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Resoconto della seduta n. 278 del 19/01/2007

CCLXXVIII Seduta

(Pomeridiana)

Venerdì 19 gennaio 2007

Presidenza del Vicepresidente Secci

indi

del Presidente Spissu

indi

del Vicepresidente Secci

indi

del Presidente Spissu

INDICE

La seduta è aperta alle ore 16 e 04.

SERRA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 16 gennaio 2007 (272), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Carmelo Cachia, Giovanna Cerina, Ciriaco Davoli, Raffaele Farigu, Giovanni Battista Orrù e Fedele Sanciu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 19 gennaio 2007.

Poiché non vi sono opposizioni questi congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione delle partizioni del testo unificato "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. 11/A e Doc. 11 bis/A) del documento: "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11/A) e del documento: "Integrazione al Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11 bis/A)

PRESIDENTE. Ricordo che è all'ordine del giorno il testo unificato dei documenti 11 e 11 bis/A, il cui esame prosegue con la votazione degli emendamenti al capitolo 4, Parte II, a partire dal numero 506.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 506.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti al fine di consentire il decorso dei termini temporali previsti dal terzo comma dell'articolo 91 del Regolamento.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 08, viene ripresa alle ore 16 e 18.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Chiedo all'onorevole La Spisa se reitera la richiesta di votazione nominale sull'emendamento numero 506.

LA SPISA (F.I.). Sì, la confermo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 506.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Frau ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: ATZERI - LANZI - LICHERI - MURGIONI - PACIFICO - SANNA Alberto.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FLORIS Vincenzo - FRAU - LAI - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - SABATINI - SALIS - SANNA Francesco - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS.

Si è astenuto il consigliere: SCARPA.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 37

votanti 36

astenuti 1

maggioranza 19

favorevoli 30

contrari 6

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 51.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 21, viene ripresa alle ore 16 e 52.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori. E' in votazione l'emendamento numero 506 sul quale il collega La Spisa aveva chiesto la votazione nominale. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Reitero la richiesta di votazione nominale.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri SANJUST, RASSU, PETRINI, Alberto RANDAZZO, CONTU, CAPELLI, CASSANO.)

Seconda votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 506.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Capelli, Sanjust, Contu e Mario Floris hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: CAPELLI - CASSANO - CHERCHI OSCAR - CONTU - DEDONI - FLORIS Mario - PETRINI - RANDAZZO Alberto - RASSU - SANJUST - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - COCCO - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 50

maggioranza 26

favorevoli 11

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 508.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Signor Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento 508 che si inserisce tra gli emendamenti che prevedono,in seguito a una pianificazione e ad una prospettazione di obiettivi, la revisione della rete dell'emergenza a livello territoriale. Nel corso dell'intervento sull'emendamento 506 sottolineavo come l'aggiornamento tecnologico del sistema, con i sistemi oggi a disposizione sul mercato, non richieda più di quattro, cinque mesi per essere messo in campo. Questo, purtroppo, non è stato fatto perché l'Assessore ha aspettato fino a oggi a prospettare un rinnovo, su base territoriale, delle dotazioni tecnologiche per le comunicazioni.

Lo stesso discorso vale per l'adeguamento dei mezzi di soccorso avanzato di base. Io credo che dotare di defibrillatori semiautomatici i nostri operatori non sia una cosa difficilissima. Sul mercato sono presenti diversi tipi di defibrillatori, il problema riguarda soltanto la loro acquisizione e la conseguente messa a disposizione delle postazioni di soccorso avanzato. Nel giro di un paio d'anni, acquisendone per esempio ventiquattro ogni annosi sarebbero potute dotare tutte le postazioni di soccorso avanzato, compresi i mezzi mobili, di defibrillatore.

Ma, se queste sono state le difficoltà, io vorrei capire con che tipo di approccio abbiamo affrontato il tema dell'emergenza. Certo, è più complesso dotare la Regione di una flotta di elicotteri per approntare il servizio di elisoccorso che non reperire questi sistemi sul mercato. Come è stato fatto per le dotazioni delle ambulanze. Le ambulanze che oggi vengono utilizzate, non più avvalendosi del volontariato. le centocinquanta associazioni di volontariato che partecipano al sistema…

PRESIDENTE. Onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 508.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - CASSANO - CHERCHI Oscar - CUCCU Franco Ignazio - DEDONI - LA SPISA - LICANDRO - LIORI - MILIA - PISANO - RANDAZZO Alberto - RASSU - SANJUST - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 56

maggioranza 29

favorevoli 15

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 509.

Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Signor Presidente, dichiaro che voterò a favore dell'emendamento numero 509. Nel corso della discussione generale del capitolo Emergenza Urgenza ho detto che ero soddisfatto che nel Piano, fra gli obiettivi da raggiungere riguardanti il livello territoriale, si parlasse di aggiornamento e di riqualificazione dei medici della continuità assistenziale. Ritengo che sia un riconoscimento dovuto, per dei professionisti spesso, secondo me, trascurati. E questo anche al fine di dare una risposta certa, adeguata, al servizio ambulatoriale dell'emergenza cercando di ridurre il più possibile i tempi.

Io ho sempre detto, infatti, anche prima che arrivasse in Aula il Piano sanitario regionale, che ritenevo opportuno riqualificare il lavoro di questi medici attraverso dei corsi di formazione, né più né meno come si è fatto per il "118". Fra l'altro io so con quali mezzi ho svolto la mia attività di guardia medica: mezzi assolutamente inadeguati; quindi si chiede anche la fornitura di mezzi adeguati che permettano un miglioramento del loro lavoro. Io sono del parere che i medici di guardia medica, della continuità assistenziale, meritino forse più rispetto di tanti altri, visto il compito ingrato che svolgono e, per certi versi, l'abbiamo imparato negli ultimi anni, anche, probabilmente, il più pericoloso. Curano pazienti che non sono loro pazienti, non li conoscono, lavorano in condizioni spesso disagiate e, purtroppo, trovandosi spesso di fronte persone che solamente di notte hanno il coraggio di sfogare le proprie frustrazioni.

Quindi, noi siamo d'accordo sulla riqualificazione e l'aggiornamento, ma in questo emendamento chiediamo che vengano svolti attraverso un progetto obiettivo; quello stesso progetto obiettivo che voi indicate nel paragrafo della continuità assistenziale, adottato ai sensi del comma 2, dell'articolo 12, della legge regionale numero 10, del 2006.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 509.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, sul monitor non era registrata la sua iscrizione a parlare. Siamo in fase di votazione, per cui può parlare soltanto sulle modalità di voto.

Metto in votazione l'emendamento numero 509. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Comunico che l'emendamento orale alla pagina 120 del testo, proposto dal relatore Pacifico, va modificato a seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 438, riportando la medesima dizione. Pertanto si propone di inserire a pagina 120 dopo le parole "non invasive", riga 11,: "Gli indirizzi dell' Atto Aziendale prevederanno i parametri per l'istituzione della Osservazione Breve nel servizio di Pronto Soccorso".

Metto in votazione il testo del capitolo 4 con le integrazioni proposte Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 503.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Signor Presidente, annuncio il mio il voto favorevole sull'emendamento numero 503 che prevede interventi di integrazione al sistema dei servizi di Emergenza Urgenza legati alla dispersione territoriale della popolazione. Nel corso della discussione generale, quando si è entrati nel merito delle dotazioni e degli obiettivi da raggiungere, si è rilevata la necessità di costruire una rete dell'emergenza che tenesse conto delle specificità della nostra Regione (fattori orografici, demografici, viabilità) al fine di dare la copertura, la più ampia possibile, su tutto il territorio regionale, tenendo presente anche la stagionalità dei flussi turistici, e così assicurare durante tutto l'anno dei servizi efficienti per impedire anche la perdita di una sola vita umana.

Quando abbiamo esaminato il sistema esistente ci siamo resi conto di avere a disposizione un patrimonio di circa 150 associazioni di volontariato che operano, con grande disponibilità, gratuitamente a servizio delle collettività…

(Interruzioni)

Credo che su questi aspetti l'Assessore avrebbe dovuto riflettere per mettere a frutto queste disponibilità che, credo, vadano premiate e non penalizzate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io esprimo il voto a favore dell'emendamento numero 503 perché, onestamente, mi sembra che migliori il testo del Piano sanitario. Il Piano sanitario prevede l'attivazione del servizio di elisoccorso garantendo due basi operative: Cagliari e Sassari. Ora, essendo sicura, certa, acclarata, la difficoltà di raggiungere alcune aree periferiche, soprattutto nel territorio di Nuoro e di Oristano, ma anche dell'Ogliastra ovviamente e, secondo dove è localizzato l'elisoccorso, anche della Gallura, sarebbe abbastanza importante individuare, oltre che una base a Cagliari e una base a Sassari, una base intermedia nel centro della Sardegna che possa servire le province che scontano le maggiori difficoltà nel trasporto gommato.

Quindi, visto che stiamo individuando tendenzialmente le basi di partenza dell'elisoccorso, credo che sarebbe importante individuarne una terza che serva la Sardegna centrale. Ribadisco pertanto che voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, chiaramente voterò a favore di questo emendamento che, fra l'altro, riporta in maniera abbastanza chiara tutte le argomentazioni che, in più di un'occasione, abbiamo addotto in quest'Aula per evidenziare le specificità della nostra Isola. La Sardegna non è certamente la Lombardia, non è il Piemonte, non è il Veneto, perciò servono maggiori risorse per avere le stesse garanzie di cura, le stesse garanzie per il sistema di Emergenza Urgenza rispetto ad altre regioni.

Se noi facciamo un raffronto numerico e consideriamo un'area metropolitana come Milano, che ha più o meno lo stesso numero di abitanti della Sardegna, vediamo che per lo stesso numero di abitanti in Sardegna (non ho mai fatto il conto) credo ci siano circa trentacinque ospedali, tra grandi e piccoli, mentre a Milano, mi risulta (anche in questo caso non ho numeri precisi) che ce ne siano otto o forse nove.

E' chiaro che se, per rispondere un po' alla provocazione di stamattina, trasformassimo la Sardegna in un'unica area metropolitana ubicata nella zona di Cagliari, trasferendovi tutti gli abitanti, non avremmo bisogno né di piccoli ospedali, né di stare a discutere per ore sul nuovo ospedale policentrico, si creerebbero semplicemente sei, sette o otto ospedali e sarebbero sufficienti per il fabbisogno, per le cure, per le emergenze per tutti cittadini; avremmo sicuramente le stesse possibilità di cura di altre regioni, con risorse economiche che non sarebbe più necessario che fossero adeguate a un territorio difficile come quello della Sardegna. Il restante territorio della Sardegna potrebbe poi semplicemente essere sfruttato a fini agricoli e turistici.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, le argomentazioni che si portano a supporto di questo emendamento numero 503 potrebbero sembrare ripetitive; ma, in relazione a quelle tematiche, che abbiamo trattato in più di una circostanza, io dovrei anche rileggere un'interrogazione che ho rivolto al Presidente e all'assessore Dirindin, in data 11 ottobre 2006 (ancora non ha avuto una risposta), sull'organizzazione del sistema di trasporto e di elitrasporto e sull'aggiornamento del personale adibito a questa attività. Aggiornamento che ancora non è stato posto in essere.

Ora, mi pare inutile che si continui a dire che si fa ostruzionismo, quando si porta palesemente all'attenzione dell'Aula, all'attenzione della maggioranza e, ancor prima, all'attenzione della Giunta, necessità ed emergenze prospettate dagli utenti della sanità sarda. Mi chiedo se l'essere sordi a questi appelli possa produrre un qualche risultato, probabilmente il Piano verrà esitato, però non avremo risolto i problemi dei sardi, soprattutto di quelli che avranno urgenze ed emergenze in zone impervie, in zone di difficoltà, in zone in cui non può esserci un collegamento veloce che porti il malato dal posto dove si trova all'ospedale più vicino.

l'Assessore dei trasporti, può sorridere tranquillamente, dirà che ha risolto i problemi delle ferrovie della Sardegna, affiancato dalla dottoressa Dirindin; probabilmente le cose andranno ancora meglio e produrremo qualche risultato, ma di natura diversa rispetto a quella che darebbe una risposta di buona sanità ai sardi.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 503. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 187.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). L'emendamento 187, sul quale preannuncio il voto favorevole, anche in qualità di primo firmatario, introduce una verifica da parte della Commissione consiliare competente sulla tempestività delle risposte, l'appropriatezza e l'omogeneità delle stesse in tutto il territorio regionale da parte del sistema di Emergenza Urgenza.

Credo che gli obiettivi che si intende perseguire debbano essere anche verificati...

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Aspettiamo con tranquillità che questo momento finisca.

ARTIZZU (A.N.). Non vorrà riprendere noi!

PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, sto dicendo che aspetto che l'Aula assuma un contegno degno per continuare i nostri lavori.

E le assicuro che non sarò io ad avere problemi di comportamento.

CONTU (F.I.). Io credo di poter e dover recuperare il tempo.

PRESIDENTE. Onorevole Contu, non si preoccupi, recupererà tutto il tempo che le è dovuto.

Richiamo ancora i colleghi a stare al loro posto, a non dare le spalle alla Presidenza, cosa che avviene costantemente,a non assumere atteggiamenti che non sono consentiti in quest'Aula.

Non mi stancherò di ripetere queste cose, così come non mi stancherò di dire che al tavolo della Giunta ci si avvicina per parlare brevissimamente solo di qualche problema inerente le materie in discussione e che i colloqui su altre questioni vanno svolti fuori da quest'Aula, chiunque li svolga.

Ancora, non mi stancherò mai di dire che vengo continuamente richiamato da chi parla perché vuole essere ascoltato e sistematicamente, appena finisce di parlare, chi prima voleva essere ascoltato non ascolta e parla.

Di questi miei rilievi ne faccia ciascuno il tesoro che vuole, ma è un mio dovere farli, e li farò finché energie e risorse, che vi assicuro ho, me lo consentiranno.

Prego, onorevole Contu, continui il suo intervento.

CONTU (F.I.). Io la apprezzo in questo suo ruolo di garante dell'Aula. Credo infatti che certi atteggiamenti siano offensivi dell'intelligenza che dovrebbe caratterizzare tutte le persone presenti in quest'Aula. Io richiamo i colleghi al rispetto non soltanto della loro intelligenza ma anche di quella degli altri. Questo non mi stancherò neanche io, Presidente, di farlo, soprattutto quando vengono messe in discussione le regole democratiche dell'Aula e il rispetto che legittimamente deve essere garantito a tutti.

Stavo richiamando la necessità che il sistema di Emergenza Urgenza dia risposte tempestive, appropriate e omogenee su tutto il territorio regionale al fine di impedire la perdita di vite umane.

Nel corso degli ultimi due anni, me l'hanno ricordato stamattina funzionari dell'Assessorato dell'ambiente, soltanto tra il personale della Regione abbiamo perso cinque vite umane, Assessore. Questo è un fatto gravissimo che io denuncio in Aula perché il nostro sistema è un sistema colabrodo, un sistema che fa acqua da tutte le parti, e lei deve impegnarsi perché davvero guadagni efficienza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, lei ha perfettamente ragione quando dice che ognuno di noi chiede attenzione e poi, magari, dopo che ha parlato, a sua volta si distrae e parla con qualcuno dall'altra parte dell'Aula; è un fatto a volte comprensibile, legato anche un po' alla stanchezza di queste lunghe ore passate in Aula. Però, quello che non si può assolutamente accettare (e sta succedendo oramai da diversi giorni) è che si disturbi non per distrazione, non per stanchezza, non per noia ma semplicemente per infastidire chi sta parlando e per creare turbative all'Aula. Questo, sinceramente, non mi sembra molto corretto.

Io voterò a favore di questo emendamento numero 187, presentato dal collega Contu, perché (ho avuto modo di dirlo nella discussione generale), credo sia legittimo da parte nostra - è un nostro diritto - voler sapere se dopo sei mesi dall'entrata in vigore di questo Piano sia veramente cambiato qualcosa per quello che riguarda l'appropriatezza e soprattutto la tempestività del soccorso. Chiaramente noi speriamo che qualcosa sia cambiato in meglio.

Ma vogliamo sapere non per poi continuare ad alimentare le polemiche, che possono essere assolutamente inutili e sterili, o per prendere atto che tutti i buoni propositi che voi enunciate in questo Piano non si rivelino alla fine soltanto dei buoni propositi e basta. Non è certamente così.

Uno dei motivi per i quali noi vogliamo essere coinvolti è semplicemente per avere, appunto, la possibilità di apportare quei correttivi che magari possono consentire anche un miglioramento del servizio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, per avere contezza dell'emendamento che stiamo discutendo io mi permetterò di leggerlo perché si capisca e qualcuno rifletta sul ragionamento che sottende questo emendamento. Dopo il secondo capoverso, si dice, è aggiunto il seguente: "Il sistema Emergenza Urgenza dopo sei mesi dall'entrata in vigore del Piano è oggetto di analisi da parte della Commissione consiliare competente per la verifica della tempestività delle risposte, dell'appropriatezza e omogeneità delle stesse in tutto il territorio regionale. I correttivi eventuali da apportare al Piano sono posti all'attenzione e all'approvazione del Consiglio regionale".

(Interruzione dell'onorevole Frau)

DEDONI (Riformatori Sardi). Onorevole Frau, lei può anche pensare di conoscere l'emendamento, ma quando dice che conosce una cosa e poi la disconosce nei fatti lei va contro natura nella sua dichiarazione di scienza, perché lei non pratica quello che dovrebbe, come dice, ritenere! Va bene?!

"E' inutile lo ritener avere inteso", se poi non si pratica quello che deve essere praticato. E me ne guarderei bene prima dal dirlo. Allora, siccome...

FRAU (Progetto Sardegna). Quanti controlli hai fatto negli ultimi cinque anni?

PRESIDENTE. Onorevole Frau, la prego, onorevole Frau, gentilmente.

DEDONI (Riformatori Sardi). Purtroppo ne ho fatto di verifiche e disgraziatamente andava male nei primi cinque mesi ma le ricordo che andava peggio ancora negli altri cinque anni precedenti, e ancor prima. Se dovessi fare una verifica probabilmente lei dovrebbe fare anche una considerazione: se il Piano esitato ventun anni fa ha dato prodotti e se non è stato veramente aggiornato tempo per tempo e se quel Piano non è esistito più perché è stato aggiornato nuovamente! Come sarà la fine di questo Piano che non è manco partito e ha già necessità di essere aggiornato, perché voi non avete veramente inteso quello che ritenete. Ma "inteso" come dice Dante!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 187.

Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 187.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sanjust ha votato a favore e il consigliere Manca contro.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CAPELLI - CAPPAI - CASSANO - CONTU - DEDONI - GIORICO - MURGIONI - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - RASSU - SANJUST - SANNA Matteo - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS VINCENZO - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 55

maggioranza 28

favorevoli 15

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 502.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento numero 502, e ne chiedo la votazione nominale Riprendendo qualcuna delle argomentazioni addotte dai colleghi, a sostegno del voto a favore dell'emendamento precedente, per il quale non mi sono espresso in dichiarazione di voto, vorrei sapere, se ci fosse un minimo di ipotesi di confronto in quest'Aula, quali sono le parti di questo emendamento che sono considerate non accettabili da parte della maggioranza.

Noi chiediamo quale delle proposte, delle indicazioni che vengono sostenute in questo emendamento non sembra ragionevole a fronte di una verifica del funzionamento attuale del "118" e del servizio Emergenza Urgenza, dal quale discende la proposta di modifica del sistema del "118" (si prevede un rafforzamento e un miglioramento) contenuta all'interno del Piano.

Noi abbiamo la sensazione che attualmente il livello di appropriatezza dell'attività svolta nella centrale di coordinamento non sia il migliore possibile; ci sapete dire se vi risulta una cosa diversa? Noi abbiamo l'idea che la percentuale di scostamento della correttezza delle indicazioni trasmesse al sistema dei mezzi di trasporto sia elevata; vi risulta o non vi risulta? Ci sembra inoltre che anche la qualità dell'intervento dei mezzi di trasporto, mi riferisco alle criticità legate ai ritardi, sia significativamente inferiore a quella che sarebbe necessaria; vi risulta o non vi risulta?

Vorremmo sapere, eventualmente, le motivazioni di tali ritardi, e qual è il grado di coerenza nella scelta dell'ospedale di riferimento; cioè se il sistema di trasporto porta il paziente nell'ospedale giusto o no, perché abbiamo la sensazione che sia elevato anche questo indice di errore. Vorremmo sapere se anche questo aspetto vi risulta o no, così come vorremmo sapere a chi eventualmente attribuire la responsabilità dell'errore di merito, se al personale dell'ambulanza, se al personale della centrale di riferimento del "118", o a qualche altro anello della catena che ci sfugge.

Se questo non viene detto, se voi non lo sapete, è difficilissimo proporre delle soluzioni al sistema dell'Emergenza Urgenza che davvero risolvano il problema, è il solito discorso che vi stiamo facendo tante volte. In questo Piano manca, purtroppo, la fase istruttoria, manca una consapevolezza dei motivi da cui discendono le criticità, e senza conoscere la diagnosi dare la terapia a intuito è appunto un'intuizione. Noi però non ci fidiamo soltanto delle vostre intuizioni, vorremmo conoscere le informazioni che sono in vostro possesso da cui partono le proposte che fate.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 502.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Ladu ha votato a favore e i consiglieri Sabatini e Franco Sanna contro.

Rispondono sì i consiglieri: CAPELLI - CASSANO - DEDONI - IBBA - LADU - MELONI - RASSU - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - LAI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 44

maggioranza 23

favorevoli 8

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Riprendiamo l'esame dell'emendamento numero 75 che era stato sospeso.

Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, il parere è negativo. L'emendamento era stato sospeso per una verifica di fattibilità del passaggio delle idroambulanze dalla gestione della Protezione civile al "118"; poiché non appare possibile in questo momento attivare un percorso di questo tipo, viene respinta la richiesta posta nell'emendamento.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 75.

Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Presidente, non ho capito il parere contrario e neanche la giustificazione dello stesso data a questa Aula. La Regione Sardegna, dal 2004, possiede due idroambulanze acquistate con gara d'appalto perla fornitura di due imbarcazioni polivalenti per soccorso nautico ed emergenza sanitaria. Il collega Pacifico sostiene che non possiamo passare la gestione di questi mezzi dalla Protezione civile alla sanità.

Io premetto che questo non è un emendamento di bottega o una "marchetta", è un emendamento che pone un problema sollevato dalle isole minori, Carloforte e La Maddalena, che diciamo sempre (ci riempiamo sempre la bocca di queste espressioni) di dover tutelare. Ho sentito infatti molti colleghi della maggioranza ribadire che lo stesso rispetto degli accordi che chiediamo noi in quanto isola lo dobbiamo a nostra volta alle isole minori che hanno anche pochi abitanti, Carloforte ne ha 6.444 e La Maddalena 11.369

Caro collega Pacifico, caro Assessore, quelle ambulanze sono state inaugurate "in pompa magna" nell'agosto del 2004 alla presenza di Bertolaso e chiaramente della Giunta. Il giorno dopo, arrivate al porto, ne è stato sospeso l'uso con un decreto. Ma non sarebbe corretto dare una risposta ai nostri conterranei, perché anche quelle due isole fanno parte della Sardegna? Mi stupisce ciò che hanno detto illustri colleghi della maggioranza, e non li cito perché onestamente mi vergogno della posizione che è stata presa; io non sono né di Carloforte né di La Maddalena ma affrontare questo problema significa dare una risposta concreta a quei territori, ai cittadini.

La soluzione proposta non comporta nessun aumento di spesa all'interno del Piano sanitario, comporta solo un interessamento di un altro Assessorato. Forse è un po' più pratico legarlo al "118", oppure vi dà fastidio il fatto che l'emendamento proponga di affidare il servizio alle associazioni di volontariato e, nel contesto di quello che c'è scritto nel Piano sanitario, rispettando le 150 associazioni che garantiscono il servizio, riconoscere finalmente assistenza continua alle isole minori 24 ore su 24? Mettete in pratica ciò che dite! Voto a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, vorrei che questo emendamento, nel contenuto, se i colleghi sono d'accordo, proprio perché, secondo me, pone un problema importante per le isole minori, venisse trasformato in una raccomandazione alla Giunta. Dalle parole del relatore sembra che si tratti di una questione tecnico-pratica per cui occorre trovare la soluzione più idonea perché venga comunque garantito il servizio dando questa certezza, questa sicurezza ai residenti nell'area di La Maddalena e di Carloforte.

Io non so se l'onorevole Randazzo, che è primo firmatario dell'emendamento, possa accogliere questa proposta che credo rappresenti comunque un'occasione anche per trovare una soluzione oggettiva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Presidente, credo che l'onorevole Randazzo abbia in gran parte ragione sul merito del problema. Capisco anche la foga, perché non è la prima volta che sostiene le ragioni di questo intervento, e devo dire che gran parte dei colleghi della maggioranza sente il problema nello stesso modo. Proprio stamattina, insieme all'Assessore e al direttore generale, abbiamo verificato la fattibilità dell'operazione. Sull'operazione in sé, che per quanto riguarda La Maddalena sembrerebbe essere assicurata dal servizio della Capitaneria di porto e da un'associazione di volontariato, attraverso un mezzo idoneo, abbiamo però la necessità di fare alcuni approfondimenti per dare, eventualmente, il via libera a questo servizio. Quindi, da parte della maggioranza non c'è un atteggiamento ostile nei confronti dell'emendamento.

In considerazione di questo, io formalmente invito il collega Randazzo a ritirare l'emendamento, non per far cadere il problema nell'oblio ma per ritornarci, e su questo chiedo anche l'impegno formale dell'assessore Dirindin, in un secondo momento, con una trattazione specifica, preliminarmente in Commissione e poi, eventualmente, con un ordine del giorno in Aula. Credo che l'intero Consiglio possa assumere questo impegno che rappresenta, comunque, la garanzia di un interessamento rispetto al problema.

PRESIDENTE. Onorevole Randazzo, chiedo il suo parere su questa proposta.

RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Riconosco la buona fede, Presidente, però mi trovo in imbarazzo sulla proposta per cui le chiedo se è possibile accantonare questo emendamento e passare ai successivi.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Concordo con la proposta dell'onorevole Randazzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Io se non viene ritirato…

PRESIDENTE. Onorevole Marrocu si esprima sulla proposta di sospensione o di ritiro.

MARROCU (D.S.). Se l'emendamento viene ritirato bene, se non viene ritirato voto contro perché, come ho avuto modo di verificare, l'associazione di Carloforte ha rifiutato questo servizio due anni fa, proprio ritenendo queste idroambulanze pericolose per l'utenza.

PRESIDENTE. Stiamo continuando la discussione sull'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Io ho sentito alcune argomentazioni, che in un primo momento potevano anche trovarmi consenziente sul ritiro dell'emendamento. Ma poi riflettevo e…

(Interruzioni dei consiglieri Uggias e Marrocu)

PRESIDENTE. Prego, onorevole Dedoni, continui.

DEDONI (Riformatori Sardi). Io volevo fare presente che il problema esiste, e l'onorevole Uggias, poc'anzi, l'ha fatto presente con chiarezza all'Aula. E ha detto anche di più, ha detto che ha voluto fare una verifica con l'Assessore. Vede, tutte queste cose vanno bene, ma ho sentito anche la dichiarazione contraria dell'onorevole Marrocu, il quale parla di inaffidabilità delle associazioni di volontariato nel prestare un servizio di soccorso. Le orecchie le abbiamo tutti. Mi verrebbe da dire, visto che questo servizio non è affidabile , perché non se lo accolla il pubblico (così dovrebbe essere) per offrire la dovuta garanzia a chi vive in condizioni disagiate a causa dell'insularità?

E voglio dire ancora di più. Il problema non si può eludere ma va affrontato all'interno del Piano, perché dire che il Piano prevede un servizio di trasporto da un'isola all'altra significa pianificare. Cari colleghi, non si può menare il can per l'aia e dire cose che non esistono. Questo non è un Piano, ancora una volta state dimostrando che non è un Piano, che non volete fare un Piano, che volete fare solo gli interessi che vi riguardano, ma non dare servizi alla gente, questa è la verità.

PORCU (Progetto Sardegna). Vergognati!

DEDONI (Riformatori Sardi). Chicco, vergognati tu, perché, probabilmente, hai soddisfatto le tue esigenze e allora per te va bene. Non hai soddisfatto però le esigenze del popolo sardo. Questa la verità! Chiaro? Perché non c'è un Piano! E questo lo dovresti capire tu e chi ti viene ad ascoltare in tutte le circostanze in cui vai a parlare a nome tuo e del tuo partito. Dovresti ricordare quanta gente, probabilmente, si è illusa di poter avere una migliore condizione. Comunque, Presidente, non si sta mai consentendo ai consiglieri di svolgere il loro ruolo in Consiglio.

(Interruzioni dei consiglieri Porcu e Uggias)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.). Sarò brevissimo. Io prego i colleghi di riportare il dibattito…

PRESIDENTE. Onorevole Rassu, aspetti un secondo.

RASSU (F.I.). Presidente, se mi fanno parlare io parlo.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Sì, lei ha la parola ma aspetti un attimo. Recuperiamo un attimo di serenità all'interno dell'Aula.

Prego, onorevole Rassu.

RASSU (F.I.). Innanzitutto prego i colleghi di ripristinare un clima più sereno in cui il dibattito abbia toni meno accesi. D'altronde stiamo parlando di un problema concreto, come è stato riconosciuto anche dal collega Uggias. Se è vero che queste due idroambulanze sono necessarie… Presidente, io sto zitto sinché l'Assessore non si gira.

PRESIDENTE. L'Assessore stava discutendo del problema, onorevole Rassu, non altro.

RASSU (F.I.). Stavo dicendo che se queste due benedette idroambulanze sono ormeggiate nel porto di Carloforte (e col passare del tempo magari anche deteriorandosi), e c'è l'esigenza che questo servizio venga attivato, se c'è una disponibilità ad espletare quel servizio da parte del volontariato - io non so a cosa si riferisse il collega quando parlava di pericolo - che difficoltà c'è ad raggiungere anche questo tra gli obiettivi che il Piano vuole perseguire nel sistema di Emergenza Urgenza?

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Rassu, abbia pazienza un attimo, ci sono altri problemi. Prego, prosegua.

RASSU (F.I.). Presidente, finché gli scontri sono tra maggioranza e opposizione possono anche essere giustificati ma, all'interno della maggioranza creano ancora più caos e incertezza, sinceramente. Comunque, se veramente queste due idroambulanze sono ormeggiate in porto, se sono state acquistate e inaugurate " in pompa magna ", come ha detto il collega Randazzo, il cui intervento io ho seguito con molta attenzione, se questo servizio è necessario perché non lo si attiva? Questa è un'assurdità, scusate, ma questa è proprio un'assurdità! Per non inserire nel Piano due parole contenute in un emendamento presentato dall'opposizione? Ma allora c'è un pregiudizio! D'altra parte, anche il collega Uggias, pur ammettendo la necessità di questo servizio rimanda a un riesame in Commissione.

Ma che cosa comporta inserirlo in questo benedetto Piano? Proprio un bel niente! Non si tratta di istituire un reparto di chirurgia, di costruire un nuovo ospedale, o quant'altro, si tratta di mettere in moto questi due idroambulanze che sono già state acquistate e farle funzionare, punto e basta. Qual è la difficoltà? Io, molte volte, credetemi, non riesco a capire. Si inserisce l'obiettivo nel Piano, dopodiché la Commissione o chi per lei dirà come e quando farle partire e farle funzionare e si finisce questa polemica inutile. Io voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, nella speranza di tranquillizzare l'Aula, vorrei fare solo una precisazione. Il problema delle idroambulanze presenta due aspetti. Il primo attiene al fatto che abbiamo delle idroambulanze che i professionisti ritengono inadeguate e, quindi, non utili per il trasporto dei pazienti in condizioni di emergenza. Bisogna capire quindi se i professionisti danno una valutazione errata, oppure se le idroambulanze sono davvero inadeguate. Per inciso, dico che la Sardegna non sarebbe l'unica regione ad aver acquistato, in quel periodo, delle idroambulanze che poi non sono state utilizzate sui territori perché ritenute inadeguate.

Questa mattina ci hanno detto che sono difficili da utilizzare, tanto è vero che alcuni si sono organizzati diversamente. Quindi, su questo primo aspetto la Giunta si impegna a fare un approfondimento per capire qual è la condizione di queste due idroambulanze.

Il secondo aspetto attiene al fatto che se le idroambulanze ci sono, e sono utilizzabili, bisogna utilizzarle; quindi ci impegniamo ad adeguarle per metterle in funzione se sarà necessario e se sarà utile al fine di garantire il soccorso urgente in quelle due isole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Masia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MASIA (Federalista-Autonomista Sardo). Brevemente, anche dopo le precisazioni dell'Assessore. Io credo che esistano diversi ordini di problemi. Il primo è sicuramente quello dell'attenzione che deve essere data alle isole minori che nel caso dell'Emergenza Urgenza, solitamente, soffrono più di quanto non possano soffrire altre realtà della nostra Regione. Il secondo è sicuramente l'aspetto che ha sottolineato l'Assessore.

In effetti, quando abbiamo esaminato l'emendamento abbiamo anche provato, per sensibilità e perché naturalmente questi problemi li conosciamo, a predisporre un nostro emendamento che tenesse conto della presenza di questi mezzi. Il primo dato che è emerso, onorevole Randazzo, ma lo dico a tutti, è che questi mezzi non sono riconosciuti idonei da coloro che li conoscono. D'altronde, è stato detto, c'è chi in qualche modo sta cercando di risolvere il problema dell'emergenza, delle due realtà di Carloforte e La Maddalena, in modo diverso, pur avendo in porto questi mezzi ritenuti, ripeto, non idonei.

Infine, io credo che, piuttosto che farsi prendere dalla smania di dire: "Il problema l'ho risolto io", sia il caso di trovare veramente una soluzione. Naturalmente concordo con l'onorevole Uggias che chiedeva il ritiro esclusivamente per fare in modo che tutti ci si impegni a risolvere questo problema.

Io propongo di sospendere perlomeno l'esame dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marracini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARRACINI (Gruppo Misto). Presidente, io credo che questa discussione possa essere superata da un emendamento, già approvato, che recita che nelle isole di La Maddalena e San Pietro vengono mantenuti i servizi assistenziali esistenti.

ALBERTO RANDAZZO (U.D.C.). Non esistono!

MARRACINI (Gruppo Misto). Se esistono già…

ALBERTO RANDAZZO (U.D.C.). Non ci sono, non esistono!

MARRACINI (Gruppo Misto). Noi, componenti di maggioranza e opposizione del gruppo di lavoro della Commissione, abbiamo firmato questo emendamento, ormai approvato, chiedendo che i livelli assistenziali nelle due isole fossero mantenuti con i servizi esistenti. Ora, se questo servizio esisteva continuerà ad esistere, se non esisteva non esisterà o, comunque, sarà una linea aziendale a decidere sul merito. Quindi non stiamo penalizzando nessun tipo di servizio già esistente. Ritengo , alla luce di quell'emendamento, approvato all'unanimità ieri da tutti, che sia superato questo emendamento specifico. Quindi l'emendamento in votazione ritengo possa essere ragionevolmente compreso in quello e quindi considerato accolto e ritirato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Presidente, io voterò a favore di questo emendamento, rimarcando un aspetto contenuto nel Piano scritto da voi che (stiamo parlando del sistema Emergenza Urgenza) all'ultimo capoverso di pagina 116 recita: "Il sistema territoriale di soccorso si basa su due livelli di risposta: quello avanzato (medicalizzato) composto da personale convenzionato e dipendente delle Aziende USL, e quello di base, delegato alle associazioni di volontariato in regime di convenzione". Leggo questo, perché? Perché l'emendamento altro non fa che proporre un ulteriore obiettivo, contraddistinto con la lettera e), idroambulanze. Si tratta cioè di inserire nel Piano che il soccorso può essere effettuato anche tramite le idroambulanze.

Potremmo dire che non entriamo in merito al fatto che ci siano già due idroambulanze, semmai possiamo dire che le idroambulanze potrebbero essere acquistate nuove, magari con nuovi fondi, magari con certificati veritieri, magari rese conformi, magari collaudate e quant'altro. Però che cosa significa inserirlo? Non significa niente, Assessore. Mi meraviglia che il semplice inserimento di una voce "idroambulanze" determini una discussione così lunga. E' un'altra di quelle cose sulle quali volete fare il "muro contro muro". Se questi veicoli non saranno idonei, perché privi di collaudo, nel Piano resterà scritto "idroambulanze", stop! Ma perché discutere a lungo su un problema che non esiste?

Io entro nel merito invece delle considerazioni che faceva il collega Randazzo e leggo, però, le caratteristiche di queste idroambulanze perché anche su questo ci sono state da parte vostra dichiarazioni contrastanti. L'onorevole Uggias, per esempio, diceva di avere iniziato una trattativa stamattina con l'Assessore e il direttore generale. Di quale Assessorato? Della sanità o dell'ambiente? Semmai con due direttori generali, e quindi già questo mi fa pensare che il collega Uggias, nonostante la sua buona volontà, forse ha omesso di dirci qualcosa in più.

Queste ambulanze sono state appaltate per soccorso nautico ed emergenza sanitaria ad uso ambulanza, con possibilità di caricamento di almeno due barelle e prestazioni medicalizzate a bordo.

PRESIDENTE. Onorevole Cappai, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Annuncio il voto a favore dell'emendamento numero 75. Nel testo, tra gli obiettivi da raggiungere a livello territoriale, leggo: "la previsione di automediche, condotte da medici dell'emergenza territoriale, e di automezzi infermieristici, con infermieri e autisti soccorritori dipendenti o volontari". Letto questo, torniamo sull'emendamento e torniamo soprattutto alle direttive emanate dal Ministro della salute, Girolamo Sirchia, per assicurare la continuità assistenziale 24 ore su 24, adeguato servizio di Emergenza Urgenza con utilizzo di elisoccorso e idroambulanze.

Bene, le idroambulanze la Regione sarda le ha acquisite nel 2004. Dal 2004 al 2007 sono trascorsi più di due anni e mezzo. Il problema reale resta il fatto che c'è stata, nella stesura del Piano, una dimenticanza: l'inserimento di questo tipo di servizio; ma, collega Marrocu, questo fatto è tanto più grave in quanto non è possibile che voi continuiate a ostentare così, quasi con rabbia, la necessità di dare un servizio a 18 mila nostri concittadini quando questo è prescritto addirittura dal Ministero! Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Su che cosa vi volete arrampicare? Sul fatto che avete acquisito delle ambulanze che non avevano i requisiti, che non possono essere collaudate, che non possono essere utilizzate? Riportatele dove le avete prese, fatele adeguare, fatele mettere a norma. Le avete comprate voi! Le avete acquisite voi al patrimonio della Regione! E avete comunque la responsabilità di averle lasciate per più di due anni ferme e, soprattutto, l'aggravante di non avere inserito questo servizio nel Piano, quasi facendo finta di non conoscere il problema o facendo finta che la dimenticanza sia una cosa di poco conto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Intervengo in primo luogo per dire che mi dispiace per l'equivoco sorto col collega Uggias. Io mi riferivo semplicemente alla non disponibilità del collega Randazzo di ritirare l'emendamento e di accogliere quella che mi sembrava una proposta saggia della collega Caligaris. Queste ambulanze, acquistate non dal centrosinistra ma dal centrodestra, ma non ha importanza, e messe a disposizione di quella comunità da quella comunità sono state rifiutate (queste sono le informazioni che abbiamo); sono state ritenute pericolose per i pazienti, che eventualmente avrebbero dovuto utilizzarle, dopo un vero e proprio collaudo effettuato dalle associazioni con dei medici. Questo aspetto mi portava a dare un giudizio negativo sull'emendamento.

Però, il problema del collegamento di quelle due isole è un problema reale, per cui anch'io mi unisco alla proposta della collega Caligaris di ritirare l'emendamento (l'ha chiesto anche il collega Uggias) trasformandolo in raccomandazione all'Assessore che, tra l'altro, ha già acconsentito ad approfondire, con le comunità di Carloforte e di La Maddalena e con i direttori generali delle ASL di riferimento, il perché quelle ambulanze non rispondano all'esigenza per cui sono state acquistate e, quindi, a verificare in che modo rendere quel servizio il migliore possibile.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

(Segue MARROCU.) Quindi non avevo nessuna volontà polemica ma solo invitare il collega Randazzo a ritirare l'emendamento per rafforzare la proposta della collega Caligaris di trasformarlo in raccomandazione. Mi sembra che l'Assessore condivida questa richiesta e quindi io mi unisco al collega Uggias e alla collega Caligaris nell'invitare il collega Randazzo a ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ibba per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

IBBA (Gruppo Misto). Presidente, sono molto d'accordo con la proposta di soluzione del problema che ha avanzato la collega Caligaris, ma colgo anche l'occasione per spiegarne i motivi. L'emendamento numero 75, così come è formulato, risulta difficilmente accettabile dal punto di vista del comprendonio medico della medicina d'urgenza e della organizzazione sanitaria in ambito di medicina d'urgenza.

