CCCLXXXVIII Seduta
Giovedì 7 febbraio 2008
POMERIDIANA
Presidenza del Vicepresidente RASSU
Indi
del Presidente SPISSU
INDICE
La seduta è aperta alle ore 16 e 16.
CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di giovedì 31 gennaio 2008 (381), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Cugini, Mario Floris, Silvio Lai, Lanzi, Manca e Salis hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana di giovedì 7 febbraio 2008.
Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.
Risposta scritta ad interrogazione
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alla seguente interrogazione:
"Interrogazione Pisano, con richiesta di risposta scritta, sui motivi che hanno determinato la grave interruzione dei servizi di connettività del Progetto Marte". (1032)
(Risposta scritta pervenuta in data 6 febbraio 2008.)
PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 301/S/A il cui esame prosegue con l'esame dell'articolo 4.
Propongo una sospensione sino alle ore 16 e 30 perché molti colleghi son dovuti andare ad un funerale fuori Cagliari.
I lavori dell'aula sono sospesi, riprenderanno alle ore 16 e 30. Grazie.
(La seduta, sospesa alle ore16 e 18, viene ripresa alle ore 16 e 33.)
PRESIDENTE. Bene colleghi, riprendiamo i lavori.
E' iscritto a parlare l'onorevole Cassano. Ne ha facoltà.
(Interruzioni)
Colleghi, chi non si alza lo cancello, punto e basta. No, ci sono dei colleghi che hanno chiesto cortesemente di ribaltarli in quanto hanno dovuto presenziare ad un funerale, tutto qui. Quindi questo è stato concordato prima della chiusura dei lavori. Ora, se qui nessuno inizia, non iniziamo la seduta, è tutto qui il problema. Se noi non iniziamo i nostri colleghi non vengono. Io ho già tre colleghi iscritti a parlare colleghi. Cioè, io vi sto dicendo colleghi se vogliamo iniziare i lavori. Ditemi voi.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, verifica del numero legale.
PRESIDENTE. E' stata chiesta la verifica del numero legale. Dobbiamo aspettare dieci minuti prima di poter procedere alla votazione. Grazie.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 34, viene ripresa alle ore 16 e 44.)
PRESIDENTE. Bene colleghi, è stata chiesta la verifica del numero legale. La richiesta viene mantenuta?
CAPELLI (U.D.C.). Sì, viene mantenuta.
Prima verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Biancu, Espa, Pinna, Giagu, Corda, Pisano sono presenti.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Balia - Biancu - Bruno - Caligaris - Capelli - Cassano - Corda - Corrias - Cucca - Espa - Floris Vincenzo - Giagu -Giorico - Marracini - Marrocu - Masia - Pinna - Pirisi - Pisano - Porcu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Simonetta - Scarpa - Uggias - Vargiu.
PRESIDENTE. Io credo che ci siano i presupposti per iniziare i lavori dell'aula, oppure se volete aggiornare ditemelo, ma se volete lavorare lavoriamo.
(Interruzioni)
Bene. Non siamo in numero legale, abbiamo accertato che siamo in 31. La seduta è sospesa per 30 minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 46, viene ripresa alle ore17 e 16.)
PRESIDENTE. Bene colleghi, è stata chiesta la verifica del numero legale, chiedo ai colleghi se mantengono la richiesta.
Ha domandato di parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Presidente, è possibile la verifica del numero legale? Grazie.
Seconda verifica del numero legale
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che i consiglieri Calledda, Fadda, Cassano sono presenti.
Risultano presenti i consiglieri: Atzeri - Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Caligaris - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cerina - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Davoli - Dedoni - Diana - Fadda - Farigu - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Giorico - Lai Renato - Licandro - Licheri - Liori - Marracini - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Milia - Moro - Orrù - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisu - Pittalis - Porcu - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uras - Vargiu.
PRESIDENTE. Siamo in numero legale, abbiamo accertato che siamo in 57.
E' iscritto a parlare il consigliere Davoli. Ne ha facoltà.
DAVOLI (R.C.). Grazie, Presidente. Stamattina ho sentito con attenzione, da alcuni interventi, che sembrerebbe che in Italia il problema della scuola in questi ultimi anni sia stato al centro dell'attenzione del dibattito politico, a me cari colleghi sembra proprio di no anzi tutt'altro. E' da una decina o quindicina d'anni a questa parte che la scuola, il sapere e la conoscenza sia stata relegata nei programmi politici molto, molto in fondo. Così come è vero oggettivamente che i finanziamenti per la scuola, in tutti gli ultimi governi a cominciare da quello di quindici anni fa, siano calati di molto a differenza invece degli altri Paesi europei. Quindi, prima di tutto bisogna partire da questo dato. Non solo, l'interesse marginale della scuola è stato accentuato da alcune riforme che hanno di fatto destrutturato il sapere e la conoscenza, oggi se voi andate a fare qualche visita nelle nostre scuole, non dico in tutte perché rimangono situazioni molto interessanti e di eccellenza, ma se voi fate un'indagine statistica nel mondo giovanile e fate la domanda sulla scuola capireste subito che non esiste un vero interesse, lo studio è un elemento marginale della vita quotidiana di oggi. Allora, ci chiediamo come mai, perché questo? Ma questo è accaduto, è successo perché la situazione politica generale e gli obiettivi di una certa economia liberista non poteva fare altro che destrutturate la scuola. Quando stamattina sentivo dire che la scuola deve rapportarsi per forza di cose al mondo del lavoro, abbiate pazienza qualche brivido m'è venuto, perché sembrerebbe quasi che il sapere universale per tutti debba essere condizionato da un modello economico. Io personalmente guardate non la penso assolutamente così, perché altrimenti dovremo parlare di un altro sapere, di un'altra scuola non di un qualcosa che serva al giovane, allo studente per acquisire strumenti di sapere critico ed essere in grado poi di decidere che cosa fare della propria vita. Questo accadeva in certi regimi di destra e di sinistra dove i ragazzi venivano senza assolutamente badare a discussioni indirizzati verso scelte ben precise. Questa è la situazione di oggi della scuola. Quindi, quando parliamo quando gli insegnanti, mai ascoltati in genere, neanche adesso se vogliamo a parte qualche isola felice, tanto è vero che esiste anche la rassegnazione all'interno del mondo della scuola, gli insegnanti che vengono dipinti come fannulloni, come gente, come persone che fanno le diciotto ore e poi rientrano a casa e hanno tre mesi di ferie all'anno, questo è il dibattito sulla scuola. Non si discute mai d'altro. Quindi, partiamo da questa situazione.
Bene, finanziamenti ridottissimi e di conseguenza giganteschi finanziamenti alla scuola privata. Ora, qua possiamo discutere per tante ore sulla validità o meno della scuola privata, sulle deficienze e carenze della scuola pubblica sappiamo quale è la situazione. Sta di fatto che c'è stato un travaso in questi anni di ingenti risorse verso la scuola privata con quell'obiettivo, con l'obiettivo di condizionare il sapere e di condizionare i percorsi di acquisizione dei saperi.
Volevo fare questa premessa per chiarire, a molti i consiglieri regionali, come la penso io sulla scuola perché mi fa sorridere e mi hanno fatto sorridere alcuni interventi, che non si rendono conto evidentemente non hanno studiato, non si leggono neanche le delibere. E' vero che è difficile a volte leggersi e studiare le delibere, però permettetemi di dire che io sono stato molto critico e lo sono ancora tutt'ora per come è stata gestita la scuola oggi, da Berlinguer alla Moratti, per finire con Fioroni che era incamminato bene verso una logica morattiana. Ma come si fa oggi però a non vedere, a non capire, a non percepire che è la prima volta in questa Regione, è la prima volta, perché seguo e seguivo anche da non consigliere ma in quanto impegnato nelle istituzioni, i cammini e i percorsi della lotta alla dispersione scolastica, come si fa a non vedere e a non capire che è la prima volta che 30 milioni di euro, quelli che sono qui messi in questa finanziaria, sono utilizzati in maniera completamente diversa rispetto a come sono stati utilizzati finora. Finora, ed è una frase che gli insegnanti conoscono bene, esisteva il progettificio esisteva una struttura, un meccanismo interno al mondo della scuola per cui chi sapeva, chi veniva a sapere, perché aveva magari l'amico consigliere o l'amico politico che aveva la possibilità di essere informato da un funzionario del Provveditorato o della direzione generale, chi sapeva il preside come posso dire accozzato, uso questo termine, era in grado di presentare progetti su progetti, uno, due, tre, quattro, cinque e sei e per ogni progetto il direttore generale, il preside chiamatelo come volete che percepiva le sue 500 euro, e cosa capitava? Capitava che magari cinquanta scuole di Cagliari, trenta di Sassari, una di Nuoro e dico una perché so di chi sto parlando, si sommavano e si prendevano tutta la bella torta ed erano progetti che, dal punto di vista dell'utilità didattica, non sono serviti a nulla. Oggi, con questa delibera, se vi leggete la delibera dell'Assessore, si dice che gli interventi contro la dispersione scolastica devono essere fatti a tappeto, tutte le scuole devono essere interessate e tutte le scuole devono presentare progetti di carattere didattico, non per coltivare il prezzemolo o per fare solamente danza o per inventarsi le gite. No, per fare attività didattica sulla base di un programma curriculare e nella delibera c'è scritto questo, ci sono i laboratori di didattica ed in tutte le scuole, le 350 scuole della Sardegna, molto contento perché sotto sotto elabora un meccanismo simile a quello della "37" per i comuni, cioè tutte le scuole della Sardegna, quindi anche la mia scuola, la scuola di Orune e la scuola di Onanì, ha diritto ad un budget di risorse che permette a loro di iniziare a percorrere una strada di rinnovamento didattico. Tutte le scuole, questo è il ragionamento da fare ed è la prima volta che succede. Quindi, si possono fare tutte le critiche che volete ma su questo per favore leggetevi la delibera, leggetevi gli indirizzi su questa vicenda. Perché vedete io ho avuto l'esperienza anche come consigliere provinciale e come assessore provinciale sui progetti di dispersione scolastica, e ci ho lavorato per tre o quattro anni, e sono arrivato poi a scoprire facendo appunto un'analisi dei dati ottenuti, a proposito poi delle scienze matematiche, abbiamo scoperto che in Provincia di Nuoro, perché riguardava la mia zona, che le più grosse carenze negli studenti riguardavano le scienze matematiche e scientifiche: matematica, fisica e chimica. Allora, se vogliamo davvero utilizzare i dati per fare delle analisi e delle elaborazioni, per combattere la dispersione, devo fare questo, se le carenze più grosse sono lì devo avere un occhio di riguardo verso queste materie e verso queste tematiche. Altrimenti che progetto faccio? Sulla base di che cosa lo faccio il progetto?
Quindi io da questo punto di vista, per quanto riguarda il primo comma, io sono perfettamente d'accordo, perché va nella direzione giusta. Naturalmente, questo non vuol dire che noi domani avremo risultati straordinari nella lotta alla dispersione, perché questo ragionamento lo si deve fare tenendo conto e guardando anche alle condizioni di carattere sociale ed ambientale e tutte queste cose messe insieme. Quindi, per favore quanto meno su alcune cose leggetevele le cose.
Per quanto riguarda l'altro aspetto, finisco e riprenderò dopo, sulla fase della discussione di qualche emendamento ragioneremo meglio sull'università, ragioneremo meglio sullo sport, perché qualcosa sullo sport bisogna dirla, perché anche qui credo che ci siano molte difficoltà a capire certi concetti e certi indirizzi di carattere sportivo, però invito i consiglieri a ragionare…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Davoli.
DAVOLI (R.C.). …ragionare un po' più serenamente sulla base dei dati che abbiamo. Tutti inneggiano ai dati, ma nessuno li considera, nessuno li elabora e si parla molte volte a vanvera. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Grazie, Presidente. La vastità degli argomenti che vengono trattati nell'articolo 4 inerenti degli argomenti che vengono trattati nell'articolo 4, inerenti l'istruzione, la cultura, i beni culturali, lo sport e lo spettacolo, ovviamente non mi consente di parlare a 360 gradi dell'intero articolo e perciò scelgo di concentrare l'attenzione, di chi vorrà seguire ma soprattutto dell'Assessore, sul tema caro ai più qui dentro, cioè sul tema dell'università. Attrezzando anche alcuni interventi che sono presenti nell'articolo che dimostrano uno sforzo e un'attenzione particolare da parte della Giunta nei confronti dei temi culturali e dell'istruzione. Perciò, perché non sia sempre una opposizione comunque contro, c'è da valutare…
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU
(Segue CAPELLI .) …anche le cose condivisibili e apprezzabili, come è successo negli articoli precedenti, come succede in questi articoli e presumo possa succedere anche in altri articoli. Però anche questo articolo, purtroppo, essendo un articolo di finanziaria, essendo carente la programmazione generale attraverso i disegni di legge, i progetti di legge, essendo carente nel DAPEF l'esame della situazione dell'istruzione e della cultura, di quella universitaria in particolare, c'è di tutto un po', non si può sicuramente, credo che colleghi condivideranno, intravedere il progetto, anche perché il progetto non è da intravedere in finanziaria e allora ci si addentra su alcuni specifici problemi, e quindi scelgo, non parleremo dello sport professionistico o meno, parleremo degli impegni che la Giunta non ha onorato, di legge, e credo che il Consiglio debba difendere un voto di questo Consiglio e la mancata applicazione da parte della Giunta dell'indirizzo consiliare. Parlo dei finanziamenti alle società sportive professionistiche, parleremo dei siti archeologici, parleremo della scuola in generale, così come ha fatto Davoli poc'anzi, in parte condivisibile, in parte naturalmente no! Ma io mi soffermo su questa strana iniziativa della Giunta sulle università diffuse. Tema a me caro, provenendo dal territorio che ha espresso la prima università decentrata della Sardegna, che guarda caso non si chiama università di quel paese, di quella città, ma del centro Sardegna. Era allora il 1990, e ringrazio l'assessore di averci dato, purtroppo a pochi minuti dall'inizio della discussione dell'articolo, una brochure che fa un po' la storia dell'università, dei finanziamenti alle Università. Delle Università centrali e a quelle decentrate, dati tutti utili che però in questi mesi abbiamo dovuto recuperare, alla bella meglio, chi poteva, in un modo o nell'altro. Sarebbe stato meglio avere riscontro quel riscontro nel DAPEF, anzi secondo me sarebbe stato obbligatorio. Purtroppo non c'era, purtroppo non c'era ed è una carenza strutturale di questa manovra finanziaria, perché sulla base di quei dati un po' tutti, anche chi ha parlato a pelle, poteva indirizzare meglio i suoi interventi, da questo emerge che chi ha avuto modo di leggerli, e di leggere anche quelli del Cronos a cui ha fatto riferimento stamattina il collega Gessa, coniando un termine emblematico, l'embargo sulle università decentrate e le università diffuse. Io condivido tutto di quello che ha detto il collega Gessa stamattina, ma mi soffermerei un pochino di più sull'embargo all'ora, in Commissione, annoierò i più di questo mia intervento quelli che hanno partecipato ai lavori di Commissione collego quanto sta avvenendo, le decisioni della Giunta sull'università diffusa a quanto avviene nelle riforme impostate a questa Giunta, vedete, il pensiero liberista è quello di dire: se una attività non va bene, chiudo e abbasso la serranda. Non mi interessa dove vanno i dipendenti, che fine faranno quelle famiglie, io devo pensare all'utile di impresa, per cui trasferire questo concetto sulla pubblica amministrazione, qualunque aspetto noi tocchiamo è un aspetto deleterio della pubblica amministrazione. L'abbiamo visto nella formazione professionale, l'abbiamo visto nell'abrogazione delle comunità montane, l'abbiamo visto nelle riforme spot che nascono con un battito di ciglio di qualcuno e che non seguono una programmazione razionale, quindi… anche le Università, abbiamo deciso dopo averle finanziate, ed aumentato anche il finanziamento nella passata finanziaria, decidiamo quest'anno di chiuderle, o meglio, di creare l'embargo: non ti metto nelle condizioni di sopravvivere. E questa è la classica impostazione imprenditoriale: non va, non mi va, chiudo! non mi rende, chiudo! E non guardo cosa c'è dietro. Quindi, anche ai colleghi di Commissione ha fatto un esempio: la pubblica amministrazione non si può consentire di abbassare una serranda senza pensare che contestualmente deve creare le condizioni per sollevarne un'altra, altre opportunità di lavoro, altre opportunità culturali, altre opportunità sanitarie, nel momento in cui io chiudo un aspetto della mia programmazione, chiudo un'attività della mia programmazione ho l'obbligo, come pubblica amministrazione, di creare le condizioni per sostituire quel servizio che non va bene con un altro migliorativo, quel posto di lavoro che cancello con altri migliorativi e utili per la società. Quelle attività culturali e di istruzione che sto chiudendo ma a cui non do soluzioni alternative e questa è la storia della nostra università. Una università che volutamente abbiamo voluto, i nuoresi, e che fortemente è ostata dai poli forti dell'istruzione superiore sarda, che oggi sono dei supermercati che fanno l'offerta formativa, che fanno gli spot pubblicitari per attirare i propri studenti, ma che qualitativamente stanno nel contesto nazionale regredendo continuamente nella ricerca, se non per l'attività di pochi e nobili ricercatori, ma nel contesto è impoverita! E allora vengono fuori il decreto Mussi, vengono fuori tutte le iniziative di nazionalizzazione, stupide, da portare come motivazioni. Vi ricordo che la provincia di Nuoro venne fondata nel 1927 e non c'era nessuna condizione sociale, economica, culturale sì, perché avesse ragione di nascere quella provincia, non c'erano le condizioni, non rispettava il decreto Mussi. Bene, però…e lo rivedremo poi anche nell'attività della Commissione medici ci sono le condizioni perché uno Stato attento, una Regione attenta ai territori più deboli, intervenga… nonostante Dio e i carabinieri, intervenga! E non che a seguito del disimpegno dello Stato faccia seguire anche il disimpegno della Regione. In una società, in un ambiente, in un territorio di cui ve ne importa molto poco, ed è una cosa ben precisa, a voi che curate gli interessi massimi delle lobby cagliaritane e non solo, non ve ne importa nulla! Perché a voi basta che vi sia garantito quel bacino elettorale sostenuto dalle forze economiche che sono presenti in Cagliari per poter avere garantito il vostro futuro, queste sono le azioni che state portando avanti, perché diversamente, il caro Presidente Soru che è l'autore, il fautore di queste iniziative di chiusura di tutte le università decentrate, non fa un ragionamento di base: l'università non può essere sotto casa per tutti, su questo siamo d'accordo, ma bisogna intervenire in quei territori, primi tra l'altro a creare queste iniziative perché vengono consolidate, perché il cordone ombelicale dal centralismo regionale venga tagliato! Perché si creino le condizioni perché si possa creare una università di qualità, non assistenziale, non un parcheggio dei giovani, perché allora sì è vero è meglio se la cancelliamo, cancelliamola! Ma se vogliamo spendere qualcosa che crei i frutti nel prossimo futuro fra i nostri giovani, non possiamo intervenire così.
Ecco perché nel merito ho presentato degli emendamenti, insieme agli altri colleghi, in cui dico: "non facciamo in tempo? Bene, rifinanziamo, come abbiamo fatto nell'annualità precedente le università decentrate e diciamo alla Giunta che ha 90 giorni di tempo per presentare un disegno di legge una proposta di legge che porti alla razionalizzazione delle Università decentrate, e che in questa razionalizzazione sia presente l'indirizzo della Regione di riconoscimento - prima ancora che questo avvenga da parte dello Stato - delle Università che intendiamo aiutare, far crescere, qualitativamente formare, ma riconosciute definitivamente dalla Regione, prima ancora di chiedere il riconoscimento statale.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. E' iscritto a parlare il consigliere Farigu. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Grazie, Presidente. Io appartengo alla scuola del Partito Socialista Italiano, il più antico partito della storia italiana, di cui il Nuovo P.S.I. vuole essere la continuità, l'erede e comunque fa del Partito Socialista Italiano l'ancoraggio politico fondamentale. Quel Partito, fin dalla sua nascita, dalla sua fondazione, pose il problema dell'istruzione come il valore fondamentale della sua azione politica e dei suoi obiettivi politici. Allora si partiva, ovviamente, da una migliore tutela di quella che era la classe operaia, la classe dei lavoratori, espressione debole del contesto rispetto al capitalismo, espressione, allora, del rampante processo di industrializzazione, però l'istruzione rimane sempre, come allora, il fattore fondamentale per la liberazione dell'uomo dai bisogni, dalla sottomissione, e l'elemento fondamentale per garantirgli maggiore libertà, maggiore possibilità di giustizia nella società, e quindi un fattore fondamentale per la costruzione davvero di una democrazia avanzata.
Sarebbe stato straordinariamente importante che un dibattito come quello a cui ci chiama l'articolo 4 di questa finanziaria, fosse stato preceduto da una relazione illustrativa a tutto campo dell'Assessore alla pubblica istruzione, in modo da offrire al Consiglio davvero tutti gli elementi, tutti i dati, i fattori che costituiscono l'attuale situazione del sistema dell'istruzione in Sardegna, in modo da porre ognuno di noi nella condizione di affrontare la problematica non in termini meramente polemici - di maggioranza o di opposizione - ma in termini costruttivi, portando tutti i dati forniti dall'illustrazione dell'Assessore, in modo intanto da porre ognuno di noi in possesso di tutti gli elementi, di tutti i dati scientifici per inquadrare la situazione dell'istruzione in largo senso della nostra Regione, e costringere ognuno di noi a confrontarsi con quei dati e con le proposte, essendo questo un tema fondamentale per qualunque tipo di sviluppo, per qualunque tipo di crescita, sotto tutti gli aspetti. Perché non si può parlare di crescita economica, di crescita sociale, di crescita culturale, di crescita politica, se non c'è il substrato di una forte, organica, incisiva azione sull'istruzione e sulla formazione, formazione intesa nel senso ampio del termine.
