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Resoconto della seduta n. 113 del 10/03/2021

CXIII Seduta

Mercoledì 10 marzo 2021

(ANTIMERIDIANA)

Presidenza del Presidente MICHELE PAIS

La seduta è aperta alle ore 11 e 23.

MELE ANNALISA, Segretaria, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 17 febbraio 2021 (106), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Sara Canu, Daniele Secondo Cocco, Michele Cossa, Carla Cuccu, Gianfranco Mariano Lancioni e Aldo Salaris hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 13 marzo 2021.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della interrogazione pervenuta alla Presidenza.

MELE ANNALISA, Segretaria. È stata presentata l'interrogazione numero 915.

Discussione dell'articolato del Testo unificato 6-20-155-176/A. Riforma dell'assetto territoriale della Regione. Modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2016, numero 2

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del Testo Unificato PL 6-20-155-176/A.

Passiamo all'esame all'articolo 14, dichiaro aperta la discussione onorevole.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l'articolo 14 ci siamo…

PRESIDENTE. Però, scusate, abbiamo iniziato la seduta dell'Aula, come dicevo ieri essere attenti non è un dovere, però far parlare, consentire a chi vuole intervenire di intervenire liberamente sì, quindi chi non volesse stare attento può accomodarsi anche fuori. Grazie. Prego, onorevole Zedda.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie, Presidente. Mi serve l'intervento sull'articolo 14 per potermi ricollegare al ragionamento fatto ieri sulle Unioni dei comuni, nel senso che diverse colleghe e colleghi hanno ieri sottolineato l'aspetto dell'importanza delle Unioni dei comuni, e c'è stato un dibattito, anche sostenuto dall'onorevole Piu, dall'onorevole Ganau e dai colleghi del Movimento 5 Stelle, oltre che dalla collega Pinna, in relazione al fatto che anche all'interno delle Città metropolitane sarebbe utile avere Unioni dei comuni in particolar modo in una conformazione più estesa, e l'argomento usato ieri è stato "ma no, stiamo sottraendo alle Unioni dei comuni solo le competenze provinciali"; è vero, con l'articolo 3 e l'articolo 4 abbiamo sottratto alle Unioni dei comuni le competenze provinciali, ma alla fin fine, una volta tolte le competenze provinciali affidate alle Unioni dei comuni, cosa resta alle Unioni dei Comuni? Restano, né più né meno, quelle competenze che, al di là del nome, "Unione dei comuni", "area vasta", "associazione tra i comuni", sono quelle competenze che, essendo già direttamente solo ed esclusivamente in capo ai comuni, possono essere condivise anche in un accordo tra comuni senza bisogno che queste vengano definite o considerate Unioni dei comuni. Spiego meglio; se il sindaco Ganau all'epoca avesse deciso col sindaco Bruno di Alghero di condividere un progetto legato a due strade comunali, l'una ricadente nel territorio di Alghero e l'altra ricadente nel territorio di Sassari, ma per poter creare uno svincolo in un ambito territoriale ricadente nei due territori per una parte nel comune di Alghero e per una parte nel comune di Sassari, il Sindaco di Sassari, o di Alghero, avrebbe potuto serenamente delegare l'opera pubblica trasferendo risorse al all'altro comune perché fosse posta in capo a un singolo ente tra i due l'opera che pure ricade nel territorio di due enti. Queste competenze, così come la condivisione di servizi già di competenza comunale, non sono indispensabili per poter essere erogate che siano inserite all'interno dell'Unione dei Comuni, è sufficiente che dei Comuni si mettano d'accordo. Qual era avere invece il passaggio successivo, ovviamente depotenziato in relazione a quel che è accaduto nella realtà?

Il passaggio successivo fu: perché non dotare, intanto istituzionalizzando le Unioni dei Comuni e stabilizzandole, non dotare anche le Unioni di Comuni di competenze provinciali nella manutenzione ad esempio di strade provinciali, nell'ambito di un territorio vasto ricadente nella competenza dei Comuni facenti parte dell'Unione dei Comuni. Lì c'è stato il limite, pur essendo un'idea intelligente, nell'ulteriore condivisione di servizi, procedure e territorio, lì ci fu il problema del non aver dotato, e l'ha ricordato l'onorevole Loi, le Unioni dei Comuni di quelle potenzialità, capacità, date da personale, competenze ulteriori e ovviamente risorse, per poter dar seguito a quell'intervento legislativo che affidava loro anche le competenze provinciali. Quindi è vero che non stiamo eliminando definitivamente le Unioni, le stiamo eliminando non da un punto figurativo, ma da un punto di vista funzionale stiamo eliminando l'idea stessa che originò a suo tempo le Unioni dei comuni con competenze sovra comunali. E nell'ambito dell'esempio che voi citate, la Città metropolitana di Torino, proprio per l'articolazione vasta fino a 312 comuni, fu proprio la Città Metropolitana di Torino a dotare di ulteriori competenze quei comuni distanti perché verosimilmente sarebbe stato difficile poter erogare servizi provinciali per Comuni così tanto distanti e numericamente così tanto consistenti, ricadenti nell'ambito di una sola città come la Città Metropolitana di Torino.

