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Resoconto della seduta n. 254 del 28/09/2011

CCLIV SEDUTA

MERCOLEDI' 28 SETTEMBRE 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 14 settembre 2011 (247), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesco Mula e Onorio Petrini hanno chiesto congedo per la seduta del 28 settembre 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Modifiche all'articolo 73, comma 3, lettera b), della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali)". (309)

(Pervenuto il 27 settembre 2011 e assegnato alla ottava Commissione.)

"Nuove disposizioni a favore degli interventi di cui all'articolo 27, comma 2, lettera r), della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), in materia di contributi per l'abbattimento dei costi relativi al fitto-casa per gli studenti universitari fuori sede, e di cui all'articolo 4, comma1, lettera b), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), concernente la concessione di assegni di merito per gli studenti". (310)

(Pervenuto il 27 settembre 2011 e assegnato alla ottava Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Amadu - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata ripresa del lavoro di informatizzazione del catasto da parte del personale dipendente dell'ex Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate". (684)

"Interrogazione Corda - Agus - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla nomina del sostituto del direttore di servizio dell'Ente foreste di Tempio". (685)

"Interrogazione Agus - Espa - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla convenzione tra la Regione e l'INPS in attuazione dell'accordo quadro, di cui all'articolo 20 del decreto legge n. 18 del 2009, convertito in legge 3 agosto 2009, n. 102, tra il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e le regioni per l'affidamento all'INPS delle funzioni concessorie nei procedimenti di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità". (686)

"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sui disagi provocati dall'improvvisa e immotivata soppressione da parte dell'ARST di alcuni collegamenti tra Olmedo e Alghero". (687)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulla manifestata volontà delle Poste italiane Spa di attuare tagli agli sportelli nei piccoli centri urbani della Sardegna". (688)

"Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata apertura del convitto e del semiconvitto annessi all'Istituto professionale di Stato per l'agricoltura, l'ambiente e lo sviluppo rurale (IPSAAR) di Sorgono e del servizio mensa". (689)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Agus - Cocco Pietro - Diana Giampaolo - Lotto sulla profonda crisi e sul rischio di cancellazione del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna". (266)

"Interpellanza Planetta sul mancato effettivo coinvolgimento degli oltre 4.000 proprietari interessati alle procedure di esproprio relative alla costruzione del gasdotto Galsi nel tratto a terra di attraversamento della Sardegna". (267)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero dei consiglieri presenti in Aula e dovendo procedere alla votazione della mozione, poiché non sono trascorsi i dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere, a termini di Regolamento, alla votazione, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 36, viene ripresa alle ore 16 e 49.)

Votazione e non approvazione della mozione Bruno - Uras - Salis - Capelli - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Cugusi - Sechi - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'uso indiscriminato, fazioso ed ingannevole delle risorse per la pubblicità istituzionale della Regione nella congiuntura economica più grave dal dopoguerra in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (147)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione della mozione numero 147.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, con la replica del Presidente le cose sono state dette, sono state chiarite; pertanto, poiché pensiamo che si debba lasciare libertà di voto a tutti i consiglieri regionali, chiedo la votazione a scrutinio segreto della mozione numero 147.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della mozione numero 147.

(Segue la votazione)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 64

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 28

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Discussione della mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla revoca delle commesse per 25 milioni di euro da parte di Trenitalia e sulle gravi conseguenze economiche e sociali che il mancato rilancio dell'importante stabilimento elettromeccanico regionale sta determinando, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (145)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 145.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla revoca delle commesse per 25 milioni di euro da parte di Trenitalia e sulle gravi conseguenze economiche e sociali che il mancato rilancio dell'importante stabilimento elettromeccanico regionale sta determinando, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

- ormai da anni si susseguono interpellanze, interrogazioni ed ordini del giorno sul più importante complesso elettromeccanico dell'Isola, sorto nel 1985 a seguito del tracollo industriale del polo tessile di Villacidro e precedentemente, di quello minerario di Montevecchio, nel Medio Campidano;

- tra gli interventi industriali, inseriti nel più vasto progetto del piano di rinascita per riscattare la Sardegna dal sottosviluppo e colmare il divario fra le regioni più ricche e sviluppate del nord Italia, la Keller Meccanica è stata da subito dotata di impianti modernissimi per produrre carrozze ferroviarie, imponendosi sul mercato nazionale ed internazionale fra le realtà metalmeccaniche del settore più affidabili;

CONSIDERATO CHE la vita dello stabilimento, pur essendo fra i più avanzati d'Italia, non è stata mai lineare, ancorata da sempre alle commesse dell'Ente di Stato, si ritrova oggi sull'orlo di una crisi senza ritorno, che determinerebbe il licenziamento dei 312 dipendenti e la mancanza di lavoro per altri 100 addetti dell'indotto; l'ennesima mazzata per l'economia del territorio che negli ultimi 20 anni ha visto crollare il suo tessuto industriale, faticosamente ricostruito dopo il crollo minerario; un danno enorme che rischia di implementare l'alto numero dei cassintegrati e disoccupati che fanno del nostro territorio un esteso bacino socio-assistenziale;

PRESO ATTO che anche la battaglia per il mantenimento del collegamento navale di Golfo Aranci per il trasporto dei carri ferroviari si è bloccata, tanto che restano nel cassetto le mozioni n. 7 del 28 maggio 2009 e n. 32 del 4 dicembre 2009, per cui il Consiglio regionale non è potuto entrare nel merito di un "pezzo" importante per il mantenimento in vita di Keller Meccanica, "pezzo" usato strumentalmente dalla stessa Trenitalia per negare i suoi impegni e minare lo sviluppo futuro dell'attività, poiché la citata soppressione impedirebbe, inoltre, di partecipare alle future gare e comporterebbe la perdita di tutte le qualifiche, nazionali e internazionali, sinora conseguite;

RITENUTO che:

- sia giunto il momento della massima difesa dell'ultimo baluardo industriale del Medio Campidano, con il quale il Governo nazionale intendeva invertire un trend economico-sociale che appariva ineluttabile;

- il tracollo della Keller suggellerebbe di fatto il definitivo fallimento di quella visione positiva e cancellerebbe dal territorio un'esperienza industriale difficile poi da recuperare, per cultura, tradizione, infrastrutture e maestranze, con gravissimo danno per il territorio, ma anche per l'economia futura dell'Isola;

alla luce di tali considerazioni, reputando indispensabile ed immediato il coinvolgimento del Governo nazionale, considerata la partecipazione dello Stato in Trenitalia,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

ad intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché la trattativa con Trenitalia sia portata al cospetto del Governo nazionale con un tavolo di concertazione che miri ad una azione coordinata sui trasporti e si determinino i provvedimenti necessari per il salvataggio e il rilancio di questa importante realtà industriale rappresentata dalla Keller, dalla quale bisogna ripartire per evitare che venga cancellato un segmento economico e sociale necessario ed indispensabile, non solo per lo sviluppo del Medio Campidano, ma per l'intera Sardegna.)

PRESIDENTE. Poiché non è presente l'Assessore dell'industria sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 52, viene ripresa alle ore 17 e 24.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghi e colleghe, questa mozione vuole porre all'attenzione del Consiglio il momento difficile che sta vivendo una industria importante, rilevante non solo per la Sardegna. E' una questione molto delicata, importante, anche per gli sviluppi e i risvolti che possono nascere dalla sua risoluzione.

Un'industria, dicevo, fondamentale per quel sistema industriale che la Sardegna ancora mantiene, pur con le vicissitudini di quest'ultimo periodo che dal Nord al Sud hanno visto l'isola segnata da gravi episodi di cancellazione del tessuto industriale; la Keller di cui oggi discutiamo rappresenta un tassello importante di questo sistema che nasce, in modo particolare nel nostro territorio, ma non solo nel nostro territorio, con le Partecipazioni statali negli anni '70.

Si avviava in quegli anni una nuova fase di industrializzazione della Sardegna, che riprendeva l'esperienza industriale segnata dal crollo del settore estrattivo, in modo particolare del carbonifero e del metallifero. Quindi il Governo nazionale si preoccupava che in Sardegna continuasse l'industrializzazione, un fattore importante per l'economia dell'isola. Negli anni '70 assistiamo a questa esplosione di imprese, specialmente tessili e chimiche, poi come avviene ogni 15, 20 anni (e come è avvenuto purtroppo in quest'ultimo periodo), ci fu un ciclo di caduta di quel tipo di industrializzazione delle Partecipazioni statali in Sardegna, la Keller nasce proprio allora.

Il suo insediamento risale al 1985; siamo nella fase della prima crisi industriale, soprattutto quella del polo tessile nel Villacidrese che segna l'inizio delle prime stagioni di crisi industriali: cominciano le cassa integrazioni, cominciano i drammi di migliaia di famiglie, ancora oggi migliaia di ex operai sono in cassa integrazione. La Keller quindi si inserisce in un contesto importante per l'industria in Sardegna e ciò determina, chiaramente, una profonda riflessione sul tema dell'industria e di questo tipo di industria, un'industria metalmeccanica, come abbiamo detto fondamentale nell'isola e importante anche a livello nazionale, in grado di fare lavorazioni per le industrie del Nord Italia, come fa la Breda, ma senza confronto a quanto pare, perlomeno per le cose che si dicono, avendo raggiunto un alto livello non solo tecnologico ma anche professionale.

Le maestranze sono considerate capaci, e stimate in quanto tali; purtroppo, ripeto, la Keller vive ripetuti momenti di alti e bassi e nuovamente ci ritroviamo in un momento difficile, dopo aver superato l'ostacolo derivante dalla scelta di rimanere in attività tra il polo siciliano e il polo sardo; la Keller, per le cose che abbiamo detto, riesce a spuntare questa sua centralità e viene riconosciuta questa sua valenza industriale.

Oggi questa industria, come tutti sappiamo, ha un personale costituito da 320 operai, tecnici specializzati per buona parte in diversi settori, la realizzazione di vagoni ed elettrotreni è così complessa da richiedere infatti capacità imprenditoriale e livelli professionali di alta specializzazione, non fosse altro perché come detto vi è un riconoscimento a livello internazionale.

Il Piano industriale apriva ampi spazi alle esportazioni nel Nord Europa, nell'Est europeo, nell'Asia, nel Nord Africa, dove ci sono territori che guardano, dopo la crisi politica, al loro rilancio e quindi alla loro infrastrutturazione. Le reti ferroviarie sono fondamentali nelle nazioni emergenti (nazioni che hanno una rete viaria diffusa) perché sicuramente consentono collegamenti maggiori e più rapidi di cui queste aree hanno necessità.

Quindi la prospettiva lavorativa esiste, però per una parte delle commesse che la Keller risulta detenere, ma la soppressione della commessa da parte di Trenitalia porta la Keller sull'orlo del fallimento. Oggi scopriamo che anche il gruppo imprenditoriale ha difficoltà al suo interno, tanto che si stanno cercando partners diversi. Si parla appunto della Skoda o di altre società interessate a partecipare alla quota Keller, un'industria, ripeto, con maestranze altamente specializzate che sarebbero costrette all'ennesima emigrazione nel Nord Italia, là dove esistono le concorrenti della Keller, se questa dovesse crollare.

Sarebbe un altro enorme danno, e non solo per quel territorio martoriato del Medio Campidano, di Villacidro, che nasce come polo industriale al fianco di altri poli industriali regionali che in buona parte sono falliti e che ancora oggi assistiamo. E' di questi giorni il servizio su Rai Tre nazionale sulla Z.I.R. di Isili: un'altra area dove abbiamo speso centinaia e centinaia di milioni di lire per un'industrializzazione praticamente fallita! Anche Villacidro è uno di questi baluardi, però c'è una differenza rispetto a Isili, o anche Ottana. Ottana sta soffrendo, ugualmente, questi momenti di crisi e qualcuno riprende, come si suole dire, il percorso della vecchia attività. L'insediamento industriale a Ottana è avvenuto in un ambito agricolo e pastorale; allora molti operai lasciarono la pastorizia per diventare operai ma, oggi, pare che molti stiano ritornando alla pastorizia.

Questo non può avvenire nel polo industriale di Villacidro, dove vi sono 150 anni di attività industriale; l'industria in Sardegna nasce insieme all'industria nazionale, le aree minerarie portano l'esperienza industriale in Sardegna, ma anche in Italia, perché i primi nuclei industriali sono i nostri. Questo territorio è vocato all'industria, non può essere consentito che, a causa della liquidazione della Keller, si cancellino esperienze industriali che non possono essere riprodotte così in qualsiasi parte della Sardegna.

A mio avviso la Regione sarda e la stessa Giunta sono chiamate a una profonda riflessione perché nella prospettiva di un programma di sviluppo regionale abbiamo sempre detto che un segmento industriale non può essere disconosciuto in Sardegna anche guardando al turismo come monocultura; io spero che non si crei una monocultura perchè abbiamo già sperimentato i danni fatti dalle monoculture industriali quando queste non hanno potuto svilupparsi ulteriormente.

La Keller, pertanto, in quest'area credo vada considerata un baluardo a difesa di questo polo industriale, di storia industriale necessaria alla Sardegna. Non si può cancellare questa fabbrica, per le persone che ci lavorano e per quelle dell'indotto, parliamo di migliaia di persone coinvolte, parlo degli operai e degli addetti ai servizi esterni e quindi delle famiglie che questi operai chiaramente mantengono in vita, proprio in vita perché oggi sappiamo quale realtà si viva senza lo stipendio.

Allora mi chiedo se non sia possibile che la Regione sarda prenda in mano la situazione; anche la settimana scorsa si attendevano risposte da parte del Governo nazionale perchè si tratta con Trenitalia, si dice, ma Trenitalia non ne vuole sentire di chiudere su queste commesse per via, parrebbe, anche di una disattenzione della Keller che non ha ottemperato alla consegna delle commesse precedenti, le commesse che Trenitalia a suo tempo aspettava nella consegna del 2010. Da qui la posizione rigida di Trenitalia anche dopo la presentazione da parte della Keller del Piano industriale, approvato a tutti i livelli istituzionali, compresa Bruxelles.

Ci troviamo in questa situazione imbarazzante per cui ritengo opportuno che la Regione sarda richiami a un tavolo di trattativa il Governo nazionale perché, essendo Trenitalia partecipata dallo Stato, lo Stato cioè il Governo deve dare mandato a Trenitalia di mantenere queste commesse. Ma non solo questo. La Giunta in questa trattativa deve "allargare il campo" e non solo mantenere la Keller nel polo industriale di Villacidro, ma ripartire da quella esperienza per ricreare un tessuto industriale nei poli a vocazione industriale.

L'industria si può insediare dovunque, abbiamo già dei territori compromessi, ne abbiamo compromesso tanti altri e stiamo ancora spendendo (abbiamo stanziato risorse anche nel bilancio dell'anno scorso) per realizzare i Piani di insediamento produttivo, i PIP, che non ospitano neanche un'attività imprenditoriale. Ecco perché ritengo necessaria l'attenzione, in questo contesto industriale, nei confronti della Keller, affinché quel presidio industriale non venga meno ma, anzi, si sviluppi ulteriormente con politiche adeguate sulla scena internazionale.

Ho detto altre volte, e ritornerò su questo tema, che è opportuno che la Regione sarda, per la sua autonomia, ricerchi accordi anche a livello internazionale. Penso alle aree del Nord Africa; una infrastruttura come la rete ferroviaria, dove sono in atto processi di sviluppo e di crescita, non può non essere contestualizzata all'interno di questi piani futuri di sviluppo. L'Unione europea ha raccomandato al Presidente della Regione che questo avvenga; il fatto di essere una Regione autonoma nel contesto mediterraneo ci mette in condizioni di aprire un dialogo facendo conoscere le nostre realtà industriali nei paesi del Mediterraneo.

Quindi, perché non proporre questa realtà, ripeto, che tutti ci riconoscono come una realtà di eccellenza e che non riusciamo, invece, a promuovere non solo nel contesto nazionale ma neanche in quello internazionale. Si ha bisogno di commesse; le commesse spesso non è detto che arrivino solo perché si tratta direttamente con l'acquirente, le commesse arrivano se si tratta anche con gli Stati da cui provengono le commesse o dove ci sono i committenti. Quindi in una politica di promozione della nostra capacità imprenditoriale.

In questa situazione, lo ribadisco, con il Governo deve essere aperto un tavolo più ampio rispetto alla sola risoluzione Keller. Al centro, indubbiamente, per le cose che abbiamo detto ci deve essere la Keller, perché non può essere cancellata un'esperienza industriale che deriva dalla prima vicenda industriale sarda ma anche nazionale, perché l'industrializzazione in Italia nasce nel XIX secolo e l'industria mineraria a Montevecchio nel 1849.

Peraltro l'industrializzazione nasce anche grazie al lavoro di un imprenditore sardo che si cimenta nella battaglia imprenditoriale con imprese straniere, inglesi, tedesche e francesi; eppure Montevecchio diventa un polo di alta valenza industriale e con grandi imprese che fanno conoscere l'industria mineraria sarda nel mondo, tanto che la stessa società mineraria di Montevecchio viene quotata in Borsa sino alla sua fusione con le Partecipazioni statali negli anni Trenta.

Ecco i fattori della nostra esperienza: operai e tecnici che hanno generato altri operai e altri tecnici; se si chiude questo polo non sarà possibile riconvertire maestranze specializzate in operatori turistici o in operatori agricoli. Le vocazioni si mantengono nei territori, non si possono spostare, non fosse altro perché quell'industria che si colloca in questo territorio può contare su maestranze formate, su maestranze che hanno la mentalità industriale, la mentalità operaia, la mentalità tecnica, ed è una ricchezza che non può essere sminuita pensando che, tanto, se non si fa lì si fa da un'altra parte.

Eppure il nostro tessuto industriale sta scoppiando, ormai, si sta frantumando. Nel Nord Sardegna, a Porto Torres, aspettiamo la chimica verde, con tutti i "se" e i "ma" che questo comporta perché ancora non conosciamo né gli sviluppi né le prospettive; al posto del polo industriale si propongono insediamenti di energie alternative che certo non occuperanno se non una minima parte degli operai di cui parlavamo e che finiranno in cassa integrazione, perché di questo si tratta, non c'è altra alternativa, non c'è prospettiva.

E tra dieci, venti, forse trent'anni, non lo so, vedremo pian pianino frantumarsi l'altro polo industriale, quello della grande Saras. Dobbiamo prepararci anche a quell'evenienza perchè tra trenta o quarant'anni non avremo più materia prima, o probabilmente quelle attività si sposteranno; già oggi mi risulta che la Saras stia cedendo parte degli impianti a società private, quasi stesse cominciando a dismettere le attività. È una prospettiva alla quale la Regione sarda deve guardare con attenzione e profonda serietà, per fare in modo che questa esperienza non venga meno.

Non credo che la Sardegna possa fare a meno dell'industria, è un segmento importante, non può essere insediata dovunque, abbiamo già delle aree compromesse anche dal punto di vista ambientale, ma quelle aree sono dotate di una grande cultura industriale e di grandi professionalità che non possono essere, ripeto, annientate. Quindi alla Giunta regionale, all'Assessore che in questo momento è qui presente, chiediamo uno sforzo perché si difenda in tutti i modi l'esperienza della Keller che non deve chiudere, perché sarebbe un enorme perdita per la Sardegna.

Questa è una industria nostra, non è un'industria delle Partecipazioni statali (il riferimento è all'industria chimica che cesserà a breve, se non è già cessata); è un'industria che, se posta al centro di una programmazione imprenditoriale regionale, può consentire la nascita di altri segmenti produttivi per la realizzazione oltre che di parti meccaniche, di arredi e di quanto altro occorre.

Ecco perché chiedo un impegno forte che guardi anche al rapporto internazionale di collaborazione: vendiamo e promuoviamo quest'industria nel contesto mediterraneo: ne abbiamo la possibilità; ed è un ruolo che la Regione sarda deve assumere con determinazione per guardare al futuro.

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione per l'intervento è di dieci minuti.

Il primo iscritto a parlare è il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, non intendo sminuire l'importanza e anche la credibilità o la sensibilità dell'Assessore quando dico che avrei preferito che fosse presente in Aula anche il Presidente: il momento è drammatico e richiede la messa in campo di tutta la forza politica che abbiamo a disposizione.

Non penso sia necessario che io ricordi a quest'Aula che cosa sia la Keller, che cosa rappresenti per il Medio Campidano e che cosa rappresentino quattrocento posti di lavoro per l'intero settore produttivo manifatturiero della nostra isola, dato che da anni porto questi temi all'attenzione del Consiglio, porto in quest'Aula il grido d'allarme di un territorio, dei lavoratori e delle loro famiglie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue CUCCU.) Colleghi, la prima mozione riguardante la Keller è stata depositata in quest'Aula a gennaio del 2008; allora, con i colleghi eletti nel Medio Campidano e con i Presidenti delle Commissioni trasporti e industria, rivolgemmo un appello alla Giunta regionale perché intervenisse sul Governo nazionale, su Ferrovie dello Stato e su Trenitalia per scongiurare la soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia.

A quella mozione seguì un ordine del giorno approvato con voto unanime del Consiglio regionale a fine febbraio del 2008; ordine del giorno analogo replicato a maggio del 2008 e poi seguito da altra mozione a dicembre del 2009. Ricordo sul tema anche le due lettere che inviai al Presidente della Regione perché si attivasse con iniziative istituzionali volte a garantire le precondizioni perché questa azienda non fosse destinata a morire, lettere rimaste anch'esse lettera morta.

Ripeto, mi dispiace che oggi non sia in Aula il Presidente, perché su questa battaglia, su questa vertenza, dobbiamo essere tutti dalla stessa parte: dalla parte dei lavoratori e dalla parte del territorio; non c'è e non ci può essere una contrapposizione con la Giunta regionale, anche se la Giunta regionale, è chiaro, è il nostro interlocutore, è quella che siede al tavolo con il Governo.

Le precondizioni a mio avviso sono due. Una attiene al collegamento dei rotabili con il Continente, come già avevo denunciato quattro anni fa, e la soppressione della linea del traghetto Garibaldi è stato il primo segnale di disimpegno da parte dello Stato che, invece, deve essere impegnato in Sardegna: quel collegamento costituisce infatti infrastruttura, collega la Sardegna con il Continente. Soppresso il traghetto, ci hanno promesso i servizi "a chiamata" che, di fatto, hanno reso difficoltoso per la Keller adempiere agli obblighi contrattuali con Trenitalia; infine si arriva all'epilogo, o a quello che sembrava l'epilogo e che purtroppo non lo è, quando Trenitalia, a marzo 2011, manifesta finalmente tutte le sue reali intenzioni perché esclude dalle gare d'appalto le aziende con siti produttivi ubicati nelle isole.

Noi abbiamo presentato un'interrogazione su questo; è scandaloso infatti quanto è scritto nella gara d'appalto; questa decisione è di una gravità io penso inaudita, ed è stata giustificata - leggo il virgolettato - "da inderogabili esigenze operative di Trenitalia", frase sibillina che nascondeva il vero motivo presente nel prospetto con le condizioni di fornitura dove c'era scritto testualmente: "Trenitalia non effettua servizio di trasporto nell'Isola né alcun tipo di traghettamento".

Questo è il primo segnale, questa è la vera volontà manifestata nero su bianco da Trenitalia: noi in Sardegna non portiamo nessun vagone e non abbiamo nemmeno alcuna intenzione di farlo, e quindi, chiunque abbia stabilimenti produttivi nelle isole, non può partecipare alle gare di Trenitalia; di fatto si disconoscevano comunicazioni sempre di Trenitalia inviate all'allora assessore Lorettu, in cui si manifestava l'intenzione di mantenere il collegamento da e per la Sardegna.

Nel frattempo sono intercorse difficoltà materiali nell'attuazione del Piano industriale dell'azienda, c'è una difficoltà finanziaria dell'azienda che non va sottaciuta; difficoltà non attinenti alla fattibilità del Piano industriale, ma che sono aumentate per effetto dei ritardi degli istituti di credito nel deliberare i finanziamenti e a causa dei successivi passaggi al MISE per accedere ai fondi per il salvataggio delle aziende in difficoltà.

All'inizio dell'estate finalmente arriva, collega Planetta, il parere favorevole della Commissione europea. Ma proprio quando gli operai stavano aprendo gli armadi e tirando fuori le tute da lavoro arriva l'ennesima doccia fredda; sempre Trenitalia, con una tempistica perfetta, una tempistica direi a orologeria, il 31 agosto revoca commesse per 16 milioni di euro e, come se non bastasse, fa scattare una richiesta di danni alla Keller per altri 10 milioni. Nel frattempo prosegue la mobilitazione, la ricerca di incontri ai tavoli ministeriali, ma "ogni giorno ce n'è una".

La settimana scorsa, quasi a voler mettere altri macigni sulla ricerca di una soluzione, Trenitalia comunica alla Keller, questa è la comunicazione del 14 settembre, la cancellazione dal sistema di qualificazione dei fornitori di beni e servizi. Quasi a dire che stiamo arrivando alla soluzione, ma la soluzione non la troviamo mai. Siamo all'ultimo chilometro, ma quest'ultimo chilometro si allunga sempre.

Allora colleghi, io mi chiedo, lo chiedo anche all'Aula distratta, però lo chiedo all'istituzione, agli Assessori: è mai possibile che in quest'isola si permette a un pezzo dello Stato di macchiarsi di un reato gravissimo come quello di causare la morte di un soggetto industriale? Può un'azienda, io mi domando, che dipende dal Governo, ammazzare un soggetto che è, sì, cagionevole di salute, ma ha bisogno di un'aspirina, non è assolutamente un malato terminale per il quale ci si potrebbe anche interrogare se sia o non sia il caso di staccare la spina. Ma non siamo in condizione di staccare la spina, la spina non va staccata e non può essere un'azienda di Stato, la voglio chiamare così, a farlo. E io penso che nessuno che sia ragionevole possa pensare che ci sia la volontà di staccare la spina.

A meno che, e sorgono anche i dubbi per il fatto che tutte queste cose succedono volta per volta, quando sembra che abbiamo trovato la soluzione, non si voglia ancora una volta sacrificare gli interessi dei sardi sull'altare di altri interessi nazionali. Noi questo dubbio dobbiamo porcelo se vogliamo negoziare con il Governo con cognizione di causa, per avere forza negoziale perché noi tutti sappiamo, non sfugge a nessuno di noi, che ci sono aziende del settore che sono in difficoltà e sono aziende pubbliche. Finmeccanica è pubblica e c'è qualche azienda di Finmeccanica che ha qualche difficoltà in questo settore. Io non vorrei che la salvezza di queste aziende ancora una volta si compia sulla pelle dei sardi.

Ecco perché il problema lo abbiamo qua, ecco perché l'interlocuzione la Giunta regionale la deve cercare al massimo livello con il Governo nazionale, perché il problema è interamente politico, non può essere un problema circoscritto a un rapporto contrattuale Keller - Trenitalia.

Purtroppo i tavoli di discussione con Trenitalia, nonostante la nutrita e autorevole presenza istituzionale, a oggi non hanno prodotto i risultati che stavamo aspettando; dobbiamo avere risposte dal Governo, noi dobbiamo avere un impegno concreto del Governo che dia adeguate indicazioni alle sue partecipate. In un momento di crisi le aziende che soffrono maggiormente sono quelle manifatturiere, e un Paese come l'Italia, uno dei primi paesi in Europa nel settore manifatturiero, può permettersi di perdere la sua più importante azienda in Sardegna? Io penso di no. Penso che dobbiamo fare di tutto noi e penso che debba fare di tutto il Governo se la volontà è questa; e penso che il Governo abbia anche tutti gli strumenti per imporre a Trenitalia, una sua partecipata, delle scelte strategiche che riguardano un'azienda in crisi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S. d'Az.). Assessore, Assessori, colleghi e colleghe, leggo la mozione e la premessa che dice: "ormai da anni si susseguono interpellanze, interrogazioni e ordini del giorno sul più importante complesso elettromeccanico dell'isola, sorto nel 1985 a seguito del tracollo industriale del polo tessile di Villacidro e precedentemente di quello minerario di Montevecchio nel medio Campidano". In queste quattro righe è sintetizzato, implicitamente, il fallimento di una consolidata prassi politica che risponde ormai a una ritualità, quella di impegnare il Presidente della Giunta, che risulta essere sempre costantemente inefficace conoscendo bene in partenza che genere di interlocutore è lo Stato italiano.

Uno Stato e un Governo al cui cospetto, dice la mozione, la Sardegna ha già portato fin troppe trattative, a mio giudizio sempre inutilmente. Termine infelice questo "al cospetto". Un tempo si usava dire al cospetto del re, ora siamo al cospetto del Governo nazionale. Parlo, badate bene, sempre di Stato italiano e non del Governo di turno e parlo di quello Stato vessatore e ingiusto che da sempre ci ha trattato e continua a trattarci come colonia, che consente di rapinare le nostre risorse, di inquinare la nostra terra favorendo le peggiori speculazioni da parte di cricche di amici e di pezzi significativi del suo apparato.

Mi riferisco per esempio all'Eni, a i tutti disastri e le ruberie che ci hanno consegnato le Partecipazioni statali, mi riferisco al Ministero della difesa e alle conseguenze nefaste delle servitù militari. Mi riferisco al Ministero dei trasporti e a quello delle finanze che si sono ben distinti, come tutti abbiamo visto, sia con la farsa della continuità territoriale che con l'affare poco chiaro della Tirrenia, e che oggi non si smentiscono con Trenitalia che revoca commesse per 25 milioni di euro e che minaccia di far scattare penali e richieste di danni per quasi 10 milioni di euro per presunte inadempienze dell'azienda di Villacidro.