Ci siamo mai chiesti il perché, storicamente, l'Assessorato all'istruzione è sempre integrato con l'Assessorato alla cultura, allo sport, ai beni culturali e quant'altro, ma soprattutto mi riferisco come Assessorato all'istruzione, alla cultura e allo sport? Perché è lì, nella scuola, che dovevano costruirsi le infrastrutture fondamentali per la crescita civile di una comunità, ed è nella scuola che deve avvenire tutto questo, non solo garantendo una adeguata istruzione agli allievi, ma anche coronando l'azione della scuola da una serie di iniziative collaterali, ma ugualmente importanti, che sono le attività sportive e il coinvolgimento delle organizzazioni che di questo si occupano, insieme al coinvolgimento delle famiglie. Se vogliamo davvero segnare un passo in avanti occorre quindi un progetto, un progetto che naturalmente deve essere coordinato al resto dei progetti, ma io lo riterrei il progetto dei progetti: l'istruzione, la cultura, la formazione è il progetto dei progetti ed è il presupposto di tutto.
Qui ci sono tanti argomenti ed è difficile entrare nello specifico. Dalla lettura di questo articolo, però, a me è sembrato che gli interventi previsti siano avulsi da un disegno organico, da un progetto degno di questo nome. Mi sembra ancora una volta, e l'ho già detto in precedenti interventi, che anche qui si confondono i mezzi per i fini. Della dispersione scolastica, un problema acuto, estremamente sensibile, presente nella società, che ha assunto aspetti anche preoccupanti perché poi si collega a tante altre forme di devianza giovanile e ad altre forme di emarginazione, ebbene, si parla di questa questione perché si tocca un problema estremamente sensibile nella opinione pubblica, ma si capisce da questi interventi qual è il progetto che deve essere predisposto e quindi finanziato per affrontare organicamente, seriamente la dispersione scolastica? A me sembra piuttosto una somministrazione di somme rivolte più ai prèsidi... si parla di autonomia scolastica, di autonomia didattica, come se fossimo noi Regione a definire questi aspetti, questi aspetti sono definiti da legge nazionale! L'autonomia didattica è un bene indiscusso da sempre, dal tempo della nostra Repubblica, da dopo la caduta del fascismo, e di cosa stiamo a parlare noi? Mi sembrano espressioni retoriche, nella migliore delle ipotesi, se non addirittura demagogiche.
Si parla dei disabili, ma qual è il progetto, qual è la situazione? Perché anche questo è un altro problema sensibile, e chi è che non parla di disabili? Ne parla anche il candidato a capo condomino, è diventato ormai un discorso fondamentale perché se non parli di disabili non sei a la page, non sei all'altezza dei problemi sociali. Tutti a riempirsene la bocca ma qual è il progetto, chi sono i disabili nella scuola, qual è lo strumento che è messo a loro disposizione, quali sono gli obiettivi? E io non mi stancherò di ripetere che su questa questione sarebbe assai bene spendere meno parole e studiare più a fondo, perché l'istruzione è, indubbiamente, e lo si ricava da quel che ho detto prima, un elemento fondamentale per la crescita dei singoli, delle comunità, dei popoli. L'istruzione è l'elemento fondamentale per misurare il vero progresso di una comunità, ebbene, tutto ciò che è fattore di arricchimento per il singolo cittadino e per una comunità, per il disabile è un fattore di essenzialità: o lo si istruisce o altrimenti è condannato inesorabilmente all'assistenzialismo, all'esclusione, la via che ha è solo quella! E allora, parliamone in termini seri, ma a me sembra davvero che ancora una volta ci troviamo più riferiti a certi operatori, per accattivarsene le simpatie, o anche al mondo della scuola e all'Università negli stessi termini: non un'Università più avanzata, più ricca, più organica, più capace di affrontare i problemi della società, no, sono rivolti i finanziamenti più a catturare la benevolenza di certi operatori dell'Università e ad usarli come fiore all'occhiello per dire "questo Governo ha con l'Università uno splendido e meraviglioso rapporto, vedete che attenzione".
La stessa Università va richiamata con forza ad essere più puntuale nei problemi della società e a dare il suo contributo piuttosto che cercare soltanto risorse per soddisfare questa o quell'altra lobby che nell'Università sicuramente c'è.
Non si può e allora questo è un argomento troppo serio, troppo importante, fondamentale che meriterebbe davvero una sessione completa di questo Consiglio regionale se vogliamo davvero portare la Sardegna fuori dal suo stato. E' inutile che andiamo a parlare dello stato della scuola, chi è che non conosce il disastro che è la scuola. Insegnanti disaffezionati, demotivati, strutture spesso inoperanti, scuole che non riescano a partire ad ogni anno scolastico perché mancano dei fondamentali…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Farigu. Prego.
FARIGU (Gruppo Misto). Ritorniamo su questo argomento, il Consiglio, Presidente, deve tornare su questo argomento per affrontarlo in termini estremamente seri e portarlo fuori da ogni forma di demagogia ogni retorica e speculazione che è intorno alla scuola, perché questo non è lecito.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Balia. Ne ha facoltà.
BALIA (Gruppo Misto). Sì grazie, Presidente. Mi siano consentite in premessa due osservazioni: una non è direttamente connessa con i lavori sulla finanziaria e tanto meno con l'articolo 4, ma è riferita ad un'osservazione fatta ieri dall'onorevole Cherchi del Partito Democratico, che smentendo affermazioni esterne, ha riaffermato il proprio livello di fiducia nei confronti della Giunta regionale. Certo anche noi riaffermiamo la fiducia nei confronti della Giunta regionale, vorremmo un po' più spesso che questa fiducia poi fosse confortata da atti concreti, e mi riferisco, per esempio, all'ultima notizia appresa in base alla quale un dipendente, un alto dipendente il direttore generale dell'osservatorio industriale è stato di punto in bianco dall'oggi al domani, senza preavviso, e senza alcuna comunicazione diretta, ma affidandola ad una lettera, perché evidentemente ci si vergognava di seguire procedure diverse, è stato licenziato. E da chi è stato licenziato? Dal direttore dell'osservatorio economico? Che è l'ente trasformato dell'osservatorio industriale? No, anomalia, è stato licenziato dallo stesso liquidatore dell'osservatorio industriale sostenendo la tesi che nel nuovo osservatorio economico - ma lui è il liquidatore dell'osservatorio industriale - non avevano bisogno di quell'alta figura professionale. Io invito la Giunta regionale, presidente Soru per primo, ma gli altri componenti della Giunta regionale a porre attenzione a questi atti, perché sono atti che gettano discredito sulla pubblica amministrazione e naturalmente quel livello di fiducia a cui prima accennavo, cari colleghi, dicevo onorevole Cherchi, che di tanto in tanto deve essere confortato dai fatti e dai comportamenti e in questo caso i fatti e i comportamenti non tengono a rinsaldare quel livello di fiducia ma tendono a scalfirlo in maniera molto forte e determinata. Licenziamento certamente illegittimo e svolto, attuato da persona fuori competenza, non abilitato ad attuarlo, ma evidentemente una specie di vendetta come vendette di tanto in tanto da un po' di tempo a questa parte si stanno consumando. Queste affermazioni daranno certamente adito nuovamente alle ire di qualche giornalista, ma è l'ultima cosa della quale evidentemente noi intendiamo preoccuparci.
La seconda osservazione è riferita all'intervento dell'onorevole Gessa di stamane in apertura. Vede, onorevole Gessa, nella richiesta delle Commissioni noi siamo stati ben attenti e ove possibile a non invadere campi, laddove altri avevano già ipotizzato permanenze, diversamente non è detto e non è escluso che dall'inizio avremmo richiesto la Commissione cultura e pubblica istruzione. Ma la dice lunga, invece, il fatto, sebbene la nostra manifesta disponibilità a cambiare, che qualcuno, qualcuno non meglio identificato abbia preferito l'assegnazione di quella Commissione per paura che altrove si ottenesse un risultato di sfasciacarrozze. Evidentemente attribuendo quella funzione al sottoscritto. Ma questo cosa significa? Significa semplicemente che chi attribuisce un ruolo secondario alla cultura non è certamente in casa socialista, ma è in chi riteneva che con quel ruolo si potessero svolgere meno danni di quanti non se ne sarebbero fatti altrove.
Io, fate queste due premesse, mi pare ovvio, e credo che questo siano i proponimenti di tutti i partiti della maggioranza a riconoscere che un salto di qualità nella Regione sarda può avvenire e avviene solamente se c'è un salto culturale del popolo sardo. Gli aspetti economici, il rilancio dell'economia, la trasformazione dell'attuale sistema economico passa obbligatoriamente attraverso la modifica della conoscenza, della cultura, della ricerca, e facendo in modo che questi aspetti siano aspetti diffusi. Io non ho difficoltà, assessore Mongiu, a riconoscere, e lo faccio in premessa, che stavolta per il settore cultura, perché non dobbiamo dirlo, sono state attribuite risorse abbastanza importanti e anche, devo dire, molte di esse ben indirizzate. Vanno, a mio avviso, portate ad una razionalizzazione ancora maggiore e qualche domanda dobbiamo porcela in Aula e deve porsela anche la Giunta, per esempio, i risultati che stiamo ottenendo con il master and back non sono i risultati auspicati, allora che cos'è, dobbiamo buttare dalla finestra quel progetto? No dobbiamo rivisitarlo e vedere come può essere portato a razionalizzazione e modificato. Così come credo che il problema dell'università, e quando richiamo il problema di Nuoro terzo polo non lo faccio assolutamente con intenzioni campanilistiche, ma lo faccio come esigenza che il problema di Nuoro e ciò che sta accadendo in quel territorio e sotto gli occhi di tutti, diventi problema sardo così come altrove si chiede che il problema della Sardegna diventi problema nazionale. Ed è questo argomento avulso dal dibattito di oggi, ma argomento che dobbiamo tenere presente per l'immediato futuro e sappiamo che non dipende solo dalla Regione sarda, ma anche dalla Regione sarda, e sappiamo che è problema storico al quale ha chiesto di porre rimedio già la Commissione medici, individuando in un salto nella qualità della cultura un modo per cambiare il sistema economico e fare un'azione di recupero. Noi abbiamo presentato un emendamento per estrapolare, dalla parte in cui si assegnano le risorse all'università pubblica, la quota che invece viene destinata all'università privata, e chiediamo che viaggi separatamente, perché in base ai dati, Assessore, non è pensabile che un iscritto dell'università privata costi la bellezza di 36 mila euro, e cioè dieci volte tanto quanto costa un iscritto dell'università pubblica. Chiediamo il potenziamento delle risorse per l'università pubblica, diminuendo di 3 milioni di euro quelle destinate ai visiting professor. Il problema dell'ISRE non lo enuncio perché sta scadendo l'ora, ma è noto a tutti voi, taglio parte dell'intervento, però, per dire, e concludo con una battuta che non ha nulla a che fare con l'articolo 4, ma che ha molto a che fare invece con i rapporti interni alla maggioranza. Badate, noi non vogliamo fare gli sfasciacarrozze di niente, ma, o questa finanziaria viene corretta in alcune parti, o riaffermò ciò che ho detto in anticipo, che è molto difficile che noi socialisti possiamo esprimere un voto favorevole.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Balia.
E' iscritto a parlare il consigliere Cassano. Ne ha facoltà.
CASSANO (Riformatori Sardi). Signor Presidente del Consiglio, signori Assessori, colleghe e colleghi consiglieri, dopo avere ascoltato attentamente gli interventi che mi hanno preceduto, dai quali è apparso chiaro lo scarso interesse allo svolgimento di questo dibattito in Aula, mi chiedo a che serve intervenire, se sia utile tra l'altro all'esterno, dal momento che non solo veniamo seguiti, ma più di una volta veniamo puntualmente ignorati. Pur tuttavia, abbiamo il compito, come classe dirigente, come consiglieri regionali, di intervenire per sollecitare, sopperire, ricordare, stimolare gli Assessori e la Giunta regionale su alcune problematiche importanti per lo sviluppo delle nostre città, dei nostri paesi e il futuro dei nostri giovani e delle nostre popolazioni. Assessore Mongiu, è pur vero che lei è da poco alla guida dell'Assessorato, ma credo che debba sapere, è giusto che lei sappia che le scuole civiche di musica, quest'anno, l'anno scorso, nel 2007, hanno sospeso la loro attività per mancanza di fondi, dal momento che la Regione non ha accreditato le risorse necessarie, così come ha fatto nel trasferimento di competenze ai sensi della legge numero 9, a suo tempo approvata da questo Consiglio regionale, con la quale sono state trasferite agli enti locali numerose competenze, in materia di sport, di spettacolo, di attività musicali e culturali. Purtroppo, però, le province non sono in grado di gestirle, pertanto c'è uno scaricabarile, un vai e vieni, quello che non dà risposte. "Le colpe sono della Regione", la Provincia dice questo; la Regione dice: "Ma le competenze le abbiamo trasferite in Provincia, e quindi dovete andare lì". Intanto, a pagarne le conseguenze, è sempre Pantalone, cioè la povera gente, quelle associazioni, quei Gruppi che non riescono ad intraprendere, a realizzare quelle attività che realmente in passato venivano realizzate. Non hanno risposte sotto il profilo amministrativo, non hanno risposte soprattutto sul piano economico. Stamane, ho appreso dagli organi di stampa che a Sassari, addirittura la Provincia di Sassari ha creato uno sportello linguistico denominato "Su Ufitziu de sa Limba Sarda". Io non vorrei, siccome questo Ufficio è sponsorizzato soprattutto dalla Provincia, dall'Assessore in carica, che questo venisse finalizzato soprattutto ad utilizzare quelle risorse, anche se io sono favorevole, e quindi sottrarle, eventualmente, alla povera gente che richiamavo poc'anzi. Io sono favorevole, caro Assessore, ma è bene che lei vigili, vernichi, controlli quanto si sta facendo nella Provincia di Sassari. E voglio ricordare anche coloro, e perché no, che beneficiavano dei contributi ai sensi della legge numero 64, le associazioni e le bande musicali, i gruppi strumentali di musica sarda, i gruppi corali polifonici, caro Assessore, che oggi, quando noi chiedevamo allora a questo Consiglio regionale che le competenze rimanessero in capo alla Regione, bene, niente si è potuto fare, tutto doveva andare alle province. Bene, a tutt'oggi, queste associazioni, le bande musicali, quasi tutti i comuni, oggi, dispongono, hanno la banda musicale che poi serve, chissà perché, per le nostre ricorrenze, per le nostre manifestazioni a tutti i livelli, che noi celebriamo durante il corso dell'anno nei nostri comuni. Qualcuno, addirittura, mi ricordava che occorre rimpiangere l'allora assessore Scarpa, che, su queste cose, lo debbo riconoscere, lo dico qui, perché tanto poi all'esterno non aprirà, perché diversamente mi porterebbe via voti, lo dico e lo riconosco che, allora, l'assessore Scarpa era veramente presente in mezzo a tutte queste associazioni.
Assessore Mongiu, lei non ha nessuna colpa di tutto questo, sia chiaro, non è che le voglio fare il processo. Le voglio comunque ricordare un altro avvenimento importante. Nel mese di marzo ricorre il bicentenario della morte di Giovanni Maria Angioy. Io non è che sia un tifoso, lo dico tanto per essere chiari, però le voglio sottolineare che a Porto Torres…
PRESIDENTE. Il 27 febbraio.
CASSANO (Riformatori Sardi). Il 3 marzo, io ho la data. Però, non è questione di giorno, possiamo sbagliarci sul mese.
PRESIDENTE. Febbraio. Faremo una celebrazione in Consiglio.
CASSANO (Riformatori Sardi). Faremo la celebrazione. Ma non basta. Le voglio ricordare che a Porto Torres si è costituito un comitato spontaneo, che si pone come unico obiettivo quello di riportare da Parigi le spoglie di Giovanni Maria Angioy presso il Comune di Bono. Lei capisce perfettamente cosa tutto richiede per fare, eventualmente, questo trasferimento, quindi ci vogliono danari, ci vogliono euro a disposizione. Caro Assessore, anche su questo, lei faccia uno sforzo, dimostri sensibilità, perché ce l'ha questa sensibilità nei confronti di questo comitato, che realmente si mette a disposizione per questo avvenimento e, perché no, parlare poi di sponsorizzazioni alle società sportive. Io ricordo che questo Consiglio regionale, nella finanziaria precedente deliberò all'unanimità, maggioranza ed opposizione, la sponsorizzazione per le società sportive professionistiche della Torres, della Dinamo, della Nuorese calcio, del Tempio, e via dicendo. Bene, a tutt'oggi, salvo che non si sia verificato in questi giorni, in queste ore, queste società professionistiche non solo hanno ricevuto il finanziamento di quest'anno, cosa che non è possibile eventualmente attuare, ma non hanno ricevuto neppure quello che il Consiglio regionale ha deliberato all'unanimità, perché, il presidente Soru, pare non abbia dato il proprio assenso ad una decisione che il Consiglio unanimemente aveva deliberato.
Bene, io ho riproposto un emendamento che poi andremo ad esaminare quando sarà il momento, e mi auguro che, anche su questo, il Consiglio regionale si dimostri, come ha fatto in passato, sensibile, e dia una risposta chiara non solo per questo provvedimento, ma anche per dare, eventualmente, quello che il presidente Soru ha fatto in modo che non avvenisse nei confronti di queste società professionistiche. Che dire poi sull'impiantistica sportiva, caro assessore Mongiu? Il Comune di Ossi è stato escluso da questi benefici, perché ha sbagliato nello scrivere la dicitura anziché un'altra, solo per questo è stato escluso, in favore di un altro centro, forse perché interessava a qualcuno. Bene, io le voglio ricordare che lei, come la Giunta, ha la possibilità di salvarsi in corner, come si dice in gergo calcistico, e quindi correggere eventualmente e riparare a questo inconveniente, e correggersi in zona Cesarini. Bene, io ho riproposto anche in questa occasione un emendamento per completare gli impianti sportivi di base che sono in Sardegna, caro Assessore, quasi tutti fuori legge, eppure questi impianti non sono nati con la gestione del centrodestra, sono nati con le Giunte di sinistra negli anni 75, 80, 85, allora sono nati questi impianti sportivi, questo ve lo riconosco, ma sono tutti fuori legge, non sono a norma, non hanno omologazione e quindi non possono essere utilizzati, quindi per legge dovrebbero essere chiusi, perché effettivamente sono tutti fuorilegge. Assessore Mongiu, io, tra qualche giorno le manderò, poi in sede privata mi dirà dove, speriamo che sia a Sassari non a Cagliari, le manderò un centinaio di giovani, le manderò in delegazione un centinaio di giovani che lei possibilmente dovrà ricevere, mi auguro a Sassari e non a Cagliari per non far scendere in pullman a Cagliari questi 100 giovani, che puntualmente tutti gli anni organizzano una grossa manifestazione che prevede una partecipazione di oltre 3000 persone. Bene, questi ragazzi, questi giovani che pure appartengono alla società civile, sono di destra, anzi, forse prevalentemente sono tutti di sinistra, quindi, nonostante tutto io voglio prendere a cuore questo provvedimento che riguarda la musica e arte che organizza questa serata annuale, bene, questi ragazzi non hanno mai avuto un euro di finanziamento, di contributo, e io le voglio ricordare che è bene che anche su questo lei prenda a cuore questo problema, perché in fase riservata poi le chiederò dove e quando eventualmente li potrà sentire. Vedo l'ora che sta per scadere e quindi voglio concludere dicendo che ho avuto occasione di aggiungere la mia firma all'emendamento del collega dal Gavino Manca che prevede un contributo straordinario per il Teatro Lirico di Sassari. Bene, io mi auguro che queste cose non debbano passare attraverso gli emendamenti, credo che l'Assessore debba essere attento, tra l'altro da sassarese, che il Teatro Lirico serve di completamento della struttura anche alla luce dei fatti che sono avvenuti…
PRESIDENTE. Concluda onorevole Cassano.
CASSANO (Riformatori Sardi). … I fatti che sono avvenuti ultimamente. Quindi io mi auguro che anche su questo, così come per altre cose che io ho avuto occasione di segnalare, io mi auguro che ci sia l'attenzione dell'Assessore, ma soprattutto di tutta la Giunta regionale e dello stesso Consiglio regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Cassano. Onorevole Cuccu…
E' iscritto a parlare il consigliere Moro. Ne ha facoltà.
