CCIII SEDUTA
Martedì 31 maggio 2011
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 01.
MARIANI, Segretario,dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 4 maggio 2011 (196), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Antonio Cappai, Gavino Manca, Paolo Maninchedda, Carlo Sechi, Alessandra Zedda e Massimo Zedda hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 31 maggio 2011.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione preliminare del progetto di Piano stralcio delle fasce fluviali". (579)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'iter di approvazione e definizione della Fondazione Giorgio Asproni". (580)
"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, in merito all'installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Pecora nel comune di Fluminimaggiore". (581)
"Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulla installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Sperone nell'Isola di Sant'Antioco". (582)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di migliorare l'efficienza del servizio di guardia medica nel territorio del Goceano". (583)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disagi creati all'utenza a seguito del trasferimento, nella sede territoriale ARGEA di Sassari, del Settore sostegno al reddito, dalla via Baldedda 11 a viale Adua 1. (584)
"Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sullo stato dell'iter amministrativo dei lavori di bonifica ambientale dell'area ex Sardamag di Sant'Antioco". (585)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sul mancato avvio in Sardegna della sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla". (586)
"Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio - Corda - Espa, con richiesta di risposta scritta, sui disagi a cui devono sottostare i pazienti del nord Sardegna affetti da pemfigo del cavo orale". (587)
"Interrogazione Barracciu - Sanna Gian Valerio - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sugli aspetti di illegittimità contenuti nella deliberazione della Giunta regionale 19 maggio 2011, n. 25/33, e sulla duplicazione delle competenze già attribuite al Centro regionale di programmazione". (588)
"Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dell'incubatore tecnologico realizzato da Sviluppo Italia nell'agglomerato industriale di Porto Torres". (589)
"Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sulle preoccupanti condizioni di disagio e inefficienza che interessano l'Ospedale A. Segni di Ozieri". (590)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MARIANI, Segretario:
"Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Corda - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'installazione di stazioni radar di penetrazione per finalità militari nel territorio regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (130)
PRESIDENTE. Considerate le numerose assenze in aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 05, viene ripresa alle ore 16 e 22.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere la verifica del numero legale, o, comunque, un ulteriore rinvio di dieci minuti. Non mi pare il caso di iniziare in questa maniera.
(Appoggia la richiesta di verifica il consigliere Cocco Daniele.)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Ben Amara, Capelli, Cocco Daniele, Dedoni, Dessì, Diana Giampaolo, Ladu, Mulas, Peru, Sanjust e Zuncheddu sono presenti.
PRESIDENTE. Dichiaro che sono presenti 38 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Campus - Capelli - Cocco Daniele - Contu Felice - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Fois - Greco - Ladu - Lai - Locci - Lombardo - Mariani - Meloni Francesco - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale, proseguiamo i nostri lavori.
L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 222/A - Parte prima. Avevamo concluso l'esame dell'articolo 15 quater, il relatore di maggioranza doveva esprimere il parere sugli emendamenti a esso presentati.
(Interruzioni)
Non vedo il relatore in aula.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non c'è neanche l'Assessore competente!
PRESIDENTE. Non c'è neanche l'assessore La Spisa.
(Interruzioni)
Sospendo i lavori per dieci minuti e convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 27, viene ripresa alle ore 16 e 57.)
PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (P.d.L.). Presidente, l'assenza del relatore di maggioranza ci impone di chiedere la sospensione dei lavori e il loro aggiornamento; anzi chiedo di più, di riportare il testo e gli emendamenti in Commissione per essere esaminati domani sera in Commissione ed essere così pronti la settimana prossima ad andare avanti senza ulteriori interruzioni dei lavori.
Quindi le chiedo di sospendere i lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno. Ne ha facoltà.
BRUNO (P.D.). Presidente, noi riteniamo che i lavori possano proseguire anche nella giornata odierna. La Commissione ha già espresso il parere sugli emendamenti che andremo a trattare per cui qualsiasi componente della Commissione può, a nome della Commissione stessa, esprimere il parere e permettere all'Aula di andare avanti con i lavori del collegato. Riteniamo che, se la maggioranza e la Giunta ritengono di dover proseguire i lavori con questo testo, che considerano prioritario, ci siano tutti gli elementi per poter continuare.
PRESIDENTE. Onorevole Bruno, intanto il relatore della Commissione è stato nominato dalla Commissione. Perché si possa esprimere un altro esponente della Commissione, anche questo deve essere nominato sempre dalla terza Commissione. Poiché questo non è avvenuto, un singolo consigliere non può esprimere il parere a nome della Commissione. Il relatore deve essere sempre nominato dalla Commissione e per ora rimane tale l'onorevole Maninchedda che non è presente in Aula né per questa sera né per i lavori di domani mattina.
Allora, c'è una proposta di sospensione dei lavori sino a domani pomeriggio.
Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (SEL-Comunisti-Indipendentistas). Presidente, allora prendiamo atto che non si può lavorare neppure in Commissione perché è assente il Presidente della Commissione, che peraltro è anche relatore di questo provvedimento; siccome noi tutti eravamo a conoscenza di questo fatto, potevamo già rinviare i lavori dell'Aula direttamente a venerdì. Si prenda atto e si rinvii direttamente a venerdì.
Noi abbiamo posto un problema di altra natura che riguarda la consistenza e la qualità di questo provvedimento dopo la presentazione degli emendamenti, di gran lunga più numerosi da parte della Giunta e della maggioranza. Se c'è un'autonoma decisione della maggioranza di rivedere tutta questa massa di norme che si affastellano rendendo questo provvedimento pressoché inutile rispetto agli obiettivi che aveva originariamente, noi ne prendiamo atto, è un dato politico. La maggioranza si riunisca e cancelli tutti gli emendamenti che ha già presentato, la Giunta si riunisca e ritiri tutti gli emendamenti che ha già presentato; dopodiché l'esame del provvedimento riprenderà in Commissione una volta rientrato il Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.
SALIS (I.d.V.). Intervengo sull'ordine dei lavori per esprimere la sorpresa avuta per la richiesta del rinvio, per il fatto che le opposizioni avevano già chiesto di poter rinviare in quanto sapevamo che il Presidente della Commissione aveva problemi per stasera e per domani. Abbiamo chiesto di poter prendere tempo in modo che la discussione, su un provvedimento che noi abbiamo sempre considerato (e confermiamo questo giudizio) assolutamente insufficiente ad affrontare i problemi della Sardegna, potesse essere agevolata e accelerata. Siamo qui oggi in Aula a ribadire questa esigenza; la maggioranza superi i problemi evidenti che ha, torniamo in Aula anche venerdì o sabato se volete, prendetevi il tempo necessario, però risolvete i problemi di carattere politico esistenti all'interno della vostra coalizione.
