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Resoconto della seduta n. 189 del 13/09/2016

CLXXXIX Seduta

Martedì 13 settembre 2016

Presidenza del Presidente Gianfranco GANAU

La seduta è aperta alle ore 17 e 01.

FORMA DANIELA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 27 luglio 2016 (185), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Anna Maria Busia, Angelo Carta, Pietro Cocco e Roberto Deriu hanno chiesto congedo per la seduta del 13 settembre 2016.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:

Cossa - Dedoni - Crisponi:

" Misure per lo sviluppo del turismo golfistico". (362)

(Pervenuta il 12 agosto 2016 e assegnata alla quinta Commissione.)

Risposta scritta a interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguenti interrogazioni:

"Interrogazione Gaia - Zanchetta - Perra sui gravissimi problemi derivanti alle aziende zootecniche sarde a seguito delle sanzioni comminate ai sensi del decreto n. 22 del 10 settembre 2014 dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale." ( 571)

(Risposta scritta in data 5 settembre 2016.)

"Interrogazione Pittalis - Cappellacci - Zedda Alessandra - Tedde - Locci - Cherchi Oscar - Fasolino - Peru - Randazzo - Tocco - Tunis sui disservizi causati dall'ASL n. 3 di Nuoro a danno di una paziente affetta da anoressia." ( 674)

(Risposta scritta in data 5 settembre 2016.)

"Interrogazione Dedoni sulla disorganizzazione dei servizi forniti dalla ASL n. 5 di Oristano." ( 737)

(Risposta scritta in data 5 settembre 2016.)

"Interrogazione Tocco in merito alle deliberazioni n. 426 (Approvazione criteri attuativi per l'attribuzione delle progressioni economiche orizzontali) e n. 427 del 12 maggio 2016 (Approvazione regolamento per la disciplina dell'attribuzione e valutazione degli incarichi di posizione organizzativa) dell'Asl di Cagliari." ( 750)

(Risposta scritta in data 5 settembre 2016.)

"Interrogazione Zedda Alessandra - Pittalis - Cappellacci - Carta Giancarlo - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis sull'attuazione delle politiche sociali previste dalla legge regionale di stabilità 2016." ( 759)

(Risposta scritta in data 5 settembre 2016.)

"Interrogazione Comandini sui ritardi nella liquidazione dei contributi spettanti alle associazioni Pro Loco - anno 2015." ( 763)

(Risposta scritta in data 5 settembre 2016.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Carta Giancarlo - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, circa gli atti posti in essere dal commissario straordinario della ASL di Sassari con i quali, violando le disposizioni dettate dalla Giunta regionale in materia di revisione e contenimento della spesa sanitaria regionale e di istituzione e/o soppressione di strutture o servizi sanitari, ha conferito un incarico oneroso per la predisposizione di un piano di riassetto del Dipartimento della salute mentale e delle dipendenze alla cui riorganizzazione ha poi dato luogo senza attendere la redazione del piano medesimo, alimentando il ragionevole dubbio che l'inutile consulenza pagata con risorse pubbliche fosse un "paravento" per giustificare scelte già assunte a priori sulla base di criteri clientelari e comunque estranei ai principi di economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa". (831)

"Interrogazione Dedoni - Cossa - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata bonifica dello specchio acqueo di mare prospiciente la località Porto Managu nel comune di Bosa". (832)

"Interrogazione Cossa - Dedoni - Crisponi, con richiesta di risposta scritta, sistema elettronico di rilevazione degli incendi". (833)

"Interrogazione Tedde - Pittalis - Cappellacci - Carta Giancarlo - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulle compensazioni non dovute riconosciute ad Alitalia, in violazione delle disposizioni contenute nel decreto ministeriale n. 61 del 21 febbraio 2013 in materia di imposizione degli oneri di servizio pubblico sulle rotte Cagliari - Roma - Cagliari e Cagliari - Milano - Cagliari". (834)

"Interrogazione Pinna Rossella - Comandini - Cozzolino - Deriu - Forma - Lotto - Manca Gavino - Meloni - Piscedda - Sabatini - Solinas Antonio - TENDAS, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione della terza classe - indirizzo socio-sanitario - dell'Istituto superiore A. Volta di Guspini". (835)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interpellanza pervenuta alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Interpellanza Rubiu, sulla valutazione ambientale strategica inerente il Piano regionale faunistico venatorio e l'istituzione degli ambiti territoriali di caccia in Sardegna". (246)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FORMA DANIELA, Segretaria:

"Mozione Usula - Zedda Paolo Flavio - Cocco Daniele Secondo - Sabatini - Gaia - Manca Pier Mario - Pinna Rossella - Congiu - Desini - Zanchetta - Cocco Pietro - Solinas Christian - Lotto - Meloni - Piscedda - Moriconi - Busia - Cherchi Augusto - Forma - Perra - Anedda - Ledda - Demontis - Tendas - Deriu - Agus - Comandini - Lai - Pizzuto sull'opposizione alla realizzazione di un impianto termodinamico della potenza di 55 mw e denominato Flumini Mannu nei comuni di Decimoputzu e Villasor e l'analogo megaimpianto industriale termodinamico solare di Gonnosfanadiga-Villacidro". (250)

"Mozione Crisponi - Dedoni - Cossa sugli effetti del decreto legislativo del Consiglio dei ministri recante l'attuazione della delega di cui all'articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n. 124". (251)

"Mozione Crisponi - Dedoni - Cossa sul primo bilancio della lotta agli incendi sul territorio regionale". (252)

"Mozione Cappellacci - Pittalis - Carta Giancarlo - Cherchi Oscar - Fasolino - Locci - Randazzo - Tedde - Tocco - Tunis - Zedda Alessandra sugli sbarchi di migranti nell'Isola e sul superamento della quota prevista per la Regione". (253)

"Mozione Dedoni - Cossa - Crisponi sulla mancata nomina dei commissari straordinari delle aziende sanitarie locali entro il termine di cui alla legge regionale 27 luglio 2016, n. 17". (255)

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Deriu è rientrato dal congedo.

C'è stata una richiesta di inversione dell'ordine del giorno di trattare per la seduta odierna prima il documento numero 14 poi il testo unificato sulle norme in materia di edilizia sociale. Se non vi sono opposizioni possiamo procedere con l'ordine del giorno invertito.

Sull'elezione del Vicepresidente del Consiglio, ricordo che gli organi consiliari, Vicepresidenze, questori e segretari, vanno in scadenza il 20 di questo mese, quindi invito i Gruppi, della maggioranza e della minoranza, di provvedere per la definizione in maniera che possiamo andare alla nomina il più velocemente possibile.

Discussione del documento: "Giunta Regionale: Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna. Presa d'atto della Decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza" (14/XV/A) e approvazione di ordine del giorno

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del documento 14/XV/A: "Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna. Presa d'atto della Decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza".

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Luigi Lotto, relatore.