MORO (A.N.). Sarò breve. Grazie Presidente. Dopo l'enfasi che aveva accompagnato il programma del 2004 di questa maggioranza, in materia di cultura e conoscenza sarebbe stato lecito aspettarsi, giunti alla penultima finanziaria della legislatura, che sulla base dei risultati raggiunti o ancora da raggiungere si potesse ragionare in termini di strategie di obiettivi da rilanciare o da consolidare, ed anche il riconoscimento, perché no, degli errori commessi. Questa parte della finanziaria invece soffre, al pari di altre e forse più di altre, del vizio di origine che attraversa l'intera legge, un vizio squisitamente politico espressione di una maggioranza ormai priva da anni di un comune sentire ridotta ad un agglomerato numerico di forze contrapposte, divise praticamente su tutto tranne che sulla volontà di tirare a campare nonostante i finti o veri ultimatum che stanno cominciando ad arrivare a giorni alterni. La retorica elettorale e propagandistica del 2004, dicevo, si è dunque ridotta a ben poca cosa. Se ricordate, conoscenza e cultura dovevano rappresentare per la Sardegna, immaginata dal Governo regionale, una nuova stagione grazie alla quale i sardi avrebbero potuto compiere quel gran balzo in avanti che da tempo aspettavano o forse sognavano; il risveglio della società sarda da questo sogno si è rivelato quanto mai brusco e carico di brutte sorprese. Mentre dappertutto si discute di ritorno alla meritocrazia, di come premiare i migliori e penalizzare i peggiori dopo aver cercato di recuperarli, di come far incontrare il sapere culturale con quello professionale, di come riformare una scuola che ha smarrito da tempo la sua vocazione formativa e educativa ed ha annunciato a preparare alla vita per limitarsi a fornire nozioni, la finanziaria si colloca ai margini di questo grande dibattito che investe da vicino il futuro della nostra società e soprattutto dei giovani, per collocarsi in una posizione del tutto riduttiva, quasi che fosse in attesa di tempi politici migliori, ma con questi chiari di luna penso non arriveranno. Il sistema regionale dell'istruzione, intendendo per sistema tutto il ciclo che va dalla scuola dell'obbligo all'università, è uno dei peggiori d'Italia, collocato stabilmente, lo dicono le statistiche, in una posizione poco invidiabile, le quali, come tutte le statistiche, potranno anche avere sorvolato su alcune situazioni di eccellenza, ma il dato strutturale della bassa qualità dell'offerta didattica e formativa della Sardegna è costante e non può essere sottovalutato o minimizzato. Invece è purtroppo quello che fa il Governo regionale nella finanziaria; distribuisce risorse ma non le finalizza, non dà indirizzi, dimostra di non conoscere la criticità del sistema sicuramente perché è arrivato a scrivere norme di legge senza aver ascoltato il mondo della scuola e della cultura, o senza aver tenuto nel debito conto le sue osservazioni e le sue indicazioni. Distribuisce quindi risorse sperando che i destinatari le usino bene, ma sorvola sul fatto che nel nostro sistema scolastico la cultura economica di impresa siano ancora perfette sconosciute, trascura il buco che ormai si sta allargando sempre più nell'area di studio ad indirizzo scientifico e tecnologico, ignora che i risultati della ricerca, anche la più avanzata e qualificata, debbano poi trovare applicazioni concrete sul territorio e non certamente uno scandalo sul sistema produttivo regionale. Spera, inoltre, che arrivi qualcuno da fuori, dal mondo accademico e scientifico nazionale ed internazionale a toglierci le castagne dal fuoco; ma perché dovrebbero venire qui dall'Europa e dal mondo, a parte le attrattive dell'ambiente e di una certa qualità della vita, i grandi professori? Per quali prospettive e per quale progetto? Perché dovrebbero tornare qui i sardi che hanno trovato altrove, soprattutto all'estero, il giusto riconoscimento per le loro qualità ed il loro lavoro? Forse perché funziona meglio la pubblica amministrazione? o perché c'è un buon livello di cooperazione fra istituzioni , scuola, università e impresa? Forse perché viene davvero premiato il merito secondo parametri ormai in vigore da tempo nei più avanzati paesi d'Europa, o forse, più semplicemente, perché la Regione sarda può pagare di più? Dopo tre finanziarie, come dicevamo in apertura, avremmo dovuto trovarci su questi problemi almeno un po' più in avanti, però, non abbiamo fatto un passo in avanti, siamo allo stallo, avremmo dovuto prendere atto che in quel determinato settore non eravamo riusciti ad ottenere i risultati sperati, o che in quell'altro occorreva insistere, investire di più perché gli obiettivi programmati si stavano rivelando a portata di mano. Dopo tre finanziarie, invece, si naviga ancora a vista, il comandante non ha più le idee molto chiare sulla rotta da seguire, e l'equipaggio che da tempo ha iniziato a mormorare sotto coperta ora si sta quasi ammutinando, a volte per questioni importanti, a volte per ragioni molto più futili; in qualche modo, forse, si arriverà in porto, ma lì non ci sarà gente che aspetta per applaudirci, anzi. Nel frattempo però si è arrivati persino con una presunzione davvero degna di miglior causa, a delocalizzare cultura e beni culturali, naturalmente senza aver sentito nessuno, come è solito fare, senza aver consultato gli enti locali ai quali quei beni appartengono per storia e tradizione, oltre che per legge. Siamo profondamente convinti che questa delocalizzazione vada denunciata perché è il frutto avvelenato di un attacco concentrico che ha visto sullo stesso fronte il Governo Prodi, che fortunatamente non c'è più, e la Regione. Ci sono due fasi. Nella prima fase il Governo centrale ha cancellato i vertici delle sovrintendenze del territorio - ci riferiamo soprattutto a quella di Sassari - per accorpare tutto nel capoluogo regionale, contro il parere delle organizzazioni sindacali, e qualcuno potrebbe forse sostenere che era scontato, ma dovrebbe poi spiegare il perché, ed anche delle amministrazioni locali e gli stessi operatori degli uffici di ogni livello e qualifica, dalle più basse alle più alte. Poi è arrivata la fase due, con la Regione che, proprio in questa finanziaria, sta proponendo la costituzione di un'agenzia unica, l'ennesima, che dovrebbe occuparsi di una gestione unitaria dei beni culturali della Regione. Praticamente la legge statutaria che è uscita dalla porta ora sta entrando dalla finestra, laddove prevedeva una riserva assoluta in capo alla Regione di disciplinare materie che, appunto, richiedevano a suo insindacabile giudizio una gestione unitaria. Con questo passepartout è emerso chiaramente che questa Regione ritiene che tutto debba essere gestito unitariamente: fiscalità, urbanistica, ambiente, sanità, rifiuti e adesso anche beni culturali. Poco importa che questi processi nascano dal basso, siano condivisi o abbiano consenso, costino di più o di meno, funzionino meglio o peggio. L'importante è ci sia una norma di legge, magari in finanziaria in modo che il dibattito sullo specifico argomento sia sovrastato da altri contenuti o da altre esigenze, e che la stessa norma sia la più generica possibile, così si possono avere le mani libere per i provvedimenti successivi. Quella stessa Regione che ha dimostrato con tutta evidenza di non avere una strategia per lo sviluppo della Sardegna e per il governo di problematiche complesse come la cultura e la conoscenza, che pure dovevano essere le sue carte vincenti, ha però le idee molto chiare quando si tratta di riportare sotto il suo esclusivo controllo tutto quello che gli capita a tiro. Non è capace di fare, ma è molto brava a dire e ad imporre al sistema delle autonomie: "Adesso fatevi da parte perché ci penso io". Se questa è leale collaborazione, se questo è federalismo interno, se questo vuol dire applicare concretamente il principio di sussidiarietà e portare le istituzioni più vicino ai cittadini, allora significa che siamo diventati una Repubblica sudamericana dove la Costituzione può essere cambiata e stravolta a colpi di legge regionale. Per fortuna ormai è molto chiaro da che parte sta la Regione e dove stanno i torti. I sardi lo hanno capito, purtroppo a loro spese, e presto lo manifesteranno pubblicamente con il loro voto. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
E' iscritto a parlare il consigliere Giuseppe Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU GIUSEPPE (P.D.). Grazie signor Presidente, anche per avermi consentito questo intervento breve nonostante non fossi presente in aula prima. L'intervento sarà breve perché io non interverrò nel merito dell'articolo 4, è solo per chiederle, signor Presidente, di riesaminare se è possibile l'inammissibilità dell'emendamento numero 513, a pagina 73, che è stato ritenuto norma intrusa.
Si tratta di un emendamento che interviene a modificare in qualche misura, in una misura non tangibile, la legge numero 12 del 2005 e finalizzato a salvare l'esperienza e il patrimonio di quei consorzi turistici che hanno ben operato in questi anni in campo turistico e nel campo culturale, che rischiano di scomparire non essendo pronti ancora neanche gli strumenti delle unioni dei comuni. Ecco, mi sembra che possa essere riesaminata, quindi le chiedo un riesame dell'inammissibilità dell'emendamento, perché a mio avviso rientrerebbe nella tipologia e tra le finalità previste nella legge di contabilità all'articolo 4 e, nello specifico, quanto contemplato dalla lettera l), dove dice che la norma, la legge finanziaria "fissa autorizzazioni di spesa per nuovi interventi che non richiedono una disciplina organica della materia e sotto il vincolo di coerenza con gli strumenti di programmazione regionali". Io penso che quest'emendamento rientri perfettamente all'interno di quanto contemplato dall'articolo 4, lettera l), e che possa essere rivisto. Quindi la natura del mio intervento è essenzialmente quella di rivedere questa posizione. Non si tratta di modifica sostanziale, non si tratta di una disciplina organica della materia, si tratta solamente di inserire a perfezionare una norma per venire incontro al rischio concreto che possa venire vanificata e possa scomparire l'esperienza e le conoscenze che hanno maturato questi consorzi turistici negli ultimi vent'anni. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Cuccu.
E' iscritto a parlare il consigliere Pisu. Ne ha facoltà.
PISU (R.C.). Grazie Presidente. Interventi così numerosi denotano l'importanza di quest'articolo e gli interventi che hanno fatto gli altri colleghi della sinistra hanno chiarito qual è la nostra sensibilità verso questi temi, per cui non ripeterò. Mi preme, invece, invitare tutta l'Aula a tener conto di alcune questioni che sono state sollevate con la presentazione di alcuni emendamenti da noi presentati, ma che, a parer mio, potrebbero e dovrebbero essere, mi auguro, sottoscritti e votati da tutti. Con queste proposte non vogliamo certo difendere interessi particolari, come tutti voi potete verificare, ma si tratta di problematiche di esclusivo interesse generale a cui non abbiamo ancora dato risposte normative e potremmo contribuire a semplificare e migliorare quelle esistenti.
Si pensi, ad esempio, al tema della cosiddetta università diffusa, che non può essere liquidata facendo di tutta l'erba un fascio. E' necessario certo correggere gli eccessi che ci sono stati per responsabilità delle università che ne hanno fatto forse in qualche caso anche un abuso, ma ci sono esempi di eccellenza che non possono essere sottovalutati, come quelli di Nuoro ed Oristano, per citare solo due esempi, che si trovano, tra l'altro, nelle aree interne più svantaggiate della Sardegna. Inoltre altre questioni importanti riguardano l'attività della sezione sarda del Comitato italiano paralimpico, il ruolo insostituibile dei consorzi turistici, che si trovano nella condizione che poc'anzi ha descritto brillantemente il collega Cuccu. Sono consorzi turistici dislocati prevalentemente nel centro in Sardegna, che hanno operato per anni in perfetta solitudine e hanno rappresentato le uniche iniziative sovracomunali di sviluppo e di promozione di una coscienza turistica in questi territori, di cui oggi possiamo giustamente vantarci. I risultati conseguiti da Sa Corona Arrubia, dal consorzio Due Giare, dal consorzio Sa perda 'e Iddocca, per citare solo tre noti consorzi, sono sotto gli occhi di tutti. Per questo non mi trovo d'accordo con la scelta di dichiarare norma intrusa la proposta di emendamento numero 513, a pagina 73. La legge numero 11 del 2006 all'articolo 4, lettera l), è chiarissima al riguardo; ne chiedo la corretta applicazione.
Poi ancora problematiche come la banca del germoplasma e delle scuole civiche di musica. Già la banca del germoplasma. C'è una colpevole sottovalutazione da parte della Regione sarda su questo tema, sia della Giunta che del Consiglio. Noto anche adesso, come l'altro giorno quando ne stavamo parlando in Commissione e in altri momenti conviviali, quando ci prendiamo il caffè, reazioni di questo tipo: "Ma di che cosa stai parlando?" oppure: "Ma abbiamo problemi ben più importanti in Sardegna della banca del germoplasma!". Questi atteggiamenti e comportamenti denotano non solo un limite culturale, ma anche un'incoerenza programmatica, questo perché non si coglie l'importanza del nesso tra la tutela delle biodiversità garantite dalla banca del germoplasma dalle politiche che stiamo e diciamo di voler portare avanti per la salvaguardia dell'ambiente in questa Isola, per lo sviluppo ecocompatibile in sintonia, tra l'altro, con il trattato di Lisbona.
Per quanto riguarda le scuole civiche di musica che hanno rappresentato e rappresentano un luogo particolarissimo, Assessore, di crescita culturale, musicale, ma anche civile, nella stragrande maggioranza dei territori in cui sono ubicate, un risultato importante, non scontato, soprattutto tra i giovani che non può essere sottovalutato né dall'Assessore, né dalla Giunta, né tanto meno dal Consiglio comunale. Il successo di queste scuole non è riferibile solo alle grandi città, ma riguarda tanti Paesi che associandosi, superando i limiti del campanilismo, hanno costituito queste scuole civiche di musica dove sono riuscite a equilibrare anche le spese, cioè un terzo di queste spese viene garantita dalla Regione, un terzo dai Comuni e un terzo è quanto paga l'utenza. Questo ha consentito, ovviamente, di poter creare questo importante servizio e questa aggregazione sociale di qualità in questi territori. Questa è stata la positiva esperienza delle scuole civiche di musica nelle aree interne che sono anche interprovinciali, ci sono scuole civiche di musica, Assessore, interprovinciali, a cavallo cioè di tre Province. In questi casi è potuto accadere che ci fossero anche, in queste scuole civiche di musica, 208 utenti, in qualche città non si superano i 70, 80 utenti. Io credo che lo scorso anno noi abbiamo inserito nel fondo unico in capo alla Provincia questa voce, il risultato è stato che siccome le risorse erano insufficienti le Province hanno ridotto, lo diceva anche il collega Cassano, al lumicino questi contributi ai Comuni, col risultato che esse saranno costrette a chiudere. Pertanto è necessario intervenire in questa finanziaria per semplificare il processo e garantire un futuro a queste scuole civiche di musica. Per far questo è necessario ed è sufficiente migliorare le scelte di decentramento fatte lo scorso anno, affidando direttamente queste risorse ai Comuni e, senza inutili intermediazioni, garantendone la destinazione specifica e vincolata. Mi auguro che su questa scelta ovvia e saggia ci possa essere il massimo di comprensione e consenso.
Sulla lingua sarda ci sono scelte di fondo che questa Giunta deve essere in grado di fare, passando, mi si consenta, dalle parole ai fatti. Certo, alcune cose sono state portate avanti, ma la strada credo che sia molto lunga. In più occasioni lei, assessore Mongiu, e lo stesso presidente Soru, persino parlando in sardo, fatto che ho particolarmente apprezzato, dove ci siamo incontrati, avete suscitato tante aspettative. Per questo è necessario fare un salto di qualità superando la stessa concezione prettamente culturale e culturalista, direi, della legge regionale numero 26, per passare a una scelta in direzione dell'applicazione del bilinguismo perfetto nelle scuole, oppure dobbiamo subire ancora l'atteggiamento delle università della Sardegna, sostanzialmente soggette a una cultura autocolonizzante, italiota, incapace di rappresentare in modo moderno l'affermazione alta della nostra identità di popolo, anzi, della nazione sarda? Questo non è in contrasto con la scelta che abbiamo fatto e che ribadiamo di "Sardegna speaks english", anzi direi che dobbiamo vedere in modo complementare la conoscenza della lingua madre, il sardo, con quella statale, l'italiano, e veicolare come l'inglese. Sono tre cose che marciano contestualmente assieme, non le si deve mai vedere in contrasto, perché arricchiscono la cultura, arricchiscono le persone che se ne impossessano di queste tre fondamentali lingue.
Infine, voglio solo accennare al comma 9 di questo articolo che tratta questioni attinenti alla gestione dei musei e siti archeologici. C'è il rischio concreto che questo patrimonio culturale rappresentato da società e cooperative per le gestioni venga compromesso. Per questo è necessario riflettere su quello che abbiamo fatto fino adesso, la preoccupazione maggiore, Assessore, è che con gli 8 bandi della delibera dello scorso dicembre si possa attirare l'attenzione delle multinazionali della cultura e ridurre queste società e cooperative che hanno fatto cultura nel nostro territorio ad un impoverimento sostanziale, oltreché a renderle subalterne alle logiche di profitto di queste multinazionali. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana. Ne ha facoltà. Decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Grazie, Presidente. Grazie anche per avermi chiamato. L'articolo 4 che stiamo discutendo, quello sulla istruzione, cultura, spettacolo e ricerca, è un articolo sicuramente di grande importanza anche se mi rendo conto che l'attenzione dell'Aula forse non è quella che magari richiederebbe un argomento così importante, però noi siamo comunque chiamati a dare il nostro contributo indipendentemente dall'indice di ascolto che ci sarà. Ecco, io credo che su questo articolo, Assessore, ci sia molto da discutere e un confronto sia quanto mai indispensabile e quanto mai opportuno perché oggi stiamo discutendo, questo Consiglio regionale prenderà alcune decisioni che sono di fondamentale importanza...
PIRISI (P.D.). Presidente, c'è brusio.
LADU (Fortza Paris). Dicevo, sono di particolare importanza per quello che succederà nei prossimi anni in Sardegna. Allora, si è detto anche che forse le risorse non sono sufficienti, probabilmente ci voleva un impegno maggiore da parte del Governo della regione, però io credo che probabilmente c'è anche questo, che magari questo argomento avrebbe avuto bisogno di risorse maggiori, però io credo che se noi avessimo spalmato meglio, se avessimo, Assessore, razionalizzato meglio queste risorse, io sono convinto che noi avremmo comunque potuto dare una risposta più importante. Allora, Assessore, la domanda che si pone questo Consiglio è di vedere se questa proposta che viene fatta da parte del Governo regionale aumenta il livello culturale e l'istruzione in Sardegna. Io credo che la prima domanda che noi ci dobbiamo porre sia veramente questa. Ebbene, io, Assessore, credo che dopo che noi avremo approvato questa manovra io non credo che ci siano grandi passi avanti, grandi miglioramenti per quanto riguarda il miglioramento del livello culturale dell'istruzione in Sardegna, anche perché, lo affronteremo anche in altre parti della manovra, c'è oggi il problema della dispersione scolastica, Assessore, che è un problema serio, sta diventando un problema serio e se questo Governo della regione continua a sbagliare, io credo che noi contribuiremo ancora con la nostra azione politica a peggiorare la situazione per quanto riguarda la dispersione scolastica che è già alta in Sardegna. Perché, bisogna dirlo, quello che abbiamo fatto con le scuole di formazione professionale è stato un grave danno per la formazione e per la cultura in Sardegna, perché tutte le volte che noi restringiamo il ventaglio delle possibilità di scelta che possono avere gli studenti, noi di fatto stiamo aumentando la dispersione scolastica e quindi le statistiche dicono che tutte le volte che la scelta è ampia, sicuramente diminuisce il livello di dispersione scolastica. A me pare, invece, che questo Governo regionale sta andando nella direzione opposta, sta andando verso un aumento della dispersione scolastica e i dati lo stanno verificando. Ma, devo dire che non solo questo governo della Regione sta sbagliando in questa direzione, ma devo dire che ci si è messo anche il governo nazionale, fortunatamente è stato già mandato a casa e io credo che non sia mai troppo tardi per mandare a casa governi del genere, però con il decreto Mussi che è intervenuto sui requisiti minimi per quanto riguarda l'università, di fatto non ha fatto altro che penalizzare poco quelle università già fragili, già deboli soprattutto quelle università periferiche e non ha certamente in qualche modo inciso profondamente nelle altre università che invece godono di ottima salute. Noi avremmo voluto da un governo di sinistra che facesse interventi che andassero proprio nella direzione di una istruzione soprattutto nelle parti più deboli del territorio, nelle periferie, ecco invece noi vediamo che le scelte che sono state fatte dal governo nazionale sono scelte che vanno a penalizzare proprio quei territori che hanno bisogno maggiore di cultura. Allora, io credo che tornando al discorso, anche all'applicazione del decreto Mussi in Sardegna, noi vediamo che questo decreto rafforza la bipolarizzazione della cultura in Sardegna e questo è un grave errore, Assessore, perché io credo che se noi costringiamo tutti gli studenti della Sardegna ad andare o a Sassari o a Cagliari, noi non stiamo dando una possibilità importante a territori rilevanti della Sardegna a poter usufruire di un'istruzione che sia capace di dare risposta a tutta una serie di situazioni che riguardano le fasce sociali del territorio. Allora io credo che la domanda che noi ci dovremo porre e qui non vedo il professor Gessa, è vedere se in questa università... Ah eccolo, ha cambiato posto, e noi dobbiamo vedere effettivamente se la Sardegna è in condizioni di reggere anche altre situazioni, bisogna fare uno studio vero se le due università così come oggi sono conformate, Sassari e Cagliari vanno bene o se c'è la possibilità di creare anche situazioni che permettano, come dicevo prima, a vasti territori delle province e quindi della Sardegna, di poter seguire soprattutto i corsi delle scuole superiori, ma soprattutto i corsi universitari. Allora io credo che il limite vero è che purtroppo le decisioni qui le stanno prendendo i professori universitari, le stanno prendendo i rettori, ma la politica dov'è? Perché è chiaro che i rettori tenteranno di concentrare la presenza dell'istituto universitario nei grandi centri, ma sicuramente non mi pare che la politica abbia fatto e abbia svolto il suo ruolo in questi anni per quanto riguarda una possibile rivisitazione, un aggiornamento della situazione per quanto riguarda l'istruzione in Sardegna. Allora, Assessore le ricordo, assessore Mongiu, lei che so essere sensibile a certi problemi, anche perché ho sentito alcune sue dichiarazioni in occasione della sua visita a Nuoro dove ha sostenuto che lei è d'accordo che ci sia una presenza universitaria anche nel territorio e quindi sosteneva anche ipotesi di presenze universitarie diverse dai centri di Cagliari e Sassari. Però, dopo che lei ha fatto queste dichiarazioni, i comportamenti della Giunta regionale non sono stati conseguenti in questa direzione perché noi vediamo che la Giunta regionale, il governo di questa Regione sta facendo interventi che non stanno andando in quella direzione, ma stanno ancora di più concentrandosi su Cagliari e Sassari, la scuola, la presenza universitaria in Sardegna. Allora io, Assessore, le voglio ricordare che la presenza universitaria a Nuoro non è nata a caso perché doveva qualche politico avere un po' più di visibilità, la presenza dell'università a Nuoro è nata a seguito di una situazione difficile dal punto di vista sociale ed economico nella Provincia di Nuoro, da una situazione di malessere vero e proprio che c'era nella Provincia di Nuoro, ebbene, il governo nazionale allora preoccupato, fece arrivare la famosa Commissione Medici in Sardegna e alla fine concluse dicendo che sarebbe stato opportuno per uscire da questa situazione di malessere nel centro Sardegna, creare una scuola universitaria capace di creare una situazione nuova dal punto di vista culturale nel centro Sardegna. A me pare che la Giunta regionale stia facendo scelte diverse, scelte che sono state in qualche modo o che hanno avuto un risultato importante nel territorio in questi anni e quello che stiamo vedendo in questi giorni, la situazione di malessere purtroppo non è calata nel centro Sardegna, abbiamo visto quello che sta succedendo in questi ultimi giorni...
