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Resoconto della seduta n. 238 del 28/07/2011

CCXXXVIII Seduta

(POMERIDIANA)

Giovedì 28 luglio 2011

Presidenza della Presidente LOMBARDO

indi

del Vicepresidente COSSA

indi

della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 31.

DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 21 luglio 2011 (231), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Radhouan Ben Amara, Roberto Capelli, Gian Domenico Gallus, Gavino Manca, Giovanni Mariani, Valerio Meloni, Massimo Mulas, Carlo Sechi e Luciano Uras hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 28 luglio 2011.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Assenza per motivi istituzionali

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che il consigliere questore Biancareddu è assente nella seduta del 28 luglio del 2011 per motivi istituzionali.

Constatato lo scarso numero di consiglieri presenti in Aula sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 31, viene ripresa alle ore 16 e 45.)

Continuazione della discussione generale della proposta di legge Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula: "Provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico" (83/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della proposta di legge numero 83/A.

E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.

AGUS (P.D.). Presidente, anche questo tema che oggi siamo chiamati a valutare sembra importante, non fosse altro perché si parla di sviluppo turistico, di intervento importante, addirittura si definisce,con enfasi, un'occasione storica. Quest'ultima sottolineatura mi sembra alquanto eccessiva, perché tutti possiamo condividere l'idea che occorra prestare attenzione ai campi da golf e anche che sia necessario averne in Sardegna, ma senza questa enfasi, anche perché non credo che i problemi del turismo in Sardegna possano risolverli i campi da golf.

Peraltro, i colleghi intervenuti prima di me hanno sottolineato aspetti molto delicati che dovrebbero far riflettere un po' tutti prima di licenziare un testo di legge che, anche a me, sembra molto superficiale, molto approssimato e che se andasse in porto, come proposto dalla maggioranza, sicuramente sarebbe un altro dei provvedimenti inconcludenti che in questi due anni e mezzo questo Consiglio ha tentato di licenziare; come ho già detto, anch'io sono convinto che non sia il golf l'elemento trainante del turismo in Sardegna.

Io credo che, così come qualche altro prima di me ha accennato, abbiamo gli elementi cardine per costruire un turismo serio, un turismo stabile e duraturo, però dobbiamo partire dalle nostre realtà, dalla nostra ricchezza. Qualcuno ha parlato di ambiente; l'ambiente credo abbia bisogno di essere recuperato, dell'ambiente stiamo facendo sfregio, lo stiamo saccheggiando; non so quale area sia stata individuata perché possono essere recuperate le aree industriali, e non so se si parla delle aree di Porto Torres oppure di Portovesme, oppure le aree minerarie dismesse sulle quali ancora spendiamo risorse regionali non per fare bonifica ambientale ma per fare lavori socialmente utili. Non mi stancherò mai di sottolinearlo, perché abbiamo argomenti importanti che peraltro sono legati a finanziamenti nazionali previsti per legge che noi in maniera distratta non utilizziamo, mentre continuiamo a utilizzare le poche risorse a nostra disposizione.

Allora, siccome in questa sede è stato chiesto anche un contributo per migliorare la legge, io mi sforzerò di farlo pur non entrando nel merito dei dati sull'occupazione; ogni attività imprenditoriale, infatti, porta con sé sicuramente occupazione e ricchezza ma, come ho detto prima, e lo ripeto, non credo che questo progetto contribuisca a risolvere il problema del turismo in Sardegna.

Anch'io vorrei poter avere la forza di dire che in questo Consiglio si delibera un atto importante, di valenza storica; io credo che l'occasione storica possa essere rappresentata dal cominciare a guardare alle nostre ricchezze, all'ambiente ma, anche al patrimonio archeologico unico al mondo nel suo genere. Mi riferisco ai monumenti megalitici, testimonianza della nostra storia nuragica, presenti in tutti gli angoli della Sardegna e che potrebbero consentirci il confronto con altre realtà visitate, oggi, da migliaia e migliaia di turisti. Come è stato già accennato, dobbiamo rivolgerci al turismo colto, perché è un turismo che ha sete di conoscenza che noi siamo in grado di dargli; la storia del mondo nuragico è infatti una storia unica che dovrebbe renderci orgogliosi di appartenere a questa terra. Una terra dove gli architetti di tremila, quattromila anni fa sono stati capaci di realizzare opere con tecniche che ancora oggi non riusciamo a spiegare alla pari delle piramidi d'Egitto, perché i nostri nuraghi non sono da meno.

Quindi, potrebbe essere un'occasione storica per mettere al centro dell'attenzione di un progetto di sviluppo la valorizzazione del nostro patrimonio storico e architettonico, perché il megalitismo in Sardegna è non solo aereo ma anche sotterraneo; ne sono un esempio i templi a pozzo tra cui è abbastanza rinomato quello di Santa Cristina - credo che lo conosciate tutti - ma ce ne sono tanti altri in Sardegna, a testimoniare che il turismo deve affondare le radici nella nostra storia e nella nostra cultura, perché quello è il valore aggiunto e la grande ricchezza della nostra isola.

Abbiamo sperimentato il turismo balneare perché le coste costituiscono un'altra nostra ricchezza, ma il turismo balneare dura solo due mesi all'anno, non di più, mentre se davvero riuscissimo a valorizzare la nostra storia e il nostro patrimonio culturale costruendo su di essi la nostra offerta turistica, questa durerebbe e ci darebbe ricchezza tutto l'anno. L'esperienza maturata anche sui campi da golf, che possono essere sicuramente implementati, può essere un elemento aggiuntivo ma non può essere l'elemento cardine del turismo in Sardegna che ho già detto, è costituito dalla valenza del nostro patrimonio.

A questo tipo di turismo, se davvero vogliamo incrementarlo, può contribuire anche la ricchezza di imprenditori esterni all'isola che ci propongono queste opportunità di crescita. Però, sappiamo benissimo, la storia ce l'ha insegnato, che spesso i capitali che non riusciamo a controllare in Sardegna non fanno altro che prelevare la nostra ricchezza e portarla altrove. Mi riferisco, per stare ai tempi attuali, ai parchi eolici: quali società regionali, quali imprese locali beneficiano di queste risorse? Il "beneficio" è stato quello di aver messo i proprietari terrieri, i contadini di fronte e anche contro le proprie amministrazioni comunali che non cedevano i terreni a queste multinazionali, per cui gli agricoltori, che vedevano vanificata una possibilità di ricchezza, scaricavano la rabbia sulle amministrazioni che venivano individuate come responsabili in quanto non concedevano la disponibilità dei suoli.

Ora, io credo che non sia molto diversa la proposta, allettante, di risorse economiche per costruire venti campi da golf in Sardegna; però, se non stiamo attenti, se non miglioriamo questa proposta di legge, non faremo altro che creare ulteriori servitù. Di solito parliamo di servitù militari, ma queste saranno servitù economiche perché, di fatto, stiamo creando altri piccoli villaggi, altri piccoli nuclei abitativi, anche di prestigio per carità, ma nuclei abitativi che avranno una loro vita al loro interno e che movimenteranno risorse che non ricadranno a beneficio dell'economia della Regione sarda se non limitatamente a certi posti di lavoro.

Rispetto ai grandi alberghi dove diciamo che "facciamo i camerieri", qui faremo gli stallieri, o i portaborse di coloro che gestiranno questi spazi verdi con una certa felicità, perché si trovano un ambiente che, come abbiamo detto, è ideale per questi centri sportivi.

Io, siccome non voglio essere colui che contesta e basta, voglio fare una proposta seria e concreta. Pertanto dico: perché non chiedere a questi imprenditori di coinvolgere gli imprenditori locali? La Regione sarda ha finanziato, se n'è parlato in questa sede, centinaia di alberghi e di villaggi turistici che spesso restano vuoti per una buona parte dell'anno, perché, appunto, abbiamo puntato esclusivamente sulla ricchezza che viene dal mare, ma questa ricchezza sappiamo che dura per pochi mesi all'anno e il resto dell'anno tutto questo patrimonio edilizio è inutilizzato.

Sono d'accordo con chi dice che forse non abbiamo bisogno di accrescere il patrimonio edilizio, ma che se sfruttassimo al meglio quello esistente probabilmente riusciremmo a far decollare questi investimenti, che peraltro hanno usufruito di risorse pubbliche, per periodi dell'anno più lunghi. Perché non inserire all'interno della norma l'obbligo per questi imprenditori di coinvolgere realtà produttive isolane, e ce ne sono in tanti posti?

Oppure mi permetto di suggerire un'altra modalità di aiuto per la Sardegna, visto che sono magnanimi e hanno grandi risorse. Abbiamo parlato di ambiente, ebbene in Sardegna ci sono esattamente 79 frazioni, piccole e medie, cioè agglomerati urbani che oggi sono quasi spopolati, compresi 15 comuni; invece di creare nuovi alberghi e nuove strutture, potremmo essere aiutati a recuperare questi borghi agricoli, questi borghi minerari molto belli. Penso a Ingurtosu, per non dire di Montevecchio, ma penso anche ai piccoli centri dell'Iglesiente, a quelli del Sarrabus-Gerrei. All'interno della Sardegna ci sono villaggi minerari abbandonati, o altri piccoli villaggi, che potrebbero essere recuperati, ecco quindi le risorse che potrebbero dare una mano al recupero della memoria storica, della tradizione e della cultura della Sardegna.

Tra le 79 frazioni ci sono anche quelle agricole, che meriterebbero di essere recuperate per testimoniare la nostra storia e la nostra attenzione all'edilizia che spesso è integrata con l'ambiente circostante. Non sarebbe un male caratterizzare questi campi da golf, questi insediamenti con la nostra cultura. Qualcuno ha accennato alla volontà, da parte degli imprenditori ,di costruire dei campi da golf infrastrutturati sull'esempio di quelli spagnoli, con le caratteristiche dell'edilizia adottata nei campi da golf spagnoli: ma chi se ne frega di avere queste tipologie importate! Di tipologie edificatorie che non fanno parte assolutamente dalla nostra cultura locale ne abbiamo già abbastanza. E bene faremmo, se davvero vogliamo puntare sulla cultura e sul turismo, a recuperare invece quei segmenti architettonici strutturali che ci appartengono. Abbiamo tante di quelle risorse, anche nelle zone marine (in questo testo è nascosta la voglia comunque di costruire in vicinanza del mare), di più: al mare ci sono vecchie tonnare abbandonate che potrebbero essere oggetto di recupero per essere destinate a queste infrastrutture.

Il discorso potrebbe essere pertanto diverso con un approccio che apra le porte del territorio (per carità lo sviluppo ha sempre un costo per il quale dobbiamo pagare), a quegli imprenditori che non pensino solo alle loro ricchezze, ma che coinvolgano gli imprenditori locali nel recupero delle realtà locali, che noi oggi stiamo perdendo perché non abbiamo risorse, non abbiamo imprenditori capaci di recuperare, appunto, borghi agricoli perché la nostra agricoltura è in grave deficit e quindi ha difficoltà a essere rilanciata.

Allora ben vengano queste risorse aggiuntive nell'economia regionale, che si integra nel patrimonio culturale della Sardegna al fine di creare un disegno con una visione complessiva della ricchezza turistica dell'Isola; ricchezza turistica che, ripeto, non può affondare le sue radici in venti campi da golf, non è così. Ci sono anche altri strati sociali che, pur avendo meno denari, amano conoscere, amano sapere e noi abbiamo molto da far conoscere e da far sapere.

Dobbiamo prima di tutto essere noi a prenderne coscienza così che , in tutte le azioni che progetteremo per lo sviluppo futuro della nostra Isola, potremo essere coscienti di avere una ricchezza sul quale basare il nostro futuro, perché quella è la certezza, quella è la forza, quella è la prospettiva, l'elemento cardine; l'ho detto altre volte, nella economia globalizzata non è il livellamento a farci crescere, anzi ritengo pericolosissimo il fatto che noi dobbiamo costruire i venti campi da golf sul modello della Spagna, dell'Inghilterra, della Norvegia; questo non mi dice nulla, anzi mi spaventa, mi spaventa!

Io dico: facciamo i campi da golf, ma facciamoli a nostra immagine e somiglianza, tutelando il nostro patrimonio paesaggistico, riprendendo la tipologia delle strutture della nostra cultura architettonica, all'interno di un disegno organico.

Io non voglio declassare questa esperienza o dire che non ha ragione d'essere, anzi, anch'io ho detto prima che non sono contrario a questi insediamenti, che sono utili nel contesto però di un quadro più organico di promozione turistica in Sardegna. E, ripeto, che questo insediamento non può neanche non tener conto della nostra realtà altrimenti, ancora una volta, vendiamo la nostra terra per una prospettiva che non ci appartiene, anzi che ci farà sentire sempre più ospiti in casa nostra, perché a determinare l'economia della nostra Isola saranno capitali stranieri che sfrutteranno la nostra terra, ma investiranno gli utili altrove.

Per queste considerazioni ho proposto il coinvolgimento dell'imprenditoria locale; ripeto ci sono tanti albergatori e tanti alberghi di buon livello che purtroppo non stanno nel mercato perché non possono lavorare due mesi all'anno, allora perché non imporre nella proposta legislativa l'obbligo, per questi imprenditori, di coinvolgere imprenditori locali, utilizzando strutture che già esistono, semmai migliorandole, ma non costruendo ulteriore cubatura, non ne abbiamo bisogno. Lo stesso discorso si può fare per tutte le strutture, anche quelle residenziali. Mi risulta che molti imprenditori del Nord hanno recuperato e acquisito delle abitazioni nei piccoli centri abitati dell'oristanese per farne una loro seconda residenza, cioè vengono qui a svernare.

Oggi anche i grossi imprenditori possono lavorare a distanza, la tecnologia ci consente di non staccare dal lavoro e allora ecco che vogliono la casa, la vecchia e piccola casa padronale con il cortile, con la possibilità di sostare la sera, come facevamo noi un tempo per godere del fresco del pomeriggio e fare salotto con i vicini. Allora perché non inserire in questa norma questi nostri caratteri identitari e far sì che questi campi da golf abbiano l'impronta dell'identità sarda da esportare, una volta per tutte, anziché importare modelli che non ci appartengono.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Uras è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, in questa rituale discussione generale sulla proposta di legge ho avuto modo di sentire tutto e il contrario di tutto. Quello che più mi ha lasciato frastornato è stato l'atteggiamento inquisitorio di alcuni colleghi, tanto che oserei dire: Todo modo para buscar la voluntad divina. Stamattina l'onorevole Sanna sembrava che, per forza e in qualunque modo, dovesse ricercare elementi di colpevolezza, di assoluta delittuosità per aver presentato una proposta di legge che consentisse di costruire una parte di quello che definiamo sistema turistico regionale.