Ma in queste quattro righe della mozione sono riassunti anche tutti quei modelli fallimentari che il territorio del Medio Campidano, dopo la chiusura delle miniere di Montevecchio, si è visto paracadutare dall'alto prima con l'insediamento del polo tessile e poi con la stessa Keller.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue PLANETTA.) Il Presidente della Regione è stato a colloquio con Matteoli e i giornali, mi riferisco alla stampa sarda, riportano con grande enfasi che il Ministro sarebbe riuscito a strappare a Moretti, l'amministratore delegato di Trenitalia, un impegno, per adesso solo informale, a rivedere le sue posizioni. Quindi, secondo loro, noi qui dovremmo essere contenti e sempre fiduciosi.

E' un copione già visto ormai in decine e decine di circostanze analoghe anche se, come dice la stampa, pare che l'ostacolo maggiore alla trattativa sia dato soprattutto dal clima di ostracismo presente nel Governo a seguito dell'autosospensione del Presidente della Regione dal P.d.L. Ma guardate che cosa dice la stampa! Io, come sardo, sono profondamente indignato e dispiaciuto davanti a tutto ciò. Tutto questo è inaccettabile per i trecentododici dipendenti della Keller e per gli altri cento dell'indotto che sono le vere vittime sia dell'inconcludenza sistematica della politica sia della gestione, censurabile, che l'azienda ha avuto negli anni.

Gli operai, oggi, rischiano seriamente di perdere il loro posto di lavoro. Questo è inaccettabile, perché parliamo di una vicenda simile, per esempio, sempre per restare a Villacidro, a quella della Scaini con l'ENI, a quella della cooperativa Enolearia, due piccoli esempi di aziende in crisi finanziaria. Morta la prima, con i lavoratori in mobilità decennale, e poi generosamente regalata; morta anche la seconda, per mano del Ministero delle attività produttive, a seguito di una liquidazione coatta che non ha risarcito i soci sostenitori e neppure i creditori.

Anche la Scaini, come la Keller, aveva buone competenze interne, aveva buoni operai e un mercato eccellente, ma è morta ugualmente per mano della stessa azienda di Stato, l'ENI, come è successo per la SNIA, come sta succedendo per la Vinyls. La Keller oggi ha un altro killer, il killer sono le Ferrovie italiane, ma il paradosso è che Trenitalia è partecipata anch'essa dallo Stato, e dunque il mandante è lo stesso dell'ENI, ed è questo Stato italiano che si ripete, e che oggi affossa un'altra azienda sarda e, con essa, l'intera economia del territorio.

Io credo, colleghi (dopo aver sentito i precedenti interventi), che non è più il tempo di attendere, non c'è più tempo di reggere questa situazione, è tempo oggi di reagire. Non c'è più tempo di restare aggrappati ai segnali di fumo di improponibili acquisti dello stabilimento da parte dei soliti indiani, e si aggiungono ora i cechi con la Skoda.

Queste soluzioni sono già state annunciate da più fonti, come in tante altre analoghe circostanze. Non possiamo più andare, cari colleghi, a bussare alle varie porte, a mendicare dei diritti sacrosanti, non lo possiamo più fare. Stiamo facendo continuamente le stesse cose senza ottenere dei risultati. Invece credo che sia arrivato il momento di dare un forte segnale di rottura a questo Stato, uno Stato inconcludente, uno Stato inutile alla Sardegna, uno Stato che ci ha procurato solo disgrazie, ma a cui riconosciamo ancora l'autorità di depredarci delle nostre risorse, di dirottare i fondi europei che spettano alla Sardegna, di non pagarci quanto ci è dovuto. Ci vuole un forte segnale, e questo segnale è l'indipendenza della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas.). Presidente, ogni volta che c'è una fabbrica che lavora, che produce, con lavoratori onesti e competenti, sembra che l'intenzione sia sempre di soffocarla con il pretesto misero che c'è crisi. La decisione di Trenitalia di annullare le commesse scarica sui lavoratori e sulle loro famiglie le inadempienze della fabbrica, mettendo a rischio circa quattrocento posti di lavoro fra dipendenti e indotto. L'atteggiamento ostracista di Trenitalia è inaccettabile, anche perchè la stessa Unione europea poco tempo fa ha dato parere positivo sul Piano di rilancio industriale dello stabilimento. Ma qui sembra che sia in atto il tentativo di affossare completamente un'azienda, con tutte le conseguenze che ne derivano.

C'è ancora di più; considerato il fatto che questo Governo vive di premesse e di promesse infinite, non esiste ancora nessuna vera garanzia per l'incontro tra aziende, sindacati e il ministro Matteoli, l'incontro è rinviato a una data da stabilire malgrado la mobilitazione dei sindacati, degli amministratori del Medio Campidano, della SFIRS e dell'azienda sul futuro dello stabilimento. Si prevede che si riaprirà la trattativa tra la Regione e Trenitalia. Sono parole, parole, parole. Ma si può ancora dare fiducia alle parole? Si parla di un piano B) da parte di vertici aziendali, e in accordo con la SFIRS e la Regione, per individuare eventuali nuovi soci finanziatori. Tuttavia non è chiaro che cosa si celi dietro questo tentativo.

Io credo che in questo momento la politica si debba impegnare attraverso azioni decisive presso il Governo centrale, affinché Trenitalia receda dalla decisione di annullare le commesse. Il nostro territorio, dove è in atto un processo di desertificazione industriale senza precedenti, depresso oltre ogni limite dal punto di vista occupazionale, non può e non deve sopportare un altro smacco.

La posta in gioco ancora una volta è molto alta, si tratta di circa quattrocento famiglie che stanno vivendo un dramma, con la sensazione che la politica sarda si disinteressi completamente della loro condizione. E' necessario che la Giunta si attivi per salvaguardare questa realtà industriale nel Medio Campidano, affinché non si debba subire il peso di un altro funerale nel panorama della nostra economia. La Regione sarda ha il dovere di portare avanti le iniziative dinanzi al Governo centrale, affinché una volta tanto si occupi anche della Sardegna e vengano date soluzioni dignitose a questa ennesima vertenza.

Un altro fatto da rilevare è che sono numerosi coloro che pensano che la Keller, che io pronuncio "killer", abbia anche altre defaillance che riguardano la dirigenza aziendale. Un esempio: l'ultimo bilancio della Keller Elettromeccanica, che appartiene per il 37 per cento al gruppo Busi-Aldrovandi, è stato chiuso nel 2009 e depositato con ritardo alla Camera di commercio. Il buco, come sappiamo, è di quasi 15 milioni di euro, dovuti. C'è poca trasparenza nel management della società, è tutto scientificamente verificato.

Se leggiamo i documenti a portata di mano di tutti, diciamo che è ora di fare i controlli appropriati e che chi ha sbagliato deve pagare. Troppo silenzio provoca sporcizia. "Facciamo pagare i conti a chi si è impossessato del bottino", dice Roberto Tronci su Facebook. Cari colleghi, perfino la Confindustria ammonisce la Regione: "intervenga o lasci ad altri"; "le imprese" dice da Palermo Alessandro Albanese "sono pronte ad acquisire Keller e PALitalia e a insediarsi nell'aria industriale di Carini". E questi sono imprenditori siciliani, attivi nel settore rotabile della carpenteria metallica e della verniciatura di grande levatura economica e tecnica, tutti iscritti alla Confindustria.

Si tratta, dunque, di capire meglio le intenzioni della Regione, che sembra bloccata aspettando un Governo misero e insensibile alla disperazione dei cittadini sardi. Vedete bene, cari colleghi, che qui c'è poco mercato economico e troppo mercato politico; i nostri lavoratori non possono più vivere sottoposti all'incertezza, dove il sacrosanto impiego del politico si scontra sempre con un limite che sembra insormontabile.

Come sfuggire, dunque, all'incertezza, che non è sempre scritta nel principio dell'uguaglianza? Perché soffocare i diritti dei lavoratori attraverso la carenza dell'istituzione e il menefreghismo politico? Dove sono andati a finire il potere costituente che decantate sempre e la democrazia istituita? Come sciogliere questa tensione fra legalità e legittimità, fra l'atto e la durata dei problemi dei nostri lavoratori?

Il comportamento vergognoso della Regione e del Governo centrale sembra un attacco in piena regola contro la solidarietà e i diritti sociali, ed è un'offensiva senza precedenti verso i lavoratori che non vogliono diventare ricchi, ma solo vivere senza preoccupazioni. Certo è che dall'isola dei precari a quella dei lavori forzati finalmente chi di realtà ferisce, di realtà perisce, almeno un po'. La scena pubblica sembra estranea alla morale, è scolorita la retorica dei governanti, quello che effettivamente predomina è il cinismo dell'interesse di parte, la "scandalistica" fornisce un ricchissimo materiale e con forme di un cinismo pubblico generalizzato.

I lavoratori della Keller subiscono ogni giorno il diktat delle istituzioni, l'inganno e la menzogna, e il ruolo della menzogna nel gioco di verità è l'arma di questo Governo. Il discorso menzognero ricomincia ormai a funzionare come un assist a vantaggio della furbizia, di cui ciascuno dei nostri lavoratori dovrebbe armarsi nel proprio microcosmo relazionale. In questa Isola ci sono coloro che vorrebbero migliorare i cittadini, e ci sono anche coloro che stimano che ciò avvenga solo migliorando prima di tutto le loro condizioni di vita. Ma a noi sembra che l'uno non vada senza l'altro e sappiamo bene da dove cominciare.

Sappiamo anche che non si può parlare di nessun modello di sviluppo se il popolo ha fame, ciò significa che l'idea stessa di sviluppo è un'idea sottosviluppata; lo sviluppo è un viaggio che contiene più naufragati che passeggeri. Che fare per convincersi, allora, a risolvere subito la vicenda Keller? Ci affidiamo a psichiatri, a psicologi? Chiediamo che la Regione ci dia una comunicazione, ma una comunicazione convincente, perché sappiamo bene che anche la comunicazione è di solito l'opposto della conoscenza, è nemica delle idee, perché le è essenziale dissolvere i contenuti.

Lo sviluppo, cari colleghi, non verrà da Milano o da Roma, ma dai paesi del Mediterraneo, dai paesi del petro-dollaro, perchè noi possiamo sempre fare buoni affari con loro: la Sicilia, Londra e Parigi insegnano.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, la vicenda della Keller presenta aspetti paradossali, così come hanno evidenziato molti dei colleghi che sono intervenuti, perché non stiamo parlando di un'azienda che è entrata in crisi per una delle, purtroppo, solite cause. Perché, per esempio, le modificazioni che è andato subendo in questi anni il mercato globalizzato hanno determinato uno spostamento delle preferenze sui prodotti, o perché i prodotti sono diventati poco competitivi, o perché ci sono state scelte aziendali sbagliate che hanno portato al tracollo dell'azienda. Cause che, purtroppo, hanno segnato in Sardegna una falcidia dell'occupazione nell'industria.

Il collega Agus ha sottolineato che spesso queste aziende riconvertono la produzione nel settore delle energie alternative; riconversione che ha, naturalmente, un aspetto positivo, perché parlare di energia pulita è sempre positivo. Di sicuro non rappresenta un'alternativa dal punto di vista occupazionale, perché aziende che occupavano 120 dipendenti oggi, investendo nel settore delle energie alternative, ne impiegano 2 o 3.

Io mi chiedo, Assessore, se la Regione ha qualche interesse a sostenere questo tipo di operazioni che, dal punto di vista occupazionale, non producono nulla e invece pesano molto sulla collettività in termini di cassa integrazione; su questo credo che, forse, sarà utile fare una riflessione. Quindi non stiamo parlando di un'azienda decotta, stiamo parlando, e qui è il paradosso, di un'azienda all'avanguardia, dotata di macchinari all'avanguardia, dotata di personale di alto livello in possesso di un notevole know-how e in grado, anche per motivi anagrafici, perché la media anagrafica è bassa, di utilizzare le nuove tecnologie, che entra in crisi.

Stiamo parlando di un'Azienda che ha un mercato, un mercato reale e potenziale notevole. Si è detto infatti delle prospettive di un potenziamento della rete ferroviaria sarda, che oggi si trova nella situazione disastrosa che tutti sappiamo, ma che in futuro prevede di riconvertirsi adottando anche una velocità media più alta di quella attuale; e questo comporta l'investimento in carrozze ferroviarie, in locomotori, certamente diversi dagli attuali.

Si è detto dell'espansione del mercato del Nord Africa che, con la cosiddetta primavera che è in atto in quei paesi, ha prospettive di modernizzazione, quindi di investimenti anche notevoli in infrastrutture; questo apre degli spazi enormi anche per la Keller e, perché no, anche la possibilità di competere, perché questa Azienda ha, ripeto, il know-how necessario per competere con i colossi che operano nel resto dell'Europa.

Quindi ci sono prospettive di espansione sui mercati enormi, ma l'azienda entra in crisi; perché? Perché Trenitalia ha operato delle scelte di un certo tipo. La vicenda della Keller credo sia emblematica per la Sardegna; ecco perché, tenendo anche conto che gran parte delle maestranze non provengono dal Medio Campidano, non dobbiamo limitare il problema a questo territorio, ma dire che riguarda tutta la Sardegna, perché la vicenda è emblematica delle difficoltà che una qualsiasi azienda operante in Sardegna incontra in relazione allo spostamento dei suoi prodotti sulla terraferma, quale che sia il prodotto.

Nel caso della Keller è successo un inghippo, che ha ricordato molto bene il collega Cuccu, e cioè che a un certo punto le Ferrovie decidono di sopprimere il traghetto da Golfo Aranci, per cui si instaura un meccanismo per il quale per poter trasportare il materiale prodotto, i vagoni, è necessario chiedere il trasporto a Golfo Aranci; Trenitalia non garantisce il trasporto innescando un ritardo nella fornitura.

Tra l'altro è un sistema barocco perchè bisogna prenotarsi con almeno due mesi di anticipo per poter trasportare i vagoni, se poi benevolmente Trenitalia lo concede è possibile caricare i vagoni; un meccanismo stranissimo, incomprensibile dal mio punto di vista, che ha poi fatto scattare il meccanismo delle penali determinando la situazione attuale.

Vicenda emblematica, quindi, dal punto di vista dell'esportazione dei prodotti della Sardegna, emblematica di quanto marginale sia la Sardegna nei grandi processi economici, anche se rispetto a una fetta di mercato tutto sommato piccola (quella che si contende la Keller); emblematica di come colossi economici come Trenitalia siano in grado di prendere decisioni passando sulla testa dei governi e anche delle giunte regionali. In buona sostanza, Assessore, emblematica della posizione di sempre più grave minorità nella quale la nostra isola si trova e di come il Governo nazionale sia distratto, concentrato su altri problemi e su altre aree territoriali.

Cosa fare allora? Io credo che l'assessore Zedda e il presidente Cappellacci stiano facendo bene, stiano facendo tutto quello che è necessario fare perché su questa vicenda la Sardegna si sta giocando molto in termini di immagine, in termini di dimostrazione della capacità di determinazione nel complicato braccio di ferro ingaggiato con Trenitalia e con il Governo nazionale. La Sardegna non può subire quello che sta subendo nella vicenda Keller. Ecco perché sono convinto che questa vicenda meriti, come peraltro già stanno facendo, il massimo impegno delle istituzioni.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il consigliere Petrini è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, Assessori, va subito detto che la situazione di grave crisi che ha colpito la Keller è in gran parte il frutto della dismissione infrastrutturale e della totale disattenzione da parte di Trenitalia nei riguardi della Sardegna. Trenitalia è un soggetto che ha assunto atteggiamenti davvero vessatori nei riguardi della nostra regione e dispiace davvero che utilizzi i dati relativi al trasporto, sia quello passeggeri che quello merci, per ribadirne la negatività dopo aver provocato una quasi una totale dismissione dello stesso.

Pensiamo a quante ore impiega un passeggero partendo da Sassari o da Olbia per arrivare a Cagliari; pensiamo alla situazione in cui versa il traffico merci su rotaia, pensiamo a tutti questi aspetti del settore, così negativi per la Sardegna,imputabili proprio all'azione di Trenitalia e che l'ente continua a utilizzare per giustificare il proprio operato nei riguardi di questa nostra regione.

Io avevo già denunciato nella precedente legislatura, insieme a tanti colleghi, come lo stesso collega Cuccu, la necessità che tutto il mondo politico desse un segnale forte contro la fine del trasporto merci in Sardegna quale si è delineato in questi ultimi anni; e, a proposito della dismissione della tratta Golfo Aranci-Civitavecchia, per quanto riguarda il traffico merci su rotaia, le parole del Consiglio descrivevano Trenitalia "orientata con arrogante piglio decisionistico a compromettere inevitabilmente il sistema dei trasporti in Sardegna privandolo di una struttura così vitale per l'economia"; questo era un linguaggio condiviso da tutto il Consiglio, per cui "è il caso di dire chiaramente a questi signori che la Sardegna non è disposta ad accettare soprusi di tale portata e che i sardi sapranno reagire a questa rapina". Questo è ciò che la gente si aspetta dall'intero assetto politico istituzionale.

Non si può negare che nella nostra regione esista quindi una tendenza che non solo impedisce qualsiasi sviluppo delle infrastrutture ferroviarie ma, al contrario, non fa niente per mantenere in efficienza, come ho detto, quelle esistenti. Il risultato è che coloro che devono usufruire di questo mezzo si ritirano optando per il trasporto su gomma, ma sappiamo che anche questo ha vissuto e vive problematiche gravissime per l'aumento dei prezzi che si è verificato in questi ultimi mesi. In questo modo Trenitalia trova la motivazione per togliere, in pratica, all'isola un servizio importantissimo e così è tramontato il trasporto merci da Golfo Aranci a Civitavecchia che è una naturale porta verso la penisola.

La Keller - e questo è un aspetto toccante - è una realtà industriale di primissimo piano che deve essere, e lo dobbiamo fare davvero con intento unitario, difesa soprattutto dall'attacco di questa politica infrastrutturale di Trenitalia che ha come unico obiettivo quello di affossare prima di tutto il trasporto merci nell'isola e quindi l'intera infrastruttura. Tutto questo non è accettabile: in un momento in cui in tutta l'Europa si investe sulle ferrovie, da noi si dismette una infrastruttura che è vitale per l'economia.

Davanti a simili attacchi l'intera classe politica regionale deve essere unita, perché l'interesse primario non è più solo quello di garantire un servizio di trasporto pubblico fondamentale ma, di riflesso, quello di difendere una delle punte di diamante delle nostre realtà industriali, la Keller appunto.

Uno dei nodi fondamentali di questa crisi come ho detto, e insisto su questo concetto, è che Trenitalia a oggi non è riuscita a dare alle aree industriali dell'isola collegamenti ferroviari adeguati per essere competitivi in Europa. In un contesto simile nascono ritardi per soddisfare commesse importanti e vitali per poter continuare la propria attività industriale, e mi richiamo naturalmente ai contenuti pregnanti anche della mozione perché la base è proprio questa.

Sono in gioco tanti posti di lavoro e anche gli ulteriori che si potrebbero aggiungere con il rilancio di questa importante industria. La Regione non può accettare che lo Stato, azionista di riferimento di Trenitalia, non intervenga duramente presso quest'ultima per bloccare un'azione che danneggia prima di tutto i lavoratori sardi;si deve avviare pertanto un'azione strategica, che peraltro è già in atto, efficace, concertata con il Ministero dei trasporti e con l'Unione europea affinché il servizio ferroviario sia uniformato ai più alti standard europei.

Anche la chiusura della linea ferroviaria per il trasporto Golfo Aranci-Civitavecchia rappresenta un tassello di questa politica di dismissione di un servizio fondamentale e dobbiamo riflettere, tornare indietro, assumerci tutti le nostre responsabilità perché sicuramente il Piano regionale trasporti, che è stato poi raccolto da questa Giunta, era stato però predisposto nei termini contenuti nel rapporto di sintesi approvato dalla Giunta presieduta dal presidente Soru, e vedeva il polo Olbia-Golfo Aranci completamente declassato, con funzioni relative al traffico dei passeggeri, polo crocieristico e scalo merci RO-RO principalmente a servizio della Sardegna nord est e non più, pur essendo la porta della Sardegna, dell'intera Regione.

Queste funzioni venivano sviluppate notevolmente nel porto di Porto Torres e noi siamo d'accordo, ma siamo convinti che se si deve ritornare e valutare più approfonditamente questi aspetti devono esistere le due strutture in piena complementarietà, anche per affrontare quelle criticità che si sono presentate quando l'aumento dei costi sui traghetti ha messo in ginocchio il trasporto delle merci in Sardegna.

L'altro punto è il fatto che la dismissione della linea ferroviaria Golfo Aranci-Olbia è attuata fondamentalmente arretrando la stazione ferroviaria di Olbia e arrestando le ferrovie alle porte della città. Questo presuppone che si debba predisporre una struttura di circonvallazione, peraltro in precedenza finanziata con 50 milioni dal CIPE, per poter bypassare la città e impedire l'inaccettabile situazione di un traffico ferroviario che attualmente divide in due la città; inoltre, poiché Golfo Aranci ormai è orientato a non ricevere il traffico merci su rotaia (non è accettata la presenza di un traffico merci così configurato), dovrebbe essere ripresa l'idea di far approdare le navi al molo Cocciani che si trova nella zona industriale, così come era nella prima programmazione.

Queste sono le azioni che noi vogliamo riprendere affinché ci sia intermodalità, complementarietà e ruolo pregnante per tutti i porti della Sardegna, naturalmente assicurando all'economia dell'isola tutte le infrastrutture che sono necessarie. Quindi la crisi della Keller si inserisce in questo contesto. Ora è auspicabile e lo chiediamo al Governo, un'azione per contrastare quanto messo in atto...

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Pensavo ci fosse una sorta di ostracismo da parte della Presidenza verso questo dibattito. A parte le battute, Assessore, la mozione oggi in discussione è stata presentata il 7 settembre; spero pertanto che quando interverrà lei, relativamente anche alle interlocuzioni che ci sono state in questo frattempo e di cui hanno dato notizia gli organi di stampa, ci riferisca qualcosa che indichi una prospettiva.

Noi stiamo discutendo di una realtà produttiva, Assessore, la cui valenza va ben oltre la Keller, provo a dire perché. La Keller, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto negli interventi, è un'azienda che ha investito, come si suol dire con gli inglesismi, in un know-how interessante, cioè è un'azienda che ha investito in innovazione sia di processo che di prodotto. Oggi la Keller, grazie alla politica industriale che ha adottato a partire dall'ultimo commissariamento fino a oggi, è un'azienda che sta sul mercato e fa della qualità delle sue produzioni il fattore di competitività; cosa che, ahinoi (accennava in parte a questo aspetto recentemente anche il collega Cossa), non fanno molte realtà in questa nostra Regione.

Assessore, credo che lei debba tenere presente, anzi, sono convinto che ha presente questo aspetto, perché se noi l'abbiamo presente adeguatamente sentiamo la responsabilità di non compromettere il futuro di questa azienda perché stiamo parlando, ripeto, di un'azienda che ha questi connotati, ha questi fattori qualitativi che la fanno stare sul mercato e non perché è sostenuta; in proposito vorrei ancora ricordare due o tre cose.

In primo luogo la Keller, oltre a quanto appena ricordato, è un supporto, come diceva l'onorevole Cuccu nel suo intervento, fondamentale a una infrastruttura materiale indispensabile: il collegamento su ferro tra la nostra Isola e il resto del Paese. Questa infrastruttura materiale è stata cancellata in maniera sprezzante, tracotante, da parte di Trenitalia con il silenzio colpevole del Governo. Su questo, Assessore, lei è arrivata dopodomani quindi non ce l'ho con lei, ce l'ho con i suoi predecessori e in particolare con il Presidente della Regione che continua a brillare per assenze in quest'Aula, non ho sentito levarsi una voce, una voce autorevole, forte, ripeto, forte che condannasse questo atteggiamento.

Ma quand'anche questa voce ci fosse stata non sarebbe comunque bastata, servono altri comportamenti politici e istituzionali nei confronti di chi si assume la responsabilità di far venir meno la qualità della dotazione infrastrutturale in una Regione, Assessore, dove l'infrastrutturazione materiale è sotto il 60 per cento rispetto alla media nazionale. Ma, con queste condizioni, che razza di attrattività può garantire la nostra Regione anche a un investitore privato che volesse scommettere un euro in questo territorio? Scappano tutti! Abbiamo voglia, anzi, avete voglia poi di pagare con i soldi pubblici la propaganda elettorale che fate continuamente, anche stamattina sui giornali sardi, per dare una parvenza diversa di quello che siamo diventati grazie a voi.

In secondo luogo, Assessore, chiedo anche a lei a questo punto, qual è il suo programma? Io vorrei sapere, a me non interessano le affermazioni verbali, siamo bravi tutti sotto questo aspetto, qual è il piano di azione della Giunta regionale, quali sono le azioni concrete per riportare un minimo di equilibrio nel trasporto tra gomma e ferro sia per i passeggeri che per le merci. Noi siamo l'unica Regione in Europa dove il trasporto su gomma, sia merci che passeggeri, ha un rapporto "dannatamente" negativo rispetto al trasporto su ferro. Pertanto, le chiedo quali azioni la Giunta regionale intende intraprendere, che cosa intende negoziare con il Governo, con Trenitalia attorno a queste questioni.

E ancora le chiedo a bassa voce, ma non per questo con meno convinzione, che cosa intende fare la Regione sarda di fronte a questa arroganza del Governo e di Trenitalia. Si accontenta di un dispositivo risolutivo magari votato all'unanimità? Non è difficile, ci mancherebbe altro che il Consiglio non si ritrovasse unito nell'esprimere un minimo di solidarietà e nel chiedere al Presidente della Regione di rappresentare le ansie, le paure e le attese di un territorio e di centinaia di lavoratori. Ci mancherebbe altro! Però non basta. Io vorrei capire quali sono le azioni concrete di governo che intendete mettere in essere, che avreste già dovuto mettere in essere.

Ancora, Assessore, le chiedo: "Qual è la qualità del confronto, se esiste, tra Regione e Trenitalia? L'amministratore delegato ci fa accomodare nell'anticamera o ci degna di un incontro?". Dal Ministero delle infrastrutture mandano i funzionari a trattare con il Governo regionale. Di questo si tratta!

Assessore, per lei, la Keller, non altri, la Keller è il soggetto industriale che può svolgere un ruolo positivo nel riequilibrio in Sardegna tra gommato e ferro? E ancora: la Keller può svolgere un ruolo nello sviluppo delle metropolitane leggere di Sassari e Cagliari? La Keller per la Regione sarda, per lei Assessore, per il Presidente della Regione, può svolgere un ruolo privilegiato nell'approvvigionamento di Trenitalia?

Stiamo attenti, o parliamo di questo o parliamo di aria fritta! Nessuno me ne voglia! Ma questa è una di quelle tante vertenze su cui, ahinoi, si cerca di immaginare come andrà a finire, perché siamo a questo punto. Allora, o c'è una volontà politica precisa, determinata, con qualche idea anche concreta di sviluppo, oppure noi siamo destinati, come è avvenuto finora, a recitare, nostro malgrado, qualcuno lo fa anche volentieri, il ruolo di comparsa limitandoci, ripeto, a sottoscrivere qualche ordine del giorno di solidarietà; ma, per le cose che ricordavano Agus e Cuccu nei loro interventi, non è di questo che c'è bisogno.

Assessore, io le chiedo quindi di darci qualche chiarimento su questo perché in qualità di Assessore dell'industria sa bene che in questi 15-20 anni - non è una responsabilità solo del centrodestra - non è stata varata una legislazione di sostegno in favore delle attività produttive. Purtroppo anche la politica e le istituzioni hanno privilegiato una legislazione di sostegno ai grandi potentati finanziari che oggi impediscono, anche alla politica e alle istituzioni di svolgere un ruolo. Io le chiedo: lei che ha l'energia, lei che ha un minimo di onestà intellettuale…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Penso che il dibattito odierno abbia evidenziato chiaramente, nella sua globalità, che la mozione che impegna il Presidente e la sua Giunta ad attivare tutte quelle azioni di salvataggio della Keller non è assolutamente un puro atto di solidarietà del Consiglio regionale verso i lavoratori, come purtroppo troppo spesso sta accadendo ogni qualvolta si parla di crisi industriale.

E' invece un richiamo al Governo sardo perché questa vertenza in atto si trasformi in una grandissima e forte manifestazione di autorevolezza del nostro Governo. Oggi, colleghi, penso che possa essere anche banale il voto a favore, perché mi sembra che universalmente sia stato così espresso a questa mozione, quindi andiamo un attimino al di là del nostro dibattito, chiediamo all'Assessore, perché l'attesa oggi è questa, quali modalità ha già messo in atto, quali modalità metterà in atto nei prossimi giorni.

E chiediamo ancora all'Assessore di portare riscontri nei prossimi giorni in Aula perché da quei riscontri, che l'Assessore, il Presidente, la nostra Giunta sapranno portarci, dovremo ripartire perché non è un'azione che si possa chiudere in questi pochi giorni; e per questa industria, una tra le poche rare eccellenze che ci è rimasta in Sardegna, ritengo sia un dovere morale di tutti, soffermarci e calendarizzare una serie di altri appuntamenti. Soltanto dopo che l'Assessore, ci dispiace che non ci sia oggi il Presidente, ci dirà cosa è stato fatto soltanto allora potremo, forse, dire qualcos'altro.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, questo dibattito alla fine credo debba servire a trovare soprattutto soluzioni concrete al problema diversamente, se è e resta un incontro accademico, non produce certamente i benefici che soprattutto i lavoratori auspicano.

