CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Interrogazione n. 363/A
INTERROGAZIONE CERA – TRUZZU – PIGA – FLORIS – MASALA – MULA – RUBIU – USAI – MELONI Corrado, con richiesta di risposta scritta, sulla gestione della fauna selvatica e, in particolare, della popolazione di cinghiale nel Montiferru (con specifico riferimento al Comune di Cuglieri), a seguito dei vincoli e dei divieti di caccia, imposti ai terreni percorsi da incendi e sulla mancata attuazione di adeguati piani di abbattimento con finalità di contenimento della proliferazione.
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I sottoscritti,
PREMESSO che:
– nelle giornate del 24, 25, 26, 27 luglio 2021 si è verificato un vasto e intenso incendio che ha colpito le regioni storiche del Montiferru e della Planargia interessando un’ampia porzione di superficie in almeno dieci comuni, fra cui Santu Lussurgiu, Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Scano di Montiferro, Sagama, Flussio, Magomadas e Bonarcado;
– secondo l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), l’emergenza incendi oristanese, documentata dalla Protezione civile regionale, il nucleo principale dell’evento su menzionato si colloca nei territori del Montiferru e in particolare nel Comune di Cuglieri e Santu Lussurgiu;
– in base alla scheda tecnica ISPRA sugli incendi boschivi, integrata dai dati del sistema europeo EFFIS (European Forest Fire Information System), il solo evento Montiferru-Planargia ha interessato circa tredicimila ettari di territorio, risultando l’incendio più esteso d’Italia nel 2021, con oltre quattromila ettari di macchia, boscaglie e boschi di sempreverdi andati distrutti, oltre a quattromila ettari di pascoli e il resto costituito da boschi di latifoglie e altre coperture del suolo, con danni economici che sfiorano il miliardo di euro;
– stando alle stime diffuse da Coldiretti Sardegna, migliaia di aziende agricole fra Montiferru e Planargia sono state colpite, con particolare devastazione della cosiddetta “valle degli olivi” e degli oliveti storici di Cuglieri, dove è stato gravemente danneggiato anche l’oleastro monumentale di Sa Tanca Manna, simbolo identitario del territorio;
– l’Agenzia regionale per l’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale (LAORE Sardegna) e la stessa Regione, per il tramite del Commissario delegato per l’emergenza incendi 2021, hanno confermato, anche sul piano amministrativo, la gravità dei danni subiti dalle imprese agricole in Montiferru e in Planargia allegando cartografie ufficiali delle aree percorse dal fuoco nella cosiddetta “Area A – Montiferru e Planargia”;
– l’ISPRA, nelle proprie analisi, sottolinea come l’incendio del Montiferru ha prodotto ingentissimi danni anche sul piano ecologico, colpendo ecosistemi forestali, praterie, pascoli e colture permanenti di alto valore paesaggistico e identitario, con particolare riferimento al Comune di Cuglieri e ancor di più del confinante Comune di Sennariolo, dove addirittura il 94 per cento del territorio comunale risulta attraversato dal fuoco;
RICHIAMATI i seguenti atti normativi e dispositivi:
– la legge 21 novembre 2000, n. 353 (Legge-quadro in materia di incendi boschivi), che all’articolo 10 stabilisce che le zone boscate e i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni e che per dieci anni è vietata la realizzazione di edifici o strutture produttive, salvo previsione urbanistica precedente l’evento;
– il successivo atto di indirizzo interpretativo e applicativo dei divieti, prescrizioni e sanzioni contenuti negli articoli 3 e 10 della legge n. 353 del 2000, approvato dalla Regione con deliberazione della Giunta regionale 23 ottobre 2001, n. 36/46 (Atto di indirizzo interpretativo e applicativo dei divieti, prescrizioni e sanzioni contenuti negli articoli 3 e 10 della legge 21 novembre 2000, n. 353 (Legge – quadro in materia di incendi boschivi)), che ha recepito e precisato, a livello regionale, l’ambito di applicazione dei vincoli sulle aree percorse dal fuoco, con particolare riferimento ai soprassuoli boscati e pascolivi;
– le prescrizioni di massima e di polizia forestale per i boschi e i terreni sottoposti a vincolo idro-geologico, approvate con decreto dell’Assessore regionale della difesa dell’ambiente 31 marzo 2021, n. 3022/3, che disciplinano gli interventi consentiti e vietati su tali terreni, anche in relazione al rischio incendi;