LOTTO LUIGI (PD), relatore. Il documento di cui oggi il Consiglio è chiamato a prendere atto è uno dei più importanti documenti di programmazione economica che la regione Sardegna vara in questa legislatura, è il piano di investimenti di fondi, comunitari e nazionali e della stessa regione Sardegna, nell'ambito dello sviluppo dell'agricoltura, è la presa d'atto del PSR che è stato approvato l'anno scorso, nell'agosto 2015, dalla Commissione europea. È stato successivamente oggetto di una presa d'atto da parte della Commissione quinta e, così come la legge regionale prevede, deve essere sottoposta la presa d'atto da parte del Consiglio regionale. Il PSR copre, con una spesa di poco meno di un miliardo e 300 milioni, gli investimenti dal 2014 al 2021, sono sette anni di investimenti che caratterizzeranno l'operato della Regione in uno dei settori economici più importanti. Una caratteristica fondamentale, rispetto alle esperienze precedenti, che consentirà di investire meglio con maggiore attenzione, con maggiore puntualità rispetto ai problemi che si vogliono affrontare, è che, a differenza del passato, il piano potrà essere oggetto di revisione cammin facendo. Quindi potrà essere oggetto di riflessione, di attenzione, di verifica della puntualità di quanto previsto con le esigenze reali del settore e, quindi, anche oggetto di modifiche concordate con la stessa Commissione. È importante che la spesa di questi soldi inizi quanto prima, e di fatto i primi bandi relativi ad alcune misure sono stati già attivati nella scorsa primavera, alcuni sono in fase di attivazione attualmente, e sono anche delle misure particolarmente importanti riguardanti gli investimenti nelle aziende agricole per il loro ammodernamento nonché l'assistenza e il sostegno ai giovani agricoltori, questi ultimi sono rispetto al resto probabilmente di lieve entità ma dal punto di vista dell'importanza politica che hanno rispetto al settore dove si interviene sono tra i più interessanti. Particolarmente interessante è il fatto che questa misura viene suddivisa, e non è più previsto solo il premio al giovane che si insedia nelle aziende agricole ma è anche prevista una premialità maggiore per quanto riguarda coloro che, assieme alla richiesta di premio per l'insediamento, allegano anche un progetto di investimento dove si accollano la responsabilità innanzitutto ma anche l'onere di intervenire in azienda con modifiche, con ammodernamenti e comunque dimostrando, non solo con l'iscrizione al registro delle partite IVA ma anche con un intervento concreto il personale, di voler davvero scegliere di insediarsi in un'azienda agricola e di voler trasformare e migliorare quell'azienda per farne il vero e proprio posto di lavoro.

È un piano, questo, che tratta tantissime questioni, tra le più importanti c'è la misura del benessere animale; è confermata seppure in misura ridotta la misura relativa ai GAL; di consistente importanza c'è la misura relativa alle agevolazioni per le zone interne, per le zone svantaggiate, le indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o altri vincoli specifici. C'è il benessere animale, allargato non più ai soli ovini ma anche alle altre specie allevate, ed è anche questa una novità rispetto al passato. Con questo PSR si vuole di fatto utilizzare lo strumento dei fondi comunitari e dei fondi nazionali per dare finalmente una svolta definitiva e decisiva nel rilancio del settore agricolo e nella sua integrazione con gli altri settori, sono infatti presenti misure che intensificano quel rapporto del settore agricolo con gli altri settori produttivi, la possibilità che la multifunzionalità nelle aziende agricole diventi uno strumento molto più frequente e molto più incoraggiato e incentivato dalle misure del PSR e della Regione Sardegna. Quindi, dopo che è stato approvato dalla Commissione europea ad agosto di un anno fa a seguito di una lunga interlocuzione dell'Assessorato e degli uffici dell'Assessorato con la Commissione stessa, il Consiglio regionale non può che prenderne atto. Dobbiamo anche dire che nella quinta Commissione è stato avviato un confronto serrato con l'Assessore e con l'Assessorato nel suo complesso circa l'opportunità di una più costante verifica dell'impatto che le misure adottate avranno sul settore, per individuare congiuntamente le migliori pratiche o modifiche da inserire eventualmente per renderlo ancora più rispondente a quell'obiettivo di fondo che ci siamo posti.

Altro l'obiettivo di fondo è quello di creare le condizioni perché si eviti ciò che è accaduto purtroppo negli anni passati per motivi vari di ritrovarsi con una spesa che per lungo tempo non riusciva a decollare e poi, alla fine, ci si è trovati costretti a trovare ogni strumento possibile per poter realizzare questa spesa ed evitare la restituzione di fondi alla Commissione europea. In quest'occasione si sta tentando di fare di tutto affinché la spesa parta prima possibile e quindi si arrivi alla scadenza naturale del 2020 con largo anticipo e possibilmente senza dover rimandare o chiede proroghe di qualsiasi tipo, lo dobbiamo innanzitutto all'economia dell'Isola, perché i fondi disponibili vanno messi prima possibile in circolo affinché generino sviluppo economico, lo dobbiamo alla razionalità della spesa che, se fatta nel lungo arco di tempo e fatta con intelligenza, può davvero portare dei risultati che fino adesso non sempre sono stati quelli che ci saremmo aspettati.

Il documento è un documento di grandissima rilevanza, anche molto voluminoso, dove sono spiegate nel particolare tutte le misure interessate, credo che il Consiglio faccia opera giusta a prenderne atto, così come la legge prevede, e faccio gli auguri all'Assessore perché riesca nei prossimi mesi e anni a farne uno strumento di rilancio vero dell'agricoltura.

PRESIDENTE. Comunico che tra le richieste di congedo per la seduta di questo pomeriggio c'è anche quella della consigliera Alessandra Zedda.

È aperta la discussione generale. Non ho iscritti a parlare.

È stato presentato un ordine del giorno, sospendo la seduta per il tempo necessario a fare le copie dell'ordine del giorno. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 18, viene ripresa alle ore 17 e 22.)

PRESIDENTE. È stato presentato l'ordine del giorno numero 1.

(Si riporta di seguito il testo dell'Ordine del Giorno:

Ordine del Giorno Deriu - Daniele Cocco - Usula - Zanchetta - Anedda - Desini sulla presa d'atto della Decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza - Programma di sviluppo rurale 2014-2020.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione del documento n. 14/XV/A (Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna. Presa d'atto della Decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza),

VISTO l'articolo 16, comma 3, detta legge regionale 30 giugno 2010, n. 13 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione autonoma della Sardegna e modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1996, n. 12);

VISTA la relazione congiunta della Terza e delta Quinta Commissione consiliare permanente,

CONDIVISE la decisione di approvazione da parte delta Commissione europea del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna per il periodo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2020 e l'approvazione della composizione del Comitato di sorveglianza,

delibera

la presa d'atto definitiva del documento n. 14/XV/A (Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per la Regione Sardegna. Presa d'atto della Decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza). (1).)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Discussione generale del testo unificato: "Norme generali in materia di edilizia sociale e riforma dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa" (110-181-207/A) del disegno di legge: "Misure urgenti e modifiche della legge regionale 8 agosto 2006, n. 12 inerenti l'organizzazione dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA)" (110); della proposta di legge DESINI - BUSIA: "Organizzazione dell'intervento regionale nel settore abitativo e modifiche alla legge regionale 8 agosto 2006, n. 12" (181) e del disegno di legge: "Norme generali in materia di edilizia sociale e riforma dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa" (207)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca ora la discussione del testo unificato 110-118-207.

Dichiaro aperta la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il consigliere Antonio Solinas, relatore.

SOLINAS ANTONIO (PD), relatore. Oggi arriviamo in aula, dopo quasi 18 mesi di discussione nella quarta Commissione che ha licenziato un testo unificato dei disegni di legge e progetti di legge numero 110, 181 207/A.

