Interpellanza n. 134/C-6

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interpellanza n. 134/C-6

MANCA Desirè Alma sui test rapidi per la diagnosi del virus Sars-CoV2 a disposizione dei cittadini sardi.

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La sottoscritta,

premesso che:
– in Sardegna gli ultimi dati disponibili riportano 21.475 casi di positività al virus Sars-CoV2 complessivamente accertati dall’inizio dell’emergenza, 580 pazienti ricoverati con sintomi in reparti non intensivi, 70 pazienti ricoverati in terapia intensiva, 12.878 positivi in isolamento domiciliare e 444 vittime;
– la situazione dei posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19 è peggiorata rapidamente nell’ultima settimana, giacché la relativa percentuale è passata dal 37 per cento al 41 per cento, superando di ben 11 punti la soglia di allarme del 30 per cento fissata dal Ministero della salute;
– secondo il report della Fondazione Gimbe riferito alla settimana dal 18 al 24 novembre, nel territorio regionale sono soltanto 1.288 i casi testati ogni 100mila abitanti;

premesso, inoltre, che:
– negli ultimi mesi il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle ha rappresentato con forza, mediante svariate mozioni, mai discusse in Consiglio regionale, la necessità di mettere a disposizione dei cittadini sardi strumenti diagnostici rapidi per il virus SARS-CoV2, con particolare riferimento ai test rapidi antigenici;
– infatti, prendendo le mosse dal Rapporto ISS Covid-19 n. 58/2020 del 21 agosto 2020 (Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia), che riconosceva, già da allora, l’importanza di rendere disponibili siffatti test per fornire un contributo “essenziale” nel controllo della trasmissione del virus e dall’esperienza positiva negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, si è evidenziata, da tempo, la versatilità di tale strumento, che per le sue peculiarità si presta particolarmente a essere utilizzato per l’effettuazione di screening di massa, non soltanto nei porti e negli scali aeroportuali, ma anche nelle scuole e nelle università, nonché per garantire l’accesso rapido e in sicurezza agli ospedali e pronto soccorso pubblici;
– i tamponi rapidi sono in grado di fornire una risposta quasi immediata, sopperendo almeno in parte alle criticità dovute alla tempistica di processazione del classico tampone molecolare, e possono essere eseguiti sia nei laboratori che nei “punti di assistenza”, tra i quali gli studi dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale;
– il Ministero della salute, nella circolare del 29 settembre 2020 (Uso dei test antigenici rapidi per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, con particolare riguardo al contesto scolastico), ha riconosciuto l’utilità dell’impiego di test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo per lo screening rapido sugli studenti e sul personale scolastico grazie alla sua capacità di fornire l’esito del test in circa quindici minuti e quindi di consentire una tempestiva diagnosi differenziale nei casi sospetti tra sindrome influenzale e malattia da SARS-CoV2 o nei casi di esposizione al rischio;
– a questo proposito, nel mese di ottobre una rappresentanza di genitori dei circa 200.000 studenti della Sardegna ha avviato una petizione al fine di ottenere dalla Regione l’attivazione di “un percorso di controllo degli studenti separato da quello riguardante il resto della popolazione e adottare la sperimentazione dei tamponi salivari rapidi”, comunicando, “con celerità, alle famiglie i risultati dei tamponi processati”;
– la nota tecnica del Ministero della salute – Istituto superiore di sanità relativa ai “Test di laboratorio per SARS-CoV-2 e loro uso in sanità pubblica”, aggiornata al 23 ottobre 2020, individua il test rapido antigenico su tampone oro-naso faringeo nasale addirittura come prima scelta tra gli strumenti diagnostici attualmente a disposizione nei seguenti casi: soggetto pauci-sintomatico in assenza di link epidemiologico o contatto stretto di caso confermato (incluso in ambiente scolastico o lavorativo) asintomatico senza conviventi che siano fragili o non collaboranti; asintomatico proveniente da Paese a rischio; asintomatico che effettua il test su base volontaria, o per richieste riconducibili a motivi di lavoro o di viaggio; screening di comunità (ricerca di persone con infezione in atto in un gruppo esteso di persone) per motivi di sanità pubblica; asintomatico con ricovero non programmato, come ad esempio un accesso al pronto soccorso;
– infatti, allo stato, il paziente del pronto soccorso è spesso costretto ad attendere per ore l’esito del tampone molecolare, soprattutto se il laboratorio non è in sede;
– la predetta nota tecnica prevede, inoltre, che, “alla luce del previsto diffuso uso del test antigenici rapidi e della loro semplicità di esecuzione”, “è ipotizzabile attuare un coinvolgimento della rete dei pediatri di libera scelta e del medico di medicina generale per l’uso nei diversi contesti organizzativi, incluso quello delle indagini di comunità”;

