CCCLXVII Seduta
Martedì 13 novembre 2007
Presidenza del Presidente Spissu
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 40.
MANCA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di lunedì 1 ottobre 2007 (360), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Barracciu, Cerina, Farigu, Renato Lai, Licandro, Pileri, Pittalis e Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana di martedì 13 novembre 2007.
Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione con nota del 7 novembre 2007 ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale degli articoli 5, 9, 11, 13, 16, 20, 21, 22, 24, 26, 30, 34, 35, 36, 38, 39, 40, 41, 51, 54, 57, 58, 59, 60 e dell'allegato 1 ( punti 45.23, 45.24 e 45.25) della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva comunitaria n. 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto).
Risposta scritta ad interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla selezione pubblica per l'acquisizione di figure professionali da parte dell'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio". (964/A)
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Diana - Liori, con richiesta di risposta scritta, sull'acquisto da parte dell'Azienda regionale sarda trasporti (ARST) di automezzi non idonei al trasporto pubblico locale". (990/A)
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Floris Mario - Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sull'inadeguata informazione sul referendum del 21 ottobre 2007 sulla legge statutaria". (1002/A)
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla decisione del Comitato di gestione dei fondi speciali per il volontariato di cancellare il Centro di servizio per il volontariato 'Sardegna solidale'".
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Lombardo, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche esistenti all'interno del Comitato di gestione dei fondi speciali per il volontariato a seguito delle risultanze dell'ultima assemblea regionale del volontariato".
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul futuro dell'area occupata dalla base americana a La Maddalena".
(Risposta scritta in data 8 novembre 2007.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza:
MANCA, Segretario:
"Interrogazione Lanzi - Cugini - Fadda - Licheri - Serra, con richiesta di risposta scritta, sulle assunzioni di lavoratori precari all'Agenzia regionale del lavoro". (1051)
"Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura del servizio di guardia medica di Simaxis". (1052)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sui 200 esuberi tra i lavoratori delle imprese di pulizia della Regione, sulla riduzione dell'orario di lavoro per i 350 restanti e sulla decisione del consorzio aggiudicatario del bando di gara di assumere il personale necessario in base ad ordine alfabetico". (1053)
"Interrogazione Cucca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione dei corsi triennali di Scienze dell'amministrazione e di Scienze del servizio sociale". (1054)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei dipendenti in mobilità della ex EDITAR Spa e della DICOVISA e sui lavoratori ultracinquantenni disoccupati dopo anni di lavoro". (1055)
"Interrogazione Manca - Biancu - Cucca - Cuccu Giuseppe - Giagu - Sanna Simonetta, con richiesta di risposta scritta, sulle attività in corso dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPAS)". (1056)
"Interrogazione Lai Renato - Marracini - Pittalis, con richiesta di risposta scritta, sulle norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico della Sardegna". (1057)
"Interrogazione Biancu - Cuccu Giuseppe, con richiesta di risposta scritta, sulle presunte, ripetute violazioni commesse presso gli uffici della direzione generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica". (1058)
"Interrogazione Mattana - Barracciu - Cocco - Pacifico - Sanna Franco - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle procedure sulla istituzione del Parco delle foreste di Gutturu Mannu e sui ritardi in ordine alla sottoscrizione dello specifico protocollo d'intesa". (1059)
"Interrogazione Diana - Liori,con richiesta di risposta scritta, sul bando PIA 'Turismo e beni culturali'". (1060)
"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del Servizio di anatomia patologica del Presidio ospedaliero della Cittadella universitaria di Monserrato". (1061)
"Interrogazione Liori - Diana,con richiesta di risposta scritta, sul blocco del trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna da parte dei traghetti delle Ferrovie dello Stato". (1062)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del protocollo di intesa firmato tra il Ministero della giustizia e la Regione Sardegna". (1063)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza:
MANCA, Segretario:
"Interpellanza La Spisa sul servizio di Protezione civile e Corpo forestale". (288)
"Interpellanza Atzeri - Maninchedda sulla mancata operatività della Conservatoria delle coste". (289)
"Interpellanza Pileri - Lai Renato - Sanna Matteo - La Spisa sulla ripartizione dei fondi a favore delle sedi universitarie decentrate (annualità 2007)". (290)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario:
"Mozione Vargiu - La Spisa - Randazzo Alberto - Artizzu - Ladu - Farigu - Capelli - Amadu - Randazzo Vittorio - Pisano - Pileri - Licandro - Cassano - Petrini - Dedoni - Contu - Rassu - Gallus - Lombardo - Sanjust - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Diana - Liori - Moro - Sanna Matteo - Murgioni - Milia sulla situazione dei medici con contratto di lavoro precario libero-professionale con le Aziende miste di Cagliari e Sassari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (149)
"Mozione Rassu - La Spisa - Contu - Licandro - Lombardo - Petrini - Pileri - Sanjust sull'ex Istituto di incremento ippico". (150)
"Mozione Capelli - Randazzo Alberto - La Spisa - Artizzu - Vargiu - Ladu - Floris Mario - Farigu - Cherchi Oscar - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Randazzo Vittorio - Amadu - Diana - Lombardo - Gallus - Dedoni - Moro - Sanna Matteo - Contu - Liori - Murgioni - Cassano - Rassu - Sanjust - Pileri - Petrini - Licandro - Pisano sulla gara indetta dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per l'affidamento del "Progetto sistema informativo sanitario integrato regionale ‑ SISaR" aggiudicata in favore dell'ATI fra Engineering Spa e Telecom Italia Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (151)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. Colleghi, commemoriamo oggi l'onorevole Giovanni Frau, scomparso ultranovantenne qualche mese fa.
Giovanni Frau era nato ad Arzachena nel 1916. Laureato in lingue, fu insegnante nelle scuole secondarie prima di dedicarsi alla politica. Eletto nel giugno del 1953, è rimasto in carica, salvo brevissime interruzioni, subentrando ad altro consigliere, fino al 1979, per sei legislature di fila. Ha militato nei monarchici, nazionali e popolari, e, dopo lo scioglimento di quel partito, nel Movimento Sociale Italiano.
Ventisei anni di presenza in Consiglio (Giovanni Frau è stato tra i consiglieri più longevi di questa Assemblea) rendono difficile una sintesi della sua attività, in particolare di quella ispettiva. Numerose le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni su temi sociali ed economici, ma anche sulla cultura, sulle infrastrutture e sui trasporti della nostra Regione.
Appassionato di agricoltura, concluso il mandato politico, si dedicò con passione a quest'attività. Pur vivendo a Sassari, mantenne un legame molto stretto con la Gallura; ai problemi di quel territorio - che negli anni 50 si affacciava alla soglia dello sviluppo in condizioni di forte arretratezza - riservò particolari attenzioni.
Vogliamo ricordare, in particolare, la sua sensibilità verso alcuni problemi rivelatisi nodali per lo sviluppo della Sardegna. Cito il problema dei trasporti, in particolare quello aereo, chiedendo, nel 1963, l'aeroporto di Olbia e il potenziamento di quello di Alghero; ma si occupò anche della stazione marittima del porto gallurese, infrastruttura indispensabile per favorire il traffico passeggeri e merci, e del porto di Palau, testa di ponte verso La Maddalena.
Fu testimone attento del declino dell'attività mineraria e delle prime gravi crisi del Sulcis, tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70; richiamò spesso le responsabilità del Governo, e sottolineò con preoccupazione una serie di sciagure che aprivano il capitolo della sicurezza sul lavoro, trasferita, negli anni 70, dalle gallerie delle miniere agli impianti petrolchimici, altro capitolo di scottante attualità, in quegli anni riferito all'inquinamento industriale che colpiva anche la Media Valle del Tirso.
Un altro fenomeno prendeva piede in Sardegna negli anni dell'industrializzazione; il banditismo. L'onorevole Frau segnalava nel 1967 l'escalation degli episodi che inauguravano una stagione difficile: dalla strage di Lanusei del '72 alla lunga serie di sequestri di persona.
Nel sociale si occupò dell'assistenza gratuita, farmaceutica e ospedaliera degli anziani senza pensione, per i quali propose un assegno mensile di sussistenza, e dei minorati, con programmi di recupero e di reinserimento.
Questo, in estrema sintesi, il lungo curriculum politico dell'onorevole Frau, componente di molte Commissioni e in particolare delle Commissioni speciali, citiamo quelle per La Maddalena ed Arborea, per lo Statuto, per i problemi del sughero. Fu anche Segretario del Consiglio. Gentiluomo nella politica - dall'opposizione mantenne rapporti di cordialità e rispetto nei confronti della maggioranza - lo fu anche nella vita.
Così lo ricordiamo, manifestando ai familiari il nostro cordoglio. Un minuto di silenzio.
(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 149.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Vargiu - La Spisa - Randazzo Alberto - Artizzu - Ladu - Farigu - Capelli - Amadu - Randazzo Vittorio - Pisano - Pileri - Licandro - Cassano - Petrini - Dedoni - Contu - Rassu - Gallus - Lombardo - Sanjust - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Diana - Liori - Moro - Sanna Matteo - Murgioni - Milia sulla situazione dei medici con contratto di lavoro precario libero-professionale con le Aziende miste di Cagliari e Sassari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che:
- il Piano per il superamento del lavoro precario nella sanità pubblica (di cui alla delibera di Giunta regionale del 7 giugno 2007), a pagina 11, cita esplicitamente la situazione dei medici con contratto libero-professionale presso il Policlinico universitario di Cagliari e di Sassari;
- tali professionalità, con anzianità che sono di norma ricomprese tra i tre e i sette anni, garantiscono il buon funzionamento delle strutture, attraverso il proprio impegno in attività di tipo assistenziale, ma anche in attività di supporto alla didattica e alla ricerca;
- i medici con contratto libero‑professionale hanno vicariato negli anni tutte le carenze professionali dei policlinici universitari, in particolare coprendo gli orari di guardia e le prestazioni di urgenza, garantendo le attività di reparto e per esterni, rappresentando la sostanziale continuità terapeutica tra le attività cliniche e i pazienti;
- tali professionalità specialistiche ricoprono pertanto un ruolo assimilabile a quello della dirigenza medica, con mansioni e orari di servizio sostanzialmente sovrapponibili a quelli della dirigenza medica strutturata, mentre ricevono retribuzioni nette inferiori ai 1.300 euro mensili;
- questi medici rappresentano ormai una garanzia di qualità assistenziale e possono essere considerati un vero e proprio investimento delle aziende miste per il livello di competenza raggiunto negli anni nell'affrontare le tematiche proprie di ciascuna specifica disciplina;
- il contratto libero-professionale è sostanzialmente privo dei basilari elementi di garanzia dei diritti del lavoro (malattia, gravidanza, ferie), mentre la prassi ha sempre esteso i doveri dei professionisti ben oltre gli obblighi contrattuali, configurando un rapporto che a pieno titolo può essere ritenuto assimilabile ad una collaborazione continuativa e coordinata, analoga per prestazioni offerte all'impegno richiesto al dirigente medico strutturato;
- nel corso della discussione d'Aula che ha preceduto la estensione del Piano di superamento del precariato, da più parti era stata sottolineata la situazione di grave sofferenza di tali figure professionali e la necessità di intervenire con adeguati strumenti normativi, che consentissero il superamento del precariato;
- tale necessità era stata condivisa dalla Giunta regionale, che aveva preso l'impegno di affrontare con particolare riguardo ed attenzione la situazione di tali figure professionali, con l'obiettivo di individuare una corsia normativa che potesse consentire la piena stabilizzazione o, quanto meno, l'accesso facilitato all'interno dei ruoli pubblici;
- per tali professionisti rischia invece di configurarsi addirittura la beffa di una penalizzazione nella concorsualità pubblica, in quanto il servizio derivante dall'attività considerata libero-professionale non sembrerebbe in alcun modo valutabile;
- la quasi totalità dei medici con contratto di lavoro libero-professionale con i policlinici è rappresentata da professionisti quarantenni, spesso in possesso di più d'una specializzazione, portatori di un patrimonio di professionalità del quale è impossibile fare a meno;
- la maggior parte dei contratti libero-professionali scade il 31 dicembre 2007 e ad oggi nessun impegno è stato preso per il loro rinnovo né, soprattutto, per la loro conversione in rapporti lavorativi stabili;
- la costituzione delle Aziende miste di Cagliari e Sassari rende indifferibile la ridefinizione della posizione dei medici con contratto di lavoro libero professionale;
- per contro, in diverse ASL della Sardegna sarebbero invece già state bandite apposite procedure selettive finalizzate a dare stabilità ai rapporti libero-professionali dei medici;
- diverse regioni italiane (ad esempio il Veneto) avrebbero già avviato o addirittura concluso le procedure di stabilizzazione dei medici con contratto di lavoro libero-professionale;
- anche il servizio di farmacia dell'ex Policlinico di Cagliari era affidato a due farmacisti a contratto (da oltre 10 anni), responsabili inoltre del centro UMACA (destinato alla diluizione centralizzata dei farmaci chemioterapici), che è il terzo centro in ordine di importanza di tutta la Sardegna,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e
dell'assistenza sociale
a riferire urgentemente sulle azioni che si intendono mettere in essere per garantire la stabilizzazione di tutti i medici e farmacisti con contratto di lavoro libero-professionale operanti presso le Aziende miste di Cagliari e Sassari, con l'obiettivo di garantire la continuità assistenziale, di perseguire l'efficienza dei servizi sanitari e di valorizzare le professionalità mediche formate negli anni.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio, abbiamo ritenuto di chiedervi di introdurre in Aula oggi questo argomento che sta assumendo una valenza drammatica nella sanità sarda ed è un argomento sul quale chiediamo alla Giunta un'attenzione particolare, ma anche ai colleghi del Consiglio chiediamo un'attenzione particolare, possibilmente che concluda questa mozione, che, come voi avrete senz'altro visto, nel dispositivo chiede esclusivamente che si riferisca in Aula sulla situazione dei precari del policlinico, chiediamo ai colleghi del centrosinistra uno sforzo di disponibilità perché si riesca ad arrivare ad una conclusione della discussione che su questo argomento faremo in Aula che sia davvero orientata all'assunzione del problema e non a contrapposizioni d'Aula che non verrebbero capite né dai destinatari di questo problema, né soprattutto dai pazienti che hanno, ovviamente, tutto l'interesse che problema sia risolto.
Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una situazione che è nota alla Giunta regionale e sulla quale sia la Giunta regionale che il Consiglio si sono espressi più volte, anche in termini più generali, nel senso che sia il Consiglio regionale che la Giunta più volte si sono espressi sulla necessità del superamento delle forme di lavoro precario, siano esse concernenti altri aspetti della vita sociale e lavorativa, siano esse esplicitamente e specificamente relative ai problemi del precariato in sanità. E questo è un corollario introduttivo obbligatorio perché ci consente di dire una cosa che è bene che venga sempre ripetuta, e cioè che non stiamo affrontando un problema di cui ci siano responsabilità di centrodestra o di centrosinistra, nel senso che è un problema, è un problema sul tappeto, è un problema a cui la politica deve dare soluzione, è un problema che è nato quando l'amministrazione regionale era di centrodestra, ma che è continuato assolutamente in maniera identica, se non addirittura superiore, durante l'amministrazione regionale di centrosinistra. Perché? Perché, per quanto riguarda almeno il policlinico di Cagliari, è stato il modo per dare risposta ad esigenze reali, quindi non è stato il meccanismo che ha portato all'assunzione dei dirigenti precari all'interno del policlinico, un meccanismo con cui si sono gonfiati i ruoli di un'amministrazione, è stato un meccanismo che ha consentito di aprire nel 1999 il policlinico di Cagliari e che gli ha consentito di funzionare negli anni successivi sino all'azienda mista attuale. Ecco, allora è forse utile che con chi non si intende di sanità, e immagino che all'interno del Consiglio regionale sia senz'altro la maggior parte dei colleghi, è utile ragionare un attimo su chi sono i precari del policlinico. Perché? Perché è importante comprendere di quali figure professionali stiamo parlando, nel senso che anche in alcune note che sono apparse sulla stampa si è sottolineato un aspetto, e cioè che le professionalità (medici, farmacisti, altre professionalità dirigenziali che sono presenti all'interno della sanità, e in particolare nel policlinico universitario) sono arrivate a quell'incarico senza una selezione pubblica, senza un concorso. Verissimo, però non distorciamo la realtà. Nel senso che coloro i quali sono diventati medici precari del policlinico non sono gli accozzati. Gli accozzati, se in questo modo possono essere definiti, sono tutti strutturati, cioè sono dentro le aziende del servizio sanitario nazionale, qualcuno, i più fortunati, i più meritevoli, i più bravi, sono riusciti ad entrare con qualche concorso per ricercatore all'interno dell'università e hanno coronato un loro sogno, poi c'è una parte, che potrebbero essere definiti i paria della sanità, che dopo aver fatto il corso di specializzazione, quindi non stiamo parlando dei soliti medici giovani neolaureati, stiamo parlando di colleghi medici o altri dirigenti che si sono professionalizzati facendo quattro o cinque anni di specializzazione. Quando hanno finito la specializzazione qualcuno di loro ha avuto, da parte del proprio docente universitario, la richiesta: "Resti con me?". "E cosa mi dai? Perché per restare con te, io che ho 32-33 anni, mi sono sposato e ho un figlio devo avere qualche garanzia". Beh, il professore universitario ha detto: "Io non ho niente da darti, se non un contratto libero-professionale e che ti possa consentire di rimanere qui in attesa che facciamo il concorso". Beh, insomma, qualcuno non ci ha creduto, e forse ha fatto bene, e non credendoci ha trovato collocazione all'interno di altre strutture, possibilmente ha partecipato a un concorso, se gli è andata bene si è fatto assumere attraverso il concorso, qualche altro invece ci ha creduto e ha iniziato dedicare la sua esistenza a una missione che in cambio gli dà quello che noi vedremo immediatamente dopo. Ecco, questi medici, perché sono soprattutto medici, che lavorano presso il policlinico sono stati scelti con questo meccanismo, cioè quelli più disponibili, quelli più appassionati e quelli che sono stati capaci di rinunciare a svolgere la loro professione in maniera retribuita e l'hanno svolta alle condizioni che il policlinico gli ha proposto. Quali sono le condizioni che il policlinico gli ha proposto? Vi dico quelle attuali, così ci rendiamo conto di quale sia la situazione: 1000 euro al mese, senza alcun tipo di garanzia di nessun altro genere, senza contributi pensionistici, senza nessuna di quelle protezioni sociali che qualunque lavoratore, il più derelitto, normalmente ha. 1000 euro al mese. Cosa garantiscono per 1000 euro al mese? Garantiscono quello che tutti gli altri dirigenti del servizio sanitario strutturati garantiscono all'interno delle loro aziende, e cioè 40 ore, 38 ore di servizio nella settimana all'ente con cui hanno il rapporto. Quindi lo stipendio, gli emolumenti di un collega che svolge attività da medico strutturato sono ben diversi, giustamente, probabilmente, rispetto a quelli che prendono i colleghi che hanno invece un rapporto di tipo libero professionale. Rapporto libero professionale che non figura nessun tipo di garanzia dal punto di vista sociale, nel senso che: maternità? Non esiste! Malattia? Non esiste! Congedo ordinario, ferie? Non esistono! Orario di servizio? Beh, non esiste neanche quello, nel senso che la maggior parte di questi colleghi garantisce un orario di servizio - proprio per il motivo di non averne uno obbligatorio - che è ben superiore rispetto alle 38 ore normali, perché garantisce l'assistenza, perchè garantisce la ricerca, perché collaborano alla ricerca dell'università, perché garantiscono la didattica, perché hanno affidati, seguono le tesi di laurea dei giovani studenti in medicina che vanno a professionalizzarsi prima della laurea e durante la specializzazione nelle strutture del policlinico. Bene, se questa è la situazione, voi direte probabilmente una situazione analoga esiste in tante altre aziende, perché i contratto libero-professionali non sono specifici del policlinico, c'è un censimento che è stato fatto dalla Giunta regionale nel piano di stabilizzazione del precariato e sanità che la Giunta ha adottato come delibera il 7 di giugno di quest'anno, che censisce - oltre che queste figure professionali - figure analoghe che sono presenti all'interno di altre strutture aziendali della Sardegna. Però è diverso, perchè nelle altre strutture aziendali, normalmente, i contratti libero-professionali servono a vicariare carenze di pianta organica, per cui diventa fisiologico che chi vicaria le carenze di pianta organica, non appena viene fatto il concorso specifico, viene inevitabilmente, giustamente, correttamente, inserito all'interno della struttura aziendale. Nel caso del policlinico è diverso, perché? Perché quelle esigenze che il policlinico aveva e ha avuto per sette anni - cioè dal 1999 in cui è nato, sino ad oggi - oggi non sono più esigenze del solo policlinico, ma sono diventate esigenze dell'azienda mista e allora ci potrebbe essere il paradosso che il numero complessivo dei medici dell'azienda mista sia congruo rispetto al numero dei posti letto dell'azienda e quindi ci potrebbe essere il paradosso che i 70, 60 colleghi che stanno prestando in questo momento attività con contratto libero-professionale presso il policlinico, si sentano dire: "Guardate, non c'è carenza di organico all'interno dell'azienda mista perchè abbiamo verificato che i numeri complessivi tra San Giovanni di Dio, complesso pediatrico e policlinico di Monserrato sono comunque congrui rispetto a quelle che sono le teoriche esigenze dell'azienda". Sarebbe una beffa di proporzioni gigantesche. Io credo che, al di là delle ragioni per cui il problema si sia generato, oggi c'è una fotografia, ed è un problema reale, e non è un problema di cui si deve far carico o si può far carico la minoranza consiliare sollevandolo in una mozione urgente e proponendolo, è un problema di cui inevitabilmente deve farsi carico l'intero Consiglio, cioè le risposte alle aspettative dei colleghi, ma soprattutto alle aspettative di qualità della salute che provengono dalla gente che utilizza la prestazione professionale dei colleghi, non possono essere lasciate in carico soltanto a noi, ma sono obbligatoriamente, necessariamente, da porre in carico all'intero Consiglio, da porre in carico per la parte normativa-propositiva alla Giunta regionale, per la parte, eventualmente, di tipo normativa-legislativa alla attività del Consiglio regionale. Io credo che questo sia l'elemento fondamentale, il punto di riferimento dal quale noi non possiamo prescindere e del quale non possiamo fare a meno. Allora che fare? Lo ripeto, nella richiesta che oggi è esposta nella mozione urgente che è stata presentata, noi chiediamo di sentire che cosa la Giunta pensa, perché? Perché la Giunta non ignora affatto il problema: nel piano di stabilizzazione del precariato in sanità del 7 giugno - per chi se lo vuol leggere, a pagina 11, a pagina 24 - si parla di queste professionalità, si fotografa questa sofferenza specifica in sanità che è particolarmente intensa per quanto riguarda l'ex policlinico universitario di Cagliari, quindi è un problema che è conosciuto dalla Giunta regionale. Bene, ci aspettiamo che in quest'Aula si sentano delle parole che ci consentano di capire che il problema è avviato a soluzione e quindi che esistono delle attività, delle azioni che la Giunta regionale - magari anche con il concorso del Consiglio, siamo a disposizione - che la Giunta regionale intende intraprendere per arrivare a una soluzione del problema. Io mi permetto, poi sentiremo l'Assessore alla sanità, credo che sia utile fare anche delle proposte che poi eventualmente l'Assessore potrà raccogliere o potrà sostituire con migliori proposte che provengono dall'iniziativa della Giunta, io credo che sarebbe importantissimo se noi riuscissimo ad avere dalla direzione dell'azienda mista, quindi ex policlinico, i carichi di lavoro di questi colleghi, perché teoricamente questi colleghi hanno un rapporto di lavoro libero professionale, quindi uno potrebbe pensare che vanno lì, due ore al giorno e che, per mille euro, in quelle due ore al giorno che sono lì fanno alcune cosette, integrati nel lavoro complessivo dell'azienda. Magari, se noi chiedessimo al direttore generale dell'azienda mista potremmo scoprire che sono colleghi che svolgono la stessa attività di lavoro che fa un medico strutturato; che sono colleghi che garantiscono la propria presenza all'interno del policlinico 38 ore alla settimana o magari anche di più di 38 ore alla settimana; che sono i colleghi che gestiscono gli ambulatori per esterni, cioè quelli che danno risposte concrete alla gente che va a chiedere, in sostanza; che sono colleghi che mantengono la continuità assistenziale in reparto, cioè che hanno il rapporto con i malati di cancro da uno, due, tre, cinque, sette anni, quindi che sono i colleghi che rappresentano l'ossatura della risposta assistenziale che dà il policlinico; che, magari, sono i colleghi che partecipano alla formazione dei nuovi medici, quelli che sono la garanzia del trasferimento del know-how, del sapere scientifico, del sapere professionale, delle competenze, delle capacità. Ecco, allora, se scoprissimo tutto questo, è difficile dire che non c'è posto per loro, perché se c'è stato posto e necessità sino ad oggi, sulla base di esigenze comprovate, non si capisce perché in futuro non ci dovrebbe essere. E allora come fare a garantire a questi colleghi che ci sia la possibilità, che sia riconosciuta la loro dignità professionale, che sia riconosciuto il ruolo e il lavoro che svolgono nei confronti della gente che sta male? Beh, insomma, ci sono delle risposte, ad esempio di tipo normativo. Oggi questi colleghi se partecipassero a un concorso pubblico non hanno nessun titolo, perché? Perché nonostante abbiano svolto un'azione, un lavoro assolutamente equipollente a quello di un medico strutturato, loro sono liberi professionisti come se avessero avuto un loro studio aperto in una qualsiasi via cittadina dove hanno ricevuto pazienti privati. Ecco, dal punto di vista della valutazione dei titoli concorsuali a normativa vigente per loro questa è la situazione, sono stati dei liberi professionisti! Allora, gente che oggi ha cinquant'anni e che è quindici anni che lavora con l'università venendo sfruttato dal punto di vista della propria professionalità, oggi si sente dire che non ha nessun titolo, che se partecipa a un concorso pubblico è come il laureato di avantieri perché non gli viene riconosciuto in nessuna maniera quello che ha sino ad oggi prodotto con un lavoro assolutamente sovrapponibile a quello di un professionista strutturato, di un medico dipendente, per comprenderci. Bene, allora vediamo se il Consiglio regionale può intervenire da un punto di vista normativo e può introdurre una norma che consenta a questi colleghi di vedere valutato, dal punto di vista concorsuale, il lavoro svolto. Chi ha lavorato per sei anni avrà titoli di sei anni, chi ha lavorato per sei mesi avrà titoli per sei mesi, ma a tutti sono riconosciuti i titoli perché il tipo di lavoro svolto è sovrapponibile a quello di un professionista dipendente dell'amministrazione ospedaliera o dell'azienda sanitaria locale.
Però, insomma, io credo che non sarebbe sufficiente se facessimo questo, perché? Perché noi abbiamo detto che oltre la valutazione dei carichi di lavoro e quindi, conseguentemente, il riconoscimento dei titoli, sarebbe utile cercare di capire se una volta che abbiamo detto che questi professionisti lavorano esattamente come lavora un professionista dipendente, svolgendo le stesse identiche mansioni di un dipendente e quindi è solo una finzione giuridica dire che si tratta di liberi professionisti, beh, a questo punto dovremo chiederci se questi professionisti hanno maturato o non hanno maturato quei titoli che consentono, attraverso il piano di stabilizzazione del precariato, la stabilizzazione, cioè se sono professionisti che hanno raggiunto i 30 mesi nei 5 anni che gli consentano di avere titolo per chiedere la stabilizzazione. Probabilmente scopriremo che molti di questi professionisti, forse addirittura la gran parte di questi, sta collaborando da più di tre anni o da più di due anni e mezzo, sta svolgendo una attività che è assolutamente assimilata e assimilabile per qualità e quantità a quella di un medico dipendente e quindi che ha onestamente, sostanzialmente tutti i titoli per aspirare alla stabilizzazione. Però la risposta è nota, la stabilizzazione non si può fare perché la stabilizzazione richiede comunque un accesso iniziale per titoli. Possiamo semplicemente fare, pensare ad una ricognizione che ci consenta poi di fare delle selezioni riservate, il 60 per cento a pagina 24 del piano di stabilizzazione, il che significherebbe che c'è il rischio che la maggior parte di queste professionalità vadano perdute, il che significa che un investimento di 10 anni, di 5 anni, di 8 anni a formare queste professionalità, è perso, perché non sono più a disposizione dei pazienti o sono a disposizione dei pazienti in posti dove non viene richiesta quella professionalità e magari nel frattempo al posto loro ci sono dei colleghi che non hanno mai fatto quel lavoro e cioè bisogna riniziare tutto daccapo e riniziare daccapo è una perdita di qualità dell'assistenza che chiunque sia entrato un giorno in ospedale sa bene cosa significa, quindi tutti i colleghi che in ospedale ci sono passati, ma anche quelli che non ci sono passati per lavorarci ma soltanto perché sono stati curati dentro un ospedale, cioè tutti noi, sappiano e sanno, qualcuno perfettamente, che la qualità dell'assistenza è garantita dal passaggio delle competenze, dalla trasmissione del sapere, dal fatto che si lavora in equipe ed è dieci anni, quindici anni, vent'anni che si fa quel lavoro, non si può perdere questo valore aggiunto se non si è determinati a farsi da soli il danno. E allora quali possono essere le soluzioni? Beh, Assessore, assessore Dadea, assessore Dirindin, in data 24 ottobre 2007 la Giunta regionale pubblica due concorsi: categoria C livello retributivo C1, competenze in catalogazione beni culturali e categoria B livello B1, competenze in conservazione e gestione di materiale bibliografico e documentario antico raro e di pregio. Sono concorsi per titoli e allora nel momento in cui a questi colleghi noi riconoscessimo i titoli per quello che hanno lavorato fino adesso non si vede quale sia il motivo per cui non possono accedere ad un concorso esattamente identico in cui vengano valutati i titoli che si sono ottenuti e sulla base dei titoli si possa procedere alla stabilizzazione di coloro i quali hanno raggiunto i 30 mesi di cui si parla nelle norme per la stabilizzazione dettate dalla finanziaria regionale e dalla finanziaria nazionale. Su questo io credo che sia utile dare delle risposte e se le risposte fossero unitarie del Consiglio e della Giunta credo che sarebbe il regalo migliore che possiamo fare all'assistenza sanitaria in Sardegna.
PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che hanno dieci minuti di tempo per il loro intervento e che chi intende iscriversi a parlare deve farlo durante l'intervento dell'onorevole Gallus appunto.
E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.
GALLUS (Fortza Paris). Grazie Presidente, Assessore e colleghi.
Normalmente quando si parla di precariato già si mette in evidenza una situazione di sofferenza che riguarda molti lavoratori che vivono il dramma di non avere un futuro professionale certo unitamente al disagio che da ciò ne deriva.
Parlare poi di precariato in sanità, assume, se me lo consentite, una valenza ancora più significativa perché stiamo discutendo di una categoria professionale che si occupa della salute dei cittadini, e che per farlo ha conseguito studi e titoli scientifici con grande impegno e sacrificio. Un precariato che dura in taluni casi tra i tre e i sette anni e che è servito a supplire alle gravi carenze di organico nella sanità assicurando nel contempo la continuità di servizi di fondamentale importanza sia per la prevenzione che per la continuità terapeutica. Proprio in ossequio del lodevole servizio assicurato dai precari, la Giunta regionale si è impegnata ad individuare un percorso che prevede una corsia legislativa finalizzata alla stabilizzazione del precariato. Stabilizzazione, certo, è un brutto termine ma che rende bene la realtà che vivono i medici con contratto libero professionale presso il policlinico universitario di Cagliari e di Sassari, ma non solo. Vi sono infatti altre realtà nella sanità sarda che vivono la stessa situazione con uguale intensità drammatica. Una mancata risposta dalla Giunta regionale rischia di prefigurarsi come una beffa ai danni di questi medici precari perché nei meccanismi di valutazione dei concorsi pubblici tale servizio non risulta valutabile. Peraltro, l'avvicinarsi della data di scadenza del contratto per i medici del policlinico in assenza di precisi impegni, fa intuire la possibile risoluzione dei contratti stessi senza che sia avvenuta la promessa conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Qui tocchiamo un nodo politico essenziale in quanto la Giunta regionale e la maggioranza che la sostiene devono spendere parole chiare e impegni precisi su come intendono affrontare il problema del precariato nella sanità, cosa del resto è stata già fatta nel giugno scorso sul piano cosiddetto della stabilizzazione, e si badi bene che non stiamo chiedendo facilitazioni o percorsi legislativi abbreviati e particolari, ma più semplicemente il riconoscimento di un diritto riconosciuto dallo statuto dei lavoratori per chi ha maturato questo diritto con grande sacrificio, passione professionale e spirito di abnegazione. Per finire, mi verrebbe da dire, che tutti i precari hanno uguali diritti e che per questo è giunto il momento di trovare soluzioni legislative adeguate per chi versa in questa davvero sconfortante situazione, ma senza dietrologie o demagogie di basso profilo. Mi chiedo a chi giova perdere delle sicure professionalità acquisite sul campo in un settore che richiede notevole professionalità, esperienza e conoscenza scientifica, se davvero vogliamo assicurare a tutti i cittadini sardi un servizio sanitario di alta qualità e prossimo ai bisogni di chi davvero soffre. E a proposito delle professionalità che rischiamo di perdere, e sto concludendo, vorrei anche ricordare il solito annoso problema che riguarda il centro della sclerosi multipla di Cagliari, siamo a fine anno e ogni fine anno da tre anni a questa parte siamo in periodo di scadenza di contratto, so che c'è stato un grande impegno da parte dell'Assessore e gliene va dato atto e comunque sia vorrei che di questo problema, come del resto degli altri di cui ho parlato, non se ne parlasse più perché sono ovviamente risolti. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marracini. Ne ha facoltà.
MARRACINI (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, i Popolari UDEUR nella finanziaria dell'anno scorso, hanno, non per togliere la tempestività al collega Vargiu, ma avevano già proposto nella stabilizzazione dei precari, di inserire anche quelli della sanità. Noi su questa battaglia abbiamo poi ottenuto una parte del risultato, ma ricordo perfettamente in quella notte lunga dove il presidente Soru era contrario alla stabilizzazione di tutti i precari, riuscimmo a spuntare soltanto, diciamo, una piccola parte del mondo del precariato del lavoro. Oggi, in questa occasione evidentemente non possiamo che ribadire la nostra partecipazione attiva alla soluzione del problema soprattutto perché non vogliamo che ci sia una divisione rispetto al target sul quale andiamo a colpire, cioè se si tratta della sanità ci spostiamo sul centrodestra, se si tratta degli operai dell'antincendio ci spostiamo sul centrosinistra. Noi crediamo che laddove c'è precariato non ci debba essere appartenenza, ci debba essere una unanimità di consenso da parte dell'aula e quindi andiamo sull'operativo e facciamo una proposta concreta, innanzitutto dichiariamo sino adesso la nostra evidente e anticipata, il nostro anticipato consenso a questa iniziativa e proponiamo un ordine del giorno unitario all'aula della maggioranza e dell'opposizione. Se questo non fosse possibile è evidente che noi staremo dalla parte di chi vuole la stabilizzazione dei precari, quindi non ci interessa se sia di centrodestra o di centrosinistra, ci schiereremo a favore della stabilizzazione perché non vogliamo, ripetiamo, che poi succeda come è successo per le elezioni del segretario del partito Democratico che gli operai dell'antincendio venissero chiamati a restituire il favore che era stato fatto loro dal centrosinistra. Noi crediamo che non ci sia da speculare sul precariato, crediamo che ci sia invece da stabilizzare tutto il mondo del precariato, siano operai, siano medici, siano ingegneri, perché sono giovani in linea di massima che hanno famiglia, che hanno bisogno di risposte, anche dalla politica, di risposte concrete. Quindi se non passerà in questa circostanza noi ci impegneremo sulla finanziaria prossima regionale a rifare una battaglia a favore dei precari. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Marracini. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (R.C.). Presidente, onorevoli colleghi, io devo dire con grande soddisfazione che da quest'Aula, ultimamente, ci vengono delle gratificazioni continue, ci vengono delle gratificazioni continue perché finalmente tutti, dall'estrema destra fino a noi che siamo alla sinistra, ci danno ragione! Tutti! Anche coloro, come l'onorevole Vargiu, l'onorevole Murgioni, che vedo sorridente, hanno sostenuto sistematicamente che nel sistema, un tempo si diceva l'azienda Italia, noi l'avevamo "aziendalizzata" l'Italia, ci doveva essere più mercato e meno ostacoli e che dovevamo essere tutti più flessibili, cioè disponibili a piegarci, sono passati gli anni, si è fatta la legge numero 30, si è "flessibilizzato" tutto il sistema contrattuale del lavoro, e oggi io scopro che vi siete pentiti e mi fa piacere! Quali contratti libero professionali, quale flessibilità, bisogna stabilizzare tutti, dentro il sistema pubblico, così come noi sostenevamo e sosteniamo da sempre! Io vi faccio i complimenti, perché riconoscere di aver sbagliato è utile, anzi è indispensabile per andare avanti. Per cui, mi trovo assolutamente d'accordo con l'idea che viene affacciata di potenziare il processo di stabilizzazione che abbiamo previsto nel Piano sanitario regionale, che voi, malauguratamente, non avete votato! Perché avete votato sì la norma che consentiva l'avvio del Piano di stabilizzazione, la definizione del Piano di stabilizzazione, l'avvio delle stabilizzazione, ma non avete votato il Piano sanitario! Come dire: sì siamo d'accordo con questa cosa però il sistema, lo strumento generale che è essenziale, aver approvato per poter fare le cose lo bocciamo. Allora io credo che bisognerebbe recuperare anche sotto questo profilo un pochino di coerenza e bisogna soprattutto, se noi difendiamo una categoria, mi sembra anche giusto, che chi proviene da quel mondo dove ha vissuto, condiviso con molti, abbiamo anche autorevoli rappresentanti di quella categoria, le vicende della Sanità in Sardegna e le difficoltà della Sanità in generale, che ha avuto i rubinetti finanziari spesso chiusi per la esponenziale crescita dei costi dell'intervento sanitario pubblico in un sistema come il nostro che è sicuramente tra i migliori d'Europa e tra i migliori del mondo, abbia un'attenzione per questo tipo di professionalità, per queste categorie di lavoratori. Noi chiariamo che questa attenzione sia estesa a tutte le categorie del lavoro e chiediamo un maggior impegno anche in linea generale, cioè non tolleriamo più che a prevalere sia il concetto di profitto, di crescita smisurata dell'economia, di utilizzazione delle risorse finanziarie per la "aziendalizzazione" del sistema nazionale, del sistema europeo, che le leggi di libero mercato abbiano la loro condizione e il loro inquadramento nell'ambito della libera concorrenza fra l'impresa, ma che non invadano tutti i campi e che non siano causa della mancata attenzione verso le persone, le persone utenti dei servizi e le persone che invece operano per erogare questi servizi. Primo fra tutti quello che riguarda proprio la salute, la condizione sanitaria di questo Paese e di questa Regione. Per cui sono d'accordo perché si trovi una formulazione a conclusione della discussione di questa mozione che solleciti l'attenzione che già è stata manifestata e anche professionalmente in modo direi di grande livello da parte della Giunta regionale dalla parte dell'assessore Dirindin, io ho avuto il piacere di vedere il piano anche nella fase in cui si andava a sviluppare la ricognizione attenta, i meccanismi che sono stati posti in essere per dare attuazione alla norma del Piano sanitario regionale che riguarda la stabilizzazione dei precari di tutte le figure precarie del Sistema sanitario regionale, credo che uno sforzo in più si debba fare anche con riguardo a queste categorie di lavoratori partendo anche dalla considerazione che effettivamente le modalità di accesso che si sono registrate sono per tutti uguali.
Ciò detto, siccome l'obiettivo è avere una Sanità pubblica con gli operatori pubblici giustamente retribuiti in condizioni di serenità operativa perché di questo avrà beneficio sicuramente l'utenza, di questo avranno beneficio i pazienti, e questa tensione deve essere profusa anche nell'ambiente della ricerca oltre che nell'ambiente dell'assistenza, io penso che questa attenzione possa essere raccolta in un documento unitario e possa essere così trasmessa alla Giunta regionale che sono convinto opererà al meglio.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Uras. E' iscritto a parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.
Il consigliere Frau non è presente in Aula, la sua iscrizione a parlare decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Ibba. Ne ha facoltà.
IBBA (Gruppo Misto). Grazie Presidente, non è la prima volta che noi parliamo del problema del precariato nel settore della Sanità, l'abbiamo fatto quando abbiamo parlato e abbiamo fatto le lunghe discussioni sul Piano sanitario regionale, l'abbiamo fatto quando abbiamo parlato nel merito del Piano di stabilizzazione dei precari, e già in quella occasione noi avevamo detto alcune cose che riconfermiamo e ripetiamo, non solo per un fatto di documentazione storica,, ma perché ne siamo formalmente convinti. Il problema del precariato è un problema che è diverso nella sanità rispetto ad altri comparti perché il comparto della sanità è diverso rispetto agli altri, dal momento che gestisce il problema della salute umana, ma soprattutto perché nell'ambito della Sanità, più che in qualunque altro ambito, la lentezza del nostro sistema gestionale ed amministrativo si avvicina e forse in qualche caso anche supera la lentezza della Chiesa e del concilio di Trento. Questo lo dico perché diventa necessario precisare che la soluzione che si affronta sia una soluzione definitiva e non ancora una volta un pannicello caldo. Perché il problema di precari si forma perché pannicelli caldi sono stati usati nei 15 anni precedenti perché non si è voluto affrontare il problema delle piante organiche e del Servizio sanitario regionale. Adesso io credo che l'impegno assunto, da sempre, in questa legislatura dalla Commissione sanità, dai suoi componenti, dalle forze politiche che lo rappresentano, sia quello invece di optare per una soluzione che sia definitiva. E la soluzione definitiva passa attraverso la scelta di un principio di carattere politico generale per il quale il servizio sanitario regionale è l'elemento, è il sistema di tutela della salute dei cittadini ed è l'elemento di offerta lavorativa per il personale del Servizio sanitario regionale, che sia universitario o che non sia universitario.
Perché non è la stessa cosa parlare limitatamente dei problemi del Policlinico e parlare dei problemi dell'Azienda mista. Il Policlinico rappresenta quella valenza universitaria che ancora è un grande, per la gran parte, è un grande buco oscuro nella conoscenza e nella organizzazione del nostro sistema. E io credo che male fa la nostra Regione a non risolvere definitivamente il problema delle piante organiche, dei finanziamenti e del superamento del precariato, perché l'università è una parte importante non solo nell'assistenza sanitaria, non solo nella formazione, non solo nella ricerca, ma è una parte importante del sistema economico di questa Regione. Anche la parte sanitaria dell'università è una parte importante, è un volano del sistema economico di questa Regione.
Allora il problema dei precari va risolto e va affrontato in maniera definitiva, tenuto conto che il Policlinico universitario e l'Azienda mista sono una parte del più ampio e complesso Servizio sanitario regionale; e la sua soluzione va risolta incastonata nel contesto del Servizio sanitario regionale. Allora è evidente che noi nell'interesse del Servizio sanitario regionale non possiamo pensare di addivenire al superamento dei vuoti negli organici, pensando di non utilizzare le professionalità che nell'arco di questi 8-10 anni si sono formate, in parte per necessità, ma in parte soprattutto con uno sforzo e con un senso di responsabilità professionale e di volontariato professionale, di attaccamento al senso della professione, da parte di tutti quei medici, allora giovani laureati, oggi sicuramente non più con queste caratteristiche e con questa tipologia, ma che comunque sono diventati elementi qualitativamente indispensabili per il funzionamento del Servizio sanitario regionale nella sua versione policlinico, nella sua versione azienda mista, nella sua versione Servizio sanitario regionale globalmente inteso.
Allora il problema, pertanto, non è il problema di chi si pone in carico la questione dei precari, perché essendo un problema di sanità pubblica, Pierpaolo, è un problema che è in carico a tutti. Perché l'abbiamo sempre detto che sulle questioni della sanità non ci dividiamo tra parte destra e parte sinistra. L'abbiamo sempre detto e dobbiamo anche cercare di farlo. E non è neanche un problema di dover dire: "C'è posto per loro". C'è posto per loro e c'è posto per altri. Perché noi, oggi, il problema che stiamo affrontando riguarda forse 50-60 persone, che non è il problema del policlinico universitario, perché il problema del policlinico universitario è ben più ampio, sia dal punto di vista dei numeri del personale che manca, medico e non medico, sia dal punto di vista delle dotazioni tecnologiche, della fornitura di servizi, dei finanziamenti e delle finalità. Allora, pertanto, è un problema che sta nell'interesse delle aziende, che sta nell'interesse dell'Azienda sanitaria Sardegna, quella di salvaguardare le professionalità che si sono formate nell'arco di questi anni. E io non credo che possa essere un elemento, come dire, condizionante la modalità tecnico-amministrativa, assessore Dadea, con la quale questi medici sono stati chiamati a lavorare. Perché io credo che se noi ci fermassimo o ci facessimo condizionare dalle formalità burocratico-formali non riusciremo a fare nulla, se non avessimo il coraggio di superarle. Allora il problema non è che queste persone sono state chiamate a contratto libero-professionale, ma su non imbrogliamoci! Tutti sappiamo bene che i contratti libero-professionali nelle aziende pubbliche sono un artificio, sono un sotterfugio, sono un machiavellismo che ci si inventa e che si è utilizzato negli anni precedenti per poter utilizzare personale, perché altra forma e altra possibilità non c'era. Ma dove è la liberalità professionale nell'operare in un contesto che è totalmente e pienamente con le caratteristiche del rapporto subordinato e della dipendenza? Ma non solo dal punto di vista concettuale, ma proprio dal punto di vista del contesto dell'apparato. Allora non può essere la formula amministrativa, con la quale veniva legittimamente erogata una retribuzione mensile, l'elemento che deve far dire che la tipologia della persona è quella e non un'altra. La tipologia della persona, cioè del dipendente medico, dell'operatore medico, è quella comunque della figura del dipendente.
Poi, io capisco che, oggi, tecnicamente ci può essere il problema che la legislazione vigente, dalla "484" alla "761", per la parte ancora applicabile, pone dei problemi, ma il fatto che si pongano dei problemi non vuol dire che questi problemi non possano essere superabili. Io credo che possano essere superabili. Noi non abbiamo ancora la Finanziaria nazionale, ma per quel poco che sembra di potere conoscere, di poter capire, è possibile che noi possiamo avere la possibilità di trovare le pieghe per infilarci dentro quella possibilità che quella legge nazionale sta predisponendo. Perché il fenomeno di cui noi stiamo parlando non è un fenomeno che riguarda soltanto la realtà cagliaritana o la realtà sassarese, è un fenomeno che è diventato obiquitario in tutte le università d'Italia, in tutte le aziende miste d'Italia, perché il fenomeno della non partecipazione e della non presenza è stato un fenomeno obiquitario. Allora, da questo punto di vista, io non entro neanche nel merito del fatto che alcune forze che oggi reclamano potevano votare sì al Piano sanitario e potevano votare sì al Piano di stabilizzazione. Non l'hanno fatto, ma sono d'accordo con Luciano Uras: Meglio tardi che mai!". Però da questo momento procediamo con un minimo di unitarietà. Io credo che sia nell'interesse di tutti, guardate non soltanto nell'interesse dei miei colleghi medici che sono lì sulle tribune, credo che sia nell'interesse della qualità del Servizio sanitario che questa Regione deve erogare. Alla troviamo un punto dove troviamo una piattaforma comune tra minoranza, maggioranza e Giunta, assumiamo l'impegno di risolvere questo problema, per il quale stiamo facendo, forse, un grande regalo a chi ne beneficerà, ma soprattutto stiamo facendo un grande servigio al Servizio sanitario di questa Regione. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Serra. Ne ha facoltà.
SERRA (Sinistra Autonomista). Grazie signor Presidente. Io credo che ci sia anche un altro aspetto molto più importante, sul quale in molti si stanno ricredendo, anche in termini di sanità, che è questo: Con una legge di diversi anni fa il Servizio sanitario nazionale aveva assunto delle caratteristiche in Italia, che lo rendevano tra i primi nel mondo. Ci sono stati poi alcuni anni successivi in cui si è pensato, in qualche modo, che quel tipo di Servizio sanitario andasse in qualche modo smantellato. Mi pare che anche su questo aspetto, oggi, c'è un'inversione di tendenza, che io considero estremamente positiva. Io sono d'accordo, ho anche votato la Finanziaria dell'anno scorso e il Piano per la stabilizzazione dei precari, quindi ribadisco questo accordo, e sono anche completamente d'accordo con i principi che vengono indicati nella delibera della Giunta, che la Giunta regionale ha approvato il 7 giugno di quest'anno e che è stata citata. In particolare ci sono due importanti obiettivi, dice la delibera, che ci dobbiamo porre. Uno di politica sanitaria e uno di politica del lavoro. Bisogna perseguire contemporaneamente questi due obiettivi, anche adottando dei provvedimenti, così come si sta dicendo oggi, e bisogna perseguirli contemporaneamente. E io non posso che esprimere il mio parere favorevole a questa idea. Non voglio aggiungere, ha fatto bene io credo, l'onorevole Vargiu a presentare questa mozione, ha fatto benissimo lui e anche gli altri colleghi e non voglio neanche tentare di aggiungere nulla alla sua competente, esauriente illustrazione, ne condivido quasi totalmente i princìpi, anzi totalmente i princìpi che sono stati indicati. Voglio fare questo riferimento, per quanto riguarda la mia parte politica, noi del partito dei Comunisti Italiani stiamo facendo della stabilizzazione dei precari una delle ragioni fondamentali della nostra presenza in Parlamento in questa legislatura, per cui ritengo che proseguire in questa direzione da per tutto, in Parlamento, in Regione, dovunque si debba in questo modo sia una cosa sicuramente giusta, noi abbiamo anche presentato una proposta di legge che riguarda diverse altre materie, ma nelle quali è anche indicato che nessuna amministrazione pubblica d'ora in poi possa assumere dei precari. Una proposta di legge in Parlamento in cui si fa assolutamente divieto a tutte le amministrazioni pubbliche a che si assumano lavoratori precari.
Certo, io sono anche d'accordo sul fatto che oggi non siamo qui ad attribuire responsabilità, per quanto responsabilità ovviamente ce ne siano, ce ne siano sempre state, e ce ne sono tutt'ora, io ritengo peraltro che ci siano, ci sia, diciamo così un tempo in cui possiamo dedicarci a trovare responsabilità, perché anche questo può essere utile, anche questo può servirci per migliorare nel futuro, e però ci debba essere anche un tempo in cui i problemi devono essere risolti. E io credo che questa giornata, questo momento sia il tempo in cui questo problema, che è stato illustrato molto bene, debba essere risolto. Per cui mi dichiaro totalmente d'accordo con le proposte che sono state fatte in questa direzione. Vorrei semplicemente aggiungere per chiudere un'altra considerazione, ritengo, ho già dichiarato il mio accordo a quanto è stato fatto, per quanto riguarda il piano in finanziaria, mi dichiaro d'accordo sui princìpi che sono stati indicati nella delibera, ma mi sia consentito anche in questo momento fare anche una riflessione su un tema, che a me mi è tanto caro, e che giusto oggi o ieri o in questi ultimi giorni sta, mi pare, in base alle fonti di informazione che ho io tornando alla ribalta, e si tratta di questo: se non sbaglio la direzione dell'azienda ASL 8 ha approvato recentemente l'atto aziendale, in questo atto aziendale venivano considerate strutture complesse le direzioni sanitarie degli ospedali di Isili e di Muravera. Se le mie informazioni non sono sbagliate mi pare che gli Uffici dell'Assessorato o l'Assessorato stiano considerando l'ipotesi che queste strutture non debbano essere considerate strutture complesse, se fosse così io credo questo sarebbe un ulteriore, certamente da me non apprezzabile, colpo alla sanità nelle zone interne, nei piccoli ospedali, laddove in diverse occasioni ci siamo schierati a difesa. Quindi chiederei, se fosse possibile all'Assessore, di dire qualche cosa, oltre che sulla mozione che è stata presentata, anche in merito a queste notizie che stanno circolando in questi giorni. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Grazie signor Presidente, colleghi consiglieri. Il Consiglio sta esaminando un problema, è stato sottolineato annoso, e con grande gioia vedo che c'è un clima unitario, l'importante è che tutto non sfoci in uno dei soliti ordini del giorno, che non si nega mai a nessuno, e che non abbia nessuna incisività. Ecco perché la mozione, che impegna il Presidente e l'Assessore a riferire le azioni di governo che sono protese a rimuovere questa ingiustizia, vedono noi Sardisti in trepidante attesa per ascoltare le risposte che l'Assessore vorrà dare a questo problema. Anche perché il piano sanitario regionale anteponeva, come bene indispensabile, la qualità della sanità, la salute dell'utente e quindi come pensabile che i professionisti preposti ad erogare un servizio di alta qualità rimangano in questa situazione indecorosa, cioè non siamo di fronte al macellaio che precario, o in pochino in crisi può tagliare in un modo irregolare la braciola di maiale, qui si tratta di un'utenza che merita rispetto, ha bisogno di queste figure professionali, non solo dei medici, ricordiamo che ci sono in questa situazione anche dei biologi, dei tecnici, è una situazione insostenibile.
Siccome noi non siamo preposti a dare il supporto costituzionale-giuridico, però la finanziaria nazionale all'articolo 93, finalmente equipara… magari attendo che termini il consigliere Porcu per non disturbarvi… equipara anche i dipendenti che si trovano in queste situazioni, equipara i titoli a quelli dei dipendenti strutturati che fanno parte della… ecco e già questa è una filosofia incoraggiante che può essere mutuata anche dalla Regione Sardegna. Però noi prendiamo atto che avete ereditato, ed è stato sottolineato questo dramma, perché la paternità non appartiene a questo Governo, però abbiamo promesso di non attuare lo sport più diffuso quello delle responsabilità, cerchiamo di dare una risposta seria, come è stato detto ai professionisti, che da oltre otto anni, danno questa grande disponibilità, e certamente non rientrano nel girone dei privilegiati. Quindi, Assessore, io attendo con ansia le azioni di governo, e mi rendo conto delle difficoltà, però spero con un po' di ottimismo anche a fronte, ripeto, della filosofia che ha animato la finanziaria dello Stato, che si possa far uscire dal baratro della disperazione esseri umani che hanno dato tanto, con serietà, con grande senso di responsabilità, anche perché è stato sottolineato l'università ha un triplice compito istituzionale, non solo quello dell'assistenza ma anche quello della didattica e della ricerca, e questi professionisti, in un modo ammirevole non si sottraggono certo a queste responsabilità istituzionali.
Quindi attendo, ripeto, con grande attenzione le risposte dell'Assessore sperando che poi lo stesso clima unitario lo si trovi, non per formulare un ordine del giorno, che è importante, ma soprattutto nella fase della finanziaria attraverso emendamenti anche bipartisan, che possono aiutarci a dare una risposta e a far sì che la sanità privilegi, come ho detto prima, l'utente, il più debole, il paziente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.
LIORI (A.N.). Presidente, Assessore e colleghi. Anche io voglio intervenire su questo argomento, che conosco bene, perché il sistema dello sfruttamento delle professionalità nella sanità, almeno per quanto riguarda l'università, inizia ben prima della laurea. Diciamo che è prassi che gli studenti vengano affiancati nelle attività che non sono soltanto quella del discepolo, ma che spesso sono vere e proprie attività lavorative, e che le figure professionali, quelle più capaci, quelle che emergono, spesso i professori incominciano ad affiancarsele già prima della laurea. Studenti che hanno particolari capacità vengono introdotti, affiancati a coloro che sono strutturati, mandano avanti studi, lavori e dopo la laurea è naturale che passino dalla condizione di collaboratore volontario a quello di prestatore d'opera, magari poi dopo anni, dopo anni di blocco dei concorsi, dopo anni di blocco da parte dello Stato delle assunzioni, che vengano affiancati con contratti di lavoro che si spera sempre da parte di costoro siano brevi, ma abbiamo visto che in Italia per tutta una serie di leggi tendenti a facilitare l'introduzione del posto di lavoro dei giovani col sistema del precariato in realtà si sono trasformate in una stabilizzazione della situazione del precariato in Italia. Per cui oggi c'è tutta una tendenza a rivedere queste leggi, che vedono vittime i giovani, Assessore, io l'ho sentita tante volte parlare anche a lei di necessità, di superamento del precariato, ecco io non vorrei che questo superamento del precariato diventasse l'apertura di un concorso nel quale poi, coloro che hanno prestato la propria opera, abbiamo visto con qualità, con capacità, con dedizione, sacrificando i migliori anni della propria gioventù in una situazione difficile, negli anni in cui normalmente uno inizia anche a programmarsi una famiglia, a programmarsi un avvenire, una stabilizzazione, beh, oggi non vorremmo che questi giovani vedessero anche la beffa, dopo aver dato tutto quello che potevano dare alla sanità pubblica, neanche di un riconoscimento, di un titolo per poter partecipare ad un'eventuale concorso, perché allora il superamento del precariato sarebbe: eliminiamo i precari, assumiamo i nuovi e cacciamo via coloro che hanno dato, il che mi fa ricordare il famoso detto di Totò "chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto" ma non sarebbe certamente una cosa molto edificante per un'istituzione come quella regionale e per la sanità pubblica. Quindi io credo che sia giusto che la stabilizzazione, come è stato fatto in altre Regioni, sia proprio il passaggio di tutte queste professionalità che per anni hanno dato alla sanità dei policlinici, sia il passaggio allo stato di assunzione, così come i loro colleghi di lavoro, con i quali per anni e anni, anche 10 e anche di più, e parlo di medici, parlo di farmacisti, ma parlo anche di tecnici, parlo anche di ausiliari, parlo di tutti coloro che si sono sacrificati in questi anni, hanno diritto, a mio modo di vedere, di passare alla stabilizzazione. Quindi io chiedo, e credo di interpretare i sentimenti di tutta l'Aula, non solo di coloro che vedo schierati numerosi qui dietro, la cosa non è influente, avendola vissuta dal di dentro quest'esperienza, conoscendo da vicino le realtà, penso di interpretare solo un senso di giustizia che sale da parte di tutti coloro che conoscono questa situazione, chiedendo la loro stabilizzazione. Del resto l'hanno detto anche gli altri colleghi, non è che i policlinici se domani si fermassero queste persone non ne risentirebbero, non risponderebbero con uno starnuto, come minimo si prenderebbero la polmonite. Lo stesso se anche si fermassero gli studenti, tutti gli specializzandi, che per anni e anni… io ho vissuto questa esperienza, mi sono specializzato, era previsto che avessi una borsa di studio, la sto ancora aspettando, Assessore, la sto ancora aspettando! Questa borsa di studio che doveva garantire che io mi impegnassi a tempo pieno e che non è mai arrivata, mi ha costretto, parlo delle difficoltà nelle quali si lavora, non parlo certo del bisogno di quei quattro soldi che oggi non mi servono più, ma che allora mi sarebbero serviti, anziché fare la guardia medica per mantenermi agli studi, se avessimo avuto un sistema sanitario efficiente, se avessimo avuto un'Università che funzionasse, mi avrebbe permesso di dedicare più tempo alla mia specializzazione e quindi avrei dato certamente alla società un risultato migliore anche di quella che è la mia professionalità. Quindi queste situazioni di precariato, di sfruttamento, non vanno bene, bisogna assolutamente porre rimedio, bisogna dire basta e bisogna che le persone abbiano il riconoscimento dei diritti, perché qui stiamo parlando di diritti; il diritto al lavoro, soprattutto dopo tutto quello che si è dato. Uno stipendio di 1000, di 1200, di 1300 euro al mese, facendo un lavoro uguale a quello dei colleghi strutturati, per anni e anni, penso che renda insopportabile la situazione per chiunque, Assessore, e quindi vorrei che le sue parole, vorrei sentirglielo dire in aula, non siano le solite parole del superamento del precariato, ma che siano le parole di stabilizzazione dei precari, perché questo è quello che siamo venuti a chiedere oggi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Liori. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie Presidente, onorevoli consiglieri. Mi fa piacere che sia stato sottoposto all'attenzione dell'Aula questo argomento, perché, come molti di loro hanno avuto occasione di riscontrare, si tratta di un tema che nel corso degli ultimi mesi, ma anche precedentemente, com'è stato detto in occasione del dibattito sul Piano sanitario, questo Esecutivo ha seguito con particolare attenzione. Devo dire con molta franchezza che in questi ultimi due o tre mesi abbiamo lavorato intensamente insieme alla Dirigenza, alla nuova Dirigenza dell'Azienda mista, per cercare di capirci qualcosa in questa situazione, "capirci qualcosa", lo dico con molta chiarezza. Ci rendiamo conto che trovare una soluzione che tutti invocate e che noi assolutamente auspichiamo, richiede uno sforzo del tutto eccezionale, perché richiede la capacità di conciliare una serie di elementi che cito, e poi cercherò di argomentare i principali di essi, una serie di elementi che non sempre è facile conciliare. Ovviamente il primo criterio è quello di garantire la funzionalità della struttura dei policlinici, o meglio, dalla parte che un tempo era policlinico e che ora è confluita nell'Azienda mista di Cagliari e di Sassari, perché forse si è parlato molto dell'Azienda mista di Cagliari, ma ricordiamoci che abbiamo anche un problema analogo per l'Azienda mista di Sassari. Quindi; funzionalità della struttura e garanzia dei servizi ai cittadini. Secondo criterio, ovviamente rispetto delle norme e dei contratti di lavoro; la sanità è un contratto nazionale, l'accesso alla pubblica amministrazione è regolamentata da norme nazionali, addirittura dalla Costituzione, e richiede, in ogni caso, parità di trattamento nei confronti di tutti gli interessati. Terzo criterio è il rispetto reale nei confronti dell'attività svolta da alcuni operatori con diversa qualifica professionale, in una situazione che, ho sentito in questa Aula da autorevoli consiglieri è stata definita di sfruttamento delle professioni, e che spesso è stata richiesta, questo non ci risulta formalmente, ma è stato detto anche qui, stamattina, per un numero di ore prestate di gran lunga sproporzionate rispetto alla remunerazione che il contratto libero professionale prevedeva per la persona. Ebbene, in presenza di queste situazioni, e vi darò qualche dato numerico subito dopo, credo che un quarto criterio, rispetto al quale vogliamo con grande rispetto riflettere, in questo momento sia la credibilità di una struttura che eroga prestazioni sanitarie in costante e grave violazione delle norme che regolano i contratti di lavoro. I consiglieri credo sappiano che abbiamo appena deliberato in Giunta un provvedimento che avvia, in caso di gravi violazioni dei contratti di lavoro, procedure di infrazione, che possono arrivare fino alla verifica della permanenza dei requisiti per l'accreditamento delle strutture. Ovviamente si tratta di casi eccezionali, e non vorremmo certamente che una struttura come quella universitaria che ha in primo luogo il dovere di formare i futuri operatori e di essere di esempio per tutta l'intera Regione si trovi nella situazione di violare così regolarmente e costantemente regole che invece attengono non soltanto al rispetto delle norme, ma anche alla corretta funzionalità di una struttura che da sanità pubblica. Allora vi do qualche dato, vi do qualche informazione per il lavoro che, come ho detto, abbiamo fatto con grande fatica per cercare di capire quale è la dimensione del problema. Intanto mi corre l'obbligo precisare che si è parlato molto del personale dirigente, medico in particolare, dell'università di Cagliari, ma in realtà non c'è soltanto il personale dirigente, abbiamo personale con le qualifiche, le più diverse, per il policlinico di Cagliari, ora confluito nell'Azienda mista. Il numero di persone che stanno operando con contratti di lavoro atipici è 173, di questi 63 sono medici, biologi o farmacisti, e gli altri 110 sono operatori di varia natura, fra cui 65 ausiliari sociosanitari e 18 infermieri. Per quel che riguarda Sassari il numero totale arriva a 82 persone, di cui 19 dell'area della dirigenza e 33 delle altre professioni sanitarie. Il totale complessivo sono 255 persone che sono legate agli ex policlinici da rapporti di lavoro di tipo non dipendente a tempo indeterminato. Per avere un'idea di che cosa voglia dire questo numero, vi ricordo che dalla ricognizione che è stata fatta in occasione della delibera di approvazione del piano per il superamento del precariato nelle aziende sanitarie, il numero totale di persone che lavorano con contratto atipico nelle ASL è complessivamente 1500, il che vuol dire che nei policlinici c'era quasi il 15 per cento del personale atipico, e per avere un'idea dell'importanza di questa cifra intorno al 15 per cento vi ricordo che in valore monetario l'attività svolta dai policlinici non arriva al 2 per cento della spesa complessiva, quindi il 15 per cento dei contratti atipici a fronte di meno del 2 per cento dell'attività svolta e della spesa complessiva. Una situazione del tutto anomala e abnorme rispetto alla quale a noi tocca, dopo tanti anni di prosecuzione di questa situazione, perché il grosso si è creato nel 2000-2001, alcuni lavoratori lavorano lì ancora dagli anni precedenti, ma il grosso si è creato allora e non esisteva e non esiste tuttora una pianta organica, per questo si è continuato ad operare secondo queste modalità da parte della dirigenza del policlinico. Questi sono i numeri, quindi ben più grandi di quelli che sono stati qui esposti perché non c'è soltanto il personale medico, ma c'è anche il restante personale, gli altri operatori sanitari.
