CDXXXVI SEDUTA
Mercoledì 16 ottobre 2013
Presidenza della Presidente LOMBARDO
indi
del Vicepresidente BRUNO
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10 e 10.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 24 luglio 2013 (427), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Efisio Arbau, Radhouan Ben Amara, Adriano Salis e Christian Solinas hanno chiesto congedo per la seduta del 16 ottobre 2013.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione, con nota del 9 ottobre 2013, ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale degli articoli 2 e 5 della legge regionale 26 luglio 2013, numero 17 concernente: "Ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale".
Annunzio di presentazione di disegni di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:
"Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2012". (563)
(Pervenuto il 3 ottobre 2013 e assegnato alla terza Commissione.)
"Bilancio di previsione per l'anno 2013: incremento del fondo per la riassegnazione di somme perente". (564)
(Pervenuto il 3 ottobre 2013 e assegnato alla terza Commissione.)
"Chiusura dei consorzi ZIR in liquidazione - Subentro consorzi industriali provinciali". (567)
(Pervenuto l'8 ottobre 2013 e assegnato alla sesta Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
PITTALIS - AMADU - STOCHINO - BARDANZELLU - PERU - PIRAS: "Governo del territorio regionale". (562)
(Pervenuta il 27 settembre 2013 e assegnata alla quarta Commissione.)
FLORIS Vincenzo - CORDA - MARIANI: "Istituzione del servizio di psicologia scolastica nelle scuole primarie e secondarie della Sardegna". (565)
(Pervenuta il 1° ottobre 2013 e assegnata all'ottava Commissione.)
ARTIZZU - COCCO Pietro: "Norme in materia di procedura elettorale. Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2013, n. 16 e alla legge regionale 6 marzo 1979, n. 7". (566)
(Pervenuta il 7 ottobre 2013 e assegnata alla prima Commissione.)
STOCCHINO Giuseppe - SALIS - ARBAU Efisio - MARIANI - BEN AMARA: "Valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso cooperative di autorecupero e autoriparazione". (568)
(Pervenuta il 9 ottobre 2013 e assegnata alla quarta Commissione.)
SANNA Gian Valerio - SABATINI: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 dicembre 1985, n. 32 (Fondo per l'edilizia abitativa)". (569)
(Pervenuta il 10 ottobre 2013 e assegnata alla quarta Commissione.)
Risposta scritta a interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione ZUNCHEDDU sull'ordinanza del Presidente della Regione contingibile e urgente n. 1 del 4 gennaio 2013, per il conferimento di rifiuti urbani e di rifiuti derivanti dal trattamento di rifiuti urbani, in discarica per rifiuti non pericolosi in Sardegna". (1024)
(Risposta scritta in data 3 ottobre 2013.)
"Interrogazione COCCO Daniele Secondo sulla mancata utilizzazione della nuovissima struttura edificata a Bono e da sempre inoperativa". (1035)
(Risposta scritta in data 3 ottobre 2013.)
"Interrogazione COCCO Daniele Secondo sul grave stato di salute in cui versa il maresciallo Marco Diana a seguito dell'atteggiamento della ASL n. 7 di Iglesias e Carbonia". (1140)
(Risposta scritta in data 3 ottobre 2013.)
"Interrogazione SANJUST sul bando 2006 relativo agli incentivi alle imprese artigiane per l'apprendistato". (296)
(Risposta scritta in data 4 ottobre 2013.)
"Interrogazione PORCU sul grave disagio per le attività imprenditoriali dei concessionari del litorale del Poetto conseguente all'ordinanza comunale di chiusura, in piena stagione estiva 2012, delle attività commerciali di somministrazione e di vendita, necessaria a consentire le attività di rimozione, raccolta e smaltimento dei rifiuti contenenti amianto rinvenuti nel lungomare del Poetto di Cagliari". (903)
(Risposta scritta in data 4 ottobre 2013.)
"Interrogazione SOLINAS Antonio in merito al bando pubblico per la promozione di interventi di valorizzazione a fini turistici dell'attrattività dei sistemi produttivi identitari e tradizionali dei centri minori della Sardegna, alla luce dell'accoglimento del ricorso avverso l'esclusione dal bando, presentato dal Comune di Scano Montiferro". (1112)
(Risposta scritta in data 4 ottobre 2013.)
"Interrogazione LOTTO sul bando per l'affidamento del servizio pubblico di collegamento marittimo per il trasporto di persone, veicoli e merci sulla tratta Porto Torres - Isola dell'Asinara e viceversa". (1192)
(Risposta scritta in data 4 ottobre 2013.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
Interrogazione AGUS - COCCO Pietro, con richiesta di risposta scritta, in merito all'attuazione della deliberazione n. 24/12 del 27 giugno 2013 sull'accordo di programma quadro Regione autonoma della Sardegna/Consorzio parco geominerario e Ati-Ifras Spa". (1214)
"Interrogazione LUNESU, con richiesta di risposta scritta, sulla Zona industriale di interesse regionale (ZIR) di Siniscola". (1215)
"Interrogazione ZUNCHEDDU - COCCO Daniele Secondo - SECHI - CUGUSI, con richiesta di risposta scritta, in merito alle criticità relative al "Permesso di ricerca di risorse geotermiche" denominato "SILIQUA" della proponente GeoEnergy Srl". (1216)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - DIANA Mario, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi che impediscono l'utilizzazione del compendio immobiliare denominato ex Seminario pontificio regionale di Cuglieri". (1217)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sul paventato riassetto logistico e la razionalizzazione degli uffici regionali di cui alla deliberazione n. 33/59 dell'8 agosto 2013". (1218)
"Interrogazione MULAS, con richiesta di risposta scritta, sulla cancellazione della fermata ARST nei pressi della frazione di La Corte (SS)". (1219)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio - AMADU - ARTIZZU - BARDANZELLU - CUGUSI - DIANA Giampaolo - COZZOLINO - GALLUS - LAI - LOCCI - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - RODIN - SANNA Matteo - STOCHINO - TOCCO - PITTALIS - ZUNCHEDDU, con richiesta di risposta scritta, sul progetto per la realizzazione di un porto turistico di fronte alla spiaggia di Santa Margherita di Pula". (1220)
"Interrogazione SANNA Gian Valerio, con richiesta di risposta scritta, sui centri regionali autorizzati alla prescrizione del medicinale (Pradaxa) per la prevenzione di ictus e embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non valvolare". (1221)
"Interrogazione SANNA Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sul processo di concentrazione del gruppo Bper e sul rischio di trasferire a Modena il centro direzionale della Sardaleasing". (1222)
"Interrogazione LOTTO - SOLINAS Antonio, con richiesta di risposta scritta, in merito alla prossima scadenza della proroga delle concessioni di aree demaniali marittime e interne e circa i tre avvisi pubblici relativi alle concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura del 23 e 26 settembre 2013". (1223)
"Interrogazione SALIS - STOCCHINO, con richiesta di risposta scritta, sulla vicenda del signor Giuseppe Casu e sul ricorso alla contenzione meccanica e farmacologica nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura della Sardegna". (1224)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza ZUNCHEDDU - COCCO Daniele Secondo - SECHI - CUGUSI sul progressivo incremento della militarizzazione della Sardegna e le pesanti attività militari in corso con la "Brillant Mariner 2013" con cui la NATO e il Governo italiano continuano a esporre a forti rischi il territorio, l'ambiente e le popolazioni sarde, non solo per l'inquinamento ambientale, ma per la stessa esposizione dell'Isola a eventuali rischi derivanti dai delicati equilibri politici e militari internazionali". (461)
"Interpellanza DIANA Giampaolo sui ritardi burocratici nell'attivazione dei progetti approvati relativi al bando del 2012 per lo sviluppo del Servizio civico volontario". (462)
"Interpellanza ZUNCHEDDU sulle iniziative urgenti che la Regione deve mettere in atto per evitare che l'Isola di Budelli sia definitivamente ceduta ai privati e affinché sia riacquisita all'interno del patrimonio paesaggistico-naturalistico e identitario sardo". (463/C4-)
"Interpellanza ZUNCHEDDU - COCCO Daniele Secondo - SECHI - CUGUSI sulle iniziative urgenti che la Regione deve mettere in atto per evitare che l'Isola di Budelli sia definitivamente ceduta ai privati e affinché sia riacquisita all'interno del patrimonio paesaggistico-naturalistico e identitario sardo". (464)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Mozione COCCO Daniele Secondo - ZUNCHEDDU - SECHI - CUGUSI sulla gravissima situazione in cui versano gli studenti sardi idonei per ottenere la borsa di studio, ma non beneficiari per carenza di risorse". (279)
"Mozione BRUNO - DIANA Giampaolo - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SOLINAS Antonio - SORU sulla nuova continuità territoriale aerea". (280)
"Mozione PLANETTA - SANNA Giacomo - DESSÌ - SOLINAS Christian - PITTALIS - DIANA Giampaolo - ARBAU - SANNA Gian Valerio - STOCHINO - PERU - LOTTO - SALIS - MANCA - PIRAS - LOCCI - ZUNCHEDDU - SANNA Paolo Terzo - SOLINAS Antonio - SABATINI - GRECO - CUCCUREDDU - STOCCHINO sulla necessità dell'obbligatorietà di interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (281)
"Mozione BRUNO - DIANA Giampaolo - COCCO Daniele Secondo - SALIS - BEN AMARA - AGUS - ARBAU - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUGUSI - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SOLINAS Antonio - SORU - STOCCHINO - ZUNCHEDDU sulla nuova continuità territoriale aerea, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (282)
PRESIDENTE. Sopendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 20, viene ripresa alle ore 10 e 57.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 566.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il consigliere Artizzu, relatore.
ARTIZZU (U.D.C.-FLI), relatore. Mi rimetto alla relazione scritta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 1.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 1:
Capo I
Modifiche alla legge regionale n. 16 del 2013
Art. 1
Modifiche all'articolo 16 della legge regionale n. 16 del 2013
1. Al comma 1 dell'articolo 16 della legge regionale 26 luglio 2013, n. 16 (Organizzazione amministrativa del procedimento e delle votazioni per l'elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale. Modifiche alla legge regionale 6 marzo 1979, n. 7 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale)), le parole "all'articolo 17, comma 1" sono sostituite dalle parole " all'articolo 15, comma 1".)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 1.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Corda, Espa, Mariani, Mula, Oppi, Peru e Porcu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 59
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 2.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 2:
Art. 2
Modifiche all'articolo 17 della legge regionale n. 16 del 2013
1. All'articolo 17 della legge regionale n. 16 del 2013 sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel comma 1 le lettere d) ed e) sono sostituite rispettivamente dalle seguenti:
"d) trasmette immediatamente alla struttura regionale competente in materia elettorale, nonché alle prefetture i nomi dei candidati alla presidenza della Regione e i contrassegni delle liste circoscrizionali appartenenti al gruppo o ai gruppi di liste ad essi collegati;
e) trasmette immediatamente alla struttura regionale competente in materia elettorale nonché alle prefetture le liste circoscrizionali con i rispettivi candidati.";
b) dopo il comma 2 dell'articolo 17 della legge regionale n. 16 del 2013 sono aggiunti i seguenti:
"2 bis. La struttura regionale competente in materia elettorale assicura, anche in collaborazione con il Ministero dell'interno, attraverso l'intesa di cui al comma 2 ter, la stampa delle schede di votazione nonché la stampa, per ciascuna circoscrizione, di un manifesto dei nomi dei candidati alla Presidenza affiancati dai contrassegni delle liste circoscrizionali presentate nella circoscrizione ad essi collegate e, distintamente, di tutte le liste circoscrizionali, secondo l'ordine risultante dal relativo sorteggio, con i rispettivi candidati; assicura inoltre la trasmissione ai sindaci delle schede nonché del manifesto per la pubblicazione nell'albo pretorio ed in altri luoghi pubblici entro il quindicesimo giorno precedente la data delle elezioni; tre copie di ciascun manifesto devono essere consegnate ai presidenti dei singoli uffici elettorali di sezione: una a disposizione dell'ufficio e le altre per l'affissione nella sala della votazione.
2 ter. Per le finalità di cui al comma 2 bis, previa intesa con il Ministero dell'interno, la Regione concorda le modalità di collaborazione con le competenti strutture dello stesso Ministero, il raccordo delle rispettive funzioni e l'utilizzo dei materiali quali i bolli, le urne e le matite in uso per l'elezione della Camera dei deputati.
