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Resoconto della seduta n. 264 del 19/10/2011

CCLXIV Seduta

(ANTIMERIDIANA)

MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 10 e 04.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 1° ottobre 2011 (257), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Roberto Capelli, Felice Contu, Angelo Francesco Cuccureddu, Rosanna Floris, Sisinnio Piras e Paolo Terzo Sanna hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 19 ottobre 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione legata ai disagi patiti dai pendolari del Sulcis Iglesiente". (697)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla drammatica situazione economica in cui versano i comparti agro-pastorale, artigianale, del commercio, delle libere professioni e delle partite IVA in Sardegna, sulle responsabilità del fisco italiano e sulla mancata applicazione dell'articolo 51 dello Statuto speciale da parte della Giunta regionale". (698)

"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle prescrizioni regionali espresse in merito al PUC di Badesi e la verifica sull'effettivo e concreto rispetto della sua entrata in vigore". (699)

"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità, in considerazione delle linee guida per lo sviluppo del Parco nazionale dell'Asinara, dell'area marina protetta e delle direttive del Piano del parco, di attivare le strutture competenti alla redazione e pubblicazione di bandi specifici per l'insediamento di diving center". (700)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'erogazione della misura 112 del PSR pubblicato nel 2009 e sulla paventata possibilità di dirottare la quota di finanziamento delle domande non ammesse ad altri settori". (701)

"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle attività del Consorzio industriale di Oristano". (702)

"Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata disposizione ministeriale di blocco delle esportazioni delle carni suine prodotte in Sardegna". (703)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero di consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 07, viene ripresa alle ore 10 e 25.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cherchi, Cocco Daniele, Dessì, Diana Giampaolo, Diana Mario, Ladu, Lai, Mulas, Obinu, Planetta, Rodin e Salis sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 30 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri.

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10 e 26, viene ripresa alle ore 11 e 03.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

Discussione dell'articolato del disegno di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)" (265/A)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Colleghi, ricordo che l'ordine del giorno reca la discussione degli articoli del disegno di legge numero 265/A.

Passiamo all'esame del titolo. Al titolo sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del titolo e dei relativi emendamenti:

Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)

Emendamento aggiuntivo Campus - Sanna Matteo - Diana Mario - Bardanzellu.

Titolo

Nel titolo della legge, dopo le parole: "Norme per la classificazione delle aziende ricettive" sono aggiunte le seguenti parole: "; ed altre norme di carattere urbanistico". (119)

Emendamento aggiuntivo Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula.

Titolo

Nel titolo dopo le parole "in materia edilizia e paesaggistica" sono aggiunte le seguenti ". Modifiche alla legge regionale 21 settembre 2011, n. 19 (Provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico". (256).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, credo che mai come in questa circostanza il titolo di un disegno di legge sia esplicativo del contenuto del medesimo. Contenuto che, anche nelle parole del relatore, l'onorevole Matteo Sanna, e della maggioranza di centrodestra, voleva essere di semplificazione di una legge che non ha dato i risultati sperati, di una legge che aveva promesso 40 mila interventi e ne ha prodotto forse poche migliaia, di una legge che è in gran parte inattuata e inapplicata in molti comuni proprio per effetto della sua farraginosità e complessità. Credo però che, mai come in questa circostanza, il titolo rifletta non la capacità di semplificare ma proprio il contrario.

Un titolo che, a leggerlo, fa venire i brividi perché si parte dalle "Modifiche e integrazioni alla legge regionale numero 4", e fin qui non ci sarebbe nulla di strano, poi si parla però di "Modifica alla legge regionale del 12 agosto 1998, numero 28: Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna", quindi sostanzialmente le normative nazionali sul paesaggio, per passare poi alla legge regionale 14 maggio 1984 che parla addirittura di aziende ricettive.... Scusate, Presidente, mi sembra che il brusio aumenti...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per cortesia, permettiamo all'onorevole Porcu di svolgere il suo intervento.

PORCU (P.D.). Se leggiamo anche gli emendamenti al titolo vediamo che non portano semplificazioni ma ulteriori complicazioni, tendono a far diventare questa norma (come peraltro molte altre che avete approvato in questa legislatura) una norma ombrello, una norma zattera, una norma contenitore, dove ognuno cerca di far salire la sua mercanzia.

L'emendamento numero 119, infatti, firmato da autorevoli colleghi come l'onorevole Campus e il relatore, onorevole Matteo Sanna, giusto per non sbagliare e per ricomprendere nella legge l'universo mondo, parla di "e altre norme di carattere urbanistico", cioè il via libera. Possiamo discutere di tutto e del contrario di tutto purché in questo disegno di legge sia presente il tema dell'urbanistica.

Nell'emendamento numero 256 poi ci sono già i primi pentimenti di una legge, quella sul golf, che, pur avendo avuto una gestazione molto lunga, infinite discussioni, non ha ancora messo d'accordo tutti e quindi nel titolo aggiungiamo anche: "Modifiche alla legge regionale 21 settembre 2011, numero 19", una legge approvata neanche un mese fa, una legge che in qualche modo ha già bisogno di modifiche, senza neanche essere partita.

Allora, a mio avviso il titolo, ma lo vedremo poi nel corso degli articoli, è assolutamente indicativo del profilo riformista della vostra maggioranza di centrodestra (senza il trattino), un profilo riformista che non è capace di tracciare norme chiare, è capace solo di promettere. In questo caso di promettere cubature in cambio del bene più prezioso che è il paesaggio, di promettere senza preoccuparsi poi della qualità di quelle promesse, della capacità e della possibilità che quelle promesse si realizzino e diventino posti di lavoro, diventino occasione di sviluppo.