Infatti, le idroambulanze, di cui non esiste esperienza in Italia, ma esiste un'esperienza soltanto nei paesi del nord Europa (i punti dove sono più utilizzate sono fondamentalmente le parti costiere e il sud della penisola scandinava) sono in pratica, onorevole Randazzo, delle specie - uso termini impropri - di gommoni molto larghi, con una chiglia piatta che si usano soprattutto all'interno di mari chiusi perché non sono mezzi che possono navigare in sicurezza all'interno di zone con correnti, tempestose, eccetera. Poi, questo è un secondo problema, sono dotate di una tecnologia molto sofisticata al loro interno il cui utilizzo non è affidabile all'entusiasmo dei volontari del soccorso, ma ci vogliono invece professionalità di alta competenza come per esempio i medici o gli infermieri che hanno fatto il corso per le medicalizzate e per la BLS.

Il problema reale è che comunque La Maddalena e Carloforte devono essere messe sotto tutela e il braccio di mare costituisce un ostacolo che in qualche modo va superato. Assumiamo tutti l'impegno d'onore, accogliendo la proposta dell'onorevole Caligaris, di studiare il problema e di trovare delle soluzioni in un momento separato rispetto a questo; accogliere l'emendamento sarebbe un atto di entusiasmo, ma sicuramente un entusiasmo mal riposto perché non risolverebbe il problema di Carloforte e di La Maddalena.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Anch'io volevo dare un contributo in merito a questo problema perché quanto contenuto nell'emendamento numero 75, cioè la possibilità di usare delle idroambulanze per collegare le isole di S. Pietro e di La Maddalena alla terraferma è, comunque, una ipotesi di soluzione del problema. Noi ci rendiamo perfettamente conto che non è che in questo modo si risolvono i problemi sanitari di queste isole , però in una situazione di difficoltà qual è quella che le caratterizza, è chiaro che questo può essere un tentativo di contribuire alla soluzione del problema.

In una regione come la nostra, dove non esiste al momento il servizio di elisoccorso, questa può essere una possibilità, una possibilità concreta perché l'alternativa sono i mezzi di linea; ma i mezzi di linea hanno tempi che non sono compatibili con quelli di una emergenza sanitaria. Ecco perchè credo che occorra valutare la possibilità di attivare questo servizio.

Io capisco anche le perplessità di chi pensa che forse questo servizio non serve, anch'io ho sentito pareri del genere. Però, anche quando si parlava di telemedicina e, quindi, di elettrocardiogramma a distanza, avevo sentito pareri molto negativi in alcuni ambienti, poi si è visto che in certi casi anche questi strumenti si sono dimostrati di grande utilità. Certo, non sono il massimo, però in certe situazioni possono essere utilizzati.

Io credo che sia sbagliato, quindi, liquidare l'uso di questi mezzi come non utile e neanche indispensabile; ritengo invece che occorra porsi nell'ottica di chi vive su un'isola e, avendo bisogno di interventi urgenti, a causa della situazione geografica particolare non è in condizioni di avere un'assistenza immediata.

Pertanto io ritengo che questo emendamento vada accolto; poi chiaramente si studierà anche il modo per far funzionare al meglio queste idroambulanze.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 75. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 75.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ATZERI - DEDONI - PISANO - RANDAZZO ALBERTO - RANDAZZO VITTORIO - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS VINCENZO - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 8

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 497, che era stato accolto parzialmente.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. L'emendamento è accolto sino alla parola "privacy.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 497 nel testo così modificato. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 183.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente io chiedo che l'emendamento venga ritirato dai presentatori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pirisi. Ne ha facoltà.

PIRISI (D.S.). Signor Presidente, io accederò alla richiesta del relatore anche sulla base di certi impegni che sono stati assunti dall'Assessore rispetto a quanto è contenuto all'interno della proposta di Piano regionale dei servizi sanitari. Il Piano, a pagina 118, prevede la revisione della rete territoriale dell'Emergenza Urgenza, in modo da garantire risposte adeguate in tempi idonei.

Riguardo a questo aspetto, Presidente e Assessore, porto alla vostra attenzione una lettera che il responsabile sanitario del "118" della centrale di Sassari ha inviato al sindaco di Macomer; in questa lettera si segnala una grave carenza di mezzi di soccorso riguardante non solo il comune di Macomer ma anche il territorio circostante, rappresentato dai comuni di Bortigali, Silanus, Bolotana, Birori, Dualchi, Borore, fino ad Ottana.

Io devo dire che in seguito alla scelta - per me sciagurata -compiuta da questo Consiglio regionale di fare uno spezzatino della nostra Sardegna, dividendola in otto Province, si sono creati degli scompensi anche sulla rete dell'Emergenza Urgenza; ritengo quindi necessario - come opportunamente detto nel Piano -compiere una rivisitazione e che un punto di "118" possa essere dislocato a Macomer che, oggi, rappresenta quasi il limite verso occidente della provincia di Nuoro. Ritengo che una scelta di questo tipo possa realmente dare una risposta adeguata alle esigenze di pronto intervento in quel territorio. Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Per le motivazioni addotte dal collega Pirisi faccio mio l'emendamento e chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Io intervengo perché non riesco a capire se questo Piano, arrivato in Aula, possa essere modificato o no. Ritengo che le modifiche apportate finora siano assolutamente insufficienti rispetto alle proposte di cambiamento e di miglioramento che sono state avanzate. Io non capisco perché questo emendamento, il numero 183, che secondo me è un emendamento giusto, non debba essere accolto solo perché quanto propone non è previsto all'interno del Piano.

Allora, io devo ricordare che Macomer era già centrale operativa per il "118", e copriva anche la zona della Planargia con l'ospedale di Bosa. Una volta che la Planargia è passata con la provincia di Oristano, di fatto la zona di Macomer e una quindicina di comuni che gravitano (tutto il Marghine) all'interno di quel territorio oggi sono scoperti. Diverse decine di chilometri separano inoltre questi centri dalle strutture ospedaliere più vicine per cui non credo che accogliere questo emendamento significhi rispondere a interessi di carattere localistico . Non mi sembra opportuno rinviare la creazione di un nuovo punto di 118 che, devo dirlo, dove è in funzione sta dando importanti risposte nel territorio perché molte vite umane vengono salvate grazie alla presenza di questo importante, fondamentale servizio.

Pertanto, non ritengo giusto chiedere al collega Pirisi il ritiro dell'emendamento perché successivamente, chissà quando, si deciderà in merito. Credo che già da oggi questa Aula debba dire la sua facendo la scelta giusta di accogliere l'emendamento perché questo servizio è assolutamente indispensabile in quel territorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, intendevo parlare prima che l'emendamento fosse ritirato perché ritenevo di dover parlare contro. Capisco le motivazioni del ritiro ma ritengo, sì mi dispiace per i colleghi della minoranza, che il problema non si pone oggi in termini di pianificazione ma si porrà in termini di adeguamento da parte delle singole AA.SS.LL. che devono operare nella risistemazione complessiva delle nuove e vecchie province.

Quindi ritengo che non sia neanche corretto, oggi, spostare la attuale localizzazione del "118" da Bosa a Macomer, perché penso debbano essere le singole AA.SS.LL. a trovare un adeguamento delle strutture ricomprese al loro interno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Federalista-Autonomista Sardo). Presidente, mi associo alle argomentazioni addotte testè dall'onorevole Pirisi ma vorrei precisare, alla luce anche delle scelte fatte dai colleghi dell'opposizione, come si inserisce questo emendamento, pur ritirato e condivido anche le ragioni del ritiro, nella discussione in atto. Purtroppo anche quando le posizioni sono ragionevoli si scontrano due modi di concepire lo sviluppo dei territori dell'interno.

Lo sviluppo dei territori dell'interno secondo alcuni passa per la parcellizzazione di tutti gli uffici e i servizi pubblici nei paesi dell'interno a prescindere da vocazione, a prescindere da sistema, a prescindere da rete, a prescindere da un'idea di sviluppo, per cui su ogni partita ogni territorio avanza una rivendicazione più o meno legittima. Il più delle volte la rivendicazione è semplicemente legittimata dal bisogno. Bisogno di che cosa? Di lavoro. Quindi si ritiene che la presenza di un ufficio sia un'occasione di lavoro. Io penso che non sia questo il modo di ragionare di sviluppo nelle zone interne, io penso che ragionare di sviluppo nelle zone interne non vuol dire chiedere all'amministrazione pubblica di spalmare in ogni angolo della Sardegna un servizio, credo che lo sviluppo delle zone interne passi per la risoluzione di alcuni grandi problemi quali la sottocapitalizzazione, la necessità di rendere più redditizio il lavoro, per esempio, la qualità dell'istruzione; avremo modo di parlarne quando discuteremo la finanziaria.

Nella fattispecie la richiesta avanzata su Macomer, e sottoposta ad un ragionamento successivo, correttamente non nasce da una mera rivendicazione di campanile ma da un'oggettiva considerazione della localizzazione di quel centro; purtroppo la fondatezza di questo ragionamento è inibita come dire dalla competizione tra poveri che ogni zona fa anche a prescindere dalla ragionevolezza della rivendicazione. Bisogna ragionare su questo, e cioè che l'eccesso di rivendicazioni immotivate, che nascono dalla povertà, perché nascono dalla povertà, spesso smontano anche la ragionevolezza delle rivendicazioni fondate sulla geografia, talvolta sulla semplice geografia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pirisi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIRISI (D.S.). Presidente, ho fatto una dichiarazione di ritiro dell'emendamento ma, siccome lo ha fatto proprio l'onorevole Capelli, faccio una dichiarazione di voto. Io ho già espresso le motivazioni che mi hanno portato a presentare questo emendamento e sono le stesse che porta sostanzialmente il responsabile sanitario della centrale 118 di Sassari. Nella dislocazione oggi dei "118", per esempio Bosa che prima dipendeva dalla centrale di Sassari adesso è passata a Cagliari, in virtù del fatto che Cagliari copre le vecchie province di Cagliari e di Oristano, e Sassari le vecchie Province di Nuoro e di Sassari.

Ora, io ritengo che fosse e sia corretto un punto di 118 a Macomer; però, onorevole Dedoni, io credo che sia importante quando si avanzano le proposte attenersi a quello che si dice, io non ho detto che debba essere soppresso il punto di Bosa a favore di Macomer...

DEDONI (Riformatori Sardi). Non l'ho attribuito a lei.

PIRISI (D.S.). Io non ho detto niente di tutto ciò, ho detto semplicemente che è opportuno per le motivazioni portate dal responsabile della centrale di Sassari, che io condivido e chiaramente faccio mie perché le ritengo valide, prevedere una postazione a Macomer.

Però, siccome l'Assessore regionale della sanità ha affermato in quest'Aula che deve essere rivisto complessivamente il quadro dei punti di 118, io ritengo di affidarmi, come ho detto anche in altre circostanze, ad una scelta che derivi da una valutazione complessiva. Non faccio un discorso di campanile e non ritengo che attraverso la sanità possiamo puntare allo sviluppo economico, sociale e quant'altro; sono cose che lascio alla fantasia di altri. Io invece penso che qui dobbiamo erogare un servizio a favore dei cittadini per garantire la loro salute e in questo senso io dopo le raccomandazioni che sono state fatte ritengo strumentale, non me ne voglia nessuno, il fatto che sia stato accolto l'emendamento. Io voterò contro l'emendamento che avevo proposto.

PRESIDENTE. E' stata richiesta la votazione nominale. Chi appoggia la richiesta?

(Il consigliere Ladu appoggia la richiesta di votazione nominale)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 183.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CAPELLI - CONTU - LA SPISA - LADU - LICANDRO - RASSU - SANNA Matteo.

Rispondono no i consiglieri: ATZERI - BALIA - BARRACCIU - BIANCU - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - DEDONI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISANO - PISU - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Simonetta - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS - VARGIU.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 52

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 9

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 507 sul quale è stato espresso un parere negativo.. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 188 sul quale è stato espresso un parere negativo. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 109 sul quale è stato espresso un parere negativo. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 510 sul quale è stato espresso un parere negativo.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 510.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: ATZERI - LA SPISA - LICANDRO - RASSU - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - PORCU - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 5

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 511 sul quale è stato espresso un parere negativo.

Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Signor Presidente, quando ho cominciato la mia attività di medico, circa trenta anni fa, facendo il tirocinio in ospedale, mi sono accorto che c'era un reparto che, più di tutti, veniva trascurato: il reparto del Pronto soccorso. Al Pronto soccorso ci andavano i medici appena laureati, i medici che avevano ben altre aspettative, cioè quelle di lavorare in corsia e, quindi, la normale trafila prevedeva il susseguirsi di neolaureati.

Da allora, credo che molte cose siano state fatte, per dare dignità ad un reparto troppo spesso trascurato. Fra l'altro, sono convinto che molti di quelli che vengono definiti ricoveri inappropriati siano dovuti proprio alla mancanza o alla non sufficiente capacità di discernere fra casi gravi e casi meno gravi. Decidere se quel paziente deve essere rimandato a casa con una cura, oppure semplicemente ricoverato anche per metterlo nelle mani di medici più esperti richiede esperienza e competenze professionali.

Come ho detto, per questo servizio è stato fatto molto, però quello che sinceramente, da tempo, mi fa pensare è che molti dei problemi sono stati risolti, ad esempio, con l'adozione del triage (non sapevo come si pronunciasse, né che cosa significasse, credo che significhi "selezione", "scelta"), un servizio importantissimo che dovrebbe essere garantito non da un infermiere qualunque ma da un infermiere altamente specializzato. Ora, visto che ho avuto la sventura di passare l'intero giorno di Natale al Pronto soccorso di Oristano, in una situazione di emergenza continua, mi sono chiesto quale possa essere realmente il significato di triage. Beh, io penso che forse in Italia possa essere semplicemente un acronimo il cui significato dovrebbe far riflettere. Infatti secondo me significa "terribile ritrovare infermieri a gestire emergenze". Credo che in questo settore ci sia ancora moltissimo da fare, e renderlo più funzionale potrebbe migliorare, molto, il lavoro in corsia.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 511. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 512.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si accoglie la prima parte dell'emendamento numero 512 fino alle parole "alla prestazione di Pronto soccorso".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Intervengo per esprimere il voto a favore dell'emendamento. Su questo tema abbiamo avuto occasione di confrontarci,ritenendo che l'obiettivo di ridurre il carico di lavoro che grava sui Pronto soccorso, nell'ambito di una deospedalizzazione della sanità, abbia bisogno di interventi, mirati, per creare una nuova cultura nella popolazione ma, soprattutto, della realizzazione di nuovi percorsi attraverso gli investimenti sui servizi territoriali.

I servizi territoriali, innanzitutto sono costituiti dai servizi di continuità assistenziale (medicina di base, guardia medica, pediatria di base) che devono essere adeguatamente rinforzati e riorganizzati e, soprattutto, messi nelle condizioni di operare. Questo è l'obiettivo che si pone questo emendamento.

Una sensibilizzazione che passi soltanto attraverso perorazioni alla popolazione perché non vada più nelle sedi di Pronto soccorso, nel caso di interventi rapidi, urgenti, mi sembra quasi un invito al suicidio. Non si può chiedere alle persone di non andare più al Pronto soccorso e di trovarsi qualche altra soluzione estemporanea. È chiaro che se nel territorio esistono servizi di accoglienza, esistono servizi di pronto intervento alternativi al Pronto soccorso si risponde agli obiettivi che il Piano pone. Io credo però che aver accolto soltanto la prima parte dell'emendamento riveli che non si crede davvero che questo sistema possa essere attivato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 512nel testo così modificato. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame del capitolo 5, Parte II, al quale sono stati presentati sei emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del capitolo 5 e dei relativi emendamenti:

RICERCA E SVILUPPO

Il tema della ricerca e della innovazione è all'attenzione di tutti i settori produttivi per rispondere alla sfida posta dalla globalizzazione del mercato e delle conoscenze. Il settore sanitario è aperto a questa sfida: è necessario investire in ricerca per migliorare le conoscenze indispensabili per rispondere ai bisogni di salute della popolazione e per trasformare tali conoscenze in innovazioni concretamente inserite nel sistema.

Lo stato della ricerca

In Sardegna, le aree di ricerca che hanno raggiunto un discreto livello di sviluppo sono in particolare quelle della Farmacologia (specie Neurofarmacologia), della Genetica Molecolare e dell'Oncologia Molecolare. I risultati ottenuti sono il frutto di due fattori principali: la capacità di creare una collettività di ricercatori di dimensioni tali da superare la massa critica minima indispensabile per produrre risultati di livello internazionale e la capacità di attirare finanziamenti complessivamente adeguati.

Oltre a tali aree di ricerca, sono degne di considerazione e supporto altre iniziative e gruppi di ricercatori, in particolare in campo ematologico, endocrinologico, neurologico e infettivologico, Rilevante è inoltre la presenza di singoli ricercatori, attivi in specifici settori di studio, che collaborano con gruppi internazionali e nazionali con elevati livelli di riconoscimento scientifico.

Il mancato decollo in Sardegna in numerosi settori della ricerca è sostanzialmente riconducibile alla mancanza di massa critica di ricercatori, alla carenza di organizzazione, alla dispersione delle competenze, alla esiguità dei finanziamenti (con ricadute in termini di competitività dei diversi gruppi di ricerca). Anche i fondi regionali sono stati per lo più erogati in modo frammentario, spesso senza precise finalizzazioni, senza una seria valutazione dei progetti proposti e degli obiettivi raggiunti, producendo un'eccessiva dispersione delle poche risorse disponibili.

Rilanciare la ricerca

La Regione intende assumere un ruolo importante nel processo di rilancio della ricerca in Sardegna, attraverso finanziamenti finalizzati, anche attivando forme di coordinamento con i finanziatori privati, perseguendo i seguenti obiettivi:

supporto alla crescita di gruppi di ricerca in grado di fare massa critica in specifici settori di studio;

supporto alla realizzazione di iniziative in grado di rendere disponibili le grandi attrezzature necessarie per la ricerca avanzata (e il loro continuo rinnovamento);

potenziamento dei Centri di Eccellenza esistenti attorno ai quali promuovere la nascita di nuove iniziative;

supporto finanziario allo sviluppo di nuove ricerche sulla base dei criteri di originalità, innovatività, fattibilità, potenziale applicabilità e competenza dei proponenti.

A tal fine, nell'ambito dei compiti conferitigli dalla legge regionale n. 10 del 2006, il Comitato per la ricerca biomedica e sanitaria contribuisce all'individuazione di linee di intervento nei settore della ricerca biomedica, clinica e sui servizi sanitari, alla definizione di criteri di valutazione delle ricerche e delle loro ricadute in termini di miglioramento dei servizi. Particolare attenzione dovrà essere dedicata all'attività volta al trasferimento dei risultati della ricerca clinica nella pratica dei servizi sanitari.

Al fine di fungere da promotore complessivo delle funzioni di ricerca, tenuto conto che il massimo della produttività scientifica viene raggiunto dai ricercatori tra i 30 e i 40 anni di età, la Regione intende stimolare i giovani alla ricerca, attraverso i seguenti meccanismi:

il finanziamento di un crescente numero di assegni di ricerca, da assegnarsi esclusivamente sulla base di rigorosi criteri di merito, di entità tale da garantire al ricercatore una vita senza preoccupazioni economiche;

il finanziamento di borse di studio per soggiorni all'estero, per periodi minimi di 2-3 anni, eventualmente rinnovabili previa valutazione dei risultati raggiunti, sulla base di dettagliati programmi scientifici e tenuto conto del curriculum scientifico del beneficiario.

Emendamento sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Il secondo capoverso, dalle parole "In Sardegna…", alle parole "…di riconoscimento scientifico.", è sostituito dal seguente:

"In Sardegna, le aree di ricerca che hanno raggiunto un buon livello di sviluppo hanno ottenuto risultati grazie al concorso di due fattori principali: la capacità di creare una collettività di ricercatori, di dimensioni tali da superare la massa critica minima indispensabile per produrre risultati di livello internazionale e la capacità di attirare finanziamenti complessivamente adeguati. E' rilevante in Sardegna anche la presenza di singoli ricercatori, attivi in specifici settori di studio, che collaborano con gruppi internazionali e nazionali con elevati livelli di riconoscimento scientifico.". (514)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Alberto - AMADU - RANDAZZO Vittorio - LADU.

Parte II - Capitolo 4 - Paragrafo Unico

Al termine del primo capoverso, è aggiunto il seguente:

"La ricerca sanitaria in Sardegna può essere un supporto fondamentale per l'innovazione e la modernizzazione dell'intero sistema, ma anche per specifici progressi scientifici nell'ambito delle patologie con particolare incidenza epidemiologica regionale.". (513)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Nel secondo capoverso, alla quart'ultima riga, dopo le parole "…di ricerca)" è aggiunto il seguente:

"Alla mancanza di adeguata infrastrutturazione in rete delle attività di ricerca.". (515)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Al termine del secondo capoverso, è aggiunto il seguente terzo capoverso:

"Il rilancio della ricerca deve avere un canale privilegiato nella collaborazione con l'Università, selezionando e valorizzando le eccellenze e creando le occasioni di stimolo che possano render il ruolo delle nostre Università sempre più adeguato alle attese che su di esse ripone l'intera società sarda.". (516)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Al termine del secondo capoverso, è aggiunto il seguente terzo capoverso:

"Un ruolo particolare verrà destinato ai rapporti con l'Agenzia Regionale per la Sanità, che deve poter svolgere il suo specifico e peculiare ruolo, come caposaldo di tutta la particolare attività di ricerca finalizzata alla individuazione e proposizione di nuove soluzioni per l'intero sistema sanità della nostra regione.". (517)

Emendamento aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - SANNA Matteo.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Nel primo capoverso, dopo le parole "…sanitaria contribuisce", è aggiunto il seguente:

", anche avvalendosi del contributo delle Università della Sardegna.". (43).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si esprime parere negativo su tutti gli emendamenti presentati al capitolo 5.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 514, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione il testo del capitolo 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, vorrei segnalare ai colleghi in Aula, avrei voluto farlo direttamente con il professor Gessa, che però in questo momento non vedo, che non appare particolarmente elegante quello che avete scritto nel secondo capoverso del capitolo "Ricerca e sviluppo".

Avete scritto infatti: "In Sardegna, le aree di ricerca che hanno raggiunto un discreto livello di sviluppo sono in particolare quelle della Farmacologia (specie Neurofarmacologia), della Genetica Molecolare e dell'Oncologia Molecolare…". Io sono convinto che avete fatto una ricerca dalla quale è emerso che queste sono davvero le aree di maggior eccellenza che ci sono in Sardegna; però non mi sembra gradevole che nel Piano venga espresso un giudizio specifico sulle aree della ricerca in Sardegna, che vengano individuate appositamente le aree migliori e, piccolo particolare, che una delle aree sia rappresentata da un consigliere regionale della maggioranza.

Mi sembra una delle cose un po' sgradevoli che sono presenti nel Piano, e volevo sottolinearla esclusivamente per una questione di opportunità che riguarda fondamentalmente voi. Rispetto al mondo della ricerca scientifica e dell'università sarde, un'affermazione di questo genere, non supportata da nessun tipo di elemento concreto all'interno del Piano, suona forse un po', non voglio dire offensiva, ma senz'altro riduttiva verso molte altre aree di ricerca che, pur tra mille difficoltà, tendono verso il discreto livello che voi avete attribuito a queste tre aree specificamente identificate.

Io credo che se il professor Gessa avesse letto questo passaggio, forse non l'ha letto, vi avrebbe chiesto lui stesso con l'eleganza e la signorilità che gli sono proprie, e che tutti gli riconosciamo oltre alla competenza scientifica, una rimodulazione del testo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, voterò contro questo capitolo. Io credo che la mancanza di risorse finanziarie (la tragedia occulta di questo Piano sanitario), da destinare alla ricerca renda praticamente inutili questi due pagine sulla ricerca e lo sviluppo. Per rispondere davvero alla sfida della globalizzazione del mercato io penso che serva ben altro; anche voi vi rendete conto, da soli, che per mettere in piedi un serio progetto di ricerca scientifica, che interessi tutti i campi della sanità sarda, è necessario destinare stabilmente, non episodicamente, tante energie finanziarie che, allo stato, noi non sappiamo ancora dove le reperirete.

Certo, voi dite che è necessario coinvolgere i privati nel ruolo di finanziatori; la stessa cosa dicono anche le università sarde che, salvo qualche eccellenza e alcune eccezioni, per il resto non mi risulta che abbiano grande confidenza con il cofinanziamento dei privati a favore della ricerca scientifica in campo clinico. Anche io avrei voluto una conferma dal professor Gessa, su quanto è basso il livello di attenzione delle istituzioni, che sia la Regione o che siano gli atenei poco importa, verso il mondo della ricerca. Quanto ancora sia bassa la propensione degli stessi ricercatori verso una ricerca orientata al mercato che evidenzia i concreti bisogni delle persone.

In questo scenario io mi chiedo: esaurite le promesse, tutte certamente inconfutabili, dove volete che vadano i ricercatori sardi? Certamente prendono la strada del mare e vanno a stabilirsi in centri di eccellenza dove imparano e magari possono anche insegnare.

Per quanto riguarda gli assegni di ricerca, non si sta inventando niente di nuovo perché da sempre negli Stati Uniti o in Gran Bretagna si studia così, ma con quali soldi voi intendete pagare assegni e borse di studio non è specificato. Tra l'altro credo che sia anche importante capire dove trovare le risorse economiche ingenti per acquistare quelle attrezzature per la ricerca avanzata, oppure magari soltanto per rinnovarle. Secondo me, invece, fareste bene, proprio per la mancanza di grandi dotazioni finanziarie a ricercare il coinvolgimento dell'università, che mi sembra sia abbastanza assente dal vostro Piano, e costringere magari la stessa università, anche con l'apporto significativo delle risorse regionali, a finanziare i ricercatori secondo dei progetti seri, avendo una certezza di risorse comuni. Altrimenti noi non siamo in grado di, non saremo in grado di fermare la fuga dei cervelli, pochi, ma ci sono, che è già iniziata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, il problema sollevato dal collega Vargiu sul secondo capoverso, purtroppo mi induce a riproporre una riflessione che feci nel corso della discussione sul nuovo ospedale di Olbia, il "San Raffaele". La presenza dell'ospedale San Raffaele dissi che costituiva certamente un arricchimento e anche una necessità, peraltro riconosciuta, date le richieste avanzate dai rappresentanti di quel territorio. Ma, verificando le competenze attribuite al "San Raffaele del Monte Tabor", tra le altre cose avevo visto che era prevista attività di ricerca nel settore delle neuroscienze, oltre ad altre attività non chiare fra le attribuzioni di questo ospedale. Di conseguenza mi chiedevo (ho presentato in merito un'interrogazione al presidente Soru e alla dottoressa Dirindin), se l'accordo siglato tra Polaris e il San Raffaele ricerche avesse un'appendice poi con l'ospedale del San Raffaele in Olbia. Un accordo del genere, a mio avviso, era mortificante per la ricerca sarda, in particolare per la ricerca medica sarda svolta nelle università.

Inoltre il presidente Soru in più di una circostanza, meritevolmente, ha affermato che voleva garantire una forte presenza della ricerca sarda, soprattutto nelle università sarde e, ove ciò non fosse stato possibile, in centri di eccellenza fuori dalla Sardegna, affinchè la Sardegna riprendesse un ruolo particolare…

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Presidente, riteniamo che il capitolo su "Ricerca e sviluppo" sia importante per la sanità e non solo. Come è consuetudine di questo Piano si parla di rilancio della ricerca in Sardegna, però non si vede come questa ricerca possa essere effettivamente rilanciata in Sardegna; mi pare che la ricerca, per poter camminare con le proprie gambe e per poter crescere, deve avere in primis la materia prima, ma poi deve avere anche le risorse per evitare che la materia prima vada via dalla Sardegna.

Io non ho ancora esaminato le proposte relative al bilancio di previsione e al bilancio triennale, quindi non so quante risorse possono essere o siano già state messe a disposizione. Però è chiaro che se noi vogliamo puntare sulla ricerca dovremo aprire un capitolo nuovo sulle risorse che devono essere rese disponibili e che oggi non sono assolutamente adeguate. Moltissimi studiosi infatti sono andati via dalla Sardegna per lavorare in altre regioni d'Italia e anche all'estero, moltissimi infatti sono in America.

Io vorrei che effettivamente la Sardegna diventasse fucina per la ricerca, per fare in modo che tutte quelle grandi intelligenze che negli anni hanno abbandonato l'Isola possano tornare per contribuire così allo sviluppo della Regione sarda, perché ricerca significa allo stesso tempo anche sviluppo.

Ecco, se nelle poste di bilancio, che spero fra non molto discuteremo, indicheremo delle risorse adeguate da destinare alla ricerca, sono convinto che saranno risorse veramente ben spese.

PRESIDENTE. Metto in votazione il testo del capitolo 5. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 513. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 515. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 516.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io pensavo di rendere, con l'emendamento 516, un servizio al documento di Piano, nel senso che credo che quando parliamo di ricerca - e d'altra parte all'interno del documento non è omesso, ovviamente, il riferimento - sia impossibile, in Sardegna come da qualsiasi altra parte, non parlare di Università. Io devo dire che il rapporto tra la Regione e l'Università mi sembra sia sofferente; e devo dire che mi sembra sia sofferente non solo per colpa della Regione ma anche per alcune carenze strutturali dell'Università sarda.

Ritengo quindi che all'interno del Piano ci debba essere un riferimento a questa sofferenza e un impegno specifico, di entrambe le parti, a parlarsi e comprendersi su ciò che la Regione si aspetta dall'Università e non soltanto su ciò che l'Università vorrebbe dalla Regione affinché, alla fine del ragionamento, Università e Regione sappiano che cosa ciascuna istituzione si attende dall'altra.

Non deve essere soltanto l'Università ad attendersi un atteggiamento di maggior rispetto e sensibilità alle sue esigenze da parte della Regione, ma anche la Regione deve vedere un mutamento del modo con cui l'Università sarda si interfaccia con la società sarda e quindi con l'istituzione che la rappresenta.

Questo è il senso dell'emendamento 516 sul quale annuncio un voto favorevole e chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gessa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GESSA (Progetto Sardegna). Presidente, la preoccupazione che l'Università non fosse sufficientemente coinvolta era anche una mia preoccupazione; però nel capitolo in votazione leggiamo: " A tal fine, nell'ambito dei compiti conferitigli dalla legge regionale numero 10 del 2006, il Comitato per la ricerca biomedica e sanitaria contribuisce all'individuazione di linee di intervento nel settore della ricerca biomedica...". La legge numero 10 del 2006, all'articolo 24, comma 3, stabilisce che: "E' istituito il Comitato per la ricerca biomedica e sanitaria, composto garantendo la presenza dell'intero sistema sanitario regionale e universitario…"; il Comitato, che include anche l'Università, deve decidere come indirizzare la ricerca e sarà l'Università - e qui sono d'accordo con Vargiu - che dovrà finalmente avere un ruolo un pochino più robusto, perchè in realtà l'Università non ha spesso una presenza abbastanza riconosciuta. Ma questo è un problema dell'Università, non è un problema della Regione, la Regione sta dando all'Università tutta l'attenzione possibile.

Per quanto riguarda la formazione di ricercatori, il loro rientro in sede e così via, io credo che su questo argomento ci incontreremo, o ci scontreremo, quando discuteremo il provvedimento di legge sulla ricerca scientifica che, ovviamente, si occupa della ricerca come un unicum, per cui i criteri di valutazione, di selezione, e altri devono essere uniformabili. Noi presenteremo un progetto di legge che tenga conto anche di quanto previsto da leggi precedenti. Si tratterà naturalmente di far sì che le diverse proposte si integrino e non si scontrino.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Presidente il mio intervento è stato in parte anticipato da quello dell'onorevole Gessa nel suo riferimento alla legge numero 10; infatti questo Consiglio, all'articolo 24 della citata legge, ha già trattato la fase di coinvolgimento dell'Università e di tutti gli attori della ricerca scientifica e tecnologica nel campo biomedico e sanitario.

Poichè nella legge numero 10 abbiamo previsto uno stanziamento pari al 2 per mille del valore del fabbisogno finanziario del sistema sanitario, stiamo già entrando nello specifico, stiamo quindi mettendo quei tasselli che ci consentiranno successivamente di concretizzare quanto l'emendamento prevede.

Pur esprimendo un voto contrario all'emendamento, penso che possa esserne accolto lo spirito, per cui ritengo che in particolare le Commissioni competenti debbano accettare la sfida, professor Gessa di come la politica possa intervenire nei settori della ricerca biomedica e della ricerca scientifica.

Questo è l'impegno che tutti dobbiamo assumere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, l'emendamento, come anche testé il collega Uggias poneva in evidenza, non contiene niente di straordinario da inserire nel Piano che stiamo discutendo ma mette solo in evidenza il fatto che l'Università, al di là di tutto, non è citata nel Piano. E' vero che si fa riferimento alla legge numero 10, è vero che si fa, a larghe maglie, riferimento alle valutazioni della ricerca che si produrrà in clinica per riversarla nei servizi sanitari, è anche vero che si parla di ricerca biomedica, ma non si menziona una volta l'università. L'emendamento non propone altro che inserire l'Università sarda a pieno titolo all'interno della pianificazione sanitaria. Non si capisce quale sia la motivazione addotta per respingere l'emendamento.

Io credo che non guastasse mettere in campo, anche correggendo questo emendamento, un rapporto diverso con la ricerca sarda e l'Università. Qualcuno vuole esautorare in qualunque modo e misura le Università dalla ricerca. Io posso dedurne questo, forse è un'affermazione gratuita, allora vorrei essere smentito quando parleremo di ricerca tout court. Però il problema resta, e resta fortemente presente nella carenza di questo Piano che non richiama, come il presidente Soru, la sua Giunta e il suo programma, più volte hanno sottolineato, la necessità del coinvolgimento dell'Università nella ricerca e nello sviluppo della Sardegna. Avete mancato ad una vostra stessa proposizione, l'avete cancellata da questo Piano sanitario. Avete voluto espungere l'Università dal Piano. Io credo che quando qualcuno richiama il libretto, rosso o verde che sia, bene farebbe a ricordare anche quello che contiene.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il presidente Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Per rispondere, così magari lasciamo traccia anche di un minimo di verità ogni tanto. Il professor Gessa ha appena ricordato che esiste un Comitato che guida la ricerca, composto da rappresentanti sia del sistema sanitario regionale che dell'Università, un Comitato in cui l'Università ha pieno titolo e che è il luogo della partecipazione e della massimizzazione della capacità di entrambe le aree. Vorrei dire che ne avete già discusso sia l'anno scorso, sia l'anno ancora precedente, ma quest'anno in modo particolare, con la legge finanziaria, avrete modo di discutere degli investimenti che la Regione, in maniera rilevante e ancora maggiore rispetto all'anno precedente, fa nella ricerca.

In campo biomedico la Regione sta portando avanti delle cose importanti, che sono state trascurate nel dibattito odierno e in altri recenti in questa Aula. Circa un mese fa a Polaris è stato inaugurato uno dei centri più importanti, forse il secondo in Europa, per le statistiche biomediche, che sono una parte importante del cluster che va dalla genetica molecolare alla statistica biomedica e alla farmacologia. Si tratta di un centro, costituito assieme ad un centro analogo, con sede a Cambridge, nel quale la nostra Regione ha un ruolo importante .

A Polaris si stanno facendo delle ricerche con i finanziamenti della nostra Regione ma, fortunatamente sempre di più, con i finanziamenti del MIUR e con i finanziamenti europei, Infatti, da un po' di tempo a questa parte, i finanziamenti regionali servono per coprire le quote di partecipazione a dei bandi di gara europei e italiani; gare che spesso stiamo vincendo. A questi bandi, partecipano, in un sistema integrato ricerca pubblica e ricerca universitaria; bandi che stanno portando in Sardegna risorse importanti che vanno al di là di quelle stanziate dalla Regione sarda.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 516.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - DEDONI - MURGIONI - PISANO - PITTALIS - RANDAZZO Vittorio - RASSU - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MARRACINI - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 8

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 517. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 43. . Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame della Parte III, capitolo 1, al quale sono stati presentati trentasette emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del capitolo 1 della Parte III, e i relativi emendamenti:

PARTE TERZA
STRUMENTI PER IL FUNZIONAMENTO
DEL SISTEMA

1. IL GOVERNO CLINICO DEL SISTEMA SANITARIO

Obiettivo strategico del Piano Sanitario è promuovere il miglioramento del servizio sanitario regionale favorendo la condivisione degli obiettivi di salute da parte di tutti gli operatori coinvolti direttamente ed indirettamente nel processo assistenziale, diagnostico e terapeutico, sostenendo la multiprofessionalità e la multidisciplinarietà, ricreando un rapporto di fiducia tra cittadini/utenti e servizio sanitario. La capacità delle aziende sanitarie di offrire un servizio di buona qualità si identifica infatti proprio con il principio di responsabilizzazione nei confronti dei cittadini e dei pazienti. Il cittadino/paziente diventa termine di riferimento anche rispetto all'uso delle risorse pubbliche, rese disponibili per il sistema sanitario.

Questi obiettivi possono essere perseguiti applicando il modello noto come Governo Clinico.

1.1. Il Governo Clinico

Governo Clinico significa capacità di monitorare i fenomeni al fine di conoscerli e gestirli per indirizzarli verso una migliore qualità dell'assistenza, in considerazione anche delle risorse umane, tecnologiche, finanziarie, a disposizione dell'organizzazione. A tal fine è necessario un cambiamento del punto di osservazione della Sanità, non più e non solo orientato alla produzione di prestazioni, alla performance degli operatori e dalle Aziende nel loro complesso, agli equilibri contabili e al rispetto dei budget; l'osservazione si sposta sulle persone, sui bisogni espressi ed inespressi della popolazione, sul reale beneficio che le prestazioni erogate hanno su di essi. Il Governo Clinico è un sistema clinico-gestionale condiviso, partecipato e scelto dai professionisti in una logica di coinvolgimento che parte dal basso ed è capace di sviluppare quella eccellenza clinica, frutto del processo di miglioramento continuo indotto dalla ricerca della qualità e dell'efficacia clinica.

L'approccio sistematico tipico dell'analisi per processi, permette di gestire i diversi percorsi clinico-diagnostico-terapeutici in un contesto di multidisciplinarietà e di trasversalità privilegiando la qualità di vita della persona malata, l'adesione e la continuità delle cure al fine di garantire una maggiore efficacia terapeutica nel rispetto delle compatibililità economiche in un'ottica di medio-lungo periodo.

A tal fine è necessario integrare gli approcci esistenti che presentano spesso una netta separazione tra aspetto clinico (che dovrebbe sempre più orientarsi verso l'appropriatezza) e aspetto gestionale (non più orientato alla valutazione delle sole performance ma anche alla cosiddetta qualità totale). Orientare il sistema delle cure al miglioramento continuo della qualità dell'assistenza sanitaria vuol dire anche costruire appropriate relazioni funzionali tra i diversi operatori con responsabilità cliniche, organizzative e gestionali.

Gli elementi che caratterizzano il Governo Clinico possono essere cosi riassunti in :

· garanzia di efficacia,

· garanzia di appropriatezza,

· miglioramento della qualità,

· garanzia di continuità dell'assistenza (disease management),

· garanzia di sicurezza (risk management),

· rapporto di trasparenza coi cittadini,

· ricerca e sviluppo,

· formazione orientata alla qualità.

L'organizzazione e l'introduzione del governo clinico richiedono dunque l'implementazione di un sistema di valori incentrato principalmente su:

· Responsabilità e autonomia professionale,

· Orientamento al cittadino/paziente,

· Sviluppo ed aggiornamento professionale,

· Capacità di lavorare insieme,

· Utilizzo di strumenti operativi.

Una particolare attenzione verrà rivolta alla gestione del rischio clinico (Risk Management), intendendo con tale termine un sistema finalizzato a gestire l'errore e ridurre il rischio di eventi avversi che possano insorgere durante l'assistenza sanitaria attraverso una sistematica identificazione delle circostanze che mettono a rischio il paziente ed una valutazione, revisione e ricerca dei mezzi per prevenire gli errori ed i danni da eventi avversi.