2 quater. Sono a carico della Regione gli oneri relativi alle funzioni amministrative che non sono di competenza dello Stato ancorché eventualmente ad esso affidate sulla base della convenzione di cui al comma 2 ter.".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 3.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 3:
Art. 3
Modifiche all'allegato A della legge regionale n. 16 del 2013
1. Nella nota descrittiva della scheda di cui all'allegato A della legge regionale n. 16 del 2013 il numero "18" è sostituito dal numero "17".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 4.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4:
Art. 4
Modifica all'articolo 20 della legge regionale
n. 16 del 2013
1. All'articolo 20 della legge regionale n. 16 del 2013, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente:
"1 bis. Per le modalità di esercizio di voto dei detenuti, dei degenti in ospedali e in case di cura, degli elettori non deambulanti, anche in riferimento alla cabina destinata ai portatori di handicap, degli elettori che per legge necessitano di accompagnamento nell'esercizio del diritto elettorale, per l'esercizio domiciliare del voto degli elettori iscritti nelle liste elettorali di un comune della Regione e dimoranti in un comune della Regione, per le modalità di selezione dei componenti degli uffici elettorali di sezione e per la composizione di tali uffici, per le modalità di rilascio, di aggiornamento e di rinnovo della tessera elettorale personale a carattere permanente, per la determinazione degli onorari e dei compensi dei componenti degli uffici elettorali, degli uffici centrali circoscrizionali e dell'ufficio centrale regionale si applica la disciplina nazionale vigente per l'elezione della Camera dei deputati.".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 5.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5:
Art. 5
Modifiche all'articolo 21 della legge regionale n. 16 del 2013
1. All'articolo 21 della legge regionale n. 16 del 2013 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1 dopo la parola "tabella" è aggiunto il seguente periodo: ", nonché gli articoli 21, 22, 26, 30, 31, 33, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 80 e 81.";
b) alla fine del comma 3 è aggiunto il seguente periodo: ", ovvero nei casi di cui al comma 1 bis dell'articolo 20, alla disciplina nazionale ivi richiamata.".)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 6.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 6:
Capo II
Modifiche alla legge regionale n. 7 del 1979
Art. 6
Modifiche all'articolo 18 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Nel punto 4) del primo comma dell'articolo 18 della legge regionale 6 marzo 1979, n. 7 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale), sono apportate le seguenti modifiche:
a) le parole "alla prefettura del capoluogo del Collegio" sono sostituite dalle parole "all'Ufficio centrale regionale";
b) le parole da "per la stampa" a "seguente" sono abrogate.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 7.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 7:
Art. 7
Modifiche all'articolo 24 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Nel primo comma dell'articolo 24 della legge regionale n. 7 del 1 979 sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel punto 7) le parole "dalla Prefettura" sono soppresse;
b) nel punto 8) le parole "due urne" sono sostituite dalle parole "un'urna".)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 7.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Corda ha votato a favore
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 59
maggioranza 30
favorevoli 59
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 8.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 8:
Art. 8
Modifiche all'articolo 32 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Nell'articolo 32 della legge regionale n. 7 del 1979 le parole da ", ancorché iscritti" a "legge 8 marzo 1989, n. 95," sono abrogate.)
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 9 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 9 e del relativo emendamento:
Art. 9
Modifica all'articolo 40 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Nell'articolo 40 della legge regionale n. 7 del 1979 dopo le parole "antimeridiane del" è inserita la parola "primo".
Emendamento soppressivo totale Artizzu - Giampaolo Diana - Steri.
Articolo 9
L'articolo 9 è soppresso. (1).)
PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un solo emendamento soppressivo totale, metto direttamente in votazione il mantenimento del testo.
Metto in votazione il testo dell'articolo 9.
CAMPUS (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 9.
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Contu Felice, Espa, Floris Mario, Lunesu, Milia, Planetta e Sanna Matteo hanno votato contro.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 68
maggioranza 35
contrari 68
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 10 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 10 e del relativo emendamento:
Art. 10
Modifiche all'articolo 60 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Al comma 2 dell'articolo 60 della legge regionale n. 7 del 1979 le parole "dichiara chiusa" sono sostituite dalla parola "sospende".
Emendamento soppressivo totale Artizzu - Giampaolo Diana - Steri.
Articolo 10
L'articolo 10 è soppresso. (2).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 10.
DEDONI (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 10.
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Diana Mario, Fois e Lunesu hanno votato contro.
Risponde sì il consigliere: Lotto.
Rispondono no i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 69
maggioranza 35
favorevoli 1
contrari 68
(Il Consiglio non approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 11 e del relativo emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 11 e del relativo emendamento:
Art. 11
Modifiche all'articolo 63 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. All'articolo 63 della legge regionale n. 7 del 1979 sono apportate le seguenti modifiche:
a) prima del comma 1 è inserito il seguente comma:
"01. La mattina del lunedì il presidente ricostituisce l'Ufficio elettorale di sezione, verifica l'integrità dei mezzi adottati la sera del giorno precedente per la chiusura della sala della votazione e, alle ore sette, dichiara aperta la votazione.";
b) al comma 1 il primo alinea è sostituito dal seguente:
"1. Alle ore quindici il presidente, ammessi a votare gli elettori che ancora si trovano nei locali della sezione e prima di iniziare lo scrutinio, dichiara chiusa la votazione e compie le seguenti operazioni:".
Emendamento soppressivo totale Artizzu - Giampaolo Diana - Steri.
Articolo 11
L'articolo 11 è sostituito dal seguente:
"Art. 11
Modifiche all'articolo 63 della L.R. n. 7 del 1979
1. Nell'alinea del comma 1 dell'articolo 63 della L.R. n. 7 del 1979, le parole da "procede" a "seguenti sono sostituite dalla eseguenti: "compie le seguenti operazioni"." (3).)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 3.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Passiamo all'esame dell'articolo 12.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 12
Modifiche all'articolo 64 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. L'articolo 64 della legge regionale n. 7 del 1979 è sostituito dal seguente:
"Art. 64
1. Appena compiute le operazioni di cui all'articolo 63, il presidente dà inizio alle operazioni di scrutinio.
2. Uno scrutatore, designato mediante sorteggio, estrae successivamente ciascuna scheda dall'urna e la consegna aperta al presidente. Questi enuncia dapprima il nominativo del candidato alla carica di Presidente della Regione a cui è stato attribuito il voto e, successivamente, il contrassegno della lista circoscrizionale e il nominativo del candidato alla carica di consigliere, se votati. Quindi passa la scheda a un altro scrutatore che la mette insieme a quelle già esaminate.
3. Gli altri scrutatori e il segretario annotano separatamente e contemporaneamente ciascun voto nelle rispettive tabelle di scrutinio, compresi i voti attribuiti a ciascun candidato alla carica di Presidente ai sensi dell'ultimo periodo dell'articolo 9, comma 1, della legge statutaria elettorale 25 giugno 2013 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna). Il segretario enuncia progressivamente il numero dei voti che ciascun candidato alla carica di Presidente, ciascuna lista circoscrizionale e ciascun candidato alla carica di consigliere vanno riportando.
4. Quando una scheda non contiene alcuna espressione di voto, sul retro della scheda stessa viene subito impresso il timbro della sezione; quando una scheda contiene un voto di lista, ma l'elettore non ha espresso la preferenza per un candidato alla carica di consigliere, il timbro della sezione viene subito impresso sul verso della scheda, nella riga riservata all'eventuale indicazione di preferenza; quando nella scheda l'elettore non ha espresso il voto per il candidato alla carica di Presidente il timbro della sezione viene subito impresso sul verso della scheda in tutte le parti in cui sono riportati i nomi e i cognomi dei candidati alla carica di Presidente.
5. É vietato estrarre dall'urna una scheda se quella precedentemente estratta non sia stata posta nella cassetta o scatola, dopo spogliato il voto.
6. È vietato eseguire lo scrutinio dei voti di preferenza separatamente dallo scrutinio dei voti di lista; è vietato eseguire lo scrutinio dei voti di lista separatamente dallo scrutinio dei voti per il candidato alla carica di Presidente della Regione.
7. Le schede possono essere toccate soltanto dai componenti del seggio.
8. Il numero totale delle schede scrutinate deve corrispondere al numero degli elettori che hanno votato. Il presidente accerta personalmente la corrispondenza numerica delle cifre segnate nelle varie colonne del verbale col numero degli iscritti, dei votanti, dei voti validi assegnati, delle schede nulle, delle schede bianche, delle schede contenenti voti nulli e delle schede contenenti voti contestati, verificando la congruità dei dati e dandone pubblica lettura ed espressa attestazione nei verbali.
9. Tutte queste operazioni devono essere compiute nell'ordine indicato; del compimento e del risultato di ciascuna di esse deve farsi menzione nel verbale.
10. I nominativi dei presidenti inadempienti agli obblighi previsti dal presente articolo sono segnalati al Presidente della Corte d'appello da parte degli uffici centrali circoscrizionali ai fini della cancellazione dall'albo, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, lettera e), della legge 21 marzo 1990, n. 53 (Misure urgenti atte a garantire maggiore efficienza al procedimento elettorale), e successive modificazioni ed integrazioni.".)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 12.
Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 13
Modifiche all'articolo 69 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Al primo comma dell'articolo 69 della legge regionale n. 7 del 1979 le parole "le ore 24 del giorno successivo alla votazione" sono sostituite dalle parole "dodici ore dal loro inizio.".)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 13.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 13.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
Si è astenuta la consigliera: Greco.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 66
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 14
Modifiche all'articolo 71 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Nel primo comma dell'articolo 71 della legge regionale n. 7 del 1979 le parole "e alla prefettura" sono soppresse.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 14.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 14.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Lunesu, Rodin e Stochino hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 68
maggioranza 35
favorevoli 68
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 15
Modifiche all'articolo 72 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Nel primo comma dell'articolo 72 della legge regionale n. 7 del 1979 l'alinea è sostituito dal seguente:
"1. L'Ufficio centrale circoscrizionale, entro ventiquattro ore dal ricevimento degli atti, procede, con l'assistenza del cancelliere alle operazioni seguenti:".)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 15.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 15.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che il consigliere Meloni Francesco ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
Risponde no il consigliere: Espa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 69
maggioranza 35
favorevoli 68
contrari 1
(Il Consiglio approva).
Passiamo all'esame dell'articolo 16.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 16
Modifiche all'articolo 76 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Il quarto comma dell'articolo 76 della legge regionale n. 7 del 1979 è abrogato.)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 16.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 16.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Fois e Meloni Francesco hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 69
maggioranza 35
favorevoli 69
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 17
Modifiche all'articolo 82 della legge regionale
n. 7 del 1979
1. Al primo comma dell'articolo 82 della legge regionale n. 7 del 1979, dopo la parola "componenti" sono aggiunte le parole "e l'accertamento dell'ordine di precedenza dei candidati non eletti.".)
PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 17.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 17.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Fois, Stochino e Tocco hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 69
maggioranza 35
favorevoli 69
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:
Art. 18
Entrata in vigore
1. La presente legge entra in vigore il quindicesimo giorno successivo alla data della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). L'articolo 18 mi pare pleonastico: se non si prevede un'entrata in vigore "catenaccio" naturalmente entrerà in vigore 15 giorni dopo.
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, la norma è frutto di una valutazione operata in sede tecnica, in quanto sussiste un problema di rapporto anche con la pubblicazione della legge statutaria.
Poiché nessun altro è iscritto a parlare, metto in votazione l'articolo 18.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 18.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Espa e Stochino hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 69
maggioranza 35
favorevoli 69
(Il Consiglio approva).
Passiamo alla votazione finale della legge.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della legge numero 566/A.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Planetta, Sanna Paolo e Stochino hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Maninchedda - Mariani - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 66
maggioranza 34
favorevoli 66
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 281 e 221, e delle interpellanze numero 41, 156 e 168.