Trenitalia; abbiamo in proposito una lunga storia che è passata sotto il nostro naso da almeno un decennio, se non di più, nel corso del quale nell'alternarsi al governo la continuità amministrativa o programmatica la questione non ha trovato riscontro alcuno. Perché dico questo? Intanto perché il fatto che ci abbiano cancellato dalla rete nazionale è la testimonianza di quanto la Sardegna conti nella mente, nella programmazione di Trenitalia e di chi dovrebbe impedire a Trenitalia di assumere questo tipo di atteggiamento, che per me è solo provocatorio, al quale si sarebbe dovuto comunque reagire duramente, cosa che negli anni non si è fatto.

Vorrei ritornare indietro ai primi anni '90, quando in un accordo di programma si operò una scelta (una grande conquista!) perché i mezzi che operavano da Golfo Aranci a Civitavecchia erano superati, sotto tutti gli aspetti. Mi riferisco a quella famosa nave da 100 miliardi, credo che il collega Diana possa ricordare con facilità, che era uno dei punti di partenza per un ammodernamento e quindi per un rilancio di quel settore. Di quella nave non se ne fece niente, quei famosi 100 miliardi non arrivarono mai in Sardegna; qualcuno li ha spesi da altre parti d'Italia, ne ha fatto quello che ha voluto e la classe politica sarda certamente non ha protestato duramente, per non dire che non ha protestato per niente!

Ritorniamo allora a oggi per capire che cosa vogliamo fare. Io ho sentito gli interventi ed è vero che a Golfo Aranci c'è un cosiddetto "collegamento a domanda"; ma questa domanda porta in tasca di Trenitalia, faccia o non faccia i "collegamenti a domanda", 11 milioni di euro! Dal danno la beffa! Ci tagliano il collegamento, ce lo fanno quando c'è la domanda, ma nel frattempo Trenitalia continua a incassare 11 milioni l'anno! Credo che questo lo si debba denunciare perché quegli 11 milioni sono nostri! Sono della Sardegna che dovrebbe utilizzarli in altro modo!

Abbiamo ereditato invece un'altra soluzione che è quella di fare un dente di attracco a Porto Torres dove dovremmo spendere 1 milione e mezzo, 2 milioni; e se qualcuno mi spiega il significato di quel dente di attracco forse riuscirò anche a capirlo. Là "domanda" 11 milioni, qua facciamo un dente di attracco! E allora, se è un dente di attracco che deve servire per portare immondezza, rifiuti in Sardegna mascherandoli con dente di attracco per spostare i carri della Keller qualcuno se lo levi dalla mente! Perché questa è la verità: si stava prospettando un dente di attracco per spostare rifiuti!

Qualcuno se ne assumerà anche la responsabilità!

Allora dico: fermiamo un attimo questo gioco al massacro; se lo fermiamo ci renderemo conto che sia la rescissione del contratto che è stata fatta, sia la non disponibilità di Trenitalia ad alcun tipo di dialogo è una ulteriore provocazione. Ma la provocazione più grande è quando mi si dice che sono escluse le imprese che hanno sede in Sardegna. Io ci starei anche ad accettare questo tipo di esclusione, poi bisogna vedere sotto l'aspetto della legittimità se è fattibile o no; ma se fosse fattibile io sarei anche contento perché vorrebbe dire che in tutte le gare bandite dalla Regione sarda e dagli enti locali andrebbe scritto testualmente "escluse le imprese che non hanno sede in Sardegna", e io ci scriverei anche "minimo da dieci anni". Così i soldi resterebbero in Sardegna, lavorerebbero le nostre imprese, non arriverebbero né dalla Sicilia né dalle parti più disparate d'Italia a portarsi via quelle poche risorse.

Però su questo non riesco a capire come non si trovi il motivo di indignarsi, di reagire, di trovare comunque il modo di far capire che non possiamo accettare tutto passivamente. Proponiamo adesso anche qualcosa di concreto perché gli operai a rischio intendono trovare risposte e la politica ha l'obbligo di cercare queste risposte; altrimenti ci saranno la disaffezione, il malcontento, il fatto di essere noi ottanta e di voler guadagnare, entreranno nel Palazzo e non andranno via se non avremo la capacità di ritrovare l'autorevolezza necessaria per, quanto meno, tentare di dare delle risposte alla gente, non a noi stessi.

Quindi, nel merito delle azioni concrete, come lei sa meglio di me, Assessore, sono state acquistate otto motrici, due sono state costruite fuori (le stanno costruendo, i progetti sono terminati) e le altre sei dovremmo costruirle in Sardegna, si può iniziare dal 2012. Le commesse restano in Sardegna, la Keller costruisce le sei motrici (e non credo che possa farlo in un mese perche non stiamo costruendo chissà che cosa) e diamo una boccata di ossigeno per una ripresa reale, impedendo che anche questo lavoro venga fatto fuori dall'Isola.

Sono poi necessari sedici vagoni, perché le motrici camminano ma devono portare i vagoni, diversamente già non hanno mai funzionato le ferrovie in Sardegna e il rischio vero è che viaggi solo chi le guida e non i passeggeri. Ciascuno di questi sedici vagoni ha un costo medio di 2 milioni e mezzo; una parte delle risorse credo siano già a disposizione, si tratta di voler dare completezza al progetto. Ma, se i sedici vagoni li facciamo costruire alla Keller, il loro valore è di 40 milioni di euro che, sommato a quello delle sei motrici, ci da un minimo di risorse da mettere in campo.

Perché dico questo? Perché tutto ciò ci deve dare la possibilità di arrivare ad aprire questo tavolo di concertazione col Governo italiano, perché se gli operai dovessero aspettare l'apertura di questo benedetto tavolo, il risultato che da questo tavolo può venir fuori, il tentativo che comunque si dovrà fare per riportare al ragionamento Trenitalia, in questo lasso di tempo noi ci ritroveremmo la Keller chiusa e dimenticata. Dobbiamo riempire di contenuti questo lasso di tempo e il modo per farlo è la costruzione delle sei motrici e dei sedici vagoni.

In questo modo diamo il tempo necessario a questo Governo regionale per mettere con le spalle al muro il Governo italiano sul discorso di Trenitalia. Io non capisco perché, quando si parla di Eni, di Trenitalia, insomma di tutto quello che lo Stato fa finta di non possedere più e invece possiede ancora, sembra quasi che non ci sia possibilità alcuna di fare un minimo di interventi, di dare un minimo di indirizzi, in effetti sembra non si possa fare nulla, io credo invece che questo sia fattibile.

Proviamo a ragionare su questa proposta, Assessore, perché credo ci siano tutte le possibilità, in quanto la maggior parte delle risorse sono già disponibili, per arrivare come conclusione a una riapertura reale, funzionale e produttiva della Keller.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, anche oggi assistiamo a uno spettacolo desolante: l'assenza della Giunta nonché del presidente Cappellacci che sarebbe dovuto essere non da altre parti ma qui, perché il problema della Keller non possiamo assolutamente trattarlo come un problema formale e da "domani è un altro giorno". Non se ne può più di questo spettacolino teatrale e direi di porvi anche fine.

Il problema della Keller si pone anche oggi come l'ennesima condanna nei confronti del popolo sardo. Non è possibile andare avanti ancora in questi termini, tenendo conto che non è un'azienda di per sé in crisi, è una grande eccellenza che tutti ci riconoscono a livello internazionale; però c'è il maledetto colpo di grazia del processo che è in atto contro la Sardegna e contro i sardi che io qualifico veramente "da genocidio", perché non può essere definito diversamente.

Vorrei sapere pertanto, molti di noi vorrebbero sapere, che cosa sta avvenendo a Roma. Sarò molto breve e concreta, vorrei sapere che cosa sta avvenendo a Roma, su che cosa il presidente Cappellacci sta dialogando e anche come sta difendendo in quella sede i sardi, i nostri interessi, visto e considerato che sino a oggi, non avendo avuto una rappresentanza degna, questo non è avvenuto.

Da due anni e mezzo a questa parte stiamo collezionando sconfitte su sconfitte per il popolo, oggi non possiamo più permettercelo, non possiamo far morire la Keller. Noi chiediamo quindi un'assunzione di responsabilità, chiediamo al presidente Cappellacci e a tutta la sua Giunta un atto di coraggio, nel senso che, se non ci sono risposte positive concrete, chiediamo le dimissioni; le dimissioni non più dal suo partito perché poco ci interessa e, lo abbiamo dichiarato in altre occasioni, è un problema squisitamente personale e interno, vogliamo le dimissioni dal Governo dei sardi: con tutta probabilità il Governo italiano è sensibile a questo tasto, quindi cominciamo a percorrere questa via.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, mi rivolgo all'onorevole Cuccu che ha iniziato il suo intervento chiedendo il conforto di tutto il Consiglio su una tematica importante, che ha risvolti drammatici: quando una persona perde il lavoro, in termini di dignità perde una parte di sé, anche nei rapporti familiari. Questo noi lo comprendiamo e siamo vicini a queste persone.

Però, siccome l'onorevole Diana ha detto che questa è una mozione del 7 di settembre, vorrei dire ancora una volta che il Consiglio regionale non può "camminare" con le mozioni; noi tutti votiamo e siamo pienamente convinti di quello che votiamo, ma lo sviluppo della Sardegna non si ferma alle mozioni, lo sviluppo della Sardegna ha bisogno di qualcosa di più e di più concreto, per cui plaudo alle iniziative testé manifestate dall'onorevole Sanna.

Onorevole Diana, io mi pongo anche problemi; quando infatti è stata soppressa la tratta Golfo Aranci-Civitavecchia non c'era questa amministrazione, ce n'era un'altra, c'era il centrosinistra, c'era Soru! Io non voglio colpevolizzare nessuno, ma nessuno può iniziare a parlare pensando di puntare il dito accusatore contro il governo di turno.

Tra l'altro, io non so se Cappellacci stia facendo il suo dovere, se l'Assessore stia ugualmente facendo il suo dovere, non incalziamo in tutte le circostanze perchè è più importante cercare di capire quali sono le linee di sviluppo che vogliamo dare alla nostra Sardegna. Capire e ricordarci, quando parliamo di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato, dove sono finiti i locomotori acquistati tanto tempo fa e in parte buttati in Nord Africa, in parte "ricoverati" a Civitavecchia. E' questa l'innovazione; e c'era anche in quel periodo un'altra amministrazione.

Abbiamo mai fatto qualcosa di serio perché la rete ferroviaria sarda, la dorsale sarda fosse una alternativa, seria, alla camionabile strada statale 131? Queste domande ce le dobbiamo porre perché questo è il problema. E, certamente, sono convinto che Trenitalia stia cercando di giocare la stessa partita che ha giocato l'Eni con le altre fabbriche in Sardegna. Eni, Trenitalia, sono società che superano le potenzialità di espressione di un Governo forse debole per tanti motivi; io non ricerco moralità o etica, ma cerco rappresentanza di governi seri con cui confrontarmi, per serietà, per ricordare a noi stessi come Consiglio regionale dove abbiamo lasciato il senso dell'autonomia e di una sovranità degna di questa Isola e di questo Parlamento.

Il confronto con il Governo nazionale passa attraverso la nostra capacità di stringere un nuovo patto costituzionale e istituzionale con il Governo, quindi con lo Stato italiano e quindi con l'Unione europea. Se queste cose non facciamo saremo sempre coloro i quali vanno a piatire a Roma la concessione di qualche favore.

Ma ricordate che lo Stato italiano deve almeno 10 miliardi di euro alla nostra Sardegna, che gli abbiamo fatto gli sconti, che ci siamo accontentati di quella riscrittura "rivoluzionaria" dell'articolo 8 dello Statuto accollandoci sanità e trasporti? Allora, o siamo seri e siamo profondamente autonomisti, per cui cerchiamo di dare governo alla nostra Sardegna ricercando strade davvero forti che ci facciano combattere quella sorta di lassismo, anche di negazione di una appartenenza della Sardegna allo Stato, oppure siamo perdenti. Su questi temi, tutti, bisogna avere il coraggio di fare anche autocritica.

E l'autocritica attiene al fatto che spesso non siamo stati capaci di arginare le decisioni dei Governi, di centrodestra o di centrosinistra, che hanno governato a Roma, ma le abbiamo accettate supinamente. Non abbiamo proposto una alternativa seria.

Il problema Keller è legato allo sviluppo complessivo della Sardegna, certo può ottenere questa commessa, lo Stato può dire che deve esserle data, ma è sopravvivenza. Io voglio che viva e duri, voglio che si confronti con il mondo intero, non che resti chiusa in Sardegna, voglio che abbia commesse da altre nazioni, che sia competitiva.

Qualcuno ha sottolineato che nella nostra isola, nel confronto con altre regioni, si evidenzia una carenza totale delle infrastrutturazioni. E allora dobbiamo operare in quella direzione e verificare se riprendere il cammino da Golfo Aranci verso Civitavecchia; quel cammino che io purtroppo ho seguito nei diversi dibattiti svoltisi in tutta la Sardegna dopo la visione del film di Pitzianti imperniato su "l'ultima volta" di quella nave in partenza da Golfo Aranci verso il Continente. Nessuno però in quei dibattiti si alzava in piedi per dire che con quel viaggio si innalzavano le barriere sullo sviluppo economico della nostra Isola. E non intendo solo sviluppo della Keller ma di tutto quello che attorno all'Isola può contribuire a crearlo.

Siamo capaci di fare autocritica e dire che è ora, probabilmente, di finirla di presentare mozioni e solo mozioni per fare invece un programma serio nel quale diamo indirizzi al Governo regionale sulle cose da portare avanti, per poi controllare se queste cose le fa o non le fa effettivamente.

Non mi interessa che Cappellacci sia in Aula, mi interessa che Cappellacci mi porti dei risultati, se i risultati non ci sono, sarò il primo a dire che non merita la mia fiducia, ma tutto deve essere fatto in modo tale da sapere noi, con chiarezza, quali prospettive e indirizzi vogliamo offrire alla nostra Isola.

Ebbene, se non riprendiamo gli argomenti seri che sono quelli fondanti di una nuova istituzione autonomista su cui poter creare i progetti di un nuovo sviluppo per la Sardegna, noi saremo bloccati. Riporto dalla storia italiana l'esempio della linea Gustav o anche quello della linea Gotica, linee ideali di separazione tra i due schieramenti che pure qualcuno attraversava; ma in Sardegna, se si chiudessero porti e aeroporti, come spesso capita, noi avremmo una decadenza economica peggiore di quella che vive un Paese diviso in due da una guerra.

Se queste cose non le ricordiamo a noi stessi non potremo costruire prospettive per un futuro serio, potremo soltanto divertirci a dire che abbiamo fatto la nostra parte comunque sia, seduti a discutere o a fare comizi all'interno di un'Aula che forse diventa veramente grigia nel momento in cui non accetta neanche la discussione con se stessa.

Occorre, lo ribadisco, un comportamento autocritico, non quello di persone che si sentono arrogantemente intellettuali da non conoscere, tra l'altro, le cose che, come ricorda Uras, la gente vive sulla propria pelle, la propria carne, il proprio sangue. In questo contesto non si ha neanche la dignità di combattere una battaglia seria per il futuro di questa Isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Errori se ne sono commessi tanti, però l'ennesimo errore è quello di individuare e ricordare le responsabilità del passato anziché affrontare il problema che abbiamo oggi di fronte:, il salvataggio della Keller. Io non ho responsabilità passate ma vorrei trovare una soluzione per il rilancio della Keller meccanica. Questo sarebbe un vero risultato.

Poi, possiamo elencare i tanti errori e, sicuramente, tra questi (è stato anche ricordato in quest'Aula), vi è stata l'incapacità di difendere il collegamento Golfo Aranci - Civitavecchia; è stato l'inizio dell'attuazione di un progetto criminale nato dalla diabolica strategia di Trenitalia e di chi, con Trenitalia, ha concordato la dismissione complessiva del trasporto su rotaie a favore del trasporto su gommato.

Ciò che più preoccupa ma che dovrebbe anche portarci fuori dallo sconforto per trovare soluzioni è il fatto che siamo di fronte a un'azienda importante, un'azienda che ha potenzialità, prospettive, che ha bisogno solo di un piccolo aiuto, un piccolo aiuto che si trasformerebbe in un grande aiuto all'economia e all'occupazione sarde.

Ancora una volta viene colpita la Sardegna per difendere interessi che si trovano fuori dalla Sardegna. E' una strategia che conosciamo e che abbiamo già pagato; qualcuno ha ricordato la vicenda dell'Eni e dell'industria chimica, ricordo tra le varie vertenze aperte quella della Vinyls per le cui maestranze, ormai, forse l'unica prospettiva sono il cinema e il teatro, oltre alla letteratura che è un'esperienza che hanno già maturato. Per il resto dobbiamo ribadire che la Sardegna è, ancora una volta, la regione più emarginata da parte del Governo italiano, da parte dello Stato italiano.

Un Governo patrigno, un Governo ingrato ma ci chiediamo anche quale ruolo stia svolgendo il Governo regionale. Abbiamo più volte detto da questi banchi che, senza trascurare il progetto di creare nuova occupazione, nuova economia in questa Regione, però in primo luogo dobbiamo puntare a difendere l'occupazione esistente. Non possiamo permetterci di perdere un solo posto di lavoro. Abbiamo fatto l'impossibile per difendere buste paga e occupazione in crisi, e sappiamo con quanta difficoltà, con quali problemi continuiamo a procedere.

L'ultimo esempio lo abbiamo avuto stamattina nel lungo incontro tenuto dalla Commissione d'inchiesta per difendere il lavoro dei dipendenti degli uffici per l'impiego provinciali e comunali. E' difficile ma, se non siamo capaci di dare risposte a questo, probabilmente sarebbe bene abbandonare il campo. Il crollo della Keller Meccanica sarebbe veramente l'ennesimo fallimento industriale in Sardegna, forse uno degli ultimi; e piange il cuore nel vedere che potrebbe essere colpita dal fallimento un'industria che, come dicevo prima, ha potenzialità e opportunità.

Su questa battaglia, allora, è indispensabile coinvolgere appieno il Governo, perché il Governo ha responsabilità e dovrebbe sentire il bisogno e la necessità, autonomamente, di impegnarsi per difendere una sua partecipata e per difendere, comunque, la produzione e, per alcuni aspetti, l'eccellenza della produzione nel nostro Paese. Dovrebbe soprattutto adoperarsi per difendere occupazione e produttività nei territori più colpiti, laddove è maggiore la sofferenza a causa della mancanza di lavoro.

E' stato detto che Trenitalia è il killer, non c'è dubbio, condivido questa opinione, ma dobbiamo comunque trovare il cammino da percorrere perché il Governo, con il Governo regionale, sia in grado di dare risposte. Nel dicembre del 2005, lo ricordo perché lo ha ricordato il collega Renato Lai, l'Assessorato regionale dei trasporti e la direzione di Trenitalia avevano elaborato un piano strategico per sviluppare il trasporto merci su rotaia. Era un dovere insistere su un obiettivo, su una strategia vitale e indispensabile per l'economia in Sardegna.

Quel progetto si inquadrava nel dibattito complessivo sulla continuità territoriale. Una continuità territoriale che non può essere garantita assolutamente dal trasporto aereo, o solo dal trasporto aereo, in questo caso sarebbe una continuità territoriale limitata, mutilata, mortificata. Anche il declassamento del ruolo strategico dello scalo merci di Monti-Telti è stato l'ennesimo tassello del disegno volto a colpire il trasporto ferroviario e il trasporto su rotaia.

La riduzione del traffico merci sugli scali di Olbia e Sassari è un disegno, bisogna prenderne atto, ed è da quel punto che bisogna ripartire. Io credo sia opportuno, oltre alle inevitabili critiche e ai richiami che sono stati fatti, mettere in campo delle idee, delle idee concrete. Hanno provato a farlo i colleghi Giampaolo Diana e Giacomo Sanna che hanno avanzato delle proposte concrete.

A dire il vero, il collega Giacomo Sanna ha anche denunciato delle "schifezze" e in riferimento ai disegni previsti sullo scalo di Porto Torres. Però, noi abbiamo il dovere di individuare le strategie da attuare per procedere al salvataggio della Keller e di qualsiasi altra realtà industriale del nostro territorio. In tutta Europa, credo sia noto a tutti, si sta potenziando il trasporto su rotaia a tutti i livelli, compreso il trasporto su rotaia urbano, come ha sottolineato Giampaolo Diana.

Ma noi conosciamo quali problematiche ci siano rispetto al trasporto su gommato; in questi giorni noi tutti, che percorriamo la "131", verifichiamo l'impossibilità di prevedere tempi di percorrenza, perché percorrere la rete viaria della nostra Regione è una tragedia. Il trasporto su gomma, rispetto al trasporto su rotaie, crea un ulteriore danno economico al mondo imprenditoriale produttivo.

Rinunciare al trasporto su rotaie significa veramente rinunciare a un'opportunità moderna di trasporto sicuro ed economicamente più vantaggioso. Se la Regione non riuscirà a difendere il trasporto ferroviario e a potenziarlo, isolerà ulteriormente la Sardegna, e di questo ce ne daremo conto da qui a breve.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, noto che questa mozione ci ha portato a parlare al di là del contingente, e quindi del serio problema che investe la Keller di Villacidro, del sistema dei trasporti interni, e non solo, della Sardegna. Le due cose sono effettivamente strettamente legate, se vogliamo pensare al salvataggio delle nostre maestranze, delle nostre professionalità, delle nostre imprese economiche. Io stavo leggendo la storia della Keller; la Keller nasce nel 1961 in Sicilia e negli anni '80 decide di insediare un proprio stabilimento a Villacidro.

Ora, io mi chiedo, se il sistema impostato da Trenitalia danneggia ormai sistematicamente la Sardegna, qual è la posizione dei nostri connazionali siciliani rispetto allo stabilimento di Carini, che non so quanti operai (il sito dice circa cinquecento, ma non credo che sia realistico questo numero) impieghi in questo momento. Però, cosa succederà se i deputati siciliani dovessero prendere in carico e a cuore la situazione di quello stabilimento, se Trenitalia, e quindi il Governo di conseguenza, consentirà, se vuole vivere quel Governo, anche la chiusura di quello stabilimento?

Primo aspetto da considerare: dove sono i nostri rappresentanti in Parlamento? Dove sono i nostri rappresentanti, in Parlamento, di minoranza, ma soprattutto dove sono i nostri rappresentanti, in Parlamento, di maggioranza? Noi abbiamo una situazione veramente anomala. Patto di stabilità: noi cerchiamo di fare la nostra parte in questo Consiglio regionale, anche la Giunta devo dire, per certi versi, in maniera inefficace, ma dove sono i nostri parlamentari?

Faccio un esempio: Roma capitale ha ottenuto la deroga al Patto di stabilità, perché? Perché i rappresentanti in Parlamento di quelle forze politiche di governo, che fanno capo al Sindaco di Roma, hanno dato l'aut aut al Governo: o ci dai la deroga al Patto di stabilità o non ti diamo la fiducia. E non parlo dei fondi CIPE destinati alla Sicilia, un'immensità, grazie all'azione anche ricattatoria, politicamente parlando, dei rappresentanti in Parlamento della Regione siciliana.

Noi viviamo invece giornalmente le chiusure industriali; possiamo ricordare Vinyls, possiamo ricordare Porto Torres, possiamo ricordare Portovesme, possiamo ricordare la situazione della chimica in Sardegna, e quella di tutto il tessuto dell'industria sarda. Bene, Roma decide, i nostri parlamentari sono silenti, non esercitano la loro azione di pressione nei confronti del Parlamento e del Governo centrale, e passivamente subiamo la chiusura delle nostre imprese derivanti dalle Partecipazioni statali; e non c'è tempo per esaminare tutti i casi in questa sede.

Adesso tocca alla Keller, che non è la prima e non sarà l'ultima se continuiamo a piegarci, in tutti i sensi, alle volontà, alle distrazioni e allo strabismo romani, e non continuiamo, noi sardi, non noi Consiglio regionale, solo Consiglio regionale, perché potrebbe essere intesa come una posizione di parte, a far sentire la nostra voce ai nostri rappresentanti che, ahimè, sono anche rappresentanti ai più sconosciuti, da Barbareschi in giù, che i sardi, noi sardi, voi sardi avete votato.

Questa è solo una premessa per dire che la Keller non può essere considerata una risorsa del Medio Campidano, è una risorsa della Sardegna, è ovviamente una risorsa della Sardegna, che paga il silenzio sulla cancellazione di quella tratta che era vitale per la Sardegna e per la Keller. Allora come possiamo rispondere? Assumendoci anche quelle responsabilità derivanti dall'articolo 8 dello Statuto. Noi abbiamo competenze, un po' meno risorse, trasferite dallo Stato, sui trasporti, anche interni; al momento non possiamo ragionare sul sostegno che non c'è, in quest'Isola che non c'è, del Governo centrale e dei nostri rappresentanti in quel Governo, in quel Parlamento, ma possiamo fare qualcosa immediatamente pensando di poter dare una mano alla Keller e alla Sardegna.

Si è fatto riferimento alle tratte delle nostre strade ferrate, ormai datate, datate nei secoli, allora forse è importante che, proprio nel riferimento alla continuità territoriale, che non deve essere soltanto quella esterna, si faccia riferimento anche alla continuità territoriale interna; e bene ha detto il collega Dedoni quando ha sottolineato che dobbiamo e possiamo investire. Di conseguenza investiamo anche sulla Keller e su quelle professionalità che sono citate, guarda caso, nel sito dove si dice che la Keller vive ed è fiore all'occhiello delle imprese italiane per le professionalità e per il capitale umano presenti al suo interno.

Non lo dico io, lo si dice nel sito, visibile a tutti, di presentazione della Keller in cui compare chi è, dove esercita, cosa fa, con chi lo fa. Salviamo pertanto queste professionalità e salviamoci. Noi abbiamo una rete ferroviaria anteguerra, abbiamo dei territori del centro Sardegna dove ci sono ancora le ferrovie complementari, e stiamo investendo, ora, in questo momento nella loro ristrutturazione.

Abbiamo ceduto Golfo Aranci, ma non abbiamo ancora collegamenti degni degli anni 3000; ci basterebbe avere i collegamenti degli anni 2000 nella nostra Regione, dove c'è una prevalenza assoluta del gommato. E si dirà: "Sì, va bene, ma è un investimento costoso". Collegare Olbia attraverso il centro Sardegna, quindi dico Nuoro, ma non per campanilismo, sulla dorsale verso Oristano, collegare quindi tutta questa linea a Oristano sulla dorsale, significherebbe far fare un salto di qualità in termini di lavoro, di collegamenti a favore dei cittadini sardi, a favore delle imprese sarde, e sarebbero soldi ben spesi.

E si dirà: "Da dove li prendiamo" oppure "i conti non tornano perché non c'è un flusso di traffico sufficiente". Permettetemi, come è mio solito fare per rendere meglio l'idea, l'ennesima provocazione. Anche per il Porto Canale di Cagliari non c'erano le navi, e non ci sono ancora, e abbiamo speso centinaia di migliaia di euro! Quando si devono fare degli investimenti a favore di un riequilibrio territoriale, per migliorare i servizi, si fanno basandosi anche sulla capacità di "vedere oltre". E allora perché non investire?

Basterebbero i 42 milioni della pubblicità istituzionale, e riusciremmo a coprire quell'investimento, come basterebbero anche quelle decine di milioni impegnati per il sottopasso di Cagliari, che non vedremo mai, o per le metropolitane leggere, mentre c'è ancora chi va in calesse. Questa è equità, capacità di scegliere, di scegliere le priorità e di salvare, con le nostre forze, le nostre professionalità nell'industria, per presentare poi il conto al Governo centrale che, sicuramente, sarà presentato dai cittadini sardi, prima che lo facciano i nostri rappresentanti politici.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, quanto diceva il collega Capelli in questo momento è esattamente uno degli argomenti principali della discussione che, ormai, si è aperta in questo Consiglio regionale nel confronto tra istituzioni, tra organi di responsabilità pubblica e la società. Noi siamo di fronte a un processo di desertificazione del sistema industriale sardo che è stato deciso dai soggetti che pesano nell'economia come nella politica, ma è stato deciso in sedi diverse da questa e ha già colpito.

Un processo di desertificazione che ha colpito la chimica, ha colpito l'alluminio, ha colpito altre attività che pure reggevano nella competizione di mercato come la lana di roccia (mi riferisco alla Rockwool), ha colpito importanti complessi industriali in più parti della Sardegna, da Porto Torres a Iglesias, a Carbonia, oggi colpisce Villacidro, ancora, colpisce un impianto produttivo di eccellenza capace di produrre, in qualità e in quantità, più di altri impianti che pure operano in Europa.

Hanno deciso le società di Stato; così come ha deciso l'Eni per Vinyls, decide oggi Trenitalia. Voi sapete cos'è Trenitalia? Alcuni giorni fa ho incontrato una studentessa, lo dico perché è esemplificativo di come siamo andati verso la gestione seria, quella della privatizzazione, della liberalizzazione; questa studentessa si reca alla stazione Trenitalia di Sassari per prendere un treno, ha 50 euro nella propria tasca.