Una volta superati questi problemi, richiamateci, riuniamoci in Conferenza dei Capigruppo, convochiamo il Consiglio e lavoriamo cercando di sfrondare questa manovra dagli emendamenti e dagli articoli assolutamente inutili, che sono, anzi, un orpello per la situazione sarda, e cerchiamo di trovare una soluzione per approvare gli articoli che hanno un sufficiente grado di interesse per la Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Presidente, intervengo perché non vorrei che si strumentalizzasse l'assenza del relatore, nonché Presidente della Commissione, il che sarebbe di cattivo gusto. La proposta del collega Diana mira a dare la possibilità proprio al relatore e Presidente della Commissione (certamente al suo posto domani sera) di verificare un numero piuttosto consistente di emendamenti, con l'impegno - per quanto ci riguarda - di cercare in tutti i modi di ridimensionarne il numero. Questo darebbe la possibilità di chiudere definitivamente la partita degli emendamenti fra domani sera e venerdì mattina e consentirebbe all'Aula di potersi muovere certamente in modo più spedito nella giornata di martedì.
PRESIDENTE. Mi sembra di poter fare una proposta di sintesi sulla base delle posizioni che sono emerse. Poiché il relatore della Commissione non è presente né stasera né domani mattina e la Commissione non ha ancora esaurito l'esame degli emendamenti, proporrei che la Commissione sia convocata domani pomeriggio e venerdì mattina per concludere l'esame degli emendamenti e poi si torni in Aula martedì 7 giugno alle ore 10.
Se siamo d'accordo, i lavori si concludono a questo punto. Domani, mercoledì 1 giugno, alle ore 16 è convocata la Commissione bilancio; mentre il Consiglio è convocato martedì 7 giungo alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 17 e 05.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni e della mozione annunziate in apertura di seduta
Interrogazione Diana Mario, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione preliminare del progetto di Piano stralcio delle fasce fluviali.
Il sottoscritto,
premesso che l'articolo 17, comma 6, della legge 19 maggio 1989, n. 183, dispone la redazione e l'adozione, da parte delle regioni, di un Piano stralcio delle fasce fluviali, quale stralcio del Piano di bacino regionale di cui al comma 3 del citato articolo, nel quale vengono individuate le tracce dello sviluppo dei corsi d'acqua sul territorio, al fine di identificare la massima estensione delle aree inondabili in caso di piena e le conseguenti misure di salvaguardia;
considerato che, con deliberazione n. 1 del 31 marzo 2011, il Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino regionale ha adottato in via preliminare il progetto di Piano stralcio delle fasce fluviali;
sottolineato che la predisposizione del progetto è stata aggiudicata con determinazione n. 1920 del 30 dicembre 2005 del direttore del Servizio albi regionali e contratti dell'Assessorato regionale dei lavori pubblici e perfezionata con contratto stipulato il 13 aprile 2006 tra il medesimo servizio ed il raggruppamento temporaneo di imprese vincitore della licitazione privata;
verificato che il raggruppamento temporaneo di imprese di cui sopra ha consegnato il progetto il 26 aprile 2010 e che l'elaborato è stato successivamente, così come prevede la normativa che ne disciplina l'iter di approvazione, sottoposto a validazione da parte di due tecnici precedentemente individuati dal medesimo Assessorato;
preso atto della decisione, da parte del Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino regionale, di apporre sulle aree interessate dal progetto di Piano stralcio, contestualmente alla sua adozione preliminare, le massime misure di salvaguardia previste dalle norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale, consistenti in un sostanziale divieto assoluto di edificazione, a partire dal 29 aprile 2011, anche nelle fasce ritenute inondabili solo in caso di eventi eccezionali, caratterizzati da una frequenza media fino a una volta ogni duecento anni;
attestato che, nelle more dell'adozione preliminare del progetto di Piano stralcio, l'Autorità di bacino regionale non ha ritenuto di coinvolgere i comuni interessati dal piano, né relativamente alla perimetrazione delle fasce fluviali, né relativamente alle misure di salvaguardia da apporre sul territorio;
valutato che l'apposizione delle suddette misure di salvaguardia si traduce di fatto in un'espropriazione delle competenze dei comuni in materia di pianificazione urbanistica, poiché comporta una sostanziale impossibilità a concedere licenze edificatorie per una gran parte dei comuni della Sardegna, anche all'interno dei centri abitati consolidati in un numero elevato di comuni il cui territorio è stato oggetto di interventi di bonifica e di protezione idraulica nel corso dell'ultimo secolo;
evidenziato il gravissimo danno che le comunità locali si trovano a patire a causa di tale decisione, la cui durata, per giunta, non è minimamente preventivabile, considerato il lungo e complesso iter che il progetto di Piano stralcio dovrà affrontare prima di essere sottoposto all'approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale e alla luce dei pesanti ritardi già accumulati nella sua redazione ed adozione preliminare,
chiede di interrogare il Presidente della Regione affinché riferisca quali misure la Giunta regionale intenda adottare affinché:
- sia revocata, in regime di autotutela, la deliberazione n. 1 del 31 marzo 2011 del Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino regionale;
- l'adozione preliminare del Piano stralcio delle fasce fluviali non sia accompagnata dall'apposizione di un regime vincolistico eccessivo ed immotivato, soprattutto senza che sia stata data ai comuni la possibilità di esprimersi al riguardo, per quanto concerne sia gli aspetti tecnici inerenti la sicurezza delle comunità locali in caso di eventi calamitosi che gli aspetti politici inerenti la pianificazione urbanistica. (579)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'iter di approvazione e definizione della Fondazione Giorgio Asproni.
Il sottoscritto,
premesso che con la legge regionale 1° aprile 2010, n. 7, viene istituita la Fondazione Giorgio Asproni dando mandato alla Regione di partecipare quale socio fondatore;
atteso che con atto deliberativo della Giunta regionale 21 dicembre 2010, n. 45/4, è stata approvata la bozza dell'atto costitutivo della Fondazione Giorgio Asproni;
considerato che:
- l'Associazione Giorgio Asproni promotrice della proposta di legge e socio fondatore della Fondazione Giorgio Asproni ha già deliberato l'approvazione dello schema di statuto e designato il proprio rappresentante nel consiglio;
- il Comune di Bitti, con delibera consiliare n. 6 del 5 maggio 2011, ha designato a voti unanimi il sig. Celestino Chia quale rappresentante nel consiglio e, con delibera n. 7 del 5 maggio 2011, ha approvato l'atto costitutivo e lo statuto della Fondazione Asproni conformemente agli atti approvati con deliberazione regionale n. 45/4 del 2010;
accertato che manca ormai solo la designazione del rappresentante della Regione presso il consiglio della Fondazione e che necessita provvedervi con urgenza onde evitare che vengano persi i finanziamenti già determinati;
preso atto con preoccupazione del lavorio prodotto dall'ufficio legislativo della Regione, che si pensa abbia più importanti ed alti interessi da tutelare per conto della Regione, anziché creare dei malumori e malintesi all'interno dell'amministrazione del Comune di Bitti e all'interno degli organismi costituenti la fondazione;
infatti, appare incomprensibile una convocazione per una riunione tecnica di lavoro, protocollo 8800 del 12 maggio 2011 da tenersi presso la Direzione generale dell'Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, il giorno mercoledì 18 maggio 2011 alle ore 12.30, richiamando contatti "intercorsi per le vie brevi", "al fine di redimere le problematiche relative alla Fondazione Giorgio Asproni";
per tutto ciò premesso e per le preoccupazioni esposte,
chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:
se siano a conoscenza delle problematiche sopra esposte;
se non ritengano di dover adottare tutti gli opportuni provvedimenti di concerto con i soggetti componenti della Fondazione Giorgio Asproni al fine di poter concludere in via positiva e definitiva l'iter procedurale della stessa. (580)
Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, in merito all'installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Pecora nel comune di Fluminimaggiore.