(Si riporta di seguito il testo della mozioni e delle interpellanze:
Mozione Planetta - Sanna Giacomo - Dessì - Solinas Christian - Pittalis - Diana Giampaolo - Arbau - Sanna Gian Valerio - Stochino - Peru - Lotto - Salis - Manca - Piras - Locci - Zuncheddu - Sanna Paolo Terzo - Solinas Antonio - Sabatini - Greco - Cuccureddu sulla necessità dell'obbligatorietà di interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che sono ormai numerosi i casi di procedimenti giudiziari che impegnano la Procura della Repubblica presso differenti tribunali sardi in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche in terreni, corsi d'acqua, nel mare, nei pesci e nella flora, e con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite che hanno determinato veri e propri disastri ambientali, comportando la grave compromissione delle condizioni ambientali nei siti interessati;
CONSIDERATO che, nei procedimenti a cui ci si vuole riferire, l'accusa della Procura è infatti sempre quella di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione, con capi di imputazione che si riferiscono ad attività illecite che, in alcuni casi, sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore, così da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, ed il più delle volte senza alcuna possibilità di risanamento;
RILEVATO che la Regione, malgrado reiterate sollecitazioni ed inviti formali finalizzati alla propria costituzione di parte civile, ha ritenuto, pure di recente, di proseguire nell'inerzia più totale, contraddistinguendosi sistematicamente per non aver assunto, in alcuna udienza preliminare dei suddetti procedimenti giudiziari, nessun tipo di iniziativa e/o efficace deliberazione, tale da determinare la giusta tutela della salute delle popolazioni e la salvaguardia dei territori dell'Isola interessati dai gravi inquinamenti di cui trattasi, anche attraverso un doveroso risarcimento pecuniario;
RILEVATO ancora che presso l'opinione pubblica ed enti ed istituzioni varie, ma evidentemente non presso la Giunta regionale della Sardegna, hanno destato scalpore alcuni casi eclatanti di inquinamento ambientale e di grave pregiudizio e pericolo per la salute dei cittadini fra i quali si ricordano:
a) l'inchiesta che dal 21 luglio 2003 impegna la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nelle falde idriche, nei pozzi, nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d'acqua antistante la spiaggia della Marinella, che ha determinato la richiesta di rinvio a giudizio del legale rappresentante della Syndial, del manager della Sasol Italia, del legale rappresentante e del direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia, i quali, secondo il pubblico ministero dr. Michele Incani, fanno riferimento ad aziende che hanno riversato per anni nel mare antistante il porto industriale di Porto Torres, un fiume carico di composti chimici e metalli pericolosi (cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene) e una lunga serie di sostanze cancerogene (solventi, diossine e pesticidi clorurati), senza osservare le prescrizioni dei decreti legge n. 152 del 1999 e n. 152 del 2006 che dettano le norme contro l'inquinamento delle acque;
b) l'inchiesta originatasi nel 2008 dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri del NOE di Cagliari, insieme a quelli della Compagnia di Iglesias, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, che già il 23 settembre 2009 portarono al sequestro preventivo del vecchio e del nuovo bacino fanghi rossi dell'Eurallumina Spa di Portoscuso e della cosiddetta sala pompe (pertinenza della vecchia centrale elettrica dell'ENEL Spa di Portoscuso) con ipotesi gravissime di reati ambientali che, molto verosimilmente, si potrebbero far risalire ai decenni precedenti e che sarebbero stati continuativamente e consapevolmente portati avanti sino ai giorni nostri, che evidenziarono la compromissione ambientale del sito con la perdurante e sempre crescente contaminazione del suolo e delle acque di falda da parte di elementi inquinanti estremamente pericolosi per la salute dell'uomo e per l'ambiente quali fluoruri, boro, manganese e arsenico in percentuali che oltrepassano i limiti consentiti dalle vigenti normative;
c) l'inchiesta sulle mancate bonifiche dell'area marina davanti all'ex arsenale militare della Maddalena, originatasi nel maggio 2011 dagli accertamenti eseguiti dai Carabinieri del NOE di Sassari, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania, che avevano posto sotto sequestro prevenivo i 60 mila metri quadri di specchi acquei e fondali prospicienti l'ex complesso militare, trasformato in hotel extralusso e affidato in gestione quarantennale alla Società MITA (gruppo Marcegaglia) con condizioni vantaggiosissime e che ha determinato da parte del Procuratore della Repubblica di Tempio, Riccardo Rossi, l'invio degli avvisi di concluse indagini a 17 indagati eccellenti, primo tra tutti l'ex capo indiscusso della Protezione civile Guido Bertolaso;
CONSTATATO che:
- gli auspicati interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna, oltre a rappresentare un segnale importante su come la Regione, in quanto istituzione, consideri tale tipologia di reati, costituirebbe soprattutto un esempio doveroso e opportuno nei confronti dei cittadini ed andrebbe anche nella direzione della risoluzione legislativa approvata dal Parlamento europeo il 21 maggio 2008 sulla proposta di direttiva per la tutela penale dell'ambiente, in cui si premetteva che "i sistemi sanzionatori vigenti non sono sufficienti a garantire la piena osservanza della norma comunitaria", e chiedeva "sanzioni maggiormente dissuasive per le attività che danneggiano l'ambiente, e che tipicamente provocano o possono provocare un deterioramento significativo della qualità dell'aria, compresa la stratosfera, del suolo, dell'acqua, della fauna e della flora, compresa la conservazione della specie", quando ciò avvenga "intenzionalmente o per grave negligenza" e che la proposta è diventata la direttiva n. 2008/99 CE del 19 novembre 2008 e avrebbe dovuto essere recepita negli ordinamenti giuridici degli stati membri entro il 26 dicembre 2010;
- un forte segnale di presa di posizione della Regione in tale direzione avrebbe un impatto di marcata deterrenza sui reati di tipo ambientale, anche in considerazione dell'evoluzione normativa molto alleggerita che è stata adottata nel cosiddetto decreto del fare del Governo Letta, che all'articolo 41, primo comma, prevede la sostituzione dell'articolo 243 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (testo unico dell'ambiente) con la seguente disposizione: "Nei casi in cui le acque di falda contaminate determinano una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione", stabilendo in sostanza che le industrie che inquinano anche al punto tale da porre a rischio la salute delle persone, potranno bellamente continuare a farlo se l'eliminazione della fonte di contaminazione risulterà essere troppo onerosa;
CONSTATATO infine che, ad oggi, da parte della Regione non risulta esservi stata ancora alcuna manifestazione, intenzione, comportamento o decisione che attesti la volontà e l'indirizzo quale prassi consolidata volta alla propria costituzione di parte civile nei casi di procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e disastri ambientali, ed alla tutela della salute dei cittadini, riguardanti il territorio della Sardegna,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi e ad attivare tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge vigente, affinché si costituisca parte civile ai sensi dell'articolo 74 e successivi del Codice di procedura penale, nella tutela dell'interesse della Sardegna in tutti i processi celebrati nel suo territorio nel quale sono contestati reati che presuppongono il presunto esercizio di condotte illecite che hanno determinato veri e propri disastri ambientali, comportando la grave compromissione delle condizioni ambientali della nostra Isola. (281)
Mozione Mulas - Diana Mario - Campus - Capelli per la costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel processo per avvelenamento doloso istituito contro ENI e le sue partecipate nelle aree del petrolchimico di Porto Torres.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- a seguito del boom economico italiano degli anni sessanta e settanta, che in Sardegna ha registrato l'esponenziale sviluppo dell'industria chimica e del petrolchimico di Porto Torres, alla luce della regressione economica che ha caratterizzato l'ultimo decennio e che ha causato un lento, ma inesorabile processo di desertificazione industriale, nei pressi dell'ormai ex petrolchimico non rimane che un desolante quadro di macerie;
- a causa della totale assenza di una "coscienza ambientale" in quegli anni, l'intero sito è stato trasformato in un contenitore di una infinita serie di veleni riscontrabili sia a livello di falda che a livello di superficie, ponendo l'ambiente e la salute pubblica in serio pericolo;
- a causa del versamento nell'ambiente di sostanze altamente inquinanti, tuttora riscontrabili, che risultano non completamente conosciute e per le quali non si esclude che abbiano causato e continuino a creare danni gravissimi alla salute dei cittadini, testimoniati da numerose e allarmanti denunce, è stato istituito un processo, il noto "processo dei veleni", nel quale vengono chiamate a rispondere dell'accusa di avvelenamento doloso le grandi aziende chimiche che hanno operato nel territorio, molte delle quali, come Polimeri Europa e Syndial, facenti parte del gruppo dell'azienda partecipata dallo Stato ENI;
RILEVATO che:
- l'intera area industriale risulta, per l'appunto, inaccessibile a qualsiasi processo di riconversione industriale e, al contempo, appaiono tutt'altro che concretizzabili gli interventi di bonifica necessari a far ripartire nuove imprenditorialità, che sono ora più che mai necessari per smuovere l'economia di un territorio che sta pagando i danni commessi da chi ha tradotto la salvaguardia della salute e la tutela dell'ambiente in profitti;
- le citate aree del petrolchimico di Porto Torres, tutt'oggi occupate dalla multinazionale ENI e dalle sue controllate, sono interessate dal progetto "Chimica verde" per il quale è stata siglata la joint venture tra la controllata del cane a sei zampe, Versatis, con la Novamont, da cui è nata, per l'appunto, Matrica;
- il progetto Matrica, strettamente connesso ai processi di bonifica del petrolchimico, rientra tra i nuovi paradigmi industriali verso i quali le grandi aziende, oggi, rivolgono grande attenzione e rientranti nell'ampia e variegata accezione di "green economy", ovvero l'insieme di quelle attività industriali caratterizzate dall'auto-sostenibilità e compatibilità con l'ambiente e, quindi, con il novero delle norme giuridiche volte alla sua tutela;
CONSIDERATO che:
- l'impegno di Matrica presuppone una mission aziendale caratterizzata da evidenti contorni di sostenibilità, viene difficile comprendere come possa coniugarsi un progetto di green economy con un contesto industriale come quello portotorrese che col "verde" non ha nulla a che fare;
- il piano di risanamento dell'intero sito di interesse nazionale presenta come unico punto chiaro il solo riutilizzo delle aree interessate dal progetto Matrica, mentre non risultano chiari e definiti i dettagli relativi a tutti i terreni circostanti necessari per proseguire il processo di reindustrializzazione volto ad accogliere nuove iniziative industriali necessarie al rilancio del sistema socio-economico del nord-ovest Sardegna;
TENUTO CONTO che nel caso in cui la stessa situazione enunciata sopra, con le medesime dimensioni, con le stesse circostanze e con le stesse conseguenze del petrolchimico di Porto Torres, si fosse mai verificata in altri contesti come, ad esempio, in quello statunitense, senza batter ciglio la multinazionale di turno avrebbe provveduto celermente a ripristinare la situazione allo stato d'origine ed a risarcire profumatamente tutte le parti in causa; tutto ciò a dimostrazione del fatto che alla base del discorso vengono a mancare le fondamenta di matrice culturale per le quali, nel nostro paese, un'azienda di Stato, artefice di danni esorbitanti dal punto di vista ambientale, economico e sociale, proprio perché trattasi di azienda di Stato, nasconde fino all'inverosimile le proprie responsabilità, anziché contribuire attivamente, per il benessere della collettività, a ripristinare le condizioni iniziali,
impegna il Presidente della Regione
1) a porre in atto tutte le azioni volte alla difesa e alla tutela della salute dei cittadini che vivono a stretto contatto con una realtà ambientale di altissima pericolosità e volte alla salvaguardia dell'ambiente stesso;
2) a predisporre, allo stesso modo, un'azione politico-istituzionale mirata a obbligare ENI a far partire realmente le bonifiche riguardanti l'area ex petrolchimico di Porto Torres;
3) a predisporre tutti gli atti per costituire la Regione autonoma della Sardegna parte civile dinanzi alle corti di tutti i tribunali la cui attività è indirizzata a far luce sulle responsabilità di un disastro ambientale ed economico che ha letteralmente paralizzato la crescita del nord-ovest della Sardegna. (221)
Interpellanza Planetta - Sanna Giacomo - Dessì - Maninchedda - Solinas Christian, sugli interventi finalizzati alla costituzione di parte civile nel procedimento giudiziario n. 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari relativo al presunto disastro ambientale nell'area del Petrolchimico di Porto Torres.
I sottoscritti,
premesso che:
- l'eclatante svolta nell'inchiesta che dal 21 luglio 2003 impegna la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nelle falde idriche, nei pozzi, nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d'acqua antistante la spiaggia della Marinella, ha determinato la richiesta di rinvio a giudizio del legale rappresentante della Syndial, del manager della Sasol Italia, del legale rappresentante e del direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia;
- i manager in questione, secondo il pubblico ministero dr. Michele Incani, fanno riferimento ad aziende che hanno riversato per anni nel mare antistante il porto industriale di Porto Torres, un fiume carico di composti chimici e metalli pericolosi (cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene) e una lunga serie di sostanze cancerogene (solventi, diossine e pesticidi clorurati), senza osservare le prescrizioni dei decreti legge n. 152 del 1999 e n. 152 del 2006 che dettano le norme contro l'inquinamento delle acque;
- l'ipotesi di reato configurata dalla Procura di Sassari è relativa ai reati di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite dal 2005 ad oggi, anche se gli scarichi avvelenati superiori alla norma risalirebbero ai decenni precedenti (come evidenziato dai consulenti del pubblico ministero dott.ssa Antonella Ausili, dott. Giorgio Ferrari, dott. Massimo Gabellini - esperti della Magistratura delle acque di Venezia e dell'Icram) e che, se confermate in tribunale, sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore, in maniera tale da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, senza alcuna possibilità di risanamento;
- tali ipotesi di reato costituirebbero la premessa e la cagione della perdurante situazione di "emergenza inquinamento" causante un vero e proprio disastro ambientale e spreco di enormi risorse finanziarie, con inevitabili ricadute negative sui cittadini e sull'intero territorio;
rilevato che durante le prime due udienze preliminari del processo, l'Amministrazione provinciale di Sassari ed il Comune di Porto Torres hanno ritenuto opportuno costituirsi parte civile, al fine di tutelare più compiutamente gli interessi dei cittadini, come peraltro hanno fatto numerosi enti ed istituzioni (regioni, Consiglio dei ministri e comuni) in analoghi procedimenti giudiziari e che, quindi, sarebbe stata opportuna la costituzione di parte civile nel processo anche della Regione autonoma della Sardegna che ancora oggi partecipa al dibattimento in qualità di semplice spettatore e non di attore,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) quali siano le motivazioni della mancata costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel procedimento penale di cui innanzi;
2) se la Giunta regionale intenda adottare tutti provvedimenti necessari per la costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna, con preciso impegno a destinare tutte le somme di cui, eventualmente, venisse risarcita, alle vedove ed agli orfani degli operai deceduti per tumore, ed alle bonifiche ambientali del territorio interessato dagli inquinamenti e così gravemente compromesso. (41)
Interpellanza Dessì - Maninchedda - Planetta - Sanna Giacomo - Solinas Christian sul pericolo di disastro ambientale relativo al bacino dei fanghi rossi di Portoscuso dello stabilimento dell'Eurallumina Spa e sulla mancata costituzione di parte civile della Regione in procedimenti giudiziari per inquinamento.