Per quel che riguarda la remunerazione di queste persone la cosa sorprendente è che i contratti che sono stati proposti per anni e anni a queste persone, ma è già stato detto da qualcuno, sono contratti libero-professionali che vanno da meno di 10.000 euro al mese fino, per pochissimi casi che attengono agli anestesisti che sono invece remunerati a prezzi di mercato, fino a 74.000 euro al mese. Una situazione anomala anche se ovviamente il carico di lavoro richiesto a queste persone, quelle che sono con un contratto di lavoro a 10, 15, 20.000 euro, vi ricordo che ce ne sono 13 di medici con contratti libero-professionali con meno di 20.000 euro al mese, anche se non è previsto esplicitamente un carico di lavoro e un orario ovviamente perché si tratta di contratto libero-professionale. Abbiamo cercato di capire anche quali attività svolgono perché in assenza di una pianta organica abbiamo bisogno di una serie di elementi per poter procedere e quindi abbiamo cercato di capire quali attività svolgono e qual è, in linea di massima, il valore delle attività che sono state prodotte negli ultimi anni, per i quali abbiamo dei dati, e qui si aggiungono sorprese a sorprese, purtroppo. Perché pur conteggiando al 50 per cento il personale universitario… il protocollo d'intesa prevede che siccome il personale universitario svolge anche attività di ricerca e di docenza possa essere conteggiato ai fini dell'assistenza dal 50 al 65 per cento, quindi pur tenendo conto di questo fatto se si sommano il numero di unità di persone che operano nelle diverse realtà operative e si confronta con l'attività svolta, in termini quantitativi e in termini monetari, si raggiungono delle sorprese enormemente preoccupanti. Non dico di quale reparto si tratta, ma c'è un reparto nel quale l'insieme del personale, uno a caso, per l'attività specialistica ambulatoriale fattura, diciamo così, produce la metà di quello che viene prodotto mediamente dagli altri ospedali per medico - per medico! - la metà di quello che viene mediamente prodotto negli altri ospedali, piccoli e grandi della ASL 8, e se guardiamo l'attività di ricovero fattura quasi meno di un terzo di quello che viene prodotto negli altri reparti analoghi del restante territorio della Provincia di Cagliari. Quindi una situazione del tutto anomala rispetto alla quale giustamente qualcuno ha detto bisogna anche approfondire i carichi di lavoro per capire questo personale quanta attività svolge e come è distribuito il carico di lavoro fra tutte le persone che operano all'interno della singola struttura. Per operare sui carichi di lavoro ovviamente abbiamo bisogno di un po' più di tempo e faremo qualche provvedimento in via preliminare, provvisorio, per dare risposta a questa situazione perché il rischio è ovviamente che altrimenti non si possa proseguire nelle attività assistenziali che svolge questa struttura. Voglio peraltro ricordare un altro aspetto, anzi due aspetti. Primo: nella proposta di bilancio per il 2008 l'Esecutivo ha proposto uno stanziamento di 6 milioni di euro - credo che lo sappiano i consiglieri che hanno già avuto modo di guardare la finanziaria e il bilancio - per il finanziamento delle iniziative a sostegno del superamento del precariato e per la regolarizzazione dei rapporti contrattuali, quindi dal punto di vista degli stanziamenti abbiamo provveduto a fissare una posta. Dal punto di vista della normativa: il contratto di lavoro della sanità è un contratto di lavoro nazionale e nel servizio sanitario si entra in base alle regole nazionali, ovviamente in base alla legislazione, quindi non è possibile prevedere, anche qualora lo si ritenesse opportuno, norme specifiche se non quanto - mi fa piacere precisarlo in quest'occasione - sta discutendo in sede nazionale il Parlamento su proposta dell'Esecutivo con riguardo alla possibilità per il personale dirigente del servizio sanitario di vedersi riconosciuta, nei limiti che deciderà il Parlamento, sta discutendo proprio in questi giorni, oggi c'è una riunione a Roma con le organizzazioni sindacali anche in tal senso, di prevedere il riconoscimento dell'attività svolta. Questa norma che è stata introdotta nella finanziaria nazionale per noi, Regione Sardegna, è estremamente importante, primo perché per la prima volta si dice esplicitamente in una norma nazionale che anche la dirigenza del servizio sanitario può essere presa in considerazione per la stabilizzazione, ovviamente nel rispetto delle regole che sono previste. Ricordiamoci che la delibera di Giunta aveva esteso alla dirigenza quanto la norma nazionale prevedeva soltanto per il personale non dirigente, ci eravamo già assunti la responsabilità di estenderlo, ovviamente però con i requisiti previsti per il comparto della sanità. Quindi questa norma che si sta discutendo da un lato per la prima volta dice che possiamo anche estendere ai dirigenti un ragionamento, non sappiamo ancora quale, secondo prevede che si possano riconoscere ai fini delle procedure concorsuali che verranno fatte, nelle modalità che vedremo usciranno dal dibattito parlamentare, le attività già svolte in precedenza. Stiamo seguendo attentamente l'evoluzione di questo dibattito in modo da poter capire quanto può essere applicato anche nella nostra situazione. Peraltro vorrei precisare - e vado alla conclusione - che in vista del provvedimento che avevamo preannunciato nel precedente piano di superamento del precariato, quello che riguardava le aziende sanitarie e che stiamo preparando e che entro la fine del mese porteremo per l'approvazione in Giunta, abbiamo delineato un percorso in linea di massima, rispetto al quale riteniamo che si possa tentare di risolvere in questo momento questa situazione. La prima è quella della valutazione del fabbisogno di operatori per l'assistenza che deve essere erogata, ovviamente tenendo conto di standard medi di produttività applicati a tutto il personale che opera dentro quella struttura e delle attività normalmente svolte. Ad esempio con riguardo al personale dirigente del policlinico di Cagliari se dovessimo equiparare l'attività svolta in proporzione alla remunerazione che viene garantita dai contratti libero-professionali dovrebbe essere considerato un numero di persone pari grosso modo alla metà. Il problema è, come qualcuno ha sollevato in quest'aula, che probabilmente non c'è rapporto di proporzionalità fra quanta è la remunerazione e quant'è il carico di lavoro che viene preteso da alcune persone. Quindi la prima è la valutazione del fabbisogno e contiamo di farlo molto celermente, se non altro in prima applicazione; la seconda è la valutazione di conseguenza dei posti da mettere a concorso con le modalità previste dalla normativa, e se nel frattempo la finanziaria ci dirà che potrà essere riconosciuta l'attività svolta ben venga, al fine di non perdere delle professionalità, neanche in sede di valutazione, che invece hanno concorso in questi anni a migliorare la qualità dell'assistenza, e quindi l'immediata pubblicazione del bando per il concorso. Nelle more dell'espletamento del concorso una selezione pubblica nel rispetto delle norme e anche per prefigurare in futuro un titolo per aver diritto a delle soluzioni, così come è prevista dalla norma nazionale, una selezione pubblica per la prosecuzione dell'attività del personale di cui c'è bisogno. Ovviamente per questa serie di interventi abbiamo ancora bisogno di qualche settimana, la maggior parte di questi contratti scadono a fine anno, qualcuno scade a fine novembre e quindi stiamo accelerando le procedure affinché, con riguardo a quelli che hanno i contratti che scadono a fine novembre, si possa almeno in via preliminare definire un quadro, un quadro che sia compatibile con la norma in vigore.
In sintesi, siamo attenti a garantire a questa struttura le professionalità di cui ha bisogno, siamo consapevoli che lo possiamo fare soltanto nel rispetto delle norme, abbiamo previsto gli stanziamenti in finanziaria per garantire il pagamento nel rispetto dei contratti di lavoro, attendiamo la finanziaria nazionale per estendere anche alla dirigenza, a questa dirigenza, quei requisiti che possano essere di facilitazione per loro per il superamento del concorso, ma dobbiamo trattare questi precari come tutti gli altri precari del servizio sanitario pubblico, rispettando le stesse regole e le stesse leggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente e Consiglio, la mia più che essere una replica vorrebbe essere il tentativo per raccogliere le aperture che sono venute da diversi consiglieri all'interno dell'Aula e che possono, a mio avviso, portare alla redazione di un ordine del giorno, che concluda la discussione di questa mozione, che sia quanto più possibile rispettoso dei desideri che il Consiglio, attraverso i consiglieri che si sono espressi, ha manifestato, e ovviamente anche delle valutazioni che la maggioranza comunque fa, più per bocca dell'Assessore che per quella dei consiglieri che si sono espressi.
Il primo problema, ne ha parlato in conclusione, forse è l'ultimo dal punto di vista dell'importanza, ma è comunque un problema importante, il primo problema è quello dei contratti in scadenza. Assessore, lei ha ricordato che ci sono dei contratti in scadenza a fine novembre e che poi la maggior parte dei contratti scade il 31 di dicembre. Insomma, noi ci aspetteremo che l'Assessorato regionale alla sanità - conversazione svoltasi tante volte anche in Commissione sanità - intervenga con un contratto unico tipo che modifichi l'attuale situazione, nel senso che garantisca il rinnovo per i colleghi che sono a scadenza di contratto, ma questo rinnovo non alle condizioni di sfruttamento che attualmente sono praticate all'interno del policlinici, sicuramente, mi sembra di avere informazioni, anche all'interno di qualche ASL, anche se la situazione delle AA.SS.LL. è totalmente diversa per la certezza della carenza di organica di cui abbiamo ragionato prima. Però, ecco, all'interno del policlinico sarebbe un atto di civiltà politica se la Giunta regionale, anche chiedendo la collaborazione del Consiglio, che mi sembra disponibile a darla per quanto di normativo fosse necessario, proponesse un contratto unico che sostituisce quelli attualmente vigenti del tipo libero-professionale e che dia garanzie di certezza ai diritti dei lavoratori, che qualunque lavoratore normalmente ha perché, ripeto, si tratta di lavoratori che hanno impegni di tipo subordinato e contratto finto di tipo libero-professionale. La Regione non può far finta, non può dire che non conosce, che non sa, che non ha idea di cosa fanno questi e di quanti pochi soldi prendono, di quanti pochi diritti hanno questi! Glielo stiamo dicendo, lo sanno tutti i consiglieri regionali, lo sa la Giunta! Quindi, non è più possibile che noi abbiamo come atteggiamento mentale quello di ignorare che ci sono medici che svolgono un lavoro da strutturato e non sono strutturati e non percepiscono niente di quello che percepiscono gli strutturati.
Secondo problema. Verissimo, questo Consiglio si è più volte espresso per il superamento del precariato in sanità e all'interno del piano di stabilizzazione, che la Giunta ha presentato, diverse figure professionali hanno aspettative di stabilizzazione. E' vero che la situazione del policlinico e dei dirigenti sanitari che lavorano presso il policlinico è completamente diversa perché: primo, il loro titolo di lavoro, pur essendo assimilabile a quello del lavoratore subordinato, non è riconosciuto come tale e quindi non è spendibile nella concorsualità pubblica regionale. E' evidente che se ci fosse come risposta quello di fare delle selezioni per titoli, dove il titolo viene riconosciuto, o dei concorsi per titoli dove il titolo viene riconosciuto, questo consentirebbe il superamento della situazione. Quindi, la prima delle cose che noi chiederemo alla Giunta regionale è quella di verificare - con la disponibilità del Consiglio dal punto di vista normativo, se questo occorre - di verificare la possibilità della riconoscibilità dei titoli. Seconda cosa: verificare se gli spiragli che si aprono con la finanziaria nazionale consentono - come altre Regioni italiane, per esempio la Regione Veneto sta provando a fare - consentono una legiferazione regionale o l'applicabilità regionale di una legislazione, che a quel punto sarebbe nazionale, che consente la valutazione di titoli come quelli acquisiti all'interno del rapporto libero-professionale di precariato con le aziende del policlinico, perché questo è l'obiettivo fondamentale, Assessore! Mi scusi, non vorrei far polemica, lei dice: "Nei policlinici circa il 15 per cento del personale è atipico, mentre l'attività complessiva che i policlinici svolgono nella sanità sarda è il 2 per cento. C'è sperequazione fra i due dati". Ma, stiamo raffrontando pere con mele, nel senso che potrebbe essere anche il 100 per cento dei lavoratori atipici e il 2 per cento solo l'attività svolta, ma questi lavoratori, io mi chiedo, sono utili oggi o non lo sono? Sono stati utili dal 1999 a oggi oppure è stato un arbitrio, un abuso dell'università prenderli a contratto? Io credo che questi abbiano tenuto aperto la struttura, che abbiano consentito di erogare prestazioni alla collettività, perché lei ha ragione quando dice che le aziende miste sono strutture atipiche dove vivono gli universitari, i quali dicono che non possono nell'assistenza fare quanto si fa in un ambiente ospedaliero perché hanno da fare la ricerca, hanno da fare la didattica, eccetera, eccetera. Benissimo, forse la produttività dei policlinici, lei ha ragione, non lo so, credo che non sia affatto strano quello che lei dice, è inferiore a quella di un'azienda sanitaria, ma non ne hanno certo colpa coloro i quali a mille euro al mese da anni svolgono questo tipo di servizio e tengono aperta la struttura! Questi sono i martiri che, in qualche maniera, noi dobbiamo riconoscere, a cui in qualche misura dobbiamo dare qualche cosa, che gli faccia capire che il sistema è complessivamente grato di quello che hanno fatto e che la professionalità che loro hanno formato nella prestazione che hanno erogato negli anni è una cosa utile per il sistema. Poi, insomma, io non vorrei che si arrivasse a quelle cose di tipo statistico per cui adesso nell'azienda mista è confluito anche il San Giovanni di Dio, abbiamo 400 posti letto, abbiamo 212 medici e sono sufficienti, grazie, chi ci ha dato ci ha dato, chi ha avuto ha avuto, arrivederci! Perché questo non sarebbe sensato sia per la dispersione di professionalità che a quel punto si realizzerebbe, sia per il segnale che viene dato a gente che ha dedicato anni e anni di lavoro a fornire assistenza consentendo che quell'ospedale, il policlinico universitario, rimanesse aperto e sia perché, sostanzialmente, si negherebbe che l'attività di lavoro svolta sia reale. Io le chiedo, al direttore generale dell'azienda mista di Cagliari, ma immagino anche a quello di Sassari, chieda cosa hanno fatto questi, cioè si faccia dare persona per persona, profilo per profilo, che cosa hanno garantito all'azienda mista, al policlinico di Cagliari e di Sassari, queste professionalità, per capire se sono stati questi quelli che hanno lavorato o se sono stati altri quelli che non hanno fatto sino in fondo il loro dovere. Perché, se questi sono stati quelli che hanno lavorato, non possiamo dire: "Ce ne serve la metà e quindi gli altri metà a casa", perché se stanno lavorando tutti e se tutti stanno lavorando 40 ore e se durante le 40 ore non leggono il "Corriere dello sport", insomma, qualche servizio lo stanno sicuramente erogando, quindi la loro assenza provoca l'interruzione del servizio e l'interruzione del servizio è una cosa di cui noi dobbiamo preoccuparci e cercare di evitare che succeda, quindi, questo è il ragionamento! Ne si può pensare che se noi abbiamo un oncologo che da quindici anni lavora in un gruppo, poi venga sostituito da un patologo medico del San Giovanni di Dio che viene deportato al policlinico per garantire la prestazione che non viene più garantita dall'oncologo medico che era quindici anni lì, perchè questo non è tollerabile dal punto di vista della qualità dell'assistenza e quindi è un problema di tutti noi perché poi i nostri familiari vanno al policlinico universitario. Ecco, quindi, io credo che ognuno nelle sue posizioni, ma siamo stati chiari nell'esprimere quali sono i ragionamenti che ciascuno di noi fa e spero che, da quello che ho sentito in aula mi sembra possibile, che si possa arrivare a un ordine del giorno unitario per il quale chiedo al Presidente del Consiglio, l'onorevole Spissu, se ci dà qualche minuto per completare la stesura prima di passare alla votazione dell'ordine del giorno che è già depositato presso di lui, ma che vorremo sostituire, se possibile, con un ordine del giorno unitario, che consenta al Consiglio di esprimere una volontà forte e io credo consenta anche alla Giunta di verificare se esistono gli spazi di manovra per riuscire a dare una risposta reale a problemi che sono, è vero, di medici, non di giovani medici, di medici che hanno 45 anni e famiglia, che lavorano da dieci anni o da quindici anni all'interno della struttura, ma che consenta soprattutto di dare risposte che sono richieste dall'intero sistema assistenziale sardo, che ha necessità di qualità e la qualità si fa, intanto, difendendo la qualità che c'è già.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 21, viene ripresa alle ore 13 e 14.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. E' stato presentato un ordine del giorno collegato alla mozione numero 149.
( Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:
Ordine Del Giorno Pacifico - Biancu - Marrocu - Vargiu - Artizzu - Contu - Uras - Lanzi - Masia - Randazzo Alberto - Atzeri - Marracini - Porcu - Cocco - Liori - Ibba - Gallus sulla situazione dei professionisti con contratto di lavoro precario libero-professionale con le Aziende miste di Cagliari e Sassari.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 149 sul precariato in sanità;
CONSIDERATO che:
- presso le strutture degli ex Policlinici universitari (ora confluiti all'interno delle Aziende miste di Cagliari e Sassari) operano decine di figure professionali e laureati che, con contratto di lavoro libero-professionale, di fatto hanno un ruolo fondamentale nella garanzia di tutte le attività di assistenza, didattica e ricerca che sono esercitate presso tali strutture;
- la quasi totalità di tali professionisti garantisce un impegno orario pari o superiore a quello degli strutturati, ricevendo un compenso economico assolutamente inadeguato, senza alcuna garanzia di tutela della propria professionalità, della stabilità della propria funzione e del proprio ruolo, dei fondamentali diritti di ciascun cittadino lavoratore;
- la maggior parte di tali professionisti ha età anagrafica superiore ai quarant'anni ed è in possesso di una o più specializzazioni, rappresentando dunque un immenso patrimonio di professionalità per le aziende e la garanzia della continuità e della qualità dell'assistenza per i pazienti;
- i carichi di lavoro documentano come le loro prestazioni siano insostituibili nel contesto dell'attività aziendale e sicuramente aggiuntive rispetto a quelle offerte dalle strutture ospedaliere che concorrono alla formazione delle nuove aziende miste;
- il Consiglio regionale, all'interno del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, approvato in data 19 gennaio 2007 e pubblicato sul BURAS dell'8 febbraio 2007, ha espresso la propria volontà di arrivare al superamento del lavoro precario, ai fini della qualificazione dell'assistenza sanitaria in Sardegna;
- tale volontà di superare il rapporto di lavoro precario, in tutti i settori dove ciò è utile alla garanzia della qualità, è ribadita dal legislatore nazionale nel contesto della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), e dal legislatore regionale nella legge finanziaria 2007;
- in attuazione di tale indicazione del legislatore, la Giunta regionale, con propria delibera n. 22/31 del 7 giugno 2007, ha predisposto un proprio "Piano per il superamento del lavoro precario nella sanità pubblica 2007-2011", all'interno del quale è correttamente quantizzata e censita la sofferenza di sistema rappresentata dai medici precari degli ex policlinici;
- lo stesso Piano non prevede però l'individuazione di specifici strumenti rivolti al superamento di tale situazione, attraverso la stabilizzazione definitiva di tali figure professionali,
impegna la Giunta Regionale
1) a predisporre un immediato censimento dei carichi di lavoro gravanti per ciascuna figura professionale che opera presso gli ex policlinici universitari, ed eventualmente presso altre aziende sanitarie sarde, con contratto di lavoro libero-professionale o altro contratto di lavoro atipico;
2) a predisporre un adeguato intervento normativo che consenta di valutare ai fini concorsuali l'attività di servizio sinora prestata in regime di tipo libero professionale nel rispetto delle normative vigente e del CCNL;
3) a predisporre uno specifico Piano di superamento del lavoro precario per i lavoratori degli ex policlinici, con contratto di lavoro atipico che, attraverso specifiche selezioni pubbliche nelle forme consentite dalla normativa vigente, sia finalizzato a superare l'attuale situazione di incertezza professionale e occupazionale;
4) a riferire entro trenta giorni in Commissione Sanità sulle azioni finalizzate a dare attuazione alle presenti indicazioni del Consiglio regionale..)
PRESIDENTE. Informo i colleghi che l'ordine del giorno, essendo stato presentato dopo la chiusura della discussione generale, non può essere illustrato ai sensi dell'articolo 122 comma cinque del Regolamento. I consiglieri, pertanto, potranno intervenire solo per dichiarazione di voto e per un tempo massimo di cinque minuti.
Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU (F.I.)(Mancano circa 2 minuti nella registrazione del consigliere Contu)… all'inizio di un processo, Assessore, all'inizio di un processo, e questo è quello che chiediamo, dove si vada alla stabilizzazione complessiva di questi operatori altrimenti diremo che comunque sia noi non sappiamo garantire da una parte i posti di lavoro e dall'altra non sappiamo garantire servizi efficienti, servizi che funzionano, servizi che devono dare risposte ai cittadini. Credo che la dichiarazione di voto sia a favore dell'ordine del giorno per il Gruppo che in questo momento rappresento, una dichiarazione a favore perché davvero si inizi da questo momento un percorso non soltanto di conoscenza di quella che è la situazione reale degli operatori della sanità di cui lei ci ha dato notizia, per altro credo che i numeri meritano ben più di una riflessione, ben più di un approfondimento e credo che comunque si apra una nuova stagione che è quella di dare certezze, di dare certezze che inizino non soltanto nel rinnovo almeno fino a quando non avremmo avuto la possibilità di avere una normativa regionale, una normativa regionale anche prendendo o basando lo stesso sui nuovi provvedimenti annunciati in discussione alla Camera, in Parlamento, lei ha detto, e che riguardi anche le categorie dei dirigenti oltre a quelle del comparto. Credo che sia molto importante che la Regione sarda in questo momento ponga l'attenzione su quelli che sono i processi non solo dell'inserimento del personale nel mondo del lavoro, ma soprattutto dell'attivazione di tutti quei processi di tutela che derivano dal contratto collettivo nazionale. Non credo che nessun lavoratore possa operare senza avere a disposizione tutte quelle voci che i contratti collettivi assegnano a ogni lavoratore ovvero le tutele sulla maternità, sulla malattia, sul sistema pensionistico e così via... se mi consente di concludere, Presidente grazie, credo che si apra una pagina nuova con l'approvazione di questo documento, una pagina che va a onore comunque sia e al riconoscimento dei diritti dovuti a questi lavoratori ma anche a tutti quelli della sanità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, approfitto dei pochi minuti della dichiarazione di voto per spiegare il motivo per cui votiamo a favore di quest'ordine del giorno. E' un ordine del giorno che ovviamente non ci soddisfa pienamente essendo un documento che è stato doverosamente di sintesi, però ci ha soddisfatto l'atteggiamento che molti colleghi della maggioranza hanno ottenuto in Aula, cioè un atteggiamento che ci fa pensare che non ci sia solo la volontà formale di prendere in carico il problema ma che ci sia la volontà sostanziale del Consiglio di prenderlo in carico e di verificare tutte le possibilità per risolverlo, quindi noi ci aspettiamo che questo problema ora non sia più in carico della minoranza consiliare che l'ha sollevato ma che sia un problema dell'intero Consiglio, che sia un problema del Presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale e che, entro 30 giorni, ci si possa rivedere nella sede della Commissione sanità per analizzare le proposte che saranno state fatte e per avere l'intero Consiglio impegnato nella soluzione di un problema che l'intero Consiglio ha dato idea di volersi prendere in carico, quindi il motivo per cui noi votiamo un ordine del giorno che pure è riduttivo rispetto alle nostre aspettative è quello che siamo convinti che la volontà di dare risposta al problema di questi colleghi sia una volontà espressa dall'intero Consiglio che sarà poi rappresentata all'interno della Commissione sanità presso il Presidente e dai componenti della Commissione sanità.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Vargiu, siamo alla votazione dell'ordine del giorno… sì onorevole Vargiu prego.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione con scrutinio elettronico palese.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Giorico, Lanzi, Pisano e Pirisi hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Atzeri - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Cocco - Contu - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Fadda - Floris Mario - Floris Vincenzo - Gallus - Gessa - Giagu - Giorico - La Spisa - Lai Renato - Lanzi - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marracini - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Porcu - Randazzo Alberto - Sabatini - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uras - Vargiu.
Si è astenuto il Presidente Spissu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 66
Astenuti 1
Maggioranza 34
Favorevoli 66
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo ora alla mozione numero 151…
(interruzione)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Grazie Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di iniziare la discussione questo pomeriggio, mi sembra più logico visto il lavoro fatto su un altro argomento e l'importanza di questo che segue.
PRESIDENTE. Bene colleghi, possiamo sospendere adesso, anche se avevamo previsto di finire alle 14, rincominciamo questa sera alle ore 16.
Siamo in prosecuzione di Seduta, prego i colleghi di arrivare puntuali.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 25, viene ripresa alle ore 16 e 37.)
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Farigu e Lai, che erano in congedo questa mattina, sono rientrati.
Siamo in prosecuzione di seduta come i colleghi sanno, così come comunicato questa mattina. Prego i colleghi di prendere posto. Mozione numero 151.
Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.
ARTIZZU (A.N.). Sì, Presidente, per chiedere almeno altri dieci minuti, affinché l'Aula sia più pronta.
PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, come lei sa sono molto sensibile alle richieste dei consiglieri. Avevamo convenuto stamattina che si sarebbe interrotto prima per rincominciare prima, sapendo che alcuni consiglieri magari sarebbero arrivati in ritardo, perché c'era un impegno che molti di noi avevano. Io non ho difficoltà a sospendere ancora dieci minuti, però poi come si dice: "Chi c'è, c'è", comunque iniziamo perché questa era l'intesa raggiunta questa mattina. Dieci minuti di sospensione. Grazie.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 38, viene ripresa alle ore 16 e 56.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias. Ne ha facoltà.
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Sì, Grazie Presidente. Sull' ordine del lavori in relazione all'articolo 102 del Regolamento; in relazione alla richiesta di immediata iscrizione all'ordine del giorno di un argomento. La richiesta, Presidente, fondata sulla necessità di affrontare con la massima urgenza la situazione che si è creata a Olbia, in relazione allo stabilimento della Palmera, alla fabbrica della Palmera, che a giorni si vede costretta a chiudere la propria produzione, e parliamo della produzione dell'unica fabbrica del settore agro-alimentare della Sardegna, che al momento presenta 200 posti di lavoro, che per un mancato parere della SFIRS, del Consiglio di Amministrazione della SFIRS, rischia veramente di mandare a fondo uno stabilimento industriale. Quindi la mia richiesta è quella che la Conferenza dei Capigruppo possa riunirsi immediatamente per accettare, come io ritengo, l'accoglimento all'unanimità della discussione delle interpellanze che sono state presentate in materia e che finora non hanno trovato accoglimento, discussione, né in Commissione, né tantomeno in Aula, e che pertanto la Conferenza stessa prenda atto di questa situazione grave. Attualmente gli operai sono in una situazione di agitazione.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Uggias!
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Chiudo Presidente, richiamando l'attenzione e la sensibilità dei colleghi alla problematica in tutta la sua gravità. La ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie. Valutiamo questo problema più tardi, nel senso che come lei sa siamo in seduta straordinaria, in convocazione straordinaria del Consiglio. Valutiamo se c'è la possibilità di affrontare questo punto all'ordine del giorno in seduta straordinaria.
Onorevole Capelli, è lei che illustra la mozione.
CAPELLI (U.D.C.). Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Prego, prego.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Sì Presidente, sull'ordine dei lavori per due argomentazioni, che comunque portano entrambe alla stessa conclusione. Io chiederei cortesemente che lei si faccia interprete di un urgente richiamo, inteso come comunicazione, nei confronti del Presidente, perché sia presente ai lavori dell'Aula di questo pomeriggio. Fondamentalmente perché per quanto riguarda la mozione il Presidente ha già avuto modo di esprimersi, essendo lui primo responsabile degli atti inerenti la mozione che mi accingo ad illustrare. In secondo luogo perché devo riscontrare, anche per mia colpa, che non si è fatto cenno oggi ad un fatto increscioso che è successo ieri, in cui dei manifestanti pacificamente portavano all'attenzione della Giunta le loro rimostranze nei confronti della Presidenza. Altre volte si sono accampati qui sotto con delle tende per difendersi dalle intemperie le dimostranti. Io credo che su questo fatto sia importante, ma senza una polemica la presenza del Presidente che riferisca in Aula su quei fatti incresciosi e che spero non si ripetano. Credo, vorrei una risposta possibilmente prima di iniziare.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, sulla presenza del Presidente, io prendo atto della sua richiesta, ma il Presidente conosce l'ordine del giorno, la Giunta è rappresentata da due autorevoli Assessori, se il Presidente vorrà venire in Aula naturalmente siamo qui, ma la prosecuzione della discussione avviene anche con gli Assessori presenti. Per quanto riguarda il secondo argomento ho letto anch'io sul giornale non è oggetto di discussione oggi, ho capito la sua posizione non conosco i motivi per i quali non è stato possibile che i lavoratori stazionassero permanentemente davanti alla sede della Regione. Procediamo con la mozione numero 151, onorevole Capelli e la ringrazio…
Onorevole La Spisa su che cosa scusate? Colleghi proviamo a…
Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Non voglio far perdere tempo, sul Regolamento, faccio presente che una mozione, che certamente è rivolta alla Giunta nel suo complesso ma che tocca un problema che è stato trattato da un Assessorato ma anche direi con l'intervento decisivo e conclusivo di una struttura che è alle dirette dipendenze della Regione, richiederebbe per Regolamento la presenza del Presidente, non stiamo facendo una questione tesa né a perdere tempo, né tanto meno a sminuire la presenza di Assessori, che noi rispettiamo pienamente, ma è una questione sostanziale la materia non riguarda solo un Assessorato, riguarda una questione relativa ai servizi riguardanti tutto il sistema informativo che è trattato direttamente da una struttura del Presidente, e la questione in particolare è stata condotta con il diretto intervento della Presidenza della Regione e dei suoi Uffici. Non è una richiesta strumentale quella del collega Capelli.
PRESIDENTE. Io naturalmente non penso che sia una richiesta strumentale, ho colto il significato della richiesta, allo stesso modo penso che chi siede nei banchi della Giunta rappresenti la Giunta e quindi anche il Presidente e che il Presidente si senta rappresentante e che le risposte che verranno in questa sede sono risposte che impegnano l'intera Giunta e quindi anche il Presidente perché rese in Consiglio regionale. Quindi io inviterei i colleghi a procedere nell'illustrazione, nella discussione nel frattempo chiederemo se il Presidente può essere presente così come richiesto dai presentatori della mozione.
( Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Capelli - Randazzo Alberto - La Spisa - Artizzu - Vargiu - Ladu - Floris Mario - Farigu - Cherchi Oscar - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Randazzo Vittorio - Amadu - Diana - Lombardo - Gallus - Dedoni - Moro - Sanna Matteo - Contu - Liori - Murgioni - Cassano - Rassu - Sanjust - Pileri - Petrini - Licandro - Pisano sulla gara indetta dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per l'affidamento del "Progetto sistema informativo sanitario integrato regionale ‑ SISaR" aggiudicata in favore dell'ATI fra Engineering Spa e Telecom Italia Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTO il bando di gara per l'appalto pubblico, dell'importo di 24 milioni di euro, denominato "Progetto sistema informativo sanitario integrato regionale ‑ SISaR", finalizzato alla cosiddetta informatizzazione della sanità;
PRESO atto che il medesimo appalto, il 26 settembre 2007, è stato definitivamente aggiudicato all'ATI costituita tra le società Engineering e Telecom Italia Spa;
RILEVATO, peraltro, che il direttore del Servizio affari generali dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, competente ad aggiudicare definitivamente la predetta gara, aveva sollevato diversi dubbi in ordine alla legittimità e regolarità della procedura e alla correttezza dell'operato della commissione giudicatrice, il cui presidente era il dott. Giulio De Petra;
RAMMENTATO che, pertanto, il direttore generale del medesimo Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con nota del 18 luglio 2007, ha chiesto ad un professionista esterno, avv. Giuseppe Macciotta, un parere in ordine alle problematiche sorte inerenti la suddetta gara d'appalto;
VISTO il parere dell'avv. Macciotta, reso il 26 luglio 2007, nel quale sono stati ben evidenziati tutti i profili di illegittimità della procedura di gara, stante le molteplici violazioni della normativa sulle gare pubbliche e dei principi affermati dalla giurisprudenza nazionale e comunitaria; profili di illegittimità, questi, che hanno portato quel professionista a concludere che la gara doveva essere annullata perché "presenta profili di criticità tali da poter determinare l'annullamento della medesima procedura... perché non rispettosa dei principi di trasparenza ed imparzialità che devono sempre contraddistinguere l'agire della pubblica amministrazione" e perché "non si comprende... dai verbali di gara quale sia stato l'iter logico motivazionale seguito dalla Commissione per l'attribuzione dei punteggi" e perché, ancora, "la formula utilizzata nel capitolato per l'attribuzione del punteggio relativo all'offerta economica abbia determinato un sostanziale appiattimento dell'elemento prezzo, favorendo eccessivamente chi ha proposto il ribasso meno conveniente per l'amministrazione, che peraltro è coinciso proprio con l'aggiudicatario provvisorio";
RAMMENTATO che, alla luce del predetto parere e stante la sussistenza di "profili di criticità... potenzialmente idonei ad inficiare il procedimento di aggiudicazione in esame, in considerazione dell'interesse pubblico al perseguimento dei principi di trasparenza, economicità ed imparzialità che dovevano contraddistinguere l'azione della pubblica amministrazione", il dirigente competente, con nota del 27 luglio 2007, ha dato avvio al procedimento finalizzato all'annullamento in autotutela della gara stessa;
SEGNALATO che, nella menzionata comunicazione di avvio del procedimento di annullamento della gara, il dirigente aveva rilevato i seguenti molteplici vizi di legittimità della gara:
1) i criteri per la valutazione delle offerte tecniche non erano presenti nel bando, ma soltanto nel capitolato speciale, non approvato contestualmente al bando; mancava, quindi, la prova che tali criteri fossero stati stabiliti prima della presentazione della domanda di partecipazione, "come impongono l'art. 83 del codice dei contratti ed i principi di trasparenza di imparzialità,... che devono sempre contraddistinguere l'agire della pubblica amministrazione";
2) la commissione, in violazione del medesimo articolo 83 del codice degli appalti, non ha indicato i criteri motivazionali per l'attribuzione dei punteggi delle offerte tecniche "che sarebbero stati necessari ai fini della ricostruzione dell'iter logico motivazionali... ".
3) la commissione ha modificato l'ordine prestabilito del capitolato speciale per l'esame dei criteri di valutazione dell'offerta, in violazione del citato articolo 83 del codice degli appalti che impone che l'ordine decrescente di importanza dei criteri sia indicato fin dal bando di gara;
4) la commissione ha introdotto una formula proporzionale per l'attribuzione del punteggio alle offerte tecniche in violazione del già menzionato articolo 83 del codice degli appalti e della giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee che impongono, per limitare la discrezionalità della commissione, che tali formule siano già indicate nel bando;
5) il bando di gara prevedeva l'attribuzione di 80 punti per il merito tecnico del progetto e di 20 punti per il prezzo; tale circostanza, unitamente alla formula utilizzata per attribuire il punteggio per l'offerta economica, finiva per rendere assolutamente irrilevante l'elemento "prezzo" e attribuire illogicamente valore decisivo all'offerta tecnica, la valutazione della quale rientrava nella discrezionalità della commissione e finiva per far sì che il prezzo non avesse nessuna rilevanza nell'ambito della procedura;
PRESO ATTO che, a seguito della comunicazione di avvio del procedimento per l'annullamento dell'intera procedura, sono pervenute, da parte della commissione di gara e della società aggiudicataria provvisoria, le relative controdeduzioni;
VISTO, in proposito, l'ulteriore parere rilasciato il 21 settembre 2007 dall'avv. Giuseppe Macciotta, il quale ha confermato e ribadito "tutte le valutazioni espresse dal sottoscritto nel precedente parere... le quali evidenziavano una serie di criticità relative alla modalità di svolgimento della predetta procedura che avevano consigliato, in ogni caso e a prescindere, l'apertura di un procedimento di annullamento d'ufficio... ", precisando, nel contempo che le già evidenziate "criticità... non possono considerarsi ridimensionate alla luce delle controdeduzioni trasmesse sia dalla Commissione di gara che dall'aggiudicatario provvisorio... ";
CONSIDERATO che, peraltro, lo stesso avv. Macciotta, nel menzionato secondo parere del 21 settembre 2007, ha rilevato, con riferimento ai vizi dal medesimo rilevati, la sussistenza di "concorrenti orientamenti giurisprudenziali difformi" relativi, tra gli altri, all'onere della commissione di stabilire i criteri motivazionali per l'attribuzione del punteggio tra il minimo ed il massimo fissati dalla lex specialis di gara ed alla introduzione, da parte della commissione, di ulteriori sub-criteri per la valutazione delle offerte;
CHIARITO a tal proposito che:
- l'articolo 83 del codice degli appalti è chiarissimo nell'imporre alla commissione, a pena di illegittimità dell'intera procedura, di stabilire i criteri motivazionali per l'attribuzione del punteggio, al fine di eliminare in proposito ogni margine di discrezionalità alla commissione giudicatrice, mentre, nel caso specifico, tale norma è stata palesemente violata, come ammesso sia dall'amministrazione regionale, sia dal legale della medesima;
- la giurisprudenza amministrativa, con riferimento alla possibilità, o meno, per la commissione di gara, di stabilire dei sub‑criteri di valutazione delle offerte tecniche ulteriori rispetto a quelli previsti nel bando, ha categoricamente escluso tale possibilità, perché vietata dall'articolo 83 del codice degli appalti, laddove, nel caso della gara in questione, la commissione ha ulteriormente suddiviso gli elementi valutativi indicati nel bando;
ACCERTATA, pertanto, definitivamente, la sussistenza di tutti i vizi di legittimità riscontrati dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dal professionista esterno incaricato di formulare pareri in ordine alla correttezza della gara;
RILEVATO che, nonostante tutti i profili di illegittimità ribaditi dall'avv. Macciotta. e condivisi dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, la gara è stata, comunque, definitivamente aggiudicata all'ATI tra le società Engineering e Telecom Italia Spa;
SEGNALATO che, nel provvedimento finale di aggiudicazione, non sono state fornite le ragioni per le quali l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha determinato di aggiudicare, comunque, la gara, nonostante l'espressa ammissione dell'esistenza di violazioni della specifica normativa sul codice degli appalti, nonché dei principi di trasparenza, economicità e di imparzialità che devono sempre contraddistinguere l'azione di una pubblica amministrazione e benché fosse stata riconosciuta l'impossibilità di ricostruire l'iter logico motivazionale seguito dalla Commissione per attribuire i punteggi alle offerte tecniche;
RAMMENTATE le dichiarazioni trionfalistiche ‑ espresse sull'intervenuta aggiudicazione della gara ‑ del Presidente della Regione e dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, benché si trattasse di un procedimento di gara condotto, come ammesso dallo stesso Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dal legale esterno incaricato, in violazione di principi cardine quali la trasparenza, l'economicità e l'imparzialità dell'azione amministrativa;
EVIDENZIATO che la menzionata gara sull'informatizzazione della sanità presenta diverse similitudini con la gara relativa alla pubblicità istituzionale della Sardegna aggiudicata alla società Saatchi & Saatchi, in quanto in entrambe:
- sono state riscontrate violazioni dei medesimi principi di trasparenza e di imparzialità dell'amministrazione;
- i punteggi attribuiti alle offerte tecniche erano stati assegnati senza un giudizio motivazionale espresso, ma soltanto attraverso un punteggio numerico, inidoneo a dar conto delle ragioni obiettive della scelta del progetto migliore;
RAMMENTATO, peraltro, che, nel caso della gara per la pubblicità istituzionale della Sardegna, il dirigente, il 7 agosto 2007, ha annullato l'intera procedura, ivi compresa l'aggiudicazione della gara intervenuta in favore della Saatchi, stante la necessità di curare l'interesse pubblico "alla tutela della parità di trattamento dei partecipanti alla gara, alla trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa e alla tutela dell'immagine dell'Amministrazione regionale", mentre il medesimo interesse pubblico non risulta essere stato tutelato nell'ambito della gara per l'informatizzazione della sanità;
SEGNALATO che la gara per l'informatizzazione della sanità era stata oggetto, da subito, di numerose contestazioni e polemiche, che avevano addirittura portato alla rimozione dell'allora direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dott. Mariano Girau;
RAMMENTATO che quest'ultimo, subito dopo tale rimozione, aveva lamentato "l'estromissione delle questioni legate all'informatizzazione della sanità sarda", di avere "in diverse occasioni rappresentato problemi di legittimità" e "di aver colto una certa indifferenza ai controlli di legittimità interni", affermando di essere stato licenziato anche "perché non condizionabile" e di essere stato estromesso dalla presidenza della commissione della gara per l'informatizzazione della sanità, probabilmente, proprio per tale ragione;
EVIDENZIATO, a tal proposito, che, in effetti, il presidente della commissione di gara non è stato individuato nella persona del dott. Girau, benché direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, che ha indetto la gara in questione, ma dal dott. Giulio De Petra, dirigente di una direzione incardinata all'interno, non già dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, bensì della Presidenza della Regione;
SEGNALATO, invece, che, nel caso della gara per la pubblicità istituzionale della Sardegna, quale presidente della commissione, era stato nominato il dott. Fulvio Dettori, direttore generale della Presidenza che aveva indetto quella gara, con la conseguenza che non risulta comprensibile perché, con riferimento alla gara per l'informatizzazione della sanità, non sia stato utilizzato lo stesso criterio di nomina del presidente della commissione e non sia stato quindi nominato, quale presidente della commissione, il direttore generale della Sanità, bensì un altro dirigente, a meno che non sfugga la conoscenza di una norma che impone che, per determinate gare, i presidenti delle commissione giudicatrici devono essere scelti tra i dirigenti della Presidenza della Regione;
RILEVATA, comunque, la illegittima composizione della commissione giudicatrice nella gara per l'informatizzazione della sanità, in quanto i relativi membri esterni non risultano essere stati scelti seguendo il procedimento previsto dall'articolo 84, comma 8, del codice degli appalti;
RITENUTO, alla luce di quanto sopra, che sussistano tutti i presupposti per l'annullamento dell'intera procedura in quanto:
- sono state riscontrate, sia dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, sia dal legale incaricato dal medesimo Assessorato di valutare la correttezza della procedura di gara, molteplici violazioni della normativa in materia di appalti pubblici e dei principi di trasparenza, economicità, ed imparzialità dell'azione amministrativa;
- sussiste l'interesse pubblico all'annullamento di tale gara, a tutela dei sopra richiamati principi (rispetto ai quali l'interesse meramente economico del privato deve senz'altro recedere), nonché a tutela dell'immagine della medesima Amministrazione regionale; principi, questi, la cui violazione ha portato il dirigente responsabile della gara sulla pubblicità istituzionale della Sardegna ad annullare quella procedura;
- l'interesse pubblico all'annullamento della gara è ancora maggiore se si considera il riscontrato vizio di legittimità rappresentato dal fatto che il sistema di attribuzione del punteggio relativo alle offerte economiche rendeva pressoché irrilevante, ai fini dell'aggiudicazione della gara, l'elemento "prezzo", con la conseguenza che è risultato favorito il concorrente che ha proposto il prezzo meno conveniente per l'amministrazione;
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene
e sanità e dell'assistenza sociale
1) a riferire al Consiglio regionale se, effettivamente, come sembrerebbe risultare dagli atti e provvedimenti sopra menzionati, sussistono le molteplici violazioni della normativa sugli appalti pubblici e sui principi di trasparenza, economicità ed imparzialità della pubblica amministrazione, valutazioni queste che competono loro al fine di potere esercitare il potere di annullamento d'ufficio di cui all'articolo 21, comma 8, della legge regionale n. 31 del 1998;
2) ad annullare, di conseguenza, in base all'articolo 21, comma 8, della legge regionale n. 31 del 1998, la gara di cui sopra, sussistendo, oltre che il presupposto dell'illegittimità della procedura, anche l'interesse pubblico all'annullamento della medesima;
3) a riferire se sono a conoscenza delle ragioni per le quali l'ex direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dott. Girau ha reso le sopra riportate dichiarazioni;
4) a chiarire le ragioni per le quali, nonostante la Regione Sardegna sia dotata di un apposito Ufficio legale, la medesima Regione si avvalga sempre meno spesso dei numerosi avvocati interni, ricorrendo, come nel caso della gara in questione, a legali esterni, con conseguente sperpero di risorse pubbliche;
5) a riferire se esiste una norma che impone, in certi tipi di gare, e segnatamente in quelle oltre un certo importo o che siano ritenute strategiche per l'amministrazione regionale, che la presidenza delle commissione giudicatrici sia affidata a dirigenti della Presidenza della Regione.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, mi spiace constatare che, eviterò di leggere che non la pensava così, quando era Capogruppo dei D.S., e che numerose volte lei è intervenuto da questi banchi, avendone piena soddisfazione dal Presidente di turno, che non era nel caso il presidente Serrenti, sul suo richiamo della presenza della Presidente della Regione nonostante la presenza di autorevoli Assessori su quei banchi. Perciò io mi rifacevo all'insegnamento da lei avuto nella passata legislatura quando giustamente richiedeva la presenza della massima istituzione regionale, che è l'unico, e oggi ancor di più rispetto a ieri, in grado di poter dare risposte e dare garanzie all'Aula. E' l'unico in quanto così è intesa la sua funzione dallo stesso Presidente che la esercita in modo fantasioso e creativo, aggiungerei che il Presidente della Regione ha già avuto modo di rispondere su alcune argomentazioni che vengono trattate nella mozione, e anche qui cadendo in contraddizione ha utilizzato la stampa per rispondere, ricordo che in una delle prime adunanze di questa Assemblea si rivolse ai consiglieri dell'opposizione dicendo: questo è il luogo per il confronto è utile ed è anche poco corretto che le discussioni politiche avvengano sulle pagine dei giornali. Come è evidente cade costantemente in contraddizione, avrei avuto il piacere non polemico, così come ho avuto modo di rispondergli di accedere ad un confronto leale, ad un confronto sereno in quest'aula sulle argomentazioni che non sono nuove a questa Aula riguardanti nel caso specifico la SISAR, l'appalto SISAR ma che già sono stati oggetto di discussioni in quest'aula e anche oggetto di attenzione da altre istituzioni per quanto riguarda Saatchi e Saatchi e via dicendo. Per cui vorrei sfatare il mito del Presidente, che è sempre pronto al confronto che però nel momento del confronto evade o latita. E così come non mi vorrei sottrarre all'esame della mozione ai più già nota, e vorrei ricordare che questa mozione rischia di essere ripetitiva le argomentazioni portate all'attenzione dell'Aula e della discussione, ripetitivo perché ripercorre in qualche modo e ha molte analogie e può essere facilmente ricopiata agli esempi della Saatchi and Saatchi, che come voi tutti sapete a giorni produrranno, se non ad ore, anche degli interventi e determinazioni da parte del tribunale competente, del pubblico ministero competente. Ma siccome il lupo perde il pelo ma non il vizio ecco che si ripresenta costantemente la fantasiosa interpretazione delle norme da parte di questa Giunta, di questa maggioranza che con chiara complicità continua a sostenere questi princìpi e lo vedremo anche in seguito nell'esame di altri provvedimenti di questa Giunta, che vanno oggi a favore di un collega o dei colleghi della maggioranza, che si sono schierati apertamente con la parte di quella maggioranza che sostengono il Presidente, o ad altre imprese ad esso molto vicine. Ripercorriamo i fatti è come vedete, e come avete avuto modo di leggere, per chi ne ha avuto la pazienza e la voglia, ci sono poche rilevanze e conclusioni di tipo personale nell'esame dei fatti, si sono svolti nel corso del bando SISAR. Ma tutto verte, oltre ovviamente sulle considerazioni che ognuno di noi fa sull'evento stesso, su come la pubblica amministrazione in questo caso l'Assessorato alla sanità ha impostato nel merito e nel metodo e secondo procedura tra virgolette lo svolgimento del bando SISAR. Il bando SISAR che è stato definitivamente aggiudicato all'ATI engineering Telecom cosa succede, sarà necessario fare una premessa, perché non possiamo dimenticare che con qualche riferimento anche a questo bando poco prima che tutta la procedura avesse il via, è stato licenziato, pur ponendolo a riposo fino a scadenza di contratto, l'allora direttore generale della sanità il dottor Girau. Il dottor Girau che lasciò non sbattendo la porta quell'Assessorato, ma facendo alcune affermazioni pubbliche sulla stampa che tutti voi avrete avuto modo di leggere, e che riporta, e che vorrei riportare leggendo alcune fedeli interpretazioni e parole dello stesso direttore Girau. Quest'ultimo, dopo la sua rimozione, aveva lamentato "l'estromissione dalle questioni legate all'informatizzazione della sanità sarda, di avere, in diverse occasioni, rappresentato problemi di legittimità e di aver colto una certa indifferenza ai controlli di legittimità interni, affermando di essere stato licenziato anche, sempre aperte virgolette, perché non condizionabile". Infatti, tutto questo trova riscontro nell'assegnazione della presidenza del bando di gara. E' stato riportato in luce e richiamato a presiedere la gara di cui stiamo discutendo del bando SISAR il dottor De Petra; chi è il dottor Giulio De Petra? Sono piene le pagine della cronaca e anche le pagine ormai delle discussioni interne a questo Consiglio. Io per certi versi trovo più interessanti anche le pagine, soprattutto le pagine della cronaca, sulle quali ognuno di voi potrà andare a fare le riflessioni che ritiene opportune. Ma il dottor De Petra, che non è dirigente dell'Assessorato alla sanità, viene richiamato a presiedere questa Commissione in sostituzione, è ovvio, del dirigente competente, cioè del dirigente dell'Assessorato alla sanità; questa è prassi, questo è sempre successo, questo è anche logico che debba succedere. Ma vediamo che cosa succede, appunto, nei fatti e nel merito, sarò molto veloce perché sono, credo, ormai noti a tutti. L'Assessorato alla sanità, a seguito dei dubbi emersi durante lo svolgimento della gara, chiede all'avvocato Macciotta un parere, un parere di legittimità sugli atti di gara, sullo svolgimento della gara, e anche qui, per non perdere tempo non leggerò tutto, vorrei che andaste a vedere quel parere che, l'avvocato Macciotta, in quel del 26 luglio 2007, esprime e riporta all'attenzione dell'Assessorato competente. Presenta profili, riferendosi alla gara, presenta profili di criticità tali da poter determinare l'annullamento della medesima procedura, e via discorrendo elenca tutte le motivazioni che portano a concludere che è necessario, che è utile e opportuno annullare la gara che in quel momento, vi ricordo, era in aggiudicazione provvisoria. Vi ricorderò questo nel prosieguo dell'illustrazione, stiamo nel momento dell'aggiudicazione provvisoria; ma, che cosa succede? Che ha seguito di questo suo parere, nell'agosto successivo l'avvocato Macciotta, sempre nominato dall'Assessorato competente, quindi dal Presidente della Giunta, è ovvio il parallelismo, è ovvio per chi conosce i fatti, l'avvocato Macciotta si spinge oltre e consegna all'Assessorato alla sanità un parere intermedio in cui dice: "Il capitolato di gara va modificato in questi 13 punti, perché è sbagliato il capitolato di gara", e lo dice nella sua nota dell'agosto 2007 lo stesso avvocato Macciotta. Poi succede qualcosa, e sempre l'avvocato Macciotta, io ritengo, e me ne assumo le responsabilità, viene richiamato ad una maggiore attenzione agli obiettivi della Giunta, della maggioranza, dell'Assessore e del Presidente, a rivedere in qualche modo il suo parere iniziale in modo tale che si trovasse un appiglio perché la gara comunque vada in porto. Nel frattempo il responsabile del procedimento aveva già provveduto a proporre l'annullamento della gara, ma viene richiamata perché l'avvocato Macciotta, nel suo terzo parere, che a me non risulta richiesto dagli atti consegnatimi dall'Assessorato, e sono tutti gli atti ufficiali e su quelli ragiono, ci sarebbe anche da ragionare su atti non ufficiale, ma limitiamoci all'ufficialità degli atti, pur non richiesto in maniera formale, esprime, o meglio, collegandolo al fatto che il solerte Assessorato aveva nel frattempo richiesto le controdeduzioni alla Commissione e alla parte eventualmente lesa cioè all'Engineering e Telecom SPA; mai si è visto che si chiedano controdeduzioni alla Commissione, è un fatto nuovo, è un fatto che potrebbe essere oggetto sicuramente di grandi discussioni, comunque, sulla base di queste controdeduzioni, l'avvocato Macciotta ripropone un terzo parere che riconferma il primo, ma aggiunge una parolina magica, la parolina magica è quella che richiama l'Assessorato e la pubblica amministrazione a valutare la sussistenza di, aperte virgolette, "concorrenti e orientamenti giurisprudenziali difformi", cioè cosa vuol dire: io do questo parere, la vedo così, però può darsi che possano esserci altre interpretazioni, come sempre avviene per legge. E' chiaro che questo terzo parere è strettamente strumentale per raggiungere il fine di addivenire sempre e comunque alla aggiudicazione della gara, alla ATI che vi ho citato e che vorrei citare anche per dire che sono società primarie, sono grandi società l'Engineering e la Telecom SPA, alle quali, ovviamente, non attribuisco nessuna responsabilità sull'andamento della gara, per carità, sono delle primarie aziende che svolgono il loro mestiere. Su questi tre fatti e queste tre delibere ci sarebbero diverse osservazioni da fare, ma ovviamente il tempo è limitato perché qui bisognerebbe parlare per giorni di questi fatti, così come è avvenuto per la Saatchi & Saatchi, perché io vi ho raccontato una storia adesso, e gli atti raccontano una storia che ritroviamo in maniera speculare nella procedura Saatchi & Saatchi; dalla formazione della Commissione fino all'espedimento di tutti gli atti di gara. Badate bene, tra i cinque punti che l'avvocato Macciotta che, apro parentesi, è sempre consulente esterno, perché l'ufficio legale della Regione non esiste, è chiaro che è sempre meglio andare a rivolgersi pagando fior di centinaia di migliaia di euro non all'avvocato Macciotta, ma in generale, tant'è che lo ritroviamo anche nella mega mozione sulle consulenze, e lo ritroviamo molto spesso in tutti gli Assessorati perché è un ottimo professionista che, ovviamente, salvaguarda l'azione della pubblica amministrazione, così come è avvenuto in Saatchi & Saatchi, dove purtroppo, ahimè, a quanto pare la magistratura ritiene che non ne abbia azzeccato neanche una. Comunque, detto questo, succede che, lasciando da parte appunto l'ufficio legale regionale, si rincorrono tutta una serie di eventi riepilogati in cinque punti. Io ritengo, per non tediarvi su tutti e cinque i punti, che è importante rilevare il fatto principale. La Commissione assegna, a suo insindacabile giudizio, 80 punti per la valutazione tecnica e 20 punti per la valutazione economica. Badate bene, tutto poi sarebbe regolarissimo, sempre che la Commissione decida aprioristicamente e prioritariamente quali saranno i criteri che utilizzerà per valutare la parte tecnica che determina l'assegnazione della gara. Voi capite bene che se assegno 80 punti alla valutazione tecnica, i 20 punti sull'offerta economica risultano totalmente irrilevanti. Ma pur potendo fare questo, la Commissione omette di pubblicare e verbalizzare quali saranno i criteri che utilizzerà prima dell'apertura delle buste, per la valutazione tecnica; le conseguenze sono evidenti per chi le vuole vedere, cioè c'è una chiara valutazione arbitraria da parte della Commissione sulla valutazione tecnica stessa, e questo non lo dico io, lo dice l'articolo 83 del Codice degli appalti e lo dice l'avvocato Macciotta che, sicuramente, è molto più autorevole di me nel merito delle considerazioni che stiamo facendo. Praticamente è quell'articolo, l'articolo 83, del Codice degli appalti, che va a tutela dei principi di trasparenza e di imparzialità, così come la Commissione ha modificato l'ordine prestabilito del capitolato speciale per … dei criteri di valutazione dell'offerta, in violazione del citato articolo 83, così come nel corso della gara la Commissione ha introdotto una formula per l'attribuzione del … alle offerte tecniche, in violazione sempre dell'articolo 83 del Codice degli appalti, ma anche della giurisprudenza, della Corte di giustizia e della Comunità europea. Mi fermo qui nell'elencazione delle motivazioni che hanno indotto l'avvocato Macciotta, e per un certo periodo di tempo anche il responsabile del procedimento a dover scegliere la via per l'annullamento della gara d'appalto e, come vi ho detto, stranamente questa gara d'appalto poi, nonostante i pareri del proprio legale, viene comunque assegnata, e non stiamo parlando di una piccola gara d'appalto - e comunque vorrei rilevare che non è la quantità del denaro, delle risorse finanziarie che vengono poste all'attenzione dei concorrenti a valutare l'azione di trasparenza, di equità e di garanzia che deve esercitare la pubblica amministrazione - ma stiamo parlando di 24 milioni di euro, perché ovviamente quando il Presidente pone la sua attenzione sulle gare regionali non parla di bruscolini, parla di cose sostanziose. E, badate bene, questa mia affermazione non vuole richiamare e coinvolgere assolutamente il Presidente o chicchessia sulle valutazioni di tipo finanziario, mascherando non so quale interesse nei confronti delle risorse finanziarie. Io credo che tutto questo sia svolto dal Presidente in maniera completamente, come dire, convinta perché ha questo modo di interpretare la pubblica amministrazione che lo porta a considerare le casse della Regione come le casse, il suo portafoglio e quindi la mattina si esce e si fa la spesa senza dover rendere conto a nessuno. C'è un altro fatto, già evidenziato nella mozione stessa, che vorrei portare all'attenzione dei colleghi e che richiama alle analogie con le gare precedenti e in particolare con la gara della Saatchi. Si diceva che è stata assegnata tenendo conto della "tutela della parità di trattamento dei partecipanti alla gara, alla trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa e alla tutela dell'immagine dell'Amministrazione regionale", però quel richiamo dell'avvocato Macciotta dice anche: attenzione, ci sono anche i diritti di terzi, dell'impresa privata che ha partecipato alla gara, che devono essere tutelati, perciò non corriamo il rischio poi di dover pagare fior di centinaia di milioni di euro per i danni che quelle società private, che correttamente hanno svolto la loro parte nel rappresentare l'offerta, nel concorrere alla gara, ci potrebbero richiedere. Ma, badate bene, vi riporto un po' al ricordo del recente passato: la gara Saatchi & Saatchi è stata annullata dal responsabile del procedimento in corso di assegnazione definitiva e aggiungo che la giurisprudenza è chiarissima su questo quando dice che prevale l'interesse della pubblica amministrazione rispetto a qualsiasi interesse del privato e finché una gara comunque non è assegnata a titolo definitivo non precostituisce nessun diritto nei confronti del privato stesso che non può chiederne, appunto, i danni.