Quindi volendo istituire la Città metropolitana di Sassari, estendendo i confini a una metà circa della ex provincia di Sassari e volendo aumentare i confini della Città metropolitana di Cagliari fino a ricomprendere una porzione ampia di quella che era la provincia storica di Cagliari o meglio una parte consistente dell'attuale Sud Sardegna, sarebbe indispensabile mantenere organismi intermedi e dotarli di gambe, risorse e personale.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 14. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'articolo 15.

È iscritto a parlare il consigliere Diego Loi. Ne ha facoltà.

LOI DIEGO (Progressisti). Intervengo su questo articolo che tratta dell'esercizio associato delle funzioni, in quanto specialmente in questi giorni, ma da tempo nei lavori della Commissione, viene da più parti riportato il tema del fallimento delle Unioni dei comuni, argomento utilizzato per sostanziare la giustificazione della necessità delle province quale organo intermedio di fondamentale importanza per il governo del territorio. Tale approccio per me non è accettabile nella misura in cui in maniera cieca e sorda non si analizzano le reali motivazioni per cui tali enti, previsti dal Capo secondo della legge regionale numero 2 del 2016, presentano o presenterebbero delle difficoltà. Io vorrei invitare quest'aula ad un ragionamento approfondito, basato su un'analisi oggettiva della realtà. Si vuole affermare che gestire in forma associata le funzioni e i servizi sia un approccio organizzativo sbagliato? Che è giusto che i Comuni ritornino ad una gestione individuale di ogni forma di attività, facendoli ripiombare in un individualismo che non consente la crescita e il rafforzamento dei territori? Così facendo, ritengo, non si faccia altro che dire che la Regione Sardegna non vuole la crescita dei propri paesi, non vuole che vi siano emancipazioni in grado di ottimizzare i servizi ai cittadini grazie alle economie di scala e grazie al confronto tra le comunità. In tutti questi anni, ma già a partire dalle storie meno recenti nei, territori penso ad esempio al periodo in cui vigevano ed erano forti le Comunità montane, poi soppresse, i Comuni più piccoli hanno potuto affrontare sfide molto importanti per la loro crescita. Penso in ultimo, ad esempio, alla programmazione territoriale in occasione della quale i comuni si sono trovati nelle condizioni di poter ragionare e di dover ragionare sul proprio sviluppo assieme, di concerto con i loro Comuni contermini o facenti parte dell'ambito territoriale di riferimento. Ma penso anche all'esercizio associato della funzione SUAPE diventato come dire strutturale nel percorso di crescita dei procedimenti amministrativi dei nostri comuni. Vi sono temi, vi sono concetti, vi sono attività che non possono non essere discussi che in un ambito allargato che deve essere però adeguato alle caratteristiche del territorio. Va da sé che alcuni temi, come ad esempio quello dello sviluppo locale, se crediamo nella capacità di scelta delle comunità locali di delineare il proprio destino, non possono definirsi che in ambiti territoriali ben circoscritti, pena la loro inefficacia. Orbene, come possono funzionare gli enti senza il personale preposto all'espletamento dei procedimenti amministrativi? Nella definizione dell'ente Unione di Comuni lo sbaglio principale, ritengo, fu quello di non prevedere una pianta organica in grado di reggere l'impatto organizzativo, affidandosi invece alla liberalità di questo o di quel Comune, di questo o di quel dipendente a sacrificarsi con ore cedute dai Comuni ovvero ritagliandosi ulteriore tempo extra orario lavorativo per fare funzionare la macchina amministrativa dell'Unione dei Comuni. Parimenti, come funzioneranno le province senza personale? È la stessa domanda che molti cittadini delle province, anche quelle ancora esistenti si pongono rispetto all'esercizio delle funzioni ad essa attribuite che però mi risulta non siano esattamente così forti e così in grado di soddisfare pienamente i bisogni dei cittadini, una fra tutte l'annosa problematica delle strade e della viabilità in condizioni assolutamente vergognose. Allora la domanda è: "Ma siamo sicuri veramente che il problema sia insito nella natura dell'ente piuttosto che invece, come credo, sulla incapacità di delinearne una strutturazione organizzativa in grado di gestire con precisione tutte le funzioni e i servizi ad essa attribuiti?" Oppure, siccome le province non paiono brillare di efficienza e si vedrà se brilleranno anche le nuove, come spero, ritorniamo alla teoria del centralismo esasperato, tanto nei territori non sono in grado di gestire le funzioni e i servizi? Bene, io