Anche in questo disegno di legge vi siete preoccupati della promessa, vi siete preoccupati del racconto: i milioni di metri cubi, le decine di migliaia di interventi che, con la giustificazione del Piano casa, per poi coinvolgere non le case, non le zone urbane, ma l'agro e le coste, dovrebbero rimettere in moto l'economia della Sardegna. Un'economia della Sardegna sulla quale non mettete naturalmente un euro, un'economia della Sardegna che non viene fatta partire con provvedimenti organici, ma con norme straordinarie, con norme che non sono norme, ma sono norme che derogano alle leggi.

La qualità del vostro profilo riformista è nel titolo di questo provvedimento di legge, è nella sua qualità, è nel suo contenuto che promette sviluppo fittizio, fallace, che non riuscirete a raggiungere perché certamente questo testo, poiché non semplifica, non agevolerà i comuni nei loro compiti - lo vedremo nel corso del dibattito - non ha norme che semplificano l'iter amministrativo, neanche norme che abbattono la burocrazia regionale, ma norme che derogano ad altre norme.

Si lascia così la soggettività dell'interpretazione, rimane il dubbio se quelle norme possono agire anche su norme sovraordinate come il Piano paesaggistico e come è la normativa sul paesaggio che, ricordiamoci, è una normativa di rango costituzionale.

Presidente e colleghi, questa norma è l'ennesimo emblema del tipo di riforme che avete intenzione di portare avanti. Voi avete portato avanti soltanto riforme e leggi che derogano alle leggi urbanistiche, non c'è una sola norma approvata, organica, simbolica della vostra legislatura; non può essere certamente tale la leggina sugli oratori, o la leggina che consente l'apertura dei negozi il 1° maggio, e neanche le leggi obbligatorie sul bilancio o i vari assestamenti su cui avete caricato un po' di tutto.

L'emblema di questa legislatura, le leggi simbolo, sono le leggi sul Piano casa, sono le leggi sul golf. Leggi che non sono leggi, leggi che derogano ad altre leggi, leggi che promettono sviluppo non attraverso riforme organiche, non attraverso la semplificazione amministrativa, ma derogando ad altre leggi. Noi sappiamo che non c'è cassa, lo sappiamo che le risorse sono limitate, ma allora avrebbe senso accogliere l'appello che arriva da più parti di riqualificare la spesa, di provare a spendere meglio, di tagliare i rami secchi.

Invece l'operazione che voi fate è promettere la deroga, la promessa che volete fare è quella in cui dite: attenzione, noi apriamo una finestra per stravolgere gli strumenti urbanistici, gli strumenti urbanistici che sono stati oggetto di studi attenti per anni possono essere stralciati, possono essere derogati.

Avete previsto di tutto in questa norma, rivivono le vecchie lottizzazioni, saltano le verifiche di coerenza sulle norme di salvaguardia del Piano paesaggistico, addirittura gli aumenti volumetrici possono poi essere separati dall'unità principale, come avete previsto nel caso delle abitazioni a schiera. C'è tutto e il contrario di tutto, la promessa che fate è un via libera temporaneo (che poi temporaneo non è perché i tempi si allungano sempre di più) in cui le leggi non valgono. La vostra è una legge non legge, è una legge "si salvi chi può", è una legge che tacita le leggi esistenti e gli strumenti urbanistici esistenti, con la promessa di scambiare la deroga con un po' di sviluppo, con un po' di mattoni.

Ecco, credo che mai come in questo caso una legge e un titolo siano emblematici di una maggioranza confusa, di una maggioranza che è arrivata al capolinea, priva di una guida, come simbolicamente manca costantemente in quest'Aula la presenza del Presidente della Regione. Un Presidente che non c'è, un Presidente che fa altro, una Presidente che scrive letterine, un Presidente che compra pagine sui giornali preoccupato soltanto di apparire, preoccupato soltanto di promettere, mentre la Sardegna soffre gli effetti di una crisi che certamente voi non siete capaci di affrontare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). relatore di minoranza. Presidente, mai come in questa occasione discutere del titolo di un disegno di legge è quanto mai opportuno, e non per prendere o perdere tempo, ma perché io l'altro giorno ho ricevuto un messaggio dagli Uffici in cui mi si ricordava che era "confermata la seduta del Consiglio per mercoledì 19 ottobre 2011, ore 10, seguente ordine del giorno: D.L. 265 (Modifiche al Piano casa). Firmato: il Presidente".

Dico subito che questo argomento la sta facendo da padrone in questa legislatura; ormai è da due anni che ne stiamo parlando, è un argomento che sta di fatto monopolizzando l'attività prima della Commissione urbanistica e lavori pubblici e poi del Consiglio regionale.

Abbiamo impiegato sei mesi ad affrontare e ad approvare quella che sarebbe poi diventata la legge numero 4, diversi mesi e poi settimane per respingere la seconda versione di questo Piano casa, ancora diverse settimane della scorsa primavera in Commissione urbanistica per parlare di un'ulteriore modifica che sarebbe la terza versione del Piano casa. Abbiamo dovuto interrompere i lavori per approvare una leggina di esclusiva proroga dei termini che stavano ormai scadendo e in queste settimane abbiamo ripreso l'argomento.

La discussione su questo argomento diciamo che, quanto meno, ha lasciato libero il Consiglio regionale di affrontare le leggi finanziarie. Diciamo che da questo punto di vista possiamo ringraziare che almeno questo sia stato fatto, è stata data la possibilità al massimo organo di governo e di produzione legislativa della nostra Regione di occuparsi delle cose fondamentali: il proprio bilancio, la propria programmazione e le proprie spese.