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Diana. Ne ha facoltà.
MARROCU (P.D.). Non è decaduto?
DIANA (A.N.). Questo articolato che mi ha suggerito poc'anzi mentre non ero presente alla prima chiama, così disarticolato, una serie di cifre che non hanno, non nessun senso, ma hanno poco senso, che dovrebbero seguire ciò che pomposamente è stato ribadito nel programma regionale di sviluppo con tutta una serie di obiettivi trasversali, alcuni così sono definiti, e altri che partono dalla scuola primaria per arrivare fino all'università, quell'università che ci ha descritto... complimenti professor Gessa, perché il professor Gessa stamattina ha dato una lezione a tutti quanti noi, perlomeno a quelli che probabilmente hanno bisogno, credo tutti. Perché credo che il professor Gessa conosca come pochi il mondo accademico, ha fatto bene anche a puntualizzare che non stiamo trattando in questo articolato di università diffusa, ma più propriamente e sono d'accordo, di università decentrata.
Ritornerò su questo argomento dell'università decentrata. Ciò che m'interessa invece evidenziare è questo articolato. Dicevo prima, mi ha suggerito, non lo so se propriamente o impropriamente, però il titolo di un film, sta per andare in onda, forse domani, un "caos calmo", integrale questo, non so se quello che vedremo nei locali cinematografici sarà integrale o meno, staremo a vedere.
Certamente di "caos" c'è molto, e a dir la verità per l'ambiente che si respira stasera nell'Aula consiliare siamo anche calmi tutti quanti. Non siamo ancora arrivati a quegli articoli che probabilmente vedranno la sinistra, l'arcobaleno impegnato in battaglie furibonde. C'è stato sì, uno sprazzo dell'onorevole Davoli che ha sollevato un attimino i toni. Onorevole Davoli, stendiamo un velo pietoso, stendiamo un velo pietoso perché lei mi ha meravigliato molto, ha toccato soprattutto il mondo che le appartiene di più e che per certi versi è appartenuto anche a me e che appartiene probabilmente anche ad altri in quest'Aula, il mondo accademico, il mondo degli insegnanti, il mondo di quelli che devono prendere il premietto di 500 euro in più all'anno che è utile certamente per tutta una serie di progetti, e qui onorevole Davoli, la premialità a seguito di bandi l'avete istituita e voluta voi, e non dico che non sia giusta, perché bisogna premiare, e se bisogna premiare bisogna premiare i più bravi, e quindi i progetti più seri, quelli che lasciano tracce nel territorio e quindi nella scuola, lei invece dice: "No bisogna dare i soldi a tutti. Non si può premiare 20 a Cagliari, 10 a Sassari e uno solo a Nuoro", e sappiamo anche di che cosa sta parlando, dice l'onorevole Davoli. Magari se ce l'avesse detto, ci avrebbe potuto interessare anche questo argomento, no, non è stato così! Fatto sta che le risorse che in questo articolato vengono messe in campo, in maniera disarticolata, sono tante, spesso e volentieri sono inutili, ma ancora di più spesso e volentieri non vengono utilizzate, non vengono spese. Non perché lo dico io, perché lo dicono i numeri. Parlo per esempio del Visiting professor, una cosa di una grandiosità unica! Poi, per giustificare, il presidente Soru dice. "Eh, a Barcellona ci sono quattro premi Nobel che insegnano all'Università. Eh, a Barcellona! Ho capito benissimo. Mi fa molto piacere! Una delle capitali europee, una delle più importanti, ha quattro premi Nobel, professor Gessa, e lei è qui a fare il Consigliere regionale! E lì ci sono 4 premi Nobel! Ce l'ha detto qui, in quest'aula, noi non siamo riusciti ad attrarre, se non pochissimo, i conti sono chiari, però l'anno scorso in finanziaria: 2 milioni di euro, quest'anno 6 milioni di euro. E i rettori dell'Università, che in audizione, in terza Commissione, dicono: "Ci sembrano un'esagerazione". Non l'ho detto io, l'ha detto il rettore Mistretta, lo ha confermato anche il professor Attilio Mastino, prorettore dell'Università di Sassari. Non sono invenzioni, le abbiamo sentite tutti, questa è la realtà. 4 milioni in più, e poi mancano all'appello 4 milioni di euro per quella famosa Università decentrata. Che ci sia bisogno di mettere ordine in quel mondo sono perfettamente d'accordo, ma da ciò che è scritto in questa finanziaria, e di ciò che è scritto nel Programma regionale di sviluppo, non si riesce a capire in quale maniera si voglia mettere ordine in quel mondo, se c'è bisogno di mettere ordine, mi pare di capire che ci sia bisogno di mettere ordine! Beh, da questa finanziaria certamente noi non traiamo le conclusioni opportune.
Si parla di Campus universitario a Cagliari, altro argomento importante. Siamo cari colleghi alla bella cifra di 75 milioni di euro, impegnati dalla Regione Sardegna, e alla lettera f), un ulteriore spesa di 10 milioni di euro, 2008, 2009, 2010, per.
Credo che arriveremo a oltre 100-120 milioni di euro alla fine della giostra. E ancora, né l'Assessore, né il Presidente, tanto meno l'Assessore al bilancio, non era competenza sua, sono riusciti a farci capire che cosa sta accadendo in Viale La Plaja, e che cosa dovrà accadere in Viale La Plaja? Una volta Viale La Plaja, a Cagliari, era famosa per altri versi. Oggi, vorremmo capire che cosa sta accadendo in Viale La Plaja! 120 milioni di euro, per un Campus universitario! Glielo spiego io alla professoressa Cerina, poi, perché era famosa Viale La Plaja!
COCCO (P.D.). Cosa c'entra la Cerina?
DIANA (A.N.). Non è argomento di discussione, ma siccome la via è quella, ecco perché mi sono soffermato su questo argomento.
MARROCU (P.D.). Solo che al governo c'eravate voi, quando si è fatta la scelta di Viale La Plaja!
DIANA (A.N.). Lei può avere tutte le ragioni di questo mondo, onorevole Marroccu, io so solo che da quando voi siete alla guida della Regione avete impegnato ulteriori 75 milioni di euro, e ancora non conosciamo che fine dovranno fare quelle risorse. Stiamo parlando certamente di cultura, in questo articolato, poi stiamo parlando anche di questa famosa agenzia regionale, denominata "Patrimonio culturale". Lì, siamo riusciti per fortuna, in Commissione, a modificare un attimino le cose, però il tentativo di infilarsi anche lì, onorevole Davoli, la Regione ce la sta mettendo tutta! E poi avete cercato di modificare la legge sul Cinema, professoressa Cerina, ancora una volta! Una delle pagine più tristi di questo Consiglio regionale, una legge nata e bocciata, prima col voto segreto, poi riproposta dopo sette mesi.
CERINA (P.D.). Grazie a lei!
DIANA (A.N.). Sì, grazie a me, esattamente! Dopo sette mesi l'avete riproposta, e dopo altri otto mesi avete cercato di modificarla, per fare entrare chi professoressa Cerina? Anche qui, certamente quando nel vostro articolo c'era scritto "associativo senza fini di lucro" e "come socio di maggioranza", che andavano aboliti, avevate certamente, o avevano, coloro che hanno steso questa dicitura, avevano ben chiaro ciò che doveva succedere con l'Agenzia per il cinema. E allora, il tempo non c'è per parlare di tutto. Io sono anche un uomo di sport, e questo è un argomento che mi appassiona molto, e ogni volta che io vedo soldi per lo sport sono felice e contento, a tutti i livelli, di qualsiasi disciplina sportiva si tratti, di tutti i soggetti che si interessano di sport. Beh, qui c'è un emendamento che è stato presentato da moltissimi colleghi, che riguarda i campionati italiani che si dovranno svolgere in Sardegna, per soggetti con forti disabilità, di tutti i generi. Beh, io credo che su questo tutti noi dovremo avere la massima attenzione. Io ho presentato anche un emendamento all'emendamento, per cercare di rendere ancora più chiaro ciò che si voleva fare e ciò che si deve fare. Spero che il Consiglio sia attento a questo emendamento, perché credo che questa sia veramente un'opera di giustizia, credo che siano legittimati i soggetti che hanno chiesto queste risorse, credo che se c'è un occhio di attenzione ai problemi sociali, beh, io credo che con questo emendamento ne risolviamo molti.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.
MARROCU (P.D.). All'emendamento di cui parlava il collega Diana faremo molta attenzione, e chissà che non ci sia anche qualche sorpresa, interverrò proprio quando arriverà quell'emendamento. Il collega Balia poneva problemi conclusivi e finali di voto. Io penso che noi lavoreremo, in queste ore, e in questi giorni, spero pochi, che mancano alla conclusione di questa manovra finanziaria, perché questa manovra finanziaria sia votata da tutto il centrosinistra, e sia votata dai compagni dello SDI, con convinzione, perché ne condividono il contenuto. La manovra finanziaria ha già subito dei miglioramenti nel lavoro di Commissione, lo sta subendo in questa discussione in assemblea, ulteriormente verrà modificata e migliorata, ma vorrei ricordare il giudizio positivo che sulla manovra lo stesso collega Balia ha fatto in Aula nella discussione generale. E quindi c'è disponibilità, ovviamente del Partito Democratico, ma penso di tutta la maggioranza, di continuare a discutere e di verificare la possibilità di ulteriori apporti di miglioramento di questa manovra. Nel dibattito che c'è stato sino adesso, io cerco di accelerare, è vero che non tutti gli interventi del collega, anche dell'opposizione, hanno lo stesso connotato. E quindi è giusto anche fare dei distinguo. Però, devo essere sincero, se c'è un articolo nella quale mi sembra molto chiara la direzione e il progetto è l'articolo 4. Certo è, come diceva il professor Gessa, che risorse così ingenti per l'istruzione, per l'Università, come quelle stanziate nel 2008, non ci sono state dal 1600 ad oggi. È un dato. Come ha detto in un'altra occasione è un dato che non può essere smentito. Poi qualcuno potrà discutere, si spendono bene, si spendono male, ma intanto ci sono le risorse da spendere, e sono risorse ingenti, segno che c'è verso questo settore dell'istruzione, l'università, la cultura, un'attenzione in questa finanziaria nel passato non abbiamo dato, né noi nelle precedenti manovre, né nel passato ancora meno voi.
Secondo elemento: se discutiamo onestamente tra di noi, prescindendo dal gioco delle parti, il fatto è che chi è all'opposizione deve comunque contestare una proposta che viene dal Governo e chi è nel Governo, nella maggioranza, deve difenderla, in verità questa maggioranza non è che si distingua… anzi mi sembra abbastanza disponibile al dialogo e anche alla critica, qualche volta presenta qualche eccesso di polemica e discutiamo sull'università in Sardegna, onestamente, non possiamo non riconoscere che la direzione che propone questo articolo 4 è quella giusta. L'unico elemento negativo, onesto tra di noi che dobbiamo ricordarci, è che quella riforma dell'istruzione, che è da noi auspicata in inizio legislatura non ha ancora concluso il suo iter, non è ancora arrivata in Aula, ma di questa responsabilità onestamente né a meno la Giunta che comunque il disegno di legge l'ha proposto al Consiglio, ne abbiamo forse di più, mi ci metto ovviamente io al primo posto, come Consiglio, nel suo processo istruttorio. Ma in attesa comunque di una riforma più complessiva non si può non riconoscere che c'è un diverso taglio in questa finanziaria, è un obiettivo, un indirizzo, ma mi sembra abbastanza chiaro e netto. Allora, università diffusa, se siamo onesti io ricordo che… vi vorrei far leggere gli interventi, anche vostri, in questi anni parlo di colleghi che ci sono anche prima di questa legislatura, di giudizio sull'università diffusa. Onestamente, l'università diffusa è nata e si è sviluppata, a parte le eccezioni che poi dirò, esclusivamente per soddisfare esigenze territoriali del politico del territorio che voleva la medaglietta per dire l'ho portata nel mio territorio e così via… e per soddisfare esigenze forse lobbistiche dei professori universitari. Sicuramente non sono nate per soddisfare esigenze formative dei giovani ragazzi sardi. Il livello di questa presenza universitaria in Sardegna si è dequalificato man mano negli anni, le risorse spese sempre ingenti, senza fornire un'adeguata qualificazione della nostra Università, l'obiettivo di questa finanziaria è qualificare l'università, qualificare l'istruzione, far sì che la nostra scuola universitaria sia competitiva in campo nazionale ed internazionale e soprattutto qualificare i ragazzi.
Ho sentito un dato che ha citato il collega Balia, non me ne vogliano gli amici di Nuoro, ma si può dire che l'AILUN è una scuola privata? Quando su 1 milione e 80 mila euro di spesa annua, 950 mila euro sono sul bilancio regionale? In che cosa è privata? Si può accettare che questa scuola privata, libera università nuorese, abbia un costo di 36 mila euro per ragazzo? Non si può accettare! Si può accettare tutta l'impostazione che abbiamo dato in questi anni alla scuola diffusa dove ognuno se non riusciva a portare una facoltà nel proprio paese era un segno che non contava qui, spero di no, però la scelta è quella di qualificare l'università, però attenti, quello di citare continuamente i rettori che dicono che sono troppe le risorse per far arrivare in Sardegna i professori di riconosciuta fama internazionale e dire: "ma non lo voglio neanche…" io penso che questo sia un fatto negativo per l'università e per quei rettori! Ma perché noi che spendiamo le risorse e le mettiamo a disposizione, risorse ingenti, non possiamo pretendere dall'università di qualificare… di che cosa hanno paura questi professori? Di confrontarsi con le migliori intelligenze che ci sono nel mondo? Di portare arricchimento della formazione dei nostri ragazzi? E io non lo citerei come un dato per contestare la manovra e i 6 milioni di euro, io lo citerei come un dato per dire che dobbiamo pretendere dall'università. Noi diamo le risorse, pretendere che vengano spese in quella direzione, nel qualificare l'istruzione, qualificare la formazione. Non lo citerei come un dato per dire: togliamo le risorse, noi dobbiamo pretendere che l'università sarda sia una Università competitiva a livello nazionale e a livello comunitario.
La decisione di stanziare risorse per far sì che l'università non sia lì sotto casa per cui i ragazzi vanno in quella università, all' AILUN di Nuoro, perché magari non hanno la possibilità i genitori di mandarli ad una università vera, competitiva.
La decisione che noi abbiamo assunto di stanziare ingenti risorse per il fitto casa, le risorse che adesso contestava il collega per il campus universitario da anni bloccato e finalmente sbloccato in via Po. Le risorse stanziate con l'emendamento finale della Giunta, ingenti, per fornire quelle che chiamavamo quand'eravamo ragazzi presalario: 5 mila euro per tutti i ragazzi e tra l'altro è corretto, benissimo, dalla Giunta l'emendamento. Perché comunque dà un indirizzo ma non dà un'esclusiva alle materie tecnico-scientifiche, gli dà solo un indirizzo, quindi non esclude gli altri.
Prevede comunque la possibilità che questi ragazzi possano frequentare le università di tutta Italia, anche questo, ma perché un figlio di un operaio, bravo, meritevole non può accedere alla Bocconi e ad altre università italiane… deve essere la Regione disposta a sostenere quel ragazzo e quel giovane che vuole raggiungere quei livelli.
Sono scelte così nette dove se c'è un articolo dove è chiaro l'obiettivo, l'indirizzo e il progetto è l'articolo 4, per cui mi sembrano eccessive e non condivisibili l'eccesso di… ma anche sull'università diffusa, a differenza di altri settori dove si è detto: "ma voi smantellate tutto e buttate insieme all'acqua sporca anche i bambini!" E no! C'è un emendamento della Giunta che … delle risorse, e c'è la disponibilità anche ad una sospensione su quel punto, dell'università diffusa, per arrivare ad un eventuale emendamento di sintesi finale che dice: intanto tutti i corsi che ci sono…
CAPELLI (U.D.C.) Quello della Giunta che abbiamo discusso in Commissione per tre giorni?
MARROCU (P.D.). No, ce n'è uno della Giunta che stanzia… ascoltami prima di interrompere, ho detto che ce n'è uno della Giunta che stanzia ulteriori risorse e c'è la disponibilità da parte nostra ad un emendamento di sintesi finale che dice che intanto tutti i corsi avviati perchè i patti che la Regione e l'università ha assunto con i ragazzi siano mantenuti, e quindi tutti i corsi siano portati a termine e contemporaneamente ci prendiamo del tempo per stabilire una razionalizzazione della presenza universitaria nel nostro territorio. Concludo citando anche quello che voi avete chiamato un fatto negativo. L'Agenzia regionale per il patrimonio culturale, anche questo… ma io dico, quante risorse abbiamo speso questi anni? Non avvertite anche voi il bisogno che siano portate, queste risorse in un progetto integrato che sia qualificato, che si crei una rete tra tutti questi interventi che abbiamo fatto, diffusi, non collegati fra di loro, spesso anche con qualche elemento di scarsa professionalità e siano portati ad un livello di ricerca scientifica, di qualità, siano messi in sistema siano messi in rete, siano valorizzati! Io penso di sì, allora se c'è un articolo sul quale mi sembra invece ci sia in modo chiaro e netto un obiettivo e un progetto è l'articolo 4, per questo noi lo difenderemo e lo miglioreremo anche con qualche emendamento…
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
MONGIU, Assessore tecnico della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Venticinque interventi di cui alcuni molto appassionati confermano quello che l'onorevole Caligaris diceva in apertura degli interventi, cioè il tema non è un tema neutro, è un tema che avrebbe meritato forse un ampliamento di discussione e cercherò di rimediare in qualche modo in altre occasioni. Io stamattina quando voi parlavate, a dir la verità, la mia attenzione era presa da quei bambini che stavano assistendo ad una seduta del Consiglio regionale, c'erano diverse classi delle elementari, che guardavano, sentivano, ascoltavano, e io immaginavo: mi auguro che la classe dirigente della Sardegna che sta progettando il futuro di quei bambini sia all'altezza della curiosità dei bambini, io ho chiaro e preciso quando al mio paese arrivavano Antonio Segni e Renzo Laconi, e ascoltavo, avevo una passione incredibile nel sentire e non capivo perché a casa mia non volevano che noi andassimo ad ascoltare Renzo Laconi. Ho scoperto poi che è stato un grande, lo è stato anche Antonio Segni, un grande personaggio. Allora questo articolo 4, che qualcuno in maniera così disinvolta ha voluto scrivere negli emendamenti che voleva cassare direttamente - una sorta di damnatio memoriae, sarebbe interessante sapere quali insegnanti questi consiglieri abbiano avuto per avere questo atteggiamento così demolitivo -, è un articolo assolutamente rivoluzionario, io mi assumo la responsabilità.
La Regione Sardegna è la prima Regione in Italia che mette a bilancio ordinario cifre per sostenere la didattica, è la prima volta, da quando in Italia esistono le autonomie scolastiche, in cui una scuola può decidere del proprio futuro didattico investendo sulla didattica curricolare, non su progetti, progettini, progettacci e distribuzioni a pioggia a chi arriva prima, mettendo istituzioni pubbliche votate all'istruzione in concorrenza tra di loro. Questa è la triste vicenda nell'Italia meridionale del POR, questa è la triste vicenda del PON, questa non è la triste vicenda dell'articolo 4, e io ho apprezzato molto alcuni consiglieri dell'opposizione, e in particolare l'onorevole La Spisa, che ha ribadito in due passaggi - aldilà del gioco delle parti - la necessità di tematizzare la tragedia in cui noi viviamo: 62 ragazzi quindicenni norditaliani, 70 ragazzi sardi non sanno, e sono dati dell'OCSE Pisa, per quale ragione c'è differenza tra il giorno e la notte. Il mio bisnonno lo sapeva, un quindicenne che io incontro non lo sa. I dati OCSE per i nostri laureati - pubblicati ieri, La Repubblica è a vostra disposizione - dicono che un laureato italiano su cinque non sa leggere il bugiardino e la ricetta medica.