Ho sentito l'onorevole Soru, stamattina, partire da lontano e sottolineare che stavamo parlando di qualcosa che invece poteva essere tralasciato, che parlare di agricoltura poteva essere più interessante; e non vi è dubbio: l'agricoltura rappresenta il 4 per cento del Pil regionale, il turismo l'8 per cento e con questa proposta poteva arrivare al 12 per cento. Questi colleghi sembra che stiano cercando di annullare la propositività che questo Consiglio regionale può offrire allo sviluppo della Sardegna.

Io mi chiedo e vi chiedo se è giusto questo atteggiamento dopo che l'onorevole Vargiu vi ha indicato tutte le proposte di legge, presentate dai Riformatori, al fine di formare un canovaccio unico di proposizioni per affrontare in termini, come dire, pressanti i problemi, i nodi, e sono quelli della campagna elettorale di due anni e mezzo fa, dello sviluppo in Sardegna

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE COSSA

(Segue DEDONI.) Ma, qualcuno ha detto che probabilmente questo progetto era una cosa per ricchi e i ricchi in Sardegna non devono sbarcare. Mi ricorda la vicenda dell'Aga Khan, fatto andare via salvo dopo pentirsi di questo allontanamento; e probabilmente qualche altro investimento, importante per la nostra Isola, sarebbe arrivato. Ma noi vogliamo "quelli con il sacco a pelo", quelli che si portano da mangiare e che non lasciano niente in Sardegna.

Noi invece, guarda caso, siamo dei farabutti perché vogliamo portare i ricchi affinché lascino un po' della loro ricchezza in Sardegna dove c'è, dichiarato da voi, povertà. Se questo è vero, allora stiamo proponendo una redistribuzione del reddito, una possibilità di affrancarsi da un sistema, nel quale perversamente, per oltre trent'anni di governo della sinistra in Sardegna, che qualcuno si dimentica di ricordare, è caduta la nostra Isola.

Ma, cari amici della sinistra, che avete un occhio strabico, non si tratta di pensare che gli obiettivi li possa dettare esclusivamente la piazza. Vi raccomanderei, in proposito, la lettura di un libro di Claudio Modena "Ciceruacchio" (breve prefazione di Giulio Andreotti) che, se letto con attenzione, dimostra come l'illusione di un qualunque politico, che un cedimento all'adulazione delle masse non comporti prima o poi il pagamento di un prezzo, sia un'illusione pericolosa. Se non si è capaci di guidare, di dare indirizzi, di portare a compimento i programmi, non si ha neanche la capacità di cambiare un bel niente, ma si lascia andare, come si suol dire, l'acqua al mare senza che macini alcunché, senza che dia opportunità di sviluppo.

Onorevole Agus, lei ha parlato i dei siti dell'Iglesiente, del sito di Montevecchio, io plaudo alla sua iniziativa e sono perfettamente d'accordo; abbiamo infatti una doppia possibilità: Scivu e Funtanazza, siti di proprietà dell'onorevole Soru, noto imprenditore sardo. Perché l'onorevole Soru non deve dare un contributo serio a questa possibilità di sviluppo, giusto appunto anche di quelle zone che lei ha richiamato poc'anzi?

Sottoscrivo l'idea che gli indirizzi possibili possano essere scritti, migliorati, modificati, se c'è qualcosa in questa norma, che debbano essere date possibilità in più a chi investe nelle zone interne della Sardegna, recuperando le zone dove c'è spopolamento, dove ci sono case vuote, dove c'è la possibilità di migliorare anche quella condizione che oggi in molti avete richiamato. Se queste sono le cose che chiedete , noi siamo in perfetta e totale sintonia. Non credo ci sia qualcosa su cui non si possa trovare giustificazione all'interno di una seria disponibilità d'animo. Questa è mancata sino adesso, non si può cercare per forza, in tutti i modi, la cubatura nascosta a favore di qualcuno che è il mandante da lontano.

Se ci sono certezze, io vi invito a fare nomi e cognomi, se ci sono garanzie assolute che qui ci sono degli imbrogli, tirateli fuori, ma non ci sono sicuramente, sarei felice che venissero fuori, se ci fossero, delle porcherie, perché voglio stare lontano dalle porcherie. Ma non mi si impedisca di contribuire alla possibilità di sviluppo della Sardegna migliorando il settore turistico dove, finora,in qualunque modo si sia operato, non si è raggiunta quella dimensione sufficiente a dare occupazione e sviluppo alla nostra gente.

Certamente, se siamo rinunciatari, onorevole Agus, come lo siamo stati sino a poco tempo fa, e aspettiamo che sia l'industriale di turno ad aprire l'hotel e a impiegarci come camerieri, noi non riusciremo di certo a cambiare la possibilità di avventura in positivo del popolo sardo. Ma se non siamo capaci di fare proposte e di accettare che ci sia anche il coinvolgimento di altri capitali, facciamo un errore grave, perché stiamo negando la possibilità a chi non sta bene, anzi, di questi tempi sta malissimo, di avere una prospettiva diversa per il futuro.

Allora, e voglio concludere perché non credo ci sia molto da aggiungere, c'è la piena, totale disponibilità ad accettare le condizioni, quelle che avete proposto, di lavorare in più occasioni perché vengano allocati nelle zone interne della Sardegna i siti turistici; vengano interessati, quanto più è possibile, i comuni dove vi è spopolamento e dove ci sono abitazioni in abbondanza non utilizzate, che possano essere destinate quindi all'accoglienza.

Non si può inoltre cercare, di nascosto, da qualche parte, di chiedere il voto segreto perché questo significherebbe paura di confrontarsi sulla realtà, su quelle cose che possono essere migliorate. Sforziamoci tutti insieme di trovare un raccordo che sia positivo per tutti.

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Ben Amara è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, a parte qualsiasi infingimento, che ognuno di noi possa dimostrare, la discussione su questo provvedimento dà la possibilità, agli amici dell'opposizione, di toccare l'argomento principale per loro: le cubature di cui trattasi all'interno della legge; credo sia un modo di affrontare le cose che consente a molti di noi di girare la testa dall'altra parte pur vedendo degli obbrobri, delle ingiustizie. L'ultima ingiustizia è quella che vede protagonista la Marcegaglia a La Maddalena, sapete meglio di me che paga 5 mila euro al mese, 60 mila euro l'anno, mentre il Comune ne incassa 410 di Ici, è un guadagno eccezionale.

Ma, poiché questo non era sufficiente, nel mese scorso la è stata modificata la destinazione d'uso delle officine fronte porto per consentirle di fare quello che un imprenditore desidera fare, il business del momento: creare appartamenti, vendere nel silenzio più assoluto della destra e della sinistra, in egual misura, anche del Comune che è di centrosinistra, non mi risulta che siano sardisti, e ci siamo anche noi.

Siccome vedo che c'è interesse a porre domande, adesso me ne pongo una io. Nella passata legislatura sono state approvate le cosiddette Intese, per un totale di 1.969.502 metri cubi. Però, stamattina, ho sentito l'onorevole Soru "strapazzare" questa necessità di costruire campi da golf. All'interno di queste intese c'è anche il campo da golf di Is Molas, dove avete rilasciato concessioni per 426 mila metri cubi su 240 ettari.

Perché ho voluto portare questo esempio? Perché molte volte strumentalizziamo, a piacere,le cose che non ci vanno, dimenticando che ci sono stati dei passaggi che ci hanno visto governare, amministrare e concedere cose che oggi critichiamo ferocemente. Meglio andare in bicicletta, meglio fare footing, meglio fare tutto, ma non fare golf. Io non gioco a golf perché non mi piace, lungi da me, quindi non usufruisco di questa possibilità.

Ripeto che ho fatto questo esempio per dimostrare che, se ci dovessimo confrontare solo ed esclusivamente in un modo scorretto fra maggioranza e opposizione, non produrremmo mai leggi che possano definirsi tali, perché uno cerca di distruggere, l'altro cerca di costruire, uno la vede in un modo, l'altro la vede in un altro modo. Il risultato però è che, nell'alternarsi a governare, gli aspetti negativi si sommano abbondantemente; e io, che appartengo a un partito che certamente non può essere accusato di essere cementificatore (basti pensare che, negli ultimi quattordici anni abbiamo governato questi ultimi due) dico che vi siete divertiti abbondantemente, da una parte e dall'altra.

Allora, se inseguiamo le cose il risultato è zero, se facciamo ragionamenti diversi potremmo tranquillamente aprire al confronto e verificare all'interno della proposta di legge tutto ciò che riteniamo giusto, tutto ciò che riteniamo di dover cambiare per costruire un'azione che serva da stimolo positivo a un sistema economico che certamente langue.

Io vorrei fare questo lavoro articolo per articolo, ma siamo contrari, e lo siamo abbondantemente, alle speculazioni urbanistiche; mi pongo pertanto il problema di dove andremo a costruire. Solo nelle zone F (questo punto dovremo chiarirlo), in quelle esistenti sino a questo momento, dovremo costruire nell'agro, con quale soluzione? A quale distanza dalla costa? Ci poniamo il problema.

Nel mio pensiero, individuavo, nel dare la possibilità di realizzare questo tipo di strutture, un riavvicinamento delle zone interne (e quindi un riequilibrio sostanziale a loro favore) alle coste; vogliamo stabilire una fascia di rispetto che non può essere quella dei 300 metri? Bisogna vedere se ci sono necessità tali da imporre chilometri, distanze che ci consentano di non far apparire questo come l'assalto alla diligenza. E' un ragionamento che dobbiamo fare tutti assieme. E' giusto dislocare questi campi a gruppi di cinque come è stato individuato nella proposta di legge? Io credo che anche questo sia frutto di un ragionamento.

Inizialmente ero fra coloro che chiedevano di riportare la proposta di legge in Commissione, e siccome conosco la Commissione, conosco i colleghi, come conosco anche ciò che avviene quando una legge approda all'interno di quest'Aula, non deve accadere, come in qualche comune, che si stabiliscano delle regole, a parer mio antidemocratiche, per cui se c'è stato un voto unanime in Commissione, quando il provvedimento arriva in Aula, l'Aula deve solo fare una presa d'atto; anche questo accade in quest'Isola, ma non solo in quest'Isola.

C'è un'altra questione che mi preoccupa; io sono fra coloro che sostengono che questa proposta di legge deve essere a costo zero: non ci deve essere impegno di spesa. Io penso, infatti, che la Regione non debba spendere quei 15 milioni di promozione; chi ha soldi da investire a quei livelli, in strutture di quelli dimensioni, se non ha i soldi per farse anche la promozione, non può pretendere che gliela faccia io.

Ma ci sono altri settori che coinvolgono l'Amministrazione; perché la presenza eventuale di SFIRS? E' un ragionamento al quale tutto il Consiglio, necessariamente, deve approdare. Se mi dite che devo pagare anche i primi anni di manutenzione, non mi trovate d'accordo; se mi dite che c'è anche il problema di collocare i reflui, io dico che chi realizza gli impianti si deve occupare anche dei reflui, a meno che la Regione non ritenga necessario prenderli in carico per utilizzarli, ma allora non è un'imposizione, bensì una decisione che la Regione potrebbe eventualmente ritenere utile.

Tra le altre cose mi preoccupa quando leggo, ad esempio, relativamente alla zona di Alghero, che qualcuno potrebbe individuare un sito per i campi da golf nei terreni di Surigheddu e Mamuntanas; tanto per intenderci, per quel territorio non è un argomento di poco conto. Non è un problema della passata legislatura, non è un problema di questa, è da qualche decennio che Surigheddu e Mamuntanas restano ferme al palo come aziende di proprietà di questa Amministrazione.

Allora, che cosa voglio significare? Nessuno di noi è orientato a lasciare in piedi un testo tout court, ma per nessuna legge accade questo, la libertà di pensiero e di intervento non può essere messa in discussione, questo principio vale per me, che sono in maggioranza, immaginiamo per voi che siete all'opposizione. Il discorso che voglio fare è questo: confrontiamoci prima di aggredire e di arrivare anche a demonizzare un qualcosa che, in altri tempi, voi stessi avete utilizzato. Ragioniamo, avviamo un confronto, duro, certamente democratico, tra di noi, e vediamo di portare a compimento una proposta di legge che non è la sanatoria, che non è la panacea dei mali della Sardegna; non si risolvono certamente attraverso queste presenze i problemi del turismo, o chissà quale altro miracolo si potrebbe mettere in piedi.

Questa attività è parte di un sistema che nel resto d'Europa e nel mondo è avviato; se riescono a fare i campi da golf in Svizzera e in Austria, dove non c'è il mare, non vedo perché noi non possiamo trovare soluzioni, anche in quelle realtà che sono simili, territorialmente, alla Svizzera e all'Austria. Sto dicendo chiaramente in quest'Aula che se qualcuno pensa di fare campi da golf sul mare, non ci troverà d'accordo; questo provvedimento non può diventare la giustificazione a che ci sia un'aggressione del territorio, a che si possa predisporre in modo indiscriminato l'aggressione e l'appesantimento delle nostre coste. Ragioniamo tutti serenamente, lo vogliamo fare nel migliore dei modi, con la massima semplicità, ma anche con la massima sincerità.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, vorrei capire se sia possibile prevedere che il Consiglio regionale discuta sull'ennesimo, pesante attacco, da parte del Governo, alle leggi regionali; e vorrei anche capire se il Consiglio regionale ritenga di dover andare a consegnare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri le "chiavi della Regione", perché possa essere insediato qualche prefetto, magari di origine lombarda, per legiferare in nome e per conto dei sardi.

Non si riesce a capire, infatti, come la vicenda delle entrate (non voglio parlare delle altre questioni perché voglio trovare l'unità di questo Consiglio), cioè la definizione dei parametri attraverso i quali si deve definire il gettito fiscale che compete alla Sardegna, possa essere posta in discussione dal Governo nazionale, e per quale motivo un fax, mandato alle ore 13 e 44 minuti dalla Direzione generale della Presidenza, quindi immagino appena ricevuto, all'Assessore del bilancio, richieda spiegazioni da fornire entro 6 ore, 8 ore, 10 ore; neppure una circoscrizione comunale è trattata così malamente dall'autorità pubblica!

Ogni legge che noi esitiamo, quindi la funzione legislativa (altro che rappresentante del Governo del vecchio sistema!), è sottoposta a un vilipendio continuo, così come lo stato di sovranità di questo popolo e di questa Assemblea. Io mi chiedo se questo Consiglio regionale debba parlare, prima o poi, di queste vicende; il Governo ci dica se possiamo ancora svolgere la funzione legislativa, oppure se intende aprire nell'isola un distaccamento di qualche ministero delle regioni, se intende portare una gamba di ministro qua dentro a governare gli interessi del popolo sardo; ce lo dica il governo!