Oggi quindi stiamo iniziando a discutere gli articoli di questa proposta di modifica della legge numero 4, che viene definita in maniera semplicistica Piano casa. Abbiamo più volte dimostrato che il Piano casa non c'entra nulla con questa legge, che da due anni stiamo aspettando un Piano casa vero che l'Assessore di allora, la Giunta e anche la maggioranza di allora, e di oggi, ci promisero dicendoci che sarebbe stato qualcosa di molto interessante. E stiamo ancora aspettando.

Nel frattempo abbiamo lavorato ad apportare modifiche alla legge numero 4 introducendo di volta in volta nuovi elementi. Questo disegno di legge cerca di rivedere non solo la prima legge, la legge numero 4, ma anche altre leggi precedenti; inoltre, con gli emendamenti che oggi verranno affrontati, e che già in Commissione la maggioranza ha approvato, di fatto si decide di allargare ulteriormente lo spettro di azione di questo testo di legge, sia dichiarando in maniera chiara che si vogliono rivedere norme di carattere urbanistico, sia esprimendo la volontà di aggiungere modifiche alla legge numero 19, il cosiddetto piano per i campi da golf.

In questo momento, quindi, stiamo ragionando del titolo di una legge che vuole occuparsi di tutto e fare danno un po' dappertutto senza accontentarsi del settore specifico dell'edilizia che, pure, era l'obiettivo originario. Un provvedimento di legge, come vedremo durante la discussione dei vari articoli, che non risponde alle esigenze dichiarate, che non può essere, è ridicolo pensare il contrario, un fattore di rilancio dell'economia della nostra Isola, che avrebbe bisogno di ben altra attività da parte dello stesso Consiglio ma anche della stessa Giunta.

Assessore, questa Regione ha bisogno di una Giunta che abbia la capacità di porre di fronte a un Governo, ahimè, sempre più agonizzante, l'esigenza di rivedere il Patto di stabilità; le nostre amministrazioni comunali stanno spendendo i residui, i finanziamenti degli anni passati per realizzare opere pubbliche e si ritrovano costrette a rescindere contratti per opere realizzate per metà. Perché? Perché non essendo state, le amministrazioni comunali, in condizione di pagare gli stati di avanzamento le imprese interessate non riescono più a portare avanti i lavori, di conseguenza i termini scadono, le opere vengono sospese e alla fine ci si trova nell'imbarazzante condizione di rescindere contratti, lasciare opere realizzate a metà per esclusiva responsabilità dell'ente appaltante; responsabilità che, ovviamente, poi vanno fatte risalire a monte, alla Regione prima e al Governo poi.

Di fatto, in estrema sintesi, noi stiamo creando le condizioni perché il settore molto importante dell'edilizia, il settore delle imprese edili vada a carte quarantotto, ma non perché non c'è la possibilità di costruire nuove case in Sardegna e in Italia ma perché i lavori non vengono pagati. Sull'ipotesi che si debba poter anche incentivare lo specifico settore delle costruzioni, occorrerà fare un ragionamento più serio, e non adottare una superficiale linea di condotta per cui si pensa che l'importante è "liberare i buoi", l'importante è dire a chiunque: fate quello che vi interessa fare perché noi vi daremo assistenza legislativa. Non funziona, signori colleghi, questo approccio non funziona per rilanciare il settore ma neanche per preservare un equilibrato sviluppo delle nostre comunità; sviluppo che, in questo modo, viene completamente rimesso in discussione.

Che dire poi degli altri argomenti che si vogliono affrontare con questo disegno di legge e che già nel titolo si vogliono riprendere affinché poi, durante la discussione dell'articolato, possano essere inclusi come materia di trattazione. Stiamo ragionando ovviamente di nuove norme urbanistiche, stiamo ragionando dell'ultima legge che ha approvato questo Consiglio regionale, la legge sul golf, che noi abbiamo avversato con forza perché, pur essendo valida all'origine (la stesura iniziale aveva dei tratti di grande interesse), si è poi trasformata, abbiamo avuto modo di dirlo più volte, in una legge di mera speculazione edilizia. Oggi se ne vuole riparlare e, come vedremo alla fine di questa discussione, non se ne vuole riparlare per rimettere in discussione il tratto più negativo di quella legge, e cioè il fatto che si dà la possibilità di costruire nuove volumetrie principalmente, per il 60 per cento appunto, destinate a nuove residenze. Non si intende rimettere in discussione quel punto, ma la questione...

PRESIDENTE. Onorevole Lotto, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Vorrei cominciare parlando della parte meno tecnica dell'argomento titolo, quella più politica e sfrondare, in questo modo, alcune questioni che vengono date in pasto ai cittadini tramite gli organi di stampa.

L'altro giorno l'Assessore, pubblicamente, ha detto: "Ma la verifica, l'adeguamento del Piano paesaggistico è un adempimento di legge". Perbacco, lo è, l'articolo 156 del Codice Urbani parla di verifica e di adeguamento. Assessore, ha letto bene, se l'è fatto spiegare che cosa significa verifica e adeguamento? Sicuramente non significa riapprovazione di un altro Piano paesaggistico. La verifica e l'adeguamento, per i quali è reclamato l'accordo con lo Stato, devono tenere conto di tutte le "procedure di divenire", nel senso che un Piano paesaggistico non immobilizza lo stato del territorio, lo manda in trasformazione; quindi, anche dal punto di vista cartografico oltre che tenere conto delle trasformazioni, ogni periodo congruo, va garantito un adeguamento.

Su questo siamo d'accordo con lei, ma quello che state facendo è un'altra cosa. Voi state riscrivendo il Piano paesaggistico, non lo state semplificando, non lo state verificando e neanche adeguando, lo state riscrivendo, e avremo tempo e modo per dimostrarlo. Per esempio, consideriamo il titolo che, molte volte, esplicita quello che nei discorsi non si vuole ammettere. Voi con questo disegno di legge non solo modificate la legge numero 4, ma dite anche di volere in qualche modo modificare le norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia di edilizia e paesaggistica.

