa: tra medici e infermieri contagiati, elevati carichi di lavoro causati dalla riduzione del numero pronto soccorso operativi nell’isola, i turni infiniti e le conseguenti dimissioni del personale medico, i livelli di assistenza nelle strutture ospedaliere di emergenza-urgenza sono stati compromessi rispetto agli standard minimi da garantire negli ospedali pubblici;

evidenziato che:
– nonostante il progressivo allentamento della crisi pandemica abbia permesso a gran parte dei servizi erogati dal sistema sanitario regionale la ripresa ordinaria delle attività, per le strutture dei pronto soccorso la situazione oggi appare peggiorata;
– sebbene, infatti, lo stato di emergenza pandemica si sia concluso il 31 marzo, si registrano ancora oggi criticità nei tempi di ricovero dei pazienti presi in carico nei pronto soccorso e per i quali a volte mancano pure i posti letto, costringendo i pazienti a essere dirottati in altri ospedali;
– i tempi per la presa in carico dei pazienti nei pronto soccorso frequentemente si attestano dalle 6 alle 10 ore di attesa; in più di un’occasione sono servite 17 ore per assistere pazienti in codici giallo;
– nell’area del cagliaritano sono ancora oggi frequenti le giornate in cui decine di ambulanze attendono in fila presso i pronto soccorso l’assistenza dei pazienti a bordo: la chiusura di due dei quattro pronto soccorso operativi fino agli inizi del 2020 ha determinato una situazione non più sostenibile per i presìdi del Brotzu e del Policlinico che rimangono gli unici punti di riferimento per l’emergenza-urgenza per quasi mezzo milione di abitanti;
– sebbene con la conclusione dei lavori di ampliamento e adeguamento della struttura la riapertura del pronto soccorso del SS. Trinità di Cagliari sia stata inaugurata pubblicamente dall’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale il 24 dicembre scorso, l’ospedale cagliaritano è ancora oggi chiuso e incapace di alleggerire il carico di lavoro degli altri presidi del Sud Sardegna;
– la carenza di medici di medicina generale, che si registra in particolare nella Asl di Cagliari, comporta un afflusso ulteriore di utenti con codice verde nei pronto soccorso del Sud Sardegna;

preso atto che:
– il problema principale si registra nella diffusa volontà dei medici di non voler proseguire la propria attività lavorativa nei pronto soccorso della nostra Regione;
– da due anni a questa parte i sindacati e il personale medico e infermieristico denunciano che il sovraccarico di lavoro nei pronto soccorso è tale da non poter più garantire livelli adeguati di assistenza;
– nei momenti più critici delle ondate pandemiche medici e infermieri sono stati dirottati verso i reparti Covid, riducendo così gli organici a disposizione dei pronto soccorso;
– i livelli di sovraccarico dei pronto soccorso non hanno inoltre permesso al personale di poter fruire degli ordinari giorni di ferie previsti dai contratti di lavoro perché anche un solo giorno di riposo avrebbe determinato un ulteriore aggravamento dello stato di crisi degli organici; in questa situazione è aumentato enormemente il rischio di burnout per medici, impegnati non più occasionalmente in turni superiori alle 12 ore;
– nello scorso mese di dicembre dall’ospedale San Francesco di Nuoro si sono dimessi sette medici del pronto soccorso per la grave situazione di affanno del reparto che lavorava da mesi sotto organico, mentre nel mese di aprile scorso, per gli stessi motivi, si è dimessa la direttrice facente funzioni del medesimo pronto soccorso;
– il personale licenziatosi dai pronto soccorso trova nuovi sblocchi nella libera professione, nella sanità privata o in strutture pubbliche di altre regioni;

rilevato che:
– l’ARES Sardegna, azienda sanitaria nata con la riforma sanitaria regionale del 2020, parrebbe intenzionata a bandire un maxi-appalto per acquisire attraverso società private nuove risorse umane da assegnare nei pronto soccorso dell’Isola;
– infatti, con deliberazione n. 69 del 22 aprile 2022 il Direttore generale di ARES Sardegna (atto ancora oggi non direttamente acquisibile nell’albo pretorio di ARES consultabile nel sito web istituzionale al link: https://www.aressardegna.it/albo-pretorio/delibere-del-direttore-generale) ha stabilito di procedere per la costituzione di un gruppo tecnico di progettazione e nomina RUP per la procedura di gara “fornitura del servizio di copertura turni di guardia attiva per le uu.oo. di pronto soccorso dei pp.oo. della Sardegna”;
– per l’appalto regionale il Direttore generale di ARES ha definito la composizione del gruppo tecnico individuando due dirigenti del Pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano e due componenti di ARES (funzionario e direttore dipartimento di staff);