Il testo unificato ha ad oggetto la disciplina delle funzioni della Regione e degli enti locali in materia di edilizia sociale. Il tema suscita da sempre un elevato interesse, ancor più nei periodi di prolungata crisi economica, per l'accresciuta difficoltà per le fasce più deboli della popolazione di accedere alla locazione di alloggi in regime di libero mercato.

La quarta Commissione permanente, nel mese di maggio 2015, ha iniziato l'esame congiunto dei disegni di legge numero 207 e numero 110 e del progetto di legge numero 181, ha proceduto alle audizioni dei soggetti interessati dal provvedimento, quali le associazioni degli inquilini maggiormente rappresentative e l'ANCI Sardegna, e si è preoccupata, preliminarmente, di tracciare il perimetro delle questioni da trattare.

Infatti, mentre i disegni di legge numero 207 e numero 110 attengono esclusivamente alla riforma di AREA, il progetto di legge numero 181 ha ad oggetto marginalmente la riforma di AREA e principalmente la rivisitazione della vigente disciplina dell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica contenuta nella legge regionale 13 aprile 1989, numero 13.

La Commissione, dopo ampio dibattito, ha ritenuto preferibile separare la trattazione delle questioni concentrando la sua attenzione sulla riforma di AREA, nonostante la proposta contraria provenisse da fonti autorevoli come le associazioni degli inquilini audite e dai proponenti del progetto di legge numero 181.

Tale scelta si è fondata sulla considerazione che la disciplina dell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, seppur connessa col tema della riforma di AREA, in realtà affronta argomenti totalmente differenti e bisognosi di trattazione autonoma incentrandosi principalmente nel difficile problema di tutelare non più solo determinate categorie svantaggiate, ma anche tutti i cittadini che per determinate ragioni, anche temporanee, non sono più in grado di sostenere un canone di mercato quali ad esempio le famiglie monoreddito, i lavoratori precari, le famiglie monogenitoriali, i genitori separati o divorziati, i giovani e gli anziani. La Commissione si è comunque impegnata ad affrontare, quanto prima, la rivisitazione della vigente disciplina dell'assegnazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica disciplinata dalla legge numero 13 del 1989.

La Commissione ha pertanto adottato il disegno di legge numero 207 come testo base e ne ha discusso il contenuto, condividendo e sostanzialmente conservandone l'impianto concettuale. In particolare la Commissione ha apprezzato il nuovo sistema decisionale interno all'Azienda regionale per l'edilizia abitativa, che introduce la figura dell'amministratore unico in luogo del consiglio di amministrazione.

Nel corso dell'istruttoria legislativa la Commissione ha ritenuto di dover meglio precisare e definire più compiutamente alcuni profili dell'articolato normativo.

In primo luogo la Commissione si è soffermata sulla disciplina dello strumento di programmazione generale degli interventi di edilizia sociale di competenza della Regione prevista all'articolo 2 che, apparendo molto sfumata, rendeva, a suo giudizio, debole il collegamento tra le finalità della legge enunciate nell'articolo 1, la programmazione strategica mediante la quale tali finalità vengono trasfuse in indirizzi concreti e la fase di partecipazione a tali scelte dei soggetti portatori di interessi.

La Commissione ha pertanto ritenuto preferibile inserire nel testo la previsione di uno strumento ad hoc denominato Documento di programmazione degli interventi di edilizia sociale (DoPIES) valido per tutta la legislatura, disciplinandone puntualmente il contenuto ed il procedimento di adozione ed approvazione, valorizzando la fase di acquisizione degli interessi partecipativi degli enti locali, del Consiglio delle autonomie locali e del Consiglio regionale.

In secondo luogo la Commissione ha ritenuto opportuno integrare la scarna disciplina attuativa del comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale numero 5 del 2015 contenuta nella lettera a) del comma 2 dell'articolo 7 del disegno di legge numero 207.

Come è noto, infatti, il comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale numero 5 del 2015, prevede che "La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, approva un disegno di legge di riforma dell'Azienda regionale per l'edilizia abitativa (AREA) che preveda, oltre al riordino delle funzioni regionali in materia di edilizia residenziale pubblica, anche funzioni di attuazione ed, eventualmente, gestione di opere pubbliche attribuite alla competenza regionale.".

La Commissione ha ritenuto preferibile che i termini e le modalità di esercizio di tali funzioni aggiuntive siano individuate da una apposita deliberazione della Giunta regionale che si deve attenere al rispetto dei criteri direttivi previsti in legge, deliberazione da sottoporre al previo parere della Commissione consiliare competente.

In terzo luogo la Commissione, pur apprezzando l'istituzione del Comitato regionale per l'edilizia sociale e condividendo la sua funzione di organo di raccordo tra i compiti della Regione e quelli degli enti locali, ha ritenuto preferibile ridurre il numero dei componenti da dieci ad otto e modificare il sistema di remunerazione delle attività da loro svolte, però anche questo alla luce di quanto sostenuto dal Governo nazionale in merito alla riforma dell'agenzia Forestas là dove ha impugnato la parte relativa ai gettoni di presenza, che in quel caso spettavano ai componenti del comitato di indirizzo di Forestas, ha detto che purtroppo i sindaci devono svolgere le proprie funzioni a titolo gratuito. E quindi anche su questo punto presenteremo un emendamento.

Infine la Commissione ha introdotto un articolo contenente le norme di prima applicazione per consentire la transizione dal vecchio al nuovo assetto normativo di AREA.

Sul testo unificato è stato richiesto il parere della prima Commissione e quello del Consiglio delle autonomie locali.

La Prima Commissione non si è espressa ed il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole.

La quarta Commissione permanente, nella seduta del 5 maggio 2016, ha licenziato, per l'Aula, il testo col voto favorevole di tutti i consiglieri dei Gruppi di maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, è aperta la discussione generale. Stiamo discutendo il testo unificato numero 110-181-207: "Norme generali in materia di edilizia sociale e riforma della Azienda Regionale per l'Edilizia Abitativa".

È iscritto a parlare il consigliere Ignazio Giovanni Battista Tatti. Ne ha facoltà.

TATTI IGNAZIO GIOANNI BATTISTA (UDC). Grazie Presidente, innanzitutto vorrei…

PRESIDENTE. Un attimo onorevole Tatti…

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Presidente, mi pare che ci fosse un'intesa per rinviare la discussione alla prossima settimana?

PRESIDENTE. No, è stata chiesta un'inversione dell'ordine del giorno con l'apertura della discussione generale e fino alla definizione del passaggio agli articoli con il rinvio alla prossima settimana per la presentazione degli emendamenti e la continuazione della discussione sugli articoli.

PITTALIS PIETRO (FI). Io avevo capito diversamente, avevo informato diversamente il Gruppo, Presidente. Avevo capito solo le relazioni di maggioranza e di minoranza, avevo capito male io, Presidente.

PRESIDENTE. No apertura della discussione generale e poi sospensione e riprendiamo la settimana prossima dandoci eventualmente una scadenza per gli emendamenti per evitare la sovrapposizione…

Prego, onorevole Tatti.