credo che avrebbe fatto bene la Regione Sardegna, come più volte invocato durante i lavori della Commissione, a partire da questo tema che è basilare, ovvero parlare di personale, parlare di risorse umane e parlare di risorse economiche, ovvero quali di queste vengono attribuite e in che modalità agli enti individuati. Perché la Regione Sardegna non pensa di costruire e di rafforzare un rapporto paritario con le autonomie locali e i vari enti, anche cedendo, ad esempio, del proprio personale e consentendo così di funzionare meglio, non paia una dichiarazione strampalata questa. Dietro questo provvedimento in realtà si cela l'essenza dell'esercizio dell'autonomia, che lo voglio ricordare ed enfatizzare, non può che partire dal riconoscere la dignità delle comunità locali e dei Comuni che sono e continuano ad essere la cellula fondante dello Stato e della Regione e su questo io auspico veramente che si possa aprire un dibattito approfondito a partire dai lavori della Commissione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 15. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'articolo 16.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Per quanto riguarda l'articolo 16 le pongo immediatamente un quesito. Era comparso un emendamento che tendeva a sottrarre la competenza della polizia locale alle province e alle Città metropolitane, non ricordo, stavo cercando nell'iPad, se l'emendamento sia rimasto, mi pare che non sia rimasto perché non ho visto emendamenti all'articolo 16 e quindi rimangano le competenze o comunque non ci sia l'intenzione da parte di nessun proponente, in quanto non ci siano proponenti, nell'ambito della sottrazione di competenze per quanto riguarda la Polizia locale. Ora, invece vale, se non c'è un emendamento che toglie competenze sulla polizia locale, vale invece un ragionamento esattamente all'opposto, e cioè che competenze hanno le polizie locali nell'ambito delle province e delle Città metropolitane? Hanno nella maggior parte dei casi una competenza e un lavoro viene svolto quasi in modo esclusivo in stretto contatto con le Procure della Repubblica per quanto riguarda i reati ambientali, in particolar modo. Ora, abbiamo un'evidenza purtroppo data da alcune questioni, poi avremo modo di ritornarci anche nell'ambito di una proposta di legge della quale stiamo discutendo, sull'evidenza data da 9 interdittive antimafia nell'ambito del nostro territorio sardo, caso eccezionale, nel senso che prima era un numero pari allo zero. Perché mi ricollego a questo fatto? Perché nell'ambito del territorio italiano c'è un aumento del 300 per cento delle interdittive antimafia nell'ambito del periodo Covid. Cioè, in un periodo di crisi c'è un intervento delle organizzazioni criminali, che purtroppo non vivono la crisi e che hanno liquidità e disponibilità a fare investimenti importanti, che stanno cercando di introdursi anche in ambiti territoriali nei quali prima non investivano, e in settori particolari come ovviamente, perché lì verranno investiti tanti soldi, l'ecologia e l'ambiente. È ovviamente un paradosso definire gli investimenti delle organizzazioni criminali, mafiose, camorristiche, come interventi legati all'ecologia e all'ambiente, ma è vero che essendoci lì ingenti risorse stanziate dall'Europa si stanno concentrando su questa tipologia di investimenti una serie di interventi da parte delle organizzazioni criminali. E allora il potenziamento delle polizie locali con le funzioni legate ai controlli sulla tutela dell'ambiente e i reati contro l'ambiente, o aspetti particolari come l'investimento su eolico, fotovoltaico e altro, con possibili inquinamenti da parte delle organizzazioni criminali, in tutti i sensi, inquinamento criminale e inquinamento dell'ambiente, varrebbe la pena fare uno sforzo in più perché a fronte dell'assenza di episodi, come in altre regioni purtroppo accade, rafforzare un sistema di tutela garantirebbe la nostra isola di non avere l'invasione di organizzazioni criminali, come purtroppo accade in altre realtà d'Italia. Quindi su questo mi serviva il ragionamento sulla polizia locale perché non sono di poco conto le funzioni della polizia locale, non sono di poco conto neanche in relazione alle funzioni che mantiene il Corpo forestale, e gli agenti del Corpo di Polizia locale operano in funzione di supporto o ausilio, se non complementarietà, rispetto all'operatività degli agenti del Corpo forestale. E quindi su questo varrebbe la pena una riflessione per l'aumento di risorse e la dotazione di personale per quanto riguarda il potenziamento della Polizia locale nell'ambito territoriale.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Antonio Piu. Ne ha facoltà.