E'inaccettabile, non c'è più un segmento di qualunque cosa che possa essere deciso da questo Consiglio, senza essere messo volgarmente in discussione: 6 ore, 8 ore! Invito perché domani ci riuniamo! Questo fax è stato inviato dalla direzione generale della Presidenza all'Assessore della programmazione alle 13 e 44 del 27, e il Consiglio dei Ministri si riunisce il 28. Che spiegazioni può dare? Neppure una circoscrizione comunale, Presidente, è trattata così. E' inaccettabile!

PRESIDENTE. Onorevole Uras, noi non siamo in possesso del fax.

URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Glielo do io.

PRESIDENTE. Grazie, però il problema che lei ha sollevato è molto rilevante, ovviamente, quindi la Presidenza si riserverà di fare gli opportuni approfondimenti.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, io capisco perfettamente che il Consiglio regionale, dinanzi agli interventi di alcuni colleghi sull'ordine dei lavori che sollevano questioni rilevanti, prosegua ordinariamente i suoi lavori, però vorrei segnalare alla Presidenza che l'evento in oggetto, e cioè una comunicazione via fax dello Stato alla Regione che pretende una risposta in sei ore, si iscrive in una sequenza di tradimenti dello Stato di cui il più rilevante, io vorrei che l'Aula lo sapesse, ha la seguente dimensione.

Lo Stato deve alla Regione sarda 4 miliardi di euro di residui attivi, cioè di entrate riconosciute come tali e non erogate. Nel frattempo lo Stato non trasferisce i fondi FAS, se li mangia, pretende di "mangiarsi" con decreto CIPE le risorse liberate - non dimentichiamo questo - blocca la spesa col Patto di stabilità. Allora, io le chieder se è possibile sospendere i lavori, convocare una Conferenza dei Capigruppo in modo che essi trovino la modalità per convocare il Consiglio al fine di assumere decisioni urgenti rispetto al comportamento dello Stato fino a pensare che, unilateralmente, la Regione sarda viola il Patto di stabilità coi comuni; e vediamo quindi se uno Stato, che si sta mangiando lo sviluppo della Sardegna impedendoci di spendere, che non ci dà le risorse e, addirittura, fa l'occhiuto peggio di Argo controllore delle leggi, continua in questo atteggiamento.

Io chiedo che si possa sospendere la riunione in corso, si riunisca la Conferenza dei Capigruppo e si studi una modalità di risposta istituzionale a tentativi di subordinazione che non si possono più accettare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, onorevole Maninchedda, è vero che stiamo parlando di un fax arrivato o stamattina o alle ore 14, non so con precisione, però nella discussione di ieri, relativa alla Tirrenia, abbiamo parlato di una vertenza Sardegna toccando proprio i punti che lei ha segnalato e che avevamo anche inserito nel nostro ordine del giorno. Però, per esigenze di sintesi e per rappresentare tutti, quella nota è stata eliminata, ma quei punti rimangono centrali nel rapporto tra uno Stato e una Regione, tra la Sardegna e il Governo Berlusconi.

Questi non sono problemi nati da un fax, sono problemi che nascono da un rapporto subalterno e servile.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO

(Segue BRUNO.) Pertanto io sono d'accordo con lei e, d'altra parte, avevo già posto, ai sensi dell'articolo 86 del Regolamento, la richiesta di sospensione di questa discussione. Credo che sia opportuno sospendere, e a maggior ragione è opportuno in questo momento, così come era opportuno prima dell'inizio dei nostri lavori relativi al sistema golfistico. Confermo, quindi, ribadisco e rafforzo la richiesta dell'onorevole Maninchedda.

PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 34, viene ripresa alle ore 17 e 35.)

PRESIDENTE. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 36, viene ripresa alle ore 18 e 02.)

PRESIDENTE. Comunico che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di proseguire e chiudere in serata la discussione generale sulla proposta di legge numero 83/A e di rimandare a domani mattina la votazione sul passaggio all'esame degli articoli e il dibattito sul problema posto dall'onorevole Uras. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì prossimo.

Continuazione della discussione generale della proposta di legge Meloni Francesco - Vargiu - Cossa - Dedoni - Fois - Mula: "Provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico" (83/A).

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione della proposta di legge numero 83/A.

E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Presidente, anch'io come l'onorevole Giacomo Sanna non pratico lo sport del golf e, per la verità, non ne sono neanche un estimatore; proprio per questo mio limite ho ritenuto utile leggere attentamente la relazione che accompagna la proposta di legge. E la lettura di quella relazione debbo dire che offre davvero spunti interessanti; offre degli spunti soprattutto per capire l'incidenza, al di là dell'aspetto sportivo-amatoriale che, questo sport potrebbe avere sull'economia della nostra isola.

Mi ha decisamente impressionato, lo dico in senso positivo, intanto il numero di persone che praticano questo sport, poi sapere che il giro di affari nella sola Europa è di circa 50 miliardi e, infine, che ogni nuovo campo da golf crea in media, compreso l'indotto, circa 100 posti di lavoro. A fronte di questi dati e avuto riguardo anche alle esperienze consolidate, soprattutto dei Paesi europei e di quelli che si affacciano sul Mediterraneo, mi chiedevo e mi chiedo quali sono le ragioni di una così marcata diffidenza, di una contrarietà così netta a questa proposta di legge da parte delle opposizioni.

Si è detto in modo del tutto strumentale, e consentitemi di sottolinearlo, che in questa fase la Sardegna affronta crisi e problemi ben maggiori, che quindi interessarci del golf suona quasi come una pratica immorale. Si è richiamato il disagio sociale, i problemi che attraversano i settori dell'industria, dell'agricoltura, e così via; sono problemi, però, che conosciamo e, come giustamente qualcuno ha già messo bene in evidenza, non si tratta assolutamente di mettere da parte queste vertenze, di accantonare questi problemi; anzi, ho visto prima l'Assessore dell'industria che, mi risulta, ormai dalla mattina fino a tarda notte faccia il pendant, tra Roma, Cagliari, e le aree di crisi per concertare con le parti sociali soluzioni. E questo fa anche l'Assessore dell'agricoltura, se è vero come è vero che il Presidente della Commissione agricoltura ha addirittura convocato per giovedì la Commissione per trattare dei problemi di quel comparto.

Quindi si vede chiaramente che i settori in difficoltà sono non certo oggetto di abbandono e men che meno, da parte della politica e da parte di questa maggioranza, di trascuratezza. E potrei continuare oltre. Dico questo, colleghi dell'opposizione, perché non ha senso accostare problematiche che poste così sembrerebbe quasi che noi oggi in un bel salotto ci stiamo dilettando a trattare di uno sport per pochi snobisti, per i ricchi, per persone facoltose; la realtà è davvero diversa, e soprattutto - badate lo dico senza alcuna retorica - è davvero difficile per me immaginare che l'Assessore del turismo, Luigi Crisponi, che conosco bene perché viene da un territorio come il mio, persona mite ma intelligente, pensi a un sistema, quale quello turistico, che lui come noi consideriamo la più importante industria della nostra isola, chiuso all'interno delle logiche, come io e lui amiamo dire, de su connottu, sarebbe riduttivo.

Io sono certo che se l'impostazione seguita fosse quella usuale dei tanti, precedenti assessori del turismo, Luigi Crisponi avrebbe già consegnato le chiavi; non si può pensare che il turismo in Sardegna sia esclusivamente legato alle vacanze estive, per due mesi da luglio ad agosto, alle sagre di Sant'Efisio, della Cavalcata di Sassari, o di Su Redentore, per citare le più importanti, oppure di quei percorsi che ci si è inventati nelle zone interne, soprattutto durante l'inverno e l'autunno, e che pur avendo un connotato di feste importanti, sono pur sempre feste appunto paesane.

Io penso che l'assessore Crisponi, così come i presentatori di questa proposta di legge, abbiano una visione del turismo che tiene conto di questa industria, della capacità dunque della nostra realtà di porsi come punto di attrazione, conoscendo bene i limiti e soprattutto le difficoltà presenti in una competizione, qual è quella che si è sviluppata e che continuerà a svilupparsi nel Mediterraneo. E, quando finiranno anche i conflitti presenti nel Nord Africa, dovremo attrezzarci ancora di più, perché diventeranno paesi di grande richiamo, ancor di più paesi come la Libia.

Che senso ha allora, colleghi, iniziare dalla coda e non dalla testa nel porci il problema: siamo nelle condizioni di accogliere o rifiutare un'ulteriore opportunità? Non la sola, perché nessuno ha detto, né l'Assessore del turismo e i proponenti lo pensano, che questa legge possa di per sé esaurire logiche di comparto, assolutamente; è una opportunità che sicuramente può rappresentare un grande volano per il turismo sardo, richiamando utenti da tutto il mondo e contribuendo ad alimentare l'occupazione anche nell'indotto, dal circuito artistico-culturale, all'artigianato, all'enogastronomia, e così via. Il tutto nell'ambito di una cornice che è il rispetto del territorio, il rispetto dell'ambiente, il rispetto del paesaggio, un patrimonio che rappresenta la nostra più grande risorsa.

Pertanto se, come riteniamo, si tratta di costruire anche in Sardegna, al pari di quelle realtà che si affacciano sul Mediterraneo, un segmento forte dell'offerta turistica legata al golf, per far sì che si possa vincere la concorrenza internazionale che è diventata fortissima, e che non esclude appunto un mercato, a proposito di PIL, portatore di nuove ingenti risorse, non possiamo rispetto a questa proposta assumere quell'atteggiamento di chiusura che abbiamo colto negli interventi dei rappresentanti dell'opposizione. Ci lamentiamo del fatto che nei periodi di bassa stagione le strutture ricettive chiudano, questa è un'opportunità per garantire continuità anche in quei periodi alle strutture ricettive, di servizi, commerciali, di vendita dei prodotti con il marchio sardo.

Colleghi, a me non piace rivangare situazioni sulle quali si è polemizzato anche nella scorsa legislatura, alcune le ha richiamate il collega Giacomo Sanna, non è su questo terreno (non stiamo qui a ricordare i passaggi in elicottero e quant'altro) che dobbiamo portare il confronto. Certamente è un'opportunità sulla quale l'opposizione può svolgere un ruolo costruttivo, può dare suggerimenti di modifica, e sbaglia chi dà una lettura anche sul piano politico dell'atteggiamento, che io veramente non ho colto, da parte dei Riformatori, come di un "prendete o lasciate", o di un ultimatum.

Io ho colto invece un appello, un appello sincero a valutare l'opportunità che questa proposta di legge effettivamente rappresenta, un appello serio che va colto; non c'è nessun prezzo da pagare ai Riformatori nella maggioranza, perché questo testo nasce come accordo nella maggioranza e della maggioranza, dove la maggioranza discute, dove la maggioranza propone al proprio interno anche le modifiche, le integrazioni, le migliorie che ritiene e cerca, come noi ci auguriamo, di "fare sintesi".

Riteniamo infatti che materie come questa possano fare parte di quel bagaglio che davvero, vista la chiusura dell'opposizione, rappresenta il differenziale fra questa maggioranza e questa opposizione; opposizione che, da questo punto di vista, mi è sembrato davvero sprechi l'occasione, al di là poi delle questioni di merito che si possono frapporre (non mi risulta però che né l'onorevole Franco Meloni, né il Gruppo dei Riformatori abbiano dietro chissà quali lobby, gruppi o potentati di speculatori), di migliorare le condizioni dell'offerta turistica sarda e di dare un ulteriore contributo alle politiche di sviluppo della nostra Isola. Per quanto detto, e per quanto ci riguarda, sosterremo con convinzione e con determinazione questa proposta di legge.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Sarà un intervento un po' insolito. Visto che anche nell'intervento che mi ha preceduto c'è stato il riferimento così insistente al PIL come indice di benessere, io vorrei capire e chiedo: indice di benessere per chi? L'indice di benessere è tale coerentemente con un certo livello di sviluppo che io, sinceramente a livello personale, voglio rimettere in discussione perché ho un'opinione diversa.

Il prodotto interno lordo non è mai stato indice di benessere dei popoli al punto che gli stessi estimatori, attualmente, non lo considerano più un parametro attendibile del benessere di un paese e del suo popolo, ma lo legano di più al concetto di produzione di merci; in questo caso, di conseguenza, parliamo anche di costruzioni, di abitazioni, di strutture urbanistiche, per cui l'incremento del PIL, a proposito della legge che stiamo discutendo, non sarebbe significativo per noi sardi.

Tutte le oscillazioni del PIL non ci riguardano proprio come popolo; il PIL non solo non è indice di benessere per le popolazioni ma la sua crescita non può essere illimitata perché esso risulta fortemente legato alle risorse naturali e le risorse naturali, come ben sappiamo, sono assolutamente limitate. Questo non vale solo per le fonti energetiche non rinnovabili ma anche per il territorio e l'ambiente che riguarda molto da vicino, quest'ultimo, questa proposta di legge in discussione. Il benessere sociale, a cui tutti noi politici aspiriamo per i sardi, è strettamente legato alla salute degli ecosistemi; quindi non possiamo parlare di benessere sociale e, nello stesso tempo, permettere il consumo del territorio a opera dell'edilizia o dell'avvelenamento ambientale prodotto anche dai pesticidi e dai fertilizzanti che, notoriamente, è stato detto anche stamattina, vengono usati in grandi quantitativi nei campi da golf.

Tutto ciò che è stato proposto in Sardegna come possibilità di sviluppo, in questi cinquant'anni, ha prodotto una sorta di distruzione territoriale, ambientale, culturale ed economica, per cui ci si è ritrovati enormemente impoveriti tra le macerie del post-sviluppo. Io, sinceramente, rimetterei fortemente in discussione il termine sviluppo; ci troviamo in una fase che va sicuramente oltre, ci ritroviamo in mezzo alle macerie prodotte dallo sviluppo. E' da qui che noi, come classe politica, dobbiamo ripartire per sostenere la nostra economia, recuperando le nostre economie tradizionali, bonificando e rinaturalizzando il nostro territorio, frenando infine la produzione di merci inutili, case comprese.

Dobbiamo pensare non più al PIL, ma a processi di ricrescita per migliorare la qualità della vita e quindi per creare benessere per le nostre collettività. La proposta di legge numero 83/A, tratta di provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico, e a me sembra una bella pensata. Questo sarebbe il frutto di una elaborazione di nuove strategie economiche per la Sardegna, ma io ho forti dubbi; in realtà mi sembra una legge un po' furba, non perché i colleghi Riformatori siano in malafede, però noi diamo una chiave di lettura diversa. Ci sembra, ripeto, una leggina furba, poco credibile e qualche maligno direbbe che si tratta di un escamotage dei costruttori per costruire dove altrimenti non sarebbe possibile. Certamente tutto questo in nome del PIL che deve lievitare ma, ripeto, lievitare per chi?

Qualche collega stamattina ci ha anche accusato di fare ostruzionismo, ma io rispondo che il problema è decisamente politico ed è legato alla nostra diversità di vedute, al modo diverso di guardare la Sardegna e il mondo e di interpretare i bisogni dei sardi e dell'ambiente. Tutto ciò ci porta inevitabilmente a scelte politiche che privilegiano innanzi tutto il benessere reale e quindi la qualità della vita delle nostre popolazioni.