Le norme amministrative in materia di procedura paesaggistica sono contenute nel Piano, sono determinate dal Piano, quindi voi state ammettendo di modificare quelle norme attraverso un disposto legislativo. Infatti il Piano è composto da norme tecniche di attuazione, più norme amministrative di procedura amministrativa, di quelle paesaggistiche non ce ne sono per definizione; voi ammettete, pertanto, che con legge ordinaria della Regione modificate la pianificazione paesaggistica, e già nel titolo c'è la dimostrazione che state facendo un'azione che non potete fare.

Poi, vi ho già detto che siccome nelle norme tecniche di attuazione scrivete che le norme di salvaguardia sono quelle che scrivete fatti salvi gli interventi della legge numero 4, quindi la legge numero 4, così come pensate di modificarla, è assunta quale caposaldo delle norme di attuazione, altra legge ordinaria che interviene. Assessore, è un ragionamento semplicissimo, forse lo deve spiegare a qualche persona che è dura di comprendonio.

Il codice Urbani ha detto: "Le Regioni, su delega dello Stato, e con la collaborazione dello Stato, facciano la pianificazione paesaggistica", noi abbiamo deciso con la legge numero 8 che si dava una delega alla Giunta, con quella procedura, e quella procedura rimane. Quel Piano ha valore costituzionale, a prescindere che sia adottato con atto amministrativo, perché è frutto di una delega costituzionale, e voi state facendo un'altra inversione a "U" pericolosa, su un tornante senza guardrail. State sbagliando, e lo state facendo a partire dal titolo.

Secondo, modifiche alla legge 28; Assessore deve domandare se, con l'avvento del codice Urbani e con l'approvazione definitiva del PPR, la legge numero 28 ha una sua funzione strategica o è stata completamente modificata. Che cosa dobbiamo modificare della "28"? Il regime di delega della autorizzazione paesaggistica è determinato dal Piano, non più dalla legge numero 28 (forse qualche parte residuale), si tratta di attuare il Piano, ma questo denuncia esattamente che cosa volete fare.

Poi, politicamente, al collega Matteo Sanna, che si preoccupa perché da parte di qualcuno c'è un dissenso nella società economica su questo Piano,anche all'onorevole Ladu che nella precedente discussione ha fatto un panegirico di questo provvedimento, con la disponibilità del Presidente a inglobare qualunque suggerimento, vorrei dire che una legge che si fa perché si è disponibili a raccogliere qualunque suggerimento, quanto più si può, è una legge priva di qualunque nesso strategico, quindi è una cosa buttata lì.

Secondo, se metteste assieme tutti coloro che hanno presentato domanda, quelli il cui interesse pensate di rappresentare in questo testo di legge, non si raggiungerebbe neanche quoziente necessario a richiedere un referendum in Sardegna. Cioè, roba da niente! Di quelle domande più della metà è inaccoglibile, perché quando si viola il principio del rispetto della distanza fra pareti finestrate, ad esempio, previsto dal Codice Civile, è evidente che quelle domande non possono avere accoglimento perché creano dei problemi, non sono derogatorie.

Mi divertirò poi quando entreremo nel merito, perché ci avete "fatto un mazzo" parlando di queste intese, ne abbiamo fatto tantissime e non abbiamo mai avuto una grana giuridica di alcun genere su quelle intese; però, dopo quella critica, voi acuite la fantasia e le chiamate "atti di coordinamento", cioè il nuovo nome delle intese è "atti di coordinamento".

Secondo la dicitura attuale gli atti di coordinamento che fa la Regione, pensate un po', hanno la potenza di carattere anticipatorio degli effetti della pianificazione paesaggistica; cioè io prometto solennemente che quello che sto acconsentendo attraverso un atto di coordinamento, cioè un'intesa, anticiperà la pianificazione paesaggistica. Ma, è una cosa singolare, è l'anticipazione in forma giuridica di un reato, cioè di una cosa che non ha una copertura né derogatoria, perché lo strumento non è quello idoneo, né logica, scritta in una norma.

Vi vorrei avvertire che le persone alle quali voi volete portare, come servizio della politica, questo prodotto, si troveranno nei guai.

Assessore, la pregherei se ha tempo, voglia, sensibilità, di un'ultima riflessione sull'utilità di questo strumento. Questo strumento è un atto di schizofrenia politica in un momento nel quale la gente non si sfama di queste cose, un atto di insensibilità politica e di declassamento della qualità della vostra maggioranza molto grave, un declassamento molto grave della vostra maggioranza. Tra l'altro molte di quelle domande inevase attengono a un periodo storico differente da quello attuale; quindi mentre la fame e la carestia stanno dilagando, dobbiamo ancora parlare di queste 10 mila-15 mila persone, o sarebbe il caso di parlare dell'aumento vertiginoso dei nuovi poveri sulla scena regionale? Fatelo, perché noi su questo provvedimento, anche sul piano tecnico abbiamo molto da dire e lo diremo.

Il titolo è il condensato della verità, cioè volete di nuovo tentare, con legge ordinaria della Regione, di modificare il PPR che, invece, è uno strumento di valore costituzionale per il quale è stato già stabilito come si modifica; di conseguenza avete già decretato la caducazione del provvedimento in esame. Quindi, sarebbe il caso di fare una riflessione in merito a un Consiglio regionale che lavora su un provvedimento che sa bene non avrà nessun effetto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (Gruppo Misto). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Diana Giampaolo.)

Seconda verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Cocco Daniele, Diana Giampaolo, Petrini, Rodin e Uras sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 32 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cossa - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Maninchedda - Meloni Francesco - Mulas - Murgioni - Obinu - Petrini - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Steri - Uras - Vargiu.