constatato che:
– nel corso delle ondate pandemiche si è già fatto ricorso ad appalti di servizi per acquisire “medici in affitto” per coprire le lacune negli organici dei pronto soccorso di Oristano, Ghilarza e Bosa;
– con deliberazioni n. 667 del 13 ottobre 2020 e n. 8 del 20 gennaio 2021 il Commissario straordinario dell’ATS giustificava il ricorso all’appalto esterno per la copertura dei turni del pronto soccorso dell’ospedale “G.P. Delogu” di Ghilarza con “l’attuale impossibilità di procedere con assunzioni di personale medico con profilo MCAU da destinare al Pronto soccorso del citato Presidio”, riferiva di un’indagine di mercato condotta sugli affidamenti effettuati da altre aziende sanitarie, stimava il costo orario del servizio in euro 80,00/ora, più iva, e valutava in 350 mila euro la dotazione finanziaria necessaria per coprire un solo turno medico di 730 ore mensili da svolgersi per 6 mesi;
– inoltre si precisava che “il servizio, essendo sostitutivo della modalità ordinaria di reclutamento del personale medico, cesserà nel momento in cui ATS (o il soggetto che giuridicamente gli succederà a seguito della riforma) riuscirà ad assumere il personale necessario alla copertura dei turni, che con procedura di gara in oggetto il servizio sarà esternalizzato, con una durata contrattuale di mesi 12, inserendo nel contratto una clausola risolutiva espressa in caso di attivazione di opportune procedure di reclutamento, per la copertura dell’organico da parte dell’ASL, che si concludano nel corso dell’esecuzione del contratto stesso”;
– le retribuzioni medie offerte dalle società vincitrici – i cui annunci sono stati pubblicati in varie piattaforme web a seguito dell’avvenuta assegnazione dell’appalto – variavano dai 700 ai 900 euro a turno di 12 ore, senza che si richiedesse particolare esperienza nelle attività di assistenza in emergenza-urgenza;
– con determinazione n. 5552 del 4 ottobre 2021 è stata esercitata l’opzione di proroga di tale appalto per ulteriori tre mesi, prevedendo inoltre l’estensione del servizio anche al pronto soccorso dell’Ospedale San Martino di Oristano, per tre mesi e con decorrenza 11 ottobre 2021;
– in prossimità della scadenza del contratto aggiuntivo, l’ARES, con determinazione del n. 56 del 25 gennaio 2022 ha ritenuto di dover estendere ulteriormente il contratto, incrementando di ulteriori 681 mila euro, al fine garantire la copertura del servizio di pronto soccorso con le seguenti modalità:
– decorrenza dal 1° febbraio 2022 al 30 giugno 2022 presso il punto di primo intervento del P.O. Ghilarza per copertura turni h 24;
– decorrenza dall’11 gennaio 2022 al 30 giugno 2022 presso il servizio del pronto soccorso del P.O. di Oristano per copertura turni h 24;
– decorrenza dal 1° febbraio 2022 al 30 giugno 2022 presso il servizio del pronto soccorso del P.O. di Oristano di ulteriore personale copertura di tre turni settimanali h 12;
– nella medesima determinazione è stata confermata la clausola che prevede la rescissione del contratto nel momento in cui ARES dovesse finalmente recuperare il personale mancante nei pronto soccorso mediante le ordinarie procedure di reclutamento del personale sanitario pubblico;
– inoltre, si riferiva che “ARES Sardegna è in fase di riorganizzazione, non ha ancora provveduto all’elaborazione dei documenti di gara per l’indizione della procedura di selezione del nuovo affidatario, e si prevede il dilatarsi dei tempi per l’espletamento del nuovo appalto, sia per l’individuazione dei nuovi fabbisogni che per la predisposizione degli atti di gara, necessari per l’avvio della procedura nel rispetto a quanto previsto negli atti di programmazione”, valutazioni che quindi non contemplavano l’espletamento di concorsi pubblici per il reclutamento del personale mancante per i pronto soccorso;
– ancora oggi non risultano novità circa la volontà di ARES di procedere nella pubblicazione di bandi di concorso pubblico per il reclutamento del personale e pertanto la stessa ARES, qui nella duplice veste di soggetto controllato-controllore, potrà procedere, come già, avvenuto a ulteriori proroghe dei contratti con gli operatori privati;