In conclusione - le chiedo un minuto in più, Presidente - io vorrei dire che mi sembra l'ennesimo caso e l'ulteriore riprova del più assoluto e totale disprezzo per le leggi e, più in generale, per le regole della convivenza civile da parte di questa amministrazione e che sembra caratterizzare, purtroppo devo dire, la classe politica e manageriale, quasi che le norme poste a tutela della par condicio e della trasparenza dei procedimenti, anziché garanzia di uguaglianza e di pari opportunità per tutti i cittadini, siano semplici e fastidiose opzioni da rispettare o ignorare a seconda del proprio personale estro. Una tale arroganza di potere l'abbiamo già vista, come già detto, e vissuta: Saatchi & Saatchi, Sardegna fatti bella, la gara per il logo istituzionale, le consulenze. La situazione sociale ed economica impone a tutti, e soprattutto a chi svolge incarichi pubblici, una maggiore prudenza. Far passare il messaggio secondo cui la pubblica amministrazione può liberamente e impunemente violare le norme, può condurre a legittimare altre piccole e grandi illegalità fino a giustificare quel sistema di favoritismi, di ricatti, di piaggerie politiche e col governo del bisogno, che io definisco anche mafiosità diffusa, che pervadono da troppo tempo la nostra comunità e, ahimè, spinge giovani e meno giovani alla rassegnazione e all'abbandono.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Capelli.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento e hanno a disposizione dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio, devo ammettere di essere sostanzialmente non entusiasta di prendere la parola sull'argomento per vari motivi. Il primo è che, essendo stato già sollevato con un'interpellanza cui l'Assessore rispose in aula l'argomento della gara SISAR e dei rumors che circondavano la vittoria annunciata di Engineering, sarei stato contento se ci fosse stato da parte della Giunta un atteggiamento più prudenziale nei confronti di questa gara, che mi sembrava tra l'altro fosse stato messo in essere dall'autosospensione dell'aggiudicazione che in sede di autotutela la Regione aveva ritenuto di affidare. Il secondo motivo, che è ancora più importante, è che mi sembra che quando in un'aula consiliare troppo spesso si discute di legittimità degli atti che sono assunti dall'amministrazione delle due l'una: o esiste un fumus persecutionis che viene in qualche maniera sollecitato da parte della minoranza oppure siamo di fronte al rischio che ci sia un deragliamento rispetto alle regole certe che garantiscono qualsiasi cittadino di fronte alla pubblica amministrazione e allora il problema sarebbe ben più importante. Io credo che nessuna opposizione parlamentare sceglie il terreno dello scontro nei confronti della maggioranza rinunciando allo scontro sulla politica e iniziando lo scontro sulle azioni di controllo se non ne ha un motivo, nel senso che, colleghi della maggioranza, è difficile dire che ci sia una scelta deliberata da parte dell'opposizione in quest'aula di sollevare problematiche senza fondamento, perché le vicende che quest'Aula ha già affrontato, ad esempio sulla Saatchi & Saatchi, testimoniano purtroppo che qualche volta ci sia una carenza nell'azione di controllo che gli stessi consiglieri di maggioranza o la Giunta esercitano nei confronti della politica, nei confronti dell'amministrazione, oppure, se non fosse un semplice peccato di omissione di controllo, dovremmo pensare che ci sia una copertura da parte della politica nei confronti di errori che sono comunque compiuti dall'amministrazione. Non vorrei ripetere pedissequamente ciò che è comunque già contenuto all'interno della mozione e quindi può essere letto da qualsiasi collega, voglio soltanto concentrare la mia attenzione su due problemi per i quali vorrei anche chiedere all'assessore Dirindin, se ha la possibilità, di dare qualche risposta esaustiva in sede di replica. Il primo problema riguarda quello già ampiamente sollevato dal collega Capelli, che si è preso l'onere di introdurre in aula la discussione su questo argomento, ed è quello sul ruolo che ha esercitato l'avvocato Macciotta, illustre professionista, consulente abituale della Giunta regionale, ma peraltro stimato come professionista ben oltre i confini della sua appartenenza politica. Bene, io vorrei comprendere quali siano i meccanismi con cui viene assunta la consulenza dell'avvocato Macciotta, perché immagino che l'avvocato Macciotta abbia tante cose da fare nella vita e se rende una consulenza alla Regione, come tutti i pareri professionali, lo rende in presenza di una contropartita economica, per cui se la Regione sceglie un professionista fiduciario a cui affidare l'interpretazione giuridica di un fatto è pensabile che l'amministrazione si fidi di quella che è l'interpretazione fornita dal legale fiduciario ed è pensabile che ci sia anche un esborso economico a carico della collettività per acquisire questo parere. E allora io vi chiedo: se il parere acquisito è acquisito pro veritate e se il parere acquisito ha un peso, che è quello che gli stessi committenti del parere, evidentemente, gli attribuiscono, qual è il motivo per cui il parere dell'avvocato Macciotta, sia il primo parere che un ulteriore parere reso ad abundantiam, sia nel primo che nel secondo parere - in maniera, direi, sufficientemente categorica per chi si è letto il parere - esprime perplessità forti rispetto all'iter e al percorso della gara. Esprime perplessità forti, indica la strada dell'annullamento e restituisce un parere che dice queste cose all'Amministrazione che gliel'ha commissionato, la quale Amministrazione che gliel'ha commissionato lo paga, riteniamo - sarebbe utile sapere qual è il costo di questo parere - e si appiglia a una frase che per chiunque non sia un esperto di giurisprudenza appare quantomeno sibillina: "Concorrenti orientamenti giurisprudenziali difformi", dove la frase inizia con l'antitesi della sua conclusione, perché i pareri giurisprudenziali sono all'inizio della frase concorrenti e alla fine della frase difformi. Quindi, immagino che significhi che è assodato che sulla cosa, dove peraltro l'avvocato Macciotta esprime un parere dritto e non difforme da sé stesso, l'avvocato Macciotta stesso dica che esiste la possibilità di pensarla diversamente, come noi sappiamo che in giurisprudenza sempre esiste, però quasi sempre esiste, anche i fatti recenti ce lo ricordano, però sta di fatto che il parere dell'avvocato Macciotta era concorrente in senso difforme a quello che l'Amministrazione ha fatto.
La seconda considerazione che vorrei fare e la seconda domanda che vorrei porre all'Assessore alla sanità - gliel'ho già posta in occasione della discussione dell'interpellanza e in quella circostanza non ebbi risposta, spero di averla questa sera in sede di replica dell'Assessore - è quella sulle dichiarazioni che il direttore generale dell'Assessorato alla sanità, dottor Girau rilasciò nel mese di gennaio alla stampa. Chi è il dottor Girau? Io immagino che tutti voi lo sappiate, il dottor Girau è un ex funzionario della Regione, il quale si trovava in pensione, quando la Regione Sardegna decise di instaurare un rapporto di tipo fiduciario con il direttore generale, che si chiama, appunto, Girau. Pertanto, il dottor Girau è una persona di fiducia dell'Amministrazione regionale che l'Amministrazione regionale ha messo sotto contratto per svolgere il ruolo di direttore generale. Bene, non è il dottor Girau una persona, un funzionario che l'Amministrazione di centrosinistra ha trovato lì, è un funzionario che è andato lì in virtù del rapporto fiduciario esistente con la pubblica amministrazione. Bene, ciò nonostante, ad appena cinque mesi dalla scadenza del suo mandato, la Giunta regionale ha deciso di privarsi della possibilità di fruire delle prestazioni del direttore generale della sanità da lei stessa scelto e ha addirittura deciso di fare quello che Cellino farà con Giampaolo, Cellino, forse, pagherà a Giampaolo il contratto fino al 2010, l'Amministrazione regionale ha deciso di continuare a pagare un funzionario da lei scelto sulla base del rapporto fiduciario, da lei licenziato verosimilmente per l'interruzione del rapporto fiduciario, sino alla scadenza del suo contratto. Quindi, l'Amministrazione regionale ha pagato due direttori generali alla sanità sino all'esaurimento dell'iter fisiologico del contratto del dottor Girau. Bene, cosa fa il dottor Girau per ringraziare l'Amministrazione regionale che lo tiene a casa a sue spese, nonostante sia già pensionato? Dichiara che in diverse occasioni ha rappresentato problemi di legittimità e di aver colto una certa indifferenza ai controlli di legittimità interni, affermando quindi che l'interruzione del rapporto fiduciario, cioè il licenziamento c'è stato perché "non condizionabile". Allora, Assessore alla sanità, io devo dirle, lo devo dire all'intera Giunta regionale che le frasi del dottor Girau suonano offensive a chi, come me, sta in Consiglio regionale, nel senso che mi sembra che in quello che c'è scritto sulle note del giornale o il dottor Girau intendeva offendere l'intero Consiglio regionale e quindi anche me, per quota parte, dicendo che l'Amministrazione regionale non funziona come una casa dalle mura di vetro, oppure c'è qualche cosa nelle parole del dottor Girau che deve inquietare ciascuno di noi, perché se sono vere, cioè se non è stato fatto niente per, in qualche maniera, chiedere la ritrattazione di affermazioni inesatte o addirittura false, o di chiedere le scuse ufficiali del dottor Girau che, probabilmente, nell'amarezza del momento, forse questa è l'interpretazione, ha esagerato nelle esternazioni, beh, insomma, io credo che questo rimanga un vulnus che offende l'intero Consiglio regionale...
PRESIDENTE. Prego, concluda.
VARGIU (Riformatori Sardi). Non tollero che sui giornali l'Assessore alla sanità sia offeso in questa maniera, perché non offende lei, non sorrida assessore Dirindin, anzi, mi fa piacere farla sorridere, ogni tanto un sorriso sul suo viso è una cosa che fa piacere. Però, Assessore, non offende solo lei, offende l'Amministrazione regionale. Siccome ciascuno di noi, per quota parte, fa parte di questa Amministrazione, questo è un problema che non è solo suo, è anche nostro, e vorremmo avere un chiarimento in proposito.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Onorevoli colleghi, sempre più spesso questo Consiglio è chiamato ad occuparsi della legittimità degli atti posti in essere dall'Amministrazione regionale. Il caso SISAR, che oggi viene in considerazione, mi pare comunque differente dal caso Saatchi perché qui, a mio avviso, le illegittimità presenti negli atti sono accoglibili immediatamente dal loro esame, quindi non c'è bisogno di istituire una Commissione di inchiesta, perché le illegittimità sono evidenti e perché per recepirle di fronte al TAR occorre aver partecipato alla gara e perché è la magistratura che deve accertare se vi sono oltre a profili di illegittimità, profili di illiceità. Allora, ciò che interessa rilevare dal caso SISAR è ciò che ha rilevanza politica e per coglierlo bisogna ripercorrere brevemente alcuni aspetti tecnici. In primo luogo le illegittimità sollevate dal responsabile unico del procedimento nell'atto del 27 luglio sono diverse, ma alcuni richiamano le illegittimità rilevate nel caso Saatchi e quando si vede una distorsione che si ripete allora occorre pensare se quella distorsione non sia una nuova regola incipiente che vige, che è attiva, anche se non è formalmente legalizzata. Ricordo alcune di queste illegittimità: anche in questa gara non si rispetta l'articolo 83 del codice degli appalti, che prevede l'esplicitazione dei criteri motivazionali; anche in questa gara la commissione altera l'ordine di valutazione delle parti dell'offerta tecnica; anche in questa gara la commissione introduce un'equazione matematica - che ha il parallelo negli arrotondamenti del caso Saatchi - che riduce il peso sul punteggio finale dell'offerta economica e aumenta quello dell'offerta tecnica. Nonostante tutto questo si adotta il 26 di settembre un atto con il quale si recede dal procedimento di annullamento e si procede all'assegnazione definitiva e questo avviene, come è stato ricordato, sulla base di pareri resi dall'avvocato Giuseppe Macciotta, che - come è noto - non è un funzionario regionale. E qui c'è un'altra particolarità su cui vorrei ragionare coi colleghi del Consiglio, non è un funzionario regionale l'avvocato Macciotta che gioca un ruolo importante nell'assegnazione definitiva di questa gara, come non è un funzionario regionale il dottor Dettori, sono temporaneamente incardinati nella direzione generale della Presidenza. Allora, che cosa fa l'avvocato Macciotta? Su questo occorre ragionare. Fornisce tre pareri, almeno quelli che ho visto io, perché non ho fatto un accesso agli atti, tre pareri in cui: il primo dice che gli atti sono sostanzialmente legittimi; il secondo solleva problemi, invece, di illegittimità rilevanti; il terzo che dice "Ma sollevare problemi di illegittimità non significa ipso facto poter chiedere e procedere all'annullamento". E' una costruzione logica e giuridica che mette in difficoltà una discussione di tipo politico qual è quella che abbiamo in questa sede. Però è opportuno ricordare che tra i profili di illegittimità sollevati nel secondo parere dall'avvocato Macciotta, vi è il rilievo della circostanza che i criteri di valutazione delle offerte erano contenuti nel capitolato e non nel bando di gara, come pure l'avvocato Macciotta conferma la mancata applicazione dell'articolo 83 del codice degli appalti. Domanda: "Ma perché non ha segnalato prima questi problemi?" Fatto sta che comunque il responsabile del procedimento acquisiti questi pareri annulla.
Ma, l'avvocato Macciotta il 21 settembre propone una terza memoria, io non so chi gliel'ha chiesta o se l'ha proposta, ma così sono le date. E che cosa dice sostanzialmente? Dice che prima, per l'annullamento devono essere effettuate le necessarie valutazioni comparative fra tutti gli interessi pubblici e privati, poi cita una serie di sentenze nelle quali si afferma che non è sufficiente il mero ripristino della legalità per giustificare l'annullamento e poi sentite che dice, che deve tenersi conto del tempo trascorso. E poi dice che l'annullamento in sede di autotutela può subire notevoli limitazioni quando il provvedimento di annullamento risulti suscettibile di determinare ripercussioni di rilevante gravità nella sfera giuridica dei destinatari. E ne ha già parlato l'onorevole Capelli. Allora, questi principi che poi vengono ripresi testualmente nell'atto con cui il responsabile unico del procedimento revoca l'annullamento, sono anche esatti, però facendo una breve ricerca si capisce, anche una breve ricerca interna ai pareri dall'avvocato Macciotta, che non si riferiscono alle aggiudicazioni provvisorie, ma a quelle definitive. Perché? Per l'annullamento delle aggiudicazioni provvisorie non è richiesto e ci sono una miriade di sentenze in questo senso, una particolare ed approfondita motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico a giustificazione dell'annullamento, perché basta la circostanza della presenza di gravi illegittimità. In ultima analisi l'avvocato Macciotta struttura la sua argomentazione in questi termini, gli atti sono illegittimi, ma se argomentiamo come se l'assegnazione provvisoria fosse definitiva, benché illegittima, non è conveniente procedere all'annullamento, ma l'annullamento richiesto era di un atto provvisorio. Perché l'avvocato Macciotta faccia questo nessuno di noi può accertarlo con una Commissione d'inchiesta, ma si pone un altro problema, che in una procedura amministrativa della Regione, non un parere dell'Avvocatura dello Stato, non un parere dell'Ufficio legale, ma un parere di una esterna convenzione, immagino, determina una distorsione del procedimento amministrativo. E allora il problema politico di cui questo Consiglio si deve occupare è questo: se si stia invalendo in questa legislatura una prevalenza dell'amministrazione di staff rispetto all'amministrazione strutturale, se stia prevalendo in questa legislatura una amministrazione regionale fidelizzata a chi vince le elezioni e quindi non imparziale rispetto al cittadino rispetto ad una amministrazione regionale che è regolata e strutturata da leggi che noi conosciamo. Questo è il problema politico di cui noi dopo il caso Saatchi, dopo il caso Sisar, dopo mille altri casi perché ce n'è uno al giorno, dobbiamo ragionare parlando di riforme e cioè la pubblica amministrazione in quali condizioni deve essere per non essere talmente subordinata all'indirizzo politico da non garantire il cittadino, e come deve essere il rapporto tra chi vince le elezioni e l'amministrazione perché chi vince le elezioni possa realizzare il suo programma? Non possiamo nasconderci che questo è il problema, il problema che un Consiglio che vuole fare le riforme dovrebbe affrontare. Per la seconda volta il Consiglio si trova ad affrontare una distorsione di atti amministrativi prodotti da una superiorità della burocrazia di Stato rispetto all'amministrazione regionale strutturata. Questo è un problema di legalità alla fine, e può essere risolto solo da un Consiglio che abbia idee grandi su come riformare la Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Due considerazioni: la prima è sull'aspetto specifico di cui trattiamo oggi ed è opportuno che il Consiglio regionale tratti questa questione. Non per voler trascinare l'esame in termini strettamente giuridici di un problema, né tanto meno per portare in quest'aula considerazioni che attengono ad altre autorità, in particolare quelli giurisdizionali, non ci interessa, non ci è mai interessato e per quanto ci riguarda non lo faremo. Ma, l'opportunità di una discussione e anche di una presa di posizione da parte del Consiglio su questo argomento, è dettata da motivazioni di carattere politico. Alcune considerazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto adesso negli interventi mi permettono di essere molto più sintetico su questo argomento. In estrema sintesi si può dire che questo procedimento presenta, ha presentato gravi, molto gravi profili di illegittimità nell'azione amministrativa accertati, accertati dalla stessa amministrazione che infatti ha avviato spontaneamente o comunque a seguito di rilievi, una azione tesa ad avviare le procedure per l'annullamento di quest'atto. Ma quest'atto non è stato poi, il procedimento di annullamento non è andato verso il provvedimento finale, per una considerazione strettamente giuridica che proprio sul piano delle motivazioni giuridiche è certamente accettabile, ma sul piano invece politico è del tutto inaccettabile da quest'aula per chi voglia ragionare con la propria testa. Inaccettabile e fuorviante per l'azione ordinaria della nostra amministrazione pubblica, e cioè i motivi di illegittimità vi sono, sono stati accertati, ma per arrivare all'annullamento d'ufficio, dice il già citato secondo o meglio terzo parere dell'avvocato Macciotta, il provvedimento finale di annullamento non è giustificabile di per sé, come un interesse primario perché va in qualche modo fatta una comparazione fra l'interesse pubblico e l'annullamento, perché solo un interesse pubblico può portare all'annullamento di un atto, e invece gli eventuali pregiudizi di rilevante gravità che può comportare questo atto nei confronti della sfera giuridica del privato verso il quale si va ad incidere. Fatta questa comparazione si può arrivare quindi, e l'amministrazione è arrivata a non giungere al culmine del suo procedimento annullando l'atto per il semplice fatto rilevabile non solo in termini giuridici ma anche in termini di buon senso, che cioè una sfera giuridica privata, cioè di un'impresa che ha partecipato alla gara e che evidentemente ha speso energie, tempo, professionalità, risorse economiche indubbiamente, perché per preparare la partecipazione ad una gara di questo livello tutto questo va messo in campo da parte di qualunque impresa e quindi l'interesse di questo soggetto privato deve essere tenuto in considerazione perché si fa riferimento ad un principio: quello della proporzionalità dell'intervento, l'intervento della pubblica amministrazione deve essere proporzionale sia all'interesse pubblico sia all'interesse privato, in uno stato di diritto e in un sistema giuridico che assegna dignità pari alla pubblica amministrazione e al privato, in queste procedure di contraffazione di diritto privato, devono essere entrambe prese in considerazione. Questo si può capire anche in termini di buon senso, di ragionevolezza, una società che partecipa non può essere messa in ginocchio per gli errori della pubblica amministrazione. Poniamo che tutto sia stato così, anche se qualche inquietudine credo che resti sul rapporto che vi è tra la pubblica amministrazione e questo soggetto e forse sarebbe opportuno capire qualcosa di più sulla natura di questi rapporti. Ma per il momento prescindiamo da questo aspetto. Rimane il fatto che il mancato annullamento deriva semplicemente, per espressa indicazione del professionista cui è stato chiesto il parere pro veritate, deriva soltanto dalla necessità di non colpire ingiustamente un interesse privato ma rimane il fatto concreto, reale, inequivocabile, di un comportamento illegittimo della pubblica amministrazione regionale in questo procedimento. Di fronte a questo che cosa facciamo? Poniamo anche che sul piano strettamente giuridico la decisione finale possa anche essere accettata sulla base di questi principi, ma qual è la conseguenza a cui andiamo incontro, ed è su questo che vorrei si soffermasse l'attenzione dei colleghi consiglieri. Che da ora in poi, sempre di più, da ora in poi, ma sempre più massicciamente, se non viene fermato questo modo di comportarsi da parte degli uffici e da parte degli organi di diritto politico, sempre di più noi avremo procedimenti che varcano la soglia della legittimità, che si spingono verso il compimento di atti gravi di illegittimità che poi però, per il passare del tempo…lo dice espressamente l'avvocato: il passaggio del tempo comporta delle conseguenze, e così si andrà avanti da ora in poi, da parte almeno di questo governo regionale, si azzarda, si rischia, si permette che si compiano illegittimità e poi con il passar del tempo poiché incide su una sfera giuridica privata che va comunque tutelata secondo l'ordinamento, si è costretti, tra virgolette costretti, ad andare avanti nonostante l'illegittimità si porta avanti un procedimento sacrificando l'interesse pubblico della trasparenza e del buon andamento della pubblica amministrazione. E' questo che vogliamo? Sul piano politico la cosa è veramente grave! Io concordo su tutto quello che hanno detto i colleghi, tranne sul fatto che un atto del genere, un procedimento del genere, non meriti da parte del Consiglio una maggiore attenzione, forse anche davvero l'avvio di una procedura d'inchiesta, non tanto per definire se questo atto debba o no essere annullato, quanto per definire se la parte degli uffici della pubblica amministrazione e degli organi di indirizzo politico, non vi sia, ormai permanente in questa Regione, una posizione che tende sempre sistematicamente all'azzardo, alla sfida nei confronti della giustizia. Una sfida che ormai non attiene soltanto a queste questioni, la Giunta regionale e la sua maggioranza che la sostiene, non intervenendo, continua a permettere una prassi amministrativa e di governo che è una sfida continua nei confronti della giustizia, così è stato per il caso Saatchi & Saatchi, ma così per questa procedura d'appalto ma così è stato anche in materia contabile riguardo agli anticipi delle entrate. Si sfida la giustizia, in attesa che qualcuno poi protesti, intervenga, chieda l'intervento di organi giudiziari superiori, come la Corte Costituzionale e poi si vedrà… così è per gli atti relativi al Piano paesaggistico regionale, si sfida continuamente la giustizia, ma non solo la giustizia dei giudici, voi state stirando la giustizia dalla gente, la giustizia del popolo ed è questa che speriamo che vi chiami prima o poi a rispondere.
PRESIDENTE. Grazie onorevole La Spisa. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (Progetto Sardegna). Presidente, colleghi, l'ultimo intervento del collega La Spisa che con un ragionamento che proverò anche a riprendere, passa da questioni di tipo amministrativo a questioni di tipo maggiormente politico, rileva un po' il senso vero di questa mozione che oggi viene presentata. Mozione che peraltro io considero, nel suo intento di fare chiarezza su un caso che ha avuto un andamento non lineare, per me sarebbe di per sé chiaramente legittimo, cioè quello che voglio dire è che ben venga il ruolo dell'opposizione quando solleva questioni, quando cerca di approfondire, quando cerca di indagare e di capire se nella nostra pubblica amministrazione tutto avviene secondo criteri di piena legittimità. Dove credo si possa dissentire da quello che ricordava il collega La Spisa ma anche il collega Capelli è quando dall'esistenza di atti o di procedure che meritano l'approfondimento, io credo che ce ne siano tanti, perché questa Regione non ha gestito negli ultimi mesi due bandi, non è che le procedure di appalto sono state due ma sono state diverse decine. Quando dal fatto che abbiamo una pubblica amministrazione, che magari potremo tutti insieme decidere, con un ordine del giorno, di mandare a scuola di legge sugli appalti e di provare a formare, a far crescere, a far migliorare… buttiamo lì il sospetto, buttiamo lì il suggerimento che tra questi atti che possono non aver avuto una piena linearità, una piena legittimità, e questo lo decideranno credo più opportunamente le sedi giudiziarie perché anche questi appalti contestati sono oggetto di ricorsi, e come nel caso della Saatchi di contro ricorsi, che queste illegittimità che sono al vaglio che devono essere provate, sono in qualche modo frutto di una volontà politica. E' qui il teorema che io credo che non sia accettabile, è qui il teorema che porta la discussione in quest'aula parlamentare con un sapore completamente diverso, perché noi siamo con voi, nel momento in cui l'opposizione svolge il suo ruolo legittimo e di approfondimento sugli atti, ma credo che invece sia forzoso e credo che sia anche profondamente ingiusto quando da un atto amministrativo, quando fa comodo si richiama e si associa ad un atto amministrativo, che siamo qui per cercare di chiarire, non una negligenza, oppure anche un comportamento che poi chi dovrà valutare valuterà perché non abbiamo finito il percorso per valutare quell'atto quando si associa una volontà politica. Da questo punto di vista il collega Capelli, quando dice che il Presidente considera le casse della Regione come il suo portafoglio, allora farebbe bene anche il collega Capelli a ricordare che non il Presidente, ma questa Giunta, proprio perché hanno una grande attenzione alla spesa, non hanno avuto alcuna paura, e lo dico anche a lei collega La Spisa, non di avallare l'illegittimità, non di far trascorrere il tempo, non di lasciare che le cose trascorressero per paura di creare un altro caso, di dare fastidio a qualcuno, ma hanno avuto paura, quando c'erano dei bandi che non erano illegittimi del procedimento ma sono stati considerati inopportuni dal punto di vista anche dei contenuti e degli indirizzi, ad intervenire in situazioni in cui i bandi erano in una fase estremamente avanzata, e mi riferisco al bando del sistema informativo di base della regione, che era un bando che era stato appaltato per 48 milioni di euro, e che è stato annullato e guarda caso ne riportava le sue … al suo indirizzo pieno, è stato poi riassegnato presso gli 8 milioni di lire uno… allora dove è lì la mancata volontà politica di intervenire? Dove è lì la volontà di lasciar correre le cose? Dove è lì la volontà di non cercare non solo la ricerca della piena legittimità, ma anche la pienezza dell'indirizzo politico e dell'effettivo raggiungimento dell'obbiettivo di quell'appalto? E dove è la mancata volontà di intervenire? E dove è la mancata volontà di intervenire anche sul piano della legittimità, per esempio nel caso della radioterapia, quando la Giunta, in autotutela, sospende un bando da 210 milioni di euro, che doveva vincolare questa Regione per 30 anni, una tecnologia obsoleta, e giustamente sia nei costi, sia nei contenuti sospende quel bando, e ripropone quel bando e oggi viene riaffidato per 140 milioni di euro, per un vincolo di soli 10 anni, con la clausola che se quella tecnologia diventa obsoleta, quella tecnologia viene cambiata? E con un contenuto di intervento, in termini anche di qualità del servizio, perché si tratta di macchine di ultima generazione a 3D, che quindi intervengono in maniera selettiva sulle cellule tumorali, quindi con una qualità di servizio molto più alta e quindi con un servizio ai cittadini molto più alto, e si interviene in quel bando con efficacia, facendo anche fronte a tutti i ricorsi e controricorsi, che anche in quel caso, visto che si è arrivati al TAR, sono arrivati.
Quindi credo che così come nel caso Saatchi… perché io torno, perché io qui vedo che c'è anche una volontà nel tentativo non di fare chiarezza, come giustamente l'opposizione chiede di fare, ma attraverso fatti che meritano di essere approfonditi, di gettare fango, di gettare qualche schizzo di fango a chi oggi guida la Regione. Io lo ricordo il caso Saatchi. E il caso Saatchi è la chiara dimostrazione di come un procedimento che può non avere seguito un iter lineare… Io credo che ci siano state alcune cose non lineari, come il comportamento di alcuni commissari che a procedimento aperto hanno rilasciato interviste ai mezzi di stampa, e come commissari che hanno rilasciato interviste ai mezzi stampa, guarda caso, quei commissari, risulta da deposizioni delle persone che hanno deposto in commissione d'inchiesta, che erano legati in qualche modo a società che hanno partecipato a quell'appalto. Io ricordo che il caso Saatchi è stato un caso annunciato, perché l'onorevole Pili, un deputato della Repubblica, un mese prima che fosse iniziato il procedimento, cioè a metà ottobre, aveva già previsto tutto. L'onorevole Pili aveva già previsto che quel bando sarebbe andato male, che ci sarebbero state gravi irregolarità e guarda caso la previsione dell'onorevole Pili, fatta a metà ottobre, si è verificata, nel senso che poi il bando ha proceduto al suo annullamento. Ma anche lì, c'è un funzionario che non ha lavorato bene? C'è un direttore che non ha lavorato bene? Un presidente di commissione che non ho lavorato bene? Allora questo può succedere, sappiamo che abbiamo una pubblica amministrazione che può crescere, che può migliorare, sappiamo che dopo tanti anni di promozioni automatiche, che voi avete promosso, abbiamo aperto la pubblica amministrazione ai concorsi, abbiamo aperto anche alla attrazione di dirigenti che possono venire dall'esterno, se quelle capacità possono qualificare la pubblica amministrazione. E questo va benissimo! Ma dove voi fate una scorrettezza, dal punto di vista politico, è associare eventuali percorsi non ottimali, non lineari, e in alcuni casi da dimostrare peraltro, perché i giudizi anche su Saatchi li andiamo a vedere come possono essere maturati, associarli con una volontà politica. Questo credo che non sia corretto, credo che non sia corretto neanche che oggi si parla di prevalenza della amministrazione di staff sull'amministrazione strutturale. Due casi, due indizi non fanno una prova, onorevole Maninchedda. E io credo che se abbiamo veramente la volontà di capire come funziona la pubblica amministrazione, dovremmo andare a riprendere l'insieme dei bandi e l'insieme dei comportamenti, alcuni li ho citati, ma ne potremo prendere molti altri, e vedere se questa pubblica amministrazione non solo opera nella legittimità, ma magari in alcuni casi meriterebbe o avrebbe meritato di essere richiamata da chi aveva responsabilità politica, come nel caso delle 700 auto blu che ci siamo ritrovati in questa amministrazione, che oggi sono diventate 70. Se magari quell'amministrazione che si è dimenticata 5 milioni di contratti d'affitto in giro per la Regione, doveva, chi aveva la responsabilità, anche richiamarla a dei comportamenti eticamente, economicamente più efficienti e più capaci di rispondere a quelle che sono le esigenze della nostra comunità.
Ben vengano gli approfondimenti, ben vengano le mozioni, ma credo che dal punto di vista politico quest'amministrazione non abbia veramente niente da imparare da quella che l'ha preceduta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Farigu. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi. Io ritengo del tutto inutile, dal mio punto di vista, affrontare l'argomento analizzando questa questione, oggetto di questa mozione, sotto il profilo giuridico, sotto il profilo legale, della correttezza amministrativa. Perché qui dentro non c'è neanche uno dei colleghi più modesti rispetto alla preparazione giuridica e amministrativa, e tanto meno lei, signor Presidente, che non abbia autonomamente la capacità di valutare sotto il profilo legale, sotto il profilo amministrativo, la correttezza di quanto si sta esponendo. Quindi addentrarmi anch'io sull'analisi in particolare di questi aspetti, mi sembrerebbe non aver abbastanza rispetto nei confronti dei colleghi e nei confronti di lei, signor Presidente, che hanno certamente capacità, come minimo quanto le mie, per valutare la portata sotto quel profilo del provvedimento all'esame. Ciò che mi preoccupa e che mi rende, come dire, in un certo senso, non dico angosciato, ma dentro un certo disagio politico è che questo Consiglio si trovi continuamente ad intervenire su questioni di questa natura e di questa rilevanza. Sono fatti tutti questi, che vedono sempre dietro l'uscio la magistratura. Ed io non sono preoccupato della Magistratura di per sé, che faccia il suo dovere. Io sono preoccupato quando la Magistratura sente la necessità, trova le motivazioni per intervenire, perché vuol dire che stiamo vivendo un grande vuoto politico. La Magistratura trova questi spazi, li ha trovati sempre, storicamente, questi spazi, e non è storia molto lontana, proprio quando la politica latita, dorme, si assenta, va in crisi. E la crisi che stiamo attraversando non è una crisi di competenza legale nell'ambito dell'amministrazione regionale, in capo agli Assessori e tanto meno al Presidente della Giunta. Anzi, questi provvedimenti denunciano al contrario una grande conoscenza delle norme giuridiche, perché per porre in essere determinati atti occorre grande competenza, quando si vogliono raggiungere determinati obiettivi. Quindi non c'è carenza di competenza amministrativa, legale, per governare i settori di competenza degli Assessori e del governo della Regione nel suo complesso. Al contrario! E poi non è raro il caso, è anzi troppo frequente la disponibilità di uomini dell'Università, che avvalendosi del bellissimo mantello dell'alta cultura universitaria, si mettono al servizio, lo dico, è da un po' che lo sto pensando, ma ieri ne ho avuto conferma dal Ministro Mussi, che ha denunciato questa disponibilità di molti personaggi dell'Università, che si mettono al servizio, per copertura, col mantello dell'università, di interessi particolari che si annidano nella pubblica amministrazione, nel governo della pubblica amministrazione. Io signor Presidente sono intervenuto, e lo faccio con maggiore convinzione dopo l'intervento del collega Porcu, che è venuto nella politica sospinto certamente da un bisogno, come dire, di rinnovare, di dare un contributo ad una situazione politica di crisi generale che era in Sardegna. In quei termini avevo pensato l'iniziativa del presidente Soru, in quei termini avevo trovato io, contrario alla prolificazione di nuovi soggetti politici, avevo trovato in qualche misura la comprensione della creazione del nuovo soggetto politico. Però l'intervento del collega Porcu mi ha ulteriormente convinto, che questa necessità, che avevo simbolicamente raffigurato o identificato nell'atto del Presidente, che si lamentava della mancanza dei panini coi prodotti sardi, grande sardo che voleva dare la scossa al sardo, però dissi allora e lo ripeto oggi, che il Presidente della Regione ha cambiato gusto, ha cambiato gusto e ai prodotti sardi ha sostituito i sapori dei croissant emiliani, piemontesi, veneti disseminando di presenze autorevoli sul piano tecnico di personalità estranee alla Regione. Qualcuno ha detto, e certo sono elementi di grande esperienza, competenza e scienza, che sono stati chiamati per arricchire l'amministrazione, l'apparato dell'amministrazione regionale, lì per lì sembra pure una bella affermazione, colui che vuol fare crescere le risorse umane di questa Regione, che chiama grandi esperienze, grandi scienze ferme, per arricchire le risorse umane della nostra Regione. Ma mi è venuto ieri un dubbio, e oggi mi attanaglia ancor più forte che quello non sia il vero intendimento, quello è il solito elemento di copertura, come di copertura fu la motivazione dell'indicazione dell'Assessore alla sanità e lo chiese all'Assessore se si era interrogata il perché aveva nominato lei Assessore alla sanità e non un sardo, è intelligente come è disse allora - e lo ripeto oggi - non potevo pensare di essere una intelligenza assoluta senza riscontro adeguato in Sardegna. Qual era la domanda di allora, ingenua però superata dai fatti? Che poteva servirsi di elementi estranei per mettersi al riparo delle contaminazioni, quello era il frutto della mia prima ingenuità, i fatti purtroppo hanno detto svegliati! Che non è così! Che è esattamente il contrario e per potere operare in franchigia con l'ausilio di personalità esterne all'ambiente; e allora mi sono interrogato e mi interrogo, e non è un interrogativo di un uomo di opposizione tout court non è nel modo più assoluto, io mi vorrei liberare da queste posizioni, e vorrei che l'intero Consiglio si liberasse da queste posizioni di contrapporci rispetto a problemi così delicati e complessi da schieramenti di maggioranza e di opposizione. Qui sono in gioco problemi fondamentali che riguardano la vita stessa delle nostre istituzioni, che riguardano l'intera vita della nostra Regione e del nostro apparato. Io ho capito da tempo e lo dico che tutto quello che va portando avanti questo Governo regionale anzi il Governatore regionale, perché non esiste la Giunta e io chiedo scusa ai miei amici carissimi che stimo e sono dentro la Giunta, ma come viene trattato l'ho detto e lo ripeto, diventa uno strumento nelle mani, perché diventa uno strumento non più governabile dal governatore, il governatore lo cambia, il Consiglio è annullato, e allora tutto questo a chi giova, alla maggioranza o all'opposizione? Questi processi di degrado, di deriva nuocciono all'intero sistema democratico, quindi toccano maggioranza e opposizione, e allora lei, Presidente, e lo dico alle altre forze politiche, sinceramente autonomistiche, occorre trovare un momento di grande coesione per uscire da questo degrado, e per uscire da questa deriva e restituire dignità alle istituzioni, restituire all'amministrazione regionale credibilità nell'opinione pubblica, perché se l'opinione pubblica viene costantemente, costantemente informata di episodi gravissimi e la magistratura interviene in continuità, non viene a nuocere il Governatore non viene a nuocere la maggioranza, ma viene a nuocere l'istituzione e l'intero Consiglio regionale. E allora questo ci deve preoccupare e da questo episodio dobbiamo trovare l'energia, la capacità di riscossa per restituire al Consiglio regionale, alle forze politiche tutte il senso di profonda responsabilità democratica, un senso di profonda responsabilità nell'interesse superiore della nostra Regione e del popolo sardo. Queste cose volevo dire soltanto, Presidente. E la ringrazio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Grazie, signor Presidente. Io spero di dare un contributo per risollevare un po' l'ottimismo, perché in questa Aula qualche consigliere che mi ha preceduto ha detto che la dirigenza è inadeguata, l'Ufficio legale non se ne parli, insomma siamo un po' mal presi. Io credo, perché in questi tre anni e mezzo ho potuto osservare le azioni di governo di aver detto in tempi non sospetti che c'è il desiderio di incarnare questo sistema terribile che è il presidenzialismo senza controlli, senza contrappesi e anche il ruolo del Consiglio regionale, l'ultima vicenda di Saatchi and Saatchi si è sentito dire a conclusione della relazione del Presidente: "Io la penso diversamente". E siamo a casa tornati a casa infelici. Quindi non ci vogliono contrappesi, non ci vogliono organi di controllo e quando esprimono pareri di censura sulle azioni di governo scatta il rancore sordo e la furia verso le istituzioni, cosa mai accaduta nella storia dell'autonomia. Però dicevo in tempi non sospetti, che il Presidente, incarnando coerentemente questo sistema, si stava creando, e c'è riuscito, un'amministrazione parallela, perché non deve essere disturbato. Tant'è che anche in alcuni Assessorati sono stati promossi dirigenti dei sociologi, che non masticando il diritto amministrativo hanno bisogno di badanti per sostenerli in questo difficoltoso cammino e così come alcuni dirigenti che onestamente hanno sollevato perplessità sulla legittimità degli atti sono stati deportati, umiliati e rimossi perché non ossequiosi verso il principe. Cioè, qui non ce né maldicenza, né calunnia, purtroppo, e mi rivolgo alla parte della sinistra riformista e non radicale, qui c'è una questione legale, una questione morale e questo capitolo incrementa, in modo inquietante, proprio la questione morale, ed è indiziato il sistema presidenziale, qui sembra ci sia una Costituzione non scritta, dal Presidente, che permette appunto in un modo discrezionale politico e arbitrario, perché le scelte dal punto di vista politico anche fatte con discrezione sono condivisibili, perché voi avete la responsabilità di individuare le priorità di concretizzarle ed è giusto che ci sia una discrezionalità politica, ma certamente non quella arbitraria, che permette di vulnerare sistematicamente le leggi agli amici degli amici e agli interessati. Io ancor prima dico da cittadino, prima ancora di esternare le perplessità da consigliere regionale, dico ma è possibile che un dirigente avanzi perplessità per tutelare l'amministrazione e di questo non si tengano nel dovuto conto, si chiede, nonostante l'Ufficio legale, che probabilmente sulla vicenda di cui noi trattiamo avrebbe espresso perplessità, ma si chiede un parere ad un consulente esterno e questo parere è conforme a quello espresso dal dirigente giubilato. Ecco sono cose inquietanti ancor prima che consigliere, io come cittadino vedo con preoccupazione questo solco che si crea tra la politica d'assalto, politica spregiudicata che disprezza le regole della società civile, cioè ci stiamo distinguendo per dare poca credibilità alla politica, con queste azioni. Se poi analizziamo ciò che era contenuto nella statutaria all'articolo 21 comma 2, dove si pretendeva dai collaboratori dei dirigenti "massima e leale collaborazione" leale e massima, il leale è contemplato nell'articolo 97 della Costituzione, ci mancherebbe altro che non ci fosse questa predisposizione, questo supporto leale, ma questo rafforzativo massima, contemplato nella statutaria, la dice lunga sulla filosofia di chi vuole esercitare il potere senza regole, senza verifiche, senza contrappesi, questo è il pericolo. Allora, io chiaramente mi riserverò, dopo aver sentito la replica della Giunta, di esprimere il voto, ma ripeto con amarezza che ancora una volta siamo di fronte a delle pagine inquietanti, perché non siamo mai stati machiavellici noi Sardisti, "il fine giustifica i mezzi", perché non è tollerabile questa cultura politica, i mezzi devono essere eccellenti, intonsi, limpidi, trasparenti, rispettosi della procedura se vogliamo che il fine sia altrettanto. E' stato inquietante quando in quest'Aula è stato sostenuto che ai sardi non interessa un fico secco del rispetto delle procedure, ma sapere solamente come si spendono i soldi, questa è una cosa inquietante, è una barbarie, ed è per questo che si distrae l'attenzione pubblica dalle camarille, dai giochi verso i quali la Magistratura, supplendo alla carenza di politica, si interessa sempre più frequentemente, e questo è vergognoso per tutti i consiglieri, perché la Magistratura, in modo improprio, è da troppo tempo che si sta interessando di politica e non mi consola il fatto che in altre stagioni si siano fatti eventuali abusi e quindi oggi, noi, per la par condicio ci rapportiamo a quella cultura ritenuta truffaldina, no!, noi dobbiamo essere i garanti delle istituzioni, la democrazia non può essere un valore di parte, di chi guida la macchina esecutiva, dev'essere un valore che deve avvolgere tutti quanti. Ecco perché è con preoccupazione che ogni volta che si mette mano su un appalto, ci si dimentica che sta diventando l'ultimo contrafforte il Codice degli appalti, ma il Codice degli appalti è così chiaro, così lampante e c'è una regola semplice, molto semplice che dice che i criteri devono essere individuati contestualmente al bando e non dopo, è presente in questa sciagurata gara questa sciatteria, questo pressappochismo; ma chi si deve favorire? Perché non prendere atto che non si può andare avanti mortificando i dirigenti, il personale, che spesso proprio per tutelare l'amministrazione rischiano e esternano le loro giuste perplessità perché rispondono in coscienza a un criterio di imparzialità, sono al servizio della comunità non del principe, e chi osa dissentire viene defenestrato, subendo fratture multiple dal punto di vista psicologico, chiaramente, oppure deportato, mortificato, e di questo è responsabile non solo il Presidente, ma soprattutto quella parte ossequiosa che in psicologia viene raffigurata come i bambini accomodati al loro posto, ossequiosi, silenziosi e non vogliono disturbare il manovratore.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Atzeri. E' iscritto a parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Grazie Presidente. Intanto lamento ancora una volta, e penso non sarà l'ultima, l'assenza ingiustificata del Presidente della Giunta. Poteva avere una giustificazione la sua assenza oggi, se fosse rimasta in piedi la riunione fissata con i sindacati, ma siccome questi hanno dichiarato che non parteciperanno all'incontro, sicuramente il Presidente della Giunta avrebbe potuto presenziare in aula per ascoltare, ancora una volta, quelle che sono le critiche, ma soprattutto i suggerimenti che possono arrivare anche dalla parte avversa. Ancora una volta latita, ancora una volta mette l'Aula e questo consesso all'ultimo posto dell'alfabeto, incurante di quelle che sono le operazioni di controllo sull'operato dell'Esecutivo che questo Consiglio deve fare. Vorrei ricordare a tutti che il dottor Girau è caduto su questa gara, anche il dottor Girau, come me, è un nano per il presidente Soru, fa parte di quella schiera di sardi che per lui sono nani, e per questo, anche per questa gara, ha preferito rivolgersi all'esterno, nominando presidente di questa gara un signore che prima ha fatto il consulente all'Assessorato alla sanità, e poi è stato definitivamente nominato Direttore generale presso la Presidenza. Il collega Porcu ha usato due aggettivi sul nostro comportamento. Ha detto: "Sospetto colposo e ingiusto". Vorrei dire al collega Porcu, che è tanto esperto in materia di appalti, e sottolineo "tanto esperto", di andare a leggersi l'articolo 83 del Codice degli appalti, e vedere tutto quanto è indicato all'articolo 83 e tutte le procedure che una commissione di gara deve seguire. E ho avuto modo, in quest'Aula, di dichiarare in tempi non sospetti, che questo Presidente, questa Giunta e questo Governo regionale, preferiva gli esterni ai validi funzionari della Regione autonoma della Sardegna. Ha iniziato con la nomina dei direttori generali delle ASL, ha proseguito con la nomina dei direttori amministrativi, ha proseguito poi con tutta una serie di consulenti. Assessore, la prima domanda che le faccio: lei dovrebbe chiedere la sostituzione di tutti i funzionari del suo Assessorato, perché, vede, la prima persona a cui è venuto qualche dubbio sulla legittimità di quest'atto è il direttore generale del servizio affari generali del suo Assessorato, il quale, dovendo procedere all'aggiudicazione, non essendo convinto della legittimità dell'atto ha chiesto lumi al direttore generale, che è persona diversa, è un alto funzionario del suo Assessorato; il primo ha un cognome che è Atzei, il secondo funzionario ha un nome e cognome che è Graziella Pintus, la quale si è rivolta, non all'ufficio legislativo della Regione, che fino a prova contraria solo per il vostro Governo è un organismo privo di competenze, probabilmente creato da avvocati ignoranti, incapaci di difendere la Regione in qualsiasi sede, dal momento che ricorrete sempre all'esterno, ho chiesto in questa aula l'elenco di tutte le convenzioni che sono state affidate all'avvocato Macciotta, ma ancora non le ho viste, non mi sono state recapitate, comunque, ancora una volta, chissà da parte di chi sia arrivato il suggerimento, la dottoressa Pintus si rivolge, ancora una volta, all'avvocato Macciotta. Io leggo una parte del primo parere dell'avvocato Macciotta, che era quello che era stato incaricato di seguire l'andamento delle gare presso l'Assessorato alla sanità in una delle convenzioni, a 43 mila 840 euro a convenzione per sei mesi, pubblicate sei mesi dopo essere stata approvata sul sito della Regione. Il primo parere dell'avvocato Macciotta conclude che la gara doveva essere annullata perché: "presenta profili di criticità tali da poter determinare l'annullamento della medesima procedura, perché non rispettosa dei principi di trasparenza, imparzialità, che devono sempre contraddistinguere l'agire della pubblica amministrazione" - e prosegue - e perché "non si comprende dai verbali di gara quale sia stato l'iter logico motivazionale seguito dalla commissione per l'attribuzione dei punteggi" e perché ancora "la formula utilizzata nel capitolato per l'attribuzione del punteggio relativo all'offerta economica abbia determinato un sostanziale appiattimento dell'elemento prezzo favorendo eccessivamente chi ha proposto il ribasso meno conveniente per l'amministrazione" che peraltro, strano, ha coinciso proprio con quello dell'aggiudicatario provvisorio. A seguito di questo parere il primo funzionario che aveva esaminato la pratica ha dato avvio al procedimento per l'annullamento della gara, comunicandolo naturalmente, esattamente il 27 luglio, cioè il giorno dopo aver avuto il parere da quel legale che era il legale di fiducia dell'amministrazione regionale, cioè il 26 viene consegnato il parere dell'avvocato Macciotta in Assessorato, il 27 si propone l'annullamento della gara. Stranamente però fino al mese di settembre quella procedura viene bloccata, non si procede all'annullamento e a settembre viene chiesto un nuovo parere all'avvocato Macciotta, cioè a distanza di due mesi. Ma l'avvocato Macciotta conferma e ribadisce, nel secondo parere, "tutte le valutazioni espresse dal sottoscritto nel precedente parere", cioè conferma che quell'atto era da annullare perché "le valutazioni evidenziavano una serie di criticità relative alla modalità di svolgimento della predetta procedura che avevamo consigliato, in ogni caso e a prescindere, l'apertura di un procedimento di annullamento d'ufficio, precisando nel contempo che le già evidenziate criticità non possono essere considerate ridimensionate alla luce delle controdeduzioni trasmesse sia dalla commissione di gara che dall'aggiudicatario provvisorio". Mi viene un dubbio: chi è che aveva interesse a presentare controdeduzioni? Principalmente la commissione di gara. Perché era talmente preoccupata, la società aggiudicataria, di presentare controdeduzioni? Forse ha detto che aveva operato in base all'articolo 83 del codice degli appalti? Forse nelle controdeduzioni della commissione di gara c'è scritto che sono state rispettate tutte le procedure previste dall'articolo 83? Neanche per sogno! E allora giustamente quella gara era da annullare. Poteva chiedersi anche un altro parere, non è stato chiesto, Assessore. Non è stato chiesto perché voi dovete far camminare l'acqua anche all'insù! Anche contro le evidenti illegittimità dovete aggiudicare! Adesso stiamo studiando un altro caso: avete importato un altro ginecologo romano perché in Sardegna non ne abbiamo bravi! Abbiamo un altro vincitore di concorso per ginecologo, da Roma lo abbiamo portato! Noi non ne avevamo bravi! Stiamo valutando se sia in possesso dei titoli, Assessore…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cappai.
CAPPAI (U.D.C.). …per vedere se state operando secondo l'interesse dei sardi oppure secondo il vostro interesse.
PRESIDENTE. Grazie.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Io avrei prima voluto sentire la replica dell'Assessore su questa mozione, però eventualmente mi riserverò di intervenire durante le dichiarazioni di voto. L'idea che mi sono fatto è che quest'appalto farà buona compagnia all'altro grande appalto che è quello della Saatchi & Saatchi, perché mi pare che ci siano molte cose che non quadrano, molti conti non tornano, ci sono tante cose che non sono chiare all'interno di questo bando e quello che invece non si capisce è perché mai siamo arrivati anche in questo caso ad affrontare l'argomento in questo Consiglio regionale e perché, invece, non si è potuto trovare una soluzione prima. Ma è chiaro che la soluzione prima non si trova perché l'organo tecnico, invece di essere lasciato lavorare in autonomia, è condizionato fortissimamente dall'organo politico. Il vero problema degli appalti che vengono impugnati, che vengono annullati, che stanno creando tutti questi problemi è questo: che c'è una vicinanza troppo forte da parte dell'organo politico sulle decisioni che invece dovrebbero essere più squisitamente tecniche. Allora mi pare che il copione sia identico, che l'esperienza recente dell'appalto della Saatchi & Saatchi non sia servita, che si vuole continuare a perseverare in questa Giunta nel senso che gli appalti devono andare nella direzione che vuole la Giunta, non nella direzione che vogliono le leggi, non nella direzione che vogliono i regolamenti, non nella direzione dove ci sono i veri interessi della Regione sarda. E questo, devo dire, è un fatto che preoccupa molto, questo è l'aspetto che più ci preoccupa nel senso che noi sappiamo che da parte del governo della Regione c'è un'attenzione anomala nei confronti di un argomento che, invece, avrebbe dovuto avere un percorso, un iter diverso. Allora io credo che il fatto che venga contestata ripetutamente e continuamente la legittimità degli atti di questa Giunta regionale è un fatto che deve far riflettere questo Consiglio regionale, e purtroppo questo Consiglio si sta occupando troppo di questi aspetti della pubblica amministrazione. Io credo che questo Consiglio regionale avrebbe dovuto affrontare altri problemi, invece continuamente sta affrontando questioni che dovrebbero essere fuori da quest'aula. Io credo che oggi magari questo Consiglio regionale avrebbe dovuto affrontare possibilmente altri problemi che riguardano la sanità. Io mi riferisco al collega Porcu, che è un collega che stimo salvo constatare che fa troppo tifo alla sua Giunta regionale, io credo che dovrebbe essere più equilibrato anche quando parla, visto che l'ha citato, dell'appalto della radioterapia, e perché oggi noi invece avremmo potuto affrontare i veri problemi della sanità, ad iniziare proprio dalla radioterapia e magari l'Assessore ci avrebbe spiegato perché mai i problemi sono gli stessi, che a me sembrano anche più gravi perché giorno dopo giorno noi vediamo gente che sta prendendo la nave o l'aereo per essere trattata fuori della Sardegna e, a legislatura quasi finita, praticamente noi vediamo che il problema non è assolutamente risolto, ma anzi il problema sta diventando sempre più grave. Quando li risolviamo i problemi? Quando questa Giunta regionale non ci sarà più? Ecco, io credo che questo Consiglio regionale si dovrebbe occupare dei veri problemi della sanità, che sono tantissimi e che sicuramente non stanno andando verso una soluzione, ma purtroppo noi invece stiamo affrontando altre cose che non dovrebbero essere di specifica e di diretta competenza di questo Consiglio. Allora io credo che questa Giunta regionale ci deve spiegare, una volta per tutte, perché ricorre all'ausilio dei professionisti esterni e però poi, anche una volta che ricorre a queste figure, non prende in considerazione quello che loro dicono, e noi vediamo come nel caso specifico vediamo che ci sono pareri di un legale nominato da un organo della Giunta regionale o meglio dal direttore generale dell'Assessorato, che praticamente ha bisogno di intervenire non una volta, ma diverse volte. Allora, io credo che il parere legale và dato una volta e quello basta, ma non che tutte le volte vengono prodotti pareri diversi perché alla fine bisogna chiudere il cerchio. E' questo il fatto che ci insospettisce ancora di più, perché non è pensabile che alla fine anche la dichiarazione iniziale, giusta, che ha espresso il legale nominato dal direttore Girau per avere un supporto tecnico, poi non è stato preso in considerazione o, in qualche modo, è stato modificato, come abbiamo visto, è stato già detto con dichiarazioni diverse. Allora, io mi pongo un'altra domanda: che cosa se ne fa questa Giunta regionale dell'Ufficio legale? Io credo che conviene abolirlo, conviene mandare i funzionari a fare altro, ma non è pensabile che questi funzionari non vengano minimamente presi in considerazione, non vengano consultati o comunque, quando vengono consultati, evidentemente, il parere dell'Ufficio legale della Regione, che è un organo tecnico, tant'è vero che dovrebbe essere imparziale, non esiste! Ecco un altro grave problema che la Giunta regionale ci dovrebbe spiegare. Allora, io credo che noi dovremmo valutare il fatto che oggi gli appalti della Regione sarda hanno un tipo di evoluzione che vede dietro un interessamento della Giunta, per non dire del Presidente, che è orientato verso la definizione, in un certo modo, dell'esito degli appalti stessi. Se questo è il nuovo modo di governare a noi preoccupa molto, noi preferiremmo che si tornasse ai vecchi sistemi dove gli appalti venivano gestiti come dovevano essere gestiti, garantendo soprattutto all'organo tecnico che è, in quanto tale, imparziale, che quindi è capace di fare gli appalti così come devono essere fatti. Allora, io credo che questa Giunta regionale sta perdendo tempo, perché alla fine poi le risorse non verranno spese perchè gli appalti verranno impugnati, sta perdendo risorse perché alla fine le risorse verranno bloccate perché le cose non andranno avanti e allora io mi chiedo se questa Giunta, in questo scorcio di legislatura che rimane, vuole continuare a perseverare, vuole continuare ad essere refrattaria nei confronti delle leggi costituite, delle leggi regionali, delle leggi dello Stato, vuole continuare a sfidare la magistratura così come sta facendo, vuole continuare a imporre anche contro il rispetto della norma vigente su questioni, invece, che dovrebbero avere un altro tipo di atteggiamento.
Allora, io credo che bisogna uscire da questa politica degli slogan, di questo rinnovamento, il collega Porcu ha parlato prima delle 900 auto blu che sono diventate 50, non è assolutamente vero, state dicendo balle! Le auto blu ci sono ancora, le auto che stanno mancando sono le auto degli impiegati, dei funzionari della Regione, che non sanno più dove andare e come andare a lavorare! Questo è il vero problema, perché le auto blu ci sono ancora, purtroppo, quelle che stanno mancando sono le auto di servizio, dovete andare a girare negli uffici della Regione, degli enti regionali per vedere qual è oggi la situazione per quanto riguarda il personale che deve fare uso dei mezzi dell'Amministrazione. Allora, io credo che invece di usare la politica degli slogan e dei proclami, io credo che bisogna tornare a parlare di politica vera, a parlare dei veri problemi e a fare...
PRESIDENTE. Sì, concluda.
LADU (Fortza Paris). Ho finito, Presidente. Io credo che questo Consiglio regionale deve riprendere a fare politica vera, a fare politica affrontando i problemi, evitando che anche atti amministrativi di grande importanza che impegnano risorse ingenti non vengano bloccati, perché c'è un atteggiamento da parte della Giunta regionale che noi condanniamo nella maniera più ferma e assoluta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie, Presidente. Quello che la mozione e il dibattito in aula con gli interventi del centrodestra hanno evidenziato come un esempio di non corretta gestione di un appalto pubblico, si rivela, e porterò elementi, invece uno dei più chiari e trasparenti esempi di prudente ed equilibrata gestione di una gara ad evidenza pubblica, di straordinaria importanza per l'Amministrazione regionale e per il Servizio sanitario regionale, caratterizzata da iniziative accorte e prudenti che, seppure in maniera estemporanea, che io cercherò di riordinare, sono già state riportate da alcuni degli interventi, iniziative prudenti e accorte che sono state adottate dagli Uffici competenti senza alcun coinvolgimento e tantomeno senza alcuna interferenza da parte dell'organo politico.
Vorrei però premettere alcune considerazioni di carattere generale, rapidissimamente. Sono sorpresa, mi permetto di dire che sono sorpresa dal dibattito e dall'esposizione che è stata fatta in questo pomeriggio. Innanzitutto perché si evidenzia una cultura del sospetto che non fa parte delle nostre abitudini, delle abitudini mie, della Giunta e della maggioranza. Una cultura del sospetto che si è concretizzata da quello che io ho sentito nello stralciare artatamente poche parole dai provvedimenti che sono noti a tutti quanti, per poter dare una visione diversa da quella che è reale del procedimento che è stato portato avanti. Una cultura del sospetto che in qualche modo traspare nel voler scrivere a tutti i costi un copione diverso da quello che è stato scritto, anzi, a volerlo riscrivere, forse in altre occasioni si voleva scrivere in anticipo un copione; in questo caso si tenta di riscrivere un copione portando anche delle notizie false: i 43 mila euro della convenzione con l'avvocato Macciotta non sono semestrali, ma sono annuali e sono comprensivi dell'IVA. Si sono usate parole forti che hanno richiamato la sfida della giustizia, il disprezzo delle leggi, tutte cose assolutamente importanti, ma che mi sembra che nel modo più assoluto non hanno nulla a che vedere con questa vicenda.