Poiché Il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 11 e 35, viene ripresa alle ore 12 e 07.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Uras)

Terza verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Cocco Daniele, Diana Giampaolo, Oppi e Uras sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 33 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Bardanzellu - Biancareddu - Campus - Cappai - Cocco Daniele - Contu Mariano - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Greco - Lai - Locci - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu.

Poiché il Consiglio non è in numero legale sospendo la seduta per trenta minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 09, viene ripresa alle ore 12 e 43.)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LOMBARDO

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana Giampaolo. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta la consigliera Zuncheddu)

Quarta verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Contu Mariano, Dessì, Diana Giampaolo e Zuncheddu sono presenti

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 34 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Mariano - Cossa - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Pitea - Pittalis - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Matteo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zuncheddu.

Il Consiglio non è in numero legale. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Il Consiglio è riconvocato questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 12 e 44.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta.

Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sulla gravissima situazione legata ai disagi patiti dai pendolari del Sulcis Iglesiente.

Il sottoscritto,

PRESO ATTO che:

- le soppressioni effettuate da Trenitalia, in modo indiscriminato e senza alcun preavviso, delle corse giornaliere da e per il capoluogo sardo si protraggono da oltre un anno a danno di una provincia (Carbonia-Iglesias) cha da sola movimenta verso Cagliari, secondo fonti di stampa, fino al 35 per cento dell'utenza sarda;

- inoltre, Trenitalia spesso effettua il servizio Carbonia-Iglesias/Cagliari con carenza di informazioni e con carrozze che sono sovente sottodimensionate per le esigenze dei pendolari creando enormi problemi ai lavoratori e studenti del territorio;

CONSIDERATO che:

- gli amministratori dei comuni interessati insieme ai rappresentanti della Provincia di Carbonia-Iglesias hanno manifestato l'intenzione di riunirsi in un comitato per dare una voce comune ai cittadini danneggiati dai disservizi di Trenitalia;

- ancora non esiste un contratto di servizio tra Regione e Trenitalia, lasciando a quest'ultima totale discrezionalità a discapito delle esigenze dei pendolari,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) se e quali azioni si possano intraprendere perché si porti a soluzione questo grave problema;

2) se esista realmente la volontà e la possibilità di stipulare un contratto di servizio con Trenitalia, come avviene in altre regioni, che la porti a rispettare l'esigenza dei pendolari con la previsione, in caso di inadempienze, di sanzioni, in modo da porre fine alla arbitrarietà con la quale vengono decisi orari, corse giornaliere o peggio l'annullamento delle stesse.

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulla drammatica situazione economica in cui versano i comparti agro-pastorale, artigianale, del commercio, delle libere professioni e delle partite IVA in Sardegna, sulle responsabilità del fisco italiano e sulla mancata applicazione dell'articolo 51 dello Statuto speciale da parte della Giunta regionale.

La sottoscritta,

PREMESSO che di fronte all'emergenza economica e sociale che coinvolge tutto il tessuto produttivo sardo, non solo per la crisi finanziaria mondiale in corso, ma anche per l'azione devastante del fisco italiano contro il settore agro-pastorale, artigianale, del commercio, di tutte le piccole attività locali e delle partite IVA, è stato appurato che l'Agenzia delle entrate ed Equitalia, vantano di aver raggiunto e oltrepassato in Sardegna, gli obiettivi di riscossione previsti;

VISTO che, come riportato dalla stampa, la sola Equitalia Sardegna vanta un incremento di oltre il 25 per cento di iscrizioni a ruolo, rispetto alla media italiana del 12 per cento;

CONSIDERATO che per il raggiungimento forzato di tale risultato, si ritiene che l'azione di Equitalia in Sardegna (la regione più povera d'Italia) sia andata molto oltre i suoi compiti istituzionali, con abusi attuati ai danni dei contribuenti;

VISTO che:

- Equitalia, violando le leggi che disciplinano il suo stesso legittimo esercizio per il raggiungimento delle finalità di accertamento e riscossione dei tributi e tasse, che giustamente i contribuenti devono pagare, ha scatenato una situazione di forte impoverimento economico delle imprese e delle famiglie, creando l'insorgenza di situazioni patologiche pregiudizievoli per la stessa salute dei contribuenti;

- tale situazione è talmente drammatica da far riconoscere alla Sardegna il triste primato, in questi ultimi tempi, dei suicidi;

- numerosi cittadini in gravi difficoltà denunciano di essere oggetto di sollecitazioni telefoniche da parte, presumibilmente, di personale riconducibile a Equitalia che intimerebbe pagamenti immediati, pena la messa in vendita della prima e unica casa: tutto ciò in violazione dell'articolo 590 del Codice penale che contempla tali pressioni,come "delitto di lesione colposa";

- oltre al contrasto con le leggi costituzionali, l'Agenzia delle entrate omette pure la sentenza n. 18983 del 7 giugno 2007 della Corte di cassazione, secondo cui, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, "deve essere escluso ogni automatismo e che eventuali strumenti presuntivi, quali gli studi di settore, per essere validamente applicati, necessitano di una particolare flessibilità alla peculiarità dell'attività svolta in ossequio al principio costituzionale sancito dall'articolo 53", che recita: "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva";

TENUTO CONTO che:

- anche i giudici di Lecce affermano che "particolare rilievo può essere dato alle caratteristiche dell'area territoriale in cui opera l'azienda", infatti la sanzione tributaria deve tener conto sia della situazione oggettiva della realtà come quella sarda, sia della capacità reddituale di ogni singolo soggetto;