I sottoscritti,
premesso che:
da parte di alcuni mezzi di informazione locali e anche nazionali è stato di recente paventato il reale ed imminente pericolo per un grave disastro ambientale di "un'area in riva al mare a Portovesme che contiene 20 milioni di metri cubi di fanghi rossi, inquinanti e pericolosi", siti all'interno dello stabilimento dell'Eurallumina Spa di proprietà della multinazionale russa Rusal per una superficie di più di 17 ettari, che nelle recenti cronache è stata definita "una bomba ecologica con una dimensione 25 volte più grande di quella che ha suscitato allarme nei giorni scorsi in Ungheria dopo che i fanghi si sono riversati nel Danubio";
l'area in questione, sita nella zona industriale di Portoscuso, risulta però essere anche la medesima interessata dagli accertamenti eseguiti più di un anno fa dai Carabinieri del NOE di Cagliari, insieme a quelli della Compagnia di Iglesias, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, che già il 23 settembre 2009 portarono al sequestro preventivo del vecchio e del nuovo bacino fanghi rossi dell'Eurallumina Spa di Portoscuso e della cosiddetta sala pompe (pertinenza della vecchia centrale elettrica dell'ENEL Spa di Portoscuso) con ipotesi gravissime di reati ambientali che, molto verosimilmente, si potrebbero far risalire ai decenni precedenti e che sarebbero stati continuativamente e consapevolmente portati avanti sino ai giorni nostri;
le citate indagini del NOE di Cagliari, che peraltro non hanno avuto la stessa rilevanza, a suo tempo, nei mezzi di informazione nazionali e, tantomeno, la dovuta attenzione in quelli locali, come pure il dovuto riscontro da parte del Presidente della Regione e dell'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, evidenziarono, inoltre, la compromissione ambientale del sito con la perdurante e sempre crescente contaminazione del suolo e delle acque di falda da parte di elementi inquinanti estremamente pericolosi per la salute dell'uomo e per l'ambiente quali fluoruri, boro, manganese e arsenico in percentuali che oltrepassano i limiti consentiti dalle vigenti normative;
considerato che:
nell'ambito degli stessi accertamenti, venne anche portato alla luce un traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi, costituiti da acque di falda contaminate affioranti nel sito sala pompe Enel che dopo vari passaggi confluivano nel bacino fanghi rossi e che il reato ipotizzato fu quello di disastro ambientale doloso con inquinamento delle acque di falda cagionato da sversamenti dalla diga di contenimento del cosiddetto bacino dei fanghi rossi;
esistono analisi effettuate dall'Arpas, che hanno rilevato, anch'esse da circa un anno, un consistente inquinamento da metalli pesanti delle falde acquifere e sorgive, nonché dei suoli, sia nel territorio comunale di Portoscuso che in quelli dei comuni vicini (per esempio San Giovanni Suergiu, frazione di Matzaccara), resisi evidenti a seguito delle copiose piogge invernali dello scorso anno e della conseguente crescita delle falde acquifere di tutto il bacino imbrifero dell'area industriale di Portovesme con l'improvvisa comparsa di rivoli rossastri che, in un caso, attraversavano pure la spiaggia di Matzaccara per poi finire in mare e che, sempre secondo un rapporto specifico dell'Arpas, erano da correlare all'inquinamento dell'Area industriale di Portovesme;
anche la comparsa in superficie di tali fiumi carichi di composti chimici e metalli pericolosi è dunque, ragionevolmente, da imputare alla condotta criminale portata avanti negli anni dalle industrie dell'area industriale di Portovesme sin dai tempi delle partecipazioni statali, ed in completo dispregio di quanto prescritto dai decreti legge n. 152 del 1999, e n. 152 del 2006, che dettano le norme contro l'inquinamento delle acque;
considerato ancora che quanto sopra riportato, riguardante l'area del bacino dei fanghi rossi di Portoscuso, e l'intera area industriale di Portovesme, trova maggiori corrispondenze ad analoghi accertamenti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nelle falde idriche, nei pozzi, nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d'acqua antistante la spiaggia della Marinella, nell'area industriale di Porto Torres (e dunque non solamente nella lontana Ungheria), che hanno determinato la richiesta di rinvio a giudizio del legale rappresentante della Syndial, del manager della Sasol Italia, del legale rappresentante e del direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia con l'ipotesi configurata relativa ai reati di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione e con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite fin dal 2005, anche se gli scarichi avvelenati superiori alla norma risalirebbero ai decenni precedenti e che sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore, in maniera tale da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, senza alcuna possibilità di risanamento;
rilevato che in analoghi procedimenti giudiziari, soprattutto al fine di tutelare più compiutamente gli interessi dei cittadini, numerosi enti ed istituzioni (regioni, Consiglio dei ministri e comuni) hanno ritenuto opportuno costituirsi parte civile, e che, quindi, sarebbe opportuna la costituzione di parte civile anche della Regione autonoma della Sardegna che invece partecipa sistematicamente a tali dibattimenti in qualità di semplice spettatore e non di attore,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
se la Giunta regionale non ritenga opportuno ricorrere alla magistratura ordinaria nei confronti delle industrie inquinanti, come è anche il caso dell'Eurallumina Spa di proprietà della multinazionale russa Rusal, al fine di tutelare e difendere più compiutamente i diritti e gli interessi così spregiudicatamente e palesemente calpestati del popolo sardo, costituendosi quale parte civile in detti procedimenti e quali, invece, siano le motivazioni della mancata costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna in procedimenti giudiziari analoghi a quelli sopradescritti;
se la Giunta regionale non ritenga opportuno aprire, nel merito, un contenzioso Stato-Regione al fine di riaffermare la necessità di una maggiore e meglio definita sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, tale da garantire la sua effettiva salvaguardia ambientale anche attraverso scelte ed iniziative di governo non più mediate dal Governo nazionale. (156)
Interpellanza Planetta - Dessì - Maninchedda - Sanna Giacomo - Solinas Christian sulla richiesta trasferimento presso il Tribunale di Roma del procedimento giudiziario n. 2946/05-21 della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari relativo al presunto disastro ambientale nell'area del Petrolchimico di Porto Torres, e su eventuali interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della Regione.
I sottoscritti,
premesso che:
la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari è impegnata, dal 21 luglio 2003, in accertamenti segnati dalla conferma della presenza di altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche nelle falde idriche, nei pozzi, nel mare, nei pesci e nella flora nello specchio d'acqua antistante la spiaggia della Marinella, che hanno determinato la richiesta di rinvio a giudizio del legale rappresentante della Syndial, del manager della Sasol Italia, del legale rappresentante e del direttore di stabilimento della Ineos Vinyls Italia;
i manager in questione, secondo il pubblico ministero dr. Michele Incani, fanno riferimento ad aziende che hanno riversato per anni, nel mare antistante il porto industriale di Porto Torres, un fiume carico di composti chimici e metalli pericolosi (cadmio, mercurio, cromo, cianuri, benzene) e una lunga serie di sostanze cancerogene (solventi, diossine e pesticidi clorurati), senza osservare le prescrizioni dei decreti legge n. 152 del 1999 e n. 152 del 2006 che dettano le norme contro l'inquinamento delle acque; l'ipotesi di reato configurata dalla Procura di Sassari è relativa ai reati di disastro ambientale e concorso continuato in avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione con capi di imputazione che circoscrivono presunte condotte illecite dal 2005 ad oggi, anche se gli scarichi avvelenati superiori alla norma risalirebbero ai decenni precedenti (come evidenziato dai consulenti del pubblico ministero dott.ssa Antonella Ausili, dott. Giorgio Ferrari, dott. Massimo Gabellini, esperti della Magistratura delle acque di Venezia e dell'Icram) e, se confermate in tribunale, sarebbero state continuativamente e consapevolmente portate avanti sino ai giorni nostri, nel totale disprezzo della salute dei cittadini e delle norme in vigore, in maniera tale da alterare in modo permanente la flora e la fauna marina, senza alcuna possibilità di risanamento;
considerato che:
nel corso dell'udienza preliminare del 6 novembre 2010, i difensori dei dirigenti delle aziende chimiche sotto accusa per disastro ambientale e avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione, gli avvocati Carlo Federico Grosso, Piero Arru e Fulvio Simone (del collegio difensivo fanno anche parte gli avvocati Mario Brusa, Agostinangelo Marras, Giovanni Mattu e Luca Santa Maria), hanno proposto un'eccezione di incompetenza territoriale manifestando l'ipotesi che anche il collegio giudicante presso il Tribunale di Sassari potrebbe aver consumato pesce e altro cibo avvelenato dagli scarichi industriali nel mare di Porto Torres, supportandola con una memoria scritta nella quale è stata ricostruita la tracciabilità del pesce pescato nel Golfo dell'Asinara, in cui si dimostra, secondo gli avvocati degli imputati, che il pesce risulta venduto in tutto il nord Sardegna: da Sassari ad Alghero, da Porto Torres a Castelsardo, non solo sui banchi dei mercati ittici, ma anche nei ristoranti e, dunque, potrebbe essere, anch'esso, potenziale parte lesa nel procedimento in questione;
tale richiesta, che ha subito trovato la contrarietà dei legali di parte civile presenti in aula ed anche del pubblico ministero Michele Incani, che ha chiesto al Gup Gianni Delogu il rigetto, sostenendo non fosse pertinente, è manifestamente frutto di una strategia che sembra soprattutto indirizzata a dilatare nel tempo la conclusione di accertamenti giudiziari sui quali è fortissima l'attenzione dell'opinione pubblica e, qualora venisse accolta, sposterebbe dalla sede naturale del processo per i veleni scaricati a fiumi nel Golfo dell'Asinara da anni di attività del Petrolchimico da Sassari a Roma, sede giudiziaria competente, allorché in esso si configuri il coinvolgimento di un magistrato del distretto giudiziario di Sassari;
rilevato che:
tali ipotesi di reato costituirebbero la premessa e la cagione della perdurante situazione di "emergenza inquinamento" causante un vero e proprio disastro ambientale e spreco di enormi risorse finanziarie, con inevitabili ricadute negative sull'intero territorio e sui cittadini non solo residenti nella Provincia di Sassari, giacché il pesce pescato nel Golfo dell'Asinara (che beneficia anch'esso di quanto disposto dagli articoli 23 e 31 del Trattato della Comunità europea - regolamento CEE 12 ottobre 1992, n. 2193/92, sulla libera circolazione delle merci) potrebbe ipoteticamente essere stato consumato non solo da cittadini residenti in tutto il territorio nazionale (ivi compresi i magistrati romani che potrebbero esser stati nel nord Sardegna in veste di turisti e di consumatori di pesce locale durante gli anni 2005 ad oggi), bensì da tutti i cittadini residenti nell'intera Comunità europea, ponendo in tal caso anche il Tribunale di Strasburgo in difetto di giurisdizione per carenza di terzietà;
durante le prime due udienze preliminari del processo, l'Amministrazione provinciale di Sassari ed il Comune di Porto Torres hanno ritenuto opportuno costituirsi parte civile, al fine di tutelare più compiutamente gli interessi dei cittadini, come peraltro hanno fatto numerosi enti ed istituzioni (regioni, Consiglio dei ministri e comuni) in analoghi procedimenti giudiziari e, quindi, sarebbe stata opportuna la costituzione di parte civile nel processo anche della Regione autonoma della Sardegna, che ancora oggi partecipa al dibattimento in qualità di semplice spettatore e non di attore;
il 30 novembre 2010 è fissato l'appuntamento per lo svolgimento dell'udienza preliminare in cui il Gup dovrà decidere se rinviare o no a giudizio, per reati che sono di competenza della Corte d'assise, i quattro imputati Gianfranco Righi, Guido Safran, Diego Carmello e Francesco Maria Appeddu, manager e dirigenti di Vinyls Italia, Sasol e Syndial,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:
quali siano le motivazioni della mancata costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna nel procedimento penale di cui innanzi;
se la Giunta regionale intenda adottare tutti provvedimenti necessari per la costituzione di parte civile della Regione autonoma della Sardegna anche in procedimenti giudiziari analoghi a quello di cui trattasi. (168).)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 281 ha facoltà di illustrarla.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Presidente, colleghi, colleghe e assessori, gli esseri umani devono riconoscere il dovere di essere custodi di questo creato, devono garantire l'equilibrio degli ecosistemi dai quali dipendono. Se l'ecologia comporta un sistema di relazioni e di interazioni, allora possiamo affermare che si può conservare una corretta ecologia del nostro ambiente naturale, promuovendo così prima di tutto una vera ecologia umana, cioè relazioni ed interazioni umane che rispettino la dignità della persona, il bene comune e la natura. Questo proprio a causa della collocazione che l'uomo ha avuto nella realtà della creazione.
Voglio ricordare a lei, Presidente, che al centro dell'ecologia umana c'è il diritto alla vita, e quando parliamo di ambiente e di creato il mio pensiero va alle prime parole della Bibbia, alla Genesi, dove si afferma che Dio pose l'uomo e la donna al centro della terra perché la coltivassero e la custodissero. Papa Francesco ha detto: "Coltivare e costruire il creato è l'indicazione di Dio, non solo data all'inizio della storia, ma data a ciascuno di noi in un progetto per far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile da tutti".
Colleghe e colleghi, il creato è affidato alla responsabilità dell'uomo il quale è in grado di analizzarlo, rimodellarlo attivamente, senza però considerare di esserne padrone assoluto; l'uomo deve esercitare un governo responsabile per custodirlo, sviluppando tutte le immense capacità del creato, coltivandolo e trovando le risorse necessarie per un'esistenza dignitosa. Allora con l'aiuto della stessa natura, e l'impiego del proprio lavoro, della propria inventiva, l'umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente.
Purtroppo invece ci troviamo di fronte ad una produzione di montagne di rifiuti, di alimenti tossici, distruggiamo le foreste e quanto di più caro abbiamo, circondati da un mondo di plastica, accecati dalla brama del profitto trasformiamo i fiumi in fogne tossiche e meraviglie della natura in ammassi di cemento. Viviamo come se fossimo l'ultima generazione che vive sulla terra, ci lasciamo prendere da interessi economici a breve termine, dalla ricerca egoistica del profitto, in definitiva dall'assenza più completa dei valori evangelici. E poiché il creato è stato affidato all'umanità nel suo complesso, e non a una sola persona, ad un gruppo, ad una nazione, sia le sue risorse sia la responsabilità della sua cura devono essere condivise con tutti, e questo implica la solidarietà tra le generazioni. Credo, e sono convinto, che la solidarietà con il nostro popolo sia di importanza capitale. Esso ha il diritto, nonostante le limitate capacità di accedere alle risorse…
Presidente, non si può continuare su un tema così importante a non ascoltare. Io credo che tutti debbano uscire e io debba parlare da solo. Si sta parlando di ambiente, si sta parlando del nostro territorio, non si sta parlando di argomenti di poco conto! Uscite tutti!
PRESIDENTE. Ha ragione onorevole Planetta. Colleghi! Prego onorevole Planetta!
PLANETTA (P.S.d'Az.). Esso ha il diritto, nonostante limitate capacità, di accedere alle risorse, chiedere a coloro che le usano e le sfruttano che si addossino i costi reali delle ripercussioni ambientali sulle generazioni future. Presidente, il campo dei diritti dell'uomo si è allargato ai diritti dei popoli e delle nazioni. Il Magistero della Chiesa ricorda che il diritto internazionale poggia sul principio dell'uguale rispetto degli Stati, del diritto all'autodeterminazione di ciascun popolo e della libera cooperazione per il superiore bene comune dell'umanità. La pace si fonda non solo sul rispetto dei diritti dell'uomo, ma anche su quello dei diritti dei popoli, in particolare quello del diritto all'indipendenza di questi. E il nostro è un popolo.
Chi le parla, Presidente, si definisce un cristiano indipendentista, che soprattutto per quanto riguarda la difesa del suo territorio e dell'ambiente non vuole mediare con gli interessi della dipendenza, quindi è necessario iniziare a preparare progetti, azioni, che devono essere messi in pratica il più presto possibile. Non dobbiamo più limitarci a dire che bisognerebbe, che si dovrebbe, o che gli altri devono fare, perché è indispensabile maturare delle politiche per la protezione del nostro ambiente.