Secondo, mi sembra di essere sorpresa anche perché forse c'è qualcuno che ha problemi di memoria. Sono state dette parole forti riguardo i professionisti esterni e al fatto che la Giunta non si serva dell'Ufficio legale. Mi corre l'obbligo, perché siamo stati chiamati a rispondere a questi elementi, di ricordare che il centrodestra, quando governava, aveva consulenti legali in quantità e per una spesa a carico dei contribuenti di questa Regione ben più alti di quelli che abbiamo noi; ricordo che c'erano quattro consulenti legali a tempo pieno, ognuno per 70 mila euro, due appartenenti allo stesso ufficio legale, uno penalista e che negli anni si sono ripetute queste consulenze. Noi abbiamo, Assessorato alla sanità, l'avvocato Macciotta è consulente dell'Assessorato della sanità dall'inizio di questo esecutivo, un consulente legale che ci supporta soprattutto nei momenti più difficili dove richiedono un'intensità e una capacità di intervento con tempistiche rapide e su temi particolarmente complessi, su cui questa Regione non si è esercitata in passato, che ci costa complessivamente 43 mila euro. Poi mi sembra anche di dover ricordare che forse proprio perché quest'Aula ha una valenza politica, non soltanto di verifica dell'andamento di quanto fatto dall'esecutivo, mi sembra che ci sia un totale disinteresse nei confronti del contenuto del progetto e anche qui vorrei soltanto ricordare, per buona memoria, che stiamo parlando di un progetto importante, che è stato approvato da questa Aula in occasione dell'approvazione del Piano sanitario regionale, che prevedeva la realizzazione di un nuovo sistema informativo sanitario e forse qualcuno dimentica che questa Regione aveva, fra le tante carenze, anche quella intanto di non avere nessun informatico serio, in grado di lavorare dentro l'azienda sanitaria e nell'Amministrazione sanitaria della Regione, per poter realizzare un sistema informativo senza il quale, oramai, la complessità della realtà sanitaria non può essere assolutamente affrontata. Forse c'è qualcuno che, perdonate se uso questo modo di riprendere un tema che è stato detto troppe volte in questa aula e che mi offende personalmente, ma lo metto in conto, forse i croissant piemontesi piacevano anche a qualcun altro visto che era stata fatta una convenzione con la Regione Piemonte quando governava il centrodestra proprio per avere un osservatorio informatico sui prezzi e sulle tecnologie, i cui effetti non sono mai stati resi evidenti da nessuna parte. Ricordo che abbiamo otto consulenze trovato, otto consulenze per osservatorio sui prezzi delle tecnologie, consulenze di tipo informatico, i cui risultati non sono mai stati utili da nessuna parte e forse non solo i croissant piemontesi piacevano, piacevano anche altri croissant perché avevamo delle convenzioni per studiare la fattibilità di un CUP unico regionale, il CUP è il Centro unificato di prenotazione, 190.000 euro che non ha portato alcun risultato in questa Regione perché sappiamo che ancora c'è molto da lavorare sui CUP solo in alcune realtà abbiamo CUP aziendali che purtroppo, lo dico con grande amarezza, purtroppo funzionano ancora in maniera inadeguata. Quindi il vero problema è questo, che abbiamo bisogno di creare un sistema informativo sanitario regionale di alto livello, abbiamo bisogno di affidarlo a chi ha competenze rispetto a queste esperienze e abbiamo bisogno di farlo nel modo migliore possibile, ovviamente nel massimo rispetto della legge, e nel massimo rispetto della legge ha operato l'amministrazione che io qui rappresento, ha operato come ho detto, portando avanti un procedimento che riteniamo debba essere considerato come ho appena detto, un esempio di chiarezza e trasparenza nelle procedure. E' vero, ci sono stati tre pareri dell'avvocato Macciotta, però non sono assolutamente discordanti; un primo parere è stato adottato nel 2006 quando si trattava di mandare il capitolato d'onere rispetto al quale l'amministrazione, l'amministrazione ha chiesto all'avvocato di valutare se c'erano degli aspetti che dovevano essere migliorati, un secondo parere quando l'amministrazione, accertate alcune perplessità di fronte agli atti di gara che erano stati trasmessi dalla Commissione, ha chiesto attraverso i vertici dell'Assessorato, ha chiesto un parere legale all'avvocato Macciotta, e l'avvocato Macciotta ha prodotto un parere dal quale sono emersi alcuni elementi, leggo testualmente: "che fanno concludere, esistono profili di criticità potenzialmente idonei a inficiare il procedimento di aggiudicazione". Quindi, profili di criticità potenzialmente idonei, potenzialmente idonei ad inficiare il processo di aggiudicazione. Dal ché l'amministrazione in modo chiaro, esemplare, ha preferito non correre il rischio di aggiudicare sapendo che c'erano profili potenzialmente in grado di inficiare, e ha preferito avviare la procedura di annullamento prendendo tempo in modo da approfondire questi profili di criticità e verificare quale potesse essere l'esito di questi approfondimenti. Nel contempo l'amministrazione, come prevede la norma, ha chiesto a tutte le parti interessate di presentare delle deduzioni, delle argomentazioni, deduzioni che sono arrivate e al termine dei trenta giorni, perché si è dato trenta giorni, non è che ha perso tempo così che poi alla fine come ha detto qualcuno, il tempo era passato, e dovevamo per forza prendere un provvedimento, ha dato trenta giorni di tempo per poter approfondire questi argomenti, sono arrivate delle controdeduzioni, nel frattempo gli uffici hanno a loro volta autonomamente fatto degli approfondimenti e alla luce del materiale di contenuto giuridico particolarmente puntuale, preciso, specialistico che io stessa non sarei in grado di riprendere, ma cercherò di farlo sinteticamente per quanto sono in grado in questo momento, alla luce di queste controdeduzioni il terzo parere dell'avvocato Macciotta è stato quello che comunque non esistevano elementi per dare esito positivo alla procedura di annullamento, posto che peraltro la legge stessa dice che una volta che è avviato il processo di autoannullamento, non necessariamente questo processo deve portare all'annullamento dell'atto, nei trenta giorni che si è presa l'amministrazione servivano a capire, l'atto va annullato oppure non va annullato. Al termine di questo approfondimento si è deciso che l'atto poteva non essere annullato e che quindi è stato archiviato, è stata archiviata la procedura di annullamento ed è stato dato esito alla procedura di aggiudicazione. Ecco perché dico che si tratta di un esempio chiaro di procedura assolutamente trasparente, di prudenza, prudenza che ha comportato il ritardo di trenta giorni rispetto alle procedure quali avrebbero potuto essere diversamente, ma che l'amministrazione senza nessun coinvolgimento della parte politica e senza nessuna interferenza della parte politica ha voluto adottare con molta prudenza per essere certa del provvedimento che alla fine andava a prendere. C'erano certo dei profili di criticità, qui ne sono stati riportati molti, in primo luogo è stato riportato quello relativo al famoso articolo 83, dico per chi non fosse esperto di questa materia come non lo sono io peraltro, ma mi sono documentata, questa procedura di gara si è sviluppata in un momento in cui la normativa è cambiata perché il decreto legislativo è uscito esattamente nel 2006 a cavallo tra l'avvio del bando di gara e i successivi procedimenti, questo ha reso molto più difficile per l'amministrazione seguire una procedura che doveva essere rispettosa anche della nuova normativa che così si veniva a generare. Ebbene, il secondo parere legale aveva individuato tre elementi di criticità, come dicevo, potenzialmente in grado di inficiare il procedimento di aggiudicazione. Il primo riguardava i criteri di valutazione individuati nel capitolato e non nel bando di gara, ora ciò che è emerso dall'approfondimento che è stato fatto nel periodo di annullamento, nel periodo di avvio della procedura di annullamento e non soltanto, cosa che ovviamente era chiara, che nessuna norma prevede espressamente che sia fatto diversamente, ma soprattutto che la Corte di giustizia europea nel 2005 aveva espresso un orientamento in cui diceva che è possibile individuare i criteri di valutazione in un momento diverso da quello in cui è stato fatto il bando di gara cioè nel momento del capitolato se come del caso la predisposizione dei criteri non avvantaggia né discrimina nessuno dei potenziali interessati. Il secondo elemento di criticità che era emerso nel parere legale riguardava alcuni aspetti meno rilevanti, a nostro giudizio, che hanno a che vedere intanto con i criteri motivazionali, le offerte tecniche sono state esaminate, si dice, in assenza di criteri motivazionali, però è stato precisato che così come dice una sentenza del Consiglio di Stato, in presenza di sotto criteri di estremo dettaglio molto analitici che delimitano il giudizio della Commissione tra il minimo e il massimo dei valori che possono essere dati, in presenza di sotto criteri molto dettagliati è possibile procedere all'esame delle offerte tecniche anche in assenza di criteri motivazionali.
Il secondo punto che era stato oggetto di approfondimenti riguardava l'ordine, è stato richiamato qui anche in quest'aula l'ordine con cui sono stati presi in esame i criteri, però anche qui è stato possibile fare una verifica perché il problema era semplicemente di un diverso ordine dei lavori nell'analizzare diversi criteri e non di un diverso ordine di importanza dei criteri che venivano presi in considerazione, ovvero atteneva semplicemente al modo in cui aveva lavorato nell'organizzare la propria giornata di lavoro, la Commissione, e non nell'importanza e nel peso relativo che si dava ai diversi criteri. Terzo, riguardava un elemento di perplessità, riguardava l'uso di una formula proporzionale per il punteggio tecnico, anche qui che poteva sollevare criteri e sollevare elementi di criticità, ebbene, questo uso di questa formula, il Consiglio di Stato dice che quando si tratta di offerte di contenuto tecnico molto complesso e nessuno può negare che si tratti in questo caso di un bando di gara di contenuto molto complesso, è possibile prevedere l'uso di questa formula. Ultimo punto, si dice che la formula, ultimo punto di potenziale criticità, la formula utilizzata nel capitolato per valutare la parte economica della proposta appiattirebbe il valore dei prezzi, appiattirebbe l'importanza dei prezzi nel giudizio complessivo.
Ebbene, anche qui c'è un parere del Consiglio di Stato del 2007 quale dice che è espressione discrezionale dell'amministrazione utilizzare una formula anziché un'altra soprattutto in presenza di un progetto tecnico così complesso, che tenga conto, dovendo ottenere un risultato di qualità, di non giudicare dando un rilievo importante al valore espresso, d'altra parte la pubblica amministrazione sta facendo in molti settori una battaglia importante affinché non si assegni al ribasso ma si assegni sulla base della qualità del risultato che si vuole ottenere, e comunque, ciò che era stato possibile fare nei 30 giorni che aveva avuto a disposizione l'amministrazione per fare gli approfondimenti è che, in ogni caso, anche se si fosse usata un'altra formula per la valutazione della parte economica dell'offerta, l'esito della gara non sarebbe stato assolutamente modificato. Quindi, alla luce di questi elementi, l'amministrazione ha ritenuto di poter aggiudicare la gara. Con riguardo agli altri aspetti che nella mozione sono presentati come richieste di chiarimenti, con riguardo al punto tre, io ritengo che il dottor Girau potrà chiarire, se lo vorrà e nelle sedi che riterrà più opportune, il senso delle dichiarazioni che ha rilasciato la stampa, non sta a me certo interpretare le sue dichiarazioni. Per quel che riguarda il fatto che il Presidente della commissione, domanda numero 5 della mozione, sia stata assegnata ad un dirigente della presidenza della Regione, ricordo, evidentemente essendo la cosa molto complessa, non tutto è stato valutato o si è avuto il tempo di valutarlo attentamente. La deliberazione di Giunta del 2006, con la quale si dà l'avvio alla gara per il sistema informativo sanitario, affida l'incarico di predisporre tutta la procedura a due direzioni generali: la direzione generale della sanità, per gli aspetti tecnico amministrativi e la direzione generale per l'innovazione tecnologica, per gli aspetti informatici e tecnologici. Quindi era già la competenza di due direzioni generali, e nel momento in cui si è nominata la commissione l'amministrazione ha ritenuto di poter inserire una persona competente dal punto di vista tecnico amministrativo che comunque aveva già avuto indicata dalla deliberazione di Giunta del 2006, qui del tutto insospettabile, e non è il caso di scomodare la cultura del sospetto, aveva detto che essendo un bando così importante per l'amministrazione, della quale la sanità non aveva esperienza e rispetto alla quale c'era bisogno di competenze tecniche importanti, le competenze erano attribuite alle due direzioni generali.
Credo di aver risposto a tutte le domande e quindi noi riteniamo che questa procedura non abbia assolutamente nessuna ragione per essere annullata e vogliamo procedere rapidamente per dare al servizio sanitario regionale un sistema informativo degno di questo nome.
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente, Assessore vede, io non so se ci sono difetti audio in quest'aula ma io ho sentito pareri, non solo del centrodestra, ho sentito anche interventi non solo del centrodestra… alcuni del centro sinistra effettivamente mi sono sfuggiti perché non ho compreso bene, per mio difetto sicuramente, che cosa volessero dire. Cultura del sospetto, vede Assessore, qui non c'è cultura del sospetto, ma c'è la cultura della certezza! Io nella mia illustrazione, così come nella mozione, non insinuo niente, riporto fatti e non estrapolo soprattutto, così come lei invece ha estrapolato parzialmente quello che la sentenza del Consiglio di Stato dice in merito, ha detto va riferita parzialmente e non nella sua interezza. Giusto per eliminare qualsiasi sospetto, leggo testualmente le conclusioni dell'avvocato Macciotta, che leggo integralmente, non parzialmente, come lettere da lei, e questo è dello studio Macciotta, sono gli atti ufficiali che voi mi avete trasmesso: "pertanto in considerazione delle motivazioni fin qui esplicitate si ritiene opportuno e prudente, stanti i profili di criticità evidenziati che appaiono potenzialmente idonei ad inficiare il procedimento di aggiudicazione in esame, dare avvio al procedimento di annullamento d'ufficio previsto dall'articolo 21 nonies della legge 7 agosto 1990, numero 241".
Per cui io non sto né omettendo, né insinuando, leggo il parere, il parere dell'avvocato di fiducia che prende 43 mila euro, più tutte le altre convenzioni di fiducia sempre di tutte le AA.SS.LL., della ASL 8 e dei meridionali, perché è chiaro no? Si dà un servizio a 43 mila euro e si prendono le parcelle al libero mercato sulle altre strutture regionali. Così come, mi permetterò di correggerla, probabilmente ha avuto faziose informazioni parziali sulle convenzione del passato che assumevano, per quanto mi riguarda, a 30 mila euro e non a 70 mila, lei ne ricorda un'altra, e sta errando anche in quella lettura, che comunque erano onnicomprensive. In ogni caso, chi dava il giudizio definitivo, come altri colleghi le potranno riferire, più esperti anche di me del passato, e del passato recente, era l'ufficio legislativo regionale e non il consulente di parte o di fiducia. Così come le convenzioni con la regione Piemonte, …….. si dimentica lei che è persona di grande cultura in merito, che l'Osservatorio sui farmaci è stato istituito per legge e la convenzione è stata fatta per legge e non per scelta! Per quanto riguarda la convenzione con la regione Piemonte gliene potrei ricordare tante altre, invece di sua e vostra libera scelta, informo l'Aula per esempio che esiste una recentissima convenzione con la regione Piemonte sui sistemi informatici dell'agricoltura che secondo legge devono essere rappresentate fra i liberi scambi e gratuiti scambi, non onerosi scambi fra le regioni e che la regione invece Sardegna ha pagato 680 mila euro, proprio negli ultimi mesi. Queste sono cose di legge, non di scelta, la scelta è quella di regalare qualcosa in più, ma ahimè si sa che anche vecchi consulenti e direttori generali dalla regione Sardegna importati dalla recente amministrazione, ora siedono nelle sedie dell'amministrazione regionale piemontese con ruoli di assessorato e in qualche modo bisogna rendere conto alle cortesie avute. Perciò come vede io non insinuo niente e non alimento la cultura del sospetto, io dico le cose che penso, le dimostro, le leggo e sono fatti, non insinuazioni, io non ho mai insinuato niente, riporto solo esclusivamente fatti che si basano sugli atti che voi trasmettete obbligatoriamente e fortunatamente per quanto sarà possibile ancora. Così come l'articolo 83, modificato… non è stato modificato nel merito del comma quattro, ma lei giustamente ha detto, ovviamente, non è ha contezza perché non fa parte ovviamente del bagaglio di tutti noi conoscere il codice degli appalti, in modo particolare non è stato modificato l'articolo 83 del codice degli appalti lì dove dice, e continuo a non insinuare ma a leggere gli atti: la Commissione aggiudicatrice prima dell'apertura delle buste contenenti le offerte fissa in via generale i criteri motivazionali cui si atterrà per attribuire a ciascun criterio o subcriterio di valutazione il punteggio tra il minimo e il massimo prestabiliti dal bando. Cosa vuol dire questo? Che la Regione, l'amministrazione, può stabilire giustamente, come ha ripetuto lei in quella parziale lettura della sentenza che ha citato dice che può sicuramente definire una percentuale di valutazione e di punteggio per l'offerta economica che non deve assolutamente essere sempre maggiore per assegnare al maggior ribasso la gara in questione o altre gare, condivido con lei, ma stabilisce prima i criteri, infatti quella sentenza dice: l'amministrazione può stabilire punteggi maggiori o minori, da attribuire alla offerta tecnica o a quella economica, può stabilire il 40 percento o il 60 percento, tant'è che lo stesso avvocato Macciotta dice: "Se pure avessimo assegnato il punteggio di 40 punti per l'offerta economica il risultato non sarebbe cambiato". E' vero, era blindato! E lo dico: "Non sospetto, sono certo che era così". Allora questo perché? Perché io posso attribuire anche il 50 e 50, il 10 e il 90, è una scelta, e condivido che l'offerta economica abbia minore punteggio, ma la legge dice, non io, e non l'avvocato Macciotta, ma la legge dice che i criteri di valutazione sull'offerta tecnica, e non confonda capitolato speciale con bando di gara, sono due cose diverse, devono essere presenti nel bando di gara. E invece questa Commissione, illegittimamente costituita, e come vede non vado ad alimentare la cultura del sospetto, ma illegittimamente costituita con una Presidenza che non era di competenza dell'Assessorato, ha stabilito l'80 e 20, senza stabilire nel bando i criteri, ma solo enunciandoli successivamente nel capitolato speciale. Successivamente, non approvato contestualmente al bando di gara. Questi sono principi ribaditi dalla buona politica e dalla buona amministrazione, e dalla legge, perché siano sempre preservati i criteri di trasparenza, giustizia ed equità. Non li ho inventati io, e non sospetto niente. Sono certo che sia stata in maniera insufficiente e superficiale gestito l'articolo 83 del codice degli appalti. E continuo a dire che non sono valutazione dell'ultimo dei consiglieri regionali, quale io sono, sono valutazione dei vostri consulenti, senza aver per giunta aggiunto, perdonate il bisticcio di parole, alla valutazione del consulente, quella dell'ufficio legislativo regionale, che in ultimo avrebbe dovuto effettuare la scelta. Tant'è che sulla base di questi, in via di autotutela, la Responsabile del procedimento ha iniziato e sospeso cautelativamente gli atti di gara. Poi è intervenuto il fantastico terzo parere, che è una chiara ricerca di elementi che potessero consentire all'amministrazione di andare avanti e comunque. Il giudizio, vede, non può essere un giudizio tecnico, non può essere un giudizio di legittimità o meno, è il solito giudizio sulla vostra presunzione e sulla vostra, come ha detto bene il collega La Spisa, il vostro continuare a prendere a schiaffi e sfidare lo Stato di diritto. Tutto questo poteva essere legittimato con un'operazione trasparente, tranquilla, cristallina per i partecipanti e per l'opinione pubblica. Voi bisticciate un po' con la trasparenza, perché prima viene l'obiettivo e poi gli strumenti sono tutti utili e sono tutti a vostra disposizione per raggiungere l'obiettivo che vi prefiggete.
Concludo, Presidente, dicendo, vede, io non chiederò, per quanto mi concerne, ma mi sentirò ora con i colleghi che vorranno discutere, nessuna Commissione d'inchiesta, perché inutile è stata la Commissione d'inchiesta Saatchi, tant'è che il Presidente ha continuato nella sua azione indifferente alle indicazioni della Commissione d'inchiesta, e inutile sarebbe questa. Quando vorremo parlare del passato, con dati di fatto, con documenti quali sono questi che io le ho portato all'attenzione per discutere sulla mozione, e che invierò ovviamente alla Procura della Repubblica, perché faccia le sue opportune valutazioni e nel caso rigetti anche l'attenzione a questo bando, bene, dico semplicemente, quando si vorrà parlare del passato seriamente e non con numeri a caso, e soprattutto non portati da portavoce del Presidente, per definirli maniera, come dire, delicata, quando verrà il Presidente a illustrare e documentare le sue affermazioni demagogiche, populistiche e false in quest'Aula, sapremo sicuramente rispondere, documentando le nostre risposte, e non avremo sicuramente tempo da perdere per riportare le nostre risposte ai portavoce del Monarca.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. Siamo nella fase della votazione della mozione, se i presentatori intendono metterla ai voti.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Misto). Brevemente colleghi, per annunciare che noi sulla mozione ci asterremo, perché consideriamo questa gara esemplarmente pessima, ma anche assolutamente inutili gli strumenti che il potere ispettivo riservato al Consiglio, noi cioè, possiamo mettere in atto. Nel merito su alcune risposte dell'Assessore alla sanità. Noi non siamo interessati, cioè lo siamo in linea teorica e pratica, alla verifica del passato e anzi, se venisse fatto in fretta e subito, sarebbe anche opportuno per noi. Non ci riteniamo minimamente coinvolti in ciò che lei ha detto. Ben venga! Resta un fatto, che se al principio di questo dibattito, e anche nell'intervento che io ho svolto, non c'è stato nessun riferimento ad un coinvolgimento politico, lei nella sua replica dà una copertura politica ad una gara, rispetto alla quale il vizio sostanziale che il capitolato d'oneri non è stato pubblicato contestualmente al bando, non c'è risposta. Il fatto che il capitolato d'oneri sia stato compilato e pubblicato prima o dopo le domande, qui c'è una grande incertezza. Sul fatto poi che lei dica che le decisioni della Commissione non hanno avvantaggiato, non si tratta, per esempio, nella parte in cui la Commissione decide di esaminare le proposte secondo un ordine di contenuti differenti, un mero ordine dei lavori, io ho letto le cose e non è così. Ma anzi quella scelta privilegia le proposte che hanno una dimensione modulare rispetto a quelle che hanno una proposta di tipo sistemico. E le citazioni, almeno due su tre, che lei ha fatto mi ricordano i pareri forniti dall'avvocato Carrozza alla Presidenza della Giunta, me le ricordo perfettamente, e che erano precedenti la normativa, che poi è entrata in vigore ed era in vigore in quel momento. Per dirle, Assessore, che io sono interessato quanto lei alla verità delle cose, ma la verità emerge non per il racconto che se ne fa, ma per l'evidenza che ha. E questa gara è fatta male. Io mi sarei aspettato da lei un minimo di distanza ulteriore, rispetto ad una gara che è stata aggiudicata, perché il terzo parere di un legale dice a proposito del tempo passato, che era passato tempo, il tempo passato sa qual è? I 30 giorni dall'annullamento in cui si fa la verifica. Allora mentre si fa la verifica matura un diritto dell'aggiudicatario? E' una cosa seria? È una cosa seria? Non è una cosa seria!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Farigu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Nel mio intervento mi riferivo all'Assessore alla sanità, non alla gentile docente Dirindin. Le scuse che io intendevo rivolgerle, posto che ha ravvisato un qualche tipo di offesa di tipo personale, le scuse che volevo rivolgerle io gliele ha già rivolte il collega Capelli, ponendole alcune domande in ordine ai rapporti che si sono sviluppati tra la Regione sarda e la Regione piemontese e dintorni. Vedi l'ultima questione richiamata del CISI, che sicuramente l'assessore Dirindin sa di che si tratta, per l'informatizzazione dell'agricoltura in Sardegna, 680.000 euro, deliberate, da conferire alla Regione per essere trasferite al CISI, un ente strumentale del Piemonte. Ecco, in questi termini, io le presento le scuse che lei in qualche modo sollecitava per presentare la propria offesa. Ma io voto sì a questa mozione per denunciare un comportamento grave, e il comportamento grave in tutto questo dibattito intorno a questo Saatchi and Saatchi e simile non è la volontà di alimentare la cultura del sospetto da parte di un'opposizione, che non avendo altro da dire si attacca a tutto questo per esaltare il proprio ruolo. La cultura del sospetto la alimenta ed è questa la mia vera preoccupazione e speravo che nel mio primo intervento avessi ben rappresentato, la cultura del sospetto nel popolo sardo l'alimenta l'azione amministrativa e anche l'azione legislativa della Regione sarda. Il conflitto di interessi disciplinato nella statutaria sottoposta a referendum e che cosa è questo se non l'alimentazione del sospetto quando il conflitto di interessi così disciplinato stabilisce che in Sardegna imprese degli Assessori e del Presidente possono partecipare alla gara di appalto, e così via. Quindi la cultura del sospetto non l'alimenta l'opposizione, l'alimenta l'azione di governo di questa Giunta, quando io ho parlato del piano regionale per la difesa delle coste, il piano regionale io dissi dietro che cosa si nascondeva lì e io sarei estremamente curioso e sarei fortemente interessato se il Consiglio regionale potesse avere una Commissione d'inchiesta per dire… le cosiddette vietate dal piano regionale paesaggistico. Questa è un'indagine seria perché si è sviluppata perché è in corso una speculazione feroce su quelle aree, ben sapendo che quel limite dei due chilometri prima o poi cadrà. Quindi non sprovveduti, non incompetenti, io voto sì ha questa mozione per dire no a tutte queste cose, e per invitare ancora una volta a trovare un momento di grande e alta coesione di tutte le forze autonomistiche democratiche per uscire da questo tunnel e garantire alla Sardegna una svolta in senso democratico perché ne abbiamo bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (Progetto Sardegna). Presidente innanzitutto per annunciare il voto contrario alla mozione. Contrario perché credo che la mozione ponga soprattutto al punto due della parte dispositiva una condizione che l'Assessore ci ha spiegato non poter soddisfare, cioè quella di annullare la gara perché non esistendo a giudizio dell'Assessore quegli elementi tali da presupporre illegittimità comunque anche la procedura di annullamento avrebbe un seguito giudiziario di contro ricorsi che verrebbero messi in campo. E' chiaro che questo non esclude che chi è responsabile del procedimento amministrativo possa, se lo valuta opportuno, anche sulla base del dibattito che si è svolto in quest'Aula valutare diversamente, quindi credo semplicemente che l'Assessore dal punto di vista dell'organo politico in questo caso che dovrebbe eventualmente in autotutela eccepire un problema di legittimità ci ha già risposto, e io credo che per le evidenze che ci ha portato abbia svolto appieno quanto la mozione si auspicava, quindi sarà il responsabile del procedimento che in piena libertà come già avvenuta nel caso Saatchi valuterà se annullare questa gara. E questo è il ruolo di ognuno, questo ruolo è il nostro in quest'aula che dibattiamo dal punto di vista più generale del fatto che alcuni indirizzi vengono rispettati e questo è il ruolo di chi è il responsabile del procedimento. Dispiace però che in quest'aula in cui tutti ci sforziamo ognuno per il proprio ruolo di approfondire problemi, di sollevare argomenti, anche giustamente di svolgere un ruolo come è nella pienezza del ruolo di ognuno di noi, dispiace che alcuni colleghi, che dicono di non aver ascoltato gli interventi degli altri, poi si lascino ad andare ad accuse ed offese di tipo personale, se mi avesse ascoltato l'onorevole Capelli avrebbe capito che ho apprezzato il suo ruolo, ho apprezzato la relazione che ho svolto e ho semplicemente, chiesto di evitare, magari, che quando si fa un'analisi di procedimento amministrativo con molta facilità di associare una volontà politica che è invece tutta da dimostrare. Sommessamente, forse anche decisamente, ho voluto ribadire quest'argomento che credo che ci possa essere d'aiuto proprio a dare a questo Consiglio maggiore autorevolezza e maggiore efficacia nella sua funzione. Quindi mi dispiace la posizione dell'onorevole Capelli, io da parte sua non l'offeso, non intendo offenderlo, anzi intendo ribadire che ho apprezzato il suo intento di capire meglio quanto è successo in quest'atto amministrativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Sì grazie Presidente. Io voterò a favore della mozione, però alcune considerazioni della dottoressa Dirindin lasciano qualche traccia, almeno dentro di me. Io non ho problemi di memoria, dottoressa, ricordo perfettamente ciò che dico in questa Aula e ciò che dicono gli altri, grazie a Dio il Signore mi ha dato una sola cosa di buono, la memoria. E ricordo bene le cose che si dicono. Vede dottoressa le ripeto io ho chiesto di avere copia delle convenzioni, non le ho ancora avute per le spese legali del suo Assessorato, le dirò di più le determinazioni con le quali vengono determinate le convenzioni vengono pubblicate sul sito nove mesi dopo che sono adottate; in modo che nessuno di noi ne possa prendere visione. La sfido a dimostrarmi il contrario.
Lei ha dichiarato un'altra cosa, ha detto che noi non avevamo nessun informatico serio presso l'amministrazione regionale, questo mi preoccupa, ma mi preoccupa assai, perché se lei mi dice che non abbiamo nessun informatico, noi non avevamo nessun informatico serio e per cui dovevamo accelerare questa gara e il collega Porcu dice che dobbiamo mandare a scuola i funzionari, veramente siamo, dovremo chiudere baracca, l'ha dichiarato lei, io sento poi ci sono le registrazioni, ascolto e ho anche memoria. Mi preoccupa, Assessore, da una parte i funzionari, dobbiamo mandarli a scuola dall'altra non abbiamo informatici seri, non abbiamo legali sedi in questa Regione, il suo direttore generale nominato dal lei ha avuto delle perplessità su questa gara, però vi siete sempre rivolti per la terza volta al legale, cioè, ma evidentemente in questa Regione proprio non funziona più niente. La cultura del sospetto, dottoressa, noi oltre che essere un organo legislativo siamo anche un organo di controllo e per quel po' che ci resta di poter controllare siamo obbligati a farlo perché vogliamo chiarezza, soprattutto sotto l'aspetto morale. Io ho denunciato in quest'aula più di una volta che avete nominato dirigenti senza titolo e ne avete lasciato altri in stanze chiuse senza documenti, che non esaminano una pratica al giorno, che costano alla finanza pubblica fior di quattrini, perché non la pensavano come voi. E' vero che è stata fatta una convenzione anche col centro destra, con la Regione Piemonte, però avrebbe dovuto dire anche perché è stata fatta; è stata fatta in un momento particolare della sanità animale. Della sanità animale non lo dimentichi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Dichiaro il voto favorevole, confermo quanto detto nel mio intervento per poi motivare la permanenza di tutte le nostre perplessità e del nostro fermo giudizio negativo sul comportamento che l'amministrazione ha avuto su questo procedimento. Direi così, in estrema sintesi: il mancato annullamento di questa procedura di gara deriva da controdeduzioni fatte dagli interessati, a cui segue un parere legale, puntigliosamente indirizzato ad accoglierle, e si sostanzia praticamente in un giudizio, in una valutazione che potrebbe essere assimilabile all'insufficienza di prove, all'assoluzione per insufficienza di prove. Io vi invito a leggere l'ultimo parere dell'avvocato, perché in più punti si dice che esiste un contrasto con la legge, con il Codice degli appalti, e si fa riferimento ad una giurisprudenza che più volte si dice non si sia sviluppata successivamente alle modifiche, tanto da poter fornire indicazioni rilevanti al fine dell'annullamento. Più volte l'avvocato si esprime in questo modo, ed è una cosa che porta a confermare che questo procedimento, questa gara, è stata condotta molto male, forse sul piano strettamente giuridico si può dire che gli elementi dell'annullamento possono anche non esserci, ma certamente non vi è la certezza e non vi è la giustificazione di un atteggiamento della Giunta, manifestato dall'Assessore nel suo intervento, di così totale e acritico apprezzamento per questo procedimento che è stato descritto come esempio di prudenza e trasparenza della pubblica amministrazione. Spero che l'amministrazione regionale non prenda molti di questi casi come esempio di trasparenza e di prudenza.
PRESIDENTE. Grazie onorevole La Spisa. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MARROCU (D.S.). Voterò contro la mozione. Più che sospetti e insinuazioni, devo dire che molti interventi mi sono sembrati insulti. L'obiettivo è evidente, quello di spostare l'attenzione attraverso l'auspicio di una buona stampa, creare presunti scandali per dare l'idea che dietro a tutto quello che si muove in Sardegna c'è il presidente Soru; un grande gruppo commerciale che … in Sardegna, è perché il presidente Soru ha comprato degli immobili, si fa la legge salvacoste perché il presidente Soru deve comprare e speculare sulle coste, dietro tutto c'è sempre l'interesse privato. Vedete, non hanno funzionato in passato gli scandali veri, potete immaginare se funzionano gli scandali inventati e costruiti a tavolino, ma come succede spesso, gli stolti lanciano il sasso e poi questo sasso gli cade sui piedi. Perché, credo che tutto si possa pensare che produca effetti, per voi, che accusare di mancanza di trasparenza, di moralità e di illegittimità l'azione di Governo del centrosinistra e di questa maggioranza; da quale pulpito questa critica viene! L'unico risultato che si ottiene, e questo mi spaventa perché coinvolge tutti, e continuare ad alimentare nei cittadini della Sardegna e dell'Italia, che la politica sia solo luogo di malaffare, di interessi personali, privati, e aumentare quello sdegno, che è già presente nei cittadini, sulle istituzioni e sulla politica, e quello di allontanare la gente dalla politica; questo è l'unico risultato che si ottiene, non certo il risultato di portare consenso a chi produce queste azioni che tendono a sviare, per cui si deve parlare di questa amministrazione regionale, di questo Governo, e non dei risultati dell'azione di governo di questi anni ottenuti attraverso l'azione di questa maggioranza e di questo Governo, ma parlare di presunti scandali che sino ad oggi non hanno portato nessun risultato. Siete tutti diventati Pubblici Ministeri, avete già giudicato, avete già condannato, però, ancora oggi, preannunciate iniziative della Magistratura che per il momento non ci sono, però, siccome so che siete molto ben informati, saprete già che ci saranno le indagini, che ci saranno iscritti nel registro degli indagati, che ci sarà poi un'istruttoria, una condanna e anche una sentenza. Voi avete fatto già tutto, l'unico risultato è solo quello di continuare a creare un'immagine delle istituzioni e della parte politica come luogo di malaffare che butta, questo sì, fango su tutte le istituzioni e su tutti quelli che fanno politica. Io mi auguro invece che questo vostro fare della politica venga rigettato, come lo faremo, almeno io lo farò, votando contro questa mozione, venga rigettato anche dai cittadini, sperando che il confronto fra di noi avvenga sulle politiche e sulle cose e non su queste impostazioni che voi avete creato dalla vostra posizione in quest'ultimo periodo.
PRESIDENTE. Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente. Io credo che il silenzio dell'opposizione non lo si ottiene alimentando i sospetti sul passato, e se qualcuno sa o sapeva, non doveva aspettare ad oggi a fare alcune affermazioni. Vede onorevole Marrocu, non è che non si sono ottenuti risultati o che si alimenta la cultura del sospetto, le sentenze del TAR sull'articolo 15 del PPR, le denunce fatte da consiglieri regionali al TAR sul PPR, è una esposizione di tipo personale, perciò, non è annunciare delle denunce che poi non si portano a termine, così come la recente bocciatura dell'articolo 83 del PPR; anche questa è una vostra sconfitta. La Corte dei Conti è una vostra sconfitta. La Corte Costituzionale è una vostra sconfitta, perciò c'è soltanto una constatazione dei fatti. Mi spiace che il collega Porcu abbia inteso male le mie parole, perché io non ho detto che non l'ho ascoltato, io ho detto che l'ho ascoltato e sempre con grande attenzione e piacere, ma non l'ho capito, e questo è il mio limite, ho premesso, e non voleva essere offensivo, l'ho detto semplicemente perché quando ha fatto riferimento alle 700 e passa mila, o 700 auto blu, mi sembra che il collega Porcu non sia ben informato, ma che abbia letto o sentito una sparata anche pubblicata sui giornali, da parte del presidente Soru. Quindi, per concludere, io voterò a favore, essendo estremamente convinto dei contenuti della mozione presentata, però, permettetemi una cosa, onorevole Marrocu torno a lei, voi siete stati maestri nell'alimentare il sospetto, nella passata legislatura e soprattutto nell'insultare, ma in maniera pesante, cosa dalla quale io rifuggo, qualsiasi azione delle amministrazioni, non solo regionali, che non siano quelle da voi governate. Io le porterò gli atti dei resoconti d'Aula dei suoi pesanti insulti, dei pesanti insulti del suo Capogruppo di ieri, oggi Presidente del Consiglio, e glieli porterò all'attenzione portandole i resoconti d'Aula della cultura del sospetto e delle insinuazioni. Voi siete maestri in questo, crediamo di non aver imparato la lezione, ma di limitarci sempre a constatazioni reali dei fatti e a fare il nostro dovere umile di opposizione, di opposizione che è voluta essere anche opposizione costruttiva, ma non ce ne avete dato modo.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. Mi consenta di correggerla, io non credo di aver mai insultato nessuno e nessun ruolo.
CAPELLI (U.D.C.). Glieli porterò e glieli leggerò.
PRESIDENTE. Va bene. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARTIZZU (A.N.). Grazie Presidente, Alleanza Nazionale voterà favorevolmente...
(Interruzioni del consigliere Capelli)
PRESIDENTE. Onorevole Capelli… proseguiamo… onorevole Artizzu.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Possiamo proseguire colleghi… onorevole Artizzu, ha la parola, parli, prego.
ARTIZZU (A.N.). Grazie Presidente, no, mi sembra poco delicato parlare sopra altre voci autorevoli. Mentre attendiamo i resoconti che così chiariranno chi insultava di più e chi insultava di meno, annunciamo e annuncio il voto favorevole di Alleanzza Nazionale e, devo dire, che ho deciso di prendere la parola dopo aver sentito l'intervento dell'amico Siro Marrocu che, come già Roberto Capelli faceva notare, commette, a mio avviso, per questa volta, credo sia un episodio sporadico, anzi, una tantum, un errore grave, e cioè quello di attribuire al centrodestra questa cultura del sospetto, e la cultura, se così si può chiamare - non si può certamente chiamare così - dell'insulto all'avversario politico. Ma proprio in tema di sanità, ricorderà il collega Marrocu che la legislatura è iniziata ed è proseguita con un leitmotiv da parte vostra, e cioè che nella sanità si faceva finalmente pulizia perché fino alla fine della scorsa legislatura c'era qualcuno che rubava, che si comportava male, che sprecava, che gestiva male i soldi pubblici, che aveva interessi gravi, pesanti, personali, aziendali sulla sanità e voi avete continuato sempre con questa tiritera del fatto che finalmente era arrivata la Dirindin e faceva pulizia di tutto e i ladri non potevano più rubare. Poi abbiamo cominciato a vedere gli esempi concreti di questa buona, sana e pulita amministrazione, abbiamo cominciato a vedere "Sardegna fatti bella", il caso Saatchi & Saatchi, adesso questo illuminante episodio di appalto pubblico nel quale non certo l'opposizione ma peraltro prima un dirigente che voi avevate nominato, malgrado fosse andato in pensione, poi un avvocato esterno, diciamo esterno alla pubblica amministrazione, esterno per certi versi, interno per altri essendo un consulente abituale scelto dal Presidente della Regione, da vari Assessori, che vi dice comunque, pur essendo abbastanza interno alle questioni della maggioranza, che c'è qualcosa che non quadra come effettivamente… Devo recuperare tanto…
PRESIDENTE. Concluda. Il tempo era stato bloccato, ma concluda. Prego.
ARTIZZU (A.N.). Grazie. …che effettivamente c'è qualcosa che non va e mi pare che le sue risposte, assessore Dirindin, siano davvero molto deludenti per coloro che, come me e come tanti altri colleghi, si aspettavano da parte sua un chiarimento, quel chiarimento al quale la richiamavamo nel testo della mozione. Abbiamo visto un cattivo esempio, e come tale è stato definito dal vostro legale consulente esterno di fiducia, tanti altri cattivi esempi li abbiamo visti e continuiamo a vederli. Ma che dire, colleghi, che dire di un Presidente della Regione…
PRESIDENTE. Onorevole Artizzu…
ARTIZZU (A.N.). No, mi lasci concludere, Presidente, io ho perso una parte del mio intervento…
PRESIDENTE. No, le ho detto che il tempo era stato bloccato mentre veniva interrotto, quindi adesso ha abbondantemente recuperato. Concluda.
ARTIZZU (A.N.). Posso concludere? Grazie. Che dire di un Presidente della Giunta regionale che per tre volte invia circolari ai consorzi industriali della Sardegna imponendo il blocco delle assunzioni, delle selezioni, dei concorsi e poi tollera che la cognata di un Assessore regionale della sua Giunta venga assunta senza selezione, senza concorso, senza… non si capisce quali meriti, presso un consorzio industriale. Se questa…
PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, non mi faccia toglierle la parola. Prego.
ARTIZZU (A.N.). Va bene, grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Fortza Paris voterà a favore della mozione anche perché l'attesa replica dell'Assessore, che è stata per la verità molto puntigliosa, però non ha sciolto nessuno dei nodi che conteneva la mozione stessa, e devo dire questo non per essere sospettosi, come si è detto ripetutamente in quest'aula, ma sono i dubbi che hanno posto prima di tutto il dottor Girau, che è un funzionario che voi stesso avete chiamato per seguire questo tipo di gare, per dare un contributo come consulente dell'Assessorato della sanità, e sono gli stessi dubbi che l'avvocato, il legale nominato dal direttore generale per avere il conforto dal punto di vista legale che le cose stessero andando bene o meno, sono gli stessi dubbi che loro stessi hanno posto e non li stiamo ponendo noi sicuramente per la prima volta. E i dubbi sono dovuti soprattutto alla mancata trasparenza sui criteri di valutazione che non sono contenuti nel bando, ma che invece sono contenuti in una fase successiva nel capitolato d'oneri. Allora questo nodo, Assessore, non è stato assolutamente sciolto e quindi io non so come noi potremmo cambiare idea, così come per quanto riguarda il bando, il punteggio che è stato attribuito per il merito tecnico non può essere un punteggio così alto a differenza di quello relativo ai prezzi. Questo significa che in qualche modo si voleva condizionare la gara d'appalto perché è inutile che giriamo attorno al problema, perché quando si dà eccessivo punteggio al merito tecnico significa che effettivamente le cose non vanno già molto bene. Quindi io credo che non di cultura del sospetto si tratta, ma della certezza effettivamente che le cose sono state fatte in modo non chiaro, non trasparente e non corretto. Pertanto nostro dovere come consiglieri regionali è quello anche di verificare la validità degli atti che vengono prodotti da questa Giunta regionale e questo è uno dei tanti atti che noi stiamo registrando vengono fatti in modo poco trasparente, volutamente poco trasparente, perché è inutile che lo neghiamo c'è stato, anche se l'Assessore lo ha negato, sicuramente un intervento da parte dell'amministrazione regionale perché le cose andassero in questo modo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Ladu. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente. Anche io non avevo intenzione di intervenire, ma ringrazio il collega Marrocu perché ci ha fornito degli spunti. Siro, grazie. Tu sei un giovanotto svelto e intelligente e quindi sai che gli spunti vengono raccolti. Da parte mia vengono raccolti con l'idea di ragionare perché con te ho sempre ragionato, coi colleghi del centrosinistra ho sempre ragionato.
Cultura del sospetto. Bene, io non ho la cultura del sospetto. Non avevo sospetti, però vorrei chiederti, Siro, o agli altri colleghi del centrosinistra, che cosa sarebbe successo se voi aveste letto nel mese di gennaio, a parti invertite, le dichiarazioni del direttore generale della sanità Girau comparse sui giornali. E' il direttore generale della sanità che ha avanzato dei sospetti e sarebbe stato opportuno, utile che i sospetti venissero dissipati da voi! Quei sospetti avanzati dal direttore generale della sanità, cioè da un dirigente vostro fiduciario, non sono mai stati dissipati! Quindi il sospetto non lo abbiamo ingenerato noi, lo avete ingenerato voi e lo ha ingenerato il fatto che voi non abbiate in nessuna maniera smentito i sospetti che comunque sono stati su di voi posti. La cultura del sospetto. Beh, collega Marrocu, ho chiesto degli atti ad un'azienda sanitaria della Sardegna. Non mi sono stati dati. Mi sono rivolto al Presidente del Consiglio perché li ottenessi; il Presidente del Consiglio si è rivolto al presidente Soru, un mese e mezzo fa. Gli atti non sono arrivati. Beh, se io sospettassi che gli atti non mi vengono dati perché dietro c'è qualche cosa che non mi si vuole far conoscere, avrei o non avrei ragione? Lei al posto mio, i colleghi del centrosinistra al posto mio, cosa penserebbero se dopo aver fatto una richiesta di atti dopo tre mesi, dopo l'autorevole intervento del presidente Spissu, dopo l'autorevolissimo intervento - penso che ci sia stato - del presidente Soru, gli atti non si ottengono? Che cosa si dovrebbe pensare? Ecco, collega, io non vorrei che qui ci fosse una situazione di questo tipo. Lei dice: "Non discutiamo in Consiglio di gare d'appalto, di calunnie, di venticelli che comunque difficilmente sono venti da cui ci si può difendere" e io sono d'accordo con lei. Sono d'accordo con voi quando lo proponete, però non pensiate che ci sia una sorta di autoreferenzialità etica per cui tutto ciò che fa la Giunta non può essere discusso con l'azione di sindacato che il consigliere regionale comunque deve avere! Io credo che noi saremmo i primi a non voler discutere di queste cose in Consiglio regionale se non ci venisse data continuamente l'occasione di dover discutere di queste cose! Se non ci fossero la Corte dei conti, il TAR, la Corte costituzionale che costantemente entrano nel merito di ciò che la vostra maggioranza sta facendo! E' questo il problema più grosso che abbiamo!
PRESIDENTE. Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (R.C.). Io voterò, come la maggioranza alla quale appartengo, contro la mozione. Intervengo solo per fare una brevissima considerazione, credo che in Sardegna non si viva un bel periodo, credo che si viva un periodo in cui il clima della relazione politica e non solo quella politica, anche quella tra le comunità e quindi anche tra le persone, sia un clima decisamente pesante, non solo improntato alla cultura del sospetto, io direi di più e anche di peggio, al tentativo, forse anche reciproco, forse prescinde anche dalle posizioni politiche, forse prescinde anche dalle collocazioni ideologiche, però un periodo nel quale si pensa più a distruggere che a costruire. Allora, siccome non servirà a molto raccomandarci gli uni con gli altri, cambiare sistema, fare un passo in avanti, di andare più al merito, assumiamo con grande civiltà una modalità di relazione, almeno in quest'aula, che è questa: ogni volta che abbiamo la necessità di procedere ad un chiarimento, come di fatto è avvenuto oggi, chi aveva da dire e sollevare perplessità sulle modalità di gestione di quell'atto amministrativo, di quell'azione amministrativa, lo ha fatto e prendiamo, diciamo, come atto di buona fede che le osservazioni che gli altri fanno non le fanno mai avendo secondi fini, altri obiettivi. C'è chi pensa che non sia stata corretta una procedura, si solleva la questione, si risponde, la risposta può essere soddisfacente o insoddisfacente e si vota. Però, non si costruisce una condizione di inimicizia permanente, si lavora per pensare ad una società ed anche ad una relazione interna alla società anche politica un po' più civile di quella nella quale viviamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). L'onorevole Uras richiamava quest'Aula a trovare modi, e non solo quest'Aula, modi di convivenza che riportassero a rapporti più sereni fra le parti. Io non credo e non vedo che differenza vi possa essere da quello che l'onorevole Uras adesso citava e il fatto che nella mozione venisse richiesta spiegazione di alcuni rapporti avvenuti in un atto amministrativo, quale quello di un appalto che sembrerebbe, per dichiarazioni di chi lo ha condotto in prima istanza, non tenute in maniera corretta. Ora, avere una risposta, avere delle precisazioni, e non già contro accuse come è venuta a fare qui l'Assessore competente, cercando di scaricare anche con parole tendenziose alcune verità che invece sono affermate dagli scritti, io credo sia una delle cose che ti pongono in condizione di contrastare per forza le cose che poi vengono dette così, in molta libertà, in questa Aula! Io devo anche dire che questa condizione politica che non vede più il costruire ma lo distruggere, parrebbe, non l'ha iniziata certamente l'opposizione, l'ha posta in campo la maggioranza, assecondando nel senso del rinnovamento, dell'innovazione e della riforma, i tagli feroci che si sono avuti spaccando e distruggendo posti di lavoro, lasciando morti e feriti in tutte le situazioni sociali ed economiche della Sardegna.
Ma non basta, io vorrei ancora ricordare che tutte le volte che si è chiesto conto di appalti e di altro non si sono avute parole certamente di conforto per quelle che sono state le analisi serie compiute, ma si è andati avanti con arroganza, allora noi continueremo a chiedere cosa sarà "Sardegna.it", e allora noi chiederemo anche quello che è stato l'ultimo appalto, vergognosamente portato avanti, nonostante sia stato segnalato per dire: "Fermatevi, non date quell'appalto!". E invece si è proseguito anche in quella direzione e sto parlando del settore delle ricerche. Allora, se voi volete la pulizia e la legalità, incominciate a fermarvi quando ve la segnalano e avrete legalità e pulizia veramente da fare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Per dichiarare il voto favorevole alla mozione da noi presentata e per ricordare all'amico Marrocu, che ha sollecitato il nostro intervento, che nella scorsa legislatura - come il collega Cugini ricorderà - c'era qualche collega dell'opposizione che usava frasi poco dignitose, anzi, le frasi che ha usato il collega Capelli sono troppo moderate rispetto al tema trattato. Avevamo colleghi - e non è lei, presidente Spissu, il più accanito nella scorsa legislatura - avevamo colleghi che sedevano nel banco dell'opposizione, che meno male non sono presenti in questa legislatura, che tintinnavano rumori di manette, sembravano dipietristi, qua tutti "No, questo provvedimento verrà impugnato", citato in quest'Aula da colleghi, senza fare cognomi, l'onorevole Dore, che ogni volta che si discuteva di qualche argomento, "Tin, tin, tin, qui scattano le manette". Con queste parole testuali in quest'Aula, che era una mancanza di rispetto verso le istituzioni che ha citato prima il collega Marrocu.
Io mi aspettavo risposte concrete in base ai quesiti posti. Ciò che scrive l'avvocato dice che non corrisponde alla legalità in tre punti. Mi sarei aspettato che dopo aver verificato gli atti, l'Assessore entrasse nel merito con dichiarazioni di pareri di legali differenti per avere un riscontro sull'applicazione di quella che è la gara d'appalto. Bastavano tre punti, bastava entrare nel merito e smentire con dichiarazioni di avvocati o di pareri diversi, visto che non c'è solo un avvocato di consulenza degli Assessorati, per dire che la gara poteva essere lecita. Io parto dal presupposto che le gare che si fanno, che la Regione fa, sono in buona fede, io spero che poi venga attestato che sono tutte fatte in buona fede, io parlo per l'interesse dell'Amministrazione pubblica, io mi auguro che ciò che ha dichiarato l'Assessore sia vero, però spero che se qualcuno verifica, e sicuramente se qualcuno verifica non parte da questa parte politica, ma sono conseguenze logiche in base a ciò che ha scritto coloro che difendono la parte di maggioranza della Giunta, io spero che verificando quelle parti diano ragione e quindi rafforzino una posizione che la Giunta sta tenendo. Solo in caso che la Giunta abbia coraggio, se ammettono o trovano qualche disagio in questa pratica, che la Giunta abbia a sua volta il coraggio di dire che ha sbagliato una pratica per una volta in questa legislatura. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere. Ne ha facoltà.
BIANCU (La Margherita-D.L.). Grazie, Presidente. Non per una dichiarazione di voto, ma per chiedere una sospensione di quindici minuti. Abbiamo l'esigenza di una riunione di Gruppo. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Biancu, quindici minuti, nel senso che alle 20 e 15 riprendiamo la riunione. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 59, viene ripresa alle ore 20 e 16 .)
PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto. Colleghi, abbiamo esaurito le dichiarazioni di voto. Abbiamo fatto un'interruzione richiesta da uno dei Capigruppo, siamo in fase di votazione.
ARTIZZU (A.N.). Chiedo la votazione elettronica.
PRESIDENTE. L'onorevole Artizzu chiede la votazione elettronica.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 151.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cucca ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Capelli - Cappai - Dedoni - Farigu - Ladu - Liori - Lombardo - Milia - Moro - Murgioni - Petrini - Pisano - Randazzo Vittorio - Sanna Matteo - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Biancu - Cachia - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cugini - Floris Vincenzo - Gessa - Giagu - Lai Silvio - Manca - Marrocu - Mattana - Meloni - Orrù - Pinna - Pirisi - Porcu - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Uggias.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Atzeri - Balia - Caligaris - Ibba - Lai Renato- Maninchedda - Marracini - Masia - Scarpa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 40
astenuti 10
maggioranza 21
favorevoli 16
contrari 24
(Il Consiglio non approva).
Chiedo scusa colleghi, prima di... c'era un'esigenza, c'era un problema che è stato rappresentato dall'onorevole Uggias relativamente alla società Palmera. Non so se onorevole Uggias, lei ha chiesto di ammettere l'argomento in discussione in base all'articolo 102 del Regolamento, ora abbiamo fatto una verifica, ci sono solo delle interrogazioni sull'argomento, quindi può essere ammissibile una mozione con le caratteristiche dell'urgenza su cui esiste l'unanimità della Conferenza dei Capigruppo o dell'Assemblea, in questo caso, tale da poter essere ammessa con questa procedura.
Ha domandato di parlare il consigliere Uggias. Ne ha facoltà.
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Sì, Presidente, c'è una mozione a firma unanime, quindi ritengo che ci possa essere altrettanta disponibilità da parte della Conferenza dei Capigruppo per l'iscrizione all'ordine del giorno e la trattazione che farebbe un impegno alla Giunta manifestare una posizione relativamente al fatto che non si intenda avvalorare trattative intraprese con gruppi industriali interessati esclusivamente all'acquisto del marchio Palmera senza impegno alcuno a mantenere la produzione. A richiedere alla SFIRS che valutate le necessarie garanzie per assicurare la produttività e il livello occupazionale antecedente alla crisi, proceda celermente a completare l'istruttoria sulla valutazione del piano industriale e a mettere urgentemente in atto un intervento da parte della SFIRS formalizzando i termini e i contenuti della procedura...
PRESIDENTE. Chiedo scusa onorevole Uggias, se lei ce la dà, magari la distribuiamo rapidamente, così i colleghi leggono almeno il dispositivo...
UGGIAS (La Margherita-D.L.). D'accordo.
PRESIDENTE. ...E procediamo, la Giunta che viene impegnata la vede, prego onorevole Uggias lei ha raccolto le firme su quella mozione...
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Sto completando la raccolta Presidente...
PRESIDENTE. Intanto che lei completa la raccolta se ce ne dà copia possiamo distribuire il testo, la condizione è che siamo tutti d'accordo all'ammissione con urgenza dell'argomento in aula e che questo non interferisca con l'andamento dei lavori così come era stato previsto.
Onorevole Capelli su che cosa intende parlare?
CAPELLI (U.D.C.). Sull'ordine.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Scusi Presidente, io stamattina le ho rappresentato l'esigenza di chiedere al Presidente se può riferire in aula sui gravissimi, a mio avviso, fatti inerenti i manifestanti per la formazione lavoro. Mi risulta a tutt'ora che sono costretti a stare alle intemperie fuori perché non gli è consentito di ripararsi nelle tende e come è sempre successo, il Presidente invece non è nuovo a questi atti di intemperanza, diciamo, nei confronti dei manifestanti, o di intolleranza nei confronti dei manifestanti. Io le chiedo nuovamente per cortesia, mi sarei aspettato che anche altri consiglieri e colleghi avessero preso posizione in merito visto che sono andati a manifestare la loro solidarietà ai manifestanti, ma evidentemente era solo una manifestazione di solidarietà che non si nega a nessuno.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, la prego...
CAPELLI (U.D.C.). Io credo che siano persone che da cinque mesi non ricevono lo stipendio e che abbiano tutto il diritto di manifestare le loro posizioni. Le chiedo ancora di farsi interprete di queste esigenze.
PRESIDENTE. Ho capito, va bene io ho visto una nota stampa di questa sera del Presidente e mi ripromettevo finiti i lavori dell'aula di capire meglio cosa è successo, quali sono i termini della questione, naturalmente non è in discussione il diritto di manifestare, si tratta di una manifestazione che in altri tempi anche noi abbiamo sofferto quando abbiamo avuto per oltre un mese nel nostro porticato dei lavoratori che però insomma, questo naturalmente è una cosa che si può sopportare, un giorno o due giorni, una permanente occupazione crea qualche problema e credo che sia questo il termine della questione. Comunque io raccolgo la sua ulteriore raccomandazione, onorevole Capelli.
Ha domandato di parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.
LIORI (A.N.). Presidente, anch'io per sollecitare in aula la presenza della mozione sulla Palmera cui Alleanza Nazionale chiaramente aderisce, riconoscendone l'alto significato, non dubito che sarà presente l'assessore Rau in aula su questo argomento, perché è anche gallurese, mi risulta di origine, quindi... ma la presenza del presidente Soru sarebbe apprezzata da tutta l'aula visto anche tutta una serie di iniziative, di proclami pubblici che sono stati fatti dal presidente Soru, vorremmo capire anche da lui che cosa si è fatto e come sono andate le cose proprio con un confronto diretto col Presidente. Penso che sarebbe un gesto apprezzato da tutta l'aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda.
Su cosa intende intervenire?
MANINCHEDDA (Federalista-Autonomista Sardo). Se possibile per un chiarimento da parte sua Signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda.
Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Federalista-Autonomista Sardo). Vorrei capire se rispetto all'intervento della polizia oggi di fronte alla presidenza della Giunta, lei intende svolgere iniziative non sulla libertà di manifestazione oppure no? Ma sulla richiesta di intervento della polizia che, a memoria, è la prima volta che accade, se lei intende favorire un chiarimento in maniera tale che se ne capiscano le ragioni e se è possibile poi se ne discuta perché di queste cose qua dentro se ne dovrebbe discutere!
E' la prima volta che viene chiamata la polizia, che io ricordi.
PRESIDENTE. Sì onorevole Maninchedda, come lei può immaginare, io per varie ragioni non posso ritenere l'intervento della polizia se non in presenza di turbative gravissime all'ordine pubblico, un fatto da richiamare e da richiedere, ripeto, conosco praticamente niente dell'argomento, mi riprometto di acquisire tutte le informazioni e domani magari posso essere più preciso di quanto non sono adesso.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Maninchedda. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie Presidente, soltanto perché volevo rimarcare un aspetto, vede Presidente, nel rispondere poco fa all'onorevole Capelli relativamente alla manifestazione che c'è stata ieri, lei ha sottolineato il fatto che non si trattava di una presa di posizione da parte del Presidente nel confronto delle libere manifestazioni ma sulle modalità che avevano creato anche in altre circostanze del disagio. Io volevo sottolineare due aspetti Presidente me lo permetta: il primo è che quello che si è verificato ieri, la manifestazione di ieri non ha niente a che fare con i problemi di ordine pubblico; la seconda è che un atto politico si esprime anche come libera scelta di una manifestazione e il terzo, e concludo, è che non si tratta di un giardino privato ma di un luogo pubblico in cui i cittadini possono manifestare e sostare considerando anche un aspetto positivo che ritengono la Regione vicina a se stessi, vicina alla propria realtà e si esprimono anche montando delle tende, ritenendo in questo modo di essere prossimi alle questioni che li riguardano direttamente. La ringrazio.
PRESIDENTE. Onorevole Caligaris, io ci sto alle espressioni di opinioni, perché tutte le opinioni sono consentite ma non in questo modo disordinato, perché altrimenti esprimiamo opinioni in assoluta e totale libertà, dando anche dei giudizi naturalmente, a me non risulta che sia stato invocato da alcuno l'intervento della polizia, e confermò questo.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Caligaris. Non vorrei che facessimo un dibattito su un tema che non è in Aula. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.
MARROCU (D.S.). Intervengo adesso, do il mio voto favorevole alla mozione proposta dal collega Uggias, per la Palmera, una realtà industriale importante da salvaguardare per l'occupazione e per l'importanza che ha quel territorio.
Sul rispetto delle altre questioni io penso che i sindacati che hanno deciso di oraganizzare siano liberi di promuovere tutte le iniziative di lotta, io tra l'altro, essendo un ex sindacalista, non posso che manifestare la mia solidarietà ai lavoratori che sono in lotta. I lavoratori ci hanno chiesto un incontro per domani con i Capigruppo, penso della maggioranza e dell'opposizione, facciamo in modo che il Consiglio intervenga per far si che venga rimosso il motivo per cui quei lavoratori stanno scioperando perché occupare all'interno o all'esterno crea problemi ai lavoratori però il nostro compito è far sì che con il nostro intervento si rimuova il motivo per cui questi lavoratori sono li ad occupare nuovamente, ogni anno, prima della finanziaria, ad occupare quello spazio davanti alla presidenza del Consiglio, quindi domani li incontriamo e speriamo di poter fornire le nostre collaborazioni e il nostro aiuto come Consiglio regionale a risolvere quella vertenza finalmente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DADEA, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Grazie Presidente, perché penso che su fatti di questa natura bisogna essere estremamente chiari e non ci debbano essere fraintendimenti, da parte della Giunta regionale e da parte del Presidente non è stata messa in atto nessuna iniziativa che possa confutare il diritto di sciopero di chi che sia, penso che su questo terreno, sul terreno del diritto dei lavoratori a scioperare e a manifestare rispetto a qualunque problema su questo terreno penso che non raccogliamo e non intendiamo raccogliere lezioni da chi che sia.
Quindi da parte del Presidente non è stata chiamata la polizia, non sono stati chiamati i carabinieri, quindi siamo noi prima di tutto i primi a voler salvaguardare i diritti dei lavoratori in qualunque modo essi si manifestino.
Naturalmente sempre secondo le regole e secondo le norme vigenti, ma su questo terreno penso che non possiamo raccogliere lezioni da chi che sia.
PRESIDENTE. Va bene, insomma, è un terreno… come abbiamo detto verificheremo come stanno le cose perché altrimenti facciamo un dibattito su un terreno sul quale siamo ovviamente tutti d'accordo perché fa parte dei princìpi della democrazia, quello di manifestare liberamente la propria opinione in uno stato libero e democratico come siamo, in una regione libera e democratica come riteniamo di essere. Quindi facciamo una discussione su una questione sulla quale c'è una larga intesa.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario:
Mozione Uggias - Lai Renato - Cugini - Corda - Cachia - Sanna Matteo - Pileri - Biancu - Lanzi - Porcu - Licheri - Atzeri - Randazzo Alberto - Ladu - Artizzu - Vargiu - La Spisa - Marracini - Caligaris - Scarpa - Murgioni - Capelli - Maninchedda sulla necessità dell'intervento della Regione per scongiurare la chiusura dell'azienda Palmera Spa di Olbia e favorirne il rilancio. (154)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 154.
Torniamo alla mozione presentata dall'onorevole Uggias, accolta dall'Aula con le caratteristiche di urgenza e quindi per questo discussa, se non c'è discussione, se i colleghi hanno visto il dispositivo e il contenuto della mozione possiamo metterla ai voti.
L'onorevole La Spisa ha chiesto il voto elettronico.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico, della mozione.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Artizzu ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Atzeri - Balia - Biancu - Bruno - Caligaris - Capelli - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cugini - Dedoni - Fadda - Floris Vincenzo - Gessa - Giagu - La Spisa - Lai Renato - Lanzi - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Milia - Orrù - Pacifico - Petrini - Pinna - Pirisi - Pisano - Pittalis - Porcu - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uggias.
Si è astenuto il Presidente Spissu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 46
astenuti 1
maggioranza 24
favorevoli 46
(Il Consiglio approva).
Dichiaro chiusa la Seduta, il Consiglio è convocato domani per l'esame della mozione numero 143.
La seduta è tolta alle ore 20 e 34.
Allegati seduta
CCCLXVII Seduta
Martedì 13 novembre 2007
Presidenza del Presidente Spissu
INDICE
La seduta è aperta alle ore 10 e 40.
MANCA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di lunedì 1 ottobre 2007 (360), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Barracciu, Cerina, Farigu, Renato Lai, Licandro, Pileri, Pittalis e Rassu hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana di martedì 13 novembre 2007.
Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Regione con nota del 7 novembre 2007 ha fatto pervenire al Consiglio il ricorso proposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Regione autonoma della Sardegna per dichiarata illegittimità costituzionale degli articoli 5, 9, 11, 13, 16, 20, 21, 22, 24, 26, 30, 34, 35, 36, 38, 39, 40, 41, 51, 54, 57, 58, 59, 60 e dell'allegato 1 ( punti 45.23, 45.24 e 45.25) della legge regionale 7 agosto 2007, n. 5 (procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva comunitaria n. 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto).
