CCXXIII SEDUTA
Venerdì 8 luglio 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 10.
MARIANI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del giovedì 23 giugno 2011 (216), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Salvatore Amadu, Gianfranco Bardanzellu, Roberto Capelli, Antonio Cappai, Pietro Cocco, Attilio Dedoni, Marco Espa, Rosanna Floris, Domenico Gallus, Silvestro Ladu, Giorgio Locci, Valerio Meloni, Franco Mula, Onorio Petrini, Pietro Pittalis, Efisio Planetta, Paolo Terzo Sanna, Carlo Sechi e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana dell'8 luglio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Assenza per motivi istituzionali
PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, che il Vicepresidente Michele Cossa è assente nella seduta antimeridiana dell'8 luglio 2011 per motivi istituzionali.
Considerate le numerose assenze in aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 02, viene ripresa alle ore 10 e 13.)
Commemorazione di ex consigliere regionale
PRESIDENTE. Colleghi, il Consiglio commemora oggi l'onorevole Neri Marraccini, politico di spicco della Democrazia Cristiana per oltre mezzo secolo.
Nato a Cagliari il 22 settembre 1928, laureato in giurisprudenza, dedicò tutta la vita alla politica: una politica intesa come servizio reso alla popolazione. L'onorevole Neri Marraccini ascoltava i problemi della gente e tentava in prima persona di risolverli.
In Consiglio regionale arrivò nel 1974, nella settima legislatura, dopo aver vissuto altre esperienze a livello comunale e in Parlamento. Fu eletto nella Circoscrizione di Cagliari nella lista della D.C.. Democristiano convinto fece parte del Gruppo consiliare della D.C. per tutta la legislatura. Durante gli anni passati in Consiglio regionale ricoprì incarichi di prestigio: fu Presidente della prima, della ottava e dell'undicesima Commissione. Fu anche componente della Giunta del Regolamento e delle Commissioni speciali, "Revisione dello Statuto" e "Trasporti", e di quella integrata "Bilancio regionale". Fece parte della settima commissione "Industria", fu vicepresidente della quinta "Lavori pubblici e sanità" e fu segretario della dodicesima "Riforma dello Stato".
Copiosi i provvedimenti legislativi che l'onorevole Marraccini, con la sua attività instancabile, contribuì a produrre. Tra i progetti di legge che portano la sua firma, ricordiamo quelli in materia di tutela della salute del cittadino, di salvaguardia ambientale e di trasporti. Durante gli anni trascorsi tra i banchi del Consiglio regionale, si batté sempre per far riconoscere i diritti delle fasce più deboli della popolazione, dei malati, dei bisognosi. Fu tra i promotori della proposta di legge numero 121 sull'"Organizzazione dei servizi di emodialisi domiciliare" e della proposta di legge numero 182 sull'"Istituzione del fondo per l'assistenza ed il servizio sociale e la regolamentazione dell'attività di programmazione e operativa del settore". Molteplici furono anche le interpellanze, le mozioni e le interrogazioni da lui sottoscritte.
E' indubbio che la sua esperienza di legislatore regionale fu influenzata dai tanti anni trascorsi nel Consiglio comunale di Cagliari sia come consigliere che come assessore. L'onorevole Neri Marraccini fu eletto per la prima volta nell'assemblea civica del capoluogo sardo nel 1961 e per nove anni fece parte delle giunte comunali che si susseguirono. Restò assessore comunale fino al 1970 ma dal 1968, forte della sua grande esperienza e dell'apprezzamento popolare, venne eletto nella Quinta legislatura alla Camera dei deputati sempre nelle liste della Democrazia Cristiana.
Esperto in materia di trasporti l'onorevole Marraccini fu presidente dell'A.C.T. e della Sogaer. Nonostante i numerosi incarichi, l'onorevole Neri Marraccini non dimenticò mai il Consiglio regionale, anzi diede per tanti anni il suo fattivo contributo all'Associazione tra gli ex consiglieri regionali della Sardegna ricoprendo la carica di tesoriere.
Ai familiari dell'onorevole Marraccini esprimo il cordoglio dell'intera Assemblea regionale e mio personale.
Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 16, viene ripresa alle ore 10 e 25.)
Inserimento nella programmazione bimestrale dei lavori ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto. Prima di passare all'esame del punto all'ordine del giorno, vorrei ricordare che ieri l'onorevole Gian Valerio Sanna nel corso della discussione ha chiesto all'Aula di poter inserire nella programmazione bimestrale dei lavori, in base all'articolo 100 del Regolamento, la proposta di legge numero 43. Il nostro Regolamento prevede che il Consiglio decida con votazione per alzata di mano, però sulla proposta possono intervenire la Giunta e un consigliere per Gruppo per non più di cinque minuti.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, noi non siamo d'accordo sulla richiesta, avanzata dall'onorevole Sanna, di inserire, nella programmazione bimestrale, una proposta di legge.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro chiede di intervenire, procediamo alla votazione per alzata di mano.
(Non è approvata)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 132 che prosegue con la votazione dei tre ordini del giorno presentati nel corso di una precedente seduta.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, dichiaro che, in ragione della presentazione di una mozione specifica in materia di servitù militari e attività di esercitazione sperimentazione militare nel territorio della Sardegna, noi ritiriamo l'ordine del giorno numero 2.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 1.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo la votazione nominale dell'ordine del giorno numero 1.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Ben Amara, Dessì, Piras e Zuncheddu hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Campus - Cocco Daniele - Contu Felice - Cuccu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Gallus - Lai - Lotto - Manca - Mariani - Moriconi - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Steri - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda Alessandra - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Mulas.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 38
votanti 36
astenuti 2
maggioranza 19
favorevoli 36
(Il Consiglio approva).
Metto in votazione l'ordine del giorno numero 3.
Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, con la presentazione di una mozione da parte dei ventisette consiglieri di centrosinistra (che ne chiedono naturalmente la discussione immediata, urgente, in Consiglio regionale), abbiamo voluto distinguere la mozione e l'ordine del giorno conseguente, che è stato appena approvato all'unanimità e che riguarda l'indennizzo per la popolazione residente a Perdasdefogu, Villaputzu, Quirra, che vive in una situazione veramente di emergenza, dal tema più generale riferito alle servitù militari.
Riteniamo che l'argomento specifico, nello stesso testo della mozione, nello stesso dispositivo, così come stamattina l'abbiamo presentato, vada a incidere in maniera importante sullo smantellamento graduale, ma convinto, delle servitù militari in Sardegna. Senza entrare nel merito dell'ordine del giorno del Partito Sardo d'Azione, la nostra proposta è quella di affrontare tra qualche giorno in Consiglio regionale il tema complessivo delle servitù militari ed esprimere, così come abbiamo espresso, un voto limitato alla materia oggetto della mozione che aveva come primo firmatario Franco Sabatini. Pertanto chiediamo al Partito Sardo d'Azione di voler concordare con noi, sulla base della mozione che abbiamo presentato, un documento conclusivo che dica una parola chiara e definitiva sul tema delle servitù militari.
Quindi, rivolgiamo l'invito a ritirare oggi quest'ordine del giorno, per arrivare poi, tra qualche giorno, sulla base della mozione che abbiamo presentato (invito a prendere atto e a dare lettura di quella mozione), a una sintesi possibilmente unitaria di questo Consiglio regionale che dica una parola chiarissima finalmente sul tema delle servitù militari, altrimenti il nostro voto sarà di astensione. Ci rendiamo conto della bontà del contenuto di quest'ordine del giorno, ma riteniamo che si possa affrontare questa materia con una discussione più ampia nel merito della stessa mozione e di un ordine del giorno eventualmente conseguente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, annuncio il mio voto di astensione alla proposta del Partito Sardo d'Azione, che condivido nei contenuti, anche perché ho notato che ha ripreso in modo fedele le mie dichiarazioni per quanto riguarda la necessità di costituirci parte civile insieme agli enti locali. La mia astensione è legata al fatto che noi stiamo presentando una nuova mozione nella quale chiederemo che questa procedura venga avviata. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.).Presidente, benché fossimo convinti che probabilmente su questa materia, al di là dell'ordine del giorno presentato dal collega Sabatini, si dovesse fare un dibattito più ampio, da questo punto di vista condivido molte delle cose dette dal collega Mario Bruno. Invitiamo i presentatori a ritirare quest'ordine del giorno; se questo non dovesse essere, il Gruppo del P.d.L. chiederà una votazione per parti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Annuncio il voto contrario del nostro Gruppo a quest'ordine del giorno, perché non credo che si possa liquidare la vicenda sia della presenza militare in Sardegna, quindi della difesa nazionale, che di quella correlata alla bonifica e all'ulteriore affidamento, al termine della bonifica, dei siti che attualmente sono occupati dal demanio militare e da altre forme di demanio, con un ordine del giorno che non prevede una discussione esaustiva sull'argomento in Consiglio regionale, senza consentire quindi, anche dal punto di vista della specificazione finale della posizione del Consiglio, una posizione assai più dettagliata di quella di quest'ordine del giorno che, a mio avviso, è molto estemporanea e raccogliticcia.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Intanto, in ragione di quanto richiesto dall'onorevole Diana, cioè della votazione per parti, se si accede a questo tipo di votazione, mi riservo di esprimermi in modo più compiuto sulla dichiarazione di voto. Colgo l'occasione però, Presidente, per sostenere esattamente quanto veniva prima evidenziato dai colleghi, cioè la necessità su questo argomento di aprire un dibattito che sia effettivamente efficace, di capire quali sono gli spazi e anche il tipo di atteggiamento che noi dobbiamo costruire nei confronti dello Stato. E' ormai palese che la questione non riguarda solo Quirra, non riguarda solo La Maddalena, non riguarda solo Teulada, riguarda molte aree della Sardegna che sono oggettivamente a rischio ambientale e sanitario per le attività, le esercitazioni e le sperimentazioni di tipo militare.