Il sottoscritto,
premesso che:
- da quanto si apprende dalla stampa, quello in programma a Capo Pecora è solo uno dei cinque radar di produzione israeliana che dovrebbero essere installati su altrettanti promontori lungo le coste sarde;
- la forte mobilitazione degli abitanti di Fluminimaggiore contro la realizzazione del radar ha portato gli stessi all'occupazione dell'area destinata ad ospitare il radar anti-sbarchi di clandestini;
considerato che:
- la zona nella quale dovrebbe essere installato il radar, compresa tra Capo Pecora e Portixeddu, è una zona di incomparabile bellezza naturale che mira ad uno sviluppo turistico ecocompatibile;
- chi contesta l'installazione del radar teme ripercussioni sull'ambiente e sulla salute dei cittadini legate alla emissione di onde elettromagnetiche potenzialmente nocive;
preso atto che l'installazione del suddetto radar rappresenterebbe l'ennesimo atto di militarizzazione dei territori sardi,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se:
1) siano a conoscenza della situazione descritta;
2) non ritengano opportuno contrastare l'installazione di un radar che rappresenterebbe l'ennesima fonte di inquinamento e comprometterebbe inevitabilmente lo sviluppo costiero del territorio. (581)
Interrogazione Dessì, con richiesta di risposta scritta, sulla installazione di un radar da parte della Guardia di finanza in località Capo Sperone nell'Isola di Sant'Antioco.
Il sottoscritto,
premesso che:
- la Giunta regionale della Sardegna, con deliberazione 4 novembre 2010, n. 36/22, ha concesso in comodato d'uso alla Guardia di finanza, Reparto tecnico logistico amministrativo della Sardegna, una porzione dell'immobile denominato "ex stazione radio" in Sant'Antioco, località Capo Sperone, Su Monti de su Semafuru, al fine di installare un potente radar su un traliccio alto 36 metri per la sorveglianza costiera e marittima;
- l'intera parte sud dell'Isola di Sant'Antioco fa parte di un ecosistema che subirebbe gravissime ripercussioni dai potenziali effetti dell'inquinamento elettromagnetico, in quanto la zona presenta un quadro paesaggistico assolutamente unico e irripetibile, per cui la possibile installazione del radar comprometterebbe l'intero ecosistema dell'area;
considerato che:
- la zona indicata si trova all'interno di una zona di protezione speciale, codice ITB043032, denominata "Isola di Sant'Antioco, Capo Sperone" ed è in zona H nel vigente PUC comunale;
- l'intera Isola di Sant'Antioco è tutelata da vincolo paesaggistico (Codice Urbani, decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) oltre a quello determinato dal Piano paesaggistico regionale - Ambito del paesaggio n. 6 (Carbonia e isole Sulcitane),
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se:
siano a conoscenza della situazione descritta;
non ritengano opportuno bloccare l'installazione del radar per valutarne l'ubicazione in un'area più idonea;
siano stati rispettati tutti i vincoli a cui la zona in questione è sottoposta (PUC, PPR, ZPS, vincolo paesaggistico in base al Codice Urbani, decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42). (582)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di migliorare l'efficienza del servizio di guardia medica nel territorio del Goceano.
Il sottoscritto,
premesso che:
- il territorio del Goceano dispone di una rete assistenziale composta da cinque sedi di guardia medica;
- tali sedi rappresentano un fondamentale punto di riferimento per la popolazione locale, la quale vi si rivolge in situazioni di urgenza, nelle ore notturne, nei giorni festivi e prefestivi ed in ogni caso nei momenti in cui il medico di famiglia non è in servizio;
- gli ambulatori in argomento contano anche cento visite al mese, a dimostrazione della necessità della loro operatività ed efficienza nel territorio del Goceano;
- il servizio ospedaliero più vicino è quello di Nuoro, che dista circa un'ora di percorrenza attraverso una rete viaria tortuosa e poco sicura;
- nella giornata dell'11 maggio 2011, un cittadino recatosi presso la guardia medica di Burgos non ha potuto ricevere la prestazione sanitaria occorrentegli a causa dell'assenza, presso la struttura, delle palette in legno per effettuare la visita alla gola;
considerato che l'assistenza sanitaria in tutto il territorio del Goceano è estremamente penalizzante per la popolazione in quanto è assente anche il servizio del 118, ridotto esclusivamente alla presenza di alcune ambulanze delle associazioni di volontariato con personale tecnico ed infermieristico, ma prive di personale medico a bordo;
EVIDENZIATO che:
- l'assenza presso la struttura medica delle palette in legno, strumento di base necessario per una visita preliminare, costituisce un rilevantissimo campanello di allarme, significativo del basso livello di efficienza della stessa;
- la carenza delle risorse strumentali e materiali in strutture quali quelle del Goceano, data l'importanza delle stesse per il territorio, assume proporzioni allarmanti a causa della conseguente impossibilità di garantire alla popolazione locale prestazioni sanitarie adeguate;
sottolineato che:
- la necessità di particolare attenzione da parte dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale in merito alla sorte, andamento e tutela delle guardie mediche del territorio del Goceano è già stata oggetto della interrogazione presentata dal sottoscritto e contraddistinta dal n. 456/A;
- l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con risposta in data 10 maggio 2011, condividendo l'importanza dell'efficienza di tali strutture nel territorio in argomento, ha assunto l'impegno, in un'ottica di riconfigurazione della rete di emergenza/urgenza, di migliorare il livello di efficienza delle stesse,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritenga necessario rafforzare:
1) la rete organizzativa al fine di consentire che le strutture mediche del Goceano, dato il loro grave stato di isolamento, vengano sempre tenute in condizioni di efficienza ottimale sia dal punto di vista strumentale che merceologico, consentendo una evasione delle richieste provenienti dagli addetti a tali strutture in tempi rapidissimi;
2) l'assistenza sanitaria nell'intero territorio, predisponendo un efficiente servizio di pronto soccorso al servizio del bacino di utenti del Goceano. (583)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi disagi creati all'utenza a seguito del trasferimento, nella sede territoriale ARGEA di Sassari, del Settore sostegno al reddito, dalla via Baldedda 11 a viale Adua 1.