rilevato che numerose regioni hanno deciso mesi fa, in modo lungimirante, di investire nell’acquisto di test rapidi antigenici, aderendo alla procedura di gara avviata dalla Regione Veneto;

preso atto che:
– con la deliberazione n. 35/34 del 9 luglio 2020 la Giunta regionale ha dettato gli indirizzi per l’utilizzo di test sierologici nell’ambito di percorsi di screening in contesti comunitari e per i singoli cittadini, definendo i ruoli in capo ai laboratori di analisi cliniche pubblici e a quelli privati;
– più precisamente, la succitata deliberazione ha stabilito che i laboratori delle aziende sanitarie del Servizio sanitario regionale (SSR) avrebbero dovuto garantire lo screening sugli operatori sanitari e sociosanitari del SSR e lo screening diretto agli operatori e agli ospiti delle strutture residenziali socio sanitarie e di tipo riabilitativo e delle case di riposo per anziani, mentre i laboratori privati inseriti nell’apposito elenco regionale avrebbero potuto effettuare, a pagamento, i test per lo screening di lavoratori su richiesta del datare di lavoro nonché di singoli cittadini che intendessero sottoporsi al test sierologico;
– con la successiva deliberazione n. 45/2 dell’8 settembre 2020 la Giunta regionale ha previsto la possibilità, per i soggetti asintomatici, di sottoporsi autonomamente, al di fuori degli ordinari controlli di sanità pubblica, a tampone molecolare presso i laboratori privati accreditati;
– con la deliberazione n. 50/47 dell’8 ottobre 2020 la Giunta regionale ha esteso ai laboratori pubblici la possibilità di offrire, oltre al tampone molecolare, i test basati sull’identificazione di anticorpi IgM e IgG e i test sierologici su sangue capillare ai privati cittadini che intendano sottoporvisi autonomamente, con oneri a carico dei medesimi cittadini; ha esteso, inoltre, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e a tutti i medici abilitati all’esercizio della professione, la possibilità di effettuare i soli test sierologici su sangue capillare ai privati cittadini che intendano autonomamente sottoporsi a tali esami, sempre con oneri a carico degli interessati;
– nel frattempo, la Presidenza del Consiglio-Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 ha aggiudicato il bando per la fornitura di 5 milioni di test rapidi antigenici su tampone nasofaringeo o campione salivare, con l’obiettivo di “soddisfare i fabbisogni connessi ai movimenti internazionali di passeggeri da zone ad alto contagio e alle necessità derivanti dalla riapertura delle scuole, soprattutto in un periodo, come quello autunnale, di accertata, aumentata circolazione di tutti i virus respiratori”;