Di fronte a questa proposta di legge abbiamo la preoccupazione che gli interessi che hanno ispirato il Piano casa, nonostante i fallimenti clamorosi che si sono registrati in questi due anni, non si rassegnino, ripresentandosi stavolta sotto le vesti poco convincenti di promozione del golf per incentivare il turismo. Questa potrebbe essere a mio avviso una nuova scorciatoia per la speculazione edilizia. Inoltre, trovo anche sconvolgente la previsione dei venti campi, veramente un'esagerazione; venti campi, oltre i quattro già esistenti, disseminati in tutta l'Isola in prossimità, dicono, dei siti di maggiore concentrazione alberghiera.

Così come è sconvolgente che i nostri terreni agricoli finiscano per essere destinati a monocolture come quella dei cardi, che è l'alibi per alimentare l'ecomostro della chimica verde, alla quale io sono decisamente contraria perché, oltre le apparenze, ci ritroveremo immensi inceneritori; quindi davvero una minaccia enorme per il futuro dei sardi perché attraverso la chimica verde passeranno nuovi modelli di sviluppo che, praticamente, saranno il colpo di grazia per tutti noi.

La follia peggiore però, a mio avviso, riguarda proprio il ruolo della Regione che, bontà sua, sarebbe deputata a snellire e ad agevolare le procedure di autorizzazione, a concedere cubature aggiuntive, sia per fini residenziali che per fini recettivi, a trasformare la cubatura concessa ai terreni agricoli in volumi residenziali alberghieri, a ragionare su come modificare eventualmente anche le leggi che li ostacolano e quindi metter mano, è questo il grande desiderio del centrodestra, al Piano paesaggistico regionale.

Quindi la costruzione di nuovi campi dovrà essere affidata rigorosamente a imprenditori privati mentre la Regione dovrà favorire, anche mediante l'intervento della SFIRS, il progetto a fondo perduto eccetera, eccetera. Tutto questo avviene in un momento drammatico per ampie fasce della popolazione sarda, mentre i nostri pastori, i nostri agricoltori, gli artigiani e i piccoli commercianti sono di fatto sotto embargo, piegati dai debiti e massacrati dallo Stato attraverso Equitalia e l'indebitamento bancario.

Però la Regione purtroppo non riesce a trovare soluzioni per queste categorie e per questi settori per cui pastori, agricoltori e chi più ne ha più ne metta, piccole e medie imprese, non hanno abbandonato le piazze e le strade, dove da un anno a questa parte manifestano il loro malessere anche con disprezzo per una classe politica incapace e inadeguata. Così purtroppo ci vedono! Trovo che la proposta dei colleghi Riformatori sia improponibile e basterebbe anche dare uno sguardo alla storia che riguarda i campi da golf in Sardegna per aver chiaro che la legge numero 83/A è un film che i sardi hanno già visto. E' un film pesante e ricco anche di vicende giudiziarie.

Anche la tanto decantata "operazione Spagna", che secondo il neonato Consorzio golf Sardegna sarebbe rigorosamente da copiare, io direi che sarebbe più che altro da non dimenticare per non ripetere quegli errori, anche perché sulla speculazione edilizia spagnola - è sotto gli occhi di tutti - poggia la grande crisi economica di quel Paese.

Insospettisce che questo progetto di legge proprio per la Sardegna non abbia contemplato neppure l'aspetto idrico: la nostra è una regione assetata, noi viviamo stagioni di grandissima siccità e i campi da golf - anche questo è risaputo - necessitano giornalmente di grandi quantitativi d'acqua. Di conseguenza c'è il problema di come approvvigionarsi nel periodo di siccità, considerata anche l'esistenza della legge numero 36 del '94 secondo cui, in caso di scarsa risorsa idrica, cosa ripeto non straordinaria in Sardegna, l'acqua deve essere assicurata, dopo il consumo umano, ai settori agricoli. Non so, pertanto, come faranno tutti questi campi da golf. Ovviamente per tante ragioni qui sorge un dubbio: in nome di quale sviluppo e per il benessere di chi si vuole ancora aggredire il nostro territorio e le nostre risorse finanziarie?

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, spero che ci sia la possibilità anche nel corso di questo pomeriggio di provare a fare qualche ragionamento di merito su questa proposta di legge. Io non riprenderò i temi sollevati da autorevoli colleghi: l'opportunità o meno di discutere questa proposta di legge a fronte di altre emergenze, importantissime e di cui oggi abbiamo avuto notizia, riguardanti la vertenza entrate che, forse, dovrebbero prioritariamente attrarre la nostra attenzione, ma provo comunque a dedicare il tempo a questa proposta di legge perché oggi di questa proposta dobbiamo parlare.

Credo quindi che sia importante fare uno sforzo per essere costruttivi su questa norma che il Capogruppo dei Riformatori, Vargiu, ha definito una vera e propria "norma manifesto"; cioè una norma inserita nel programma elettorale della maggioranza, quindi una delle forme e degli strumenti attraverso i quali la maggioranza intende dare un contributo alla creazione di valore aggiunto per la Sardegna. Questa norma pertanto merita un approfondimento che io cercherò di spiegare essere scevro da posizione ideologiche.

Sarebbe molto facile ripetere degli slogan, che abbiamo già richiamato in alcune circostanze, perché la vostra maggioranza indubbiamente ha un modello privilegiato: creare sviluppo attraverso il mattone; e, certamente, questa è una norma che ha pochissimo a che fare con la pratica sportiva, ma utilizza lo strumento delle deroghe agli strumenti urbanistici per attrarre investimenti, anche se lo fa in nome del golf.

Io proverò a dire che cosa non mi convince, e proverò a dirlo nell'ottica di poter modificare e migliorare questa proposta di legge, e possibilmente per consentirle di raggiungere in maniera concreta gli obiettivi che si pone.

Allora, onorevole Meloni, la prima cosa che non mi convince - se lei ha la bontà di ascoltarmi - è che a mio avviso un progetto, anche quando è ambizioso, deve procedere per fasi. Io non credo che sia realistico ipotizzare che la nostra regione passi da 4 campi a 18 buche a 25-30 campi nel giro di pochi anni; ci sono regioni d'Italia, come il Lazio, che hanno 8000 iscritti alla Federazione italiana golf e soltanto 17 impianti, mentre la Sardegna ha poco più di 500 iscritti. Se poi vediamo la struttura dei ricavi dei club golfisti, verifichiamo che le quote degli iscritti ai club costituiscono ancora oggi, nella media di queste strutture, circa il 50 per cento dei ricavi.

Sarebbe stato più utile, allora, pensare a un completamento dell'offerta golfistica, puntare a quattro, cinque campi importanti da realizzare veramente in tempi brevi, evitando di lanciare messaggi e prospettare ipotesi che alla fine rischiano, perché inapplicabili, di dare l'idea di un progetto non effettivamente realistico. E non è realistico non soltanto perché non si costruisce un modello di ospitalità nel giro di pochi anni quintuplicando gli impianti, ma non è realistico perché ancora oggi, in Italia, onorevole Meloni, gli arrivi turistici legati alla "vacanza golf" sono circa un milione e 800 mila e, anche ammesso che queste persone dedichino qualche giorno del loro tempo al golf, immaginare che in poco tempo la Sardegna (lei ha parlato di 700 mila presenze) arrivi a catturare una quota del mercato golfistico italiano nel suo insieme (parliamo di 315 impianti, di cui 105 a vocazione turistica) del 20, 25, 30 per cento (io immagino un 5-6 milioni di presenze in Italia per il turismo golfistico) credo sia un'impresa che può essere raggiunta…

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Non ho mai sostenuto questo.

PORCU (P.D.). Nella sua relazione si parla di 700-800 mila presenze, se la rilegga.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Io mi sono riferito ai 25 milioni totali, in tutto il mondo.

PORCU (P.D.). Questi sono gli obiettivi che lei si pone, su cui fa i calcoli, benissimo, ma io faccio parte di una "destinazione Italia" e mi devo chiedere perché degli impianti in Italia di grande valenza ambientale, che sono oltre cento, fanno meno bene di me, di quello che potrò fare io. Cioè io posso anche immaginare di essere più bravo degli altri, ma nella media suggerisco di fare i conti immaginando di essere bravo come gli altri, perché se immagino di essere molto più bravo degli altri non ho la controprova, a volte è molto difficile anche essere bravo come gli altri.

Se noi pensiamo a un modello di ospitalità - lo dico, ripeto, per ragionare in maniera costruttiva e soprattutto sul merito - se io immagino nel campo turistico di essere più bravo del Trentino, che crea un valore aggiunto nel turismo pari al 15 per cento, il doppio di quello che creo io, magari è un obiettivo che posso anche raggiungere ma, oggi come oggi, mi scontro con un'evidenza contraria. Immaginare di essere bravi almeno quanto altre 105 strutture italiane in campo golfistico ritengo sia già una bella impresa. Sono obiettivi che si possono raggiungere nel tempo non certamente in pochi anni.

Mi chiedo allora se nel corso delle modifiche apportate a questa proposta di legge non abbiamo fatto qualche errore, non ne abbiamo forse tradito lo spirito; vede (io so che non è responsabilità dell'onorevole Meloni che probabilmente ha dato in buona fede anche disponibilità a ragionamenti avvenuti in Commissione) alcuni ragionamenti che sono stati portati stamattina sono, a mio avviso, ragionamenti importanti; è indubbio che il vero problema della Sardegna, lei lo ricorda nella sua relazione ma poi non lo affronta nel merito della legge, è quello di avere un patrimonio di seconde case (circa 200 mila), di strutture ricettive inutilizzate per gran parte dell'anno, è quello di avere tassi di occupazione alberghiera - e qui mi insegna l'assessore Crisponi che fa eccezione con la struttura prestigiosissima che dirige - del 25 per cento.

Lo spirito iniziale della proposta di legge, che era quello di mettere a regime le cubature già esistenti, strutture alberghiere e seconde case, finanziando direttamente i campi, era alla fine un progetto più convincente perché partiva dal presupposto che, ampliando l'offerta dei servizi turistici, si potevano ottimizzare le volumetrie esistenti mettendo al loro servizio - io immagino il bacino del sud Sardegna, il bacino del nord Sardegna, il bacino del centro Sardegna, cioè realtà che hanno capacità ricettiva sottoutilizzata, pensiamo alla Gallura, per gran parte dell'anno - una infrastruttura golfistica.

Purtroppo la proposta di legge perde lungo strada questa finalità e, alla fine, per non sovvenzionare il campo, che comunque sovvenziono, si è messo in essere un rimedio peggiore del male; onorevole Matteo Sanna, stia attento, perché quando io cambio la destinazione d'uso di un terreno agricolo, triplico le volumetrie ammissibili e alla fine sto facendo questa operazione: sto dando valore al metro cubo, a quel metro quadro di terra. Sto mettendo a correre almeno 100 euro al metro cubo, nella peggiore delle ipotesi sto mettendo a correre per ogni campo cinque, sei, dieci milioni di euro di valore ambientale che do in deroga, per consentire di ammortizzare, almeno parzialmente, l'investimento per un campo da golf che sappiamo essere di svariati milioni di euro. Ma così costringo chi vuole fare il campo non ad avvalersi delle strutture esistenti ma a dover vendere cubature per pagarsi e ammortizzarsi l'investimento, e qui cade l'asino.

Questa impostazione fa pensare, costringe l'investitore a dover guadagnare sulle volumetrie per lo meno i cinque, sei, sette milioni di euro di maggior costo che io gli sto caricando per doversi far carico anche di un capannone; è come se gli dicessi che per, come dire, derogare alle norme sull'agro, al Piano paesaggistico, sulle volumetrie esistenti gli faccio pagare una tassa su queste ottanta ville di 5 milioni di euro. Ma possibile che noi dobbiamo ancora ragionare in questi termini?

Potrei capire questo atteggiamento in alcune situazioni circoscritte; nel caso di un provvedimento di legge che si propone due obiettivi, magari come obiettivo principale quello di costruire quattro, cinque campi sovvenzionandoli (come era nello spirito della legge iniziale), mettendo a correre per ogni campo io dico anche più del 20 per cento di investimento, anche due o tre milioni di euro a campo coprendo il 40, il 50 per cento dell'investimento. Ma senza far pagare quel valore in termini ambientali, in termini di nuove volumetrie, bensì ottimizzando l'esistente, creando magari anche infrastrutture di collegamento, consentendo cubature per la club house, i servizi connessi, anche, arrivo a dire, per l'alberghiero. Ma certamente non prevedendo nuove cubature residenziali, perché quel costo che apparentemente non paghiamo, finiremmo per pagarlo in termini ambientali, dissipando una volta per tutte un valore che appartiene non a noi ma a chi verrà dopo di noi; non è un investimento di tipo sostenibile, non è un investimento che necessariamente ottimizza il sistema.

Allora, se dovessimo tornare sul fine della legge, dovremmo dividere e, o per esempio, recuperare quegli investimenti in comunicazione facendoli diventare di nuovo investimenti su quattro o cinque campi che ottimizzano il costruito nel Nord Sardegna, in Gallura, nel sassarese, nel cagliaritano, nel nuorese; si tratta di aiutare chi vuole investire in quei campi e magari, io non lo escludo, in alcuni casi circoscritti dove si creano delle situazioni territoriali particolari di consorzi di comuni, di progetti di valorizzazione dell'agro che sono compatibili con l'investimento golfistico anche, io non lo voglio escludere, ipotizzare che ci possa essere la leva delle cubature residenziali, ma non come unico elemento per il campo da golf.

Entrando nel merito, su questo vorrei che l'assessore Crisponi ci rispondesse e ci dicesse se ritiene, per esempio, che in alcune zone interne di pregio i campi da golf siano compatibili con un'offerta identitaria. Io chiedo all'assessore Crisponi se un campo da golf nella valle di Lanaittu tra il Doloverre di Surtana e la sorgente di Su Gologone porterebbe più o meno turisti, se un bel campo da golf nella valle di Oddoene all'ingresso di Gorroppu porterebbe più o meno turisti. Io penso che ne porterebbe di meno, che non creerebbe un valore ma un disvalore.

Quindi noi dobbiamo essere molto attenti e non possiamo accontentarci di quello che dice (e lo dice in maniera direi assai curiosa) la proposta di legge, attenzione, all'articolo 5 comma 3. E mi perdoni, onorevole Meloni, non voglio fare della facile ironia, ma voglio suggerire di eliminare anche in questo testo di legge alcune considerazioni che, paradossalmente, nel momento in cui vengono inserite, destano un sospetto non una rassicurazione.