PIU ANTONIO (Progressisti). Presidente, buongiorno alle colleghe e ai colleghi presenti in aula, ma in merito all'articolo 16 cerco di aggiungere al ragionamento fatto ora dall'onorevole Zedda un elemento importante che dovrebbe riguardare le Città metropolitane di Cagliari e di Sassari, che è quello di dotare la funzione della Polizia locale metropolitana a tutti i Paesi che fanno parte appunto della Città Metropolitana, perché in tema di polizia locale purtroppo in quasi tutti i paesi, a prescindere dalle grandi città, abbiamo dei grossi problemi sia per quanto riguarda dal punto di vista organico, sia della strumentazione, sia soprattutto di tutti quegli elementi che all'interno della Polizia locale ricadono su materie di polizia giudiziaria e di materia ambientale. Io credo, Assessore Sanna, se può prendere nei suoi numerosi appunti di questi giorni anche uno che riguarda appunto la materia della Polizia locale e la discussione che secondo me nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, va posta l'attenzione appunto di questi enti. Perch�� se non iniziamo a razionalizzare le forze di Polizia locale all'interno delle Città metropolitane diciamo che abbiamo una dispersione per quanto riguarda anche i progetti che invece le Città metropolitane dovrebbero portare avanti, che continuano a mantenere differenziazioni all'interno della Città metropolitana stessa che non portano a dei risultati proficui. Io lo scorso anno feci un emendamento da 800.000 euro circa per quanto riguarda il Comune di Sassari e la rete metropolitana che riguarda gli otto comuni, tra cui Sassari, Stintino, Valledoria, Castelsardo, Sennori, Sorso e che abbiamo citato già innumerevoli volte nella discussione, e il progetto che è stato finanziato è stato un progetto che ha messo in relazione tutti i comuni della rete metropolitana e che ha dato modo ai cittadini presenti in quei paesi di avere una forza della Polizia locale, e tutta una serie di funzioni, che i Comuni e che la rete metropolitana è riuscita a dare attraverso questo progetto. Il progetto, il Comune di Sassari e la rete metropolitana ha richiesto il finanziamento anche per quest'anno e per il prossimo anno, e mi auguro che questo finanziamento sulla Polizia locale possa essere inserito all'interno della prossima variazione di bilancio, perché quello della Polizia locale può essere una di quelle funzioni che danno modo a tutti i Comuni che fanno parte della Città metropolitana intanto di assumere una forza maggiore anche per quanto riguarda i temi di materia ambientale, ma soprattutto continuare a fare in modo che un comando di Polizia locale come quello di Sassari, che al suo interno ha tantissime specializzazioni, tantissime funzioni, tantissime professionalità, che queste possano essere messe a disposizione di tutti quei paesi che oggi purtroppo la Polizia locale non è presente all'interno dell'organico comunale, e soprattutto una polizia locale che invece riesce attraverso lo scambio appunto di professionalità, ma soprattutto lo scambio di progetti, possa fare in modo di crescere anche all'interno di quei Paesi dove oggi purtroppo è assente. Io credo che quello della polizia locale sia uno degli elementi centrali affinché la città metropolitana di Sassari possa realmente interagire con tutti i Comuni, ma soprattutto farsi portatore di tanti progetti importanti che non riguarderebbero solo la città di Sassari, ma tutti i paesi. Ecco perché all'interno della prossima variazione di bilancio mi auguro che quei progetti che la città di Sassari ha chiesto attraverso il Sindaco Campus, con il quale ci relazioniamo da questo punto di vista, possa vedere alla luce insomma una sorta di progetto pilota che metta in moto tutte quelle forze che oggi purtroppo, ripeto, a causa del fatto non si ha uno strumento intermedio come quello della città metropolitana di Sassari, sono disperse e non comunicano tra loro. Quindi, Assessore Sanna, metta un appunto nell'agenda questo aspetto sulla Polizia locale, perché a mio modo di vedere è uno di quei modi intelligenti di mettere in relazione tutti i paesi con le città, in questo caso con la città di Sassari.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Presidente, approfitto di un articolo che di fatto modifica solo la rubrica ai titoli, per una riflessione sul modo di legiferare. Forse sarebbe stato più utile e anche più comprensibile, e probabilmente più efficace, abrogare la legge 2 e riscrivere un testo unico sugli stessi temi che riprendesse i contenuti approvati appunto sino ad ora. Lo dico perché, quando si modifica il contenuto di una disposizione transitoria, tarata e applicata dal 2016 sino ad oggi, e nata per essere applicata dal 2016 al 2018, si corre il rischio di mantenere nell'ordinamento argomenti e articoli che magari avevano un senso cinque anni fa, ma che ora non ne hanno più. Tra l'altro la norma transitoria di quella legge ha già scaturito i suoi effetti, pensare oggi di modificare solo il titolo perché si sta facendo altro, complica la vita a chi domani dovrà applicarla, anche perché - e chiudo - quella legge conteneva un binario che permetteva l'applicazione di quelle norme il giorno dopo l'approvazione della legge. Non ricordo bene i giorni che passarono, però tra la stampa del BURAS con quella legge e l'elezione del Consiglio metropolitano di Cagliari passarono pochissime settimane, perché la legge era scandita in settimane quasi, c'erano una serie di adempimenti, oggi quel binario non c'�� e il problema, colleghi, è che, come spesso accade, quando non ci sono scadenze definite il più delle volte si va di proroga in proroga e non si arriva mai alla soluzione. Ovviamente è un consiglio che si dà all'articolo 16 di una legge gi�� ormai parzialmente approvata, ma che nasce perché trovo assurdo modificare rubriche di norme transitorie, che dovrebbero ormai essere già "transitate" dopo cinque anni di applicazione. Inoltre c'è il fatto che una serie di istanze contenute in quella legge sono tacitamente abrogate, perché, colleghi, nel 2014 il dibattito centrale, anche in Consiglio regionale, era legato all'obbligo di mantenere funzioni associate tra i Comuni con meno di 5000 abitanti…