La gestione del rischio clinico ha per obiettivo il miglioramento della qualità delle attività e delle prestazioni erogate dalle strutture sanitarie, ma è anche teso alla riduzione delle controversie legali.

In un sistema complesso come quello della sanità, l'assunto di base è che l'errore è atteso e la sua gestione deve essere, inevitabilmente, orientata all'ambiente in cui l'individuo opera, per cui la responsabilità non è del singolo operatore ma dell'intero sistema in cui egli svolge la sua attività, perché gli errori sono legati all'organizzazione del reparto, all'insieme delle regole che determinano le modalità lavorative, alle varie fasi del percorso diagnostico terapeutico e assistenziale del paziente. La riduzione dell'errore avviene solo attraverso un ciclo continuo di miglioramento della formazione del personale sanitario, la condivisione di linee guida e protocolli, l'accreditamento professionale e l'audit clinico.

Risk management nelle aziende sanitarie

In attuazione del seguente Piano le Aziende sanitarie e ospedaliere elaborano un programma di gestione aziendale del rischio clinico tenuto conto dei seguenti punti fondamentali:

a) la rilevazione delle realtà aziendali, l'analisi dei reclami e dei contenziosi, la promozione delle segnalazioni spontanee da parte degli operatori;

b) la promozione e condivisione di linee guida e protocolli volti alla riduzione del rischio clinico e condivisi con gli operatori secondo i principi già enunciati del corretto governo clinico;

c) la formazione continua degli operatori sulle tematiche Rischio Clinico, di tipo generale, quali il consenso informato, la gestione della cartella clinica, la corretta informazione al paziente, e di tipo specifico, quali i percorsi delle sale operatorie, la gestione dei farmaci, ecc.;

d) il monitoraggio e la vigilanza sulla corretta applicazione delle linee guida e delle raccomandazioni ministeriali.

Al fine di superare le difficoltà del settore (di mercato e di costi) e di garantire ai professionisti condizioni di lavoro non alterate dai rischi di contenzioso legale, anche attraverso i referenti aziendali, la Regione verifica lo stato delle coperture assicurative degli operatori sanitari allo scopo di individuare soluzioni adeguate, eventualmente differenziate in base alle dimensioni ed alla frequenza dei rischi, valutando la praticabilità di una centralizzazione della copertura assicurativa del rischio delle singole ASL.

Garante regionale per il diritto alla salute

Il presente Piano programma l'istituzione dell'ufficio del Garante regionale per il diritto alla salute con l'obiettivo di affrontare il problema dellamalpractice sanitaria e delle disfunzioni connesse a deficit del sistema e di verificare la diffusione di una valida e regolare pratica di consenso informato.

Prevenzione e controllo delle infezioni acquisite nelle strutture sanitarie (IASS)

Le infezioni ospedaliere rappresentano un problema rilevante di sanità pubblica: ogni anno, infatti il 5-10% dei pazienti ricoverati sviluppa un'infezione ospedaliera e l'1% di tutti i pazienti infetti muore per le conseguenze dell'infezione; esse costituiscono inoltre una frequente causa di complicanze durante il ricovero.

Contenere e ridurre le infezioni acquisite nelle strutture sanitarie significa migliorare la qualità dei servizi erogati.

Al fine di realizzare questo obiettivo viene costituita un'apposita commissione sulle IASS con il compito di elaborare un documento di riferimento sia per le direzioni aziendali che per i singoli operatori impegnati nella lotta contro le IASS con indicazioni di carattere programmatorio, organizzativo e tecnico. Particolare attenzione sarà data alla formazione in tale settore.

1.2. La valorizzazione delle risorse umane

La principale risorsa del Servizio Sanitario Regionale è il personale. Di qui l'importanza strategica di un'azione regionale che contribuisca all'impegno in tale settore in ogni azienda sanitaria e ogni servizio.

La situazione attuale

In Sardegna è mancata una vera e propria politica del personale.

L'acquisizione delle diverse professionalità ha risentito, come in molte altre realtà regionali, dei vincoli imposti dalla normativa nazionale a contenimento degli squilibri economici del settore, vincoli che hanno prodotto in Sardegna un diffuso ricorso a personale a tempo determinato, interinale e precario; l'allocazione del personale fra i diversi servizi e sul territorio è stata definita sulla base di valutazioni soggettive spesso non coerenti con il reale fabbisogno di assistenza; la formazione, sviluppata organicamente solo in poche aziende sanitarie, è stata spesso delegata all'iniziativa dei singoli professionisti e delle loro organizzazioni.

In tale situazione, l'assistenza assicurata alla popolazione sarda appare in gran parte frutto del senso di responsabilità e dello spirito di servizio ampiamente diffuso fra gli operatori della sanità pubblica, grazie ai quali il sistema ha colmato le gravi carenze di indirizzo e di programmazione.

Con riguardo alla valorizzazione delle risorse umane, il presente Piano propone due azioni prioritarie: la realizzazione di un progetto regionale per la formazione degli operatori del settore e la definizione di politiche del personale volte a superare la provvisorietà delle dotazioni organiche, gli squilibri nella struttura del personale e le incoerenze nell'utilizzo delle diverse figure professionali.

Politica del personale significa, in primo luogo, riqualificazione di quei profili professionali che più di altri sono investiti dalla domanda di cambiamento, favorendone una visione in termini di opportunità, ovvero come occasione di sviluppo di nuovi saperi, competenze, abilità, più che come gravoso impegno da rimandare.

La politica del personale deve tradursi, ed in quanto tale essere riconoscibile dagli operatori, in migliori condizioni di lavoro, in maggiore efficacia delle azioni, in più proficue relazioni interne e con gli utenti, in un più diffuso spirito di appartenenza al servizio sanitario regionale.

Umanizzazione

Specifica attenzione va posta alle esigenze di umanizzazione dei servizi alla salute sostenendo la formazione degli operatori e garantendo il supporto psicologico ai pazienti, in particolare ai bambini ed ai loro familiari a partire dai presidi ospedalieri e sostenendo il personale sanitario sottoposto a particolari fattori di stress.

La gestione del personale

Il conseguimento degli obiettivi prefissati dal Piano è strettamente connesso a una corretta politica delle risorse umane basata, tra l'altro, su una chiara individuazione dei fabbisogni del personale operante nelle diverse strutture.

Le piante organiche

Le ultime piante organiche delle Aziende sanitarie, approvate tenendo conto dei carichi di lavoro e nel rispetto degli standard stabiliti dalla Regione, risalgono al 1997. La consistenza complessiva al 1997 era pari a 22.690 unità di personale.

Le dotazioni organiche attualmente in vigore sono quelle definite in applicazione della Legge 27 dicembre 2002, n. 289, la quale stabiliva che, nelle more della ridefinizione delle nuove dotazioni, le stesse dovevano essere provvisoriamente rideterminate in misura pari ai posti coperti alla data del 31 dicembre 2002.

La consistenza complessiva delle dotazioni organiche delle Aziende sanitarie, aggiornata al 1° gennaio 2005, è pari a 22.389 unità, sostanzialmente analoga a quella delle piante organiche del 1997, salvo un significativo incremento del personale del comparto appartenente al ruolo sanitario e un sensibile ridimensionamento di quello appartenente al ruolo tecnico.

Dotazioni organiche al 1° gennaio 2005

Medici

4.086

Veterinari

408

Personale sanitario non medico

582

Tecnici/profess./amministrativi

147

totale dirigenza

5.223

Ruolo sanitario

10.615

Ruolo tecnico

4.412

Ruolo professionale

31

Ruolo amministrativo

2.108

totale comparto

17.166

totale generale

22.389

Rispetto alla situazione nazionale, la dotazione organica della Sardegna appare lievemente superiore (anche a causa del diverso mix pubblico-privato), con un eccesso di personale medico e una carenza di quello sanitario non dirigenziale.

Obiettivo strategico del Piano è la ridefinizione delle dotazioni organiche di ciascuna Azienda sanitaria. A tal fine, la Regione definisce linee guida, nel rispetto delle prescrizioni contenute nella Legge n. 289 del 2002, tenendo conto della riorganizzazione delle attività e dei servizi derivante dall'attuazione del presente Piano, dei programmi di sviluppo dell'attività, dei limiti di spesa imposti dalle leggi vigenti e dal patto di stabilità. Le linee guida prevedono criteri per l'attuazione della mobilità del personale eventualmente in esubero.

Le professioni sanitarie

La ridefinizione delle dotazioni organiche dà piena applicazione alla Legge 10 agosto 2000, n. 251, e successive modificazioni e integrazioni, valorizzando e responsabilizzando le funzioni, anche di livello dirigenziale, e il ruolo delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e assistenti sociali. Al fine di favorire un'adeguata programmazione del fabbisogno formativo, il Piano promuove l'avvio, in collaborazione con gli ordini professionali e le organizzazioni sindacali e di categoria, di una ricognizione a livello regionale dell'offerta delle diverse figure professionali, degli attuali livelli occupazionali e delle prospettive di sviluppo, compresa la verifica delle opportunità di lavoro nell'Isola dei tanti sardi che aspirano a rientrare nella loro regione.

Criteri per la gestione delle risorse umane

Una volta approvate le dotazioni organiche, nel rispetto delle norme del settore e fatta salva l'autonomia di ciascuna Azienda in ordine alla organizzazione del personale, nella gestione delle risorse umane sono osservati i seguenti criteri:

· perseguimento delle pari opportunità;

· reclutamento del personale attraverso procedure concorsuali e di mobilità;

· ricorso a forme di lavoro flessibile solo in casi eccezionali e nel rispetto delle norme vigenti (anche al fine di dare stabilità ai rapporti di lavoro, soprattutto per attività delicate e di alta specialità);

· collocazione di ciascun operatore nell'area di competenza e nel rispetto del profilo di appartenenza, al fine di valorizzarne le specifiche capacità e migliorare i servizi rivolti all'utenza;

· rafforzamento del senso di appartenenza del personale e aumento della motivazione;

· formulazione di piani aziendali di formazione finalizzati al conseguimento degli obiettivi di riqualificazione e aggiornamento professionale;

· coinvolgimento del personale in un percorso di progressiva umanizzazione del rapporto paziente-professionista.

Nel rispetto di tali criteri, le Aziende favoriscono - ove possibile - l'avvicinamento del personale alla propria residenza.

La formazione

In un contesto di continuo progresso scientifico, tecnologico e organizzativo la formazione, intesa sia come formazione permanente del personale sanitario e amministrativo sia come formazione di accompagnamento ai processi di sviluppo organizzativo delle Aziende sanitarie, assume un valore determinante per diffondere e radicare la cultura della tutela della salute e per garantire un'offerta di servizi sanitari efficaci e appropriati.

La formazione, leva strategica delle politiche per il personale e del cambiamento organizzativo, va programmata e progettata in stretta relazione con le politiche sanitarie di cui è strumento fondamentale e condizione indispensabile per la realizzazione dei programmi che i diversi attori del Piano dovranno realizzare.

La formazione genera sviluppo ed esce da una visione settoriale fortemente connotata dall'acquisizione di conoscenze tecniche. Non è solo un adempimento a obblighi previsti dalla normativa di settore, ma è un'opportunità e uno strumento di crescita: la formazione deve intervenire a diversi livelli, da quello scientifico a quello della programmazione condivisa degli interventi, dall'approfondimento dei saperi tecnici all'acquisizione di metodologie, per una progettazione di ampio respiro delle attività.

Obiettivi

La formazione come funzione strategica si pone l'obiettivo di sviluppare:

· le competenze individuali, intese come intreccio di conoscenze, capacità e comportamenti;

· l'organizzazione sanitaria nel suo complesso, in termini di efficienza delle prestazioni e qualità dei servizi e di risultati raggiunti nel miglioramento della salute dei cittadini;

· la comunità nel suo complesso e su due aspetti fondamentali: la consapevolezza dei propri diritti da parte dei cittadini; la capacità dei diversi attori, istituzionali e non, che si integrano e progettano insieme lo sviluppo del territorio anche sul versante dei servizi sanitari e sociali.

Fare formazione significa operare attraverso diverse fasi, non necessariamente sequenziali ma spesso da integrare con metodologie attive di apprendimento organizzativo:

· analizzare le esigenze di sviluppo professionale degli operatori in relazione agli scenari che nella società e nel mondo scientifico vanno delineandosi. Ciò comprende la rilevazione dei bisogni di salute della popolazione, l'analisi dei bisogni organizzativi delle politiche regionali e aziendali, l'analisi dei bisogni formativi del personale;

· progettare una pluralità di interventi finalizzati all'aggiornamento sistematico delle conoscenze, allo sviluppo dinamico di competenze complesse (tecniche e organizzative) e allo sviluppo delle attitudini e delle potenzialità;

· realizzare diverse tipologie di attività, utilizzando metodologie didattiche volte a favorire l'apprendimento individuale e organizzativo, che rendano gli operatori protagonisti attivi e responsabili del proprio percorso formativo;

· monitorare le fasi di realizzazione delle attività e verificarne i risultati in termini di apprendimento individuale, apprendimento organizzativo, efficacia e impatto. Ciò implica, nella fase di progettazione, una chiara definizione degli obiettivi, degli oggetti da misurare, degli indicatori e standard di riferimento predefiniti su cui valutare gli scostamenti e rispetto ai quali ridefinire le azioni formative in un processo dinamico e virtuoso.

Ripensare la formazione insieme alle Università

I recenti accordi siglati tra la Regione e le Università di Cagliari e Sassari offrono nuovi spazi di collaborazione nel campo della integrazione tra didattica, ricerca e formazione continua degli operatori del Servizio Sanitario. Ripensare insieme la formazione, valorizzando l'apporto di ciascun attore, significa innescare quel processo diffuso che è alla base di una politica formativa efficace.

Nel rispetto dei rispettivi ruoli, il Servizio sanitario regionale si propone di:

· promuovere la continuità del percorso formativo (formazione pre-laurea, formazione specialistica e di medicina generale, formazione alla ricerca, formazione continua)

· far convergere le azioni formative di tutti i protagonisti, evitando sovrapposizioni e competizioni, nel rispetto dei ruoli e nella massima valorizzazione delle sinergie;

· analizzare insieme all'Università i bisogni formativi, sul piano sia qualitativo sia quantitativo, favorendo il coinvolgimento non solo delle facoltà di area sanitaria, ma dell'intero sistema di offerta universitaria;

· migliorare la programmazione del fabbisogno di nuovi specialisti anche tenuto conto delle esigenze della popolazione.

Il perseguimento degli obiettivi di salute richiede l'acquisizione di conoscenze di argomenti anche relativi alla sanità pubblica e al management, ai fattori ambientali, sociali, economici e culturali che influenzano la salute, alla bioetica, all'educazione alla salute.

L'umanizzazione dei servizi, principio ispiratore del presente Piano, si realizza anche attraverso l'ampliamento delle competenze psicologiche e relazionali degli operatori; a tale obiettivo devono concorrere le politiche formative regionali.

Commissione regionale per la formazione

La Giunta regionale istituisce la Commissione regionale per la formazione sanitaria, quale suo organismo di supporto per la definizione delle linee di indirizzo sulle attività formative, con le seguenti funzioni:

· individuare le linee guida per realizzare piani formativi coerenti con le politiche regionali

· dare impulso alla creazione di una rete regionale di uffici aziendali dedicati alla formazione;

· determinare il fabbisogno formativo;

· individuare gli obiettivi di formazione a carattere regionale;

· definire le linee guida metodologiche per la formazione permanente;

· individuare il sistema di valutazione degli interventi di formazione;

· coordinare gli interventi di formazione sulle innovazioni organizzative di sistema (es. formazione manageriale);

· attivare il sistema ECM regionale;

· attivare uffici di staff presso le direzioni generali delle aziende sanitarie con un organico dedicato e con definite responsabilità operative;

· creare momenti di raccordo e di scambio con qualificate esperienze di formazione nazionali e internazionali.

A tal fine la Commissione regionale per la formazione sanitaria può avvalersi del supporto tecnico-scientifico dell'Agenzia regionale della Sanità che, ai sensi del comma 2 dell'articolo 22 della legge regionale n. 10 del 2006, ha compiti di valutazione del fabbisogno formativo.

Consulta regionale

In attuazione del comma 6 dell'articolo 1 della legge regionale n. 10 del 2006, al fine di promuovere le competenze professionali e la partecipazione degli operatori ai processi decisionali in tema di formazione, è istituita una Consulta regionale per la formazione in sanità composta da rappresentanti designati dagli Ordini, dai Collegi e dalle Associazioni professionali.

La Consulta regionale svolge le seguenti funzioni:

· rappresentare le esigenze formative delle categorie del ruolo sanitario;

· esprimere suggerimenti e valutazioni in ordine al complesso delle attività formative realizzate.

Nelle Aziende Sanitarie la formazione deve diventare un processo organico, capace di offrire pari opportunità di sviluppo a tutto il personale del sistema sanitario regionale.

Gli staff, dotati di personale qualificato e motivato, dovranno nelle singole aziende e in forte raccordo con l'Assessorato impegnarsi prioritariamente all'attività programmatoria, evitando iniziative episodiche o sporadiche, integrandosi con altre iniziative di cambiamento organizzativo, stimolando processi di comunicazione interna e esterna. All'interno della pianificazione formativa è necessario prevedere il coinvolgimento degli operatori sanitari, delle organizzazioni sindacali e di tutti coloro che in ambito sanitario sono espressione di legittimi interessi.

Ambiti prioritari di intervento

Le aziende sanitarie dedicheranno particolare attenzione ai seguenti ambiti d'intervento formativo di rilevanza regionale:

· sviluppo della cultura manageriale, in particolare per i dirigenti delle Unità Operative,

· appropriatezza delle cure e della assistenza,

· medicina, prevenzione e assistenza sanitaria basate sulle prove di efficacia (Evidence Based Medicine, Prevention e health care),

· metodologie e strumenti per l'integrazione interprofessionale e sociosanitaria,

· comunicazione e relazione interpersonale fra cittadino e operatore sanitario.

L'Assessorato dell'Igiene e sanità e dell'Assistenza sociale della Regione sarà impegnato in un'articolata azione formativa rivolta al personale interno, finalizzata a sostenere l'azione di cambiamento promossa dal Piano offrendo nuovi strumenti e forte identità di ruolo a chi dovrà governarne la sua complessa realizzazione.

L'Assessorato promuoverà inoltre un innovativo progetto volto a valorizzare, nei Distretti, le capacità di programmazione integrata per la realizzazione di servizi alla comunità.

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel secondo capoverso (La situazione attuale) - la prima riga è soppressa. (527)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - nel subparagrafo (Criteri per la gestione delle risorse umane) il primo punto è soppresso. (534)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - all'ottavo capoverso (Commissione …) - nel subparagrafo (Commissione regionale per la formazione) il terzo punto è soppresso. (546)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI- DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU- LIORI.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - il decimo capoverso (Consulta regionale) è soppresso. (547)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Le prime tre righe del sesto capoverso (Risk management) - sono sostituite dalle seguenti: "In attuazione del presente Piano - i Servizi di Medicina Legale delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere elaborano - e governano l'attuazione per quanto di propria competenza - un programma di gestione aziendale del rischio clinico - tenuto conto dei seguenti punti fondamentali:" (522)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Il settimo capoverso - (Risk management) - che inizia con le parole: "Al fine …" - è sostituito dal seguente: "Al fine di superare le difficoltà del settore (di mercato - di costi) - fine di garantire la serenità delle attività professionali di tutti gli operatori - di evitare il ricorso improprio alla medicina difensiva - che tende ad aggravare di costi inutili il bilancio della sanità - la Regione verifica lo stato delle coperture assicurative degli operatori sanitari - all'interno di ogni singola ASL e di ogni singolo servizio. In tale attività - la Regione viene supportata dai Servizi di Medicina Legale - costituiti all'interno di ciascuna Azienda. Sulla base di tali rilevazioni - la Regione verifica la possibilità di centralizzare la copertura assicurativa dal rischio e fornisce comunque alle singole Aziende le linee guida comportamentali attuative per la copertura dal rischio dei propri dipendenti." (523)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Il settimo capoverso (Risk management) - che inizia con le parole: "Al fine…" - è sostituito con il seguente:

"Il presente Piano programma l'istituzione dell'Ufficio del garante Regionale per il diritto alla salute - con l'obiettivo di affiancare al cittadino un'Autorità indipendente che ne difenda il pieno diritto all'accesso alle prestazioni di salute. Nell'ambito dell'Ufficio del garante opera una camera arbitrale di compensazione del contenzioso riferibile a malpractice - che ha l'obiettivo di tutelare i diritti di tutti gli attori del sistema - riportando in sede extragiudiziaria la risoluzione del contenzioso medico legale". (524)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Il paragrafo intitolato "Prevenzione e controllo delle infezioni acquisite nelle strutture sanitarie (IASS) - è sostituito dal seguente:

"Le infezioni ospedaliere rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica e sono spesso collegate a importanti carenze strutturali nell'ambito dei nosocomi.

Obiettivo del triennio di vigenza del Piano è quello dell'eliminazione dei fattori strutturali che rendono difficile il contenimento di tali infezioni.

Entro novanta giorni dalla definizione del Piano - l'Assessore regionale alla Sanità si impegna a presentare alla competente Commissione Sanità un quadro dettagliato delle situazioni di maggior rischio (commistione di percorsi pulito-sporco - assenza di adeguate strutture sanitarie di isolamento - presenza di focolai endemici di insetti) nei nosocomi sardi - unitamente ad un programma di investimenti - finalizzato al superamento delle situazioni di maggior rischio.". (526)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Il secondo capoverso - dalle parole "In Sardegna…" alle parole "… loro organizzazioni." - è sostituito dal seguente:

"In Sardegna c'è oggi una forte carenza nelle politiche relative al personale sanitario e ai medici in particolare.

La pletora di laureati degli anni '80 e '90 è stata in larga parte assorbita all'interno del sistema sanitario pubblico - con conseguente saturazione della domanda di nuove professionalità e blocco del turn over.

Questo comporta che oggi i dirigenti medici strutturati all'interno del SSR abbiano un'età media elevata - che ne riduce l'efficienza fisica e ne moltiplica l'usura - mentre appaiono decisamente modesti - sotto il profilo numerico - i nuovi inserimenti di professionalità all'interno del sistema.

In particolare - sono entrate nella quotidianità del rapporto lavorativo forme di precariato medico che mortificano la professionalità - rendono incerto il futuro - danneggiano la qualità dell'assistenza - impediscono la qualificazione e la continuità del rapporto assistenziale e creano una nuova fascia di professionisti sottopagati - la cui dignità è sostanzialmente calpestata in nome di distorte esigenze economicistiche del sistema.

Obiettivo del presente Piano - nel triennio di vigenza - è quello di trasformare tali rapporti precari in rapporti strutturati - che restituiscano dignità al medico e consentano il fisiologico ricambio anagrafico all'interno degli organici dei reparti ospedalieri e dell'Azienda Mista.

Specifiche risorse economiche finalizzate saranno stanziate per tale obiettivo nel triennio di vigenza del Piano.". (528)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - alle ultime due righe del secondo capoverso - le parole "… con un eccesso di personale medico e una carenza di quello sanitario non dirigenziale." sono sostituite dalle seguenti: "con una carenza relativa di professionalità che appare più marcata nel settore delle professioni sanitarie non dirigenziali.". (530)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - nel terzo capoverso - nell'ultimo periodo - che inizia con le parole "Le linee …" fino a "in esubero" sono sostituite dalle seguenti: "Le linee guida dell'Assessorato prevederanno criteri per la mobilità interaziendale - per l'assunzione del nuovo personale necessario a raggiungere gli obiettivi del Piano e - soprattutto - per la creazione di percorsi di accesso facilitati e di stabilizzazione degli attuali precari.". (532)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane" - alla quattordicesima riga - il quinto punto è sostituito dal seguente:

"rafforzamento del senso di appartenenza del personale e di crescita della motivazione - attraverso specifici e validati percorsi formativi.". (537)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - al quinto capoverso (Ripensare la formazione) - nella prima riga - la parola "siglati" è sostituita dalle parole "in fase di definizione". (542)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - al quinto capoverso (Ripensare la formazione) - al quarto e ultimo punto - le parole "anche tenuto conto delle esigenze della popolazione" sono sostituite dalle seguenti: "anche in rapporto alla domanda sanitaria e riservandosi di individuare interventi speciali di sostegno dell'offerta formativa post universitaria - finalizzati al soddisfacimento di specifiche domande territoriali o di specialità". (543)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - all'ottavo capoverso (Commissione…) - le parole "la Commissione Regionale per la Formazione Sanitaria" sono sostituite dalle seguenti: "La Consulta Regionale per la formazione sanitaria". (545)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Al termine del quinto capoverso - dopo le parole "… audit clinico." è aggiunto il seguente:

"Una parte del rischio medico legale a cui è sottoposto l'operatore sanitario è oggi legato alla inadeguatezza e al mancato aggiornamento tecnologico delle apparecchiature diagnostiche e delle attrezzature utili alla terapia.

Compito del Sanitario non è più soltanto quello di indirizzare il paziente all'accertamento diagnostico col miglior rapporto costo/benefici in rapporto al quesito clinico - ma anche quello di indirizzarlo alla apparecchiatura diagnostica che presenta la maggior adeguatezza tecnologica - in rapporto al quesito clinico.

È pertanto evidente che l'aggiornamento tecnologico delle apparecchiature nelle sedi ospedaliere consente di far percorrere al paziente corretti iter terapeutici all'interno delle strutture - senza costringerlo a continui spostamenti e senza esporre gli operatori sanitari al rischio di fornire risposte inadeguate rispetto all'obiettivo clinico.

Con questi obiettivi - entro novanta giorni dall'approvazione del Piano - l'Assessorato regionale alla Sanità consegna alla competente Commissione sanità un accurato studio sulla situazione del parco tecnologico e sulle apparecchiature in dotazione alle strutture ospedaliere sarde e congiuntamente propone all'approvazione della Commissione - che esprime il proprio parere entro quindici giorni - un dettagliato programma di aggiornamento delle stesse.". (521)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Premessa

Nella premessa - dopo il titolo - è inserito il seguente:

"L'obiettivo strategico del Piano è quello di garantire a tutti i cittadini sardi l'accesso a prestazioni sanitarie di qualità - quanto più possibile vicino alla propria sede di residenza.". (525)

EMENDAMENTO aggiuntivo PETRINI - CONTU - LA SPISA - LICANDRO - RANDAZZO Vittorio - ARTIZZU - CHERCHI Oscar.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Al terzo capoverso - dopo le parole "Al fine di realizzare questo obiettivo" - sono aggiunte le seguenti: "entro novanta giorni dall'entrata in vigore del presente Piano -". (110)

EMENDAMENTO aggiuntivo LIORI - DIANA - ARTIZZU - SANNA Matteo - RANDAZZO Vittorio - AMADU - LICANDRO - RASSU - CONTU - PETRINI

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nell'ultima riga, dopo le parole "dotazioni organiche" si aggiunge: "stabilizzando tutte le figure professionali operanti in sanità, sotto qualunque tipo di contratto a tempo non determinato, da almeno un anno.". (14)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", al secondo capoverso, dopo le parole "… lievemente superiore", sono aggiunte le seguenti: "È però addirittura sorprendente che il dato sardo si discosti così modestamente dalla media nazionale, in quanto è evidente che la garanzia di livelli qualitativi assistenziali adeguati, su un territorio di circa 24.000 Kmq, con una rete viaria fortemente disagiata, richiede l'impegno di personale sanitario e tecnico numericamente ben superiore rispetto a quello di altre realtà regionali con diversa e più vantaggiosa distribuzione demografica e accessibilità territoriale.". (529)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", alla fine del secondo capoverso, è aggiunto il seguente:

"Tale carenza relativa colpisce maggiormente le professionalità tecniche non dirigenziali in quanto la notevole estensione territoriale della Sardegna ha favorito lo sviluppo di una risposta sanitaria prevalentemente ospedalocentrica, che si fonda soprattutto sulle risposte mediche diagnostiche e terapeutiche, che deve essere gradatamente riequilibrata a favore del territorio, attraverso adeguati investimenti economici aggiuntivi". (531)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", al termine del subparagrafo (Le professioni sanitarie), è aggiunto il seguente:

"Tale ricognizione dovrà avvenire valorizzando il raccordo con le Università, affinché sia garantita la migliore programmazione degli accessi alle scuole di specializzazione, anche attraverso l'introduzione di borse di studio regionali specificamente orientate alla copertura di carenze reali dell'offerta sanitaria regionale.". (533)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane", è inserito il seguente primo punto:

"costruzione di percorsi di stabilizzazione e accesso facilitato per le attuali professionalità precarie delle ASL ". (535)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane", è inserito il seguente primo punto:

"ricerca della stabilizzazione del precariato in sanità, che appare particolarmente pressante per le istituende Aziende Miste. Negli attuali Policlinici Universitari, la carenza di figure sanitarie universitarie ha infatti reso frequente e indispensabile il ricorso alle prestazioni professionali in regime di precariato, per cui esiste una fascia professionale ormai stabilmente e da tempo impegnata nell'attività assistenziale, che attende certezze lavorative indispensabili per garantire continuità e qualità assistenziale.". (536)

EMENDAMENTO aggiuntivo LANZI - LICHERI - FADDA Giuseppe - URAS - DAVOLI - PISU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

A pagina 129, dopo le parole "procedure concorsuali e di mobilità", è aggiunto il seguente punto:

"superamento del lavoro precario, atipico, o derivante da processi di esternalizzazione al fine di dare stabilità ai rapporti di lavoro ad iniziare dalle attività più delicate e di alta specialità." (92)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane", al termine del sesto punto è aggiunto il seguente:

"che garantiscano a tutti gli operatori sanitari di raggiungere gli obiettivi nazionali e regionali di aggiornamento professionale, senza necessità di personali aggravi logistici ed economici". (538)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Al termine del paragrafo intitolato "La gestione del personale", dopo le parole "… propria residenza" sono aggiunte le seguenti: ", secondo graduatorie aziendali di priorità, sulla base di criteri concordati tra regione e OO.SS.". (539)

EMENDAMENTO sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Il testo dell'emendamento numero 138 è sostituito dal seguente:

"La Regione, tramite l'Assessorato competente in materia sanitaria, in aderenza alle previsioni contenute nell'articolo 1, comma 5 della L.R. 5 dicembre 2005, n. 20, previa accurata ricognizione delle diverse situazioni esistenti nelle Aziende del SSR e nel rispetto delle prescrizioni contenute nella Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), predispone entro 120 giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano quinquennale di stabilizzazione dei lavoratori precari (personale sanitario, tecnico, professionale ed amministrativo).

Il predetto piano dovrà contenere obiettivi, tempi di realizzazione, ambiti prioritari di intervento, requisiti, modalità e risorse finanziarie per la stabilizzazione del personale interessato.". (600)

EMENDAMENTO aggiuntivo LANZI - LICHERI - DAVOLI - FADDA Giuseppe - PISU - URAS.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Dopo l'ultimo capoverso del subparagrafo "Gestione del personale", è aggiunto il seguente "Piano di stabilizzazione":

"La Regione, tramite l'Assessorato competente in materia sanitaria, in attuazione della legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20, articolo 1, comma 5, predispone, d'intesa con le aziende, i presidi ospedalieri, le cliniche universitarie e le amministrazioni sanitarie tutte, entro novanta giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano triennale di stabilizzazione dei lavoratori precari, medici, paramedici e amministrativi delle medesime aziende e amministrazioni, con contratti di lavoro temporaneo stipulati ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. Il piano dovrà contenere l'indicazione di obiettivi e tempi di realizzazione, l'individuazione degli ambiti d'intervento prioritario e le risorse finanziarie necessarie alla sua attuazione.". (138)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", al quarto capoverso (obiettivi), al terzo punto, dopo le parole "… percorso formativo" è aggiunto il seguente quarto punto:

"Valorizzare le opportunità di aggiornamento professionale ON LINE, anche utilizzando ambienti ed attrezzature tecnologiche disponibili nelle sedi di lavoro.". (540)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", alla fine del quarto capoverso (obiettivi), dopo il quarto punto, è aggiunto il seguente:

"Valorizzare la adesione volontaria ai percorsi formativi, anche attraverso specifici progetti di tutoraggio che prevedano il miglioramento delle opportunità lavorative e premialità economiche per i partecipanti." (541)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", al termine del sesto capoverso è aggiunto il seguente:

"Nell'ambito della collaborazione con il sistema universitario, la Regione si impegna a sostenere ogni possibile sforzo dell'Università per potenziare la presenza di tale peculiare offerta formativa già nell'ambito dei percorsi universitari precedenti la laurea.". (544)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", nell'ottavo capoverso (concessione regionale…), alla seconda riga, dopo "… sanitaria," è aggiunto il seguente:

"integrata dai rappresentanti designati dagli Ordini, dai Collegi e dalle Associazioni professionali,". (548)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - SANNA Matteo.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel primo capoverso, alla sesta riga, dopo le parole "...associazioni professionali", è aggiunto il seguente:

", nonché da rappresentanti designati dalle Università di Cagliari e di Sassari.". (44)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", nell'undicesimo capoverso, all'ottava riga, dopo le parole "… interna ed esterna." sono aggiunte le seguenti: "Dovranno essere adeguatamente valorizzate e implementate le iniziative di aggiornamento professionale ON LINE.". (549)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", al termine del dodicesimo capoverso (Ambienti prioritari…), al quinto punto, è aggiunto il seguente sesto punto:

"sviluppo di programmi di autoverifica per la valutazione del rischio dell'errore clinico ed aggiornamento sui protocolli diagnostici e terapeutici valicati e suggeriti dalle società scientifiche, per singola patologia.". (550).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, le chiedo la cortesia di sospendere brevemente i lavori per verificare alcuni emendamenti sui quali la Commissione aveva sospeso il giudizio.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 02, viene ripresa alle ore 19 e 38.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si esprime parere negativo sugli emendamenti numero 527 il, 534, 546, 547, 522, 523, 524, 526, 528, 530, 532, , 537, 542, 543, 545, 521, 525, 14, 529, 531, 533, 535, 536, 538, 539, 540, 541, 544, 548, 44, 549. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 110, 600, 550, quest'ultimo viene accolto solo in parte. Si chiede il ritiro degli emendamenti numero 92 e 138 in quanto quest'ultimo è stato sostituito dall'emendamento numero 600.

Presidente, preannuncio inoltre la presentazione di alcuni emendamenti orali al testo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Intervengo su questa parte proprio in ragione del fatto che questa è la parte del Piano che tratta delle risorse umane, della formazione, insomma del personale. E' uno degli argomenti sicuramente più rilevanti del Piano sanitario, come di ogni Piano che preveda un buon funzionamento della pubblica amministrazione, l'esercizio pieno della funzione pubblica a favore dei cittadini.

In questi giorni, in queste settimane, tanto si è detto su come funzionano gli ospedali in Italia, un po' sollecitati dall'inchiesta de "L'Espresso" sul Policlinico romano, dalle inchieste, dagli articoli dei docenti universitari più qualificati in questa materia, parlo di pubblico impiego, dai libri che nascono dagli articoli e dal dibattito in corso anche in questi giorni attorno a questo tema.

Io ho qua un libretto di Pietro Ichino, che per molti di noi è stato un intellettuale di riferimento, intitolato "I nullafacenti". Per la stima che avevo di Pietro Ichino, devo dire che questo libro è ciò che di più deludente io abbia potuto leggere in questi ultimi mesi perché, attraverso una sorta di dialogo tra un sindacalista, che avrebbe tutte le colpe del mondo, e un precario (superspecializzato, superlaureato, masterizzato, sottopagato e appunto precario), difende le consulenze alla pubblica amministrazione, attacca i dipendenti pubblici che non combinano niente in una sorta di festival del qualunquismo. Pericolosissimo! E l'idea base non è neppure nascosta!

Chi in questi anni ha seguito il dibattito sulla funzione pubblica, sui pubblici servizi, in Europa e in Italia, sa benissimo qual è la tesi su cui si fonda questa sistematica denigrazione della funzione pubblica e di chi opera nel pubblico impiego. La ragione è che pare che il 70 per cento del prodotto interno lordo sia servizio pubblico, e che per reggere la sfida del mercato sia necessario trasferire al sistema delle imprese questa quota parte. Per cui, siccome è difficile riuscirci attraverso un'azione trasparente di governo, bisogna mettere in campo intellettuali, giornalisti, stampa pubblica, eccetera, per dire quanto è schifosa la pubblica amministrazione, quanto la funzione pubblica sia disgustosamente inefficiente, perché così si ricava una motivazione politica di rilievo per privatizzare (ogni tanto si parla anche di "esternalizzazione" dei servizi pubblici), per spostare risorse verso il sistema delle imprese.

La realtà è ben altra. La realtà è che questa devastante operazione di trasferimento di risorse dal sistema pubblico al sistema delle imprese, fatto in questo modo, determina una inefficienza complessiva del sistema economico e dello Stato, intendendo per Stato, non solo la competenza pubblica, ma anche quell'insieme di soggetti che concorrono a costituire il sistema economico, il sistema politico, il sistema sociale nazionale. In questo caso, poi, anche europeo.

Mi ha particolarmente colpito una proposizione che ho trovato in questa inchiesta de "L'Espresso", dove il giornalista non visto o, meglio, non riconosciuto da nessuno, travestito da dipendente di un'impresa di pulizie, passando nei corridoi, ha tratto tutta una serie di indicazioni che poi sono state poste a fondamento dell'azione di governo e del Ministro della sanità in particolare, il che è tutto dire, è tutto dire.

Nell'articolo si dice che basta indossare una tuta blu e presentarsi vestito come un addetto delle manutenzioni oppure come un uomo delle pulizie, in tasca un metro da falegname e una macchina fotografica digitale nascosta, tutti i giorni per un mese intero, che nessuno se ne accorge, perché nessuno, questo capita nell'ospedale Umberto I, sa chi siano i dipendenti di quell'ospedale.

Sotto Il Palazzo ci sono centoventotto lavoratori ausiliari del Policlinico di Cagliari, che a turno svolgono la funzione di agenti sociosanitari; questa è la loro qualifica, poco riconosciuta o mezzo sconosciuta. Sta di fatto che, operano in quella realtà dal 2001, sulla base di una selezione pubblica. Ma non ci sono solo loro, ci sono medici specializzati presso tutti i reparti ospedalieri del Policlinico e non solo del Policlinico, anche del Brotzu e dell'Azienda sanitaria locale numero 8, ma credo anche delle altre Aziende sanitarie, c'è personale infermieristico, anche di provenienza non nazionale che copre carenze.

C'è un ricorso sistematico alle agenzie di lavoro interinale e non c'è il quadro esatto del fabbisogno del personale e non c'è neppure una ricognizione precisa del personale che opera all'interno del sistema sanitario regionale. C'è un grande utilizzo dei contratti atipici, c'è la precarizzazione sistematica di professionalità anche ad alto contenuto tecnico e professionale che vengono impiegate in sostituzione di personale medico e paramedico che non è stato, diciamo, in questi anni assunto attraverso le procedure di legge, così come prevede la normativa in materia.

Noi che cosa chiediamo? Chiediamo che si interrompa questa abitudine, chiediamo cioè una pubblica amministrazione efficiente, non tanto per contrastare il trasferimento di quel 70 per cento di PIL verso il sistema delle imprese, chiediamo di farlo perché è necessaria a questa Regione, al cittadino, una pubblica amministrazione efficiente e una pubblica amministrazione che funzioni.

Chiediamo che si smetta l'utilizzo di contratti atipici e il ricorso alle agenzie di lavoro interinale, chiediamo che venga stabilizzato il personale precario iniziando da quello più altamente specializzato, chiediamo che questo sia fatto anche attivando procedure di formazione necessarie per qualificare i lavoratori del Policlinico che sotto il Consiglio regionale manifestano da oltre dieci giorni, i medici che operano presso i reparti di gastroenterologia del Brotzu o presso la medicina nucleare del Policlinico, per fare degli esempi. Chiediamo cioè che si metta ordine finalmente in questa materia riconoscendo diritti ai lavoratori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, non ho ritrovato, in merito alle osservazioni poste dal collega Uras, il pacchetto degli emendamenti proposto da lui o dal suo Gruppo sul capitolo in discussione. Io credo di poter condividere una buona parte delle argomentazioni poste dal collega Uras; ho rivisitato velocemente gli emendamenti proposti e mi sembra che ce ne sia solo uno sui precari il cui contenuto è stato accolto dalla Giunta nell'emendamento di sintesi numero 600, per il resto non ho trovato proposte reali che possano dare gambe e corpo alle condivisibili posizioni del collega Uras.

