MOZIONE N. 65

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 65

TICCA – FASOLINO – SALARIS, sul trasferimento presso la Casa circondariale di Uta di novantadue detenuti sottoposti al regime del 41-bis.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il Ministero della giustizia intende avviare un piano di trasferimento presso la Casa circondariale di Uta (CA) di novantadue detenuti sottoposti al regime del 41-bis senza alcun confronto preventivo con le istituzioni regionali;

EVIDENZIATO che tale trasferimento avverrebbe in un contesto di gravi criticità infrastrutturali e gestionali della struttura penitenziaria, già oggetto di denunce da parte delle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria e della Garante regionale dei detenuti della Sardegna, Irene Testa, che ha definito la situazione del carcere di Uta “fuori controllo e ingestibile”, segnalando la grave carenza di personale, condizioni logistiche inadeguate e la totale insostenibilità di nuovi ingressi;

CONSIDERATO che la presenza di un numero così elevato di detenuti sottoposti a regime speciale può generare tensioni nel sistema penitenziario locale, mettere a rischio la sicurezza degli operatori, aggravare il sovraffollamento e favorire pericolose interazioni tra criminalità organizzata e tessuto sociale sardo, come evidenziato anche da diversi esperti antimafia;

TENUTO CONTO che numerosi esponenti del mondo della giustizia e dell’antimafia hanno sottolineato che l’efficacia del regime del 41-bis richiede strutture dedicate, adeguatamente attrezzate e presidiate, altrimenti la misura può risultare inefficace e persino controproducente;

RILEVATO inoltre che il Procuratore generale della Corte d’appello di Cagliari, Luigi Patronaggio, ha evidenziato come l’apertura della nuova sezione 41-bis a Uta comporti un concreto rischio di infiltrazione mafiosa nell’economia legale sarda, con un possibile radicamento di interessi criminali nei settori più fragili come turismo, ristorazione e piccola imprenditoria;

VALUTATO che la Sardegna, per la sua condizione insulare e per la presenza storica di vaste aree sottoposte a servitù militari, ha già pagato un alto prezzo in termini di compromissione ambientale, economica e sociale, senza ricevere un adeguato riequilibrio dallo Stato;

CONSIDERATO altresì che la Sardegna contribuisce già pienamente all’attuazione del regime 41-bis, ospitando una sezione dedicata nel carcere di Bancali (Sassari), oltre a numerosi detenuti in alta sicurezza nei penitenziari di Tempio Pausania e Massama (Oristano), territori nei quali si registrano già segnali concreti di infiltrazione mafiosa nella società e nell’economia locale;

RITENUTO che la Sardegna non possa continuare ad essere trattata come luogo di relegazione silenziosa di emergenze statali, senza una visione strategica e senza il coinvolgimento delle comunità locali,

impegna la Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad attivarsi con la massima urgenza presso il Ministero della giustizia per ottenere il blocco immediato dei previsti trasferimenti di detenuti al 41-bis verso la struttura penitenziaria di Uta;
2) a chiedere formalmente un incontro con il Ministro della giustizia per rappresentare le preoccupazioni delle istituzioni e della società sarda e tutelare la sicurezza e l’equilibrio del territorio;
3) a riferire tempestivamente al Consiglio regionale sull’evoluzione della vicenda e sulle iniziative istituzionali intraprese e da intraprendere;
4) a sostenere ogni azione utile a evitare che la Sardegna venga trasformata, senza consenso e senza contropartite, in una nuova frontiera penitenziaria nazionale.

Cagliari, 30 luglio 2025

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