Interrogazione n. 1144/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1144/A

(Pervenuta risposta scritta in data 17/11/2021)

CIUSA, con richiesta di risposta scritta, sulle criticità organizzative e di gestione delle RSA facenti capo alla Fondazione Stefania Randazzo.

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Il sottoscritto,

premesso che:
– l’articolo 8 bis, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992, e successive modificazioni e integrazioni, stabilisce che “le regioni assicurano i livelli essenziali e uniformi di assistenza di cui all’articolo 1 avvalendosi dei Presidi direttamente gestiti dalle aziende USL, dalle aziende ospedaliere, dalle aziende universitarie e dagli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché di soggetti accreditati ai sensi dell’articolo 8 quater, nel rispetto degli accordi contrattuali di cui all’articolo 8 quinquies”;
– a norma dell’articolo 8 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna), le ASL definiscono gli accordi con le strutture pubbliche ed equiparate e stipulano contratti con quelle private e con i professionisti accreditati, tenuto conto dei piani annuali preventivi e nell’ambito dei livelli di spesa stabiliti dalla programmazione regionale;
– la legge regionale 27 luglio 2016, n. 17 (Istituzione dell’Azienda per la tutela della salute (ATS), e disposizioni di adeguamento dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5), e alla legge regionale 17 novembre 2014, n. 23 (Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale)), all’articolo 2, lettera f), ha assegnato all’ATS la definizione degli accordi con le strutture pubbliche ed equiparate e la stipula dei contratti con quelle private e con i professionisti accreditati, ai sensi del citato articolo 8 della legge regionale n. 10 del 2006;
– l’ATS è tenuta a stipulare i contratti con i singoli erogatori privati sulla base dei livelli di spesa definiti dalla programmazione regionale;
– l’ATS, in applicazione delle succitate disposizioni, ha provveduto ad approvare il 22 marzo 2018 il Piano preventivo delle attività per il triennio 2018-2020, nel quale ha definito le dimensioni della produzione diretta di prestazioni per i singoli livelli di assistenza, il fabbisogno di prestazioni da acquisire dalle altre aziende sanitarie e il fabbisogno di prestazioni da acquisire da soggetti erogatori privati;
– a seguire, la Giunta regionale, con la deliberazione n. 21/12 del 24 aprile 2018, ha determinato i tetti di spesa per il triennio 2018-2020 per ciascuna macroarea assistenziale, approvando contestualmente le linee di indirizzo e gli schemi di contratto per la successiva stipula con gli erogatori privati;
– l’ATS, a sua volta, con il Piano di acquisto delle prestazioni di assistenza residenziale-CDI-hospice dalle strutture private accreditate anni 2018-2020, ha ripartito tra le strutture private accreditate il tetto massimo di spesa;
– tra le strutture private accreditate rientravano anche le tre RSA della Fondazione Stefania Randazzo (centri di Monastir, Su Planu-Selargius e Vallermosa), alle quali è stato riconosciuto, rispettivamente, l’importo massimo di circa 700.000 euro per il 2018, di oltre 2.600.000 euro per il 2019 e di oltre 2.300.000 euro per il 2020;
– il 24 settembre 2018 l’ATS ha stipulato con la Fondazione il conseguente contratto per l’acquisizione di prestazioni di assistenza residenziale territoriale per gli anni 2018-2020;
– all’articolo 2 del contratto, le strutture si impegnavano a mantenere i requisiti in base ai quali era stato rilasciato l’accreditamento regionale per tutto il periodo di vigenza del contratto e l’ATS, dal canto suo, si impegnava a verificare la persistenza degli stessi;
– all’articolo 3, le RSA si obbligavano a erogare le prestazioni contrattuali con l’assetto organizzativo riportato nell’allegato X al contratto stesso, contenente l’elenco nominativo del personale con le relative mansioni (nel rispetto dei requisiti di accreditamento), impegnandosi a comunicare tempestivamente all’Azienda ogni eventuale successiva modifica della dotazione organica;
– l’allegato X del contratto con le RSA della Fondazione Stefania Randazzo prevedeva, tra le figure professionali, 5 infermieri professionali, di cui 1 coordinatore per l’assistenza, per la RSA di Monastir, 16 infermieri professionali, di cui 2 coordinatori per l’assistenza, per la RSA di Selargius e 12 infermieri professionali, di cui 1 coordinatore per l’assistenza, per la RSA di Vallermosa;
– ai sensi dell’articolo 5, l’ATS aveva il potere di effettuare, in ogni momento, controlli inerenti al mantenimento dei suddetti requisiti da parte della Struttura, anche con l’accesso in loco di funzionari dell’Azienda, e, in caso di accertamento della carenza dei predetti requisiti, l’ATS avrebbe dovuto segnalarlo al competente Servizio dell’Assessorato dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per l’adozione dei provvedimenti di competenza;
– successivamente ai provvedimenti adottati dall’Assessorato, l’Azienda potrà risolvere di diritto il contratto;
– all’articolo 5 bis del contratto, le RSA si obbligavano ad erogare le prestazioni nel rispetto delle norme vigenti inerenti alla tutela e sicurezza dei lavoratori e la tutela retributiva, previdenziale e assicurativa, ivi comprese quelle relative alla regolarità contributiva, alla predisposizione e alla tenuta del libro unico del lavoro;
– in coerenza con il principio di appropriatezza, le strutture si impegnavano a erogare le prestazioni “nel rispetto dei tempi, dei modi, della quantità e della qualità effettivamente necessari al soddisfacimento del bisogno delle persone e in osservanza delle specifiche indicazioni contenute nei provvedimenti nazionali e regionali di applicazione dei Livelli essenziali di assistenza individuati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, e successive modificazioni e integrazioni”, oltre che nel rispetto degli impegni assunti con la Carta dei servizi;
– il contratto prevedeva che l’Azienda procedesse all’effettuazione di controlli e verifiche in loco anche sull’appropriatezza e sulle modalità erogative delle prestazioni di residenzialità;
– a seguito della rideterminazione dei tetti di spesa assegnati alle tre RSA, in data 15 dicembre 2020 l’ATS ha stipulato con la medesima Fondazione un Atto aggiuntivo al contratto, che ha previsto per il Centro di Monastir un importo massimo di 704.826 euro, per il Centro di Selargius un importo massimo di 3.050.292 euro e per il Centro di Vallermosa un importo massimo di 2.595.031 euro;