Il sottoscritto,
premesso che:
- recentemente l'organico ARGEA, sede territoriale di Sassari, è stato interessato da un trasferimento logistico di massa;
- invero, l'intero Settore sostegno al reddito, ergo i suoi addetti, è stato spostato dalla sede di via Baldedda 11 a quella di viale Adua 1;
- i locali di viale Adua 1 appaiono essere inadeguati a soddisfare le esigenze logistiche ed organizzative sia dell'utenza che del personale ivi impiegato;
- per l'adeguamento della sede di viale Adua 1 la Regione Sardegna sta investendo i danari dei contribuenti;
- nella sede di via Baldedda 11 sono presenti dei locali inutilizzati che potrebbero essere impiegati per ospitare il suindicato settore e consentire di offrire all'utenza un servizio caratterizzato da efficienza e coordinazione;
- nella sede di via Baldedda 11 vi sono anche gli uffici zonali LAORE, gli uffici zonali dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari, nonché gli uffici della Guardia di finanza;
- in tutte le altre città dell'Isola il Settore sostegno al reddito, oggetto di trasferimento, è presente negli stessi locali dove vi è LAORE;
considerato che:
- il trasferimento del settore in parola presso la sede di viale Adua 1 non appare rispondere ad alcuna logica garantista né per il personale addetto al servizio, né per l'utenza, né per l'economia dell'ente;
- l'utenza, a seguito di questo trasferimento, ha subito e sta subendo gravissimi disagi;
- invero, la dirigenza, prima di disporre tale trasferimento, non ha messo a punto un piano particolareggiato volto a garantire un servizio funzionale e caratterizzato da celerità e coordinazione;
- invero, gli utenti si trovano costretti, per un medesimo incombente, a doversi recare sia presso gli uffici di viale Adua 1 che via in Baldedda 11;
- prima, infatti, le domande potevano essere protocollate sia nella sede di via Baldedda che di viale Adua, mentre attualmente possono essere protocollate solo in viale Adua, creando una dispersione di tempo e di energie inutile;
verificato che:
- per l'adeguamento dei locali di viale Adua 1, al fine di renderli conformi ad uno standard che garantisca un luogo sano e sicuro di lavoro, l'ARGEA sta investendo copiosi capitali;
- tali capitali potrebbero essere investiti per rendere agibili dei locali inutilizzati che vi sono all'interno della sede di via Baldedda, nello stesso complesso edilizio dove ha gli uffici anche LAORE;
- invero, nello stesso complesso edilizio vi sono dei locali privi di impiego, vandalizzati ed abbandonati al degrado (lato ufficio finanza);
- l'investimento del flusso monetario in tale ambito, in luogo di quello di viale Adua, consentirebbe una riduzione della spesa pubblica, una migliore resa del servizio, un maggior coordinamento ed interscambio tra i vari uffici, ed una migliore soddisfazione dell'utenza;
- gli stessi utenti, dalla allocazione più periferica della via Baldedda, sarebbero più avvantaggiati all'accesso anche in termini di minor traffico, maggior parcheggio e migliore mobilità tra i differenti uffici afferenti alla medesima materia,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:
quali siano le motivazioni che hanno animato tale trasferimento del Settore sostegno al reddito dalla via Baldedda 11 al viale Adua 1;
quali siano le ragioni per le quali si è scelto di investire i danari dei contribuenti nella ristrutturazione dei locali di viale Adua 1 piuttosto che in quelli di via Baldedda 11;
quali siano i provvedimenti urgenti che intendono adottare al fine di gestire nell'immediato tale problematica, la quale rischia di creare un collasso dell'attività dell'ente ARGEA e collegati. (584)
Interrogazione Locci, con richiesta di risposta scritta, sullo stato dell'iter amministrativo dei lavori di bonifica ambientale dell'area ex Sardamag di Sant'Antioco.
Il sottoscritto,
preso atto che:
- in data 30 giugno 2008 è stata sottoscritta una convenzione tra Progemisa e Regione autonoma della Sardegna, relativa all'affidamento dell'incarico di esecuzione del piano di caratterizzazione dell'area Seamag;
- dopo la messa in liquidazione della Progemisa (24 luglio 2008) le competenze sono passate all'ARPAS che, a sua volta, le ha riaffidato il compito del completamento dell'attività iniziata;
- in data 23 dicembre 2009 è stato definito l'accordo mediante una convenzione della durata di 30 mesi tra la Regione, Assessorato dell'industria e IGEA Spa per la progettazione ed esecuzione degli interventi di messa in sicurezza permanente e/o di bonifica dell'area ex Sardamag nel Comune di Sant'Antioco per un importo pari a euro 2.500.000, secondo le procedure previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006, in quanto l'area in questione è sito di interesse nazionale (SIN) e quindi con competenza primaria del Ministero dell'ambiente;
- la conferenza dei servizi istruttoria svoltasi a Roma il 30 novembre 2010 avrebbe accertato che:
a) nell'area ex Sardamag vi è una contaminazione del suolo da idrocarburi pesanti e leggeri fino a una profondità di 6-9 metri e da metalli pesanti come piombo, zinco, cadmio e mercurio entro i 3 metri dalla superficie, mentre in una zona tra i 6 e gli 8 metri ci sarebbe inquinamento da mercurio; non ci sarebbe inquinamento negli strati superficiali;
b) le falde acquifere sarebbero contaminate da composti organici aromatici come benzene, toluene, p-xilene, benzopirene oltre a solfati, manganese e ferro che sembrerebbero secondari all'ingressione marina o a mineralizzazioni nelle vulcaniti terziarie; la superficie inquinata dell'area ex Sardamag sarebbe di circa 30.000 metri quadri;
c) l'inquinamento da idrocarburi pesanti e da metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombo e zinco si estende oltre l'area ex Sardamag per circa 10.000 metri quadrati in zona di proprietà comunale in continuità con l'area da bonificare;
d) nell'area ex Sardamag ci sarebbero materiali inerti di demolizione per circa 50.000 metri cubi, considerati rifiuti non pericolosi;
considerato che:
- il Ministero dell'ambiente - Direzione generale tutela del territorio e delle risorse idriche, avrebbe dato diverse prescrizioni ed in particolare:
a) uno studio idrogeologico approfondito dell'area;
b) immediata attivazione di interventi di messa in sicurezza d'emergenza della falda e dei suoli al fine di evitare la diffusione della contaminazione verso l'esterno;
c) azioni di verifica da parte dell'ARPAS dell'esecuzione degli interventi richiesti;
d) immediata attivazione di interventi relativi allo smaltimento dei rifiuti presso siti idonei;
- sono passati 17 mesi dalla convenzione tra l'Assessorato dell'industria e l'IGEA senza che sia ancora stato risolto il problema;
- mancano 13 mesi alla scadenza della citata convezione senza che abbiano avuto inizio i lavori almeno di messa in sicurezza d'emergenza come prescritto dal Ministero dell'ambiente;
- sono passati 6 mesi dalla conferenza di servizio istruttoria svoltasi presso il Ministero dell'ambiente senza che sia stato dato inizio ai lavori;
- l'ultima conferenza di servizio decisoria del 23 febbraio 2011 presso il Ministero dell'ambiente confermerebbe le prescrizioni relative alla messa in sicurezza d'emergenza (MISE);
ritenuto che:
- come già indicato nella precedente interrogazione del 22 dicembre 2010, n. 468, l'ultimazione della bonifica permetterebbe di poter rifare il bando per la cessione/concessione dell'area, che prevede nel PUC di Sant'Antioco la possibilità di costruire un grosso porto turistico con area cantieristica, servizi e residenze turistiche;
- l'attività portuale turistica con la cantieristica ed i servizi a regime porterebbe centinaia di posti di lavoro fissi e non stagionali;
- gli allungamenti dei tempi determinano un danno incalcolabile in termini occupazionali,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'industria e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:
1) se siano a conoscenza dei ritardi e delle lungaggini che stanno caratterizzando tutto l'iter tecnico-amministrativo, soprattutto, sembrerebbe, nel livello di competenza dell'Assessorato dell'industria;
2) quali provvedimenti urgenti si possano mettere in atto per superare la situazione descritta, che blocca di fatto le possibilità di sviluppo di un intero territorio. (585)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo - Salis - Mariani, con richiesta di risposta scritta, sul mancato avvio in Sardegna della sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla.