Quindi, noi ci riserviamo ovviamente di presentare una mozione, come prima annunciavo all'atto del ritiro dell'ordine del giorno numero 2, proprio per agevolare questa discussione e rendere molto più efficace di quanto invece sia, limitata com'è a questo fatto specifico, la discussione che noi abbiamo già svolto per la questione del Poligono di Quirra.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, credo che questo sia un film già visto, ma non ritiriamo l'ordine del giorno. Abbiamo ritirato quello sui trasporti, dando retta a qualche testa non tanto a posto, e sinceramente poi i fatti ci hanno dato ragione. Su questo non stiamo inventando niente, quest'ordine del giorno fa parte della nostra storia, non stiamo cercando primogeniture, non ne vogliamo neanche subire, è un argomento del quale abbiamo sempre parlato nei termini in cui stiamo dimostrando ancor oggi di poterne parlare con assoluta serenità e trasparenza. Non abbiamo remore di alcun genere, quello che pensiamo lo scriviamo e lo proponiamo a quest'Aula. Questo non deve indispettire nessuno, è la storia del Partito Sardo d'Azione che, sulle servitù militari, sui poligoni, ha fatto molto di più di quanto qualsiasi forza politica abbia fatto su quest'isola.
Quindi, nessuna volontà di contrapporci, nessuna volontà di indispettire chicchessia, ma chiediamo il rispetto delle idee che il Partito Sardo d'Azione da sempre ha manifestato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, noi prendiamo atto che l'ordine del giorno non viene ritirato e, nel dire immediatamente che parteciperemo attivamente anche al dibattito sulla mozione presentata dai colleghi dell'opposizione, annunciamo il nostro voto favorevole a quest'ordine del giorno che rispecchia le considerazioni che io, per conto del Gruppo, ho svolto in sede di discussione della mozione, di cui primo firmatario è l'onorevole Sabatini. In quella sede, abbiamo discusso ampiamente anche sulle servitù militari, segnalo semmai che, rispetto a quello che noi abbiamo detto, quest'ordine del giorno appare limitativo, perché per esempio non viene affrontato il problema delle zone SIC, in cui sin da ora deve essere interdetta qualsiasi attività. Il Gruppo U.D.C. voterà a favore dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Signora Presidente, nel ricordare che il nostro Gruppo aveva chiesto al Gruppo del Partito Sardo d'Azione di non ritirare l'ordine del giorno della Tirrenia, quindi ci dissociamo dalle indicazioni date dal collega Sanna, vorrei dire che quest'ordine del giorno del Gruppo del Partito Sardo d'Azione è, in linea di massima, assolutamente condivisibile.
Però, collega Sanna, il problema è che quest'ordine del giorno è stato presentato a conclusione di una mozione su una parte, pur significativa, ma sempre una parte, di un problema che è molto più grave di quello che può essere enucleato nell'individuazione del caso Quirra o dell'area importante che gravita attorno a esso. Onorevole presidente Lombardo, voglio richiamare il problema (già sottoposto ai Capigruppo dai nostri, nostri del Consiglio regionale, componenti della Commissione paritetica per le servitù militari) di una riflessione delle forze politiche, e del Consiglio regionale tutto, sulla partita complessiva delle servitù militari in Sardegna, non solo la pur importante, ribadisco e sottolineo, partita relativa all'area di Quirra.
La richiesta di un ritiro di un ordine del giorno, pur importante, giustificato e sostenibile, è legata al fatto che i Gruppi della minoranza ritengono (analogo sentimento abbiamo valutato essere presente anche nella maggioranza consiliare), che il Consiglio regionale (approfittando della mozione urgente relativa ai risarcimenti delle popolazioni così duramente colpite, posta dal collega Sabatini e che è stata appena approvata dal Consiglio) possa ampliare questa discussione dai risarcimenti alla liberazione della Sardegna dalle servitù militari. Il tema che vogliamo porre è questo.
Ecco perché io ritengo che rifletteremo adesso nel Gruppo su come comportarci, quindi aderisco alla richiesta di breve sospensione della seduta. Però, se necessario, io mi permetto di ribadire l'opportunità politica di una sospensione della discussione dell'ordine del giorno, di un suo ritiro e del coinvolgimento di tutto il Consiglio su una mozione che tratti complessivamente il tema delle servitù.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Presidente, come ci siamo più volte espressi, siamo d'accordo su moltissimi concetti e sullo spirito, però, per quanto riguarda il dispositivo, siamo assolutamente favorevoli al primo punto, mentre abbiamo perplessità sul secondo e sul terzo.
Per quanto riguarda il secondo: poiché in quel caso il tavolo di confronto Stato-Regione è un tavolo sempre aperto, non si può scrivere di "attivare" un tavolo che di fatto è avviato, visto che esistono dei contatti periodici continui, si può usare un altro termine, un altro verbo, ecco, si trovi un altro verbo, altrimenti non potremo votare questo punto.
Il terzo: "anticipare per conto dello Stato". A questo riguardo, invito anche il collega Steri a fare una valutazione. Se noi ci impegniamo ad anticipare per conto dello Stato, stiamo già valutando una condanna che imponga allo Stato un risarcimento, quindi credo che, in termini giuridici, non possa essere accettabile un'anticipazione per conto dello Stato. Credo che il punto 3 possa essere contenuto nel punto 1, dove si parla di un tavolo di confronto per creare un sistema economico alternativo e dare un sostegno nella fase di elaborazione.
Siamo d'accordo sul "costituirsi parte civile" e, per quanto riguarda il punto 5, abbiamo sentito l'Assessore dichiarare che, per quanto riguarda il comitato scientifico epidemiologico, il direttore di questo studio è il Rettore Maida, su nomina della Regione, quindi francamente non capisco che cosa possiamo avere di più come garanzia. C'è un tavolo nazionale, ma c'è un tavolo regionale per il quale noi abbiamo, come Regione, come Assessorato, nominato il responsabile, e, giustamente, "richiedere allo Stato l'immediata bonifica dei territori inquinati", credo che sia assolutamente necessario.
Quindi se l'ordine del giorno rimane così, noi voteremo a favore sul punto 1, sul punto 4 e sul punto 6, mentre ci asterremo sul punto 2, sul punto 3 e sul punto 5.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo brevemente per dire che c'è sempre in questo Consiglio regionale una vicenda che ricorda quella descritta da un autore russo che raccontava di una signora che andava a chiedere la pensione a cui aveva diritto il suo congiunto, nella Russia di Breznev, alla quale prima dicevano: "Il contenuto è giusto, ma il formato della busta non va bene", e poi, dopo che lei, andata a casa, cambiava il formato e rimandava la lettera, dicevano: "Hai ragione, ma il colore della busta è sbagliato", e così di seguito, per non riuscire mai, nella Russia di Breznev, a pronunciare "sì" o "no", delle parole di sostegno o di contrasto, a prescindere dal ruolo, da giochi di ruolo che spesso la politica fa interpretare a chi svolge politica.
La questione dei trasporti, evocata dal collega e Capogruppo Sanna, dovrebbe insegnarci che, talvolta, in questi tempi, in cui veniamo rimproverati di non saper dire parole chiare e definitive, su argomenti così rilevanti è forse opportuno dire una parola chiara, tutti insieme, senza primogeniture e senza pretese di guida di chicchessia. E' una questione di egemonia, lo dico con molta chiarezza, ci si sente tutti, alla fine, dentro una fase magmatica in cui si pensa che qualcuno voglia organizzare gli altri per poi rilanciare il proprio ruolo di partito nel futuro, non è così! Oggi la Sardegna non sta ragionando su chi governerà, sta ragionando su che cosa serve per governare ora, è indubbio che sulle servitù militari ci sia un problema, allora o facciamo noi un percorso di sviluppo che renda non vantaggiose le servitù militari, oppure vengono considerate ancora vantaggiose dalle popolazioni.