Risposta scritta ad interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sulla selezione pubblica per l'acquisizione di figure professionali da parte dell'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio". (964/A)
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Diana - Liori, con richiesta di risposta scritta, sull'acquisto da parte dell'Azienda regionale sarda trasporti (ARST) di automezzi non idonei al trasporto pubblico locale". (990/A)
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Floris Mario - Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sull'inadeguata informazione sul referendum del 21 ottobre 2007 sulla legge statutaria". (1002/A)
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla decisione del Comitato di gestione dei fondi speciali per il volontariato di cancellare il Centro di servizio per il volontariato 'Sardegna solidale'".
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Lombardo, con richiesta di risposta scritta, sulle problematiche esistenti all'interno del Comitato di gestione dei fondi speciali per il volontariato a seguito delle risultanze dell'ultima assemblea regionale del volontariato".
(Risposta scritta in data 26 ottobre 2007.)
"Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul futuro dell'area occupata dalla base americana a La Maddalena".
(Risposta scritta in data 8 novembre 2007.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza:
MANCA, Segretario:
"Interrogazione Lanzi - Cugini - Fadda - Licheri - Serra, con richiesta di risposta scritta, sulle assunzioni di lavoratori precari all'Agenzia regionale del lavoro". (1051)
"Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla paventata chiusura del servizio di guardia medica di Simaxis". (1052)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sui 200 esuberi tra i lavoratori delle imprese di pulizia della Regione, sulla riduzione dell'orario di lavoro per i 350 restanti e sulla decisione del consorzio aggiudicatario del bando di gara di assumere il personale necessario in base ad ordine alfabetico". (1053)
"Interrogazione Cucca - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione dei corsi triennali di Scienze dell'amministrazione e di Scienze del servizio sociale". (1054)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla situazione dei dipendenti in mobilità della ex EDITAR Spa e della DICOVISA e sui lavoratori ultracinquantenni disoccupati dopo anni di lavoro". (1055)
"Interrogazione Manca - Biancu - Cucca - Cuccu Giuseppe - Giagu - Sanna Simonetta, con richiesta di risposta scritta, sulle attività in corso dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPAS)". (1056)
"Interrogazione Lai Renato - Marracini - Pittalis, con richiesta di risposta scritta, sulle norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico della Sardegna". (1057)
"Interrogazione Biancu - Cuccu Giuseppe, con richiesta di risposta scritta, sulle presunte, ripetute violazioni commesse presso gli uffici della direzione generale dell'Assessorato regionale degli enti locali, finanze e urbanistica". (1058)
"Interrogazione Mattana - Barracciu - Cocco - Pacifico - Sanna Franco - Sabatini, con richiesta di risposta scritta, sullo stato delle procedure sulla istituzione del Parco delle foreste di Gutturu Mannu e sui ritardi in ordine alla sottoscrizione dello specifico protocollo d'intesa". (1059)
"Interrogazione Diana - Liori,con richiesta di risposta scritta, sul bando PIA 'Turismo e beni culturali'". (1060)
"Interrogazione Sanjust, con richiesta di risposta scritta, sulla chiusura del Servizio di anatomia patologica del Presidio ospedaliero della Cittadella universitaria di Monserrato". (1061)
"Interrogazione Liori - Diana,con richiesta di risposta scritta, sul blocco del trasporto di vagoni merci da e per la Sardegna da parte dei traghetti delle Ferrovie dello Stato". (1062)
"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione del protocollo di intesa firmato tra il Ministero della giustizia e la Regione Sardegna". (1063)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza:
MANCA, Segretario:
"Interpellanza La Spisa sul servizio di Protezione civile e Corpo forestale". (288)
"Interpellanza Atzeri - Maninchedda sulla mancata operatività della Conservatoria delle coste". (289)
"Interpellanza Pileri - Lai Renato - Sanna Matteo - La Spisa sulla ripartizione dei fondi a favore delle sedi universitarie decentrate (annualità 2007)". (290)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario:
"Mozione Vargiu - La Spisa - Randazzo Alberto - Artizzu - Ladu - Farigu - Capelli - Amadu - Randazzo Vittorio - Pisano - Pileri - Licandro - Cassano - Petrini - Dedoni - Contu - Rassu - Gallus - Lombardo - Sanjust - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Diana - Liori - Moro - Sanna Matteo - Murgioni - Milia sulla situazione dei medici con contratto di lavoro precario libero-professionale con le Aziende miste di Cagliari e Sassari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (149)
"Mozione Rassu - La Spisa - Contu - Licandro - Lombardo - Petrini - Pileri - Sanjust sull'ex Istituto di incremento ippico". (150)
"Mozione Capelli - Randazzo Alberto - La Spisa - Artizzu - Vargiu - Ladu - Floris Mario - Farigu - Cherchi Oscar - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Randazzo Vittorio - Amadu - Diana - Lombardo - Gallus - Dedoni - Moro - Sanna Matteo - Contu - Liori - Murgioni - Cassano - Rassu - Sanjust - Pileri - Petrini - Licandro - Pisano sulla gara indetta dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per l'affidamento del "Progetto sistema informativo sanitario integrato regionale ‑ SISaR" aggiudicata in favore dell'ATI fra Engineering Spa e Telecom Italia Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (151)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. Colleghi, commemoriamo oggi l'onorevole Giovanni Frau, scomparso ultranovantenne qualche mese fa.
Giovanni Frau era nato ad Arzachena nel 1916. Laureato in lingue, fu insegnante nelle scuole secondarie prima di dedicarsi alla politica. Eletto nel giugno del 1953, è rimasto in carica, salvo brevissime interruzioni, subentrando ad altro consigliere, fino al 1979, per sei legislature di fila. Ha militato nei monarchici, nazionali e popolari, e, dopo lo scioglimento di quel partito, nel Movimento Sociale Italiano.
Ventisei anni di presenza in Consiglio (Giovanni Frau è stato tra i consiglieri più longevi di questa Assemblea) rendono difficile una sintesi della sua attività, in particolare di quella ispettiva. Numerose le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni su temi sociali ed economici, ma anche sulla cultura, sulle infrastrutture e sui trasporti della nostra Regione.
Appassionato di agricoltura, concluso il mandato politico, si dedicò con passione a quest'attività. Pur vivendo a Sassari, mantenne un legame molto stretto con la Gallura; ai problemi di quel territorio - che negli anni 50 si affacciava alla soglia dello sviluppo in condizioni di forte arretratezza - riservò particolari attenzioni.
Vogliamo ricordare, in particolare, la sua sensibilità verso alcuni problemi rivelatisi nodali per lo sviluppo della Sardegna. Cito il problema dei trasporti, in particolare quello aereo, chiedendo, nel 1963, l'aeroporto di Olbia e il potenziamento di quello di Alghero; ma si occupò anche della stazione marittima del porto gallurese, infrastruttura indispensabile per favorire il traffico passeggeri e merci, e del porto di Palau, testa di ponte verso La Maddalena.
Fu testimone attento del declino dell'attività mineraria e delle prime gravi crisi del Sulcis, tra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70; richiamò spesso le responsabilità del Governo, e sottolineò con preoccupazione una serie di sciagure che aprivano il capitolo della sicurezza sul lavoro, trasferita, negli anni 70, dalle gallerie delle miniere agli impianti petrolchimici, altro capitolo di scottante attualità, in quegli anni riferito all'inquinamento industriale che colpiva anche la Media Valle del Tirso.
Un altro fenomeno prendeva piede in Sardegna negli anni dell'industrializzazione; il banditismo. L'onorevole Frau segnalava nel 1967 l'escalation degli episodi che inauguravano una stagione difficile: dalla strage di Lanusei del '72 alla lunga serie di sequestri di persona.
Nel sociale si occupò dell'assistenza gratuita, farmaceutica e ospedaliera degli anziani senza pensione, per i quali propose un assegno mensile di sussistenza, e dei minorati, con programmi di recupero e di reinserimento.
Questo, in estrema sintesi, il lungo curriculum politico dell'onorevole Frau, componente di molte Commissioni e in particolare delle Commissioni speciali, citiamo quelle per La Maddalena ed Arborea, per lo Statuto, per i problemi del sughero. Fu anche Segretario del Consiglio. Gentiluomo nella politica - dall'opposizione mantenne rapporti di cordialità e rispetto nei confronti della maggioranza - lo fu anche nella vita.
Così lo ricordiamo, manifestando ai familiari il nostro cordoglio. Un minuto di silenzio.
(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 149.
(Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Vargiu - La Spisa - Randazzo Alberto - Artizzu - Ladu - Farigu - Capelli - Amadu - Randazzo Vittorio - Pisano - Pileri - Licandro - Cassano - Petrini - Dedoni - Contu - Rassu - Gallus - Lombardo - Sanjust - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Diana - Liori - Moro - Sanna Matteo - Murgioni - Milia sulla situazione dei medici con contratto di lavoro precario libero-professionale con le Aziende miste di Cagliari e Sassari, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che:
- il Piano per il superamento del lavoro precario nella sanità pubblica (di cui alla delibera di Giunta regionale del 7 giugno 2007), a pagina 11, cita esplicitamente la situazione dei medici con contratto libero-professionale presso il Policlinico universitario di Cagliari e di Sassari;
- tali professionalità, con anzianità che sono di norma ricomprese tra i tre e i sette anni, garantiscono il buon funzionamento delle strutture, attraverso il proprio impegno in attività di tipo assistenziale, ma anche in attività di supporto alla didattica e alla ricerca;
- i medici con contratto libero‑professionale hanno vicariato negli anni tutte le carenze professionali dei policlinici universitari, in particolare coprendo gli orari di guardia e le prestazioni di urgenza, garantendo le attività di reparto e per esterni, rappresentando la sostanziale continuità terapeutica tra le attività cliniche e i pazienti;
- tali professionalità specialistiche ricoprono pertanto un ruolo assimilabile a quello della dirigenza medica, con mansioni e orari di servizio sostanzialmente sovrapponibili a quelli della dirigenza medica strutturata, mentre ricevono retribuzioni nette inferiori ai 1.300 euro mensili;
- questi medici rappresentano ormai una garanzia di qualità assistenziale e possono essere considerati un vero e proprio investimento delle aziende miste per il livello di competenza raggiunto negli anni nell'affrontare le tematiche proprie di ciascuna specifica disciplina;
- il contratto libero-professionale è sostanzialmente privo dei basilari elementi di garanzia dei diritti del lavoro (malattia, gravidanza, ferie), mentre la prassi ha sempre esteso i doveri dei professionisti ben oltre gli obblighi contrattuali, configurando un rapporto che a pieno titolo può essere ritenuto assimilabile ad una collaborazione continuativa e coordinata, analoga per prestazioni offerte all'impegno richiesto al dirigente medico strutturato;
- nel corso della discussione d'Aula che ha preceduto la estensione del Piano di superamento del precariato, da più parti era stata sottolineata la situazione di grave sofferenza di tali figure professionali e la necessità di intervenire con adeguati strumenti normativi, che consentissero il superamento del precariato;
- tale necessità era stata condivisa dalla Giunta regionale, che aveva preso l'impegno di affrontare con particolare riguardo ed attenzione la situazione di tali figure professionali, con l'obiettivo di individuare una corsia normativa che potesse consentire la piena stabilizzazione o, quanto meno, l'accesso facilitato all'interno dei ruoli pubblici;
- per tali professionisti rischia invece di configurarsi addirittura la beffa di una penalizzazione nella concorsualità pubblica, in quanto il servizio derivante dall'attività considerata libero-professionale non sembrerebbe in alcun modo valutabile;
- la quasi totalità dei medici con contratto di lavoro libero-professionale con i policlinici è rappresentata da professionisti quarantenni, spesso in possesso di più d'una specializzazione, portatori di un patrimonio di professionalità del quale è impossibile fare a meno;
- la maggior parte dei contratti libero-professionali scade il 31 dicembre 2007 e ad oggi nessun impegno è stato preso per il loro rinnovo né, soprattutto, per la loro conversione in rapporti lavorativi stabili;
- la costituzione delle Aziende miste di Cagliari e Sassari rende indifferibile la ridefinizione della posizione dei medici con contratto di lavoro libero professionale;
- per contro, in diverse ASL della Sardegna sarebbero invece già state bandite apposite procedure selettive finalizzate a dare stabilità ai rapporti libero-professionali dei medici;
- diverse regioni italiane (ad esempio il Veneto) avrebbero già avviato o addirittura concluso le procedure di stabilizzazione dei medici con contratto di lavoro libero-professionale;
- anche il servizio di farmacia dell'ex Policlinico di Cagliari era affidato a due farmacisti a contratto (da oltre 10 anni), responsabili inoltre del centro UMACA (destinato alla diluizione centralizzata dei farmaci chemioterapici), che è il terzo centro in ordine di importanza di tutta la Sardegna,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e
dell'assistenza sociale
a riferire urgentemente sulle azioni che si intendono mettere in essere per garantire la stabilizzazione di tutti i medici e farmacisti con contratto di lavoro libero-professionale operanti presso le Aziende miste di Cagliari e Sassari, con l'obiettivo di garantire la continuità assistenziale, di perseguire l'efficienza dei servizi sanitari e di valorizzare le professionalità mediche formate negli anni.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio, abbiamo ritenuto di chiedervi di introdurre in Aula oggi questo argomento che sta assumendo una valenza drammatica nella sanità sarda ed è un argomento sul quale chiediamo alla Giunta un'attenzione particolare, ma anche ai colleghi del Consiglio chiediamo un'attenzione particolare, possibilmente che concluda questa mozione, che, come voi avrete senz'altro visto, nel dispositivo chiede esclusivamente che si riferisca in Aula sulla situazione dei precari del policlinico, chiediamo ai colleghi del centrosinistra uno sforzo di disponibilità perché si riesca ad arrivare ad una conclusione della discussione che su questo argomento faremo in Aula che sia davvero orientata all'assunzione del problema e non a contrapposizioni d'Aula che non verrebbero capite né dai destinatari di questo problema, né soprattutto dai pazienti che hanno, ovviamente, tutto l'interesse che problema sia risolto.
Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una situazione che è nota alla Giunta regionale e sulla quale sia la Giunta regionale che il Consiglio si sono espressi più volte, anche in termini più generali, nel senso che sia il Consiglio regionale che la Giunta più volte si sono espressi sulla necessità del superamento delle forme di lavoro precario, siano esse concernenti altri aspetti della vita sociale e lavorativa, siano esse esplicitamente e specificamente relative ai problemi del precariato in sanità. E questo è un corollario introduttivo obbligatorio perché ci consente di dire una cosa che è bene che venga sempre ripetuta, e cioè che non stiamo affrontando un problema di cui ci siano responsabilità di centrodestra o di centrosinistra, nel senso che è un problema, è un problema sul tappeto, è un problema a cui la politica deve dare soluzione, è un problema che è nato quando l'amministrazione regionale era di centrodestra, ma che è continuato assolutamente in maniera identica, se non addirittura superiore, durante l'amministrazione regionale di centrosinistra. Perché? Perché, per quanto riguarda almeno il policlinico di Cagliari, è stato il modo per dare risposta ad esigenze reali, quindi non è stato il meccanismo che ha portato all'assunzione dei dirigenti precari all'interno del policlinico, un meccanismo con cui si sono gonfiati i ruoli di un'amministrazione, è stato un meccanismo che ha consentito di aprire nel 1999 il policlinico di Cagliari e che gli ha consentito di funzionare negli anni successivi sino all'azienda mista attuale. Ecco, allora è forse utile che con chi non si intende di sanità, e immagino che all'interno del Consiglio regionale sia senz'altro la maggior parte dei colleghi, è utile ragionare un attimo su chi sono i precari del policlinico. Perché? Perché è importante comprendere di quali figure professionali stiamo parlando, nel senso che anche in alcune note che sono apparse sulla stampa si è sottolineato un aspetto, e cioè che le professionalità (medici, farmacisti, altre professionalità dirigenziali che sono presenti all'interno della sanità, e in particolare nel policlinico universitario) sono arrivate a quell'incarico senza una selezione pubblica, senza un concorso. Verissimo, però non distorciamo la realtà. Nel senso che coloro i quali sono diventati medici precari del policlinico non sono gli accozzati. Gli accozzati, se in questo modo possono essere definiti, sono tutti strutturati, cioè sono dentro le aziende del servizio sanitario nazionale, qualcuno, i più fortunati, i più meritevoli, i più bravi, sono riusciti ad entrare con qualche concorso per ricercatore all'interno dell'università e hanno coronato un loro sogno, poi c'è una parte, che potrebbero essere definiti i paria della sanità, che dopo aver fatto il corso di specializzazione, quindi non stiamo parlando dei soliti medici giovani neolaureati, stiamo parlando di colleghi medici o altri dirigenti che si sono professionalizzati facendo quattro o cinque anni di specializzazione. Quando hanno finito la specializzazione qualcuno di loro ha avuto, da parte del proprio docente universitario, la richiesta: "Resti con me?". "E cosa mi dai? Perché per restare con te, io che ho 32-33 anni, mi sono sposato e ho un figlio devo avere qualche garanzia". Beh, il professore universitario ha detto: "Io non ho niente da darti, se non un contratto libero-professionale e che ti possa consentire di rimanere qui in attesa che facciamo il concorso". Beh, insomma, qualcuno non ci ha creduto, e forse ha fatto bene, e non credendoci ha trovato collocazione all'interno di altre strutture, possibilmente ha partecipato a un concorso, se gli è andata bene si è fatto assumere attraverso il concorso, qualche altro invece ci ha creduto e ha iniziato dedicare la sua esistenza a una missione che in cambio gli dà quello che noi vedremo immediatamente dopo. Ecco, questi medici, perché sono soprattutto medici, che lavorano presso il policlinico sono stati scelti con questo meccanismo, cioè quelli più disponibili, quelli più appassionati e quelli che sono stati capaci di rinunciare a svolgere la loro professione in maniera retribuita e l'hanno svolta alle condizioni che il policlinico gli ha proposto. Quali sono le condizioni che il policlinico gli ha proposto? Vi dico quelle attuali, così ci rendiamo conto di quale sia la situazione: 1000 euro al mese, senza alcun tipo di garanzia di nessun altro genere, senza contributi pensionistici, senza nessuna di quelle protezioni sociali che qualunque lavoratore, il più derelitto, normalmente ha. 1000 euro al mese. Cosa garantiscono per 1000 euro al mese? Garantiscono quello che tutti gli altri dirigenti del servizio sanitario strutturati garantiscono all'interno delle loro aziende, e cioè 40 ore, 38 ore di servizio nella settimana all'ente con cui hanno il rapporto. Quindi lo stipendio, gli emolumenti di un collega che svolge attività da medico strutturato sono ben diversi, giustamente, probabilmente, rispetto a quelli che prendono i colleghi che hanno invece un rapporto di tipo libero professionale. Rapporto libero professionale che non figura nessun tipo di garanzia dal punto di vista sociale, nel senso che: maternità? Non esiste! Malattia? Non esiste! Congedo ordinario, ferie? Non esistono! Orario di servizio? Beh, non esiste neanche quello, nel senso che la maggior parte di questi colleghi garantisce un orario di servizio - proprio per il motivo di non averne uno obbligatorio - che è ben superiore rispetto alle 38 ore normali, perché garantisce l'assistenza, perchè garantisce la ricerca, perché collaborano alla ricerca dell'università, perché garantiscono la didattica, perché hanno affidati, seguono le tesi di laurea dei giovani studenti in medicina che vanno a professionalizzarsi prima della laurea e durante la specializzazione nelle strutture del policlinico. Bene, se questa è la situazione, voi direte probabilmente una situazione analoga esiste in tante altre aziende, perché i contratto libero-professionali non sono specifici del policlinico, c'è un censimento che è stato fatto dalla Giunta regionale nel piano di stabilizzazione del precariato e sanità che la Giunta ha adottato come delibera il 7 di giugno di quest'anno, che censisce - oltre che queste figure professionali - figure analoghe che sono presenti all'interno di altre strutture aziendali della Sardegna. Però è diverso, perchè nelle altre strutture aziendali, normalmente, i contratti libero-professionali servono a vicariare carenze di pianta organica, per cui diventa fisiologico che chi vicaria le carenze di pianta organica, non appena viene fatto il concorso specifico, viene inevitabilmente, giustamente, correttamente, inserito all'interno della struttura aziendale. Nel caso del policlinico è diverso, perché? Perché quelle esigenze che il policlinico aveva e ha avuto per sette anni - cioè dal 1999 in cui è nato, sino ad oggi - oggi non sono più esigenze del solo policlinico, ma sono diventate esigenze dell'azienda mista e allora ci potrebbe essere il paradosso che il numero complessivo dei medici dell'azienda mista sia congruo rispetto al numero dei posti letto dell'azienda e quindi ci potrebbe essere il paradosso che i 70, 60 colleghi che stanno prestando in questo momento attività con contratto libero-professionale presso il policlinico, si sentano dire: "Guardate, non c'è carenza di organico all'interno dell'azienda mista perchè abbiamo verificato che i numeri complessivi tra San Giovanni di Dio, complesso pediatrico e policlinico di Monserrato sono comunque congrui rispetto a quelle che sono le teoriche esigenze dell'azienda". Sarebbe una beffa di proporzioni gigantesche. Io credo che, al di là delle ragioni per cui il problema si sia generato, oggi c'è una fotografia, ed è un problema reale, e non è un problema di cui si deve far carico o si può far carico la minoranza consiliare sollevandolo in una mozione urgente e proponendolo, è un problema di cui inevitabilmente deve farsi carico l'intero Consiglio, cioè le risposte alle aspettative dei colleghi, ma soprattutto alle aspettative di qualità della salute che provengono dalla gente che utilizza la prestazione professionale dei colleghi, non possono essere lasciate in carico soltanto a noi, ma sono obbligatoriamente, necessariamente, da porre in carico all'intero Consiglio, da porre in carico per la parte normativa-propositiva alla Giunta regionale, per la parte, eventualmente, di tipo normativa-legislativa alla attività del Consiglio regionale. Io credo che questo sia l'elemento fondamentale, il punto di riferimento dal quale noi non possiamo prescindere e del quale non possiamo fare a meno. Allora che fare? Lo ripeto, nella richiesta che oggi è esposta nella mozione urgente che è stata presentata, noi chiediamo di sentire che cosa la Giunta pensa, perché? Perché la Giunta non ignora affatto il problema: nel piano di stabilizzazione del precariato in sanità del 7 giugno - per chi se lo vuol leggere, a pagina 11, a pagina 24 - si parla di queste professionalità, si fotografa questa sofferenza specifica in sanità che è particolarmente intensa per quanto riguarda l'ex policlinico universitario di Cagliari, quindi è un problema che è conosciuto dalla Giunta regionale. Bene, ci aspettiamo che in quest'Aula si sentano delle parole che ci consentano di capire che il problema è avviato a soluzione e quindi che esistono delle attività, delle azioni che la Giunta regionale - magari anche con il concorso del Consiglio, siamo a disposizione - che la Giunta regionale intende intraprendere per arrivare a una soluzione del problema. Io mi permetto, poi sentiremo l'Assessore alla sanità, credo che sia utile fare anche delle proposte che poi eventualmente l'Assessore potrà raccogliere o potrà sostituire con migliori proposte che provengono dall'iniziativa della Giunta, io credo che sarebbe importantissimo se noi riuscissimo ad avere dalla direzione dell'azienda mista, quindi ex policlinico, i carichi di lavoro di questi colleghi, perché teoricamente questi colleghi hanno un rapporto di lavoro libero professionale, quindi uno potrebbe pensare che vanno lì, due ore al giorno e che, per mille euro, in quelle due ore al giorno che sono lì fanno alcune cosette, integrati nel lavoro complessivo dell'azienda. Magari, se noi chiedessimo al direttore generale dell'azienda mista potremmo scoprire che sono colleghi che svolgono la stessa attività di lavoro che fa un medico strutturato; che sono colleghi che garantiscono la propria presenza all'interno del policlinico 38 ore alla settimana o magari anche di più di 38 ore alla settimana; che sono i colleghi che gestiscono gli ambulatori per esterni, cioè quelli che danno risposte concrete alla gente che va a chiedere, in sostanza; che sono colleghi che mantengono la continuità assistenziale in reparto, cioè che hanno il rapporto con i malati di cancro da uno, due, tre, cinque, sette anni, quindi che sono i colleghi che rappresentano l'ossatura della risposta assistenziale che dà il policlinico; che, magari, sono i colleghi che partecipano alla formazione dei nuovi medici, quelli che sono la garanzia del trasferimento del know-how, del sapere scientifico, del sapere professionale, delle competenze, delle capacità. Ecco, allora, se scoprissimo tutto questo, è difficile dire che non c'è posto per loro, perché se c'è stato posto e necessità sino ad oggi, sulla base di esigenze comprovate, non si capisce perché in futuro non ci dovrebbe essere. E allora come fare a garantire a questi colleghi che ci sia la possibilità, che sia riconosciuta la loro dignità professionale, che sia riconosciuto il ruolo e il lavoro che svolgono nei confronti della gente che sta male? Beh, insomma, ci sono delle risposte, ad esempio di tipo normativo. Oggi questi colleghi se partecipassero a un concorso pubblico non hanno nessun titolo, perché? Perché nonostante abbiano svolto un'azione, un lavoro assolutamente equipollente a quello di un medico strutturato, loro sono liberi professionisti come se avessero avuto un loro studio aperto in una qualsiasi via cittadina dove hanno ricevuto pazienti privati. Ecco, dal punto di vista della valutazione dei titoli concorsuali a normativa vigente per loro questa è la situazione, sono stati dei liberi professionisti! Allora, gente che oggi ha cinquant'anni e che è quindici anni che lavora con l'università venendo sfruttato dal punto di vista della propria professionalità, oggi si sente dire che non ha nessun titolo, che se partecipa a un concorso pubblico è come il laureato di avantieri perché non gli viene riconosciuto in nessuna maniera quello che ha sino ad oggi prodotto con un lavoro assolutamente sovrapponibile a quello di un professionista strutturato, di un medico dipendente, per comprenderci. Bene, allora vediamo se il Consiglio regionale può intervenire da un punto di vista normativo e può introdurre una norma che consenta a questi colleghi di vedere valutato, dal punto di vista concorsuale, il lavoro svolto. Chi ha lavorato per sei anni avrà titoli di sei anni, chi ha lavorato per sei mesi avrà titoli per sei mesi, ma a tutti sono riconosciuti i titoli perché il tipo di lavoro svolto è sovrapponibile a quello di un professionista dipendente dell'amministrazione ospedaliera o dell'azienda sanitaria locale.
Però, insomma, io credo che non sarebbe sufficiente se facessimo questo, perché? Perché noi abbiamo detto che oltre la valutazione dei carichi di lavoro e quindi, conseguentemente, il riconoscimento dei titoli, sarebbe utile cercare di capire se una volta che abbiamo detto che questi professionisti lavorano esattamente come lavora un professionista dipendente, svolgendo le stesse identiche mansioni di un dipendente e quindi è solo una finzione giuridica dire che si tratta di liberi professionisti, beh, a questo punto dovremo chiederci se questi professionisti hanno maturato o non hanno maturato quei titoli che consentono, attraverso il piano di stabilizzazione del precariato, la stabilizzazione, cioè se sono professionisti che hanno raggiunto i 30 mesi nei 5 anni che gli consentano di avere titolo per chiedere la stabilizzazione. Probabilmente scopriremo che molti di questi professionisti, forse addirittura la gran parte di questi, sta collaborando da più di tre anni o da più di due anni e mezzo, sta svolgendo una attività che è assolutamente assimilata e assimilabile per qualità e quantità a quella di un medico dipendente e quindi che ha onestamente, sostanzialmente tutti i titoli per aspirare alla stabilizzazione. Però la risposta è nota, la stabilizzazione non si può fare perché la stabilizzazione richiede comunque un accesso iniziale per titoli. Possiamo semplicemente fare, pensare ad una ricognizione che ci consenta poi di fare delle selezioni riservate, il 60 per cento a pagina 24 del piano di stabilizzazione, il che significherebbe che c'è il rischio che la maggior parte di queste professionalità vadano perdute, il che significa che un investimento di 10 anni, di 5 anni, di 8 anni a formare queste professionalità, è perso, perché non sono più a disposizione dei pazienti o sono a disposizione dei pazienti in posti dove non viene richiesta quella professionalità e magari nel frattempo al posto loro ci sono dei colleghi che non hanno mai fatto quel lavoro e cioè bisogna riniziare tutto daccapo e riniziare daccapo è una perdita di qualità dell'assistenza che chiunque sia entrato un giorno in ospedale sa bene cosa significa, quindi tutti i colleghi che in ospedale ci sono passati, ma anche quelli che non ci sono passati per lavorarci ma soltanto perché sono stati curati dentro un ospedale, cioè tutti noi, sappiano e sanno, qualcuno perfettamente, che la qualità dell'assistenza è garantita dal passaggio delle competenze, dalla trasmissione del sapere, dal fatto che si lavora in equipe ed è dieci anni, quindici anni, vent'anni che si fa quel lavoro, non si può perdere questo valore aggiunto se non si è determinati a farsi da soli il danno. E allora quali possono essere le soluzioni? Beh, Assessore, assessore Dadea, assessore Dirindin, in data 24 ottobre 2007 la Giunta regionale pubblica due concorsi: categoria C livello retributivo C1, competenze in catalogazione beni culturali e categoria B livello B1, competenze in conservazione e gestione di materiale bibliografico e documentario antico raro e di pregio. Sono concorsi per titoli e allora nel momento in cui a questi colleghi noi riconoscessimo i titoli per quello che hanno lavorato fino adesso non si vede quale sia il motivo per cui non possono accedere ad un concorso esattamente identico in cui vengano valutati i titoli che si sono ottenuti e sulla base dei titoli si possa procedere alla stabilizzazione di coloro i quali hanno raggiunto i 30 mesi di cui si parla nelle norme per la stabilizzazione dettate dalla finanziaria regionale e dalla finanziaria nazionale. Su questo io credo che sia utile dare delle risposte e se le risposte fossero unitarie del Consiglio e della Giunta credo che sarebbe il regalo migliore che possiamo fare all'assistenza sanitaria in Sardegna.
PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che hanno dieci minuti di tempo per il loro intervento e che chi intende iscriversi a parlare deve farlo durante l'intervento dell'onorevole Gallus appunto.
E' iscritto a parlare il consigliere Gallus. Ne ha facoltà.
GALLUS (Fortza Paris). Grazie Presidente, Assessore e colleghi.
Normalmente quando si parla di precariato già si mette in evidenza una situazione di sofferenza che riguarda molti lavoratori che vivono il dramma di non avere un futuro professionale certo unitamente al disagio che da ciò ne deriva.
Parlare poi di precariato in sanità, assume, se me lo consentite, una valenza ancora più significativa perché stiamo discutendo di una categoria professionale che si occupa della salute dei cittadini, e che per farlo ha conseguito studi e titoli scientifici con grande impegno e sacrificio. Un precariato che dura in taluni casi tra i tre e i sette anni e che è servito a supplire alle gravi carenze di organico nella sanità assicurando nel contempo la continuità di servizi di fondamentale importanza sia per la prevenzione che per la continuità terapeutica. Proprio in ossequio del lodevole servizio assicurato dai precari, la Giunta regionale si è impegnata ad individuare un percorso che prevede una corsia legislativa finalizzata alla stabilizzazione del precariato. Stabilizzazione, certo, è un brutto termine ma che rende bene la realtà che vivono i medici con contratto libero professionale presso il policlinico universitario di Cagliari e di Sassari, ma non solo. Vi sono infatti altre realtà nella sanità sarda che vivono la stessa situazione con uguale intensità drammatica. Una mancata risposta dalla Giunta regionale rischia di prefigurarsi come una beffa ai danni di questi medici precari perché nei meccanismi di valutazione dei concorsi pubblici tale servizio non risulta valutabile. Peraltro, l'avvicinarsi della data di scadenza del contratto per i medici del policlinico in assenza di precisi impegni, fa intuire la possibile risoluzione dei contratti stessi senza che sia avvenuta la promessa conversione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Qui tocchiamo un nodo politico essenziale in quanto la Giunta regionale e la maggioranza che la sostiene devono spendere parole chiare e impegni precisi su come intendono affrontare il problema del precariato nella sanità, cosa del resto è stata già fatta nel giugno scorso sul piano cosiddetto della stabilizzazione, e si badi bene che non stiamo chiedendo facilitazioni o percorsi legislativi abbreviati e particolari, ma più semplicemente il riconoscimento di un diritto riconosciuto dallo statuto dei lavoratori per chi ha maturato questo diritto con grande sacrificio, passione professionale e spirito di abnegazione. Per finire, mi verrebbe da dire, che tutti i precari hanno uguali diritti e che per questo è giunto il momento di trovare soluzioni legislative adeguate per chi versa in questa davvero sconfortante situazione, ma senza dietrologie o demagogie di basso profilo. Mi chiedo a chi giova perdere delle sicure professionalità acquisite sul campo in un settore che richiede notevole professionalità, esperienza e conoscenza scientifica, se davvero vogliamo assicurare a tutti i cittadini sardi un servizio sanitario di alta qualità e prossimo ai bisogni di chi davvero soffre. E a proposito delle professionalità che rischiamo di perdere, e sto concludendo, vorrei anche ricordare il solito annoso problema che riguarda il centro della sclerosi multipla di Cagliari, siamo a fine anno e ogni fine anno da tre anni a questa parte siamo in periodo di scadenza di contratto, so che c'è stato un grande impegno da parte dell'Assessore e gliene va dato atto e comunque sia vorrei che di questo problema, come del resto degli altri di cui ho parlato, non se ne parlasse più perché sono ovviamente risolti. Vi ringrazio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Marracini. Ne ha facoltà.
MARRACINI (Gruppo Misto). Presidente, colleghi, i Popolari UDEUR nella finanziaria dell'anno scorso, hanno, non per togliere la tempestività al collega Vargiu, ma avevano già proposto nella stabilizzazione dei precari, di inserire anche quelli della sanità. Noi su questa battaglia abbiamo poi ottenuto una parte del risultato, ma ricordo perfettamente in quella notte lunga dove il presidente Soru era contrario alla stabilizzazione di tutti i precari, riuscimmo a spuntare soltanto, diciamo, una piccola parte del mondo del precariato del lavoro. Oggi, in questa occasione evidentemente non possiamo che ribadire la nostra partecipazione attiva alla soluzione del problema soprattutto perché non vogliamo che ci sia una divisione rispetto al target sul quale andiamo a colpire, cioè se si tratta della sanità ci spostiamo sul centrodestra, se si tratta degli operai dell'antincendio ci spostiamo sul centrosinistra. Noi crediamo che laddove c'è precariato non ci debba essere appartenenza, ci debba essere una unanimità di consenso da parte dell'aula e quindi andiamo sull'operativo e facciamo una proposta concreta, innanzitutto dichiariamo sino adesso la nostra evidente e anticipata, il nostro anticipato consenso a questa iniziativa e proponiamo un ordine del giorno unitario all'aula della maggioranza e dell'opposizione. Se questo non fosse possibile è evidente che noi staremo dalla parte di chi vuole la stabilizzazione dei precari, quindi non ci interessa se sia di centrodestra o di centrosinistra, ci schiereremo a favore della stabilizzazione perché non vogliamo, ripetiamo, che poi succeda come è successo per le elezioni del segretario del partito Democratico che gli operai dell'antincendio venissero chiamati a restituire il favore che era stato fatto loro dal centrosinistra. Noi crediamo che non ci sia da speculare sul precariato, crediamo che ci sia invece da stabilizzare tutto il mondo del precariato, siano operai, siano medici, siano ingegneri, perché sono giovani in linea di massima che hanno famiglia, che hanno bisogno di risposte, anche dalla politica, di risposte concrete. Quindi se non passerà in questa circostanza noi ci impegneremo sulla finanziaria prossima regionale a rifare una battaglia a favore dei precari. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Marracini. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (R.C.). Presidente, onorevoli colleghi, io devo dire con grande soddisfazione che da quest'Aula, ultimamente, ci vengono delle gratificazioni continue, ci vengono delle gratificazioni continue perché finalmente tutti, dall'estrema destra fino a noi che siamo alla sinistra, ci danno ragione! Tutti! Anche coloro, come l'onorevole Vargiu, l'onorevole Murgioni, che vedo sorridente, hanno sostenuto sistematicamente che nel sistema, un tempo si diceva l'azienda Italia, noi l'avevamo "aziendalizzata" l'Italia, ci doveva essere più mercato e meno ostacoli e che dovevamo essere tutti più flessibili, cioè disponibili a piegarci, sono passati gli anni, si è fatta la legge numero 30, si è "flessibilizzato" tutto il sistema contrattuale del lavoro, e oggi io scopro che vi siete pentiti e mi fa piacere! Quali contratti libero professionali, quale flessibilità, bisogna stabilizzare tutti, dentro il sistema pubblico, così come noi sostenevamo e sosteniamo da sempre! Io vi faccio i complimenti, perché riconoscere di aver sbagliato è utile, anzi è indispensabile per andare avanti. Per cui, mi trovo assolutamente d'accordo con l'idea che viene affacciata di potenziare il processo di stabilizzazione che abbiamo previsto nel Piano sanitario regionale, che voi, malauguratamente, non avete votato! Perché avete votato sì la norma che consentiva l'avvio del Piano di stabilizzazione, la definizione del Piano di stabilizzazione, l'avvio delle stabilizzazione, ma non avete votato il Piano sanitario! Come dire: sì siamo d'accordo con questa cosa però il sistema, lo strumento generale che è essenziale, aver approvato per poter fare le cose lo bocciamo. Allora io credo che bisognerebbe recuperare anche sotto questo profilo un pochino di coerenza e bisogna soprattutto, se noi difendiamo una categoria, mi sembra anche giusto, che chi proviene da quel mondo dove ha vissuto, condiviso con molti, abbiamo anche autorevoli rappresentanti di quella categoria, le vicende della Sanità in Sardegna e le difficoltà della Sanità in generale, che ha avuto i rubinetti finanziari spesso chiusi per la esponenziale crescita dei costi dell'intervento sanitario pubblico in un sistema come il nostro che è sicuramente tra i migliori d'Europa e tra i migliori del mondo, abbia un'attenzione per questo tipo di professionalità, per queste categorie di lavoratori. Noi chiariamo che questa attenzione sia estesa a tutte le categorie del lavoro e chiediamo un maggior impegno anche in linea generale, cioè non tolleriamo più che a prevalere sia il concetto di profitto, di crescita smisurata dell'economia, di utilizzazione delle risorse finanziarie per la "aziendalizzazione" del sistema nazionale, del sistema europeo, che le leggi di libero mercato abbiano la loro condizione e il loro inquadramento nell'ambito della libera concorrenza fra l'impresa, ma che non invadano tutti i campi e che non siano causa della mancata attenzione verso le persone, le persone utenti dei servizi e le persone che invece operano per erogare questi servizi. Primo fra tutti quello che riguarda proprio la salute, la condizione sanitaria di questo Paese e di questa Regione. Per cui sono d'accordo perché si trovi una formulazione a conclusione della discussione di questa mozione che solleciti l'attenzione che già è stata manifestata e anche professionalmente in modo direi di grande livello da parte della Giunta regionale dalla parte dell'assessore Dirindin, io ho avuto il piacere di vedere il piano anche nella fase in cui si andava a sviluppare la ricognizione attenta, i meccanismi che sono stati posti in essere per dare attuazione alla norma del Piano sanitario regionale che riguarda la stabilizzazione dei precari di tutte le figure precarie del Sistema sanitario regionale, credo che uno sforzo in più si debba fare anche con riguardo a queste categorie di lavoratori partendo anche dalla considerazione che effettivamente le modalità di accesso che si sono registrate sono per tutti uguali.
Ciò detto, siccome l'obiettivo è avere una Sanità pubblica con gli operatori pubblici giustamente retribuiti in condizioni di serenità operativa perché di questo avrà beneficio sicuramente l'utenza, di questo avranno beneficio i pazienti, e questa tensione deve essere profusa anche nell'ambiente della ricerca oltre che nell'ambiente dell'assistenza, io penso che questa attenzione possa essere raccolta in un documento unitario e possa essere così trasmessa alla Giunta regionale che sono convinto opererà al meglio.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Uras. E' iscritto a parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.
Il consigliere Frau non è presente in Aula, la sua iscrizione a parlare decade.
E' iscritto a parlare il consigliere Ibba. Ne ha facoltà.
IBBA (Gruppo Misto). Grazie Presidente, non è la prima volta che noi parliamo del problema del precariato nel settore della Sanità, l'abbiamo fatto quando abbiamo parlato e abbiamo fatto le lunghe discussioni sul Piano sanitario regionale, l'abbiamo fatto quando abbiamo parlato nel merito del Piano di stabilizzazione dei precari, e già in quella occasione noi avevamo detto alcune cose che riconfermiamo e ripetiamo, non solo per un fatto di documentazione storica,, ma perché ne siamo formalmente convinti. Il problema del precariato è un problema che è diverso nella sanità rispetto ad altri comparti perché il comparto della sanità è diverso rispetto agli altri, dal momento che gestisce il problema della salute umana, ma soprattutto perché nell'ambito della Sanità, più che in qualunque altro ambito, la lentezza del nostro sistema gestionale ed amministrativo si avvicina e forse in qualche caso anche supera la lentezza della Chiesa e del concilio di Trento. Questo lo dico perché diventa necessario precisare che la soluzione che si affronta sia una soluzione definitiva e non ancora una volta un pannicello caldo. Perché il problema di precari si forma perché pannicelli caldi sono stati usati nei 15 anni precedenti perché non si è voluto affrontare il problema delle piante organiche e del Servizio sanitario regionale. Adesso io credo che l'impegno assunto, da sempre, in questa legislatura dalla Commissione sanità, dai suoi componenti, dalle forze politiche che lo rappresentano, sia quello invece di optare per una soluzione che sia definitiva. E la soluzione definitiva passa attraverso la scelta di un principio di carattere politico generale per il quale il servizio sanitario regionale è l'elemento, è il sistema di tutela della salute dei cittadini ed è l'elemento di offerta lavorativa per il personale del Servizio sanitario regionale, che sia universitario o che non sia universitario.
Perché non è la stessa cosa parlare limitatamente dei problemi del Policlinico e parlare dei problemi dell'Azienda mista. Il Policlinico rappresenta quella valenza universitaria che ancora è un grande, per la gran parte, è un grande buco oscuro nella conoscenza e nella organizzazione del nostro sistema. E io credo che male fa la nostra Regione a non risolvere definitivamente il problema delle piante organiche, dei finanziamenti e del superamento del precariato, perché l'università è una parte importante non solo nell'assistenza sanitaria, non solo nella formazione, non solo nella ricerca, ma è una parte importante del sistema economico di questa Regione. Anche la parte sanitaria dell'università è una parte importante, è un volano del sistema economico di questa Regione.
Allora il problema dei precari va risolto e va affrontato in maniera definitiva, tenuto conto che il Policlinico universitario e l'Azienda mista sono una parte del più ampio e complesso Servizio sanitario regionale; e la sua soluzione va risolta incastonata nel contesto del Servizio sanitario regionale. Allora è evidente che noi nell'interesse del Servizio sanitario regionale non possiamo pensare di addivenire al superamento dei vuoti negli organici, pensando di non utilizzare le professionalità che nell'arco di questi 8-10 anni si sono formate, in parte per necessità, ma in parte soprattutto con uno sforzo e con un senso di responsabilità professionale e di volontariato professionale, di attaccamento al senso della professione, da parte di tutti quei medici, allora giovani laureati, oggi sicuramente non più con queste caratteristiche e con questa tipologia, ma che comunque sono diventati elementi qualitativamente indispensabili per il funzionamento del Servizio sanitario regionale nella sua versione policlinico, nella sua versione azienda mista, nella sua versione Servizio sanitario regionale globalmente inteso.
Allora il problema, pertanto, non è il problema di chi si pone in carico la questione dei precari, perché essendo un problema di sanità pubblica, Pierpaolo, è un problema che è in carico a tutti. Perché l'abbiamo sempre detto che sulle questioni della sanità non ci dividiamo tra parte destra e parte sinistra. L'abbiamo sempre detto e dobbiamo anche cercare di farlo. E non è neanche un problema di dover dire: "C'è posto per loro". C'è posto per loro e c'è posto per altri. Perché noi, oggi, il problema che stiamo affrontando riguarda forse 50-60 persone, che non è il problema del policlinico universitario, perché il problema del policlinico universitario è ben più ampio, sia dal punto di vista dei numeri del personale che manca, medico e non medico, sia dal punto di vista delle dotazioni tecnologiche, della fornitura di servizi, dei finanziamenti e delle finalità. Allora, pertanto, è un problema che sta nell'interesse delle aziende, che sta nell'interesse dell'Azienda sanitaria Sardegna, quella di salvaguardare le professionalità che si sono formate nell'arco di questi anni. E io non credo che possa essere un elemento, come dire, condizionante la modalità tecnico-amministrativa, assessore Dadea, con la quale questi medici sono stati chiamati a lavorare. Perché io credo che se noi ci fermassimo o ci facessimo condizionare dalle formalità burocratico-formali non riusciremo a fare nulla, se non avessimo il coraggio di superarle. Allora il problema non è che queste persone sono state chiamate a contratto libero-professionale, ma su non imbrogliamoci! Tutti sappiamo bene che i contratti libero-professionali nelle aziende pubbliche sono un artificio, sono un sotterfugio, sono un machiavellismo che ci si inventa e che si è utilizzato negli anni precedenti per poter utilizzare personale, perché altra forma e altra possibilità non c'era. Ma dove è la liberalità professionale nell'operare in un contesto che è totalmente e pienamente con le caratteristiche del rapporto subordinato e della dipendenza? Ma non solo dal punto di vista concettuale, ma proprio dal punto di vista del contesto dell'apparato. Allora non può essere la formula amministrativa, con la quale veniva legittimamente erogata una retribuzione mensile, l'elemento che deve far dire che la tipologia della persona è quella e non un'altra. La tipologia della persona, cioè del dipendente medico, dell'operatore medico, è quella comunque della figura del dipendente.
Poi, io capisco che, oggi, tecnicamente ci può essere il problema che la legislazione vigente, dalla "484" alla "761", per la parte ancora applicabile, pone dei problemi, ma il fatto che si pongano dei problemi non vuol dire che questi problemi non possano essere superabili. Io credo che possano essere superabili. Noi non abbiamo ancora la Finanziaria nazionale, ma per quel poco che sembra di potere conoscere, di poter capire, è possibile che noi possiamo avere la possibilità di trovare le pieghe per infilarci dentro quella possibilità che quella legge nazionale sta predisponendo. Perché il fenomeno di cui noi stiamo parlando non è un fenomeno che riguarda soltanto la realtà cagliaritana o la realtà sassarese, è un fenomeno che è diventato obiquitario in tutte le università d'Italia, in tutte le aziende miste d'Italia, perché il fenomeno della non partecipazione e della non presenza è stato un fenomeno obiquitario. Allora, da questo punto di vista, io non entro neanche nel merito del fatto che alcune forze che oggi reclamano potevano votare sì al Piano sanitario e potevano votare sì al Piano di stabilizzazione. Non l'hanno fatto, ma sono d'accordo con Luciano Uras: Meglio tardi che mai!". Però da questo momento procediamo con un minimo di unitarietà. Io credo che sia nell'interesse di tutti, guardate non soltanto nell'interesse dei miei colleghi medici che sono lì sulle tribune, credo che sia nell'interesse della qualità del Servizio sanitario che questa Regione deve erogare. Alla troviamo un punto dove troviamo una piattaforma comune tra minoranza, maggioranza e Giunta, assumiamo l'impegno di risolvere questo problema, per il quale stiamo facendo, forse, un grande regalo a chi ne beneficerà, ma soprattutto stiamo facendo un grande servigio al Servizio sanitario di questa Regione. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Serra. Ne ha facoltà.
SERRA (Sinistra Autonomista). Grazie signor Presidente. Io credo che ci sia anche un altro aspetto molto più importante, sul quale in molti si stanno ricredendo, anche in termini di sanità, che è questo: Con una legge di diversi anni fa il Servizio sanitario nazionale aveva assunto delle caratteristiche in Italia, che lo rendevano tra i primi nel mondo. Ci sono stati poi alcuni anni successivi in cui si è pensato, in qualche modo, che quel tipo di Servizio sanitario andasse in qualche modo smantellato. Mi pare che anche su questo aspetto, oggi, c'è un'inversione di tendenza, che io considero estremamente positiva. Io sono d'accordo, ho anche votato la Finanziaria dell'anno scorso e il Piano per la stabilizzazione dei precari, quindi ribadisco questo accordo, e sono anche completamente d'accordo con i principi che vengono indicati nella delibera della Giunta, che la Giunta regionale ha approvato il 7 giugno di quest'anno e che è stata citata. In particolare ci sono due importanti obiettivi, dice la delibera, che ci dobbiamo porre. Uno di politica sanitaria e uno di politica del lavoro. Bisogna perseguire contemporaneamente questi due obiettivi, anche adottando dei provvedimenti, così come si sta dicendo oggi, e bisogna perseguirli contemporaneamente. E io non posso che esprimere il mio parere favorevole a questa idea. Non voglio aggiungere, ha fatto bene io credo, l'onorevole Vargiu a presentare questa mozione, ha fatto benissimo lui e anche gli altri colleghi e non voglio neanche tentare di aggiungere nulla alla sua competente, esauriente illustrazione, ne condivido quasi totalmente i princìpi, anzi totalmente i princìpi che sono stati indicati. Voglio fare questo riferimento, per quanto riguarda la mia parte politica, noi del partito dei Comunisti Italiani stiamo facendo della stabilizzazione dei precari una delle ragioni fondamentali della nostra presenza in Parlamento in questa legislatura, per cui ritengo che proseguire in questa direzione da per tutto, in Parlamento, in Regione, dovunque si debba in questo modo sia una cosa sicuramente giusta, noi abbiamo anche presentato una proposta di legge che riguarda diverse altre materie, ma nelle quali è anche indicato che nessuna amministrazione pubblica d'ora in poi possa assumere dei precari. Una proposta di legge in Parlamento in cui si fa assolutamente divieto a tutte le amministrazioni pubbliche a che si assumano lavoratori precari.
Certo, io sono anche d'accordo sul fatto che oggi non siamo qui ad attribuire responsabilità, per quanto responsabilità ovviamente ce ne siano, ce ne siano sempre state, e ce ne sono tutt'ora, io ritengo peraltro che ci siano, ci sia, diciamo così un tempo in cui possiamo dedicarci a trovare responsabilità, perché anche questo può essere utile, anche questo può servirci per migliorare nel futuro, e però ci debba essere anche un tempo in cui i problemi devono essere risolti. E io credo che questa giornata, questo momento sia il tempo in cui questo problema, che è stato illustrato molto bene, debba essere risolto. Per cui mi dichiaro totalmente d'accordo con le proposte che sono state fatte in questa direzione. Vorrei semplicemente aggiungere per chiudere un'altra considerazione, ritengo, ho già dichiarato il mio accordo a quanto è stato fatto, per quanto riguarda il piano in finanziaria, mi dichiaro d'accordo sui princìpi che sono stati indicati nella delibera, ma mi sia consentito anche in questo momento fare anche una riflessione su un tema, che a me mi è tanto caro, e che giusto oggi o ieri o in questi ultimi giorni sta, mi pare, in base alle fonti di informazione che ho io tornando alla ribalta, e si tratta di questo: se non sbaglio la direzione dell'azienda ASL 8 ha approvato recentemente l'atto aziendale, in questo atto aziendale venivano considerate strutture complesse le direzioni sanitarie degli ospedali di Isili e di Muravera. Se le mie informazioni non sono sbagliate mi pare che gli Uffici dell'Assessorato o l'Assessorato stiano considerando l'ipotesi che queste strutture non debbano essere considerate strutture complesse, se fosse così io credo questo sarebbe un ulteriore, certamente da me non apprezzabile, colpo alla sanità nelle zone interne, nei piccoli ospedali, laddove in diverse occasioni ci siamo schierati a difesa. Quindi chiederei, se fosse possibile all'Assessore, di dire qualche cosa, oltre che sulla mozione che è stata presentata, anche in merito a queste notizie che stanno circolando in questi giorni. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Grazie signor Presidente, colleghi consiglieri. Il Consiglio sta esaminando un problema, è stato sottolineato annoso, e con grande gioia vedo che c'è un clima unitario, l'importante è che tutto non sfoci in uno dei soliti ordini del giorno, che non si nega mai a nessuno, e che non abbia nessuna incisività. Ecco perché la mozione, che impegna il Presidente e l'Assessore a riferire le azioni di governo che sono protese a rimuovere questa ingiustizia, vedono noi Sardisti in trepidante attesa per ascoltare le risposte che l'Assessore vorrà dare a questo problema. Anche perché il piano sanitario regionale anteponeva, come bene indispensabile, la qualità della sanità, la salute dell'utente e quindi come pensabile che i professionisti preposti ad erogare un servizio di alta qualità rimangano in questa situazione indecorosa, cioè non siamo di fronte al macellaio che precario, o in pochino in crisi può tagliare in un modo irregolare la braciola di maiale, qui si tratta di un'utenza che merita rispetto, ha bisogno di queste figure professionali, non solo dei medici, ricordiamo che ci sono in questa situazione anche dei biologi, dei tecnici, è una situazione insostenibile.
Siccome noi non siamo preposti a dare il supporto costituzionale-giuridico, però la finanziaria nazionale all'articolo 93, finalmente equipara… magari attendo che termini il consigliere Porcu per non disturbarvi… equipara anche i dipendenti che si trovano in queste situazioni, equipara i titoli a quelli dei dipendenti strutturati che fanno parte della… ecco e già questa è una filosofia incoraggiante che può essere mutuata anche dalla Regione Sardegna. Però noi prendiamo atto che avete ereditato, ed è stato sottolineato questo dramma, perché la paternità non appartiene a questo Governo, però abbiamo promesso di non attuare lo sport più diffuso quello delle responsabilità, cerchiamo di dare una risposta seria, come è stato detto ai professionisti, che da oltre otto anni, danno questa grande disponibilità, e certamente non rientrano nel girone dei privilegiati. Quindi, Assessore, io attendo con ansia le azioni di governo, e mi rendo conto delle difficoltà, però spero con un po' di ottimismo anche a fronte, ripeto, della filosofia che ha animato la finanziaria dello Stato, che si possa far uscire dal baratro della disperazione esseri umani che hanno dato tanto, con serietà, con grande senso di responsabilità, anche perché è stato sottolineato l'università ha un triplice compito istituzionale, non solo quello dell'assistenza ma anche quello della didattica e della ricerca, e questi professionisti, in un modo ammirevole non si sottraggono certo a queste responsabilità istituzionali.
Quindi attendo, ripeto, con grande attenzione le risposte dell'Assessore sperando che poi lo stesso clima unitario lo si trovi, non per formulare un ordine del giorno, che è importante, ma soprattutto nella fase della finanziaria attraverso emendamenti anche bipartisan, che possono aiutarci a dare una risposta e a far sì che la sanità privilegi, come ho detto prima, l'utente, il più debole, il paziente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.
LIORI (A.N.). Presidente, Assessore e colleghi. Anche io voglio intervenire su questo argomento, che conosco bene, perché il sistema dello sfruttamento delle professionalità nella sanità, almeno per quanto riguarda l'università, inizia ben prima della laurea. Diciamo che è prassi che gli studenti vengano affiancati nelle attività che non sono soltanto quella del discepolo, ma che spesso sono vere e proprie attività lavorative, e che le figure professionali, quelle più capaci, quelle che emergono, spesso i professori incominciano ad affiancarsele già prima della laurea. Studenti che hanno particolari capacità vengono introdotti, affiancati a coloro che sono strutturati, mandano avanti studi, lavori e dopo la laurea è naturale che passino dalla condizione di collaboratore volontario a quello di prestatore d'opera, magari poi dopo anni, dopo anni di blocco dei concorsi, dopo anni di blocco da parte dello Stato delle assunzioni, che vengano affiancati con contratti di lavoro che si spera sempre da parte di costoro siano brevi, ma abbiamo visto che in Italia per tutta una serie di leggi tendenti a facilitare l'introduzione del posto di lavoro dei giovani col sistema del precariato in realtà si sono trasformate in una stabilizzazione della situazione del precariato in Italia. Per cui oggi c'è tutta una tendenza a rivedere queste leggi, che vedono vittime i giovani, Assessore, io l'ho sentita tante volte parlare anche a lei di necessità, di superamento del precariato, ecco io non vorrei che questo superamento del precariato diventasse l'apertura di un concorso nel quale poi, coloro che hanno prestato la propria opera, abbiamo visto con qualità, con capacità, con dedizione, sacrificando i migliori anni della propria gioventù in una situazione difficile, negli anni in cui normalmente uno inizia anche a programmarsi una famiglia, a programmarsi un avvenire, una stabilizzazione, beh, oggi non vorremmo che questi giovani vedessero anche la beffa, dopo aver dato tutto quello che potevano dare alla sanità pubblica, neanche di un riconoscimento, di un titolo per poter partecipare ad un'eventuale concorso, perché allora il superamento del precariato sarebbe: eliminiamo i precari, assumiamo i nuovi e cacciamo via coloro che hanno dato, il che mi fa ricordare il famoso detto di Totò "chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto" ma non sarebbe certamente una cosa molto edificante per un'istituzione come quella regionale e per la sanità pubblica. Quindi io credo che sia giusto che la stabilizzazione, come è stato fatto in altre Regioni, sia proprio il passaggio di tutte queste professionalità che per anni hanno dato alla sanità dei policlinici, sia il passaggio allo stato di assunzione, così come i loro colleghi di lavoro, con i quali per anni e anni, anche 10 e anche di più, e parlo di medici, parlo di farmacisti, ma parlo anche di tecnici, parlo anche di ausiliari, parlo di tutti coloro che si sono sacrificati in questi anni, hanno diritto, a mio modo di vedere, di passare alla stabilizzazione. Quindi io chiedo, e credo di interpretare i sentimenti di tutta l'Aula, non solo di coloro che vedo schierati numerosi qui dietro, la cosa non è influente, avendola vissuta dal di dentro quest'esperienza, conoscendo da vicino le realtà, penso di interpretare solo un senso di giustizia che sale da parte di tutti coloro che conoscono questa situazione, chiedendo la loro stabilizzazione. Del resto l'hanno detto anche gli altri colleghi, non è che i policlinici se domani si fermassero queste persone non ne risentirebbero, non risponderebbero con uno starnuto, come minimo si prenderebbero la polmonite. Lo stesso se anche si fermassero gli studenti, tutti gli specializzandi, che per anni e anni… io ho vissuto questa esperienza, mi sono specializzato, era previsto che avessi una borsa di studio, la sto ancora aspettando, Assessore, la sto ancora aspettando! Questa borsa di studio che doveva garantire che io mi impegnassi a tempo pieno e che non è mai arrivata, mi ha costretto, parlo delle difficoltà nelle quali si lavora, non parlo certo del bisogno di quei quattro soldi che oggi non mi servono più, ma che allora mi sarebbero serviti, anziché fare la guardia medica per mantenermi agli studi, se avessimo avuto un sistema sanitario efficiente, se avessimo avuto un'Università che funzionasse, mi avrebbe permesso di dedicare più tempo alla mia specializzazione e quindi avrei dato certamente alla società un risultato migliore anche di quella che è la mia professionalità. Quindi queste situazioni di precariato, di sfruttamento, non vanno bene, bisogna assolutamente porre rimedio, bisogna dire basta e bisogna che le persone abbiano il riconoscimento dei diritti, perché qui stiamo parlando di diritti; il diritto al lavoro, soprattutto dopo tutto quello che si è dato. Uno stipendio di 1000, di 1200, di 1300 euro al mese, facendo un lavoro uguale a quello dei colleghi strutturati, per anni e anni, penso che renda insopportabile la situazione per chiunque, Assessore, e quindi vorrei che le sue parole, vorrei sentirglielo dire in aula, non siano le solite parole del superamento del precariato, ma che siano le parole di stabilizzazione dei precari, perché questo è quello che siamo venuti a chiedere oggi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Liori. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie Presidente, onorevoli consiglieri. Mi fa piacere che sia stato sottoposto all'attenzione dell'Aula questo argomento, perché, come molti di loro hanno avuto occasione di riscontrare, si tratta di un tema che nel corso degli ultimi mesi, ma anche precedentemente, com'è stato detto in occasione del dibattito sul Piano sanitario, questo Esecutivo ha seguito con particolare attenzione. Devo dire con molta franchezza che in questi ultimi due o tre mesi abbiamo lavorato intensamente insieme alla Dirigenza, alla nuova Dirigenza dell'Azienda mista, per cercare di capirci qualcosa in questa situazione, "capirci qualcosa", lo dico con molta chiarezza. Ci rendiamo conto che trovare una soluzione che tutti invocate e che noi assolutamente auspichiamo, richiede uno sforzo del tutto eccezionale, perché richiede la capacità di conciliare una serie di elementi che cito, e poi cercherò di argomentare i principali di essi, una serie di elementi che non sempre è facile conciliare. Ovviamente il primo criterio è quello di garantire la funzionalità della struttura dei policlinici, o meglio, dalla parte che un tempo era policlinico e che ora è confluita nell'Azienda mista di Cagliari e di Sassari, perché forse si è parlato molto dell'Azienda mista di Cagliari, ma ricordiamoci che abbiamo anche un problema analogo per l'Azienda mista di Sassari. Quindi; funzionalità della struttura e garanzia dei servizi ai cittadini. Secondo criterio, ovviamente rispetto delle norme e dei contratti di lavoro; la sanità è un contratto nazionale, l'accesso alla pubblica amministrazione è regolamentata da norme nazionali, addirittura dalla Costituzione, e richiede, in ogni caso, parità di trattamento nei confronti di tutti gli interessati. Terzo criterio è il rispetto reale nei confronti dell'attività svolta da alcuni operatori con diversa qualifica professionale, in una situazione che, ho sentito in questa Aula da autorevoli consiglieri è stata definita di sfruttamento delle professioni, e che spesso è stata richiesta, questo non ci risulta formalmente, ma è stato detto anche qui, stamattina, per un numero di ore prestate di gran lunga sproporzionate rispetto alla remunerazione che il contratto libero professionale prevedeva per la persona. Ebbene, in presenza di queste situazioni, e vi darò qualche dato numerico subito dopo, credo che un quarto criterio, rispetto al quale vogliamo con grande rispetto riflettere, in questo momento sia la credibilità di una struttura che eroga prestazioni sanitarie in costante e grave violazione delle norme che regolano i contratti di lavoro. I consiglieri credo sappiano che abbiamo appena deliberato in Giunta un provvedimento che avvia, in caso di gravi violazioni dei contratti di lavoro, procedure di infrazione, che possono arrivare fino alla verifica della permanenza dei requisiti per l'accreditamento delle strutture. Ovviamente si tratta di casi eccezionali, e non vorremmo certamente che una struttura come quella universitaria che ha in primo luogo il dovere di formare i futuri operatori e di essere di esempio per tutta l'intera Regione si trovi nella situazione di violare così regolarmente e costantemente regole che invece attengono non soltanto al rispetto delle norme, ma anche alla corretta funzionalità di una struttura che da sanità pubblica. Allora vi do qualche dato, vi do qualche informazione per il lavoro che, come ho detto, abbiamo fatto con grande fatica per cercare di capire quale è la dimensione del problema. Intanto mi corre l'obbligo precisare che si è parlato molto del personale dirigente, medico in particolare, dell'università di Cagliari, ma in realtà non c'è soltanto il personale dirigente, abbiamo personale con le qualifiche, le più diverse, per il policlinico di Cagliari, ora confluito nell'Azienda mista. Il numero di persone che stanno operando con contratti di lavoro atipici è 173, di questi 63 sono medici, biologi o farmacisti, e gli altri 110 sono operatori di varia natura, fra cui 65 ausiliari sociosanitari e 18 infermieri. Per quel che riguarda Sassari il numero totale arriva a 82 persone, di cui 19 dell'area della dirigenza e 33 delle altre professioni sanitarie. Il totale complessivo sono 255 persone che sono legate agli ex policlinici da rapporti di lavoro di tipo non dipendente a tempo indeterminato. Per avere un'idea di che cosa voglia dire questo numero, vi ricordo che dalla ricognizione che è stata fatta in occasione della delibera di approvazione del piano per il superamento del precariato nelle aziende sanitarie, il numero totale di persone che lavorano con contratto atipico nelle ASL è complessivamente 1500, il che vuol dire che nei policlinici c'era quasi il 15 per cento del personale atipico, e per avere un'idea dell'importanza di questa cifra intorno al 15 per cento vi ricordo che in valore monetario l'attività svolta dai policlinici non arriva al 2 per cento della spesa complessiva, quindi il 15 per cento dei contratti atipici a fronte di meno del 2 per cento dell'attività svolta e della spesa complessiva. Una situazione del tutto anomala e abnorme rispetto alla quale a noi tocca, dopo tanti anni di prosecuzione di questa situazione, perché il grosso si è creato nel 2000-2001, alcuni lavoratori lavorano lì ancora dagli anni precedenti, ma il grosso si è creato allora e non esisteva e non esiste tuttora una pianta organica, per questo si è continuato ad operare secondo queste modalità da parte della dirigenza del policlinico. Questi sono i numeri, quindi ben più grandi di quelli che sono stati qui esposti perché non c'è soltanto il personale medico, ma c'è anche il restante personale, gli altri operatori sanitari.