I sottoscritti,
premesso che:
- il 25 gennaio 2011 veniva presentata l'interpellanza n. 185/A a firma COCCO Daniele Secondo e più sulla inderogabile necessità di avviare anche in Sardegna la sperimentazione del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla;
- a conclusione della discussione dell'interpellanza in Aula, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, pur affermando che "nella sperimentazione clinica ogni opportunità deve essere colta,... la sperimentazione va portata avanti, ma senza che si creda che si sia trovata una cura al problema", non ha assunto alcun impegno riguardo all'avvio della relativa sperimentazione in Sardegna;
considerato che:
- a tutt'oggi i pazienti sardi affetti da sclerosi multipla che intendono sottoporsi alla nuova terapia non possono farlo nel proprio territorio di residenza e sono costretti a rivolgersi ad altre regioni, con i comprensibili gravi disagi e i rischi relativi agli spostamenti di persone sofferenti, spesso gravate da disabilità motorie e costrette anche a sostenere pesanti costi aggiuntivi;
- mentre la sanità sarda resta a guardare, le regioni in cui il protocollo Zamboni è stato già avviato proseguono nella sperimentazione con risultati incoraggianti, e ancora nuove regioni hanno aderito alla sperimentazione stessa;
- l'8 febbraio 2011 la Giunta regionale del Veneto ha approvato la deliberazione n. 123 sulla "Diagnostica e trattamento correttivo endovascolare della Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale Cronica (CCSVI) in pazienti con Sclerosi Multipla (SM). Identificazione delle strutture regionali di riferimento";
- il 16 maggio 2011 la Regione Toscana ha emanato la delibera n. 356 avente ad oggetto: "Approvazione linee di indirizzo per le Aziende Sanitarie Toscane per il percorso organizzativo delle attività di diagnostica e trattamento della CCSVI nella sclerosi multipla";
preso atto che:
- le raccomandazioni di cui alla nota indirizzata agli assessori regionali della sanità dal Ministero della salute in data 27 ottobre 2010 previste "in materia di sclerosi multipla e Insufficienza venosa Cerebrospinale Cronica affinché ne venga tenuto conto nella predisposizione delle connesse attività assistenziali";
- dall'insieme dei dati scientifici finora pubblicati emerge una grande discrepanza di risultati e, pertanto, al momento attuale, non vi sono ancora sufficienti evidenze scientifiche in grado di determinare una indicazione terapeutica univoca di correzione della stenosi venosa extracranica;
- nelle richiamate raccomandazioni viene fatto specifico riferimento al fatto che, pur riconoscendo la necessità di proseguire sia l'attività di ricerca scientifica biomedica nell'ambito della sclerosi multipla sia quella tesa a dimostrare una correlazione epidemiologica e fisiopatologica tra la CCSVI e la sclerosi multipla, possa, comunque, essere continuato o iniziato il trattamento correttivo endovascolare della CCSVI in pazienti affetti da sclerosi multipla;
- altresì del parere espresso dal Consiglio superiore della sanità in data 25 febbraio 2011 e trasmesso dal Ministero della salute in data 4 marzo 2011 agli assessori regionali della sanità che prevede quali contenuti minimi del protocollo soprarichiamato:
1) una dichiarazione sul conflitto di interessi;
2) le modalità di selezione ed esclusione dei pazienti;
3) le indagini diagnostiche;
4) le modalità metodologiche di esecuzione degli esami e delle procedure;
5) gli end-point primari e secondari;
6) il monitoraggio degli eventi avversi;
7) la cadenza dei follow-up;
8) le caratteristiche delle indagini statistiche,
chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
quali siano le motivazioni per cui la Sardegna non sia a tutt'oggi inserita nello stadio terapico multicentrico e randomizzato sulla insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) nella sclerosi multipla;
se non ritenga opportuno predisporre in tempi brevi i provvedimenti necessari all'avvio di centri di sperimentazione del protocollo Zamboni, nel rispetto delle raccomandazioni previste dal Ministero della salute, presso le ASL di Nuoro, Sassari e Cagliari, peraltro già dotate di strutture e professionalità fortemente impegnate nella cura della sclerosi multipla. (586)
Interrogazione Lotto - Bruno - Manca - Meloni Valerio - Corda - Espa, con richiesta di risposta scritta, sui disagi a cui devono sottostare i pazienti del nord Sardegna affetti da pemfigo del cavo orale.