premesso, inoltre, che:
– per quanto riguarda il successivo triennio 2021-2023, il Piano preventivo delle attività contempla ancora, tra le 15 RSA attive sul territorio regionale, le tre strutture della Fondazione Stefania Randazzo, prevedendo, nello specifico, 72 posti letto per il Centro di Selargius, 65 posti letto per il Centro di Vallermosa e 29 posti letto per il Centro di Monastir;
– la Giunta regionale ha dettato le Linee di indirizzo generali relative all’acquisto, da parte dell’ATS, delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie dalle strutture private accreditate per gli anni 2021-2023 e ha determinato i relativi tetti di spesa con la Deliberazione n. 13/12 del 9 aprile 2021, con la quale ha approvato anche gli schemi-tipo dei contratti;
– in particolare, con riferimento alle RSA, ai CDI e agli hospice, la Giunta regionale ha stabilito un tetto di spesa pari a euro 33.178.043 per ciascuno degli anni 2021 e 2022 ed un tetto di spesa pari a euro 32.956.023 per l’anno 2023;
– nella delibera si legge anche che “si ritiene opportuno [..] rafforzare i controlli finalizzati alla verifica del mantenimento dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi e degli ulteriori requisiti di qualità e di organizzazione previsti per l’accreditamento”, controlli che “dovranno essere effettuati a campione e senza preavviso da team ispettivi composti da personale in servizio presso Aree socio sanitarie locali diverse da quella in cui è ubicata la struttura oggetto di controllo”;
– la Giunta regionale dà, quindi, mandato all’ATS affinché proceda alla sottoscrizione dei contratti con gli erogatori privati accreditati;
– lo schema tipo di contratto per l’acquisizione di prestazioni RSA approvato dalla Giunta regionale conferma il contenuto del contratto del 2018, ivi compresi gli obblighi in capo alla struttura accreditata di mantenere i requisiti di accreditamento e di erogare le prestazioni contrattuali con l’assetto organizzativo riportato nell’allegato X e nel rispetto: delle norme vigenti sulla tutela e la sicurezza dei lavoratori; dei tempi, dei modi, della quantità e della qualità effettivamente necessari al soddisfacimento dei bisogni degli ospiti; in osservanza delle specifiche indicazioni contenute nei provvedimenti nazionali e regionali di applicazione dei LEA e della Carta dei Servizi;
– a fronte degli obblighi contrattuali in capo alla struttura accreditata, permangono gli obblighi e oneri di controllo e verifica in capo all’ATS;