Il governo della Sardegna deve proteggere il bene comune da interessi egoistici (siano essi individuali, siano essi corporativi) mediante bonifiche chiare e tempestive, senza tanti rinvii. Oggi qui da quest'Aula siamo chiamati a inviare un segnale forte, possiamo definire con chiarezza, senza equivoci, senza ambiguità e reticenze cosa effettivamente intendiamo fare, cosa vogliamo fare realmente, concretamente, per la tutela del nostro territorio, del nostro ambiente, della nostra Sardegna.
Abbiamo tutti noi mostrato rabbia, indignazione, anche un certo senso di frustrazione, di impotenza, di fronte all'impossibilità di intervenire per insufficienza di competenze quando si è parlato di nucleare, di stoccaggi di scorie, di rifiuti da smaltire. Tutti noi ci siamo espressi, anche accalorati e indignati, per il degrado, il malcostume, la spregiudicatezza con cui si è calpestata e ferita la nostra terra. Abbiamo ricevuto un'eredità, un'eredità di miseria, di disperazione, di malattie, di tumori, di morti grazie all'effimero e tragico modello di sviluppo industriale, grazie al fallimento delle partecipazioni statali. Tutto ciò non ha scosso solo noi, ma anche l'opinione pubblica, la nostra gente, il nostro popolo, che ha maturato la consapevolezza che il lavoro non può costare la salute, non può costare la vita, ma che il lavoro serve per vivere con dignità, per essere felici e liberi, per godere la vita e non per consumarla, per gettarla via, per procurarsi sofferenze.
Badate, non voglio fare retorica, voglio rispondere alla mia coscienza e voglio parlare con questo spirito alla vostra coscienza, alla vostra sensibilità, confidando nella certezza del vostro equilibrio, della vostra onestà e della vostra saggezza. Siamo oggi alla ricerca di un equilibrio spezzato - l'inquinamento ambientale, lo sperpero delle risorse naturali, la distruzione della biodiversità - e, allora, apriamo le porte all'introduzione della cultura del limite. Ecco perché dico che questa discussione e il voto di oggi devono segnare un percorso che oltrepassi l'impegno richiesto all'Esecutivo del presidente Cappellacci, cioè un impegno di tutti a voler recuperare lo stretto legame tra la società, il sistema economico, gli stili di vita che pratichiamo e la natura in cui viviamo e di cui siamo parte.
Allora, colleghe, colleghi, Presidente, il senso di questa mozione è dovuto all'esigenza di riconoscere e garantire i diritti ecologici e con essi le tutele possibili, anche di ordine legale e giudiziario, comprese tutte quelle forme di deterrenza che la legge prevede, e quindi la costituzione di parte civile della Regione Sardegna nei procedimenti giudiziari relativi ad inquinamenti e a disastri ambientali e alla tutela della salute dei cittadini riguardante il territorio della Sardegna.
Ormai sono quasi all'ordine del giorno i casi di procedimenti giudiziari che impegnano la Procura della Repubblica presso i diversi tribunali sardi per i reati che riguardano l'ambiente e la nostra salute; alcuni di essi ho avuto modo di denunciarli in alcune mie interpellanze, perché si confermano in alcuni siti, soprattutto quelli di interesse nazionale, altissime concentrazioni di sostanze cancerogene e venefiche, nei terreni come nei corsi d'acqua, nel mare, nei pesci e nella flora.
Possiamo parlare di disastri ambientali e avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione; per esempio possiamo parlare di Porto Torres, Portoscuso, Portovesme, La Maddalena, e così via; noi tutti di questo siamo perfettamente a conoscenza. Sappiamo anche chi sono i trasgressori; ed è per questo che la Regione deve costituirsi parte civile. Ciò rappresenterebbe un esempio doveroso e opportuno nei confronti dei sardi e un monito molto chiaro per i trasgressori. Sarebbe anche un modo per essere coerenti con la risoluzione legislativa approvata dal Parlamento europeo il 21 maggio 2008 in base alla proposta di direttiva per la tutela penale dell'ambiente, nella quale si premetteva che i sistemi sanzionatori vigenti non sono sufficienti a garantire la piena osservanza della norma comunitaria e perciò si chiedevano sanzioni maggiormente dissuasive per le attività che danneggiano l'ambiente e che possono provocare un deterioramento significativo della qualità dell'aria (compresa la stratosfera) dell'acqua, del suolo, della fauna, della flora, compresa la conservazione della specie, quando avviene intenzionalmente o per grave negligenza.
Tale proposta è diventata la direttiva n. 2008/99 CE del 19 novembre 2008, e sarebbe dovuta essere recepita negli ordinamenti giuridici degli Stati membri entro il 26 dicembre 2010, invece lo Stato italiano non ha recepito un bel nulla! Mi voglio riferire al "decreto del fare" del Governo Letta che all'articolo 41 primo comma prevedeva la sostituzione dell'articolo 243 del decreto legislativo numero 152 del 2006, il Testo unico dell'ambiente, con la seguente disposizione: "nei casi in cui le acque di falda contaminate determinino una situazione di rischio sanitario, oltre all'eliminazione della fonte di contaminazione, ove possibile ed economicamente sostenibile, devono essere adottate misure di attenuazione della diffusione della contaminazione".
Insomma, in questo "decreto del fare" si è stabilito in sostanza che le industrie che inquinano, anche al punto tale di porre a rischio la salute della persona, potranno continuare a farlo se l'eliminazione della fonte di contaminazione risulterà essere troppo onerosa. In altre parole: se inquini pesantemente ma costa troppo risanare allora basta soltanto attenuare l'inquinamento, attenuare la diffusione della contaminazione: questa è un'offesa a chi ha patito queste ferite tremende, a chi ha perso la salute, a chi ha perso la vita. E' uno sfregio al buon senso, che tutela la parte sbagliata in nome del profitto degli affari; affari che spesso e volentieri sono loschi, che non ci riguardano se non nel prezzo che abbiamo pagato e che ancora paghiamo, un prezzo che ci vorrebbe continuare ad essere imposto.
Noi siamo qui, colleghi, per invertire la rotta, per assumerci la nostra responsabilità, per fare la nostra parte, il nostro dovere e a dire che il profitto non giustifica tutto e che il vero progresso deve poggiare sui valori, deve poggiare sull'etica e non solo sulla tecnologia.
Oggi è il 16 ottobre 2013, domani cade l'anniversario del giorno in cui Giovanni Paolo II è stato nominato Papa e quindi voglio ricordare la sua enciclica "Centesimus Annus" che recitava: " La tecnologia che inquina può anche disinquinare, la produzione che accumula può distribuire equamente, a condizione che prevalga l'etica del rispetto per la vita e la dignità dell'uomo per i diritti delle generazioni umane presenti e di quelle che verranno.
PRESIDENTE. Per illustrare la mozione numero 221, ha facoltà di parlare il consigliere Mulas.
MULAS (Sardegna è già Domani). Darò per letta la mozione numero 221 che, nella premessa e soprattutto nell'oggetto, è molto simile a quella presentata dall'amico Planetta. Rivolgo un plauso all'amico Planetta perché, nonostante abbiamo visioni completamente differenti sull'industria, in lui traspare una grande passione che va ben oltre la coscienza ambientalista e la tutela tout court, in quanto richiama anche l'esigenza di quella forte vigilanza che noi dovremmo sempre mantenere per evitare che qualcuno possa calpestare la dignità dell'uomo, soprattutto quando quest'uomo è cittadino sardo.
La mia visione è differente perché io non ho scritto la mozione con l'idea di avviare un dibattito totalmente ambientalista ma l'ho fatto con la speranza di promuovere un atto di grande dignità da parte di questa Regione Sardegna. L'auspicio è che la Regione, costituendosi come parte civile nei confronti dell'ENI, possa una volta tanto riuscire ad afferrare dalla parte del manico quel coltello che per anni ha pugnalato questa terra. Mi riferisco soprattutto al deterioramento ambientale provocato dal tessuto industriale del nord-ovest della Sardegna, ai danni fisici notevoli che esso ha causato nelle persone maggiormente esposte, alle menomazioni o perdite di cari, ma soprattutto ai colpi inferti alla dignità dei lavoratori che negli ultimi vent'anni sono stati mandati a casa: più di 15.000 persone.
E quando a fare questo è un'azienda fortemente partecipata dallo Stato italiano, allora la dignità deve essere davvero fatta salva. Non possiamo sempre chiedere ai più deboli di rimetterci solo perché vi è da tutelare un interesse economico che, a detta di tanti, è ben più ampio.
Quindi la possibilità di avere il coltello dalla parte del manico (e badate bene, è un manico che ha incisi i nomi dei tanti che oltre ad averci rimesso la vita ci hanno rimesso la dignità perdendo il posto di lavoro) in un periodo in cui aziende a capitale interamente privato andranno ad usufruire dell'attenzione e della disponibilità economica pubblica (parlo della situazione dell'ILVA) mi sembra particolarmente importante. E' vero, nel caso dell'ILVA si tiene giustamente conto della "bomba sociale" che potrebbe esplodere, però è anche vero che con l'ILVA si sta facendo quello che non si riesce a fare in casa nostra, in un impianto di interesse nazionale che al suo interno è gestito da una partecipata pubblica.
Adesso io non dico che gli operai dell' ILVA non vadano tutelati, vanno tutelati (e non voglio entrare in questo tipo di discussione) mi dispiace però che probabilmente quella "deflagrazione sociale" provocata dalla crisi dell'ILVA, che determinerà la perdita in un colpo solo di migliaia di posti di lavoro, innescherà una certa reazione nel Governo, mentre la crisi occupazionale delle industrie del nord-ovest della Sardegna, per essersi diluita negli anni, sembra avere meno importanza.
Occorre comunque sottolineare che l'ENI e le sue partecipate ci guadagnerebbero dall'avvio delle bonifiche in quanto una delle aziende più grosse del gruppo, la Syndial, è nata proprio solo ed esclusivamente per questo, per andare a introiettare denaro laddove la società madre o le varie società ad essa collegate hanno inquinato e sporcato. L'importanza della possibilità di costituirsi parte civile è determinata quindi proprio da ciò, perché aprendo un tavolo di trattativa con questi signori si potrebbe finalmente pensare ad un rilancio dal punto di vista industriale e comunque imprenditoriale di quell'area. Un'area che probabilmente molti di voi conoscono (perché negli anni di questo argomento si è discusso tanto, sia qui dentro sia fuori) un'area vastissima (la più grande d'Europa, per estensione, relativamente alle produzioni chimiche) 1000 ettari di terra all'interno della quale ci sono impianti non più funzionanti che richiedono una forte bonifica.
Tutte queste aree, peraltro, una volta bonificate e rimesse a disposizione delle autonomie locali, potrebbero tornare a creare reddito. Dunque l'intenzione di questa mozione voleva essere sicuramente quella di andare a contrastare uno Stato che non riesce a rendersi conto che una delle sue partecipate più solide (stiamo parlando di un'azienda che è tra le prime 30 aziende al mondo, tra le prime 30 multinazionali al mondo come produzione di reddito) non riesce a essere conseguente rispetto all'azione che esso stesso, invece, pone in essere nei confronti dei suoi cittadini.
Dunque dobbiamo richiamare all'ordine il Governo nazionale per riaprire un tavolo di trattative che possa realmente metterci nelle condizioni di far valere il fatto che abbiamo quel famoso coltello dalla parte del manico, perché loro signori non hanno più l'opportunità vigliacca di metterci contro, di farci recedere, come hanno fatto ogni qual volta negli anni siamo andati a discutere di questi argomenti, facendo balenare la spettro del licenziamento di migliaia di lavoratori. Se in passato questa eventualità ci ha fatto sempre recedere, ci fatto sempre compiere un passo indietro, oggi che quei posti non ci sono più c'è solo la possibilità di poter utilizzare un'area vastissima che contiene, al suo interno, uno degli specchi acquei più grandi del Mediterraneo.
Abbiamo la possibilità di disporre di aree water front davvero importanti entro le quale poter investire dal punto di vista industriale per raggiungere quei famosi punti di PIL che mancano alla Sardegna per renderla davvero industriale e capace di auto sostentarsi e poter poi condurre anche battaglie future di autonomia e quant'altro. Sappiamo anche, però, che senza la possibilità di avere una quota sostanziosa di risorse finanziarie saranno tutte battaglie che rimarranno sulla carta e che non potranno sicuramente essere portate avanti.
Dunque l'idea della mozione nasce da questo, nasce principalmente dall'esigenza di condurre una battaglia di dignità nei confronti di un territorio che ha dato tanto e ricevuto ben poco; nasce dall'esigenza di una tutela ambientale che oramai non è più procrastinabile, ma nasce anche dall'idea che una Sardegna, che comunque volge lo sguardo verso la valorizzazione turistica del suo grande patrimonio naturalistico, non può tollerare che delle aree così vaste e già compromesse dal punto di vista industriale (che appartengono in buona parte allo Stato italiano) non siano ripristinate, ribonificate e rimesse nella disponibilità della Regione. La nostra Regione non può fare a meno, infatti, di quelle aree già fortemente infrastrutturate per rilanciare realmente l'occupazione e lo sviluppo industriale dell' Isola.
Dunque l'idea era questa, un'idea che si allontana probabilmente da quella che anima la mozione (o meglio la premessa della mozione) presentata dall'amico Planetta; però, ripeto, i punti di accordo sono sicuramente superiori a quelli di contrasto. Quindi è importante che non tanto si voti e si discuta di questa mozione e di queste mozioni ma si prenda coscienza di ciò che sta perpetrando ormai da anni, da decenni, lo Stato con una delle sue lunghe mani (che in questo caso è l'ENI) e che si conduca davvero una battaglia che vada ben oltre le frontiere del mero interesse economico ma che provi davvero a risollevare i sardi dal punto di vista della dignità.