Va dal bigliettaio, un'arzilla signora, e le da 50 euro chiedendo un biglietto da Sassari a Cagliari. Il biglietto costa 16 euro, quindi c'è da rendere 34 euro, ma la bigliettaia non ha il resto. Non ha il resto!… "Invita la studentessa ad andare all'edicola per cambiare la banconota, ma l'edicola è chiusa. La invita ad andare al tabacchino, ma il tabacchino è distante e la studentessa teme di perdere il treno. In conclusione, non le fa il biglietto e la lascia a terra!

Questi amministratori incapaci, artefici della rovina di questo Paese, espressione della politica decomposta, della corruzione, organizzano tanto bene le nostre società a controllo pubblico che Trenitalia, Trenitalia, onorevole Diana, Trenitalia, onorevole Campus, una megagalattica costellazione di servizi, lascia un passeggero a terra perché nei botteghini non hanno il resto per restituire la differenza sul costo di un biglietto! Non ha dieci banconote da 10 euro, dieci banconote da 5 euro e neppure una ricevuta per dire: "Ritira il resto a Cagliari". Questo è successo tre giorni fa!

Trenitalia, quindi, la società degli incidenti ferroviari: Viareggio; Trenitalia, una buona gestione che decide come in questo caso. Si parla di tavoli ma ai lavoratori che ascoltano io dico: non chiedete più tavoli! Chiedete sedie, chiedete divani, chiedete stanze, chiedete qualunque cosa non "apriamo un tavolo"… ma chiudetelo! E' una vergogna! E' una modalità da presa in giro! E' uno stillicidio che si protrae nel tempo e che trafigge non con un colpo soltanto ma con una insistente penetrazione il costato di chi soffre!

Questo è il tavolo Trenitalia. Deve dare 15-16 milioni di euro di commesse, fa contratti capestro, strizza. E' una società pubblica. La Keller a Villacidro è partecipata regionale, ha soldi della SFIRS; ma la SFIRS i soldi, si sa, li dà a tutti. Se passa un Aga Khan per caso li dà anche all'Aga Khan e se non passasse un Aga Khan andrebbe a cercarlo. E per che cosa dà i soldi la SFIRS? Teoricamente li dovrebbe dare per sostenere attività produttive, e in questo caso li dà per sostenere attività produttive.

C'è un impianto di eccellenza, ci sono commesse di Trenitalia, c'è un Piano industriale che viene presentato all'Unione europea; tutto viene fatto a regola d'arte, ci sono contratti. L'Unione europea approva quei piani industriali, li valuta positivamente; e che cosa succede? Succede che, il giorno stesso in cui l'Unione europea comunica la sua approvazione, Trenitalia dice: "Ma io non ci sto più". E' come un cannibale: proprietà pubblica che mangia altra proprietà pubblica, come un orco di quelli immondi che pure noi abbiamo concorso a produrre, divora un'economia sfiancata come la nostra, chiude o tenta di chiudere un'attività industriale, una delle poche che ancora resistono in questo nostro scenario e che resistono nonostante le scelte disastrose compiute dai Governi.

Che fine hanno fatto le rotaie in Sardegna? Cancellate. Noi non abbiamo diritto al gas, non abbiamo diritto alle rotaie, non abbiamo diritto all'impresa industriale, non abbiamo diritto a nulla! Allora ha ragione l'onorevole Capelli: cerchiamo di recuperare l'orgoglio e diciamo che questa impresa industriale è un confine che non va oltrepassato, che non deve essere contrastato da parte dello Stato. Questo è un confine che noi difendiamo. Questo è la linea Maginot per quanto riguarda l'attività industriale in Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, oggi è in discussione una mozione che pone alla nostra attenzione il gravissimo problema della crisi della Keller. Fa seguito a un'altra serie di mozioni con cui volta per volta abbiamo esaminato e discusso di altre gravi crisi che hanno colpito, purtroppo, altri settori produttivi della nostra isola. Forse è proprio questa circostanza, il fatto che più volte abbiamo esaminato questi problemi, che crea una sorta di abitudine e sembra quasi che manchi da parte dell'Aula, come dimostra il brusio continuo, come dimostrano le numerose assenze, l'attenzione.

Io credo tuttavia che nei presenti, è emersa anche in molti interventi, si sia sentita quella spinta morale e ideale che deve esserci dietro l'esame di ogni problema. Se noi nell'esaminare questo e tutti gli altri problemi non abbiamo alla base questa spinta morale allora non arriviamo ad alcun risultato, non facciamo altro che parlarci addosso; quindi dobbiamo essere ben consci che al fondo di tutte queste discussioni deve esserci questo intento che ci anima e che ci consente di andare avanti.

Crisi della Keller, si è parlato dei vari problemi. Non è stato posto forse con molta attenzione l'accento sulle responsabilità della crisi addebitabili alla dirigenza della società. Leggo sui vari giornali informatici, in particolare sul giornale Villacidro.info che più volte informa, se le notizie sono esatte, che l'ultimo bilancio presentato è quello relativo al 2009, che è un bilancio presentato in ritardo, che ci sono 6 milioni di euro di debiti nei confronti dell'erario, che ci sono i revisori dei conti che hanno sollevato alcuni rilievi, tre rilievi estremamente importanti sulla gestione della società.

Si legge anche in altri comunicati che uno dei problemi che ha indotto Trenitalia ad assumere questa posizione sarebbe anche la non fiducia nei confronti del management della società. Sicuramente non è solo questa la causa. Non so se queste notizie sono vere. Auspico che la Giunta, nel momento in cui riferirà, ci voglia dare notizie sull'effettivo stato societario della Keller e che, in mancanza di notizie, provveda ad acquisirle immediatamente per verificare la verità di queste notizie e la rilevanza sul problema.

Ma, al di là di questo aspetto di responsabilità parziale, sicuramente c'è il problema del comportamento della società Trenitalia, non solo nei confronti della società Keller ma nei confronti della Sardegna. E' stato prima citato il problema della soppressione della nave per i trasporti merci, ma posso dire di più. C'è il comportamento di Trenitalia che non trasferisce alla Regione autonoma della Sardegna tutti i beni dismessi che sono, in virtù dell'articolo 14 dello Statuto, proprietà della Regione.

Onorevole Lai, quando Trenitalia porterà la stazione all'ingresso di Olbia tutte le aree oggi occupate dalle ferrovie saranno di proprietà della Sardegna. Togliamoci dalla testa, come ho letto un anno o un anno e mezzo fa, che quei terreni Trenitalia li possa vendere a privati. Non esiste. In una situazione simile la reazione della Giunta non può che essere fortissima e in via giudiziaria, in tutti i modi, così come nella scorsa legislatura è stata fatta nei confronti dello Stato.

Anzi non capisco, nonostante le assicurazioni fornite 7-8 mesi fa in Aula dall'assessore Rassu, perché nei confronti di Trenitalia, e anche delle Poste, non si sia ancora iniziata l'azione giudiziaria. Ma è un comportamento questo di lontananza e di dimenticanza che non è proprio solo di Trenitalia, è proprio di tutti gli apparati dello Stato. Forse è anche colpa nostra perché nel momento in cui occorreva unità, per motivi politici, da parte di talune forze politiche non c'è stata la volontà di camminare uniti.

Questa volontà, però, dobbiamo recuperarla. Noi vantiamo nei confronti dello Stato, che storicamente ci è debitore, dei crediti rilevanti e, ciò nonostante, anche di recente abbiamo visto che cosa è stato fatto con l'ultimo decreto legge, nella fattispecie con l'articolo 15 bis, si danno i soldi alle Regioni dell'Obiettivo Convergenza, in cui non c'è la Sardegna, e quello che spenderanno le altre Regioni lo tolgono a noi.

Nel nostro piccolo, come al solito, il nostro rappresentante in Parlamento, l'onorevole Mereu, è prontamente intervenuto presentando delle interpellanze, ma purtroppo spesso e volentieri è lasciato solo, vox clamans nel deserto.

Certo, se da parte dei deputati di tutte le forze politiche ci fosse una unione di intenti forse qualche cosa in più riusciremmo a ottenere. Sicuramente dobbiamo fare la battaglia nei confronti dello Stato per la rivendicazione (non uso i termini autonomia o sovranità, oramai talmente utilizzati che finiscono per perdere il loro significato) del potere di decidere e di pretendere che ci venga dato quello che storicamente ci è stato dato, e che è stato dato alle altre Regioni; dobbiamo fare questa battaglia con quelle idealità, con quella spinta morale che dobbiamo avere tutti dentro di noi.

Ma torniamo alla Keller. Come tutte le altre mozioni anche questa si concluderà con un ordine del giorno contenente dei principi più o meno generali che saranno da tutti sottoscritti e approvati. Ma questo non basta. Non è più il tempo dei proclami, è il tempo delle azioni concrete; ecco perché noi chiediamo alla Giunta di dirci concretamente quali sono le azioni che ha intrapreso e, cosa di cui siamo sicuri, quali azioni intende intraprendere.

Ci sono poi altri problemi generali. Si è parlato di flotta sarda ma, per quanto ci riguarda, pur facendo parte della maggioranza nessuno ci ha mai coinvolto in questa decisione. E' un problema di cui dobbiamo parlare, e un risultato lo otteniamo se non è una sola persona che parla e che porta avanti la sua tesi, ma se tutte le forze di maggioranza vengono coinvolte, e possibilmente anche dell'opposizione, per arrivare a un risultato unitario così da portare con forza queste proposte e queste proteste di fronte al Governo nazionale.

Sicuramente abbiamo il problema della rete ferroviaria statale che definire indecente è dire poco. Noi abbiamo accennato di sfuggita a questo problema quando abbiamo presentato la mozione sulle strade statali; mozione nella quale avevamo chiesto alla Giunta di richiedere la dichiarazione di stato d'emergenza e interventi economici sufficienti per rimediare. Sicuramente questi principi devono essere estesi anche alla rete ferroviaria statale; ora abbiamo in attività le cosiddette ferrovie complementari che sono di nostra competenza, sicuramente in quel settore possiamo agire e possiamo fare molto, fermo restando che ovviamente è la visione regionale che ci consente di ottenere dei risultati.

Ricordo che a suo tempo, quando in origine esistevano tre società: le Ferrovie meridionali sarde, le Strade ferrate sarde nel Nord e le Ferrovie complementari a Cagliari, l'unione tra le strade ferrate e le ferrovie complementari ha consentito di migliorare il servizio e di introdurre un netto risparmio di gestione. Sicuramente questo è un risultato da cui non bisogna tornare indietro e, anzi, bisogna semmai ampliare questa visione regionale dei problemi e arrivare anche a una gestione delle metropolitane che non sia cittadina ma che sia regionale.

Quindi, un problema concreto; a monte di questo problema concreto anche questa volta ci sono tanti problemi generali che per l'ennesima volta sono irrisolti. Bene, esaminiamoli e cerchiamo di fare il possibile, la Giunta ci dirà in particolare del problema della Keller.

Siamo chiaramente a fianco dei lavoratori, hanno diritto al posto di lavoro, il lavoro è un diritto garantito dalla Costituzione, vediamo tutto quello che può essere o non può essere fatto per cercare di risolvere il problema; ma, sia chiaro, dobbiamo affrontare a monte, seriamente, con decisioni concrete e unitarie, i problemi più generali auspicando che anche stavolta i parlamentari ci seguano e che non sia solo la voce del nostro parlamentare a urlare a Roma.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Mi chiedo, prima di tutto, come mai fosse cancellata la mia iscrizione a parlare, non vorrei che qualche buontempone l'avesse azzerata. Ma, a parte questo, colleghi, io ero convinto che avremmo potuto risolvere in tempi molto più celeri la discussione su questa materia non essendo la prima volta che la affrontiamo.

Debbo ricordare che di questo problema si è parlato anche nella precedente legislatura, quando si ipotizzava il fermo del trasporto ferroviario da e per la Sardegna e anche allora ci fu una ampia discussione in questo Consiglio regionale. Devo dire che la Giunta regionale allora in caricasi mosse per cercare di risolvere questo problema ma, nonostante tutto, non siamo riusciti a ottenere nessun tipo di risultato.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue Diana Mario) Ora ci ritroviamo ad affrontare il problema della crisi della Keller perché tutti lo sappiano, altrimenti può sembrare che la responsabilità dei fatti che succedono alla Keller sia addebitale solo ed esclusivamente alla Regione sarda piuttosto che al Governo. Le cose non stanno esattamente così. Spesso e volentieri siamo intervenuti per risolvere i problemi delle industrie sarde e abbiamo sempre valutato con attenzione anche l'attendibilità dell'investitore, della proprietà. Siamo sempre intervenuti e credo che, anche in questo caso, la Giunta regionale e l'assessore Zedda in particolare stiano facendo il loro lavoro fino in fondo.

Certo, vanno valutati i rapporti con Trenitalia, l'annullamento delle commesse, ma se un'azienda di quelle dimensioni deve dipendere solo ed esclusivamente da una commessa come quella di Trenitalia io dico che dobbiamo stare attenti; sento parlare infatti di risorse, cifre aleggiano in quest'Aula, negli Assessorati si parla di mettere a disposizione i danari, mettere a disposizione i danari per che cosa? Per sostenere un'azienda che avrebbe nel suo pacchetto una presunta commessa, che non c'è più, di Trenitalia? Stiamo attenti! Questa è un'azienda che, se deve essere rivalutata, deve essere rivalutata nel vero senso della parola perché non possiamo permetterci di investire dei danari e poi fra due, tre anni ritrovarci il problema non risolto. Noi dobbiamo affrontarlo e risolverlo una volta per tutte.

Certo, il lavoro che si sta facendo col Ministero è importante, certo sarà importante la forte pressione che il Governo, in particolare il Ministro competente, eserciteranno nei confronti di Trenitalia, però ripeto che dobbiamo stare attenti. La proprietà oggi è una proprietà che dà garanzie? Noi dobbiamo chiederci anche questo; e non mi risulta che ci siano tutte le garanzie.

Nonostante tutto l'Unione europea ha concesso un finanziamento ( non so se sia stato già accreditato) pari a 15 milioni di euro. Quindi le risorse in campo le stiamo mettendo. Allora perché faccio questo ragionamento? Mi pare ci sia la volontà di raggiungere l'accordo su un ordine del giorno che impegni, ancora una volta, la Giunta, la maggioranza e il Consiglio, in questo caso tutto il Consiglio, perché continuino le pressioni e perché si arrivi a trovare una soluzione del problema. E credo non sia assolutamente utile usare anche questo argomento per aggredirci tra maggioranza e opposizione.

Collega Uras, le maestranze che sono presenti in quest'Aula lo sono per ascoltare e per capire anche quanto siamo attendibili rispetto alle cose che diciamo. Perché intanto l'anello al naso non ce l'ha più nessuno, le persone sanno valutare e valutano con attenzione! Da parte nostra c'è il massimo impegno, e non da oggi, non da oggi! Ci siamo sempre interessati di questo problema e continueremo a farlo.

Le garanzie che riceveremo, anche dall'assessore Zedda, credo siano importanti. Occorre continuare su questa strada, Assessore, continuare la battaglia nei confronti di Trenitalia, delle istituzioni più alte: Governo e Parlamento, trovare tutte le soluzioni che sono necessarie per non far chiudere questa azienda.

Io credo che non dobbiamo aggiungere altro, credo che continuare a ragionare su questa materia sia a questo punto un fatto inutile. Noi abbiamo la volontà, l'abbiamo manifestata tutti, io mi pronuncio a nome del Popolo della Libertà (almeno fino a quando ricoprirò questo incarico), e sono convinto che questo sia un problema che si possa risolvere, ci vuole la volontà di tutti, ma credo che in gran parte adesso dobbiamo affidarci ai rapporti tra il Governo regionale e il Governo nazionale

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'industria.

ZEDDA, Assessore dell'industria. Presidente, intanto è doveroso da parte mia precisare che il Presidente Cappellacci è stato eletto Presidente del Comitato delle Isole e oggi è a Bruxelles, quindi in questo momento non è presente per motivi istituzionali…

(Brusio in aula)

… Io, per onestà intellettuale, come ha detto anche il consigliere Diana prima, devo dire che dal primo giorno che ho avuto l'onore di ricoprire questo ruolo...

PRESIDENTE. Mi scusi Assessore, pregherei i colleghi di evitare commenti. ciascuno sino adesso ha avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni, diamo la possibilità di intervenire anche all'Assessore.

ZEDDA, Assessore dell'industria. Dicevo (forse è anche la parte più importante del mio intervento), che dal primo momento che ho avuto l'onore di ricoprire il ruolo di Assessore di questa Giunta, ho avuto anche purtroppo l'onere di dover attivare subito delle iniziative per la vertenza, come qualcuno ama definirla, della Keller. Devo dire che molti degli atti portati avanti potranno essere una buona testimonianza in questo senso, e il Presidente Cappellacci non è stato di certo altrove ma è sempre stato presente nelle riunioni che insieme abbiamo portato avanti, sia in Sardegna che al Ministero.

Oggi sono stati svolti degli interventi che io ritengo abbiano fornito un importantissimo contributo al lavoro che stiamo portando avanti; contributo che vorrei sintetizzare con delle parole che sono state utilizzate, giusto per far capire la complessa situazione che questa nostra importantissima e validissima azienda sta vivendo.

"Trenitalia, Keller, Unione europea, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dei trasporti, sindacati, situazione siciliana dello stabilimento di Carini, SFIRS, Regione autonoma della Sardegna, fornitori, clienti, situazione dei lavoratori, amministrazioni locali, sviluppo del territorio", sono alcune delle parole ripetute nel corso del nostro dibattito odierno. La Keller, posso dirlo a voce alta, non è solo una industria importante, valida, ricca di know-how, ricca di infrastrutture che funzionano, ricca di professionalità, non è solo una realtà della nostra Sardegna, ma è una realtà riconosciuta a livello nazionale per non dire internazionale. E' di pochi momenti fa la notizia che Keller si è aggiudicata una importante commessa da 80 milioni di euro nel Nord Africa. Quindi la valenza di Keller non è presente solo a noi sardi, ma è assolutamente ammessa anche in altre parti d'Europa.

Devo dire che la situazione della Keller è oggi una situazione complessa. Qualcuno dei colleghi ha citato la difficoltà, mi piace sottolineare, della dirigenza di Keller. E' vero, ci sono state delle difficoltà finanziarie, delle difficoltà sul piano industriale, però credo che questo non possa servire per far sparire dal territorio sardo, ma soprattutto dalla vetrina internazionale, una società che invece merita assolutamente di restarvi.

Tra l'altro devo anche significare che lo stabilimento di Carini, citato da qualcuno con alcune imprecisioni, è stato chiuso, Keller ha deciso di investire e di continuare la produzione in Sardegna; va detto in merito che sono già in atto delle azioni perché, come noi pensiamo ai nostri lavoratori, qualcuno ha pensato ai lavoratori della Regione siciliana e si stanno promuovendo tutte le iniziative possibili affinché anche quei lavoratori non si trovino ancora in situazione di difficoltà. Però la vendita dello stabilimento di Carini, paradossalmente, consentirà sicuramente una prospettiva futura alla nostra Keller.

Si è parlato del personale dipendente costituito da 320 persone; però io ragiono in termini di crescita e di sviluppo quindi dico che oggi i dipendenti sono 320, ma siccome la Keller è in grado di raddoppiare la produzione potrà raddoppiare anche l'occupazione che tanto scarseggia in questi giorni.

Abbiamo già detto che la Keller possiede know-how, esperienza, professionalità, ma io voglio riferirmi soprattutto al portafoglio delle commesse. Io voglio continuare a credere nell'azione che ancora possiamo portare avanti nei confronti di Trenitalia, perché la commessa da 16 milioni di euro riguarda una produzione di 50 treni, tra l'altro, che sono già nella disponibilità della Keller. Ho sentito dire più volte, l'abbiamo precisato al Ministero dei trasporti, che nessuno dei lavori finiti potrà essere trasportato fuori dalla Sardegna; cioè Trenitalia non avrà nessuna possibilità di riottenere indietro le produzioni già in stato di avanzamento. Quindi abbiamo fatto capire (senza aver dismesso alcunché da parte nostra) che dobbiamo portare avanti…

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Assessore, mi scusi, non mi sembra ci siano le condizioni per poter continuare a parlare. I colleghi che vogliono chiacchierare lo facciano fuori dall'Aula. Grazie.

ZEDDA, Assessore dell'industria. Dicevo, dobbiamo portare avanti tutte le azioni che possano far ripartire la produzione e la vita della Keller.

In quest'Aula sono state dette moltissime cose sul passato; io voglio partire da alcuni dati concreti. Keller nel gennaio del 2010 ha presentato il Piano industriale definitivo al Ministero per lo sviluppo economico; nel mese di marzo il Piano è stato trasmesso all'Unione europea per il parere obbligatorio; nel mese di agosto, il 26 agosto 2011, è arrivato finalmente il parere da parte dell'Unione europea sul Piano industriale di Keller e, pertanto, la garanzia per Keller di poter ottenere il finanziamento da parte del Ministero del Tesoro attraverso la banca Unicredit.

Questa operazione, che inizialmente poteva significare la salvezza quindi la ripresa della produttività di Keller, di fatto è stata vanificata, e non ho paura di essere smentita, da un'azione di Trenitalia che ha mirato a spazzare via Keller dal mercato. A che cosa abbiamo dovuto assistere? Dapprima abbiamo dovuto assistere a una rinuncia da parte di Trenitalia ad alcuni contratti e, quindi, è stata citata Keller più volte per inadempimento. Sono state escluse le fideiussioni che hanno riguardato ovviamente i contratti precedenti e sono state applicate a Keller delle penali. A questi provvedimenti ha fatto seguito un momento veramente particolare - mi limito a definirlo così - ai primi di settembre con la cancellazione - come qualcuno ha ricordato, se non sbaglio il consigliere Cuccu - dell'azienda Keller dall'albo dei fornitori.

In tutto questo periodo, però, noonostante Trenitalia continuasse le sue azioni contro Keller, la Regione insieme alla Sfirs (come qualcuno ha ricordato, la Sfirs e quindi la Regione, è presente in Keller con una partecipazione azionaria) ha attivato tutte le procedure di sostegno, soprattutto di carattere finanziario, alle azioni della Keller. E, anche in questi giorni, avete avuto modo di apprenderlo attraverso la stampa, la Sfirs ha avviato una forte azione di scouting sui mercati internazionali per la ricerca di nuovi soci imprenditori che potessero essere interessati alla Keller.

Io credo che l'azione portata avanti dalla Regione sarda sia stata un'azione di lavoro quotidiano, così come credo che tutti gli attori che stanno partecipando a questa difficilissima battaglia per il salvataggio della Keller hanno tutti come obiettivo finale quello di poter rivedere questa azienda in produzione, di poter quindi garantire il lavoro alle maestranze, e soprattutto di creare il futuro sviluppo, non del territorio del Medio Campidano, non del comune di Villacidro, non della Keller ma dell'intera Sardegna.

In Italia - questo è un dato emerso in questi giorni - le aziende meccaniche vivono una grande crisi e devo dirvi che le aziende produttrici, soprattutto di elettrotreni che è una produzione importantissima, sono due, e la seconda produzione è quella di Ansaldo-Breda; quindi non abbiamo grande difficoltà a fidarci del fatto che la produzione della Keller sia in assoluto la migliore in Italia. E questo non lo dice l'Assessore dell'industria ma lo dicono le cinquecento certificazioni che Trenitalia ha rilasciato alla Keller per le sue produzioni.

Quindi, la Regione sarda attraverso me e il Presidente, ma devo dire che anche altri Assessori si sono resi disponibili così come i consiglieri, ha fatto presente che il tavolo che si richiede è per chiudere la trattativa, non per continuare a parlare o a fare delle proposte. Noi abbiamo le idee molto chiare, noi abbiamo chiesto sia al Ministero per lo sviluppo economico che al Ministero dei trasporti che a quel tavolo si chiuda l'accordo per far ripartire la produzione dell'azienda Keller.

In questo senso abbiamo chiesto che l'azione di Trenitalia possa vertere su una revisione totale delle fideiussioni e delle penali, abbiamo chiesto la definizione complessiva della commessa degli elettrotreni - mi riferisco quindi a quella da 16 milioni - abbiamo chiesto che Keller venga riscritta, immediatamente, all'albo dei fornitori dell'azienda Trenitalia, abbiamo chiesto che nel futuro prossimo si possa ragionare velocemente sul ripristino della tratta, ovviamente per il trasporto merci.

Io credo che da questo punto di vista le azioni che possiamo portare avanti siano anche altre. Il consigliere Giacomo Sanna ha parlato prima della possibilità di assegnare all'azienda Keller delle commesse anche a livello locale; queste sono tutte delle possibili soluzioni e insieme all'Assessore dei trasporti, che insieme a me tra l'altro ha partecipato ai tavoli romani, crediamo ci possa essere anche quell'altra disponibilità da parte della Regione.

Io sento di dover dire, a garanzia dell'azione che stiamo portando avanti, che in questo momento indubbiamente la Keller è un'azienda in difficoltà finanziarie, per tutto il resto Keller, però, non è seconda a nessuno ed è in grado di ripartire da sola; tra l'altro, nei prossimi giorni si dovranno anche attivare dei rapporti concreti con degli investitori stranieri.

Io mi auguro, anche a seguito del nostro dibattito odierno, che si possa raggiungere un'unità di intenti da rappresentare in un ordine del giorno che, ripeto, non è un ordine del giorno di parole ma è un altro strumento, un'altra azione che si aggiunge a quelle già poste in essere dalla Regione e dalla Sfirs al fine di poter concludere, io dico positivamente, questa vicenda. I tempi sono strettissimi. In questi giorni si sta definendo anche la struttura societaria, e quindi sarebbe inutile dare dei tempi più lunghi, alcune decisioni verranno prese in questi giorni, e mi riferisco alla vecchia compagine societaria Busi-Aldrovandi.

Io non vorrei che qualcuno si preoccupasse del tempo; purtroppo ma anche per fortuna dobbiamo agire adesso, quindi anche il tavolo relativo alla chiusura dell'accordo per Keller sarà tenuto in questi giorni. Questa settimana ci sono stati due tavoli di confronto; uno al Ministero dei trasporti e dello sviluppo economico con Trenitalia, dove non si è parlato di cose indisponibili, ma si stanno verificando le richieste che già la Regione a ha presentato ai due Ministri in occasione degli ultimi incontri romani.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, chiedo una breve sospensione per valutare una ipotesi di ordine del giorno unitario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato già presentato.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, in ragione anche della replica dell'Assessore, andrebbe precisato meglio.

PRESIDENTE. Poichè non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 07, viene ripresa alle ore 20 e 28.)

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine Del Giorno Bruno - Diana Mario - Sanna Giacomo - Steri - Uras - Salis - Cossa - Cuccureddu - Agus - Cuccu - Piras - Sanna Paolo Terzo sulla situazione della Keller di Villacidro.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione del dibattito svoltosi sulla mozione n. 145 relativa alla revoca delle commesse per 25.000.000 di euro da parte di Trenitalia e sulle gravi conseguenze economico-sociali determinate dal mancato rilancio dell'importante stabilimento elettromeccanico regionale della Keller meccanica Spa nel Medio Campidano;

RILEVATO che è emersa una diffusa volontà di intervenire per il suo salvataggio; il fallimento, infatti, cancellerebbe dal territorio un'esperienza industriale difficile da recuperare, per cultura, tradizione e professionalità, con gravissimo danno non solo per il territorio più direttamente interessato, ma anche per l'intera economia presente e futura della Sardegna;

EVIDENZIATA la necessità di ripartire con la stabilizzazione di un importante segmento di industria metalmeccanica e manifatturiera scongiurando la soppressione di una risorsa economica e sociale necessaria ed indispensabile, non solo per lo sviluppo del Medio Campidano, ma per l'intera Sardegna,

impegna la Giunta regionale

1) ad intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché la trattativa con Trenitalia sia portata a compimento dal Governo nazionale, chiedendo allo stesso, entro quindici giorni, l'attivazione di un tavolo di accordo che miri ad una azione coordinata sui trasporti e sulle azioni di sviluppo economico che consenta di far ripartire l'attività produttiva e di manutenzione dell'azienda Keller;

2) a sostenere iniziative adeguate finalizzate alla revisione degli accordi finanziari e commerciali tra Trenitalia e Keller;

3) a sostenere le azioni necessarie alla realizzazione delle commesse pubbliche già programmate per il rinnovo del materiale rotabile previsto per la rete regionale.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cugusi ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 68

(Il Consiglio approva).

La mozione si intende ritirata.

Il Consiglio è riconvocato per giovedì 29 settembre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 32.



Allegati seduta

CCLIV SEDUTA

MERCOLEDI' 28 SETTEMBRE 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

del Vicepresidente CUCCA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 14 settembre 2011 (247), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Francesco Mula e Onorio Petrini hanno chiesto congedo per la seduta del 28 settembre 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Annunzio di presentazione di disegni di legge

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

"Modifiche all'articolo 73, comma 3, lettera b), della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali)". (309)

(Pervenuto il 27 settembre 2011 e assegnato alla ottava Commissione.)