premesso, ancora, che:
– le linee di indirizzo regionali aggiornate sull’assistenza territoriale residenziale sono contenute nella deliberazione della Giunta regionale n. 22/24 del 3 maggio 2017, che ha anche modificato e integrato i requisiti minimi organizzativi necessari per l’ottenimento dell’accreditamento istituzionale delle RSA e dei CDI di cui alla deliberazione n. 47/42 del 30 dicembre 2010;
– nella deliberazione, i profili assistenziali relativi agli ospiti delle RSA sono suddivisi nei seguenti livelli: R1 – residenzialità per cure sociosanitarie intensive, rivolto a persone con alto livello di complessità e necessità di supporto alle funzioni vitali (ventilazione meccanica assistita invasiva e non invasiva, protratta nelle 24 ore); R2 – residenzialità per cure socio-sanitarie estensive, rivolto a persone che richiedono elevata tutela sanitaria e trattamenti di cura estensivi (stati vegetativi o stati di minima coscienza prolungati, persone in nutrizione enterale o parenterale protratta, persone con malattie neurodegenerative progressive in fase di non autosufficienza, portatori di tracheotomia in ventilazione meccanica non protratta etc); R3 – residenzialità per cure socio-sanitarie a minore intensità, suddivise in tre “sottolivelli”: R3A: persone richiedenti trattamenti sanitari e socio-sanitari di recupero e mantenimento funzionale, R3D: persone con demenza, R3B: persone richiedenti trattamenti di lungo-assistenza sanitaria e socio-sanitaria;
– in particolare, i livelli di assistenza R1 e R2, in cui si inquadrano i pazienti più fragili, richiedono interventi finalizzati al monitoraggio pluriquotidiano, alla rilevazione dei parametri vitali e alla gestione degli ausili protesici (P.E.G. e alimentazione parenterale, cannula tracheale, respiratore e aspiratore, stomie, ecc.), alla somministrazione di terapia infusionale e orale, alla prevenzione e cura dei decubiti, al controllo dei sintomi correlati alle patologie (es. controllo del dolore), al controllo specialistico dello stato nutrizionale, alla sorveglianza diurna e notturna, alla mobilizzazione e cambio postura, all’aspirazione delle secrezioni;
– in forza di tale delibera, la dotazione organica delle RSA, attualmente, deve essere correlata alla dimensione della struttura e alla tipologia degli ospiti sulla base dei livelli di assistenza sanitaria e sociale e, in particolare, la dotazione minima di personale riferito a una RSA di 60 posti letto deve prevedere un numero minimo di infermieri pari a 60, 43, 25 e 16 rispettivamente per i profili di assistenza R1, R2, R3A/R3D e R3B, con una disponibilità presso la struttura garantita nelle 24 ore per i profili R1, R2 e nelle 12 ore per i profili R3A/R3D e R3B;