Per quel che riguarda la remunerazione di queste persone la cosa sorprendente è che i contratti che sono stati proposti per anni e anni a queste persone, ma è già stato detto da qualcuno, sono contratti libero-professionali che vanno da meno di 10.000 euro al mese fino, per pochissimi casi che attengono agli anestesisti che sono invece remunerati a prezzi di mercato, fino a 74.000 euro al mese. Una situazione anomala anche se ovviamente il carico di lavoro richiesto a queste persone, quelle che sono con un contratto di lavoro a 10, 15, 20.000 euro, vi ricordo che ce ne sono 13 di medici con contratti libero-professionali con meno di 20.000 euro al mese, anche se non è previsto esplicitamente un carico di lavoro e un orario ovviamente perché si tratta di contratto libero-professionale. Abbiamo cercato di capire anche quali attività svolgono perché in assenza di una pianta organica abbiamo bisogno di una serie di elementi per poter procedere e quindi abbiamo cercato di capire quali attività svolgono e qual è, in linea di massima, il valore delle attività che sono state prodotte negli ultimi anni, per i quali abbiamo dei dati, e qui si aggiungono sorprese a sorprese, purtroppo. Perché pur conteggiando al 50 per cento il personale universitario… il protocollo d'intesa prevede che siccome il personale universitario svolge anche attività di ricerca e di docenza possa essere conteggiato ai fini dell'assistenza dal 50 al 65 per cento, quindi pur tenendo conto di questo fatto se si sommano il numero di unità di persone che operano nelle diverse realtà operative e si confronta con l'attività svolta, in termini quantitativi e in termini monetari, si raggiungono delle sorprese enormemente preoccupanti. Non dico di quale reparto si tratta, ma c'è un reparto nel quale l'insieme del personale, uno a caso, per l'attività specialistica ambulatoriale fattura, diciamo così, produce la metà di quello che viene prodotto mediamente dagli altri ospedali per medico - per medico! - la metà di quello che viene mediamente prodotto negli altri ospedali, piccoli e grandi della ASL 8, e se guardiamo l'attività di ricovero fattura quasi meno di un terzo di quello che viene prodotto negli altri reparti analoghi del restante territorio della Provincia di Cagliari. Quindi una situazione del tutto anomala rispetto alla quale giustamente qualcuno ha detto bisogna anche approfondire i carichi di lavoro per capire questo personale quanta attività svolge e come è distribuito il carico di lavoro fra tutte le persone che operano all'interno della singola struttura. Per operare sui carichi di lavoro ovviamente abbiamo bisogno di un po' più di tempo e faremo qualche provvedimento in via preliminare, provvisorio, per dare risposta a questa situazione perché il rischio è ovviamente che altrimenti non si possa proseguire nelle attività assistenziali che svolge questa struttura. Voglio peraltro ricordare un altro aspetto, anzi due aspetti. Primo: nella proposta di bilancio per il 2008 l'Esecutivo ha proposto uno stanziamento di 6 milioni di euro - credo che lo sappiano i consiglieri che hanno già avuto modo di guardare la finanziaria e il bilancio - per il finanziamento delle iniziative a sostegno del superamento del precariato e per la regolarizzazione dei rapporti contrattuali, quindi dal punto di vista degli stanziamenti abbiamo provveduto a fissare una posta. Dal punto di vista della normativa: il contratto di lavoro della sanità è un contratto di lavoro nazionale e nel servizio sanitario si entra in base alle regole nazionali, ovviamente in base alla legislazione, quindi non è possibile prevedere, anche qualora lo si ritenesse opportuno, norme specifiche se non quanto - mi fa piacere precisarlo in quest'occasione - sta discutendo in sede nazionale il Parlamento su proposta dell'Esecutivo con riguardo alla possibilità per il personale dirigente del servizio sanitario di vedersi riconosciuta, nei limiti che deciderà il Parlamento, sta discutendo proprio in questi giorni, oggi c'è una riunione a Roma con le organizzazioni sindacali anche in tal senso, di prevedere il riconoscimento dell'attività svolta. Questa norma che è stata introdotta nella finanziaria nazionale per noi, Regione Sardegna, è estremamente importante, primo perché per la prima volta si dice esplicitamente in una norma nazionale che anche la dirigenza del servizio sanitario può essere presa in considerazione per la stabilizzazione, ovviamente nel rispetto delle regole che sono previste. Ricordiamoci che la delibera di Giunta aveva esteso alla dirigenza quanto la norma nazionale prevedeva soltanto per il personale non dirigente, ci eravamo già assunti la responsabilità di estenderlo, ovviamente però con i requisiti previsti per il comparto della sanità. Quindi questa norma che si sta discutendo da un lato per la prima volta dice che possiamo anche estendere ai dirigenti un ragionamento, non sappiamo ancora quale, secondo prevede che si possano riconoscere ai fini delle procedure concorsuali che verranno fatte, nelle modalità che vedremo usciranno dal dibattito parlamentare, le attività già svolte in precedenza. Stiamo seguendo attentamente l'evoluzione di questo dibattito in modo da poter capire quanto può essere applicato anche nella nostra situazione. Peraltro vorrei precisare - e vado alla conclusione - che in vista del provvedimento che avevamo preannunciato nel precedente piano di superamento del precariato, quello che riguardava le aziende sanitarie e che stiamo preparando e che entro la fine del mese porteremo per l'approvazione in Giunta, abbiamo delineato un percorso in linea di massima, rispetto al quale riteniamo che si possa tentare di risolvere in questo momento questa situazione. La prima è quella della valutazione del fabbisogno di operatori per l'assistenza che deve essere erogata, ovviamente tenendo conto di standard medi di produttività applicati a tutto il personale che opera dentro quella struttura e delle attività normalmente svolte. Ad esempio con riguardo al personale dirigente del policlinico di Cagliari se dovessimo equiparare l'attività svolta in proporzione alla remunerazione che viene garantita dai contratti libero-professionali dovrebbe essere considerato un numero di persone pari grosso modo alla metà. Il problema è, come qualcuno ha sollevato in quest'aula, che probabilmente non c'è rapporto di proporzionalità fra quanta è la remunerazione e quant'è il carico di lavoro che viene preteso da alcune persone. Quindi la prima è la valutazione del fabbisogno e contiamo di farlo molto celermente, se non altro in prima applicazione; la seconda è la valutazione di conseguenza dei posti da mettere a concorso con le modalità previste dalla normativa, e se nel frattempo la finanziaria ci dirà che potrà essere riconosciuta l'attività svolta ben venga, al fine di non perdere delle professionalità, neanche in sede di valutazione, che invece hanno concorso in questi anni a migliorare la qualità dell'assistenza, e quindi l'immediata pubblicazione del bando per il concorso. Nelle more dell'espletamento del concorso una selezione pubblica nel rispetto delle norme e anche per prefigurare in futuro un titolo per aver diritto a delle soluzioni, così come è prevista dalla norma nazionale, una selezione pubblica per la prosecuzione dell'attività del personale di cui c'è bisogno. Ovviamente per questa serie di interventi abbiamo ancora bisogno di qualche settimana, la maggior parte di questi contratti scadono a fine anno, qualcuno scade a fine novembre e quindi stiamo accelerando le procedure affinché, con riguardo a quelli che hanno i contratti che scadono a fine novembre, si possa almeno in via preliminare definire un quadro, un quadro che sia compatibile con la norma in vigore.
In sintesi, siamo attenti a garantire a questa struttura le professionalità di cui ha bisogno, siamo consapevoli che lo possiamo fare soltanto nel rispetto delle norme, abbiamo previsto gli stanziamenti in finanziaria per garantire il pagamento nel rispetto dei contratti di lavoro, attendiamo la finanziaria nazionale per estendere anche alla dirigenza, a questa dirigenza, quei requisiti che possano essere di facilitazione per loro per il superamento del concorso, ma dobbiamo trattare questi precari come tutti gli altri precari del servizio sanitario pubblico, rispettando le stesse regole e le stesse leggi.
PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente e Consiglio, la mia più che essere una replica vorrebbe essere il tentativo per raccogliere le aperture che sono venute da diversi consiglieri all'interno dell'Aula e che possono, a mio avviso, portare alla redazione di un ordine del giorno, che concluda la discussione di questa mozione, che sia quanto più possibile rispettoso dei desideri che il Consiglio, attraverso i consiglieri che si sono espressi, ha manifestato, e ovviamente anche delle valutazioni che la maggioranza comunque fa, più per bocca dell'Assessore che per quella dei consiglieri che si sono espressi.
Il primo problema, ne ha parlato in conclusione, forse è l'ultimo dal punto di vista dell'importanza, ma è comunque un problema importante, il primo problema è quello dei contratti in scadenza. Assessore, lei ha ricordato che ci sono dei contratti in scadenza a fine novembre e che poi la maggior parte dei contratti scade il 31 di dicembre. Insomma, noi ci aspetteremo che l'Assessorato regionale alla sanità - conversazione svoltasi tante volte anche in Commissione sanità - intervenga con un contratto unico tipo che modifichi l'attuale situazione, nel senso che garantisca il rinnovo per i colleghi che sono a scadenza di contratto, ma questo rinnovo non alle condizioni di sfruttamento che attualmente sono praticate all'interno del policlinici, sicuramente, mi sembra di avere informazioni, anche all'interno di qualche ASL, anche se la situazione delle AA.SS.LL. è totalmente diversa per la certezza della carenza di organica di cui abbiamo ragionato prima. Però, ecco, all'interno del policlinico sarebbe un atto di civiltà politica se la Giunta regionale, anche chiedendo la collaborazione del Consiglio, che mi sembra disponibile a darla per quanto di normativo fosse necessario, proponesse un contratto unico che sostituisce quelli attualmente vigenti del tipo libero-professionale e che dia garanzie di certezza ai diritti dei lavoratori, che qualunque lavoratore normalmente ha perché, ripeto, si tratta di lavoratori che hanno impegni di tipo subordinato e contratto finto di tipo libero-professionale. La Regione non può far finta, non può dire che non conosce, che non sa, che non ha idea di cosa fanno questi e di quanti pochi soldi prendono, di quanti pochi diritti hanno questi! Glielo stiamo dicendo, lo sanno tutti i consiglieri regionali, lo sa la Giunta! Quindi, non è più possibile che noi abbiamo come atteggiamento mentale quello di ignorare che ci sono medici che svolgono un lavoro da strutturato e non sono strutturati e non percepiscono niente di quello che percepiscono gli strutturati.
Secondo problema. Verissimo, questo Consiglio si è più volte espresso per il superamento del precariato in sanità e all'interno del piano di stabilizzazione, che la Giunta ha presentato, diverse figure professionali hanno aspettative di stabilizzazione. E' vero che la situazione del policlinico e dei dirigenti sanitari che lavorano presso il policlinico è completamente diversa perché: primo, il loro titolo di lavoro, pur essendo assimilabile a quello del lavoratore subordinato, non è riconosciuto come tale e quindi non è spendibile nella concorsualità pubblica regionale. E' evidente che se ci fosse come risposta quello di fare delle selezioni per titoli, dove il titolo viene riconosciuto, o dei concorsi per titoli dove il titolo viene riconosciuto, questo consentirebbe il superamento della situazione. Quindi, la prima delle cose che noi chiederemo alla Giunta regionale è quella di verificare - con la disponibilità del Consiglio dal punto di vista normativo, se questo occorre - di verificare la possibilità della riconoscibilità dei titoli. Seconda cosa: verificare se gli spiragli che si aprono con la finanziaria nazionale consentono - come altre Regioni italiane, per esempio la Regione Veneto sta provando a fare - consentono una legiferazione regionale o l'applicabilità regionale di una legislazione, che a quel punto sarebbe nazionale, che consente la valutazione di titoli come quelli acquisiti all'interno del rapporto libero-professionale di precariato con le aziende del policlinico, perché questo è l'obiettivo fondamentale, Assessore! Mi scusi, non vorrei far polemica, lei dice: "Nei policlinici circa il 15 per cento del personale è atipico, mentre l'attività complessiva che i policlinici svolgono nella sanità sarda è il 2 per cento. C'è sperequazione fra i due dati". Ma, stiamo raffrontando pere con mele, nel senso che potrebbe essere anche il 100 per cento dei lavoratori atipici e il 2 per cento solo l'attività svolta, ma questi lavoratori, io mi chiedo, sono utili oggi o non lo sono? Sono stati utili dal 1999 a oggi oppure è stato un arbitrio, un abuso dell'università prenderli a contratto? Io credo che questi abbiano tenuto aperto la struttura, che abbiano consentito di erogare prestazioni alla collettività, perché lei ha ragione quando dice che le aziende miste sono strutture atipiche dove vivono gli universitari, i quali dicono che non possono nell'assistenza fare quanto si fa in un ambiente ospedaliero perché hanno da fare la ricerca, hanno da fare la didattica, eccetera, eccetera. Benissimo, forse la produttività dei policlinici, lei ha ragione, non lo so, credo che non sia affatto strano quello che lei dice, è inferiore a quella di un'azienda sanitaria, ma non ne hanno certo colpa coloro i quali a mille euro al mese da anni svolgono questo tipo di servizio e tengono aperta la struttura! Questi sono i martiri che, in qualche maniera, noi dobbiamo riconoscere, a cui in qualche misura dobbiamo dare qualche cosa, che gli faccia capire che il sistema è complessivamente grato di quello che hanno fatto e che la professionalità che loro hanno formato nella prestazione che hanno erogato negli anni è una cosa utile per il sistema. Poi, insomma, io non vorrei che si arrivasse a quelle cose di tipo statistico per cui adesso nell'azienda mista è confluito anche il San Giovanni di Dio, abbiamo 400 posti letto, abbiamo 212 medici e sono sufficienti, grazie, chi ci ha dato ci ha dato, chi ha avuto ha avuto, arrivederci! Perché questo non sarebbe sensato sia per la dispersione di professionalità che a quel punto si realizzerebbe, sia per il segnale che viene dato a gente che ha dedicato anni e anni di lavoro a fornire assistenza consentendo che quell'ospedale, il policlinico universitario, rimanesse aperto e sia perché, sostanzialmente, si negherebbe che l'attività di lavoro svolta sia reale. Io le chiedo, al direttore generale dell'azienda mista di Cagliari, ma immagino anche a quello di Sassari, chieda cosa hanno fatto questi, cioè si faccia dare persona per persona, profilo per profilo, che cosa hanno garantito all'azienda mista, al policlinico di Cagliari e di Sassari, queste professionalità, per capire se sono stati questi quelli che hanno lavorato o se sono stati altri quelli che non hanno fatto sino in fondo il loro dovere. Perché, se questi sono stati quelli che hanno lavorato, non possiamo dire: "Ce ne serve la metà e quindi gli altri metà a casa", perché se stanno lavorando tutti e se tutti stanno lavorando 40 ore e se durante le 40 ore non leggono il "Corriere dello sport", insomma, qualche servizio lo stanno sicuramente erogando, quindi la loro assenza provoca l'interruzione del servizio e l'interruzione del servizio è una cosa di cui noi dobbiamo preoccuparci e cercare di evitare che succeda, quindi, questo è il ragionamento! Ne si può pensare che se noi abbiamo un oncologo che da quindici anni lavora in un gruppo, poi venga sostituito da un patologo medico del San Giovanni di Dio che viene deportato al policlinico per garantire la prestazione che non viene più garantita dall'oncologo medico che era quindici anni lì, perchè questo non è tollerabile dal punto di vista della qualità dell'assistenza e quindi è un problema di tutti noi perché poi i nostri familiari vanno al policlinico universitario. Ecco, quindi, io credo che ognuno nelle sue posizioni, ma siamo stati chiari nell'esprimere quali sono i ragionamenti che ciascuno di noi fa e spero che, da quello che ho sentito in aula mi sembra possibile, che si possa arrivare a un ordine del giorno unitario per il quale chiedo al Presidente del Consiglio, l'onorevole Spissu, se ci dà qualche minuto per completare la stesura prima di passare alla votazione dell'ordine del giorno che è già depositato presso di lui, ma che vorremo sostituire, se possibile, con un ordine del giorno unitario, che consenta al Consiglio di esprimere una volontà forte e io credo consenta anche alla Giunta di verificare se esistono gli spazi di manovra per riuscire a dare una risposta reale a problemi che sono, è vero, di medici, non di giovani medici, di medici che hanno 45 anni e famiglia, che lavorano da dieci anni o da quindici anni all'interno della struttura, ma che consenta soprattutto di dare risposte che sono richieste dall'intero sistema assistenziale sardo, che ha necessità di qualità e la qualità si fa, intanto, difendendo la qualità che c'è già.
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 21, viene ripresa alle ore 13 e 14.)
PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. E' stato presentato un ordine del giorno collegato alla mozione numero 149.
( Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:
Ordine Del Giorno Pacifico - Biancu - Marrocu - Vargiu - Artizzu - Contu - Uras - Lanzi - Masia - Randazzo Alberto - Atzeri - Marracini - Porcu - Cocco - Liori - Ibba - Gallus sulla situazione dei professionisti con contratto di lavoro precario libero-professionale con le Aziende miste di Cagliari e Sassari.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 149 sul precariato in sanità;
CONSIDERATO che:
- presso le strutture degli ex Policlinici universitari (ora confluiti all'interno delle Aziende miste di Cagliari e Sassari) operano decine di figure professionali e laureati che, con contratto di lavoro libero-professionale, di fatto hanno un ruolo fondamentale nella garanzia di tutte le attività di assistenza, didattica e ricerca che sono esercitate presso tali strutture;
- la quasi totalità di tali professionisti garantisce un impegno orario pari o superiore a quello degli strutturati, ricevendo un compenso economico assolutamente inadeguato, senza alcuna garanzia di tutela della propria professionalità, della stabilità della propria funzione e del proprio ruolo, dei fondamentali diritti di ciascun cittadino lavoratore;
- la maggior parte di tali professionisti ha età anagrafica superiore ai quarant'anni ed è in possesso di una o più specializzazioni, rappresentando dunque un immenso patrimonio di professionalità per le aziende e la garanzia della continuità e della qualità dell'assistenza per i pazienti;
- i carichi di lavoro documentano come le loro prestazioni siano insostituibili nel contesto dell'attività aziendale e sicuramente aggiuntive rispetto a quelle offerte dalle strutture ospedaliere che concorrono alla formazione delle nuove aziende miste;
- il Consiglio regionale, all'interno del Piano regionale dei servizi sanitari 2006-2008, approvato in data 19 gennaio 2007 e pubblicato sul BURAS dell'8 febbraio 2007, ha espresso la propria volontà di arrivare al superamento del lavoro precario, ai fini della qualificazione dell'assistenza sanitaria in Sardegna;
- tale volontà di superare il rapporto di lavoro precario, in tutti i settori dove ciò è utile alla garanzia della qualità, è ribadita dal legislatore nazionale nel contesto della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), e dal legislatore regionale nella legge finanziaria 2007;
- in attuazione di tale indicazione del legislatore, la Giunta regionale, con propria delibera n. 22/31 del 7 giugno 2007, ha predisposto un proprio "Piano per il superamento del lavoro precario nella sanità pubblica 2007-2011", all'interno del quale è correttamente quantizzata e censita la sofferenza di sistema rappresentata dai medici precari degli ex policlinici;
- lo stesso Piano non prevede però l'individuazione di specifici strumenti rivolti al superamento di tale situazione, attraverso la stabilizzazione definitiva di tali figure professionali,
impegna la Giunta Regionale
1) a predisporre un immediato censimento dei carichi di lavoro gravanti per ciascuna figura professionale che opera presso gli ex policlinici universitari, ed eventualmente presso altre aziende sanitarie sarde, con contratto di lavoro libero-professionale o altro contratto di lavoro atipico;
2) a predisporre un adeguato intervento normativo che consenta di valutare ai fini concorsuali l'attività di servizio sinora prestata in regime di tipo libero professionale nel rispetto delle normative vigente e del CCNL;
3) a predisporre uno specifico Piano di superamento del lavoro precario per i lavoratori degli ex policlinici, con contratto di lavoro atipico che, attraverso specifiche selezioni pubbliche nelle forme consentite dalla normativa vigente, sia finalizzato a superare l'attuale situazione di incertezza professionale e occupazionale;
4) a riferire entro trenta giorni in Commissione Sanità sulle azioni finalizzate a dare attuazione alle presenti indicazioni del Consiglio regionale..)
PRESIDENTE. Informo i colleghi che l'ordine del giorno, essendo stato presentato dopo la chiusura della discussione generale, non può essere illustrato ai sensi dell'articolo 122 comma cinque del Regolamento. I consiglieri, pertanto, potranno intervenire solo per dichiarazione di voto e per un tempo massimo di cinque minuti.
Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU (F.I.)(Mancano circa 2 minuti nella registrazione del consigliere Contu)… all'inizio di un processo, Assessore, all'inizio di un processo, e questo è quello che chiediamo, dove si vada alla stabilizzazione complessiva di questi operatori altrimenti diremo che comunque sia noi non sappiamo garantire da una parte i posti di lavoro e dall'altra non sappiamo garantire servizi efficienti, servizi che funzionano, servizi che devono dare risposte ai cittadini. Credo che la dichiarazione di voto sia a favore dell'ordine del giorno per il Gruppo che in questo momento rappresento, una dichiarazione a favore perché davvero si inizi da questo momento un percorso non soltanto di conoscenza di quella che è la situazione reale degli operatori della sanità di cui lei ci ha dato notizia, per altro credo che i numeri meritano ben più di una riflessione, ben più di un approfondimento e credo che comunque si apra una nuova stagione che è quella di dare certezze, di dare certezze che inizino non soltanto nel rinnovo almeno fino a quando non avremmo avuto la possibilità di avere una normativa regionale, una normativa regionale anche prendendo o basando lo stesso sui nuovi provvedimenti annunciati in discussione alla Camera, in Parlamento, lei ha detto, e che riguardi anche le categorie dei dirigenti oltre a quelle del comparto. Credo che sia molto importante che la Regione sarda in questo momento ponga l'attenzione su quelli che sono i processi non solo dell'inserimento del personale nel mondo del lavoro, ma soprattutto dell'attivazione di tutti quei processi di tutela che derivano dal contratto collettivo nazionale. Non credo che nessun lavoratore possa operare senza avere a disposizione tutte quelle voci che i contratti collettivi assegnano a ogni lavoratore ovvero le tutele sulla maternità, sulla malattia, sul sistema pensionistico e così via... se mi consente di concludere, Presidente grazie, credo che si apra una pagina nuova con l'approvazione di questo documento, una pagina che va a onore comunque sia e al riconoscimento dei diritti dovuti a questi lavoratori ma anche a tutti quelli della sanità.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, approfitto dei pochi minuti della dichiarazione di voto per spiegare il motivo per cui votiamo a favore di quest'ordine del giorno. E' un ordine del giorno che ovviamente non ci soddisfa pienamente essendo un documento che è stato doverosamente di sintesi, però ci ha soddisfatto l'atteggiamento che molti colleghi della maggioranza hanno ottenuto in Aula, cioè un atteggiamento che ci fa pensare che non ci sia solo la volontà formale di prendere in carico il problema ma che ci sia la volontà sostanziale del Consiglio di prenderlo in carico e di verificare tutte le possibilità per risolverlo, quindi noi ci aspettiamo che questo problema ora non sia più in carico della minoranza consiliare che l'ha sollevato ma che sia un problema dell'intero Consiglio, che sia un problema del Presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale e che, entro 30 giorni, ci si possa rivedere nella sede della Commissione sanità per analizzare le proposte che saranno state fatte e per avere l'intero Consiglio impegnato nella soluzione di un problema che l'intero Consiglio ha dato idea di volersi prendere in carico, quindi il motivo per cui noi votiamo un ordine del giorno che pure è riduttivo rispetto alle nostre aspettative è quello che siamo convinti che la volontà di dare risposta al problema di questi colleghi sia una volontà espressa dall'intero Consiglio che sarà poi rappresentata all'interno della Commissione sanità presso il Presidente e dai componenti della Commissione sanità.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Vargiu, siamo alla votazione dell'ordine del giorno… sì onorevole Vargiu prego.
VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione con scrutinio elettronico palese.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno.
(Segue la votazione)
Prendo atto che i consiglieri Giorico, Lanzi, Pisano e Pirisi hanno votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Atzeri - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Cocco - Contu - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Fadda - Floris Mario - Floris Vincenzo - Gallus - Gessa - Giagu - Giorico - La Spisa - Lai Renato - Lanzi - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marracini - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Porcu - Randazzo Alberto - Sabatini - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uras - Vargiu.
Si è astenuto il Presidente Spissu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 66
Astenuti 1
Maggioranza 34
Favorevoli 66
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Passiamo ora alla mozione numero 151…
(interruzione)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Grazie Presidente, intervengo semplicemente per chiedere di iniziare la discussione questo pomeriggio, mi sembra più logico visto il lavoro fatto su un altro argomento e l'importanza di questo che segue.
PRESIDENTE. Bene colleghi, possiamo sospendere adesso, anche se avevamo previsto di finire alle 14, rincominciamo questa sera alle ore 16.
Siamo in prosecuzione di Seduta, prego i colleghi di arrivare puntuali.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 25, viene ripresa alle ore 16 e 37.)
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri Farigu e Lai, che erano in congedo questa mattina, sono rientrati.
Siamo in prosecuzione di seduta come i colleghi sanno, così come comunicato questa mattina. Prego i colleghi di prendere posto. Mozione numero 151.
Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.
ARTIZZU (A.N.). Sì, Presidente, per chiedere almeno altri dieci minuti, affinché l'Aula sia più pronta.
PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, come lei sa sono molto sensibile alle richieste dei consiglieri. Avevamo convenuto stamattina che si sarebbe interrotto prima per rincominciare prima, sapendo che alcuni consiglieri magari sarebbero arrivati in ritardo, perché c'era un impegno che molti di noi avevano. Io non ho difficoltà a sospendere ancora dieci minuti, però poi come si dice: "Chi c'è, c'è", comunque iniziamo perché questa era l'intesa raggiunta questa mattina. Dieci minuti di sospensione. Grazie.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 38, viene ripresa alle ore 16 e 56.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias. Ne ha facoltà.
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Sì, Grazie Presidente. Sull' ordine del lavori in relazione all'articolo 102 del Regolamento; in relazione alla richiesta di immediata iscrizione all'ordine del giorno di un argomento. La richiesta, Presidente, fondata sulla necessità di affrontare con la massima urgenza la situazione che si è creata a Olbia, in relazione allo stabilimento della Palmera, alla fabbrica della Palmera, che a giorni si vede costretta a chiudere la propria produzione, e parliamo della produzione dell'unica fabbrica del settore agro-alimentare della Sardegna, che al momento presenta 200 posti di lavoro, che per un mancato parere della SFIRS, del Consiglio di Amministrazione della SFIRS, rischia veramente di mandare a fondo uno stabilimento industriale. Quindi la mia richiesta è quella che la Conferenza dei Capigruppo possa riunirsi immediatamente per accettare, come io ritengo, l'accoglimento all'unanimità della discussione delle interpellanze che sono state presentate in materia e che finora non hanno trovato accoglimento, discussione, né in Commissione, né tantomeno in Aula, e che pertanto la Conferenza stessa prenda atto di questa situazione grave. Attualmente gli operai sono in una situazione di agitazione.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Uggias!
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Chiudo Presidente, richiamando l'attenzione e la sensibilità dei colleghi alla problematica in tutta la sua gravità. La ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie. Valutiamo questo problema più tardi, nel senso che come lei sa siamo in seduta straordinaria, in convocazione straordinaria del Consiglio. Valutiamo se c'è la possibilità di affrontare questo punto all'ordine del giorno in seduta straordinaria.
Onorevole Capelli, è lei che illustra la mozione.
CAPELLI (U.D.C.). Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Prego, prego.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Sì Presidente, sull'ordine dei lavori per due argomentazioni, che comunque portano entrambe alla stessa conclusione. Io chiederei cortesemente che lei si faccia interprete di un urgente richiamo, inteso come comunicazione, nei confronti del Presidente, perché sia presente ai lavori dell'Aula di questo pomeriggio. Fondamentalmente perché per quanto riguarda la mozione il Presidente ha già avuto modo di esprimersi, essendo lui primo responsabile degli atti inerenti la mozione che mi accingo ad illustrare. In secondo luogo perché devo riscontrare, anche per mia colpa, che non si è fatto cenno oggi ad un fatto increscioso che è successo ieri, in cui dei manifestanti pacificamente portavano all'attenzione della Giunta le loro rimostranze nei confronti della Presidenza. Altre volte si sono accampati qui sotto con delle tende per difendersi dalle intemperie le dimostranti. Io credo che su questo fatto sia importante, ma senza una polemica la presenza del Presidente che riferisca in Aula su quei fatti incresciosi e che spero non si ripetano. Credo, vorrei una risposta possibilmente prima di iniziare.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, sulla presenza del Presidente, io prendo atto della sua richiesta, ma il Presidente conosce l'ordine del giorno, la Giunta è rappresentata da due autorevoli Assessori, se il Presidente vorrà venire in Aula naturalmente siamo qui, ma la prosecuzione della discussione avviene anche con gli Assessori presenti. Per quanto riguarda il secondo argomento ho letto anch'io sul giornale non è oggetto di discussione oggi, ho capito la sua posizione non conosco i motivi per i quali non è stato possibile che i lavoratori stazionassero permanentemente davanti alla sede della Regione. Procediamo con la mozione numero 151, onorevole Capelli e la ringrazio…
Onorevole La Spisa su che cosa scusate? Colleghi proviamo a…
Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Non voglio far perdere tempo, sul Regolamento, faccio presente che una mozione, che certamente è rivolta alla Giunta nel suo complesso ma che tocca un problema che è stato trattato da un Assessorato ma anche direi con l'intervento decisivo e conclusivo di una struttura che è alle dirette dipendenze della Regione, richiederebbe per Regolamento la presenza del Presidente, non stiamo facendo una questione tesa né a perdere tempo, né tanto meno a sminuire la presenza di Assessori, che noi rispettiamo pienamente, ma è una questione sostanziale la materia non riguarda solo un Assessorato, riguarda una questione relativa ai servizi riguardanti tutto il sistema informativo che è trattato direttamente da una struttura del Presidente, e la questione in particolare è stata condotta con il diretto intervento della Presidenza della Regione e dei suoi Uffici. Non è una richiesta strumentale quella del collega Capelli.
PRESIDENTE. Io naturalmente non penso che sia una richiesta strumentale, ho colto il significato della richiesta, allo stesso modo penso che chi siede nei banchi della Giunta rappresenti la Giunta e quindi anche il Presidente e che il Presidente si senta rappresentante e che le risposte che verranno in questa sede sono risposte che impegnano l'intera Giunta e quindi anche il Presidente perché rese in Consiglio regionale. Quindi io inviterei i colleghi a procedere nell'illustrazione, nella discussione nel frattempo chiederemo se il Presidente può essere presente così come richiesto dai presentatori della mozione.
( Si riporta di seguito il testo della mozione:
Mozione Capelli - Randazzo Alberto - La Spisa - Artizzu - Vargiu - Ladu - Floris Mario - Farigu - Cherchi Oscar - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Milia - Randazzo Vittorio - Amadu - Diana - Lombardo - Gallus - Dedoni - Moro - Sanna Matteo - Contu - Liori - Murgioni - Cassano - Rassu - Sanjust - Pileri - Petrini - Licandro - Pisano sulla gara indetta dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per l'affidamento del "Progetto sistema informativo sanitario integrato regionale ‑ SISaR" aggiudicata in favore dell'ATI fra Engineering Spa e Telecom Italia Spa, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTO il bando di gara per l'appalto pubblico, dell'importo di 24 milioni di euro, denominato "Progetto sistema informativo sanitario integrato regionale ‑ SISaR", finalizzato alla cosiddetta informatizzazione della sanità;
PRESO atto che il medesimo appalto, il 26 settembre 2007, è stato definitivamente aggiudicato all'ATI costituita tra le società Engineering e Telecom Italia Spa;
RILEVATO, peraltro, che il direttore del Servizio affari generali dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, competente ad aggiudicare definitivamente la predetta gara, aveva sollevato diversi dubbi in ordine alla legittimità e regolarità della procedura e alla correttezza dell'operato della commissione giudicatrice, il cui presidente era il dott. Giulio De Petra;
RAMMENTATO che, pertanto, il direttore generale del medesimo Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con nota del 18 luglio 2007, ha chiesto ad un professionista esterno, avv. Giuseppe Macciotta, un parere in ordine alle problematiche sorte inerenti la suddetta gara d'appalto;
VISTO il parere dell'avv. Macciotta, reso il 26 luglio 2007, nel quale sono stati ben evidenziati tutti i profili di illegittimità della procedura di gara, stante le molteplici violazioni della normativa sulle gare pubbliche e dei principi affermati dalla giurisprudenza nazionale e comunitaria; profili di illegittimità, questi, che hanno portato quel professionista a concludere che la gara doveva essere annullata perché "presenta profili di criticità tali da poter determinare l'annullamento della medesima procedura... perché non rispettosa dei principi di trasparenza ed imparzialità che devono sempre contraddistinguere l'agire della pubblica amministrazione" e perché "non si comprende... dai verbali di gara quale sia stato l'iter logico motivazionale seguito dalla Commissione per l'attribuzione dei punteggi" e perché, ancora, "la formula utilizzata nel capitolato per l'attribuzione del punteggio relativo all'offerta economica abbia determinato un sostanziale appiattimento dell'elemento prezzo, favorendo eccessivamente chi ha proposto il ribasso meno conveniente per l'amministrazione, che peraltro è coinciso proprio con l'aggiudicatario provvisorio";
RAMMENTATO che, alla luce del predetto parere e stante la sussistenza di "profili di criticità... potenzialmente idonei ad inficiare il procedimento di aggiudicazione in esame, in considerazione dell'interesse pubblico al perseguimento dei principi di trasparenza, economicità ed imparzialità che dovevano contraddistinguere l'azione della pubblica amministrazione", il dirigente competente, con nota del 27 luglio 2007, ha dato avvio al procedimento finalizzato all'annullamento in autotutela della gara stessa;
SEGNALATO che, nella menzionata comunicazione di avvio del procedimento di annullamento della gara, il dirigente aveva rilevato i seguenti molteplici vizi di legittimità della gara:
1) i criteri per la valutazione delle offerte tecniche non erano presenti nel bando, ma soltanto nel capitolato speciale, non approvato contestualmente al bando; mancava, quindi, la prova che tali criteri fossero stati stabiliti prima della presentazione della domanda di partecipazione, "come impongono l'art. 83 del codice dei contratti ed i principi di trasparenza di imparzialità,... che devono sempre contraddistinguere l'agire della pubblica amministrazione";
2) la commissione, in violazione del medesimo articolo 83 del codice degli appalti, non ha indicato i criteri motivazionali per l'attribuzione dei punteggi delle offerte tecniche "che sarebbero stati necessari ai fini della ricostruzione dell'iter logico motivazionali... ".
3) la commissione ha modificato l'ordine prestabilito del capitolato speciale per l'esame dei criteri di valutazione dell'offerta, in violazione del citato articolo 83 del codice degli appalti che impone che l'ordine decrescente di importanza dei criteri sia indicato fin dal bando di gara;
4) la commissione ha introdotto una formula proporzionale per l'attribuzione del punteggio alle offerte tecniche in violazione del già menzionato articolo 83 del codice degli appalti e della giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee che impongono, per limitare la discrezionalità della commissione, che tali formule siano già indicate nel bando;
5) il bando di gara prevedeva l'attribuzione di 80 punti per il merito tecnico del progetto e di 20 punti per il prezzo; tale circostanza, unitamente alla formula utilizzata per attribuire il punteggio per l'offerta economica, finiva per rendere assolutamente irrilevante l'elemento "prezzo" e attribuire illogicamente valore decisivo all'offerta tecnica, la valutazione della quale rientrava nella discrezionalità della commissione e finiva per far sì che il prezzo non avesse nessuna rilevanza nell'ambito della procedura;
PRESO ATTO che, a seguito della comunicazione di avvio del procedimento per l'annullamento dell'intera procedura, sono pervenute, da parte della commissione di gara e della società aggiudicataria provvisoria, le relative controdeduzioni;
VISTO, in proposito, l'ulteriore parere rilasciato il 21 settembre 2007 dall'avv. Giuseppe Macciotta, il quale ha confermato e ribadito "tutte le valutazioni espresse dal sottoscritto nel precedente parere... le quali evidenziavano una serie di criticità relative alla modalità di svolgimento della predetta procedura che avevano consigliato, in ogni caso e a prescindere, l'apertura di un procedimento di annullamento d'ufficio... ", precisando, nel contempo che le già evidenziate "criticità... non possono considerarsi ridimensionate alla luce delle controdeduzioni trasmesse sia dalla Commissione di gara che dall'aggiudicatario provvisorio... ";
CONSIDERATO che, peraltro, lo stesso avv. Macciotta, nel menzionato secondo parere del 21 settembre 2007, ha rilevato, con riferimento ai vizi dal medesimo rilevati, la sussistenza di "concorrenti orientamenti giurisprudenziali difformi" relativi, tra gli altri, all'onere della commissione di stabilire i criteri motivazionali per l'attribuzione del punteggio tra il minimo ed il massimo fissati dalla lex specialis di gara ed alla introduzione, da parte della commissione, di ulteriori sub-criteri per la valutazione delle offerte;
CHIARITO a tal proposito che:
- l'articolo 83 del codice degli appalti è chiarissimo nell'imporre alla commissione, a pena di illegittimità dell'intera procedura, di stabilire i criteri motivazionali per l'attribuzione del punteggio, al fine di eliminare in proposito ogni margine di discrezionalità alla commissione giudicatrice, mentre, nel caso specifico, tale norma è stata palesemente violata, come ammesso sia dall'amministrazione regionale, sia dal legale della medesima;
- la giurisprudenza amministrativa, con riferimento alla possibilità, o meno, per la commissione di gara, di stabilire dei sub‑criteri di valutazione delle offerte tecniche ulteriori rispetto a quelli previsti nel bando, ha categoricamente escluso tale possibilità, perché vietata dall'articolo 83 del codice degli appalti, laddove, nel caso della gara in questione, la commissione ha ulteriormente suddiviso gli elementi valutativi indicati nel bando;
ACCERTATA, pertanto, definitivamente, la sussistenza di tutti i vizi di legittimità riscontrati dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dal professionista esterno incaricato di formulare pareri in ordine alla correttezza della gara;
RILEVATO che, nonostante tutti i profili di illegittimità ribaditi dall'avv. Macciotta. e condivisi dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, la gara è stata, comunque, definitivamente aggiudicata all'ATI tra le società Engineering e Telecom Italia Spa;
SEGNALATO che, nel provvedimento finale di aggiudicazione, non sono state fornite le ragioni per le quali l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ha determinato di aggiudicare, comunque, la gara, nonostante l'espressa ammissione dell'esistenza di violazioni della specifica normativa sul codice degli appalti, nonché dei principi di trasparenza, economicità e di imparzialità che devono sempre contraddistinguere l'azione di una pubblica amministrazione e benché fosse stata riconosciuta l'impossibilità di ricostruire l'iter logico motivazionale seguito dalla Commissione per attribuire i punteggi alle offerte tecniche;
RAMMENTATE le dichiarazioni trionfalistiche ‑ espresse sull'intervenuta aggiudicazione della gara ‑ del Presidente della Regione e dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, benché si trattasse di un procedimento di gara condotto, come ammesso dallo stesso Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e dal legale esterno incaricato, in violazione di principi cardine quali la trasparenza, l'economicità e l'imparzialità dell'azione amministrativa;
EVIDENZIATO che la menzionata gara sull'informatizzazione della sanità presenta diverse similitudini con la gara relativa alla pubblicità istituzionale della Sardegna aggiudicata alla società Saatchi & Saatchi, in quanto in entrambe:
- sono state riscontrate violazioni dei medesimi principi di trasparenza e di imparzialità dell'amministrazione;
- i punteggi attribuiti alle offerte tecniche erano stati assegnati senza un giudizio motivazionale espresso, ma soltanto attraverso un punteggio numerico, inidoneo a dar conto delle ragioni obiettive della scelta del progetto migliore;
RAMMENTATO, peraltro, che, nel caso della gara per la pubblicità istituzionale della Sardegna, il dirigente, il 7 agosto 2007, ha annullato l'intera procedura, ivi compresa l'aggiudicazione della gara intervenuta in favore della Saatchi, stante la necessità di curare l'interesse pubblico "alla tutela della parità di trattamento dei partecipanti alla gara, alla trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa e alla tutela dell'immagine dell'Amministrazione regionale", mentre il medesimo interesse pubblico non risulta essere stato tutelato nell'ambito della gara per l'informatizzazione della sanità;
SEGNALATO che la gara per l'informatizzazione della sanità era stata oggetto, da subito, di numerose contestazioni e polemiche, che avevano addirittura portato alla rimozione dell'allora direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dott. Mariano Girau;
RAMMENTATO che quest'ultimo, subito dopo tale rimozione, aveva lamentato "l'estromissione delle questioni legate all'informatizzazione della sanità sarda", di avere "in diverse occasioni rappresentato problemi di legittimità" e "di aver colto una certa indifferenza ai controlli di legittimità interni", affermando di essere stato licenziato anche "perché non condizionabile" e di essere stato estromesso dalla presidenza della commissione della gara per l'informatizzazione della sanità, probabilmente, proprio per tale ragione;
EVIDENZIATO, a tal proposito, che, in effetti, il presidente della commissione di gara non è stato individuato nella persona del dott. Girau, benché direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, che ha indetto la gara in questione, ma dal dott. Giulio De Petra, dirigente di una direzione incardinata all'interno, non già dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, bensì della Presidenza della Regione;
SEGNALATO, invece, che, nel caso della gara per la pubblicità istituzionale della Sardegna, quale presidente della commissione, era stato nominato il dott. Fulvio Dettori, direttore generale della Presidenza che aveva indetto quella gara, con la conseguenza che non risulta comprensibile perché, con riferimento alla gara per l'informatizzazione della sanità, non sia stato utilizzato lo stesso criterio di nomina del presidente della commissione e non sia stato quindi nominato, quale presidente della commissione, il direttore generale della Sanità, bensì un altro dirigente, a meno che non sfugga la conoscenza di una norma che impone che, per determinate gare, i presidenti delle commissione giudicatrici devono essere scelti tra i dirigenti della Presidenza della Regione;
RILEVATA, comunque, la illegittima composizione della commissione giudicatrice nella gara per l'informatizzazione della sanità, in quanto i relativi membri esterni non risultano essere stati scelti seguendo il procedimento previsto dall'articolo 84, comma 8, del codice degli appalti;
RITENUTO, alla luce di quanto sopra, che sussistano tutti i presupposti per l'annullamento dell'intera procedura in quanto:
- sono state riscontrate, sia dall'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, sia dal legale incaricato dal medesimo Assessorato di valutare la correttezza della procedura di gara, molteplici violazioni della normativa in materia di appalti pubblici e dei principi di trasparenza, economicità, ed imparzialità dell'azione amministrativa;
- sussiste l'interesse pubblico all'annullamento di tale gara, a tutela dei sopra richiamati principi (rispetto ai quali l'interesse meramente economico del privato deve senz'altro recedere), nonché a tutela dell'immagine della medesima Amministrazione regionale; principi, questi, la cui violazione ha portato il dirigente responsabile della gara sulla pubblicità istituzionale della Sardegna ad annullare quella procedura;
- l'interesse pubblico all'annullamento della gara è ancora maggiore se si considera il riscontrato vizio di legittimità rappresentato dal fatto che il sistema di attribuzione del punteggio relativo alle offerte economiche rendeva pressoché irrilevante, ai fini dell'aggiudicazione della gara, l'elemento "prezzo", con la conseguenza che è risultato favorito il concorrente che ha proposto il prezzo meno conveniente per l'amministrazione;
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene
e sanità e dell'assistenza sociale
1) a riferire al Consiglio regionale se, effettivamente, come sembrerebbe risultare dagli atti e provvedimenti sopra menzionati, sussistono le molteplici violazioni della normativa sugli appalti pubblici e sui principi di trasparenza, economicità ed imparzialità della pubblica amministrazione, valutazioni queste che competono loro al fine di potere esercitare il potere di annullamento d'ufficio di cui all'articolo 21, comma 8, della legge regionale n. 31 del 1998;
2) ad annullare, di conseguenza, in base all'articolo 21, comma 8, della legge regionale n. 31 del 1998, la gara di cui sopra, sussistendo, oltre che il presupposto dell'illegittimità della procedura, anche l'interesse pubblico all'annullamento della medesima;
3) a riferire se sono a conoscenza delle ragioni per le quali l'ex direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dott. Girau ha reso le sopra riportate dichiarazioni;
4) a chiarire le ragioni per le quali, nonostante la Regione Sardegna sia dotata di un apposito Ufficio legale, la medesima Regione si avvalga sempre meno spesso dei numerosi avvocati interni, ricorrendo, come nel caso della gara in questione, a legali esterni, con conseguente sperpero di risorse pubbliche;
5) a riferire se esiste una norma che impone, in certi tipi di gare, e segnatamente in quelle oltre un certo importo o che siano ritenute strategiche per l'amministrazione regionale, che la presidenza delle commissione giudicatrici sia affidata a dirigenti della Presidenza della Regione.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, mi spiace constatare che, eviterò di leggere che non la pensava così, quando era Capogruppo dei D.S., e che numerose volte lei è intervenuto da questi banchi, avendone piena soddisfazione dal Presidente di turno, che non era nel caso il presidente Serrenti, sul suo richiamo della presenza della Presidente della Regione nonostante la presenza di autorevoli Assessori su quei banchi. Perciò io mi rifacevo all'insegnamento da lei avuto nella passata legislatura quando giustamente richiedeva la presenza della massima istituzione regionale, che è l'unico, e oggi ancor di più rispetto a ieri, in grado di poter dare risposte e dare garanzie all'Aula. E' l'unico in quanto così è intesa la sua funzione dallo stesso Presidente che la esercita in modo fantasioso e creativo, aggiungerei che il Presidente della Regione ha già avuto modo di rispondere su alcune argomentazioni che vengono trattate nella mozione, e anche qui cadendo in contraddizione ha utilizzato la stampa per rispondere, ricordo che in una delle prime adunanze di questa Assemblea si rivolse ai consiglieri dell'opposizione dicendo: questo è il luogo per il confronto è utile ed è anche poco corretto che le discussioni politiche avvengano sulle pagine dei giornali. Come è evidente cade costantemente in contraddizione, avrei avuto il piacere non polemico, così come ho avuto modo di rispondergli di accedere ad un confronto leale, ad un confronto sereno in quest'aula sulle argomentazioni che non sono nuove a questa Aula riguardanti nel caso specifico la SISAR, l'appalto SISAR ma che già sono stati oggetto di discussioni in quest'aula e anche oggetto di attenzione da altre istituzioni per quanto riguarda Saatchi e Saatchi e via dicendo. Per cui vorrei sfatare il mito del Presidente, che è sempre pronto al confronto che però nel momento del confronto evade o latita. E così come non mi vorrei sottrarre all'esame della mozione ai più già nota, e vorrei ricordare che questa mozione rischia di essere ripetitiva le argomentazioni portate all'attenzione dell'Aula e della discussione, ripetitivo perché ripercorre in qualche modo e ha molte analogie e può essere facilmente ricopiata agli esempi della Saatchi and Saatchi, che come voi tutti sapete a giorni produrranno, se non ad ore, anche degli interventi e determinazioni da parte del tribunale competente, del pubblico ministero competente. Ma siccome il lupo perde il pelo ma non il vizio ecco che si ripresenta costantemente la fantasiosa interpretazione delle norme da parte di questa Giunta, di questa maggioranza che con chiara complicità continua a sostenere questi princìpi e lo vedremo anche in seguito nell'esame di altri provvedimenti di questa Giunta, che vanno oggi a favore di un collega o dei colleghi della maggioranza, che si sono schierati apertamente con la parte di quella maggioranza che sostengono il Presidente, o ad altre imprese ad esso molto vicine. Ripercorriamo i fatti è come vedete, e come avete avuto modo di leggere, per chi ne ha avuto la pazienza e la voglia, ci sono poche rilevanze e conclusioni di tipo personale nell'esame dei fatti, si sono svolti nel corso del bando SISAR. Ma tutto verte, oltre ovviamente sulle considerazioni che ognuno di noi fa sull'evento stesso, su come la pubblica amministrazione in questo caso l'Assessorato alla sanità ha impostato nel merito e nel metodo e secondo procedura tra virgolette lo svolgimento del bando SISAR. Il bando SISAR che è stato definitivamente aggiudicato all'ATI engineering Telecom cosa succede, sarà necessario fare una premessa, perché non possiamo dimenticare che con qualche riferimento anche a questo bando poco prima che tutta la procedura avesse il via, è stato licenziato, pur ponendolo a riposo fino a scadenza di contratto, l'allora direttore generale della sanità il dottor Girau. Il dottor Girau che lasciò non sbattendo la porta quell'Assessorato, ma facendo alcune affermazioni pubbliche sulla stampa che tutti voi avrete avuto modo di leggere, e che riporta, e che vorrei riportare leggendo alcune fedeli interpretazioni e parole dello stesso direttore Girau. Quest'ultimo, dopo la sua rimozione, aveva lamentato "l'estromissione dalle questioni legate all'informatizzazione della sanità sarda, di avere, in diverse occasioni, rappresentato problemi di legittimità e di aver colto una certa indifferenza ai controlli di legittimità interni, affermando di essere stato licenziato anche, sempre aperte virgolette, perché non condizionabile". Infatti, tutto questo trova riscontro nell'assegnazione della presidenza del bando di gara. E' stato riportato in luce e richiamato a presiedere la gara di cui stiamo discutendo del bando SISAR il dottor De Petra; chi è il dottor Giulio De Petra? Sono piene le pagine della cronaca e anche le pagine ormai delle discussioni interne a questo Consiglio. Io per certi versi trovo più interessanti anche le pagine, soprattutto le pagine della cronaca, sulle quali ognuno di voi potrà andare a fare le riflessioni che ritiene opportune. Ma il dottor De Petra, che non è dirigente dell'Assessorato alla sanità, viene richiamato a presiedere questa Commissione in sostituzione, è ovvio, del dirigente competente, cioè del dirigente dell'Assessorato alla sanità; questa è prassi, questo è sempre successo, questo è anche logico che debba succedere. Ma vediamo che cosa succede, appunto, nei fatti e nel merito, sarò molto veloce perché sono, credo, ormai noti a tutti. L'Assessorato alla sanità, a seguito dei dubbi emersi durante lo svolgimento della gara, chiede all'avvocato Macciotta un parere, un parere di legittimità sugli atti di gara, sullo svolgimento della gara, e anche qui, per non perdere tempo non leggerò tutto, vorrei che andaste a vedere quel parere che, l'avvocato Macciotta, in quel del 26 luglio 2007, esprime e riporta all'attenzione dell'Assessorato competente. Presenta profili, riferendosi alla gara, presenta profili di criticità tali da poter determinare l'annullamento della medesima procedura, e via discorrendo elenca tutte le motivazioni che portano a concludere che è necessario, che è utile e opportuno annullare la gara che in quel momento, vi ricordo, era in aggiudicazione provvisoria. Vi ricorderò questo nel prosieguo dell'illustrazione, stiamo nel momento dell'aggiudicazione provvisoria; ma, che cosa succede? Che ha seguito di questo suo parere, nell'agosto successivo l'avvocato Macciotta, sempre nominato dall'Assessorato competente, quindi dal Presidente della Giunta, è ovvio il parallelismo, è ovvio per chi conosce i fatti, l'avvocato Macciotta si spinge oltre e consegna all'Assessorato alla sanità un parere intermedio in cui dice: "Il capitolato di gara va modificato in questi 13 punti, perché è sbagliato il capitolato di gara", e lo dice nella sua nota dell'agosto 2007 lo stesso avvocato Macciotta. Poi succede qualcosa, e sempre l'avvocato Macciotta, io ritengo, e me ne assumo le responsabilità, viene richiamato ad una maggiore attenzione agli obiettivi della Giunta, della maggioranza, dell'Assessore e del Presidente, a rivedere in qualche modo il suo parere iniziale in modo tale che si trovasse un appiglio perché la gara comunque vada in porto. Nel frattempo il responsabile del procedimento aveva già provveduto a proporre l'annullamento della gara, ma viene richiamata perché l'avvocato Macciotta, nel suo terzo parere, che a me non risulta richiesto dagli atti consegnatimi dall'Assessorato, e sono tutti gli atti ufficiali e su quelli ragiono, ci sarebbe anche da ragionare su atti non ufficiale, ma limitiamoci all'ufficialità degli atti, pur non richiesto in maniera formale, esprime, o meglio, collegandolo al fatto che il solerte Assessorato aveva nel frattempo richiesto le controdeduzioni alla Commissione e alla parte eventualmente lesa cioè all'Engineering e Telecom SPA; mai si è visto che si chiedano controdeduzioni alla Commissione, è un fatto nuovo, è un fatto che potrebbe essere oggetto sicuramente di grandi discussioni, comunque, sulla base di queste controdeduzioni, l'avvocato Macciotta ripropone un terzo parere che riconferma il primo, ma aggiunge una parolina magica, la parolina magica è quella che richiama l'Assessorato e la pubblica amministrazione a valutare la sussistenza di, aperte virgolette, "concorrenti e orientamenti giurisprudenziali difformi", cioè cosa vuol dire: io do questo parere, la vedo così, però può darsi che possano esserci altre interpretazioni, come sempre avviene per legge. E' chiaro che questo terzo parere è strettamente strumentale per raggiungere il fine di addivenire sempre e comunque alla aggiudicazione della gara, alla ATI che vi ho citato e che vorrei citare anche per dire che sono società primarie, sono grandi società l'Engineering e la Telecom SPA, alle quali, ovviamente, non attribuisco nessuna responsabilità sull'andamento della gara, per carità, sono delle primarie aziende che svolgono il loro mestiere. Su questi tre fatti e queste tre delibere ci sarebbero diverse osservazioni da fare, ma ovviamente il tempo è limitato perché qui bisognerebbe parlare per giorni di questi fatti, così come è avvenuto per la Saatchi & Saatchi, perché io vi ho raccontato una storia adesso, e gli atti raccontano una storia che ritroviamo in maniera speculare nella procedura Saatchi & Saatchi; dalla formazione della Commissione fino all'espedimento di tutti gli atti di gara. Badate bene, tra i cinque punti che l'avvocato Macciotta che, apro parentesi, è sempre consulente esterno, perché l'ufficio legale della Regione non esiste, è chiaro che è sempre meglio andare a rivolgersi pagando fior di centinaia di migliaia di euro non all'avvocato Macciotta, ma in generale, tant'è che lo ritroviamo anche nella mega mozione sulle consulenze, e lo ritroviamo molto spesso in tutti gli Assessorati perché è un ottimo professionista che, ovviamente, salvaguarda l'azione della pubblica amministrazione, così come è avvenuto in Saatchi & Saatchi, dove purtroppo, ahimè, a quanto pare la magistratura ritiene che non ne abbia azzeccato neanche una. Comunque, detto questo, succede che, lasciando da parte appunto l'ufficio legale regionale, si rincorrono tutta una serie di eventi riepilogati in cinque punti. Io ritengo, per non tediarvi su tutti e cinque i punti, che è importante rilevare il fatto principale. La Commissione assegna, a suo insindacabile giudizio, 80 punti per la valutazione tecnica e 20 punti per la valutazione economica. Badate bene, tutto poi sarebbe regolarissimo, sempre che la Commissione decida aprioristicamente e prioritariamente quali saranno i criteri che utilizzerà per valutare la parte tecnica che determina l'assegnazione della gara. Voi capite bene che se assegno 80 punti alla valutazione tecnica, i 20 punti sull'offerta economica risultano totalmente irrilevanti. Ma pur potendo fare questo, la Commissione omette di pubblicare e verbalizzare quali saranno i criteri che utilizzerà prima dell'apertura delle buste, per la valutazione tecnica; le conseguenze sono evidenti per chi le vuole vedere, cioè c'è una chiara valutazione arbitraria da parte della Commissione sulla valutazione tecnica stessa, e questo non lo dico io, lo dice l'articolo 83 del Codice degli appalti e lo dice l'avvocato Macciotta che, sicuramente, è molto più autorevole di me nel merito delle considerazioni che stiamo facendo. Praticamente è quell'articolo, l'articolo 83, del Codice degli appalti, che va a tutela dei principi di trasparenza e di imparzialità, così come la Commissione ha modificato l'ordine prestabilito del capitolato speciale per … dei criteri di valutazione dell'offerta, in violazione del citato articolo 83, così come nel corso della gara la Commissione ha introdotto una formula per l'attribuzione del … alle offerte tecniche, in violazione sempre dell'articolo 83 del Codice degli appalti, ma anche della giurisprudenza, della Corte di giustizia e della Comunità europea. Mi fermo qui nell'elencazione delle motivazioni che hanno indotto l'avvocato Macciotta, e per un certo periodo di tempo anche il responsabile del procedimento a dover scegliere la via per l'annullamento della gara d'appalto e, come vi ho detto, stranamente questa gara d'appalto poi, nonostante i pareri del proprio legale, viene comunque assegnata, e non stiamo parlando di una piccola gara d'appalto - e comunque vorrei rilevare che non è la quantità del denaro, delle risorse finanziarie che vengono poste all'attenzione dei concorrenti a valutare l'azione di trasparenza, di equità e di garanzia che deve esercitare la pubblica amministrazione - ma stiamo parlando di 24 milioni di euro, perché ovviamente quando il Presidente pone la sua attenzione sulle gare regionali non parla di bruscolini, parla di cose sostanziose. E, badate bene, questa mia affermazione non vuole richiamare e coinvolgere assolutamente il Presidente o chicchessia sulle valutazioni di tipo finanziario, mascherando non so quale interesse nei confronti delle risorse finanziarie. Io credo che tutto questo sia svolto dal Presidente in maniera completamente, come dire, convinta perché ha questo modo di interpretare la pubblica amministrazione che lo porta a considerare le casse della Regione come le casse, il suo portafoglio e quindi la mattina si esce e si fa la spesa senza dover rendere conto a nessuno. C'è un altro fatto, già evidenziato nella mozione stessa, che vorrei portare all'attenzione dei colleghi e che richiama alle analogie con le gare precedenti e in particolare con la gara della Saatchi. Si diceva che è stata assegnata tenendo conto della "tutela della parità di trattamento dei partecipanti alla gara, alla trasparenza ed imparzialità dell'azione amministrativa e alla tutela dell'immagine dell'Amministrazione regionale", però quel richiamo dell'avvocato Macciotta dice anche: attenzione, ci sono anche i diritti di terzi, dell'impresa privata che ha partecipato alla gara, che devono essere tutelati, perciò non corriamo il rischio poi di dover pagare fior di centinaia di milioni di euro per i danni che quelle società private, che correttamente hanno svolto la loro parte nel rappresentare l'offerta, nel concorrere alla gara, ci potrebbero richiedere. Ma, badate bene, vi riporto un po' al ricordo del recente passato: la gara Saatchi & Saatchi è stata annullata dal responsabile del procedimento in corso di assegnazione definitiva e aggiungo che la giurisprudenza è chiarissima su questo quando dice che prevale l'interesse della pubblica amministrazione rispetto a qualsiasi interesse del privato e finché una gara comunque non è assegnata a titolo definitivo non precostituisce nessun diritto nei confronti del privato stesso che non può chiederne, appunto, i danni.