Sugli elementi di merito, di piccola correzione che sta suggerendo l'onorevole Campus, noi siamo sempre aperti a ragionare, si figuri, se ci sono due minuti di sospensione ragioniamo, ma che senso ha fare questi percorsi di astensione, di rinvio; che senso ha? Queste liturgie stanno consumando tutti noi. Quando l'onorevole Agus ci raccontava del "Santa Maria Assunta" di Guspini, noi abbiamo pensato che fosse una cosa personale e non ne abbiamo parlato seriamente; quella è una tragedia regionale! Però ne ha parlato l'onorevole Agus, noi non possiamo andar dietro, non ci occupiamo del merito, mentre lì la gente poteva curarsi.
Allora, noi siamo d'accordo su una sospensione, ma ragioniamo diversamente...
PRESIDENTE. Onorevole Maninchedda, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, mi inserisco non tanto per fare la dichiarazione di voto, ma soprattutto per sostenere l'appello ad aprire un dibattito. Io credo che il tema delle servitù militari sia uno di quei temi che dà dignità al ruolo di questo Consiglio e anche dignità al ruolo di ognuno di noi. Ritengo anche che l'approvazione di un ordine del giorno frettoloso, senza un dibattito di ampio respiro, rischia di sminuire il valore e l'importanza di una decisione che questo Consiglio possa prendere nel chiedere un progressivo e rapido smantellamento del sistema dei poligoni sardi.
Ritengo che alcune cose del dispositivo, tra cui la possibilità che la Regione si costituisca parte civile, siano assolutamente condivisibili (oltre a tutto il resto che io condivido), ma che altre ne manchino, cito per esempio il fatto che la Sardegna da 50 anni sopporta uno squilibrio totale, 35 mila ettari contro 16 mila del resto d'Italia. Inoltre credo che questa debba essere un'occasione, per esempio, in sede di dibattito sul federalismo fiscale, per chiedere, non i risarcimenti ordinari, quei pochi milioni di euro che vengono dati dallo Stato, ma per chiedere un riequilibrio molto più sostanziale per un carico della difesa nazionale che la nostra Regione ha sopportato come nessun'altra. Probabilmente il tavolo del federalismo fiscale è il tavolo dove, se andiamo preparati, con uno studio controfattuale, per dimostrare che, dove ci sono state le servitù, i territori non si sono sviluppati o c'è stato spopolamento e desolazione mentre, dove invece non ci sono state, ci sono state maggiori occasioni di sviluppo, possiamo tutti insieme chiedere allo Stato molto di più di quello che andiamo a chiedere semplicemente con questo ordine del giorno.
Vorrei chiedere ai colleghi di permettere questo dibattito dignitoso di tutte le forze politiche, di dargli enfasi, dignità, importanza, di invitare gli enti locali e le istituzioni della Sardegna anche ad ascoltarlo; credo che se questo avvenisse, probabilmente anche il valore di quello che andiamo a fare, opportunamente integrato, sarebbe maggiore.
Quindi io ribadisco l'astensione, che ha dichiarato il Capogruppo, ma spero che non si voti, che si dia spazio anche a quanto portano i colleghi sardisti nel firmare alla fine un ordine del giorno, e che sia consentito un dibattito da tenere tutti insieme con un ordine del giorno ancora più ricco, ancora più approfondito, ancora più rivendicativo nei confronti dello Stato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Se ce ne fosse necessità, vorrei chiarire alcune questioni al Gruppo del Partito sardo d'Azione. Questo ordine del giorno rischia di diventare un ordine del giorno come tanti ne sono stati votati e come tanti sono rimasti assolutamente inascoltati. Non c'è una sola cosa in quest'ordine del giorno che possa essere una parola "fine", sia per le parti per le quali, come ha annunciato il collega Campus, manifestiamo la volontà di votare a favore, sia per quelle parti sulle quali invece manifestiamo la nostra astensione, alle quali io personalmente avrei votato contro.
Siccome non voglio creare un problema di chi vota a favore e di chi vota contro quest'ordine del giorno, in termini politici, onorevole Sanna, la prego di ascoltarmi! Sembra quasi che ogni tanto nasca un qualcosa di diverso, all'interno della maggioranza e all'interno del Consiglio, nei confronti di quelle che sono state, e lo saranno probabilmente per altri cent'anni, la storia e le idee del Partito sardo d'Azione. Non è così!
La realtà è che noi abbiamo sospeso la votazione su un ordine del giorno, su una mozione presentata dal collega Sabatini e altri, sulla quale abbiamo discusso e ci siamo concentrati. Su quella mozione, io parlo del Gruppo P.d.L., abbiamo fatto alcune interlocuzioni concentrandoci sugli aspetti evidenziati al suo interno. Ci siamo un attimino disinteressati - ma in questo momento - degli argomenti che invece vengono portati dal Partito Sardo d'Azione. Peraltro, siccome mi è sembrato che ci fosse una qualche venatura polemica sull'atteggiamento esistente all'interno di quest'Aula, io non ho avuto nessuna richiesta di condividere un ordine del giorno in questo senso. Non l'ho ricevuta io, ma mi risulta che nessun altro abbia ricevuto una richiesta di concorrere comunque a scrivere un ordine del giorno di questo genere.
Ecco quali sono le motivazioni che ci inducono in questo momento a chiedere una votazione per parti, è già stata esplicitata dal collega Campus, ma io la ribadisco. Noi riteniamo di dover votare a favore dei punti 1, 4 e 6 e chiediamo la votazione separata dei punti 2, 3 e 5. Però, vorrei che fosse veramente chiaro questo aspetto…
PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.
Onorevole Salis, mantiene la richiesta di sospensione?
SALIS (I.d.V.). Sì.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 54, viene ripresa alle ore 11 e 13.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Comunico che sono rientrati dal congedo i colleghi Stochino e Gallus.
Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo di intervenire per apportare un correttivo sui diversi commi. Al comma 2, sostituire il termine "attivare" con il termine "arrivare", quindi sarebbe "ad arrivare in via definitiva a un confronto tra Stato e Regione…".
(Interruzioni)
Al comma 3 sostituire la parola "anticipare" con la frase "considerare anticipazione per conto dello Stato i finanziamenti già stanziati"; poi modificare il comma 5 con la seguente frase "A rendere sempre più indipendenti le indagini epidemiologiche e ambientali".
PRESIDENTE. Quindi si elimina l'espressione "gli organismi affidatari"?
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Sì.
PRESIDENTE. Nessuno opponendosi, l'Aula è d'accordo.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Alla luce delle interlocuzioni utili e produttive che hanno portato a questo risultato, anche dal punto di vista politico che poco interessa a quest'Aula, ritiriamo la richiesta di votazione per parti e il voto del P.d.L. sarà ovviamente favorevole.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Chiedo una sospensione di cinque minuti.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 15, viene ripresa alle ore 11 e 27.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Metto in votazione l'ordine del giorno numero 3 con le modifiche proposte dall'onorevole Giacomo Sanna.
E' chiaro che, se si vogliono fare dichiarazioni di voto alla luce delle modifiche introdotte, le dichiarazioni di voto sono consentite.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Dichiaro l'astensione mia e del mio Gruppo, non perché vi siano divergenze di contenuto sul dispositivo che è proposto nell'ordine del giorno del P.S.d'Az., noi avevamo presentato un ordine del giorno che, sotto questo profilo, aveva efficacia - a nostro avviso - molto simile a quella contenuta nell'ordine del giorno proposto dai colleghi sardisti, ma dichiaro la mia astensione perché ritengo che debba essere attivato, in Consiglio regionale, un dibattito molto più approfondito e debbano essere individuati strumenti effettivamente efficaci.
Quando si parla di confronto con lo Stato, dobbiamo capire in che modo questo confronto si attiva, quali sono i tempi nei quali si deve sviluppare, quale deve essere il ruolo del Presidente della Regione e il ruolo della Giunta perché, come si suol dire, un ordine del giorno non si nega a nessuno, neppure il P.d.L. lo nega al Partito Sardo d'Azione, ma non lo nega ben consapevole che il Presidente non sarà conseguente rispetto alle decisioni che il Consiglio regionale oggi dovesse assumere.
Noi vogliamo invece che si costituisca una vera e propria maggioranza su questi temi, proprio dentro l'oggetto della discussione e non nelle forme dell'oggetto. Ha ragione l'onorevole Maninchedda quando ricorda, a noi tutti, i meccanismi attraverso i quali la non risposta si manifesta non solo nei regimi autoritari che lui rammentava, ma anche in questi regimi.
Ecco perché riteniamo che quella discussione debba essere una discussione più partecipata e debba essere anche l'esito di un confronto che noi intendiamo attivare in tutto il territorio con tutte le forze politiche, a iniziare dal Partito Sardo d'Azione che da questo punto di vista ha posizioni molto simili alle nostre.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Confermo le riflessioni che ho fatto in sede di prima dichiarazione di voto considerando l'astensione, che confermiamo, sull'ordine del giorno del P.S.d'Az. come un passaggio obbligato per pervenire, non all'allontanamento del problema, ma alla trasformazione di una, come dire, frettolosa discussione su un ordine del giorno che poi non trova assolutamente risposta nei comportamenti di questa Aula. Noi siamo convinti che il tema delle servitù militari e della liberazione di tutta la Sardegna dalle servitù militari sia tema assolutamente incardinato in una nuova stagione di autonomia e di liberazione dai vari pesi e gravami che la Sardegna si trova a subire. Riteniamo però che questo sia un impegno immediato che il Consiglio regionale deve assumere per completare l'esame della problematica in maniera seria e per proporre indicazioni che, pur presenti nell'ordine del giorno del P.S.d'Az., non sono esaustive complessivamente della tematica prevista.