Noi dobbiamo fare un patto - l'ho detto a Monsignor Mani l'altro giorno - il nostro patto di tutti, come classe dirigente, è prendici cura, cito Heidegger, tanto caro all'onorevole Pinna che si è laureato con una tesi su questo grandissimo, noi ci dobbiamo "prendere cura" di quei bambini che stamattina, sbigottiti, guardavano questi signori e queste signore, in questa sorta di luogo quasi amniotico, e pensavano "chissà cosa stanno facendo", stavamo decidendo di loro, stavamo decidendo se loro hanno le stesse opportunità di un ragazzo finlandese che è il primo in assoluto nei dati OCSE Pisa. E che cosa abbiamo fatto noi, molto modestamente, molto umilmente? Abbiamo, onorevole Diana, interpellato il mondo della scuola. Onorevole Moro, li abbiamo riuniti e abbiamo chiesto, dopo vent'anni, che cosa gli insegnanti pensassero della scuola, che cosa pensassero di dover fare, e loro ci hanno dato le indicazioni. La delibera 47, che il mondo della scuola ha così condiviso - oggi a Sassari è iniziata la formazione per i docenti, in Ogliastra l'altro giorno, a Cagliari due giorni fa -, consegna nelle mani degli insegnanti e della scuola la centralità della didattica. Qualcuno mi ha detto che da animatori io volevo trasformare gli insegnanti in magister, ma l'insegnante è il maestro! Quella maestra che stamattina li ha portati qui, quella è la magistra, quella forma le classi dirigenti perché li porta nei luoghi dove si prendono decisioni, e sono decisioni serie, sono decisioni su cui non si può scherzare perché io non voglio condannare nessuno ad essere escluso, nel momento in cui la Cina, nel momento in cui la Finlandia, nel momento in cui l'India producono il più alto tasso di ingegneri di tutto l'universo. E per questo e nata la misura di favorire l'istruzione scientifica, i laboratori di recupero pomeridiani - mi dispiace che non ci sia l'onorevole Maninchedda e mi sorprende che non abbia letto con attenzione - i laboratori scientifici sono sui quattro assi OCSE Pisa, e cioè: lettura di un testo, comprensione di un testo, comprensione di un ragionamento logico, comprensione di un esercizio della matematica, per cui 4 per 2 più 5 più 1 un quindicenne nostro non sa se si tratta di una addizione o di una sottrazione. Vi ricordate "Padre padrone", Abramo, il padre padrone, faceva gli esercizi delle moltiplicazione e diceva "sono ancora capace di pensare", un nostro quindicenne non lo sa fare!
Allora noi abbiamo messo in atto misure, non solo con la delibera 47 ma anche con i residui della 3.6, per iniziare questa politica che raggiungerà, con la 47, dal 25 al 40 per cento di tutti i nostri ragazzi, dalle materne alle superiori, con i residui del POR tutte le scuole parteciperanno alle Olimpiadi della matematica e raggiungeremo il 10 per cento della popolazione.
Qual è la popolazione scolastica? Un giorno è 223 mila, un giorno è 200 mila: abbiamo scoperto che, finanziando progetti e progettini ai diversi enti locali, c'è uno scarto del 12 per cento nel sapere l'anagrafe scolastica, abbiamo deciso di unificare, naturalmente, d'accordo con gli Assessori provinciali. Dunque è in atto un'azione di condivisione, non soltanto con le autonomie locali, non soltanto con le Province, ma con i territori.
I laboratori, quelli che si faranno la sera dopo le 17, sono su quattro assi semplicissimi: il teatro, la musica (lo strumento musicale), la lingua sarda e le arti applicate. Sono quelle misure, sostanzialmente, che tutto il Nord Europa ha da almeno trent'anni; si trattava praticamente, come si suol dire, di applicare semplicemente un metodo normale, quello di vedere le buone prassi che vengono fatte nelle altre parti, declinarle d'accordo con gli insegnanti ad applicarle.
Questo è il nostro modello, questo è il modello che porterà sostanzialmente, nel brevissimo termine, ad avere qualche contenimento di una deriva sul piano delle competenze e delle conoscenze. E' un progetto che riguarda una strategia di cinque anni, la Finlandia è arrivata in dieci anni ad atti di questo genere, e noi siamo convinti che questo modificherà il dato dell'Università: 36 mila iscritti a Cagliari di cui seimila non danno nessun esame in un anno e 16 mila sono fuori corso.
Io vi ho dato tutti i dati per i corsi decentrati, ma non possiamo parlare di Università decentrata, l'Università è un luogo molto complesso, si tratta di corsi decentrati nel territorio, peraltro alcuni sono già in via di esaurimento, noi li finanziamo finché questi non chiudono; non chiudono nel senso che è l'Università che ha la potestà di decidere che cosa fare, non la Regione.
L'onorevole Capelli, geniale, ha detto una cosa che io trovo geniale: ha proposto di istituire l'Università della Sardegna. E' davvero geniale perché la potestà di deliberare sull'Università non è in capo a noi, il fatto che l'onorevole Capelli proponga che noi possiamo andare verso un percorso di fare una Università autonoma della Sardegna, beh, sono disposta a lavorarci, l'ha fatto la Catalogna, era questo credo che intendesse, non vorrei attribuirgli cose che sono al di là del suo pensiero.
I giovani, le politiche giovanili. Ringrazio l'onorevole Sanjust, l'ho cercato quando sono partita con le politiche giovanili, 5 milioni li abbiamo a disposizione sulle politiche giovanili, abbiamo recuperato 1 milione e 700 mila euro nell'APQ, abbiamo incontrato Comuni, Province, abbiamo fatto la Carta giovani europea, mezza Sardegna che già l'aveva si è ancorata a noi, quindi abbiamo seguito anche una buona prassi che lui stesso aveva attivato, e stiamo da questo punto di vista cooperando.
L'ultima cosa - vedo che sta per finire il mio tempo - cito una grandissima sociologa che è molto di moda in questo momento, che è Saskia Sassen, che ha parlato di una cosa straordinaria: in questo momento quello che si sta internazionalizzando, professor Gessa, è il localismo; noi vorremmo in qualche modo invertire in Sardegna la possibilità perchè il professor Gessa, sì, è stato un pioniere perché è andato in America, noi vorremmo che anche gli americani venissero qui, i sardi vanno in America, vorremmo che anche gli americani venissero qui, venissero a Polaris, venissero nelle nostre Università: più stranieri vengono, più è forte la nostra Università, significa che i nostri universitari, i nostri docenti, hanno rapporti. Se propongono una riduzione dobbiamo preoccuparci, vuol dire che non hanno rapporti di ricerca sul piano internazionale. Io chiudo dicendo, per quanto riguarda la cultura e beni culturali. La nostra infrastruttura non può che essere questa, il nostro piano del lavoro è l'istruzione, sui beni culturali e sul nostro sistema identitario è sotto utilizzato è sotto apprezzato, sotto usato, sotto visitato. L'agenzia vorrebbe, in qualche modo, rilanciare il patrimonio che è in assoluto, forse, il più straordinario patrimonio archeologico del Mediterraneo. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Cucca, relatore di maggioranza.
CUCCA (P.D.), relatore di maggioranza. Grazie, Presidente. Emendamento numero 79 il parere è negativo, emendamento numero 801 il parere è negativo, 802 è contrario, 806 contrario, 365 contrario, 84 contrario, 85 contrario, 372 contrario, 371 contrario, 887 il parere è favorevole, 426 contrario, 252 c'è invito al ritiro, in caso contrario il parere è negativo, 423 parere è contrario con invito al ritiro, l'emendamento numero 376 il parere contrario, 86 contrario, così come il 286 è contrario, l'803 contrario, 87 è contrario, 88 contrario, 89 contrario, il 363 contrario e manca anche la copertura, 200 contrario, 80 contrario. Gli emendamenti numero 23, 27, 81, 178, 264, 245, 937, 526, 364 sono stati sospesi, reputando che ci fosse necessità di fare poi un emendamento di sintesi che li ricomprendesse tutti. Il 366, a pagina 33, è contrario, 244 contrario, 82 è contrario, il 367 contrario, il 368, a pagina 37 contrario, 369 contrario, l'emendamento numero 90 contrario, peraltro la Commissione aveva raccomandato alla Giunta che badasse al problema magari un po' più sostanziosa rispetto a quanto è stabilito invece nella finanziaria. 92 è contrario, 375 è contrario, 93 è contrario, il 29 è contrario, il 94 è contrario, il 514 è favorevole…
PRESIDENTE. Il sostitutivo parziale del 29… onorevole Cucca… va bene
CUCCA (P.D.), relatore di maggioranza. Presidente ce li ho alla fine, li guardiamo dopo. Il 94 è contrario, il 514 è favorevole, a pagina 45, il 243 è contrario con invito al ritiro, l'emendamento numero 885 il parere era stato espresso in maniera favorevole a condizione che venissero apportate le modifiche, in effetti ci sono comunque due emendamenti che sono emendamenti all'emendamento in questione. Il parere è favorevole a condizione che venissero apportate, appunto, le modifiche. 258 il parere è contrario, 259 contrario, l'emendamento numero 189 dovrebbe rientrare ugualmente nell'emendamento di sintesi sulle università decentrate, l'emendamento numero 542 è contrario, l'emendamento numero 83 è contrario, l'emendamento numero 425 l'invito al ritiro in caso contrario il parere contrario, 362 è contrario, l'emendamento numero 5 il parere è contrario, anche qui la Commissione ha comunque espresso la raccomandazione alla Giunta affinché prenda in considerazione il problema che viene rappresentato con il contributo dell'emendamento. 269 il parere contrario con invito al ritiro, così come il 421 contrario con invito al ritiro, 422 il parere è contrario, 224 il parere è contrario con invito al ritiro, 543 il parere è contrario, 886 il parere è favorevole, 241 il parere contrario con invito al ritiro, il 247 c'è un emendamento all'emendamento in effetti l'avevamo lasciato in sospeso anche questo. Il 434 il parere contrario con invito al ritiro, il 370 il parere contrario, ma in effetti è sbagliato è totalmente sbagliato non è conferente con il testo che viene richiamato, 564 il parere contrario, il 202 il parere è contrario, peraltro anche questo rientrerà poi nell'emendamento di sintesi di cui ho parlato in precedenza. Il 788 il parere contrario, l'842 c'è un invito al ritiro, il parere sarebbe contrario, ma la Commissione ha discusso molto del contributo di quest'emendamento e c'è una raccomandazione molto forte perché la Giunta si faccia carico di questo problema.
CAPELLI (U.D.C.). Aspettiamo delle risposte in Aula.
CUCCA (P.D.), relatore di maggioranza. Ci sarei arrivato poi all'emendamento. 494 c'è un invito al ritiro,
PRESIDENTE. L'emendamento numero 941…
CUCCA (P.D.), relatore di maggioranza. Abbiate pazienza io il 69 bis non ce l'ho. Sul 941 è contrario, 494 invito al ritiro, 42 il parere contrario, emendamento numero 18 è contrario, sull'emendamento numero 513 c'era stata una discussione in Aula in quanto si era prospettata la possibilità che si trattasse di norme intruse. L'orientamento della Commissione era comunque positivo e in ogni caso era stato lasciato sospeso, e quindi rimesso all'Aula.
SECCI, Assessore tecnicodella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Io ho l'emendamento numero 513 intruso per dichiarazione della Presidenza.
CUCCA (P.D.), relatore di maggioranza. Come no, non è giudicato intrusa, il 513 era lasciato sospeso, poi, infatti, era stata prospettata la possibilità che fosse intrusa è stato chiarito questo problema lo prenderemo… sì…
SECCI, Assessore tecnicodella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'ha dichiarato intrusa la Presidenza.
CUCCA (P.D.), relatore di maggioranza. …ci sono stati una serie di interventi stasera, anche in Aula, per una rivalutazione, indicando anche le motivazioni. Era stato sospeso, e lasciato all'Aula, in Commissione c'eravamo lasciati in questo modo, con un orientamento positivo. Sul "945" c'è un invito al ritiro con il parere contrario, sul "935" il parere è favorevole, sul "521" il parere era favorevole, a condizione che si apportassero delle modifiche, in buona sostanza che si levasse dal testo "gli interessi passivi e le spese legali"; l' "847" era stato rimesso all'Aula, con una raccomandazione alla Giunta che aveva lasciato… voglio essere più chiaro, allora si è detto che ci si aspettava dall'Aula un impegno preciso della Giunta, e quindi si rimetteva all'Aula l'emendamento, nell'ipotesi in cui l'impegno ci fosse, allora ci sarebbe stato un invito al ritiro, in caso contrario, il parere sarebbe stato favorevole; sull' "888" il parere è sospeso, così come sul "948"; sul "532" c'è l'invito al ritiro, in caso contrario, il parere è negativo; sul "91" il parere è contrario, sul "532" vi era un invito al ritiro, in caso contrario, il parere è negativo; sul "91" è contrario, sul " 237" il parere era un invito al ritiro, con, in caso contrario, parere negativo, peraltro, la Commissione ha formulato anche una raccomandazione alla Giunta perché provveda ad adeguare le risorse del fondo; sull' "891" il parere è favorevole, l' "813" è stato considerato norma intrusa, la Commissione, anche qui, aveva lasciato il parere sospeso, e stamattina è stato dichiarato norma intrusa; sul "216" il parere è contrario, sul "358" il parere è contrario, sul "225" vi è un invito al ritiro, in caso contrario, parere negativo; sul "275" il parere è contrario, sul "433" il parere è contrario, sul "295" la Commissione non ha capito bene il significato vero, l'emendamento è molto generico, e pertanto si è espressa con un invito al ritiro; l'emendamento numero 4 era stato sospeso, sull'emendamento numero 43 il parere è contrario, sul "563" è contrario, sul "501" vi è un invito al ritiro, la Commissione ha espresso ugualmente una raccomandazione alla Giunta sul contenuto; sul "44" è contrario, sul " 26" è contrario, sul "177" è contrario, sul "180" è contrario, sul "190" è contrario, sul "373" è contrario, sul "374" è contrario, sul "418" vi è un invito al ritiro, con la necessità, comunque, di una riflessione sul contenuto di quest'emendamento, comunque vi è un invito al ritiro, in caso contrario, il parere è negativo; sul "485" è contrario, sul "799" è contrario, sull' "859" vi è un invito al ritiro, in caso contrario, il parere è negativo, tra l'altro è anche scoperto; sull' "863" il parere è favorevole, sull'emendamento numero 6 il parere è contrario con l'invito al ritiro. Poi, gli emendamenti aggiuntivi: il "954" è rimesso all'Aula, il "956" viene rimesso all'Aula, peraltro è contrario alle direttive che ci siamo dati durante i lavori della Commissione, il "961" rimane sospeso, relativamente a quanto avevamo detto in precedenza sulla necessità dei chiarimenti da parte della Giunta, il "962" viene rimesso all'Aula", sul "967" il parere è favorevole, è l'emendamento della Giunta sul problema di cui ha parlato in precedenza anche l'Assessore, peraltro poi, ovviamente, apriremo anche una discussione perché, probabilmente, non è stato ancora colto completamente l'obiettivo che c'eravamo prefissati, però, oggettivamente, il nuovo testo corrisponde alle direttive che c'eravamo dati in Commissione, anche se forse non si colgono appieno tutti quanti gli obiettivi, ma poi valuteremo comunque al momento in cui si discuterà di questo emendamento. Il "965" rientra nella medesima materia, e riteniamo che quello della Giunta sia più completo; credo sia opportuno, durante la discussione, trovare magari un'eventuale correzione, se sarà necessaria. Il "966" va all'Aula, il "968" rientra egualmente in quel gruppo di emendamenti per i quali si era disposti a fare un emendamento di sintesi sulle università decentrate. Il "965" è praticamente uguale a quello della Giunta, però c'è qualche piccola differenza. Ne discuteremo quando ci si arriverà.
PRESIDENTE. Grazie. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
SECCI, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, Presidente, grazie. Il parere della Giunta è conforme per tutti gli emendamenti, nel fascicolo iniziale, a quello della Commissione, con l'impegno a esplicitare le richieste di impegni man mano che esaminiamo gli emendamenti. Per quanto riguarda, invece, gli emendamenti agli emendamenti, che io avevo in un ordine diverso, non sono in condizione, in questo momento, di esprimere il parere, lo farò di volta in volta, man mano che si vota.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore.
Emendamento numero 79. Parere negativo.
Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie, Presidente. Sì, Presidente, per esprimere un voto contrario all'emendamento numero 79, però mi sembra, Presidente, che il segretario regionale dei socialisti, il compagno Peppino Balia, abbia posto in modo chiaro dei problemi e dei quesiti che richiedono una risposta che va al di là della positiva mediazione che in Aula è stata fatta dal Capogruppo del Partito Democratico, l'onorevole Siro Marrocu, e della disponibilità mostrata anche dal Segretario regionale del Partito Democratico Antonello Cabras. La discussione sulla finanziaria è viziata dall'assenza di risposte alle richieste dei Socialisti e dalla volontà di qualcuno di decretare silenziosamente e unilateralmente la fine dell'alleanza di "Sardegna Insieme", con particolare riferimento al ruolo e al contributo proprio dei Socialisti. Il mio voto di astensione suoi primi tre articoli della finanziaria ha, penso, un significato evidente e non ritengo si possa continuare a far finta di nulla soprattutto ora che l'Aula si accinge ad affrontare alcuni nodi di particolare rilievo quali quelli del lavoro, della formazione professionale, dell'assenza di copertura finanziaria del Fondo per i nuovi oneri legislativi, delle leggi che fanno riferimento al settore dell'artigianato e del commercio. Auspico quindi un ascolto anche da chi, mi riferisco poi in particolare al ruolo dell'Esecutivo, ma in particolare da chi non sempre sembra dimostrare un'attenzione continuativa e mostra forse troppo spesso orecchie intermittenti. Grazie Presidente.
PRESIDENTE. Grazie a lei onorevole Caligaris.
Ha domandato di parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.
AMADU (F.I.). Voto elettronico palese, grazie.
PRESIDENTE. Bene. Chi sostiene la richiesta dell'onorevole Amadu?
CAPELLI (U.D.C.). Io.
PRESIDENTE. Bene. Votazione elettronica palese sull'emendamento numero 79.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Siccome siamo sul soppressivo dell'intero articolo che obiettivamente ha solo, Assessore, lo scopo di continuare il dialogo e continuare le osservazioni sull'articolo 4 stesso, vede Assessore, quando lei giustamente dal suo punto di vista critica questo emendamento soppressivo totale dell'articolo, dovrebbe tener presente che alcuni emendamenti servono per poter comunque avere, dopo la sua replica, o provocare la sua replica, prendere e assumere delle determinazioni sull'intero articolo e sui commi successivi, perché, anche il collega Diana lo ha fatto nel suo intervento, ci sono, come è stato detto da La Spisa, da me e da altri, ci sono delle evoluzioni in questo articolo, positive, delle cose condivisibili, ed è anche condivisibile l'approccio al dialogo che l'ha contraddistinta fino dal primo intervento in quest'Aula, e mi auguro che questo possa proseguire, non siamo abituati al dialogo con la Giunta, tanto per intenderci, e non per posizioni di opposizione. Dall'altro, tutto ciò non mi esime dal rimarcare che ci sono degli aspetti sui quali bisogna essere conseguenti. Vede Assessore, credo in piena buona fede ma criticabile da parte dell'opposizione, oggi la Corte dei Conti ha espresso la sua posizione, il suo parere in assenza del Presidente, in assenza dell'Assessore alla programmazione, in assenza dell'Assessore che ha sempre presenziato e fatto le veci del Presidente, ha esposto il suo giudizio sull'andamento della pubblica amministrazione rimarcando, per l'ennesima volta, l'eccesso di consulenze. Io le devo fare un appunto Assessore, perché non è corretto che un Assessorato dia una consulenza, per esempio, è la prima volta che succede, a un Segretario di partito, a un Segretario di partito quale quello di Progetto Sardegna, per intenderci, e questa non è una cosa positiva, non è una cosa positiva e sinceramente la si poteva attendere da altri Assessorati, ma non dal suo.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA (A.N.). Sì, grazie Presidente, io intervengo brevemente, anche a seguito delle opportune, credo, considerazioni che ha fatto l'assessore Mongiu in replica a ciò che abbiamo detto. Guardi assessore Mongiu, che il grado di istruzione dei nostri ragazzi sia notevolmente peggiorato lo verifichiamo tutti i giorni, soprattutto chi ha dei figli, chi è genitore. Lei ha portato, però, come esempio la Finlandia, guarda caso io in mezzo a tutte le fortune che ho avuto, ho avuto la fortuna di avere uno dei miei figli che ha studiato in Finlandia. Quando è andato in Finlandia… ne capitano di cose nel mondo… eravamo convinti, io e mia moglie, che andando a studiare in Finlandia quanto meno la lingua inglese l'avrebbe appresa. Beh, abbiamo fatto una triste scoperta, che in Finlandia si studia il finlandese, si studia lo svedese e poi l'inglese è una materia residuale; perché è residuale nei licei? Perché tutti i bambini, e quindi da bambini imparano l'inglese, e non hanno necessità di approfondire l'argomento poi nel liceo, si occupano di altro. Allora, per dire questo: non sarebbe più opportuno che già dalla scuola primaria, quindi dalla prima elementare sì iniziasse ad insegnare l'inglese ai nostri ragazzi piuttosto che aspettare a farlo quando ormai la capacità di apprendimento comincia a diventare limitata? Allora, se le risorse vengono spese in questo senso io sono perfettamente d'accordo, ma non è che sia contraria a tutto ciò che è previsto in questo articolato, ci mancherebbe altro, però i conti con il mondo universitario, Assessore, ve li dovete gestire voi, non ce li dobbiamo gestire noi, perché i primi ad insistere che si iniziassero corsi universitari nel territorio sono stati i Rettori, non siamo stati noi, le spinte sono avvenute dall'Università. Per cui, ho colto questa occasione per fare queste considerazioni e altre ne faremo nel seguito, ma certamente il mio voto è contrario. Grazie.