TATTI IGNAZIO GIOANNI BATTISTA (UDC). Grazie Presidente, stavo dicendo che innanzitutto devo chiarire la posizione della minoranza che nella relazione allegata al testo che è qui in Aula è giusta, però nel sito del Consiglio risulta che c'è una votazione unanime, questo non è successo, era presente solo l'onorevole Tocco in quella seduta del 5 maggio, se non erro, e non è quanto c'è scritto nel sito. Quindi chiedo davvero anche gli Uffici del Consiglio e della Commissione di apporre una modifica a quanto c'è scritto che la votazione è stata unanime.

Cari colleghi e colleghe, quello che sta avvenendo in quest'aula in queste settimane è da far vibrare i polsi anche ai più deboli, ai più avveduti, si va avanti a colpi di maggioranza e di dictat da parte della Giunta regionale che non hanno precedenti. Da prima la legge sull'azienda sanitaria unica è la nomina del supermanager mai avvenuta, questione ancora aperta e nodo ancora da sciogliere con conseguenti spaccature interne alla maggioranza. Poi la vicenda SOGEAL sulla quale è preferibile calare un velo pietoso poiché i fatti e le recenti cronache si commentano da soli. Ed ora in ultimo la ciliegina sulla torta la riforma dell'agenzia AREA per l'edilizia abitativa relativamente a questa ultima riforma di cui è oggetto il progetto di legge in discussione non si riesce a capire quali occulte manovre si celino dietro ad un disegno di legge, l'ennesimo, che non farà altro che peggiorare l'attuale situazione in nome di una riforma strutturale che tutto può definirsi tranne che una riforma nel senso stretto del termine. Fa specie leggendo la relazione al testo unificato proposto il rimando ad altro provvedimento di tutta la materia inerente l'assegnazione degli alloggi e di tutta la problematica inerente l'emergenza abitativa nei nostri concittadini meno abbienti concentrando l'attenzione delle attività sulla sola riforma dell'agenzia AREA. Sorgendomi spontane la domanda se non ci occupiamo dei problemi dell'accesso alla casa di chi una casa non può permettersela di cosa stiamo a discutere? Ebbene, lo possiamo solo immaginare di cosa stiamo a discutere, e lo si intravede nelle pieghe del documento in discussione, quale sia il disegno strategico dell'ennesima e tanto decantata riforma, che mira a creare l'ennesimo centro di potere nelle logiche spartitorie della maggioranza di governo col fine di mantenere in piedi il già precario assetto della stessa maggioranza. Il tutto procede in una desolante indifferenza della stessa maggioranza senza rendersi conto dei disastri che sta arrecando in primo luogo ai cittadini che non possono permettersi una casa, in secondo luogo ad una parte anche consistente del tessuto produttivo regionale. Infatti, il problema prioritario era dare risposte certe e concrete a chi una casa non può averla, perché non ha risorse a disposizione, senza arrecare danno al mondo delle libere professioni, perché così facendo, se l'AREA venisse trasformata in un'agenzia che eroga servizi di progettazione per le opere di competenza regionale e quale ente pubblico economico dotato di responsabilità giuridica, si andrebbe a togliere una grossa fetta di mercato ad un settore produttivo importante per l'economia regionale, qual è quello delle libere professioni e non solo, messo già a dura prova dall'attuale congiuntura economica. Mi chiedo con quale spirito, e soprattutto con quale criterio il legislatore regionale adotta norme che vanno contro i suoi stessi interessi. Infatti, affossare il settore produttivo privato significa diminuire la base imponibile che garantisce il sostentamento stesso dell'amministrazione pubblica attraverso le imposte dirette e indirette che gravano sulle imprese e gli stessi professionisti. Nel caso di specie, calza giusto appunto il paragone con la realizzazione dei lavori pubblici, nel caso in cui si prendesse la decisione di realizzare in amministrazione diretta da parte dell'amministrazione regionale, mi chiedo cosa ne penserebbero tutte le imprese del settore edile e non solo. Si trova difficoltà a capire l'utilità di un simile provvedimento se non altro, ripeto, il disegno occulto da parte di pochi di curare i propri interessi personali. Infatti, tra le righe dell'articolo 15, in una sorta di zona grigia, aleggia lo spettro dell'incarico ripartorio per qualcuno che dà le retrovie, urla e sgomita in cerca di poltrone.

In conclusione, come ribadito più volte in quest'aula, ritengo che il compito di quest'Aula, ma soprattutto della politica, quella che con la p maiuscola, sia quello di dare risposte concrete ai cittadini e al settore produttivo con provvedimenti a lungo termine che siano in grado di creare le giuste condizioni e le dovute opportunità per il benessere sociale ed economico della nostra gente. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Attilio Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI ATTILIO (Riformatori Sardi). Mi pare che qualche Capogruppo oggi manchi, e siccome sono impegnati a Roma, e siccome mancano altri che stanno facendo la difesa più che opportuna e necessaria di un'industria che da anni ormai sta cercando una collocazione che non si trova in tutti i modi, io credo che sia inopportuno quantomeno che noi dibattiamo senza che ci sia la presenza di questi colleghi, tra l'altro Capigruppo, che sono a Roma a svolgere un mandato consiliare privandoli dell'opportunità e possibilità di esprimere il loro giudizio di merito in questa circostanza. Io capisco che tutto possa essere, va benissimo, però è un fatto di correttezza e di opportunità nei confronti dei colleghi di maggioranza e di opposizione che per queste ragioni non sono presenti.

PRESIDENTE. Sì, onorevole Dedoni, lei ricorderà che nella Conferenza dei Capigruppo si era discusso di questo particolare e che era stato chiesto appositamente di spostare la riunione del Consiglio dalla mattina al pomeriggio e di convocarla non prima delle 16 e 30, in maniera tale da consentire il rientro dei colleghi, e comunque non c'è mai stata una richiesta di annullare la discussione consiliare, quindi siamo assolutamente nei termini, stiamo procedendo con la discussione generale, abbiamo già concordato che, dopo la discussione generale, sospendiamo il Consiglio e sarà aggiornato alla settimana prossima, quindi credo che ci sarà tutto il tempo per intervenire nel corso della discussione che faremo poi sugli articoli.

È iscritto a parlare il consigliere Salvatore Demontis. Ne ha facoltà.