"Nuove disposizioni a favore degli interventi di cui all'articolo 27, comma 2, lettera r), della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007), in materia di contributi per l'abbattimento dei costi relativi al fitto-casa per gli studenti universitari fuori sede, e di cui all'articolo 4, comma1, lettera b), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008), concernente la concessione di assegni di merito per gli studenti". (310)

(Pervenuto il 27 settembre 2011 e assegnato alla ottava Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interrogazione Amadu - Tocco, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata ripresa del lavoro di informatizzazione del catasto da parte del personale dipendente dell'ex Agenzia della Regione autonoma della Sardegna per le entrate". (684)

"Interrogazione Corda - Agus - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Solinas Antonio, con richiesta di risposta scritta, sulla nomina del sostituto del direttore di servizio dell'Ente foreste di Tempio". (685)

"Interrogazione Agus - Espa - Diana Giampaolo, con richiesta di risposta scritta, in merito alla convenzione tra la Regione e l'INPS in attuazione dell'accordo quadro, di cui all'articolo 20 del decreto legge n. 18 del 2009, convertito in legge 3 agosto 2009, n. 102, tra il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e le regioni per l'affidamento all'INPS delle funzioni concessorie nei procedimenti di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità". (686)

"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sui disagi provocati dall'improvvisa e immotivata soppressione da parte dell'ARST di alcuni collegamenti tra Olmedo e Alghero". (687)

"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sulla manifestata volontà delle Poste italiane Spa di attuare tagli agli sportelli nei piccoli centri urbani della Sardegna". (688)

"Interrogazione Barracciu - Cucca, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata apertura del convitto e del semiconvitto annessi all'Istituto professionale di Stato per l'agricoltura, l'ambiente e lo sviluppo rurale (IPSAAR) di Sorgono e del servizio mensa". (689)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

DESSI', Segretario:

"Interpellanza Agus - Cocco Pietro - Diana Giampaolo - Lotto sulla profonda crisi e sul rischio di cancellazione del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna". (266)

"Interpellanza Planetta sul mancato effettivo coinvolgimento degli oltre 4.000 proprietari interessati alle procedure di esproprio relative alla costruzione del gasdotto Galsi nel tratto a terra di attraversamento della Sardegna". (267)

PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero dei consiglieri presenti in Aula e dovendo procedere alla votazione della mozione, poiché non sono trascorsi i dieci minuti dall'inizio della seduta per poter procedere, a termini di Regolamento, alla votazione, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 36, viene ripresa alle ore 16 e 49.)

Votazione e non approvazione della mozione Bruno - Uras - Salis - Capelli - Agus - Barracciu - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru - Ben Amara - Cugusi - Sechi - Zuncheddu - Cocco Daniele Secondo - Mariani sull'uso indiscriminato, fazioso ed ingannevole delle risorse per la pubblicità istituzionale della Regione nella congiuntura economica più grave dal dopoguerra in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (147)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione della mozione numero 147.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, con la replica del Presidente le cose sono state dette, sono state chiarite; pertanto, poiché pensiamo che si debba lasciare libertà di voto a tutti i consiglieri regionali, chiedo la votazione a scrutinio segreto della mozione numero 147.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, della mozione numero 147.

(Segue la votazione)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Vargiu - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:

presenti 65

votanti 64

astenuti 1

maggioranza 33

favorevoli 28

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Discussione della mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla revoca delle commesse per 25 milioni di euro da parte di Trenitalia e sulle gravi conseguenze economiche e sociali che il mancato rilancio dell'importante stabilimento elettromeccanico regionale sta determinando, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (145)

PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 145.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulla revoca delle commesse per 25 milioni di euro da parte di Trenitalia e sulle gravi conseguenze economiche e sociali che il mancato rilancio dell'importante stabilimento elettromeccanico regionale sta determinando, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO CHE:

- ormai da anni si susseguono interpellanze, interrogazioni ed ordini del giorno sul più importante complesso elettromeccanico dell'Isola, sorto nel 1985 a seguito del tracollo industriale del polo tessile di Villacidro e precedentemente, di quello minerario di Montevecchio, nel Medio Campidano;

- tra gli interventi industriali, inseriti nel più vasto progetto del piano di rinascita per riscattare la Sardegna dal sottosviluppo e colmare il divario fra le regioni più ricche e sviluppate del nord Italia, la Keller Meccanica è stata da subito dotata di impianti modernissimi per produrre carrozze ferroviarie, imponendosi sul mercato nazionale ed internazionale fra le realtà metalmeccaniche del settore più affidabili;

CONSIDERATO CHE la vita dello stabilimento, pur essendo fra i più avanzati d'Italia, non è stata mai lineare, ancorata da sempre alle commesse dell'Ente di Stato, si ritrova oggi sull'orlo di una crisi senza ritorno, che determinerebbe il licenziamento dei 312 dipendenti e la mancanza di lavoro per altri 100 addetti dell'indotto; l'ennesima mazzata per l'economia del territorio che negli ultimi 20 anni ha visto crollare il suo tessuto industriale, faticosamente ricostruito dopo il crollo minerario; un danno enorme che rischia di implementare l'alto numero dei cassintegrati e disoccupati che fanno del nostro territorio un esteso bacino socio-assistenziale;

PRESO ATTO che anche la battaglia per il mantenimento del collegamento navale di Golfo Aranci per il trasporto dei carri ferroviari si è bloccata, tanto che restano nel cassetto le mozioni n. 7 del 28 maggio 2009 e n. 32 del 4 dicembre 2009, per cui il Consiglio regionale non è potuto entrare nel merito di un "pezzo" importante per il mantenimento in vita di Keller Meccanica, "pezzo" usato strumentalmente dalla stessa Trenitalia per negare i suoi impegni e minare lo sviluppo futuro dell'attività, poiché la citata soppressione impedirebbe, inoltre, di partecipare alle future gare e comporterebbe la perdita di tutte le qualifiche, nazionali e internazionali, sinora conseguite;

RITENUTO che:

- sia giunto il momento della massima difesa dell'ultimo baluardo industriale del Medio Campidano, con il quale il Governo nazionale intendeva invertire un trend economico-sociale che appariva ineluttabile;

- il tracollo della Keller suggellerebbe di fatto il definitivo fallimento di quella visione positiva e cancellerebbe dal territorio un'esperienza industriale difficile poi da recuperare, per cultura, tradizione, infrastrutture e maestranze, con gravissimo danno per il territorio, ma anche per l'economia futura dell'Isola;

alla luce di tali considerazioni, reputando indispensabile ed immediato il coinvolgimento del Governo nazionale, considerata la partecipazione dello Stato in Trenitalia,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

ad intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché la trattativa con Trenitalia sia portata al cospetto del Governo nazionale con un tavolo di concertazione che miri ad una azione coordinata sui trasporti e si determinino i provvedimenti necessari per il salvataggio e il rilancio di questa importante realtà industriale rappresentata dalla Keller, dalla quale bisogna ripartire per evitare che venga cancellato un segmento economico e sociale necessario ed indispensabile, non solo per lo sviluppo del Medio Campidano, ma per l'intera Sardegna.)

PRESIDENTE. Poiché non è presente l'Assessore dell'industria sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 52, viene ripresa alle ore 17 e 24.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

AGUS (P.D.). Presidente, Assessore, onorevoli colleghi e colleghe, questa mozione vuole porre all'attenzione del Consiglio il momento difficile che sta vivendo una industria importante, rilevante non solo per la Sardegna. E' una questione molto delicata, importante, anche per gli sviluppi e i risvolti che possono nascere dalla sua risoluzione.

Un'industria, dicevo, fondamentale per quel sistema industriale che la Sardegna ancora mantiene, pur con le vicissitudini di quest'ultimo periodo che dal Nord al Sud hanno visto l'isola segnata da gravi episodi di cancellazione del tessuto industriale; la Keller di cui oggi discutiamo rappresenta un tassello importante di questo sistema che nasce, in modo particolare nel nostro territorio, ma non solo nel nostro territorio, con le Partecipazioni statali negli anni '70.

Si avviava in quegli anni una nuova fase di industrializzazione della Sardegna, che riprendeva l'esperienza industriale segnata dal crollo del settore estrattivo, in modo particolare del carbonifero e del metallifero. Quindi il Governo nazionale si preoccupava che in Sardegna continuasse l'industrializzazione, un fattore importante per l'economia dell'isola. Negli anni '70 assistiamo a questa esplosione di imprese, specialmente tessili e chimiche, poi come avviene ogni 15, 20 anni (e come è avvenuto purtroppo in quest'ultimo periodo), ci fu un ciclo di caduta di quel tipo di industrializzazione delle Partecipazioni statali in Sardegna, la Keller nasce proprio allora.

Il suo insediamento risale al 1985; siamo nella fase della prima crisi industriale, soprattutto quella del polo tessile nel Villacidrese che segna l'inizio delle prime stagioni di crisi industriali: cominciano le cassa integrazioni, cominciano i drammi di migliaia di famiglie, ancora oggi migliaia di ex operai sono in cassa integrazione. La Keller quindi si inserisce in un contesto importante per l'industria in Sardegna e ciò determina, chiaramente, una profonda riflessione sul tema dell'industria e di questo tipo di industria, un'industria metalmeccanica, come abbiamo detto fondamentale nell'isola e importante anche a livello nazionale, in grado di fare lavorazioni per le industrie del Nord Italia, come fa la Breda, ma senza confronto a quanto pare, perlomeno per le cose che si dicono, avendo raggiunto un alto livello non solo tecnologico ma anche professionale.

Le maestranze sono considerate capaci, e stimate in quanto tali; purtroppo, ripeto, la Keller vive ripetuti momenti di alti e bassi e nuovamente ci ritroviamo in un momento difficile, dopo aver superato l'ostacolo derivante dalla scelta di rimanere in attività tra il polo siciliano e il polo sardo; la Keller, per le cose che abbiamo detto, riesce a spuntare questa sua centralità e viene riconosciuta questa sua valenza industriale.

Oggi questa industria, come tutti sappiamo, ha un personale costituito da 320 operai, tecnici specializzati per buona parte in diversi settori, la realizzazione di vagoni ed elettrotreni è così complessa da richiedere infatti capacità imprenditoriale e livelli professionali di alta specializzazione, non fosse altro perché come detto vi è un riconoscimento a livello internazionale.

Il Piano industriale apriva ampi spazi alle esportazioni nel Nord Europa, nell'Est europeo, nell'Asia, nel Nord Africa, dove ci sono territori che guardano, dopo la crisi politica, al loro rilancio e quindi alla loro infrastrutturazione. Le reti ferroviarie sono fondamentali nelle nazioni emergenti (nazioni che hanno una rete viaria diffusa) perché sicuramente consentono collegamenti maggiori e più rapidi di cui queste aree hanno necessità.

Quindi la prospettiva lavorativa esiste, però per una parte delle commesse che la Keller risulta detenere, ma la soppressione della commessa da parte di Trenitalia porta la Keller sull'orlo del fallimento. Oggi scopriamo che anche il gruppo imprenditoriale ha difficoltà al suo interno, tanto che si stanno cercando partners diversi. Si parla appunto della Skoda o di altre società interessate a partecipare alla quota Keller, un'industria, ripeto, con maestranze altamente specializzate che sarebbero costrette all'ennesima emigrazione nel Nord Italia, là dove esistono le concorrenti della Keller, se questa dovesse crollare.

Sarebbe un altro enorme danno, e non solo per quel territorio martoriato del Medio Campidano, di Villacidro, che nasce come polo industriale al fianco di altri poli industriali regionali che in buona parte sono falliti e che ancora oggi assistiamo. E' di questi giorni il servizio su Rai Tre nazionale sulla Z.I.R. di Isili: un'altra area dove abbiamo speso centinaia e centinaia di milioni di lire per un'industrializzazione praticamente fallita! Anche Villacidro è uno di questi baluardi, però c'è una differenza rispetto a Isili, o anche Ottana. Ottana sta soffrendo, ugualmente, questi momenti di crisi e qualcuno riprende, come si suole dire, il percorso della vecchia attività. L'insediamento industriale a Ottana è avvenuto in un ambito agricolo e pastorale; allora molti operai lasciarono la pastorizia per diventare operai ma, oggi, pare che molti stiano ritornando alla pastorizia.

Questo non può avvenire nel polo industriale di Villacidro, dove vi sono 150 anni di attività industriale; l'industria in Sardegna nasce insieme all'industria nazionale, le aree minerarie portano l'esperienza industriale in Sardegna, ma anche in Italia, perché i primi nuclei industriali sono i nostri. Questo territorio è vocato all'industria, non può essere consentito che, a causa della liquidazione della Keller, si cancellino esperienze industriali che non possono essere riprodotte così in qualsiasi parte della Sardegna.

A mio avviso la Regione sarda e la stessa Giunta sono chiamate a una profonda riflessione perché nella prospettiva di un programma di sviluppo regionale abbiamo sempre detto che un segmento industriale non può essere disconosciuto in Sardegna anche guardando al turismo come monocultura; io spero che non si crei una monocultura perchè abbiamo già sperimentato i danni fatti dalle monoculture industriali quando queste non hanno potuto svilupparsi ulteriormente.

La Keller, pertanto, in quest'area credo vada considerata un baluardo a difesa di questo polo industriale, di storia industriale necessaria alla Sardegna. Non si può cancellare questa fabbrica, per le persone che ci lavorano e per quelle dell'indotto, parliamo di migliaia di persone coinvolte, parlo degli operai e degli addetti ai servizi esterni e quindi delle famiglie che questi operai chiaramente mantengono in vita, proprio in vita perché oggi sappiamo quale realtà si viva senza lo stipendio.

Allora mi chiedo se non sia possibile che la Regione sarda prenda in mano la situazione; anche la settimana scorsa si attendevano risposte da parte del Governo nazionale perchè si tratta con Trenitalia, si dice, ma Trenitalia non ne vuole sentire di chiudere su queste commesse per via, parrebbe, anche di una disattenzione della Keller che non ha ottemperato alla consegna delle commesse precedenti, le commesse che Trenitalia a suo tempo aspettava nella consegna del 2010. Da qui la posizione rigida di Trenitalia anche dopo la presentazione da parte della Keller del Piano industriale, approvato a tutti i livelli istituzionali, compresa Bruxelles.

Ci troviamo in questa situazione imbarazzante per cui ritengo opportuno che la Regione sarda richiami a un tavolo di trattativa il Governo nazionale perché, essendo Trenitalia partecipata dallo Stato, lo Stato cioè il Governo deve dare mandato a Trenitalia di mantenere queste commesse. Ma non solo questo. La Giunta in questa trattativa deve "allargare il campo" e non solo mantenere la Keller nel polo industriale di Villacidro, ma ripartire da quella esperienza per ricreare un tessuto industriale nei poli a vocazione industriale.

L'industria si può insediare dovunque, abbiamo già dei territori compromessi, ne abbiamo compromesso tanti altri e stiamo ancora spendendo (abbiamo stanziato risorse anche nel bilancio dell'anno scorso) per realizzare i Piani di insediamento produttivo, i PIP, che non ospitano neanche un'attività imprenditoriale. Ecco perché ritengo necessaria l'attenzione, in questo contesto industriale, nei confronti della Keller, affinché quel presidio industriale non venga meno ma, anzi, si sviluppi ulteriormente con politiche adeguate sulla scena internazionale.

Ho detto altre volte, e ritornerò su questo tema, che è opportuno che la Regione sarda, per la sua autonomia, ricerchi accordi anche a livello internazionale. Penso alle aree del Nord Africa; una infrastruttura come la rete ferroviaria, dove sono in atto processi di sviluppo e di crescita, non può non essere contestualizzata all'interno di questi piani futuri di sviluppo. L'Unione europea ha raccomandato al Presidente della Regione che questo avvenga; il fatto di essere una Regione autonoma nel contesto mediterraneo ci mette in condizioni di aprire un dialogo facendo conoscere le nostre realtà industriali nei paesi del Mediterraneo.

Quindi, perché non proporre questa realtà, ripeto, che tutti ci riconoscono come una realtà di eccellenza e che non riusciamo, invece, a promuovere non solo nel contesto nazionale ma neanche in quello internazionale. Si ha bisogno di commesse; le commesse spesso non è detto che arrivino solo perché si tratta direttamente con l'acquirente, le commesse arrivano se si tratta anche con gli Stati da cui provengono le commesse o dove ci sono i committenti. Quindi in una politica di promozione della nostra capacità imprenditoriale.

In questa situazione, lo ribadisco, con il Governo deve essere aperto un tavolo più ampio rispetto alla sola risoluzione Keller. Al centro, indubbiamente, per le cose che abbiamo detto ci deve essere la Keller, perché non può essere cancellata un'esperienza industriale che deriva dalla prima vicenda industriale sarda ma anche nazionale, perché l'industrializzazione in Italia nasce nel XIX secolo e l'industria mineraria a Montevecchio nel 1849.

Peraltro l'industrializzazione nasce anche grazie al lavoro di un imprenditore sardo che si cimenta nella battaglia imprenditoriale con imprese straniere, inglesi, tedesche e francesi; eppure Montevecchio diventa un polo di alta valenza industriale e con grandi imprese che fanno conoscere l'industria mineraria sarda nel mondo, tanto che la stessa società mineraria di Montevecchio viene quotata in Borsa sino alla sua fusione con le Partecipazioni statali negli anni Trenta.

Ecco i fattori della nostra esperienza: operai e tecnici che hanno generato altri operai e altri tecnici; se si chiude questo polo non sarà possibile riconvertire maestranze specializzate in operatori turistici o in operatori agricoli. Le vocazioni si mantengono nei territori, non si possono spostare, non fosse altro perché quell'industria che si colloca in questo territorio può contare su maestranze formate, su maestranze che hanno la mentalità industriale, la mentalità operaia, la mentalità tecnica, ed è una ricchezza che non può essere sminuita pensando che, tanto, se non si fa lì si fa da un'altra parte.

Eppure il nostro tessuto industriale sta scoppiando, ormai, si sta frantumando. Nel Nord Sardegna, a Porto Torres, aspettiamo la chimica verde, con tutti i "se" e i "ma" che questo comporta perché ancora non conosciamo né gli sviluppi né le prospettive; al posto del polo industriale si propongono insediamenti di energie alternative che certo non occuperanno se non una minima parte degli operai di cui parlavamo e che finiranno in cassa integrazione, perché di questo si tratta, non c'è altra alternativa, non c'è prospettiva.

E tra dieci, venti, forse trent'anni, non lo so, vedremo pian pianino frantumarsi l'altro polo industriale, quello della grande Saras. Dobbiamo prepararci anche a quell'evenienza perchè tra trenta o quarant'anni non avremo più materia prima, o probabilmente quelle attività si sposteranno; già oggi mi risulta che la Saras stia cedendo parte degli impianti a società private, quasi stesse cominciando a dismettere le attività. È una prospettiva alla quale la Regione sarda deve guardare con attenzione e profonda serietà, per fare in modo che questa esperienza non venga meno.

Non credo che la Sardegna possa fare a meno dell'industria, è un segmento importante, non può essere insediata dovunque, abbiamo già delle aree compromesse anche dal punto di vista ambientale, ma quelle aree sono dotate di una grande cultura industriale e di grandi professionalità che non possono essere, ripeto, annientate. Quindi alla Giunta regionale, all'Assessore che in questo momento è qui presente, chiediamo uno sforzo perché si difenda in tutti i modi l'esperienza della Keller che non deve chiudere, perché sarebbe un enorme perdita per la Sardegna.

Questa è una industria nostra, non è un'industria delle Partecipazioni statali (il riferimento è all'industria chimica che cesserà a breve, se non è già cessata); è un'industria che, se posta al centro di una programmazione imprenditoriale regionale, può consentire la nascita di altri segmenti produttivi per la realizzazione oltre che di parti meccaniche, di arredi e di quanto altro occorre.

Ecco perché chiedo un impegno forte che guardi anche al rapporto internazionale di collaborazione: vendiamo e promuoviamo quest'industria nel contesto mediterraneo: ne abbiamo la possibilità; ed è un ruolo che la Regione sarda deve assumere con determinazione per guardare al futuro.

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento. Il tempo a disposizione per l'intervento è di dieci minuti.

Il primo iscritto a parlare è il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, Assessori, colleghi, non intendo sminuire l'importanza e anche la credibilità o la sensibilità dell'Assessore quando dico che avrei preferito che fosse presente in Aula anche il Presidente: il momento è drammatico e richiede la messa in campo di tutta la forza politica che abbiamo a disposizione.

Non penso sia necessario che io ricordi a quest'Aula che cosa sia la Keller, che cosa rappresenti per il Medio Campidano e che cosa rappresentino quattrocento posti di lavoro per l'intero settore produttivo manifatturiero della nostra isola, dato che da anni porto questi temi all'attenzione del Consiglio, porto in quest'Aula il grido d'allarme di un territorio, dei lavoratori e delle loro famiglie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue CUCCU.) Colleghi, la prima mozione riguardante la Keller è stata depositata in quest'Aula a gennaio del 2008; allora, con i colleghi eletti nel Medio Campidano e con i Presidenti delle Commissioni trasporti e industria, rivolgemmo un appello alla Giunta regionale perché intervenisse sul Governo nazionale, su Ferrovie dello Stato e su Trenitalia per scongiurare la soppressione del servizio marittimo di trasporto dei rotabili tra Golfo Aranci e Civitavecchia.

A quella mozione seguì un ordine del giorno approvato con voto unanime del Consiglio regionale a fine febbraio del 2008; ordine del giorno analogo replicato a maggio del 2008 e poi seguito da altra mozione a dicembre del 2009. Ricordo sul tema anche le due lettere che inviai al Presidente della Regione perché si attivasse con iniziative istituzionali volte a garantire le precondizioni perché questa azienda non fosse destinata a morire, lettere rimaste anch'esse lettera morta.

Ripeto, mi dispiace che oggi non sia in Aula il Presidente, perché su questa battaglia, su questa vertenza, dobbiamo essere tutti dalla stessa parte: dalla parte dei lavoratori e dalla parte del territorio; non c'è e non ci può essere una contrapposizione con la Giunta regionale, anche se la Giunta regionale, è chiaro, è il nostro interlocutore, è quella che siede al tavolo con il Governo.

Le precondizioni a mio avviso sono due. Una attiene al collegamento dei rotabili con il Continente, come già avevo denunciato quattro anni fa, e la soppressione della linea del traghetto Garibaldi è stato il primo segnale di disimpegno da parte dello Stato che, invece, deve essere impegnato in Sardegna: quel collegamento costituisce infatti infrastruttura, collega la Sardegna con il Continente. Soppresso il traghetto, ci hanno promesso i servizi "a chiamata" che, di fatto, hanno reso difficoltoso per la Keller adempiere agli obblighi contrattuali con Trenitalia; infine si arriva all'epilogo, o a quello che sembrava l'epilogo e che purtroppo non lo è, quando Trenitalia, a marzo 2011, manifesta finalmente tutte le sue reali intenzioni perché esclude dalle gare d'appalto le aziende con siti produttivi ubicati nelle isole.

Noi abbiamo presentato un'interrogazione su questo; è scandaloso infatti quanto è scritto nella gara d'appalto; questa decisione è di una gravità io penso inaudita, ed è stata giustificata - leggo il virgolettato - "da inderogabili esigenze operative di Trenitalia", frase sibillina che nascondeva il vero motivo presente nel prospetto con le condizioni di fornitura dove c'era scritto testualmente: "Trenitalia non effettua servizio di trasporto nell'Isola né alcun tipo di traghettamento".

Questo è il primo segnale, questa è la vera volontà manifestata nero su bianco da Trenitalia: noi in Sardegna non portiamo nessun vagone e non abbiamo nemmeno alcuna intenzione di farlo, e quindi, chiunque abbia stabilimenti produttivi nelle isole, non può partecipare alle gare di Trenitalia; di fatto si disconoscevano comunicazioni sempre di Trenitalia inviate all'allora assessore Lorettu, in cui si manifestava l'intenzione di mantenere il collegamento da e per la Sardegna.

Nel frattempo sono intercorse difficoltà materiali nell'attuazione del Piano industriale dell'azienda, c'è una difficoltà finanziaria dell'azienda che non va sottaciuta; difficoltà non attinenti alla fattibilità del Piano industriale, ma che sono aumentate per effetto dei ritardi degli istituti di credito nel deliberare i finanziamenti e a causa dei successivi passaggi al MISE per accedere ai fondi per il salvataggio delle aziende in difficoltà.

All'inizio dell'estate finalmente arriva, collega Planetta, il parere favorevole della Commissione europea. Ma proprio quando gli operai stavano aprendo gli armadi e tirando fuori le tute da lavoro arriva l'ennesima doccia fredda; sempre Trenitalia, con una tempistica perfetta, una tempistica direi a orologeria, il 31 agosto revoca commesse per 16 milioni di euro e, come se non bastasse, fa scattare una richiesta di danni alla Keller per altri 10 milioni. Nel frattempo prosegue la mobilitazione, la ricerca di incontri ai tavoli ministeriali, ma "ogni giorno ce n'è una".

La settimana scorsa, quasi a voler mettere altri macigni sulla ricerca di una soluzione, Trenitalia comunica alla Keller, questa è la comunicazione del 14 settembre, la cancellazione dal sistema di qualificazione dei fornitori di beni e servizi. Quasi a dire che stiamo arrivando alla soluzione, ma la soluzione non la troviamo mai. Siamo all'ultimo chilometro, ma quest'ultimo chilometro si allunga sempre.

Allora colleghi, io mi chiedo, lo chiedo anche all'Aula distratta, però lo chiedo all'istituzione, agli Assessori: è mai possibile che in quest'isola si permette a un pezzo dello Stato di macchiarsi di un reato gravissimo come quello di causare la morte di un soggetto industriale? Può un'azienda, io mi domando, che dipende dal Governo, ammazzare un soggetto che è, sì, cagionevole di salute, ma ha bisogno di un'aspirina, non è assolutamente un malato terminale per il quale ci si potrebbe anche interrogare se sia o non sia il caso di staccare la spina. Ma non siamo in condizione di staccare la spina, la spina non va staccata e non può essere un'azienda di Stato, la voglio chiamare così, a farlo. E io penso che nessuno che sia ragionevole possa pensare che ci sia la volontà di staccare la spina.

A meno che, e sorgono anche i dubbi per il fatto che tutte queste cose succedono volta per volta, quando sembra che abbiamo trovato la soluzione, non si voglia ancora una volta sacrificare gli interessi dei sardi sull'altare di altri interessi nazionali. Noi questo dubbio dobbiamo porcelo se vogliamo negoziare con il Governo con cognizione di causa, per avere forza negoziale perché noi tutti sappiamo, non sfugge a nessuno di noi, che ci sono aziende del settore che sono in difficoltà e sono aziende pubbliche. Finmeccanica è pubblica e c'è qualche azienda di Finmeccanica che ha qualche difficoltà in questo settore. Io non vorrei che la salvezza di queste aziende ancora una volta si compia sulla pelle dei sardi.

Ecco perché il problema lo abbiamo qua, ecco perché l'interlocuzione la Giunta regionale la deve cercare al massimo livello con il Governo nazionale, perché il problema è interamente politico, non può essere un problema circoscritto a un rapporto contrattuale Keller - Trenitalia.

Purtroppo i tavoli di discussione con Trenitalia, nonostante la nutrita e autorevole presenza istituzionale, a oggi non hanno prodotto i risultati che stavamo aspettando; dobbiamo avere risposte dal Governo, noi dobbiamo avere un impegno concreto del Governo che dia adeguate indicazioni alle sue partecipate. In un momento di crisi le aziende che soffrono maggiormente sono quelle manifatturiere, e un Paese come l'Italia, uno dei primi paesi in Europa nel settore manifatturiero, può permettersi di perdere la sua più importante azienda in Sardegna? Io penso di no. Penso che dobbiamo fare di tutto noi e penso che debba fare di tutto il Governo se la volontà è questa; e penso che il Governo abbia anche tutti gli strumenti per imporre a Trenitalia, una sua partecipata, delle scelte strategiche che riguardano un'azienda in crisi.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Planetta. Ne ha facoltà.

PLANETTA (P.S. d'Az.). Assessore, Assessori, colleghi e colleghe, leggo la mozione e la premessa che dice: "ormai da anni si susseguono interpellanze, interrogazioni e ordini del giorno sul più importante complesso elettromeccanico dell'isola, sorto nel 1985 a seguito del tracollo industriale del polo tessile di Villacidro e precedentemente di quello minerario di Montevecchio nel medio Campidano". In queste quattro righe è sintetizzato, implicitamente, il fallimento di una consolidata prassi politica che risponde ormai a una ritualità, quella di impegnare il Presidente della Giunta, che risulta essere sempre costantemente inefficace conoscendo bene in partenza che genere di interlocutore è lo Stato italiano.

Uno Stato e un Governo al cui cospetto, dice la mozione, la Sardegna ha già portato fin troppe trattative, a mio giudizio sempre inutilmente. Termine infelice questo "al cospetto". Un tempo si usava dire al cospetto del re, ora siamo al cospetto del Governo nazionale. Parlo, badate bene, sempre di Stato italiano e non del Governo di turno e parlo di quello Stato vessatore e ingiusto che da sempre ci ha trattato e continua a trattarci come colonia, che consente di rapinare le nostre risorse, di inquinare la nostra terra favorendo le peggiori speculazioni da parte di cricche di amici e di pezzi significativi del suo apparato.