Questa mi sembra un po' la linea guida di questo Piano sanitario regionale e, infatti, in quest'ultimo capitolo noi entriamo nel vivo. Sembra strano che si entri nel vivo, nella sostanza del Piano sanitario regionale, dopo circa un mese, un mese e mezzo di discussione. Purtroppo verifichiamo che manca la sostanza. Adesso rimanderemo alla futura discussione sulla finanziaria l'accertamento sulla veridicità dei numeri, perché c'è un elenco di numeri impressionante e scoraggiante che parte dalla presentazione del disegno di legge per l'esercizio provvisorio, passa per la prima proposta di Piano sanitario regionale, va alle dichiarazioni rese in Aula dal presidente Soru in fase di discussione dell'esercizio provvisorio stesso, arriva alle prime slide proposte dal Presidente nella presentazione della finanziaria 2007. Allora, io mi chiedo a quali numeri dobbiamo credere e chi realmente sta "dando i numeri" in quest'Aula. Perdonatemi il termine, nessuno si deve considerare offeso, ma io sarei contento se qualche collega, in particolare tra i più esperti di bilancio, riuscisse, a farmi capire a quali numeri stiamo facendo riferimento.

Abbiamo sostenuto più volte che dobbiamo dare gambe a questo discutibile Piano sanitario; nel merito l'abbiamo discusso, ve lo approverete sicuramente ma, alla fine, dopo i tanti silenzi che ci sono stati da parte della maggioranza e della Giunta in fase di discussione di questo Piano sanitario, almeno rispondete su come intendete dargli gambe.

Abbiamo provato a discuterne, abbiamo provato a dare dei suggerimenti, abbiamo cercato risposte all'interno del Piano sanitario o nei vostri interventi, non abbiamo trovato nulla, e questo è scoraggiante, decisamente scoraggiante. Abbiamo anche provato con una simpatica, ironica provocazione, grazie al collega Sergio Pisano. Era un'ironica provocazione e, come voi tutti sapete e mi insegnate, l'ironia è un segno di grande intelligenza; probabilmente da parte del collega Pisano e nostra c'è stata una sopravvalutazione, perché, il fatto rappresentato ironicamente aveva un grande significato politico e tecnico, non l'avete voluto cogliere.

Anche noi, con la nostra politica, abbiamo fatto degli errori mandando a casa Luttazzi, per esempio, ma non so che cosa potrebbe succedere se doveste arrivare al governo, visto che c'è da parte vostra un rigetto dell'ironia; ironia che, ripeto, è segno di grande intelligenza.

Anzi, si è detto che quella manifestazione era una vergogna per quest'Aula, non avete lasciato finire, non avete capito il senso di quella proposta (lo capirete meglio entrando nel merito di questo capitolo), ma le vere vergogne, colleghi, le vere vergogne di quest'Aula, non sono le provocazioni ironiche, simpatiche, gradite o meno, come sempre l'ironia può essere gradita o meno, non è quello che ci riempie di vergogna in quest'Aula. Avete provato a pensare quanta vergogna ha riversato su quest'Aula il rigetto dell'emendamento sulla cardiochirurgia pediatrica del Brotzu, diretta dal professor Tumbarello, respinto solo perché non ubbidiva a un'imposizione dell'Assessore o, meglio, ad una segnalazione clientelare dell'Assessore? Veramente nel vostro caso si chiamano segnalazioni sociali, nel nostro caso si chiamano segnalazioni clientelari.

Una grande vergogna riguarda la radioterapia del Brotzu; sapete già chi sarà il direttore di quel servizio, credo che il nome lo sappiate meglio di me, sapete benissimo che sono in arrivo altri due egregi luminari da Torino. Così come è vergognoso quanto si è visto, ieri notte, in relazione al reparto di ostetricia e ginecologia di Isili. Questa è la vera vergogna di questo Consiglio!

E' triste, è vergognoso, il vostro silenzio sulle consulenze che non mancheremo mai di richiamare: la grande, inutile spendita di denaro pubblico. Io, come sempre, non voglio mai adombrare fatti per i quali si getta fango su qualcuno, assolutamente, riporto dei fatti che sono nelle delibere, faccio i nomi e i cognomi. A me ha stupito l'intervento, pur apprezzabile e anche fantasioso, che ci ha unito tutti in un applauso, del professor Gessa, quando ha parlato dell'esperienza di Trieste Veramente, con tutto il rispetto, professor Gessa, ma in questo caso collega Gessa, in questo caso onorevole Gessa, mi ha stupito il fatto che siano bastati tre giorni per cambiare la sua opinione sul sistema psichiatrico in Italia. Mi ha ricordato quando si dipingevano soltanto le facciate delle caserme perché arrivava il generale, o quando le case farmaceutiche chiamano voi medici alla rappresentazione, alle Bahamas, di un nuovo principio attivo, per cui vi convincete che è buono.

Allo stesso modo, tre giorni di visitazione di un sistema psichiatrico, cacciato dalla Calabria, respinto dalla Toscana, respinto dai nostri psichiatri, hanno convinto il professor Gessa. Pensavo che ci volesse ben altro, soprattutto argomentazioni scientifiche, per cambiare opinione. Così come è una vergogna l'isolamento dei dirigenti negli Assessorati, quei dirigenti che non sono funzionali al potere, che si permettono di richiamare gli Assessori all'applicazione corretta della "31", alla separazione delle funzioni politiche da quelle amministrative; dirigenti che vengono allontanati o messi nei sottoscala e voi sapete i nomi, i cognomi, gli indirizzi. Sapete benissimo cioè che i fatti che sto riportando sono veri.

Questa è la vergogna di questo Consiglio! Chiunque ne porti la responsabilità nel passato e nel presente. Le minacce, i ricatti e le persecuzioni sono una vergogna; Saatchi & Saatchi è una vergogna; la mancata presa di posizione sulle dichiarazioni del professor Brigaglia, dichiarazioni ufficiali rese presso la procura della Repubblica e che noi già conoscevamo, è una vergogna; istituire una Commissione di inchiesta retta dalla maggioranza è una vergogna. Quelle sono vere vergogne! Tuvixeddu è una vergogna! "Sardegna fatti bella" è una vergogna! Aver bocciato la richiesta di creare una terza base per l'elisoccorso, che si rende necessaria per le condizioni geografiche che determinano difficoltà nelle comunicazioni interne della Sardegna, è una vergogna! Queste cose costituiscono sicuramente la grande vergogna di questo Consiglio! La grande vergogna del potere dei numeri e dei muscoli! La maggioranza dei componenti di quest'Aula, che si dichiarano democratici e popolari, si sta rendendo complice dello smantellamento delle istituzioni e della democrazia. Siete voi i veri complici.!

In questo contesto la discussione, nel metodo e nel merito, del Piano sanitario regionale è, a mio avviso, un altro triste capitolo del costante degrado politico, sociale, economico e culturale. Proporre l'ultimo capitolo in questo modo è quindi un fatto ancora più vergognoso rispetto a tutti quelli che finora ho elencato, e non mi è bastato il tempo per elencare tutto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Presidente, la Parte terza del Piano sanitario analizza come il sistema politico deve governare il sistema sanitario. Il governo clinico della sanità significa la capacità di monitorare i fenomeni, conoscerli e gestirli per offrire una migliore qualità dell'assistenza.

Un'affermazione di questo genere credo abbia bisogno di una qualche riflessione che tenga conto di tutti quegli episodi che, nel corso di questo mese, hanno portato all'analisi profonda non soltanto del sistema sanità Sardegna, ma anche delle scelte che si intendono portare avanti per promuovere il miglioramento del servizio sanitario regionale. Assessore, nonostante le affermazioni contrarie fatte in diversi momenti nel corso della discussione, non sono bastati due anni e mezzo per portare avanti un Piano sanitario; ed ora, nonostante lei abbia ormai a disposizione delle linee guida, Assessore, non credo che il Piano sanitario possa diventare una realtà poiché lei ha respinto tutte le proposte tese effettivamente a promuovere il miglioramento del sistema.

Il miglioramento del sistema non può derivare dai no; in politica questo non ha mai dato risultati positivi; in politica la contrapposizione non ha mai portato a ricercare le soluzioni migliori; in politica soprattutto non esiste (non è esistito neanche nel percorso di discussione del Piano), un momento in cui si possa stabilire con certezza la fine della discussione. Se il confronto è serio, se l'approfondimento è reale, se davvero la ricerca delle soluzioni è l'interesse primario, noi non possiamo fissare limiti perché l'intelligenza non può essere limitata da imposizioni derivanti dal fatto che gli obiettivi non sono rispondenti alle necessità non solo del sistema sanitario, non solo della nostra Aula, ma soprattutto a quelle delle nostre popolazioni.

In qualche momento abbiamo colto la "lucidità" per poter approfondire le varie tematiche. Abbiamo sviluppato un confronto anche aspro su alcuni temi. Di sicuro non abbiamo condiviso alcune linee del Piano che sono derivate dalla scelta politica effettuata fin dalle prime righe della proposizione di questo Piano. Siamo certi però che quel bandolo della matassa che è stato lanciato non troverà di sicuro accoglimento tra gli operatori della sanità e, ancora meno, tra la nostra gente che riceve risposte di giorno in giorno come quella riportata anche dalla stampa odierna: due ore di fila per il pagamento del ticket nell'azienda più importante della sanità sarda.

Questo è un aspetto che deve far riflettere, signor Presidente. Nella nostra veste di componenti di minoranza della Commissione abbiamo sottoposto ad esame il sistema di accoglienza presente nelle Aziende sanitarie; sono state installate infatti macchine per l'automazione delle prenotazioni per le visite e per i pagamenti. Questo sistema non ha mai funzionato (l'abbiamo denunciato in tante interrogazioni), abbiamo verificato che è bloccato a Cagliari, a Ghilarza, a Oristano..

Questo è l'approccio. Presidente, l'accoglienza nella tradizione sarda - e lei questo non può negarlo - si manifesta quando qualcuno si presenta alla porta di casa, ma anche negli uffici pubblici, si manifesta soprattutto nei momenti del bisogno e se noi vogliamo indirizzare i nostri pazienti verso una scelta più corretta, se vogliamo davvero offrirgli servizi rispondenti alle esigenze, non possiamo pensare di accogliere la gente a "portonate" in faccia. E questo è uno dei modi per dare "portonate". Oltre la sofferenza fisica, mentale e quant'altro, li facciamo soffrire anche per pagare il diritto a servizi efficienti. Questa è la quotidianità del sistema sanitario sardo dopo due anni e mezzo di cura Dirindin.

Voglio fermarmi su un altro problema trattato in questo capitolo: prevenzione e controllo delle infezioni acquisite nelle strutture sanitarie. Effettivamente uno entra nelle strutture sanitarie sano ed esce malato, addirittura l'un per cento dei pazienti che sviluppa un'infezione ospedaliera muore. Recentemente ho assistito al ricovero di un paziente trapiantato in camera sterile; l'attenzione degli operatori e dei familiari era massima; ma a un certo punto, durante la visita, entra una signora che di straccio e di secchio armata, senza nessuna precauzione, quasi stesse entrando in un altro qualsiasi locale dell'ospedale, con la sua acqua, più o meno pulita, inizia a lavare il pavimento.

Allora, è chiaro che il sistema va rinforzato soprattutto dal lato della formazione degli operatori; e posso soltanto apprezzare il fatto che nel Piano sia evidenziata la necessità di intervenire nel settore Fino ad ora la formazione, nelle poche Aziende sanitarie dove si è sviluppata organicamente, si è basata spesso sull'iniziativa di singoli professionisti. Sulla formazione però bisogna investire perchè è un obbligo sancito dalla legge, non è un diritto che gli operatori avanzano senza averlo, è un diritto sancito da leggi, e soprattutto è un bisogno del sistema. E' chiaro che non basta lo spirito di servizio, il senso della responsabilità che caratterizza buona parte degli operatori della sanità sarda, per poter dare il massimo.

Quello che mi spaventa in questo contesto è stata ed è la gestione del personale. Signor Presidente, lei deve sapere che l'ospedalità italiana è retta per una buona fetta, soprattutto nel Nord dell'Italia, da professionalità provenienti dalla Sardegna, soprattutto relativamente alla categoria degli infermieri professionali. Invece di attivare percorsi di importazione di personale sanitario con queste qualifiche, perché non si promuove l'azione di rientro dei tanti infermieri che sono stati allontanati dalla nostra Isola dalla mancanza di lavoro? Un lavoro che oggi c'è. Cito l'esempio del Gaslini di Genova (una realtà che conosco), dove lavorano circa 200 infermieri di origine sarda che tornerebbero per buona parte in Sardegna. Questa è la realtà vera alla quale la richiamo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, questa parte relativa al governo clinico direi che è una parte davvero importante perché vengono prese in esame le risorse, il loro utilizzo, la loro valorizzazione, la creazione di nuove, il miglioramento di quelle esistenti. Quindi, è una parte che sicuramente ha una rilevanza fondamentale all'interno di questo Piano. Allora, valgono per questa parte considerazioni importanti espresse nel corso dell'intera discussione del Piano, considerazioni che sono state integrate in maniera che noi ritenevamo virtuosa attraverso gli emendamenti che abbiamo presentato.

Emendamenti che non sono stati adeguatamente valutati nel senso che, purtroppo, non c'è stata un'ulteriore fase di valutazione, come è stato fatto per altre parti del Piano, per cui perderete una serie di indicazioni migliorative che soltanto con una minima attenzione aggiuntiva sarebbero potute essere parti integranti del Piano, qualificandolo positivamente.

Vorrei toccare soltanto alcuni degli argomenti che sono comunque contenuti all'interno degli emendamenti che tendono alla modifica migliorativa del Piano, e vi vorrei parlare intanto delle risorse umane. Collega Uras, su questa parte ci sono almeno sette emendamenti presentati dalla minoranza che pongono il problema della creazione di opportunità di stabilizzazione per il personale precario. La sensibilità che noi abbiamo avuto - antecedente rispetto alle manifestazioni sotto questo Consiglio regionale - discende dal fatto che siamo convinti, assolutamente convinti, che un sistema che fornisce qualità dell'assistenza per poter funzionare deve avere certezze rispetto alle sue professionalità. Una professionalità non deve essere itinerante, deve avere certezza della propria qualifica, della sede di lavoro, del rapporto con il paziente; e mi riferisco sia al medico che all'operatore socio sanitario, perché il sistema della sanità funziona complessivamente con una serie di sensibilità che vanno ben al di là dell'ambito medico. È evidente, quindi, che anche l'investimento sulla formazione è strettamente collegato alla certezza della stabilità della professionalità all'interno del proprio posto di lavoro.

Noi crediamo che questa sia una risorsa del sistema, perciò su questo argomento era ed è possibile, nella sostanza, trovare dei percorsi virtuosi che ci consentano senza demagogia di individuare quali sono le strade che da un lato garantiscano certezza a chi lavora, dall'altro lato utilizzino questa certezza come elemento positivo per il sistema; perché il sistema cresce attraverso la certezza lavorativa delle persone che forniscono prestazioni di qualità dell'assistenza.

E il ragionamento, collega Uras, io lo faccio specificamente (la necessità deriva dalla mia formazione professionale), sui medici; esiste uno studio della Federazione nazionale degli ordini dei medici che dice che dal 2025 al 2030 l'Italia sarà importatore di professionalità mediche da paesi extraeuropei. Questo perché? Perché tra gli studenti della generazione cui appartiene l'assessore Dadea su circa mille iscritti all'anno all'Università di Cagliari se ne laureavano circa seicento all'anno, mentre l'attuale generazione su circa centosettanta iscritti all'anno si laureano in centocinquanta. Quindi, a causa di una mancata programmazione nel settore, oggi abbiamo un tappo all'interno degli ospedali di cinquantenni usurati perché, purtroppo, chi ha cinquant'anni ha comunque l'usura degli anni, sia per quanto riguarda la specificità lavorativa, che è un'usura importante, sia per quanto riguarda quella generica usura che comunque chi ha cinquant'anni, lei lo sa quanto me, purtroppo inizia ad avere.

Allora, ci poniamo il problema che oggi l'offerta assistenziale, all'interno degli ospedali, è garantita da medici appartenenti ad una fascia anagrafica strutturata, quella dei cinquantenni o dei sessantenni, che inizia ad essere difficilmente gestibile con l'elasticità che il sistema richiede? Ci poniamo il problema che il turn over fisiologico, che avrebbe dovuto comportare la presenza all'interno dei nosocomi di figure professionali anagraficamente meno usurate, non c'è mai stato, per cui abbiamo un gap generazionale totale e oggi la quantità e la qualità dei medici sardi, all'interno degli ospedali, sconta queste problematiche che sono reali e che necessitano che un programmatore si ponga il problema e che inizi a ipotizzare il modo in cui deve essere risolto?

Nel Piano non c'è scritto niente di tutto questo, non c'è uno studio su questo problema, non abbiamo mai letto niente in merito! Abbiamo l'intuizione che il problema ci sia e sia grave, ma non abbiamo la risposta! Così come contestiamo l'affermazione che il numero dei medici sardi dentro gli ospedali è elevato, non perché non sappiamo che rispetto alle medie statistiche è così, ma perché siamo convinti che la famosa ospedalocentricità del sistema ha comportato che in ospedale ci siano risposte improprie rispetto a quelle che dovrebbero essere date, che gli organici degli ospedali siano adeguati alle risposte in sovrannumero che l'ospedale dà, così come siamo anche convinti che il numero degli ospedali che in Sardegna fornisce assistenza a un milione e 650 mila abitanti, inevitabilmente è più alto che nella città di Milano a parità di numero di abitanti.

Queste sono le problematiche su cui avremmo voluto discutere con voi, perché non sono presenti nel Piano e perché ci sembrano gli elementi di criticità del sistema che richiedono un ragionamento della politica sui quali la politica, invece, decide di ritrarsi indietro, decide di prendere per buone delle asserzioni di principio presenti all'interno del Piano, decide di non chiedere un supplemento di indagini su tutti quegli aspetti che potrebbero essere virtuosamente esaminati da quest'Aula.

E termino con una riflessione su due problemi di cui abbiamo già parlato e che sono presenti all'interno di questi emendamenti: le liste d'attesa e i viaggi della speranza; li definiamo entrambi in un modo che possa essere facilmente compreso da tutti all'interno di quest'Aula. Le liste d'attesa, una volta che voi dite di dover ridurre le prestazioni all'interno dell'ospedale, si scaricano sul territorio; o voi mettete risorse aggiuntive nel territorio cioè potenziate il sistema dei poliambulatori, il sistema della accreditata privata, oppure tagliate prestazioni cioè allungate le liste d'attesa e fate soffrire la gente. Non ci credete? Vi è stato detto tante volte e voi non rispondete. Non ci credete? Bene, lasciamo che il Piano vada avanti, lasciamo che la...

LAI (D.S.). Vi abbiamo risposto!

VARGIU (Riformatori Sardi). No, caro Silvio, allora reputo la tua risposta insufficiente perché tu mi dici che il 20 per cento delle prestazioni è inutile, quindi rinunciamo al 20 per cento delle prestazioni; ma, siccome sei una persona intelligente, sai che se non viene effettuato uno studio specifico su questo problema, tagliando il 20 percento delle prestazioni inutili si taglierà anche l'80 di prestazioni utili, necessarie che non potranno più essere soddisfatte, e sai benissimo che è così.

L'altro problema è quello dei viaggi della speranza. Abbiamo una mobilità extra regionale che è contenuta per il fatto di essere un'isola non perchè non si voglia andare fuori. Pensiamo alla radioterapia; i dati che ci fornite dicono che dei pazienti che devono sottoporsi alla radioterapia 2 mila all'anno non vanno. Allora noi dobbiamo individuare quali sono le maggiori fonti di mobilità e su quelle intervenire; e se scopriamo che la cardiologia pediatrica è una di queste dobbiamo dotarci di strutture che trattengono i bambini che hanno necessità di quella risposta terapeutica in Sardegna.

Se continuiamo a pensare che dietro certe proposte si cela chissà che cosa stiamo negando ai sardi risposte di qualità; ed è per questo motivo che alla fine il dialogo diventa difficile, colleghi, mentre io spero che tra i vostri interventi qualcuno dia risposte proprio nella direzione del dialogo e del confronto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.

FRAU (Progetto Sardegna). Presidente, riguardo a questo importante capitolo vorrei sottolineare alcune cose e vorrei fare più un appello che non un intervento sul problema delle risorse umane. Io credo che siamo arrivati al capitolo forse più importante di questo Piano sanitario perché noi possiamo progettare gli ospedali più belli del mondo, possiamo immaginare di acquisire le tecnologie più avanzate, ma se non facciamo una riflessione profonda sulle risorse umane che devono usare queste risorse strutturali e tecnologiche, credo che abbiamo sbagliato tutto.

Quando si parla di politiche sanitarie uno degli aspetti più importanti riguarda le risorse umane; purtroppo molti reparti attualmente si reggono ancora sul lavoro di personale precario, sia medico che di comparto. Io ho la convinzione che un governo e una maggioranza di centrosinistra non possano ulteriormente tollerare questo stato di cose. Condivido in gran parte le affermazioni del collega Uras su questioni che noi abbiamo inserito nel Piano. Mi piacerebbe che non rimanessero semplicemente delle enunciazioni teoriche ma che trovassero applicazione concreta

Allora, se il precariato è in genere all'origine di un disagio sociale grave, perché io credo che nessuno possa pensare al proprio futuro se non ha una certezza almeno del presente, in sanità credo che questo problema sia ancora più grave. La mancanza del senso di appartenenza ad un reparto, ad una struttura, ad un gruppo, ritengo sia all'origine di tanti episodi, anche di malasanità, ed è quindi un problema da risolvere urgentemente non a parole ma nei fatti.

La soluzione di questo problema era alla base del programma dell'Unione che ha vinto le elezioni nazionali, è specificato in questo Piano; io so che lei, Assessore, condivide questa posizione e ha emanato una delibera specifica che vieta in qualche modo il ricorso alle agenzie di lavoro interinale. Però, io so per certo che ancora si sta facendo ricorso a questo metodo di assunzione (se ne sta facendo ricorso alla "8", se ne sta facendo ricorso alla "6") che trovo inaccettabile dato che non riesco a capire perché, per dare un posto di lavoro, si debba sempre avere l'intermediazione di un'agenzia.

Il secondo problema, sul quale rivolgo un appello all'Assessore, in questo momento è il perseguimento delle pari opportunità. A questa problematica facciamo riferimento in ogni convegno, in ogni manifestazione, ma se lei in questo momento visiona le graduatorie che si stanno predisponendo nelle AA.SS.LL. vedrà che alcune donne sono state inserite agli ultimi posti solo perché hanno appena partorito. Questo è un fatto inaccettabile da parte di un governo e di una maggioranza di centrosinistra.

L'appello che io faccio, perché so che lei è profondamente convinta come me delle cose che stiamo dicendo, è che si faccia urgentemente una ricognizione di queste agenzie di lavoro interinale per verificare il numero dei dipendenti, le modalità di compilazione delle graduatorie, i criteri di selezione e assunzione.

Una sola parola sui lavoratori precari che da dieci giorni bivaccano sotto il Consiglio regionale e ai quali, ovviamente, va la mia solidarietà e quella del mio Gruppo; io credo che una parola la dobbiamo dire: questi lavoratori sono stati imbrogliati. Sono stati imbrogliati dall'Università che non si è assunta la responsabilità degli atti che ha posto in essere, perché doveva occupare 50 posti e ha stilato una graduatoria di 128 posti, creando 128 precari a cui in sei anni non è stata neanche in grado di fare un corso di formazione professionale per dargli una qualifica che gli permettesse di essere finalmente stabilizzati.

Allora, io credo che, in attesa della loro stabilizzazione, nell'immediato possiamo almeno qualificare questi lavoratori perché in tempi brevi possano entrare negli organici dell'università o delle altre strutture sanitarie della città.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pisano. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, dato che io avevo prenotato l'intervento, in modo corretto a mio avviso, la invito a verificare, sempre se è possibile, quanto tempo intercorre tra l'invio del segnale dalla postazione del consigliere e l'arrivo nel suo monitor.

Inizio il mio intervento con un apprezzamento sulle prime undici righe di questa terza parte. Devo confessare che sono, probabilmente, le cose che maggiormente condivido di questo Piano sanitario regionale. Tra l'altro rispecchiano un po' anche il concetto che ieri il Presidente ha ripreso intervenendo in quest'Aula, in quanto emerge finalmente la centralità del diritto del cittadino utente rispetto al sistema sanità, perchè l'obiettivo strategico di questo Piano è quello di riuscire ad elevare il livello dei servizi, qualitativamente e quantitativamente, della sanità, favorendo inoltre la condivisione di questo obiettivo da parte di tutti gli operatori coinvolti. Ecco, questo mi pare l'approccio giusto . E ancora una volta, naturalmente, detto che condivido questo principio, credo di dover rilevare alcune incongruenze.

La considerazione principale è che questo Piano è affetto dallo stesso difetto che affliggeva il Piano sanitario regionale ultimo, approvato dalla Regione sarda nel lontano 30 aprile del 1985. Chi è stato testimone, in quegli anni, di quell'evento (un evento, tra l'altro, annunciato in maniera quasi trionfale) ricorda, con certezza, che fu un Piano presentato con tre anni di anticipo. L'iter perché si arrivasse esattamente ad elaborare il Piano triennale 1982 - 1985 fu lunghissimo, infatti venne licenziato alla fine del triennio. Dopo soli trenta giorni (giorni, tra l'altro, particolari per la Sardegna, perché contestualmente il Parlamento italiano eleggeva Francesco Cossiga quale nuovo Presidente della Repubblica), il Presidente della Regione sarda, Mario Melis, licenziò l'Assessore della sanità che, per l'esattezza, era il professor Mastropaolo.

Ma, a distanza di ventidue anni, non dobbiamo rischiare di riproporre le stesse modalità, perché allora tutti alla fine furono scontenti. Soprattutto la programmazione prevista, era soltanto proclamata, perché è vero che quel Piano conteneva anche i capitoli di spesa, cosa che non abbiamo in questo, però, evidentemente la copertura, diciamo così, finanziaria era comunque sui generis e, quindi, non si riuscì ad ottenere niente, non si fece niente. Probabilmente è davvero difficile programmare nel settore della sanità.

Io penso che quegli errori oggi non li possiamo rifare. Ecco perché vedo in queste undici righe, davvero, quel principio che, se attuato, ci farebbe superare questi elementi di difficoltà. Allora, perché non dare sufficienti risposte ai problemi? Adesso stiamo parlando di personale. Come non condividere sul piano del principio le considerazioni che, in maniera molto onesta, ha fatto Luciano Uras in questa sede, uno che milita in un partito di sinistra, denunciando e sconfessando la tesi di quell'ideologo di sinistra che sostiene il licenziamento dei nullafacenti, i cosiddetti fannulloni? Il problema dell'efficienza dell'amministrazione pubblica non può essere risolto attraverso uno slogan. Questa è la verità. E il Ministro per le riforme attualmente in carica ha fatto benissimo a sconfessare, anche lui, questo ideologo della sinistra.

Oggi, questo problema casualmente si sta riproponendo qui relativamente ai precari. L'onorevole Frau diceva di non riuscire a capire il motivo per il quale si ricorre alle agenzie interinali". Io credo che lui intuisca invece qual è il vero motivo ma non l'abbia voluto chiarire fino in fondo.

Si ricorre alle agenzie interinali per due importanti motivi. Inizialmente era il solo modo di by passare il problema occupazionale, molto spesso infatti non si poteva assumere perché non era consentito da una normativa, quindi il modo più facile era quello di ricorrere alle agenzie interinali;. ricorso che, se utilizzato da un'amministrazione appena, appena poco seria, probabilmente consentiva dei risultati più semplici da ottenere.

Detto questo, oggi noi non possiamo pensare di non risolvere, attraverso la stabilizzazione rapida, immediata, di questi lavoratori, il problema. Io credo che davvero diventi inaccettabile, e uso lo stesso termine che ha usato un collega poco fa, pensare ad una stabilizzazione che abbia un corso di cinque anni, per centoventi, o poco più, posti di lavoro. A me sembra mostruosamente irrealizzabile: cinque anni per stabilizzare centoventi posti di lavoro. Mi fa venire in mente la stabilizzazione degli LSU, per i quali avevamo ipotizzato, ricorderà bene l'onorevole Uras, proprio un periodo simile: cinque anni. E poi, non si stabilizzarono di sicuro tutti quei lavoratori.

È chiaro quindi che il meccanismo non può essere quello; dobbiamo adottare per questa stabilizzazione modelli che in altre occasioni abbiamo già utilizzato, riconoscendo queste professionalità. Ma, onorevole Frau, come si può dire: "Cominciamo col qualificarli". A parte il fatto che la qualifica questi lavoratori l'hanno conseguita sul campo, per cui il percorso formativo che si prevede è, come dire, pro forma, finalizzato soltanto al conseguimento del titolo.. Bisogna dare loro il riconoscimento di un posto di lavoro definitivo e, finalmente, dopo sei anni di lavoro precario far sì che possano affrontare una vita come tutti i lavoratori dipendenti.

Io sono fortemente d'accordo, sul piano del principio, che si riveda l'applicazione della legge Biagi che ci ha creato tanti danni; lo dice uno che milita in un partito nel quale forse questa posizione non è nemmeno del tutto condivisa. Ma la legge Biagi, soprattutto in una regione meridionale, in una regione come la Sardegna, non ha fatto altro che creare grandi danni, lo dimostrano anche le statistiche sul numero dei disoccupati. Siamo stati capaci di smantellare un sistema anagrafico, unico, che era quello che certificava veramente chi era disoccupato e chi non lo era. Oggi non lo si capisce più, perché è sufficiente che uno…

PRESIDENTE. Onorevole Pisano, il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'emendamento numero 527.. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 534. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 546. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 547. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 522.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, preannuncio il mio voto favorevole sull'emendamento 522 che riguarda l'importante aspetto del risk management, cioè la gestione del rischio clinico che comprende l'insieme delle attività che normalmente vengono, modernamente, svolte nei Servizi di medicina legale, e la cui mancata istituzione, come abbiamo avuto modo di verificare nel corso della discussione del Piano, costituiva un danno per la Sardegna.

Se l'emendamento numero 522 viene bocciato (voi potrete sempre dire che lo bocciate perché comporta un eccesso di dettaglio nel Piano) a me potrebbe venire il dubbio che voi queste attività abbiate in mente di farle non all'interno dei Servizi di medicina legale ma altrove. E allora se avete in mente di farle altrove sarebbe interessante capire dove avete in mente di farle, e come mai avete in mente di farle altrove a differenza di quello che si fa nel resto d'Italia.

Se poi la risposta che voi mi dovreste dare, e che immagino non mi darete perché in questo momento non esiste neanche la volontà di rispondersi su questioni elementari, fosse diversa da quella che il buon senso e la logica comporterebbero ci sarebbe seriamente da preoccuparsi. Presidente, chiedo la votazione nominale dell'emendamento.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 522.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Calledda ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CONTU - DIANA - LA SPISA - LICANDRO - LOMBARDO - MURGIONI - PETRINI - PISANO - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MARROCU - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 49

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 12

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 523.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, anche questo emendamento, come il precedente, riguarda un capitolo nel quale voi parlate di rilevazione di realtà aziendali, di analisi dei reclami, dei contenziosi, quindi di tutta una serie di problematiche che introducono alle maggiori criticità del sistema; un esempio sono le liste d'attesa che tanto inficiano il rapporto tra la sanità pubblica e il paziente che ha, purtroppo, la sfortuna di subirle.

L'emendamento numero 523 introduce anche dei problemi aggiuntivi, per esempio quello delle coperture assicurative. Voi avete idea se esista, all'interno della sanità sarda, una copertura assicurativa omogenea per tutti coloro che vi operano? Nel Piano non c'è scritto niente, ma vi do io la risposta: no, non c'è una copertura assicurativa, ci sono AA.SS.LL. che addirittura non danno copertura assicurativa ai propri operatori. E quando qualcuno se ne accorge può anche capitare che si debba vendere la casa per coprire la spesa.

Insomma, non sarà il caso di fare una riflessione su questi problemi? Noi sappiamo che l'aumento della pressione sugli operatori sanitari crea quella famosa "medicina difensiva", che è un elemento che sostiene la risposta sanitaria impropria, cioè sostiene prestazioni sanitarie inutili. Parliamo di un costo, assolutamente inutile, per il sistema, che deriva esclusivamente dal senso di precarietà che spesso il sanitario ha nei confronti di una domanda che non si riesce a gestire correttamente, in termini di rapporto tra paziente e struttura sanitaria, tra paziente e medico.

Mi sembra che questi debbano essere dei problemi all'ordine del giorno di un Piano sanitario regionale, perché nei Piani sanitari di altre Regioni probabilmente di questi argomenti si discute, si parla, si prospettano soluzioni che sono quelle che l'emendamento numero 523, sul quale esprimo il voto favorevole e chiedo la votazione nominale, propone all'attenzione dell'Aula.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 523.

(Segue la votazione)

Risponde sì il consigliere: VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS -.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 41

votanti 40

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 1

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 524.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, preannuncio il mio voto a favore dell'emendamento numero 524 e ne chiedo la votazione nominale. Ricordo che stiamo parlando dell'istituzione dell'ufficio del Garante regionale per il diritto alla salute; una proposta che i Riformatori hanno effettuato da tempo e che nella scorsa legislatura regionale vide un'ampia convergenza in Aula, da parte di consiglieri regionali di entrambi gli schieramenti, a riprova del fatto, io personalmente ho questo convincimento, che se un'esigenza è reale e non ha una propria vocazione ideologica, è abbastanza difficile che non si verifichino le convergenze adeguate per rispondere a quella esigenza.

Nell'ambito dell'ufficio del Garante , come è meglio precisato all'interno dell'emendamento numero 524 rispetto alla vostra proposizione, opera una camera arbitrale di compensazione del contenzioso riferibile ad un rapporto negativo tra paziente e medico. Si cerca di riportare in sede extragiudiziaria il contenzioso che danneggia sia il medico, che eventualmente ha effettuato una prestazione sanitaria incongrua o mal fatta, sia il paziente che deve sottostare alle lungaggini del tribunale per vedere riconosciuto l'eventuale giusto diritto al risarcimento.

È quindi un elemento virtuoso che consente di eliminare il ricorso al contenzioso giudiziario e, contemporaneamente consente al professionista di lavorare con maggiore tranquillità riducendo il ricorso alla medicina difensiva, con un risparmio di costi per il sistema e anche, va detto anche questo, con un risparmio di prestazioni inutili per il paziente. Oltretutto alcune di queste prestazioni non sono innocue; pensate per esempio a tutte le prestazioni di radiologia che prevedono l'utilizzo di radiazioni ionizzanti. L'esposizione a questo tipo di radiazioni comporta un danno per il paziente ancora più grave se il trattamento viene effettuato inutilmente, senza un motivo clinico valido a supporto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vittorio Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO VITTORIO (U.D.C.). Presidente, io intervengo su questo argomento perché forse qualcuno ricorda che anche nelle mie dichiarazioni alla premessa del Piano avevo sottolineato l'importanza dell'istituzione del Garante per il diritto alla salute. Questo emendamento sottolinea come questa figura, molto importante per il cittadino, deve essere indipendente; non intendo indipendente dalla Regione (dalla Giunta o dal Consiglio regionale) ma rispetto alle prestazioni che offre il Servizio sanitario regionale. Ci si dovrebbe rivolgere all'ufficio del garante, infatti, per difendere l'accesso a prestazioni che o non si sono ricevute o si sono ricevute in maniera non adeguata.

Io rivolgo un appello alla maggioranza affinchè accolga questo emendamento per questo motivo. Dichiaro sin da adesso che voterò a favore.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, sull'ordine dei lavori. Vorrei chiederle, cortesemente, di sapere se è prevista una pausa, eventualmente intorno a che ora, e come si pensa di procedere successivamente perché, francamente, avverto un po' di stanchezza.

PRESIDENTE. Onorevole Caligaris, siccome navighiamo a vista (e questo non va bene) penso che ci dovremmo organizzare per stare qui a lungo questa notte. Penso di poterle dare il chiarimento richiesto fra qualche minuto.

Continuazione della discussione delle partizioni del testo unificato "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. 11/A e Doc. 11 bis/A) del documento: "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11/A) e del documento: "Integrazione al Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11 bis/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Presidente, intervengo per giustificare il mio voto contrario all'emendamento, pur apprezzandone il senso e il contenuto. Vorrei ricordare che sul tema ho presentato, primo firmatario, un emendamento che introduceva una ulteriore specificazione al testo, rispetto a quella che poi è stata recepita, che consentiva sostanzialmente l'istituzione di due distinti uffici del Garante della salute, per quanto riguardava il contenzioso e per quanto riguardava la malpractice.

La ragione che mi ha portato a ritirare l'emendamento è stata la constatazione che questa materia non potesse essere liquidata con due affermazioni di principio da inserire all'interno del Piano, ma necessiti di uno specifico approfondimento che sarà oggetto di un successivo progetto di legge da esaminare e licenziare con la dovuta attenzione. Naturalmente ci sarà un coordinamento con l'altro testo che è già, come ha detto il Capogruppo dei Riformatori, all'attenzione della Commissione..

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 524.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: GALLUS - LICANDRO - VARGIU -.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS -.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 3

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 526.

Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, io voterò a favore di questo emendamento. Intanto devo dire che sono perfettamente d'accordo con voi quando scrivete che le infezioni ospedaliere rappresentano un problema di rilevante sanità pubblica.

Dico sinceramente che non ero a conoscenza delle percentuali che riportate; fanno talmente impressione che viene quasi la voglia di credere che siano esagerate: ogni mille pazienti, uno muore per conseguenze che non sono propriamente legate alla patologia per la quale è stato ricoverato.

Non sono invece d'accordo con il concetto che "contenere e ridurre le infezioni acquisite nelle strutture sanitarie significa migliorare la qualità dei servizi erogati", perché stiamo parlando di vite umane e non soltanto di un miglioramento dei servizi. Quello che invece io so bene da tanti anni, da troppi anni, da quando frequento gli ospedali non soltanto come medico ma spesso anche in qualità di utente, è che abbastanza spesso questi problemi sono legati proprio a quelle che vengono definite nell'emendamento le carenze strutturali dei nostri ospedali.

Credo che chiunque se dovesse entrare in uno dei bagni di qualunque reparto, di qualunque ospedale certamente potrebbe mettersi le mani nei capelli; per non parlare di sgabuzzini, o di zone che sono scarsamente frequentate dal pubblico. Ma questo voi non lo scrivete nella dozzina di righe in cui si parla, appunto, della prevenzione e del controllo delle infezioni acquisite nelle strutture ospedaliere.

Ecco perché sono convinto che questo emendamento, invece, rappresenti proprio la sintesi di quelle parti del Piano sanitario che possono avere un minimo di possibilità di essere migliorate anche con il contributo da parte dell'opposizione, perché si propone come obiettivo quello della eliminazione di tutti quei fattori strutturali che rendono difficile il contenimento delle infezioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Presidente, voterò a favore dell'emendamento che prende in considerazione un problema al quale avevo già accennato nel corso della discussione generale. Ritengo sia un segnale di attenzione aver trattato nel Piano l'epidemiologia delle infezioni ospedaliere (o infezioni acquisite nelle strutture sanitarie). Ma noi non possiamo evidenziare dei dati, impressionanti, per poi contenere in poche righe gli obiettivi da perseguire attraverso l'istituzione della solita commissione.

Noi istituiamo una commissione quando l'Istituto superiore di sanità studia questo tipo di problematiche da decenni. Ma pensiamo davvero di costituire una commissione in loco? Che studi che cosa? Ma che cosa deve studiare quando i protocolli sono già elaborati? Il problema casomai è soltanto quello di applicarli perché le sale operatorie, le sale di degenza, i percorsi del pulito-sporco vanno seguiti da personale adeguatamente formato, perché questi compiti possano essere esercitati tutti i giorni: di mattina, di sera e di notte. La pulizia non è una cosa che viene calata dall'alto da una Commissione. Certo, bisogna imbattersi in problematiche di questo tipo per conoscerle, essere ricoverati in ospedale per un banale problema e poi rimanere ricoverati per settimane, per decine di giorni, perché il trattamento delle infezioni ospedaliere è sempre molto lungo per l'alta resistenza alle terapie degli agenti che le causano.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 526. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 528.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi Presidente, colleghi del Consiglio, io esprimo innanzitutto il mio voto a favore dell'emendamento numero 528. Anche su questo emendamento ho il sospetto che tra le motivazioni che ne hanno determinato il rigetto da parte del relatore di maggioranza ci sia stata l'impossibilità di approfondire l'argomento. Credo che sia difficile, oggi, negare l'esistenza di una sofferenza nel sistema sanitario regionale sardo, in particolare in quello ospedaliero, legata alla età anagrafica della maggior parte dei medici che vi operano.