DEMONTIS SALVATORE (PD). Intanto questa riforma è necessaria perché AREA oggi funziona male, lo diceva anche il consigliere Tatti, si rischia di peggiorare, diceva il collega, invece noi vogliamo, evidentemente, migliorare l'ente. Quando si vuole riformare un ente su cosa si agisce? Si agisce sugli strumenti di programmazione strategica, operativa, si agisce sulla governance, si agisce sulla macrostruttura, quindi nessun disegno occulto, ma semplicemente questo è quello che stiamo facendo, stiamo utilizzando gli strumenti che la riforma di un ente mette a disposizione. La programmazione strategica di lungo periodo avverrà attraverso il Dopies, attraverso il documento di programmazione degli interventi di edilizia sociale di durata quinquennale, quindi programmazione strategica, che ovviamente rientra interamente nella sfera di competenza della Regione, e da questo i piani attuativi operativi pluriennali e annuali. Per il Dopies è comunque previsto un percorso partecipato, seppure, lo voglio ripetere, rientra esclusivamente nella sfera di competenza della Regione trattandosi di programmazione strategica, mentre per i piani operativi pluriennali e annuali è prevista certamente l'approvazione della Giunta, ma con un percorso in collaborazione con il CRES, il Comitato regionale per l'edilizia sociale, composto appunto dai sindaci. In questo modo, si definisce il primo step, che è quello irrinunciabile e spesso sottovalutato della programmazione strategica e operativa, si cambia però anche la governance, si cambia la governance perché ci sarà un amministratore unico piuttosto che un consiglio di amministrazione, ma ci sarà anche un direttore generale con pieni poteri gestionali, e questa è una novità non di secondo momento, perché, come sappiamo, AREA nasce dalla fusione degli IACP, e, ad oggi, funziona come se vi fossero tanti direttori generali, cioè non è avvenuta la trasformazione così come sarebbe dovuta avvenire, ognuno, evidentemente, con il suo approccio particolare. Io non sono in generale favorevole all'accentramento di poteri gestionali in capo ad una figura, però, quando le situazioni sono cronicizzate, come in questo caso, non credo che ci possano essere altre alternative. Bisogna cambiare radicalmente la governance evidentemente, e in questo modo lo facciamo. Non cambia invece la mission, al contrario di quanto sosteneva il collega Tatti, non cambia la mission perché AREA continuerà ad occuparsi normalmente di edilizia sociale, seppure con maggiore attenzione alle nuove esigenze dei cittadini, alle mutate esigenze. Occasionalmente è previsto nel disegno di legge, ma occasionalmente potrà occuparsi di progetti singoli, di progettazione, realizzazione, ma non nel senso di realizzazione in proprio evidentemente, ma di conduzione dei lavori, ma si tratta, come dicevo prima, di progetti individuati dalla Giunta e quindi obiettivi molto chiari. Su questo punto ci siamo confrontati in Commissione, sull'opportunità o meno di cambiare la mission di AREA. Abbiamo ritenuto di non modificarla, se non come ho appena detto, intanto perché evidentemente l'edilizia sociale richiede uno sforzo importante, ma anche perché personalmente non credo che strutture pubbliche possano occuparsi efficacemente di progettazione, realizzazione e gestione di opere complesse, e questo perché i tecnici della pubblica amministrazione hanno una professionalità differente, competenze evidentemente ugualmente importanti, ma diverse da quelle richieste invece in questo campo che è tipicamente proprio degli studi professionali, sono competenze, ripeto, complementari, ma completamente diverse. Un progettista non sarà mai un buon dirigente evidentemente della pubblica amministrazione, così come non sarà mai un buon RUP, ma è anche vero che un tecnico dipendente della pubblica amministrazione non sarà quasi mai un buon progettista o un buon direttore dei lavori; ripeto, sono competenze differenti. Io mi sono permesso di suggerire un'altra forma, perché capisco perfettamente le difficoltà nella realizzazione delle opere pubbliche, la lentezza nella realizzazione delle opere pubbliche, derivanti da una normativa nazionale che nasce a seguito di "mani pulite", quindi, come dire, in nome di una presunta maggiore trasparenza mette in conto una lentezza eccessiva nella realizzazione di opere pubbliche, e quindi mi sono permesso di consigliare un'altra forma, che secondo me è molto più efficace, sarebbe molto più efficace, e cioè una SpA dedicata, sulla falsariga di una struttura di missione, con pochissimi dipendenti, e che si possa avvalere sul singolo progetto, quindi sulla singola opera, delle competenze specifiche e delle prestazioni professionali specifiche che possono facilmente trovarsi sul mercato. Non sarebbe un costo aggiuntivo perché l'Iva in questo caso sarebbe un (…) e non un costo fisso, così come invece generalmente è per la pubblica amministrazione, cioè è per la pubblica amministrazione, in altri termini si potrebbero acquistare prestazioni professionali sul mercato, ma molto specifiche: se realizzo un ponte, vado ad acquistare una prestazione professionale da un strutturista, se realizzo una condotta, vado a ricercarla da un idraulico, se devo consolidare un fronte di frana vado da un geotecnico. Secondo me sarebbe il modo per accelerare e quindi per dare una mano importante nella realizzazione delle opere pubbliche, senza incorrere in un errore nel quale facilmente si può incorrere, cioè quello di delegare a una pubblica amministrazione l'intero ciclo di realizzazione di un'opera complessa; io sono convinto che non sia la soluzione, ecco, cioè che poi non aiuti effettivamente a velocizzare la realizzazione delle opere. Grazie.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente, colleghi del Consiglio, il provvedimento che stiamo ascoltando, per i problemi che tratta è, a mio giudizio, ambiguo, contradditorio, non adeguato e certamente fuori tempo, rischiamo di fare, come si suol dire, un buco nell'acqua. Ma soprattutto di fronte a sé ha, non uno, ma due muri, che noi abbiamo permesso venissero eretti e costruiti, e che contrastano con principi fondamentali della nostra autonomia, ovvero contro le competenze statutarie in materia di uso del territorio e di organizzazione amministrativa delle nostre strutture amministrative. I due muri, costruiti dal Governo e dal Parlamento nazionale, senza che questo Consiglio, questa Assemblea, questa maggioranza opponessero le ragioni della nostra autonomia speciale, garantita dalla Costituzione e dallo Statuto, sono stati apertamente violati. In quest'Aula, su questi temi, il Presidente e la Giunta, i partiti della maggioranza, nemmeno quelli dichiarati autonomisti, nazionalitari e indipendentisti, nessuno ha osato porre le questioni che stiamo trattando come discriminanti rispetto ai provvedimenti legislativi posti in essere dal Governo e dal Parlamento, e chiederci, a noi dell'intera Assemblea, a noi come popolo sardo, a voi stessi, al Presidente della Regione, alla maggioranza, quale fosse, quale sia la competenza e la forza della nostra autonomia e della capacità di difenderla nella sua integrità e nella sua spinta propulsiva di sviluppo e di progresso. I due muri ai quali ho fatto riferimento li troviamo nella riforma costituzionale, voluta dal governo Renzi e dalla maggioranza di centro-sinistra in Parlamento, votata dalla sola maggioranza, ed è appunto per questo che si andrà al referendum contro il quale dobbiamo chiamare a raccolta il popolo sardo, non per le ragioni nazionali, ma per le ragioni nostre. Una riforma che tocca direttamente la nostra specialità autonomistica, anche perché è stata voluta dal Governo e votata dal Parlamento senza neppure avere il buon senso istituzionale di attivare quelle procedure previste dalla stessa Costituzione, laddove si tocca il Titolo V, in particolare per le competenze attribuite dagli statuti alle regioni speciali. Di questi temi parleremo fra poco in altra specifica occasione, mi auguro che in questa Assemblea esploda finalmente una sensibilità autenticamente autonomistica, aprendo una sessione di dibattito sullo Statuto, la Costituzione e la riforma, e in tal senso mi appello alle garanzie autonomistiche in capo al Presidente di questa nuova Assemblea, affinché promuova una tale opportunità per dare una risposta chiara e univoca contro i voleri neocentralistici di uno Stato egemone, come taluni vorrebbero qualificarlo, a danno delle libertà democratiche e autonomistiche per le quali hanno combattuto i nostri avi, stiamo combattendo noi, e speriamo che combattano anche le future generazioni. Un solo esempio voglio portare in questo (…), e riguarda uno dei cavalli di battaglia del Governo e della maggioranza, la riforma del Senato. Ebbene, lo pongo come interrogativo, come si concilia la riforma del Senato con l'articolo 17, comma 2 dello Statuto sardo, che prevede espressamente che l'Ufficio di consigliere regionale della Sardegna è incompatibile con quello di membro di una delle Camere? E questa norma può essere modificata solo e unicamente secondo le procedure di legge, che non sono quelle messe in atto dal Governo e dal Parlamento, che possiamo definire privo di quelle garanzie costituzionali compresse, che non riconducono al principio di leale collaborazione e che ritroviamo in tutte le nuove sentenze pronunciate dalla suprema Corte. La legge sull'edilizia sociale, che è alla nostra attenzione, è fondata anche principalmente sul Governo del territorio, ma il Governo del territorio, il Governo dello Stato con la riforma lo vorrebbe sotto la sua (…), così sotto la sua (…) lo Stato si è già riappropriato di tutte le competenze su questi provvedimenti che noi stiamo esaminando, amministrativi, molti dei quali sono ricompresi nella legge che noi stiamo per varare, e anche nell'altro disegno di legge che è all'ordine del giorno di questa Assemblea. È sufficiente andare a leggersi l'articolo 22 della legge numero 124 del 7 agosto 2015, ovvero le deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, che va sotto il nome del ministro Madia, con i suoi 20 decreti attuativi già definiti è in corso di definizione. L'articolo 22 della legge numero 124 "Madia" prescrive testualmente: "Che le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale, anche con riferimento alla legge costituzionale numero 3 del 2001, quella che riguarda le competenze di cui al Titolo V della Costituzione". Onorevole Demontis, ma di che parliamo? Quindi non solo corriamo il rischio di fare un buco nell'acqua per quanto riguarda le norme che stiamo approvando, con probabile impugnativa, con sicura impugnativa del Governo, ma se non prendiamo, come Assemblea regionale, una posizione forte e decisa contro la riforma costituzionale che c'è stata calata dall'alto, la Sardegna va incontro a un pericoloso e totale depotenziamento dell'autonomia. Nel merito una considerazione conclusiva, per dire che il provvedimento in esame è fuori tempo massimo, è una conseguenza che deriva dalla relazione della stessa Commissione proponente, che al quinto capoverso afferma e certifica che in realtà la proposta di legge affronta argomenti totalmente differenti e bisognosi di trattazione autonoma, e le norme sull'edilizia sociale e quelle connesse con la più grande partita dell'edilizia residenziale pubblica meritano altra dignità e altre esaustive risposte, che non possono essere trattate in maniera superficiale ed episodica, non possono essere trattate senza la preventiva rivisitazione e ridefinizione della legge urbanistica regionale, dell'iter del Piano paesaggistico regionale. Sono trascorsi ormai tre anni dall'insediamento di questa Giunta regionale, sono stati presi impegni programmatici precisi, sono state fatte periodiche enunciazioni e promesse, l'unico risultato è stato quello di provare il gusto sadico di distruggere quello che di buono era stato fatto in passato e di non voler valorizzare quanto di positivo era stato messo in campo. L'assessore Erriu ha avuto il merito di girare in lungo e in largo la Sardegna, affrontare con i sindaci i problemi dei territori e dell'edilizia sociale e popolare, come dell'urbanistica, che però non ha avuto sfogo di nessuna natura; senza questi strumenti, onorevoli colleghi, signor Assessore, questi che sono strumenti di base, io penso e credo che non ci possa essere nessun'altra norma edilizia e di carattere organizzativo reale, concreta, positiva, rispondente alle esigenze della nostra gente.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Orrù. Ne ha facoltà.