considerato che:
– le RSA facenti capo alla Fondazione Stefania Randazzo, come si evince dall’Allegato n. 8 alla determinazione n. 459 del 24 maggio 2021, risultano accreditate in via definitiva dalla Regione, e precisamente la RSA di Selargius dal 15 giugno 2020 con validità al 8 novembre 2022, la RSA di Vallermosa dal 9 maggio 2016 con validità al 8 maggio 2021 prorogata al 8 maggio 2022, la RSA di Monastir dal 7 dicembre 2020 con validità al 6 dicembre 2025;
– pertanto, le tre strutture in questione devono risultare in possesso dei requisiti minimi organizzativi relativi alle RSA di cui alla deliberazione n. 22/24 del 2017, compresa la dotazione minima di personale prescritta in rapporto al numero di posti letto;
– mentre la RSA di Monastir ha 10 posti letto suddivisi tra il profilo R3A/R3D e il profilo R3B, la RSA di Selargius e di Vallermosa hanno più di 60 posti letto, suddivisi tra i diversi profili assistenziali R1, R2, R3A/R3D e R3B;
– le RSA della Fondazione, già contrattualizzate da ATS per il triennio 2018-2020, rientrano tra quelle contemplate nel Piano preventivo delle attività 2021-2023, sicché l’ATS, se non l’ha ancora fatto (nessun contratto risulta, infatti, pubblicato nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale dell’Azienda), stipulerà a breve il relativo contratto di acquisizione di prestazioni di assistenza residenziale territoriale per gli anni 2020-2023 in conformità allo schema e ai tetti di spesa approvati con la deliberazione n. 13/12 del 9 aprile 2021;
– con il contratto di prossima stipula, le tre RSA si obbligheranno a mantenere i requisiti in base ai quali è stato rilasciato l’accreditamento regionale e l’ATS, dal canto suo, si impegnerà a verificare la persistenza degli stessi, anche attraverso l’accesso di funzionari dell’Azienda presso le strutture;
– inoltre, al contratto sarà allegato l’elenco nominativo del personale, appartenente ai diversi profili professionali, che sarà impegnato all’erogazione delle prestazioni convenzionate;
– come già rilevato, l’allegato X al contratto del 2018 prevedeva 5 infermieri professionali per la RSA di Monastir, 12 infermieri professionali per la RSA di Vallermosa e ben 16 infermieri professionali per la RSA di Selargius;
– ciononostante, si ha notizia della progressiva e inesorabile riduzione del numero degli infermieri in servizio presso le RSA della Fondazione, con particolare riferimento al Centro di Selargius, verificatasi già a partire dall’anno scorso durante la prima Fase della pandemia;
– si sta richiedendo, pertanto, agli OSS in servizio presso le tre RSA di sopperire alla grave carenza di organico, svolgendo in autonomia mansioni di competenza degli infermieri, ivi compresa addirittura la preparazione e la distribuzione di tutte le terapie, anche di quelle salvavita;
– buona parte dei pazienti ospiti delle strutture di Vallermosa e di Selargius rientrano nei profili assistenziali R1 e R2: sono malati terminali, portatori di stomie, sono sottoposti a ventilazione meccanica assistita e/o a nutrizione enterale o parenterale protratta, si trovano in stato vegetativo o di minima coscienza, necessitano di aspirazione delle secrezioni, e via dicendo, sicché non è accettabile che non vengano loro garantiti gli interventi di nursing, specialistici, riabilitativi e di tutela prescritti dai LEA e dalle Linee di indirizzo regionali in materia di RSA;
– si ha, altresì, notizia della mancanza, durante i turni di notte, di un medico in sede; in caso di necessità, il personale si trova costretto a contattare il medico reperibile e attendere che si presenti, ma tale situazione è assolutamente incompatibile con la fragilissima condizione in cui si trovano gli ospiti delle suddette strutture, tale da richiederne lo stretto monitoraggio clinico;
– secondo le informazioni raccolte, il personale sarebbe anche chiamato a gestire alcuni pazienti con temperatura elevata in condizioni di scarsa sicurezza, senza nemmeno esser muniti dalle strutture di DPI adeguati;

ritenuto che a tutela dei pazienti e degli operatori sanitari delle strutture, l’ATS debba procedere a effettuare tempestivamente i doverosi controlli e verifiche anche in loco al fine di accertare se le RSA in questione rispondano tuttora ai requisiti prescritti per l’ottenimento dell’accreditamento e se le prestazioni di residenzialità vengano erogate in conformità al criterio di appropriatezza e alle necessità assistenziali di ciascuno dei pazienti ospiti delle strutture,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte;
2) se non ritengano necessario e urgente intervenire al fine di garantire che l’ATS, a tutela dei pazienti e degli operatori sanitari delle RSA facenti capo alla Fondazione Stefania Randazzo, effettui tempestivamente i doverosi controlli e verifiche anche in loco al fine di accertare se le strutture in questione rispondano tuttora ai requisiti prescritti per l’ottenimento dell’accreditamento e se le prestazioni di residenzialità vengano erogate in conformità al criterio di appropriatezza e alle necessità assistenziali di ciascuno dei pazienti ospiti delle strutture nel rispetto dei LEA e delle Linee di indirizzo regionali in materia di RSA.

Cagliari, 29 luglio 2021

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