Mi riferisco per esempio all'Eni, a i tutti disastri e le ruberie che ci hanno consegnato le Partecipazioni statali, mi riferisco al Ministero della difesa e alle conseguenze nefaste delle servitù militari. Mi riferisco al Ministero dei trasporti e a quello delle finanze che si sono ben distinti, come tutti abbiamo visto, sia con la farsa della continuità territoriale che con l'affare poco chiaro della Tirrenia, e che oggi non si smentiscono con Trenitalia che revoca commesse per 25 milioni di euro e che minaccia di far scattare penali e richieste di danni per quasi 10 milioni di euro per presunte inadempienze dell'azienda di Villacidro.

Ma in queste quattro righe della mozione sono riassunti anche tutti quei modelli fallimentari che il territorio del Medio Campidano, dopo la chiusura delle miniere di Montevecchio, si è visto paracadutare dall'alto prima con l'insediamento del polo tessile e poi con la stessa Keller.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CUCCA

(Segue PLANETTA.) Il Presidente della Regione è stato a colloquio con Matteoli e i giornali, mi riferisco alla stampa sarda, riportano con grande enfasi che il Ministro sarebbe riuscito a strappare a Moretti, l'amministratore delegato di Trenitalia, un impegno, per adesso solo informale, a rivedere le sue posizioni. Quindi, secondo loro, noi qui dovremmo essere contenti e sempre fiduciosi.

E' un copione già visto ormai in decine e decine di circostanze analoghe anche se, come dice la stampa, pare che l'ostacolo maggiore alla trattativa sia dato soprattutto dal clima di ostracismo presente nel Governo a seguito dell'autosospensione del Presidente della Regione dal P.d.L. Ma guardate che cosa dice la stampa! Io, come sardo, sono profondamente indignato e dispiaciuto davanti a tutto ciò. Tutto questo è inaccettabile per i trecentododici dipendenti della Keller e per gli altri cento dell'indotto che sono le vere vittime sia dell'inconcludenza sistematica della politica sia della gestione, censurabile, che l'azienda ha avuto negli anni.

Gli operai, oggi, rischiano seriamente di perdere il loro posto di lavoro. Questo è inaccettabile, perché parliamo di una vicenda simile, per esempio, sempre per restare a Villacidro, a quella della Scaini con l'ENI, a quella della cooperativa Enolearia, due piccoli esempi di aziende in crisi finanziaria. Morta la prima, con i lavoratori in mobilità decennale, e poi generosamente regalata; morta anche la seconda, per mano del Ministero delle attività produttive, a seguito di una liquidazione coatta che non ha risarcito i soci sostenitori e neppure i creditori.

Anche la Scaini, come la Keller, aveva buone competenze interne, aveva buoni operai e un mercato eccellente, ma è morta ugualmente per mano della stessa azienda di Stato, l'ENI, come è successo per la SNIA, come sta succedendo per la Vinyls. La Keller oggi ha un altro killer, il killer sono le Ferrovie italiane, ma il paradosso è che Trenitalia è partecipata anch'essa dallo Stato, e dunque il mandante è lo stesso dell'ENI, ed è questo Stato italiano che si ripete, e che oggi affossa un'altra azienda sarda e, con essa, l'intera economia del territorio.

Io credo, colleghi (dopo aver sentito i precedenti interventi), che non è più il tempo di attendere, non c'è più tempo di reggere questa situazione, è tempo oggi di reagire. Non c'è più tempo di restare aggrappati ai segnali di fumo di improponibili acquisti dello stabilimento da parte dei soliti indiani, e si aggiungono ora i cechi con la Skoda.

Queste soluzioni sono già state annunciate da più fonti, come in tante altre analoghe circostanze. Non possiamo più andare, cari colleghi, a bussare alle varie porte, a mendicare dei diritti sacrosanti, non lo possiamo più fare. Stiamo facendo continuamente le stesse cose senza ottenere dei risultati. Invece credo che sia arrivato il momento di dare un forte segnale di rottura a questo Stato, uno Stato inconcludente, uno Stato inutile alla Sardegna, uno Stato che ci ha procurato solo disgrazie, ma a cui riconosciamo ancora l'autorità di depredarci delle nostre risorse, di dirottare i fondi europei che spettano alla Sardegna, di non pagarci quanto ci è dovuto. Ci vuole un forte segnale, e questo segnale è l'indipendenza della Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas.). Presidente, ogni volta che c'è una fabbrica che lavora, che produce, con lavoratori onesti e competenti, sembra che l'intenzione sia sempre di soffocarla con il pretesto misero che c'è crisi. La decisione di Trenitalia di annullare le commesse scarica sui lavoratori e sulle loro famiglie le inadempienze della fabbrica, mettendo a rischio circa quattrocento posti di lavoro fra dipendenti e indotto. L'atteggiamento ostracista di Trenitalia è inaccettabile, anche perchè la stessa Unione europea poco tempo fa ha dato parere positivo sul Piano di rilancio industriale dello stabilimento. Ma qui sembra che sia in atto il tentativo di affossare completamente un'azienda, con tutte le conseguenze che ne derivano.

C'è ancora di più; considerato il fatto che questo Governo vive di premesse e di promesse infinite, non esiste ancora nessuna vera garanzia per l'incontro tra aziende, sindacati e il ministro Matteoli, l'incontro è rinviato a una data da stabilire malgrado la mobilitazione dei sindacati, degli amministratori del Medio Campidano, della SFIRS e dell'azienda sul futuro dello stabilimento. Si prevede che si riaprirà la trattativa tra la Regione e Trenitalia. Sono parole, parole, parole. Ma si può ancora dare fiducia alle parole? Si parla di un piano B) da parte di vertici aziendali, e in accordo con la SFIRS e la Regione, per individuare eventuali nuovi soci finanziatori. Tuttavia non è chiaro che cosa si celi dietro questo tentativo.

Io credo che in questo momento la politica si debba impegnare attraverso azioni decisive presso il Governo centrale, affinché Trenitalia receda dalla decisione di annullare le commesse. Il nostro territorio, dove è in atto un processo di desertificazione industriale senza precedenti, depresso oltre ogni limite dal punto di vista occupazionale, non può e non deve sopportare un altro smacco.

La posta in gioco ancora una volta è molto alta, si tratta di circa quattrocento famiglie che stanno vivendo un dramma, con la sensazione che la politica sarda si disinteressi completamente della loro condizione. E' necessario che la Giunta si attivi per salvaguardare questa realtà industriale nel Medio Campidano, affinché non si debba subire il peso di un altro funerale nel panorama della nostra economia. La Regione sarda ha il dovere di portare avanti le iniziative dinanzi al Governo centrale, affinché una volta tanto si occupi anche della Sardegna e vengano date soluzioni dignitose a questa ennesima vertenza.

Un altro fatto da rilevare è che sono numerosi coloro che pensano che la Keller, che io pronuncio "killer", abbia anche altre defaillance che riguardano la dirigenza aziendale. Un esempio: l'ultimo bilancio della Keller Elettromeccanica, che appartiene per il 37 per cento al gruppo Busi-Aldrovandi, è stato chiuso nel 2009 e depositato con ritardo alla Camera di commercio. Il buco, come sappiamo, è di quasi 15 milioni di euro, dovuti. C'è poca trasparenza nel management della società, è tutto scientificamente verificato.

Se leggiamo i documenti a portata di mano di tutti, diciamo che è ora di fare i controlli appropriati e che chi ha sbagliato deve pagare. Troppo silenzio provoca sporcizia. "Facciamo pagare i conti a chi si è impossessato del bottino", dice Roberto Tronci su Facebook. Cari colleghi, perfino la Confindustria ammonisce la Regione: "intervenga o lasci ad altri"; "le imprese" dice da Palermo Alessandro Albanese "sono pronte ad acquisire Keller e PALitalia e a insediarsi nell'aria industriale di Carini". E questi sono imprenditori siciliani, attivi nel settore rotabile della carpenteria metallica e della verniciatura di grande levatura economica e tecnica, tutti iscritti alla Confindustria.

Si tratta, dunque, di capire meglio le intenzioni della Regione, che sembra bloccata aspettando un Governo misero e insensibile alla disperazione dei cittadini sardi. Vedete bene, cari colleghi, che qui c'è poco mercato economico e troppo mercato politico; i nostri lavoratori non possono più vivere sottoposti all'incertezza, dove il sacrosanto impiego del politico si scontra sempre con un limite che sembra insormontabile.

Come sfuggire, dunque, all'incertezza, che non è sempre scritta nel principio dell'uguaglianza? Perché soffocare i diritti dei lavoratori attraverso la carenza dell'istituzione e il menefreghismo politico? Dove sono andati a finire il potere costituente che decantate sempre e la democrazia istituita? Come sciogliere questa tensione fra legalità e legittimità, fra l'atto e la durata dei problemi dei nostri lavoratori?

Il comportamento vergognoso della Regione e del Governo centrale sembra un attacco in piena regola contro la solidarietà e i diritti sociali, ed è un'offensiva senza precedenti verso i lavoratori che non vogliono diventare ricchi, ma solo vivere senza preoccupazioni. Certo è che dall'isola dei precari a quella dei lavori forzati finalmente chi di realtà ferisce, di realtà perisce, almeno un po'. La scena pubblica sembra estranea alla morale, è scolorita la retorica dei governanti, quello che effettivamente predomina è il cinismo dell'interesse di parte, la "scandalistica" fornisce un ricchissimo materiale e con forme di un cinismo pubblico generalizzato.

I lavoratori della Keller subiscono ogni giorno il diktat delle istituzioni, l'inganno e la menzogna, e il ruolo della menzogna nel gioco di verità è l'arma di questo Governo. Il discorso menzognero ricomincia ormai a funzionare come un assist a vantaggio della furbizia, di cui ciascuno dei nostri lavoratori dovrebbe armarsi nel proprio microcosmo relazionale. In questa Isola ci sono coloro che vorrebbero migliorare i cittadini, e ci sono anche coloro che stimano che ciò avvenga solo migliorando prima di tutto le loro condizioni di vita. Ma a noi sembra che l'uno non vada senza l'altro e sappiamo bene da dove cominciare.

Sappiamo anche che non si può parlare di nessun modello di sviluppo se il popolo ha fame, ciò significa che l'idea stessa di sviluppo è un'idea sottosviluppata; lo sviluppo è un viaggio che contiene più naufragati che passeggeri. Che fare per convincersi, allora, a risolvere subito la vicenda Keller? Ci affidiamo a psichiatri, a psicologi? Chiediamo che la Regione ci dia una comunicazione, ma una comunicazione convincente, perché sappiamo bene che anche la comunicazione è di solito l'opposto della conoscenza, è nemica delle idee, perché le è essenziale dissolvere i contenuti.

Lo sviluppo, cari colleghi, non verrà da Milano o da Roma, ma dai paesi del Mediterraneo, dai paesi del petro-dollaro, perchè noi possiamo sempre fare buoni affari con loro: la Sicilia, Londra e Parigi insegnano.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, la vicenda della Keller presenta aspetti paradossali, così come hanno evidenziato molti dei colleghi che sono intervenuti, perché non stiamo parlando di un'azienda che è entrata in crisi per una delle, purtroppo, solite cause. Perché, per esempio, le modificazioni che è andato subendo in questi anni il mercato globalizzato hanno determinato uno spostamento delle preferenze sui prodotti, o perché i prodotti sono diventati poco competitivi, o perché ci sono state scelte aziendali sbagliate che hanno portato al tracollo dell'azienda. Cause che, purtroppo, hanno segnato in Sardegna una falcidia dell'occupazione nell'industria.

Il collega Agus ha sottolineato che spesso queste aziende riconvertono la produzione nel settore delle energie alternative; riconversione che ha, naturalmente, un aspetto positivo, perché parlare di energia pulita è sempre positivo. Di sicuro non rappresenta un'alternativa dal punto di vista occupazionale, perché aziende che occupavano 120 dipendenti oggi, investendo nel settore delle energie alternative, ne impiegano 2 o 3.

Io mi chiedo, Assessore, se la Regione ha qualche interesse a sostenere questo tipo di operazioni che, dal punto di vista occupazionale, non producono nulla e invece pesano molto sulla collettività in termini di cassa integrazione; su questo credo che, forse, sarà utile fare una riflessione. Quindi non stiamo parlando di un'azienda decotta, stiamo parlando, e qui è il paradosso, di un'azienda all'avanguardia, dotata di macchinari all'avanguardia, dotata di personale di alto livello in possesso di un notevole know-how e in grado, anche per motivi anagrafici, perché la media anagrafica è bassa, di utilizzare le nuove tecnologie, che entra in crisi.

Stiamo parlando di un'Azienda che ha un mercato, un mercato reale e potenziale notevole. Si è detto infatti delle prospettive di un potenziamento della rete ferroviaria sarda, che oggi si trova nella situazione disastrosa che tutti sappiamo, ma che in futuro prevede di riconvertirsi adottando anche una velocità media più alta di quella attuale; e questo comporta l'investimento in carrozze ferroviarie, in locomotori, certamente diversi dagli attuali.

Si è detto dell'espansione del mercato del Nord Africa che, con la cosiddetta primavera che è in atto in quei paesi, ha prospettive di modernizzazione, quindi di investimenti anche notevoli in infrastrutture; questo apre degli spazi enormi anche per la Keller e, perché no, anche la possibilità di competere, perché questa Azienda ha, ripeto, il know-how necessario per competere con i colossi che operano nel resto dell'Europa.

Quindi ci sono prospettive di espansione sui mercati enormi, ma l'azienda entra in crisi; perché? Perché Trenitalia ha operato delle scelte di un certo tipo. La vicenda della Keller credo sia emblematica per la Sardegna; ecco perché, tenendo anche conto che gran parte delle maestranze non provengono dal Medio Campidano, non dobbiamo limitare il problema a questo territorio, ma dire che riguarda tutta la Sardegna, perché la vicenda è emblematica delle difficoltà che una qualsiasi azienda operante in Sardegna incontra in relazione allo spostamento dei suoi prodotti sulla terraferma, quale che sia il prodotto.

Nel caso della Keller è successo un inghippo, che ha ricordato molto bene il collega Cuccu, e cioè che a un certo punto le Ferrovie decidono di sopprimere il traghetto da Golfo Aranci, per cui si instaura un meccanismo per il quale per poter trasportare il materiale prodotto, i vagoni, è necessario chiedere il trasporto a Golfo Aranci; Trenitalia non garantisce il trasporto innescando un ritardo nella fornitura.

Tra l'altro è un sistema barocco perchè bisogna prenotarsi con almeno due mesi di anticipo per poter trasportare i vagoni, se poi benevolmente Trenitalia lo concede è possibile caricare i vagoni; un meccanismo stranissimo, incomprensibile dal mio punto di vista, che ha poi fatto scattare il meccanismo delle penali determinando la situazione attuale.

Vicenda emblematica, quindi, dal punto di vista dell'esportazione dei prodotti della Sardegna, emblematica di quanto marginale sia la Sardegna nei grandi processi economici, anche se rispetto a una fetta di mercato tutto sommato piccola (quella che si contende la Keller); emblematica di come colossi economici come Trenitalia siano in grado di prendere decisioni passando sulla testa dei governi e anche delle giunte regionali. In buona sostanza, Assessore, emblematica della posizione di sempre più grave minorità nella quale la nostra isola si trova e di come il Governo nazionale sia distratto, concentrato su altri problemi e su altre aree territoriali.

Cosa fare allora? Io credo che l'assessore Zedda e il presidente Cappellacci stiano facendo bene, stiano facendo tutto quello che è necessario fare perché su questa vicenda la Sardegna si sta giocando molto in termini di immagine, in termini di dimostrazione della capacità di determinazione nel complicato braccio di ferro ingaggiato con Trenitalia e con il Governo nazionale. La Sardegna non può subire quello che sta subendo nella vicenda Keller. Ecco perché sono convinto che questa vicenda meriti, come peraltro già stanno facendo, il massimo impegno delle istituzioni.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che il consigliere Petrini è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Lai. Ne ha facoltà.

LAI (P.d.L.). Presidente, colleghe e colleghi, Assessori, va subito detto che la situazione di grave crisi che ha colpito la Keller è in gran parte il frutto della dismissione infrastrutturale e della totale disattenzione da parte di Trenitalia nei riguardi della Sardegna. Trenitalia è un soggetto che ha assunto atteggiamenti davvero vessatori nei riguardi della nostra regione e dispiace davvero che utilizzi i dati relativi al trasporto, sia quello passeggeri che quello merci, per ribadirne la negatività dopo aver provocato una quasi una totale dismissione dello stesso.

Pensiamo a quante ore impiega un passeggero partendo da Sassari o da Olbia per arrivare a Cagliari; pensiamo alla situazione in cui versa il traffico merci su rotaia, pensiamo a tutti questi aspetti del settore, così negativi per la Sardegna,imputabili proprio all'azione di Trenitalia e che l'ente continua a utilizzare per giustificare il proprio operato nei riguardi di questa nostra regione.

Io avevo già denunciato nella precedente legislatura, insieme a tanti colleghi, come lo stesso collega Cuccu, la necessità che tutto il mondo politico desse un segnale forte contro la fine del trasporto merci in Sardegna quale si è delineato in questi ultimi anni; e, a proposito della dismissione della tratta Golfo Aranci-Civitavecchia, per quanto riguarda il traffico merci su rotaia, le parole del Consiglio descrivevano Trenitalia "orientata con arrogante piglio decisionistico a compromettere inevitabilmente il sistema dei trasporti in Sardegna privandolo di una struttura così vitale per l'economia"; questo era un linguaggio condiviso da tutto il Consiglio, per cui "è il caso di dire chiaramente a questi signori che la Sardegna non è disposta ad accettare soprusi di tale portata e che i sardi sapranno reagire a questa rapina". Questo è ciò che la gente si aspetta dall'intero assetto politico istituzionale.

Non si può negare che nella nostra regione esista quindi una tendenza che non solo impedisce qualsiasi sviluppo delle infrastrutture ferroviarie ma, al contrario, non fa niente per mantenere in efficienza, come ho detto, quelle esistenti. Il risultato è che coloro che devono usufruire di questo mezzo si ritirano optando per il trasporto su gomma, ma sappiamo che anche questo ha vissuto e vive problematiche gravissime per l'aumento dei prezzi che si è verificato in questi ultimi mesi. In questo modo Trenitalia trova la motivazione per togliere, in pratica, all'isola un servizio importantissimo e così è tramontato il trasporto merci da Golfo Aranci a Civitavecchia che è una naturale porta verso la penisola.

La Keller - e questo è un aspetto toccante - è una realtà industriale di primissimo piano che deve essere, e lo dobbiamo fare davvero con intento unitario, difesa soprattutto dall'attacco di questa politica infrastrutturale di Trenitalia che ha come unico obiettivo quello di affossare prima di tutto il trasporto merci nell'isola e quindi l'intera infrastruttura. Tutto questo non è accettabile: in un momento in cui in tutta l'Europa si investe sulle ferrovie, da noi si dismette una infrastruttura che è vitale per l'economia.

Davanti a simili attacchi l'intera classe politica regionale deve essere unita, perché l'interesse primario non è più solo quello di garantire un servizio di trasporto pubblico fondamentale ma, di riflesso, quello di difendere una delle punte di diamante delle nostre realtà industriali, la Keller appunto.

Uno dei nodi fondamentali di questa crisi come ho detto, e insisto su questo concetto, è che Trenitalia a oggi non è riuscita a dare alle aree industriali dell'isola collegamenti ferroviari adeguati per essere competitivi in Europa. In un contesto simile nascono ritardi per soddisfare commesse importanti e vitali per poter continuare la propria attività industriale, e mi richiamo naturalmente ai contenuti pregnanti anche della mozione perché la base è proprio questa.

Sono in gioco tanti posti di lavoro e anche gli ulteriori che si potrebbero aggiungere con il rilancio di questa importante industria. La Regione non può accettare che lo Stato, azionista di riferimento di Trenitalia, non intervenga duramente presso quest'ultima per bloccare un'azione che danneggia prima di tutto i lavoratori sardi;si deve avviare pertanto un'azione strategica, che peraltro è già in atto, efficace, concertata con il Ministero dei trasporti e con l'Unione europea affinché il servizio ferroviario sia uniformato ai più alti standard europei.

Anche la chiusura della linea ferroviaria per il trasporto Golfo Aranci-Civitavecchia rappresenta un tassello di questa politica di dismissione di un servizio fondamentale e dobbiamo riflettere, tornare indietro, assumerci tutti le nostre responsabilità perché sicuramente il Piano regionale trasporti, che è stato poi raccolto da questa Giunta, era stato però predisposto nei termini contenuti nel rapporto di sintesi approvato dalla Giunta presieduta dal presidente Soru, e vedeva il polo Olbia-Golfo Aranci completamente declassato, con funzioni relative al traffico dei passeggeri, polo crocieristico e scalo merci RO-RO principalmente a servizio della Sardegna nord est e non più, pur essendo la porta della Sardegna, dell'intera Regione.

Queste funzioni venivano sviluppate notevolmente nel porto di Porto Torres e noi siamo d'accordo, ma siamo convinti che se si deve ritornare e valutare più approfonditamente questi aspetti devono esistere le due strutture in piena complementarietà, anche per affrontare quelle criticità che si sono presentate quando l'aumento dei costi sui traghetti ha messo in ginocchio il trasporto delle merci in Sardegna.

L'altro punto è il fatto che la dismissione della linea ferroviaria Golfo Aranci-Olbia è attuata fondamentalmente arretrando la stazione ferroviaria di Olbia e arrestando le ferrovie alle porte della città. Questo presuppone che si debba predisporre una struttura di circonvallazione, peraltro in precedenza finanziata con 50 milioni dal CIPE, per poter bypassare la città e impedire l'inaccettabile situazione di un traffico ferroviario che attualmente divide in due la città; inoltre, poiché Golfo Aranci ormai è orientato a non ricevere il traffico merci su rotaia (non è accettata la presenza di un traffico merci così configurato), dovrebbe essere ripresa l'idea di far approdare le navi al molo Cocciani che si trova nella zona industriale, così come era nella prima programmazione.

Queste sono le azioni che noi vogliamo riprendere affinché ci sia intermodalità, complementarietà e ruolo pregnante per tutti i porti della Sardegna, naturalmente assicurando all'economia dell'isola tutte le infrastrutture che sono necessarie. Quindi la crisi della Keller si inserisce in questo contesto. Ora è auspicabile e lo chiediamo al Governo, un'azione per contrastare quanto messo in atto...

PRESIDENTE. Onorevole Lai, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Pensavo ci fosse una sorta di ostracismo da parte della Presidenza verso questo dibattito. A parte le battute, Assessore, la mozione oggi in discussione è stata presentata il 7 settembre; spero pertanto che quando interverrà lei, relativamente anche alle interlocuzioni che ci sono state in questo frattempo e di cui hanno dato notizia gli organi di stampa, ci riferisca qualcosa che indichi una prospettiva.

Noi stiamo discutendo di una realtà produttiva, Assessore, la cui valenza va ben oltre la Keller, provo a dire perché. La Keller, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto negli interventi, è un'azienda che ha investito, come si suol dire con gli inglesismi, in un know-how interessante, cioè è un'azienda che ha investito in innovazione sia di processo che di prodotto. Oggi la Keller, grazie alla politica industriale che ha adottato a partire dall'ultimo commissariamento fino a oggi, è un'azienda che sta sul mercato e fa della qualità delle sue produzioni il fattore di competitività; cosa che, ahinoi (accennava in parte a questo aspetto recentemente anche il collega Cossa), non fanno molte realtà in questa nostra Regione.

Assessore, credo che lei debba tenere presente, anzi, sono convinto che ha presente questo aspetto, perché se noi l'abbiamo presente adeguatamente sentiamo la responsabilità di non compromettere il futuro di questa azienda perché stiamo parlando, ripeto, di un'azienda che ha questi connotati, ha questi fattori qualitativi che la fanno stare sul mercato e non perché è sostenuta; in proposito vorrei ancora ricordare due o tre cose.

In primo luogo la Keller, oltre a quanto appena ricordato, è un supporto, come diceva l'onorevole Cuccu nel suo intervento, fondamentale a una infrastruttura materiale indispensabile: il collegamento su ferro tra la nostra Isola e il resto del Paese. Questa infrastruttura materiale è stata cancellata in maniera sprezzante, tracotante, da parte di Trenitalia con il silenzio colpevole del Governo. Su questo, Assessore, lei è arrivata dopodomani quindi non ce l'ho con lei, ce l'ho con i suoi predecessori e in particolare con il Presidente della Regione che continua a brillare per assenze in quest'Aula, non ho sentito levarsi una voce, una voce autorevole, forte, ripeto, forte che condannasse questo atteggiamento.

Ma quand'anche questa voce ci fosse stata non sarebbe comunque bastata, servono altri comportamenti politici e istituzionali nei confronti di chi si assume la responsabilità di far venir meno la qualità della dotazione infrastrutturale in una Regione, Assessore, dove l'infrastrutturazione materiale è sotto il 60 per cento rispetto alla media nazionale. Ma, con queste condizioni, che razza di attrattività può garantire la nostra Regione anche a un investitore privato che volesse scommettere un euro in questo territorio? Scappano tutti! Abbiamo voglia, anzi, avete voglia poi di pagare con i soldi pubblici la propaganda elettorale che fate continuamente, anche stamattina sui giornali sardi, per dare una parvenza diversa di quello che siamo diventati grazie a voi.

In secondo luogo, Assessore, chiedo anche a lei a questo punto, qual è il suo programma? Io vorrei sapere, a me non interessano le affermazioni verbali, siamo bravi tutti sotto questo aspetto, qual è il piano di azione della Giunta regionale, quali sono le azioni concrete per riportare un minimo di equilibrio nel trasporto tra gomma e ferro sia per i passeggeri che per le merci. Noi siamo l'unica Regione in Europa dove il trasporto su gomma, sia merci che passeggeri, ha un rapporto "dannatamente" negativo rispetto al trasporto su ferro. Pertanto, le chiedo quali azioni la Giunta regionale intende intraprendere, che cosa intende negoziare con il Governo, con Trenitalia attorno a queste questioni.

E ancora le chiedo a bassa voce, ma non per questo con meno convinzione, che cosa intende fare la Regione sarda di fronte a questa arroganza del Governo e di Trenitalia. Si accontenta di un dispositivo risolutivo magari votato all'unanimità? Non è difficile, ci mancherebbe altro che il Consiglio non si ritrovasse unito nell'esprimere un minimo di solidarietà e nel chiedere al Presidente della Regione di rappresentare le ansie, le paure e le attese di un territorio e di centinaia di lavoratori. Ci mancherebbe altro! Però non basta. Io vorrei capire quali sono le azioni concrete di governo che intendete mettere in essere, che avreste già dovuto mettere in essere.

Ancora, Assessore, le chiedo: "Qual è la qualità del confronto, se esiste, tra Regione e Trenitalia? L'amministratore delegato ci fa accomodare nell'anticamera o ci degna di un incontro?". Dal Ministero delle infrastrutture mandano i funzionari a trattare con il Governo regionale. Di questo si tratta!

Assessore, per lei, la Keller, non altri, la Keller è il soggetto industriale che può svolgere un ruolo positivo nel riequilibrio in Sardegna tra gommato e ferro? E ancora: la Keller può svolgere un ruolo nello sviluppo delle metropolitane leggere di Sassari e Cagliari? La Keller per la Regione sarda, per lei Assessore, per il Presidente della Regione, può svolgere un ruolo privilegiato nell'approvvigionamento di Trenitalia?

Stiamo attenti, o parliamo di questo o parliamo di aria fritta! Nessuno me ne voglia! Ma questa è una di quelle tante vertenze su cui, ahinoi, si cerca di immaginare come andrà a finire, perché siamo a questo punto. Allora, o c'è una volontà politica precisa, determinata, con qualche idea anche concreta di sviluppo, oppure noi siamo destinati, come è avvenuto finora, a recitare, nostro malgrado, qualcuno lo fa anche volentieri, il ruolo di comparsa limitandoci, ripeto, a sottoscrivere qualche ordine del giorno di solidarietà; ma, per le cose che ricordavano Agus e Cuccu nei loro interventi, non è di questo che c'è bisogno.

Assessore, io le chiedo quindi di darci qualche chiarimento su questo perché in qualità di Assessore dell'industria sa bene che in questi 15-20 anni - non è una responsabilità solo del centrodestra - non è stata varata una legislazione di sostegno in favore delle attività produttive. Purtroppo anche la politica e le istituzioni hanno privilegiato una legislazione di sostegno ai grandi potentati finanziari che oggi impediscono, anche alla politica e alle istituzioni di svolgere un ruolo. Io le chiedo: lei che ha l'energia, lei che ha un minimo di onestà intellettuale…

PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Penso che il dibattito odierno abbia evidenziato chiaramente, nella sua globalità, che la mozione che impegna il Presidente e la sua Giunta ad attivare tutte quelle azioni di salvataggio della Keller non è assolutamente un puro atto di solidarietà del Consiglio regionale verso i lavoratori, come purtroppo troppo spesso sta accadendo ogni qualvolta si parla di crisi industriale.

E' invece un richiamo al Governo sardo perché questa vertenza in atto si trasformi in una grandissima e forte manifestazione di autorevolezza del nostro Governo. Oggi, colleghi, penso che possa essere anche banale il voto a favore, perché mi sembra che universalmente sia stato così espresso a questa mozione, quindi andiamo un attimino al di là del nostro dibattito, chiediamo all'Assessore, perché l'attesa oggi è questa, quali modalità ha già messo in atto, quali modalità metterà in atto nei prossimi giorni.