In conclusione - le chiedo un minuto in più, Presidente - io vorrei dire che mi sembra l'ennesimo caso e l'ulteriore riprova del più assoluto e totale disprezzo per le leggi e, più in generale, per le regole della convivenza civile da parte di questa amministrazione e che sembra caratterizzare, purtroppo devo dire, la classe politica e manageriale, quasi che le norme poste a tutela della par condicio e della trasparenza dei procedimenti, anziché garanzia di uguaglianza e di pari opportunità per tutti i cittadini, siano semplici e fastidiose opzioni da rispettare o ignorare a seconda del proprio personale estro. Una tale arroganza di potere l'abbiamo già vista, come già detto, e vissuta: Saatchi & Saatchi, Sardegna fatti bella, la gara per il logo istituzionale, le consulenze. La situazione sociale ed economica impone a tutti, e soprattutto a chi svolge incarichi pubblici, una maggiore prudenza. Far passare il messaggio secondo cui la pubblica amministrazione può liberamente e impunemente violare le norme, può condurre a legittimare altre piccole e grandi illegalità fino a giustificare quel sistema di favoritismi, di ricatti, di piaggerie politiche e col governo del bisogno, che io definisco anche mafiosità diffusa, che pervadono da troppo tempo la nostra comunità e, ahimè, spinge giovani e meno giovani alla rassegnazione e all'abbandono.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Capelli.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento e hanno a disposizione dieci minuti.
E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente, colleghi del Consiglio, devo ammettere di essere sostanzialmente non entusiasta di prendere la parola sull'argomento per vari motivi. Il primo è che, essendo stato già sollevato con un'interpellanza cui l'Assessore rispose in aula l'argomento della gara SISAR e dei rumors che circondavano la vittoria annunciata di Engineering, sarei stato contento se ci fosse stato da parte della Giunta un atteggiamento più prudenziale nei confronti di questa gara, che mi sembrava tra l'altro fosse stato messo in essere dall'autosospensione dell'aggiudicazione che in sede di autotutela la Regione aveva ritenuto di affidare. Il secondo motivo, che è ancora più importante, è che mi sembra che quando in un'aula consiliare troppo spesso si discute di legittimità degli atti che sono assunti dall'amministrazione delle due l'una: o esiste un fumus persecutionis che viene in qualche maniera sollecitato da parte della minoranza oppure siamo di fronte al rischio che ci sia un deragliamento rispetto alle regole certe che garantiscono qualsiasi cittadino di fronte alla pubblica amministrazione e allora il problema sarebbe ben più importante. Io credo che nessuna opposizione parlamentare sceglie il terreno dello scontro nei confronti della maggioranza rinunciando allo scontro sulla politica e iniziando lo scontro sulle azioni di controllo se non ne ha un motivo, nel senso che, colleghi della maggioranza, è difficile dire che ci sia una scelta deliberata da parte dell'opposizione in quest'aula di sollevare problematiche senza fondamento, perché le vicende che quest'Aula ha già affrontato, ad esempio sulla Saatchi & Saatchi, testimoniano purtroppo che qualche volta ci sia una carenza nell'azione di controllo che gli stessi consiglieri di maggioranza o la Giunta esercitano nei confronti della politica, nei confronti dell'amministrazione, oppure, se non fosse un semplice peccato di omissione di controllo, dovremmo pensare che ci sia una copertura da parte della politica nei confronti di errori che sono comunque compiuti dall'amministrazione. Non vorrei ripetere pedissequamente ciò che è comunque già contenuto all'interno della mozione e quindi può essere letto da qualsiasi collega, voglio soltanto concentrare la mia attenzione su due problemi per i quali vorrei anche chiedere all'assessore Dirindin, se ha la possibilità, di dare qualche risposta esaustiva in sede di replica. Il primo problema riguarda quello già ampiamente sollevato dal collega Capelli, che si è preso l'onere di introdurre in aula la discussione su questo argomento, ed è quello sul ruolo che ha esercitato l'avvocato Macciotta, illustre professionista, consulente abituale della Giunta regionale, ma peraltro stimato come professionista ben oltre i confini della sua appartenenza politica. Bene, io vorrei comprendere quali siano i meccanismi con cui viene assunta la consulenza dell'avvocato Macciotta, perché immagino che l'avvocato Macciotta abbia tante cose da fare nella vita e se rende una consulenza alla Regione, come tutti i pareri professionali, lo rende in presenza di una contropartita economica, per cui se la Regione sceglie un professionista fiduciario a cui affidare l'interpretazione giuridica di un fatto è pensabile che l'amministrazione si fidi di quella che è l'interpretazione fornita dal legale fiduciario ed è pensabile che ci sia anche un esborso economico a carico della collettività per acquisire questo parere. E allora io vi chiedo: se il parere acquisito è acquisito pro veritate e se il parere acquisito ha un peso, che è quello che gli stessi committenti del parere, evidentemente, gli attribuiscono, qual è il motivo per cui il parere dell'avvocato Macciotta, sia il primo parere che un ulteriore parere reso ad abundantiam, sia nel primo che nel secondo parere - in maniera, direi, sufficientemente categorica per chi si è letto il parere - esprime perplessità forti rispetto all'iter e al percorso della gara. Esprime perplessità forti, indica la strada dell'annullamento e restituisce un parere che dice queste cose all'Amministrazione che gliel'ha commissionato, la quale Amministrazione che gliel'ha commissionato lo paga, riteniamo - sarebbe utile sapere qual è il costo di questo parere - e si appiglia a una frase che per chiunque non sia un esperto di giurisprudenza appare quantomeno sibillina: "Concorrenti orientamenti giurisprudenziali difformi", dove la frase inizia con l'antitesi della sua conclusione, perché i pareri giurisprudenziali sono all'inizio della frase concorrenti e alla fine della frase difformi. Quindi, immagino che significhi che è assodato che sulla cosa, dove peraltro l'avvocato Macciotta esprime un parere dritto e non difforme da sé stesso, l'avvocato Macciotta stesso dica che esiste la possibilità di pensarla diversamente, come noi sappiamo che in giurisprudenza sempre esiste, però quasi sempre esiste, anche i fatti recenti ce lo ricordano, però sta di fatto che il parere dell'avvocato Macciotta era concorrente in senso difforme a quello che l'Amministrazione ha fatto.
La seconda considerazione che vorrei fare e la seconda domanda che vorrei porre all'Assessore alla sanità - gliel'ho già posta in occasione della discussione dell'interpellanza e in quella circostanza non ebbi risposta, spero di averla questa sera in sede di replica dell'Assessore - è quella sulle dichiarazioni che il direttore generale dell'Assessorato alla sanità, dottor Girau rilasciò nel mese di gennaio alla stampa. Chi è il dottor Girau? Io immagino che tutti voi lo sappiate, il dottor Girau è un ex funzionario della Regione, il quale si trovava in pensione, quando la Regione Sardegna decise di instaurare un rapporto di tipo fiduciario con il direttore generale, che si chiama, appunto, Girau. Pertanto, il dottor Girau è una persona di fiducia dell'Amministrazione regionale che l'Amministrazione regionale ha messo sotto contratto per svolgere il ruolo di direttore generale. Bene, non è il dottor Girau una persona, un funzionario che l'Amministrazione di centrosinistra ha trovato lì, è un funzionario che è andato lì in virtù del rapporto fiduciario esistente con la pubblica amministrazione. Bene, ciò nonostante, ad appena cinque mesi dalla scadenza del suo mandato, la Giunta regionale ha deciso di privarsi della possibilità di fruire delle prestazioni del direttore generale della sanità da lei stessa scelto e ha addirittura deciso di fare quello che Cellino farà con Giampaolo, Cellino, forse, pagherà a Giampaolo il contratto fino al 2010, l'Amministrazione regionale ha deciso di continuare a pagare un funzionario da lei scelto sulla base del rapporto fiduciario, da lei licenziato verosimilmente per l'interruzione del rapporto fiduciario, sino alla scadenza del suo contratto. Quindi, l'Amministrazione regionale ha pagato due direttori generali alla sanità sino all'esaurimento dell'iter fisiologico del contratto del dottor Girau. Bene, cosa fa il dottor Girau per ringraziare l'Amministrazione regionale che lo tiene a casa a sue spese, nonostante sia già pensionato? Dichiara che in diverse occasioni ha rappresentato problemi di legittimità e di aver colto una certa indifferenza ai controlli di legittimità interni, affermando quindi che l'interruzione del rapporto fiduciario, cioè il licenziamento c'è stato perché "non condizionabile". Allora, Assessore alla sanità, io devo dirle, lo devo dire all'intera Giunta regionale che le frasi del dottor Girau suonano offensive a chi, come me, sta in Consiglio regionale, nel senso che mi sembra che in quello che c'è scritto sulle note del giornale o il dottor Girau intendeva offendere l'intero Consiglio regionale e quindi anche me, per quota parte, dicendo che l'Amministrazione regionale non funziona come una casa dalle mura di vetro, oppure c'è qualche cosa nelle parole del dottor Girau che deve inquietare ciascuno di noi, perché se sono vere, cioè se non è stato fatto niente per, in qualche maniera, chiedere la ritrattazione di affermazioni inesatte o addirittura false, o di chiedere le scuse ufficiali del dottor Girau che, probabilmente, nell'amarezza del momento, forse questa è l'interpretazione, ha esagerato nelle esternazioni, beh, insomma, io credo che questo rimanga un vulnus che offende l'intero Consiglio regionale...
PRESIDENTE. Prego, concluda.
VARGIU (Riformatori Sardi). Non tollero che sui giornali l'Assessore alla sanità sia offeso in questa maniera, perché non offende lei, non sorrida assessore Dirindin, anzi, mi fa piacere farla sorridere, ogni tanto un sorriso sul suo viso è una cosa che fa piacere. Però, Assessore, non offende solo lei, offende l'Amministrazione regionale. Siccome ciascuno di noi, per quota parte, fa parte di questa Amministrazione, questo è un problema che non è solo suo, è anche nostro, e vorremmo avere un chiarimento in proposito.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Onorevoli colleghi, sempre più spesso questo Consiglio è chiamato ad occuparsi della legittimità degli atti posti in essere dall'Amministrazione regionale. Il caso SISAR, che oggi viene in considerazione, mi pare comunque differente dal caso Saatchi perché qui, a mio avviso, le illegittimità presenti negli atti sono accoglibili immediatamente dal loro esame, quindi non c'è bisogno di istituire una Commissione di inchiesta, perché le illegittimità sono evidenti e perché per recepirle di fronte al TAR occorre aver partecipato alla gara e perché è la magistratura che deve accertare se vi sono oltre a profili di illegittimità, profili di illiceità. Allora, ciò che interessa rilevare dal caso SISAR è ciò che ha rilevanza politica e per coglierlo bisogna ripercorrere brevemente alcuni aspetti tecnici. In primo luogo le illegittimità sollevate dal responsabile unico del procedimento nell'atto del 27 luglio sono diverse, ma alcuni richiamano le illegittimità rilevate nel caso Saatchi e quando si vede una distorsione che si ripete allora occorre pensare se quella distorsione non sia una nuova regola incipiente che vige, che è attiva, anche se non è formalmente legalizzata. Ricordo alcune di queste illegittimità: anche in questa gara non si rispetta l'articolo 83 del codice degli appalti, che prevede l'esplicitazione dei criteri motivazionali; anche in questa gara la commissione altera l'ordine di valutazione delle parti dell'offerta tecnica; anche in questa gara la commissione introduce un'equazione matematica - che ha il parallelo negli arrotondamenti del caso Saatchi - che riduce il peso sul punteggio finale dell'offerta economica e aumenta quello dell'offerta tecnica. Nonostante tutto questo si adotta il 26 di settembre un atto con il quale si recede dal procedimento di annullamento e si procede all'assegnazione definitiva e questo avviene, come è stato ricordato, sulla base di pareri resi dall'avvocato Giuseppe Macciotta, che - come è noto - non è un funzionario regionale. E qui c'è un'altra particolarità su cui vorrei ragionare coi colleghi del Consiglio, non è un funzionario regionale l'avvocato Macciotta che gioca un ruolo importante nell'assegnazione definitiva di questa gara, come non è un funzionario regionale il dottor Dettori, sono temporaneamente incardinati nella direzione generale della Presidenza. Allora, che cosa fa l'avvocato Macciotta? Su questo occorre ragionare. Fornisce tre pareri, almeno quelli che ho visto io, perché non ho fatto un accesso agli atti, tre pareri in cui: il primo dice che gli atti sono sostanzialmente legittimi; il secondo solleva problemi, invece, di illegittimità rilevanti; il terzo che dice "Ma sollevare problemi di illegittimità non significa ipso facto poter chiedere e procedere all'annullamento". E' una costruzione logica e giuridica che mette in difficoltà una discussione di tipo politico qual è quella che abbiamo in questa sede. Però è opportuno ricordare che tra i profili di illegittimità sollevati nel secondo parere dall'avvocato Macciotta, vi è il rilievo della circostanza che i criteri di valutazione delle offerte erano contenuti nel capitolato e non nel bando di gara, come pure l'avvocato Macciotta conferma la mancata applicazione dell'articolo 83 del codice degli appalti. Domanda: "Ma perché non ha segnalato prima questi problemi?" Fatto sta che comunque il responsabile del procedimento acquisiti questi pareri annulla.
Ma, l'avvocato Macciotta il 21 settembre propone una terza memoria, io non so chi gliel'ha chiesta o se l'ha proposta, ma così sono le date. E che cosa dice sostanzialmente? Dice che prima, per l'annullamento devono essere effettuate le necessarie valutazioni comparative fra tutti gli interessi pubblici e privati, poi cita una serie di sentenze nelle quali si afferma che non è sufficiente il mero ripristino della legalità per giustificare l'annullamento e poi sentite che dice, che deve tenersi conto del tempo trascorso. E poi dice che l'annullamento in sede di autotutela può subire notevoli limitazioni quando il provvedimento di annullamento risulti suscettibile di determinare ripercussioni di rilevante gravità nella sfera giuridica dei destinatari. E ne ha già parlato l'onorevole Capelli. Allora, questi principi che poi vengono ripresi testualmente nell'atto con cui il responsabile unico del procedimento revoca l'annullamento, sono anche esatti, però facendo una breve ricerca si capisce, anche una breve ricerca interna ai pareri dall'avvocato Macciotta, che non si riferiscono alle aggiudicazioni provvisorie, ma a quelle definitive. Perché? Per l'annullamento delle aggiudicazioni provvisorie non è richiesto e ci sono una miriade di sentenze in questo senso, una particolare ed approfondita motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico a giustificazione dell'annullamento, perché basta la circostanza della presenza di gravi illegittimità. In ultima analisi l'avvocato Macciotta struttura la sua argomentazione in questi termini, gli atti sono illegittimi, ma se argomentiamo come se l'assegnazione provvisoria fosse definitiva, benché illegittima, non è conveniente procedere all'annullamento, ma l'annullamento richiesto era di un atto provvisorio. Perché l'avvocato Macciotta faccia questo nessuno di noi può accertarlo con una Commissione d'inchiesta, ma si pone un altro problema, che in una procedura amministrativa della Regione, non un parere dell'Avvocatura dello Stato, non un parere dell'Ufficio legale, ma un parere di una esterna convenzione, immagino, determina una distorsione del procedimento amministrativo. E allora il problema politico di cui questo Consiglio si deve occupare è questo: se si stia invalendo in questa legislatura una prevalenza dell'amministrazione di staff rispetto all'amministrazione strutturale, se stia prevalendo in questa legislatura una amministrazione regionale fidelizzata a chi vince le elezioni e quindi non imparziale rispetto al cittadino rispetto ad una amministrazione regionale che è regolata e strutturata da leggi che noi conosciamo. Questo è il problema politico di cui noi dopo il caso Saatchi, dopo il caso Sisar, dopo mille altri casi perché ce n'è uno al giorno, dobbiamo ragionare parlando di riforme e cioè la pubblica amministrazione in quali condizioni deve essere per non essere talmente subordinata all'indirizzo politico da non garantire il cittadino, e come deve essere il rapporto tra chi vince le elezioni e l'amministrazione perché chi vince le elezioni possa realizzare il suo programma? Non possiamo nasconderci che questo è il problema, il problema che un Consiglio che vuole fare le riforme dovrebbe affrontare. Per la seconda volta il Consiglio si trova ad affrontare una distorsione di atti amministrativi prodotti da una superiorità della burocrazia di Stato rispetto all'amministrazione regionale strutturata. Questo è un problema di legalità alla fine, e può essere risolto solo da un Consiglio che abbia idee grandi su come riformare la Regione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Due considerazioni: la prima è sull'aspetto specifico di cui trattiamo oggi ed è opportuno che il Consiglio regionale tratti questa questione. Non per voler trascinare l'esame in termini strettamente giuridici di un problema, né tanto meno per portare in quest'aula considerazioni che attengono ad altre autorità, in particolare quelli giurisdizionali, non ci interessa, non ci è mai interessato e per quanto ci riguarda non lo faremo. Ma, l'opportunità di una discussione e anche di una presa di posizione da parte del Consiglio su questo argomento, è dettata da motivazioni di carattere politico. Alcune considerazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto adesso negli interventi mi permettono di essere molto più sintetico su questo argomento. In estrema sintesi si può dire che questo procedimento presenta, ha presentato gravi, molto gravi profili di illegittimità nell'azione amministrativa accertati, accertati dalla stessa amministrazione che infatti ha avviato spontaneamente o comunque a seguito di rilievi, una azione tesa ad avviare le procedure per l'annullamento di quest'atto. Ma quest'atto non è stato poi, il procedimento di annullamento non è andato verso il provvedimento finale, per una considerazione strettamente giuridica che proprio sul piano delle motivazioni giuridiche è certamente accettabile, ma sul piano invece politico è del tutto inaccettabile da quest'aula per chi voglia ragionare con la propria testa. Inaccettabile e fuorviante per l'azione ordinaria della nostra amministrazione pubblica, e cioè i motivi di illegittimità vi sono, sono stati accertati, ma per arrivare all'annullamento d'ufficio, dice il già citato secondo o meglio terzo parere dell'avvocato Macciotta, il provvedimento finale di annullamento non è giustificabile di per sé, come un interesse primario perché va in qualche modo fatta una comparazione fra l'interesse pubblico e l'annullamento, perché solo un interesse pubblico può portare all'annullamento di un atto, e invece gli eventuali pregiudizi di rilevante gravità che può comportare questo atto nei confronti della sfera giuridica del privato verso il quale si va ad incidere. Fatta questa comparazione si può arrivare quindi, e l'amministrazione è arrivata a non giungere al culmine del suo procedimento annullando l'atto per il semplice fatto rilevabile non solo in termini giuridici ma anche in termini di buon senso, che cioè una sfera giuridica privata, cioè di un'impresa che ha partecipato alla gara e che evidentemente ha speso energie, tempo, professionalità, risorse economiche indubbiamente, perché per preparare la partecipazione ad una gara di questo livello tutto questo va messo in campo da parte di qualunque impresa e quindi l'interesse di questo soggetto privato deve essere tenuto in considerazione perché si fa riferimento ad un principio: quello della proporzionalità dell'intervento, l'intervento della pubblica amministrazione deve essere proporzionale sia all'interesse pubblico sia all'interesse privato, in uno stato di diritto e in un sistema giuridico che assegna dignità pari alla pubblica amministrazione e al privato, in queste procedure di contraffazione di diritto privato, devono essere entrambe prese in considerazione. Questo si può capire anche in termini di buon senso, di ragionevolezza, una società che partecipa non può essere messa in ginocchio per gli errori della pubblica amministrazione. Poniamo che tutto sia stato così, anche se qualche inquietudine credo che resti sul rapporto che vi è tra la pubblica amministrazione e questo soggetto e forse sarebbe opportuno capire qualcosa di più sulla natura di questi rapporti. Ma per il momento prescindiamo da questo aspetto. Rimane il fatto che il mancato annullamento deriva semplicemente, per espressa indicazione del professionista cui è stato chiesto il parere pro veritate, deriva soltanto dalla necessità di non colpire ingiustamente un interesse privato ma rimane il fatto concreto, reale, inequivocabile, di un comportamento illegittimo della pubblica amministrazione regionale in questo procedimento. Di fronte a questo che cosa facciamo? Poniamo anche che sul piano strettamente giuridico la decisione finale possa anche essere accettata sulla base di questi principi, ma qual è la conseguenza a cui andiamo incontro, ed è su questo che vorrei si soffermasse l'attenzione dei colleghi consiglieri. Che da ora in poi, sempre di più, da ora in poi, ma sempre più massicciamente, se non viene fermato questo modo di comportarsi da parte degli uffici e da parte degli organi di diritto politico, sempre di più noi avremo procedimenti che varcano la soglia della legittimità, che si spingono verso il compimento di atti gravi di illegittimità che poi però, per il passare del tempo…lo dice espressamente l'avvocato: il passaggio del tempo comporta delle conseguenze, e così si andrà avanti da ora in poi, da parte almeno di questo governo regionale, si azzarda, si rischia, si permette che si compiano illegittimità e poi con il passar del tempo poiché incide su una sfera giuridica privata che va comunque tutelata secondo l'ordinamento, si è costretti, tra virgolette costretti, ad andare avanti nonostante l'illegittimità si porta avanti un procedimento sacrificando l'interesse pubblico della trasparenza e del buon andamento della pubblica amministrazione. E' questo che vogliamo? Sul piano politico la cosa è veramente grave! Io concordo su tutto quello che hanno detto i colleghi, tranne sul fatto che un atto del genere, un procedimento del genere, non meriti da parte del Consiglio una maggiore attenzione, forse anche davvero l'avvio di una procedura d'inchiesta, non tanto per definire se questo atto debba o no essere annullato, quanto per definire se la parte degli uffici della pubblica amministrazione e degli organi di indirizzo politico, non vi sia, ormai permanente in questa Regione, una posizione che tende sempre sistematicamente all'azzardo, alla sfida nei confronti della giustizia. Una sfida che ormai non attiene soltanto a queste questioni, la Giunta regionale e la sua maggioranza che la sostiene, non intervenendo, continua a permettere una prassi amministrativa e di governo che è una sfida continua nei confronti della giustizia, così è stato per il caso Saatchi & Saatchi, ma così per questa procedura d'appalto ma così è stato anche in materia contabile riguardo agli anticipi delle entrate. Si sfida la giustizia, in attesa che qualcuno poi protesti, intervenga, chieda l'intervento di organi giudiziari superiori, come la Corte Costituzionale e poi si vedrà… così è per gli atti relativi al Piano paesaggistico regionale, si sfida continuamente la giustizia, ma non solo la giustizia dei giudici, voi state stirando la giustizia dalla gente, la giustizia del popolo ed è questa che speriamo che vi chiami prima o poi a rispondere.
PRESIDENTE. Grazie onorevole La Spisa. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (Progetto Sardegna). Presidente, colleghi, l'ultimo intervento del collega La Spisa che con un ragionamento che proverò anche a riprendere, passa da questioni di tipo amministrativo a questioni di tipo maggiormente politico, rileva un po' il senso vero di questa mozione che oggi viene presentata. Mozione che peraltro io considero, nel suo intento di fare chiarezza su un caso che ha avuto un andamento non lineare, per me sarebbe di per sé chiaramente legittimo, cioè quello che voglio dire è che ben venga il ruolo dell'opposizione quando solleva questioni, quando cerca di approfondire, quando cerca di indagare e di capire se nella nostra pubblica amministrazione tutto avviene secondo criteri di piena legittimità. Dove credo si possa dissentire da quello che ricordava il collega La Spisa ma anche il collega Capelli è quando dall'esistenza di atti o di procedure che meritano l'approfondimento, io credo che ce ne siano tanti, perché questa Regione non ha gestito negli ultimi mesi due bandi, non è che le procedure di appalto sono state due ma sono state diverse decine. Quando dal fatto che abbiamo una pubblica amministrazione, che magari potremo tutti insieme decidere, con un ordine del giorno, di mandare a scuola di legge sugli appalti e di provare a formare, a far crescere, a far migliorare… buttiamo lì il sospetto, buttiamo lì il suggerimento che tra questi atti che possono non aver avuto una piena linearità, una piena legittimità, e questo lo decideranno credo più opportunamente le sedi giudiziarie perché anche questi appalti contestati sono oggetto di ricorsi, e come nel caso della Saatchi di contro ricorsi, che queste illegittimità che sono al vaglio che devono essere provate, sono in qualche modo frutto di una volontà politica. E' qui il teorema che io credo che non sia accettabile, è qui il teorema che porta la discussione in quest'aula parlamentare con un sapore completamente diverso, perché noi siamo con voi, nel momento in cui l'opposizione svolge il suo ruolo legittimo e di approfondimento sugli atti, ma credo che invece sia forzoso e credo che sia anche profondamente ingiusto quando da un atto amministrativo, quando fa comodo si richiama e si associa ad un atto amministrativo, che siamo qui per cercare di chiarire, non una negligenza, oppure anche un comportamento che poi chi dovrà valutare valuterà perché non abbiamo finito il percorso per valutare quell'atto quando si associa una volontà politica. Da questo punto di vista il collega Capelli, quando dice che il Presidente considera le casse della Regione come il suo portafoglio, allora farebbe bene anche il collega Capelli a ricordare che non il Presidente, ma questa Giunta, proprio perché hanno una grande attenzione alla spesa, non hanno avuto alcuna paura, e lo dico anche a lei collega La Spisa, non di avallare l'illegittimità, non di far trascorrere il tempo, non di lasciare che le cose trascorressero per paura di creare un altro caso, di dare fastidio a qualcuno, ma hanno avuto paura, quando c'erano dei bandi che non erano illegittimi del procedimento ma sono stati considerati inopportuni dal punto di vista anche dei contenuti e degli indirizzi, ad intervenire in situazioni in cui i bandi erano in una fase estremamente avanzata, e mi riferisco al bando del sistema informativo di base della regione, che era un bando che era stato appaltato per 48 milioni di euro, e che è stato annullato e guarda caso ne riportava le sue … al suo indirizzo pieno, è stato poi riassegnato presso gli 8 milioni di lire uno… allora dove è lì la mancata volontà politica di intervenire? Dove è lì la volontà di lasciar correre le cose? Dove è lì la volontà di non cercare non solo la ricerca della piena legittimità, ma anche la pienezza dell'indirizzo politico e dell'effettivo raggiungimento dell'obbiettivo di quell'appalto? E dove è la mancata volontà di intervenire? E dove è la mancata volontà di intervenire anche sul piano della legittimità, per esempio nel caso della radioterapia, quando la Giunta, in autotutela, sospende un bando da 210 milioni di euro, che doveva vincolare questa Regione per 30 anni, una tecnologia obsoleta, e giustamente sia nei costi, sia nei contenuti sospende quel bando, e ripropone quel bando e oggi viene riaffidato per 140 milioni di euro, per un vincolo di soli 10 anni, con la clausola che se quella tecnologia diventa obsoleta, quella tecnologia viene cambiata? E con un contenuto di intervento, in termini anche di qualità del servizio, perché si tratta di macchine di ultima generazione a 3D, che quindi intervengono in maniera selettiva sulle cellule tumorali, quindi con una qualità di servizio molto più alta e quindi con un servizio ai cittadini molto più alto, e si interviene in quel bando con efficacia, facendo anche fronte a tutti i ricorsi e controricorsi, che anche in quel caso, visto che si è arrivati al TAR, sono arrivati.
Quindi credo che così come nel caso Saatchi… perché io torno, perché io qui vedo che c'è anche una volontà nel tentativo non di fare chiarezza, come giustamente l'opposizione chiede di fare, ma attraverso fatti che meritano di essere approfonditi, di gettare fango, di gettare qualche schizzo di fango a chi oggi guida la Regione. Io lo ricordo il caso Saatchi. E il caso Saatchi è la chiara dimostrazione di come un procedimento che può non avere seguito un iter lineare… Io credo che ci siano state alcune cose non lineari, come il comportamento di alcuni commissari che a procedimento aperto hanno rilasciato interviste ai mezzi di stampa, e come commissari che hanno rilasciato interviste ai mezzi stampa, guarda caso, quei commissari, risulta da deposizioni delle persone che hanno deposto in commissione d'inchiesta, che erano legati in qualche modo a società che hanno partecipato a quell'appalto. Io ricordo che il caso Saatchi è stato un caso annunciato, perché l'onorevole Pili, un deputato della Repubblica, un mese prima che fosse iniziato il procedimento, cioè a metà ottobre, aveva già previsto tutto. L'onorevole Pili aveva già previsto che quel bando sarebbe andato male, che ci sarebbero state gravi irregolarità e guarda caso la previsione dell'onorevole Pili, fatta a metà ottobre, si è verificata, nel senso che poi il bando ha proceduto al suo annullamento. Ma anche lì, c'è un funzionario che non ha lavorato bene? C'è un direttore che non ha lavorato bene? Un presidente di commissione che non ho lavorato bene? Allora questo può succedere, sappiamo che abbiamo una pubblica amministrazione che può crescere, che può migliorare, sappiamo che dopo tanti anni di promozioni automatiche, che voi avete promosso, abbiamo aperto la pubblica amministrazione ai concorsi, abbiamo aperto anche alla attrazione di dirigenti che possono venire dall'esterno, se quelle capacità possono qualificare la pubblica amministrazione. E questo va benissimo! Ma dove voi fate una scorrettezza, dal punto di vista politico, è associare eventuali percorsi non ottimali, non lineari, e in alcuni casi da dimostrare peraltro, perché i giudizi anche su Saatchi li andiamo a vedere come possono essere maturati, associarli con una volontà politica. Questo credo che non sia corretto, credo che non sia corretto neanche che oggi si parla di prevalenza della amministrazione di staff sull'amministrazione strutturale. Due casi, due indizi non fanno una prova, onorevole Maninchedda. E io credo che se abbiamo veramente la volontà di capire come funziona la pubblica amministrazione, dovremmo andare a riprendere l'insieme dei bandi e l'insieme dei comportamenti, alcuni li ho citati, ma ne potremo prendere molti altri, e vedere se questa pubblica amministrazione non solo opera nella legittimità, ma magari in alcuni casi meriterebbe o avrebbe meritato di essere richiamata da chi aveva responsabilità politica, come nel caso delle 700 auto blu che ci siamo ritrovati in questa amministrazione, che oggi sono diventate 70. Se magari quell'amministrazione che si è dimenticata 5 milioni di contratti d'affitto in giro per la Regione, doveva, chi aveva la responsabilità, anche richiamarla a dei comportamenti eticamente, economicamente più efficienti e più capaci di rispondere a quelle che sono le esigenze della nostra comunità.
Ben vengano gli approfondimenti, ben vengano le mozioni, ma credo che dal punto di vista politico quest'amministrazione non abbia veramente niente da imparare da quella che l'ha preceduta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Farigu. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Presidente, colleghi. Io ritengo del tutto inutile, dal mio punto di vista, affrontare l'argomento analizzando questa questione, oggetto di questa mozione, sotto il profilo giuridico, sotto il profilo legale, della correttezza amministrativa. Perché qui dentro non c'è neanche uno dei colleghi più modesti rispetto alla preparazione giuridica e amministrativa, e tanto meno lei, signor Presidente, che non abbia autonomamente la capacità di valutare sotto il profilo legale, sotto il profilo amministrativo, la correttezza di quanto si sta esponendo. Quindi addentrarmi anch'io sull'analisi in particolare di questi aspetti, mi sembrerebbe non aver abbastanza rispetto nei confronti dei colleghi e nei confronti di lei, signor Presidente, che hanno certamente capacità, come minimo quanto le mie, per valutare la portata sotto quel profilo del provvedimento all'esame. Ciò che mi preoccupa e che mi rende, come dire, in un certo senso, non dico angosciato, ma dentro un certo disagio politico è che questo Consiglio si trovi continuamente ad intervenire su questioni di questa natura e di questa rilevanza. Sono fatti tutti questi, che vedono sempre dietro l'uscio la magistratura. Ed io non sono preoccupato della Magistratura di per sé, che faccia il suo dovere. Io sono preoccupato quando la Magistratura sente la necessità, trova le motivazioni per intervenire, perché vuol dire che stiamo vivendo un grande vuoto politico. La Magistratura trova questi spazi, li ha trovati sempre, storicamente, questi spazi, e non è storia molto lontana, proprio quando la politica latita, dorme, si assenta, va in crisi. E la crisi che stiamo attraversando non è una crisi di competenza legale nell'ambito dell'amministrazione regionale, in capo agli Assessori e tanto meno al Presidente della Giunta. Anzi, questi provvedimenti denunciano al contrario una grande conoscenza delle norme giuridiche, perché per porre in essere determinati atti occorre grande competenza, quando si vogliono raggiungere determinati obiettivi. Quindi non c'è carenza di competenza amministrativa, legale, per governare i settori di competenza degli Assessori e del governo della Regione nel suo complesso. Al contrario! E poi non è raro il caso, è anzi troppo frequente la disponibilità di uomini dell'Università, che avvalendosi del bellissimo mantello dell'alta cultura universitaria, si mettono al servizio, lo dico, è da un po' che lo sto pensando, ma ieri ne ho avuto conferma dal Ministro Mussi, che ha denunciato questa disponibilità di molti personaggi dell'Università, che si mettono al servizio, per copertura, col mantello dell'università, di interessi particolari che si annidano nella pubblica amministrazione, nel governo della pubblica amministrazione. Io signor Presidente sono intervenuto, e lo faccio con maggiore convinzione dopo l'intervento del collega Porcu, che è venuto nella politica sospinto certamente da un bisogno, come dire, di rinnovare, di dare un contributo ad una situazione politica di crisi generale che era in Sardegna. In quei termini avevo pensato l'iniziativa del presidente Soru, in quei termini avevo trovato io, contrario alla prolificazione di nuovi soggetti politici, avevo trovato in qualche misura la comprensione della creazione del nuovo soggetto politico. Però l'intervento del collega Porcu mi ha ulteriormente convinto, che questa necessità, che avevo simbolicamente raffigurato o identificato nell'atto del Presidente, che si lamentava della mancanza dei panini coi prodotti sardi, grande sardo che voleva dare la scossa al sardo, però dissi allora e lo ripeto oggi, che il Presidente della Regione ha cambiato gusto, ha cambiato gusto e ai prodotti sardi ha sostituito i sapori dei croissant emiliani, piemontesi, veneti disseminando di presenze autorevoli sul piano tecnico di personalità estranee alla Regione. Qualcuno ha detto, e certo sono elementi di grande esperienza, competenza e scienza, che sono stati chiamati per arricchire l'amministrazione, l'apparato dell'amministrazione regionale, lì per lì sembra pure una bella affermazione, colui che vuol fare crescere le risorse umane di questa Regione, che chiama grandi esperienze, grandi scienze ferme, per arricchire le risorse umane della nostra Regione. Ma mi è venuto ieri un dubbio, e oggi mi attanaglia ancor più forte che quello non sia il vero intendimento, quello è il solito elemento di copertura, come di copertura fu la motivazione dell'indicazione dell'Assessore alla sanità e lo chiese all'Assessore se si era interrogata il perché aveva nominato lei Assessore alla sanità e non un sardo, è intelligente come è disse allora - e lo ripeto oggi - non potevo pensare di essere una intelligenza assoluta senza riscontro adeguato in Sardegna. Qual era la domanda di allora, ingenua però superata dai fatti? Che poteva servirsi di elementi estranei per mettersi al riparo delle contaminazioni, quello era il frutto della mia prima ingenuità, i fatti purtroppo hanno detto svegliati! Che non è così! Che è esattamente il contrario e per potere operare in franchigia con l'ausilio di personalità esterne all'ambiente; e allora mi sono interrogato e mi interrogo, e non è un interrogativo di un uomo di opposizione tout court non è nel modo più assoluto, io mi vorrei liberare da queste posizioni, e vorrei che l'intero Consiglio si liberasse da queste posizioni di contrapporci rispetto a problemi così delicati e complessi da schieramenti di maggioranza e di opposizione. Qui sono in gioco problemi fondamentali che riguardano la vita stessa delle nostre istituzioni, che riguardano l'intera vita della nostra Regione e del nostro apparato. Io ho capito da tempo e lo dico che tutto quello che va portando avanti questo Governo regionale anzi il Governatore regionale, perché non esiste la Giunta e io chiedo scusa ai miei amici carissimi che stimo e sono dentro la Giunta, ma come viene trattato l'ho detto e lo ripeto, diventa uno strumento nelle mani, perché diventa uno strumento non più governabile dal governatore, il governatore lo cambia, il Consiglio è annullato, e allora tutto questo a chi giova, alla maggioranza o all'opposizione? Questi processi di degrado, di deriva nuocciono all'intero sistema democratico, quindi toccano maggioranza e opposizione, e allora lei, Presidente, e lo dico alle altre forze politiche, sinceramente autonomistiche, occorre trovare un momento di grande coesione per uscire da questo degrado, e per uscire da questa deriva e restituire dignità alle istituzioni, restituire all'amministrazione regionale credibilità nell'opinione pubblica, perché se l'opinione pubblica viene costantemente, costantemente informata di episodi gravissimi e la magistratura interviene in continuità, non viene a nuocere il Governatore non viene a nuocere la maggioranza, ma viene a nuocere l'istituzione e l'intero Consiglio regionale. E allora questo ci deve preoccupare e da questo episodio dobbiamo trovare l'energia, la capacità di riscossa per restituire al Consiglio regionale, alle forze politiche tutte il senso di profonda responsabilità democratica, un senso di profonda responsabilità nell'interesse superiore della nostra Regione e del popolo sardo. Queste cose volevo dire soltanto, Presidente. E la ringrazio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Grazie, signor Presidente. Io spero di dare un contributo per risollevare un po' l'ottimismo, perché in questa Aula qualche consigliere che mi ha preceduto ha detto che la dirigenza è inadeguata, l'Ufficio legale non se ne parli, insomma siamo un po' mal presi. Io credo, perché in questi tre anni e mezzo ho potuto osservare le azioni di governo di aver detto in tempi non sospetti che c'è il desiderio di incarnare questo sistema terribile che è il presidenzialismo senza controlli, senza contrappesi e anche il ruolo del Consiglio regionale, l'ultima vicenda di Saatchi and Saatchi si è sentito dire a conclusione della relazione del Presidente: "Io la penso diversamente". E siamo a casa tornati a casa infelici. Quindi non ci vogliono contrappesi, non ci vogliono organi di controllo e quando esprimono pareri di censura sulle azioni di governo scatta il rancore sordo e la furia verso le istituzioni, cosa mai accaduta nella storia dell'autonomia. Però dicevo in tempi non sospetti, che il Presidente, incarnando coerentemente questo sistema, si stava creando, e c'è riuscito, un'amministrazione parallela, perché non deve essere disturbato. Tant'è che anche in alcuni Assessorati sono stati promossi dirigenti dei sociologi, che non masticando il diritto amministrativo hanno bisogno di badanti per sostenerli in questo difficoltoso cammino e così come alcuni dirigenti che onestamente hanno sollevato perplessità sulla legittimità degli atti sono stati deportati, umiliati e rimossi perché non ossequiosi verso il principe. Cioè, qui non ce né maldicenza, né calunnia, purtroppo, e mi rivolgo alla parte della sinistra riformista e non radicale, qui c'è una questione legale, una questione morale e questo capitolo incrementa, in modo inquietante, proprio la questione morale, ed è indiziato il sistema presidenziale, qui sembra ci sia una Costituzione non scritta, dal Presidente, che permette appunto in un modo discrezionale politico e arbitrario, perché le scelte dal punto di vista politico anche fatte con discrezione sono condivisibili, perché voi avete la responsabilità di individuare le priorità di concretizzarle ed è giusto che ci sia una discrezionalità politica, ma certamente non quella arbitraria, che permette di vulnerare sistematicamente le leggi agli amici degli amici e agli interessati. Io ancor prima dico da cittadino, prima ancora di esternare le perplessità da consigliere regionale, dico ma è possibile che un dirigente avanzi perplessità per tutelare l'amministrazione e di questo non si tengano nel dovuto conto, si chiede, nonostante l'Ufficio legale, che probabilmente sulla vicenda di cui noi trattiamo avrebbe espresso perplessità, ma si chiede un parere ad un consulente esterno e questo parere è conforme a quello espresso dal dirigente giubilato. Ecco sono cose inquietanti ancor prima che consigliere, io come cittadino vedo con preoccupazione questo solco che si crea tra la politica d'assalto, politica spregiudicata che disprezza le regole della società civile, cioè ci stiamo distinguendo per dare poca credibilità alla politica, con queste azioni. Se poi analizziamo ciò che era contenuto nella statutaria all'articolo 21 comma 2, dove si pretendeva dai collaboratori dei dirigenti "massima e leale collaborazione" leale e massima, il leale è contemplato nell'articolo 97 della Costituzione, ci mancherebbe altro che non ci fosse questa predisposizione, questo supporto leale, ma questo rafforzativo massima, contemplato nella statutaria, la dice lunga sulla filosofia di chi vuole esercitare il potere senza regole, senza verifiche, senza contrappesi, questo è il pericolo. Allora, io chiaramente mi riserverò, dopo aver sentito la replica della Giunta, di esprimere il voto, ma ripeto con amarezza che ancora una volta siamo di fronte a delle pagine inquietanti, perché non siamo mai stati machiavellici noi Sardisti, "il fine giustifica i mezzi", perché non è tollerabile questa cultura politica, i mezzi devono essere eccellenti, intonsi, limpidi, trasparenti, rispettosi della procedura se vogliamo che il fine sia altrettanto. E' stato inquietante quando in quest'Aula è stato sostenuto che ai sardi non interessa un fico secco del rispetto delle procedure, ma sapere solamente come si spendono i soldi, questa è una cosa inquietante, è una barbarie, ed è per questo che si distrae l'attenzione pubblica dalle camarille, dai giochi verso i quali la Magistratura, supplendo alla carenza di politica, si interessa sempre più frequentemente, e questo è vergognoso per tutti i consiglieri, perché la Magistratura, in modo improprio, è da troppo tempo che si sta interessando di politica e non mi consola il fatto che in altre stagioni si siano fatti eventuali abusi e quindi oggi, noi, per la par condicio ci rapportiamo a quella cultura ritenuta truffaldina, no!, noi dobbiamo essere i garanti delle istituzioni, la democrazia non può essere un valore di parte, di chi guida la macchina esecutiva, dev'essere un valore che deve avvolgere tutti quanti. Ecco perché è con preoccupazione che ogni volta che si mette mano su un appalto, ci si dimentica che sta diventando l'ultimo contrafforte il Codice degli appalti, ma il Codice degli appalti è così chiaro, così lampante e c'è una regola semplice, molto semplice che dice che i criteri devono essere individuati contestualmente al bando e non dopo, è presente in questa sciagurata gara questa sciatteria, questo pressappochismo; ma chi si deve favorire? Perché non prendere atto che non si può andare avanti mortificando i dirigenti, il personale, che spesso proprio per tutelare l'amministrazione rischiano e esternano le loro giuste perplessità perché rispondono in coscienza a un criterio di imparzialità, sono al servizio della comunità non del principe, e chi osa dissentire viene defenestrato, subendo fratture multiple dal punto di vista psicologico, chiaramente, oppure deportato, mortificato, e di questo è responsabile non solo il Presidente, ma soprattutto quella parte ossequiosa che in psicologia viene raffigurata come i bambini accomodati al loro posto, ossequiosi, silenziosi e non vogliono disturbare il manovratore.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Atzeri. E' iscritto a parlare il consigliere Cappai. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Grazie Presidente. Intanto lamento ancora una volta, e penso non sarà l'ultima, l'assenza ingiustificata del Presidente della Giunta. Poteva avere una giustificazione la sua assenza oggi, se fosse rimasta in piedi la riunione fissata con i sindacati, ma siccome questi hanno dichiarato che non parteciperanno all'incontro, sicuramente il Presidente della Giunta avrebbe potuto presenziare in aula per ascoltare, ancora una volta, quelle che sono le critiche, ma soprattutto i suggerimenti che possono arrivare anche dalla parte avversa. Ancora una volta latita, ancora una volta mette l'Aula e questo consesso all'ultimo posto dell'alfabeto, incurante di quelle che sono le operazioni di controllo sull'operato dell'Esecutivo che questo Consiglio deve fare. Vorrei ricordare a tutti che il dottor Girau è caduto su questa gara, anche il dottor Girau, come me, è un nano per il presidente Soru, fa parte di quella schiera di sardi che per lui sono nani, e per questo, anche per questa gara, ha preferito rivolgersi all'esterno, nominando presidente di questa gara un signore che prima ha fatto il consulente all'Assessorato alla sanità, e poi è stato definitivamente nominato Direttore generale presso la Presidenza. Il collega Porcu ha usato due aggettivi sul nostro comportamento. Ha detto: "Sospetto colposo e ingiusto". Vorrei dire al collega Porcu, che è tanto esperto in materia di appalti, e sottolineo "tanto esperto", di andare a leggersi l'articolo 83 del Codice degli appalti, e vedere tutto quanto è indicato all'articolo 83 e tutte le procedure che una commissione di gara deve seguire. E ho avuto modo, in quest'Aula, di dichiarare in tempi non sospetti, che questo Presidente, questa Giunta e questo Governo regionale, preferiva gli esterni ai validi funzionari della Regione autonoma della Sardegna. Ha iniziato con la nomina dei direttori generali delle ASL, ha proseguito con la nomina dei direttori amministrativi, ha proseguito poi con tutta una serie di consulenti. Assessore, la prima domanda che le faccio: lei dovrebbe chiedere la sostituzione di tutti i funzionari del suo Assessorato, perché, vede, la prima persona a cui è venuto qualche dubbio sulla legittimità di quest'atto è il direttore generale del servizio affari generali del suo Assessorato, il quale, dovendo procedere all'aggiudicazione, non essendo convinto della legittimità dell'atto ha chiesto lumi al direttore generale, che è persona diversa, è un alto funzionario del suo Assessorato; il primo ha un cognome che è Atzei, il secondo funzionario ha un nome e cognome che è Graziella Pintus, la quale si è rivolta, non all'ufficio legislativo della Regione, che fino a prova contraria solo per il vostro Governo è un organismo privo di competenze, probabilmente creato da avvocati ignoranti, incapaci di difendere la Regione in qualsiasi sede, dal momento che ricorrete sempre all'esterno, ho chiesto in questa aula l'elenco di tutte le convenzioni che sono state affidate all'avvocato Macciotta, ma ancora non le ho viste, non mi sono state recapitate, comunque, ancora una volta, chissà da parte di chi sia arrivato il suggerimento, la dottoressa Pintus si rivolge, ancora una volta, all'avvocato Macciotta. Io leggo una parte del primo parere dell'avvocato Macciotta, che era quello che era stato incaricato di seguire l'andamento delle gare presso l'Assessorato alla sanità in una delle convenzioni, a 43 mila 840 euro a convenzione per sei mesi, pubblicate sei mesi dopo essere stata approvata sul sito della Regione. Il primo parere dell'avvocato Macciotta conclude che la gara doveva essere annullata perché: "presenta profili di criticità tali da poter determinare l'annullamento della medesima procedura, perché non rispettosa dei principi di trasparenza, imparzialità, che devono sempre contraddistinguere l'agire della pubblica amministrazione" - e prosegue - e perché "non si comprende dai verbali di gara quale sia stato l'iter logico motivazionale seguito dalla commissione per l'attribuzione dei punteggi" e perché ancora "la formula utilizzata nel capitolato per l'attribuzione del punteggio relativo all'offerta economica abbia determinato un sostanziale appiattimento dell'elemento prezzo favorendo eccessivamente chi ha proposto il ribasso meno conveniente per l'amministrazione" che peraltro, strano, ha coinciso proprio con quello dell'aggiudicatario provvisorio. A seguito di questo parere il primo funzionario che aveva esaminato la pratica ha dato avvio al procedimento per l'annullamento della gara, comunicandolo naturalmente, esattamente il 27 luglio, cioè il giorno dopo aver avuto il parere da quel legale che era il legale di fiducia dell'amministrazione regionale, cioè il 26 viene consegnato il parere dell'avvocato Macciotta in Assessorato, il 27 si propone l'annullamento della gara. Stranamente però fino al mese di settembre quella procedura viene bloccata, non si procede all'annullamento e a settembre viene chiesto un nuovo parere all'avvocato Macciotta, cioè a distanza di due mesi. Ma l'avvocato Macciotta conferma e ribadisce, nel secondo parere, "tutte le valutazioni espresse dal sottoscritto nel precedente parere", cioè conferma che quell'atto era da annullare perché "le valutazioni evidenziavano una serie di criticità relative alla modalità di svolgimento della predetta procedura che avevamo consigliato, in ogni caso e a prescindere, l'apertura di un procedimento di annullamento d'ufficio, precisando nel contempo che le già evidenziate criticità non possono essere considerate ridimensionate alla luce delle controdeduzioni trasmesse sia dalla commissione di gara che dall'aggiudicatario provvisorio". Mi viene un dubbio: chi è che aveva interesse a presentare controdeduzioni? Principalmente la commissione di gara. Perché era talmente preoccupata, la società aggiudicataria, di presentare controdeduzioni? Forse ha detto che aveva operato in base all'articolo 83 del codice degli appalti? Forse nelle controdeduzioni della commissione di gara c'è scritto che sono state rispettate tutte le procedure previste dall'articolo 83? Neanche per sogno! E allora giustamente quella gara era da annullare. Poteva chiedersi anche un altro parere, non è stato chiesto, Assessore. Non è stato chiesto perché voi dovete far camminare l'acqua anche all'insù! Anche contro le evidenti illegittimità dovete aggiudicare! Adesso stiamo studiando un altro caso: avete importato un altro ginecologo romano perché in Sardegna non ne abbiamo bravi! Abbiamo un altro vincitore di concorso per ginecologo, da Roma lo abbiamo portato! Noi non ne avevamo bravi! Stiamo valutando se sia in possesso dei titoli, Assessore…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cappai.
CAPPAI (U.D.C.). …per vedere se state operando secondo l'interesse dei sardi oppure secondo il vostro interesse.
PRESIDENTE. Grazie.
E' iscritto a parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Io avrei prima voluto sentire la replica dell'Assessore su questa mozione, però eventualmente mi riserverò di intervenire durante le dichiarazioni di voto. L'idea che mi sono fatto è che quest'appalto farà buona compagnia all'altro grande appalto che è quello della Saatchi & Saatchi, perché mi pare che ci siano molte cose che non quadrano, molti conti non tornano, ci sono tante cose che non sono chiare all'interno di questo bando e quello che invece non si capisce è perché mai siamo arrivati anche in questo caso ad affrontare l'argomento in questo Consiglio regionale e perché, invece, non si è potuto trovare una soluzione prima. Ma è chiaro che la soluzione prima non si trova perché l'organo tecnico, invece di essere lasciato lavorare in autonomia, è condizionato fortissimamente dall'organo politico. Il vero problema degli appalti che vengono impugnati, che vengono annullati, che stanno creando tutti questi problemi è questo: che c'è una vicinanza troppo forte da parte dell'organo politico sulle decisioni che invece dovrebbero essere più squisitamente tecniche. Allora mi pare che il copione sia identico, che l'esperienza recente dell'appalto della Saatchi & Saatchi non sia servita, che si vuole continuare a perseverare in questa Giunta nel senso che gli appalti devono andare nella direzione che vuole la Giunta, non nella direzione che vogliono le leggi, non nella direzione che vogliono i regolamenti, non nella direzione dove ci sono i veri interessi della Regione sarda. E questo, devo dire, è un fatto che preoccupa molto, questo è l'aspetto che più ci preoccupa nel senso che noi sappiamo che da parte del governo della Regione c'è un'attenzione anomala nei confronti di un argomento che, invece, avrebbe dovuto avere un percorso, un iter diverso. Allora io credo che il fatto che venga contestata ripetutamente e continuamente la legittimità degli atti di questa Giunta regionale è un fatto che deve far riflettere questo Consiglio regionale, e purtroppo questo Consiglio si sta occupando troppo di questi aspetti della pubblica amministrazione. Io credo che questo Consiglio regionale avrebbe dovuto affrontare altri problemi, invece continuamente sta affrontando questioni che dovrebbero essere fuori da quest'aula. Io credo che oggi magari questo Consiglio regionale avrebbe dovuto affrontare possibilmente altri problemi che riguardano la sanità. Io mi riferisco al collega Porcu, che è un collega che stimo salvo constatare che fa troppo tifo alla sua Giunta regionale, io credo che dovrebbe essere più equilibrato anche quando parla, visto che l'ha citato, dell'appalto della radioterapia, e perché oggi noi invece avremmo potuto affrontare i veri problemi della sanità, ad iniziare proprio dalla radioterapia e magari l'Assessore ci avrebbe spiegato perché mai i problemi sono gli stessi, che a me sembrano anche più gravi perché giorno dopo giorno noi vediamo gente che sta prendendo la nave o l'aereo per essere trattata fuori della Sardegna e, a legislatura quasi finita, praticamente noi vediamo che il problema non è assolutamente risolto, ma anzi il problema sta diventando sempre più grave. Quando li risolviamo i problemi? Quando questa Giunta regionale non ci sarà più? Ecco, io credo che questo Consiglio regionale si dovrebbe occupare dei veri problemi della sanità, che sono tantissimi e che sicuramente non stanno andando verso una soluzione, ma purtroppo noi invece stiamo affrontando altre cose che non dovrebbero essere di specifica e di diretta competenza di questo Consiglio. Allora io credo che questa Giunta regionale ci deve spiegare, una volta per tutte, perché ricorre all'ausilio dei professionisti esterni e però poi, anche una volta che ricorre a queste figure, non prende in considerazione quello che loro dicono, e noi vediamo come nel caso specifico vediamo che ci sono pareri di un legale nominato da un organo della Giunta regionale o meglio dal direttore generale dell'Assessorato, che praticamente ha bisogno di intervenire non una volta, ma diverse volte. Allora, io credo che il parere legale và dato una volta e quello basta, ma non che tutte le volte vengono prodotti pareri diversi perché alla fine bisogna chiudere il cerchio. E' questo il fatto che ci insospettisce ancora di più, perché non è pensabile che alla fine anche la dichiarazione iniziale, giusta, che ha espresso il legale nominato dal direttore Girau per avere un supporto tecnico, poi non è stato preso in considerazione o, in qualche modo, è stato modificato, come abbiamo visto, è stato già detto con dichiarazioni diverse. Allora, io mi pongo un'altra domanda: che cosa se ne fa questa Giunta regionale dell'Ufficio legale? Io credo che conviene abolirlo, conviene mandare i funzionari a fare altro, ma non è pensabile che questi funzionari non vengano minimamente presi in considerazione, non vengano consultati o comunque, quando vengono consultati, evidentemente, il parere dell'Ufficio legale della Regione, che è un organo tecnico, tant'è vero che dovrebbe essere imparziale, non esiste! Ecco un altro grave problema che la Giunta regionale ci dovrebbe spiegare. Allora, io credo che noi dovremmo valutare il fatto che oggi gli appalti della Regione sarda hanno un tipo di evoluzione che vede dietro un interessamento della Giunta, per non dire del Presidente, che è orientato verso la definizione, in un certo modo, dell'esito degli appalti stessi. Se questo è il nuovo modo di governare a noi preoccupa molto, noi preferiremmo che si tornasse ai vecchi sistemi dove gli appalti venivano gestiti come dovevano essere gestiti, garantendo soprattutto all'organo tecnico che è, in quanto tale, imparziale, che quindi è capace di fare gli appalti così come devono essere fatti. Allora, io credo che questa Giunta regionale sta perdendo tempo, perché alla fine poi le risorse non verranno spese perchè gli appalti verranno impugnati, sta perdendo risorse perché alla fine le risorse verranno bloccate perché le cose non andranno avanti e allora io mi chiedo se questa Giunta, in questo scorcio di legislatura che rimane, vuole continuare a perseverare, vuole continuare ad essere refrattaria nei confronti delle leggi costituite, delle leggi regionali, delle leggi dello Stato, vuole continuare a sfidare la magistratura così come sta facendo, vuole continuare a imporre anche contro il rispetto della norma vigente su questioni, invece, che dovrebbero avere un altro tipo di atteggiamento.
Allora, io credo che bisogna uscire da questa politica degli slogan, di questo rinnovamento, il collega Porcu ha parlato prima delle 900 auto blu che sono diventate 50, non è assolutamente vero, state dicendo balle! Le auto blu ci sono ancora, le auto che stanno mancando sono le auto degli impiegati, dei funzionari della Regione, che non sanno più dove andare e come andare a lavorare! Questo è il vero problema, perché le auto blu ci sono ancora, purtroppo, quelle che stanno mancando sono le auto di servizio, dovete andare a girare negli uffici della Regione, degli enti regionali per vedere qual è oggi la situazione per quanto riguarda il personale che deve fare uso dei mezzi dell'Amministrazione. Allora, io credo che invece di usare la politica degli slogan e dei proclami, io credo che bisogna tornare a parlare di politica vera, a parlare dei veri problemi e a fare...
PRESIDENTE. Sì, concluda.
LADU (Fortza Paris). Ho finito, Presidente. Io credo che questo Consiglio regionale deve riprendere a fare politica vera, a fare politica affrontando i problemi, evitando che anche atti amministrativi di grande importanza che impegnano risorse ingenti non vengano bloccati, perché c'è un atteggiamento da parte della Giunta regionale che noi condanniamo nella maniera più ferma e assoluta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Grazie, Presidente. Quello che la mozione e il dibattito in aula con gli interventi del centrodestra hanno evidenziato come un esempio di non corretta gestione di un appalto pubblico, si rivela, e porterò elementi, invece uno dei più chiari e trasparenti esempi di prudente ed equilibrata gestione di una gara ad evidenza pubblica, di straordinaria importanza per l'Amministrazione regionale e per il Servizio sanitario regionale, caratterizzata da iniziative accorte e prudenti che, seppure in maniera estemporanea, che io cercherò di riordinare, sono già state riportate da alcuni degli interventi, iniziative prudenti e accorte che sono state adottate dagli Uffici competenti senza alcun coinvolgimento e tantomeno senza alcuna interferenza da parte dell'organo politico.
Vorrei però premettere alcune considerazioni di carattere generale, rapidissimamente. Sono sorpresa, mi permetto di dire che sono sorpresa dal dibattito e dall'esposizione che è stata fatta in questo pomeriggio. Innanzitutto perché si evidenzia una cultura del sospetto che non fa parte delle nostre abitudini, delle abitudini mie, della Giunta e della maggioranza. Una cultura del sospetto che si è concretizzata da quello che io ho sentito nello stralciare artatamente poche parole dai provvedimenti che sono noti a tutti quanti, per poter dare una visione diversa da quella che è reale del procedimento che è stato portato avanti. Una cultura del sospetto che in qualche modo traspare nel voler scrivere a tutti i costi un copione diverso da quello che è stato scritto, anzi, a volerlo riscrivere, forse in altre occasioni si voleva scrivere in anticipo un copione; in questo caso si tenta di riscrivere un copione portando anche delle notizie false: i 43 mila euro della convenzione con l'avvocato Macciotta non sono semestrali, ma sono annuali e sono comprensivi dell'IVA. Si sono usate parole forti che hanno richiamato la sfida della giustizia, il disprezzo delle leggi, tutte cose assolutamente importanti, ma che mi sembra che nel modo più assoluto non hanno nulla a che vedere con questa vicenda.
