MOZIONE N. 83

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 83

FUNDONI – SORU – CAU – COCCIU – CORRIAS – DI NOLFO – MASALA – SERRA – AGUS – ARONI – CANU – COZZOLINO – FRAU – LOI – MELONI Corrado – PERU – PILURZU – PIRAS – RUBIU – TICCA, sulle problematiche relative all’ipotesi di trasferimento di novantadue detenuti sottoposti al regime dell’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario presso la casa circondariale di Uta.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– l’ipotesi di trasferimento di novantadue detenuti sottoposti al regime di cui all’articolo 41 bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), è stato discusso nella seduta della Commissione congiunta Seconda e Sesta del 31 luglio 2025;
– l’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, introdotto dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663, (Modifiche alla legge sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), disciplina un regime detentivo speciale, comunemente definito “carcere duro”, applicato a soggetti condannati per reati di criminalità organizzata, terrorismo o eversione, con l’obiettivo di interrompere ogni contatto con le organizzazioni di appartenenza;
– tale regime comporta restrizioni particolarmente severe ai colloqui, alla corrispondenza e alla comunicazione e richiede specifiche misure di sicurezza e controllo all’interno e all’esterno degli istituti penitenziari;

DATO ATTO che:
– la legge 15 luglio 2009, n. 94, (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), prevede la possibilità di collocare detenuti in regime di 41 bis in istituti o sezioni dedicate, indicando le aree insulari come soluzioni preferenziali;
– tale previsione normativa, nata in un diverso contesto storico e operativo, risulta oggi superata e rischia di produrre effetti fortemente penalizzanti per la Regione;

CONSIDERATO che:
– il sistema sanitario penitenziario in Sardegna versa già in condizioni di forte criticità, con carenze strutturali, di personale e di servizi che incidono sulla tutela della salute dei detenuti e sulla sicurezza complessiva delle strutture; l’arrivo di un numero così elevato di detenuti in regime di 41 bis rischierebbe di compromettere ulteriormente l’equilibrio del sistema, aggravando una situazione prossima al collasso;
– a ciò si aggiungono i maggiori oneri derivanti dalla presenza nell’Isola di un’elevata popolazione detenuta e l’assenza di adeguati strumenti di compensazione e supporto da parte dello Stato per far fronte alle esigenze di sicurezza, di personale e di gestione complessiva del sistema penitenziario;
– sul territorio regionale è già presente un forte squilibrio tra popolazione detenuta e dotazione di personale penitenziario, amministrativo, educativo e di sorveglianza, con conseguenti criticità nella gestione ordinaria delle strutture;
– il trasferimento di soggetti appartenenti a organizzazioni criminali di particolare rilievo nazionale comporta il rischio – che va prevenuto, con strumenti nuovi e personale aggiuntivo – di possibili fenomeni di infiltrazione e radicamento, anche attraverso lo spostamento delle reti familiari o di contiguità, che potrebbero incidere sul tessuto sociale ed economico locale;
– l’aumento dei costi, in ragione di tutte le motivazioni su esposte, avrebbe pesanti ricadute sul bilancio della Regione, in ragione dell’insufficienza delle, o in certi casi della mancanza di, forme di compensazione previste dallo Stato;

RILEVATO che secondo i dati attuali, i detenuti sottoposti al regime del 41 bis in Italia sono settecentoventotto, e la Sardegna, se la proposta di trasferimento dei novantadue detenuti fosse confermata, arriverebbe a ospitarne quasi duecento, pari a una quota sproporzionata rispetto alla popolazione e alle risorse regionali disponibili,

impegna la Giunta regionale

1) ad adottare ogni atto affinché si possa elaborare un documento congiunto, frutto di un confronto tra le diverse parti in causa per affrontare il tema con unità di intenti, allo scopo di salvaguardare la sicurezza del territorio sardo e presidiare le criticità segnalate;
2) ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché sia avviata una revisione della normativa che individua le aree insulari come destinazioni preferenziali per il regime di 41 bis, riconoscendo alla Sardegna le peculiarità e le limitazioni derivanti dalla sua condizione geografica e dall’assenza di adeguati strumenti di compensazione;
3) a istituire un tavolo tecnico permanente Stato-Regione per monitorare l’impatto delle politiche penitenziarie sul territorio sardo e individuare soluzioni condivise in materia di sicurezza e per affrontare il tema delle compensazioni in materia sanitaria.

Cagliari, 7 novembre 2025

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