I sottoscritti,
premesso che:
- la pemfigo è una malattia bollosa autoimmune inclusa tra le malattie rare e che il suo codice di identificazione e di esenzione (nazionale) è: RL0030;
- per la diagnosi delle forme di pemfigo occorrono, singolarmente o combinati, la clinica, l'esame istologico, l'immunofluorescenza e l'esame citologico (su cellule prelevate dalle lesioni);
- per il monitoraggio del paziente in trattamento farmacologico è indispensabile il dosaggio di anticorpi nel sangue anti-desmogleina 1 e 3 (DsG1, DsG3); tale esame è semplice, affidabile ed economico;
- il tasso di DsG è proporzionale alla gravità della malattia, all'efficacia della terapia con i farmaci immunodepressivi e all'estensione della malattia (cutanea o mucosa);
considerato che:
- presso la Clinica dermatologica universitaria - AOU di Sassari, esiste il Centro assistenza regionale (CA) per le malattie rare, e quindi anche per questa malattia;
- il centro CRP di coordinamento per le stesse è a Cagliari, presso la Clinica dermatologica, Ospedale San Giovanni di Dio;
- i pazienti che afferiscono a Sassari non possono eseguire l'esame degli anticorpi anti-desmogleine poiché il laboratorio della Clinica dermatologica è sprovvisto di lettore ottico per le IgE, strumento indispensabile per tale esame;
verificato che i pazienti malati di pemfigo devono recarsi a Cagliari per questo esame, pagare il ticket, poiché pare che il laboratorio della Clinica dermatologica o del centro CRP non recepisca o non abbia tra le prestazioni esenti per le patologie rare questo tipo di esame,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
1) quali misure intendano adottare affinché i pazienti affetti dalla pemfigo possano seguire l'intero ciclo di monitoraggio e trattamento farmacologico presso la Clinica dermatologica universitaria - AOU di Sassari;
2) se non ritengano utile a riguardo dotare i laboratori della suddetta Clinica dermatologica del lettore ottico per le IgE;
3) se non ritengano che anche presso la sede regionale di Cagliari venga prevista l'inclusione di tale esame tra le prestazioni esenti. (587)
Interrogazione Barracciu - Sanna Gian Valerio - Bruno, con richiesta di risposta scritta, sugli aspetti di illegittimità contenuti nella deliberazione della Giunta regionale 19 maggio 2011, n. 25/33, e sulla duplicazione della competenze già attribuite al Centro regionale di programmazione.
I sottoscritti,
premesso che il Centro regionale di programmazione (CRP):
- è ordinato dagli articoli 13 e 15 della legge regionale n. 7 del 1962; dall'articolo 15 della legge regionale n. 33 del 1975; dall'articolo 67 della legge regionale n. 5 del 1985, dal decreto del Presidente della Giunta regionale n. 179 del 1986, è il soggetto tecnico destinato alla predisposizione degli atti programmatici della Regione ordinariamente previsti dalle norme quali il Programma regionale di sviluppo (PRS), il Documento annuale di programmazione economico-finanziaria (DAPEF), i piani di rinascita ed i relativi programmi di intervento;
- svolge funzioni di direzione, programmazione, analisi sociali, economiche e territoriali, verifica dell'attuazione e monitoraggio dei programmi e progetti, amministrazione e gestione delle risorse finanziarie;
- partecipa alla predisposizione degli atti di programmazione nazionale e comunitaria, quale il Documento unico di programmazione (DUP), il documento sui fondi FAS (Fondi aree sottoutilizzate), ed i Programmi nazionali correlati alla programmazione comunitaria, predispone il Programma operativo regionale (FESR), i programmi di iniziativa comunitaria e gestisce e coordina di tutti gli atti legati alla loro attuazione;
- assolve ai compiti derivanti dalla programmazione comunitaria;
rilevato che:
- l'articolo 11, comma 9, della legge regionale n. 3 del 2009 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), ha istituito presso la Presidenza della Regione la Direzione generale per il coordinamento della programmazione unitaria le cui competenze sono state definite esclusivamente dall'articolo 12 della legge regionale n. 1 del 2011 (legge finanziaria 2011), che le attribuisce, a seguito della soppressione dell'Osservatorio economico, competenze in materia di statistica e di rapporti con il sistema statistico nazionale;
- l'assetto organizzativo della Direzione generale di cui trattasi è stato stabilito con il decreto del Presidente della Regione 6 novembre 2009, n. 98, il quale ha istituito due servizi: il Servizio per lo studio, l'elaborazione e la definizione dei documenti della programmazione regionale e il Servizio per il monitoraggio e la valutazione della programmazione unitaria che tenevano conto delle competenze del CRP prevedendo, tra l'altro, la collaborazione con quest'ultimo per la predisposizione del Programma regionale di sviluppo e del DAPEF;
preso atto che la recente deliberazione della Giunta regionale 19 maggio 2011, n. 25/33 (Modifiche all'assetto organizzativo della Direzione generale della programmazione unitaria e della statistica regionale definito con decreto del presidente della Regione n. 98 del 2009), è motivata in premessa con la necessità di istituire un nuovo servizio a seguito della soppressione dell'Osservatorio economico e delle nuove competenze attribuite alla direzione generale in materia di statistica;
verificato che:
- l'allegato alla delibera di cui sopra non si limita ad istituire un nuovo servizio in materia di statistica, ma ridefinisce totalmente le competenze del Servizio della programmazione unitaria, studi, monitoraggio e valutazione connotandole con un carattere di esclusività ed eliminando ogni riferimento alle competenze di legge del CRP;
- il Servizio della programmazione unitaria è infatti definito nell'allegato alla delibera "Punto di riferimento delle strutture regionali preposte all'attuazione dei programmi nazionali e comunitari per la predisposizione preliminare e finale dei relativi documenti strategici e programmatori (DAPEF, PRS)" e redige il Documento unico di programmazione (DUP);
sottolineato che:
- la deliberazione della Giunta regionale n. 25/33 del 2011, nel dispositivo in cui stabilisce i compiti in materia di programmazione del Servizio della programmazione unitaria contiene elementi di illegittimità in quanto i predetti compiti sono attribuiti senza copertura normativa e duplicano altresì i compiti già attribuiti dalle norme regionali al Centro regionale di programmazione;
- la maggior parte dei compiti attribuiti corrispondono infatti esattamente ai compiti e alle funzioni attribuiti ex lege al CRP e tale duplicazione evidenzia la sottrazione al CRP delle proprie competenze e l'accentramento delle stesse in capo alla Presidenza della Regione;
- tali disposizioni rappresentano ulteriore elemento di confusione delle procedure amministrative e politiche a danno del sistema pubblico e privato e rappresentano spreco di risorse umane ed economiche,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere se:
e come intenda sanare gli elementi di grave illegittimità contenuti nella delibera della Giunta regionale n. 25/33 del 2011 laddove i compiti in materia di programmazione dei servizi della Direzione generale della programmazione unitaria vengono attribuiti senza copertura normativa e in contrasto con i compiti che viceversa la legge attribuisce al CRP;
non ritenga di dover comunque annullare la delibera anche per fondati elementi di opportunità, considerato che i nuovi compiti in materia di programmazione attribuiti ai servizi della Direzione generale della programmazione unitaria presso la Presidenza della Regione contengono evidenti aspetti di duplicazione e sovrapposizione con i compiti istitutivi del CRP e rappresentano un serio ostacolo alla efficienza e coerenza organizzativa delle strutture di programmazione e allo stesso carattere "unitario" della programmazione regionale in capo all'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio;
l'istituzione del nuovo Servizio della programmazione unitaria, studi, monitoraggio e valutazione non nasconda in realtà il tentativo di svuotare e depotenziare il CRP e dunque l'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio con implicita dichiarazione di sfiducia nei confronti dell'Assessore Giorgio La Spisa, che non risulta abbia concorso alla stesura dell'atto in oggetto, ovvero se l'Assessore La Spisa concordi con le disposizioni contenute nella delibera di cui trattasi. (588)
Interrogazione Mulas, con richiesta di risposta scritta, sull'utilizzo dell'incubatore tecnologico realizzato da Sviluppo Italia nell'agglomerato industriale di Porto Torres.
