Interrogazione n. 1209/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1209/A

(Pervenuta risposta scritta in data 09/11/2022)

LANCIONI, con richiesta di risposta scritta, in merito agli sversamenti di sostanze nocive nello stagno di Santa Gilla, all’altezza dei canali nel territorio di Capoterra.

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Il sottoscritto,

premesso che:
– la vasta area lagunare e stagnale di Santa Gilla costituisce una delle due grandi zone umide, oltre a quella di Molentargius, tutelata dalla Convenzione di Ramsar, che caratterizzano la struttura ambientale del territorio nel Sud Sardegna. Lo stagno in argomento è un patrimonio naturalistico ed ambientale di grande interesse a livello europeo. Una riserva naturale per la Regione;
– il bacino imbrifero è composto da canali naturali e artificiali, con una zona umida che configura uno degli ecosistemi palustri più grandi d’Europa; oltre all’interesse naturalistico il compendio ospita importanti attività produttive volte alla pesca di pregiate specie ittiche (tra le altre, cefali, orate e anguille);

accertato che:
– nello stretto sbocco a mare che corre nel territorio di Capoterra si sta consumando una contaminazione dell’ambiente con alto tasso di sostanze tossiche nocive, determinata dallo sversamento continuo di reflui dei quali non si conosce la provenienza;
– lo sversamento dei reflui nei canali adiacenti allo stagno mette a rischio l’importante ecosistema della zona umida in argomento, lo svolgersi delle attività produttive presenti nell’area è causa importanti problemi igienico-sanitari;
– il sito è uno dei più frequentati dai pescatori del territorio e rappresenta per il Comune di Capoterra un’area di grande importanza anche dal punto di vista economico per gli operatori ittici che operano all’interno dell’area in argomento;

rilevato che:
– ormai gli stessi canali che sboccano nel tratto a mare verso la laguna di Santa Gilla risentono della mancata manutenzione dello specchio d’acqua e dalle anomalie che si verificano negli sversamenti verso lo stagno;
– a questi elementi di alto rischio si aggiunga anche il pericolo per le falde acquifere attorno alle campagne del territorio;
– lo scenario in argomento mette in grande pericolo l’attività ittica nella zona, con il grande rischio che l’inquinamento delle acque possa determinare la moria dei pesci, con il fermo alle cooperative dei pescatori che operano nel compendio;

valutato che per garantire una migliore circolazione dell’acqua basterebbe un costante monitoraggio del sistema di bilanciamento ambientale e naturalistico, con il giusto deflusso delle acque, accompagnato da un periodico controllo dei fondali, visto che in mezzo allo stagno negli ultimi tempi si sono verificati diversi sversamenti di rifiuti tossici,

annotato che:
– occorre salvaguardare e tutelare la fauna ittica, con interventi di manutenzione delle acque finalizzati a produrre le condizioni ideali per mantenere in vita i pesci che abitano l’ambiente marino dell’area;
– è necessario conservare la qualità delle acque dello stagno, con un’attività di tracciamento dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS) per il monitoraggio dello sviluppo sostenibile e il miglioramento degli ecosistemi naturali ed antropizzati, a tal proposito sarebbe necessario un programma per fronteggiare le pressioni negative sulla fauna ittica e sul comparto agricolo;

dato atto che risulta la mancanza di programmazione per realizzare opere idrauliche ai piedi dello stagno per impedire l’ingresso di acque inquinate e nocive;

appreso che:
– per il rilancio del compendio si segnala il Progetto LIFE, cofinanziato dalla Comunità europea, da Gilia Natura 1996 dal consorzio dei comuni di Cagliari-Assemini-Capoterra- Elmas, per il ripristino ambientale, turistico e produttivo del compendio dello stagno di Santa Gilla. Un progetto che vede impegnati uno staff di professionisti per il rilancio di una delle zone umide più complesse del meridione d’Italia tutelata dall’Unione europea;
– non si comprendono le ragioni per cui il progetto è ancora bloccato;

osservato che, dunque, sarebbe opportuno un immediato intervento della Regione per riportare all’interno dello stagno il necessario equilibrio ambientale, evitando e scongiurando rischi per le specie ittiche e per il settore agricolo,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se:
1) se siano a conoscenza della situazione di inquinamento che si sta consumando nei pressi dello stagno di Santa Gilla, nel territorio di Capoterra, a causa della consistente quantità di sversamenti di sostanze tossiche presente sui fondali;
2) non ritengano necessario valutare la possibilità di una verifica immediata del fenomeno a cura dei tecnici degli enti regionali, in particolare dell’ARPAS, per analizzare la possibilità di un intervento volto ad arginare e bloccare il preoccupante fenomeno;
3) sia opportuno conoscere l’effettiva ricaduta di tale fenomeno sulle cooperative di pescatori che svolgono la loro attività sul territorio e sugli operatori agricoli della zona attorno allo stagno, con le falde acquifere contaminate
4) non valutino opportuna la possibilità di promuovere il proseguimento del Progetto LIFE cofinanziato dalla Comunità europea – Gilia Natura 1996.

Cagliari, 20 settembre 2021

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