Si apre una nuova stagione di battaglia contro lo Stato, di lotta contro lo strapotere e il centralismo dello Stato, non solo in termini finanziari, non solo in termini di specialità, che viene compromessa e messa in discussione in maniera così pesante dagli atti del Governo nazionale, si apre una nuova stagione anche relativamente alle servitù militari. Crediamo e siamo convinti che, già dalla prossima sessione consiliare, i Gruppi consiliari, la maggioranza e l'opposizione possano presentare un documento che imponga al Consiglio regionale di discutere e definire linee per uscire al più presto da questa situazione che vede la Sardegna, in Italia e in Europa, in una condizione di sudditanza ormai assolutamente insopportabile.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Noi confermiamo il voto di astensione sull'ordine del giorno proposto dal Gruppo del Partito Sardo d'Azione non perché non ne condividiamo i contenuti, ma limitatamente al fatto che riteniamo l'ordine del giorno stesso insufficiente. La mozione che abbiamo presentato con la firma di tutti i consiglieri regionali del centrosinistra e che vorremmo diventasse patrimonio dell'intero Consiglio regionale va ad affrontare il tema relativo ai gravami militari di dimensione insostenibile che insistono sul territorio regionale con poligoni, servitù, demani e alla necessità di arrivare appunto a un progressivo smantellamento, così come all'urgenza di iniziative di bonifica dei siti interessati. Una mozione che presentiamo stamane, che da Regolamento dobbiamo discutere entro 10 giorni, che vorremmo sia messa all'ordine del giorno tra qualche giorno e che, con un dibattito ampio, deve portare il Consiglio regionale, io mi auguro all'unanimità, a pronunciare una parola chiara e definitiva sul tema, così come presente tra l'altro anche nel nostro programma.
Per questi motivi non ostacoliamo l'ordine del giorno del Partito Sardo d'Azione, riteniamo che sia limitato. Crediamo che la mozione, primo firmatario il collega Sabatini, che ha visto un voto unanime di questo Consiglio regionale, limitatamente agli indennizzi e alla tutela della popolazione interessata di Perdasdefogu, Villaputzu eccetera, possa ora trovare, in un dibattito successivo, il motivo per esprimere un voto unanime di questo Consiglio regionale sul tema.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Telegraficamente io dichiaro il mio voto di astensione, ma non sono molto convinto di ciò, perché il mio orientamento, tendenza latente, è per il voto in favore, mi astengo forse per disciplina o, meglio, per ragioni di ordine "situazionista".
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stochino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Presidente, confermo, come ha già detto il nostro Capogruppo, il mio voto a favore dell'ordine del giorno e per chiarire ancora meglio, se ce ne fosse bisogno, che la volontà degli enti locali sulla questione Quirra, com'è stato riportato nel punto 1, deve essere una priorità. Devono essere gli enti locali che decidono sul loro territorio se vogliono continuare a farvi stare le basi, solo loro possono decidere come pianificare e come gestire il proprio territorio.
Concludo con un appello alla Giunta regionale, è qui presente l'Assessore degli enti locali, sulla questione dello sgombero dei pastori. E' un'esigenza grave che forse non è stata abbastanza rimarcata in quest'Aula, avremo nei prossimi giorni degli allevatori, se si dovesse procedere allo sgombero, che non sanno dove andare. Io credo, anche su suggerimento dell'onorevole Murgioni, che la Giunta regionale debba trovare un accordo con l'Ente foreste, che è in capo all'Assessorato dell'ambiente, per trovare una soluzione alternativa affinché gli allevatori e i capi di bestiame, in un periodo limitato di tempo, e per questo periodo di tempo, possano essere spostati all'interno delle aree delle foreste demaniali. Questa può essere una soluzione seria e immediata che il Consiglio regionale e la Giunta regionale possono dare agli allevatori; credo che si possa fare nell'immediato, addirittura già a iniziare dalla prossima settimana.
PRESIDENTE. Metto in votazione l'ordine del giorno numero 3, con le modifiche proposte.
Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 3, modificato.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Campus - Contu Felice - Cuccureddu - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Maninchedda - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Stochino - Tocco - Zedda Alessandra.
Rispondono no i consiglieri: Meloni Francesco - Vargiu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele - Cuccu - Cugusi - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Uras - Zuncheddu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 46
votanti 26
astenuti 20
maggioranza 14
favorevoli 24
contrari 2
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 125.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Porcu - Bruno - Uras - Salis - Capelli - Agus - Barracciu - Ben Amara - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sulle notizie apparse a mezzo stampa sull'apertura di un distaccamento NATO e sul grave ritardo nei progetti di riconversione turistica dell'Arcipelago di La Maddalena, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIOREGIONALE
PREMESSO che:
- le notizie apparse sui media in merito ai presunti progetti di banchinamento a Guardia del Moro nell'Isola di Santo Stefano dell'Arcipelago di La Maddalena, hanno destato reazioni e preoccupazioni per il possibile ritorno nell'Arcipelago di un distaccamento NATO a soli 3 anni dalla definitiva chiusura della base americana di sommergibili atomici;
- tale ripresa della presenza militare mal si concilierebbe con i progetti di riconversione turistica che, dopo oltre 40 anni di presenza militare, avanzano tra moltissime difficoltà legate ad inchieste giudiziarie, contenziosi e lentezze burocratiche;
RILEVATO che:
- dopo 3 anni dalla chiusura della base americana e dopo 2 anni dal trasferimento a L'Aquila del G8, gli oltre 320 milioni di investimenti stanziati per le opere di bonifica, le strutture ricettive e le opere infrastrutturali, non hanno ancora prodotto un solo posto di lavoro nell'Arcipelago destando comprensibile malumore e sconcerto nella comunità maddalenina che vive una difficile situazione economica e sociale aggravata dai tempi lunghi della riconversione da una economia militare ad una economia basata sul turismo, sulla cantieristica e sulla salvaguardia ambientale;
- per il 20 aprile 2011 è convocata una conferenza di servizi presso il Ministero dell'ambiente che dovrebbe definitivamente risolvere le lungaggini autorizzative che hanno impedito la definitiva approvazione del piano di caratterizzazione e del piano di bonifica dello specchio d'acqua antistante l'ex Arsenale provocando l'apertura di un contenzioso tra la società aggiudicatrice del bando per la creazione e gestione di un polo ricettivo e cantieristico, Mita Resort, e lo stesso Ministero;
- non risultano mai essere stati presentati dalla Mita Resort alla Regione Sardegna il piano industriale, le iniziative per rilancio turistico di La Maddalena, il piano per la cantieristica previsti nella convenzione;
VERIFICATO che Mita corrisponde alla Regione Sardegna un canone pari a soli 60.000 euro all'anno a fronte degli oltre 450.000 euro di ICI che la stessa Regione versa al Comune di La Maddalena per le volumetrie utilizzate dalla Mita all'interno della convenzione concessoria;
PRESO ATTO che:
- la riconversione in grande albergo a 5 stelle dell'ex Ospedale militare è stata solo parzialmente ultimata in quanto mancano gli arredi, la spa, il collegamento con il mare e le infrastrutture stradali e che per tale bene, oggi in carico alla Regione, non è stato ancora approntato alcun bando che possa definitivamente sbloccarne l'utilizzo a fini turistici;
- è stato attivato dalla Regione un tavolo tecnico con il Comune di La Maddalena per la realizzazione di opere particolari relative al lungomare e alla riqualificazione del quartiere di Moneta, dove sono previsti 50 alloggi ed opere di qualificazione urbanistica;
- le intese tra il Comune di La Maddalena e la Regione, Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanisticasono state tutte di recente bocciate bloccando ulteriori investimenti privati che dovevano completare ed integrare gli investimenti pubblici previsti,
impegna il Presidente della Regione
1) a formalizzare al Governo ed al Ministero della difesa l'assoluta contrarietà della Regione ad ogni opera che non fosse già prevista nell'ambito degli accordi seguiti allo smantellamento della base americana ed alla cessione dei beni del demanio militare alla Regione;
2) a farsi carico presso il Governo ed il Ministero dell'ambiente di ogni atto che possa facilitare lo sblocco del piano delle bonifiche in modo da avviare immediatamente la creazione e gestione del polo ricettivo e cantieristico dell'ex Arsenale;
3) a chiedere alla Mita Resort di presentare il proprio piano industriale e di promozione turistica rivedendo la convenzione in quelle parti che risultassero eccessivamente penalizzanti per la Regione e comunque non congrue al progetto complessivo di rilancio turistico di La Maddalena;
4) ad esperire con urgenza il bando per il completamento delle opere e per la gestione dell'ex Ospedale militare;
5) a identificare con certezza le risorse finanziarie già erogate e quelle disponibili per il completamento di tutte le opere collaterali connesse con la riconversione turistica delle strutture cedute dal demanio militare;
6) a promuovere, con il coinvolgimento del Governo nazionale, ogni intesa o accordo che possa ulteriormente contribuire al progetto di sviluppo complessivo del territorio maddalenino, che tenga conto della funzione risarcitoria e di definitivo riscatto economico e sociale che gli investimenti, i progetti e le opere collegate all'evento del G8 dovevano rappresentare per la comunità maddalenina e per la Sardegna tutta dopo decenni di vincoli allo sviluppo economico causati dalla presenza militare italiana e americana. (125))
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
PORCU (P.D.). Presidente, credo che i temi discussi in questi giorni, riguardo alle vicende di Quirra, e anche il dibattito, che è avvenuto comunque questa mattina in Consiglio regionale su quelli che sono il peso e il gravame delle servitù militari in Sardegna, siano profondamente collegati con la mozione che illustrerò stamattina. Lo sono perché riteniamo che, se vogliamo veramente erigere un argine contro un'economia povera, marginale, come quella che è legata alla presenza militare, alla presenza di poligoni militari, io credo che l'unico modo sia quello di proporre dei modelli di sviluppo economico che siano alternativi alla presenza dei poligoni militari. Credo che a poco serva a volte stracciarci le vesti, o pronunciare singole dichiarazioni, se non si mettono in campo iniziative concrete di riconversione, in chiave turistica e ambientale, di territori che sono stati oggetto di servitù di vario tipo; non si ottiene l'effetto desiderato, anzi spesso può balenare una nostalgia di un modello che, anche se povero e marginale, comunque assicura a quei territori qualche posto di lavoro, una qualche forma di sopravvivenza.