ORRÙ MARCELLO (PSd'Az). Presidente, Assessore, onorevoli colleghi, oggi abbiamo in discussione un disegno di legge, a mio modo di vedere, poco chiaro che viene presentato all'Aula da una Giunta che continua con questo Testo unificato la pratica dell'accentramento amministrativo che, a mio modo di vedere, produce solo poltrone, Assessore, mi creda. Qualche giorno fa ci sono state delle dichiarazioni, dopo vostri vertici di maggioranza, sui telegiornali locali e sui giornali, da noti esponenti politici della maggioranza sia regionale che nazionale, dicendo che questa Giunta in questi due anni e mezzo non ha prodotto niente, è stata inefficiente e ha buttato solo fumo negli occhi ai sardi. Devo dire che io concordo con ciò che hanno detto, non sono parole mie, ma sono parole di esponenti della vostra coalizione, devo dire che io concordo con ciò che hanno detto loro. Però, Assessore, mi creda, io la stimo, la stimo per il fatto politico, ma non perché abbia prodotto per i sardi qualcosa di positivo, perché fino adesso questa Giunta non ha prodotto niente, la stimo perché con questo documento lei riuscirà a tenere unita questa coalizione proprio per il fatto delle poltrone. Dico questo perché ormai è evidente che tra i gruppi e i gruppetti della maggioranza di governo esiste la pratica del do ut des che si concretizza poi nello scambio del voto elettronico, seppur fatto controvoglia, perché la maggior parte della maggioranza sta andando a votare un provvedimento che non condivide neppure in parte aspettando però di incassare il voto degli altri quando arriva il turno loro. Così come è evidente che la vostra unione si cementa su una sola cosa e cioè sulla concezione che l'amministratore unico sia il toccasana per risolvere i vostri fallimenti politici di metà legislatura. Non siete in grado di dare risposte concrete ai cittadini e sperate di risolvere i vostri dissesti politici aggrappandovi ad improbabili uomini della provvidenza, perché l'amministratore unico è una singola persona, facile da manovrare e manipolare a piacimento e al quale potete imporre la linea politica e potete revocare con la facilità delle flessibili motivazioni che avete previsto al comma 4 dell'articolo 16.

Per il resto nel concreto del testo in esame si rinviene solo la fraseologia tecnica che ad onor del vero rasenta la banalità, sono frasi fatte, riportate integralmente da leggi nazionali e regionali senza nessuno spunto originale. Mere enunciazioni di principio come: "garantire la casa a chi ne ha diritto, ridurre il consumo del suolo, utilizzare materiali di costruzione autoctoni, garantire adeguate prestazioni energetiche degli edifici attraverso pratiche di efficientamento passivo ed attivo". Ebbene, sono tutte attività che l'Azienda regionale per l'edilizia abitativa pone in essere giorno per giorno ormai da decenni, ma voi della maggioranza, voi che governate la Regione Sardegna - spero ancora per poco - che siete impegnati nelle ormai quotidiane beghe politiche, probabilmente non ve ne siete accorti, anche perché siete lontani dalla realtà. Con questo disegno di legge non state facendo altro che introdurre nel sistema organismi di nuova istituzione come il Comitato regionale per l'edilizia sociale, il CRES, composto da sette componenti, ai quali si aggiunge l'amministratore unico che riceveranno rimborsi spese, gettoni di presenza dell'ammontare di 100 euro per seduta. È previsto inoltre il collegio dei sindaci composto da tre membri effettivi e due supplenti, anch'essi riceveranno compensi di cui non è dato sapere per ora quanto. Sicuramente, Assessore, è un modo alternativo di investire i soldi destinati alle case popolari, soprattutto in periodi di carenza di risorse come questo e di cui dovrete dare conto ai cittadini.

