Interrogazione n. 1374/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1374/A

(Pervenuta risposta scritta in data 03/05/2022 e in data 24/11/2022)

CANU – COSSA, con richiesta di risposta scritta, sull’incremento del costo dei carburanti in Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che dai dati ufficiali forniti dal Ministero dello sviluppo economico, nell’ultimo anno i prezzi dei carburanti sono fortemente lievitati, registrando un incremento medio mensile da 1.338,3 euro/litro da gennaio 2021 a 1.720,3 euro/litro di febbraio 2022 per il gasolio e da 1.465,48 a 1.848,12 euro/litro per la benzina nello stesso arco temporale, e che a seguito dell’apertura del conflitto bellico in Ucraina, i prezzi dei carburanti, nelle ultime settimane sono ulteriormente aumentati, portando il costo per la benzina a circa 2,015 euro al litro e circa 1,895 euro/litro per il gasolio, in modalità servito;

considerato che, in Sardegna è presente il più grande impianto di raffinazione del petrolio del bacino del Mediterraneo, e rappresenta il 21 per cento circa dell’intera capacità produttiva di raffinazione italiana, contribuendo per il 47,4 per cento al fabbisogno energetico dell’Isola, in termini di produzione di energia elettrica, con un impianto da 575 megawatt che utilizza i prodotti pesanti della raffinazione del petrolio;

constatato che la posizione della Sardegna al centro del Mediterraneo, attualmente ben distante dai confini di guerra, consente il facile accesso alle fonti di approvvigionamento di petrolio grezzo e all’immissione nei mercati di destinazione dei prodotti petroliferi lavorati in Sardegna presso la SARAS, una delle più grandi raffinerie in Europa e delle più avanzate in termini di complessità degli impianti, che svolge la propria attività di raffinazione petrolifera presso il sito industriale di Sarroch, gestito dalla controllata SARLUX, ubicato sulla costa sud-occidentale della Sardegna; la capacità di lavorazione pari a 15 milioni di tonnellate/annue (300 mila barili/giorno) rappresenta circa il 20 per cento della capacità di raffinazione italiana, importando per la maggior parte il prodotto grezzo dall’Africa (29 per cento), dal Medio Oriente (29 per cento), Mare del Nord (6 per cento), e solo per il (26 per cento) dai territori russi, incidendo per il 3,8 per cento nella crescita dell’export nazionale;

ritenuto che i prezzi dei carburanti in Sardegna, siano iniqui, in quanto la raffineria SARAS, presente in Sardegna da oltre 50 anni, grava il territorio stesso anche da un punto di vista ambientale, avendolo sottratto ad attività produttive quali turismo, agricoltura e sviluppo nautico/portuale;

rilevato che in questi ultimi giorni, i prezzi dei carburanti in Sardegna hanno raggiunto cifre record con aumenti che sfiorano quasi il doppio del prezzo rispetto all’anno precedente ed in base alle rilevazioni effettuate sul territorio regionale, un litro di benzina verde ha raggiunto la cifra di 2.50 euro mentre per il gasolio 2.40 euro, risultando di fatto tra i valori più elevati rispetto al resto d’Italia;

evidenziato che la diretta conseguenza per i cittadini e le imprese sarde sia quella di trovarsi doppiamente penalizzati in quanto da un lato hanno subito un incremento dei prezzi per i rifornimenti dei carburanti, pur raffinandoli direttamente in Sardegna, e dall’altro subendo incrementi ingiustificati di tutti i prezzi al dettaglio anche e soprattutto dei prodotti di prima necessità, e delle materie prime provenienti dalla penisola, il tutto come diretta conseguenza dei rincari nei trasporti;

appurato che l’incremento generale del costo della vita nei mesi precedenti, nonché i recenti aumenti dei prezzi dell’energia elettrica, e gli attuali incrementi record dei combustibili per il riscaldamento e per autotrazione hanno come immediata conseguenza l’ulteriore impoverimento del potere d’acquisto della popolazione sarda, già fortemente gravata dalla condizione di insularità e provata dalla pandemia da Covid-19, con il default di numerose aziende produttive isolane, sia di quelle maggiormente “energivore” che delle più piccole a conduzione familiare, numerosissime nell’isola, attive in generale in tutti i settori trainanti dell’economia sarda dall’edilizia, all’agricoltura, pesca, pastorizia, ristorazione, turismo, artigianato, commercio e altre, con una caduta repentina del prodotto interno lordo isolano;

visto che i trasporti merci e lo spostamento delle persone all’interno dell’isola avvengono prevalentemente su gomma e verso la penisola via aeronavale, incidendo fortemente nell’economia familiare e delle imprese isolane che, hanno come unica possibilità di trasporto interno, l’uso di mezzo gommato;

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’industria e l’Assessore regionale dei trasporti per sapere se non ritengano urgente attivare:
1) una immediata richiesta presso il governo nazionale, tesa alla sterilizzazione momentanea dell’IVA e delle accise sui carburanti, con il ritorno dei prezzi calmierati per un periodo a tempo determinato.
2) un tavolo tecnico con la SARAS affinché si trovi un accordo temporaneo per calmierare i costi dei combustibili raffinati sul territorio sardo ad uso locale.

Cagliari, 11 marzo 2022

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