Questo tema è tanto più vero a La Maddalena. La Maddalena credo che sia un posto simbolico, fortemente simbolico per l'Italia e per l'Europa, in quanto non è stata soltanto sede di una base militare americana per oltre trent'anni (la base ha lasciato La Maddalena tre anni fa), ma è stata storicamente anche sede di attenzioni da parte di forze militari. La Maddalena è stata lo snodo di vicende che hanno riguardato l'Italia e l'Europa.
Nel 1800 addirittura l'ammiraglio Nelson vi soggiornò lungamente con le 13 navi della sua flotta per mettere sotto scacco la flotta napoleonica che risiedeva a Tolone e, da La Maddalena, il sogno di Garibaldi per l'unità d'Italia prese di nuovo forma quando si trasferì, nel 1849, dopo che fu costretto ad arrendersi dall'assedio francese di Roma capitale.
Tutto questo per dire che se c'è un luogo in Sardegna che per bellezza struggente, storia e cultura, può essere simbolico di una voglia di riscatto del popolo sardo, un luogo di un grande progetto di una riconversione economica, basata sul turismo, sulla cantieristica navale e sull'ambiente, ebbene questo è La Maddalena. E' del tutto evidente che, per queste valenze ambientali, culturali e storiche, tutto quello che non riusciremo a fare a La Maddalena sarà molto difficile farlo altrove, nel Sulcis, a Teulada, a Portotorres o a Quirra.
Al di là delle notizie apparse sulla stampa, che sono richiamate dalla mozione, sui progetti di banchinamento a Guardia del Moro nell'isola di Santo Stefano, che hanno fatto presagire, hanno destato preoccupazioni per un possibile ritorno di un distaccamento NATO a soli tre anni dalla chiusura della base americana per sommergibili nucleari e dopo due anni dal trasferimento a L'Aquila del G8, nonostante i copiosi investimenti, oltre 300 milioni per le bonifiche, per le strutture ricettive, per le opere collaterali, dobbiamo prendere atto ed essere coscienti che non un solo posto di lavoro è stato ancora creato nell'arcipelago e che quindi quella riconversione economica, dopo quarant'anni di base americana nell'arcipelago, è o rischia di diventare una chimera.
Purtroppo, ancora oggi, la situazione descritta in questa mozione, che è stata presentata ad aprile, si presenta esattamente nello stesso modo, a eccezione per la MITA che ha aperto, sì, un albergo negli spazi dell'ex Arsenale, ma quegli spazi antistanti all'Arsenale, dove doveva sorgere un polo nautico dedicato alla cantieristica, sono ancora desolatamente vuoti a causa di un piano di bonifiche che ancora non viene avviato e completato. Sembra che il Ministero dell'ambiente abbia completato il piano delle opere, ma non se ne ha notizia ufficiale, il rischio concreto è che un'altra estate passi, non solo questa ma anche la prossima, senza che quegli spazi dell'ex Arsenale siano riconvertiti. Nel frattempo la Mita, a cui spesso noi abbiamo rivolto accenti critici per un canone di affitto che ci appare estremamente esiguo rispetto al valore di quell'area, rischia di avvalersi delle cause di arbitrato previste nella convenzione, perché di fatto, nell'impossibilità di usare gli spazi antistanti all'albergo, non può utilizzare quella zona di attracco, di approdo, di possibile cantieristica per sviluppare il proprio piano industriale e il proprio piano turistico.
La transizione della gestione della Protezione civile, che ha destato anche l'attenzione della magistratura, è stata estremamente lunga e complessa e gli effetti sono rappresentati dal fatto che tutto è fermo, Assessore, tutto è ancora fermo; le opere collaterali, previste nell'aldilà dei grandi interventi infrastrutturali per ospitare l'evento del G8, poi purtroppo trasferito a L'Aquila, sono ferme. Ci sono circa 17 milioni e 500 mila euro (stanziati da vari soggetti: Protezione civile, Ministero dell'economia, Regione autonoma della Sardegna) che, non avendo un unico soggetto attuatore, sono di fatto bloccati! Mi riferisco in particolare al nuovo porto commerciale di Punta Chiara che doveva liberare i punti di attracco nel porto cittadino e consentire che, dentro la città, si realizzasse un porto turistico.
Nonostante i notevoli investimenti (mi rivolgo qui all'Assessore e lo ringrazio per la sua presenza, ovviamente avrei gradito anche la presenza del Presidente della Regione), la riconversione in albergo dell'ex ospedale militare è ferma, sono state fatte opere importanti, stanziamenti importanti ma la struttura non è ancora completa negli arredi e la Regione, che ce l'ha in carico, non ha ancora approntato il bando per affidarne la gestione! Il tavolo tecnico di riqualificazione del quartiere di Moneta, mi rivolgo ancora all'Assessore degli enti locali, è stato convocato dall'Assessore degli enti locali ed urbanistica (che ha in carico le altre opere nel lungomare), quindi, nell'insieme, quella che sarebbe dovuta essere una grande risposta, un grande riscatto, che avrebbe dovuto rappresentare anche simbolicamente una capacità di riconversione di una zona, che certamente è tra le più belle del mondo, ha il potenziale per scrivere un futuro diverso, ma per incompetenza al turismo, quel grande progetto è fermo e anche quell'economia militare povera e marginale che dava a La Maddalena circa 175 posti di lavoro fissi, più altrettanti legati all'indotto, può apparire come una prospettiva migliore della desolazione attuale!
Credo che, da questi banchi, ci possiamo permettere di rivolgere un appello alla Presidenza della Regione, all'Assessore degli enti locali e a tutto il Consiglio regionale, perché finalmente si volti pagina. Il modo migliore di respingere i nuovi tentativi di un ritorno di distaccamenti militari non è soltanto l'azione giuridico-politica ma è costruire concretamente e praticamente un'economia che possa pienamente superare quella precaria e marginale legata alla presenza militare. E' lo stesso problema che ci troveremo ad affrontare in sede di dismissione dei poligoni militari, la Marina militare italiana mantiene attività importanti di formazione che potrebbero essere aperte all'esterno, la città de La Maddalena ospita anche un istituto nautico.
Allora, io credo che, se noi facessimo ripartire quei progetti, se facessimo de La Maddalena un centro di alta formazione per chi va per il mare, se la Regione si facesse carico di fare la sua parte, sia portando a conclusione il tavolo tecnico, sia predisponendo il bando per l'ex ospedale militare, ma soprattutto facendosi carico, anche attraverso una gestione eventualmente commissariale, in prima persona, di tutte quelle opere oggi parcellizzate in troppi enti che non riescono a portarle a compimento (dal Ministero per l'economia al Ministero per l'ambiente, alla Protezione civile) per una pletora di responsabilità e competenze che oggi non consente di dare risposte, dopo oltre 3 anni (un tempo troppo lungo per una realtà così importante, anche simbolicamente, come ho ricordato), alle aspettative della comunità maddalenina, La Maddalena ( patrimonio di tutti sardi, l'ho detto prima, ma patrimonio anche dell'umanità, perché è sede di un grande parco nazionale, è un luogo storico di vicende importantissime che hanno riguardato l'Italia e l'Europa) potrebbe rinascere. Credo purtroppo che si possa dire che, se non avremo successo qui, assessore Rassu, nel posto più bello del mondo, non avremo successo da nessun'altra parte!