Devo dire con tutta sincerità che appare molto contorto l'iter di localizzazione degli interventi di edilizia sociale. Infatti, i dati sui fabbisogni reali del territorio raccolti dall'Osservatorio regionale, dopo una inutile girandola di pareri non vincolati arrivano nella scrivania dei sette sindaci comunali componenti del CRES che dovranno decidere quali siano quelli meritevoli di essere inseriti nei piani annuali e pluriennali per il finanziamento e quali no. Questo è palesemente inammissibile, Assessore, che per un'intera legislatura sette sindaci possano decidere le sorti delle politiche di edilizia popolare per tutti i 377 comuni della Sardegna.

Poi c'è anche un'altra assurdità. Devo dire che l'apice delle inefficienze di cui è portatore questo disegno di legge è raggiunto all'articolo 6, nel comma 2, lettera b) che prevede la partecipazione di AREA ai fondi immobiliari. Eppure dovreste essere scottati da politiche scriteriate basate nell'illusoria teoria del mattone di carta e parlo di quelle relative al fondo immobiliare per l'housing sociale della Regione Sardegna, ma probabilmente non so se siete di memoria corta per cui è bene rinfrescarvi l'argomento: probabilmente avete dimenticato o più semplicemente ignorate che la Regione Sardegna ha impegnato ed in parte probabilmente già speso quasi 5 milioni di euro a favore della società di gestione del risparmio denominata Torre SGR Spa per l'istituzione e la gestione di un fondo immobiliare fallimentare. Il fallimento è certificato dal fatto che sino ad oggi non solo non è stata avviata nessuna fase di progettazione ed avvio dei lavori, ma non sono neppure state individuate le aree di edifici su cui edificare o recuperare e risulta che tutte le proposte presentate siano miseramente naufragate. Poi è giusto anche ricordare che il compenso riconosciuto alla società Torre SGR Spa per la costituzione e gestione del fondo è costato alla Regione Sardegna, in termini sociali, l'equivalente di 40 alloggi di taglio medio di 70 metri quadri ciascuno che avrebbe potuto soddisfare le esigenze di altrettante famiglie medie in difficoltà abitativa. Infine, sempre nell'articolo 6, al comma 3, c'è un esempio di mancanza assoluta di rispetto del Consiglio regionale da parte della Giunta perché, diciamocela tutta, voi siete una Giunta di nominati, non eletti da nessuno, che nascondono al giudizio dei consiglieri, noi che siamo stati eletti dal popolo, le reali intenzioni che il comma solo appena accenna e mi riferisco alla possibilità che AREA possa attuare e gestire opere pubbliche diverse dall'edilizia sociale. Non viene data nessuna indicazione circa la natura di queste opere e delle loro dimensioni finanziarie per cui credo, veramente, Assessore, con tutto il rispetto, che questo disegno di legge debba ritornare in Commissione e credo che dovrebbe meglio chiarire i termini di questa operazione che, come ho detto all'inizio, mi sembra un'operazione poco chiara.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Solinas. Ne ha facoltà.

SOLINAS ANTONIO (PD). Rinuncio.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dei lavori pubblici.

MANINCHEDDA PAOLO, Assessore tecnico dei lavori pubblici. Presidente, ho ascoltato con molta attenzione il dibattito che si è sviluppato dopo la relazione del relatore di maggioranza. Ovviamente a un Governo regionale non compete l'aspra polemica ma dare spiegazioni, però credo che il primo dovere sia quello di leggere attentamente gli atti e quando un disegno di legge prevede che non ci sia un consiglio di amministrazione ma ci sia un amministratore unico, e poi diremo sui poteri dell'amministratore unico ciò che fa, tutto si può dire fuorché che si stiano creando poltrone o distribuzione di prebende di alcun tipo. Tanto più che forse era dovere di tutti, certamente dall'Assessore regionale, ma non di meno dei consiglieri regionali, essere adeguatamente informati sulla situazione della propria agenzia regionale che quando si insedia questa Giunta aveva tre bilanci consuntivi non approvati, relazioni dei collegi dei sindaci particolarmente impegnative, aveva 21 milioni di euro di appalti bloccati, aveva l'accordo di programma di Sant'Elia bloccato e aveva i direttori di distretto pagati, unico caso in tutt'Italia, come direttori generali, questa era la situazione. Che qui si venga a dire che affrontando un tema così difficile anche con molto garbo si stiano moltiplicando le poltrone o si stia riducendo la partecipazione o complicando la governance di un tema e di un settore così delicato quale è quello dell'edilizia sociale, a me pare un esercizio retorico degno della peggiore destra italiana, quella che cerca di infiammare il popolo con le menzogne e anche con persone che hanno il dovere di informarsi. Onorevole Orrù, la Torre SGR ha concluso un'operazione a Olbia e ha attivato il fondo per cui Olbia oggi ha 61 alloggi di 100 metri quadri ciascuno circa che sono costati al fondo non più di 7 milioni di euro e che riusciranno ad essere allocati a canone sociale. Se lei ha potuto e può farlo, come consigliere regionale, accedere ai verbali, può vedere quanto la Regione Sardegna partecipando a quel fondo ha sollecitato ulteriori interventi, il problema è un altro, il problema è che la crisi di reddito sta mettendo in tutto il mondo in crisi l'housing sociale al punto che si parla adesso di smart housing cioè della possibilità di intervenire non per allocare a mutuo le abitazioni, ma per affittarle. Questa è una Giunta che è sempre disponibile di indole e di cultura al dialogo e alla correzione delle proprie posizioni perché pensare o presumere di aver sempre ragione è un grande errore, però bisogna partire dalla verità delle cose. La verità delle cose è che abbiamo un patrimonio AREA degradato che attendeva da 10 anni che si sbloccavano 21 milioni di manutenzioni, oggi l'80 per cento di questi soldi sono a progettazione conclusa e in gara d'appalto, il 10 per cento sono in appalto e 10 sono in contenzioso legale. I casermoni di Sant'Elia dai tempi della visita di Paolo VI non erano manutenuti, ci sono 29 appalti in corso, 28 dei quali vinti da imprese sarde. Non mi pare che il quadro sia quello che voi avete rappresentato e mi pare anche che ciò che hanno detto diversi consiglieri meriti un minimo di attenzione. La semplificazione della governance in un amministratore unico non ha creato un reuccio che decide per tutti, ci sono comuni come Carbonia in cui l'agenzia ha il 50 per cento del patrimonio edilizio del comune, ha o non ha diritto il sindaco del comune di Carbonia, meglio dirò anche il consiglio comunale del comune di Carbonia di poter partecipare a un organo di indirizzo?

E quell'organo può decidere con una procedura partecipata che coinvolge il Consiglio regionale di capire quali sono gli interventi attuativi annualmente, non in un lustro, annualmente?