PRESIDENTE. Scusate colleghi!

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Non si preoccupi, Presidente, ho parlato in bar frequentati peggio, quindi posso parlare anche qui senza nessun problema, non mi disturba il brusio.

PRESIDENTE. Scusate, per cortesia, lo ribadisco: chi volesse chiacchierare può farlo fuori da quest'Aula! Non prendiamo le assenze, però quantomeno eviterebbe di disturbare chi vuole ascoltare, ma soprattutto chi sta intervenendo.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie, signor Presidente. Dicevo, in quel periodo, a causa di leggi assurde approvate durante il periodo della crisi economica, i Comuni erano obbligati all'esercizio associato delle funzioni principali; addirittura i Comuni, stando alle leggi statali, avrebbero dovuto associarsi di fatto per portare avanti tutte le funzioni, pochissimo sarebbe rimasto in capo ai Sindaci. Poi, di proroga in proroga, si è arrivati, con buonsenso, a mettere da parte quella legge liberticida. Però la legge numero 2 è scritta con quei vincoli, per cui ci sono una serie di norme che nascevano considerando le Unioni di Comuni qualcosa di obbligatorio per l'esercizio di quelle funzioni che a livello statale erano necessariamente da gestire in maniera associata. Ora, visto che non c'è più quel problema e non c'è più necessità nemmeno di rassicurare i Sindaci riguardo al fatto che nessuno li spoglierà delle loro funzioni principali, forse sarebbe stato il caso anche di abrogare tutta la legge e riscriverla con buonsenso, invece noi continueremo a portarci nell'ordinamento regionale alcuni articoli obsoleti che non verranno mai applicati. Oggi si modifica, inserendo un plurale dove c'è un singolare, però sia chiaro, le due Città metropolitane in questo modo rischiano di nascere su binari molto diversi, perché in un caso cambiamo soltanto il nome è ristabiliamo dei confini, nell'altro caso abbiamo un ente che aveva già iniziato a camminare e che quindi ha gi�� organismi titolari, ha già funzionari titolari, e magari rischiamo in questo modo, senza una legge pensata anche per questa differenza, di aumentare le differenze.

L'ultima cosa che secondo me quest'Aula si deve augurare, a prescindere dalle posizioni (la mia è sempre fermamente contraria), è che tra sei mesi non ci si trovi di fronte all'ennesimo impasse amministrativo e di fronte a enti magari incapaci anche di fare quello che già malamente riuscivano a fare, quindi la manutenzione delle scuole e, per quel poco che potevano, anche delle strade malconce della nostra Isola.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare sull'articolo 16, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 17.

Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 17.Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 18.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). L'articolo 18 tratta delle questioni riguardanti il decentramento e la partecipazione, mantenendo in essere la Municipalità di Pirri, la Municipalità della Nurra…, per quanto riguarda questi elementi, nulla quaestio, nel senso che non c'è ovviamente un'intenzione di limitare questo, ma, siccome il titolo parla di decentramento e partecipazione, per quanto riguarda il decentramento e la partecipazione la legge, ma in particolar modo alcuni emendamenti, confliggono esattamente con il decentramento e la partecipazione.