E questo lo si può fare non solo issando il vessillo della vittoria effimera rispetto al riconoscimento di qualcosa che è dovuto per legge, ma facendo capire ai sardi che all'interno di questa Aula vi è un'idea di come riutilizzare e dunque di come sviluppare quelle aree e rilanciare pertanto la Sardegna.
PRESIDENTE. Per illustrare l'interpellanza numero 41 ha facoltà di parlare il consigliere Planetta.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Si dà per illustrata.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Dessì per illustrare l'interpellanza numero 156.
DESSI' (P.S.d'Az.). Presidente, colleghi, certo è con un po' di imbarazzo, rispetto al ruolo che rivesto, che intervengo oggi a parlare di questa interpellanza, presentata esattamente 3 anni e 6 giorni fa.
Allora avevo posto l'accento su una serie di problematiche relative alla grave situazione determinatasi a seguito dei cosiddetti "fanghi rossi" derivati dalla lavorazione della bauxite. Oggi, dopo che sono trascorsi 3 anni, parlare di quello che si chiedeva con questa interpellanza al Presidente e alla Giunta in merito alle loro intenzioni, per fortuna sembra non avere più senso. Spero, anzi, che l'Assessore possa spiegare che senso aveva ieri parlare di questi problemi e che senso ha invece oggi. Il mio compagno Planetta e l'onorevole Mulas hanno ben illustrato l'orientamento sulla questione ambientale e noi, come politici, rappresentanti del popolo, veniamo sempre messi a scegliere su due interessi, talvolta difficilmente conciliabili: quello del lavoro e quello dell'ambiente.
La grande industria, e soprattutto le multinazionali, ma nel caso del Sulcis le aziende a partecipazione statale, hanno compiuto davvero dei disastri, e non di poco conto. Molti ci ha lasciato la vita per colpa di quegli impianti, della poca attenzione alle lavorazioni che veniva prestata e alle ricadute dal punto di vista sanitario e ambientale. Oggi, per fortuna, sembra che qualcosa stia cambiando. Per fortuna, dico, rispetto alla situazione determinata dall'Eurallumina in modo particolare, sono cambiate tante cose.
Finora abbiamo addirittura assistito al paradosso che le industrie che inquinano molto e che non bonificano, possono anche essere assolte nonostante la loro adempienza a bonificare; questo davvero grida vendetta.
Ma è chiaro adesso che, rispetto a quelle notizie che provengono dalla situazione dell' Eurallumina, rispetto ai percorsi che si stanno seguendo, magari, Assessore e Presidente, potete dirci se corrisponde al vero, non tanto l'interesse della multinazionale Rusal a portare avanti le iniziative di riavvio di quel sito, ma se i quasi 2 milioni messi a disposizione dal Ministero dell'ambiente, che poi verranno chiesti come risarcimento all'Eurallumina, hanno prodotto davvero dei risultati positivi capaci di fugare lo scetticismo rispetto alla possibilità che il bacino dei fanghi rossi, che è sotto sequestro, venga poi rimesso nell'utilizzo della fabbrica in piena sicurezza, soprattutto dal punto di vista ambientale.
Volevo sapere se corrisponde al vero che sono stati realizzati circa 31 pozzi di emungimento per bonificare quel sito, finanziati in due trance dal Ministero dell'ambiente, e affidati a una ditta, la SIMAM, se non vado errando. Vorrei capire inoltre se è vero che esiste una relazione che affermi che quel sito è in sicurezza, è bonificato e può essere riutilizzato, perché così si potrebbe procedere alla riapertura della fabbrica in piena sicurezza, con tutte le ricadute sul piano occupazionale che ciò determinerebbe per quel territorio, senza la spada di Damocle della Magistratura che potrebbe fa richiudere quel sito. Ecco, in merito a questo, magari, visto che il tempo è scaduto, vorrei capire se ha qualche notizia…
PRESIDENTE. Onorevole Dessì, il tempo a sua disposizione è scaduto.
Per illustrare l'interpellanza numero 168 ha facoltà di parlare il consigliere Planetta.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Si dà per illustrata.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, colleghi, ho sottoscritto questa mozione perché condivido la necessità che la Regione Autonoma della Sardegna porti avanti tutti gli interventi possibili costituendosi parte civile nei numerosi procedimenti giudiziari che impegnano la Procura della Repubblica nei diversi tribunali sardi, e non solo. Questi procedimenti giudiziari sono legati al perpetuarsi di disastri ambientali in aree sempre più vaste dell'Isola (come se in Sardegna non fosse reato l'inquinamento dell'ambiente) nonché alle ripercussioni di questi disastri sulla salute di noi sardi…
(Brusio in aula)
…E' scandaloso, Presidente. E' scandaloso!
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, ha ragione. Colleghi! Onorevole Rodin! Onorevole Meloni! Onorevole Contu! Onorevole Sabatini! Se prendete posto… grazie.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Grazie, Presidente. Sino ad oggi il lassismo della Regione Autonoma ha reso impunibili bande di criminali che hanno inquinato la nostra terra, il mare e l'aria, e oggi, come se non bastasse, vogliono pure stravolgere il sottosuolo con le trivelle; tutto ciò in nome del solito profitto individuale. In questo scenario, però, si annoverano anche i disastri prodotti dallo stesso Stato italiano, tra servitù militari industriali e giochi di G8. L'impunità è stata garantita a tutte le imprese in Sardegna, a tutte le imprese di importazione, e le multinazionali hanno trasformato la nostra terra in una camera a gas per la salute dei sardi e per le nostre economie.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BRUNO
(Segue ZUNCHEDDU.) Questa mozione, che io ritengo molto importante, comprende numerose azioni istituzionali, già portate avanti dal Gruppo di cui io faccio parte, proprio in materia di tutela dell'ambiente, per cui, per ragioni di tempo, mi soffermerò solo su qualche punto non particolarmente trattato dalla mozione, in particolare sulla questione del G8 a La Maddalena e sulla mancata costituzione di parte civile al processo contro la Protezione Civile del Governo italiano.
Noi ci troviamo di fronte a due processi: il primo, citato nella mozione, riguarda il disastro a mare. Per la bonifica dello specchio d'acqua di fronte all'Arsenale, dove la Marina militare italiana, per oltre 100 anni, ha riversato ogni sostanza inquinante, furono stanziati 75 milioni di euro. Di fatto la bonifica non solo non è stata eseguita, ma la rimozione di una parte dello strato superficiale ha smosso il fango velenoso sottostante espandendolo in tutto lo specchio d'acqua. Ci troviamo quindi di fronte a due reati: quello di appropriazione indebita di danaro pubblico e quello di disastro ambientale; basti pensare che il Water front dell'ex Arsenale è interdetto perché è avvelenato. Su questa questione ha indagato il Pubblico Ministero Rossi del Tribunale di Tempio, con rinvio a giudizio dei responsabili.
Il secondo processo, di cui la mozione non parla, cioè non lo contempla, riguarda le mancate bonifiche a terra, e cioè quelle legate all'ex Arsenale militare. Per queste operazioni sono stati stanziati 400 milioni di euro, di cui 100 milioni di fondi FAS trasferiti dalle casse sarde a quelle della "cricca" di Bertolaso; tutto questo grazie al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi. I 400 milioni sono finiti nelle tasche della "cricca", senza che le bonifiche venissero eseguite, visto che le opere, a tutt'oggi, non sono fruibili.
Dopo una lunga battaglia, conclusasi con la sentenza del Tar Lazio del 25 maggio 2011 (che ha condannato la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione civile, Unità tecnica di missione, ordinando a quest'ultima di consegnare alla sottoscritta migliaia e migliaia di atti amministrativi sino ad allora coperti da segreto di Stato) è stato possibile analizzare i danni e le umiliazioni che la cricca, da Anemone, a Balducci, a Bertolaso, ha riservato a tutti noi sardi. Le migliaia di documenti…
(Brusio in aula)
Sto disturbando il P.D., Presidente, faccia qualcosa! Smetto e riprendo dopo, veda lei!
Quindi le migliaia di documenti li ho fatti pervenire tempestivamente al presidente Cappellacci al quale ho messo a disposizione anche i miei due legali affinché lo agevolassero nella costituzione di parte civile per conto della Regione. Nonostante le forti sollecitazioni e l'impegno assunto dal Presidente anche sulla stampa sarda (esattamente il 22 di novembre 2012) con cui rassicurava i sardi, ingannandoli, che la Regione avrebbe avviato le dovute azioni risarcitorie nei confronti dei responsabili, a distanza di quasi un anno nulla è avvenuto per difendere il diritto e l'orgoglio stesso dei sardi, ancor meno la costituzione di parte civile.
Il processo, dopo vari rinvii, e il trasferimento da Perugia a Roma, è previsto per il 20 gennaio; il Presidente può ancora costituirsi parte civile come hanno fatto ministeri del Governo italiano, il comando della Guardia di finanza e il Comune di La Maddalena, che è stato abbandonato dalla Regione autonoma. C'è da chiedersi che cosa impedisca il presidente Cappellacci di costituirsi parte civile contro personaggi spregiudicati sui quali pesano gravi capi di imputazione che vanno dalla corruzione alla violazione della legge Merlin per favoreggiamento della prostituzione. La Sardegna è la regione più lesa e non vorremmo che il suo persistere nel non costituirsi parte civile servisse ad alleggerire il carico giudiziario degli imputati come Bertolaso e amici, fortemente protetti dall'allora presidente Berlusconi.
Sull'affidabilità di Bertolaso ricordo che è stato condannato a pagare 40 milioni di euro allo Stato italiano per danni erariali. Al gruppo Anemone la Guardia di finanza ha contestato un'evasione fiscale di 166 milioni di euro, 140 relativi a imposte dirette, 26 milioni all'IVA, più 38 milioni di euro di fatture false. Queste sono le persone che noi dovremmo proteggere. Intanto tra uno scandalo e l'altro passa volutamente inosservata un'ennesima beffa dello Stato italiano contro la Regione autonoma, e cioè il declassamento delle bonifiche a La Maddalena.
L'ex ministro Clini, con un decreto ministeriale che si ispira alla legge numero 134 del 7 agosto 2012, ha eliminato La Maddalena dai SIN, siti di interesse nazionale, scaricando sulla Regione autonoma della Sardegna i costi delle bonifiche nell' Arcipelago. Di questi argomenti qui non se ne parla; purtroppo siamo distratti.
Nei confronti di questa operazione dello Stato italiano, che ancora una volta beffa e condanna la Sardegna, non vi è stata nessuna reazione di sdegno da parte del nostro Presidente che, caso strano, contemporaneamente veniva nominato commissario straordinario per il completamento dei lavori previsti nell'ambito dell'ex G8, lavori che avrebbe dovuto portare a termine entro lo scorso anno, e che avrebbero dovuto determinare il rilancio della portualità turistica, commerciale, militare, eccetera eccetera. Ma sul curioso incarico che il Presidente si è accollato - immagino gratuitamente - non si hanno più notizie ufficiali . Non si sa se sia stato sostituito né cosa accada in caso di mancato rispetto del termine, che non è in alcun modo specificato essere perentorio.
Ancor meno si comprende il doppio ruolo del presidente Cappellacci che nello stesso tempo riveste le vesti di parte offesa, che dovrebbe costituirsi parte civile contro una diramazione del Governo italiano, e di commissario straordinario col compito di concludere i lavori, quindi di soggetto nominato dal Governo e rappresentante dello stesso.
Con questa mozione il Consiglio regionale, in quanto massima assemblea dei sardi, chiede solennemente al Presidente di costituirsi parte civile per tutte le cause in corso, per far sì che nelle casse sarde rientrino almeno i 100 milioni di fondi FAS, visto che è certificato che i lavori non sono stati assolutamente eseguiti. In tutta questa brutta faccenda è mancato e continua a mancare il Presidente della Regione. Mai come in questo periodo di crisi così profonda, comunque, quei fondi possono dare respiro alle nostre emergenze, ai nostri ammalati di SLA, alle povertà estreme in forte crescita.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stocchino. Ne ha facoltà.
STOCCHINO (Gruppo Misto). Presidente, ringrazio intanto i colleghi che ci permettono di discutere, attraverso queste mozioni e queste interpellanze, di un tema importantissimo: la situazione ambientale della nostra terra. Io nella mozione - che pure condivido e che chiedo di sottoscrivere insieme con gli altri colleghi - ho notato la mancanza dell'indicazione di una delle cause dell'inquinamento: quella delle nostre servitù militari. Una causa di inquinamento che secondo me è sicuramente più devastante di quella dell'industrializzazione forzata realizzatasi intorno agli anni 60. Quindi credo che abbiamo due temi da affrontare se ragioniamo in materia di inquinamento ambientale, e sono due temi che hanno un convitato di pietra che si chiama Stato italiano.
Dentro tutti e due i problemi, infatti, c'è sempre lui, è sempre lui il responsabile (almeno in parte)) di una gestione dell'industrializzazione in Sardegna che ha sprecato territorio e ha prodotto posti di lavoro a termine (a termine nel senso di morti e nel senso di incapacità di quelle imprese di reggere il mercato) con l'occupazione militare di buona parte della nostra terra che impedisce sia uno sviluppo dei trasporti (perché sappiamo benissimo quanto incidono, per esempio, sui trasporti aerei le esercitazioni militari e gli spazi riservati alle esercitazioni militari) sia una adeguata valorizzazione dell'ambiente.
Quindi è una Sardegna devastata, e non solamente nel Nord, ma dal Nord, al centro, al Sud: Porto Torres, La Maddalena, Portoscuso, Ottana, Perdasdefogu, Quirra, Escalaplano, Teulada, San Lorenzo, e tanti altri. Io credo che il vero problema sia la mancata capacità del nostro Presidente odierno, ma in generale della politica in Sardegna, di essere controparte reale dello Stato, controparte reale che chiede a questo Stato di farsi carico dei danni che lui stesso ha contribuito a causare.