PRESIDENTE. Ritira l'emendamento? Non ho capito onorevole Diana… va bene, votiamo con il sistema elettronico l'emendamento numero 79. Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 79.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Capelli - Cherchi Oscar - Cuccu Franco Ignazio - Diana - Farigu - Gallus - La Spisa - Ladu - Licandro - Lombardo - Murgioni - Petrini - Pileri - Pisano - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sanjust - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Balia - Biancu - Bruno - Caligaris - Calledda - Cerina - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Cucca - Cuccu Giuseppe - Davoli - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Gessa - Giagu - Ibba - Lai Silvio - Licheri - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Orrù - Pacifico - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Serra - Uggias - Uras.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Atzeri - Marracini - Scarpa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 60
votanti 56
astenuti 4
maggioranza 29
favorevoli 19
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Emendamento numero 802. E' stato espresso parere negativo. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Sì, grazie Presidente, l'emendamento numero 802 si riferisce a una lettera di un comma nella quale si prevede di destinare dei contributi alle famiglie, ai ragazzi che frequentano le scuole di secondo grado per l'acquisizione dei libri. Ora, io non ho compreso bene cosa significhi che la concessione dei contributi è riservata alle scuole pubbliche, nel senso che nella mia testa, ma chiederei alla Giunta di avere una conferma in questo senso, le scuole pubbliche sono tutte le scuole che danno un servizio pubblico, cioè, quelle statali, per intendersi, che quelle non statali, e mi sembrerebbe che questa sia anche l'interpretazione più autentica, e senz'altro quella che meglio rappresenta le intenzioni della Giunta. Perché? Perché è evidente che, come abbiamo detto tante volte, l'opportunità e la possibilità di fruire di libertà di scuola, quindi di poter accedere anche alle scuole non statali, è più difficile per coloro che provengono dalle famiglie disagiate. Pertanto se ci sono degli studenti che sono in condizione di fruire degli aiuti per cui la Regione li aiuta a comperare i libri, è facile che siano più bisognosi quelli che si trovano in scuole non statali, per i quali magari la famiglia è già impegnata a pagare una retta per sostenere la frequenza del ragazzo alla scuola, che non, paradossalmente, quelli che frequentano le scuole statali perché nelle scuole statali è facile pensare ci sia per lo meno un minor impegno economico che deriva dal non pagare una retta. Quindi la domanda che io farei - e ovviamente sarei anche disponibile a ritirare l'emendamento se la risposta fosse in consonanza con quanto immagino e ipotizzo - è che la parola "pubblica" ricomprenda sia le scuole statali che quelle non statali. Se non le comprendesse vorrei sottolineare come il maggior sforzo verso studenti eventualmente in condizioni economiche difficili dovrebbe avvenire proprio verso quelli che frequentano le scuole non statali perché, ripeto, già la famiglia, eventualmente non abbiente, ha esercitato un diritto di libertà che però è impegnativo dal punto di vista economico mandando il proprio figlio a una scuola che richiede comunque un esborso, un sostegno economico da parte della famiglia.
PRESIDENTE. Votiamo l'emendamento numero 802.
VARGIU (Riformatori Sardi). Non è possibile avere il chiarimento richiesto?
PRESIDENTE. La Giunta non intende darlo, cosa posso fare? Hanno inteso, quindi se la Giunta intende chiarire all'onorevole Vargiu la questione che è stata posta, bene. La Giunta non intende chiarire.
Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Voto ovviamente a favore dell'emendamento. Io non ho capito se…
SECCI, Assessore tecnicodella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Siamo 15 giorni che stiamo chiarendo. E' ora anche di finirla!
LA SPISA (F.I.). Assessore Secci, non commento queste sue parole fuori dal microfono. Qui si pone un problema serio che da tempo si cerca di capire, se cioè è vero che per voi le scuole pubbliche sono statali e non statali, comprese quelle paritarie, oppure no. Perché l'azione amministrativa va in un'altra direzione, e cioè che i contributi vanno solo alle scuole statali e non a quelle paritarie! Volete chiarirlo oppure no? E' così difficile, è così impossibile avere almeno una parola netta e chiara su questo punto? O questa è solo un'Aula in cui ci si scambiano complimenti tra consiglieri e Assessore sulle grandi questioni dell'istruzione? Si pone un punto concreto, si chiede una risposta e c'è un silenzio assordante. Ma è possibile? Cioè dobbiamo riprendere a fare azioni di ostruzionismo per avere almeno una risposta, un chiarimento?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Mi sembra che collega La Spisa abbia in maniera esaustiva chiesto cortesemente una risposta e una presa di posizione. Io credo che questa sia dovuta, anche sapendo già ancor prima di risposta che ci sono posizioni diverse in quest'Aula. Noi vorremmo sapere quali di queste posizioni assume la Giunta…
Gradirei che l'assessore Secci non disturbi quando si…
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, ci dia una mano.
CAPELLI (U.D.C.). Onorevole Presidente, io sto parlando e non voglio essere disturbato. Credo che sia un mio diritto.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, prosegua, non la sta disturbando nessuno, quindi svolga il suo intervento se…
CAPELLI (U.D.C.). E allora non risponda e lasci dire le cose, non è che impunemente l'assessore Secci può parlare fuori microfono assumendo posizioni alquanto indisponenti.
PRESIDENTE. Esattamente come fa lei, impunemente, quindi prosegua.
CAPELLI (U.D.C.). No, io lo faccio pubblicamente e al microfono, diversamente da qualcun altro.
PRESIDENTE. Ecco, adesso lo faccia. Prego.
Lasciamo perdere i microfoni, che non c'entrano niente.
CAPELLI (U.D.C.). Se l'ho rotto pago.
PRESIDENTE. Benissimo. Onorevole Capelli, insomma, così lo può fare altrove, non qui. Non funziona questa regola. Quindi un attimino di calma.
CAPELLI (U.D.C.). Un po' di rispetto per chi parla!
PRESIDENTE. Molto rispetto. Molto rispetto, onorevole Capelli.
Ha domandato di parlare il consigliere Gessa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GESSA (P.D.). Questa risposta interessa anche a me, perché io ricordo che in una Costituzione italiana c'era scritto "senza oneri per lo Stato", quindi vorrei sapere il nostro punto di vista su quest'argomento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). E' irrituale che il comportamento di un componente della Giunta, richiesto di dare una spiegazione, non la dia al consigliere che ha posto il quesito nell'interesse non della persona del consigliere, ma di tutti coloro i quali in quest'Aula rappresenta. Prima considerazione.
La seconda considerazione è che è un parere che deve essere espresso nei confronti dell'Aula come istituzione autonomistica sarda perché vuole essa dibattere e capire quali sono gli argomenti che hanno posto in campo quella terminologia anziché altra. Terza questione: poiché Gessa ha sollevato il problema del non onere per lo Stato, cosa legittima e giusta, io dico che tutti i cittadini italiani sono davanti alla legge uguali, nei diritti e nei doveri. Siccome hanno gli stessi diritti tutti i cittadini, a meno che qui non si voglia riconoscere differenziazioni di razza, di religione o d'altro che la Costituzione vieta, io credo che si faccia bene a sancire che vale per tutti. Se così non è vuol dire che gatta ci cova e il lepre va scoperto dove sta, e siccome siamo anche cacciatori sappiamo scovarlo!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Moro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORO (A.N.). Grazie Presidente. Innanzitutto per dire che voto a favore dell'emendamento numero 802 e, secondo, per dimostrare questa tensione che sta salendo in Aula e non per polemizzare, ma perché è stato chiesto un parere chiarificatore alla Giunta, che tra l'altro non ha nulla da nascondere penso, perché noi stiamo promulgando una legge che poi deve essere osservata da tutti i sardi.
Qua c'è un problema, tra l'altro, che mi sembra così centrale e non capisco perché non si voglia dare questa risposta quando l'emendamento è anche per cercare di sanare quella che è la dispersione scolastica. Potrebbe essere anche uno dei punti molto interessanti per cui la Giunta se non ha altri problemi da nascondere, se non vuole celare percorsi diversi da quelli che vengono espressi, dico, santa pace, potrebbe essere benissimo, caro Presidente, che la Giunta mediti un po' se non sia il caso di cassare questa parola "pubblica", come è stato chiesto, di modo che si dia la possibilità a tutti i sardi di poter concorrere con gli emolumenti distribuiti dalla Regione per poter frequentare le scuole di ogni ordine e grado che sono in Sardegna. Niente di traumatizzante, soltanto che sembra che stiamo giocando o che questo gioco possa appassionare alcune parti della Giunta e non capisco perché effettivamente non si possa portare il dibattito in un alveo molto più sereno, tranquillo, per cercare di poter produrre il più possibile non in favore di alcune parti, ma a favore di tutti i sardi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie a lei.
Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CHERCHI OSCAR (F.I.). Grazie Presidente. Io ho già sollevato stamattina, durante il mio intervento dell'aula, in discussione generale, questo aspetto e questo problema. Gli unici che in quel momento probabilmente mi ascoltavano erano solo l'Assessore e il collega Davoli, gli altri probabilmente erano piuttosto distratti, ma ciò non significa che noi non abbiamo già capito, Assessore, qual è la linea che questa Giunta e questa maggioranza vogliono seguire. Noi sappiamo già, caro collega Vargiu, qual è la nostra risposta e probabilmente nascondersi, però, dietro un palo dove però tutti intorno ci si vede o si viene visti, praticamente, non porta certamente a riuscire a nascondere quella che è la realtà dei fatti. Molto spesso è più facile fingersi degli acrobati piuttosto che sentirsi dei nani, questo lo diceva un grande della letteratura italiana. Lui ha sempre sostenuto che è molto più semplice in qualche circostanza e in momenti importanti alzarsi e raccontare la verità, senza porsi nessun dubbio. Assessore, è così facile dire: "La nostra politica è una politica statalista", lo dica chiaramente, senza nessun problema, "Noi non difendiamo la scuola paritaria", lo dica chiaramente e diventa tutto più semplice, quest'Aula sta più serena e tranquilla e noi andiamo avanti velocemente con i lavori, così possiamo anche portare a termine questo magnifico articolo 4 che voi avete disegnato. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Farigu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Grazie, Presidente. Al di là di ogni intendimento polemico, io sono fortemente interessato a un chiarimento intorno alla distinzione scuole statali e scuole paritarie e le ragioni sono le seguenti. In Sardegna mancano le scuole tecniche superiori a cui possano accedere determinate categorie di invalidi sensoriali. So che è in corso un'iniziativa da parte delle associazioni rappresentative, la costituzione di una scuola tecnica paritaria che sarebbe l'unica scuola che garantirebbe la possibilità a questi, anziché andarsene come stanno andando da molti anni o a Catania o a Roma o a Bologna o a Padova. Ora, la costituzione di una scuola paritaria qua in Sardegna eviterebbe questa sorta di strana emigrazione di questi minorati sensoriali, che guarda caso sono ciechi o sordi, quindi di una menomazione estremamente grave. Quindi, è estremamente interessante capire questo. Vorrei soltanto aggiungere sul piano più generale che la scuola paritaria, da quando è stata istituita con legge e riconosciuta questa funzione, lo Stato ha avuto un diverso atteggiamento verso la scuola e il ministro Berlinguer, che non era certamente né fascista né di estrema destra, ma uno che proveniva dalle file comuniste, ha avuto un atteggiamento molto intelligente e molto attento, perché si rendeva conto che la scuola statale, a cui noi socialisti eravamo fortemente legati e io rimango legato a una scuola statale che funzioni, che dia le risposte, ma oggi che questa scuola non è in grado di funzionare, davvero davvero ci dobbiamo trincerare in questioni di principio, in questioni di natura ideologica o pseudo ideologica? Io sono convinto che dobbiamo dare la massima attenzione a tutte le scuole che siano statali e che siano paritarie, l'interessante è che garantiscano un adeguato servizio a una domanda del cittadino. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ibba per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
IBBA (Gruppo Misto). Grazie, Presidente. Io voterò contro questo emendamento, ma non solo per una questione di carattere generale della quale parlerò subito dopo, ma quanto perché si sta facendo una distorsione del contenuto di questo articolo che ha soltanto una finalità, che è quella di facilitare l'accesso alle scuole di quelle famiglie povere che possono avere difficoltà a farlo in condizioni normali. Quindi, non è accettabile, da questo punto di vista, il ragionamento del sostegno a eventuali condizioni familiari già appesantite dal pagamento di eventuali rette, perché sarebbe, come dire, una sorta di contraddizione in termini. Però, nel concetto più generale del problema della scuola, noi siamo fermamente convinti che allo stato attuale dell'organizzazione e del sistema, questo Paese ha bisogno di una scuola pubblica che sia efficiente, che sia capace di adempiere e di compiere le sue funzioni e che per ottenere questo risultato questa scuola va sostenuta. Va sostenuta perché più di altre scuole è in grado di offrire una cultura e una preparazione laica, contrariamente ad altre forme e ad altre modalità per le quali si può esercitare e si può esprimere cultura scolastica, che per il nostro modo di vedere e di pensare non è una cosa di poco conto, che anzi per tutto il sistema che noi riteniamo, anche del mondo della formazione professionale, del mondo del lavoro, il passaggio della scuola è fondamentale ed è fondamentale che abbia i requisiti di laicità che noi riteniamo che debba avere, per cui non ci scandalizza minimamente se il senso del finanziamento è un finanziamento che è rivolto verso il sostegno alla scuola pubblica che esclude le altre che pubbliche non sono.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Io intervengo soltanto per chiederle, sulle modalità di voto, lo scrutinio elettronico palese. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Balia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BALIA (Gruppo Misto). Sì, rapidissimo, Presidente, intanto con una considerazione generale, così come annunciato dal Capogruppo del Partito Democratico, il clima è già notevolmente cambiato, tant'è che su dieci emendamenti presentati da noi socialisti, su nessuno di essi è stato espresso un parere favorevole da parte della Commissione. Quindi, iniziamo a complimentarci e a prendere atto di questo cambiamento di clima, secondo me dovreste rifletterci.
Relativamente all'emendamento numero 802, cosa che ha già fatto l'onorevole Ibba, annuncio naturalmente il voto contrario. Per noi il significato è uno ed uno solo e io credo che già quel breve intervento dell'onorevole Gessa prima servisse a chiarire quale era l'orientamento, almeno da parte di questa parte della maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Noi voteremo a favore di questo emendamento, anche perché riteniamo che da parte della Giunta regionale non ci sia molta chiarezza su questo punto, o meglio c'è, ma bisogna assumersi per intero le responsabilità delle cose che si fanno. Comunque, riferendomi soprattutto all'ultimo intervento che ho sentito del collega Ibba, lui sostiene che voterà contro l'emendamento perché le scuole statali garantiscono una cultura laica migliore delle altre scuole. Allora, permettimi di non condividere questa tua idea, io invece sono del parere che le scuole devono essere libere e devono, gli studenti, frequentare le scuole che vogliono, quelle migliori, ma non è detto che le migliori siano le scuole statali. Ecco, io credo che ci possa essere la possibilità di frequentare diverse scuole, sia le scuole statali che le scuole paritarie e pertanto io credo che questo emendamento avrebbe comunque fatto chiarezza ed è per questo motivo che noi sosterremo, come di fatto abbiamo sempre fatto, le scuole paritarie che sono importanti. Poi non è detto che la gente sia obbligata ad andarci, però io credo che la possibilità di avere scelte diverse sia un fatto positivo e contribuisca ad una cultura e ad una formazione migliore. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MARROCU (P.D.). Ma, io penso che non sia giustificato questo clima così eccessivo, collega Vargiu, Pierpaolo, non fa niente... Allora, io non ho nulla contro le scuole non pubbliche, tra l'altro io ho un figliolo che va in una scuola privata e quindi non mi pongo neanche questo problema. I due emendamenti sono collegati questo con l'altro successivo del comodato. Io ritengo che se fosse scritto nel comma il contributo alle famiglie bisognose, allora io penso che sarebbe giusto dare a tutte le famiglie bisognose indifferentemente dalla scelta che poi questa famiglia fa di andare verso una scuola pubblica o di natura privata. Ma l'emendamento non dice questo, dà il contributo alle scuole per acquistare i libri di testo che poi vengono messi a disposizione dei ragazzi. Io penso che sia giusto che siano dati solo alle scuole pubbliche cioè a quelle statali dove la gente non paga per potersi iscrivere, perché io noto la differenza tra le due questioni perché il contributo è diretto alle scuole e non è diretto ai ragazzi perché altrimenti noi facciamo solo un'operazione di favorire la scuola e non i ragazzi che hanno invece famiglie bisognose e sono d'accordo per rimanere anche che siano in comodato perché non è vero... stamane La Spisa diceva: "Ma i libri usati...", io ho studiato sempre con libri usati che compravo al mercatino dell'usato...
(Interruzioni del consigliere Capelli)
Sì che c'è, ho studiato sempre con libri comprati al mercatino dell'usato e tra l'altro uno faceva C.L. magari c'eri anche tu che li vendevi e non è successo mai nulla anzi, per cui anche questo che la scuola compri uno stock di libri, la scuola pubblica e li dia ai ragazzi che magari hanno difficoltà ad acquistarli, lo ritengo un fatto giusto per cui credo che l'obiettivo del comma sia proprio le scuole pubbliche differenziandole da quelle private che hanno un'altra finalità, non è indirizzato alle famiglie ma alle scuole pubbliche che aiutano le famiglie che frequentano quelle scuole, quindi voterò contro l'emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Masia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MASIA (Gruppo Misto). Sì Presidente, per ribadire qual è il punto di vista di noi socialisti. Noi siamo per la scuola pubblica, per la scuola per tutti, voteremo contro questo emendamento perché riteniamo che le classi disagiate devono essere sostenute attraverso una scuola pubblica che funziona, una scuola pubblica che sia davvero per tutti, una scuola pubblica che sia di alto livello. Io credo che questo non neghi la possibilità che esistano anche le scuole private, ma sono un'altra cosa, si possono autofinanziarie, hanno anche sicuramente la possibilità forse anche di lucrare, ma non è quello che noi vogliamo. Noi vogliamo una scuola pubblica che sia davvero di alto livello e quindi è giusto che ci sia un finanziamento e ribadiamo anche che la svolta che c'è in questa finanziaria non può essere sicuramente disattesa o fuorviata con, cosa posso dire, inserimenti o cancellazioni di parole che davvero potrebbero cambiare totalmente l'obiettivo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pisano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PISANO (Riformatori Sardi). Io credo che l'intervento dell'onorevole Marrocu abbia riposto su un binario di razionalità l'intero dibattito che sta avvenendo qui e che non è un dibattito di tensione, è un dibattito che sta nascendo soltanto perché la Giunta si sottrae ad un compito che credo sia obbligata rispondere.
Cioè, non è possibile che la Giunta non dia risposte ad una richiesta di chiarimento, e se davvero si intende per scuola pubblica sia la scuola statale che quella non statale, come parrebbe che sia logico interpretare, io al posto della Giunta in questo momento farei un emendamento orale che presupporrebbe tra l'altro il ritiro dell'emendamento a firma di Vargiu che chiarisca che per scuola pubblica, inserendo "scuola pubblica statale e non statale" anche perché le provvidenze che sono contenute nel comma della lettera a) sono rivolte agli studenti e per consentire che gli studenti partecipino a fruire di un diritto sacrosanto che è il diritto allo studio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Io ho ascoltato con attenzione l'intervento dell'onorevole Marrocu e francamente mi è sembrato di tornare indietro rispetto a ciò che ha fatto il governo D'Alema ed era ministro Berlinguer nel quale governo la dizione "scuola pubblica", io vorrei sentire qual è il parere della Giunta su questo. Il concetto di scuola pubblica è stato inserito proprio per superare il concetto di scuola statale e di scuola privata. Nel concetto di scuola pubblica, alla luce di ciò che fece quel governo proprio per superare una annosa polemica nella Repubblica Italiana sulla libertà di educazione eccetera eccetera, si inserì la dizione "scuola pubblica", cioè scuole regolate dalle leggi dello Stato e controllate dallo Stato che si differenziano da scuole statali che sono scuole invece gestite dallo Stato. Se la dizione "nella norma" intende nel ricomprendere nella scuola pubblica come dovrebbe essere la scuola paritaria, nulla questio se invece l'interpretazione è quella che sto sentendo tra rigurgiti di laicismo e di statalismo assurdi, superati dal governo di centro-sinistra presieduto dall'onorevole D'Alema. Ma allora è un altro paio di maniche, allora si stanno erigendo confini che l'Italia ha superato e non penso che la campagna elettorale debba farci tornare indietro. Ci dica la Giunta come interpreta questo termine, per me pubblica è comprensiva di paritario e statale perché così è nella legge. Se non è così, cioè se pubblico è statale, allora il gioco è diverso, allora è meglio evitare l'equivoco.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Davoli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DAVOLI (R.C.). Non vorrei che nascessero però altri rigurgiti su questo argomento anche perché li vediamo un po' all'orizzonte nel panorama politico italiano, ci sono già delle avvisaglie. Ma, quello che secondo me si sta dimenticando è che noi stiamo parlando di un progetto per combattere la dispersione scolastica e in quest'Aula a volte in maniera pacata, a volte in maniera arrabbiata, tutti quanti hanno detto che quando si parla di dispersione scolastica si parla di scuola pubblica perché nella scuola privata, bontà loro, non esiste la dispersione scolastica. Nei corsi di formazione professionale non esiste la dispersione scolastica, anzi servono a frenarla la dispersione scolastica. Quindi è evidente che noi stiamo parlando di progetti non per ogni singolo alunno, ma nell'insieme, per tutte le scuole e si intende per le scuole pubbliche che hanno questo preciso obiettivo di combattere la dispersione scolastica.