- l'oggetto su cui verte, principalmente, la gravissima sofferenza dei diversi settori dell'economia in Sardegna, non sono i capitali dovuti, ma le insostenibili sanzioni e interessi che vengono applicati ai cittadini in caso di mancato pagamento;

- sulle cartelle esattoriali gravano procedimenti civili e penali per le irregolarità denunciate dai cittadini contro Equitalia;

- ci sono state numerose denunce con cui a molti contribuenti sardi sono stati notificati tributi già prescritti e spesso già pagati;

- migliaia di imprese sarde, continuano ad essere sottoposte a ipoteche e pignoramenti non solo delle aziende, fonte di sostentamento, ma della stessa prima casa, in violazione della Carta sociale europea, sottoscritta dall'Italia;

- Equitalia può ricorrere alle cosiddette ganasce fiscali e bloccare i mezzi di lavoro, anche essi nella stragrande maggioranza dei casi, indispensabili all'espletamento del lavoro e fonte di sostentamento, oltre che a mettere gli immobili all'asta, direttamente, senza alcuna ipoteca preventiva;

VISTO l'ostruzionismo di Equitalia Sardegna di fronte alle richieste di accesso agli atti per consentire ai contribuenti di verificare la regolarità e la legittimità delle procedure;

SOTTOLINEATO che:

- da una perizia pilota su cartelle esattoriali di Equitalia Sardegna, emergerebbe l'applicazione illecita di tassi superiori al cosiddetto "tasso soglia usura" (si veda la legge n. 108 del 1996);

- Equitalia recentemente è stata dotata dallo Stato italiano di poteri ancora più aggressivi nel recupero dei crediti, con 80 mila cartelle esattoriali in imminente esecuzione con pignoramenti e ipoteche;

- di fronte alla violazione dello Statuto del contribuente, che sulla base dei canoni costituzionali di razionalità, di uguaglianza, di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione, tutela in egual misura sia gli interessi erariali che quelli del contribuente;

- le azioni sopracitate, hanno contribuito alla crescita incontrollata della povertà e di indigenza di migliaia di famiglie, privandole anche del tetto, nonché causando come effetto, il forte incremento dei costi sociali e un acuirsi incontrollabile della conflittualità sociale, generando e contribuendo con ciò alla distruzione irreversibile di tutta l'economia in Sardegna;

- il territorio dell'Isola è ipotecato al 70 per cento dalle banche e da Equitalia,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e la Giunta regionale per sapere:

1) se sia a conoscenza dei fatti sopraelencati e come intenda intervenire sulle presunte illegalità nelle prassi adottate da Equitalia e dall'Agenzia delle entrate in Sardegna;

2) quali iniziative voglia porre in essere a tutela delle aziende, delle famiglie sarde e quindi di tutta l'economia dell'Isola;

3) se ritenga opportuno, a pari dignità istituzionale con lo Stato italiano e nel rispetto della nostra sovranità, ricorrere allo Statuto speciale per Regione autonoma della Sardegna per adottare provvedimenti di urgenza atti a inibire e bloccare:

a) l'aggravio di qualsiasi onere aggiuntivo, oltre che la sanzione omnicomprensiva, sul debito originale;

b) l'automatismo del ricorso all'asta giudiziaria e il pignoramento della prima casa e dell'immobile, delle strutture e degli strumenti di lavoro e sostentamento dei cittadini;

c) il superamento nel rimborso di 1/5 del reddito accertato (anche in ossequio ai dettati costituzionali sul dovere a contribuire in base alle proprie possibilità e sul diritto a una vita dignitosa delle famiglie);

4) sulle ragioni della mancata applicazione dell'articolo 51 dello Statuto per la Regione autonoma della Sardegna che recita: "La Giunta regionale, quando constati che l'applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all'Isola, può chiederne la sospensione al Governo della Repubblica, il quale, constatata la necessità e l'urgenza, può provvedervi, ove occorra, a norma dell'articolo 77 della Costituzione";

5) come intendano esercitare, con quali tempi e attraverso quali provvedimenti istituzionali, la nostra sovranità, derivata dallo Statuto di autonomia, nei confronti dello Stato italiano, per la difesa della nostra economia, del diritto al lavoro e a una vita dignitosa per migliaia di imprese e famiglie sarde, altrimenti condannate alla disperazione sociale e ad una povertà certa. (698)

Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sulle prescrizioni regionali espresse in merito al PUC di Badesi e la verifica sull'effettivo e concreto rispetto della sua entrata in vigore.

La sottoscritta,

PREMESSO che:

- il Comune di Badesi (OT), con la deliberazione Consiglio comunale n. 1 del 18 gennaio 2011, ha approvato definitivamente il proprio piano urbanistico comunale (PUC - articolo 20 della legge regionale n. 45 del 1989, e successive modifiche ed integrazioni) e con la nota n. 867 del 25 gennaio 2011 ha richiesto l'attivazione della prescritta valutazione di coerenza con la pianificazione paesaggistica regionale (PPR - articolo 31, commi 3 e 5, della legge regionale n. 7 del 2002);

- il Comitato tecnico regionale urbanistico (CTRU) "nella seduta del 30.03.2011, esaminando lo strumento urbanistico in argomento, ha ritenuto di dovere sospendere la valutazione affinché il Comune rimuovesse i vizi riscontrati e puntualmente specificati";

- successivamente, con determinazione n. 1635 dell'8 aprile 2011, la Direzione regionale della pianificazione urbanistica territoriale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanisticaha richiesto al Comune di Badesi una serie di modifiche sostanziali e radicali al PUC approvato;

- con deliberazione del Consiglio comunale di Badesi n. 30 del 30 maggio 2011 "sono stati approvati ulteriori elaborati integrativi, predisposti in recepimento di alcune prescrizioni espresse dalla RAS" in merito al PUC;