Secondo, mi sembra di essere sorpresa anche perché forse c'è qualcuno che ha problemi di memoria. Sono state dette parole forti riguardo i professionisti esterni e al fatto che la Giunta non si serva dell'Ufficio legale. Mi corre l'obbligo, perché siamo stati chiamati a rispondere a questi elementi, di ricordare che il centrodestra, quando governava, aveva consulenti legali in quantità e per una spesa a carico dei contribuenti di questa Regione ben più alti di quelli che abbiamo noi; ricordo che c'erano quattro consulenti legali a tempo pieno, ognuno per 70 mila euro, due appartenenti allo stesso ufficio legale, uno penalista e che negli anni si sono ripetute queste consulenze. Noi abbiamo, Assessorato alla sanità, l'avvocato Macciotta è consulente dell'Assessorato della sanità dall'inizio di questo esecutivo, un consulente legale che ci supporta soprattutto nei momenti più difficili dove richiedono un'intensità e una capacità di intervento con tempistiche rapide e su temi particolarmente complessi, su cui questa Regione non si è esercitata in passato, che ci costa complessivamente 43 mila euro. Poi mi sembra anche di dover ricordare che forse proprio perché quest'Aula ha una valenza politica, non soltanto di verifica dell'andamento di quanto fatto dall'esecutivo, mi sembra che ci sia un totale disinteresse nei confronti del contenuto del progetto e anche qui vorrei soltanto ricordare, per buona memoria, che stiamo parlando di un progetto importante, che è stato approvato da questa Aula in occasione dell'approvazione del Piano sanitario regionale, che prevedeva la realizzazione di un nuovo sistema informativo sanitario e forse qualcuno dimentica che questa Regione aveva, fra le tante carenze, anche quella intanto di non avere nessun informatico serio, in grado di lavorare dentro l'azienda sanitaria e nell'Amministrazione sanitaria della Regione, per poter realizzare un sistema informativo senza il quale, oramai, la complessità della realtà sanitaria non può essere assolutamente affrontata. Forse c'è qualcuno che, perdonate se uso questo modo di riprendere un tema che è stato detto troppe volte in questa aula e che mi offende personalmente, ma lo metto in conto, forse i croissant piemontesi piacevano anche a qualcun altro visto che era stata fatta una convenzione con la Regione Piemonte quando governava il centrodestra proprio per avere un osservatorio informatico sui prezzi e sulle tecnologie, i cui effetti non sono mai stati resi evidenti da nessuna parte. Ricordo che abbiamo otto consulenze trovato, otto consulenze per osservatorio sui prezzi delle tecnologie, consulenze di tipo informatico, i cui risultati non sono mai stati utili da nessuna parte e forse non solo i croissant piemontesi piacevano, piacevano anche altri croissant perché avevamo delle convenzioni per studiare la fattibilità di un CUP unico regionale, il CUP è il Centro unificato di prenotazione, 190.000 euro che non ha portato alcun risultato in questa Regione perché sappiamo che ancora c'è molto da lavorare sui CUP solo in alcune realtà abbiamo CUP aziendali che purtroppo, lo dico con grande amarezza, purtroppo funzionano ancora in maniera inadeguata. Quindi il vero problema è questo, che abbiamo bisogno di creare un sistema informativo sanitario regionale di alto livello, abbiamo bisogno di affidarlo a chi ha competenze rispetto a queste esperienze e abbiamo bisogno di farlo nel modo migliore possibile, ovviamente nel massimo rispetto della legge, e nel massimo rispetto della legge ha operato l'amministrazione che io qui rappresento, ha operato come ho detto, portando avanti un procedimento che riteniamo debba essere considerato come ho appena detto, un esempio di chiarezza e trasparenza nelle procedure. E' vero, ci sono stati tre pareri dell'avvocato Macciotta, però non sono assolutamente discordanti; un primo parere è stato adottato nel 2006 quando si trattava di mandare il capitolato d'onere rispetto al quale l'amministrazione, l'amministrazione ha chiesto all'avvocato di valutare se c'erano degli aspetti che dovevano essere migliorati, un secondo parere quando l'amministrazione, accertate alcune perplessità di fronte agli atti di gara che erano stati trasmessi dalla Commissione, ha chiesto attraverso i vertici dell'Assessorato, ha chiesto un parere legale all'avvocato Macciotta, e l'avvocato Macciotta ha prodotto un parere dal quale sono emersi alcuni elementi, leggo testualmente: "che fanno concludere, esistono profili di criticità potenzialmente idonei a inficiare il procedimento di aggiudicazione". Quindi, profili di criticità potenzialmente idonei, potenzialmente idonei ad inficiare il processo di aggiudicazione. Dal ché l'amministrazione in modo chiaro, esemplare, ha preferito non correre il rischio di aggiudicare sapendo che c'erano profili potenzialmente in grado di inficiare, e ha preferito avviare la procedura di annullamento prendendo tempo in modo da approfondire questi profili di criticità e verificare quale potesse essere l'esito di questi approfondimenti. Nel contempo l'amministrazione, come prevede la norma, ha chiesto a tutte le parti interessate di presentare delle deduzioni, delle argomentazioni, deduzioni che sono arrivate e al termine dei trenta giorni, perché si è dato trenta giorni, non è che ha perso tempo così che poi alla fine come ha detto qualcuno, il tempo era passato, e dovevamo per forza prendere un provvedimento, ha dato trenta giorni di tempo per poter approfondire questi argomenti, sono arrivate delle controdeduzioni, nel frattempo gli uffici hanno a loro volta autonomamente fatto degli approfondimenti e alla luce del materiale di contenuto giuridico particolarmente puntuale, preciso, specialistico che io stessa non sarei in grado di riprendere, ma cercherò di farlo sinteticamente per quanto sono in grado in questo momento, alla luce di queste controdeduzioni il terzo parere dell'avvocato Macciotta è stato quello che comunque non esistevano elementi per dare esito positivo alla procedura di annullamento, posto che peraltro la legge stessa dice che una volta che è avviato il processo di autoannullamento, non necessariamente questo processo deve portare all'annullamento dell'atto, nei trenta giorni che si è presa l'amministrazione servivano a capire, l'atto va annullato oppure non va annullato. Al termine di questo approfondimento si è deciso che l'atto poteva non essere annullato e che quindi è stato archiviato, è stata archiviata la procedura di annullamento ed è stato dato esito alla procedura di aggiudicazione. Ecco perché dico che si tratta di un esempio chiaro di procedura assolutamente trasparente, di prudenza, prudenza che ha comportato il ritardo di trenta giorni rispetto alle procedure quali avrebbero potuto essere diversamente, ma che l'amministrazione senza nessun coinvolgimento della parte politica e senza nessuna interferenza della parte politica ha voluto adottare con molta prudenza per essere certa del provvedimento che alla fine andava a prendere. C'erano certo dei profili di criticità, qui ne sono stati riportati molti, in primo luogo è stato riportato quello relativo al famoso articolo 83, dico per chi non fosse esperto di questa materia come non lo sono io peraltro, ma mi sono documentata, questa procedura di gara si è sviluppata in un momento in cui la normativa è cambiata perché il decreto legislativo è uscito esattamente nel 2006 a cavallo tra l'avvio del bando di gara e i successivi procedimenti, questo ha reso molto più difficile per l'amministrazione seguire una procedura che doveva essere rispettosa anche della nuova normativa che così si veniva a generare. Ebbene, il secondo parere legale aveva individuato tre elementi di criticità, come dicevo, potenzialmente in grado di inficiare il procedimento di aggiudicazione. Il primo riguardava i criteri di valutazione individuati nel capitolato e non nel bando di gara, ora ciò che è emerso dall'approfondimento che è stato fatto nel periodo di annullamento, nel periodo di avvio della procedura di annullamento e non soltanto, cosa che ovviamente era chiara, che nessuna norma prevede espressamente che sia fatto diversamente, ma soprattutto che la Corte di giustizia europea nel 2005 aveva espresso un orientamento in cui diceva che è possibile individuare i criteri di valutazione in un momento diverso da quello in cui è stato fatto il bando di gara cioè nel momento del capitolato se come del caso la predisposizione dei criteri non avvantaggia né discrimina nessuno dei potenziali interessati. Il secondo elemento di criticità che era emerso nel parere legale riguardava alcuni aspetti meno rilevanti, a nostro giudizio, che hanno a che vedere intanto con i criteri motivazionali, le offerte tecniche sono state esaminate, si dice, in assenza di criteri motivazionali, però è stato precisato che così come dice una sentenza del Consiglio di Stato, in presenza di sotto criteri di estremo dettaglio molto analitici che delimitano il giudizio della Commissione tra il minimo e il massimo dei valori che possono essere dati, in presenza di sotto criteri molto dettagliati è possibile procedere all'esame delle offerte tecniche anche in assenza di criteri motivazionali.
Il secondo punto che era stato oggetto di approfondimenti riguardava l'ordine, è stato richiamato qui anche in quest'aula l'ordine con cui sono stati presi in esame i criteri, però anche qui è stato possibile fare una verifica perché il problema era semplicemente di un diverso ordine dei lavori nell'analizzare diversi criteri e non di un diverso ordine di importanza dei criteri che venivano presi in considerazione, ovvero atteneva semplicemente al modo in cui aveva lavorato nell'organizzare la propria giornata di lavoro, la Commissione, e non nell'importanza e nel peso relativo che si dava ai diversi criteri. Terzo, riguardava un elemento di perplessità, riguardava l'uso di una formula proporzionale per il punteggio tecnico, anche qui che poteva sollevare criteri e sollevare elementi di criticità, ebbene, questo uso di questa formula, il Consiglio di Stato dice che quando si tratta di offerte di contenuto tecnico molto complesso e nessuno può negare che si tratti in questo caso di un bando di gara di contenuto molto complesso, è possibile prevedere l'uso di questa formula. Ultimo punto, si dice che la formula, ultimo punto di potenziale criticità, la formula utilizzata nel capitolato per valutare la parte economica della proposta appiattirebbe il valore dei prezzi, appiattirebbe l'importanza dei prezzi nel giudizio complessivo.
Ebbene, anche qui c'è un parere del Consiglio di Stato del 2007 quale dice che è espressione discrezionale dell'amministrazione utilizzare una formula anziché un'altra soprattutto in presenza di un progetto tecnico così complesso, che tenga conto, dovendo ottenere un risultato di qualità, di non giudicare dando un rilievo importante al valore espresso, d'altra parte la pubblica amministrazione sta facendo in molti settori una battaglia importante affinché non si assegni al ribasso ma si assegni sulla base della qualità del risultato che si vuole ottenere, e comunque, ciò che era stato possibile fare nei 30 giorni che aveva avuto a disposizione l'amministrazione per fare gli approfondimenti è che, in ogni caso, anche se si fosse usata un'altra formula per la valutazione della parte economica dell'offerta, l'esito della gara non sarebbe stato assolutamente modificato. Quindi, alla luce di questi elementi, l'amministrazione ha ritenuto di poter aggiudicare la gara. Con riguardo agli altri aspetti che nella mozione sono presentati come richieste di chiarimenti, con riguardo al punto tre, io ritengo che il dottor Girau potrà chiarire, se lo vorrà e nelle sedi che riterrà più opportune, il senso delle dichiarazioni che ha rilasciato la stampa, non sta a me certo interpretare le sue dichiarazioni. Per quel che riguarda il fatto che il Presidente della commissione, domanda numero 5 della mozione, sia stata assegnata ad un dirigente della presidenza della Regione, ricordo, evidentemente essendo la cosa molto complessa, non tutto è stato valutato o si è avuto il tempo di valutarlo attentamente. La deliberazione di Giunta del 2006, con la quale si dà l'avvio alla gara per il sistema informativo sanitario, affida l'incarico di predisporre tutta la procedura a due direzioni generali: la direzione generale della sanità, per gli aspetti tecnico amministrativi e la direzione generale per l'innovazione tecnologica, per gli aspetti informatici e tecnologici. Quindi era già la competenza di due direzioni generali, e nel momento in cui si è nominata la commissione l'amministrazione ha ritenuto di poter inserire una persona competente dal punto di vista tecnico amministrativo che comunque aveva già avuto indicata dalla deliberazione di Giunta del 2006, qui del tutto insospettabile, e non è il caso di scomodare la cultura del sospetto, aveva detto che essendo un bando così importante per l'amministrazione, della quale la sanità non aveva esperienza e rispetto alla quale c'era bisogno di competenze tecniche importanti, le competenze erano attribuite alle due direzioni generali.
Credo di aver risposto a tutte le domande e quindi noi riteniamo che questa procedura non abbia assolutamente nessuna ragione per essere annullata e vogliamo procedere rapidamente per dare al servizio sanitario regionale un sistema informativo degno di questo nome.
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente, Assessore vede, io non so se ci sono difetti audio in quest'aula ma io ho sentito pareri, non solo del centrodestra, ho sentito anche interventi non solo del centrodestra… alcuni del centro sinistra effettivamente mi sono sfuggiti perché non ho compreso bene, per mio difetto sicuramente, che cosa volessero dire. Cultura del sospetto, vede Assessore, qui non c'è cultura del sospetto, ma c'è la cultura della certezza! Io nella mia illustrazione, così come nella mozione, non insinuo niente, riporto fatti e non estrapolo soprattutto, così come lei invece ha estrapolato parzialmente quello che la sentenza del Consiglio di Stato dice in merito, ha detto va riferita parzialmente e non nella sua interezza. Giusto per eliminare qualsiasi sospetto, leggo testualmente le conclusioni dell'avvocato Macciotta, che leggo integralmente, non parzialmente, come lettere da lei, e questo è dello studio Macciotta, sono gli atti ufficiali che voi mi avete trasmesso: "pertanto in considerazione delle motivazioni fin qui esplicitate si ritiene opportuno e prudente, stanti i profili di criticità evidenziati che appaiono potenzialmente idonei ad inficiare il procedimento di aggiudicazione in esame, dare avvio al procedimento di annullamento d'ufficio previsto dall'articolo 21 nonies della legge 7 agosto 1990, numero 241".
Per cui io non sto né omettendo, né insinuando, leggo il parere, il parere dell'avvocato di fiducia che prende 43 mila euro, più tutte le altre convenzioni di fiducia sempre di tutte le AA.SS.LL., della ASL 8 e dei meridionali, perché è chiaro no? Si dà un servizio a 43 mila euro e si prendono le parcelle al libero mercato sulle altre strutture regionali. Così come, mi permetterò di correggerla, probabilmente ha avuto faziose informazioni parziali sulle convenzione del passato che assumevano, per quanto mi riguarda, a 30 mila euro e non a 70 mila, lei ne ricorda un'altra, e sta errando anche in quella lettura, che comunque erano onnicomprensive. In ogni caso, chi dava il giudizio definitivo, come altri colleghi le potranno riferire, più esperti anche di me del passato, e del passato recente, era l'ufficio legislativo regionale e non il consulente di parte o di fiducia. Così come le convenzioni con la regione Piemonte, …….. si dimentica lei che è persona di grande cultura in merito, che l'Osservatorio sui farmaci è stato istituito per legge e la convenzione è stata fatta per legge e non per scelta! Per quanto riguarda la convenzione con la regione Piemonte gliene potrei ricordare tante altre, invece di sua e vostra libera scelta, informo l'Aula per esempio che esiste una recentissima convenzione con la regione Piemonte sui sistemi informatici dell'agricoltura che secondo legge devono essere rappresentate fra i liberi scambi e gratuiti scambi, non onerosi scambi fra le regioni e che la regione invece Sardegna ha pagato 680 mila euro, proprio negli ultimi mesi. Queste sono cose di legge, non di scelta, la scelta è quella di regalare qualcosa in più, ma ahimè si sa che anche vecchi consulenti e direttori generali dalla regione Sardegna importati dalla recente amministrazione, ora siedono nelle sedie dell'amministrazione regionale piemontese con ruoli di assessorato e in qualche modo bisogna rendere conto alle cortesie avute. Perciò come vede io non insinuo niente e non alimento la cultura del sospetto, io dico le cose che penso, le dimostro, le leggo e sono fatti, non insinuazioni, io non ho mai insinuato niente, riporto solo esclusivamente fatti che si basano sugli atti che voi trasmettete obbligatoriamente e fortunatamente per quanto sarà possibile ancora. Così come l'articolo 83, modificato… non è stato modificato nel merito del comma quattro, ma lei giustamente ha detto, ovviamente, non è ha contezza perché non fa parte ovviamente del bagaglio di tutti noi conoscere il codice degli appalti, in modo particolare non è stato modificato l'articolo 83 del codice degli appalti lì dove dice, e continuo a non insinuare ma a leggere gli atti: la Commissione aggiudicatrice prima dell'apertura delle buste contenenti le offerte fissa in via generale i criteri motivazionali cui si atterrà per attribuire a ciascun criterio o subcriterio di valutazione il punteggio tra il minimo e il massimo prestabiliti dal bando. Cosa vuol dire questo? Che la Regione, l'amministrazione, può stabilire giustamente, come ha ripetuto lei in quella parziale lettura della sentenza che ha citato dice che può sicuramente definire una percentuale di valutazione e di punteggio per l'offerta economica che non deve assolutamente essere sempre maggiore per assegnare al maggior ribasso la gara in questione o altre gare, condivido con lei, ma stabilisce prima i criteri, infatti quella sentenza dice: l'amministrazione può stabilire punteggi maggiori o minori, da attribuire alla offerta tecnica o a quella economica, può stabilire il 40 percento o il 60 percento, tant'è che lo stesso avvocato Macciotta dice: "Se pure avessimo assegnato il punteggio di 40 punti per l'offerta economica il risultato non sarebbe cambiato". E' vero, era blindato! E lo dico: "Non sospetto, sono certo che era così". Allora questo perché? Perché io posso attribuire anche il 50 e 50, il 10 e il 90, è una scelta, e condivido che l'offerta economica abbia minore punteggio, ma la legge dice, non io, e non l'avvocato Macciotta, ma la legge dice che i criteri di valutazione sull'offerta tecnica, e non confonda capitolato speciale con bando di gara, sono due cose diverse, devono essere presenti nel bando di gara. E invece questa Commissione, illegittimamente costituita, e come vede non vado ad alimentare la cultura del sospetto, ma illegittimamente costituita con una Presidenza che non era di competenza dell'Assessorato, ha stabilito l'80 e 20, senza stabilire nel bando i criteri, ma solo enunciandoli successivamente nel capitolato speciale. Successivamente, non approvato contestualmente al bando di gara. Questi sono principi ribaditi dalla buona politica e dalla buona amministrazione, e dalla legge, perché siano sempre preservati i criteri di trasparenza, giustizia ed equità. Non li ho inventati io, e non sospetto niente. Sono certo che sia stata in maniera insufficiente e superficiale gestito l'articolo 83 del codice degli appalti. E continuo a dire che non sono valutazione dell'ultimo dei consiglieri regionali, quale io sono, sono valutazione dei vostri consulenti, senza aver per giunta aggiunto, perdonate il bisticcio di parole, alla valutazione del consulente, quella dell'ufficio legislativo regionale, che in ultimo avrebbe dovuto effettuare la scelta. Tant'è che sulla base di questi, in via di autotutela, la Responsabile del procedimento ha iniziato e sospeso cautelativamente gli atti di gara. Poi è intervenuto il fantastico terzo parere, che è una chiara ricerca di elementi che potessero consentire all'amministrazione di andare avanti e comunque. Il giudizio, vede, non può essere un giudizio tecnico, non può essere un giudizio di legittimità o meno, è il solito giudizio sulla vostra presunzione e sulla vostra, come ha detto bene il collega La Spisa, il vostro continuare a prendere a schiaffi e sfidare lo Stato di diritto. Tutto questo poteva essere legittimato con un'operazione trasparente, tranquilla, cristallina per i partecipanti e per l'opinione pubblica. Voi bisticciate un po' con la trasparenza, perché prima viene l'obiettivo e poi gli strumenti sono tutti utili e sono tutti a vostra disposizione per raggiungere l'obiettivo che vi prefiggete.
Concludo, Presidente, dicendo, vede, io non chiederò, per quanto mi concerne, ma mi sentirò ora con i colleghi che vorranno discutere, nessuna Commissione d'inchiesta, perché inutile è stata la Commissione d'inchiesta Saatchi, tant'è che il Presidente ha continuato nella sua azione indifferente alle indicazioni della Commissione d'inchiesta, e inutile sarebbe questa. Quando vorremo parlare del passato, con dati di fatto, con documenti quali sono questi che io le ho portato all'attenzione per discutere sulla mozione, e che invierò ovviamente alla Procura della Repubblica, perché faccia le sue opportune valutazioni e nel caso rigetti anche l'attenzione a questo bando, bene, dico semplicemente, quando si vorrà parlare del passato seriamente e non con numeri a caso, e soprattutto non portati da portavoce del Presidente, per definirli maniera, come dire, delicata, quando verrà il Presidente a illustrare e documentare le sue affermazioni demagogiche, populistiche e false in quest'Aula, sapremo sicuramente rispondere, documentando le nostre risposte, e non avremo sicuramente tempo da perdere per riportare le nostre risposte ai portavoce del Monarca.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. Siamo nella fase della votazione della mozione, se i presentatori intendono metterla ai voti.
Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Misto). Brevemente colleghi, per annunciare che noi sulla mozione ci asterremo, perché consideriamo questa gara esemplarmente pessima, ma anche assolutamente inutili gli strumenti che il potere ispettivo riservato al Consiglio, noi cioè, possiamo mettere in atto. Nel merito su alcune risposte dell'Assessore alla sanità. Noi non siamo interessati, cioè lo siamo in linea teorica e pratica, alla verifica del passato e anzi, se venisse fatto in fretta e subito, sarebbe anche opportuno per noi. Non ci riteniamo minimamente coinvolti in ciò che lei ha detto. Ben venga! Resta un fatto, che se al principio di questo dibattito, e anche nell'intervento che io ho svolto, non c'è stato nessun riferimento ad un coinvolgimento politico, lei nella sua replica dà una copertura politica ad una gara, rispetto alla quale il vizio sostanziale che il capitolato d'oneri non è stato pubblicato contestualmente al bando, non c'è risposta. Il fatto che il capitolato d'oneri sia stato compilato e pubblicato prima o dopo le domande, qui c'è una grande incertezza. Sul fatto poi che lei dica che le decisioni della Commissione non hanno avvantaggiato, non si tratta, per esempio, nella parte in cui la Commissione decide di esaminare le proposte secondo un ordine di contenuti differenti, un mero ordine dei lavori, io ho letto le cose e non è così. Ma anzi quella scelta privilegia le proposte che hanno una dimensione modulare rispetto a quelle che hanno una proposta di tipo sistemico. E le citazioni, almeno due su tre, che lei ha fatto mi ricordano i pareri forniti dall'avvocato Carrozza alla Presidenza della Giunta, me le ricordo perfettamente, e che erano precedenti la normativa, che poi è entrata in vigore ed era in vigore in quel momento. Per dirle, Assessore, che io sono interessato quanto lei alla verità delle cose, ma la verità emerge non per il racconto che se ne fa, ma per l'evidenza che ha. E questa gara è fatta male. Io mi sarei aspettato da lei un minimo di distanza ulteriore, rispetto ad una gara che è stata aggiudicata, perché il terzo parere di un legale dice a proposito del tempo passato, che era passato tempo, il tempo passato sa qual è? I 30 giorni dall'annullamento in cui si fa la verifica. Allora mentre si fa la verifica matura un diritto dell'aggiudicatario? E' una cosa seria? È una cosa seria? Non è una cosa seria!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Farigu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
FARIGU (Gruppo Misto). Nel mio intervento mi riferivo all'Assessore alla sanità, non alla gentile docente Dirindin. Le scuse che io intendevo rivolgerle, posto che ha ravvisato un qualche tipo di offesa di tipo personale, le scuse che volevo rivolgerle io gliele ha già rivolte il collega Capelli, ponendole alcune domande in ordine ai rapporti che si sono sviluppati tra la Regione sarda e la Regione piemontese e dintorni. Vedi l'ultima questione richiamata del CISI, che sicuramente l'assessore Dirindin sa di che si tratta, per l'informatizzazione dell'agricoltura in Sardegna, 680.000 euro, deliberate, da conferire alla Regione per essere trasferite al CISI, un ente strumentale del Piemonte. Ecco, in questi termini, io le presento le scuse che lei in qualche modo sollecitava per presentare la propria offesa. Ma io voto sì a questa mozione per denunciare un comportamento grave, e il comportamento grave in tutto questo dibattito intorno a questo Saatchi and Saatchi e simile non è la volontà di alimentare la cultura del sospetto da parte di un'opposizione, che non avendo altro da dire si attacca a tutto questo per esaltare il proprio ruolo. La cultura del sospetto la alimenta ed è questa la mia vera preoccupazione e speravo che nel mio primo intervento avessi ben rappresentato, la cultura del sospetto nel popolo sardo l'alimenta l'azione amministrativa e anche l'azione legislativa della Regione sarda. Il conflitto di interessi disciplinato nella statutaria sottoposta a referendum e che cosa è questo se non l'alimentazione del sospetto quando il conflitto di interessi così disciplinato stabilisce che in Sardegna imprese degli Assessori e del Presidente possono partecipare alla gara di appalto, e così via. Quindi la cultura del sospetto non l'alimenta l'opposizione, l'alimenta l'azione di governo di questa Giunta, quando io ho parlato del piano regionale per la difesa delle coste, il piano regionale io dissi dietro che cosa si nascondeva lì e io sarei estremamente curioso e sarei fortemente interessato se il Consiglio regionale potesse avere una Commissione d'inchiesta per dire… le cosiddette vietate dal piano regionale paesaggistico. Questa è un'indagine seria perché si è sviluppata perché è in corso una speculazione feroce su quelle aree, ben sapendo che quel limite dei due chilometri prima o poi cadrà. Quindi non sprovveduti, non incompetenti, io voto sì ha questa mozione per dire no a tutte queste cose, e per invitare ancora una volta a trovare un momento di grande e alta coesione di tutte le forze autonomistiche democratiche per uscire da questo tunnel e garantire alla Sardegna una svolta in senso democratico perché ne abbiamo bisogno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PORCU (Progetto Sardegna). Presidente innanzitutto per annunciare il voto contrario alla mozione. Contrario perché credo che la mozione ponga soprattutto al punto due della parte dispositiva una condizione che l'Assessore ci ha spiegato non poter soddisfare, cioè quella di annullare la gara perché non esistendo a giudizio dell'Assessore quegli elementi tali da presupporre illegittimità comunque anche la procedura di annullamento avrebbe un seguito giudiziario di contro ricorsi che verrebbero messi in campo. E' chiaro che questo non esclude che chi è responsabile del procedimento amministrativo possa, se lo valuta opportuno, anche sulla base del dibattito che si è svolto in quest'Aula valutare diversamente, quindi credo semplicemente che l'Assessore dal punto di vista dell'organo politico in questo caso che dovrebbe eventualmente in autotutela eccepire un problema di legittimità ci ha già risposto, e io credo che per le evidenze che ci ha portato abbia svolto appieno quanto la mozione si auspicava, quindi sarà il responsabile del procedimento che in piena libertà come già avvenuta nel caso Saatchi valuterà se annullare questa gara. E questo è il ruolo di ognuno, questo ruolo è il nostro in quest'aula che dibattiamo dal punto di vista più generale del fatto che alcuni indirizzi vengono rispettati e questo è il ruolo di chi è il responsabile del procedimento. Dispiace però che in quest'aula in cui tutti ci sforziamo ognuno per il proprio ruolo di approfondire problemi, di sollevare argomenti, anche giustamente di svolgere un ruolo come è nella pienezza del ruolo di ognuno di noi, dispiace che alcuni colleghi, che dicono di non aver ascoltato gli interventi degli altri, poi si lascino ad andare ad accuse ed offese di tipo personale, se mi avesse ascoltato l'onorevole Capelli avrebbe capito che ho apprezzato il suo ruolo, ho apprezzato la relazione che ho svolto e ho semplicemente, chiesto di evitare, magari, che quando si fa un'analisi di procedimento amministrativo con molta facilità di associare una volontà politica che è invece tutta da dimostrare. Sommessamente, forse anche decisamente, ho voluto ribadire quest'argomento che credo che ci possa essere d'aiuto proprio a dare a questo Consiglio maggiore autorevolezza e maggiore efficacia nella sua funzione. Quindi mi dispiace la posizione dell'onorevole Capelli, io da parte sua non l'offeso, non intendo offenderlo, anzi intendo ribadire che ho apprezzato il suo intento di capire meglio quanto è successo in quest'atto amministrativo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPPAI (U.D.C.). Sì grazie Presidente. Io voterò a favore della mozione, però alcune considerazioni della dottoressa Dirindin lasciano qualche traccia, almeno dentro di me. Io non ho problemi di memoria, dottoressa, ricordo perfettamente ciò che dico in questa Aula e ciò che dicono gli altri, grazie a Dio il Signore mi ha dato una sola cosa di buono, la memoria. E ricordo bene le cose che si dicono. Vede dottoressa le ripeto io ho chiesto di avere copia delle convenzioni, non le ho ancora avute per le spese legali del suo Assessorato, le dirò di più le determinazioni con le quali vengono determinate le convenzioni vengono pubblicate sul sito nove mesi dopo che sono adottate; in modo che nessuno di noi ne possa prendere visione. La sfido a dimostrarmi il contrario.
Lei ha dichiarato un'altra cosa, ha detto che noi non avevamo nessun informatico serio presso l'amministrazione regionale, questo mi preoccupa, ma mi preoccupa assai, perché se lei mi dice che non abbiamo nessun informatico, noi non avevamo nessun informatico serio e per cui dovevamo accelerare questa gara e il collega Porcu dice che dobbiamo mandare a scuola i funzionari, veramente siamo, dovremo chiudere baracca, l'ha dichiarato lei, io sento poi ci sono le registrazioni, ascolto e ho anche memoria. Mi preoccupa, Assessore, da una parte i funzionari, dobbiamo mandarli a scuola dall'altra non abbiamo informatici seri, non abbiamo legali sedi in questa Regione, il suo direttore generale nominato dal lei ha avuto delle perplessità su questa gara, però vi siete sempre rivolti per la terza volta al legale, cioè, ma evidentemente in questa Regione proprio non funziona più niente. La cultura del sospetto, dottoressa, noi oltre che essere un organo legislativo siamo anche un organo di controllo e per quel po' che ci resta di poter controllare siamo obbligati a farlo perché vogliamo chiarezza, soprattutto sotto l'aspetto morale. Io ho denunciato in quest'aula più di una volta che avete nominato dirigenti senza titolo e ne avete lasciato altri in stanze chiuse senza documenti, che non esaminano una pratica al giorno, che costano alla finanza pubblica fior di quattrini, perché non la pensavano come voi. E' vero che è stata fatta una convenzione anche col centro destra, con la Regione Piemonte, però avrebbe dovuto dire anche perché è stata fatta; è stata fatta in un momento particolare della sanità animale. Della sanità animale non lo dimentichi.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Dichiaro il voto favorevole, confermo quanto detto nel mio intervento per poi motivare la permanenza di tutte le nostre perplessità e del nostro fermo giudizio negativo sul comportamento che l'amministrazione ha avuto su questo procedimento. Direi così, in estrema sintesi: il mancato annullamento di questa procedura di gara deriva da controdeduzioni fatte dagli interessati, a cui segue un parere legale, puntigliosamente indirizzato ad accoglierle, e si sostanzia praticamente in un giudizio, in una valutazione che potrebbe essere assimilabile all'insufficienza di prove, all'assoluzione per insufficienza di prove. Io vi invito a leggere l'ultimo parere dell'avvocato, perché in più punti si dice che esiste un contrasto con la legge, con il Codice degli appalti, e si fa riferimento ad una giurisprudenza che più volte si dice non si sia sviluppata successivamente alle modifiche, tanto da poter fornire indicazioni rilevanti al fine dell'annullamento. Più volte l'avvocato si esprime in questo modo, ed è una cosa che porta a confermare che questo procedimento, questa gara, è stata condotta molto male, forse sul piano strettamente giuridico si può dire che gli elementi dell'annullamento possono anche non esserci, ma certamente non vi è la certezza e non vi è la giustificazione di un atteggiamento della Giunta, manifestato dall'Assessore nel suo intervento, di così totale e acritico apprezzamento per questo procedimento che è stato descritto come esempio di prudenza e trasparenza della pubblica amministrazione. Spero che l'amministrazione regionale non prenda molti di questi casi come esempio di trasparenza e di prudenza.
PRESIDENTE. Grazie onorevole La Spisa. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
MARROCU (D.S.). Voterò contro la mozione. Più che sospetti e insinuazioni, devo dire che molti interventi mi sono sembrati insulti. L'obiettivo è evidente, quello di spostare l'attenzione attraverso l'auspicio di una buona stampa, creare presunti scandali per dare l'idea che dietro a tutto quello che si muove in Sardegna c'è il presidente Soru; un grande gruppo commerciale che … in Sardegna, è perché il presidente Soru ha comprato degli immobili, si fa la legge salvacoste perché il presidente Soru deve comprare e speculare sulle coste, dietro tutto c'è sempre l'interesse privato. Vedete, non hanno funzionato in passato gli scandali veri, potete immaginare se funzionano gli scandali inventati e costruiti a tavolino, ma come succede spesso, gli stolti lanciano il sasso e poi questo sasso gli cade sui piedi. Perché, credo che tutto si possa pensare che produca effetti, per voi, che accusare di mancanza di trasparenza, di moralità e di illegittimità l'azione di Governo del centrosinistra e di questa maggioranza; da quale pulpito questa critica viene! L'unico risultato che si ottiene, e questo mi spaventa perché coinvolge tutti, e continuare ad alimentare nei cittadini della Sardegna e dell'Italia, che la politica sia solo luogo di malaffare, di interessi personali, privati, e aumentare quello sdegno, che è già presente nei cittadini, sulle istituzioni e sulla politica, e quello di allontanare la gente dalla politica; questo è l'unico risultato che si ottiene, non certo il risultato di portare consenso a chi produce queste azioni che tendono a sviare, per cui si deve parlare di questa amministrazione regionale, di questo Governo, e non dei risultati dell'azione di governo di questi anni ottenuti attraverso l'azione di questa maggioranza e di questo Governo, ma parlare di presunti scandali che sino ad oggi non hanno portato nessun risultato. Siete tutti diventati Pubblici Ministeri, avete già giudicato, avete già condannato, però, ancora oggi, preannunciate iniziative della Magistratura che per il momento non ci sono, però, siccome so che siete molto ben informati, saprete già che ci saranno le indagini, che ci saranno iscritti nel registro degli indagati, che ci sarà poi un'istruttoria, una condanna e anche una sentenza. Voi avete fatto già tutto, l'unico risultato è solo quello di continuare a creare un'immagine delle istituzioni e della parte politica come luogo di malaffare che butta, questo sì, fango su tutte le istituzioni e su tutti quelli che fanno politica. Io mi auguro invece che questo vostro fare della politica venga rigettato, come lo faremo, almeno io lo farò, votando contro questa mozione, venga rigettato anche dai cittadini, sperando che il confronto fra di noi avvenga sulle politiche e sulle cose e non su queste impostazioni che voi avete creato dalla vostra posizione in quest'ultimo periodo.
PRESIDENTE. Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente. Io credo che il silenzio dell'opposizione non lo si ottiene alimentando i sospetti sul passato, e se qualcuno sa o sapeva, non doveva aspettare ad oggi a fare alcune affermazioni. Vede onorevole Marrocu, non è che non si sono ottenuti risultati o che si alimenta la cultura del sospetto, le sentenze del TAR sull'articolo 15 del PPR, le denunce fatte da consiglieri regionali al TAR sul PPR, è una esposizione di tipo personale, perciò, non è annunciare delle denunce che poi non si portano a termine, così come la recente bocciatura dell'articolo 83 del PPR; anche questa è una vostra sconfitta. La Corte dei Conti è una vostra sconfitta. La Corte Costituzionale è una vostra sconfitta, perciò c'è soltanto una constatazione dei fatti. Mi spiace che il collega Porcu abbia inteso male le mie parole, perché io non ho detto che non l'ho ascoltato, io ho detto che l'ho ascoltato e sempre con grande attenzione e piacere, ma non l'ho capito, e questo è il mio limite, ho premesso, e non voleva essere offensivo, l'ho detto semplicemente perché quando ha fatto riferimento alle 700 e passa mila, o 700 auto blu, mi sembra che il collega Porcu non sia ben informato, ma che abbia letto o sentito una sparata anche pubblicata sui giornali, da parte del presidente Soru. Quindi, per concludere, io voterò a favore, essendo estremamente convinto dei contenuti della mozione presentata, però, permettetemi una cosa, onorevole Marrocu torno a lei, voi siete stati maestri nell'alimentare il sospetto, nella passata legislatura e soprattutto nell'insultare, ma in maniera pesante, cosa dalla quale io rifuggo, qualsiasi azione delle amministrazioni, non solo regionali, che non siano quelle da voi governate. Io le porterò gli atti dei resoconti d'Aula dei suoi pesanti insulti, dei pesanti insulti del suo Capogruppo di ieri, oggi Presidente del Consiglio, e glieli porterò all'attenzione portandole i resoconti d'Aula della cultura del sospetto e delle insinuazioni. Voi siete maestri in questo, crediamo di non aver imparato la lezione, ma di limitarci sempre a constatazioni reali dei fatti e a fare il nostro dovere umile di opposizione, di opposizione che è voluta essere anche opposizione costruttiva, ma non ce ne avete dato modo.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. Mi consenta di correggerla, io non credo di aver mai insultato nessuno e nessun ruolo.
CAPELLI (U.D.C.). Glieli porterò e glieli leggerò.
PRESIDENTE. Va bene. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
ARTIZZU (A.N.). Grazie Presidente, Alleanza Nazionale voterà favorevolmente...
(Interruzioni del consigliere Capelli)
PRESIDENTE. Onorevole Capelli… proseguiamo… onorevole Artizzu.
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Possiamo proseguire colleghi… onorevole Artizzu, ha la parola, parli, prego.
ARTIZZU (A.N.). Grazie Presidente, no, mi sembra poco delicato parlare sopra altre voci autorevoli. Mentre attendiamo i resoconti che così chiariranno chi insultava di più e chi insultava di meno, annunciamo e annuncio il voto favorevole di Alleanzza Nazionale e, devo dire, che ho deciso di prendere la parola dopo aver sentito l'intervento dell'amico Siro Marrocu che, come già Roberto Capelli faceva notare, commette, a mio avviso, per questa volta, credo sia un episodio sporadico, anzi, una tantum, un errore grave, e cioè quello di attribuire al centrodestra questa cultura del sospetto, e la cultura, se così si può chiamare - non si può certamente chiamare così - dell'insulto all'avversario politico. Ma proprio in tema di sanità, ricorderà il collega Marrocu che la legislatura è iniziata ed è proseguita con un leitmotiv da parte vostra, e cioè che nella sanità si faceva finalmente pulizia perché fino alla fine della scorsa legislatura c'era qualcuno che rubava, che si comportava male, che sprecava, che gestiva male i soldi pubblici, che aveva interessi gravi, pesanti, personali, aziendali sulla sanità e voi avete continuato sempre con questa tiritera del fatto che finalmente era arrivata la Dirindin e faceva pulizia di tutto e i ladri non potevano più rubare. Poi abbiamo cominciato a vedere gli esempi concreti di questa buona, sana e pulita amministrazione, abbiamo cominciato a vedere "Sardegna fatti bella", il caso Saatchi & Saatchi, adesso questo illuminante episodio di appalto pubblico nel quale non certo l'opposizione ma peraltro prima un dirigente che voi avevate nominato, malgrado fosse andato in pensione, poi un avvocato esterno, diciamo esterno alla pubblica amministrazione, esterno per certi versi, interno per altri essendo un consulente abituale scelto dal Presidente della Regione, da vari Assessori, che vi dice comunque, pur essendo abbastanza interno alle questioni della maggioranza, che c'è qualcosa che non quadra come effettivamente… Devo recuperare tanto…
PRESIDENTE. Concluda. Il tempo era stato bloccato, ma concluda. Prego.
ARTIZZU (A.N.). Grazie. …che effettivamente c'è qualcosa che non va e mi pare che le sue risposte, assessore Dirindin, siano davvero molto deludenti per coloro che, come me e come tanti altri colleghi, si aspettavano da parte sua un chiarimento, quel chiarimento al quale la richiamavamo nel testo della mozione. Abbiamo visto un cattivo esempio, e come tale è stato definito dal vostro legale consulente esterno di fiducia, tanti altri cattivi esempi li abbiamo visti e continuiamo a vederli. Ma che dire, colleghi, che dire di un Presidente della Regione…
PRESIDENTE. Onorevole Artizzu…
ARTIZZU (A.N.). No, mi lasci concludere, Presidente, io ho perso una parte del mio intervento…
PRESIDENTE. No, le ho detto che il tempo era stato bloccato mentre veniva interrotto, quindi adesso ha abbondantemente recuperato. Concluda.
ARTIZZU (A.N.). Posso concludere? Grazie. Che dire di un Presidente della Giunta regionale che per tre volte invia circolari ai consorzi industriali della Sardegna imponendo il blocco delle assunzioni, delle selezioni, dei concorsi e poi tollera che la cognata di un Assessore regionale della sua Giunta venga assunta senza selezione, senza concorso, senza… non si capisce quali meriti, presso un consorzio industriale. Se questa…
PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, non mi faccia toglierle la parola. Prego.
ARTIZZU (A.N.). Va bene, grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Fortza Paris voterà a favore della mozione anche perché l'attesa replica dell'Assessore, che è stata per la verità molto puntigliosa, però non ha sciolto nessuno dei nodi che conteneva la mozione stessa, e devo dire questo non per essere sospettosi, come si è detto ripetutamente in quest'aula, ma sono i dubbi che hanno posto prima di tutto il dottor Girau, che è un funzionario che voi stesso avete chiamato per seguire questo tipo di gare, per dare un contributo come consulente dell'Assessorato della sanità, e sono gli stessi dubbi che l'avvocato, il legale nominato dal direttore generale per avere il conforto dal punto di vista legale che le cose stessero andando bene o meno, sono gli stessi dubbi che loro stessi hanno posto e non li stiamo ponendo noi sicuramente per la prima volta. E i dubbi sono dovuti soprattutto alla mancata trasparenza sui criteri di valutazione che non sono contenuti nel bando, ma che invece sono contenuti in una fase successiva nel capitolato d'oneri. Allora questo nodo, Assessore, non è stato assolutamente sciolto e quindi io non so come noi potremmo cambiare idea, così come per quanto riguarda il bando, il punteggio che è stato attribuito per il merito tecnico non può essere un punteggio così alto a differenza di quello relativo ai prezzi. Questo significa che in qualche modo si voleva condizionare la gara d'appalto perché è inutile che giriamo attorno al problema, perché quando si dà eccessivo punteggio al merito tecnico significa che effettivamente le cose non vanno già molto bene. Quindi io credo che non di cultura del sospetto si tratta, ma della certezza effettivamente che le cose sono state fatte in modo non chiaro, non trasparente e non corretto. Pertanto nostro dovere come consiglieri regionali è quello anche di verificare la validità degli atti che vengono prodotti da questa Giunta regionale e questo è uno dei tanti atti che noi stiamo registrando vengono fatti in modo poco trasparente, volutamente poco trasparente, perché è inutile che lo neghiamo c'è stato, anche se l'Assessore lo ha negato, sicuramente un intervento da parte dell'amministrazione regionale perché le cose andassero in questo modo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Ladu. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie Presidente. Anche io non avevo intenzione di intervenire, ma ringrazio il collega Marrocu perché ci ha fornito degli spunti. Siro, grazie. Tu sei un giovanotto svelto e intelligente e quindi sai che gli spunti vengono raccolti. Da parte mia vengono raccolti con l'idea di ragionare perché con te ho sempre ragionato, coi colleghi del centrosinistra ho sempre ragionato.
Cultura del sospetto. Bene, io non ho la cultura del sospetto. Non avevo sospetti, però vorrei chiederti, Siro, o agli altri colleghi del centrosinistra, che cosa sarebbe successo se voi aveste letto nel mese di gennaio, a parti invertite, le dichiarazioni del direttore generale della sanità Girau comparse sui giornali. E' il direttore generale della sanità che ha avanzato dei sospetti e sarebbe stato opportuno, utile che i sospetti venissero dissipati da voi! Quei sospetti avanzati dal direttore generale della sanità, cioè da un dirigente vostro fiduciario, non sono mai stati dissipati! Quindi il sospetto non lo abbiamo ingenerato noi, lo avete ingenerato voi e lo ha ingenerato il fatto che voi non abbiate in nessuna maniera smentito i sospetti che comunque sono stati su di voi posti. La cultura del sospetto. Beh, collega Marrocu, ho chiesto degli atti ad un'azienda sanitaria della Sardegna. Non mi sono stati dati. Mi sono rivolto al Presidente del Consiglio perché li ottenessi; il Presidente del Consiglio si è rivolto al presidente Soru, un mese e mezzo fa. Gli atti non sono arrivati. Beh, se io sospettassi che gli atti non mi vengono dati perché dietro c'è qualche cosa che non mi si vuole far conoscere, avrei o non avrei ragione? Lei al posto mio, i colleghi del centrosinistra al posto mio, cosa penserebbero se dopo aver fatto una richiesta di atti dopo tre mesi, dopo l'autorevole intervento del presidente Spissu, dopo l'autorevolissimo intervento - penso che ci sia stato - del presidente Soru, gli atti non si ottengono? Che cosa si dovrebbe pensare? Ecco, collega, io non vorrei che qui ci fosse una situazione di questo tipo. Lei dice: "Non discutiamo in Consiglio di gare d'appalto, di calunnie, di venticelli che comunque difficilmente sono venti da cui ci si può difendere" e io sono d'accordo con lei. Sono d'accordo con voi quando lo proponete, però non pensiate che ci sia una sorta di autoreferenzialità etica per cui tutto ciò che fa la Giunta non può essere discusso con l'azione di sindacato che il consigliere regionale comunque deve avere! Io credo che noi saremmo i primi a non voler discutere di queste cose in Consiglio regionale se non ci venisse data continuamente l'occasione di dover discutere di queste cose! Se non ci fossero la Corte dei conti, il TAR, la Corte costituzionale che costantemente entrano nel merito di ciò che la vostra maggioranza sta facendo! E' questo il problema più grosso che abbiamo!
PRESIDENTE. Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (R.C.). Io voterò, come la maggioranza alla quale appartengo, contro la mozione. Intervengo solo per fare una brevissima considerazione, credo che in Sardegna non si viva un bel periodo, credo che si viva un periodo in cui il clima della relazione politica e non solo quella politica, anche quella tra le comunità e quindi anche tra le persone, sia un clima decisamente pesante, non solo improntato alla cultura del sospetto, io direi di più e anche di peggio, al tentativo, forse anche reciproco, forse prescinde anche dalle posizioni politiche, forse prescinde anche dalle collocazioni ideologiche, però un periodo nel quale si pensa più a distruggere che a costruire. Allora, siccome non servirà a molto raccomandarci gli uni con gli altri, cambiare sistema, fare un passo in avanti, di andare più al merito, assumiamo con grande civiltà una modalità di relazione, almeno in quest'aula, che è questa: ogni volta che abbiamo la necessità di procedere ad un chiarimento, come di fatto è avvenuto oggi, chi aveva da dire e sollevare perplessità sulle modalità di gestione di quell'atto amministrativo, di quell'azione amministrativa, lo ha fatto e prendiamo, diciamo, come atto di buona fede che le osservazioni che gli altri fanno non le fanno mai avendo secondi fini, altri obiettivi. C'è chi pensa che non sia stata corretta una procedura, si solleva la questione, si risponde, la risposta può essere soddisfacente o insoddisfacente e si vota. Però, non si costruisce una condizione di inimicizia permanente, si lavora per pensare ad una società ed anche ad una relazione interna alla società anche politica un po' più civile di quella nella quale viviamo.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
DEDONI (Riformatori Sardi). L'onorevole Uras richiamava quest'Aula a trovare modi, e non solo quest'Aula, modi di convivenza che riportassero a rapporti più sereni fra le parti. Io non credo e non vedo che differenza vi possa essere da quello che l'onorevole Uras adesso citava e il fatto che nella mozione venisse richiesta spiegazione di alcuni rapporti avvenuti in un atto amministrativo, quale quello di un appalto che sembrerebbe, per dichiarazioni di chi lo ha condotto in prima istanza, non tenute in maniera corretta. Ora, avere una risposta, avere delle precisazioni, e non già contro accuse come è venuta a fare qui l'Assessore competente, cercando di scaricare anche con parole tendenziose alcune verità che invece sono affermate dagli scritti, io credo sia una delle cose che ti pongono in condizione di contrastare per forza le cose che poi vengono dette così, in molta libertà, in questa Aula! Io devo anche dire che questa condizione politica che non vede più il costruire ma lo distruggere, parrebbe, non l'ha iniziata certamente l'opposizione, l'ha posta in campo la maggioranza, assecondando nel senso del rinnovamento, dell'innovazione e della riforma, i tagli feroci che si sono avuti spaccando e distruggendo posti di lavoro, lasciando morti e feriti in tutte le situazioni sociali ed economiche della Sardegna.
Ma non basta, io vorrei ancora ricordare che tutte le volte che si è chiesto conto di appalti e di altro non si sono avute parole certamente di conforto per quelle che sono state le analisi serie compiute, ma si è andati avanti con arroganza, allora noi continueremo a chiedere cosa sarà "Sardegna.it", e allora noi chiederemo anche quello che è stato l'ultimo appalto, vergognosamente portato avanti, nonostante sia stato segnalato per dire: "Fermatevi, non date quell'appalto!". E invece si è proseguito anche in quella direzione e sto parlando del settore delle ricerche. Allora, se voi volete la pulizia e la legalità, incominciate a fermarvi quando ve la segnalano e avrete legalità e pulizia veramente da fare.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Per dichiarare il voto favorevole alla mozione da noi presentata e per ricordare all'amico Marrocu, che ha sollecitato il nostro intervento, che nella scorsa legislatura - come il collega Cugini ricorderà - c'era qualche collega dell'opposizione che usava frasi poco dignitose, anzi, le frasi che ha usato il collega Capelli sono troppo moderate rispetto al tema trattato. Avevamo colleghi - e non è lei, presidente Spissu, il più accanito nella scorsa legislatura - avevamo colleghi che sedevano nel banco dell'opposizione, che meno male non sono presenti in questa legislatura, che tintinnavano rumori di manette, sembravano dipietristi, qua tutti "No, questo provvedimento verrà impugnato", citato in quest'Aula da colleghi, senza fare cognomi, l'onorevole Dore, che ogni volta che si discuteva di qualche argomento, "Tin, tin, tin, qui scattano le manette". Con queste parole testuali in quest'Aula, che era una mancanza di rispetto verso le istituzioni che ha citato prima il collega Marrocu.
Io mi aspettavo risposte concrete in base ai quesiti posti. Ciò che scrive l'avvocato dice che non corrisponde alla legalità in tre punti. Mi sarei aspettato che dopo aver verificato gli atti, l'Assessore entrasse nel merito con dichiarazioni di pareri di legali differenti per avere un riscontro sull'applicazione di quella che è la gara d'appalto. Bastavano tre punti, bastava entrare nel merito e smentire con dichiarazioni di avvocati o di pareri diversi, visto che non c'è solo un avvocato di consulenza degli Assessorati, per dire che la gara poteva essere lecita. Io parto dal presupposto che le gare che si fanno, che la Regione fa, sono in buona fede, io spero che poi venga attestato che sono tutte fatte in buona fede, io parlo per l'interesse dell'Amministrazione pubblica, io mi auguro che ciò che ha dichiarato l'Assessore sia vero, però spero che se qualcuno verifica, e sicuramente se qualcuno verifica non parte da questa parte politica, ma sono conseguenze logiche in base a ciò che ha scritto coloro che difendono la parte di maggioranza della Giunta, io spero che verificando quelle parti diano ragione e quindi rafforzino una posizione che la Giunta sta tenendo. Solo in caso che la Giunta abbia coraggio, se ammettono o trovano qualche disagio in questa pratica, che la Giunta abbia a sua volta il coraggio di dire che ha sbagliato una pratica per una volta in questa legislatura. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere. Ne ha facoltà.
BIANCU (La Margherita-D.L.). Grazie, Presidente. Non per una dichiarazione di voto, ma per chiedere una sospensione di quindici minuti. Abbiamo l'esigenza di una riunione di Gruppo. Grazie.
PRESIDENTE. Va bene, onorevole Biancu, quindici minuti, nel senso che alle 20 e 15 riprendiamo la riunione. La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 59, viene ripresa alle ore 20 e 16 .)
PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto. Colleghi, abbiamo esaurito le dichiarazioni di voto. Abbiamo fatto un'interruzione richiesta da uno dei Capigruppo, siamo in fase di votazione.
ARTIZZU (A.N.). Chiedo la votazione elettronica.
PRESIDENTE. L'onorevole Artizzu chiede la votazione elettronica.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 151.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cucca ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Capelli - Cappai - Dedoni - Farigu - Ladu - Liori - Lombardo - Milia - Moro - Murgioni - Petrini - Pisano - Randazzo Vittorio - Sanna Matteo - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Biancu - Cachia - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cugini - Floris Vincenzo - Gessa - Giagu - Lai Silvio - Manca - Marrocu - Mattana - Meloni - Orrù - Pinna - Pirisi - Porcu - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Uggias.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Atzeri - Balia - Caligaris - Ibba - Lai Renato- Maninchedda - Marracini - Masia - Scarpa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 50
votanti 40
astenuti 10
maggioranza 21
favorevoli 16
contrari 24
(Il Consiglio non approva).
Chiedo scusa colleghi, prima di... c'era un'esigenza, c'era un problema che è stato rappresentato dall'onorevole Uggias relativamente alla società Palmera. Non so se onorevole Uggias, lei ha chiesto di ammettere l'argomento in discussione in base all'articolo 102 del Regolamento, ora abbiamo fatto una verifica, ci sono solo delle interrogazioni sull'argomento, quindi può essere ammissibile una mozione con le caratteristiche dell'urgenza su cui esiste l'unanimità della Conferenza dei Capigruppo o dell'Assemblea, in questo caso, tale da poter essere ammessa con questa procedura.
Ha domandato di parlare il consigliere Uggias. Ne ha facoltà.
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Sì, Presidente, c'è una mozione a firma unanime, quindi ritengo che ci possa essere altrettanta disponibilità da parte della Conferenza dei Capigruppo per l'iscrizione all'ordine del giorno e la trattazione che farebbe un impegno alla Giunta manifestare una posizione relativamente al fatto che non si intenda avvalorare trattative intraprese con gruppi industriali interessati esclusivamente all'acquisto del marchio Palmera senza impegno alcuno a mantenere la produzione. A richiedere alla SFIRS che valutate le necessarie garanzie per assicurare la produttività e il livello occupazionale antecedente alla crisi, proceda celermente a completare l'istruttoria sulla valutazione del piano industriale e a mettere urgentemente in atto un intervento da parte della SFIRS formalizzando i termini e i contenuti della procedura...
PRESIDENTE. Chiedo scusa onorevole Uggias, se lei ce la dà, magari la distribuiamo rapidamente, così i colleghi leggono almeno il dispositivo...
UGGIAS (La Margherita-D.L.). D'accordo.
PRESIDENTE. ...E procediamo, la Giunta che viene impegnata la vede, prego onorevole Uggias lei ha raccolto le firme su quella mozione...
UGGIAS (La Margherita-D.L.). Sto completando la raccolta Presidente...
PRESIDENTE. Intanto che lei completa la raccolta se ce ne dà copia possiamo distribuire il testo, la condizione è che siamo tutti d'accordo all'ammissione con urgenza dell'argomento in aula e che questo non interferisca con l'andamento dei lavori così come era stato previsto.
Onorevole Capelli su che cosa intende parlare?
CAPELLI (U.D.C.). Sull'ordine.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Scusi Presidente, io stamattina le ho rappresentato l'esigenza di chiedere al Presidente se può riferire in aula sui gravissimi, a mio avviso, fatti inerenti i manifestanti per la formazione lavoro. Mi risulta a tutt'ora che sono costretti a stare alle intemperie fuori perché non gli è consentito di ripararsi nelle tende e come è sempre successo, il Presidente invece non è nuovo a questi atti di intemperanza, diciamo, nei confronti dei manifestanti, o di intolleranza nei confronti dei manifestanti. Io le chiedo nuovamente per cortesia, mi sarei aspettato che anche altri consiglieri e colleghi avessero preso posizione in merito visto che sono andati a manifestare la loro solidarietà ai manifestanti, ma evidentemente era solo una manifestazione di solidarietà che non si nega a nessuno.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, la prego...
CAPELLI (U.D.C.). Io credo che siano persone che da cinque mesi non ricevono lo stipendio e che abbiano tutto il diritto di manifestare le loro posizioni. Le chiedo ancora di farsi interprete di queste esigenze.
PRESIDENTE. Ho capito, va bene io ho visto una nota stampa di questa sera del Presidente e mi ripromettevo finiti i lavori dell'aula di capire meglio cosa è successo, quali sono i termini della questione, naturalmente non è in discussione il diritto di manifestare, si tratta di una manifestazione che in altri tempi anche noi abbiamo sofferto quando abbiamo avuto per oltre un mese nel nostro porticato dei lavoratori che però insomma, questo naturalmente è una cosa che si può sopportare, un giorno o due giorni, una permanente occupazione crea qualche problema e credo che sia questo il termine della questione. Comunque io raccolgo la sua ulteriore raccomandazione, onorevole Capelli.
Ha domandato di parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.
LIORI (A.N.). Presidente, anch'io per sollecitare in aula la presenza della mozione sulla Palmera cui Alleanza Nazionale chiaramente aderisce, riconoscendone l'alto significato, non dubito che sarà presente l'assessore Rau in aula su questo argomento, perché è anche gallurese, mi risulta di origine, quindi... ma la presenza del presidente Soru sarebbe apprezzata da tutta l'aula visto anche tutta una serie di iniziative, di proclami pubblici che sono stati fatti dal presidente Soru, vorremmo capire anche da lui che cosa si è fatto e come sono andate le cose proprio con un confronto diretto col Presidente. Penso che sarebbe un gesto apprezzato da tutta l'aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda.
Su cosa intende intervenire?
MANINCHEDDA (Federalista-Autonomista Sardo). Se possibile per un chiarimento da parte sua Signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda.
Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (Federalista-Autonomista Sardo). Vorrei capire se rispetto all'intervento della polizia oggi di fronte alla presidenza della Giunta, lei intende svolgere iniziative non sulla libertà di manifestazione oppure no? Ma sulla richiesta di intervento della polizia che, a memoria, è la prima volta che accade, se lei intende favorire un chiarimento in maniera tale che se ne capiscano le ragioni e se è possibile poi se ne discuta perché di queste cose qua dentro se ne dovrebbe discutere!
E' la prima volta che viene chiamata la polizia, che io ricordi.
PRESIDENTE. Sì onorevole Maninchedda, come lei può immaginare, io per varie ragioni non posso ritenere l'intervento della polizia se non in presenza di turbative gravissime all'ordine pubblico, un fatto da richiamare e da richiedere, ripeto, conosco praticamente niente dell'argomento, mi riprometto di acquisire tutte le informazioni e domani magari posso essere più preciso di quanto non sono adesso.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Maninchedda. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie Presidente, soltanto perché volevo rimarcare un aspetto, vede Presidente, nel rispondere poco fa all'onorevole Capelli relativamente alla manifestazione che c'è stata ieri, lei ha sottolineato il fatto che non si trattava di una presa di posizione da parte del Presidente nel confronto delle libere manifestazioni ma sulle modalità che avevano creato anche in altre circostanze del disagio. Io volevo sottolineare due aspetti Presidente me lo permetta: il primo è che quello che si è verificato ieri, la manifestazione di ieri non ha niente a che fare con i problemi di ordine pubblico; la seconda è che un atto politico si esprime anche come libera scelta di una manifestazione e il terzo, e concludo, è che non si tratta di un giardino privato ma di un luogo pubblico in cui i cittadini possono manifestare e sostare considerando anche un aspetto positivo che ritengono la Regione vicina a se stessi, vicina alla propria realtà e si esprimono anche montando delle tende, ritenendo in questo modo di essere prossimi alle questioni che li riguardano direttamente. La ringrazio.
PRESIDENTE. Onorevole Caligaris, io ci sto alle espressioni di opinioni, perché tutte le opinioni sono consentite ma non in questo modo disordinato, perché altrimenti esprimiamo opinioni in assoluta e totale libertà, dando anche dei giudizi naturalmente, a me non risulta che sia stato invocato da alcuno l'intervento della polizia, e confermò questo.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Caligaris. Non vorrei che facessimo un dibattito su un tema che non è in Aula. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.
MARROCU (D.S.). Intervengo adesso, do il mio voto favorevole alla mozione proposta dal collega Uggias, per la Palmera, una realtà industriale importante da salvaguardare per l'occupazione e per l'importanza che ha quel territorio.
Sul rispetto delle altre questioni io penso che i sindacati che hanno deciso di oraganizzare siano liberi di promuovere tutte le iniziative di lotta, io tra l'altro, essendo un ex sindacalista, non posso che manifestare la mia solidarietà ai lavoratori che sono in lotta. I lavoratori ci hanno chiesto un incontro per domani con i Capigruppo, penso della maggioranza e dell'opposizione, facciamo in modo che il Consiglio intervenga per far si che venga rimosso il motivo per cui quei lavoratori stanno scioperando perché occupare all'interno o all'esterno crea problemi ai lavoratori però il nostro compito è far sì che con il nostro intervento si rimuova il motivo per cui questi lavoratori sono li ad occupare nuovamente, ogni anno, prima della finanziaria, ad occupare quello spazio davanti alla presidenza del Consiglio, quindi domani li incontriamo e speriamo di poter fornire le nostre collaborazioni e il nostro aiuto come Consiglio regionale a risolvere quella vertenza finalmente.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione.
DADEA, Assessore tecnico degli affari generali, personale e riforma della Regione. Grazie Presidente, perché penso che su fatti di questa natura bisogna essere estremamente chiari e non ci debbano essere fraintendimenti, da parte della Giunta regionale e da parte del Presidente non è stata messa in atto nessuna iniziativa che possa confutare il diritto di sciopero di chi che sia, penso che su questo terreno, sul terreno del diritto dei lavoratori a scioperare e a manifestare rispetto a qualunque problema su questo terreno penso che non raccogliamo e non intendiamo raccogliere lezioni da chi che sia.
Quindi da parte del Presidente non è stata chiamata la polizia, non sono stati chiamati i carabinieri, quindi siamo noi prima di tutto i primi a voler salvaguardare i diritti dei lavoratori in qualunque modo essi si manifestino.
Naturalmente sempre secondo le regole e secondo le norme vigenti, ma su questo terreno penso che non possiamo raccogliere lezioni da chi che sia.
PRESIDENTE. Va bene, insomma, è un terreno… come abbiamo detto verificheremo come stanno le cose perché altrimenti facciamo un dibattito su un terreno sul quale siamo ovviamente tutti d'accordo perché fa parte dei princìpi della democrazia, quello di manifestare liberamente la propria opinione in uno stato libero e democratico come siamo, in una regione libera e democratica come riteniamo di essere. Quindi facciamo una discussione su una questione sulla quale c'è una larga intesa.
PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.
MANCA, Segretario:
Mozione Uggias - Lai Renato - Cugini - Corda - Cachia - Sanna Matteo - Pileri - Biancu - Lanzi - Porcu - Licheri - Atzeri - Randazzo Alberto - Ladu - Artizzu - Vargiu - La Spisa - Marracini - Caligaris - Scarpa - Murgioni - Capelli - Maninchedda sulla necessità dell'intervento della Regione per scongiurare la chiusura dell'azienda Palmera Spa di Olbia e favorirne il rilancio. (154)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 154.
Torniamo alla mozione presentata dall'onorevole Uggias, accolta dall'Aula con le caratteristiche di urgenza e quindi per questo discussa, se non c'è discussione, se i colleghi hanno visto il dispositivo e il contenuto della mozione possiamo metterla ai voti.
L'onorevole La Spisa ha chiesto il voto elettronico.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico, della mozione.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Artizzu ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Artizzu - Atzeri - Balia - Biancu - Bruno - Caligaris - Capelli - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cugini - Dedoni - Fadda - Floris Vincenzo - Gessa - Giagu - La Spisa - Lai Renato - Lanzi - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Milia - Orrù - Pacifico - Petrini - Pinna - Pirisi - Pisano - Pittalis - Porcu - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Uggias.
Si è astenuto il Presidente Spissu.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 47
votanti 46
astenuti 1
maggioranza 24
favorevoli 46
(Il Consiglio approva).
Dichiaro chiusa la Seduta, il Consiglio è convocato domani per l'esame della mozione numero 143.
La seduta è tolta alle ore 20 e 34.