Il 13 ottobre sono stato a una bellissima manifestazione, a casa di Paolo Pisu, a Laconi, dove erano presenti i sindaci di La Maddalena, della zona di Quirra, eccetera, e in quell'occasione è stato sviluppato un ragionamento di cui, secondo me, dovremmo tener conto. Si disse: se noi ragionassimo rispetto alla possibilità di risanare quell'ambiente forse avremmo la possibilità di lavorare per trent'anni nelle bonifiche e di offrire risposte ai lavoratori che stanno aspettando quelle bonifiche perché le hanno vissute sulla loro pelle, le hanno vissute come leucemie, come tumori, come devastazione del loro territorio.
Ecco, io credo che dovremmo ragionare rispetto alle richieste di quei territori, dovremmo ragionarci proprio perché vogliamo una Sardegna che punti allo sviluppo turistico, che abbia la capacità di unire i territori, risolvendo soprattutto i problemi legati ai trasporti interni, e in quella direzione, secondo me, noi dovremmo avere la capacità di costruire una vertenza con lo Stato, che ponga le basi per la rimozione di uno dei principali ostacoli allo sviluppo reale di questa nostra Isola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore della difesa dell'ambiente.
BIANCAREDDU (U.D.C.-FLI), Assessore della difesa dell'ambiente. Intanto ringrazio i colleghi, in particolare l'onorevole Planetta, l'onorevole Mulas, l'onorevole Zuncheddu e l'onorevole Stocchino, per la passione con la quale hanno illustrato le mozioni e, soprattutto, per le tematiche affrontate, che sono di estrema attualità, nonché strategiche per la nostra Isola.
Io prima di esprimere considerazioni di carattere politico ed entrare anche nel merito delle questioni, volevo inquadrare il problema dal punto di vista giuridico (perché altrimenti molte volte si rischia di parlare senza sapere quello che è nei poteri della Regione) dicendo fin d'ora che condivido i dispositivi delle mozioni. Sarebbe assurdo, infatti, che la Regione dovesse assistere passivamente, rimanendo inerte, al saccheggio, alla devastazione e alla lesione del nostro bene primario. Per questa ragione non possiamo essere contrari al dispositivo.
Però, ho il dovere di fornirvi qualche informazione di carattere giuridico. Partiamo dal concetto di danno ambientale. Esso venne introdotto con l'articolo 18 della legge 349 dell'86 con la quale fu istituito il Ministero dell'ambiente. La disposizione precisa che qualunque fatto doloso o colposo in violazione di disposizioni di legge o di provvedimenti adottati in base a legge che comprometta l'ambiente, ad esso arrecando danno, alterandolo, deteriorandolo, distruggendolo in tutto o in parte, obbliga l'autore del fatto al risarcimento nei confronti dello Stato. Bisogna innanzitutto individuare la fonte genetica di questo strumento di tutela.
Al riguardo la Corte di cassazione, con la sentenza numero 1087 del 3 febbraio 1998, ha precisato che essa non va ravvisata nell'articolo 18, ma direttamente nella Costituzione, considerata dinamicamente come diritto vigente e vivente attraverso il combinato disposto di quegli articoli (2, 3, 9, 41 e 42) che riguardano l'individuo e la collettività nel suo habitat economico, sociale e quindi ambientale.
Queste disposizioni, proseguiva la Corte, elevano l'ambiente ad interesse pubblico e fondamentale, primario ed assoluto, imponendo allo Stato un'adeguata predisposizione dei mezzi di tutela per vie legali, amministrative e giudiziarie.
Questa premessa diede alla Corte lo spunto per affermare che, ancora prima dell'entrata in vigore dell'articolo 18 di tale legge, l'ordinamento forniva già un adeguato strumento di tutela attraverso la Costituzione e attraverso naturalmente l'articolo 2043 del codice civile, che è quello che riguarda il risarcimento del danno generico. In questo modo la Corte sembra dire che le due disposizioni, codice civile e Costituzione, raggiungerebbero lo stesso scopo.
In realtà non è questo il principio corretto che si deve richiamare dalla massima. Nella prova dell'indicato danno bisogna distinguere tra danni ai singoli beni di natura pubblica o privata, o relativi a posizioni soggettive individuali che trovano tutela nelle regole ordinarie, e danno all'ambiente considerato in senso unitario. L'articolo 18 è stato espressamente abrogato dal decreto legislativo 152/06 il cui articolo 300 dispone che è danno ambientale qualsiasi deterioramento significativamente misurabile, diretto e indiretto di una risorsa naturale o dell'utilità assicurata da quest'ultima. Il danno ambientale è quindi ispirato ai principi di precauzione e di prevenzione mutuati dall'ordinamento comunitario e introduce un concetto prima assente.
Uno dei temi più complessi e suggestivi che le norme di tutela dell'ambiente pongono all'attenzione dell'interprete è quello del rapporto che intercorre tra bonifica e risarcimento del danno ambientale. La difficoltà di distinguere tra i due tipi di tutela nasce innanzitutto dall'obiettiva difficoltà di inquadrare nelle categorie giuridiche tradizionali lo stesso concetto di ambiente. Il concetto di ambiente si configura sempre più come una scelta giuridica complessa, molto influenzata dal diritto internazionale che non si qualifica esclusivamente come bene unitario e immateriale, ma anche come espressione di un autonomo valore collettivo costituzionalmente garantito e come obiettivo di pubblici poteri.
L'ambivalenza del concetto non può non riflettersi sulla nozione del danno ambientale e sull'interpretazione delle norme chiamate a presidiare l'ambiente sul piano specifico della tutela, da una parte ripristinatoria e dall'altra risarcitoria.
La difficoltà è accentuata dal carattere oggettivamente frammentario della legislazione. Anche la terminologia ambigua del legislatore non aiuta. Alla bonifica dei siti contaminati e al risarcimento del danno ambientale sono dedicate due distinte discipline. Esistono però delle commistioni di concetti che tendono a rendere indistinta la linea di confine tra bonifica e risarcimento, in particolare la difficoltà di coordinare le norme sul risarcimento ambientale con le norme in tema di ripristino, sempre dettate dalla parte sesta del decreto legislativo. Il rischio però è quello di una duplicazione inutile di meccanismi di riparazione ambientale di difficile definizione e ancora di più difficile attuazione pratica, tenendo tra l'altro presente che questi meccanismi si sommano agli strumenti di riparazione in forma specifica previsti dalla parte quarta in materia di bonifica.
La linea di confine tra bonifica e risarcimento del danno ambientale risulta incerta anche a fronte della tendenza a privilegiare, per evidenti ragioni di speditezza, la bonifica in relazione a matrici ambientali (in particolare marine, lacuali e fluviali) esterne al sito propriamente responsabile della contaminazione.
Nell'attuale quadro normativo il danno ambientale è soggetto a due diversi regimi: uno di carattere generale, relativamente al risarcimento del danno ambientale introdotto come sopra detto, e uno di carattere speciale, relativo alla bonifica dei siti contaminati. Il regime sulla bonifica prevede a sua volta una disciplina generale e una disciplina specifica. La classica e fondamentale distinzione tra risarcimento in forma specifica e risarcimento per equivalente (previsto dall'articolo 2058 del codice civile) si traduce nel campo della tutela ambientale nella distinzione tra bonifica intesa come risarcimento in forma specifica e risarcimento del danno ambientale, dove la bonifica costituisce il mezzo di ripristino delle matrici ambientali se c'è il rischio di effetti nocivi per la salute umana.
Il criterio interpretativo di fondo, però, delle norme sul danno ambientale sembra si debba individuare nella bipartizione tra riparazione in forma specifica sotto forma di messa in sicurezza o di bonifica. La riconducibilità di entrambe le forme di tutela nel meccanismo del risarcimento costituisce un argomento di non secondaria importanza per qualificare sul piano soggettivo in maniera omogenea la responsabilità per danno ambientale. Il modello della responsabilità per colpa oggi si può dire affermato con chiarezza nelle norme sulla responsabilità per danno ambientale. Si deve peraltro sottolineare che l'obbligo di bonifica corrisponde all'esecuzione in forma specifica del risarcimento del danno ambientale.
Sarebbe illogico e contraddittorio ritenere che la regola di responsabilità valevole per il danno ambientale, cioè per risarcimento per equivalente, non valga per la bonifica, cioè per risarcimenti in forma specifica.
Arrivando invece nello specifico, la mozione numero 281 (di evidente delicatezza e drammaticità per i rischi connessi alla salvaguardia dell'ambiente e alla tutela della salute dei cittadini) è stata oggetto di sicuro interesse, non solo per l'onorevole Planetta e gli altri onorevoli colleghi firmatari, ma anche - mi sento di dire - per tutta la Giunta regionale e per l'Assessorato dell'ambiente in particolare. Proprio in riferimento al primo caso ricordato dalla mozione, la Giunta regionale (con deliberazione numero 17 del 24 aprile 2012) approvò all'unanimità la proposta di costituzione di parte civile della Regione nel procedimento penale nei confronti dei legali rappresentati della Syndial Spa, della Sasol Italia Spa , dell' Ineos Vinyls Italia Spa e del direttore dello stabilimento Ineos Vinyls Italia Spa di Porto Torres, imputati di reati di disastro ambientale, avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione e altro, nell'udienza del 27 aprile 2012.
Agli imputati si contestavano i reati di disastro ambientale insuscettibile di risanamento (consistito nella immissione in ambiente di sostanze pericolose, anche cancerogene, in grado di alterare in modo permanente la flora e la fauna marina con pericolo per la pubblica incolumità) avvelenamento di sostanze destinate all'alimentazione (essendo stata rilevata nei prodotti ittici, nell'acqua, nel fondale marino, una concentrazione di elementi chimici, anche cancerogeni, in grado di causare danni alla salute con pericolo per la pubblica incolumità) e altri reati connessi allo scarico di acque reflue industriali in Porto Torres.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue BIANCAREDDU.). Tale decisione fu determinata proprio dalla consapevolezza dei notevoli danni di natura ambientale, patrimoniale e di salute pubblica, nonché per l'immagine della Regione, causati dalle azioni legali compiute e oggetto del procedimento. In quell'occasione infatti le direzioni regionali dell'Assessorato del turismo artigianato e commercio, dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, dell'Assessorato per la difesa dell'ambiente nonché l'Agenzia regionale del distretto idrogeografico della Sardegna proposero la resistenza in giudizio ai sensi dell'articolo 24, sussistendo l'interesse per i rilevanti danni cagionati alla Regione Sardegna dai reati contestati.
Non corrisponde al vero, dunque, quanto viene asserito nella mozione nella quale si afferma che la Regione, malgrado le reiterate sollecitazioni e gli inviti formali finalizzati alla propria costituzione di parte civile, ha ritenuto pure di recente di proseguire nell'inerzia più totale. La Giunta regionale inoltre è costantemente impegnata nel riaffermare, in ogni sua azione, il primato dell'interesse dei sardi e della Sardegna (come ha dimostrato nel caso appena citato) ed è pronta ad assumere ogni iniziativa che dovesse rendersi necessaria per la tutela dell'ambiente, del patrimonio e della salute dei propri abitanti, valutando di volta in volta le azioni più efficaci, incisive e che non comportino ulteriori aggravi oltre quelli già tristemente sopportati a causa della crisi in atto e dei gravissimi danni subìti in occasioni come quelle richiamate dalla mozione.
Riguardo alla mozione numero 221, invece, ben conosciuto è lo scotto pagato dal comune di Porto Torres (e non è l'unico nel contesto regionale) a causa dell'attività industriale petrolchimica sviluppatasi nei primi degli anni 60 e andata avanti per decenni con scarsa o nulla attenzione per gli effetti nocivi che l'emissione di sostanze inquinanti generava sulle componenti ambientali e quindi sulla salute umana. Ciò era dovuto in parte alla non completa conoscenza di tutte le conseguenze connesse all'uso di determinati prodotti, sottoprodotti, scarti e rifiuti, in parte al perseguimento della logica del profitto.
Tutta la zona industriale di Porto Torres, facente capo all'ENI e rappresentata dalla società Syndial (così come per le restanti multinazionali commissariate e cedute a Sasol ed Ineos Vinyls) è sottoposta già da diversi anni alle attività di bonifica che comprendono le azioni di messa in sicurezza ed emergenza, caratterizzazione delle aree interessate dall'inquinamento, definizione del progetto definitivo ed esecuzione degli interventi.
In relazione proprio alle caratteristiche della compromissione, l'area industriale di Porto Torres è stata inclusa fino al 2030 nei siti di interesse nazionale ai fini delle operazioni di bonifica con conseguente titolarità del Ministero dell'ambiente relativamente all'approvazione dei procedimenti di bonifica. A partire dal 2004 sono state attivate le misure di messa in sicurezza di emergenza consistenti nella posa in opera di una barriera idraulica sul fronte mare con relativa trincea drenante al fine di intercettare gli inquinanti e inviarli ad un impianto di trattamento.
Grazie anche al forte impulso dalla Regione, dopo un complesso iter e serrato confronto tecnico, che ha visto coinvolti anche la provincia di Sassari e l'ARPAS, il Ministero dell'ambiente ha approvato, nell'ottobre del 2011, il progetto definitivo di bonifica della falda, progetto allo stato attuale in via di implementazione a seguito di alcune varianti richieste dal consorzio industriale di Porto Torres-Alghero.
Per quanto riguarda invece la bonifica dei suoli dalle discariche incontrollate sono stati presentati da parte di Syndial diversi progetti relativi a parti di aree di stabilimento; alcuni sono stati approvati ed eseguiti e per altri è stata richiesta, da parte del Ministero dell'ambiente e della Regione, una revisione profonda per consentire una bonifica più radicale.
In merito agli interventi relativi alla chimica verde si dissente con i proponenti della mozione in quanto, proprio la sostituzione della chimica tradizionale (che opera a partire dai derivati del petrolio) con la chimica verde (fondata invece sull'utilizzo dei prodotti di origine vegetale) consente la massima valorizzazione dell'area già pesantemente compromessa nell'ottica della sostenibilità perseguendo due risultati: la riqualificazione ambientale dell'area e il non interessamento di nuove aree vergini minimizzando così il consumo del territorio.