Il sottoscritto,
premesso che Sviluppo Italia ha realizzato nell'agglomerato industriale di Porto Torres un incubatore tecnologico (mai entrato in funzione) per favorire l'insediamento di nuove attività industriali, soprattutto per quanto riguarda il primo inserimento, onde consentire alle imprese di iniziare delle nuove attività avendo a disposizione spazi attrezzati e infrastrutturati, base indispensabile per creare il presupposto ad un possibile consolidamento aziendale, senza sostenere in partenza notevoli impegni di carattere economico;
visto che a causa di notevoli problematiche con risvolti di carattere burocratico e gestionale, Sviluppo Italia è stata messa in liquidazione dall'unica proprietaria, Invitalia, che non ha nelle sue strategie e scopi quello di gestire incubatori tecnologici;
considerata la situazione di stallo, per evitare il deterioramento di un bene realizzato con denaro pubblico, il Consorzio industriale provinciale di Sassari, nel cui territorio ricade il suddetto incubatore, ha attivato contatti volti ad ottenere la disponibilità all'utilizzo di detta struttura incontrando Ministero del tesoro e quindi Invitalia e dialogando con la Regione per attivare una strategia comune da mettere in atto per risolvere la situazione, in quanto il suo eventuale utilizzo è consono alle sue politiche statutarie;
preso atto che:
- il Consorzio provinciale di Sassari gestisce già gli incubatori presenti negli agglomerati industriali di Alghero San Marco e Sassari Truncu Reale; logica vorrebbe che esso fosse l'ente gestore anche di questo, ricadente nell'agglomerato industriale di Porto Torres;
- l'eventuale utilizzo dell'incubatore tecnologico di Porto Torres potrebbe consentire di alleviare, seppure parzialmente, le difficoltà di insediamento di nuove intraprese industriali che volessero installare delle attività in quel sito, penalizzate attualmente da norme e divieti emanati dal Ministero dell'ambiente che stabiliscono che siano realizzati piani di caratterizzazione, analisi, carotaggi e validazioni delle indagini dei luoghi prima di approvare i relativi progetti di costruzione degli opifici,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'industria, dato l'impegno profuso e la sensibilità dimostrata dallo stesso nel corso della sua attività per la risoluzione delle problematiche inerenti lo sviluppo delle imprese insite nel territorio della Sardegna, per sapere se, nelle more di un accordo tra Regione e Ministero del tesoro, possa essere previsto il passaggio dei beni patrimoniali di Sviluppo Italia alla Regione ed il passaggio del bene incubatore tecnologico di Porto Torres alla fruibilità e gestione del Consorzio provinciale di Sassari, garantendo una tutela anche per il personale, che attende di essere ricollocato nel circuito lavorativo. (589)
Interrogazione Bruno, con richiesta di risposta scritta, sulle preoccupanti condizioni di disagio e inefficienza che interessano l'Ospedale A. Segni di Ozieri.
Il sottoscritto,
premesso che:
- l'Ospedale "A. Segni" di Ozieri svolge un ruolo fondamentale per la comunità della cittadina e per l'intero Distretto sanitario di Ozieri, particolarmente rilevante per incidenza demografica ed estensione e peculiare per la conformazione territoriale;
- già l'atto aziendale adottato dalla ASL n. 1 di Sassari e valutato positivamente dalla Giunta regionale nel giugno 2008 (deliberazione della Giunta regionale 10 giugno 2008, n. 33/26) prospettava la riorganizzazione e la riconversione dei servizi distrettuali e dell'Ospedale di Ozieri, attribuendo e riconoscendo ad esso il ruolo di ospedale di rete, assegnando competenze riferibili al territorio di incidenza, attraverso il previsto ammodernamento tecnologico e strutturale e la realizzazione di un forte nucleo specialistico da collocare in una nuova apposita ala, azioni indispensabili per soddisfare le esigenze dei cittadini e degli operatori, che avrebbero potuto garantire un effettivo miglioramento dei servizi sanitari;
rilevato che, nei tre anni trascorsi dall'approvazione dell'atto aziendale della ASL n. 1, nessuna delle azioni previste in riferimento alla riorganizzazione e riconversione dell'Ospedale di Ozieri è stata avviata, e anzi sono intervenute criticità ed inefficienze che rendono estremamente gravi e non più sostenibili i disservizi che interessano quotidianamente il presidio ospedaliero e il distretto sanitario di Ozieri;
considerato che:
- nonostante l'Ospedale A. Segni di Ozieri sia qualificato nell'atto aziendale come sede di Dipartimento di emergenza e accettazione di primo livello, la ASL n. 1 non ha ancora reso noti modalità e tempi di predisposizione dei servizi necessari a qualificare il presidio ospedaliero come tale, in particolare i servizi atti alla gestione delle emergenze come l'Unità di osservazione breve, l'Unità di terapia intensiva cardiologica, il Servizio di rianimazione;
- le Unità operative di ortopedia e chirurgia condividono gli stessi locali e la stessa sala operatoria, in attesa della riqualificazione della sala operatoria del reparto di chirurgia, chiusa ormai da un anno a seguito di una verifica di agibilità, già finanziata e non ancora realizzata, con notevoli disagi per i pazienti e per il personale causati dalla conseguente diminuzione dei posti letto disponibili e delle prestazioni erogabili;
- solo in questi giorni la riqualificazione dell'Unità di radiologia, prevista nell'atto aziendale, muove i primi passi, con il trasferimento nei locali di recente realizzazione dove potranno essere utilizzate le nuove apparecchiature, in particolare la risonanza magnetica di ultima generazione che avrebbe dovuto essere operativa già da settembre 2010 e per la quale si prevede comunque un utilizzo sottodimensionato a causa della carenza di personale qualificato e dedicato;
- l'Unità operativa di neurologia, punto di riferimento per l'intera ASL n. 1, è costretta ad operare in locali inadeguati in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione del reparto, che procedono con estrema lentezza e consentirebbero l'offerta di servizi più funzionali, in particolare per i degenti;
- la realizzazione del blocco operatorio ospedaliero, già finanziata, non è stata ancora avviata, né si hanno notizie del progetto di istituzione dell'Unità operativa di recupero e riabilitazione funzionale, con relativi posti letto, o del ripristino del servizio mensa e delle cucine interne alla struttura, che già da settembre 2010 avrebbero dovuto essere operative;
- alle insufficienze strutturali si aggiungono importanti questioni legate alla dotazione organica delle diverse unità operative: il personale in quiescenza, in maternità o aspettativa non viene sostituito, e i trasferimenti temporanei e gli accorpamenti tra unità operative utilizzati come rimedio non sembrano sicuramente rispondere ad esigenze di efficienza e adeguatezza, condizioni essenziali per il buon funzionamento di qualsiasi reparto ospedaliero, generando per contro gravi disagi nella predisposizione dei turni di lavoro e più in generale nella gestione delle risorse umane, legati anche al fatto che da circa due anni la struttura amministrativa del presidio ospedaliero non può contare su un responsabile a tempo pieno e numerosi uffici sono stati depotenziati a seguito dell'accentramento verso la sede centrale della ASL n. 1 di gran parte delle competenze;