considerato che:
– con la deliberazione n. 55/15 del 5 novembre 2020, tenuto conto dell’aumento dei contagi e del conseguente aumento di domanda di test rapidi, al fine di incrementare l’attività di screening a favore della popolazione attraverso un più ampio e diffuso utilizzo delle diverse metodiche attualmente disponibili per la ricerca del virus Sars-CoV2, la Giunta regionale ha autorizzato le farmacie convenzionate a “vendere ai cittadini che ne fanno richiesta” i test rapidi, sierologici e immunologici, che devono, però, essere poi eseguiti da un medico abilitato;
– tuttora non è chiaro, tuttavia, se l’acquisto dei test rapidi sierologici o immunologici possa essere fatto direttamente dai cittadini oppure se debba essere fatto necessariamente dai medici o su loro prescrizione, né risulta chiaro chi debba eseguire il test, né, ancora, chi e come debba effettuare la doverosa comunicazione alle autorità sanitarie in caso di positività, tanto che Federfarma, dopo aver ricevuto una proposta di accordo dalla Regione, ha scritto, il 26 novembre, alla Direzione generale della sanità per evidenziare tali problematiche e sollecitare la stesura di un protocollo ad hoc che disciplini gli aspetti ancora oscuri della distribuzione dei test rapidi da parte delle farmacie;
nelle more, le farmacie si trovano in un’impasse rispetto alle richieste di acquisto di test rapidi da parte dei privati cittadini, tra l’altro sempre più numerose con l’avvicinarsi delle feste natalizie;

preso atto che:
– si è dovuto attendere il 20 novembre perché la Giunta regionale, in piena seconda ondata di contagi, finalmente approvasse, con la deliberazione n. 58/3, un organico Piano d’intervento di emergenza Covid-19 (a 40 giorni);
– il Piano in questione prevede quale criticità comune ai due Percorsi paziente Covid sintomatico-preospedalizzazione e paziente Covid asintomatico il ritardo nell’esecuzione dei tamponi molecolari classici e il tempo di attesa per il rilascio del relativo referto, con il conseguente rischio, per i pazienti sintomatici a domicilio, di determinare la progressione della patologia a causa del ritardo nel trattamento farmacologico domiciliare e, per i pazienti Covid asintomatici, di determinare un notevole depotenziamento dell’azione di tracking e isolamento;
– per far fronte a siffatta criticità, il Piano prevede quali azioni: l’acquisto di nove apparecchiature destinate in via esclusiva nei laboratori all’esecuzione di test molecolari rapidi (1 ora) per i pazienti che accedono al pronto soccorso e l’assunzione di personale tecnico dedicato; l’acquisto di test antigenici rapidi in accordo con i medici di medicina generale, la sanità militare e gli enti locali per la creazione, in collaborazione con gli operatori sanitari dell’Esercito, di quattro postazioni fisse (a Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano) e una mobile (a Isili) per l’esecuzione di uno screening di comunità rivolto a una coorte selezionata di persone (scuole, servizi pubblici, ecc.) appartenenti a uno specifico comune e l’esecuzione, previo specifico accordo, dei test da parte dei medici di medicina generale sui loro pazienti;