Purtroppo è una fascia anagrafica in cui l'efficienza fisica, non essendoci un turnover, non è più garantita. Quindi all'interno dei reparti sanitari oggi, c'è una risposta dal punto di vista anagrafico inadeguata. Per contro c'è la presenza di personale precario che, oltre ad essere sotto pagato, non è in grado di garantire un'assistenza degna di tal nome perché la sua collocazione, all'interno del punto dove garantisce la prestazione professionale, è appunto precaria, quindi cambia continuamente il tipo di professionalità che risponde in quella sede all'esigenza sanitaria, senza che si crei il rapporto medico-paziente, e senza che ci possa essere una formazione professionale del medico stesso degna di tal nome.

Questa è un'emergenza; nell'emendamento numero 528 noi proponiamo una soluzione che prevede anche lo stanziamento di risorse destinate a un piano di stabilizzazione degli attuali operatori precari.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 528. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 530.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 530 e ne chiedo la votazione nominale. Anche la correzione proposta in questo emendamento può sembrare di poco conto, in realtà è sostanziale. Il Piano dice che nell'ambito della risposta professionale e sanitaria c'è un eccesso di medici ed una carenza di infermieri; noi sosteniamo invece una tesi differente e cioè che oggi c'è, comunque, una carenza complessiva di professionalità che appare più marcata nell'ambito delle professioni infermieristiche.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 530.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca e Pacifico hanno votato contro e Cappai a favore.

Rispondono sì i consiglieri: ARTIZZU - CAPPAI - LA SPISA - PETRINI - PISANO - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 6

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 532.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 532 e chiedo la votazione nominale. Oltre a ribadire in questo emendamento, e anche in questo caso immagino che , almeno in linea di principio, il centrosinistra dovrebbe accettarlo, la necessità che da parte dell'Assessorato regionale competente ci sia l'impegno a creare percorsi facilitati per l'assunzione degli attuali precari, viene introdotto anche un altro elemento, che noi sappiamo essere di criticità all'interno del sistema, che potrebbe avere anche soluzioni diverse, rispetto a quelle proposte nell'emendamento medesimo, e cioè che l'Assessore, almeno per quanto riguarda le Aziende sarde, individui dei percorsi garantisti sulla mobilità inter aziendale.

Oggi la mobilità inter aziendale, per meccanismi di governo nazionale del sistema, è affidata sostanzialmente all'arbitrio totale delle Aziende riceventi il personale che, eventualmente, viene trasferito; sarebbe opportuno che venissero creati dei percorsi, magari studiando anche la possibilità di avere delle graduatorie inter aziendali per professionalità, che possano consentire una migliore distribuzione del personale secondo le esigenze delle Aziende, ma anche secondo le aspettative del singolo professionista o del singolo operatore sanitario che abbia la legittima aspettativa di riavvicinarsi al territorio di provenienza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 532.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere SANNA Matteo ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - CAPPAI - LA SPISA - PETRINI - PISANO - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 9

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 537.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, non ricordo quale parere il relatore ha espresso sull'emendamento.

PRESIDENTE. Il relatore ha espresso un parere negativo.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io, ovviamente, dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 537del quale sono primo firmatario. Mi rendo conto che le difficoltà nell'apprezzare il contenuto dell'emendamento sono legate anche alla fretta che ci affligge, in questo momento, nella discussione di quest'ultima parte del Piano. Però, io ritengo che costituisca un elemento positivo, nella complessiva crescita dell'Azienda, il rafforzamento del senso di appartenenza dei dirigenti-medici, e ovviamente del personale in generale, e di crescita della motivazione, da attuarsi attraverso specifici e validati percorsi formativi. Ripeto che sarebbe un valore per l'Azienda perché ancora capita nelle Aziende sarde, anche recentemente nell'Azienda sanitaria locale numero 8, che alcuni percorsi virtuosi non vengano proposti per una crescita culturale del personale, ma vengano imposti dall'alto. Noi sappiamo bene però che il valore di una scelta recepita, in quanto fatta propria dall'operatore sanitario, è ben diverso da quello di una scelta che, invece, viene imposta dalla direzione aziendale.

Dal punto di vista della spendibilità dell'acquisizione della consapevolezza che avviene nel personale dipendente e nel dirigente medico si tratta di cose ben diverse. Quindi, ci sembrava davvero un valore importante, meritevole di essere introdotto all'interno del Piano, specificare che il percorso è virtuoso ma che deve essere raggiunto attraverso la condivisione e non attraverso l'imposizione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 537. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 542. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 543.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 543 e ne chiedo la votazione nominale. Devo dire che il mancato accoglimento di questo emendamento sono certo che sia figlio dell'assenza del dialogo. Ne sono certo perchè questo emendamento nasce da uno di quei viaggi della speranza della Commissione sanità sarda, che ha girato il territorio regionale sardo non soltanto per consumare chilometri delle gomme dell'auto, ma anche per esaminare le realtà esistenti sul territorio. Quando visitammo l'ospedale di La Maddalena ci venne segnalata una criticità relativamente ai servizi di anestesiologia

in quanto non si trovava una specialista in anestesia che fosse disponibile a rimanere nell'ospedale di La Maddalena. Ci stavano per brevissimi periodi, poi, appena trovavano una collocazione migliore, andavano via.

Allora, sulla base di esperienze compiute in altre regioni italiane, già un anno e mezzo fa, si propose all'assessore Dirindin di individuare delle tipologie di borse di studio finalizzate alla copertura di specifiche carenze del sistema delle specialità, individuando le sedi in cui c'erano queste carenze e attribuendo la borsa di studio nelle scuole di specializzazione, a patto che lo specializzando accettasse di spendere i primi anni della sua specializzazione all'interno delle strutture nelle quali non era possibile risolvere la carenza.

Io credo che la bocciatura dell'emendamento non esima, ovviamente, l'assessore Dirindin dal cercare, possibilmente, di realizzare delle forme di intervento di questo genere in collaborazione con l'Università.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 543.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: CAPELLI - CAPPAI - CONTU - DIANA - LA SPISA - LOMBARDO - PETRINI - PISANO.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 10

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 545. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il testo del capitolo1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 521.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, nel breve tempo a disposizione per una dichiarazione di voto sottolineo come questo argomento relativo all'appropriatezza terapeutica e diagnostica, purtroppo, è un argomento orfano del Piano. Voi sapete che, ormai, nella valutazione del rischio medico legale, è parte integrante e importante il fatto che il paziente venga indirizzato all'accertamento più indicato rispetto alla patologia. Il che significa che mandare un paziente in un ospedale o in una struttura che non ha le apparecchiature tecnologiche più adeguate ad effettuare la diagnosi, è già un elemento di danno nei confronti del paziente per il quale il paziente è abilitato a chiedere un risarcimento.

Far operare un paziente presso la struttura che non è la più qualificata per fornire quella particolare prestazione è anch'esso un elemento di responsabilità dell'equipe medica o dell'equipe chirurgica che, invece di indirizzare il paziente verso la struttura più idonea e verso l'equipe più adeguata ad effettuare l'intervento, lo effettua essa stessa prendendo in carico il relativo rischio.

Questo ragionamento comporta che sia necessario ipotizzare l'istituzione di un'anagrafe delle apparecchiature tecnologiche disponibili in Sardegna che consenta di effettuare una valutazione sulla necessità di innovazione tecnologica e di rinnovo del parco delle apparecchiature; un'azione che è indispensabile per poi poter indirizzare davvero il paziente alla prestazione sanitaria più congrua, senza che ci sia nessun danno per il paziente e nessun rischio per gli operatori sanitari che di quel paziente si occupano.

Per questo io voto a favore dell'emendamento numero 521 e ne chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 521.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pacifico ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: CAPPAI - PISANO - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 4

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 525.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io voterò a favore dell'emendamento e ne chiedo la votazione nominale. Questo emendamento potrebbe esprimere il nostro giudizio sul Piano e il vostro atteggiamento rispetto al nostro giudizio sul Piano; noi vi diciamo due di quelle verità che il presidente Soru definirebbe lapalissiane e, cioè, che i cittadini sardi devono essere curati quanto più possibile vicino a casa propria, e che devono ricevere le prestazioni di maggior qualità possibile nell'essere curati quanto più possibile vicino a casa propria.

Questo significa che l'impegno fondamentale di questo Piano, dovrebbe essere quello di garantire l'accesso alle prestazioni sanitarie, quindi la possibilità che ciascun cittadino che abbia bisogno, dall'accertamento diagnostico all'intervento chirurgico (ovviamente che ne abbia realmente bisogno, come direbbe il collega Lai), riceva le prestazioni senza scontrarsi con liste d'attesa interminabili, come oggi succede. Secondariamente, che quel cittadino che ha bisogno di una prestazione sanitaria che non sia di altissima specializzazione, pertanto non sia tra quelle che noi abbiamo deciso che non possono essere garantite nel territorio sardo, la possa avere senza essere costretto a vendersi la casa, come ancora oggi succede, magari mettendosi in mano di qualche compiacente stregone, fuori dalla Sardegna, che nell'aspettativa di garantirgli una prestazione di salute, che in Sardegna non c'è, in realtà elimina ogni risorsa economica e finanziaria di quel cittadino e, qualche volta, anche della sua famiglia.

Io credo che la battaglia contro le liste d'attesa e la battaglia contro i viaggi della speranza, sia la battaglia fondamentale che questo Piano dovrebbe fare perché è davvero attraverso questi due indicatori che c'è la miglior qualificazione della garanzia dell'assistenza che stiamo prestando al cittadino. Se su questo avessimo riflettuto un attimo, probabilmente anche il discorso sulle risorse economiche che faremo nei capitoli successivi avrebbe avuto un senso diverso, consentendo di trovare punti di incontro assai maggiori tra maggioranza e opposizione in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Un cenno su questo emendamento, sul quale dichiaro di votare naturalmente a favore, va fatto, per sottolineare che avvicinandoci alla discussione sul quadro economico, che è a monte di questo Piano sanitario regionale, noi non possiamo non evidenziare che in questa terra non sono garantiti i livelli appena appena dignitosi di assistenza .

La questione delle liste d'attesa e la questione della mobilità passiva, del dramma che vivono i nostri concittadini che devono andare fuori per trovare livelli accettabili di assistenza, le difficoltà di tanti altri che sono costretti magari a telefonare all'Assessore, a un consigliere regionale, per poter avere una visita, un esame particolarmente importante o un ricovero, sono i nodi che gettano ombra su questo Piano; gettano ombra sull'abbondanza, in alcuni punti, di parole, di proclami e di analisi peraltro molto vaghi in altri, di questo Piano. Un Piano che dimentica che, per ottenere questi risultati, il grande sforzo si doveva fare fin dall'inizio della legislatura. È ora uno sforzo vano. Su questo noi crediamo che si debba ancora porre l'accento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pisano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, io voterò a favore dell'emendamento numero 525 e, poiché non ho trascritto in maniera esatta il parere della Commissione e soprattutto quello dell'Assessore, io immagino che questo emendamento abbia avuto un parere favorevole, ma ho certezza che l'assessore Dirindin sicuramente abbia espresso parere favorevole.

Perché dico questo? Perché noi abbiamo ripetuto o, meglio, l'onorevole Vargiu ha riportato quasi testualmente le parole che l'assessore Dirindin aveva utilizzato nel presentare questo Piano sanitario regionale. L'assessore Dirindin, adesso glielo ricordo, aveva detto che finalmente la sanità era stata portata nei territori, allontanando i servizi dagli ospedali per avvicinarli agli utenti; questo concetto è contenuto in questo emendamento. Tra l'altro, questo misura anche l'insufficienza dell'intero Piano, perché uno degli elementi essenziali ai quali avremmo dovuto far riferimento nel costruire questo strumento di programmazione, era il cosiddetto "dato analitico di riferimento" quindi lo studio, l'analisi del territorio.

L'analisi del territorio, in questo caso, significava valutare i servizi effettivamente oggi esistenti e, quindi, misurare le liste di attesa. Quante volte, Assessore, le è stato chiesto di comunicarci con grande precisione i dati sulle liste di attesa per singolo distretto perché potessimo davvero programmare, in maniera seria, e quindi costruire un Piano sanitario regionale che avesse la dignità davvero di definirsi tale?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che questo emendamento, sul quale voterò a favore, dovrebbe rispondere ai tanto declamati principi di equità, eguaglianza, sussidiarietà, solidarietà. Vorrei sottolineare che in questo capitolo manca quello che è costante negli altri: la descrizione della situazione attuale. Forse c'è stato qualcuno che ha redatto la descrizione della situazione attuale ma, vergognandosene, non l'ha riportata nel Piano; per esempio i dati sulle liste d'attesa. Liste d'attesa che, se va bene, qualcuno che ha la tessera giusta riesce a superare, perché questo è il modo con cui si è impostata la soluzione di questo problema. Chi ha il santo in Paradiso le scavalca, e non parlo solo delle liste d'attesa per le prestazioni ambulatoriali, ma anche di quelle per gli interventi chirurgici. Approfondiamo quante e quali sono le liste d'attesa per chi deve sottoporsi ad un intervento chirurgico e pensate un po' a quelli che non hanno la fortuna di abitare in centri vicini ai presidi ospedalieri.

Questo è il principio espresso nell'emendamento numero 525 che mira, comunque, almeno come dichiarazione, come forma, come volontà da perseguire il fatto che ci sia eguaglianza, solidarietà, sussidiarietà nei confronti di chi non ha, per questi versi, la fortuna di essere vicino ad un presidio ospedaliero.

Perché non c'è in questa parte la fotografia della situazione attuale? Perché continuate a vergognarvi di rappresentare la situazione attuale? Perché c'è sicuramente da vergognarsi, ma io credo che non ci saranno risposte perché ovviamente, anche su questo, avrete avuto tutti l'ordine del silenzio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Questo emendamento numero 525…

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, non ascolti le interruzioni e prosegua il suo intervento.

LADU (Fortza Paris). Mi stanno chiedendo di sedermi, Presidente, ma io parlo sempre in piedi! Ritenevo che questo emendamento potesse essere accolto da tutti perché mira a garantire che tutti i cittadini vengano assistiti con prestazioni di qualità e possibilmente vicino alla propria residenza. E su questo io non credo che ci sia un consigliere regionale che non sia d'accordo; però, stranamente, la Commissione l'ha respinto, e credo che anche il Consiglio alla fine lo boccerà.

Però, Assessore, io credo che noi dovremmo fare davvero una riflessione seria sui dati che vengono riportati anche all'interno di questo Piano. Si dice che i posti letto sono in esubero, soprattutto per quanto riguarda gli acuti, e viene taciuto il fatto che oggi in Sardegna ci sono liste d'attesa lunghissime. Ma, se sono giusti i dati quando si dice che l'occupazione dei posti letto non raggiunge la percentuale prevista a livello nazionale, io mi chiedo quali controlli vengono fatti.

Non è possibile che un paziente debba presentarsi tre o quattro volte in ospedale prima di essere ricoverato perché non c'è posto, non solo per quanto riguarda le discipline chirurgiche ma anche per quanto riguarda le altre patologie. Non è possibile che la gente qui non riesca a farsi visitare, non riesca a farsi curare, non riesca a farsi operare, però i posti letto sono vuoti, e noi continuiamo a ridurne comunque il numero.

Io credo che non sia stata fatta una valutazione seria su questi dati, perché qui la gente non riesce mai a fare interventi in tempi ragionevoli ed è costretta invece ad andare fuori.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 525.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: LADU - LOMBARDO - MURGIONI - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 7

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Sull'ordine dei lavori. Presidente, le chiedo una interruzione dei lavori di almeno trenta minuti.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, il problema è che anche le interruzioni brevi diventano in realtà interruzioni molto più lunghe e questo aggiunge solo fatica perché ci troviamo più tardi al medesimo punto al quale abbiamo interrotto. La proposta prevede di assentarci a turno. L'interruzione dei lavori diventa un pochino più complicata.

Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà

MARROCU (D.S.). Presidente, concordo con la richiesta dell'onorevole Ladu di una interruzione dei lavori. Colgo però l'occasione per chiedere ai colleghi di poter concludere i lavori nel più breve tempo possibile, tenuto conto che del Piano credo si sia discusso a sufficienza. PRESIDENTE. Sospendo la seduta sino alle ore 22.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 37, viene ripresa alle ore 22 e 18.)

Continuazione della discussione delle partizioni del testo unificato "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. 11/A e Doc. 11 bis/A) del documento: "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11/A) e del documento: "Integrazione al Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11 bis/A)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo i lavori

Metto ora in votazione l'emendamento numero 110. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 14. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biancu. Ne ha facoltà.

BIANCU (La Margherita-D.L.). Presidente, chiedo una ulteriore sospensione di cinque minuti.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 22 e 20, viene ripresa alle ore 22 e 28.)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo i lavori.

Metto in votazione l'emendamento numero 529. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 531.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, io dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 531 nel quale, adesso che si avvicina la trattazione del governo economico del servizio sanitario, si avverte la preoccupazione, che ormai abbiamo capito che non verrà fugata prima della fine del Piano, che non ci sia la possibilità di quel riequilibrio tra l'ospedale e il territorio che è la costante del vostro Piano.

Quando iniziammo a discutere in Commissione sanità il Piano sanitario regionale una delle prime considerazioni che colpì la nostra attenzione fu il prospettare la necessità, in Sardegna, di riequilibrare a favore del territorio la risposta sanitaria. Noi immediatamente dicemmo sì al riequilibrio, ma proponendo chiaramente un aumento di risorse. Infatti, se noi dobbiamo limitare gli investimenti nell'ospedale è necessario che sia potenziato il territorio, perché soltanto un territorio potenziato può essere un filtro verso quell'ospedale a cui noi vogliamo levare la risposta impropria.

Questo approccio nel Piano non c'è, ormai è palese che non c'è; sono palesi le dichiarazioni del collega Lai sulle prestazioni che devono essere contratte, tagliate, eccetera. Noi vi stiamo dicendo -ve lo diciamo ancora, per l'ennesima volta, nella speranza di avere una vostra risposta - che da questa impostazione discenderà un taglio di prestazioni che determinerà un'irritazione del cittadino a causa della carenza di risposta alle sue aspettative, ai suoi bisogni di salute, discenderà un allungamento delle liste d'attesa, quindi, discenderanno delle condizioni di maggior criticità del sistema che pagheremo tutti quanti, ma in particolare voi che siete responsabili oggi di queste scelte contro le quali noi stiamo combattendo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 531. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 533.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Dichiaro il voto a favore dell'emendamento 533 che, sempre in tema di gestione del personale, sollecita che la ricognizione prevista nel paragrafo sulle professioni sanitarie avvenga valorizzando il raccordo con le Università affinché sia garantita la migliore programmazione degli accessi alle scuole di specializzazione; sappiamo benissimo (l'abbiamo già rilevato negli emendamenti precedenti) , che sono necessarie nel sistema sanitario regionale le nuove professionalità, come si può verificare anche studiando quei processi di ricambio delle professionalità del mondo sanitario.

Nel corso delle discussioni in Commissione abbiamo approfondito il discorso sulla professionalità dei nostri operatori sanitari, a qualunque categoria appartengano. Abbiamo rilevato soprattutto che a seguito dell'istituzione del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina vi sarà, per determinate branche specialistiche, una riduzione notevole delle professionalità che richiederà la necessità di programmare non solo gli accessi ma in modo particolare l'accesso alle specializzazioni per quelle nuove professionalità di cui il mondo sanitario necessita e necessiterà per i prossimi anni.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 533,. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 535.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Dichiaro il voto a favore dell'emendamento 535 che richiede: "costruzione di percorsi di stabilizzazione e accesso facilitato per le attuali professionalità precarie delle AA.SS.LL.". Ho avuto modo di evidenziare non soltanto i bisogni, ma anche quali sono le professionalità presenti sul mercato che hanno bisogno di una accesso facilitato al mondo del lavoro nell'ambito sanitario; soprattutto si è rilevato come il precariato che è stato creato nel corso degli ultimi anni necessiti di correzioni. Non è possibile, infatti, che figure professionali specializzate (medici e quant'altro) vengano assunte con contratti che non sono rispondenti alle norme dei contratti nazionali e, quindi, siano costrette a seguire un percorso di precariato che nega la professionalità, ma soprattutto non riconosce il livello di prestazioni che questi stessi professionisti sono in grado di assicurare.

Questo discorso riguarda diverse professionalità; tutti ricorderete il caso della ragazza napoletana (biologa, ricercatrice, che svolgeva il suo lavoro per la modica cifra di circa 800 euro mensili), riportato dalla stampa, citata dal Presidente della Repubblica in occasione del discorso di fine anno. Questa ragazza, per la segnalazione del presidente Napolitano, è stata additata come l'emblema di coloro che con molta dedizione...

PRESIDENTE. Onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'emendamento numero 535. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 536.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento numero 536 e concludo il discorso iniziato poc'anzi...

(Interruzioni)

Dicevo che il presidente Napolitano additava questa ragazza come esempio di un precariato che, necessariamente, doveva trovare nel mondo scientifico e accademico, soprattutto nell'università di Napoli, il riconoscimento non solo dei titoli ma anche delle capacità professionali.

Questo tipo di precariato è diffusissimo in Sardegna nell'ambito non solo dell'Università ma anche delle Aziende sanitarie: ne abbiamo tanto, forse troppo. Questi lavoratori, che ormai da più giorni presidiano il palazzo del Consiglio regionale, sono un esempio concreto di professionalità che devono essere riconosciute non solo per il servizio già svolto ma soprattutto perché queste professionalità possono contribuire all'arricchimento, nel caso specifico, dell'Azienda mista cagliaritana.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 536. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 92. Ha domandato di parlare il consigliere Licheri. Ne ha facoltà.

LICHERI (R.C.). L'emendamento numero 92 è ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 538. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 539. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 600 che sostituisce l'emendamento numero 138.

Ha domandato di parlare il consigliere Serra per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SERRA (Federalista-Autonomista Sardo). Presidente, nel dichiarare il voto favorevole su questo emendamento, vorrei registrare un'inversione di tendenza che è in corso a mio avviso, sia a livello nazionale che regionale, relativamente al trattamento dei lavoratori precari. C'è un'attenzione nuova e c'è soprattutto questa volontà da parte della Giunta e della maggioranza di attivarsi per risolvere in modo definitivo i problemi che riguardano il precariato.

Io voglio solo citare quello che è stato già fatto da questa Giunta per quanto riguarda i forestali; e ora fare un piano per risolvere i problemi dei precari della sanità mi sembra un fatto estremamente positivo. Però, ai lavoratori del Policlinico che protestano qui sotto il Consiglio regionale da circa un mese io credo che si possa dare una risposta un tantino più precisa rispetto a quella indicata nell'emendamento.

Io chiederei di inserire, se è possibile, anche con un emendamento orale, una frase che dica, in modo esplicito, che i lavoratori precari del Policlinico saranno ricompresi nelle Aziende del servizio sanitario regionale; oppure impegnare la Giunta, affinché rimanga agli atti del Consiglio, a stabilizzare questi lavoratori insieme a tutti i lavoratori che verranno stabilizzati nel piano quinquennale..

Non sono sicuramente del parere che occorra dare risposte a tutti quelli che protestano, qualche volta si dice anche qualche cosa di questo genere, ma secondo me ci vuole anche una certa dose di rispetto e di comprensione per questi lavoratori che in questi giorni, in queste settimane hanno manifestato il loro disagio stando qui sotto con un comportamento veramente degno di rispetto e di comprensione. Chiederei che cosa si può fare in questo senso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 600 che, secondo me, dove dice: "…predispone entro 120 giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano quinquennale di stabilizzazione dei lavoratori precari". poteva essere meglio specificato, Assessore. Io penso voi vogliate offrire un palliativo ai precari che da un mese stazionano sotto il Consiglio regionale.

La situazione del Policlinico si è creata in questo modo; questi ragazzi lavorano nel Policlinico da sei anni tramite agenzie di lavoro interinale, hanno fatto una regolare selezione, hanno superato la selezione e fanno parte di una graduatoria di 128 precari. Naturalmente questo problema esiste in tutta la Regione, mi dicono anche al Policlinico di Sassari.

Assessore, la pregherei di correggere questo emendamento, non è possibile che si faccia un piano quinquennale, con questo piano vengono istituite le aziende miste, in questo piano può essere inserito un emendamento aggiuntivo che preveda la stabilizzazione non di tutti i precari ma, bensì, di quelli che inizialmente potranno ricoprire la pianta organica che il direttore generale approverà, e subito dopo si provvederà a stabilizzare anche gli altri.

Predisporre un piano quinquennale per chi ha sei anni di lavoro alle spalle e magari rischia di restare cinque anni senza lavoro, stiamo parlando di padri di famiglia, di madri di famiglia, che hanno già preso anche impegni economici, credo sia sbagliato. Presidente lei ieri ha annunciato in quest'Aula che stavate facendo il bene di tutti i sardi; io vi invito a riflettere: fate il bene anche di questi precari, che non sono solo quelli del Policlinico, ci sono medici, ci sono infermieri, ci sono ausiliari, e ci sono amministrativi.

Noi abbiamo sanato il precariato anche in altre aziende, l'abbiamo fatto tutti assieme, sarebbe il caso anche di farlo anche per il personale della sanità. Io sono sicuro che, con la volontà di tutti, si possa risolvere questo problema. Facendo fare, nel più breve tempo possibile, poi l'assessore sa qual è il tempo necessario, un corso di formazione a questi precari dei due Policlinici….

PRESIDENTE. Onorevole Cappai, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Anche noi votiamo a favore di questo emendamento, per quel poco che significa, in termini di speranza, rispetto ad una condizione certamente di gravissima difficoltà in cui si trovano lavoratori che non hanno un minimo di prospettive, non dico di certezze. Oggi il mondo del lavoro certezze ne dà sempre meno per cui questo emendamento è un segno forte di attenzione da parte delle istituzioni regionali e delle Aziende sanitarie.

Noi, come tutti i Gruppi in questo Consiglio regionale, abbiamo incontrato e ascoltato, tutti insieme, alcuni di questi rappresentanti di una categoria molto estesa generata, purtroppo, dall'attuale sistema del mercato del lavoro e dall'attuale sistema di reclutamento del personale da parte delle amministrazioni pubbliche.

Credo che su questo emendamento non si possa che votare a favore, nonostante non contenga alcune precisazioni che sono state chieste, anche nel corso della trattativa, relative all'aspetto formativo, per offrire maggiori possibilità. Al di là di un generico riferimento ad un piano di stabilizzazione, credo che davvero si potesse e si debba ancora tentare di indicare alcune prospettive più certe, per mettere questi lavoratori in condizioni di poter poi essere orientati verso forme di lavoro più stabili e durature.

Noi crediamo che ancora si debba lavorare (d'altra parte oltre a questa tappa del Piano sanitario regionale avremo altre occasioni in cui sicuramente il problema dovrà essere affrontato), con la disponibilità da parte di tutte le forze politiche, visto che è un problema oggettivo che riguarda molte famiglie, molti lavoratori, molte persone che, al di là della propria appartenenza politica, chiedono quello che è un diritto di tutti: un lavoro e una prospettiva di stabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Anche noi siamo a favore di questo emendamento, anche se, devo dire la verità, mi sembra un emendamento abbastanza generico. In particolare, non è chiaro perchè si stabilisce un tempo così lungo, cinque anni, per la stabilizzazione di questi lavoratori precari. Io credo invece che si sarebbe dovuto indicare un periodo di tempo all'interno della durata di questa legislatura, a meno che questa Giunta non stia pensando di rimanere ancora tanti anni.

Io credo che la proposta contenuta nell'emendamento sia giusta, anzi giustissima, però bisognerebbe che la stabilizzazione di questi lavoratori avvenisse, lo ribadisco, nel tempo di permanenza al governo di questa Giunta regionale. E' comunque un'iniziativa politica giusta, corretta, nel senso che bisognerebbe andare comunque verso la stabilizzazione di tutto quel personale che finora ha prestato servizio all'interno delle Aziende sanitarie regionali.

Bisogna capire anche che cosa si intende per personale precario; perché possono rientrare in questa dizione persone che hanno lavorato un anno, sei mesi o in base ad altri tipi di rapporto di lavoro. Questa dicitura mi sembra molto generica; generica relativamente a che cosa si intende per lavoro precario e generica anche sui tempi di stabilizzazione, che effettivamente mi sembrano troppo lunghi. Non vorrei poi che altri facciano magari cose diverse, una volta che questa Giunta non sarà più in condizioni di decidere sul futuro di questi lavoratori precari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lanzi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LANZI (R.C.). Presidente, per dire che innanzitutto fa piacere raccogliere l'unanimità dell'Aula rispetto a un tema così importante e delicato, che riguarda non solo la sanità ma parte importante del lavoro in Italia, per scelte politiche ben definite. Il Piano dice bene che l'assenza di politiche in questi anni ha fatto sì che, in Sardegna, si sia realizzato un ricorso al lavoro interinale e precario, nel mondo della sanità in particolare, come in altre realtà regionali in Italia.

Io ritengo che questo emendamento, condiviso da tutta la maggioranza, dalla Giunta, sia un elemento di concretezza fondamentale all'interno delle politiche sulle risorse umane, perché impegna la Giunta, ma anche la maggioranza, a fare una ricognizione dello stato attuale del precariato all'interno della sanità in Sardegna, e impegna la Giunta ad avviare anche un processo non solo di superamento del precariato per le politiche future, ma anche di stabilizzazione delle realtà di precariato oggi presenti in tutto il mondo della sanità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Amadu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AMADU (U.D.C.). Presidente, in riferimento all'emendamento numero 600, ricordo che noi, come minoranza, ci siamo posti il problema di valutare, con molta attenzione, la situazione del precariato in Sardegna, con riferimento al personale medico e non medico, compreso quello ausiliario, in servizio presso le Aziende del servizio sanitario regionale. E, in questa direzione, abbiamo presentato degli emendamenti con l'obiettivo di creare quel clima favorevole ad affrontare questa importante tematica.

Io credo che molte situazioni di precariato si siano create a causa dell'ipocrisia amministrativa di diverse Aziende. Ora, io preannuncio due richieste di emendamento orale a questo emendamento di cui condivido il contenuto politico perché credo che, come hanno detto altri colleghi, esso debba essere in qualche modo integrato e, in qualche modo, come dire, migliorato.

Quindi io propongo in primo luogo di sostituire la parola "quinquennale" con "triennale", in maniera tale che questo impegno alla stabilizzazione segua temporalmente le sorti del Piano sanitario regionale. In secondo luogo, chiedo che nel secondo capoverso che inizia con le parole "Il predetto Piano", si aggiungano le parole "nella prossima finanziaria e negli atti di bilancio della Regione", chiaramente mi riferisco ai documenti in corso di predisposizione. Solo in questo modo possiamo dare un segnale forte alle attese e non limitarci a un generico impegno di carattere politico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Non userò tutto il tempo a disposizione ma, ascoltando l'intervento del collega Serra che citava i precari, che purtroppo occupano una parte del Consiglio regionale per portare avanti le loro istanze, mi sono chiesto se il collega Serra ha letto bene l'emendamento, sul quale premetto che voterò a favore, e se si è accorto che le figure di cui si parla sono specifiche: personale sanitario, tecnico, professionale ed amministrativo, mentre le persone che manifestano qua sotto non rientrano in nessuna di queste.

Allora, se è vero che dobbiamo portare avanti le istanze di queste persone occorre aggiungere il termine "ausiliari", perché la loro graduatoria, è per questa figura professionale. Inoltre, vorrei sapere se è stata fatta la ricognizione prevista nell'emendamento e quanti sono i precari da stabilizzare nelle quattro tipologie inserite nell'emendamento. Sto chiedendo il costo di questa operazione anche se, ripeto, voterò a favore e sosterrò anche la copertura finanziaria da inserire nel bilancio di questa Regione.

Però, se dobbiamo davvero dare risposte ai lavoratori accampati sotto il Palazzo, dobbiamo aggiungere, lo propongo con un emendamento orale, anche il termine "ausiliari"; diversamente non stiamo dando risposte a realtà che io ho conosciuto in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS VINCENZO (D.S.). Signor Presidente, io avrei preferito non intervenire su questo emendamento però, sinceramente, mi viene un po' l'orticaria quando vedo che qualcuno punta a strumentalizzare le esigenze dei lavoratori di avere un posto di lavoro degno di questo nome.

Io credo che l'emendamento numero 600 risponda un minimo alle problematiche presenti oggi nel precariato che caratterizza gran parte del lavoro interinale all'interno delle Aziende sanitarie. E' un emendamento che predispone un piano che dovrà innanzitutto contenere obiettivi, tempi di realizzazione, ambiti prioritari di intervento, requisiti, modalità e risorse finanziarie per arrivare a stabilizzare tutto il lavoro interinale che, oggi, caratterizza le Aziende sanitarie nell'isola.

Si tratterà innanzitutto di capire che cosa è successo in questi anni e sappiamo che, se solleviamo il velo del lavoro interinale in Sardegna, scopriremo che l'utilizzo del lavoro interinale ha consentito anche di far passare le clientele peggiori che hanno caratterizzato e umiliato gran parte di quelle persone oggi lavoratori precari. Noi dobbiamo guardare a questi precari per dargli dignità lavorativa, ma in maniera seria, cercando di dare non risposte clientelari ma risposte che mettano fine all'utilizzo che si è fatto fino ad oggi di questi lavoratori.

Quindi, concordo sulla predisposizione di un piano quinquennale che stabilisca innanzitutto quali sono le qualifiche che all'interno di quel mondo vi sono e, senza fare clientela, senza prendere scorciatoie, puntare a stabilizzare questi lavoratori. Io credo sia arrivato il momento di smettere di strumentalizzare queste esigenze, di mandare questi lavoratori allo sbaraglio, di puntare ad avere dei riscontri in termini elettorali. Badate bene che in questo modo non si ottengono risposte serie; in questo modo si rischia effettivamente di compromettere anche un lavoro serio che deve essere portato avanti per dare risposte e certezze a questi lavoratori che hanno subito questo tipo di politica. Una politica che certamente non ha creato il centrosinistra.

AMADU (U.D.C.). Voglio l'elenco della ASL 1 per sapere chi ha dato quei nomi. A Sassari ce ne sono cinquecento!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Presidente, l'onorevole Floris ha detto la verità; aspettavamo proprio il suo intervento, onorevole Floris, perché lei ha toccato il tasto dolente di questo emendamento e adesso sappiamo esattamente quali sono i vostri intendimenti. Vede, onorevole Floris, lei dovrebbe essere così attento da farsi dare l'elenco di tutti i lavoratori interinali presenti nella provincia di Nuoro, nel comune di Nuoro, nella provincia di Cagliari, in tutte le amministrazioni governate da voi. Si renderebbe conto così di quanti interinali sono oggi in Sardegna nella stessa situazione. Li avete chiamati voi, non li abbiamo chiamati noi, sono frutto della vostra politica.

(Interruzioni)

Lei ha avuto l'opportunità di tacere e invece ha voluto infilarsi proprio in un ginepraio. Onorevole Floris, questo emendamento… Presidente, vorrei completare il mio intervento.

PRESIDENTE. L'orologio è bloccato, onorevole Diana, continui.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo il controllo della situazione.

DIANA (A.N.). Non è facile riprendere il controllo della situazione con questo clima, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, prosegua il suo intervento.

DIANA (A.N.). L'onorevole Floris ha avuto l'onestà intellettuale di ammettere che questi signori che presidiano il Palazzo regionale, non sono affatto interessati da questo emendamento, non sono interessati, se ne andranno a casa! E fa meraviglia l'atteggiamento di Rifondazione Comunista. Onorevole Uras, questa è una sua "marchetta", se lo ricordi! Perché il vostro emendamento parlava di tre anni, non di cinque anni, parlava di 90 giorni non di 120, e soprattutto non sollevava il problema di questi signori che stanno qua sotto! Allora, quale problema state risolvendo?

Io sollecito l'Assessore a dirci se questi signori che stanno qui sotto sono interessati da questo emendamento oppure no. Se non sono interessati, di che cosa stiamo parlando? Intervenga, onorevole Uras, per dirci se quegli amici suoi, lì sotto, sono interessati da questo emendamento. Non sono affatto interessati! Allora, se all'onorevole Floris viene l'orticaria, io mi chiedo dove sarà previsto il presidio per le allergie nel nuovo Piano, perché ancora non l'ho capito.?

PIRISI (D.S.). E' qui dentro!

DIANA (A.N.). Se le viene l'orticaria, ma le dovrebbe venire veramente l'orticaria, onorevole Floris!

(Interruzione del consigliere Pirisi)

DIANA (A.N.). Onorevole Pirisi, in questo momento questi signori che stazionano sotto il Palazzo saranno probabilmente afflitti da quella patologia di cui lei molto coerentemente ha parlato. Quindi, Assessore, su questo punto lei deve fare chiarezza, noi abbiamo visto la presenza di non so quante maestranze... PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.). Io spero non sia vero che i lavoratori, che da qualche giorno presidiano il Consiglio regionale, non possano rientrare in questo provvedimento. Ne parlavo poc'anzi con il collega Uras, non è possibile creare aspettative di sicurezza del lavoro per la vita e poi deluderle. Chi in famiglia non ha avuto problemi del genere non potrà mai capirlo.

Io non ho difficoltà ad ammettere che il lavoro interinale crea queste aspettative che molte volte, purtroppo, vengono deluse e tradite; ciò nonostante, piuttosto che il non far niente e il non avere niente, anche il lavoro a tempo determinato lenisce e fa superare momenti di crisi e di necessità nelle famiglie.

Concordo con il collega Amadu e con chi sostiene che forse era meglio predisporre un piano triennale, però è probabile che lo sforzo finanziario necessario fosse molto più imponente e quindi meno sostenibile. Per cui, se è una necessità mantenere un piano di stabilizzazione quinquennale, è indispensabile che tutti i precari della sanità, tutti, possano beneficiare di questo provvedimento, perché sarebbe un'ingiustizia tra persone che lavorano fianco a fianco se una venisse stabilizzata, garantendogli la sicurezza del lavoro (il che vuol dire la sicurezza del pane, della vita per la propria famiglia), e l'altra non avesse questa fortuna, pur avendo la stessa necessità e lo stesso diritto.

Quindi, se il provvedimento deve essere fatto, venga fatto per tutti equamente, poiché cento lavoratori in più (o cento disoccupati in meno), non possono compromettere più di tanto l'equilibrio di bilancio previsto in questo settore.

Quindi, io prego - così come hanno fatto altri colleghi - l'Assessore, il presidente Soru così come l'Assessore del personale di porre molta attenzione a questo fatto, affinché con tutta la buona volontà di sanare un'ingiustizia non se ne causi un'altra molto più grave. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pisano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, io voterò a favore dell'emendamento numero 600 sul quale, mi è parso di capire, fino a questo momento l'espressione di voto favorevole è stata unanime. Di conseguenza credo che l'onorevole Floris avrebbe fatto bene a non parlare, in questo contesto, di strumentalizzazione: non vi può essere strumentalizzazione fintanto che tutti i Gruppi, di opposizione e di maggioranza, si esprimono a favore della stabilizzazione.

Ciò non significa che non si debba ragionare tecnicamente su come è scritto questo emendamento. A mio giudizio è scritto malissimo, e sicuramente da persone che non hanno fatto stabilizzazioni nel passato. È evidente innanzitutto che è totalmente indefinito il soggetto cui è rivolta questa stabilizzazione. Perché la definizione di "personale precario" è talmente vaga che potrebbe comprendere tutto. Stiamo parlando soltanto del personale dipendente delle cosiddette agenzie interinali o stiamo parlando del personale cosiddetto precario in maniera più ampia, quindi comprendiamo anche gli assunti a tempo determinato attraverso le graduatorie degli Uffici del lavoro? Stiamo parlando di chi è stato assunto anche con un contratto part time o anche con altre tipologie contrattuali?

Questo piano, che dovrà essere adottato entro 120 giorni (e fin qui naturalmente siamo tutti d'accordo), è un piano di stabilizzazione quinquennale; obiettivamente non si riesce a capire che significato abbia il termine quinquennale. Significa garantire un posto di lavoro per cinque anni, come altre volte è avvenuto per dei lavoratori presso il settore privato, oppure significa che in maniera diluita nel tempo, in cinque anni, stabilizzeremo (quindi negli organici delle AA.SS.LL.) questi dipendenti? Che cosa significa? Non significa niente scritto in questo modo.