– la normativa nazionale sulla fauna selvatica e sull’attività venatoria di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venato-rio), nonché la vigente legge regionale 29 luglio 1998, n. 23 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna), che disciplina gli ambiti territoriali di caccia, i piani faunistico-venatori e gli strumenti regionali di gestione faunistica;
– la decisione del Comitato regionale faunistico della Sardegna, che, come comunicato dall’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’Ambiente della Sardegna (FoReSTAS), ha disposto all’unanimità il divieto di caccia nei terreni percorsi dal fuoco, con la conseguente sospensione dell’esercizio venatorio (compresa la caccia al cinghiale) nelle aree formalmente individuate come percorse da incendi;
– le disposizioni in materia di catasto delle aree percorse dal fuoco, attraverso le quali la Regione, in collaborazione con i comuni e diversi altri soggetti istituzionali, aggiorna annualmente l’elenco dei soprassuoli incendiati ai sensi della legge n. 353 del 2000, rendendo operativi, a livello comunale, i vincoli di cui all’articolo 10;
– il piano straordinario nazionale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, adottato dal Governo in attuazione del nuovo articolo 19-ter della legge n. 157 del 1992, che demanda alle Regioni la predisposizione dei relativi piani attuativi, con particolare riferimento al contenimento della specie cinghiale (Sus scrofa) per ridurne l’impatto su agricoltura, ecosistemi e sicurezza stradale;
DATO ATTO che:
– in applicazione della legge n. 353 del 2000 e del richiamato atto di indirizzo interpretativo regionale, i terreni boscati o a pascolo percorsi da incendio nel Montiferru, comprese le superfici a bosco-oliveto e a pascolo arborato, risultano sottoposti a vincolo di destinazione d’uso per quindici anni, con divieto di trasformazione urbanistica e di realizzazione di nuove strutture edilizie o produttive per almeno dieci anni se non già previste dagli strumenti urbanistici vigenti prima dell’evento;
– a tali vincoli urbanistico-edificatori, si sommano le prescrizioni di massima e di polizia forestale e le norme antincendio regionali, che impongono ai proprietari e ai conduttori obblighi stringenti in materia di gestione del combustibile, pulizia delle fasce parafuoco, manutenzione di viali tagliafuoco e rispetto delle misure di prevenzione del rischio incendi;
– il Comitato regionale faunistico, come già richiamato, ha deliberato – e l’Agenzia FoReSTAS ha reso pubblico – il divieto di caccia su tutti i terreni percorsi dal fuoco, determinando, di fatto, la sospensione dell’attività venatoria (compresa la caccia al cinghiale) in gran parte delle aree maggiormente danneggiate dell’oristanese, fra cui il comprensorio del Montiferru ed in particolare di Cuglieri;
– la Regione ha approvato, per il triennio 2023-2026, il piano operativo di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiale nella Provincia di Oristano con decreto dell’Assessore della difesa dell’ambiente 23 febbraio 2024, n. 6, con l’obiettivo di contenere la specie nelle aree agricole e periurbane, ma che, secondo quanto riportato in un comunicato ufficiale regionale del 23 febbraio 2024, tale piano necessita di un’effettiva e capillare attuazione operativa per produrre risultati tangibili;
CONSIDERATO che:
– l’insieme dei vincoli post-incendio (immutabilità della destinazione d’uso, divieto di edificazione, divieto di caccia, prescrizioni forestali e antincendio) ha determinato, nei terreni percorsi dal fuoco nel territorio di Cuglieri, una condizione particolare, nella quale le attività agricole e selvicolturali risultano fortemente ostacolate, mentre la fauna selvatica, in assenza della normale pressione venatoria, trova condizioni favorevoli per l’insediamento e la riproduzione incontrollata;
– in tali contesti, il cinghiale (Sus scrofa) ha mostrato una capacità straordinaria di adattamento e di espansione, beneficiando della rigenerazione post-incendio (cespuglieti fitti, vegetazione secondaria, nuove risorse trofiche), oltre che dell’assenza di disturbo venatorio, fino a raggiungere densità di popolazione chiaramente superiori alla capacità di carico dell’ecosistema agricolo-forestale, con gravi danni alle colture, agli impianti olivicoli, alle recinzioni e alle infrastrutture agrarie;
– la sola attività venatoria ordinaria, concentrata in un periodo limitato dell’anno e spesso soggetta a forti restrizioni territoriali e temporali, non è più in grado, da sola, di contenere la proliferazione del cinghiale, motivo per cui il legislatore nazionale ha introdotto l’articolo 19-ter nella legge n. 15 del 1992, prevedendo piani straordinari di gestione e contenimento attuati dalle Regioni;