La prima questione è quella dell'Autorità d'ambito e la sottrazione di competenze ai Comuni in relazione anche al controllo analogo e agli aspetti legati al controllo da parte dell'ente che affida il servizio, in relazione alla società che il servizio gestisce, e l'altro aspetto è quello legato agli altri articoli ed emendamenti che parlano invece della sottrazione di alcune competenze. Abbiamo visto, nell'ambito della discussione precedente e della votazione degli articoli, la sottrazione delle competenze alle Unioni dei Comuni per quanto riguarda la rilevanza degli aspetti in materia provinciale, abbiamo visto per quanto riguarda le norme finanziarie che l'unico finanziamento è quello legato agli organi di vertice, e quindi nei fatti si nega la stessa intenzione che muove il legislatore regionale nella direzione di modifica della legge n. 2, quella di aumentare il decentramento amministrativo, i poteri, le competenze dei Comuni, delle Province, perché, passo dopo passo, invece c'è una continua sottrazione, compreso l'altro aspetto per quanto riguarda i Piani di utilizzo dei litorali e le concessioni, nell'ambito dei 300 metri dalla linea di battigia in particolar modo, sottratte ai Comuni per portarle in capo alla Regione. E lì il ragionamento, sul quale si è concentrato l'onorevole Corrias, e l'aspetto, per citare invece la relazione dell'onorevole Deriu, che perseverare è diabolico, pone invece la questione che i litorali sono diversi. Uno degli aspetti più preoccupanti nell'ambito dell'introduzione degli argomenti legati a riportare in capo alla Regione le questioni legate al demanio e alle concessioni è il concetto di omogeneità, cioè di intervento identico su tutto il territorio regionale, come se fossero identiche le coste e le spiagge. Le spiagge non sono identiche tra loro, ci sono luoghi che sono ad altissima tutela in relazione all'individuazione di SIC, e cioè di ambiti costieri ambientali con una rilevanza tale da avere un intervento di tutela ulteriore rispetto alla tutela ordinaria, e vi sono luoghi dove la concentrazione di concessioni potrebbe arrecare un danno all'ambiente circostante. In questo caso, perché la pianificazione urbanistica del litorale attraverso il PUL è affidata ai Comuni? Perché nell'ambito dei Comuni va vista la pianificazione in relazione proprio al contesto ambientale nel cuore quella concessione si inserisce non in modo astratto in relazione alla concessione in sé, cioè la possibilità in modo totalmente estraneo, rispetto al contesto ambientale, di poter usufruire del bene pubblico ambiente, spiaggia. L'ha spiegato bene l'onorevole Corrias citando i casi del suo territorio che sono ovviamente straordinari ed eccezionali, legati alla vastità del territorio costiero ma la piccola dimensione delle spiagge inserite in quel territorio e alla rilevanza ambientale strategica, per quanto riguarda l'uso di quei luoghi. E non è un caso che quel territorio sia stato indicato dal Paese come il territorio costiero più bello d'Italia l'anno scorso e che quest'anno sia l'unico territorio candidato, non che altri territori della Sardegna non vantino bellezze ambientali strategiche, ma sia l'unico candidato come Borgo d'Italia, ma in relazione al contesto ambientale che sta attorno al borgo di Baunei e al centro di Santa Maria Navarrese e non per il fatto di avere una concentrazione, le più alte in Italia, di insediamenti monumentali e archeologici, ma perché il bene ambiente che circonda quel territorio è fondamentale ed è lì che si inserisce non l'omogeneità nel trattamento del territorio ma invece l'inserimento di una visione puntuale per l'utilizzo serio, attento di un bene strategico come l'ambiente, cosa che invece con diversi emendamenti si tende a eliminare la partecipazione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Vorrei sottolineare un aspetto, intanto le circoscrizioni sono state abrogate, sono state soppresse per l'applicazione di una legge statale. C'era la possibilità di mantenere dei livelli di decentramento amministrativo nel caso in cui all'interno dei confini comunali fosse presente una ex autonomia comunale soppressa e accorpata, come per esempio il caso di Pirri all'interno del Comune di Cagliari. Con questa logica è stato possibile mantenere la municipalità di Pirri. Per contro è stato possibile attraverso un altro cavillo negli anni scorsi mantenere anche quella della Nurra, anzi creare quella della Nurra. Purtroppo però questo tipo di disposizioni sono rimaste senza alcun effetto reale di decentramento amministrativo, parlo degli aspetti politici. Perché in questi anni le norme che si sono susseguite hanno impedito anche di dare una piccolissima retribuzione o un rimborso spese agli eletti in questi organismi e hanno anche impedito semplicemente di garantire la possibilità di avere riposi compensativi nel loro posto di lavoro. Il risultato è che si fatica a riunire gli organismi, i Consigli quindi non vengono riuniti, non vengono riunite le commissioni, gli stessi presidenti non potendo assentarsi nemmeno dalla loro occupazione, non avendo nessun tipo di incentivo in questo senso, non riuniscono i Consigli. Non c'è mese in cui non si verifichino delle surroghe all'interno degli enti eletti, insomma su questo tipo di decentramento, se così vogliamo ancora chiamarlo, il legislatore regionale dovrebbe chiarirsi le idee. Mantenere quello che abbiamo non serve a niente, se non c'è modo di rendere utili questo tipo di organismi faremo bene a sopprimerli. Nessuno, anche tra le comunità amministrate in questo modo, ne sentirà la mancanza, nessuno alzerà la voce per rivendicare il mantenimento di enti che non servono a niente. Viceversa se crediamo che entità in cui entità ampie o per numero di abitanti o per un territorio amministrato, come appunto quello della Nurra, che ha una peculiarità unica nel suo genere in Sardegna e all'interno di un grande Comune troviamo tante persone che vivono in un territorio enorme in quel caso dobbiamo anche essere coerenti e dare gambe a questi enti per funzionare in maniera chiara e non appunto in questo modo in cui non esistono, ma continuano ad esistere. Solo stampare le schede, e chiudo, per le elezioni di questi enti ha un costo che in nessun modo viene riconosciuto come utile oggi ai cittadini. Forse sarebbe il caso, abbiamo tempo perché la prossima tornata elettorale a scadenza naturale coinciderà più o meno con le elezioni regionali, di intervenire e risolvere questo problema o in un senso o nell'altro, ma no nell'ipocrisia.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'articolo 18 lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. Chi non lo approva alzi la mano. Chi si astiene alzi la mano.

(È approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 19.

È iscritto a parlare il consigliere Massimo Zedda. Ne ha facoltà.