Non è un contributo qualsiasi, per cui mi sembra oziosa questa discussione...
PISANO (Riformatori Sardi). Stai sbagliando comma!
DAVOLI (R.C.). Come comma? E' il comma 1, non si parla di dispersione nel comma 1?
(Interruzioni del consigliere Pisano)
Sì, ma serve per la dispersione comunque, vabbè comunque serve per quello anche, comunque mi sembra fuori luogo anche perché è implicita la cosa, sinceramente, ho capito, grazie Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Pisano, se non è quello di cui sta parlando l'onorevole Davoli, questo emendamento non attacca da nessuna parte e quindi vorreste indicarlo voi? Quindi si riferisce a, quanto, euro 3 milioni? Cioè a che cosa si riferisce? E' questo il punto? Perfetto. C'è il comma precedente, 20 milioni.
Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
UGGIAS (Gruppo Misto). Io farò un voto favorevole, Presidente, con un invito all'Assessore, quanto meno l'assessore Secci non ha bisogno, credo che se avesse dato un chiarimento, Assessore, immediatamente, legittima la richiesta di fornire un chiarimento, probabilmente non ci sarebbe stato neanche una discussione di questo genere, ci sarebbe stato il voto, e non saremmo stati impantanati qua. Anche perché credo che ci si debba direttamente assumere la responsabilità del merito del provvedimento, esponendosi direttamente e dicendo, col voto stesso, qual è il proprio pensiero a sostegno dell'una o dell'altra tesi. Mi sembra che il contenuto dell'emendamento sia più che legittimo. Io credo che tutte le volte che noi diamo una risposta al percorso formativo, non diamo risposte a quella scuola o a quell'altra scuola, diamo risposte agli studenti, diamo risposte a coloro che, secondo noi, devono cercare di non essere dispersi nel loro percorso formativo, a quelle famiglie che hanno bisogno, non al fatto che possano avere l'etichetta, in quanto appartenenti ad una scuola, la cui etichettatura è ormai superata, perché nel nostro ordinamento c'è un superamento di fatto, nel momento in cui c'è un riconoscimento paritario, un approccio paritario, laico, nel senso proprio del termine, cioè non discriminatorio, e che pertanto deve consentire pari opportunità a tutti coloro che scelgono un percorso formativo in un senso o nell'altro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
SECCI, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, Presidente, grazie. Intanto chiedo scusa al Consiglio, non vorrei che si pensasse che la Giunta non vuole intervenire o dare risposte, o non è preparata sugli argomenti che si pongono. Io vengo dal Consiglio, dove ho passato qualche anno del mio tempo, e mi picco di conoscere le norme regolamentari di questo Consiglio, e mi risulta che siamo nella fase di dichiarazione di voto, e la Giunta non ha diritto di fare dichiarazioni di voto. Ho protestato vivamente e a lungo col Presidente del Consiglio di turno, nel passato periodo in cui gli ero consigliere, per dire che non era giusto e legittimo, perché se si pongono domande alla Giunta, si pongono domande alla Giunta durante la sessione di discussione generale, e la Giunta risponde durante il suo intervento di replica. Questo è il mio modello di comportamento in questo Consiglio regionale. Ora, però, siccome, aggiunto a questo, onorevole Vargiu, lei è persona, qui, capace, intelligente, preparata e conoscitore profondo delle cose di cui discutiamo, tutte le volte, perché è sempre attento nei suoi interventi, e mi meraviglia che lei abbia oggi proposto quest'emendamento, quando siamo in presenza di continuazione di interventi, che sono stati approvati e finanziati e gestiti, e si è parlato di interventi in tutte le scuole, in funzione del numero degli studenti, già con la finanziera del 2007. La scuola pubblica è quella che è definita dalle leggi dello Stato, l'applicazione alla scuola pubblica delle fattispecie di cui stiamo parlando qui sarà rispettosa, totalmente rispettosa, di quella che è la definizione di scuola pubblica. Noi pensiamo, e avevo capito bene io, perché molti mi dicevano che stavo capendo male, che ci si riferiva ai libri di testo in comodato per i ragazzi delle scuole secondarie, noi pensiamo che l'intervento a queste famiglie, a queste scuole, vada dato per i ragazzi della scuola pubblica, così come definita.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 802.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Atzeri - Capelli - Cappai - Cherchi Oscar - Contu - Dedoni - Diana - Farigu - La Spisa - Ladu - Licandro - Lombardo - Maninchedda - Milia - Moro - Murgioni - Pileri - Pisano - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sanjust - Sanna Matteo - Uggias - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Balia - Barracciu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Cerina - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Davoli - Espa - Fadda - Frau - Gessa - Giagu - Ibba - Licheri - Marrocu - Masia - Mattana - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Serra - Uras.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Marracini - Scarpa.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 65
votanti 62
astenuti 3
maggioranza 32
favorevoli 25
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Emendamento numero 806.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Sì, io, in riferimento all'806, Presidente, e Assessore, mi limiterei a leggere, per gli interventi autorevoli fatti in quest'aula, e i richiami fatti anche dal professor Gessa - che vista la sua onestà intellettuale, non dovrebbe limitarsi a ricordare un passaggio della Costituzione, ma l'intero concetto, perché è una furbizia che rende poco, questo tipo di cosa -, l'articolo 33 della Costituzione, che dice: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituzioni di educazione, senza oneri per lo Stato", di istituire, professore, e continua, Assessore lei ha richiamato la legge, e io sto richiamando la Costituzione: "la legge nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali, che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà, e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali". E infatti i libri che cosa sono, non sono didattica? Il comodato di un libro non è didattica? E lei che è attento conoscitore della lingua italiana, oltre che delle materie scientifiche, dovrebbe riflettere su quello che dice la Costituzione italiana, non lo chiedo ad altri, che sono pregiudizialmente contro, e che probabilmente la Costituzione italiana non l'hanno mai letta.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
(Interruzione)
LA SPISA (F.I.). Voto a favore dell'emendamento numero 806, ma nella motivazione di questo voto a favore, che tende ad un chiarimento, ad una modifica, anche del tenore dell'obiettivo dell'intervento dei 3 milioni di euro per i libri. Vorrei far riferimento ancora al fatto del termine pubblico, perché davvero non è chiaro che cosa stiamo votando, perché voi dite, anche l'Assessore poco fa ha confermato, che questo intervento è solo per le scuole statali non paritarie, perché con questo termine si intende la parola "pubblico", mentre nel primo alinea della lettera a), si prevede comunque un intervento di 20 milioni di euro da destinare alle scuole pubbliche, di ogni ordine e grado, a sostegno dell'autonomia. L'assessore nella sua replica ha fatto di questo intervento, lo ha descritto come una perla di questo articolo. Eh, c'è davvero un equivoco in voi. Perché se voi dite che i contributi per i libri di testo, vanno solo alle scuole pubbliche, intendendo per pubbliche solo le scuole statali, perché così, se fosse così…
SECCI, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Le scuole pubbliche!
LA SPISA (F.I.). …le scuole pubbliche sono pubbliche, statali e non statali, anche paritarie? Statali e anche paritarie. Se questo è, se questo è chiaro, allora non c'è alcun dubbio sull'interpretazione della legge. E cioè, vi è stato forse un equivoco in quest'aula, poco fa, un non chiarimento preciso, da parte della Giunta, ma vi è sicuramente una mancanza di chiarezza da parte di alcuni colleghi, che continuano ancora a considerare pubbliche sono le scuole statali. Mettetevi d'accordo per cortesia!
PRESIDENTE. Votiamo l'emendamento 806, che si riferisce al terzo capoverso, non al quarto.
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, io intanto chiedo il voto per scrutinio elettronico palese, esprimo il parere favorevole all'emendamento e vorrei, una volta che l'Assessore Secci ha chiarito che ciò che ha detto il collega Maninchedda è l'interpretazione autentica della parola pubblica, vorrei… approfittando di un clima più sereno credo, intanto dire all'assessore Secci che in quest'Aula, durante la discussione di questa finanziaria a richiesto di chiarimento fatta sugli emendamenti, decine di volte la Giunta è intervenuta per dare chiarimenti, quindi è vero che il regolamento forse interpretato fiscalmente non consentirebbe ma è altrettanto vero che il Presidente del Consiglio ha sempre permesso in quest'Aula che ciò avvenisse, perché probabilmente la scena della sua replica della Giunta, il commento di 200 emendamenti per articolo non è possibile e mi sembra che nessuno abbia mai contestato il Presidente del Consiglio che ha usato questa sua opportunità. Sull'emendamento specifico io vorrei spiegare perché sono convinto che sia meglio che i libri non siano dati in comodato, per almeno tre motivi, credo che la professoressa…, mi sembra che l'assessore Mongiu sia anche docente, in primo luogo perché i libri di testo cambiano con frequenza, quindi forse l'entità del risparmio che si avrebbe dandoli in comodato rispetto al acquistarli e darli direttamente in proprietà non è particolarmente significativa, in secondo luogo, perché a differenza del collega Marrocu ritengo che la proprietà del libro per lo studente sia fondamentale, perché l'errore che anch'io ho fatto di rivendere per poche lire i miei libri di testo del liceo, o della scuola media, è stato un errore grave che pago perché oggi vorrei riconsultare il Giannantoni dove ha studiato filosofia segnandomelo come meglio prediligevo e non c'è l'ho! Vorrei riconsultare l'argano su cui ho studiato storia dell'arte e non c'è l'ho a disposizione. Quindi io credo che mantenere il libro nella disponibilità di chi ci ha studiato sia una cosa fondamentale. Aggiungerei anche un terzo motivo che è quello di carattere igienico-sanitario al quale tutto sommato il Consiglio regionale, in fase legislativa, dovrebbe essere estremamente attento perché purtroppo l'utilizzo promiscuo di libri è anche causa possibile di trasmissione di malattie contagiose. Quindi sarebbe intelligente che il legislatore, sulla base di queste valutazioni, approvasse questo emendamento. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Vargiu.
Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). Sì grazie Presidente, a dire il vero avevo chiesto prima perché pensavo di aver chiesto soltanto quelle indicazioni che tardivamente sono arrivate, anche perché avrebbe agevolato di gran lunga il compito del Consiglio nella votazione e nella determinazione. Volevo anche far presente che il tempo i guelfi e dei ghibellini spero sia finito e che la laicità dello Stato nessuno la mette in discussione, io pratico la teoria del tolleranza e del rispetto assoluto della libertà di tutti di qualunque tipo e forma. Non sono certamente d'accordo, dopo che ormai la porta Pia è stata sfondata molto tempo fa, non sono neanche d'accordo con la rivalutazione di Pio IX, ma ci sono molti atti che pare che siano succubi del Vaticano più di quanto non lo sia qualcuno, tanto è vero che questa maggioranza corre dietro altre gonnelle per cercare il voto, io credo invece che bisogna dire: pane al pane, vino al vino e chiarirci definitivamente le cose come stanno. Cioè il fatto che la scuola sia pubblica e sia pubblica sia quella paritaria o no bisogna dirlo con chiarezza, bisogna dirlo con chiarezza anche perché poi chi dovrà redigere gli atti come atto amministrativo ha bisogno di capire esattamente quello che dietro la legge senza interpretazione vuole significare o meno. Mi sembra superfluo e inutile aggiungere quanto di più ha detto Vargiu di questi tempi, anche per cercare di evitare contagi di varia natura e genere, una volta che il fatto di un rapporto umano che si instaura con lo stesso libro con cui si ha avuto il primo momento di conoscenza sia un fattore abbastanza importante da togliere quella parola comodato. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Dedoni.
Ha domandato di parlare il consigliere Gessa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GESSA (P.D.). Dopo quello che ho sentito sul comodato sono d'accordo perché mi pare che sia ragionevole togliere questa situazione: comodato vuol dire in pratica che queste famiglie disagiate, che probabilmente mantengono i libri chissà come, poi li dovrebbero rendere a chi glieli ha dati, mi sembra che per risparmiare abbiamo la possibilità di fare altre cose nei libri, nel senso di comprare per esempio tutti i libri con uno sconto, e così via, anche per ragioni igieniche com'è stato detto. Quindi se questo, se comodato non è una parola di destra io sono d'accordo di toglierla.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Gessa.
Ha domandato di parlare il consigliere Farigu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Presidente, voterò a favore di questo emendamento perché veramente sul piano concreto e pratico credo che tutta la realizzazione che dovrebbe regolamentare la concessione in comodato sia assai più costosa del risparmio che si verrebbe a realizzare inoltre vi è una costante variazione dei testi scolastici che davvero diventa difficile un riutilizzo degli stessi testi perché non sarebbero magari adottate nella stessa scuola, nell'anno a seguire, inoltre vi è un fatto importante: assai spesso, più tardi negli anni, in ordine a classi più avanzate, nasce il desiderio di andare a verificare alcune cose studiate negli anni precedenti, la continuità del possesso consentirebbe questo che non è una questione di qualche momento, non è neanche una banalità. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Farigu.
Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Anch'io sono a favore dell'emendamento, l'ho detto anche in Commissione, lo ripeto qui, io non sono d'accordo che si facciano interventi per dare i libri in comodato, credo che se la Giunta vuole intervenire può comprarli direttamente ma, darli in comodato significa che poi alla fine uno deve restituire i libri, io credo che qualsiasi studente, uno che prende un diploma o qualsiasi titolo di studio, poi alla fine abbia bisogno ogni tanto anche di consultarsi con questi libri, ed è un errore effettivamente privarlo dei libri che sono serviti per preparare gli esami e per completare gli studi, e perché poi questi devono essere consegnati. Pertanto se è un intervento questa Giunta regionale lo deve fare, lo può fare contribuendo all'acquisto dei libri, però sono assolutamente contrario al fatto che il libro, una volta completati gli studi, possano essere consegnati o utilizzati da altri. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Ladu.
Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Sì Presidente, io francamente ritengo che se l'intento di questa Giunta e di questa maggioranza è accrescere la cultura e far amare i libri credo che questo emendamento lo si debba accogliere, perché se c'è un tratto che caratterizza le persone che vivono difficoltà economiche è quello del desiderio di possedere i libri di testo, di poterli modificare, di poterli rendere propri, di dare loro l'identità di chi ci studia veramente, e credo che mantenere questo tratto, per la nostra esperienza, all'interno delle scuole, e per quello che simbolicamente rappresenta un libro, credo che forse uno sforzo e questo senso possa essere fatto anche perché è in perfetta linea col nostro desiderio di dare un contributo, davvero importante, alle famiglie sarde che si trovano in difficoltà. Si tratta di uno sforzo premiante per chi vive condizioni di disagio e che può disporre finalmente di un libro bello, nuovo, che può rendere più attivo e più propositivo nel rapporto che crea con l'istituzione scolastica, avere a disposizione un libro per molti è un lusso e iniziare a dare veramente rilievo alla carta che produce dà e offre cultura, è una occasione davvero unica anche per caratterizzare il nostro indirizzo culturale e politico. Quindi io credo, io personalmente sono a favore di questa emendamento e credo che sarebbe veramente un segnale positivo accoglierlo come segno di apertura alla cultura e al futuro delle generazioni che aspirano ad imparare. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Caligaris.
Ha domandato di parlare il consigliere Pirisi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PIRISI (P.D.). Grazie, Presidente. Io sono d'accordo con le cose che sono state dette da tanti colleghi, però non sono esattamente quale sia la ratio che ha indotto... però io vorrei fare un'osservazione, non so se possa essere pertinente: supponiamo che un ragazzo vada in quarta Ginnasio, oltre ai libri di testo ci sono i vocabolari di greco, di latino, da inglese, di italiano, che costano una bella cifra, e ci sono anche i libri, allora, questi libri diventano di proprietà del ragazzo che va a scuola, supponiamo che poi decida di cambiare scuola, questi libri cosa rimangono di proprietà di questo ragazzo? E quindi, andando in un'altra scuola, dovrà avere un'altra serie di libri di testo.
Il comodato mi pare che sia lo stesso criterio del libro che uno va a prendere in biblioteca e dopo che poi l'ha letto lo deve restituire. Se poniamo questioni di carattere igienico per i libri che si prendono in biblioteca, allora bisogna chiudere tutte le biblioteche d'Italia, tutte, non ci deve essere una biblioteca che possa rimanere aperta.
La seconda cosa che vorrei dire è che il criterio del comodato qualche volta è utile, perché? Se uno è figlio di un insegnante, o di un impiegato a reddito fisso, è sicuro che difficilmente potrà accedere ad ottenere libri in comodato, se magari è figlio di qualche piccolo imprenditore, di qualche libero professionista, di qualche negoziante, di qualche professionista a vario titolo, magari risulterà a questo punto nullatenente e questi libri se li potrà tenere. Insomma, riflettiamoci, io capisco lo spirito del piacere di possedere un libro e quant'altro però forse ci sono dei costi eccessivi che non sono consentiti dalla situazione che noi stiamo vivendo.
Quindi, vorrei che noi la ragionassimo questa cosa qua, onde evitare che magari con l'enfasi e l'impeto di poter dare un libro a chi davvero poi si appassionerà magari evitiamo ad altri di poterli avere. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pirisi.
Ha domandato di parlare il consigliere Moro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MORO (A.N.). Grazie, Presidente. Mi ha dato lo spunto l'esempio che ha fatto il collega Pirisi, e voglio analizzare anche la proposta intelligente della collega Caligaris.
Oggi, caro collega Pirisi, con la computerizzazione di tutti i servizi, quell'alunno che magari dovesse andare al Ginnasio e prendere quei vocabolari che sono specifici per quel corso di studi, qualora dovesse decidere di non frequentare più, quel ragazzo non potrà prendere i libri in un'altra scuola, se li dovrà comprare; ecco che ci vuole l'attenzione da parte di tutti quando si...
Il problema del comodato. Effettivamente, come diceva anche il professor Gessa, il collega Gessa, un ragazzo che utilizza il libro, che ci studia sopra, che ci suda sopra, sono convinto che alla fine dell'anno - almeno questa è la mia esperienza - erano improponibili ad altri che potessero frequentare la stessa scuola che io ho lasciato perché sono stato promosso ad una classe successiva. Quindi sono convinto che a questo problema del comodato bisogna pensarci, meditare, perché non penso che sia un caso da mettere in piedi nella fattispecie: in comodato si possono dare altre cose, si può dare la casa, per dire, un appartamento, perché verrà poi ripitturato e nuovamente utilizzato, ma non cose di questo tipo, di consumo, perché un testo viene consumato e io sono convinto che difficilmente potrà essere poi ridato ad altri, perché soltanto quelli che lo prendono per la prima volta usufruiranno di un testo nuovo, gli altri saranno costretti ad avere testi che magari non sono più utilizzabili perché mancherà qualche foglio, mancherà qualche pagina, ci sono appunti e sottolineature. E siccome qui dentro poi sono convinto che siamo stati tutti a scuola e abbiamo frequentato anche gli istituti superiori, oltre che l'Università, sono convinto che bisognerebbe vedere di non commettere un gesto del genere perché effettivamente sarebbe improponibile e non praticabile. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, votiamo l'emendamento numero 806. E' stata chiesta la votazione elettronica palese.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 806.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Caligaris - Capelli - Cappai - Cherchi Oscar - Dedoni - Diana - Farigu - Gessa - Ibba - La Spisa - Ladu - Liori - Lombardo - Maninchedda - Masia - Milia - Moro - Murgioni - Petrini - Pileri - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sanjust - Sanna Matteo - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Calledda - Cerina - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Davoli - Espa - Fadda - Floris Vincenzo - Frau - Giagu - Lai Silvio - Licheri - Marrocu - Mattana - Meloni - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Serra - Uggias - Uras.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 66
votanti 63
astenuti 3
maggioranza 32
favorevoli 26
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
Metto ora in votazione l'emendamento numero 365. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 84. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 85. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 372. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
MORO (A.N.). Signor Presidente, mi scusi, posso?
PRESIDENTE. Su che cosa intende parlare, onorevole Moro?
MORO (A.N.). Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Moro, dica.
MORO (A.N.). Come può pensare di andare a questo passo, quando ad esempio in un emendamento c'è scritto...
PRESIDENTE. Come può pensare lei di non seguire il lavoro, ha tutto il tempo per iscriversi, per dichiarare il voto...
MORO (A.N.). No, mi scusi, per evitare che ad ogni emendamento qualcuno dei colleghi le possa chiedere a che pagina siamo, e quando c'è "al comma 5 dell'articolo 4...", uno deve andarci...
PRESIDENTE. Segua, segua.
MORO (A.N.). E' proprio perché seguo, se non stessi seguendo non le avrei fatto nessuno domanda!
PRESIDENTE. Va bene, siamo all'emendamento numero 371, a pagina 9, e poi andiamo, così, una pagina per volta.
Metto in votazione l'emendamento numero 371. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 887. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 426. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Emendamenti numero 252 e 423, ce l'invito al ritiro.
Non sono stati ritirati, li metto in votazione. Chi li approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non li approva alzi la mano.
(Non sono approvati)
Passiamo agli emendamenti numero 376, 86, 286 e 803, sono emendamenti tutti uguali, sono emendamenti al comma 12.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Sì, Presidente, chiedo il voto segreto.
PRESIDENTE. Sono quattro emendamenti uguali, il 376 l'86 è la quarta volta, colleghi, che lo ripeto, pagina 14 e successive, va bene? E' stato richiesto il voto segreto, onorevole Caligaris, lei può parlare per astenersi.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Rinuncio a parlare, Presidente.