Infatti, scrivere in legge che è vietata la costruzione di campi da golf in luoghi in cui sia dimostrabile un rischio per il mantenimento della biodiversità, non mi rassicura, anzi mi preoccupa perché le leggi che impediscono questa fattispecie esistono già. Non vorrei, pertanto, che qualcuno pensasse che questa legge rappresenti un lasciapassare dove scrivo le eccezioni e questo divieto, che non si sa bene chi lo esercita, diventa quindi un divieto che dovrebbe rassicurarci da qualcosa.

Però, ancora nel merito, io credo che dovremmo dividere gli interventi in due tipologie; una tipologia di intervento per le strutture prossime ai centri urbani, fortemente urbanizzati, dove sono presenti strutture ricettive importanti, e in questo caso sostanzialmente sovvenzioniamo i campi. Invece un'altra tipologia attiene alla creazione di un campo da golf in alcune zone interne che possono avere una vocazione golfistica. Penso per esempio alla Marmilla, ma non penserei mai e la mia domanda all'Assessore era evidentemente retorica, a fare un campo da golf a Lanaittu. Nell'eventualità che si decidesse di fare un campo da golf a Lanaittu l'Assessore si metterebbe alla testa del movimento contro questo campo da golf e sicuramente mi chiamerebbe e mi inviterebbe a battermi con lui contro lo sfregio al territorio.

Però ci sono aree della Sardegna su cui si può inserire un campo da golf; io conosco bene la Marmilla e credo che questa zona abbia una vocazione naturale per il golf, per cui si potrebbe pensare anche a un intervento tipo quelli previsti in legge senza andare a inventarsi, come si fa nelle norme che vorrebbero descrivere delle procedure semplificate di modifica del Piano paesaggistico, delle cose nuove perché non sono sostenibili.

Lei sa bene, onorevole Meloni, che modificare il Piano paesaggistico non è nella nostra disponibilità, non è la procedura accelerata che risolve il problema, perché il Piano paesaggistico è, come dire, un atto pattizio con lo Stato, è un atto in deroga al codice Urbani, non lo cambio perché voglio io in vista del nuovo campo da golf, lo cambio nel rapporto pattizio con lo Stato.

Quindi, se noi facessimo queste due cose: campi da golf, che sovvenzioniamo, in zone fortemente urbanizzate, e qualche campo da golf, uno o due come esempi pilota, in zone interne dove ci può essere una vocazione golfistica per la natura geomorfologica del territorio, per la presenza di ampie colture o di terreni inutilizzati, troveremmo un mix tra la ottimizzazione delle strutture esistenti, grazie a una loro maggiore utilizzazione, e qualche esempio pilota di zone dell'interno dove verificare e sperimentare se una vocazione golfistica può essere sostenibile e compatibile magari con degli accordi con gli enti locali, con consorzi degli enti locali che si uniscono per creare nel loro territorio questo tipo di infrastrutture.

Come vede, onorevole Meloni, sto cercando di entrare nel merito e ribadisco che non c'è da parte mia, da parte di molti di noi, una obiezione ideologica. Trovo alcune delle norme previste un po' curiose; è chiaro che la legge risente delle varie modifiche, si parla di agevolazioni quando le agevolazioni sono sparite, si parla di associazioni sportive quando i campi sono spariti come investimento in sé ed è chiaro che un'associazione sportiva non può farsi carico di 50.000 metri cubi di nuove cubature. Diciamo che c'è un po' di lavoro di coordinamento che in qualche modo andrebbe fatto.

Però io voglio soffermarmi rapidamente su alcuni rischi; se la proposta di legge dovesse rimanere così, la possibilità di derogare alle norme urbanistiche l'avremmo non nelle zone interne, dove potrei anche capirla, ma paradossalmente l'avremmo nelle zone costiere dove le seconde case ci sono già. E da questo punto di vista l'articolo 7 bis al comma 5, tentativo ingenuo che, ha spiegato l'onorevole Sanna, vorrebbe riesumare le cubature della zona F, non svela un segreto, svela quello che è normale.

Secondo voi, l'investitore che deve costruire 50.000 metri cubi e pagare una tassa di cinque e sei milioni di euro ovunque faccia i campi da golf, sia che li faccia nelle zone interne, sia che li faccia nelle zone costiere, cercherà di investire dove il metro cubo vale di più, perché è una zona costiera, una zona di pregio, una zona vicino alla città, o cercherà di investire nelle zone interne dove il metro cubo vale di meno, anche un quarto di meno? E' evidente che, per come è scritta la proposta di legge, anche se ci sono dei tentativi di premialità per il recupero di cubature esistenti, l'investitore cercherà di realizzare le strutture dove c'è già un valore urbanistico, dove c'è già un valore infrastrutturale. Immaginate quanto può costare infrastrutturare nuovi lotti.

A mio parere, se noi facessimo uno sforzo comune, tenendo conto di queste osservazioni, tenendo conto che nella proposta di legge manca completamente la presenza dell'Assessorato dello sport, che il ruolo dell'urbanistica è assolutamente sottovalutato, che forse è improprio il ruolo che abbiamo assegnato all'assessore Crisponi, per esempio in termini di sanzioni, ci sarebbe spazio per fare una buona legge, magari ridotta, ma una buona legge che sia applicabile, che sia realizzabile, che consenta veramente alla Sardegna di diversificare la propria offerta con un esperimento pilota che, se dovesse dare buoni frutti, potrebbe vederci anche tra poco, tra qualche anno, rivedere gli investimenti, e anche nel caso ampliarli. Proviamo a ragionare insieme, senza preconcetti, noi siamo disponibili a farlo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Devo dire che quest'ultimo intervento dell'onorevole Porcu ha riportato la discussione nel merito, ma non solo, ha ridato a questa proposta di legge il suo ruolo; cioè iniziare a portare all'attenzione di questo Consiglio regionale, quando parlo di questo Consiglio regionale non intendo di questa legislatura, ma di questo Consiglio regionale nel corso degli anni, il vero problema che ci troviamo ad affrontare: disegnare un nuovo modello di sviluppo.

Oggi ho sentito spesso parlare di future generazioni (solo perché in eredità gli si lascia qualche volume), io credo che alle future generazioni dovremmo dare una speranza e una possibilità di vivere e di progredire in questo territorio, ma questo potrà avvenire solo con un modello sostenibile, e la sostenibilità è certo quella ambientale, è certo quella paesaggistica, ma è anche quella economica, è anche quella sociale. Questa proposta di legge rientra tra i provvedimenti che incidono su una riforma complessiva del nostro modello che deve vedere il turismo, inevitabilmente, poi dirò perché inevitabilmente, al centro del modello di sviluppo in questione.

Certo, anche io avrei preferito che, prima di discutere la legge sul turismo golfistico, fossero arrivate le leggi di sistema, di riorganizzazione del modello, di riorganizzazione dell'ospitalità e di che cosa intendiamo per ospitalità in Sardegna, della ricettività e di che cosa intendiamo per ricettività, di quanta ce ne deve essere, di come deve funzionare; e, poi, tutte le altre varie norme come corollario.

Sul cicloturismo, ne ha accennato credo l'onorevole Soru stamattina, c'è una mia proposta di legge presentata ormai da due anni; sul turismo nautico c'è una proposta che, se dovessimo approvarla, saremmo i primi in Italia a dotarci di una normativa in un settore che ha, di gran lunga, la maggiore capacità di ridistribuzione di reddito, quello che lascia sul territorio interessato il maggior numero di risorse, enormemente di più del turismo golfistico, non c'è paragone, passiamo infatti dai 200 euro, al massimo, spesi dalle élite del turismo golfistico ai 1.850 euro, di media al giorno, di un turista imbarcato su un maxi o su un giga yacht.

Sono due settori non comparabili, e dovremo arrivare anche a quella riforma che non implica neppure cemento, implica solo riorganizzazione dell'offerta e ottimizzazione dell'utilizzo delle strutture portuali esistenti; dove si farà, mi auguro, questa trasformazione culturale i porti saranno non più parcheggi di barche gestiti dal servizio viabilità dell'Assessorato dei lavori pubblici, ma veri luoghi di accesso al territorio gestiti dall'Assessorato del turismo.

Allora, perché dico che è stato importante quest'ultimo intervento rispetto ai precedenti? Mi riferisco in maniera particolare agli interventi dell'onorevole Gian Valerio Sanna e dell'onorevole Soru; perché dagli interventi precedenti poteva percepirsi un'ostilità al turismo, un'ostilità al modello turistico, un'ostilità alla sua centralità nel nuovo modello di sviluppo, un'ostilità preconcetta, un'ostilità ideologica, un'ostilità anche di natura antropologica, per alcuni versi, almeno nell'intervento dell'onorevole Soru questo mi è sembrato di percepire, dove si pongono quasi in antitesi valori identitari con l'effetto del turismo, la conservazione rispetto a un modello sociale sostenibile, il rischio che il turismo possa comportare una sorta di attacco ai nostri valori, e non un'opportunità di confronto con altre culture.

Prendiamo atto che la Sardegna oggi non è un'isola turistica, non c'è un parametro che ci dica che noi abbiamo puntato, o pensiamo di puntare sul turismo. Abbiamo un PIL, al di là del fatto che l'onorevole Zuncheddu ritenga, e conosco bene i dibattiti in corso sull'argomento, che questo elemento possa essere significativo o meno, alla cui formazione il turismo contribuisce per una percentuale pari a circa l'8 per cento, in alcuni anni poco più dell'8 per cento.

Le presenze turistiche in Sardegna sono meno del 3 per cento rispetto alla media nazionale, meno del 3 per cento, meno della nostra popolazione; le presenze turistiche, in numero assoluto, raggiungono i 12 milioni e 400 mila negli anni migliori, 12 milioni e 300 mila, quest'anno io credo che accenderemo un cero se riusciremo a raggiungere gli 11 milioni e 500 mila, quindi con un calo di 800 mila presenze. Sono un'inezia, se pensate che sono comparabili a quelle di una cittadina come Ferrara, non parlo delle città d'arte, di Venezia, di Roma, di Firenze, ma di Ferrara, cittadina interessante per certi aspetti, ma sicuramente non uno dei poli attrattori del turismo in Italia.

Ferrara ha 6 milioni e 500 mila presenze distribuite nel corso di tutto l'anno, fa più della metà delle presenze dell'intera Regione sarda. Chiaramente io parlo di strutture ricettive alberghiere censite, alberghiere ed extra-alberghiere, e sto prendendo in considerazione parametri uguali per Ferrara e per la nostra isola. Quindi, perché altre regioni, altre realtà pianificano il modello di sviluppo e riescono a incidere? Perché hanno amministratori, governanti capaci di prefigurare scenari? La risposta è: perché si pongono il problema proprio per le generazioni future.

Dubai, quando ha iniziato a verificare che il meccanismo di estrazione a tappeto del petrolio avrebbe portato nel giro di quindici, vent'anni, all'estinzione della risorsa petrolifera, ha pianificato vent'anni prima la trasformazione e la conversione del modello estrattivo petrolifero in un modello turistico, e ha pianificato tutto; ha pianificato gli attrattori, ha pianificato il tipo di turismo a cui doveva andare incontro per riuscire a sostenere quel livello di reddito che la politica petrolifera aveva garantito.

Io sono stato consulente sulle politiche turistiche di alcuni importanti parlamenti europei e, in questa veste, mi è capitato di svolgere la mia relazione dopo quella del responsabile della pianificazione turistica, un inglese, di Dubai. Questo consulente, nella sua relazione, diceva che Dubai aveva 73 chilometri di coste, "aveva", utilizzava il tempo passato, perché? Perché attorno alle coste, agli anelli, come li chiamano loro, ai posti barca, dovevano costruire un modello che reggesse economicamente; allora sono nate le isole artificiali, e le isole le hanno fatte a forma di palma per garantire il maggior numero di attracchi possibili, oggi hanno uno sviluppo costiero di oltre 1000 kilometri, con le isole artificiali a forma di palme.

Sia chiaro che questo non è il mio modello, non lo è dal punto di vista ambientale, anche se devo dire che quando è stata introdotta la norma salvacoste ci ho ragionato insieme a un grande architetto, esattamente Ricardo Bofill. Bofill ha pianificato Barcellona, Tarragona, Boston, San Juan di Portorico, San José di Costa Rica, tante città sono state trasformate da Bofill, per cui a proposito di questa norma, che vietava l'edificazione nella fascia dei 3 chilometri dalla costa, mi sono rivolto immediatamente a lui e gli ho detto: "Ma a 3 chilometri all'interno"; pertanto le isole artificiali che possono creare e sostenere un modello di sviluppo, come le hanno costruite da altre parti, sono comunque fattibili, e lo erano.

Non ho avuto il tempo di perseguire quest'idea, ma non sono contrario alla trasformazione urbana in assoluto, purché ci sia un piano, purché si capisca che cosa vogliamo fare; e la trasformazione urbana, la trasformazione con finalità turistiche se ha un senso, se è fatta da grandi architetti, se ha una qualità architettonica importante diventa un attrattore. Bilbao, per citare un'altra città, che ha ragionato sul modello di sviluppo, che ha praticato e pianificato la conversione dal modello industriale a un modello turistico, si è affidata a Gehry, che ha progettato il Guggenhaim, un museo che è diventato uno dei principali attrattori del turismo culturale in Spagna.

Ecco allora i parametri da utilizzare; quasi tutti i sistemi insulari del mondo vivono di turismo: la Polinesia, le Maldive, le Seychelles e tante altre. Io ho utilizzato come parametro per comparare la differenza abissale, un sistema di isole che sta alla nostra stessa latitudine, perché se avessi fatto una comparazione con le Canarie, si sarebbe detto che non andava bene perché lì il clima è diverso tanto che si può fare il bagno ad aprile.

Ho provato a comparare per esempio le presenze, gli arrivi e le partenze nei tre principali aeroporti sardi, gli unici aeroporti internazionali, con i tre principali aeroporti delle Baleari, i tre unici aeroporti internazionali. Noi registriamo 5 milioni e mezzo di presenze, avendo 1 milione e 600 mila sardi che si muovono, le Baleari, con 900 mila residenti, registrano 29 milioni e 800 mila transiti tra partenze e arrivi. Questo è l'ordine di grandezza. Il Pil delle Baleari è generato al 67 per cento dal turismo, che indirettamente crea un effetto benefico, un circuito virtuoso, sull'agricoltura, sull'artigianato, sulla pesca, riattivando il meccanismo dell'economia di quelle aree, per il semplice fatto che crea l'esportazione di prodotti senza i costi di trasporto, perché esporta a persone che sono presenti sul territorio.

Potrei darvi altri dati, ma forse è superfluo farlo, vi dico soltanto che anche nella nautica, dove potremmo essere un'eccellenza, e in effetti lo siamo, questo bacino di navigazione è infatti la prima destinazione mondiale per maxi e giga, insieme al sud della Corsica, nel rapporto tra sviluppo costiero e porti turistici siamo al tredicesimo posto in Italia. Qualcuno potrà dire: "Va bene, siamo pur sempre al centro classifica"; no, perché cinque regioni italiane non hanno il mare! Quindi siamo terz'ultimi anche nel rapporto sviluppo costiero-porti turistici, che dovrebbe essere la nostra eccellenza assoluta.