- sul BURAS n. 17 del 16 giugno 2011, parte III, è stato pubblicato l'avviso concernente l'entrata in vigore del PUC;

- le associazioni ecologiste Gruppo d'intervento giuridico e Amici della terra hanno richiesto (29 giugno 2011) alla Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale della Regione informazioni di carattere ambientale per conoscere le prescrizioni regionali espresse in merito al PUC di Badesi e la verifica sull'effettivo e concreto rispetto;

- il Servizio della pianificazione paesaggistica e urbanistica (Direzione generale della Pianificazione urbanistica territoriale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica) ha comunicato (nota n. 42842 del 20 luglio 2011) che la procedura seguita dal Comune di Badesi è illegittima: "La Direzione generale della Pianificazione con nota n. 42622 del 20.07.20 11 indirizzata al Comune di Badesi ha rilevato che la pubblicazione del provvedimento di approvazione definitivi del PUC sul BURAS n. 17 del 16.06.2011 è stata effettuata in mancanza del positivo esito della verifica di coerenza che costituisce presupposto necessario per procedere alla pubblicazione del piano nei termini di cui agli articoli 77 e 20 della legge regionale 22 dicembre 1989, n. 45";

- ciò nonostante, il Comune di Badesi, con avviso sottoscritto dal Sindaco Anton Pietro Stangoni, ha comunicato alla cittadinanza mediante avvisi pubblici "che dal giorno 3 ottobre 2011 il PUC è vigente", invitandola a una presentazione pubblica in data 24 ottobre 2011 presso la sala convegni comunale,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanisticaper sapere:

1) quale sia stato l'eventuale esito della prescritta valutazione di coerenza con la pianificazione paesaggistica regionale (PPR - articolo 31, commi 3 e 5, della legge regionale n. 7 del 2002) del PUC di Badesi;

2) quali iniziative intenda assumere nel caso di attuazione da parte dell'Amministrazione comunale di Badesi delle previsioni del suddetto PUC in assenza di positivo superamento della necessaria valutazione di coerenza con la pianificazione paesaggistica regionale (PPR), in palese violazione di legge, con indubbi riflessi di natura penale ed erariale. (699)

Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'opportunità, in considerazione delle linee guida per lo sviluppo del Parco nazionale dell'Asinara, dell'area marina protetta e delle direttive del Piano del parco, di attivare le strutture competenti alla redazione e pubblicazione di bandi specifici per l'insediamento di diving center.

Il sottoscritto,

PREMESSO che:

il piano del Parco dell'Asinara, è stato redatto in riferimento alle leggi n. 394 del 1991 e n. 344 del 1997, al decreto del Presidente della Repubblica 3 ottobre 2002, che ha istituito il Parco nazionale dell'Asinara e al decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 13 agosto 2002, che ha istituto l'area marina protetta denominata "Isola dell'Asinara";

il piano del parco è lo strumento mediante il quale devono essere disciplinate e orientate le azioni dei soggetti e degli enti che operano sul territorio del parco, vale a dire:

a) conservazione del patrimonio naturale ambientale e storico nella sua integrità fisica, biologica, ecologica, umana, sociale ed economica,

b) conservazione della natura e della storia dell'Asinara anche attraverso una organizzazione dello spazio di relazione funzionale al mantenimento delle risorse naturali e del patrimonio storico;

ed al contempo lo stesso piano del parco mira a far emergere gli obiettivi orientati alla tutela del paesaggio, emerso e sommerso, quali attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica e di attività turistiche compatibili con il rispetto e tutela ambientali;

CONSIDERATO che:

- i centri di attività di diving ed esplorazione dell'area marina rappresentano in tutto e per tutto attività che perseguono obiettivi pienamente compatibili con le premesse fatte;

- nel corso delle stagioni estive, ma non solo, la richiesta dell'utenza di poter usufruire di un simile servizio risulta essere in netta crescita, considerate l'unicità, la bellezza e il fascino del mondo sottomarino che circonda il parco;

- i soggetti che svolgono tale attività hanno la propria sede operativa a Stintino e questo non favorisce la piena fruizione dell'isola-parco da parte dei turisti, limitando lo sviluppo di un parco nazionale che fatica a decollare da ormai troppo tempo sia in termini produttivi che occupazionali;

RILEVATO che:

- l'articolo 25, comma 12, dell'ordinanza n. 23/09 del 28 maggio 2009 della Capitaneria di Porto Torres dispone che "I natanti da diporto adibiti a locazione/noleggio possono essere utilizzati esclusivamente per attività commerciale" richiamando gli articoli 2, comma 1, 27, comma 6, 55, comma 1, del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171 (Codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, a norma dell'articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172. - G.U. n. 202 del 31 agosto 2005 - Suppl Ord. n. 148); da ciò si evince che i natanti da diporto delle scuole diving operanti nell'area marina protetta, che hanno tutte sedi operative nei porti limitrofi al parco, non possono imbarcare persone dall'Isola dell'Asinara in quanto, così facendo, eserciterebbero attività di trasporto persone e non più attività commerciale come la legge sopra citata dispone, incorrendo in una sanzione amministrativa;

- la presenza di centri di attività di diving lungo gli oltre 100 km di costa dell'Isola dell'Asinara, in piena convergenza con le linee guida del piano del parco, costituirebbe un ulteriore strumento volto alla tutela sia del patrimonio faunistico che storico, e contribuirebbe allo sviluppo di attività di ricerca di carattere archeologico, in considerazione dei frequenti e significativi ritrovamenti di reperti di diverse epoche storiche,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio per sapere se non ritengano opportuno attivare, concertando con gli enti preposti, l'iter che abbia l'obiettivo di redigere e pubblicare un bando per l'insediamento nell'Isola dell'Asinara di centri di immersione e attività subacquee. (700)

Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sui gravi ritardi nell'erogazione della misura 112 del PSR pubblicato nel 2009 e sulla paventata possibilità di dirottare la quota di finanziamento delle domande non ammesse ad altri settori.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- tutte le aziende agro-pastorali sarde sono caratterizzate da un comune denominatore, ossia la grave crisi che incombe su di loro oramai da anni;

- l'Unione europea sostiene il reddito dei produttori agricoli dei Paesi della Comunità attraverso l'erogazione di aiuti, contributi e premi;

- il Piano di sviluppo rurale (PSR) rappresenta una estrinsecazione di tale modalità di aiuto;

- le modalità di istruzione delle domande presentate e di erogazione delle risorse legate alle misure di cui al Piano di sviluppo rurale (PSR) non intervengono in maniera celere e puntuale;

RILEVATO che:

- 1.956 aziende sarde hanno presentato l'istanza per beneficiare dell'aiuto di cui alla misura 112 del PSR;

- solo 1.013 domande sono state istruite, di cui solo 462 ammesse al finanziamento e 551 escluse dallo stesso;

- ancora 943 istanze sono in attesa di valutazione ed esito;

EVIDENZIATO che:

- la stampa locale negli ultimi giorni si è fatta portatrice di notizie sconcertanti in merito alla destinazione della quota di finanziamento relativa alle domande escluse;

- invero, parrebbe che vi sia l'intenzione di destinare la quota di finanziamento relativa alle domande escluse a favore di altri settori economici;

SOTTOLINEATO che:

- tutte le aziende agro-pastorali isolane, distribuite nella totalità dei comuni sardi, sono attanagliate da una drammatica crisi;

- il comparto agro-pastorale è quello che maggiormente ha necessità e basa la propria sopravvivenza sul percepimento di tali aiuti;

- la somma destinata al comparto agro-pastorale deve essere utilizzata ed investita all'interno del comparto stesso attraverso una rimodulazione del finanziamento e non dirottata verso altri comparti,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) quali provvedimenti intendano adottare al fine di investire le somme destinate all'aiuto delle aziende non ammesse alla misura 112 del PSR all'interno del comparto agro-pastorale;

2) quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al fine di garantire che i danari pubblici vengano tempestivamente messi a disposizione dei soggetti titolari del diritto a percepirli;

3) quali siano le tempistiche per provvedere alla erogazione dei contributi dovuti. (701)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sulle attività del Consorzio industriale di Oristano.

Il sottoscritto,

PREMESSO che la grave crisi economica che oggi attraversiamo ha caratteristiche certamente globali ma colpisce maggiormente le regioni più deboli e marginali, come appunto la Sardegna ed in particolare l'Oristanese;

SOTTOLINEATO che la classe politica istituzionale e dei partiti ha l'obbligo di prestare la massima attenzione ai percorsi da intraprendere per trovare una soddisfacente strategia di sviluppo e di rilancio dei territori;

CONSIDERATO che:

- la Provincia di Oristano ha alcune specificità e vocazioni, tra le quali agricoltura, turismo, cultura, artigianato e terziario;

- inoltre, tali settori reclamano una opportuna tutela del territorio e dell'ambiente, riservando la massima attenzione ai fattori di produzione altamente inquinanti che possono creare allarme sociale e non sono compatibili ed armonizzabili con gli ecosistemi esistenti;

AVENDO APPRESO di alcune ipotesi che vedono il coinvolgimento della dirigenza del Consorzio industriale di Oristano nell'accoglimento di proposte di impianti di smaltimento di rifiuti tossico-nocivi ed ospedalieri, addirittura provenienti da altre province e forse anche da altre regioni;

PRESO ATTO che un annunziato ampliamento della ex CWF della famiglia Clivati intenderebbe portare la produzione di carbone da circa 5-6 megawatt ad oltre 23 megawatt, comprendendo il recupero di fumi, l'utilizzo di biocombustibili, olio di palma e altri derivati e residui oleosi, senza una seria verifica di impatto ambientale (VIA),

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'industria per sapere se:

1) siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte e quali siano allo stato attuale le iniziative industriali in quel sito;

2) non ritengano necessario ed urgente promuovere un confronto tra gli enti e le amministrazioni interessate al fine di individuare strategie condivise per uno sviluppo a basso impatto ambientale, ma ad alto impatto occupazionale, che promuova il territorio e le sue peculiarità. (702)

Interrogazione Cocco Pietro, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata disposizione ministeriale di blocco delle esportazioni delle carni suine prodotte in Sardegna.

Il sottoscritto,

AVUTA NOTIZIA che il Ministro della salute si accinge ad emanare un provvedimento che blocca l'esportazione delle carni suine e dei loro derivati prodotte in Sardegna e che tale provvedimento sarebbe giustificato dal timore del diffondersi della peste suina;

CONSIDERATO:

- che il fenomeno richiamato era circoscritto a una ristrettissima area della nostra Isola ed è stato comunque, grazie al tempestivo intervento della nostra struttura sanitaria-veterinaria, prontamente debellato tanto da non destare preoccupazione alcuna presso gli allevamenti dislocati nel territorio regionale;

- l'enorme danno economico che da tale provvedimento ministeriale, che non trova alcuna giustificazione, deriverebbe al comparto, già provato da una profonda crisi che purtroppo in Sardegna assume caratteristiche da catastrofe,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se sia a conoscenza di questo sciagurato provvedimento e se non ritenga urgente, opportuno e necessario adottare tutti i provvedimenti utili per contrastare, qualora la notizia fosse affermativa, l'atto ministeriale, salvaguardando questo importante segmento della nostra economia zootecnica. (703)