Finché siamo in tempo possiamo fare tutti gli emendamenti orali che vogliamo perché la condivisione della proposta è totale, nell'interesse di tutti i lavoratori, compresi quelli che nell'emendamento non sono citati. A mio giudizio infatti gli ausiliari, i cosiddetti generici, non sono ricompresi nella definizione che è stata adottata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, vorrei dire che a me questo emendamento sembra significativo perché, come diceva l'onorevole Lanzi, è una premessa che sottolinea l'importante ruolo che la Regione vuole assumere, e che il presidente Soru ha anticipato nella conferenza stampa di fine anno, relativamente al lavoro e alla stabilizzazione appunto dei precari.

Credo che rientri proprio in quella visione di un Piano straordinario per il lavoro che garantisca e dia prospettive soprattutto ai giovani sardi, anche nell'ottica del reddito di cittadinanza per chi invece si trova in grosse difficoltà in questo momento. Credo però che si debba anche rispondere all'appello dell'onorevole Serra il quale, ponendo l'accento sulla necessità di chiarire questa posizione dei precari del Policlinico universitario, e che sono ausiliari, ha voluto sottolineare un'emergenza reale. E mi sembra che un emendamento orale così come è stato proposto aggiungendo il termine " ausiliario", ed eventualmente il termine "Policlinico universitario", debba essere accolto proprio perché è nello spirito e nel significato di questo emendamento.

Resta la questione dei cinque anni. Certo, cinque anni possono apparire un arco di tempo molto ampio. Però, siccome crea una premessa e siccome credo che sia anche il frutto di un ragionamento, dato che nell'emendamento è prevista una accurata ricognizione delle diverse situazioni esistenti, credo che si possa far fronte a tutte le esigenze che sono emerse dando una risposta concreta anche a quelle persone che oggi hanno manifestato in più occasioni, incontrando anche i Capigruppo e diversi consiglieri regionali, sulla condizione in cui si trovano ad operare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà

URAS (R.C.). Intanto per dire che io ritengo questa stesura più che sufficiente rispetto all'obiettivo. Casomai andrebbe precisato...

(Interruzione del consigliere Contu)

URAS (R.C.). Onorevole Contu, mi vanto di essere un tecnico della materia, di altre materie no, di questa un pochino sì.

Casomai, dicevo, andrebbe aggiunto dopo "personale sanitario" anche "socio sanitario"; ma è il Piano che guida, che definisce requisiti, modalità, risorse finanziarie, è l'obiettivo che è indicato: questa non è una legge, questo è un atto di programmazione generale. Noi interveniamo con l'atto di programmazione generale ad individuare un obiettivo e uno strumento; l'obiettivo è la stabilizzazione dei lavoratori precari, tutti, ad incominciare dai medici che sono a contratto, nell'ambito di cinque anni perché può succedere che qualcuno venga inserito, nell'ambito dell'amministrazione sanitaria, sulla base di una graduatoria che ha una validità - io la penso così - per esempio, quinquennale, anche alla fine di questo percorso. Se nel frattempo ha trovato lavoro, se nel frattempo ha trovato una condizione di stabilità professionale di altro tipo, vorrà dire che rinuncerà

Però, onorevole Pisano lei me lo insegna, noi dobbiamo fare i conti anche con la possibilità di assorbimento del sistema sanitario regionale. Non è che possiamo prendere 5000 persone (in effetti si parla di 3000 unità), e buttarle dentro il sistema così. Dobbiamo farlo in modo serio, non in modo clientelare.

Io dico, aggiungo solamente questo, che purtroppo i vincoli di finanza pubblica, decisi da ogni tipo di governo, hanno imposto anche alcuni comportamenti, secondo me assolutamente inaccettabili, in tema di assunzione del personale; ci sono stati episodi, anche pratiche di malcostume che io credo non abbiano confine di schieramento politico.

Io ritengo che valga la pena di votare questo emendamento con questa precisazione, che non mi pare inaccettabile, la Giunta e il relatore penso lo possano fare, e si vada alla votazione possibilmente unanime perché così si evidenzia che non c'è strumentalizzazione da parte di nessuno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Sono totalmente d'accordo con l'intervento del collega Uras. Io penso che sia giusto che ognuno di noi, esercitando una funzione generale, non sia condizionato dall'elemento particolare. Concordo anche sul fatto che non stiamo approvando una legge ma un Piano, e quindi l'emendamento proposto dalla Giunta è l'unico emendamento che noi possiamo apportare al Piano.

Il lavoro interinale, nato intorno agli anni '90, di importazione europea, doveva servire prevalentemente ai privati. Si diceva allora che doveva servire per consentire alle imprese di avere flessibilità nell'assunzione di categorie molto specializzate. Si è affermato molto invece nella pubblica amministrazione perché ha risposto a due problemi. Il problema oggettivo, di cui parlava adesso il collega Uras, non condiviso, del blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e, conseguentemente, la necessità da parte della pubblica amministrazione di dover rispondere a certe esigenze, senza avere personale in grado di farlo, da qui il ricorso al lavoro interinale.

L'altro problema è dato dalla possibilità, attraverso il ricorso al lavoro interinale, di poter avere mano libera nelle assunzioni che invece la pubblica amministrazione, nel fare selezioni per concorso, come prevede la norma per l'accesso al pubblico impiego, avrebbe dovuto limitare.

Io vorrei che questo piano tenesse conto delle esigenze reali della pubblica amministrazione, delle varie aziende, delle varie categorie e non servisse invece a introdurre strumenti di aggiramento della legge di accesso alla pubblica amministrazione, e quindi finisse per regolarizzare quel malcostume che è stato presente e che, concordo con l'onorevole Uras, ha riguardato un po' tutta la classe politica. Quindi concordo sull'emendamento della Giunta.

Io vorrei cogliere questa occasione (spero che fra un'ora ci sia la votazione finale, per cui non interverrò più), a conclusione di questo lungo dibattito sul Piano sanitario, per dire che in questi giorni si è verificato anche qualche eccesso, qualche parola in più tra noi colleghi; quindi vorrei chiedere scusa a quei colleghi nei cui confronti, magari nel rispondere a qualche provocazione, ho usato qualche parola impropria, e mi auguro che loro facciano altrettanto nei confronti dell'Assessore che è stata, anche lei, oggetto di atteggiamenti provocatori e di interventi non sempre corretti.

Diciamo che dopo un mese di dibattito molto duro, molto aspro, che è servito comunque a migliorare il Piano sanitario, qualche intemperanza, data la stanchezza, può essere giustificata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Balia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BALIA (Federalista-Autonomista Sardo). Io credo che nell'affrontare un argomento di questa portata occorra un grande senso di responsabilità, di consapevolezza, ma anche l'assoluta necessità di esprimerci con la necessaria chiarezza. Il problema del precariato, il problema del lavoro in linea generale, il problema dei disoccupati, è un problema che attraversa oggi la società civile in Sardegna più che altrove.

La politica naturalmente non può fingere indifferenza e deve occuparsene. C'è chi nel passato ha teorizzato che, attraverso le assunzioni precarie, si massimizzavano le opportunità di lavoro. Io chiedo oggi, a quei colleghi, e agli economisti, che allora lo hanno teorizzato, se continuano ad essere della stessa opinione e se, pur essendo della stessa opinione, non si sia in passato abbondantemente utilizzato questo strumento a scapito invece della serietà, trasformando lavori che non erano precari, che potevano avere tutte le condizioni di stabilità, in momenti di precariato.

Io credo che la Giunta nell'approntare il suo emendamento stia cercando di dare una prima risposta, sia pure limitata; è in ogni caso una risposta seria rispetto alla quale annuncio, naturalmente il voto favorevole.

Io credo, però, e mi rivolgo in modo particolare in questo caso al presidente Soru, che questa Giunta regionale e questa maggioranza debbano caratterizzarsi per il futuro per il nitore intellettuale e politico che porterà a creare le massime occasioni possibili di lavoro e a trasformare, compatibilmente con la situazione attuale, il lavoro precario in lavoro stabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il presidente Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Mi sembra che questa Giunta e questa maggioranza si siano già distinte in questi due anni e mezzo per aver portato avanti una politica, attenta, di superamento del precariato. E' stato fatto in maniera massiccia con l'Ente foreste, è stato fatto in maniera importante con almeno due cooperative dell'Ente foreste, è stato fatto all'interno della stessa amministrazione della Regione; mi pare che ci fossero una trentina di commessi che erano ancora precari non pochi mesi fa.

Si sta facendo una battaglia importante per l'eliminazione del precariato in Abbanoa, con la cancellazione dei cosiddetti "novantini" e con il superamento del precariato presente nelle aziende alle quali venivano esternalizzati i lavori di mantenimento, in modo particolare, degli impianti di potabilizzazione.

Con la legge finanziaria di quest'anno speriamo, finalmente, di stabilizzare inoltre alcune persone che da molto tempo lavorano per un servizio particolarissimo: quello della tutela dei beni librari. Noi vogliamo continuare a distinguerci nel superamento del precariato, e nel non crearne di nuovo; l'amministrazione regionale non vi sta facendo ricorso, e ritengo sbagliato che alcune AA.SS.LL. eventualmente l'abbiano fatto. Ritengo che non sia morale il ricorso alle agenzie interinali, se non in casi del tutto straordinari ed estremamente limitati nel tempo, ma mai in modo continuativo. Per questo, con questo emendamento, concordemente con tutti voi vogliamo dare un contributo importante al superamento e alla cancellazione del precariato anche in sanità.

E' giusto questo emendamento, è scritto bene? Noi riteniamo di sì, si può scrivere meglio? Proviamoci. E' stato detto che probabilmente non sono compresi gli ausiliari; io, che non sono particolarmente esperto, vedo che nella tabella a pagina 128 del Piano sanitario il totale del comparto riguarda il ruolo sanitario, il ruolo tecnico e il ruolo professionale e il ruolo amministrativo. A parer nostro, poi se è sbagliato qualcuno me lo farà notare, in questa dizione dovrebbe essere compreso tutto; e l'emendamento riporta esattamente queste voci, che fanno parte del Piano sanitario. Come ha detto molto bene il collega Uras, qui si parla, nell'ultimo comma, di un intervento che dovrà stabilire quali sono i requisiti e le modalità. I requisiti possono essere quelli previsti dalla legge finanziaria dello Stato che prevede, appunto, dei requisiti per il superamento del precariato, peraltro secondo una norma a cui anche la nostra stessa Regione ha contribuito perché venisse espressa.

Qualcuno ha dei dubbi sul fatto che la norma in questione riguardi anche le persone che sono qui sotto, perché non sono alle dipendenze dirette del Servizio sanitario regionale, ma sono lavoratori dell'Università, del Policlinico? Se vogliamo essere più tranquilli proporrei di aggiungere dopo le parole "Aziende del servizio sanitario regionale" "e comunque nella sanità pubblica". Che significato hanno i cinque anni? Significa che li vogliamo stabilizzare il più presto possibile e tutti.

Vorrei ricordare inoltre che alla sanità (vale anche per la pubblica amministrazione) chiediamo di non avere precari e di essere la migliore possibile e, la migliore possibile, di esserlo possibilmente nel futuro. Le persone entreranno attraverso un concorso, attraverso la formazione adeguata e non sempre in maniera non dovuta, perché magari risolviamo il problema per qualcuno ma, forse, lo creiamo a tanti, contribuendo ad avere un'amministrazione meno adatta e una sanità meno adatta.

Per quanto riguarda i lavoratori che stazionano sotto il Palazzo (visto che probabilmente ci sentiranno e hanno aspettato un mese per sentirci), per parlare un linguaggio che anche loro capiscano più facilmente dico che chi è precario da sei anni verrà stabilizzato sicuramente e subito, chi è precario da tre mesi probabilmente no. La legge finanziaria dello Stato parla di tre anni di precariato negli ultimi cinque anni. Se volessimo stare un pochino più larghi, forse, potremmo dire che sono necessari tre anni di precariato negli ultimi sei anni. Vedremo le modalità ma, comunque, chi è precario da tempo sarà stabilizzato. Quindi, inviterei tutti a stare più tranquilli, ad andarcene tutti a casa, loro e magari anche noi se riusciamo ad approvare il Piano in pochi minuti.

PRESIDENTE.. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Mi serve un minuto per completare il discorso iniziato precedentemente.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, lei ha già parlato. Le serve un minuto, per che cosa?

LADU (Fortza Paris). Per completare la parte che ho iniziato prima.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, penso che il Presidente della Regione abbia proposto anche la conclusione, e mi sembra che vada bene.

LADU (Fortza Paris). Presidente, per dare un contributo …

PRESIDENTE. Dica velocemente quello che deve dire. Se deve fare un emendamento lo faccia.

LADU (Fortza Paris). L'emendamento parla di personale sanitario, tecnico, professionale ed amministrativo. Io propongo che si aggiungano le parole "sanitario ausiliario", che è il caso specifico delle persone di cui stavamo parlando.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, le domando: "Gli ausiliari non sono personale sanitario?".

LADU (Fortza Paris). Non è personale specializzato, questo va chiarito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Per maggiore tranquillità di tutti accettiamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licheri. Ne ha facoltà.

LICHERI (R.C.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 600.

PRESIDENTE. L'emendamento, riassumendo le diverse proposte di modifica, è così riformulato: "La Regione, tramite l'Assessorato competente in materia sanitaria, in aderenza alle previsioni contenute nell'articolo 1, comma 5 della L.R. 5 dicembre 2005, numero 20, previa accurata ricognizione delle diverse situazioni esistenti nelle Aziende del SSR, e comunque nella sanità pubblica, e nel rispetto delle prescrizioni contenute nella Legge 27 dicembre 2006, numero 296 (legge finanziaria 2007), predispone entro 120 giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano quinquennale di stabilizzazione dei lavoratori precari (personale sanitario, sanitario ausiliario e sociosanitario, tecnico, professionale ed amministrativo)." L'emendamento prosegue con un secondo capoverso che rimane inalterato.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 600 nel testo così modificato.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uggias ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CAPELLI - CAPPAI - CHERCHI Silvio - CONTU - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - DIANA - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LA SPISA - LADU - LAI - LANZI - LICANDRO - LICHERI - LOMBARDO - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MELONI - MURGIONI - PACIFICO - PETRINI - PINNA - PIRISI - PISANO - PITTALIS - PORCU - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - RASSU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Matteo - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - SPISSU - UGGIAS - URAS - VARGIU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 59

maggioranza 30

favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 540. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 541. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 544. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 548. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 44. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 549. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 550.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, si accoglie l'emendamento fino alla parola "clinico.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 550, nel testo così modificato. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla discussione del capitolo 2, Parte III, al quale sono stati presentati quarantacinque emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del capitolo e relativi emendamenti:

2. L GOVERNO ECONOMICO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE

Il "governo economico" del Servizio Sanitario Regionale è, assieme al "governo clinico", uno degli strumenti che il Piano si propone di promuovere e adottare al fine di perseguire nel medio periodo il rafforzamento del sistema pubblico di tutela della salute ed il miglioramento dei livelli di soddisfazione da parte di tutti i cittadini.

Il risanamento della finanza sanitaria si inserisce in un contesto di finanza pubblica regionale particolarmente pesante, caratterizzato da un forte indebitamento, cresciuto di 6 volte dal 2001 al 2003 e pari a circa 2,2 miliardi (che corrispondono a circa il 53% delle entrate correnti). Il ricorso al credito, che è stato configurato negli ultimi anni come l'unica via percorribile in una situazione caratterizzata da sempre più ridotte risorse finanziarie, ha provocato estrema rigidità nel bilancio, limitando fortemente la programmazione delle risorse a disposizione.

La gravità della situazione della finanza regionale impone come obiettivo prioritario il perseguimento di una politica di risanamento finanziario, alla quale anche il comparto sanitario deve concorrere.

Tenuto conto di tale contesto generale, il Piano Sanitario dedica particolare attenzione a:

a. l'analisi della situazione economico-finanziaria nell'ultimo triennio, con specifico riferimento alle voci di spesa e alle funzioni assistenziali presumibilmente responsabili dei disavanzi registrati nel recente periodo,

b. lo scenario per l'anno 2005 e per il triennio 2006-2008 di validità del Piano, sulla base delle informazioni disponibili al momento della stesura del presente documento.

2.1. La situazione economico-finanziaria al 31 dicembre 2005

La situazione economico-finanziaria della Sanità si inserisce anch'essa nel quadro complessivo regionale di forte indebitamento che necessita di un energico, anche se graduale, intervento di risanamento.

Si fornisce di seguito un'analisi della gestione economico finanziaria al 31 dicembre 2005 in relazione al disavanzo maturato negli ultimi anni, alla spesa per macro livelli assistenziali e alla scomposizione della spesa per singole voci di costo.

Una gestione da riequilibrare

Un triennio di rilevanti disavanzi

La gestione economico-finanziaria del Servizio Sanitario Regionale dell'ultimo quadriennio presenta rilevanti perdite nette di esercizio:

· 2002: € 256.651.384

· 2003: € 148.578.338

· 2004: € 261.430.287

· 2005: € 293.330.000 (comprensivi degli oneri per i rinnovi contrattuali relativi ai bienni 2002-2003 e 2004-2005 per un ammontare pari a 145 milioni per sopravvenienze passive e accantonamenti oltre a circa 20 milioni in competenza del 2005).

Le perdite sopra indicate sono state calcolate secondo le convenzioni adottate dai Ministeri dell'Economia e della Salute, ovvero senza comprendere gli ammortamenti (perdite nette). Esse divergono quindi, in parte, dai risultati finali del consolidato dei bilanci delle aziende sanitarie regionali (che sono costruiti con riferimento alle perdite lorde).

Le perdite sono calcolate considerando tra i ricavi l'integrazione statale ai sensi dell'accordo sottoscritto l'8 agosto 2001, in sede di Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, anche se non ancora erogata da parte dello Stato e subordinata al rispetto delle condizioni previste dallo stesso accordo.

Nel complesso, la situazione economico-finanziaria del Servizio Sanitario Regionale appare così sintetizzabile:

· nel corso dell'ultimo triennio la Sardegna ha registrato disavanzi di entità piuttosto rilevanti, più volte sottolineati anche dal Ministero della Salute e dal Ministero dell'Economia, tali da richiedere un rigoroso programma di rientro dagli eccessi di spesa e di riqualificazione del servizio;

· in particolare, il disavanzo relativo al 2005 è superiore al 7% del fabbisogno, soglia, indicata dall'intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, sopra la quale è necessaria la stipula di un accordo con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze che individui gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico. L'accordo è anche presupposto per il recupero di oltre 71 milioni di euro relativi al 2001, a suo tempo non erogati alla Regione Sardegna in quanto considerata inadempiente.

L'analisi per macro-livelli assistenziali

Chi è responsabile dei disavanzi?

L'analisi dei dati di spesa per i tre macro-livelli di assistenza (assistenza collettiva, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera) fornisce alcune prime indicazioni circa i settori verosimilmente responsabili dell'eccesso di spesa rispetto al fabbisogno stimato a livello centrale per la regione Sardegna.

L'analisi non appare di immediata comprensione perché le metodologie e le convenzioni adottate per la rilevazione dei costi e dei ricavi per i singoli macro-livelli di assistenza differiscono da quelle adottate per la predisposizione dei bilanci delle aziende sanitarie. In particolare, alcune voci di finanziamento (registrate fra le entrate nel bilancio delle aziende sanitarie) non sono direttamente rilevate e/o attribuite ai singoli macro-livelli di assistenza; si fa riferimento a una serie di finanziamenti integrativi statali e regionali (fondi vincolati per il PSN, indennità abbattimento animali infetti, fibrosi cistica, ecc.), al contributo regionale per la vigilanza delle guardie mediche, alle maggiori entrate dirette delle aziende sanitarie rispetto a quelle considerate convenzionalmente.

Va inoltre ricordato che i dati relativi ai costi di produzione dei diversi livelli di assistenza appaiono suscettibili di ulteriori miglioramenti (stante le difficoltà di attribuzione corretta di alcune voci di costo).

Il ruolo dell'assistenza farmaceutica nella formazione dei disavanzi

Pur con le dovute cautele, i dati forniscono utili indicazioni circa il contributo dei tre livelli di assistenza (all'eccesso di spesa).

Senza entrare nel merito delle singole rilevazioni e con i limiti delle metodologie adottate, l'analisi dei costi per macro-livelli di assistenza consente di formulare le seguenti valutazioni di carattere generale:

· l'assistenza farmaceutica sembra la voce di spesa più pesantemente responsabile del disavanzo del settore sanitario, presentando costi di superiori di circa un terzo rispetto al fabbisogno stimato dal livello nazionale; il dato conferma l'urgenza di interventi di controllo e contenimento della spesa per farmaci, anche in relazione agli adempimenti il cui rispetto condiziona l'erogazione dei finanziamenti integrativi da parte dello Stato;

· se si esclude l'assistenza farmaceutica, l'attività distrettuale appare sottodimensionata rispetto alla stima del livello nazionale e pertanto meritevole di riqualificazione e potenziamento;

· l'assistenza ospedaliera presenta costi di produzione maggiori di circa il 10% rispetto al fabbisogno stimato a livello nazionale che derivano da un tasso di ospedalizzazione e da una capacità produttiva molto superiore agli standard nazionali; il dato conferma l'esigenza di una politica di graduale riorientamento dell'assistenza che preveda un più appropriato utilizzo dell'ospedale, attraverso il potenziamento dei ricoveri diurni, dell'assistenza domiciliare e ambulatoriale;

· l'assistenza collettiva (prevenzione) si conferma un settore in grado di assorbire, in Sardegna, una quantità di risorse superiore a quelle medie nazionali, soprattutto in ragione dello sviluppo delle attività a tutela della sanità animale.

L'analisi per voci di costo

L'analisi dell'andamento nel 2005 dei costi netti della gestione ordinaria (al netto degli ammortamenti), confrontato con quello registrato a livello nazionale, evidenzia una crescita complessiva rispetto al consuntivo 2004 del 7,4% a fronte di un aumento medio nazionale dell'8,1%.

L'analisi della composizione della spesa rispetto alla media nazionale evidenzia scostamenti significativi, in parte giustificati dalla diversa articolazione della struttura dell'offerta, ovvero dalla minore presenza di soggetti erogatori privati per l'assistenza specialistica e, in particolar modo, dell'assistenza ospedaliera.

In particolare, in termini di incidenza percentuale sul totale regionale rispetto alla media nazionale, si osserva:

· una maggiore spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi;

· una maggiore spesa per l'assistenza farmaceutica;

· una minore spesa per l'acquisto di "altri servizi sanitari", voce residuale che comprende in particolare le prestazioni sociosanitarie, da potenziare.

2.2. Lo scenario del triennio di piano 2006-2008

La finanza del settore sanitario appare profondamente condizionata dal recente andamento delle entrate e delle uscite, causa di consistenti disavanzi e responsabile di pesanti interventi di ripiano a carico del bilancio regionale.

La normativa nazionale, l'intesa della Conferenza Stato-Regioni per il triennio 2005-2007 e il nuovo patto nazionale per la salute 2007-2009 impongono - anche in relazione agli impegni presi dal nostro Paese con l'Unione Europea - un percorso di risanamento del settore sanitario, pena la perdita di margini di autonomia nella definizione della politica sanitaria regionale.

In tale contesto, appare non ulteriormente procrastinabile un piano volto al perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'intero settore, da realizzare in concomitanza con il piano di riordino e ammodernamento della sanità di cui al presente documento, grazie alle politiche di riallocazione delle risorse e di contenimento delle duplicazioni e delle inefficienze.

A tal fine sono valutati, con riguardo al triennio 2006-2008 di validità del presente Piano, i fabbisogni finanziari per il servizio sanitario regionale e i costi di produzione per macro aree di assistenza. Sono quindi delineati gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico.

Le risorse definite a livello nazionale

Il fabbisogno finanziario per il 2006 per il Servizio Sanitario Regionale è stato definito in sede di Conferenza Permanente per i Rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome in occasione del provvedimento cosiddetto di "riparto" delle disponibilità finanziarie destinate al SSN, del 23 marzo 2005.

Il fabbisogno tiene conto, oltre che delle necessità per i livelli essenziali di assistenza (Lea), anche delle assegnazioni vincolate non previste in detta intesa (per il perseguimento degli obiettivi del PSN, più altre assegnazioni minori) stimate sulla base di quelle degli anni precedenti.

Per i successivi anni di vigenza del presente Piano Sanitario, le risorse disponibili sono state determinate con i seguenti criteri:

· il fabbisogno lordo indistinto (destinato ai livelli essenziali di assistenza) è stato stimato in base agli stanziamenti previsti nel disegno di legge finanziaria 2007;

· le entrate proprie delle Aziende sanitarie sono state stimate con un incremento annuo del 5% circa;

· il saldo della mobilità è stato considerato, a decorrere dal 2007, in tendenziale decremento del 4% per il 2007 e del 5% per il 2008, tenuto conto dell'obiettivo di ridurre la mobilità passiva, a partire da quella non giustificata dalla carenza di specialità;

· i contributi vincolati (per gli obiettivi del PSN, ecc.) sono stati stimati costanti.

Il fabbisogno per il Servizio Sanitario Regionale - milioni di euro

2005

2006

2007

2008

fabbisogno lordo indistinto

2.357

2.436

2.573

2.653

+ somme vincolate

7

16

16

16

+ contributi vincolati

40

40

40

40

+ finanziamento regionale

15

15

15

15

fabbisogno lordo totale

2.419

2.507

2.644

2.724

- entrate proprie

- 60

- 63

- 66

- 69

- saldo mobilità

- 52

- 52

- 50

- 48

fabbisogno netto indistinto

2.307

2.392

2.528

2.604

A tali somme occorre aggiungere quelle definite a livello regionale a copertura del disavanzo.

La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico

La situazione di disequilibrio della gestione del Servizio Sanitario Regionale evidenziata richiede l'avvio di una manovra triennale, in coerenza con le disposizioni dell'intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, del nuovo patto nazionale sulla salute 2007-2009 e del disegno di legge finanziaria 2007.

In particolare la manovra triennale dovrà essere recepita in apposito accordo tra i Ministeri dell'Economia e della Salute e la Regione Sardegna e riguarderà il triennio 2007-2009.

Nella seguente tabella (in milioni di euro) è presentata una prima previsione di andamento dei costi per macro aree assistenziali, che dovrà essere successivamente adeguata in base alle risultanze dei bilanci 2006 e del modello di rilevazione sui livelli assistenziali (mod. LA) relativo a tale anno.

Stima costi per macro aree di assistenza 2005-2008 (milioni di euro)

2005

2006

2007

2008

v.a.

%

Assistenza collettiva

152

155

155

5,7

156

Assistenza distrettuale

1.230

1.258

1.297

47

1.336

di cui: ass. farmaceutica

373

383

371

14,31

365

saldo mobilità extraregionale

7

7

7

6

altra assist. distrettuale

849

866

919

965

Assistenza ospedaliera

1.243

1.263

1.277

45

1.291

di cui: saldo mobilità extraregionale

45

45

43

42

Totale fabbisogno lordo

2.625

2.676

2.727

100

2.786

La tabella analizza le tre macro-aree assistenziali scorporando alcune voci che richiedono interventi particolari:

· l'assistenza farmaceutica, per la quale, in base all'accordo in fase di stipula con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, si prevede il rientro nella percentuale stabilita a livello nazionale (13%) nel 2009;

· gli oneri connessi alla mobilità sanitaria, sia territoriale che ospedaliera, che si prevedono in tendenziale riduzione del 5% nel 2007 e del 6% nel 2008.

La tabella parte dai dati rilevati con il modello LA (Livelli di Assistenza), relativo al 2005, e proietta i costi nel triennio di vigenza del Piano Sanitario 2006-2008.

In base al piano triennale in fase di concordamento con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'obiettivo dell'equilibrio della gestione è raggiunto nel 2009.

La riconduzione della spesa per l'assistenza farmaceutica nei limiti previsti dalla normativa nazionale richiede lo sviluppo di un apposito Piano Regionale per il Farmaco (di cui al successivo paragrafo).

La riconduzione della spesa per l'assistenza ospedaliera nei limiti del fabbisogno determinato a livello nazionale richiede:

· la graduale riduzione del tasso di ospedalizzazione nello standard definito a livello nazionale in 180 ricoveri per mille abitanti;

· il blocco sostanziale della spesa per l'assistenza erogata dai soggetti privati accreditati, agendo sia sugli accordi contrattuali che sul controllo della appropriatezza dei ricoveri;

· il recupero graduale della mobilità passiva, ad iniziare da quella che deriva da prestazioni di bassa e medio bassa specializzazione, che possono essere assicurate nel territorio regionale;

· il riordino della rete ospedaliera, con la parziale riduzione dei posti letto per acuti e la più sostanziale trasformazione in posti letto post-acuzie.

Accanto a tali azioni è necessario avviare una politica di riqualificazione della spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi, possibile in parte con il riordino della rete ospedaliera ma che richiede una più generale politica di controllo dell'evoluzione dei costi di tali fattori.

L'obiettivo di riqualificazione delle politiche di acquisizione di beni e servizi delle Aziende Sanitarie della Sardegna costituisce presupposto indispensabile per l'ottimizzazione delle risorse disponibili. A fronte di un'attuale diffusa frammentazione degli acquisti, non sempre programmati con il supporto di un'adeguata struttura tecnica, la Regione si propone di promuovere l'avvio di un percorso improntato allo sviluppo di forme di collaborazione fra le aziende sanitarie, attraverso la condivisione delle procedure, il coordinamento delle attività e l'integrazione delle professionalità disponibili nelle singole aziende. Costituiscono obiettivi rilevanti per l'avvio del percorso di riqualificazione delle politiche degli acquisti:

· la diffusione di forme di cooperazione interaziendale;

· il raggiungimento di più elevati livelli di specializzazione nelle diverse tipologie di acquisti;

· l'adozione di strategie tese a conciliare il criterio del minor prezzo con quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, salvaguardando la qualità degli approvvigionamenti;

· la realizzazione di economie di scala attraverso una più efficace programmazione degli acquisti;

· la formazione del personale, la condivisione dei principi della buona amministrazione, il rispetto di una adeguata rotazione del personale responsabile degli acquisti, lo sviluppo della cultura del confronto e dell'osservazione delle procedure, dei prezzi, delle condizioni contrattuali.

L'assistenza farmaceutica

Riqualificare l'assistenza farmaceutica

Il presente Piano riserva particolare attenzione all'assistenza farmaceutica, il cui ruolo in termini di tutela della salute e di uso corretto delle risorse assume in Sardegna specifico rilievo.

L'obiettivo di riqualificazione dell'assistenza farmaceutica è perseguito attraverso azioni volte a favorire il buon uso del farmaco, a promuovere l'accesso a particolari terapie farmacologiche, a contenere lo sfondamento del tetto di spesa previsto dalla normativa nazionale.

A tal fine, anche con il supporto della Commissione Tecnica per l'Assistenza Farmaceutica, la Regione predispone il Piano Regionale per il Farmaco con l'obiettivo di garantire il progressivo miglioramento dell'assistenza farmaceutica e il riallineamento - nel triennio di validità del Piano Sanitario Regionale - della posizione della Sardegna rispetto ai parametri di spesa definiti in sede nazionale.

Piano Regionale per il Farmaco

Il piano di interventi, da realizzare coinvolgendo direttamente le aziende sanitarie, prevede azioni nei seguenti ambiti:

· analisi della spesa e del consumo di farmaci, anche avvalendosi della collaborazione di soggetti istituzionalmente deputati alla raccolta e alla elaborazione dei dati di consumo;

· modalità di monitoraggio e reporting del consumo di farmaci, anche prevedendo il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;

· politiche di acquisto dei farmaci e dei presidi sanitari, anche attraverso la predisposizione di schemi tipo di bandi di gara, la sperimentazione di unioni di acquisto, la centralizzazione dei magazzini, il riuso del materiale protesico, l'acquisto di medicinali a brevetto scaduto;

· modalità di distribuzione dei farmaci e dei presidi sanitari a doppia via di distribuzione, con l'obiettivo di estendere la distribuzione diretta tramite le strutture pubbliche e/o le farmacie pubbliche e private;

· appropriatezza delle modalità prescrittive, con particolare riferimento alle terapie raccomandate in sede di dimissione ospedaliera, all'uso dei generici, all'impiego dei farmaci più significativi ai fini della spesa complessiva e delle patologie più diffuse;

· promozione di sistemi di segnalazione delle reazioni avverse da farmaci;

· revisione e aggiornamento del Prontuario Farmaceutico Ospedaliero Regionale;

· regolamentazione dell'informazione medico-scientifica e diffusione dei concetti di base di farmacoeconomia;

· strumenti di sensibilizzazione al buon uso del farmaco, anche attraverso il coinvolgimento dei mezzi di informazione;

· definizione di sistemi volti a favorire una maggiore consapevolezza del costo delle terapie farmacologiche, nel rispetto del principio della gratuità delle prestazioni per i soggetti appartenenti a nuclei familiari economicamente deboli;

· revisione, sulla base della normativa vigente, della rete regionale dei centri di riferimento autorizzati alla prescrizione e distribuzione delle specialità medicinali soggette a particolari restrizioni;

· effettiva garanzia dei trattamenti farmacologici contro il "dolore severo", in particolare per i pazienti affetti da patologie neoplastiche e degenerative;

· garanzia della disponibilità di farmaci orfani sull'intero territorio regionale, anche attraverso accordi con lo Stabilimento Chimico - Farmaceutico Militare di Firenze;

· sviluppo di programmi di informazione regionale sui benefici e sui rischi di specifiche categorie di farmaci a medici e cittadini.

In linea con il protocollo di intesa stipulato il 28 luglio 2006 presso il Ministero della Salute, la farmacia costituisce un presidio sanitario fondamentale pienamente integrato nel Servizio Sanitario Nazionale, delegato dallo Stato all'erogazione dell'assistenza farmaceutica e attivo quale riferimento per il cittadino in caso di bisogno assistenziale. Anche in ragione della loro presenza capillare sul territorio, le farmacie contribuiscono a garantire il diritto fondamentale alla tutela della salute e si inseriscono dunque nell'azione di intervento sanitario in ambito territoriale, ancor più in ragione delle peculiari caratteristiche orografiche della nostra regione.

2.3. I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali

Storiche carenze nella programmazione degli investimenti

Nel corso dell'ultimo decennio, la Sardegna ha avviato una serie di investimenti in edilizia sanitaria ed ammodernamento tecnologico, principalmente finanziati attraverso le risorse statali di cui all'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988, per un ammontare complessivo di risorse alquanto consistente, ma con risultati di gran lunga insoddisfacenti.

Il patrimonio strutturale e tecnologico disponibile presenta infatti gravi carenze: è ancora inadeguato sotto il profilo della sicurezza e della messa a norma delle strutture e degli impianti; appare in gran parte obsoleto rispetto ai più moderni standard di qualità dell'assistenza; risulta lacunoso quanto a tecnologie disponibili e richiede continui e costosi interventi di ristrutturazione e manutenzione.

L'esperienza di programmazione degli investimenti della Regione Sardegna mostra numerose criticità.

Le proposte, sottoposte al Ministero della Salute per il finanziamento, hanno fortemente risentito di un'eccessiva frammentarietà degli interventi, a conferma della generale insufficienza del momento programmatorio, su scala regionale ed aziendale che hanno condotto a scelte per lo più fondate su esigenze contingenti e transitorie, cui hanno fatto seguito continue varianti degli interventi che hanno condotto ad un'attuazione lenta, mutevole, disorganica e costosa.

In Sardegna, gli investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie sono stati definiti in occasione di una serie di momenti decisionali corrispondenti alle fasi di realizzazione del programma nazionale ex articolo 20 della Legge n. 67 del 1988 ed hanno potuto contare su un ammontare complessivo di risorse relativamente consistente.

La prima fase del programma ex art. 20, L. 67/88

La prima fase (avviata nel 1996, in attuazione all'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988) ha potuto contare sulla disponibilità complessiva di € 168.507.382 (95% di provenienza statale e 5% di provenienza regionale), allocati per l'81% in interventi di ristrutturazione edilizia, adeguamento e messa a norma, per il 18% in interventi di ammodernamento tecnologico e per l'1% per la realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistenziale.

Ad oggi il monitoraggio di tale spesa evidenzia un grado di realizzazione del programma in termini di capacità di spesa pressoché totale. Non disponendo di adeguati strumenti di monitoraggio delle realizzazioni, si prevede l'attivazione di iniziative di verifica della situazione in essere.

La seconda fase del programma ex art. 20, L. 67/88

La seconda fase del programma pluriennale di investimenti (avviata nel 1998, sempre in attuazione dell'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988) ha previsto innanzitutto interventi per la sicurezza e la messa a norma degli impianti. Le risorse complessivamente disponibili, pari a € 11.620.055, sono state ripartite fra 11 progetti riguardanti 6 presidi ospedalieri e un poliambulatorio.

La seconda fase è proseguita con gli interventi inclusi nell'Accordo di programma, siglato tra la Regione e il Ministero della Sanità nel marzo del 2001, che ha allocato complessivamente risorse per ben € 352.572.302 (95% di provenienza statale e 5% di provenienza regionale). L'Accordo di Programma destina le risorse come segue:

· 77% per interventi in edilizia sanitaria finalizzati alla ristrutturazione e alla messa a norma delle strutture, ospedaliere e territoriali, e al potenziamento di queste ultime;

· 8% per la realizzazione di 12 RSA (per un totale di 860 pl);

· 15% per l'ammodernamento tecnologico.

Per quanto concerne il monitoraggio della spesa sugli interventi di edilizia sanitaria, ad oggi si dispone unicamente del dato relativo alla spesa sostenuta all'atto della delega dei singoli interventi effettuata dall'Assessorato dei Lavori Pubblici a vantaggio degli Enti appaltanti, vale a dire il 25% dell'intero finanziamento. Dal monitoraggio effettuato al 31 dicembre 2004 risulta che gran parte degli interventi previsti è stata ammessa a finanziamento da parte del Ministero della Salute ed è attualmente in corso la progettazione esecutiva e/o definitiva. Anche in questo caso è in atto un rafforzamento della capacità di monitoraggio delle realizzazioni da parte dell'Amministrazione regionale.

Per quanto concerne il monitoraggio della spesa sugli interventi di ammodernamento tecnologico, si rileva che al 31 dicembre 2004 è stato speso il 63% dei fondi e tutti gli interventi previsti sono stati ammessi a finanziamento dal Ministero della Salute.

Un'ulteriore fase del programma di investimenti ex articolo 20 della Legge n. 67 del 1988, prevista dalla più recente Legge 28 dicembre 2000, n. 388, ha visto l'attribuzione alla regione Sardegna di risorse per complessivi € 11.751.617, da integrare con risorse regionali per un importo pari al 5% del totale.

Ulteriori specifici programmi in corso

Sempre con riferimento agli interventi nel campo dell'edilizia sanitaria e dell'ammodernamento tecnologico, sono tuttora in corso specifici programmi, finanziati con risorse a valere su leggi nazionali, dei quali si fornisce una sintesi:

· programma per il potenziamento della radioterapia (articolo 28 della Legge 23 dicembre 1999, n. 488) con un finanziamento complessivo pari a € 530.377,22 (95% fondi statali e 5% fondi regionali);

· programma per la realizzazione delle strutture per l'attività libero professionale (decreto legislativo 28 luglio 2000, n. 254) con un finanziamento complessivo pari a € 8.929.539,79 (95% fondi statali e 5% fondi regionali);

· programma di interventi per le cure palliative (decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 450, convertito nella Legge 26 febbraio 1999, n. 39) con un finanziamento complessivo pari a € 3.204.775,08 destinato alla realizzazione di 3 hospice;

· programma straordinario per la riqualificazione dei grandi centri urbani (articolo 71 della Legge n. 448 del 1999) con un finanziamento complessivo pari a € 47.503.705,58 (50% circa fondi statali e 50% circa fondi regionali);

· programma per la realizzazione di strutture di assistenza ai malati di AIDS (Legge 5 giugno 1990, n. 135) con un finanziamento pari a € 25.140.648,39 per interventi in edilizia sanitaria e ad € 1.918.634,67 per interventi di ammodernamento tecnologico.