Per quanto riguarda il dispositivo, diciamo che l'ARPAS ha svolto e continua a svolgere un'attività di monitoraggio costante e di controllo sia sull'attuazione di interventi di bonifica e di messa in sicurezza, sia sullo stato delle componenti ambientali (acque sotterranee, acque superficiali e atmosfera) oltre che gestire la rete di monitoraggio della qualità dell'aria. Tutte le attività condotte finora dalla Regione hanno mirato ad accelerare il più possibile da parte di Syndial l'attivazione delle bonifiche (in parte, come già sopra evidenziato, in corso di realizzazione).
Al fine comunque di velocizzare ulteriormente la messa in opera di tutte le iniziative l'Assessore per la difesa dell'ambiente prende l'impegno di attivare un tavolo politico-istituzionale con Syndial, fermo restando che tutta l'approvazione definitiva dei progetti è in capo al Ministero dell'ambiente.
Relativamente al punto tre possiamo dire che la Regione si è già costituita parte civile nei confronti di Syndial per quanto riguarda episodi di sversamento a mare di sostanze inquinanti (delibera della Giunta regionale 171/1 del 24 aprile 2012) e si costituirà ulteriormente alla conclusione delle indagini in corso con il conseguente rinvio a giudizio dei soggetti interessati facenti capo al gruppo ENI.
In merito invece all'interpellanza del collega Dessì, che ha praticamente informato l'Assessore anche su fatti che oggettivamente non conoscevo (quindi lo ringrazio ulteriormente) il relatore ha illustrato con dovizia di particolari tutte le azioni che, dal momento dell'interpellanza ad oggi, sono state attivate dal Ministero dell'ambiente per la messa in sicurezza del bacino al fine di limitare gli effetti sull'ambiente. Allo stato attuale è in corso una sperimentazione da parte della società Eurallumina per valutare la possibilità di utilizzo del bacino per il proseguo dell'attività produttiva che, com'è noto, è legata anche alla realizzazione di una nuova centrale termica per la produzione di vapore.
Per quanto riguarda l'aspetto penale, le indagini non sono concluse e, allorquando lo saranno, la Regione valuterà l'opportunità di costituirsi parte civile.
Adesso però voglio esprimere una valutazione mia, politica, per l'Assessorato che rappresento. L'ambiente è un bene, e il bene - se noi consideriamo l'etimologia della parola - è qualcosa che deve recare utilità e giovamento a chi lo utilizza. Quindi dobbiamo superare quella concezione che ci porta a considerare il bene ambiente come il volo degli uccelli, che si può solo guardare, fotografare ma non utilizzare. La mia concezione (quella che modestamente voglio portare al Consiglio) è un'altra: noi siamo non custodi dell'ambiente ma, usando un termine giuridico, siamo usufruttuari.
L'usufruttuario nel codice civile è colui che ha la detenzione del bene, che lo può usare ma ha l'obbligo di non mutarne la destinazione d'uso, quindi lo deve restituire al proprietario (e come tale possiamo considerare il Padreterno) così come il proprietario gliel'ha dato. Però l'usufruttuario ha il diritto di coglierne i frutti, di utilizzarlo e di poterlo utilizzare per vivere.
Per rispondere alle citazioni evangeliche del collega Planetta voglio riferire un episodio. L'altro giorno ho partecipato ad una messa solenne, celebrata in occasione di una festività religiosa a Tempio dal Vescovo (quindi non sono parole mie e non sono neanche parole sentite di sfuggita in un bar) che durante la predica ha detto: "E' bene essere ambientalisti, è bene essere animalisti, dobbiamo tutelare tutti, ma c'è qualcuno che pensa a tutelare l'uomo?"
Tutte queste cose vanno quindi messe insieme per creare un circolo virtuoso, ma non deve essere preferita una a discapito dell'altra, cioè l'uomo non deve soccombere rispetto all'ambiente e agli animali e così pure gli animali rispetto all'uomo. L'abilità del legislatore, di coloro che si definiscono ambientalisti, di coloro che si riempiono la bocca di tutte queste belle cose, sta quindi nel trovare la sintesi, il compromesso, l'equilibrio, altrimenti non si va da nessuna parte.
Già il nome del mio Assessorato, Assessorato della difesa dell'ambiente, è un nome che mi mette sulla difensiva: da chi lo devo difendere io l'ambiente? Da voi? Dagli uomini? Chi sono gli aggressori?
Quindi già il nome difesa è riduttivo perché l'ambiente si può promuovere, si può utilizzare, sviluppare, non si deve solo difendere, si deve "anche" difendere (e guai a chi non lo difende) però ricordiamoci che nell'ambiente il Padreterno ci ha collocati per trovare una sinergia: non per rovinarlo, ma neanche per essere rovinati!
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Bastano pochi minuti per manifestare lo sconcerto e la delusione che veramente ho ricevuto questa mattina dall'esposizione dell'Assessore dell'Ambiente.
Se avessi fatto parte della maggioranza, Assessore, le avrei chiesto subito di dimettersi, di non proseguire nel suo lavoro, nella sua attività per la difesa dell'ambiente.
Abbiamo due concetti diversi sull'ambiente: uno è custodirlo, l'altro è usufruirne; sono concetti diversi e sul secondo non mi posso trovare d'accordo. Io credo di avere esposto nella mia relazione molto chiaramente il concetto di tutela dell' ambiente e del territorio. Noi oggi non siamo in uno studio legale, perché se avessimo avuto bisogno di un chiarimento giuridico saremmo potuti andare benissimo insieme con l'Assessore da un avvocato a farci spiegare (come hanno fatto altri, non in Sardegna ma nella Penisola) cosa significa costituirsi parte civile.
Lei qui dentro deve spiegarci se è d'accordo o no che la Regione si costituisca parte civile, se è d'accordo o no! Se è d'accordo o no sul fatto che lei ha provocato un disastro ambientale in Sardegna! Se è una controparte lei o no! Questo ci deve dire! Se no potremmo pensare che dietro il suo atteggiamento ci siano altre ragioni ( le cosiddette mediazioni degli interessi della dipendenza ) alle quali però io non voglio pensare e che non devono esistere se vogliamo bene a questa nostra Sardegna, alla nostra terra.
Allora, non voglio neanche sprecare altre parole, sono completamente insoddisfatto di questa risposta. Peccato, mi aspettavo una risposta diversa!
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Dessì. Ne ha facoltà.
DESSI' (P.S.d'Az.). La mia replica ha un carattere diverso, perché avevo rappresentato all'Assessore la necessità che la Regione Sardegna desse risposte immediate alla vicenda dei fanghi rossi. Dalle notizie che ci sono pervenute sembrerebbe che i lavoratori in modo particolare reputino positivo il riavvio dell'azienda, ma noi sappiamo che quell'azienda, senza l'autorizzazione, non può essere riaperta. Ora l'indagine è chiusa, la SIMAM ha finito di fare le sue valutazioni rispetto a quel sito, ha consegnato i documenti, abbiamo pertanto necessità immediata di capire se quel sito è disinquinato, se può essere utilizzato, o se è da considerarsi ancora alla stregua di tutti gli altri siti pericolosi. Ci vogliono risposte certe perché su quelle risposte si basa il sogno di 300 lavoratori, più l'indotto, di riprendere a lavorare.
Qui ci stiamo prendendo in giro, sappiamo benissimo che se quel sito non viene sbloccato quell'azienda non può ripartire. Io non sto chiedendo di sbloccare il sito, intendiamoci bene, io sto cercando di conoscere la verità, quindi se è vero che, come anche studiosi di fama internazionale hanno dichiarato, quel il sito non è altamente inquinante, è stato bonificato e può essere rimesso all'utilizzo dell'azienda. Bisogna saperlo subito e ci sono gli estremi per saperlo subito perché è stato consegnato al Ministero il documento con l'esito delle indagini e la Regione Sardegna ne deve conoscere il contenuto.
Non bisogna prendere in giro lavoratori che credono fortemente nell'azienda che ha investito e sta investendo su quel territorio. Una volta che c'è un'azienda che investe, che vuole rispettare l'ambiente, che sta facendo di tutto con le opportune tecnologie per tenere in piedi l'attività in maniera compatibile con l'ambiente, non vorrei che per colpa di inefficienze ulteriori di questa Regione alla fine a rimetterci sia sempre la povera gente.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Mulas. Ne ha facoltà.
MULAS (Sardegna è già Domani). Io per deformazione caratteriale non sono portato, nel momento in cui svolgo un ruolo politico, ad innamorarmi delle mie tesi. Cerco sempre invece di trovare la giusta via per conseguire ciò che auspico rispetto all'azione politica e, in questo caso, anche amministrativa. Pertanto confermo che invece a me l'impostazione data dall'Assessore, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista politico, piace, e che condivido molto la considerazione finale, perché è molto positiva rispetto al concetto di ambiente che abbiamo, e manifesta un atteggiamento volto a far progredire piuttosto che a stare all'interno del fortino e difenderci da tutto e tutti.
Dal punto di vista tecnico penso sia giusto dire ciò che è stato detto, perché dobbiamo strutturare un'azione che ci porti a conseguire un obbiettivo che sia perseguibile e dunque un'azione strutturata in maniera tale che non cada il giorno dopo, perché altrimenti sarebbe solo una vittoria effimera e rafforzeremmo il convincimento nei sardi che siamo qua a tutelarli solo a parole in quanto alla fine troviamo sempre quel qualcosa dovuto a qualcun altro che non ci permette di poterlo fare.
Ecco, io invece vorrei fugare questo tipo di dubbio e strutturare un'azione che permetta effettivamente di conseguire i risultati che ci siamo prefissi. Pertanto non essendo uno innamorato delle proprie tesi, ma dei risultati che esse vogliono conseguire, sono disponibile a ritirare la mia mozione chiedendo di poter integrare la mozione dell'onorevole Planetta (che secondo me è più completa, ed è stesa in maniera ineccepibile) col punto uno e il punto due della mia mozione. Se questo fosse possibile, se la Presidente considerasse possibile questa integrazione, io ritirerei la mia e voterei un'unica mozione.
PRESIDENTE. Poiché non vi sono opposizioni, metto in votazione la mozione Planetta integrata con i punti del dispositivo della mozione Mulas.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, io vorrei chiedere se è possibile inserire in questa mozione anche una nota per quanto riguarda l'imminente processo a Roma contro Bertolaso. Siccome il Presidente Cappellacci ha preso l'impegno pubblico, di fronte alla stampa, di costituirsi parte civile per riavere immediatamente i 100 milioni di fondi FAS, anche dall'Assessore io mi sarei aspettato qualcos'altro. L'Assessore, più che Assessore della difesa dell'ambiente della Regione autonoma, mi è sembrato un po' un avvocato di parte dello Stato italiano. Un avvocato molto diplomatico che ha giocato a confonderci con un'infinità di dati burocratici, utili sì, ma che non rispondono alla domanda principale: ci costituiamo parte civile sì o no? Questo è il problema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente. Ne ha facoltà.
BIANCAREDDU, Assessore della difesa dell'ambiente. Allora io chiedo scusa al Consiglio e in particolare all'onorevole Planetta se non sono stato chiaro, ma quando ho detto all'inizio che ero favorevole alla mozione e al dispositivo è chiaro…
(Interruzione)
Forse l'ho pensato, ma non l'ho detto; diciamo così. La Regione Sardegna, per quanto mi riguarda, si costituirà in ogni caso, in ogni processo e per ogni danno ambientale che chicchessia arrechi, senza cappello in mano, e senza che si possa dire che misteriosi poteri occulti possano influire su di noi. Quindi lo dico coram populo, a La Maddalena, Portotorres, in ogni posto. Io l'impegno lo prendo d'ora in avanti. Se per caso in qualche posto abbiamo in passato sbagliato e c'è una causa penale pendente, e sono scaduti i termini per costituirci, promuoveremo un'azione civile.
Quindi io più di questo non posso fare e non posso dire, perché se c'è procedimento penale dove siamo ancora in tempo per costituirci ci costituiremo, se qualcosa è sfuggito in passato e il processo penale è in corso inizieremo una causa civile. Quindi nessuno la farà franca. Non c'è nessuno che voglia assolvere nessuno e nessuno che voglia tutelare poteri occulti. Forse non sono stato chiaro, forse ora in poche parole ho detto quello che non sono riuscito a dire in venti minuti. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). L'Assessore ha appena puntualizzato che procederà alla costituzione di parte civile. Ne prendiamo atto e siamo contenti, ma la costituzione di parte civile non risolve nessuno dei problemi che sono stati sollevati anche in discussione. Mi sarei aspettato che si chiedesse alla Giunta non solo di provvedere alla costituzione di parte civile, ma anche di porre in essere tutte le azioni consentite dall'ordinamento per ottenere, da parte del responsabile, la bonifica dei siti inquinati. Però questo, che è un problema sostanziale, è stato totalmente taciuto in quest'Aula. E il motivo per cui io non ho firmato la mozione è questo.
Attenzione: al di là della costituzione di parte civile (che considero quasi un fatto dovuto) quello di cui non si è parlato è il problema sostanziale: cosa vogliamo fare per ottenere la bonifica dei siti inquinati. Di questo non si è parlato. Voteremo ovviamente a favore della mozione, rimarcando però che non si è parlato del problema sostanziale.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Metto in votazione la mozione numero 281.
DIANA Gianpaolo (P.D). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 281con le modifiche proposte dal consigliere Mulas.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dessì - Diana Giampaolo - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zuncheddu.
Si sono astenuti: Cappai - Locci - Rodin - Sanna Matteo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 57
votanti 53
astenuti 4
maggioranza 27
favorevoli 53
(Il Consiglio approva).
Convoco la Commissione IV e l'Ufficio di Presidenza. Il Consiglio verrà convocato a domicilio.
La seduta è tolta alle ore 12 e 36.