RILEVATO inoltre che:
– presso il Consiglio regionale della Sardegna risulta depositata la proposta di legge n. 135 (Modi-fiche ed integrazioni alla legge regionale n. 23 del 1998 in materia di protezione
della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna), presentata in data 19 settembre 2025, da parte dei Consiglieri, del Gruppo consiliare Fratelli d’Italia, Cera, Truzzu, Piga, Floris, Masala, Mula, Rubiu, Usai e Meloni Corrado, assegnata alla Quinta Commissione in data 23 settembre 2025 e non ancora esaminata dall’Aula consiliare;
– la proposta di legge n. 135 del 2025, tra le altre cose, propone di:
a) estendere il periodo venatorio al cinghiale dal 1º ottobre al 10 febbraio, ampliando la finestra di prelievo ordinario della specie;
b) rafforzare i poteri della Regione nell’adottare “piani di intervento, compreso l’abbattimento, per il controllo delle popolazioni di fauna selvatica, anche nelle zone vietate alla caccia”, al fine di tutelare produzioni agro-forestali, patrimonio zootecnico, salute pubblica e patrimonio storico-artistico;
c) introdurre, fino al 31 dicembre 2028, la possibilità di prelievo selettivo notturno del cinghiale fino a mezzanotte, con l’uso di dispositivi di visione notturna e foraggiamento attrattivo, rendendo così più incisiva l’azione di contenimento;
d) aggiornare in modo organico il sistema di risarcimento e prevenzione dei danni provocati dalla fauna selvatica, riconoscendo la particolare gravità dei danni arrecati dal cinghiale alle produzioni agricole e alla sicurezza stradale;
VALUTATO che:
– nel contesto specifico del Montiferru e del Comune di Cuglieri, dove gli incendi del 2021 hanno già determinato una profonda crisi del sistema agricolo-olivicolo, l’effetto combinato di vincoli post-incendio, unitamente al divieto di caccia nelle aree percorse dal fuoco ed alla lentezza nonché parziale attuazione dei piani ordinari di controllo del cinghiale, ha di fatto trasformato vaste aree bruciate in zone di rifugio per la fauna selvatica, in particolare per il cinghiale, che ha potuto proliferare in maniera pressoché indisturbata, aggravando i danni alle aziende, le quali, stanno cercando faticosamente di ripartire;
– tale situazione genera un evidente squilibrio nell’ecosistema agro-forestale, in cui una specie opportunista e prolifica come il cinghiale viene favorita, mentre imprese agricole e boschive, già colpite dal fuoco, subiscono ulteriori perdite economiche per danneggiamenti a colture, oliveti, pascoli, recinzioni, strade poderali e infrastrutture rurali;
– i cacciatori, in quanto conoscitori del territorio e soggetti portatori di un interesse diretto al riequilibrio faunistico, possono e devono essere considerati alleati strategici nella gestione della fauna selvatica, a condizione che siano inseriti nei piani di controllo coordinati e monitorati dall’Amministrazione regionale, insieme al Corpo forestale e di vigilanza ambientale (CFVA), alle amministrazioni comunali e alle organizzazioni agricole;
RIMARCATO che:
– un ulteriore aspetto, di assoluta rilevanza pubblica, è costituito dall’incidenza, sempre più preoccupante, della fauna selvatica, e in particolare del cinghiale, sulla sicurezza della circolazione stradale, con riferimento specifico al Comune di Cuglieri;
– il cinghiale, per massa corporea, velocità e imprevedibilità, costituisce una delle principali cause di incidenti stradali legati alla fauna selvatica. L’impatto con un esemplare adulto o con un gruppo (evento frequente) comporta un altissimo rischio per automobilisti e motociclisti, soprattutto nelle ore serali e notturne;
– le aree percorse dal fuoco, nel 2021, nel Montiferru, oggi interdette alla caccia, si sono trasformate in veri e propri rifugi faunistici incontrollati, da cui, si è progressivamente determina una considerevole mobilità degli animali, spesso diretta verso le strade comunali, provinciali e poderali, che attraversano il territorio;
– negli ultimi anni, nel territorio di Cuglieri, si è registrato un importante aumento degli avvistamenti e degli attraversamenti improvvisi di cinghiali sulla carreggiata stradale, con un numero significativo di incidenti, alcuni dei quali con danni gravi ai veicoli, in cui, solo il caso, e non già l’assenza di rischio, ha evitato, finora, conseguenze letali per gli automobilisti coinvolti;
DATO ATTO che:
– la sicurezza stradale rientra tra le esigenze di tutela primaria della collettività. Per tale ragione, la proliferazione incontrollata del cinghiale nel territorio di Cuglieri rappresenta una minaccia non più tollerabile, che impone un intervento immediato e straordinario da parte della Regione;