Ho fatto questa premessa, un pochino lunga, mi rendo conto, per dire che se poniamo il turismo al centro della costruzione del nostro modello di sviluppo dobbiamo farlo credendoci realmente, senza dubbi di natura ideologica, antropologica o di altra natura Allora occorre formulare piani di investimento non quinquennali, ma almeno ventennali, dotarci delle infrastrutture, anche di quelle golfistiche, ma non solo, e pianificare qual è il target.

Perché ho detto di aver notato nell'intervento dell'onorevole Sanna una sorta di pregiudizio ideologico? E' chiaro il pregiudizio quando si dice che il golfista mediamente ha un reddito di 75.000 dollari; ma io dico: meno male! A me farebbe piacere se riuscissimo ad attrarre il minor numero possibile di turisti, che creano il minore impatto possibile dal punto di vista ambientale ed ecologico, ma che spendono il più possibile, perché questo credo debba essere lo sforzo di tutti, quello della ridistribuzione del reddito: far spendere chi ha di più per far lavorare chi non è nelle condizioni di lavorare.

Noi tutti, sia chi parte da posizioni di estrema sinistra, sia chi parte da posizioni di estrema destra, dobbiamo perseguire la ridistribuzione del reddito, dobbiamo far arrivare gente che spenda, non gente che tenga i soldi in banca e non crei occasioni di sviluppo o di lavoro. Magari avessimo persone che ogni giorno spendono 3 mila euro e fanno lavorare dai ristoranti agli alberghi, ai fiorai, a tutto il sistema, anche i gioiellieri e quant'altro.

Proprio in questi giorni ho letto, avendo approfondito le tematiche del golf, che le strutture alle quali oggi si concedono gli incrementi delle volumetrie, proprio perché i golfisti sono accompagnati da mogli, fidanzate, amanti, a piacere, sono le beauty farm e i centri commerciali; infatti, mentre qualcuno passa la giornata a colpire una pallina con la mazza, c'è qualcun altro che va a spendere, a far strisciare la carta di credito nelle gioiellerie, nelle beauty farm, nei beauty center. L'obiettivo è proprio quello di far spendere, di ridistribuire reddito, di arricchire chi ha risorse infrastrutturali o di altro genere e parte da posizioni sicuramente di svantaggio.

In Commissione, vorrei porre anche un dubbio, abbiamo iniziato a parlare di turismo, ma se non puntiamo sul turismo, su quale modello di sviluppo dovremmo puntare? Facciamo un discorso sugli elementi negativi. L'agricoltura è allo sfascio, ormai gli agricoltori sono sotto il Palazzo un giorno sì e un giorno no a chiedere risorse, a chiedere contributi, probabilmente ormai hanno più capacità nel fare la fila nella sede di ARGEA per le pratiche di sostegno, che non nello svolgere le attività agricole, perché di questo si tratta: è un'attività in crisi e le prospettive di sviluppo, di crescita, le possibilità che si invertano quelle dinamiche sono remote. L'industria, lo vediamo, presenta 30, 35 vertenze aperte. Non parliamo della presenza dello Stato, delle presenze militari, che tutti qui chiediamo che vengano limitate il più possibile.

A questo punto abbiamo due alternative: o chiediamo allo Stato di continuare a erogare pensioni di invalidità, prepensionamenti, cassa integrazioni, credo che dallo Stato italiano in Sardegna vengano distribuiti 7 miliardi, oppure pensiamo un modello di sviluppo sostenibile, e questo non può prescindere dal turismo. Per quanto riguarda gli interventi condivido molta parte di ciò che diceva l'onorevole Porcu a proposito della dislocazione dei campi; la critica più forte che avevamo rivolto al presidente Soru, all'allora presidente Soru, era sul divieto di costruire fino a tre chilometri dalla costa. Ma nei tre chilometri dalla costa ci sono città che lì sono nate, ci sono zone B, ci sono zone industriali ora abbandonate e che avrebbero necessità di essere riconvertite; e ci sono invece zone che magari stanno a 10 chilometri dalla costa, si citava la valle di Lanaittu che conosco, e altre valli che non conosco, che meritano una tutela integrale, non è la distanza dalla costa che fa la qualità dell'intervento o che dà il metro sulla qualità ambientale.

Stabiliamo invece il criterio per cui le nuove costruzioni siano il più vicino possibile ai centri urbani, e non si costruiscano nuovi paesi, nuove realtà urbane, magari costruendo vicino a piccoli paesi di 500 abitanti 100 mila metri cubi, che significano 1000 abitanti insediabili secondo i parametri dei 100 metri cubi a metro quadrato delle nostre norme.

Dobbiamo cercare di creare le condizioni perché si parli non di una "distanza a prescindere" dalla costa, ma di una "vicinanza" il più possibile alle zone peri-urbane delle nostre città, dei nostri centri storici. Così come credo che una scelta vada fatta sulla volumetria, che è un bene finito. Noi dobbiamo decidere quanto investire sul golf. Un milione, due milioni di metri cubi? Quanto investire sullo sviluppo delle città, quanto investire sul congressuale e la scelta va fatta sicuramente in maniera complessiva.

Chiaramente, a mio avviso, gli spunti che stanno emergendo dal dibattito possono consentire di arricchire questa proposta di legge, di migliorarla, di minimizzarne l'impatto ma non possiamo rinunciare a un'infrastruttura che potrà contribuire a realizzare quel nuovo modello di sviluppo verso il quale, volenti o nolenti, dobbiamo andare: il turismo come fulcro del nuovo modello di sviluppo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, lo dico all'assessore Crisponi che è l'unico componente della Giunta presente, a me pare si respiri in quest'Aula, una sorta di clima kafkiano. Si vivono con angoscia le notizie che arrivano da Roma e che io non so se leggere come una umiliazione dell'autonomia di quest'Assemblea elettiva. Perché mi pongo questo dubbio? Perché quando il Governo, a cui non guardiamo con simpatia per le ragioni di cui stiamo discutendo oggi e per le ragioni che stanno alla base di quell'angoscia che si respira in quest'Aula e probabilmente anche nell'anima, se così la si può definire, del Presidente della Regione, per la terza volta, interviene censurando disposizioni di quest'Aula, io non so se parlare di tracotanza e di arroganza oppure di leggerezza, nell'esercizio legislativo, anche da parte di questa Assemblea elettiva.

Vorrei soffermarmi un attimo su questo e richiamare anche l'attenzione dei colleghi in un'Aula, mi pare, del tutto distratta. Beati voi, sembra quasi che ci troviamo in una condizione di ordinaria amministrazione. A me non pare, però prendo atto dal passeggiare, dai capannelli, di un clima pre-estivo: è una situazione veramente paradossale. Io non so che cosa dovrebbe succedere perché si scuota la coscienza autonomistica di quest'Aula, ma prima ancora di questa coscienza anche la coscienza di chi ha il dovere di legiferare in maniera corretta per dare risposte alle tante attese della gente che rappresentiamo.

E' stato rivolto, anche stamane, da autorevoli rappresentanti della maggioranza, una sorta di invito a non perdere tempo. Mi chiedo, lo chiedo anche al Presidente del Consiglio, che cosa è stata la discussione che ci ha impegnato per giorni (discussione condotta talvolta non con il fioretto ma in punta di forchetta) sui temi del precariato e delle entrate. Noi abbiamo impegnato quest'Aula in giorni e giorni di discussione e poi per l'ennesima volta queste norme ci vengono cassate, bocciate.

Lo dico ai Capigruppo della maggioranza, a tutti, nessuno escluso, siamo davvero convinti di essere di fronte a una volontà vessatoria, esclusivamente nei confronti di questa Regione, oppure non siamo in presenza anche, ripeto, di qualche nostra leggerezza? Sono parole dettate dall'amarezza perché a me non fa assolutamente piacere la bocciatura delle norme sul precariato;al di là del dibattito e dell'articolazione che c'è stata in quest'Aula, anche all'interno dei due blocchi, maggioranza e opposizione, avrei preferito che quelle norme esitate dal Consiglio venissero approvate per una ragione semplicissima, perché c'è gente in carne e ossa che aspetta una soluzione. Io credo che dovremo fare una riflessione collettiva in quest'Aula, con la calma dovuta, con il tempo…

(Brusio in aula)

Presidente, mi appello a lei, anche se so che neanche lei può fare i miracoli …

PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, per cortesia, grazie.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Dicevo della riflessione collettiva, per cui è probabile che, insieme alla necessità di modificare la priorità dell'agenda politica (poi tornerò su questa parte), dovremo fare un bagno di umiltà, alcuni in quest'Aula dovrebbero fare un bagno di umiltà per capire che le soluzioni si trovano nel rispetto delle regole.

Per fortuna ci sono regole, regole che valgono per tutti e allora o le regole si rispettano oppure qualcuno, prima o poi, ce le farà rispettare; e dispiace davvero, in questo caso dovremmo sentirci in qualche maniera offesi nei confronti di noi stessi, lo dico anche all'onorevole Steri, all'onorevole Vargiu, all'onorevole Cossa, perché queste bocciature non fanno piacere. Io, molto umilmente, dico che speravo che l'esperienza di alcuni colleghi (di quelli che ne hanno certamente più del sottoscritto) si accompagnasse a una produzione di lavoro legislativo non esposta alle censure del Governo. Io credo che anche questi colleghi, che hanno agito, in buona fede, per carità, ma con un pizzico di supponenza, probabilmente debbano trarre insegnamento da questa ennesima lezione e quindi misurarsi concretamente con le difficoltà e con il rispetto delle regole.

Siccome vorrei che non perdessimo ancora tempo stamattina nel discutere della proposta di legge, primo firmatario l'onorevole Franco Meloni, mi pare che l'onorevole Gian Valerio Sanna, che certamente ha più del sottoscritto una competenza riconosciuta in quest'Aula, soprattutto in materia di legislazione sul governo del territorio, abbia avvertito tutti, l'ha fatto con forza e credo fosse necessario farlo con forza - in certi momenti è anche necessario dar tono per farsi ascoltare in un'Aula distratta su certi argomenti -di stare attenti perché anche questa proposta di legge si espone al rischio (questo termine è un eufemismo) di essere cassata perché viola le regole del Piano paesaggistico. Piano paesaggistico che recepisce norme e leggi nazionali che impongono e hanno imposto alle regioni di legiferare rispettando le norme di tutela.

Gian Valerio Sanna è intervenuto poco dopo le ore 13 e 30, capisco che abbia suscitato ilarità, però dopo le ore 13 e 30 è arrivata la mannaia della Direzione della Presidenza del Consiglio, poi confermata in sede politica, che quanto abbiamo fatto nei giorni scorsi è carta straccia. Allora se ne vuole tenere conto o no? E' un monito. Badate, chi dice queste cose lo fa nell'interesse di quest'Aula. A me non fa piacere, essendo uno degli ottanta consiglieri regionali, sentirci definire "una banda di scriteriati", quando ci dicono che non sappiamo fare il nostro lavoro. Io tante volte sto zitto, ascolto, non sempre si può intervenire, anche perché non sempre si ha un minimo di cose da dire, ogni tanto può essere utile anche ascoltare. All'avvertimento, alla segnalazione di un consigliere di opposizione, però, vivaddio, come si suol dire, è seguita una autorevole presa di posizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri; una Presidenza del Consiglio dei Ministri che non ha un rapporto ostile, a sentire voi, beati voi, con il Governo regionale. In definitiva c'è qualche cosa che non va! Io mi appello a lei, Assessore, per pregarla, se prenderà la parola stasera, di fare qualche commento anche su queste questioni.

Tra ieri e oggi poi mi hanno colpito una affermazione dell'onorevole Franco Meloni e un'altra dell'onorevole Matteo Sanna.

L'onorevole Meloni ieri, lo dico con grande rispetto perché credo di non poter essere scambiato per una persona che non ha rispetto dei colleghi, (introducendo la presentazione della proposta di legge ha lanciato una sorta di ultimatum alla maggioranza di cui fa parte. Per conto mio credo di comprenderne le ragioni, è una mia lettura personale per carità, ma mi pare che quel tipo di messaggio avesse, e mi pare che il dibattito lo stia confermando, l'obiettivo di condizionare la dialettica democratica all'interno di quest'Aula, poi ovviamente voi mi direte di no, e ci mancherebbe altro, però questo è avvenuto e sta avvenendo nei fatti.

L'onorevole Matteo Sanna, gli chiedo scusa se ho inteso in maniera non del tutto precisa, Presidente della Commissione, e anche qui ne capisco le ragioni sul piano politico e anche personale, perché la politica è anche un coinvolgimento personale di passione, di impegno, ha detto: "Questa è la prima proposta di legge importante in questa legislatura". Che cosa vuol dire?

SANNA MATTEO (P.d.L.). Ho detto "innovativa"!

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Hai detto "importante", però per carità non spacchiamo il capello in due, o in tre, ma la sua affermazione significa che in tre anni e mezzo non si è fatto nulla né di innovativo, né di importante: un fallimento totale. Per carità, le cose si dicono con eleganza e anche con il lessico, ovviamente, appropriato alla collocazione che politicamente ha ognuno di noi in questo determinato momento.

Veniamo alla proposta di legge. Io sono tra coloro che, per cultura personale, hanno sempre guardato con grande rispetto al lavoro, in particolare, svolto dagli altri; nonostante questo rispetto dovuto al lavoro fatto dagli estensori di questa proposta di legge e, poi, dai colleghi della Commissione competente che l'hanno esaminata a lungo, debbo rimarcare che questa proposta e arriva in Aula dopo ciò che è avvenuto in questi ultimi tre giorni: la discussione sulla privatizzazione della Tirrenia, gli ordini del giorno, l'interruzione chiesta dall'Assessore competente, un ordine del giorno unitario, la vertenza entrate mentre Cappellacci trattava, appunto, non ho capito bene se con Berlusconi, con Tremonti, non lo so; sin da ieri sappiamo di questi colloqui del Presidente della Regione con le massime cariche del Governo nazionale, lo stesso Presidente parla di "incontro interlocutorio". Poc'anzi si è svolta una Conferenza dei Capigruppo convocata dal Presidente del Consiglio in cui si è deciso di proseguire questa discussione ordinaria a fronte delle questioni sul tappeto.

Permettetemi di osservare che trovo (ecco da qui una delle ragioni del clima kafkiano) davvero singolare, per non dire altro, che dopo ciò che è avvenuto il Presidente della Regione, che è qui (l'ho visto passare alle spalle del Presidente del Consiglio) non senta la necessità di venire in quest'Aula e riferire, anche a caldo, su quanto è avvenuto relativamente all'ennesimo schiaffo, qualcuno direbbe cazzotto, dato dal Governo su un tema vitale per il presente e per il futuro: quello delle entrate.