ZEDDA MASSIMO (Progressisti). Grazie Presidente, per quanto riguarda l'aspetto del riordino delle Circoscrizioni provinciali mi serve il titolo per introdurre l'argomento legato al definire da parte dell'Aula il termine del commissariamento; attiene anche al rispetto dei termini utilizzati nell'articolo precedente: partecipazione e democrazia. Da un lato si sostiene la tesi della volontà di introdurre l'elezione diretta per le province, cosa sulla quale si può discutere e che fondamentalmente non ci trova in disaccordo, non è quello il costo della politica, il vero costo della politica sono l'inefficienza della politica e gli sprechi. Però non si può sostenere da un lato addirittura il voler andare nella direzione di voler introdurre l'elezione diretta e lasciare il commissariamento delle province senza un termine ultimo di questo commissariamento. Fece un errore la Giunta precedente, ritorno al discorso fatto nell'ambito della relazione dell'onorevole Deriu, perseverare nell'errore è diabolico! È lì che si gioca l'elemento della considerazione dell'inutilità delle province da parte delle cittadine e i cittadini, non hanno punti di riferimento, non ci sono Consiglieri, non c'è un Presidente che svolge una funzione politica, è chiaro che si accentua il solco tra quelle istituzioni e la partecipazione dei cittadini e la possibilità dei cittadini di riconoscersi in quelle istituzioni.

Termino su questo invece, Presidente, per non utilizzare del tempo sull'ordine dei lavori ma per porle una questione. Quindi non volendo appesantire il dibattito utilizzando un intervento sull'ordine lavori rivolgo a lei questo appello: è notizia di poche ore fa che nell'ambito del contesto della città di New York sia stato devastato uno degli interventi più importanti, nell'ambito della città di New York, fatto da Antine Nivola. Credo che il Presidente del Consiglio regionale, Consiglio che ospita le statue di Nivola. Consiglio che venne realizzato insieme, per quanto riguarda l'organizzazione degli spazi esterni, all'artista, persona alla quale nel 2009 il museo Guggenheim di New York insieme a una mostra temporanea su le Corbusier dedicò un approfondimento straordinario, bellissimo sugli interventi nel contesto urbano di Nivola nell'ambito del territorio degli Stati Uniti, non solo a New York. Il fatto che una città che ospita il MoMa, il Guggenheim, oggi la sede staccata nel Queens del MoMa e cioè il PS1 e tanti altri musei pubblici e privati devasti uno degli insediamenti nell'ambito del contesto urbano di un artista che collaborò con Le Corbusier, che ripensò sulla Quinta Strada lo showroom dell'Olivetti, che intervenne nell'insegnare ad Harvard su come ripensare il contesto urbano con l'ambiente circostante e via dicendo, per non farla lunga, credo, Presidente, che sia indispensabile farsi portatore di questa esigenza presso il Presidente della Regione, a sua volta presso il Ministero della cultura e la Presidenza del Consiglio dei Ministri perché si intervenga con il consolato italiano, che è un consolato di altissimo livello ovviamente, con console che svolge funzioni da carriera diplomatica, cioè non è il console onorario quello di New York per la rilevanza della popolazione italiana presente a New York, perché immediatamente ci si attivi con la municipalità di New York per conoscere la fine che faranno quelle opere. Perché se non servono a New York, e quindi anche attivare la comunità sarda e italiana a New York, in modo tale che ci sia una campagna, tenendo conto che i nipoti di Nivola, alcuni, hanno una grande rilevanza nell'ambito non solo del territorio di New York, ma anche nell'ambito degli Stati Uniti. Adriano Nivola nipote è un artista, Alessandro Nivola è protagonista del film Jurassic Park e altri, sono personalità che possono anche influenzare e influire nell'ambito del territorio di New York e degli Stati Uniti sulla sensibilizzazione su questi temi. Quindi va mobilitata la Fondazione Nivola, che ha rapporti con la famiglia, in modo tale che si possa conoscere la fine di quelle statue, altrimenti ce le ridiano, sapremo noi come riutilizzarle se non servono alla città di New York. Penso che l'Amministrazione di New York sollecitata possa intervenire perché ha sul contesto urbano, gli insediamenti di artisti, le installazioni, un'attenzione massima, basti pensare alle tantissime installazioni…

PRESIDENTE. Onorevole, su questo però vorrei dire, perché in effetti la notizia è terribile, perché il playground delle Wise Towers di New York è stato purtroppo, uso un termine che non dovrei utilizzare, posso dire vandalizzato, perché il fatto grave è che non si tratta di un'opera di vandali, ma è stato vandalizzato. Il Ministero è stato assolutamente interessato e già si sta attivando naturalmente per capire e per trovare un rimedio a questa azione che non può avere giustificazione alcuna. E condivido il fatto che il Consiglio regionale insieme al Presidente, certamente, si muoveranno per avere un atto di giustizia perché certe cose non possono essere tollerate.

Ha domandato di parlare il consigliere Giorgio Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI GIORGIO (UDC Cambiamo). Le sarei grato, Presidente, siccome la prassi che noi abbiamo sempre seguita è quella che sugli emendamenti, per evitare che ci siano anche dei lapsus, lei stesso ieri sera ha detto cinquanta votanti, poi invece erano cinquantuno, può capitare. Però siccome normalmente si utilizzava, prima di entrare nel merito degli emendamenti, che erano emendamenti ammissibili, non ammissibili o chiamiamoli in modo diverso, norme intruse. Gradiremmo, per evitare il caos che regna sovrano in questo Consiglio anche per questioni organizzative, che si venga comunicato prima quali sono i vari emendamenti, quali sono ammissibili, quelli che non sono ammissibili oppure norme intruse. Secondo me qualcuno c'è però non appare, non è apparso nella Commissione, mentre prima era una prassi molto più puntuale, precisa che ci diceva qual era la situazione.