PRESIDENTE. E' stato richiesto lo scrutinio elettronico segreto, prego i colleghi.
Votazione a scrutino segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, degli emendamenti numero 376, 86, 286, 803.
(Segue la votazione)
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 35
contrari 31
(Il Consiglio approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Artizzu - Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Capelli - Cappai - Cerina - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Davoli - Dedoni - Diana - Espa - Fadda - Farigu - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Ibba - La Spisa - Ladu - Lai Silvio - Licandro - Licheri - Liori - Lombardo - Maninchedda - Marracini - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Milia - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sabatini - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Serra - Uggias - Uras - Vargiu.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Scarpa.)
Passiamo all'emendamento numero 87. Colleghi, siamo a pagina 18 è in votazione.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 88.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 89.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 363, lo mettiamo in votazione, ha comunque problemi di copertura finanziaria.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Passiamo all'emendamento numero 200.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Sì Presidente, ho visto che per quanto riguarda le biblioteche, c'è un intervento abbastanza importante da parte della Giunta, per cui direi che l'emendamento può essere anche ritirato, tenendo conto che quanto richiesto, e anche io non correttamente ho usato il termine scuole pubbliche secondarie di secondo grado, era indirizzato perché ci fosse una maggiore attenzione alle biblioteche scolastiche, alle biblioteche degli istituti secondari superiori. Ha quindi una sua ratio, quello che veniva proposto, però mi rendo conto, che anche degli indirizzi che sono stati dati dalla Giunta e negli interventi fatti, anche importanti, per quanto riguarda le biblioteche e gli interventi sulla didattica nelle scuole secondarie superiori, credo che possa essere, appunto, ritirato l'emendamento attendendo di conoscere gli effetti delle azioni proposte dalla Giunta anche in questa finanziaria da qui al 2009.
PRESIDENTE. Quindi è ritirato, onorevole Capelli?
L'emendamento numero 200 è ritirato.
Passiamo all'emendamento numero 80 è in votazione.
Poiché nessuno domanda di parlare, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.)Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Dall'emendamento numero 23 all'emendamento numero 364, quindi da pagina 24 fino a pagina 32, gli emendamenti sono sospesi su richiesta del Presidente della Commissione.
Passiamo all'emendamento numero 366 a pagina 33.
Ha domandato di parlare il consigliere Pileri. Ne ha facoltà.
PILERI (F.I.). Niente, volevo intervenire sull'emendamento numero 23, che è stato sospeso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Scusi, Presidente, ma lettera D, perciò l'emendamento numero 366, anche se per cifre diverse, non è simile all'emendamento numero 244 e all'82? Cosa facciamo votazioni separate?
PRESIDENTE. Sì. Si vota prima l'emendamento numero 366, se approviamo l'emendamento numero 366 naturalmente decadono gli altri perché hanno… sono importi diversi.
CAPELLI (U.D.C.). Posso chiederle un minuto di sospensione?
PRESIDENTE. Prego?
CAPELLI (U.D.C.). Un minuto di sospensione prima di votare.
PRESIDENTE. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 20 e 54, viene ripresa alle ore 21 e 01.)
PRESIDENTE. Andiamo… emendamento numero 366, colleghi possiamo…
Colleghi, riprendiamo
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Io dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 366, per i motivi che ho anche cercato di spiegare durante l'intervento in discussione generale dell'articolo, e, cioè, nel senso che, quando i rettori delle università o i loro delegati sono venuti a conferire con noi in Commissione terza, è stato abbastanza evidente che non c'era in essere una concertazione su un progetto e su un programma condiviso, e già quindi parzialmente avviato, che consentisse ai visiting professor di venire in Sardegna nelle due Università sarde, ma che sostanzialmente si stava cercando soltanto di finanziare un'idea, nel senso che la Giunta regionale ha avuto un'intuizione, e cioè che, invece di mandare i nostri giovani a fare il master, o una parte dei nostri giovani a fare il master, o una parte dei nostri studenti coi vari Erasmus e con gli altri progetti che sono noti a tutti, a imparare nelle università straniere, fosse possibile far venire una parte dei docenti stranieri in Sardegna. Io credo che l'intuizione di per se stessa sia una buona cosa, nel senso che è ragionevole prevedere che un certo numero di professori universitari provenienti da atenei stranieri possa venire in Sardegna a insegnare ai nostri ragazzi. Ovviamente, per evitare che si tratti semplicemente di una misura che va a fare residui, come altre volte è capitato, in assenza di un progetto organico che, in qualche maniera, sia comunque già condiviso e già in essere, quindi pronto ad essere reso operativo, è del tutto evidente che la somma indicata, ma per ammissione degli stessi rappresentanti delle università, non sia spendibile nel 2008, nel senso che è difficilissimo mettere su un progetto che riguardi il 2008, ad anno accademico iniziato, quindi, sostanzialmente, sull'anno accademico 2008-2009, che possa consentire la spesa di 12 miliardi di vecchie lire per fare arrivare in Sardegna dei visiting professor. Quindi, sarebbe stato ragionevole che la stessa Giunta regionale avesse proposto una rimodulazione scalare della spesa, in maniera tale che i primi anni fossero con una cifra più bassa, e gli anni successivi con una cifra a crescere, che fosse modulata rispetto ai progetti che le università presentavano alla Regione stessa. Questo era il modo ragionevole di far partire il progetto, senza mettere cifre che sembrano più collocate sulla fantasia che non su una reale progettualità della Giunta regionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DIANA (A.N.). Sì, grazie, Presidente. Io preannuncio il voto favorevole, e chiedo anche la votazione elettronica palese sull'emendamento numero 366. E' una riduzione che io ritengo opportuna, e questo non perché non crediamo nella validità dei visiting professor, assolutamente, però ci pare che, a seguito anche di ciò che è accaduto nella precedente finanziaria, che i 2 milioni di euro non sono stati spesi per questo obiettivo, ci inducono a pensare che una cifra come questa, che è piuttosto alta, perché si tratta di 4 milioni di euro, io credo che debba essere assolutamente ridimensionata. La cifra è imputata nella finanziaria, cioè 6 milioni di euro. Lungi da noi pensare che non sia un elemento utile e produttivo, certamente, per ciò che riguarda la formazione dei nostri studenti. Però, non è una cifra che è supportata da nessuna apprezzabile esigenza che ci sia stata rappresentata in qualche caso. I 2 milioni di euro dell'anno scorso non sono stati spesi, o perlomeno non sono stati spesi tutti. Pertanto, impegnare 6 milioni di euro, quando sappiamo già che nell'anno precedente non ne sono stati spesi neanche 2, ci sembra un'esagerazione. Oggi si dice esattamente a cosa servono questi 6 milioni di euro e quali sono i programmi che la Regione Sardegna, in questo caso la Giunta regionale e le università hanno predisposto, o altrimenti ritengo che sia opportuno che quello stanziamento di 6 milioni venga ridotto, in questo caso, a 4 milioni di euro.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Gessa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
GESSA (P.D.). Per quanto riguarda i visiting professor, ritengo anche io che sia una cifra enormemente sproporzionata, troppo alta, soprattutto considerando che un professore che vuole venire qui pianifica in tempo, e quindi ha bisogno di almeno un anno per decidere se lasciare il suo posto o non lasciarlo. Non vorrei che investissimo troppi soldi, e allora questi visiting professor, magari, sono visiting professor di serie B. Io ho sempre ospitato visiting professor a spese mie, in casa mia, e non ho mai avuto 6 milioni di euro per un visiting professor. Cerchiamo, piuttosto, forse, di diluire questa cosa, cioè cominciare ancora oggi con 2 milioni di euro, e la prossima volta, se abbiamo realmente l'indirizzo di ciascuno di quelli che devono venire, allora possiamo appropriatamente adeguare questa cifra alla spesa che vogliamo eseguire. Capito? Il signor Claudio Cueio, che è uno di questi visiting professor che sta per arrivare, ha deciso di arrivare in giugno dal Canada.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Anche noi voteremo a favore di questo emendamento, perché nelle audizioni che noi abbiamo fatto con i lettori delle università, effettivamente uno dei punti che è stato segnalato con più convinzione da parte degli stessi lettori è che effettivamente questa cifra si ritiene esagerata, forse difficilmente spendibile. Pertanto, se la situazione è questa, anche perché abbiamo tutta una serie di altri capitoli che hanno bisogno di essere rimpinguati, io credo che la riduzione da 6 a 4 milioni di euro sia anche giusta, in modo che in questo modo possiamo anche riuscire a rispondere a qualche altra voce che probabilmente avrà difficoltà ad essere rimpinguata. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Balia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
BALIA (Gruppo Misto). Sì, grazie Presidente, avevo deciso di intervenire sull'emendamento numero 244 che è quello successivo, ma l'intervento del professor Gessa mi induce a fare un intervento unico sia sul numero 366, sul numero 244 e sul numero 282. Condivido in maniera sufficientemente abbondante le osservazioni che il professor Gessa faceva, anche se le riduzioni previste negli emendamenti numero 366 e numero 82 mi paiono in ogni caso poco congrue. Mi pare più congrua quella che dimezza da 6 milioni a 3 milioni di euro, che è l'emendamento firmato dal sottoscritto, ma anche con una motivazione: i 3 milioni di euro sottratti dai Visiting Professor con l'emendamento numero 244 dovrebbero poi essere utilizzati a favore dell'Università pubblica diffusa che serve per recuperare da 4 a 7 milioni di euro quell'impegno.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Balia.
Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SANJUST (F.I.). Sì, rapidissimamente. Semplicemente, riprendendo il discorso che ha fatto prima il collega Marrocu, per ricordare, all'Aula tutta, che nell'audizione con i Rettori delle Università, gli stessi non hanno chiesto l'eliminazione di questo finanziamento adducendo come motivazione il fatto che non fossero dei finanziamenti utili, ma hanno fatto lo stesso identico ragionamento che ho appena sentito fare prima all'onorevole Gessa e poi all'onorevole Balia.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Sì, Presidente, anch'io per annunciare il voto contrario all'emendamento numero 366, ma per sottolineare evidentemente che l'emendamento successivo, il numero 244, offre un'opportunità in più per ridisegnare anche il ruolo di questa esperienza. Il professor Gessa, che è un conoscitore di queste esperienze, ci ha rappresentato una realtà in cui esiste anche un rapporto di collaborazione diretta tra i professori che vengono qui, dall'estero, e coloro con i quali intrattengono delle relazioni di ricerca, di formazione. Questo non significa che il professore debba essere necessariamente ospitato in casa, ma certo è che se si avvia un percorso per rendere praticabile e rendere sempre più forte un rapporto di relazione, magari si può iniziare con una sperimentazione e valutare poi, successivamente, l'entità reale di questi rapporti di collaborazione. Quindi, nel riconfermare il voto contrario all'emendamento numero 366 richiamo l'attenzione su quello successivo che potrebbe rappresentare un'occasione anche per dare respiro a quei problemi legati all'Università diffusa che più volte sono stati richiamati in Aula. Grazie Presidente.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Caligaris.
Ha domandato di parlare la consigliera Cerina per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CERINA (P.D.). Io credo, perché possiamo intervenire con cognizione di causa, che dobbiamo avere sempre dei supporti, come questo pregevolissimo che ci ha fornito l'Assessore stamattina, perché diversamente ci muoviamo nel campo delle ipotesi. Io posso essere d'accordo con l'onorevole Balia e altri che hanno presentato… che 6 milioni siano eccessivi, ma su che base? Ecco, così come posso dire che forse possono essere insufficienti, non abbiamo dati per confermare o l'una o l'altra scelta. Allora, queste è una mia posizione personale visto che il problema dell'internazionalizzazione è un problema importantissimo per la Sardegna, soprattutto per lo sviluppo nel Mar Mediterraneo, quindi io, anziché un'Università della Sardegna, dico all'onorevole Capelli e mi dispiace anche all'Assessore: visto che l'Università di Cagliari è antica e non dobbiamo sottrargli l'Università, istituirei Università culturali del Mediterraneo, naturalmente studiando bene la cosa. Allora, i Visiting Professor personalmente dico: è una scommessa, può essere che non vada bene, però può essere utile anche per quelle Università sparse nel territorio; Nuoro, Oristano, Alghero, Olbia, dove sicuramente il rischio di localizzazione e di chiusura è altissimo. Io non scommetto che sarà sicuramente un successone, può essere che lo sia, mi dà garanzia il comma D che dice: tutti gli interventi devono fare preciso riferimento ai requisiti di qualità del MURST, e devono essere inseriti nel quadro del processo di riforma europea. Accettiamo questa sfida, chiedo all'assessore Mongiu che il primo anno ci sia un monitoraggio delle presenze, qualità delle presenze, della ricaduta nelle sedi Universitarie con tanti auguri e che la Sardegna possa davvero diventare anche un polo di attrazione per grandi personalità e non soltanto per amici degli amici. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MARROCU (P.D.). Sì, è un intervento sull'emendamento, ma è anche un intervento sull'ordine dei lavori. Sono convinto che molti colleghi, poi magari sbaglio, hanno presentando l'emendamento per ridurre le somme destinate a questo scopo in funzione dell'esigenza di reperire risorse per l'Università diffusa. Cioè, all'interno del budget per l'Università mettiamo meno risorse per questo obiettivo che forse non si spendono e le utilizziamo per le Università diffuse. Siccome per l'Università diffusa c'è già un emendamento integrativo di risorse, della Giunta, e c'è una discussione nella Commissione sul quantitativo di risorse necessarie e su un emendamento di sintesi, io proporrei, se i colleghi sono d'accordo, di sospendere questi emendamenti, perché ho apprezzato molto l'intervento della collega Cerina e non vorrei che si ragionasse così: forse sono troppi, forse sono pochi, in funzione di reperire le risorse, perché magari l'obiettivo di reperire le risorse può essere non raggiunto direttamente tagliando questi fondi. Non si utilizzeranno tutti? Ne prenderemo atto, ma almeno noi abbiamo messo le risorse per quell'obiettivo. Io addirittura spero che siano sufficienti, cioè spero che sia così interessante venire in Sardegna che magari saranno di più. Quindi le chiederei, per evitare che ci sia, rispetto ad un obiettivo, di sospendere questo è sospendere tutti gli emendamenti dell'Università diffusa, e forse, magari, visto che gli interventi sull'Università diffusa sono tanti, riprenderli domani con un emendamento di sintesi, sospendere i lavori dell'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Li vuole sospendere tutti? Tutti e tre gli emendamenti?... mi scusi Presidente…
PRESIDENTE. Nell'ordine l'onorevole Marrocu propone di sospendere gli emendamenti numero 366, 244 e 82 che sebbene con cifre diverse intervengono tutti sul punto D del comma 1 dell'articolo 4, e poiché potrebbero essere, sostiene l'onorevole Marrocu, strumentali al recupero di cifre da utilizzare poi eventualmente quando si parlerà di Università diffusa, l'onorevole Marrocu dice: sospendiamo tutto, vediamo quello che è stato annunciato come un emendamento di sintesi per quanto riguarda la problematica dell'Università diffusa. Questo per quanto attiene questo blocco di emendamenti. Poi, l'onorevole Marrocu dice: sospendiamo anche a questo punto l'Aula, così si ha modo domani di arrivare con i ragionamenti sull'Università diffusa e sul resto un po' più compiuti. Questa è la proposta dell'onorevole Marrocu se l'ho riassunta puntualmente.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Ecco, Presidente, bisognerebbe capire anche su cosa iniziamo domani, se dagli emendamenti sospesi o se dovremo continuare.
MARROCU (P.D.). Da qui, dall'università diffusa.
CAPELLI (U.D.C.). Dall'università diffusa. Io esprimo il mio giudizio sulla proposta del collega Marrocu. Allora, per quanto ci riguarda gli emendamenti proposti non mirano a rifinanziare esclusivamente il fondo dell'università diffusa, potremmo anche rifinanziare il FNOL - io dico la mia -, ma concettualmente non è che se passa l'emendamento di sintesi o troviamo sintesi sull'università decentrata poi siamo d'accordo sul fatto che vadano 6 milioni al visiting professor, che riteniamo comunque una cifra al di là delle aspettative che si possono avere dal visiting professor. Non so se la collega Cerina ha fatto il conteggio di cosa sono 6 milioni di euro per visiting professor, quanti sono…
(Interruzione della consigliera Cerina)
No, no, richiamo la sua attenzione per dirle che è una cifra inspendibile comunque nell'annualità 2008 e perciò che andrebbe a residui, condividendo totalmente la sua posizione nell'indirizzo all'università decentrata del visiting professor. Il problema è che non dobbiamo alimentare i residui, perché non ce la faranno mai a spendere 6 milioni di euro per il visiting professor. Perciò c'è la volontà di favorire l'iniziativa del visiting professor, ma di dimensionarla per l'effettiva azione che può essere messa in campo nell'annualità 2008. Siamo a febbraio, questa legge entrerà in vigore a maggio, probabilmente, secondo i tempi che avremo. Perciò non ci sono le condizioni. Perché alimentare i residui e non il FNOL? Perché tenerli fissi lì, quando sappiamo già dai rettori che non si spenderanno? Ma loro portano motivazioni che nascondono anche altri indirizzi e altre cose. Allora, io dico, ben venga il visiting professor, però dimensioniamolo per quello che è possibile fare, e anche nelle università decentrate. Però sono troppi 6 milioni, per cui io ritengo che dovremmo oggi votare su questo e domani riprendere dalle università diffuse. Se non andranno alle università diffuse andranno al FNOL che comunque, come sottolineato già da altri, ha necessità di essere rimpinguato per fondi e iniziative spendibili nell'annualità e non che alimentino i residui.
PRESIDENTE. Comunque, la proposta è quella di sospendere questi emendamenti e di chiudere anche a questo punto i lavori dell'Aula. Il tempo che recuperiamo stasera si utilizzi per scrivere quest'emendamento di sintesi sull'università diffusa in maniera tale che domani, quando riprendiamo il lavoro, ci sia un punto di incontro. Grazie.
Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Soltanto per farle sommessamente notare che stiamo sospendendo l'Aula nel corso delle dichiarazioni di voto sull'emendamento 368. E' una cosa che mi sembrerebbe irrituale perché quando sono iniziate le dichiarazioni di voto, è iniziata la fase di votazione e quindi dovrebbe essere fisiologico arrivare almeno alla votazione di quell'emendamento.
PRESIDENTE. Dunque, onorevole Vargiu, lei ha ragione, infatti se la proposta di sospensione della votazione su questi emendamenti, perché tale si configura la proposta dell'onorevole Marrocu, non è accettata andiamo alla conclusione della votazione. Mi sembrava che ci fosse un accoglimento della proposta, ma se non è così andiamo a votare.
Colleghi, non abbiamo chiuso l'Aula e stiamo per votare, forse. Quei colleghi che stanno andando via sono pregati di accomodarsi.
Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Presidente, sull'ordine dei lavori. Solo per sottolineare…
PRESIDENTE. Sul disordine. Prego.
LA SPISA (F.I.). Sul disordine dei lavori, solo per sottolineare che l'accelerazione dei tempi per l'approvazione di questa finanziaria chiesta dalla sua Presidenza e anche dai Capigruppo oggi si interrompe perché evidentemente c'è un problema politico da parte della maggioranza di fare quadrato su un insieme di votazioni su cui è andata sotto e da cui teme possano nascere delle ripercussioni ulteriori. Che questo venga registrato per non imprimere poi un'accelerazione che vada a discapito dei lavori dell'Aula e per sottolineare il fatto che noi accettiamo la sospensione perché capiamo che c'è un problema politico, ma è per un problema politico.
PRESIDENTE. Grazie onorevole La Spisa. Mi sembra di capire che comunque sospendiamo gli emendamenti su cui avevamo iniziato le dichiarazioni di voto. Domani mattina riprendiamo dal punto nel quale stiamo interrompendo, da questi emendamenti.
I lavori del Consiglio riprendono domani alle ore 10. La seduta è tolta.
La seduta è tolta alle ore 21 e 24.
Allegati seduta
Testo della risposta scritta alla interrogazione annunziata in apertura di seduta
Risposta scritta dell'assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport all'interrogazione PISANO sui motivi che hanno determinato la grave interruzione dei servizi di connettività del Progetto Marte. (1032)
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, le risposte ai tre quesiti posti sono le seguenti:
1) 1 ) Il contratto per la fornitura dei servizi di connettività IP per il progetto M@rte è stato stipulato il 9 dicembre 2004. Il termine previsto per la scadenza era il 13 maggio 2007. La Direzione Generale degli Affari Generali, responsabile dell'appalto, dopo aver comunicato, in data 8.5.2007, al Servizio Istruzione dell'Assessorato della Pubblica Istruzione e alla Direzione Generale dell'Innovazione Tecnologica la prossima scadenza del contratto, ha rinnovato lo stesso, dietro richiesta del Servizio Istruzione, per consentire alle scuole di continuare a fruire del servizio. Il rinnovo è stato disposto fino al 30 settembre 2007, poiché le somme ancora a disposizione consentivano di assicurare la copertura al massimo fino a tale data. Conseguentemente, divenuta impossibile un'ulteriore proroga, per mancanza di copertura finanziaria, a partire dal 1 ottobre il servizio è stato interrotto.
2) Con Deliberazione n. 41/17 del 17 ottobre 2007, la Giunta Regionale ha destinato una quota di fondi di cui alla misura 6.3 del POR ad interventi di estensione della RTR, tra i quali è previsto anche il "collegamento telematico alla rete Internet per le scuole della Sardegna già precedentemente servite dalla rete del progetto Marte".
3) Come già esposto al punto 1), non sarebbe stato possibile addivenire ad una ulteriore proroga del contratto in essere, essendo stati esauriti i fondi a disposizione. (1032)