evidenziato che:
– nel frattempo, alcuni sindaci della Sardegna, al fine di sopperire alle criticità connesse ai ritardi nell’esecuzione e nella refertazione dei tamponi molecolari, si sono organizzati autonomamente per l’esecuzione di screening gratuiti o con tariffe agevolate mediante tamponi rapidi in favore dei cittadini residenti nel loro comune;
– il 16 novembre 2020, con una lettera congiunta, il presidente di Anci Sardegna e quello del Consiglio delle autonomie locali della Sardegna hanno formulato alcune proposte al Presidente della Regione e all’Assessore regionale della Sanità in merito al tracciamento e ai test antigenici rapidi;
– in particolare, Anci e CAL hanno proposto un protocollo d’Intesa con i medici di medicina generale per un più efficace tracciamento dei contatti dei positivi da Covid-19 attraverso test antigenici rapidi da effettuarsi dai medici stessi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti prevedendo l’accesso su prenotazione e previa triage telefonico ai contatti stretti asintomatici individuati dal Medico oppure individuati e segnalati dal dipartimento di prevenzione;
– Anci e CAL stanno, inoltre, lavorando a un modello di protocollo di intesa per la realizzazione di “Centri locali per i test antigenici rapidi” anche all’interno di strutture messe a disposizione dei comuni;
– analogamente, il protocollo proposto dal Sindaco di Bitti per la gestione dell’emergenza Covid-19 a far data dal 22 novembre 2020 prevede l’attivazione dell’ambulatorio comunale per l’esecuzione del tampone antigenico rapido sotto la responsabilità di personale medico e infermieristico convenzionato con il Comune stesso sui soggetti segnalati dai medici di base e dai pediatri di libera scelta per sospetto diagnostico o per avvenuto contatto diretto con soggetto positivo;
– il 27 novembre è stato firmato l’accordo tra la Regione e la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), che prevede l’utilizzo da parte di questi ultimi di tamponi rapidi da eseguirsi presso strutture fisse o mobili rese disponibili dai comuni o dalle aziende del servizio sanitario regionale sulle seguenti categorie di soggetti:
– contatti stretti asintomatici individuati dal medico di base o segnalati dal dipartimento di prevenzione in attesa di tampone rapido;
– casi sospetti che lo stesso medico si trova a visitare e decide di sottoporre a test rapido;
– contatti stretti asintomatici allo scadere dei dieci giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal dipartimento di prevenzione;
– quindi, l’accordo con i medici di base non prevede che i test antigenici possano essere eseguiti su richiesta del paziente che non rientri nelle suddette categorie;

considerato che:
– il 16 novembre, il Presidente della Regione Veneto ha comunicato la consegna dei primi 5.000 kit per l’effettuazione del tampone rapido in auto-somministrazione, il cui progetto è stato affidato alla microbiologia dell’Ospedale di Treviso, diretta dal dottor Roberto Rigali;
– una volta validato da parte dell’ISS, il test sarà destinato alla vendita nelle farmacie;
– il test è rapido, economico (si parte da un costo di produzione orientativo di 3 euro), di facile utilizzo e non necessiterebbe, secondo quanto dichiarato, di operatori sanitari né di laboratori per la sua esecuzione, per cui se ne potrebbe ipotizzare l’impiego negli screening di massa: nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, ma anche, in prospettiva, nelle attività di ristorazioni e commerciali e nelle palestre, ovviamente previa regolamentazione degli aspetti relativi alle comunicazioni in caso di positività onde consentire il tracciamento dei contagi;
– sono in corso di validazione sia il tampone rapido in auto-somministrazione che test salivari antigenici a lettura rapida, anche questi di facile e immediato utilizzo anche da parte di “profani”;
– del resto, essendo ormai obbligati a convivere con il virus Sars-CoV2, è inevitabile che si vada sempre di più nella direzione di un sistema di diagnosi in auto-somministrazione,

chiede di interpellare il Presidente della Regione e l’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale al fine di sapere:
1) come intendano disciplinare la dispensazione dei test rapidi, sierologici e immunologici, da parte delle farmacie a seguito di quanto stabilito con la deliberazione della Giunta regionale n. 55/15 del 5 novembre 2020, che ne ha previsto la vendita “ai cittadini che ne fanno richiesta”;
2) quale sia il numero complessivo dei kit per tampone rapido nell’attuale disponibilità della Regione, dell’ATS e delle singole aziende sanitarie;
3) se dal 20 novembre, data di approvazione del Piano d’intervento di emergenza Covid-19, la Regione o l’ATS abbiano acquistato test rapidi antigenici o abbiano indetto procedure di gara per l’acquisto di siffatti test, anche alla luce del recente accordo tra la Regione e la Fimmg che ne prevede l’utilizzo diretto da parte dei medici di base presso strutture fisse o mobili rese disponibili dai comuni o dalle aziende del SSR;
4) se non ritengano opportuno creare le condizioni affinché i privati cittadini abbiano al più presto la possibilità di accedere a strumenti rapidi di diagnosi del virus Sars-CoV2 in auto-somministrazione.

Cagliari, 1° dicembre 2020

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