Non stiamo parlando di una eventuale legge sul golf che potremmo promulgare fra qualche ora, fra qualche giorno; per carità, sarebbe grave se venisse cassata, ma non comprometterebbe i destini di questo popolo. Le entrate sì, e io davvero non capisco come non si senta il bisogno di una reazione immediata. Se io fossi Presidente del Consiglio dei Ministri, scusate questo paragone, o Tremonti, dopo aver dato uno schiaffo, l'ennesimo schiaffo al Presidente della Regione, e tramite lui a tutta la Sardegna, su un tema vitale come quello delle entrate, come leggerei la reazione del Consiglio regionale, la reazione del Presidente della Regione?

La leggerei come quella di un Presidente della Regione, probabilmente cattolico, che porge l'altra guancia. Ma quante guance ha questo Presidente della Regione? Perché già altre ne ha messo a disposizione per questi continui schiaffi. La leggerei come un elemento di forte debolezza che continua ad autorizzare il Governo a intervenire, così come sta facendo, vessando continuamente quest'Isola. Io non so che cosa ancora dobbiamo aspettarci dal Governo, vorrei chiederlo al Presidente della Regione, affinché venga in quest'Aula a riferire su quanto è avvenuto. Non è cosa di poco conto, riprendere una discussione ordinaria è come richiedere al Governo di continuare a prenderci a schiaffi, questo è. Assessore Crisponi, non c'è Cappellacci, la prego se deve prendere la parola ci dica qualcosa su questa questione.

Nel merito della proposta di legge. L'onorevole Campus, persona attenta e anche puntuale (così a me pare e mi scuso per questo giudizio), stamattina ha svolto alcune considerazioni, che in parte riprendo perché facilitano la mia riflessione. La prima riguardava il fatto che il testo esitato dalla Commissione non prevede contributi economici. Lo scambio passa attraverso la disponibilità che noi diamo in termini di territorio, questo è lo scambio! Quando si usa il territorio per svolgere una qualsiasi attività, anche di carattere ambientale, peggio ancora se industriale, è chiaro che si compromette il territorio e quindi, come dicevano alcuni colleghi, in particolare Moriconi, sarebbe servita innanzitutto un'analisi sulla sostenibilità.

Io, onorevole Franco Meloni, ho letto la proposta di legge, non mi pare ci sia un'analisi attenta, puntuale, esaustiva sulla sostenibilità di questo progetto. Questa analisi non mi pare affatto sufficiente. Poiché, mi dicono che il mio tempo è terminato chiudo, ma mi dispiace perché la conclusione non sembra essere organica, consequenziale e logica.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Io ritengo che chi vince le elezioni deve governare e, quindi, fare l'ostruzionismo non mi viene mai bene, non fa parte del mio modo di fare attività politica. Ecco perché penso che dovremmo entrare nel merito di questa proposta che, secondo me, già a monte, presenta forti carenze dal punto di vista dello studio di settore. Non rimarco nel testo grandi approfondimenti, non trovo quegli approfondimenti per cui la Sardegna è sempre ferma e tutto il mondo in movimento, per esempio, anche nel settore del golf (Nord Africa, Turchia), e vedo fortemente rosee anche alcune previsioni; ho fatto quattro conti e mi sembra di aver capito che si potrebbero occupare 750 camere al giorno per distretto.

Io penso che una legge che parla di golf ci stia anche bene, per cui io cerco di dare il mio umile contributo indicando anche altre fonti di criticità, ma in senso propositivo.

Mutamenti climatici, la Sardegna ne sta risentendo e penso sia una questione con la quale dovremo fare i conti, soprattutto perché stiamo pensando a un'attività su larghissima scala. Se infatti prendiamo un compasso e su una cartina della Sardegna tracciamo i raggi di cui parla la legge, alla fine forse lasceremo giusto qualche lembo di Sardegna scoperto da questa ipotesi di intervento.

Un altro aspetto che, secondo me, non è stato curato è il sistema dei trasporti; il golfista, dal poco che ho avuto modo di sapere, non ama il trasporto low cost, ama il trasporto diretto, non viaggia Ryanair, Costa Smeralda insegna e, non per nulla, Meridiana e Costa Smeralda sono un binomio.

Un altro aspetto che è stato toccato da chi mi ha preceduto è il consumo di acqua: fattore determinante, importante, rilevante; il campo da golf non è un sistema redditizio, è un sistema costosissimo, soprattutto in termini di manutenzione. Nella proposta di legge non vedo nessuna premialità fiscale, vedo soltanto premialità volumetrica; se avessimo compiuto un'analisi più approfondita e indicato un eventuale livello occupazionale, avremmo potuto pensare a una premialità (certo non avrebbe risolto questo problema) per esempio all'occupazione.

Un altro appunto lo muovo su un calcolo che è stato effettuato. Su ogni sito potrebbero realizzarsi un'ottantina di villette, facendo i conti della serva calcoliamo 10-20 milioni di costi di realizzazione, sui 5 milioni per i costi di realizzazione di un campo, e altri 5 milioni per quanto attiene i servizi connessi: ristorazione, strutture alberghiere; arriviamo a un budget di 20-30 milioni Su un intervento di questa portata la Regione vorrebbe dare una briciola all'imprenditore che si prende questo impegno? Quanto gli diamo? Un milione, due-milioni? Non ci vedo alcun nesso, lo cancellerei, è un supporto irrilevante!

Altro aspetto toccato dal consigliere Agus, se non sbaglio; noi in bacini in cui vorremmo realizzare queste strutture abbiamo già seconde, terze case, alberghi vuoti, perché non fare un censimento delle strutture ricettive esistenti e che di fatto sono vuote? Anziché partire da subito con incrementi volumetrici veramente elevati, perché prima non censire l'esistente?

Ora ribadisco (giusto per finire anche in un modo un po' scherzoso), che, non intendendo fare ostruzionismo, non presenterò l'emendamento che trovavo molto simpatico perché io pensavo che con 5-6 emendamenti avrei demolito sicuramente questa legge ma avrei potuto mantenere gli investimenti, avrei potuto mantenere le aree geografiche, avrei semplicemente trasformato i campi da golf in campi di orzo, avrei portato l'indice da 01 a 0,001, avrei pensato a un incremento del PIL molto più notevole, ma probabilmente qualche produzione di birra avrebbe fruttato qualcosa di meglio!

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, prometto che interverrò solo per due minuti, non di più, ma vorrei puntualizzare alcune cose. In primo luogo smentisco di avere lanciato e un ultimatum alla maggioranza, al P.d.L., ai Sardisti, all'U.D.C. e chi per loro.

Io non ho inteso lanciare nessun ultimatum, mi sono reso conto che persino il collega Campus ne ha parlato, ma sarebbe, e mi dispiace di non essere stato chiaro, un'interpretazione sbagliata delle mie parole: nessun ultimatum ai nostri alleati; ho semplicemente rivolto un appello per cercare di ritrovare le ragioni dello stare insieme, ho rivolto un appello alla collaborazione al fine di guardare in faccia ai problemi della Sardegna invece che ai nostri malumori. Questo era il senso. E' un appello amichevole, collega Salis, con molti dei colleghi siamo pure amici.

L'altro punto che volevo affrontare è quello dei suggerimenti che sono venuti da numerosi interventi dei colleghi dell'opposizione. Siamo apertissimi, mi riferisco in particolare al collega Porcu ( mi dispiace che non ci sia), mi riferisco al collega Moriconi, mi riferisco al collega Cugusi, siamo apertissimi a qualunque suggerimento; se volete presentare degli emendamenti che possono cambiare le cose o modificarle, siamo aperti e disponibili a discuterli, l'importante che non si snaturi il senso della proposta di legge. L'importante è che non snaturi e non si metta in pericolo il traguardo a cui vorremmo arrivare con questa proposta di legge.

Terzo punto (è un fatto più personale), mi rivolgo al collega Gian Valerio Sanna, ho sentito parlare da lei e lo dico con un po' di dispiacere di cartelli, di interessi o roba del genere. Lei ha usato la frase "cartello che ha commissionato la legge". Io ormai, purtroppo data la mia età, sono vent'anni che lavoro nella pubblica amministrazione e nessuno mi ha mai commissionato nulla! Ho sempre fatto quello che mi sembrava giusto sostenendo le mie opinioni a fronte alta, anche quando ero in minoranza. Lei lo sa bene dato che la Giunta di cui faceva parte mi ha costretto a lasciare il mio lavoro, perché sostenevo le mie opinioni; per carità, tutto legittimo però questo è quello che è successo.

Quindi, io le sarei molto grato se la prossima volta che lei si riferisce a me, o anche solo in parte a me come in questo caso, volesse evitare un certo tipo di allusioni che sono spiacevoli.

Vede, onorevole Sanna, la Giunta di cui lei faceva parte in articulo mortis, o forse c'era già stato l'exitus, però corpore praesenti (mi riferisco alla Giunta), ha firmato accordi di programma per milioni di metri cubi, molti dei quali sulle coste; se la memoria non m'inganna, ad esempio, c'è stato un intervento da 220 mila metri cubi su 16 ettari, a occhio e croce. Io le devo dire che non possiamo accettare lezioni di etica politica da nessuno, nessuno ha la cattedra, neppure io, quindi non ne voglio dare, e per questo non mi permetto di affermare che la vostra Giunta ha agito su commissione di chicchessia oppure per compiacere qualcuno: penso che abbiate fatto un errore, onorevole Sanna, non che siete stati disonesti o in malafede, assolutamente no. Sarebbe bello e civile, e io gliene sarei molto grato, se nel parlare di me, la prossima volta, lei usasse lo stesso metro di giudizio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Lotto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, anch'io cercherò di non utilizzare, così come ho promesso a diversi colleghi, tutto il tempo a mia disposizione, però alcune considerazioni, dopo questo lungo dibattito che, anche per il ruolo che mi è toccato, ho cercato di seguire con la massima attenzione, voglio farle.

Dalla discussione svolta è emersa e resta aperta la domanda se questa è una legge sul turismo, è una legge sullo sport del golf oppure è una legge sull'urbanistica. Personalmente, ma capisco anche che non tutti abbiamo questa stessa percezione, anche tra di noi, dico subito che io credo che il golf può offrire potenzialità di crescita al turismo , ma debbo anche aggiungere che le modifiche apportate a questa proposta di legge, che, l'hanno fatta diventare una proposta di legge della Commissione urbanistica (in particolare della maggioranza della Commissione urbanistica), non più dell'onorevole Meloni che l'ha vista completamente modificata dalla discussione in Commissione, a mio parere tarperanno le ali a quelle potenzialità; tutti i ragionamenti sulle volumetrie, che hanno attirato ovviamente l'attenzione dei più, rischiano di vanificare tutto, eppure è un argomento che non merita, perché lo ritengo importante, questo destino.

Da che cosa si è partiti? Dal pensare a un'agevolazione, sotto forma di contributi, concessa dalla Regione per costruire dei campi da golf, e mettendo a disposizione le volumetrie e gli indici agricoli; l'altro aspetto importantissimo, onorevole Meloni, presente nel testo originario della legge era l'obiettivo della semplificazione amministrativa, che io reputo assolutamente meritorio di attenzione. Che cosa è successo?

Su esplicita richiesta del mondo imprenditoriale - diciamo così, senza chiamare in causa nessuno personalmente - si è detto "non vogliamo affrontare una polemica sui contributi, togliamoli via e parliamo solo di incentivazione sui volumi da poter costruire"; però, preoccupati (come lo sono anche molti di voi), passando a parlare di volumi, si è ragionato sul come evitare disastri e quindi costruire percorsi molto più difficili: è scomparsa la semplificazione, è scomparso il contributo per i campi da golf, è rimasto solo l'incremento delle volumetrie; volumetrie che, badate, non sono sufficienti a soddisfare le esigenze di chi le ha richieste (se tutti abbiamo ascoltato anche le ultime osservazioni che sono state fatte, non qua dentro ma fuori, con i nostri rappresentanti, i nostri Capigruppo, si capisce che cosa stiamo dicendo).

C'è una grande contraddizione: si parla di elevati costi di realizzazione dei campi per giustificare la concessione di importanti volumetrie, ebbene, su questo io voglio dire qualcosa di più preciso. Realizzare un campo da golf oggi costa da 2 a un massimo di 4 milioni di euro; le linee guida della Federazione nazionale del golf non consentiranno mai la realizzazione di un campo da 4 milioni di euro, perché è un tipo di campo che prevede movimenti di terra che quelle linee guida reputano assolutamente non accettabili!

Signori, collega Campus, forse è stato un lapsus o un errore, ma quando io l'ho sentita parlare di 18 milioni di euro per realizzare un campo da golf, mi si sono drizzati capelli: realizzare un campo da golf significa realizzare un miglioramento fondiario con caratteristiche ben precise il cui costo, bastava chiedere a un tecnico qualsiasi che li progetta, è definibile.

CAMPUS (P.d.L.). Un milione a buca.

LOTTO (P.D.). Diciotto milioni? Non è così! Purtroppo noi l'ho evidenziato nella relazione di minoranza, non abbiamo fatto quello che ci eravamo proposti: chiamare dei tecnici che ci dessero parametri più precisi; abbiamo preferito ragionare invece in maniera superficiale, datemi atto di quanto sto dicendo, perché dalla riunione iniziale con il gruppo di imprenditori fino all'approvazione della legge in Commissione, le uniche interlocuzioni sono state quelle di carattere amministrativo con i nostri uffici.

Dire che un campo da golf può costare la media di 3 milioni, più altri 2 per una club house, dire che ne può costare 15-20 in totale, vuol dire che stiamo parlando di due pianeti diversi, che si sta spostando il discorso verso altri lidi. E allora io mi domando se è veramente utile svilire un ragionamento dignitosissimo.

Io ho apprezzato fin dalla sua presentazione la proposta dell'onorevole Meloni, mi sono anche cimentato in una discussione seria sull'argomento e continuerò a farlo, però abbiamo stravolto quella proposta: non stiamo parlando di campi da golf, non stiamo parlando di turismo golfistico, purtroppo è così, ne dovete dare atto, e io sono molto dispiaciuto di questo fatto perché dobbiamo sfruttare ogni occasione possibile per promuovere lo sviluppo economico della Sardegna; questo strumento andava in quella direzione e così doveva continuare a essere incanalato. Così non è e così non sarà.

Io credo che faremo delle proposte, riprenderemo anche i ragionamenti iniziali, per cui sfido la maggioranza a ragionare sul serio sulla promozione dello sport del golf, incentivando quindi il turismo ma combattendo la speculazione.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Presidente, sarebbe il caso di chiedere la verifica del numero legale, perché non si fanno vertici di maggioranza mentre è in corso una seduta del Consiglio regionale. Non si fanno questi vertici quando si propongono leggi che sono dichiarate prioritarie. Non si fa, è scorretto. Dov'è l'onorevole Meloni?