Per questo è importante che ripartiamo da La Maddalena, per questo è importante farsi carico della riconversione turistica de La Maddalena, farsene carico pienamente anche per un effetto di traino che questa riconversione può avere. Se non riusciremo a creare ricchezza dal turismo, dalla nautica, dalla formazione ambientale, qui a La Maddalena, e oggi credo che tutti noi dobbiamo sentirci un po' Maddalenini, non ci riusciremo da nessun'altra parte! Per questo, Assessore, noi ci saremmo aspettati una maggiore operosità (non posso risparmiare una critica, a lei e al Presidente della Regione), una determinazione diversa da parte della Giunta regionale e anche da parte dello stesso Governo nazionale che purtroppo però non abbiamo intravisto.
L'auspicio che noi facciamo oggi con questa mozione, nell'elencare puntualmente nella parte dispositiva una serie di azioni importanti che si possono fare, non è quello di tracciare nuovi solchi o divisioni, ma è quello di arrivare a un voto unitario del Consiglio, a una posizione che, pur nella diversità di responsabilità, rappresenti un nuovo punto di partenza che possa consentire di accelerare un processo di riconversione che certamente ha un grande valore simbolico, economico e sociale non solo per La Maddalena ma per tutta la Sardegna.
Quindi io rivolgo a lei, Assessore, a tutto il Consiglio regionale, alle forze di maggioranza e opposizione, un appello perché questa mozione possa essere approvata, non rimanendo una carta finita in un cassetto, per rappresentare, proprio grazie a un voto che io mi auspico possa essere unanime del Consiglio, un punto di riscatto e di partenza per un intervento che certamente potrà avere ricadute a La Maddalena, potrà avere ricadute nel Nord Sardegna, ma potrà avere ricadute importanti, simboliche ed economiche per tutto il territorio regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Io credo che non si possa lavorare in questo modo! In aula, è presente soltanto una decina di consiglieri del centrodestra, noi abbiamo garantito il numero legale nella votazione sull'ordine del giorno sardista e il nostro voto ha consentito di approvarlo! Credo che non sia serio comportarsi in questo modo, probabilmente occorre aggiornare i lavori perché non è possibile votare una mozione di così grande rilevanza con questa scarsa presenza in aula!
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, lei ha uno strumento che è quello della verifica del numero legale. Se per varie volte dovesse mancare il numero legale, il Presidente è costretto a rinviare la seduta.
BRUNO (P.D.). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere SALIS.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Bruno e Salis sono presenti.
PRESIDENTE. Sono presenti 22 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Bruno - Campus - Contu Felice - De Francisci - Dessì - Diana Mario - Gallus - Greco - Lai - Lombardo - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Peru - Pitea - Rassu - Rodin - Salis - Sanjust - Steri - Tocco - Zedda Alessandra.
Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta per trenta minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 11 e 54, viene ripresa alle ore 12 e 233.)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
Ricordo, ai consiglieri che intendono parlare, che devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Steri, che ha a disposizione dieci minuti.
STERI (U.D.C.-FLI). Ne userò anche meno, Presidente. Il problema de La Maddalena è un problema che tutti conosciamo e che è stato affrontato più volte in quest'Aula. Si era ritenuto di poter affrontare una prima soluzione del problema con l'inserimento dei lavori del G8 nell'isola de La Maddalena, ma già l'altro giorno ho detto che di questa operazione dovremmo dare atto agli allora rappresentanti sardi nel Governo, il ministro Parisi e soprattutto il sottosegretario Emidio Casula, che più di tutti l'ha voluto e soprattutto ha seguito passo passo tutta la pratica specialmente per quanto concerne il problema dei trasferimenti dei beni demaniali dallo Stato alla Regione.
All'interno del G8 era previste tutta una serie di opere per lo svolgimento dell'evento accanto al quale era stata individuata un'altra serie di opere pubbliche ritenute essenziali (tra cui, come ben sappiamo, la "Sassari-Olbia") e pertanto inserite nel programma aggiuntivo collegato che era stato approvato e che avrebbe consentito lo svolgimento delle procedure relative con tutte le dichiarazioni d'urgenza e con tutte le deroghe previste per quell'evento. Ovviamente tutte le opere inserite in questo elenco andavano finanziate con fondi FAS, quindi andavano finanziate con fondi regionali.
E' avvenuto poi quello che tutti sappiamo, cioè che, dopo il terremoto a L'Aquila, è stato utilizzato questo argomento per spostare questo evento da La Maddalena a L'Aquila. Sia chiaro, nessuna punta polemica nei confronti della popolazione del territorio de L'Aquila che in quel momento aveva necessità della solidarietà di tutti, ma la solidarietà, mi si insegna, la si dà da parte di tutti, quindi da tutte le Regioni e da tutta la popolazione italiana, e non solo, come succede, esclusivamente penalizzando un'altra realtà. Quello che è successo ha comportato che la maggior parte di queste opere non sono state realizzate, solo alcune sono state portate a termine e talora anche in maniera incongrua o inadeguata. Basti pensare… vedo che ai colleghi di maggioranza e opposizione non interessa molto quello che dico, mi dispiace, affermerei che, almeno su questo, la maggioranza e l'opposizione sono riusciti a trovare l'unità, quindi quando si vuole l'unità la si trova!
Dicevo, basti pensare all'ospedale militare trasformato in grande albergo però con l'errore di far passare di fronte la strada, per cui, anche se è un albergo a cinque stelle, capite benissimo che non è utilizzabile in quella maniera, inoltre non è stato neanche ultimato l'utilizzo delle aree a mare prospicienti con un porticciolo o quant'altro. Tutto ciò ha comportato che le opere, una volta ultimate, in parte sono rimaste inutilizzabili; quindi la riconversione da economia militare a economia turistica dell'isola de La Maddalena non è stata portata a compimento, anzi siamo in una fase stagnante, in una fase in cui, a prima vista, nulla parrebbe muoversi.
Quindi, la considerazione è favorevole sulle conclusioni esposte nella mozione dell'onorevole Porcu, però, c'è un però, è stato dimenticato che questa maggioranza tanto criticata qualcosa ha fatto, qualcosa di estremamente rilevante: con le tanto contestate finanziarie e con i tanto contestati collegati, abbiamo individuato e introdotto una disciplina per le cosiddette aree di crisi. Le aree di crisi sono quelle individuate nella norma di legge ma, oltre a queste, è data facoltà alla Giunta regionale, con propria delibera, di individuare altre aree di crisi cui applicare quella stessa disciplina e, nella fattispecie, La Maddalena è inserita tra le aree di crisi.
Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che oggi noi, in base agli strumenti e ai presupposti legislativi che questo Consiglio ha creato, siamo in condizione di predisporre e far partire un accordo di programma che esamini la situazione di crisi de La Maddalena e, utilizzando i fondi rilevanti messi a disposizione sempre con le norme di legge finanziaria e con il collegato per i Piani di sviluppo locale, siamo in grado di siglare un accordo di programma e far partire per La Maddalena un Piano di sviluppo locale. Questo è un modo concreto per risolvere o, quantomeno, per tentare di risolvere la crisi del comune de La Maddalena.
Chiediamo quindi a maggioranza e opposizione di valutare la possibilità di integrare il dispositivo della mozione (direttamente o tramite ordine del giorno) per chiedere alla Giunta regionale di attivare l'accordo di programma sulle aree di crisi previsto nelle leggi che sono state già approvate, ricordo che in quell'ipotesi sono state approvate anche con il consenso dell'opposizione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (P.d.L.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Intervengo brevemente per dire ai presentatori che probabilmente, prima di parlare di pressioni politiche, occorre ragionare su alcune espressioni del dispositivo, perché al punto 1 del dispositivo, laddove si dice: "a formalizzare al Governo e al Ministero della difesa l'assoluta contrarietà della Regione Sardegna ad ogni opera…", io direi a ogni opera di tipo militare o comunque connessa con attività militari, perché immagino che i presentatori non siano ostili a opere civili e relative allo sviluppo, magari finanziate dal Governo nazionale.
Poi, nella fattispecie del dispositivo, io credo che il centrosinistra, che ha presentato questa mozione, debba riflettere su un elemento che sta emergendo nei dibattiti e che ha colpito anche La Maddalena, cioè che cosa succede con i poteri sostanzialmente illimitati dati alla Protezione civile per fare le cose in fretta. Noi dobbiamo ragionare su questo, perché tutte le grandi "porcate" italiane sono state fatte con la Protezione civile.