- l'Unità operativa di genetica medica, unica struttura a servizio dell'intera ASL n. 1 così come disposto dall'atto aziendale, pur avendo erogato nel 2010 oltre diecimila prestazioni, dal 31 dicembre 2010 è priva di un responsabile e manca di adeguato personale medico;
- è stato chiaramente disatteso, da parte della ASL n. 1, l'impegno di ridefinire i compiti e le mansioni dei servizi all'interno del Presidio ospedaliero di Ozieri quali diabetologia, endoscopia, neonatologia, otorinolaringoiatria, odontoiatria, tutti interessati da particolari condizioni di precarietà ed emergenza, fino al caso limite dei Servizi di cardiologia ed endocrinologia che non sono più presenti all'interno della struttura ospedaliera dopo il trasferimento dell'unico medico incaricato;
- altre allarmanti situazioni di particolare provvisorietà si riscontrano nei Servizi di senologia, oncologia e pediatria;
- dal 1° marzo 2011 il centralino della struttura è operativo soltanto tra le ore 7.00 e le 21.00, lasciando scoperte le ore notturne durante le quali tutte le chiamate in entrata sono dirottate al reparto di Pronto soccorso, con comprensibile disagio per il personale di servizio e per gli utenti,
chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:
quali ostacoli impediscano il potenziamento dei servizi territoriali, l'ammodernamento tecnologico e strutturale e la realizzazione di tutte le azioni previste all'interno dell'atto aziendale della ASL n. 1 di Sassari riguardanti l'Ospedale A. Segni di Ozieri, che permetterebbero di soddisfare una domanda di interventi specialistici molto più estesa ed efficiente in un territorio, quale quello compreso nel distretto sanitario di Ozieri, rilevante per molteplici aspetti;
quali iniziative intenda adottare per rimuovere tali ostacoli, da individuare attraverso una seria analisi delle cause che hanno portato in poco tempo ai gravissimi disservizi che stanno conducendo il presidio ospedaliero ozierese alla cronicizzazione dell'emergenza, situazione inaccettabile per gli operatori sanitari e in particolare per i pazienti ai quali dovrebbero essere sempre garantiti servizi sanitari efficienti, efficaci, appropriati;
se non ritenga opportuno, per quanto di sua competenza, intervenire presso la direzione della ASL n. 1 di Sassari per dare concreta attuazione a quanto previsto all'interno dell'atto aziendale riguardante l'Ospedale A. Segni di Ozieri, al fine risolvere al più presto ogni situazione di precarietà e disagio e permettere al personale sanitario di operare in condizioni dignitose, di fornire servizi adeguati e di garantire la giusta assistenza a tutti gli utenti del territorio. (590)
Mozione Bruno - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Corda - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zedda Massimo - Zuncheddu sull'installazione di stazioni radar di penetrazione per finalità militari nel territorio regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la popolazione della Sardegna si sta mobilitando contro l'ulteriore militarizzazione del territorio sardo;
- il Ministero della difesa ha siglato un accordo con lo Stato di Israele per l'acquisto di tecnologie militari per l'installazione nel territorio italiano di potenti radar di penetrazione e sorveglianza per contrastare gli sbarchi di migranti;
- ad oggi in Sardegna sono previste installazioni radar nelle seguenti località:
a) Capo Sperone - Su Semafuru, nell'area della ex stazione radio militare di Sant'Antioco;
b) Santa Vittoria a Tresnuraghes;
c) Argentiera in territorio Sassarese;
d) Capo Pecora a Fluminimaggiore;
- tali interventi prevedono l'installazione di piattaforme alte fino a 30 metri, con un potente radar di profondità per la sorveglianza costiera e per contrastare gli sbarchi degli immigrati;
- per la sorveglianza costiera sarà integrato un sistema di comando, controllo, comunicazioni, computer ed informazioni (C4I) della Guardia di finanza, realizzato grazie alle risorse del fondo europeo per le frontiere esterne, programma quadro 2007/2008 sui flussi migratori, che ha consentito al Comando generale della forza armata di acquistare cinque sofisticati EL/M-2226 ACSR (Advanced coastal surveillance radar) realizzati da Elta Systems, società controllata dalla Israel aerospace industries Ltd. (IAI);
CONSIDERATO che:
- l'impatto degli impianti radar ricade in aree di elevato valore ambientale e naturalistico e causerà una modifica morfologica ambientale ed un danno alla salute per la cittadinanza residente per l'elevato inquinamento dei campi elettromagnetici;
- i radar funzionano in qualunque condizione atmosferica ed emettono onde molto corte in X-band e, secondo vari esperti, fra cui la stessa Elta Systems, che li produce, possono essere dannosi per i pesci, per la flora marina e le persone;
- nel siti interessati sono presenti numerose specie faunistiche protette di cui all'allegato 1 della legge regionale n. 23 del 1998 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna) per le quali "durante il periodo di nidificazione dell'avifauna è vietata qualsiasi forma di disturbo della medesima";
- il 62 per cento del demanio in Sardegna è nelle mani delle servitù militari e l'installazione dei radar non avrà nessuna ricaduta occupazionale in quanto essi saranno gestiti dalla Guardia di finanza con un aumento della militarizzazione dell'Isola a danno del flussi turistici;
RIBADITO che il turismo riveste una notevole importanza per l'economia della Sardegna e la valorizzazione dei siti di interesse comunitario rappresenta una fonte di valore aggiunto per l'economia regionale,
impegna la Giunta regionale
perché vengano riesaminati i pareri, le autorizzazioni amministrative o le concessioni rilasciate a favore dell'installazione dei radar, dei relativi tralicci, delle strutture di pertinenza e delle cabine destinate a contenere gli apparati di trasmissione;
ad assumere formalmente una posizione contro il Governo nazionale che, per motivi di sicurezza nazionale, intende aumentare la presenza militare in Sardegna, in località di notevole pregio naturalistico ed in assenza delle dovute garanzie sui pericoli dell'inquinamento elettromagnetico per la popolazione, la fauna selvatica e marina e per le intere zone circostanti i siti prescelti;
affinché vengano immediatamente riconvocate le conferenze di servizio per il riesame più approfondito degli interventi e vengano coinvolte le rappresentanze delle associazioni rappresentative di interessi diffusi e dei cittadini interessati. (130).)