Interrogazione n. 1393/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1393/A

SATTA Gian Franco, con richiesta di risposta scritta, sull’attuale situazione e le prospettive future del Centro ipertensione e patologie correlate della AOU Sassari, articolazione funzionale della UOC di Clinica medica.

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Il sottoscritto,

premesso che:
– nell’articolazione funzionale dell’Unità operativa complessa (UOC) di Clinica medica dell’Azienda ospedaliero universitaria (AOU) di Sassari figura la Struttura ambulatoriale Centro ipertensione e patologie correlate (di seguito Centro);
– il Centro, sito al quarto piano di Viale San Pietro a Sassari, risulta fortemente radicato nel territorio della Sardegna, dove esiste da circa 40 da anni;
– la mole di dati raccolti e che si continuano a raccogliere attraverso l’importante attività clinica, ha permesso, e permetterà, la scrittura di lavori scientifici su riviste nazionali ed internazionali partecipando a generare conoscenza;
– il Centro partecipa, e ha sempre partecipato, con ottimi risultati riconosciuti in ambito nazionale e internazionale, a studi clinici per lo sviluppo di nuovi farmaci, ponendosi sempre ai primi posti per la qualità dei dati prodotti e avendo superato diversi audit;
– tale modus operandi negli anni, attraverso la fusione di una mentalità universitaria con una notevole mole di attività clinica, ha consentito l’acquisizione di un considerevole bagaglio culturale e di esperienze;
– il Centro è accreditato presso la “Società italiana dell’ipertensione arteriosa” e la “Lega italiana contro l’ipertensione arteriosa” e risulta l’unico in Sardegna riconosciuto come “Centro di eccellenza europeo” dalla Società europea di ipertensione arteriosa;

rilevato che:
– l’attuale strutturazione del Centro risulta la seguente: n. 1 medico strutturato specialista e n. 1 infermiera (che svolge anche funzioni di segreteria e si occupa della sanificazione degli ambienti);
– la progressiva riduzione del personale impiegato, nonostante il massimo impegno profuso da parte di quello rimanente per mantenere un’adeguata risposta ai bisogni della popolazione, ha generato negli anni una pesante ricaduta in termini di riduzione dell’attività del Centro, con l’impossibilità di mantenere gli standard raggiunti in precedenza;
– nonostante i locali dove viene attualmente svolta l’attività del Centro siano stati adeguati, essi non rispecchiano le oggettive necessità derivanti da una attività clinica rilevante, che deve essere svolta nel pieno rispetto delle caratteristiche d’idoneità sia per i pazienti che per il personale che vi opera;

considerato che:
– l’ipertensione arteriosa è una sindrome cronica e rappresenta un fattore di rischio maggiore per complicanze cardiache, cerebrali, vascolari, renali e oculari. Dai 60 anni in poi, l’ipertensione arteriosa diventa, sia negli uomini che nelle donne, la principale causa di ictus, infarto, scompenso cardiaco e insufficienza renale. Studi recenti dimostrano che il 60-80% degli ipertesi sottoposti a trattamento anti-ipertensivo non raggiunge l’obiettivo terapeutico della normalizzazione pressoria (< 140/90 mmHg) e una percentuale ancora maggiore di essi non consegue il livello ottimale raccomandato dalle linee guida (< 130/80 mmHg) in grado di minimizzare il rischio di morbilità e mortalità. Inoltre, un paziente su due non sa nemmeno di essere iperteso e pertanto non si cura;
– la ricaduta in termini di anni di vita persi, di disabilità con riduzione della qualità di vita e di capacità lavorativa rappresentano un enorme costo sociale ed economico per la società, basti citare un esempio per tutti: l’ictus conta circa 100 mila nuovi casi all’anno in Italia e costi diretti ed indiretti per circa 16 miliardi di euro per il SSN, nei trial clinici controllati e randomizzati la terapia anti-ipertensiva è stata associata con una riduzione dell’incidenza di ictus intorno al 35- 40 per cento;
– il corretto controllo dell’ipertensione arteriosa e dei fattori di rischio associati sono l’obiettivo da perseguire se davvero si vuole incidere nella riduzione degli eventi e nella riduzione dei costi umani ed economici;
– risulta quindi necessaria una maggiore attenzione sia da parte dei medici, sia da parte delle autorità sanitarie, così come da parte degli organi politici di governo, per meglio individuare strutture, metodi organizzativi e risorse per perseguire un effettivo e significativo miglioramento del controllo della pressione arteriosa e dei fattori di rischio cardiovascolari associati e quindi raggiungere la riduzione delle complicanze, come ampiamente dimostrato scientificamente dai grandi trial clinici internazionali;

tenuto conto del rilievo raggiunto dal Centro per l’intera Sardegna, sia in termini di visite, cure e prevenzione;

preso atto dell’esistenza di un progetto di sviluppo del Centro presentato alla Direzione della AOU di Sassari nel novembre del 2020, da cui si possono evincere finalità, attività passata, presente e possibili sviluppi futuri della struttura e si possono, altresì, dedurre le tipologie di prestazioni fornite ai pazienti e i volumi di tali prestazioni;

ritenuto che:
– a fronte della notevole importanza, contrapposta ad una fase di inviluppo, sia necessario e urgente intervenire per ripotenziare e sviluppare il Centro;
– sia utile rinserimento di nuovo personale (n. 4 medici strutturati specialisti, preferibilmente in cardiologia o in alternativa in medicina interna o equipollenti con competenze cardiologiche, con interesse e capacità comprovate per la ricerca scientifica; n. 3 infermieri professionali; n. 1 OSS; altro personale funzionale alla ricerca e alla segreteria), l’acquisizione di nuove apparecchiature e l’adeguamento degli ambienti;
– con tale assetto, le prestazioni cliniche potrebbero raggiungere il numero di circa 15.500 l’anno, dato abbondantemente suffragato dalla attività pregressa svolta presso il Centro negli anni 2016, 2017, 2018, 2019, quando ancora afferivano, in varia misura, n. 4 medici (strutturati e medici in formazione specialistica);
– costituisca un serio limite il fatto che la struttura non risulti nell’atto aziendale ma sia una semplice articolazione della Clinica medica;
– allo stato attuale, si potrebbe anche pensare di spostare tutto ciò che è rimasto del Centro dalla AOU di Sassari alla ASL n. 1 di Sassari, dove insiste una struttura simile con del personale già esistente e che potrebbe avere un nuovo slancio;
– sia opportuno, quindi, coinvolgere la Giunta regionale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere se:
1) siano a conoscenza della problematica riportata;
2) non ritengano opportuno intervenire con la massima urgenza e celerità per potenziare e sviluppare il Centro secondo quanto sopra descritto, tenuto conto dell’importanza che esso riveste per l’intera Sardegna.

Cagliari, 30 marzo 2022

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