Quando si invoca la partecipazione anziché la concentrazione delle cose si è letto fino in fondo che quello non è banalmente un organo che fa una proposta, quello è un organo che governa, che pianifica. Quando si dice che si è concentrato tutto ci si è ricordati dell'emendamento approvato a larga maggioranza in questo Consiglio per cui si è previsto che i dirigenti presenti nel territorio fino all'approvazione della riforma sugli enti locali rimangano nel territorio esattamente come, approvato quasi da tutti, è accaduto? C'erano due dirigenti regionali per ogni distretto di area e due sono rimasti, uno per l'area tecnica e uno per l'area amministrativa, i territori non hanno avuto alcun impoverimento di dirigenti e quei dirigenti fanno appalti territoriali, fanno manutenzioni territoriali, non è vero che è tutto concentrato a Cagliari. Come anche l'idea forte di cui sta discutendo questo Consiglio regionale della possibilità che AREA su mandato oppure come è stato proposto una società regionale, noi siamo aperti ai contributi del Consiglio, possa svolgere attività per realizzare le infrastrutture della Sardegna? Ma perché questo Consiglio un giorno non mi onora di farmi parlare del portafoglio della Regione Sardegna con l'ANAS e vediamo quanti di voi non diranno: "Gestiamolo noi!" Vediamo quando si ha la misura della grandezza di ricchezza che noi trasferiamo su una società dello Stato perché non abbiamo uno strumento nostro, vediamolo, perché onorevole Tatti nessuno ha mai pensato di fare in casa la progettazione, ma ciò che è accaduto nella Repubblica italiana con l'approvazione del nuovo codice degli appalti e con le leggi di modifica dell'assetto degli enti locali, un blocco degli appalti pauroso non sarebbe accaduto se noi avessimo avuto una struttura che avesse potuto fare bandi di progettazione fino a portare tutti gli appalti all'esecutivo. Chi ha mai detto di fare tutto in casa? Nessuno, tanto più con le nuove soglie date dal codice degli appalti.

AREA è della Regione, è guidata degli indirizzi del Consiglio regionale, ma possiamo pensare di rinunciare a gestire partite così rilevanti? Quando i comuni ci dicono che per il 118 non riescono più a fare le gare, di che cosa avrebbero bisogno? Avrebbero bisogno di un pezzo di amministrazione regionale che li accompagni, non c'è, non c'è! Noi ci rimettiamo assolutamente agli indirizzi dell'aula, se l'aula vuole una società facciamo una società, volete dare una delega ad AREA, diamo una delega ad AREA, ma niente no! Perché niente vuol dire che noi dobbiamo andare all'esterno, che noi dobbiamo convenzionarci con le società italiane, ministeriali, la Sogesid, Invitalia, per consentire loro di fare bandi che i comuni non reggono. Perché? Perché noi non abbiamo una struttura nostra. Questo è il rango della discussione che avete tra le mani. Io chiederei e chiedo scusa per il tono, di non impoverirla, perché avete tra le mani una legge semplice nella struttura ma che può risolvere grandi problemi, sui quali non capisco francamente il gusto di differenziazione, non lo capisco.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS PIETRO (FI). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tedde per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TEDDE MARCO (FI). Mi sorprendono queste dichiarazioni polemiche dell'assessore Maninchedda, dichiarazioni probabilmente fuori luogo, si è rifatto chiedendo scusa all'aula però si è posto nei confronti dell'aula in modo vanamente contraddittore, vanamente contraddittore perché questa è un'aula che vuole comunque dare un contributo, sia maggioranza che opposizione, probabilmente queste polemiche fuori luogo derivano dal fatto che ci sono dei problemi in maggioranza e che l'assessore Maninchedda non riesce a comporre. E comunque è evidente che il tema affrontato è di una rilevanza straordinaria, ma l'assessore Maninchedda lo vuole affrontare e risolvere i problemi che stanno alla base di questa tematica con strumenti credo inadeguati. È evidente che alla base di tutto questo non c'è una politica che vuole aumentare o moltiplicare le prebende, assessore Maninchedda, ma c'è una politica che vuole accentrare, che vuole accorciare la catena di comando, amministratore unico… Assessore, io l'ho ascoltata con una pazienza, ma mi creda, perché i suoi toni richiedevano qualche intervento contestuale. Una politica accentratrice, lo posso anche dire, assessore Maninchedda, quindi una politica accentratrice, non ho detto che ci sono latrocini in corso anzi sto escludendo che ci sia una moltiplicazione delle prebende, però c'è una politica accentratrice evidentissima che fa il paio con quelle politiche che hanno o stanno, se riuscirete, stanno portando a nominare un direttore generale di un'unica ATS, che hanno comunque concentrato il potere nelle mani di pochi eletti per quanto attiene Abbanoa e Forestas. È un indirizzo politico sicuramente legittimo che noi non condividiamo, noi non lo condividiamo, noi avremmo voluto ben altro. E credo che la strada da seguire sia quella che hanno seguito nel resto d'Italia, Assessore, nel resto d'Italia si va nella direzione opposta. Ora il tempo è limitato, perché altrimenti avrei rappresentato dalle tabelle dove c'è la descrizione di ciò che accade in altre regioni, quanti sono gli Erp, come sono strutturati, che cosa fanno e quanti alloggi hanno, e soprattutto quanti alloggi gestisce ciascun dirigente. Ora queste proporzioni in Sardegna sono veramente straordinariamente negative non positive, Assessore. Voi avete preso ad esempio due regioni che però hanno un numero di alloggi di gran lunga inferiore a quello che deve gestire la Sardegna, un territorio di gran lunga…

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ignazio Locci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOCCI IGNAZIO (FI). Presidente, per confermare in pieno e anche corroborare la tesi del collega Tedde. Assessore Maninchedda, la Giunta il 12 settembre del 2014 ha commissariato Area, e facendo riferimento ad una importante disegno di legge che oggi è qui macinato da altre questioni che sono ovviamente sopraggiunte in quest'anno e mezzo da quando avete commissariato, e in questo anno e mezzo avete evidentemente accentrato. Non solo avete accentrato, avete proprio smontato in violazione della legge che regolava Area, l'avete smontata con le vostre direttive, con il vostro commissariamento e avete svuotato di funzioni i distretti seppur tenendoli in vita, e seppur nominando e alternando alla guida amici vostri. Quindi niente di nuovo sotto il sole, questo è sotto gli occhi di tutti. Oggi ci viene a raccontare la storiella che nei nostri interventi ci sarebbe il peggio della destra. Guardi, le potrei ovviamente rispondere che nel suo comportamento c'è il peggio del peggio della sinistra che ha governato la Sardegna in questi ultimi due anni e mezzo, ma poi siccome lei viene da lontano forse non potrà esimersi dal prendersi anche qualche responsabilità del suo passato e del passato neanche recente della politica di questa Regione. Quindi…

(Interruzione dell'assessore Maninchedda)

Sì, non c'è dubbio, Assessore, guardi lei la sua faccia la conoscono dappertutto! Capito? Non prende in giro nessuno con il suo comportamento da professorino!

PRESIDENTE. Onorevole Locci, grazie!

Prima di votare il passaggio all'esame degli articoli, in deroga, diamo come scadenza quella di lunedì alle 11 per la presentazione degli emendamenti, e il Consiglio sarà riconvocato martedì pomeriggio.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del passaggio all'esame degli articoli.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Satta si è astenuto.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Cherchi Augusto - Cocco Daniele - Collu - Comandini - Congiu - Cozzolino - Demontis - Deriu - Desini - Forma - Gaia - Ganau - Lai - Ledda - Lotto - Manca Gavino - Manca Pier Mario - Meloni - Moriconi - Perra - Pinna Rossella - Piscedda - Ruggeri - Sabatini - Solinas Antonio - Tendas - Unali.

Rispondono no i consiglieri: Cappellacci - Carta Giancarlo - Cherchi Oscar - Cossa - Crisponi - Dedoni - Fasolino - Floris - Locci - Orrù - Pinna Giuseppino - Pittalis - Solinas Christian - Tatti - Tedde - Tocco - Truzzu.

Si è astenuto il consigliere Satta.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 45

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 28

contrari 17

(Il Consiglio approva).

La seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 18 e 19.