PRESIDENTE. Certo, onorevole Oppi, ci sono degli emendamenti che non possono trovare ammissione, si inizierà dall'articolo 22 e sarà premura, quando arriveremo all'articolo 23, segnalarli e dichiarare ammissibili o meno.

Metto in votazione l'articolo 19. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Metto in votazione l'articolo 20. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Articolo 21.

È iscritto a parlare il consigliere Francesco Agus. Ne ha facoltà.

AGUS FRANCESCO (Progressisti). Grazie Presidente. Volevo soltanto avere una conferma da parte del relatore riguardo alla soppressione delle zone omogenee perché credo che anche su questo caso ci sia stata un'incomprensione. Le zone omogenee sono previste dalla disciplina nazionale e sono previste proprio perché quella disciplina, avendo creato città metropolitane molto ampie, aveva già individuato una parziale soluzione, cioè quella di individuare dentro città metropolitane ampie zone omogenee che permettessero di costituire dei subambiti in maniera da gestire meglio le funzioni. In Sardegna quella norma è stata utilizzata invece in maniera diversa per venire incontro a un'altra esigenza, quella che con la riproposizione delle province ampie, quindi da una provincia del Nord che unisse Sassari e Olbia e di una Provincia del Sud Sardegna che unisse Medio Campidano, Sulcis e una parte dell'ex Provincia di Cagliari, consentisse di mantenere dei sotto ambiti per la gestione delle funzioni per la transizione dalle otto province alle nuove quattro province più una città metropolitana, anche in questo caso non so se questa possibilità sia stata del tutto eliminata. Attenzione perché quella era un qualcosa che, proprio in virtù di enti così ampi, avrebbe potuto avere una sua utilità. Io ribadisco quanto ho detto prima, forse non c'è nemmeno bisogno che lo si ribadisca, un'ulteriore lettura magari può evitare in extremis che vengano fatti errori. Se qualcuno ovviamente ha letto la norma in maniera più approfondita rispetto a quanto ho fatto io, potrebbe essere gradita anche una spiegazione.

PRESIDENTE. Qualcuno ha visto l'Assessore? Voleva una spiegazione, onorevole Agus? Assessore, un attimino. Possiamo anche in sede di coordinamento?

Ha domandato di parlare il consigliere Antonello Peru. Ne ha facoltà.

PERU ANTONELLO (UDC Cambiamo). Presidente, all'articolo 21 non ci sono emendamenti.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 21. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Articolo 22. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(È approvato)

Il Consiglio è sospeso per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 18, viene ripresa alle ore 12 e 49.)

PRESIDENTE. Riprendo i lavori dell'Aula per comunicare che la seduta è sospesa e i lavori sono riaggiornati questo pomeriggio alle ore 17.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampietro Comandini. Ne ha facoltà.

COMANDINI GIAMPIETRO (PD). Presidente, noi riconosciamo appieno il suo ruolo, lei ha sospeso già in maniera inusuale i lavori di questa seduta senza che nessun consigliere lo chiedesse. Relativamente alla programmazione le chiedo e le chiediamo almeno di sentire e di condividere ciò che è stato detto in Conferenza dei Capigruppo con questa parte del Consiglio che non casualmente è qui presente.

PRESIDENTE. La ringrazio, con i Capigruppo abbiamo modo di vederci, sentirci, io lo faccio anche per consentire al Consiglio di procedere con speditezza nei lavori, è una valutazione che ho fatto, rientra nelle prerogative del Presidente, dopodiché con i Capigruppo abbiamo interlocuzioni e rapporti costanti.

Ha domandato di parlare il consigliere Eugenio Lai. Ne ha facoltà.

LAI EUGENIO (LEU). Sì, Presidente, per non arrivare all'assurda situazione di presentarci qui alle 17, pur non condividendo l'organizzazione dei lavori, io le consiglierei, tanto abbiamo capito tutti che la questione sono problemi di maggioranza, le consiglierei di usare questo pomeriggio per dirimere tutte le questioni e riconvocare il Consiglio domani mattina; sarebbe davvero antipatico arrivare stasera alle 17 e, come spesso accade, voi siete ancora in riunione di maggioranza, quindi il Consiglio è riaggiornare direttamente a domani mattina.

PRESIDENTE. Sarà mia cura, qualora dovessi valutare in questo momento, da qui alla prossima ora, che non ci sono le condizioni per una ripresa dei lavori alle 17, comunicare immediatamente lo spostamento a domani dei lavori dell'Aula. Cerco sempre di utilizzare nella regolamentazione dei lavori il buon senso prima che il Regolamento. Grazie, la seduta è tolta.

La seduta è tolta alle ore 12 e 52.