Nel vostro testo, questa censura sul metodo, l'urgenza sempre risolta con poteri fuori norma sostanzialmente o perlomeno che superano le norme ordinarie date ai commissari, produce la vittoria dei forti, mai una procedura in grazia di Dio, mai, mai! Per cui, invito i presentatori a verificare questo elemento di metodo, che è di tutela, perché quando ci sono gare vere non succedono le cose che sono successe a La Maddalena, quando ci sono controlli veri non si mettono i fanghi carichi di metalli nelle casseformi di calcestruzzo che poi costituiscono il molo, che sono delle spugne che stanno liquidando in acqua molecole di metallo, non succedono queste cose.
Questo si può dire sul versante diciamo critico, suggerendo ai presentatori della mozione qualche aggiustamento da una parte, appunto, per evitare che il dispositivo inibisca eventuali disponibilità del Governo a investire su opere civili, di cui La Maddalena ha un grande bisogno, da un'altra parte invece sul piano metodologico censurare definitivamente questa storia dei commissari, anche i poteri commissariali del Presidente della Regione attualmente in carica, l'onorevole Cappellacci, sulla "Sassari Olbia" non hanno impedito che di fatto l'organo che decide sia a maggioranza dominato dall'Anas, dall'Anas! Noi non dobbiamo fidarci quando lo Stato ci dice: "Facciamo in fretta: poteri commissariali!"; dietro c'è un imbroglio, e la Maddalena ne è il simbolo più evidente!
Sotto il versante invece più propositivo, se questa mozione è il preludio a una decisione bipartisan, che alla prossima finanziaria noi prendiamo insieme, con la quale segmentiamo una quota delle risorse disponibili per l'accordo di programma sulle aree di crisi de La Maddalena, previsto dalla legge numero 3 del 2009, ben venga! Perché qui è accaduto che la risposta politica, che prevedeva l'accordo di programma nelle aree abbandonate dal Ministero della difesa, non ha avuto seguito nell'attuazione perché la copertura finanziaria è affidata all'attività amministrativa che è interferita da tante altre cose.
Noi chiediamo, come ha già detto l'onorevole Steri, che il dispositivo sia integrato con il riconoscimento dello strumento legislativo messo in atto su La Maddalena e con una dichiarazione esplicita di riserva fondi nei prossimi strumenti finanziari per l'attivazione di un accordo di programma fondato sulle aziende locali e sulla attrattività di aziende, invece, esterne.
Se la mozione verrà integrata in questi termini, chiediamo che la mozione abbia tra i firmatari finali tutti i consiglieri che intenderanno votarla.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
RASSU (P.d.L.), Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che sia le argomentazioni riportate nella mozione che le perplessità esposte, durante gli interventi del primo firmatario della mozione e dei colleghi che l'hanno seguito, debbano e possano essere senz'altro condivise. Non per altro la Giunta ha seguito, sin dal primo momento, costantemente e compiutamente tutta la trafila che ha riguardato i rapporti tra Regione, il Comune de La Maddalena e il Governo centrale sulle problematiche, appunto, de La Maddalena conseguenti a ciò che tutti noi conosciamo e che hanno di fatto in buona parte determinato il non completamento di tutto il programma che doveva essere realizzato nel "dopo militari", cioè la realizzazione del progetto post militare in un progetto di sviluppo socioeconomico basato principalmente sul turismo e sui punti di forza che un'isola come La Maddalena, che è uno dei posti più belli del mondo, ha.
Voglio comunque rassicurare che la Giunta di fatto, credetemi, non ha mai perso tempo, anzi posso dire - almeno per mia esperienza, da quando io sono Assessore, ma anche prima - che a cadenza quindicinale ci sono tavoli tecnici, incontri, conferenze di servizio. Devo anche dire che la Regione sta costantemente, con la Provincia, con il comune de La Maddalena e con i soggetti interessati, seguendo da vicino il tutto e, per essere più preciso, do sommariamente notizia dell'evoluzione dei fatti, nel caso i colleghi lo volessero, c'è un dossier pronto su questo argomento con tutti i rapporti che la Regione ha avuto in questi anni, credetemi, solo per leggerlo non basterebbe un'ora.
Ripeto, la Giunta regionale, sulle problematiche affrontate dalla mozione numero 125, a firma del collega Porcu e più, sta procedendo costantemente in coerenza con gli impegni assunti nell'intesa Stato - Regione e con l'ordinanza sui grandi eventi del G8 e della "Vuitton Trophy". Questo problema è già stato affrontato in quest'Aula e l'Assessorato, comunque sia, sta seguendo e ha seguito puntualmente, per quanto di competenza chiaramente, lo svolgimento dei fatti che si sono succeduti in ordine alle problematiche inerenti la smilitarizzazione del compendio dell'Arsenale e delle altre pertinenze della Marina.
Mi limiterò a dare le risposte in base ai punti che la mozione ha voluto evidenziare. Voglio sottolineare comunque che, di fatto, come ho detto poc'anzi, per molti di questi argomenti non può che essere espressa la condivisione e spero che, come hanno augurato il collega Maninchedda e qualche altro collega, si possa arrivare a una votazione unanime della mozione, chiaramente apportando alcune correzioni su determinati punti, prendendo spunto da suggerimenti che l'Aula stessa ha dato.
Per quanto segnalato nella mozione oggi in discussione, si rileva che attualmente (su questo argomento abbiamo seguito sulla stampa ultimamente le dichiarazioni ufficiali del sottosegretario Cossiga, è giusto comunque segnalarlo) di fatto non sono pervenute né direttamente né indirettamente, anche per normativa di questa Regione, richieste e iniziative, da parte della Nato o di altri soggetti a essa riconducibili, per nuovi insediamenti militari nell'arcipelago de La Maddalena, anzi è necessario precisare che la contrarietà della Regione a una nuova presenza militare a La Maddalena è già stata confermata e riaffermata, oltre che da questo Consiglio, dal Presidente della Giunta, così come l'impegno di rispetto degli accordi sin qui stipulati.
La Regione di fatto si è sempre fatta carico, secondo il principio di una leale collaborazione, di ogni iniziativa necessaria per sbloccare la situazione venutasi a creare dopo le note vicende succedutesi al mancato svolgimento del G8 a La Maddalena; ha esercitato le sue competenze in tutte le sedi, collaborando alla risoluzione di tutti problemi che si sono, malgrado, via via presentati e che si stanno di fatto sempre presentando. La Regione ha seguito in particolare la Conferenza dei servizi presso il Ministero dell'ambiente che è stata tenuta il 13 giugno scorso, e non il 20 aprile, come citato nella mozione, questo per la precisione, chiaramente.
In quella occasione, sono stati trattati svariati temi: circa la perimetrazione del sito di interesse nazionale, si è stabilito che le problematiche sollevate dal Comando militare marittimo della Sardegna vengano affrontate mediante un confronto diretto con il Dipartimento della Protezione civile. La Regione ha espresso parere favorevole sulla delimitazione a condizione che il perimetro a terra consideri le opere già soggette a bonifica conformemente a quanto approvato dalla Provincia di Olbia-Tempio. E' stato inoltre acquisito anche il parere favorevole dal Mibac, Ministero per i beni e le attività culturali.
Sullo stato di attuazione degli interventi di bonifica e sullo stato delle attività di controllo presso il depuratore de La Maddalena, la Conferenza ha preso atto dei documenti forniti da ARPAS, ISPRA e ha richiesto a questi, ad ASL, Capitaneria e Provincia, ulteriori informazioni sulle probabili cause della presenza di mercurio nei sedimenti dell'area marina. La Conferenza ha preso atto della progettazione per la bonifica dello specchio acqueo, considerando le soluzioni preliminari proposte dal Dipartimento della Protezione civile, sulla scorta di studi effettuati dall'Università de L'Aquila. Su questa ipotesi di progettazione, il Ministero dell'ambiente dovrà esprimere il proprio parere finale a seguito di apposita conferenza dei servizi. Il piano delle bonifiche da effettuarsi verrà quindi avviato, da parte del Dipartimento della Protezione civile, una volta perfezionati i progetti e sulla base delle verifiche effettuate; cose che, come tutti stiamo seguendo, stanno di fatto già avvenendo.
La Conferenza ha inoltre sollecitato il Dipartimento della Protezione civile affinché proceda alla consegna delle schede di sintesi di tutte le attività di caratterizzazione e bonifica già eseguite dalla struttura di missione della Presidenza del Consiglio nel corso dei lavori per il G8. Inoltre, in merito alla realizzazione del piano ormeggi, proposto dalla Mita Resort, ha prescritto che le opere siano poste in essere solo dopo l'esecuzione del progetto definitivo di bonifica dei fondali. Durante la Conferenza è stato inoltre presentato il progetto relativo alle opere da realizzare nello specchio acqueo, in concessione alla Mita Resort, per l'avvio del porto turistico e le opere di banchinamento. Il Ministero dell'ambiente convocherà poi apposita conferenza in quanto tali interventi ricadono, come ho detto poc'anzi, nell'area SIN.