E chiediamo ancora all'Assessore di portare riscontri nei prossimi giorni in Aula perché da quei riscontri, che l'Assessore, il Presidente, la nostra Giunta sapranno portarci, dovremo ripartire perché non è un'azione che si possa chiudere in questi pochi giorni; e per questa industria, una tra le poche rare eccellenze che ci è rimasta in Sardegna, ritengo sia un dovere morale di tutti, soffermarci e calendarizzare una serie di altri appuntamenti. Soltanto dopo che l'Assessore, ci dispiace che non ci sia oggi il Presidente, ci dirà cosa è stato fatto soltanto allora potremo, forse, dire qualcos'altro.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, questo dibattito alla fine credo debba servire a trovare soprattutto soluzioni concrete al problema diversamente, se è e resta un incontro accademico, non produce certamente i benefici che soprattutto i lavoratori auspicano.

Trenitalia; abbiamo in proposito una lunga storia che è passata sotto il nostro naso da almeno un decennio, se non di più, nel corso del quale nell'alternarsi al governo la continuità amministrativa o programmatica la questione non ha trovato riscontro alcuno. Perché dico questo? Intanto perché il fatto che ci abbiano cancellato dalla rete nazionale è la testimonianza di quanto la Sardegna conti nella mente, nella programmazione di Trenitalia e di chi dovrebbe impedire a Trenitalia di assumere questo tipo di atteggiamento, che per me è solo provocatorio, al quale si sarebbe dovuto comunque reagire duramente, cosa che negli anni non si è fatto.

Vorrei ritornare indietro ai primi anni '90, quando in un accordo di programma si operò una scelta (una grande conquista!) perché i mezzi che operavano da Golfo Aranci a Civitavecchia erano superati, sotto tutti gli aspetti. Mi riferisco a quella famosa nave da 100 miliardi, credo che il collega Diana possa ricordare con facilità, che era uno dei punti di partenza per un ammodernamento e quindi per un rilancio di quel settore. Di quella nave non se ne fece niente, quei famosi 100 miliardi non arrivarono mai in Sardegna; qualcuno li ha spesi da altre parti d'Italia, ne ha fatto quello che ha voluto e la classe politica sarda certamente non ha protestato duramente, per non dire che non ha protestato per niente!

Ritorniamo allora a oggi per capire che cosa vogliamo fare. Io ho sentito gli interventi ed è vero che a Golfo Aranci c'è un cosiddetto "collegamento a domanda"; ma questa domanda porta in tasca di Trenitalia, faccia o non faccia i "collegamenti a domanda", 11 milioni di euro! Dal danno la beffa! Ci tagliano il collegamento, ce lo fanno quando c'è la domanda, ma nel frattempo Trenitalia continua a incassare 11 milioni l'anno! Credo che questo lo si debba denunciare perché quegli 11 milioni sono nostri! Sono della Sardegna che dovrebbe utilizzarli in altro modo!

Abbiamo ereditato invece un'altra soluzione che è quella di fare un dente di attracco a Porto Torres dove dovremmo spendere 1 milione e mezzo, 2 milioni; e se qualcuno mi spiega il significato di quel dente di attracco forse riuscirò anche a capirlo. Là "domanda" 11 milioni, qua facciamo un dente di attracco! E allora, se è un dente di attracco che deve servire per portare immondezza, rifiuti in Sardegna mascherandoli con dente di attracco per spostare i carri della Keller qualcuno se lo levi dalla mente! Perché questa è la verità: si stava prospettando un dente di attracco per spostare rifiuti!

Qualcuno se ne assumerà anche la responsabilità!

Allora dico: fermiamo un attimo questo gioco al massacro; se lo fermiamo ci renderemo conto che sia la rescissione del contratto che è stata fatta, sia la non disponibilità di Trenitalia ad alcun tipo di dialogo è una ulteriore provocazione. Ma la provocazione più grande è quando mi si dice che sono escluse le imprese che hanno sede in Sardegna. Io ci starei anche ad accettare questo tipo di esclusione, poi bisogna vedere sotto l'aspetto della legittimità se è fattibile o no; ma se fosse fattibile io sarei anche contento perché vorrebbe dire che in tutte le gare bandite dalla Regione sarda e dagli enti locali andrebbe scritto testualmente "escluse le imprese che non hanno sede in Sardegna", e io ci scriverei anche "minimo da dieci anni". Così i soldi resterebbero in Sardegna, lavorerebbero le nostre imprese, non arriverebbero né dalla Sicilia né dalle parti più disparate d'Italia a portarsi via quelle poche risorse.

Però su questo non riesco a capire come non si trovi il motivo di indignarsi, di reagire, di trovare comunque il modo di far capire che non possiamo accettare tutto passivamente. Proponiamo adesso anche qualcosa di concreto perché gli operai a rischio intendono trovare risposte e la politica ha l'obbligo di cercare queste risposte; altrimenti ci saranno la disaffezione, il malcontento, il fatto di essere noi ottanta e di voler guadagnare, entreranno nel Palazzo e non andranno via se non avremo la capacità di ritrovare l'autorevolezza necessaria per, quanto meno, tentare di dare delle risposte alla gente, non a noi stessi.

Quindi, nel merito delle azioni concrete, come lei sa meglio di me, Assessore, sono state acquistate otto motrici, due sono state costruite fuori (le stanno costruendo, i progetti sono terminati) e le altre sei dovremmo costruirle in Sardegna, si può iniziare dal 2012. Le commesse restano in Sardegna, la Keller costruisce le sei motrici (e non credo che possa farlo in un mese perche non stiamo costruendo chissà che cosa) e diamo una boccata di ossigeno per una ripresa reale, impedendo che anche questo lavoro venga fatto fuori dall'Isola.

Sono poi necessari sedici vagoni, perché le motrici camminano ma devono portare i vagoni, diversamente già non hanno mai funzionato le ferrovie in Sardegna e il rischio vero è che viaggi solo chi le guida e non i passeggeri. Ciascuno di questi sedici vagoni ha un costo medio di 2 milioni e mezzo; una parte delle risorse credo siano già a disposizione, si tratta di voler dare completezza al progetto. Ma, se i sedici vagoni li facciamo costruire alla Keller, il loro valore è di 40 milioni di euro che, sommato a quello delle sei motrici, ci da un minimo di risorse da mettere in campo.

Perché dico questo? Perché tutto ciò ci deve dare la possibilità di arrivare ad aprire questo tavolo di concertazione col Governo italiano, perché se gli operai dovessero aspettare l'apertura di questo benedetto tavolo, il risultato che da questo tavolo può venir fuori, il tentativo che comunque si dovrà fare per riportare al ragionamento Trenitalia, in questo lasso di tempo noi ci ritroveremmo la Keller chiusa e dimenticata. Dobbiamo riempire di contenuti questo lasso di tempo e il modo per farlo è la costruzione delle sei motrici e dei sedici vagoni.

In questo modo diamo il tempo necessario a questo Governo regionale per mettere con le spalle al muro il Governo italiano sul discorso di Trenitalia. Io non capisco perché, quando si parla di Eni, di Trenitalia, insomma di tutto quello che lo Stato fa finta di non possedere più e invece possiede ancora, sembra quasi che non ci sia possibilità alcuna di fare un minimo di interventi, di dare un minimo di indirizzi, in effetti sembra non si possa fare nulla, io credo invece che questo sia fattibile.

Proviamo a ragionare su questa proposta, Assessore, perché credo ci siano tutte le possibilità, in quanto la maggior parte delle risorse sono già disponibili, per arrivare come conclusione a una riapertura reale, funzionale e produttiva della Keller.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, anche oggi assistiamo a uno spettacolo desolante: l'assenza della Giunta nonché del presidente Cappellacci che sarebbe dovuto essere non da altre parti ma qui, perché il problema della Keller non possiamo assolutamente trattarlo come un problema formale e da "domani è un altro giorno". Non se ne può più di questo spettacolino teatrale e direi di porvi anche fine.

Il problema della Keller si pone anche oggi come l'ennesima condanna nei confronti del popolo sardo. Non è possibile andare avanti ancora in questi termini, tenendo conto che non è un'azienda di per sé in crisi, è una grande eccellenza che tutti ci riconoscono a livello internazionale; però c'è il maledetto colpo di grazia del processo che è in atto contro la Sardegna e contro i sardi che io qualifico veramente "da genocidio", perché non può essere definito diversamente.

Vorrei sapere pertanto, molti di noi vorrebbero sapere, che cosa sta avvenendo a Roma. Sarò molto breve e concreta, vorrei sapere che cosa sta avvenendo a Roma, su che cosa il presidente Cappellacci sta dialogando e anche come sta difendendo in quella sede i sardi, i nostri interessi, visto e considerato che sino a oggi, non avendo avuto una rappresentanza degna, questo non è avvenuto.

Da due anni e mezzo a questa parte stiamo collezionando sconfitte su sconfitte per il popolo, oggi non possiamo più permettercelo, non possiamo far morire la Keller. Noi chiediamo quindi un'assunzione di responsabilità, chiediamo al presidente Cappellacci e a tutta la sua Giunta un atto di coraggio, nel senso che, se non ci sono risposte positive concrete, chiediamo le dimissioni; le dimissioni non più dal suo partito perché poco ci interessa e, lo abbiamo dichiarato in altre occasioni, è un problema squisitamente personale e interno, vogliamo le dimissioni dal Governo dei sardi: con tutta probabilità il Governo italiano è sensibile a questo tasto, quindi cominciamo a percorrere questa via.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, mi rivolgo all'onorevole Cuccu che ha iniziato il suo intervento chiedendo il conforto di tutto il Consiglio su una tematica importante, che ha risvolti drammatici: quando una persona perde il lavoro, in termini di dignità perde una parte di sé, anche nei rapporti familiari. Questo noi lo comprendiamo e siamo vicini a queste persone.

Però, siccome l'onorevole Diana ha detto che questa è una mozione del 7 di settembre, vorrei dire ancora una volta che il Consiglio regionale non può "camminare" con le mozioni; noi tutti votiamo e siamo pienamente convinti di quello che votiamo, ma lo sviluppo della Sardegna non si ferma alle mozioni, lo sviluppo della Sardegna ha bisogno di qualcosa di più e di più concreto, per cui plaudo alle iniziative testé manifestate dall'onorevole Sanna.

Onorevole Diana, io mi pongo anche problemi; quando infatti è stata soppressa la tratta Golfo Aranci-Civitavecchia non c'era questa amministrazione, ce n'era un'altra, c'era il centrosinistra, c'era Soru! Io non voglio colpevolizzare nessuno, ma nessuno può iniziare a parlare pensando di puntare il dito accusatore contro il governo di turno.

Tra l'altro, io non so se Cappellacci stia facendo il suo dovere, se l'Assessore stia ugualmente facendo il suo dovere, non incalziamo in tutte le circostanze perchè è più importante cercare di capire quali sono le linee di sviluppo che vogliamo dare alla nostra Sardegna. Capire e ricordarci, quando parliamo di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato, dove sono finiti i locomotori acquistati tanto tempo fa e in parte buttati in Nord Africa, in parte "ricoverati" a Civitavecchia. E' questa l'innovazione; e c'era anche in quel periodo un'altra amministrazione.

Abbiamo mai fatto qualcosa di serio perché la rete ferroviaria sarda, la dorsale sarda fosse una alternativa, seria, alla camionabile strada statale 131? Queste domande ce le dobbiamo porre perché questo è il problema. E, certamente, sono convinto che Trenitalia stia cercando di giocare la stessa partita che ha giocato l'Eni con le altre fabbriche in Sardegna. Eni, Trenitalia, sono società che superano le potenzialità di espressione di un Governo forse debole per tanti motivi; io non ricerco moralità o etica, ma cerco rappresentanza di governi seri con cui confrontarmi, per serietà, per ricordare a noi stessi come Consiglio regionale dove abbiamo lasciato il senso dell'autonomia e di una sovranità degna di questa Isola e di questo Parlamento.

Il confronto con il Governo nazionale passa attraverso la nostra capacità di stringere un nuovo patto costituzionale e istituzionale con il Governo, quindi con lo Stato italiano e quindi con l'Unione europea. Se queste cose non facciamo saremo sempre coloro i quali vanno a piatire a Roma la concessione di qualche favore.

Ma ricordate che lo Stato italiano deve almeno 10 miliardi di euro alla nostra Sardegna, che gli abbiamo fatto gli sconti, che ci siamo accontentati di quella riscrittura "rivoluzionaria" dell'articolo 8 dello Statuto accollandoci sanità e trasporti? Allora, o siamo seri e siamo profondamente autonomisti, per cui cerchiamo di dare governo alla nostra Sardegna ricercando strade davvero forti che ci facciano combattere quella sorta di lassismo, anche di negazione di una appartenenza della Sardegna allo Stato, oppure siamo perdenti. Su questi temi, tutti, bisogna avere il coraggio di fare anche autocritica.

E l'autocritica attiene al fatto che spesso non siamo stati capaci di arginare le decisioni dei Governi, di centrodestra o di centrosinistra, che hanno governato a Roma, ma le abbiamo accettate supinamente. Non abbiamo proposto una alternativa seria.

Il problema Keller è legato allo sviluppo complessivo della Sardegna, certo può ottenere questa commessa, lo Stato può dire che deve esserle data, ma è sopravvivenza. Io voglio che viva e duri, voglio che si confronti con il mondo intero, non che resti chiusa in Sardegna, voglio che abbia commesse da altre nazioni, che sia competitiva.

Qualcuno ha sottolineato che nella nostra isola, nel confronto con altre regioni, si evidenzia una carenza totale delle infrastrutturazioni. E allora dobbiamo operare in quella direzione e verificare se riprendere il cammino da Golfo Aranci verso Civitavecchia; quel cammino che io purtroppo ho seguito nei diversi dibattiti svoltisi in tutta la Sardegna dopo la visione del film di Pitzianti imperniato su "l'ultima volta" di quella nave in partenza da Golfo Aranci verso il Continente. Nessuno però in quei dibattiti si alzava in piedi per dire che con quel viaggio si innalzavano le barriere sullo sviluppo economico della nostra Isola. E non intendo solo sviluppo della Keller ma di tutto quello che attorno all'Isola può contribuire a crearlo.

Siamo capaci di fare autocritica e dire che è ora, probabilmente, di finirla di presentare mozioni e solo mozioni per fare invece un programma serio nel quale diamo indirizzi al Governo regionale sulle cose da portare avanti, per poi controllare se queste cose le fa o non le fa effettivamente.

Non mi interessa che Cappellacci sia in Aula, mi interessa che Cappellacci mi porti dei risultati, se i risultati non ci sono, sarò il primo a dire che non merita la mia fiducia, ma tutto deve essere fatto in modo tale da sapere noi, con chiarezza, quali prospettive e indirizzi vogliamo offrire alla nostra Isola.

Ebbene, se non riprendiamo gli argomenti seri che sono quelli fondanti di una nuova istituzione autonomista su cui poter creare i progetti di un nuovo sviluppo per la Sardegna, noi saremo bloccati. Riporto dalla storia italiana l'esempio della linea Gustav o anche quello della linea Gotica, linee ideali di separazione tra i due schieramenti che pure qualcuno attraversava; ma in Sardegna, se si chiudessero porti e aeroporti, come spesso capita, noi avremmo una decadenza economica peggiore di quella che vive un Paese diviso in due da una guerra.

Se queste cose non le ricordiamo a noi stessi non potremo costruire prospettive per un futuro serio, potremo soltanto divertirci a dire che abbiamo fatto la nostra parte comunque sia, seduti a discutere o a fare comizi all'interno di un'Aula che forse diventa veramente grigia nel momento in cui non accetta neanche la discussione con se stessa.

Occorre, lo ribadisco, un comportamento autocritico, non quello di persone che si sentono arrogantemente intellettuali da non conoscere, tra l'altro, le cose che, come ricorda Uras, la gente vive sulla propria pelle, la propria carne, il proprio sangue. In questo contesto non si ha neanche la dignità di combattere una battaglia seria per il futuro di questa Isola.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Errori se ne sono commessi tanti, però l'ennesimo errore è quello di individuare e ricordare le responsabilità del passato anziché affrontare il problema che abbiamo oggi di fronte:, il salvataggio della Keller. Io non ho responsabilità passate ma vorrei trovare una soluzione per il rilancio della Keller meccanica. Questo sarebbe un vero risultato.

Poi, possiamo elencare i tanti errori e, sicuramente, tra questi (è stato anche ricordato in quest'Aula), vi è stata l'incapacità di difendere il collegamento Golfo Aranci - Civitavecchia; è stato l'inizio dell'attuazione di un progetto criminale nato dalla diabolica strategia di Trenitalia e di chi, con Trenitalia, ha concordato la dismissione complessiva del trasporto su rotaie a favore del trasporto su gommato.

Ciò che più preoccupa ma che dovrebbe anche portarci fuori dallo sconforto per trovare soluzioni è il fatto che siamo di fronte a un'azienda importante, un'azienda che ha potenzialità, prospettive, che ha bisogno solo di un piccolo aiuto, un piccolo aiuto che si trasformerebbe in un grande aiuto all'economia e all'occupazione sarde.

Ancora una volta viene colpita la Sardegna per difendere interessi che si trovano fuori dalla Sardegna. E' una strategia che conosciamo e che abbiamo già pagato; qualcuno ha ricordato la vicenda dell'Eni e dell'industria chimica, ricordo tra le varie vertenze aperte quella della Vinyls per le cui maestranze, ormai, forse l'unica prospettiva sono il cinema e il teatro, oltre alla letteratura che è un'esperienza che hanno già maturato. Per il resto dobbiamo ribadire che la Sardegna è, ancora una volta, la regione più emarginata da parte del Governo italiano, da parte dello Stato italiano.

Un Governo patrigno, un Governo ingrato ma ci chiediamo anche quale ruolo stia svolgendo il Governo regionale. Abbiamo più volte detto da questi banchi che, senza trascurare il progetto di creare nuova occupazione, nuova economia in questa Regione, però in primo luogo dobbiamo puntare a difendere l'occupazione esistente. Non possiamo permetterci di perdere un solo posto di lavoro. Abbiamo fatto l'impossibile per difendere buste paga e occupazione in crisi, e sappiamo con quanta difficoltà, con quali problemi continuiamo a procedere.

L'ultimo esempio lo abbiamo avuto stamattina nel lungo incontro tenuto dalla Commissione d'inchiesta per difendere il lavoro dei dipendenti degli uffici per l'impiego provinciali e comunali. E' difficile ma, se non siamo capaci di dare risposte a questo, probabilmente sarebbe bene abbandonare il campo. Il crollo della Keller Meccanica sarebbe veramente l'ennesimo fallimento industriale in Sardegna, forse uno degli ultimi; e piange il cuore nel vedere che potrebbe essere colpita dal fallimento un'industria che, come dicevo prima, ha potenzialità e opportunità.

Su questa battaglia, allora, è indispensabile coinvolgere appieno il Governo, perché il Governo ha responsabilità e dovrebbe sentire il bisogno e la necessità, autonomamente, di impegnarsi per difendere una sua partecipata e per difendere, comunque, la produzione e, per alcuni aspetti, l'eccellenza della produzione nel nostro Paese. Dovrebbe soprattutto adoperarsi per difendere occupazione e produttività nei territori più colpiti, laddove è maggiore la sofferenza a causa della mancanza di lavoro.

E' stato detto che Trenitalia è il killer, non c'è dubbio, condivido questa opinione, ma dobbiamo comunque trovare il cammino da percorrere perché il Governo, con il Governo regionale, sia in grado di dare risposte. Nel dicembre del 2005, lo ricordo perché lo ha ricordato il collega Renato Lai, l'Assessorato regionale dei trasporti e la direzione di Trenitalia avevano elaborato un piano strategico per sviluppare il trasporto merci su rotaia. Era un dovere insistere su un obiettivo, su una strategia vitale e indispensabile per l'economia in Sardegna.

Quel progetto si inquadrava nel dibattito complessivo sulla continuità territoriale. Una continuità territoriale che non può essere garantita assolutamente dal trasporto aereo, o solo dal trasporto aereo, in questo caso sarebbe una continuità territoriale limitata, mutilata, mortificata. Anche il declassamento del ruolo strategico dello scalo merci di Monti-Telti è stato l'ennesimo tassello del disegno volto a colpire il trasporto ferroviario e il trasporto su rotaia.

La riduzione del traffico merci sugli scali di Olbia e Sassari è un disegno, bisogna prenderne atto, ed è da quel punto che bisogna ripartire. Io credo sia opportuno, oltre alle inevitabili critiche e ai richiami che sono stati fatti, mettere in campo delle idee, delle idee concrete. Hanno provato a farlo i colleghi Giampaolo Diana e Giacomo Sanna che hanno avanzato delle proposte concrete.

A dire il vero, il collega Giacomo Sanna ha anche denunciato delle "schifezze" e in riferimento ai disegni previsti sullo scalo di Porto Torres. Però, noi abbiamo il dovere di individuare le strategie da attuare per procedere al salvataggio della Keller e di qualsiasi altra realtà industriale del nostro territorio. In tutta Europa, credo sia noto a tutti, si sta potenziando il trasporto su rotaia a tutti i livelli, compreso il trasporto su rotaia urbano, come ha sottolineato Giampaolo Diana.

Ma noi conosciamo quali problematiche ci siano rispetto al trasporto su gommato; in questi giorni noi tutti, che percorriamo la "131", verifichiamo l'impossibilità di prevedere tempi di percorrenza, perché percorrere la rete viaria della nostra Regione è una tragedia. Il trasporto su gomma, rispetto al trasporto su rotaie, crea un ulteriore danno economico al mondo imprenditoriale produttivo.

Rinunciare al trasporto su rotaie significa veramente rinunciare a un'opportunità moderna di trasporto sicuro ed economicamente più vantaggioso. Se la Regione non riuscirà a difendere il trasporto ferroviario e a potenziarlo, isolerà ulteriormente la Sardegna, e di questo ce ne daremo conto da qui a breve.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (Gruppo Misto). Presidente, noto che questa mozione ci ha portato a parlare al di là del contingente, e quindi del serio problema che investe la Keller di Villacidro, del sistema dei trasporti interni, e non solo, della Sardegna. Le due cose sono effettivamente strettamente legate, se vogliamo pensare al salvataggio delle nostre maestranze, delle nostre professionalità, delle nostre imprese economiche. Io stavo leggendo la storia della Keller; la Keller nasce nel 1961 in Sicilia e negli anni '80 decide di insediare un proprio stabilimento a Villacidro.

Ora, io mi chiedo, se il sistema impostato da Trenitalia danneggia ormai sistematicamente la Sardegna, qual è la posizione dei nostri connazionali siciliani rispetto allo stabilimento di Carini, che non so quanti operai (il sito dice circa cinquecento, ma non credo che sia realistico questo numero) impieghi in questo momento. Però, cosa succederà se i deputati siciliani dovessero prendere in carico e a cuore la situazione di quello stabilimento, se Trenitalia, e quindi il Governo di conseguenza, consentirà, se vuole vivere quel Governo, anche la chiusura di quello stabilimento?

Primo aspetto da considerare: dove sono i nostri rappresentanti in Parlamento? Dove sono i nostri rappresentanti, in Parlamento, di minoranza, ma soprattutto dove sono i nostri rappresentanti, in Parlamento, di maggioranza? Noi abbiamo una situazione veramente anomala. Patto di stabilità: noi cerchiamo di fare la nostra parte in questo Consiglio regionale, anche la Giunta devo dire, per certi versi, in maniera inefficace, ma dove sono i nostri parlamentari?

Faccio un esempio: Roma capitale ha ottenuto la deroga al Patto di stabilità, perché? Perché i rappresentanti in Parlamento di quelle forze politiche di governo, che fanno capo al Sindaco di Roma, hanno dato l'aut aut al Governo: o ci dai la deroga al Patto di stabilità o non ti diamo la fiducia. E non parlo dei fondi CIPE destinati alla Sicilia, un'immensità, grazie all'azione anche ricattatoria, politicamente parlando, dei rappresentanti in Parlamento della Regione siciliana.

Noi viviamo invece giornalmente le chiusure industriali; possiamo ricordare Vinyls, possiamo ricordare Porto Torres, possiamo ricordare Portovesme, possiamo ricordare la situazione della chimica in Sardegna, e quella di tutto il tessuto dell'industria sarda. Bene, Roma decide, i nostri parlamentari sono silenti, non esercitano la loro azione di pressione nei confronti del Parlamento e del Governo centrale, e passivamente subiamo la chiusura delle nostre imprese derivanti dalle Partecipazioni statali; e non c'è tempo per esaminare tutti i casi in questa sede.

Adesso tocca alla Keller, che non è la prima e non sarà l'ultima se continuiamo a piegarci, in tutti i sensi, alle volontà, alle distrazioni e allo strabismo romani, e non continuiamo, noi sardi, non noi Consiglio regionale, solo Consiglio regionale, perché potrebbe essere intesa come una posizione di parte, a far sentire la nostra voce ai nostri rappresentanti che, ahimè, sono anche rappresentanti ai più sconosciuti, da Barbareschi in giù, che i sardi, noi sardi, voi sardi avete votato.

Questa è solo una premessa per dire che la Keller non può essere considerata una risorsa del Medio Campidano, è una risorsa della Sardegna, è ovviamente una risorsa della Sardegna, che paga il silenzio sulla cancellazione di quella tratta che era vitale per la Sardegna e per la Keller. Allora come possiamo rispondere? Assumendoci anche quelle responsabilità derivanti dall'articolo 8 dello Statuto. Noi abbiamo competenze, un po' meno risorse, trasferite dallo Stato, sui trasporti, anche interni; al momento non possiamo ragionare sul sostegno che non c'è, in quest'Isola che non c'è, del Governo centrale e dei nostri rappresentanti in quel Governo, in quel Parlamento, ma possiamo fare qualcosa immediatamente pensando di poter dare una mano alla Keller e alla Sardegna.

Si è fatto riferimento alle tratte delle nostre strade ferrate, ormai datate, datate nei secoli, allora forse è importante che, proprio nel riferimento alla continuità territoriale, che non deve essere soltanto quella esterna, si faccia riferimento anche alla continuità territoriale interna; e bene ha detto il collega Dedoni quando ha sottolineato che dobbiamo e possiamo investire. Di conseguenza investiamo anche sulla Keller e su quelle professionalità che sono citate, guarda caso, nel sito dove si dice che la Keller vive ed è fiore all'occhiello delle imprese italiane per le professionalità e per il capitale umano presenti al suo interno.

Non lo dico io, lo si dice nel sito, visibile a tutti, di presentazione della Keller in cui compare chi è, dove esercita, cosa fa, con chi lo fa. Salviamo pertanto queste professionalità e salviamoci. Noi abbiamo una rete ferroviaria anteguerra, abbiamo dei territori del centro Sardegna dove ci sono ancora le ferrovie complementari, e stiamo investendo, ora, in questo momento nella loro ristrutturazione.

Abbiamo ceduto Golfo Aranci, ma non abbiamo ancora collegamenti degni degli anni 3000; ci basterebbe avere i collegamenti degli anni 2000 nella nostra Regione, dove c'è una prevalenza assoluta del gommato. E si dirà: "Sì, va bene, ma è un investimento costoso". Collegare Olbia attraverso il centro Sardegna, quindi dico Nuoro, ma non per campanilismo, sulla dorsale verso Oristano, collegare quindi tutta questa linea a Oristano sulla dorsale, significherebbe far fare un salto di qualità in termini di lavoro, di collegamenti a favore dei cittadini sardi, a favore delle imprese sarde, e sarebbero soldi ben spesi.

E si dirà: "Da dove li prendiamo" oppure "i conti non tornano perché non c'è un flusso di traffico sufficiente". Permettetemi, come è mio solito fare per rendere meglio l'idea, l'ennesima provocazione. Anche per il Porto Canale di Cagliari non c'erano le navi, e non ci sono ancora, e abbiamo speso centinaia di migliaia di euro! Quando si devono fare degli investimenti a favore di un riequilibrio territoriale, per migliorare i servizi, si fanno basandosi anche sulla capacità di "vedere oltre". E allora perché non investire?

Basterebbero i 42 milioni della pubblicità istituzionale, e riusciremmo a coprire quell'investimento, come basterebbero anche quelle decine di milioni impegnati per il sottopasso di Cagliari, che non vedremo mai, o per le metropolitane leggere, mentre c'è ancora chi va in calesse. Questa è equità, capacità di scegliere, di scegliere le priorità e di salvare, con le nostre forze, le nostre professionalità nell'industria, per presentare poi il conto al Governo centrale che, sicuramente, sarà presentato dai cittadini sardi, prima che lo facciano i nostri rappresentanti politici.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, quanto diceva il collega Capelli in questo momento è esattamente uno degli argomenti principali della discussione che, ormai, si è aperta in questo Consiglio regionale nel confronto tra istituzioni, tra organi di responsabilità pubblica e la società. Noi siamo di fronte a un processo di desertificazione del sistema industriale sardo che è stato deciso dai soggetti che pesano nell'economia come nella politica, ma è stato deciso in sedi diverse da questa e ha già colpito.

Un processo di desertificazione che ha colpito la chimica, ha colpito l'alluminio, ha colpito altre attività che pure reggevano nella competizione di mercato come la lana di roccia (mi riferisco alla Rockwool), ha colpito importanti complessi industriali in più parti della Sardegna, da Porto Torres a Iglesias, a Carbonia, oggi colpisce Villacidro, ancora, colpisce un impianto produttivo di eccellenza capace di produrre, in qualità e in quantità, più di altri impianti che pure operano in Europa.