L'insieme dei programmi finanziati dal livello statale (e integrati con fondi regionali), confrontato con l'attuale situazione del patrimonio strutturale e tecnologico delle aziende sanitarie, rende evidente la mancanza di una visione strategica degli interventi, orientata più che a riqualificare l'offerta assistenziale a sostenere il settore dell'edilizia e delle attrezzature sanitarie.

Un nuovo approccio strategico

Tenuto conto di tale situazione, la riqualificazione del patrimonio immobiliare sanitario pubblico e l'ammodernamento del parco tecnologico richiedono un nuovo approccio strategico.

Si tratta di superare la dispersione di risorse finalizzandole da un lato alla messa in sicurezza ed al miglioramento della qualità funzionale delle strutture, dall'altro alla costruzione di nuovi ospedali. In secondo luogo si tratta di individuare un piano di ammodernamento tecnologico che consenta di rendere visibile il miglioramento della qualità dell'offerta sanitaria entro la vigenza del piano, tenendo presente la necessità di intervenire sulla mobilità passiva, per ciò che concerne l'alta diagnostica, la radioterapia oncologica e le tecnologie intraoperatorie.

Infine, in coerenza con i più moderni principi di programmazione sanitaria, va perseguita e sostenuta la realizzazione degli Ospedali di Comunità come modello innovativo per realizzare l'integrazione fra l'ospedale ed il territorio, a partire dai presidi di Thiesi ed Ittiri e la strutturazione di servizi di supporto a livello regionale per le attività sanitarie.

Quattro grandi obiettivi di Piano

In tale prospettiva il presente Piano individua quattro grandi obiettivi di piano sulle infrastrutture sanitarie e tecnologiche:

1) le nuove strutture ospedaliere,

2) l'avvio degli ospedali di comunità,

3) le strutture di supporto alle attività sanitarie,

4) il piano di ammodernamento tecnologico.

Tutte le risorse oggi disponibili, sia quelle derivanti dal programma straordinario di investimenti di cui all'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988, rifinanziato con la Legge n. 388 del 2000, pari complessivamente a € 11.751.617, sia quelle recuperabili, attraverso opportune rifinalizzazioni, dai precedenti programmi o derivanti da economie (in via di rilevazione), saranno utilizzate prioritariamente per l'adeguamento progressivo del patrimonio edilizio agli standard in materia di requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, per il potenziamento delle strutture territoriali e per i grandi obiettivi di piano.

A tal fine sarà rimodulato, ove possibile, il programma degli interventi non ancora in corso di realizzazione e saranno individuate nuove risorse finanziarie.

Tenuto conto delle particolari carenze osservate nel settore della programmazione degli investimenti, la Regione avvia un programma di qualificazione del personale e di acquisizione di specifiche professionalità.

2.4. Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna

Cambiare strategia degli investimenti sulle strutture ospedaliere

Il bilancio degli ultimi anni dell'utilizzo dell'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988 richiede un cambiamento della strategia negli investimenti nelle grandi strutture sanitarie in Sardegna.

Si tratta di superare il modello di intervento sinora adottato, costituito da una miriade di ampliamenti, ristrutturazioni, manutenzioni più o meno straordinarie, spesso onerose e prive di effetti reali sulla rete dei servizi, valutando la possibilità di sostituire le strutture esistenti con nuove strutture costruite secondo i più moderni canoni dell'edilizia sanitaria, individuando priorità rispetto alla vetustà delle strutture esistenti, alla loro inadeguatezza e, soprattutto, alla programmazione sanitaria regionale.

L'ordine di priorità degli interventi di edilizia sanitaria è il seguente:

a) il completamento di strutture ospedaliere considerate strategiche dalla programmazione regionale, la cui costruzione è stata già avviata;

b) la costruzione di nuove strutture sanitarie, in alternativa a interventi di ristrutturazione, anche in parte già finanziati e avviati;

c) l'aggregazione in un unico presidio ospedaliero di più strutture ospedaliere esistenti nella stessa città.

Piano straordinario per le nuove strutture ospedaliere

Nel triennio di validità del presente Piano, anche attraverso finanziamenti regionali, si prevede l'avvio di un Piano straordinario per le nuove strutture ospedaliere.

Rientra nella prima categoria di priorità il completamento dell'ospedale di Olbia attraverso il finanziamento straordinario previsto nella legge finanziaria regionale per il 2006.

Nella seconda tipologia di priorità rientrano gli ospedali di Sassari e San Gavino.

Per l'ospedale Santissima Annunziata di Sassari, per il quale era prevista la costruzione di una nuova ala, il Piano prevede la sostituzione totale delle strutture già esistenti con un nuova struttura da 450-480 pl, che sostituirà integralmente, nello stesso sito, l'ospedale attualmente esistente.

L'ospedale di San Gavino, già destinatario di un finanziamento per la ristrutturazione di parte dell'edificio, sarà interessato da un intervento di costruzione ex novo che, affiancato all'ala in via di costruzione, consentirà il completo rinnovamento strutturale del presidio.

Nella terza fattispecie rientrano il nuovo ospedale di Alghero e il nuovo ospedale di Cagliari.

Per Alghero si tratta di costruire un nuovo ospedale che, pur mantenendo le peculiarità delle due strutture attualmente esistenti, unifichi in un'unica sede la risposta sanitaria del territorio algherese e del sistema turistico correlato.

Il nuovo ospedale di Cagliari nasce dalla esigenza di superare strutture che risultano inadeguate rispetto ai più moderni standard ospedalieri unificando l'attività in un'unica sede.

Il Piano è condiviso con le comunità e le amministrazioni locali.

Ospedale

Tipologia di intervento

Olbia

Completamento

Sassari

Integrazione e nuova costruzione

San Gavino

Integrazione e nuova costruzione

Cagliari

Nuova costruzione

Alghero

Nuova costruzione

Tutti gli interventi devono prevedere l'utilizzo di tecnologie costruttive e di funzionamento con il massimo livello di ecocompatibilità. Particolare attenzione sarà rivolta alla ricerca del massimo risparmio energetico, anche attraverso l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

Programma straordinario degli ospedali di comunità

Per ciò che concerne l'avvio degli ospedali di comunità, il Piano sanitario 2006-2008 prevede una prima sperimentazione nelle sedi di Ittiri e Thiesi.

Il finanziamento va previsto come programma straordinario dedicato all'interno della legge finanziaria e del bilancio regionale 2007. Con l'avvio dell'attività dell'ospedale di comunità coordinato con l'ospedale di Sassari, di cui sarà sede distaccata, congiuntamente al centro polifunzionale per i servizi sanitari, potrà essere chiusa la sede ospedaliera tradizionale preesistente. La direzione aziendale, sulla base delle linee guida esistenti, definirà il funzionamento, l'organizzazione e la dimensione degli ospedali di comunità.

Il centro per la sterilizzazione chirurgica a Nuoro

La legge regionale n. 10 del 2006, di riordino del sistema sanitario regionale, ha previsto modalità di integrazione e cooperazione fra le aziende sanitarie, di coordinamento a livello regionale e di sviluppo dell'innovazione tecnologica. In particolare il presente Piano ritiene strategico avviare la realizzazione di servizi centralizzati anche attraverso la costruzione di strutture di supporto regionali. A tal fine, nel centro Sardegna, in provincia di Nuoro, sarà situato il centro per la sterilizzazione e la distribuzione della strumentazione chirurgica, realizzato secondo i più innovativi standard a livello internazionale. La centralizzazione del servizio garantisce, oltre alla migliore qualità in termini di sterilità, completezza e innovazione della strumentazione, maggiore efficienza gestionale ed economica.

2.5. Il piano di ammodernamento tecnologico

La realtà della regione Sardegna è caratterizzata da un'elevata vetustà delle tecnologie sanitarie e da una diseguale distribuzione all'interno del territorio regionale. In termini quantitativi, la dotazione complessiva è, per talune apparecchiature, non inferiore alla media nazionale (tomografi a risonanza magnetica, gammacamere computerizzate, tac spirale) e non sono rari i casi di sottoutilizzo o di mancata attivazione (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) di moderne tecnologie presenti all'interno delle strutture ospedaliere.

Il settore risente inoltre di una progressiva obsolescenza tecnologica degli impianti e della strumentazione, compresi quelli delle sale operatorie.

Il presente Piano si propone i seguenti obiettivi generali:

· la realizzazione di una moderna rete di radioterapia che consenta di abbattere le lunghe liste di attesa e di contenere drasticamente la mobilità extraregionale dei pazienti;

· il potenziamento della moderna diagnostica in ambito oncologico sulla base di linee di indirizzo regionale;

· la realizzazione della rete dei laboratori diagnostici attraverso la diffusione dei punti prelievo e la concentrazione delle attività di analisi;

· la realizzazione della rete di telepatologia oncologica (RTP) attraverso l'integrazione dei principali servizi di anatomia patologica presso i presidi ospedalieri;

· la dismissione delle apparecchiature obsolete e il graduale rinnovo delle dotazioni tecnologiche, comprese quelle dei presidi territoriali;

· sviluppo dell'ingegneria clinica quale funzione coinvolta nell'uso appropriato ed economico delle tecnologie.

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Alla sesta riga, le parole tra parentesi (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) sono soppresse. (587)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Il titolo del primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare" è sostituito con il seguente: "Una gestione che non si riesce a riequilibrare". (551)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel sub paragrafo (Le risorse definite a livello nazionale), nel secondo capoverso, il primo punto è sostituito dal seguente:

"Il fabbisogno lordo indistinto per il 2006 è stato stimato in crescita della stessa percentuale di crescita avuta nel 2005, rispetto al 2004.". (559)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel sub paragrafo (Le risorse definite a livello nazionale), nel secondo capoverso, nel terzo punto le parole "… a partire da quella non giustificata dalla carenza di specialità;" sono sostituite dalle seguenti:

"rafforzando l'offerta di qualità nelle specialità che scontano i maggiori flussi di mobilità extraregionale;".(560)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale GIUNTA REGIONALE.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

La tabella a pagina 139 (il fabbisogno per il Servizio Sanitario Regionale) è sostituita dalla seguente:

Il fabbisogno per il Servizio Sanitario Regionale - milioni di euro

2005

2006

2007

2008

fabbisogno lordo indistinto

2.357

2.436

2.588

2.670

+ somme vincolate

7

16

16

16

+ contributi vincolati

40

40

40

40

+ finanziamento regionale

15

15

15

15

fabbisogno lordo totale

2.419

2.507

2.657

2.741

- entrate proprie

-60

-63

-66

-69

- saldo mobilità

-52

-52

-50

-48

fabbisogno netto indistinto

-2.307

2.392

2.543

2.624

(140)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale GIUNTA REGIONALE.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

La tabella a pagina 140 è sostituita dalla seguente:

"Stima costi per macro aree di assistenza 2005-2008 (milioni di euro)

2005

2006

2007

2008

v.a.

%

Assistenza collettiva

152

155

155

5,70

156

Assistenza distrettuale

1.230

1.258

1.283

47

1.321

di cui: ass. farmaceutica

73

383

357

13,30

347

saldo mobilità extraregionale

7

7

7

6

altra assist. distrettuale

849

866

19

965

Assistenza ospedaliera

1.243

1.257

1.262

46

1.273

di cui: salto mobilità extraregionale

45

45

43

42

Totale fabbisogno lordo

2.625

2.670

2.700

100

2.750

(141)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", il quinto capoverso, che inizia con le parole "In base al Piano…", è sostituito dal seguente:

"In base al Piano triennale che dovrà essere definito con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, nel 2006 è prevista una perdita netta di esercizio nella sanità regionale introno ai 100 milioni di euro, mentre il raggiungimento del sostanziale equilibrio di gestione è previsto per il 2007." (565)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", nel settimo capoverso, dalle parole "la riconduzione" fino a "richiede" sono sostituite dalle seguenti:

"La riconduzione della spesa per l'assistenza ospedaliera nei limiti del fabbisogno determinato a livello nazionale non può avvenire sino a che tali parametri non saranno riadeguati alle specifiche necessità della Sardegna. Nel frattempo è possibile un riequilibrio della spesa verso il territorio soltanto se vengono stanziata adeguate risorse finanziarie aggiuntive, al fine di avviare contemporanee azioni virtuose che tendano a:". (566)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", nel settimo capoverso, alla quinta riga, secondo punto, le parole "blocco sostanziale:" sono sostituite dalle seguenti:

"il raffreddamento …". (567)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", nel settimo capoverso, all'ottava riga, la parte compresa tra le parole "ad iniziare …" sino alle parole "… territorio regionale;" sono sostituite dalle seguenti:

"ad iniziare da quelle che comportano maggiori flussi migratori, che potrebbero essere bloccati dalla creazione di nuova offerta specifica in Sardegna.". (568)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", al secondo capoverso (Piano regionale per il Farmaco), alla sesta riga, il punto che inizia con le parole "modalità di …" è sostituito dal seguente:

"modalità di monitoraggio e reporting del consumo dei farmaci, che dovranno coinvolgere i medici prescrittori in percorsi virtuosi e condivisi che consentano il raggiungimento della autovalutazione della correttezza terapeutica;". (571)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Al primo capoverso, alla quinta riga, le parole "di gran lunga soddisfacenti." sono sostituite dalle seguenti:

"inferiori alle aspettative". (573)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Nel paragrafo intitolato "I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali", al nono capoverso (che inizia con le parole "L'insieme dei…"), alla terza riga, la parte che inizia con le parole "rende evidente…" e termina con le parole "… attrezzature sanitarie." è sostituito dal seguente:

"rende evidente il forte impegno verso il settore delle ristrutturazioni edilizie e dell'acquisto di nuove attrezzature sanitarie, che rappresentava comunque la più drammatica emergenza della sanità sarda.". (578)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al sesto capoverso, (che inizia con le parole "Per Alghero …"), l'ottava riga è sostituita con la seguente:

"Gli atti della Giunta e dei Direttori Generali, attuativi del Piano, saranno condivisi con le comunità e le amministrazioni locali.". (585)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Alla sesta riga, le parole tra parentesi (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) sono soppresse.

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare", subito dopo il titolo, è aggiunto il seguente capoverso:

"Il quadro di riferimento della finanza sanitaria regionale sconta una situazione di grave difficoltà, legata alle peculiarità del sistema sanitario regionale (in primis, demografiche, geografiche e di rete viaria) e all'insufficienza quantità di risorse che arrivano attraverso il sistema di finanziamento nazionale, sostanzialmente basato sulle quote capitarie.

Ciò ha determinato negli anni un cronico sottofinanziamento iniziale del sistema, risanato con fondi regionali in sede di bilancio consuntivo.

Ancora oggi, le quote economiche provenienti dal riparto capitarlo sono drammaticamente insufficienti per il funzionamento del sistema e l'ultimo bilancio reso noto, quello del 2005, dimostra una differenza di quasi 400 milioni di euro tra stanziamento iniziale e spesa finale". (552)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare", subito dopo il primo capoverso, è aggiunto il seguente:

"I numeri suesposti sottolineano con tutta evidenza come insieme all'intervento di razionalizzazione e riqualificazione della spesa sanitaria sarda, appare dunque urgente l'apertura di un confronto serrato con lo Stato per la ridefinizione dei meccanismi di finanziamento del Fondo Sanitario, finalizzato ad ottenere una ridiscussione dei parametri di assegnazione delle quote capitarie e un adeguato intervento "una tantum" da parte dello Stato, che consenta il finanziamento di tutte le attività di infrastrutturazione necessarie ad ottenere il riequilibrio tra Ospedale e territorio e a mettere a regime un sistema in grado di fornire in Sardegna la miglio qualità di assistenza possibile.".(553)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare", subito dopo il primo capoverso, è aggiunto il seguente:

"Ogni intervento di risanamento economico dovrà avvenire attraverso la riqualificazione della spesa attuale e attraverso l'utilizzo di nuovi finanziamenti statali, senza pregiudicare i livelli qualitativi assistenziali, né riducendo l'entità e la qualità delle prestazioni sanitarie offerte.".(554)

EMENDAMENTO aggiuntivo CONTU - LA SPISA - LICANDRO - PETRINI - RASSU - LIORI - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - Oscar CHERCHI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Alla fine del punto 2 del subparagrafo "Un triennio di rilevante disavanzo" dopo le parole "Considerata inadempiente" sono aggiunte le seguenti:

"La gestione economico-finanziaria del servizio sanitario regionale è verificata al 30 settembre di ogni esercizio finanziario dalle commissioni consiliari Sanità e Bilancio al fine di un metodologico controllo della spesa e dell'attuazione dei programmi. Le Aziende sanitarie dovranno presentare rispettivi bilanci in linea con l'equilibrio economico." (189)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel paragrafo intitolato "L'analisi per macrolivelli assistenziali", nel terzo capoverso Il ruolo dell'assistenza farmaceutica…), al termine del primo punto (l'assistenza farmaceutica), è aggiunto il seguente:

"Entro 90 giorni dall'approvazione del presente Piano, l'Assessorato predispone uno studio analitico di dettaglio del dato sulla spesa sanitaria, finalizzato a consentire l'immediata comprensione dello scostamento dai parametri virtuosi nazionale e, in particolare:

- a consentire di rilevare se, e in quale misura, tale scostamento sia legato all'utilizzo di farmaci ad alto costo, direttamente collegati a patologie a specifica ed alta incidenza in sardegna;

- a consentire di rilevare se, e in quale misura, tale scostamento sia riferibile all'utilizzo di terapia farmacologica, in sostituzione di altra terapia (ad esempio FKT) nel trattamento di patologie a rilevante incidenza nell'epidemiologia sarda;

- a consentire di rilevare quale parte di tale scostamento derivi da inappropriatezza nella prescrizione o nell'utilizzo dei farmaci." (555)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel paragrafo intitolato "L'analisi per macrolivelli assistenziali", nel terzo capoverso (Il ruolo dell'assistenza farmaceutica…), al termine del terzo punto, dopo le parole "e ambulatoriale", è aggiunto il seguente:

"che necessita notevoli quantità di risorse economiche aggiuntive, da reperire all'interno delle manovre finanziarie del triennio di vigenza del Piano". (556)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel subparagrafo intitolato "L'analisi per voci di costo" a pagina 137, alla dodicesima riga, primo punto, dopo le parole "… beni e servizi", sono aggiunte le seguenti:

", probabilmente legata alla maggior richiesta di presidi territoriali correlata alla necessità di diffusione della risposta e alle necessità di rinnovare un parco tecnologico sanitario regionale largamente obsoleto." (561)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel subparagrafo intitolato "L'analisi per voci di costo" a pagina 137, alla tredicesima riga, al termine del secondo punto "… assistenza farmaceutica", sono aggiunte le seguenti:

", probabilmente in parte legata alla relativa carenza di risposte terapeutiche alternative". (562)

EMENDAMENTO aggiuntivo LANZI - LICHERI - DAVOLI - Giuseppe FADDA - PISU - URAS.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel subparagrafo intitolato "L'analisi per voci di costo" a pagina 137, dopo il paragrafo "L'analisi per voci di costo" è aggiunto quanto segue:

"Dismissioni per i bandi relativi ai servizi esternalizzati.

I bandi di gara per i servizi esternalizzati dalle ASL, dei Presidi ospedalieri e delle altre Amministrazioni Sanitarie, devono obbligatoriamente contenere adeguate disposizioni atte a garantire: l'applicazione dei contratti collettivi di riferimento; procedure di verifica puntuale della regolarità dei versamenti previdenziali e assicurativi a favore dei lavoratori impiegati; il divieto di licenziamento per riduzione di personale; l'indicazione del numero e delle qualifiche del personale da impegnare e i relativi carichi di lavoro, limiti di ribasso per le offerte compatibili con il rispetto delle predette disposizioni." (139)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Subito dopo il titolo "Lo scenario del triennio…", è aggiunto il seguente capoverso:

"La situazione finanziaria della sanità sarda appare pesantemente e negativamente condizionata dallo storico squilibrio delle risorse economiche, conseguente al cronico sottofinanziamento del sistema da parte dello Stato". (563)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Alla decima riga del paragrafo 2.2, alla fine del secondo periodo, dopo le parole "sanità regionale.", è aggiunto il seguente:

"Purtroppo, ad oggi, molteplici fattori hanno impedito il decollo di adeguate politiche di riqualificazione e contenimento della spesa, per cui è indispensabile costruire le premesse di dialogo e di confronto a tutto campo che sono il presupposto per l'intervento deciso e forte che possa garantire un andamento virtuoso della spesa congiunto alla qualità dell'assistenza del triennio di vigenza del Piano." (557)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel subparagrafo, intitolato "Le risorse definite a livello nazionale", alla quinta riga, dopo le parole "…marzo 2005." sono aggiunte le seguenti:

"Purtroppo tale definizione delle risorse, ancora una volta non può soddisfare le esigenze attuali del Sistema sanitario regionale, come dimostra lo scostamento costante, realizzatosi nell'ultimo quinquennio, tra le somme stanziate in bilancio nel corso della manovra Finanziaria Regionale e quelle riportate a consuntivo per ciascun esercizio di bilancio.

Tale situazione necessita un autorevole intervento della Regione Sardegna perché lo Stato riconosca le peculiarità del nostro Sistema Sanitario Regionale ed attui le conseguenti compensazioni necessarie a consentire il funzionamento ottimale del sistema." (558)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "Le risorse definite a livello nazionale", alla ventesima riga, alla fine del terzo punto, le parole "carenza di specialità", è aggiunto il seguente:

"Per il raggiungimento di tali obiettivi, vengono destinati specifici interventi economici nelle manovre finanziarie del triennio di vigenza del Piano, secondo le indicazioni di priorità di intervento per le specialità che creano maggior flusso migratorio, secondo il progetto di intervento che la Giunta presenterà entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del presente Piano." (564)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", al termine dell'ottavo capoverso, dopo le parole "… tali fattori", sono aggiunte le seguenti:

", per la quale la Giunta regionale, anche con il supporto dell'Agenzia Regionale per la Sanità, si impegna a presentare un adeguato studio di dettaglio alla Commissione Sanità." (569)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", al nono capoverso, alla nona riga, dopo le parole "… singole aziende.", è aggiunto il seguente:

"Tale azione virtuosa di coordinamento, in particolar modo per quanto attiene alle apparecchiature tecnologiche di più alta specializzazione, deve tener conto delle peculiarità delle esigenze della offerta sanitaria da parte della struttura nel cui contesto l'apparecchiatura è destinata ad operare." (574)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", al termine della terza riga, dopo le parole "… specifico rilievo.", sono aggiunte le seguenti:

"Va peraltro ribadito che l'obiettivo primario dell'assistenza farmacologica è quello di intervenire affinché nessun paziente sia privato del necessario supporto farmacologico, nel rispetto del diritto alla libertà di prescrizione del singolo medico". (575)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", all'undicesima riga, dopo le parole "… assistenza farmaceutica", sono aggiunte le seguenti:

", la piena comprensione delle ragioni che sono alla base dell'attuale scostamento,". (570)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", nel secondo capoverso, dopo il punto del "Piano Regionale per il Farmaco", è aggiunto il seguente:

"rafforzamento del rapporto tra il medico della dimissione ospedaliera e MMG e PLS, attraverso l'attivazione di attività di collaborazione integrata, che consentano la comunicazione tra le diverse professionalità, anche attraverso l'istituzione di un numero verde aziendale, che consenta il raccordo tra Ospedale e Territorio." (577)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", al termine del secondo capoverso, prima del terzo capoverso, che inizia con le parole "In linea con …", è aggiunto il seguente:

"Il coinvolgimento dei MMG e dei PLS deve avvenire attraverso un progetto obiettivo che preveda la costituzione di unità di monitoraggio e di autocontrollo, con ampia partecipazione dei medici destinatari del progetto stesso, finalizzato al raggiungimento di livelli di condivisione delle politiche di verifica sulla appropriatezza della spesa farmaceutica, in grado di valorizzare la collaborazione informata e volontaria e di garantire la indispensabile libertà di scelta terapeutica del medico." (576)

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Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 3.2

Al termine del paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", dopo le parole "… regione" è aggiunto il seguente capoverso:

"La Regione valuta la possibilità di stipulare accordi specifici con il sistema delle farmacie al pubblico, finalizzati alla creazione di una capillare rete informatica, diffusa nel territorio, in grado di garantire l'accesso più immediato del cittadino alle offerte di salute." (572)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Nel paragrafo intitolato "I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali", all'undicesimo capoverso (che inizia con le parole "Tutte le risorse …"), alla quinta riga, dopo le parole "… (in via di rilevazione), sono aggiunte le seguenti:

"sia il 12,67 di spettanza della Sardegna della somma complessiva compresa tra i 12 e i 15 milioni di euro del Programma Straordinario per il Mezzogiorno," (579)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Nel paragrafo intitolato "I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali", alla fine dell'undicesimo capoverso (che inizia con le parole "Tutte le risorse …"), dopo le parole "…specifiche professionalità" sono aggiunte le seguenti:

"anche per il tramite dell'Agenzia Regionale per la Sanità." (580)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al termine del secondo capoverso, dopo le parole "… nuove strutture ospedaliere", è aggiunto il seguente:

", che verrà presentato dalla Giunta Regionale entro centoventi giorni dalla data di approvazione del presente Piano e avviato alla competente Commissione Sanità, che esprime il proprio parere entro trenta giorni. Nel Piano verranno enunciate le motivazioni di dettaglio di ciascun intervento ipotizzato, le priorità negli interventi, il quadro della disponibilità delle risorse economiche e della tempistica prevista e verrano indicati i percorsi delle fasi di transizione, tesi a garantire l'elevata qualità delle prestazioni anche nelle strutture per le quli è previsto il superamento, la riconversione e la chiusura." (581)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - Matteo SANNA.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel sesto capoverso, alla prima riga, dopo le parole "… di Sassari", è aggiunto il seguente:

", ivi compresi i beni immobili di proprietà dell'Università, concessi in uso a titolo gratuito all'Azienda Ospedaliero-Universitaria.". (45)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - Matteo SANNA.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel settimo capoverso, alla sesta riga, dopo le parole "… attualmente esistente.", è aggiunto il seguente:

"Per la costituenda Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari, il Piano prevede un intervento in costruzione di una nuova struttura per la Radiodiagnostica e la Radio terapia, il completamento delle strutture in rustico della seconda stecca del nuovo Complesso chirurgico e la ristrutturazione dell'edificio Clemente, al fine di render conformi ai moderni standard ospedalieri le strutture assistenziali essenziali per la Facoltà di medicina.". (46)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", nel quarto capoverso, alla sesta riga, dopo le parole "… attualmente esistente", è aggiunto il seguente:

", per la cui struttura sarà comunque mantenuta la destinazione d'uso a servizi pubblici socio-sanitari." (582)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al termine del quarto capoverso, dopo le parole "… del presidio", sono aggiunte le seguenti:

", entro il primo semestre del 2009." (583)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al sesto capoverso, (che inizia con le parole "Per Alghero …", a pagina 148, alla quinta riga, dopo le parole "… di Cagliari", sono aggiunte le seguenti:

", che, previa intesa con il Comune, sarà costruito all'interno del territorio della città di Cagliari,". (584)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al settimo capoverso, (che inizia con le parole "Tutti gli interventi …"), alla quarta riga, dopo le parole "… energia rinnovabile," è aggiunto il seguente:

"Le pareti delle nuove strutture saranno tinteggiate con vernici ecologiche e colori prevalentemente su tinte pastello, per evitare possibili traumatismi cromatici ai pazienti." (586)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - Matteo SANNA.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Alla sedicesima riga, nel secondo punto, dopo le parole "… indirizzo regionale;" è aggiunta la seguente:

"Al riguardo sarà condotto a termine il Piano Regionale Centri PET con istituzione del centro di Sassari.". (34)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Al termine del paragrafo, è aggiunto il seguente:

"Nel 2007, acquisto di almeno tre apparecchiature di Risonanza Magnetica di nuova generazione, almeno una delle quali con potenza di campo di tre tesla, che siano installate presso le strutture radiologiche collegate ai Centri di riferimento per la Sclerosi Multipla, e siano utilizzate anche per lo screening e la diagnosi precoce dei familiari dei pazienti SM." (588)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Al termine del paragrafo, è aggiunto il seguente:

"attivazione di un Registro regionale delle apparecchiature radiologiche di ecografia, mammografia, TC e RM, che consenta la programmazione del loro rinnovo tecnologico, sulla base delle esigenze specifiche della popolazione di riferimento." (589).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si accolgono gli emendamenti numero 140, modificando la cifra contenuta nella terza colonna della tabella, sotto "2007" che diventa 2588 in luogo di 2670; numero 141, sostituendo nelle colonne terza e quarta, sotto "2007" le seguenti cifre: 1.283, in luogo di 1.267; 13,31, in luogo di 14,31; 2.700 in luogo di 2.684; si accoglie in parte l'emendamento numero 139; si chiede il ritiro dell'emendamento numero 223 e si preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti orali al testo. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 587, 551, 559, 560, 565, 566, 567, 568, 571, 573, 578, 585, 587, 552, 553, 554, 189, 555, 556, 561, 562,563, 557, 558, 564, 569, 574, 575, 570, 577, 576, 572, 579, 580, , 581, 45,46, 582, 583, 584, 586, 34, 588, 589. Preannuncio la presentazione di alcuni emendamenti orali al testo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Licandro. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, il governo economico del servizio sanitario regionale è, come altri, un capitolo piuttosto complesso; avendo soltanto dieci minuti per illustrarlo preferisco, come al solito, parlare in maniera più esaustiva di un paragrafo, quello sulla riqualificazione dell'assistenza farmaceutica che, fra l'altro, m'interessa personalmente. Tante volte, in questo Consiglio regionale, abbiamo parlato della spesa farmaceutica e, al di là anche delle discussioni tenute in passato in quest'Aula, ci sono alcuni aspetti che ci terrei a chiarire anche dopo aver letto il paragrafo inserito in questo capitolo sull'argomento.

Nell'ambito del governo economico voi date certamente grande risalto all'assistenza farmaceutica; ma il motivo del vostro interessamento, per quanto mi riguarda, è tutt'altro che rassicurante. Voi dichiarate che l'assistenza farmaceutica sembra essere la voce di spesa più pesantemente responsabile del disavanzo del settore sanitario. Poi, all'inizio del paragrafo specifico, precisate che il Piano riserva particolare attenzione all'assistenza farmaceutica il cui ruolo assume proprio qui in Sardegna un rilievo, in termini di tutela della salute e di uso corretto delle risorse, specifico.

Chiaramente si parla anche di noi medici, e l'Assessore in pratica ci sta dicendo, per usare termini molto chiari, ma questo concetto l'ha espresso diverse volte, che la tutela della salute è certamente fondamentale però i farmaci, le medicine, devono essere usate in modo assolutamente appropriato. Perché si sa benissimo, o perlomeno noi dovremmo saperlo benissimo, che i riferimenti nazionali dicono che la spesa farmaceutica non deve superare il 13 per cento, mentre noi siamo al 16.

A me sembra singolare cercare di far passare l'idea che la spesa farmaceutica sia una specie di vaso di Pandora, la causa di tutti i mali. Io non credo che voi vogliate farci credere che sono soltanto tre punti che voi elencate a determinare la voragine dei conti; perché, se è vero che la spesa farmaceutica è una delle principali voci che generano il problema del bilancio sanitario, significa che, siccome quelli che fanno spendere i soldi per i farmaci siamo noi medici, ecco che siamo noi a stare sul banco degli imputati. Se passa l'idea che la spesa farmaceutica è il colpevole, allora credo che sia sufficiente, indubbiamente, incidere sugli erogatori di questa spesa: i medici.

Vogliamo parlare del fatto che le terapie, in particolare quelle antitumorali (tutti i farmaci che derivano dalle biotecnologie), hanno costi che aumentano in maniera esponenziale? Vent'anni fa per curare quella malattia spendevi un euro e magari oggi arrivi a spenderne anche cento. Oppure continuiamo a curarla come vent'anni fa per contenere la spesa a quei livelli?

Io non voglio continuare qui in Aula la famosa polemica sui farmaci antiulcera, indotta da quella delibera che ci chiedeva di prescrivere soltanto un farmaco, però richiamo un attimo questo argomento per dire all'assessore Dirindin che dovrebbe essere pienamente soddisfatta perché sembra, anzi ne abbiamo la certezza ma probabilmente anche l'Assessore ne sarà a conoscenza, che la prescrizione dell'esomeprazolo, dopo quella famosa delibera, è in vistoso calo. E lo sa perché è in vistoso calo, dottoressa Dirindin? Perché i medici di base sono spaventati e non lo prescrivono quasi più. Lo cambiano se viene prescritto da altri specialisti e arrivano a dire bugie ai pazienti! Mi è capitato il caso di un paziente di un altro medico che è venuto da me con una scatola di esomeprazolo chiedendomi di cambiarglielo perché il suo medico gli aveva detto che quel farmaco non era mutuabile. Io capisco perfettamente che non è facile spiegare alla gente che il problema non è che non si vuole prescrivere quel farmaco, ma che si ha quasi paura di prescriverlo.

Allora, per essere collaborativo e per cercare di arrivare insieme a delle soluzioni, io proporrei che la Commissione tecnica per l'assistenza farmaceutica non agisca come quella famosa Commissione per il prontuario terapeutico regionale. Io credo che si potrebbe fare affidamento proprio sulle cosiddette EBM, le evidence based medicine, che voi citate nel Piano a proposito della formazione ma che non spiegate bene che cosa sono.

L'EBM è la medicina basata sulle prove di efficacia che altro non è se non l'integrazione della competenza clinica individuale attraverso una ricerca sistematica della letteratura. E' vero che la medicina basata sulle prove praticamente si è sviluppata in contrapposizione alla medicina tradizionale basata sulle impressioni, sulle intuizioni, su quello che veniva chiamato una volta "occhio clinico"; ma io sono convinto che una mediazione fra l'arte della medicina, intesa come arte tradizionale della medicina, e un approccio, come dire, più scientifico nello stabilire ciò che giova maggiormente al paziente non possa che dare i suoi vantaggi. Si possono così esaminare i costi dei farmaci e, di conseguenza, si possono affrontare tutte quelle problematiche legate a quella che viene definita "appropriatezza prescrittiva. Ma questo, tanto per essere chiari, sempre nell'ottica di essere prima di tutto utili al paziente in termini di rapporto benefici-rischi.

Insomma, Assessore, una linea guida, non un diktat. Una linea guida che dia degli indirizzi; naturalmente tranne quei casi che il medico ritiene assolutamente insindacabili, partendo sempre dal presupposto che un medico prescrive secondo coscienza e conoscenza. Un medico non si diverte né ci guadagna qualcosa a prescrivere dei farmaci che magari costano di più, a meno che non si vogliano portare avanti quelle insinuazioni, ma io credo che sia finito anche quel tempo, di presunti legami fra prescrittori e case farmaceutiche.

Io sono convinto che per ottenere il risultato voluto bisogna far rientrare tutto in quel meccanismo virtuoso senza forzare, ma semplicemente e naturalmente coinvolgendo le persone. Perché se la spesa farmaceutica incide per il 13 per cento a questo punto, ma non ne abbiamo il tempo, vogliamo parlare dell'altro 87 per cento? Del fatto che dal 75 all'80 per cento dei costi delle nostre strutture è rappresentato dal personale e da dei costi che sono certamente incomprimibili?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io sono un po' frastornato dai numeri perché, mentre cerco di trovare un'indicazione certa e sicura nella stima dei costi riguardante il fabbisogno, ovviamente rivedendo le tabelle corrette dall'emendamento orale del collega Pacifico, mi sembra che ci sia qualcosa di anomalo rispetto alle tabelle presentate dal Presidente nelle slide che ha fornito alle parti sociali. Però, visto che devo tener conto di quello che oggi stiamo verificando e non di quello che domani esamineremo, metto un attimo da parte la presentazione fatta dal Presidente in questi giorni per ragionare insieme a voi sulla spesa sanitaria.

Per esempio, si parla di un 5 per cento annuo di incremento delle entrate delle Aziende sanitarie, anche questo mi sembra uno di quei dati che, se così fosse, probabilmente richiederà per concretizzarsi un eventuale adeguamento dei ticket. Io spero, anzi auspico che così non sia perché un aumento delle entrate dirette delle AA.SS.LL significa un costo che inciderà sul cittadino: quelle sono le entrate e non ne esistono altre.

Mi sembra che per quanto riguarda i numeri in questi mesi abbiamo avuto modo di ragionare e di confrontarci; abbiamo avuto modo anche di sorridere su alcuni numeri che sono stati proposti dalla Giunta. Ovviamente tengono banco i numeri che ci sono stati definitivamente fatti pervenire e sono stati inseriti nella stesura di questo capitolo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SECCI

(Segue CAPELLI.) Vorrei essere ottimista ma non ci riesco anche perché, senza una controprova, non riesco a convincermi che questi siano numeri reali. Ma il mio ragionamento è viziato dal solito discorso, al quale mi devo necessariamente ricollegare, della veridicità del bilancio e delle entrate che sono necessarie per coprire questa stima dei costi. E vorrei leggere, nonostante l'ora tarda, un testo che dice: "Mentre si discutono alcuni aspetti di legittimità della proposta di bilancio regionale 2007 vale la pena di porsi anche un'altra domanda: è vero che la proposta completa il risanamento finanziario iniziato nel 2004? E' vero che aiuta a rendere più virtuoso il futuro comportamento fiscale della Regione? La mia risposta è un doppio no". Poi, vi dirò in seguito chi sottoscrive queste affermazioni, aggiunge: "Siccome sono un riformatore accompagno le critiche con una proposta che potrebbe aiutare la Regione a darsi un'utile disciplina pluriennale sulla formazione del bilancio". La proposta a mio avviso è molto interessante, ma non ho obiettivamente il tempo di riportarla in Aula, sarebbe anche poco utile alla discussione, però c'è un passaggio che richiama la maggioranza, che vuole essere innovativa sul terreno istituzionale, a pensare ad una disciplina fiscale delle sue istituzioni. Per intenderci un progetto di legge che tenga conto di regolare (quindi effettuare un controllo)un percorso fiscale anche nella composizione e stesura dei bilanci., Chi scrive queste considerazioni è l'ex assessore Pigliaru ma, stranamente, coincidono con quelle che ho fatto io oggi, nel primo pomeriggio, e ieri.

Sono considerazioni di chi conosce profondamente il bilancio della Regione (fino al 2006 la stesura e la gestione del bilancio sono state di competenza dell'assessore Pigliaru) e che, in qualche modo, certo non disconosce quello che ha fatto in quel periodo. Anche l'assessore Pigliaru aveva proposto nel 2006 una forzatura legislativa, quale quella delle anticipazioni IVA e IRPEF, che comunque fa un po' sorridere rispetto a quello che c'è nel bilancio e nella finanziaria 2007, o che si presume ci sarà visto ciò che avete autorizzato con il bilancio provvisorio.

Ma il professor Pigliaru pone una domanda molto importante per chi ha responsabilità di formazione di bilancio, e cioè si chiede se il deficit di bilancio del 2007 è pari a zero. Ovviamente risponde che non può essere pari a zero (siccome lo dice il professor Pigliaru sono confortato dalle sue parole con le quali sono in sintonia), è chiaro che non ci può essere un deficit di bilancio pari a zero con l'azione proposta dalla Giunta, ma per quanto riguarda il 2007 il deficit è di 500 milioni, esattamente le risorse prese a prestito da bilanci futuri.

Nel seguito del documento viene anche spiegato che cosa significa prendere in prestito delle somme dai bilanci futuri; il professor Pigliaru definisce (devo necessariamente sintetizzare e mi assumo la responsabilità della sintesi)un atto fortemente illegittimo quello di ipotecare future, incerte entrate a copertura di un deficit dell'annualità di bilancio in corso.

Per tornare all'argomento in discussione, io spero che questa lettura serva per una riflessione, non come atto d'accusa, anche perché sono parole che, pur non avendo sicuramente la preparazione del professor Pigliaru, avevamo già detto in quest'Aula come risulta agli atti del Consiglio. Ma spero servano come momento di riflessione soprattutto perché stiamo esitando degli atti che, oggi, possono passare per il vostro silenzio; mi auguro però che nei prossimi giorni si parli di finanziaria e non si cerchi di perdere tempo con altre castronerie, e quindi credo che tutto questo possa servire per riflettere sulle azioni che saranno proposte nella finanziaria 2007 viziate, ovviamente, da un documento che non avete voluto approfondire in termini di legittimità, di veridicità di bilancio e di annualità di bilancio, con l'approvazione dell'esercizio provvisorio. Non avete voluto credere ad alcune umili affermazioni della minoranza, credete almeno a chi vi ha governato nei due anni passati.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). La discussione su questa parte del Piano è, dal punto di vista politico, molto interessante perché condensa in qualche modo l'orientamento della Giunta sulle modalità attraverso cui raggiungere gli obiettivi di politica sanitaria contenuti nelle pagine precedenti a questa parte. Noi dobbiamo rilevare che nella parte contenutistica, non sulle tabelle o sulle cifre per il momento, si riflette una carenza che è determinante di questo Piano e della politica sanitaria di questa Giunta. Mi riferisco al punto in cui si analizzano le cause fondamentali del disavanzo del settore sanitario e, sostanzialmente, nell'analisi dei costi si indica nell'assistenza farmaceutica certamente la voce di spesa più pesantemente responsabile del disavanzo, perché lontana da quella percentuale del 13 per cento stabilita a livello nazionale.