considerato che:
– da oltre un anno “la soluzione temporanea alla copertura dei turni dei pronto soccorso” adottata dall’ex ATS sembrerebbe diventata definitiva con ARES Sardegna;
– il Direttore generale di ARES, infatti, sulle ripetute proroghe del contratto di servizi di cui sopra non ha ritenuto di dover apportare alcuna modifica agli indirizzi deliberati nell’ottobre 2020 per il primo appalto destinato al presidio di Ghilarza, e nella recente deliberazione n. 69 del 22 aprile 2022 non fa riferimento ad alcun concorso per reclutare personale limitandosi a richiamare le sole funzioni di stazione appaltante stabilite dalla legge di riforma “per conto delle Aziende sanitarie della Sardegna, deputata agli acquisti di beni e servizi sanitari e non sanitari”;
– eppure la riforma sanitaria regionale del 2020 ha assegnato a questa azienda le stesse funzioni in materia di personale attribuite dal precedente assetto del sistema sanitario regionale all’ATS: l’eventualità di un maxi appalto per esternalizzare i medici dei pronto soccorso sarebbe un’assoluta e pericolosa novità per la sanità pubblica regionale, certificherebbe sia il fallimento della riforma sanitaria – promossa come strumento per migliorare la qualità di servizi sanitari erogati in Sardegna – che la sconfitta del sistema sanitario pubblico;
– nell’eventualità di non riuscire a reclutare nuovo personale specializzato nell’emergenza- urgenza dalle graduatorie stilate attraverso regolari bandi di concorso di altre aziende sanitarie regionali, ARES – considerato che la carenza di personale nei pronto soccorso è un fatto noto anche solo consultando le pagine di cronaca regionale dal 2021 a oggi – sin dal primo giorno di attività avrebbe dovuto procedere con urgenza a bandire un nuovo concorso pubblico;
– occorre quindi verificare i motivi per cui se, da una parte, risulterebbe difficile selezionare con procedure concorsuali ordinarie e reclutare nuovi medici per i pronto soccorso con i contratti di lavoro collettivi applicati ai dipendenti pubblici, dall’altra, sarebbe invece possibile acquisire le medesime professionalità mediante appalti di servizi;

ritenuto che la condizione dei pronto soccorso rispecchia lo stato di precarietà in cui versa il sistema sanitario regionale che ha affrontato in piena pandemia una riforma i cui unici effetti, a distanza di quasi due anni, sono rilevabili, prima, nel caos creato nelle nomine dei massimi dirigenti delle aziende sanitarie e, ora, nell’appalto ai privati per erogare prestazioni sanitarie da sempre poste svolte dal personale sanitario pubblico accuratamente selezionato,

chiedono di interrogare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se è a conoscenza delle decisioni intraprese dall’azienda sanitaria ARES Sardegna su un maxi-appalto finalizzato ad acquisire mediante società di servizi il personale medico necessario per sopperire alle carenze negli organici nei pronto soccorso regionali e quale sia il suo parere in merito;
2) quali sono le valutazioni sulla convenienza di tale scelta sotto il profilo della qualità delle prestazioni così rese nelle strutture dei pronto soccorso, della qualità della diagnosi clinica offerta attraverso il personale esterno e della conseguente sicurezza dei pazienti, rapportate anche alle risorse finanziarie necessarie;
3) quali sono i contenuti della programmazione a monte della quale è stato deciso di appaltare all’esterno l’acquisizione di personale per i pronto soccorso: quante unità di personale sono previste, quali requisiti professionali sono richiesti, in quali ospedali verranno impiegati e per quanto tempo;
4) quali sono le differenze di trattamento economico e giuridico tra il personale di ruolo nei pronto soccorso e quello acquisito mediante il maxi-appalto;
5) quale è la quota delle risorse pubbliche che si prevede spetterà agli operatori economici vincitori della gara d’appalto, al netto dei costi del personale impiegato;
6) quale è la valutazione sull’appalto attivato nel 2021 e confermato da ARES per la copertura dei turni di guardia nei pronto soccorso di Oristano e Ghilarza, sotto il profilo della qualità dell’assistenza clinica e della sicurezza offerta ai pazienti, della valorizzazione del personale e delle risorse finanziarie impiegate;
7) quali sono state le azioni intraprese dagli organi di indirizzo dell’Assessorato e delle aziende sanitarie per incidere sui fattori che da oltre due anni hanno causato la crisi dei pronto soccorso della Sardegna;
8) quante unità di personale, medico e non medico, assegnate nei pronto soccorso sono state traferite in altri reparti negli ultimi due anni;
9) quante unità di tale personale si sono dimesse dalle aziende ospedaliere negli ultimi due anni.

Cagliari, 18 maggio 2022

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