– nel quadro di tale emergenza, gli interventi di controllo selettivo, anche nelle aree interdette alla caccia, devono essere considerati necessari e proporzionati alla tutela della pubblica incolumità, oltre che coerenti con l’articolo 19-ter della legge 157 del 1992;
RITENUTO che:
– ripristinare condizioni di sicurezza sulle strade del Montiferru sia un obiettivo indifferibile, parte integrante e sostanziale della più ampia azione di riequilibrio faunistico invocata dagli odierni interroganti;
– predisporre, in coerenza con gli strumenti normativi nazionali, un Piano aggiornato e adeguato, di abbattimento e contenimento del cinghiale, specificamente mirato ai territori attraversati dagli incendi, con particolare attenzione al Comune di Cuglieri e all’intera regione storica del Montiferru, sia oramai un’esigenza non più rinviabile;
– tale piano debba prevedere abbattimenti selettivi e mirati anche al di fuori del calendario venatorio ordinario, nei limiti consentiti dall’articolo 19-ter della legge n. 157 del 1992, ove motivati da tutela delle produzioni agricole, della sicurezza stradale e della pubblica incolumità, consentendone l’operatività anche nelle aree percorse dal fuoco e normalmente vietate alla caccia, quando ciò sia indispensabile per il riequilibrio faunistico, qualificando tali interventi come attività di gestione e controllo e non di caccia sportiva;
RITENUTO altresì, essenziale il coinvolgimento, in maniera strutturata, di tutti gli attori interessati, in primis cacciatori, agricoltori, amministrazioni comunali, Corpo forestale e di vigilanza ambientale (CFVA), associazioni venatorie e agricole, definendo ruoli, responsabilità, protocolli operativi e sistemi di monitoraggio;
VALUTATO che un piano di questo tipo produrrebbe molteplici ricadute positive:
– sul piano ecologico, ristabilendo un equilibrio accettabile tra fauna selvatica, ecosistemi forestali e attività umane;
– sul piano economico, riducendo i danni alle colture e sostenendo la ripresa delle imprese agricole e olivicole del Montiferru;
– sul piano sociale, attenuando il clima di esasperazione tra agricoltori e mondo venatorio, e riconoscendo ai cacciatori il ruolo di “migliori custodi e garanti dell’equilibrio dell’ecosistema” quando inseriti in un sistema di gestione responsabile e controllato,
chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per sapere:
1) se siano a conoscenza della situazione creatasi nel territorio del Montiferru, in particolare nel Comune di Cuglieri, a seguito dell’imposizione dei vincoli, sui terreni percorsi dal fuoco, nel luglio 2021, da cui è conseguita l’applicazione del divieto di caccia su tali aree;
2) se vi sia o meno intenzione di procedere con un intervento straordinario di gestione e contenimento del cinghiale, ai sensi dell’articolo 19-ter della legge n. 157 del 1992, nel territorio del Montiferru, con particolare riferimento al Comune di Cuglieri, in quanto area attualmente caratterizzata da sovradimensionamento della popolazione di cinghiale;
3) se, più precisamente, la Giunta regionale intenda o meno adottare un piano operativo specifico di abbattimento dei cinghiali in esubero nel Montiferru, in particolare nel Comune di Cuglieri, anche mediante l’attivazione di interventi di controllo selettivo nelle aree percorse dal fuoco, oggi vietate alla caccia, in quanto strettamente necessario per la salvaguardia delle colture e della sicurezza in tali luoghi;
4) se la Giunta regionale non ritenga necessario rendere pubblica, sul portale istituzionale, una mappatura aggiornata, delle aree della Sardegna, in cui la fauna selvatica ed in particolare il cinghiale risulta in sovradimensionamento, con l’indicazione dei relativi piani di contenimento, dello stato di attuazione e degli obiettivi di riequilibrio fissati, in modo da garantire trasparenza nei confronti dei cittadini, degli agricoltori e naturalmente dei cacciatori;
5) se, la Giunta regionale intenda esprimere un chiaro indirizzo politico a sostegno della proposta di legge n. 135 del 2025, attualmente assegnata alla Quinta Commissione consiliare permanente, favorendo così un tempestivo esame del testo, con conseguente approdo nell’Aula consiliare di tale proposta di riforma organica della normativa sulla caccia e sulla gestione faunistica in Sardegna, al fine di rispondere concretamente all’emergenza inerente la proliferazione della fauna selvatica e del cinghiale in particolare nel territorio regionale.
Cagliari, 16 dicembre 2025