Ferma restando la competenza regionale in materia di Valutazione di impatto ambientale, la Conferenza ha espresso il nullaosta alla realizzazione dell'intervento di regolarizzazione dei fondali nell'area prospiciente la Main Conference, a condizione che vengano adottate le cautele prescritte da ISPRA e ARPAS e che si ottenga il nullaosta dell'autorità giudiziaria in costanza del mantenimento del provvedimento di sequestro. Sulla manutenzione delle linee di ormeggio, la Conferenza ha rinviato all'emissione dei pareri sempre di ISPRA e ARPAS. Il Ministero dell'ambiente ha informalmente annunciato che, a breve, sarà convocata una nuova conferenza dei servizi per la produzione di uno dei tre studi preliminari già proposti. La Regione, a oggi, non ha ancora accettato il subentro nella convenzione tra Presidenza del Consiglio e Mita Resort, sino a quando non vengano risolte le questioni inerenti all'adeguatezza del canone e gli oneri posti in capo alla Regione stessa, come già espresso con nota a firma del Presidente della Giunta, nell'ottobre scorso, per i motivi che tutti conosciamo e che sono stati esposti esattamente nella mozione. Essendo in atto il contenzioso tra Mita Resort e la Presidenza del Consiglio, riguardante principalmente le bonifiche non ancora completate, ma anche altre parti delle clausole convenzionali che dovranno essere risolte e chiuse prima dell'effettivo subentro della Regione nella convenzione stipulata dalla struttura di missione della Presidenza del Consiglio, con la stessa Mita Resort, la titolarità dei rapporti contrattuali con tale società è infatti ancora in carico alla Presidenza del Consiglio.
Per questo motivo la Regione non ha ancora ricevuto le proposte e i progetti della Mita Resort per quanto riguarda il piano industriale, l'iniziativa per il rilancio turistico e cantieristico de La Maddalena. Comunque la Regione ha avviato con la Mita Resort dei rapporti preliminari a carattere informale tramite il Dipartimento della Protezione civile, che dovranno portare a una revisione di quelle clausole della convenzione non accettabili a parere della Regione. C'è stato un contatto anche recente e per quanto mi risulta ci si è avviati verso un accordo che vede giustamente riconosciute alla Regione le richieste che essa stessa ha presentato.
Tra l'altro, si informa l'Assemblea che, con la Conferenza dei servizi presieduta dal Presidente, in quanto commissario della "Vuitton Trophy", il 27 aprile scorso, si è perfezionato l'iter delle approvazioni necessarie per avviare in maniera definitiva l'attività alberghiera e diportistica della Mita Resort. Ciò ha consentito il conseguimento di tutte le autorizzazioni, licenze, concessioni e quant'altro necessario per l'esercizio dell'attività di impresa. E' stata anche approvata l'indispensabile variazione allo strumento urbanistico de La Maddalena per il rilascio delle necessarie agibilità dei locali. Ciò significa che la Mita Resort è in grado di avviare la sua attività già da quest'anno sia pure in maniera limitata dal problema delle bonifiche.
Per quanto riguarda l'ex ospedale militare, è in carico alla Regione il solo fabbricato e la corrispondente area di sedime, mentre le restanti aree, in cui si sarebbero dovuti sviluppare i progetti in centro benessere, e i collegamenti a mare non sono ancora stati trasferiti dalla Marina militare alla Regione. Un primo bando, scritto dalla Presidenza del Consiglio in tal senso, è andato proprio deserto perché non si aveva la disponibilità funzionale delle aree che ho poc'anzi citato. Quindi, per quanto ci riguarda, è indispensabile l'acquisizione di tali aree da parte della Regione.
Per completare le opere in progetto, è necessario quindi acquisire preliminarmente le aree della Marina militare, per le quali sono stati già avviati i necessari contatti con il Comando Marisardegna nel quadro dell'intesa Stato-Regione. Per effettuare la consegna delle aree in questione, la Marina richiede l'adempimento di alcuni oneri posti in capo alla Regione, tra cui l'assegnazione, non vorrei sbagliare, di tredici alloggi al personale della Marina stessa, da ubicarsi in La Maddalena. Il reperimento di risorse per la realizzazione degli alloggi è stato previsto nel bilancio dell'Assessorato dei lavori pubblici e le opere sono in via di programmazione, non piccole opere, bensì il progetto, perché ho avuto un incontro con l'Ammiraglio comandante esattamente un mesetto fa.
Comunque è attualmente in corso, da parte del Comune de La Maddalena, la variante urbanistica al PUC per lo stabile dell'ex ospedale da convertire in struttura ricettiva e sanitaria. Pertanto, stante l'acquisizione delle sopracitate aree, con tale intervento da parte del Comune, si potrà procedere alla nuova stesura di aggiudicazione del bando. Quindi, non appena completata l'acquisizione delle aree e l'approvazione del progetto da parte del Comune, che destina appunto l'ospedale militare a struttura ricettiva e in parte sanitaria (l'accordo con la Marina militare di fatto sta procedendo), si potrà chiaramente fare il nuovo bando, che oggi di fatto è andato deserto perché non c'è la disponibilità ancora di queste aree funzionali.
In questo senso è intenzione della Giunta operare mediante procedure a evidenza pubblica per l'individuazione delle migliori ipotesi progettuali di valorizzazione dei beni ex militari in funzione dello sviluppo turistico de La Maddalena. Ciò per evitare dismissioni o utilizzi non programmati, e non coerenti con un disegno di sviluppo turistico sostenibile. Il tavolo tecnico Regione-comune-provincia ha iniziato a elaborare un'ipotesi di piano già a breve; la Giunta regionale approverà i primi interventi riguardanti l'edilizia residenziale pubblica, parlo del quartiere di Moneta, e il definitivo trasferimento degli abitanti ancora residenti nell'area dell'Arsenale. Nel contesto di tali interventi, sono già state individuate, in via di programmazione, le risorse necessarie per la dislocazione degli alloggi destinati alla Marina militare. La riconversione delle ex aree militari dovrà necessariamente seguire la loro definitiva acquisizione da parte della Regione e la verifica del loro stato di consistenza.
La Regione, in tutta la partita che riguardava, voglio che sia chiaro, il superamento delle servitù militari e dei vincoli militari sul territorio de La Maddalena, ha sempre operato in stretta collaborazione con l'amministrazione comunale e con tutti gli altri soggetti, provincia, ente parco e quant'altro. Non risulta comunque, su questo voglio essere preciso, c'è un'inesattezza nella mozione, non risulta che siano state stipulate intese con il comune e che queste siano state disattese.. La disponibilità di intese o accordi ha sempre caratterizzato i rapporti tra il Comune de La Maddalena e la Giunta regionale. Ma poi, intese, non ancora stipulate, atte a conseguire che cosa? Lo sviluppo economico de La Maddalena, basato sulla riconversione di un'economia turistica in sostituzione di un'economia militare. Non ultima, giusto l'accenno che ha fatto il collega Steri, l'inclusione de La Maddalena nelle aree di crisi con la legge numero 3. Quindi, la volontà della Giunta è quella di perseguire non solo nel progetto di smilitarizzazione, ma anche nella riconversione economica di questo bellissimo sito regionale in economia turistico-ricettiva alberghiera.
Per quanto non detto, credetemi, perché è un argomento abbastanza complesso ed esteso, ho fatto predisporre un dossier completo sui rapporti, e su tutto l'iter che li ha caratterizzati, tra Regione, Governo, Mita Resort, Comune de La Maddalena, provincia e quant'altro, che posso mettere a disposizione dei colleghi. Con qualche piccola correzione sulle inesattezze e nel caso il Consiglio accettasse le proposte di integrazione presentate dal collega Maninchedda, per quanto mi riguarda, la mozione può essere senz'altro accolta e votata anche dalla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà. Ricordo che ha a disposizione dieci minuti.
PORCU (P.D.). Presidente, non utilizzerò i dieci minuti. Ho accolto con piacere l'attenzione che è stata rilevata da chi è intervenuto, mi sembra che ci sia la condivisione sul fatto che sia un tema estremamente importante, anche per il valore simbolico che ha quel luogo, e credo che le osservazioni fatte siano tutte accoglibili, anzi, addirittura l'inclusione de La Maddalena in un'area di crisi rafforza anche l'intento della mozione, che è quello di favorire i processi di riconversione dall'economia legata alla presenza militare a un'economia legata al turismo.
Se l'Aula fosse d'accordo e se il Presidente fosse d'accordo, io mi farei carico, insieme ai colleghi che hanno fatto osservazioni, di preparare a questo punto un ordine del giorno, perché alcune modifiche richieste vanno, a mio avviso, soppesate e inserite in maniera puntuale, ordine del giorno che potremmo votare alla ripresa dei lavori nella prossima seduta del Consiglio. Se questo fosse possibile, la mia replica finirebbe qui, con l'impegno di portare al Consiglio un ordine del giorno unitario, anche firmato dai Capigruppo, che possa in qualche modo riflettere l'intento unanime che è stato manifestato dall'Aula oggi.
PRESIDENTE. Onorevole Porcu, la sua richiesta può essere accolta, per cui i lavori del Consiglio si concludono a questo punto. Il Consiglio è riconvocato mercoledì 13 luglio, alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 12 e 52.