Ci si chiede di rimanere in Aula, qualcuno chiede di sospendere la riunione del Consiglio per parlare di argomenti veramente basilari per la Sardegna, l'ha chiesto l'onorevole Maninchedda, ma non lo vedo in Aula. Io credo che questo modo di procedere sia veramente scorretto anche perché, il Governo, oggi, impugna il collegato alla finanziaria non su questioni secondarie, poi arrivo al golf, ma sulla parte relativa al quadro delle entrate.

Spettava alla Regione sollevare il conflitto di attribuzioni sulle finanziarie dello Stato che non contengono un euro per la Sardegna, invece il paradosso è che il Governo impugna il collegato della Regione. E mentre il Presidente della Regione consulta i legali, e domani ci dirà che cosa gli hanno raccontato, noi siamo qui a parlare di golf, ma dopo giornate nelle quali veramente abbiamo preso, e continuiamo a prendere, schiaffi dal Governo.

Io non so chi abbia incontrato ieri il Presidente a Roma, se abbia incontrato veramente Tremonti e che cosa gli abbia raccontato, Tremonti, però, oggi gli scrive (caro amico ti scrivo), e gli scrive una lettera, la scrive il Governo, pesantissima nella quale gli chiede di fornire, in poche ore, chiarimenti su aspetti non secondari: sul nostro regime di autonomia, sulla nostra specialità, veramente sul motivo della nostra esistenza come Regione autonoma della Sardegna, perché stiamo parlando della nostra legge fondamentale, stiamo parlando del nostro Statuto e non solo di un accordo firmato, allora, tra Prodi e Soru.

A mio avviso abbiamo intrapreso, lo diremo domani, una strada sbagliatissima, assessore Crisponi, lo dico a lei quale rappresentante della Giunta, andando a traino di questo Governo. Abbiamo accondisceso alle norme di attuazione, alle Commissioni paritetiche e, poi, ci rendiamo conto che il Governo, proprio sulla base di questi aspetti, impugna la legge della Regione. Non eravamo abilitati a iscrivere nel bilancio quelle risorse; a considerare i gettiti tributari, così come li abbiamo considerati, sulla base degli indicatori disponibili, nelle nostre leggi finanziarie, nel nostro collegato.

E' un Governo che se ne infischia della Sardegna, l'abbiamo visto dalla manovra Tremonti, onorevole Maninchedda, un Governo che scippa i fondi FAS, che appesantisce il Patto di stabilità e, però, mi pare che siano passate poche ore dall'appello all'unità del presidente Cappellacci, dall'appello alla mobilitazione, magari la sta organizzando nella stanzetta con i suoi. Non so, assessore Crisponi, se lei abbia notizie in questo senso. Io vedo lo stato di questa maggioranza.

I Riformatori dicono di non aver dato nessun ultimatum, in un altro sistema si chiamerebbe voto di fiducia. Qualche giorno fa hanno lanciato un penultimatum dicendo che, se non si trova la coesione, poiché si stanno bocciando tutte le leggi col voto segreto, questa Giunta deve andare per la sua strada. Ora non lo chiamano ultimatum: è un voto di fiducia.

Se la maggioranza, quello che rimane, non trova un accordo, insomma se boccia questa legge dal loro punto di vista è finita la legislatura, è finito il rapporto perché, evidentemente, questa è la legge più importante, più importante del rapporto col Governo; un rapporto che, assessore Crisponi, è quello che vi ha qualificato a partire dalla campagna elettorale. Abbiamo votato, avete votato sul simbolo con scritto: Berlusconi Presidente. Quello stesso Berlusconi che oggi giustamente vi tratta, purtroppo tratta i sardi, tutti i sardi, in questo modo. Ma c'era da aspettarselo.

E oggi la Sardegna è in ginocchio, tutti i settori sono in ginocchio, non so se si è accorto, Assessore, che perfino Confartigianato, CNA oggi la attaccano per risorse scippate sulla legge numero 51. Non abbiamo i soldi per pagare il ticket, li stiamo cercando in giro, nelle pieghe del bilancio, non abbiamo i soldi per non far pagare il ticket ai sardi. Addirittura ci inventiamo un modo per far pagare ai comuni dalle povertà estreme, assessore Crisponi, non so se gliel'hanno riferito, la Regione sta invitando i comuni a far pagare quelle persone che sono sottoposte, diciamo, alle strette di Equitalia. Quindi una lotta tra poveri, alimentata però dalla Regione di cui lei è un esponente in Giunta.

Arriviamo al turismo e al golf; se dovessi sintetizzare in un titolo la posizione del centrosinistra, il titolo sarebbe: "sì al golf, no alla speculazione. Questa proposta di legge sul golf a me sembra, veramente, in questa stesura, e se non viene modificata strutturalmente, uno specchietto per le allodole.

Col Piano casa, parlando di una stanza in più si giustificava sostanzialmente lo stravolgimento del Piano paesaggistico;lo specchietto era una stanza in più per i sardi, poverini, ma l'obiettivo era quello di modificare, stravolgere il Piano paesaggistico regionale. Ora si dice il golf, chi non vuole campi da golf, porteranno il Pil non so a quali livelli!. In realtà, per come sono scritte le norme, e se non la modifichiamo, si vogliono fare residenze, soprattutto seconde case, e magari anche vicino al mare.

E questo in un momento in cui i dati sulla stagione estiva rivelano un disastro, assessore Crisponi, sotto tutti i punti di vista: meno 40, meno 30 per cento tra arrivi e presenze, meno 32 per cento di arrivi, meno 22 per cento le presenze degli stranieri. Insomma un trend negativo, negativissimo: lacrime e sangue per la nostra Isola. Me ne accorgo anche nella mia città: non ci sono turisti e siamo praticamente ad agosto. Ormai la stagione si è ridotta a dieci giorni all'anno, altro che destagionalizzazione, ne ha voglia lei di danzare con l'Isola! I turisti non arrivano; Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata ci hanno superato, ci sono altre mete, non la Sardegna, si tagliano le rotte aeree, la destagionalizzazione, perché no, con i low cost.

Le sarà stato comunicato, magari dal suo collega Assessore dei trasporti, il fatto che per esempio le rotte Ryanair su Alghero sono rimaste dieci, dieci rotte per la stagione non estiva, erano 27. Evidentemente alla legge numero 10 del 2010, approvata da questa Aula, non è stata data attuazione in quella parte, attraverso il collegato abbiamo dovuto (abbiamo inserito una leggina un po' strana) anticipare le risorse alle società di gestione.

Di fatto, però, nonostante gli accordi tra le società che gestiscono gli aeroporti e i vettori, non avviene la diversificazione di rotte di vettori nel sistema aeroportuale sardo, e i vettori vanno via della Sardegna; probabilmente nei contratti, che voi conoscete, abbiamo aumentato anche l'importo per numero di passeggeri che arrivano in Sardegna e per ciascun passeggero. Se non sbaglio è stato raddoppiato rispetto alla precedente gestione. Eppure le compagnie aeree vanno via.

Non c'è una politica dei trasporti e non c'è una politica del turismo, non c'è, non esiste. Io so che lei ha incontrato le associazioni, che le avranno comunicato il disagio che vivono, c'è una responsabilità devo dire anche degli operatori, ma credo che la Regione debba fare fino in fondo la propria parte. In questo Stato, in cui non c'è un Piano regionale dei trasporti, in cui non c'è di fatto un Piano di sviluppo turistico, il Piano regionale dei trasporti è rimasto quello della Giunta in cui era Assessore competente Sandro Broccia, ma non è mai arrivato in questo Consiglio regionale.

Quel Piano parlava, per esempio, di missioni specifiche per gli scali, parlava di una politica dei trasporti marittimi, oggi non c'è la continuità territoriale perché siamo in proroga, e le compagnie fanno quello che vogliono, tagliano voli, Alitalia l'ha fatto su Cagliari, su Alghero. Ce ne sono molti in meno rispetto a prima, e noi non possiamo dire niente perché abbiamo accettato la proroga, l'abbiamo accettata in maniera supina, anzi abbiamo chiesto di annullare i decreti del ministro Matteoli, quegli stessi decreti che avevamo congegnato noi nelle Conferenze dei servizi presiedute e indette dal Presidente della Regione.

Poi, è rimasta la propaganda, la flotta sarda, un po' di spot, poco altro, la Sardegna che danza, le scintille di fede, ma non ci sono risultati, Assessore. Noi abbiamo provato a riprendere la materia, ma non conosciamo i dati. Per esempio, i sistemi turistici locali, quelli previsti dalla "135" del 2001, all'articolo 5, che abbiamo riconosciuto e finanziato, stanno operando? Con quali risultati riescono a garantire un'offerta omogenea dei servizi turistici? Nei loro piani, per esempio, gli otto sistemi turistici della Sardegna hanno previsto campi da golf? E' questa la loro richiesta più importante nel loro piano di offerta turistica, o stanno pensando ad altro? E c'è una regia complessiva dei sistemi turistici locali?

Quando abbiamo cercato di fare una riforma, quindi anche di abolire le aziende autonome di soggiorno e turismo, l'abbiamo fatta, io ricordo che le aziende erano otto, più l'ESIT, nove. Ognuna aveva un commissario, un CdA, almeno tre revisori dei conti, insomma una mole di persone che lavoravano e che magari duplicavano anche i servizi, la pianificazione turistica. Abbiamo cercato di dare le competenze degli EPT alle province, quelle delle aziende ai comuni, ma è chiaro che occorre una regia complessiva, è chiaro che anche i comuni devono essere messi in grado di operare sulla base di una pianificazione.

Sardegna Promozione: o la si riempie di contenuti o è meglio lasciar perdere, fare altro; o gli si dà un ruolo, o la si fa diventare il luogo dove il marchio della Sardegna nel mondo viene promosso, oppure è meglio fare altro. Che idea abbiamo del turismo? E' veramente il golf l'unico modello, oppure è un tassello di un sistema? Se è un tassello noi siamo d'accordo. Ma c'è un'idea di Sardegna, il golf è all'interno di un progetto complessivo o è semplicemente un'idea che è venuta a qualcuno, e che magari piace?

Faccio alcuni esempi per dimostrare che non credete alle cose che state facendo. Noi, nella scorsa legislatura, abbiamo cercato di far passare l'idea che, anche in località vicino al mare, si possono portare avanti dei progetti pilota di riuso turistico; è il caso di alcune borgate come San Giovani di Sinis e Fertilia. Nelle due finanziarie precedenti voi non solo non avete messo risorse, ma avete cancellato quelle previste nelle finanziarie della Giunta Soru, le avete proprio cancellate; poi, dopo le sollecitazioni di questo Consiglio regionale, dei sindaci (cito quelli di Cabras e di Alghero), nell'ultimo collegato avete ripristinato quelle risorse, ma non avete mandato avanti progetti.

L'idea di un turismo diversificato, dei diversi turismi, il turismo congressuale (non c'è l'assessore Rassu), sul quale faccio un esempio: il palazzo dei congressi di Alghero è costato circa 20 milioni di euro negli anni, è ancora chiuso. Noi abbiamo lasciato la Regione con una bozza di convenzione da firmare tra il Comune di Alghero a guida centrodestra e la Regione sarda a guida centrodestra. Quella firma, a distanza di due anni e mezzo, non è ancora stata posta, non avete fatto un bando internazionale per la gestione. Il palazzo fa bella mostra di sé, è lì. Il turismo enogastronomico, il turismo culturale, il turismo religioso, al di là di quello che già c'era e che avete finanziato con una legge del '55, mi pare che non ci sia molto altro.

Noi vi diciamo: "Sì al golf, no alla speculazione", vi diciamo che questa legge è una legge oscena, che va modificata strutturalmente, che il centrosinistra si oppone a questa legge che, in realtà, crea residenze e non vede un progetto di una Sardegna diversa, alternativa, se non nelle parole, se non negli slogan, che forse vede nel golf un modo per omologarsi, perché così fan tutti, ma non c'è la diversità che è data dalle nostre peculiarità, dal nostro ambiente, che anzi si sacrifica, dal nostro saper fare. E' un modo per omologarci che non ci porterà lontano.

Noi non faremo una politica ostruzionistica su questa proposta di legge, faremo opposizione, questo sì, cercheremo di presentare degli emendamenti che vi portino a riflettere, discuteremo nel merito dell'articolato. La verità però è che stiamo consumando il territorio, e ci chiediamo se ne vale la pena in questa misura, ci chiediamo se è possibile fare una buona legge, oppure se dobbiamo rassegnarci a questa incompiuta, se dobbiamo considerarla come una delle priorità di questo Consiglio regionale e di questa Giunta regionale, oppure se semplicemente dobbiamo far passare il tempo perché questo è il modo che vi consente di mettervi insieme e di superare qualche problema politico.

I problemi politici sono fuori da quest'Aula, e sono problemi seri, che riguardano una povertà crescente e ipotesi di sviluppo che finora non abbiamo visto portare all'attenzione di quest'Aula. Noi vi chiediamo di cambiare registro, anzi, come ho detto anche stasera al presidente Cappellacci, non si minacciano né i ricorsi né la consegna delle chiavi al Governo, le chiavi sii danno, e si danno soprattutto nel momento in cui questa identificazione, che è avvenuta in campagna elettorale, ora sembra sbriciolarsi, perché probabilmente il presidente Cappellacci è rimasto solo.

Siccome da soli non si governa, io credo che, o si hanno ragioni forti per poter governare la Sardegna, ricominciando da capo, con un programma regionale di sviluppo serio, non quello che ci avete presentato, con un'idea che faccia proseguire la legislatura dando qualche speranza ai sardi, oppure è meglio abbandonare. Non sarà questa legge a risollevare le sorti della Sardegna.

Ne approfitto, Presidente, in conclusione del mio intervento, per chiedere la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno, mi ha spiazzata, io dovevo ringraziarla per aver rinunciato a chiedere la verifica del numero legale, e volevo nel contempo darle ragione sulle motivazioni portate all'attenzione dell'Aula, invece mi preclude questa possibilità.

Faccio presente che manca soltanto l'intervento della Giunta. Chiedo che un altro Capogruppo appoggi la sua richiesta.

(Appoggia la richiesta il consigliere Salis.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Bruno, Cherchi, Ladu, Locci, Piras, Salis, Solinas Antonio, Stochino e Zuncheddu sono presenti.

Risultato della verifica

PRESIDENTE. Comunico che sono presenti 31 consiglieri.

Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bruno - Campus - Cappai - Cherchi - Contu Felice - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Maninchedda - Meloni Francesco - Mula - Murgioni - Peru - Petrini - Piras - Randazzo - Salis - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Antonio - Stochino - Tocco - Zedda - Zuncheddu.

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo i lavori. Il Consiglio è riconvocato domani, venerdì 29 luglio, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 20 e 06.