Hanno deciso le società di Stato; così come ha deciso l'Eni per Vinyls, decide oggi Trenitalia. Voi sapete cos'è Trenitalia? Alcuni giorni fa ho incontrato una studentessa, lo dico perché è esemplificativo di come siamo andati verso la gestione seria, quella della privatizzazione, della liberalizzazione; questa studentessa si reca alla stazione Trenitalia di Sassari per prendere un treno, ha 50 euro nella propria tasca.

Va dal bigliettaio, un'arzilla signora, e le da 50 euro chiedendo un biglietto da Sassari a Cagliari. Il biglietto costa 16 euro, quindi c'è da rendere 34 euro, ma la bigliettaia non ha il resto. Non ha il resto!… "Invita la studentessa ad andare all'edicola per cambiare la banconota, ma l'edicola è chiusa. La invita ad andare al tabacchino, ma il tabacchino è distante e la studentessa teme di perdere il treno. In conclusione, non le fa il biglietto e la lascia a terra!

Questi amministratori incapaci, artefici della rovina di questo Paese, espressione della politica decomposta, della corruzione, organizzano tanto bene le nostre società a controllo pubblico che Trenitalia, Trenitalia, onorevole Diana, Trenitalia, onorevole Campus, una megagalattica costellazione di servizi, lascia un passeggero a terra perché nei botteghini non hanno il resto per restituire la differenza sul costo di un biglietto! Non ha dieci banconote da 10 euro, dieci banconote da 5 euro e neppure una ricevuta per dire: "Ritira il resto a Cagliari". Questo è successo tre giorni fa!

Trenitalia, quindi, la società degli incidenti ferroviari: Viareggio; Trenitalia, una buona gestione che decide come in questo caso. Si parla di tavoli ma ai lavoratori che ascoltano io dico: non chiedete più tavoli! Chiedete sedie, chiedete divani, chiedete stanze, chiedete qualunque cosa non "apriamo un tavolo"… ma chiudetelo! E' una vergogna! E' una modalità da presa in giro! E' uno stillicidio che si protrae nel tempo e che trafigge non con un colpo soltanto ma con una insistente penetrazione il costato di chi soffre!

Questo è il tavolo Trenitalia. Deve dare 15-16 milioni di euro di commesse, fa contratti capestro, strizza. E' una società pubblica. La Keller a Villacidro è partecipata regionale, ha soldi della SFIRS; ma la SFIRS i soldi, si sa, li dà a tutti. Se passa un Aga Khan per caso li dà anche all'Aga Khan e se non passasse un Aga Khan andrebbe a cercarlo. E per che cosa dà i soldi la SFIRS? Teoricamente li dovrebbe dare per sostenere attività produttive, e in questo caso li dà per sostenere attività produttive.

C'è un impianto di eccellenza, ci sono commesse di Trenitalia, c'è un Piano industriale che viene presentato all'Unione europea; tutto viene fatto a regola d'arte, ci sono contratti. L'Unione europea approva quei piani industriali, li valuta positivamente; e che cosa succede? Succede che, il giorno stesso in cui l'Unione europea comunica la sua approvazione, Trenitalia dice: "Ma io non ci sto più". E' come un cannibale: proprietà pubblica che mangia altra proprietà pubblica, come un orco di quelli immondi che pure noi abbiamo concorso a produrre, divora un'economia sfiancata come la nostra, chiude o tenta di chiudere un'attività industriale, una delle poche che ancora resistono in questo nostro scenario e che resistono nonostante le scelte disastrose compiute dai Governi.

Che fine hanno fatto le rotaie in Sardegna? Cancellate. Noi non abbiamo diritto al gas, non abbiamo diritto alle rotaie, non abbiamo diritto all'impresa industriale, non abbiamo diritto a nulla! Allora ha ragione l'onorevole Capelli: cerchiamo di recuperare l'orgoglio e diciamo che questa impresa industriale è un confine che non va oltrepassato, che non deve essere contrastato da parte dello Stato. Questo è un confine che noi difendiamo. Questo è la linea Maginot per quanto riguarda l'attività industriale in Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, oggi è in discussione una mozione che pone alla nostra attenzione il gravissimo problema della crisi della Keller. Fa seguito a un'altra serie di mozioni con cui volta per volta abbiamo esaminato e discusso di altre gravi crisi che hanno colpito, purtroppo, altri settori produttivi della nostra isola. Forse è proprio questa circostanza, il fatto che più volte abbiamo esaminato questi problemi, che crea una sorta di abitudine e sembra quasi che manchi da parte dell'Aula, come dimostra il brusio continuo, come dimostrano le numerose assenze, l'attenzione.

Io credo tuttavia che nei presenti, è emersa anche in molti interventi, si sia sentita quella spinta morale e ideale che deve esserci dietro l'esame di ogni problema. Se noi nell'esaminare questo e tutti gli altri problemi non abbiamo alla base questa spinta morale allora non arriviamo ad alcun risultato, non facciamo altro che parlarci addosso; quindi dobbiamo essere ben consci che al fondo di tutte queste discussioni deve esserci questo intento che ci anima e che ci consente di andare avanti.

Crisi della Keller, si è parlato dei vari problemi. Non è stato posto forse con molta attenzione l'accento sulle responsabilità della crisi addebitabili alla dirigenza della società. Leggo sui vari giornali informatici, in particolare sul giornale Villacidro.info che più volte informa, se le notizie sono esatte, che l'ultimo bilancio presentato è quello relativo al 2009, che è un bilancio presentato in ritardo, che ci sono 6 milioni di euro di debiti nei confronti dell'erario, che ci sono i revisori dei conti che hanno sollevato alcuni rilievi, tre rilievi estremamente importanti sulla gestione della società.

Si legge anche in altri comunicati che uno dei problemi che ha indotto Trenitalia ad assumere questa posizione sarebbe anche la non fiducia nei confronti del management della società. Sicuramente non è solo questa la causa. Non so se queste notizie sono vere. Auspico che la Giunta, nel momento in cui riferirà, ci voglia dare notizie sull'effettivo stato societario della Keller e che, in mancanza di notizie, provveda ad acquisirle immediatamente per verificare la verità di queste notizie e la rilevanza sul problema.

Ma, al di là di questo aspetto di responsabilità parziale, sicuramente c'è il problema del comportamento della società Trenitalia, non solo nei confronti della società Keller ma nei confronti della Sardegna. E' stato prima citato il problema della soppressione della nave per i trasporti merci, ma posso dire di più. C'è il comportamento di Trenitalia che non trasferisce alla Regione autonoma della Sardegna tutti i beni dismessi che sono, in virtù dell'articolo 14 dello Statuto, proprietà della Regione.

Onorevole Lai, quando Trenitalia porterà la stazione all'ingresso di Olbia tutte le aree oggi occupate dalle ferrovie saranno di proprietà della Sardegna. Togliamoci dalla testa, come ho letto un anno o un anno e mezzo fa, che quei terreni Trenitalia li possa vendere a privati. Non esiste. In una situazione simile la reazione della Giunta non può che essere fortissima e in via giudiziaria, in tutti i modi, così come nella scorsa legislatura è stata fatta nei confronti dello Stato.

Anzi non capisco, nonostante le assicurazioni fornite 7-8 mesi fa in Aula dall'assessore Rassu, perché nei confronti di Trenitalia, e anche delle Poste, non si sia ancora iniziata l'azione giudiziaria. Ma è un comportamento questo di lontananza e di dimenticanza che non è proprio solo di Trenitalia, è proprio di tutti gli apparati dello Stato. Forse è anche colpa nostra perché nel momento in cui occorreva unità, per motivi politici, da parte di talune forze politiche non c'è stata la volontà di camminare uniti.

Questa volontà, però, dobbiamo recuperarla. Noi vantiamo nei confronti dello Stato, che storicamente ci è debitore, dei crediti rilevanti e, ciò nonostante, anche di recente abbiamo visto che cosa è stato fatto con l'ultimo decreto legge, nella fattispecie con l'articolo 15 bis, si danno i soldi alle Regioni dell'Obiettivo Convergenza, in cui non c'è la Sardegna, e quello che spenderanno le altre Regioni lo tolgono a noi.

Nel nostro piccolo, come al solito, il nostro rappresentante in Parlamento, l'onorevole Mereu, è prontamente intervenuto presentando delle interpellanze, ma purtroppo spesso e volentieri è lasciato solo, vox clamans nel deserto.

Certo, se da parte dei deputati di tutte le forze politiche ci fosse una unione di intenti forse qualche cosa in più riusciremmo a ottenere. Sicuramente dobbiamo fare la battaglia nei confronti dello Stato per la rivendicazione (non uso i termini autonomia o sovranità, oramai talmente utilizzati che finiscono per perdere il loro significato) del potere di decidere e di pretendere che ci venga dato quello che storicamente ci è stato dato, e che è stato dato alle altre Regioni; dobbiamo fare questa battaglia con quelle idealità, con quella spinta morale che dobbiamo avere tutti dentro di noi.

Ma torniamo alla Keller. Come tutte le altre mozioni anche questa si concluderà con un ordine del giorno contenente dei principi più o meno generali che saranno da tutti sottoscritti e approvati. Ma questo non basta. Non è più il tempo dei proclami, è il tempo delle azioni concrete; ecco perché noi chiediamo alla Giunta di dirci concretamente quali sono le azioni che ha intrapreso e, cosa di cui siamo sicuri, quali azioni intende intraprendere.

Ci sono poi altri problemi generali. Si è parlato di flotta sarda ma, per quanto ci riguarda, pur facendo parte della maggioranza nessuno ci ha mai coinvolto in questa decisione. E' un problema di cui dobbiamo parlare, e un risultato lo otteniamo se non è una sola persona che parla e che porta avanti la sua tesi, ma se tutte le forze di maggioranza vengono coinvolte, e possibilmente anche dell'opposizione, per arrivare a un risultato unitario così da portare con forza queste proposte e queste proteste di fronte al Governo nazionale.

Sicuramente abbiamo il problema della rete ferroviaria statale che definire indecente è dire poco. Noi abbiamo accennato di sfuggita a questo problema quando abbiamo presentato la mozione sulle strade statali; mozione nella quale avevamo chiesto alla Giunta di richiedere la dichiarazione di stato d'emergenza e interventi economici sufficienti per rimediare. Sicuramente questi principi devono essere estesi anche alla rete ferroviaria statale; ora abbiamo in attività le cosiddette ferrovie complementari che sono di nostra competenza, sicuramente in quel settore possiamo agire e possiamo fare molto, fermo restando che ovviamente è la visione regionale che ci consente di ottenere dei risultati.

Ricordo che a suo tempo, quando in origine esistevano tre società: le Ferrovie meridionali sarde, le Strade ferrate sarde nel Nord e le Ferrovie complementari a Cagliari, l'unione tra le strade ferrate e le ferrovie complementari ha consentito di migliorare il servizio e di introdurre un netto risparmio di gestione. Sicuramente questo è un risultato da cui non bisogna tornare indietro e, anzi, bisogna semmai ampliare questa visione regionale dei problemi e arrivare anche a una gestione delle metropolitane che non sia cittadina ma che sia regionale.

Quindi, un problema concreto; a monte di questo problema concreto anche questa volta ci sono tanti problemi generali che per l'ennesima volta sono irrisolti. Bene, esaminiamoli e cerchiamo di fare il possibile, la Giunta ci dirà in particolare del problema della Keller.

Siamo chiaramente a fianco dei lavoratori, hanno diritto al posto di lavoro, il lavoro è un diritto garantito dalla Costituzione, vediamo tutto quello che può essere o non può essere fatto per cercare di risolvere il problema; ma, sia chiaro, dobbiamo affrontare a monte, seriamente, con decisioni concrete e unitarie, i problemi più generali auspicando che anche stavolta i parlamentari ci seguano e che non sia solo la voce del nostro parlamentare a urlare a Roma.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Mi chiedo, prima di tutto, come mai fosse cancellata la mia iscrizione a parlare, non vorrei che qualche buontempone l'avesse azzerata. Ma, a parte questo, colleghi, io ero convinto che avremmo potuto risolvere in tempi molto più celeri la discussione su questa materia non essendo la prima volta che la affrontiamo.

Debbo ricordare che di questo problema si è parlato anche nella precedente legislatura, quando si ipotizzava il fermo del trasporto ferroviario da e per la Sardegna e anche allora ci fu una ampia discussione in questo Consiglio regionale. Devo dire che la Giunta regionale allora in caricasi mosse per cercare di risolvere questo problema ma, nonostante tutto, non siamo riusciti a ottenere nessun tipo di risultato.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue Diana Mario) Ora ci ritroviamo ad affrontare il problema della crisi della Keller perché tutti lo sappiano, altrimenti può sembrare che la responsabilità dei fatti che succedono alla Keller sia addebitale solo ed esclusivamente alla Regione sarda piuttosto che al Governo. Le cose non stanno esattamente così. Spesso e volentieri siamo intervenuti per risolvere i problemi delle industrie sarde e abbiamo sempre valutato con attenzione anche l'attendibilità dell'investitore, della proprietà. Siamo sempre intervenuti e credo che, anche in questo caso, la Giunta regionale e l'assessore Zedda in particolare stiano facendo il loro lavoro fino in fondo.

Certo, vanno valutati i rapporti con Trenitalia, l'annullamento delle commesse, ma se un'azienda di quelle dimensioni deve dipendere solo ed esclusivamente da una commessa come quella di Trenitalia io dico che dobbiamo stare attenti; sento parlare infatti di risorse, cifre aleggiano in quest'Aula, negli Assessorati si parla di mettere a disposizione i danari, mettere a disposizione i danari per che cosa? Per sostenere un'azienda che avrebbe nel suo pacchetto una presunta commessa, che non c'è più, di Trenitalia? Stiamo attenti! Questa è un'azienda che, se deve essere rivalutata, deve essere rivalutata nel vero senso della parola perché non possiamo permetterci di investire dei danari e poi fra due, tre anni ritrovarci il problema non risolto. Noi dobbiamo affrontarlo e risolverlo una volta per tutte.

Certo, il lavoro che si sta facendo col Ministero è importante, certo sarà importante la forte pressione che il Governo, in particolare il Ministro competente, eserciteranno nei confronti di Trenitalia, però ripeto che dobbiamo stare attenti. La proprietà oggi è una proprietà che dà garanzie? Noi dobbiamo chiederci anche questo; e non mi risulta che ci siano tutte le garanzie.

Nonostante tutto l'Unione europea ha concesso un finanziamento ( non so se sia stato già accreditato) pari a 15 milioni di euro. Quindi le risorse in campo le stiamo mettendo. Allora perché faccio questo ragionamento? Mi pare ci sia la volontà di raggiungere l'accordo su un ordine del giorno che impegni, ancora una volta, la Giunta, la maggioranza e il Consiglio, in questo caso tutto il Consiglio, perché continuino le pressioni e perché si arrivi a trovare una soluzione del problema. E credo non sia assolutamente utile usare anche questo argomento per aggredirci tra maggioranza e opposizione.

Collega Uras, le maestranze che sono presenti in quest'Aula lo sono per ascoltare e per capire anche quanto siamo attendibili rispetto alle cose che diciamo. Perché intanto l'anello al naso non ce l'ha più nessuno, le persone sanno valutare e valutano con attenzione! Da parte nostra c'è il massimo impegno, e non da oggi, non da oggi! Ci siamo sempre interessati di questo problema e continueremo a farlo.

Le garanzie che riceveremo, anche dall'assessore Zedda, credo siano importanti. Occorre continuare su questa strada, Assessore, continuare la battaglia nei confronti di Trenitalia, delle istituzioni più alte: Governo e Parlamento, trovare tutte le soluzioni che sono necessarie per non far chiudere questa azienda.

Io credo che non dobbiamo aggiungere altro, credo che continuare a ragionare su questa materia sia a questo punto un fatto inutile. Noi abbiamo la volontà, l'abbiamo manifestata tutti, io mi pronuncio a nome del Popolo della Libertà (almeno fino a quando ricoprirò questo incarico), e sono convinto che questo sia un problema che si possa risolvere, ci vuole la volontà di tutti, ma credo che in gran parte adesso dobbiamo affidarci ai rapporti tra il Governo regionale e il Governo nazionale

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'industria.

ZEDDA, Assessore dell'industria. Presidente, intanto è doveroso da parte mia precisare che il Presidente Cappellacci è stato eletto Presidente del Comitato delle Isole e oggi è a Bruxelles, quindi in questo momento non è presente per motivi istituzionali…

(Brusio in aula)

… Io, per onestà intellettuale, come ha detto anche il consigliere Diana prima, devo dire che dal primo giorno che ho avuto l'onore di ricoprire questo ruolo...

PRESIDENTE. Mi scusi Assessore, pregherei i colleghi di evitare commenti. ciascuno sino adesso ha avuto la possibilità di esprimere le proprie opinioni, diamo la possibilità di intervenire anche all'Assessore.

ZEDDA, Assessore dell'industria. Dicevo (forse è anche la parte più importante del mio intervento), che dal primo momento che ho avuto l'onore di ricoprire il ruolo di Assessore di questa Giunta, ho avuto anche purtroppo l'onere di dover attivare subito delle iniziative per la vertenza, come qualcuno ama definirla, della Keller. Devo dire che molti degli atti portati avanti potranno essere una buona testimonianza in questo senso, e il Presidente Cappellacci non è stato di certo altrove ma è sempre stato presente nelle riunioni che insieme abbiamo portato avanti, sia in Sardegna che al Ministero.

Oggi sono stati svolti degli interventi che io ritengo abbiano fornito un importantissimo contributo al lavoro che stiamo portando avanti; contributo che vorrei sintetizzare con delle parole che sono state utilizzate, giusto per far capire la complessa situazione che questa nostra importantissima e validissima azienda sta vivendo.

"Trenitalia, Keller, Unione europea, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dei trasporti, sindacati, situazione siciliana dello stabilimento di Carini, SFIRS, Regione autonoma della Sardegna, fornitori, clienti, situazione dei lavoratori, amministrazioni locali, sviluppo del territorio", sono alcune delle parole ripetute nel corso del nostro dibattito odierno. La Keller, posso dirlo a voce alta, non è solo una industria importante, valida, ricca di know-how, ricca di infrastrutture che funzionano, ricca di professionalità, non è solo una realtà della nostra Sardegna, ma è una realtà riconosciuta a livello nazionale per non dire internazionale. E' di pochi momenti fa la notizia che Keller si è aggiudicata una importante commessa da 80 milioni di euro nel Nord Africa. Quindi la valenza di Keller non è presente solo a noi sardi, ma è assolutamente ammessa anche in altre parti d'Europa.

Devo dire che la situazione della Keller è oggi una situazione complessa. Qualcuno dei colleghi ha citato la difficoltà, mi piace sottolineare, della dirigenza di Keller. E' vero, ci sono state delle difficoltà finanziarie, delle difficoltà sul piano industriale, però credo che questo non possa servire per far sparire dal territorio sardo, ma soprattutto dalla vetrina internazionale, una società che invece merita assolutamente di restarvi.

Tra l'altro devo anche significare che lo stabilimento di Carini, citato da qualcuno con alcune imprecisioni, è stato chiuso, Keller ha deciso di investire e di continuare la produzione in Sardegna; va detto in merito che sono già in atto delle azioni perché, come noi pensiamo ai nostri lavoratori, qualcuno ha pensato ai lavoratori della Regione siciliana e si stanno promuovendo tutte le iniziative possibili affinché anche quei lavoratori non si trovino ancora in situazione di difficoltà. Però la vendita dello stabilimento di Carini, paradossalmente, consentirà sicuramente una prospettiva futura alla nostra Keller.

Si è parlato del personale dipendente costituito da 320 persone; però io ragiono in termini di crescita e di sviluppo quindi dico che oggi i dipendenti sono 320, ma siccome la Keller è in grado di raddoppiare la produzione potrà raddoppiare anche l'occupazione che tanto scarseggia in questi giorni.

Abbiamo già detto che la Keller possiede know-how, esperienza, professionalità, ma io voglio riferirmi soprattutto al portafoglio delle commesse. Io voglio continuare a credere nell'azione che ancora possiamo portare avanti nei confronti di Trenitalia, perché la commessa da 16 milioni di euro riguarda una produzione di 50 treni, tra l'altro, che sono già nella disponibilità della Keller. Ho sentito dire più volte, l'abbiamo precisato al Ministero dei trasporti, che nessuno dei lavori finiti potrà essere trasportato fuori dalla Sardegna; cioè Trenitalia non avrà nessuna possibilità di riottenere indietro le produzioni già in stato di avanzamento. Quindi abbiamo fatto capire (senza aver dismesso alcunché da parte nostra) che dobbiamo portare avanti…

(Brusio in Aula)

PRESIDENTE. Assessore, mi scusi, non mi sembra ci siano le condizioni per poter continuare a parlare. I colleghi che vogliono chiacchierare lo facciano fuori dall'Aula. Grazie.

ZEDDA, Assessore dell'industria. Dicevo, dobbiamo portare avanti tutte le azioni che possano far ripartire la produzione e la vita della Keller.

In quest'Aula sono state dette moltissime cose sul passato; io voglio partire da alcuni dati concreti. Keller nel gennaio del 2010 ha presentato il Piano industriale definitivo al Ministero per lo sviluppo economico; nel mese di marzo il Piano è stato trasmesso all'Unione europea per il parere obbligatorio; nel mese di agosto, il 26 agosto 2011, è arrivato finalmente il parere da parte dell'Unione europea sul Piano industriale di Keller e, pertanto, la garanzia per Keller di poter ottenere il finanziamento da parte del Ministero del Tesoro attraverso la banca Unicredit.

Questa operazione, che inizialmente poteva significare la salvezza quindi la ripresa della produttività di Keller, di fatto è stata vanificata, e non ho paura di essere smentita, da un'azione di Trenitalia che ha mirato a spazzare via Keller dal mercato. A che cosa abbiamo dovuto assistere? Dapprima abbiamo dovuto assistere a una rinuncia da parte di Trenitalia ad alcuni contratti e, quindi, è stata citata Keller più volte per inadempimento. Sono state escluse le fideiussioni che hanno riguardato ovviamente i contratti precedenti e sono state applicate a Keller delle penali. A questi provvedimenti ha fatto seguito un momento veramente particolare - mi limito a definirlo così - ai primi di settembre con la cancellazione - come qualcuno ha ricordato, se non sbaglio il consigliere Cuccu - dell'azienda Keller dall'albo dei fornitori.

In tutto questo periodo, però, noonostante Trenitalia continuasse le sue azioni contro Keller, la Regione insieme alla Sfirs (come qualcuno ha ricordato, la Sfirs e quindi la Regione, è presente in Keller con una partecipazione azionaria) ha attivato tutte le procedure di sostegno, soprattutto di carattere finanziario, alle azioni della Keller. E, anche in questi giorni, avete avuto modo di apprenderlo attraverso la stampa, la Sfirs ha avviato una forte azione di scouting sui mercati internazionali per la ricerca di nuovi soci imprenditori che potessero essere interessati alla Keller.

Io credo che l'azione portata avanti dalla Regione sarda sia stata un'azione di lavoro quotidiano, così come credo che tutti gli attori che stanno partecipando a questa difficilissima battaglia per il salvataggio della Keller hanno tutti come obiettivo finale quello di poter rivedere questa azienda in produzione, di poter quindi garantire il lavoro alle maestranze, e soprattutto di creare il futuro sviluppo, non del territorio del Medio Campidano, non del comune di Villacidro, non della Keller ma dell'intera Sardegna.

In Italia - questo è un dato emerso in questi giorni - le aziende meccaniche vivono una grande crisi e devo dirvi che le aziende produttrici, soprattutto di elettrotreni che è una produzione importantissima, sono due, e la seconda produzione è quella di Ansaldo-Breda; quindi non abbiamo grande difficoltà a fidarci del fatto che la produzione della Keller sia in assoluto la migliore in Italia. E questo non lo dice l'Assessore dell'industria ma lo dicono le cinquecento certificazioni che Trenitalia ha rilasciato alla Keller per le sue produzioni.

Quindi, la Regione sarda attraverso me e il Presidente, ma devo dire che anche altri Assessori si sono resi disponibili così come i consiglieri, ha fatto presente che il tavolo che si richiede è per chiudere la trattativa, non per continuare a parlare o a fare delle proposte. Noi abbiamo le idee molto chiare, noi abbiamo chiesto sia al Ministero per lo sviluppo economico che al Ministero dei trasporti che a quel tavolo si chiuda l'accordo per far ripartire la produzione dell'azienda Keller.

In questo senso abbiamo chiesto che l'azione di Trenitalia possa vertere su una revisione totale delle fideiussioni e delle penali, abbiamo chiesto la definizione complessiva della commessa degli elettrotreni - mi riferisco quindi a quella da 16 milioni - abbiamo chiesto che Keller venga riscritta, immediatamente, all'albo dei fornitori dell'azienda Trenitalia, abbiamo chiesto che nel futuro prossimo si possa ragionare velocemente sul ripristino della tratta, ovviamente per il trasporto merci.

Io credo che da questo punto di vista le azioni che possiamo portare avanti siano anche altre. Il consigliere Giacomo Sanna ha parlato prima della possibilità di assegnare all'azienda Keller delle commesse anche a livello locale; queste sono tutte delle possibili soluzioni e insieme all'Assessore dei trasporti, che insieme a me tra l'altro ha partecipato ai tavoli romani, crediamo ci possa essere anche quell'altra disponibilità da parte della Regione.

Io sento di dover dire, a garanzia dell'azione che stiamo portando avanti, che in questo momento indubbiamente la Keller è un'azienda in difficoltà finanziarie, per tutto il resto Keller, però, non è seconda a nessuno ed è in grado di ripartire da sola; tra l'altro, nei prossimi giorni si dovranno anche attivare dei rapporti concreti con degli investitori stranieri.

Io mi auguro, anche a seguito del nostro dibattito odierno, che si possa raggiungere un'unità di intenti da rappresentare in un ordine del giorno che, ripeto, non è un ordine del giorno di parole ma è un altro strumento, un'altra azione che si aggiunge a quelle già poste in essere dalla Regione e dalla Sfirs al fine di poter concludere, io dico positivamente, questa vicenda. I tempi sono strettissimi. In questi giorni si sta definendo anche la struttura societaria, e quindi sarebbe inutile dare dei tempi più lunghi, alcune decisioni verranno prese in questi giorni, e mi riferisco alla vecchia compagine societaria Busi-Aldrovandi.

Io non vorrei che qualcuno si preoccupasse del tempo; purtroppo ma anche per fortuna dobbiamo agire adesso, quindi anche il tavolo relativo alla chiusura dell'accordo per Keller sarà tenuto in questi giorni. Questa settimana ci sono stati due tavoli di confronto; uno al Ministero dei trasporti e dello sviluppo economico con Trenitalia, dove non si è parlato di cose indisponibili, ma si stanno verificando le richieste che già la Regione a ha presentato ai due Ministri in occasione degli ultimi incontri romani.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, chiedo una breve sospensione per valutare una ipotesi di ordine del giorno unitario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è stato già presentato.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, in ragione anche della replica dell'Assessore, andrebbe precisato meglio.

PRESIDENTE. Poichè non vi sono opposizioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 07, viene ripresa alle ore 20 e 28.)

PRESIDENTE. E' stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno numero 1:

Ordine Del Giorno Bruno - Diana Mario - Sanna Giacomo - Steri - Uras - Salis - Cossa - Cuccureddu - Agus - Cuccu - Piras - Sanna Paolo Terzo sulla situazione della Keller di Villacidro.

IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione del dibattito svoltosi sulla mozione n. 145 relativa alla revoca delle commesse per 25.000.000 di euro da parte di Trenitalia e sulle gravi conseguenze economico-sociali determinate dal mancato rilancio dell'importante stabilimento elettromeccanico regionale della Keller meccanica Spa nel Medio Campidano;

RILEVATO che è emersa una diffusa volontà di intervenire per il suo salvataggio; il fallimento, infatti, cancellerebbe dal territorio un'esperienza industriale difficile da recuperare, per cultura, tradizione e professionalità, con gravissimo danno non solo per il territorio più direttamente interessato, ma anche per l'intera economia presente e futura della Sardegna;

EVIDENZIATA la necessità di ripartire con la stabilizzazione di un importante segmento di industria metalmeccanica e manifatturiera scongiurando la soppressione di una risorsa economica e sociale necessaria ed indispensabile, non solo per lo sviluppo del Medio Campidano, ma per l'intera Sardegna,

impegna la Giunta regionale

1) ad intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché la trattativa con Trenitalia sia portata a compimento dal Governo nazionale, chiedendo allo stesso, entro quindici giorni, l'attivazione di un tavolo di accordo che miri ad una azione coordinata sui trasporti e sulle azioni di sviluppo economico che consenta di far ripartire l'attività produttiva e di manutenzione dell'azienda Keller;

2) a sostenere iniziative adeguate finalizzate alla revisione degli accordi finanziari e commerciali tra Trenitalia e Keller;

3) a sostenere le azioni necessarie alla realizzazione delle commesse pubbliche già programmate per il rinnovo del materiale rotabile previsto per la rete regionale.)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.

DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Cugusi ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Barracciu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessi' - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Rosanna - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 69

votanti 68

astenuti 1

maggioranza 35

favorevoli 68

(Il Consiglio approva).

La mozione si intende ritirata.

Il Consiglio è riconvocato per giovedì 29 settembre, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 32.