A seguito di questo dato si fa riferimento alla necessità di una riqualificazione e potenziamento dell'attività assistenziale nei distretti, quindi sul territorio, che solo in parte viene in realtà evidenziata nelle tabelle presentate nelle pagine seguenti, e corrette negli emendamenti 140 e 141.

Il Piano dice chiaramente che la spesa sanitaria in Sardegna è caratterizzata, rispetto alla media nazionale, da una forte incidenza della spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi. Quindi, parlare di una maggiore spesa per il personale, nonostante in altre parti si dica che ci sia un sottodimensionamento dello stesso, è una contraddizione non tanto della volontà politica della Giunta, ma del sistema. La realtà è che - credo si possa interpretare così - la necessità di avere personale, che poi genera una maggiore spesa rispetto alla media nazionale, deriva anche evidentemente dalla struttura demografica, territoriale, geografica della nostra regione che comporta di dover dislocare questo personale in diverse parti del territorio.

Certamente questo è un problema enorme del nostro sistema sanitario, così come lo è l'assistenza farmaceutica, ma soprattutto quello che noi sottolineiamo è che il Piano si sofferma molto lucidamente sul fatto che vi è una minore spesa per l'acquisto di altri servizi sanitari, cioè prestazioni sociosanitarie che quindi sono da potenziare, così è scritto. Se sono da potenziare le prestazioni sociosanitarie noi crediamo, dalle indicazioni contenute nella relativa tabella e dai pochi accenni alla manovra finanziaria del 2007, che ancora non è stata presentata in questo Consiglio, che sostanzialmente vi sia una sottovalutazione delle necessità finanziarie del sistema sanitario; una sottovalutazione che costituisce in qualche modo un'offesa all'esigenza dei cittadini sardi di una maggiore quantità e qualità dei servizi, ma che viene esaltata dalla scelta che costituisce ancora a nostro parere un forte, grave azzardo politico:quello di aver accettato in cambio di future entrate possibili, eventuali il trasferimento totale a carico della Regione della spesa sanitaria. Una spesa che cresce in misura molto forte, con un trend di crescita particolarmente elevato e che non può che destare forti preoccupazioni.

Questo sul piano sostanziale. Vi è poi un dato che per noi è fortemente negativo e che deduciamo dal contenuto del Piano, in particolare dal punto in cui si tratta delle risorse definite a livello nazionale e poi da quello in cui si dice che "…l'obiettivo dell'equilibrio della gestione è raggiunto nel 2009". Questo è il dato presente nel testo, certamente proposto dall'Assessore e approvato dalla Giunta; ma il Presidente della Regione nel corso della discussione generale in Aula ha dichiarato invece che i dati sul disavanzo del 2005 sono da leggere in modo molto più positivo. Verbalmente (non ho la trascrizione delle sue dichiarazioni ma credo di ricordare bene), ha indicato per il 2006 un disavanzo che scende a 100 milioni di euro, se non ricordo male, per raggiungere nel 2007 l'equilibrio del bilancio. Sono affermazioni incredibilmente gravi, una contraddizione tra le dichiarazioni del Presidente e il contenuto del Piano, una imprecisione, una leggerezza, una sottovalutazione dell'attenzione di questo Consiglio regionale che io credo di non aver mai visto su questa materia finanziaria negli anni che ho trascorso in quest'Aula.

Noi abbiamo assistito a queste dichiarazioni e dopo pochi giorni abbiamo assistito alla presentazione di un disegno di legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio che conteneva anche disposizioni per la chiusura dell'esercizio 2006 in cui, sempre in tema di disavanzo si diceva, con l'approvazione da parte della maggioranza, che le somme stanziate nel bilancio 2006, indicate in accertamento di entrata come un possibile atteso rimborso, da parte dello Stato, di trasferimenti non effettuati relativi alle quote di compartecipazione a tributi IRPEF e IRPEG, accantonate in conto residui nel 2006, venivano trasformate in un accertamento di entrate a valere su trasferimenti di competenza degli anni 2013, 2014 e 2015.

Si tratta, lo abbiamo detto quel giorno, di giochi di prestigio, di trucchi che non fanno onore a chi li ha fatti. Noi stiamo arrivando al punto che le parole che vengono dette su questo tema ci fanno dire che a questo Presidente e a questa Giunta non crediamo più, non crediamo più neanche quando ci dicono che ora è.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Nonostante l'ora conviene sempre aver pazienza e non accettare provocazioni anche quando sono così rozze, per usare una parola che lei usa spesso. Capisco che i numeri siano difficili, ci vuole anche qualche competenza ma, con un po' di pazienza, li spiegheremo. Allora, lo scoop del blog del professor Pigliaru è interessante, e se dobbiamo parlare di legge finanziaria io posso farlo anche oggi, ma ne parleremo più approfonditamente un'altra volta.

(Interruzione del consigliere Capelli)

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Ripeto, posso parlarne anche oggi, almeno per non lasciare nessuno in quest'Aula di fronte ai dubbi, suoi e del professor Pigliaru. Potremmo discutere in quest'Aula in futuro le parole del professor Pigliaru quando si tratti di bilancio, e le parole del dottor Dessì quando si tratti di politiche ambientali; immagino che siano forse un pochino viziate da un atteggiamento che in qualche modo le accomuna.

Il professor Pigliaru è un professore sicuramente stimato e di qualità, non è un professore di bilanci ma di altre materie, ha competenze importanti in altre materie, non in materia di bilancio. Io penso di poter parlare di bilancio almeno quanto chiunque in quest'Aula e almeno quanto il professor Pigliaru, e per questo, e per questo...

(Interruzione del consigliere Capelli)

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. E per questo conosco il bilancio che è stato presentato e so leggere i bilanci che sono stati presentati in quest'Aula; mi meraviglia quindi che qualcuno si alzi qui oggi per dire che questi numeri sono assurdi, che sono i più strani che ha trovato nella sua vita in quest'Aula, dimenticando i bilanci del 2000, del 2001, del 2002, del 2003, del 2004 che eventualmente ha anche approvato in Giunta e che poi ha votato in quest'Aula. Bilanci che, in pochi anni, hanno creato un buco in questa Regione con un indebitamento finanziario passato da 300 milioni a 3 miliardi e un disavanzo di bilancio nello stesso periodo passato da circa un miliardo e ottocento milioni a circa 3 miliardi di euro; cioè mutui autorizzati per circa 3 miliardi di euro e mutui effettivamente contratti per altri 3 miliardi circa, per un debito totale di 6 miliardi. Non so che cosa, allora, lei facesse in Giunta, se c'era, se c'era ed era sveglio o come mai nella sua precedente esperienza non ha avuto modo di usare le stesse parole assolutamente più appropriate alla sua precedente esperienza che ai numeri che oggi le sottopongo all'attenzione.

LA SPISA (F.I.). E' una bugia...

SORU (Progetto Sardegna). Mi scusi, potrei terminare? Non c'è bisogno che creda alle mie parole o all'ora che le dico, ha l'orologio, lo guardi; a me preme lasciare una spiegazione sui numeri che sono scritti nel documento e che, evidentemente, non siete in grado di leggere, non avete la pazienza di voler approfondire.

Nella tabella inserita a pagina 140 del Piano, nell'ultima riga, il fabbisogno lordo totale per il 2007 è di 2.727 milioni di euro, poi in realtà con l'emendamento orale la cifra è stata corretta in 2.700 milioni di euro; il fabbisogno lordo per il 2007 è comprensivo di 2.675. milioni di euro di fabbisogno lordo effettivo e di 25 milioni di euro di accantonamenti per eventuali rinnovi contrattuali. Un accantonamento prudenziale che mai è stato fatto dagli anni 2000 in poi e di cui abbiamo pagato le conseguenze nell'anno 2005.

A pagina 139 troviamo la tabella che riporta il fabbisogno del Servizio sanitario regionale; il fabbisogno lordo totale per il 2007 era di 2.644 milioni che è stato portato a 2.659 milioni, chiaramente di euro. Questo è il fabbisogno lordo totale, i costi stimati sono pari a 2.675 milioni, la differenza è di 16 milioni di euro È vero, sì, diversamente da quello che avevo detto in Aula, non è l'equilibrio di bilancio pari a zero, è un saldo negativo di 16 milioni di euro. E' anche vero che è stato presentato un emendamento, bocciato ma in realtà lo accettiamo, perché nel budget di spesa che la Giunta regionale ha approvato e che viene trasferito alle Aziende, in effetti, si raggiunge l'equilibrio cancellando quei 16 milioni di disavanzo, che invece sono esplicitati in questi numeri. Devo dire che davanti ad un bilancio di 2 miliardi e mezzo di euro, quanto è, più o meno, quello della sanità, 15 milioni, 16 milioni, 10 milioni sono un arrotondamento, soprattutto se si considera che quando siamo entrati al governo c'erano disavanzi di circa 200 milioni di euro.

Quindi, le confermo che la Giunta propone di accettare l'emendamento presentato dalla minoranza, per l'equilibrio della previsione di bilancio per il 2007, che è quanto avevo dichiarato in Aula. Con i numeri che voi non avete capito, c'è un disavanzo di 16 milioni.

LA SPISA (F.I.). Buffone!

(Tumulti in Aula)

PRESIDENTE. Onorevole La Spisa, la prego di tenere in Aula un contegno dignitoso! Onorevole La Spisa, la prego, per gentilezza.

(Interruzione del Presidente della Regione)

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 0 e 18, viene ripresa alle ore 0 e 24.)

PRESIDENTE. Comunico al Consiglio che sono in corso gli accertamenti sui fatti intervenuti prima della sospensione della seduta e che delle decisioni che, eventualmente, verranno assunte, ai sensi dell'articolo 63, comma 5, del Regolamento, verrà data notizia all'Assemblea.

E' iscritto a parlare il consigliere Diana. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Presidente, io spero di avere la necessaria e opportuna calma perché evidentemente certi ragionamenti che abbiamo fatto e che ci sforziamo di fare non lasciano il segno. E' importante, certamente, il riconoscimento di aver detto delle cose condivise, però è importante anche che ognuno di noi si ricordi delle cose che ha detto e delle cose che ha condiviso. Sarebbe fin troppo semplice, colleghi della maggioranza, se io ricordassi il frasario e il bestiario utilizzati nella precedente legislatura. Perché ci siamo detti di tutto e di più. E non c'è stato Presidente del centrodestra, non sto giustificando, non c'è stato Presidente di centrodestra che non abbia subito insulti della peggiore stirpe.

(Interruzione del consigliere Pirisi)

DIANA (A.N.). Onorevole Pirisi, per favore, la invito a rileggersi gli atti parlamentari della precedente legislatura. Come ho già detto, non sto facendo questo ragionamento per giustificare nessuno qualcuno. Quando si arriva a questi eccessi ci sono sempre delle cause, e gli effetti non sono mai dei buoni effetti.

Vede, Presidente, lei ha iniziato il suo discorso dicendo che avrebbe mantenuto la necessaria calma, che non voleva fare polemiche, e poi… è difficile, capisco che è difficile, lei ha ritenuto necessario accettare la provocazione, se provocazione era, sui dati del bilancio, sulle dichiarazioni del professor Pigliaru e quant'altro.

Chi ha preceduto lei e i suoi colleghi Assessori su quegli scranni avrà anche commesso degli errori, sicuramente ne ha commesso; ora, che non ne stiate commettendo voi pare quantomeno paradossale. Perché chi opera, chi amministra, chi governa è comunque soggetto a sbagliare. Si può sbagliare in tanti modi. Si può sbagliare con le parole, si può sbagliare con i fatti. Un autorevole giornalista economico ha detto che lo strumento migliore per evitare sprechi di soldi pubblici non è rinforzare il controllo interno alla pubblica amministrazione, ma obbligare tutte le amministrazioni a rendere pubblici i loro dati.

Lei capisce benissimo che cosa vuol dire questo passaggio, così come credo di capirlo anch'io e credo che lo capiscano tutti i colleghi. Ora, se analizzassimo ciò che è scritto in queste tre righe del Piano, potremmo arrivare immediatamente ad un nuovo scontro e ad una nuova rissa, ma non è questo il mio intento. Però, lei non può pensare che non si colga un intervento di un suo ex Assessore. Sapevamo tutti che il professor Pigliaru non era un "professore di bilanci", però è stato presentato come colui che doveva risolvere tutti problemi economici e amministrativi della Regione Sardegna. E' stato uno che ha contribuito a scrivere il suo programma, ha lavorato per lei, mesi e mesi, molto prima della presentazione delle sue dichiarazioni programmatiche in campagna elettorale; lo abbiamo apprezzato, non abbiamo condiviso le sue opinioni, lo abbiamo rispettato nelle sedi opportune, in quest'Aula e nelle Commissioni. Sfortunatamente, stamattina appaiono sul blog del professor Pigliaru notizie che non cito anche perché non stiamo parlando di bilancio, non stiamo parlando di finanziaria, stiamo parlando del Piano sanitario, ma siamo arrivati a una parte determinante del Piano sanitario, quella che voi avete definito: il governo economico del servizio sanitario regionale. Che lo vogliate o meno, questo scontro su questo argomento è nato il primo giorno che abbiamo iniziato a parlare di Piano sanitario regionale. Convinti come siamo, e non sono parole che abbiamo detto noi, che una moderna politica sanitaria nell'elaborare scelte e strategie vede le risorse destinate alla salute non più come una spesa ma come un investimento.

Io sono fortemente convinto di queste affermazioni che sono totalmente contrarie a quelle che fate, proprio su questo argomento quando dite: "In tale contesto appare non ulteriormente procrastinabile un piano volto al perseguimento dell'equilibrio economico finanziario..." Onorevole Uras! Il primo obiettivo che si pone questo Piano è l'equilibrio finanziario! Basterebbe questo per disattendere tutte le considerazioni che noi abbiamo fatto.

Io ho proposto ieri e avantieri ai colleghi la necessità di abbandonare l'Aula, perché non possiamo condividere nulla, neanche gli emendamenti che abbiamo sottoscritto, che sono poca cosa! State veicolando all'esterno che c'è stato un accordo tra la maggioranza e l'opposizione; onorevole Marrocu, non c'è nessun tipo di accordo, perché la sottoscrizione di quaranta, cinquanta o sessanta emendamenti, non fondamentali, non ha certamente determinato un accordo! C'è una frattura tra le nostre posizioni che deriva dall'impostazione originaria del Piano sanitario regionale, perchè noi non abbiamo mai fatto i conti con i soldi, noi riteniamo che la spesa sanitaria sia indispensabile, sia necessaria, se il pareggio si raggiunge si raggiunge, ma non così; voi invece lo mettete come primo obiettivo, ritenete infatti improcrastinabile esitare un Piano volto al perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario.

Questo Piano non è passato in Commissione bilancio, non ne abbiamo parlato anche perché mancava un titolare dell'Assessorato, forse sarebbe stato meglio farlo dopo la finanziaria nella quale, probabilmente, troveremo tutte le risposte ai nostri quesiti. Se lo stralcio della finanziaria di cui siamo riusciti a venire in possesso, peraltro non direttamente ma indirettamente, , ammesso che sia attendibile, è un testo definitivo, non ci spiega assolutamente come possiate pensare di dare le risposte a tutte le questioni molto importanti contenute nel Piano sanitario regionale.

Allora, per queste considerazioni, io non accuso né l'assessore Dirindin, né il presidente Soru, né il cortesissimo assessore Dadea che più di altri ha partecipato e partecipa ai lavori di quest'Aula. Neanche nella prossima legislatura, presidente Soru, che il sia o non sia qui, per decisione sua o degli elettori, , io dirò mai in quest'Aula che lei dormiva qualora mi rendessi conto di un suo errore, non lo dirò per lei e non lo dirò per l'assessore Dirindin, eppure può darsi che fra due anni o tre anni, magari fra sei mesi, ci si renda conto degli errori.

E' successo con l'articolo 42 di una legge da voi tanto voluta, abbiamo dormito tutti quanti, voi più di noi, ma siamo dovuti tornare in Aula per modificarla. C'è stata una dormita generale. E' necessario assolutamente accusare gli Assessori delle precedenti Giunte di aver dormito? Probabilmente avranno anche dormito, ma il ruolo di un Presidente della Regione credo che non sia quello di individuare chi ha dormito o chi è stato sveglio, il ruolo di un Presidente della Regione credo sia quello di operare una grande mediazione.

So che non è facile, presidente Soru, mediare, soprattutto non è facile quando a colpi di maggioranza e alle quattro, alle cinque del mattino, voi comunque avete portato all'approvazione di questo Piano; un Piano che ovviamente, arrivati a questo punto, approverete totalmente solo voi.

Per quanto ci riguarda noi di Alleanza Nazionale non intendiamo partecipare neanche alla votazione finale, perché non vogliamo essere assolutamente coinvolti in nessun tipo di discorso ( potrebbe essere riportato sui quotidiani di domani, di dopodomani), come è successo per altri provvedimenti, su accordi tra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Comunico al Consiglio di aver accertato i fatti intervenuti, quindi do lettura del comma 5 dell'articolo 63 "Il Presidente del Consiglio, sentito l'Ufficio di Presidenza, può irrogare la censura con interdizione di partecipare ai lavori consiliari per un periodo da due a quindici giorni di seduta, se un Consigliere fa appello alla violenza, o provoca tumulti, o trascorre a minacce o a vie di fatto verso qualsiasi collega o componente la Giunta o usa espressioni ingiuriose nei confronti delle istituzioni. Le decisioni adottate sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione. Qualora poi il consigliere tenti di rientrare nell'Aula prima che sia trascorso il termine di interdizione, la durata della esclusione è raddoppiata". Il Presidente provvederà quanto prima a sentire l'Ufficio di Presidenza e ad adottare i necessari provvedimenti.

E' in votazione l'emendamento numero 587.

Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Colgo l'occasione della dichiarazione di voto per dire che sono molto dispiaciuto per quello che è successo; io personalmente stimavo e stimo il professor Pigliaru, ritengo che sia stato un ottimo Assessore, non mi pare che le sue considerazioni, qui riportate, siano oggetto di grande scandalo. Ci possono essere divergenze, pareri diversi, posizioni differenti rispetto a quanto la Giunta e la maggioranza stanno proponendo nella prossima finanziaria, ma questo non consente di trasformare una riunione che sta per concludersi in una gazzarra.

Mi dispiace quanto è accaduto perché, dopo un mese di lavoro, la minoranza invece di premiare il lavoro fatto per completare e migliorare il Piano sanitario, e prendersi anche parte di merito, assume atteggiamenti di scontro, anche a livelli personali, che accendono la rissa e che non hanno nessun valore, per creare l'incidente così da poter andare via e dire di non aver partecipato al voto; quindi non ritenendo invece un fatto positivo che la Sardegna dopo vent'anni abbia un Piano sanitario.

E' successo ieri, stamane, ancora stasera, e sinceramente non capisco qual è la strategia. Potevo capire l'adozione della strategia dei tempi lunghi di discussione, ma sinceramente la strategia della rissa, della provocazione, dell'insulto credo sia inaccettabile e segno, questo sì, di grande debolezza. Capisco che uno stia vivendo magari un momento un po' particolare perché sta esplodendo il suo Gruppo, però questo non giustifica neppure questi atteggiamenti di grande arroganza...

DIANA (A.N.). Continua così, Marrocu! Tu sì che sei corretto!

MARROCU (D.S.). Non sto parlando di te, sto parlando...

DIANA (A.N.). Vedrai quando scoppierà il tuo Gruppo!

MARROCU (D.S.). Il tuo è già scoppiato!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per gentilezza. Onorevole Marrocu, prosegua il suo intervento.

MARROCU (D.S.). Questi atteggiamenti non sono positivi neppure assunti all'una di notte, questi insulti e queste continue provocazioni inutili sono un fatto grave; e questo, sì, scredita il Consiglio, non il fatto che il Consiglio sia tenuto, come voi state continuamente sostenendo, sotto scacco della Presidenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che chi ha maggiori responsabilità abbia anche il compito difficile, arduo, di dare per primo l'esempio e a volte anche di sopportare, non di trascendere come è successo, e non è la prima volta.

Avrei voluto continuare a discutere di bilancio perchè l'argomento è strettamente collegato alla copertura finanziaria della spesa sanitaria. Non è un parlare di bilancio, è un parlare di copertura della spesa sanitaria; e mi stupisce che si cerchi di offendere anche quel briciolo di intelligenza che ritengo di avere.

Presidente, non è corretto dire che lei ha spiegato un qualcosa che non avevamo capito o che non siamo in grado di capire. Io, per esempio, sono in grado di capire, di distinguere, di discernere, il deficit dal disavanzo, cosa che lei non ha fatto quando ha comparato dei dati statali con dei dati regionali. I dati da lei citati non erano corretti, ma io non mi sono permesso di dire che lei non capiva, ha sbagliato come è umano che sia e lei è una persona umana.

Così come non è corretto scaricare, con quelle parole, il professor Pigliaru che io ho combattuto in quest'Aula, ma ho anche apprezzato e ci sono gli atti che lo dimostrano. E neanche questo per lei è un atteggiamento nuovo se, lo riportava virgolettato la stampa, non so se corrisponda al vero, disse: "La Pilia non la conosco, l'ho incontrata in via Roma. Fra un po' dirà che non conosceva neanche il professor Pigliaru; non parliamo poi del dottor Dessì che io non ho nominato e che ha nominato lei.

Insomma, mi sembra una caduta di stile che sicuramente non favorisce il fatto di contornarsi di amici, perché con troppa semplicità si scaricano le persone, e non sono persone che ho portato io in quest'Aula.

Ecco perché credo che non ci sia più niente da dire. Ci ritroveremo sicuramente sulla finanziaria, con grande piacere, per qualche mese in Commissione e per qualche mese magari qui in Aula, con il piacere giornaliero di confrontarci nel merito, con le capacità, umili, che ha ognuno di noi nel saper discutere, nel sapersi confrontare e nel saper mettere a disposizione anche di quest'Aula e della Sardegna le proprie conoscenze, confrontandoci con serenità e lealtà. Ma con numeri veri e non con numeri falsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, mi scuserà se anche io userò in maniera impropria la mia dichiarazione di voto. Sono dispiaciuto, come credo tutti in quest'Aula, per l'episodio che si è appena verificato e che io cercherei però di interpretare sottolineando come non sia facile lavorare per sedici ore consecutive in quest'Aula, senza luce, senza mangiare, avendo qualche volta difficoltà ad allontanarsi per qualunque motivo. Ed è facile che la stanchezza, se i ritmi che vengono imposti sono questi, sovrasti ciascuno di noi. La stanchezza qualche volta comporta anche che ciascuno di noi possa avere delle reazioni che normalmente non avrebbe e, se queste reazioni vanno sopra le righe, è giusto che si chieda scusa, è giusto che se ci sono sanzioni da irrogare vengano irrogate. Però io vorrei ricordare anche l'episodio da cui è nata la discussione.

Il presidente Soru, durante la discussione generale (se non sbaglio era il primo intervento) ha chiesto la parola per poter fare una precisazione relativa al fatto che confermava che il deficit di bilancio per il 2006 della sanità era di circa 100 milioni di euro e che il pareggio di bilancio sarebbe stato raggiunto nel 2007.

Noi abbiamo ripreso questa precisazione, testuale, del presidente Soru in un emendamento, il numero 565; Presidente Soru, questa precisazione contraddice il Piano dove c'è scritto che l'equilibrio di gestione verrà raggiunto nel 2009; ma, nella tabella relativa al fabbisogno per il servizio sanitario regionale si legge che il fabbisogno lordo totale 2006 è di 2.507 milioni di euro, mentre nella tabella relativa alla stima dei costi il totale fabbisogno lordo 2006 è pari a 2.676 milioni di euro. Sono 160 milioni di euro, non 100 e da quello che risulta a noi - e vorremmo che l'assessore Dirindin portasse il consuntivo del 2006 - saranno più di 160.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

(Segue VARGIU.) Allora, quello che lei ha detto non è approvabile, nel senso che noi possiamo chiedere che venga approvato l'emendamento 587, ma non può chiederlo lei . Se viene approvato vuol dire che le cifre che voi state dando sono quelle vere e, di conseguenza, vuol dire che il consigliere La Spisa ha ecceduto, non solo verbalmente ma anche nella sostanza; se invece non viene approvato, come è evidente che non può essere approvato perché è il contrario di ciò che c'è scritto nel Piano, sicuramente il consigliere La Spisa le ha mancato di rispetto (anzi ha mancato di rispetto alle istituzioni, non a lei) però sostanzialmente ciò che lei ha detto non è rispondente al vero.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Vorrei ricordare quanto abbiamo già avuto occasione di dire in Commissione. Forse qualcuno di loro avrà avuto modo di esaminare la finanziaria 2007 e avrà constatato che il Governo attuale ha rifinanziato la dotazione del Servizio sanitario nazionale per l'anno 2006.

Il riparto della somma messa a disposizione per l'intera Nazione, per incrementare il finanziamento per il 2006, che è stato riconosciuto inadeguato a livello nazionale, comporta un maggiore stanziamento a favore di questa Regione che possiamo stimare intorno ai 55 milioni di euro; questo fa sì che il disavanzo presunto, per l'anno appena concluso, si può considerare intorno ai 100 milioni di euro, come ha avuto modo di dire il presidente Soru in precedenza.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 587. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 551. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 559. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 560. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 140 nel testo modificato dal relatore . Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 141 nel testo modificato dal relatore. Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 565. Ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. A seguito delle osservazioni del presidente Soru e dell'assessore Dirindin si ritiene di dover esprimere parere positivo sull'emendamento numero 565.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 565.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, annuncio che non parteciperò alla votazione dell'emendamento numero 565 e vorrei che qualche collega della minoranza, se ne avesse la volontà, chiedesse la votazione nominale affinché rimanga agli atti quali saranno i consiglieri regionali che approveranno questo emendamento. Non essendo stata corretta la tabella di pagina 139, quella che l'assessore Dirindin dice che dovrebbe essere adeguata, e che voi non avete adeguato, state approvando un falso, o quello che avete approvato prima è un falso. Comunque sia, sostanzialmente, quello che state approvando resta comunque un falso, perché il deficit di bilancio del 2006 non sarà di 100 milioni di euro.

Quindi approvate questo testo e su questo continueremo a ragionare. Avete trovato, colleghi, senza che noi lo volessimo, ce l'avete offerto voi, un elemento sul quale non è più possibile continuare il ragionamento in quest'Aula su questo Piano. È una questione sostanziale, perché quando con i numeri vengono fatti continuamente giochi di prestigio, vengono sostituite continuamente le tabelle, noi abbiamo la certezza che i finanziamenti per la sanità sarda non sono sufficienti e, fra qualche mese, questa certezza l'avrete anche voi perché, purtroppo, ve la comunicheranno i sardi ad uno ad uno, e collettivamente. Approvate questo emendamento, fate la cortesia approvatelo con votazione nominale.

(Interruzione del consigliere Alberto Sanna)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Signor Presidente, Alleanza Nazionale non parteciperà a questa votazione, e io vorrei esprimere, se i colleghi hanno la bontà di ascoltarmi, certamente il rammarico per quello che è successo…

(Interruzione del consigliere Cugini)

ARTIZZU (A.N.). Penso che quello che debbo dire sia accettabile. Comunque esprimo il rammarico per quello che è successo in Aula; penso, come diceva il collega Vargiu, che su chi è rimasto in quest'Aula influiscano certamente la stanchezza e lo stress. Lei stesso, Presidente, ha seguito solo occasionalmente, per poche ore i lavori, ma a causa di stress e stanchezza possono umanamente esserci dei momenti in cui si dice qualcosa di eccessivo, colleghi, da parte di tutti.

Noi abbiamo sentito in questi giorni in Aula degli insulti gravissimi; sono volati insulti di "ladri", "massoni", "incappucciati", "servi di interessi oscuri", sembravamo veramente oggetto di chissà quali accuse; però questo non va bene, magari ha dato luogo ad uno scambio di battute un po' troppo vivace, fa parte della normale, o forse non troppo normale ma comunque possibile, in certi momenti un po' eccessiva ma che può verificarsi, dialettica presente all'interno del Consiglio regionale tra consiglieri.

Ed è un consigliere, tra i colleghi, anche il Presidente della Regione quando siede in quel banco. Perché lei è un consigliere regionale, e quindi è accettabile comunque che si vada un po' al di sopra delle righe, e che qualche parola di troppo possa volare dopo un lavoro così estenuante, così stressante. Peraltro va anche detto, colleghi, che dopo gli insulti (ladri e via dicendo, anche adesso sono volate parolacce), non si è invocato nessun provvedimento disciplinare, nessuno si è affrettato ad andare a controllare quale comma, quale articolo del Regolamento potesse essere utilizzato per…

SECCI (La Margherita-D.L.). Onorevole Artizzu, i lavori erano sospesi!

ARTIZZU (A.N.) Dovrei ripetere la parola che è stata pronunciata in Aula venti secondi fa, in quel momento i lavori non erano sospesi. Può succedere e nessuno è andato a verificare con quale strumento si poteva colpire e punire il presunto colpevole. Quindi il mio vorrebbe essere, se può servire a qualcosa, io me lo auguro, un invito a ridimensionare l'accaduto riportandolo nell'ambito di quello che può succedere in un'Aula parlamentare, dove certe volte possono volare anche parole simpatiche, altre volte parole meno simpatiche che, forse, è il caso di vedere nella loro giusta collocazione Senza andare ad invocare articoli e sanzioni disciplinari che, francamente, mi sembrano fuori luogo e rischiano di essere viste come una richiesta unilaterale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Intervengo sul merito dell'emendamento e anche sulle considerazioni che spesso ho sentito fare in questi mesi; ma devo dire che ne ho sentite anche per anni in quest'Aula e, comunque, nell'ambito dell'amministrazione regionale. Non c'è stato, io credo, un bilancio preventivo dell'amministrazione regionale che,forse, negli ultimi 30 anni, prima non mi ricordo, non abbia sopravvalutatole entrate fiscali, oppure i trasferimenti dello Stato. Come non c'è stato bilancio preventivo che non abbia in qualche misura ecceduto, per esempio, nell'autorizzazione alla contrazione di mutui e così via. Adesso qua si tratta di fare un attimo di chiarezza. Si invoca il voto elettronico palese come una prova di affermazione del falso.

Onorevole Presidente, se in questo Consiglio regionale, dove ciascuno di noi a norma di Statuto nell'esercizio delle proprie funzioni non può essere sindacato, succede che se io voto una proposta, istruita da una Commissione, oggetto di un esame di uffici, e anche di responsabilità politica e amministrativa, e la voto in quella direzione, così come mi è stato illustrato e spiegato, essere colto nel fatto di un'affermazione di falso, o nel compimento di un atto falso nell'esercizio di una funzione pubblica, mi sembrerebbe un pochino improprio.

Io pretendo che questa richiesta non venga mai più invocata in quest'Aula dove, quando si vota, si vota per la coscienza che ciascuno di noi ha dell'atto che ha fatto, per la consapevolezza che ha dell'atto che fa, e non può essere invocato il voto a scrutinio palese come la prova di un falso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, io sono certamente dispiaciuto per quello che è successo in Aula stasera, come per tutte quelle volte in cui vengono superati certi limiti. Mi auguro che possa non accadere più; per questo motivo non voglio entrare nel merito delle parole del collega Marrocu quando vuole e pretende di entrare nella vita di un partito che non gli appartiene, quando parla in maniera neanche troppo velata (l'ha fatto questo pomeriggio, sempre per gli stessi motivi, per la tensione delle lunghe ore trascorse in quest'Aula), di "cappucci neri".

Non voglio neanche entrare, io, nel merito della notizia, data dal telegiornale sardo, sul blog dell'ex assessore, Francesco Pigliaru, perché, anche se l'ex Assessore non si è dimostrato tenero col presidente Soru e la sua Giunta, rispondendo così alle domande dei navigatori su Internet sulle questioni relative al bilancio, al debito pubblico della Regione e alle entrate per effetto di trasferimenti statali, questo potrebbe acuire ulteriormente le tensioni.

Però sono convinto che con i numeri, così come esattamente succede per le leggi, tutti ci sentiamo autorizzati a dire tutto e il contrario di tutto. Dai nostri ragionamenti una cosa pare certa: i conti non tornano e l'indebitamento della sanità sarda non sarà ripianato e cancellato nei tempi che voi indicate. Ora, devo dire onestamente che ci piacerebbe anche sbagliare, perché un nostro errore coinciderebbe certamente con un vantaggio enorme per il popolo sardo. Ma io mi chiedo, che cosa accadrà se nel futuro i nostri conti e le nostre pessimistiche, per quanto realistiche, previsioni si dovessero dimostrare esatte? Che cosa potrà accadere invece se i conti, i vostri conti, dovessero rivelarsi sbagliati?

Ora, io sono convinto che se questo poi dovesse effettivamente accadere (certamente noi possiamo anche fare dei ragionamenti perché siamo prevenuti), se l'errore dovesse manifestarsi in tutta la sua evidenza, voi non sareste i primi a riconoscerlo.

Allora, io dico che di questi conti se avremo pazienza, passerà ancora un po' di tempo, ma ne parleremo in quest'Aula con dovizia di particolari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Io sono turbato da quanto è successo stasera in Consiglio regionale e avrei preferito, sinceramente, che questo dibattito avesse un epilogo diverso. Però, credo che stiano esplodendo tutte le contraddizioni di questo Piano sanitario regionale, e quanto è successo questa sera ne è la dimostrazione. Troppi errori sono stati compiuti nell'elaborazione e discussione di questo Piano sanitario regionale, a partire dal blitz della Commissione sanità che non ha permesso all'opposizione di contribuire alla stesura di parti importanti dello stesso. E devo dire che il dibattito, che è stato più approfondito in Aula, anche con degli ulteriori passaggi in Commissione, non ha sciolto le ambiguità, le contraddizioni che ci sono all'interno del Piano.

Diciamo che questo è un Piano di buoni propositi, però noi diciamo, ancora, che ci sono troppe omissioni sulle scelte all'interno del Piano, ci sono troppe omissioni sulle risorse da destinare alla sanità all'interno del Piano stesso. Perché, quando da una parte si dice che si raggiunge l'equilibrio di gestione nel 2007 - e lo ha detto il Presidente pochi giorni fa - poi, invece, nel Piano…

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Ladu.

LADU (Fortza Paris). …ci sono dati talmente discordanti, è difficile che si raggiunga un'intesa in quest'Aula.

In riferimento alla osservazione dell'onorevole Marrocu che sosteneva di non aver capito quale fosse l'obiettivo della minoranza devo dire che questa minoranza credo abbia dimostrato che il suo obiettivo era solo ed esclusivamente quello di migliorare i contenuti del Piano; questo abbiamo tentato di fare, ma mi rendo conto che, probabilmente, il lavoro svolto in tutti questi giorni e in queste settimane è stato un lavoro inutile perché, se questi sono i risultati, non sono certamente grandi risultati.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, il tempo a sua disposizione è terminato. Scusi, perché continua a parlare? Non l'ascolta nessuno e le sue parole non sono registrate.

Ha domandato di parlare il consigliere Biancu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCU (La Margherita-D.L.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario all'emendamento numero 565. Io credo che la disponibilità data dalla Giunta ad accogliere questo emendamento fosse un segnale di distensione, per favorire il completamento del Piano che, peraltro, è già sufficientemente chiaro nella formulazione che si è venuta delineando fino a questo momento anche con l'approvazione degli emendamenti.

Io credo che la sfida lanciata dal collega Vargiu sull'adozione della votazione nominale, come diceva il collega Uras, non sia veramente accettabile né condivisibile; mentre ritengo che, nel merito, quanto illustrato prima dal Presidente e poi dall'assessore Dirindin, in qualche modo ripreso nell'emendamento 565, sostanzialmente conferma che il disavanzo reale effettivo del 2006, al netto degli oneri relativi all'approvazione dei contratti degli esercizi precedenti, corrisponde esattamente alla cifra indicata di 100 milioni di euro

Tra l'altro questo Piano contiene un altro aspetto, importante, relativo al disavanzo 2007. Già nell'assestamento del bilancio 2004, il presidente Soru disse che l'obiettivo era quello di azzerare il disavanzo entro il triennio 2005-2007; e io credo che siamo sulla buona strada e che non ci siano motivi per ritenere che questo obiettivo non possa essere conseguito. Se di sfida dobbiamo parlare questa è la sfida che, in qualche modo, io credo venga lanciata da parte della Giunta e da parte della maggioranza: realizzare gli obiettivi del Piano stando all'interno delle risorse assegnate, azzerando il disavanzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il voto contrario evidenziando una palese contraddizione nella filosofia che sottintende anche gli emendamenti, almeno questo che è all'esame dell'Aula. Mi pare infatti che le richieste avanzate nella mole di emendamenti presentati dall'opposizione richiederebbero una correzione delle cifre tale da non poter essere soddisfatte, probabilmente, neppure dalle risorse disponibili con quattro finanziarie.

Quindi, almeno per coerenza, questo emendamento avrebbe dovuto essere formulato tenendo conto che avrebbe portato ad un grave indebitamento almeno per i prossimi futuri quindici anni. Altro che equilibrio di bilancio per il 2007!

PRESIDENTE. Colleghi, procediamo alla votazione perché nessuno ha chiesto la votazione elettronica.

SANJUST (F.I.). L'ha chiesta l'onorevole Artizzu.

PRESIDENTE. Chi chiede la votazione elettronica deve stare in Aula. Onorevole Vargiu, lei ha invitato qualcuno a richiedere lo scrutinio elettronico. Nessuno ha raccolto l'invito, nessuno che è in Aula. Quindi, chi chiede il voto elettronico stia in Aula e disporremo il voto elettronico. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Chiedo la votazione nominale.

(I consiglieri dell'opposizione abbandonano l'Aula in segno di protesta tranne il consigliere ARTIZZU che ha chiesto la votazione nominale)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 565.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Corda e Secci hanno votato contro.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: Il Presidente SPISSU - ARTIZZU - PACIFICO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 40

astenuti 3

maggioranza 21

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 566. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 567. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 568. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 571. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 573. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 578. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 585. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il testo del capitolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

( E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 552. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, mentre presiedeva il vicepresidente Secci avevo preannunciato alcuni emendamenti orali. Chiedo quindi che nel paragrafo 2.5 di pagina 149, del capitolo appena votato, alla fine del secondo capoverso, dopo la parola "regionale" siano aggiunte le parole "e della radiologia interventistica".

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento orale al testo. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 553. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 554. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 189. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 555. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 556. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 561. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 562. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 139 che era stato accolto in parte.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. L'emendamento non si accoglie nella parte che va dalle parole "il divieto" fino al termine.

PRESIDENTE Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Intanto per annunciare il ritiro. La formulazione proposta dal relatore non coglie l'obiettivo di impedire, attraverso l'esternalizzazione di servizi della pubblica amministrazione, un atteggiamento di sfruttamento dei lavoratori, quale spesso si registra in capo alle ditte che vincono gli appalti pubblici per questi servizi i. Noi chiediamo, invece, che la Giunta si impegni a dare direttive per conseguire questo obiettivo, che riteniamo doveroso e rispettoso della legge. L'emendamento numero 139 è quindi ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 563. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 557. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 558. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 564. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 569. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 574. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 575. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 570. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 577. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 576. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 572. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 579. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 580. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 581. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 45. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 46. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 582. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 583. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 584. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 586. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 34. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 223 del quale è stato chiesto il ritiro. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Chiedo, così come ha chiesto il collega Uras, un attimo di attenzione, per giustificare le ragioni del ritiro dell'emendamento ricordando che stiamo approvando provvedimenti sui quali, per quanto sia veloce la conclusione della discussione, ci siamo soffermati attentamente sul merito. Stiamo parlando di salute, ma stiamo parlando anche di lavoro.

Alla pagina 148 del Piano è prevista la realizzazione del Centro per la sterilizzazione chirurgica. Si tratta di un progetto non esattamente definito per cui si prospettano due alternative. Il progetto può essere realizzato in house e questo, penso sia ormai conclamato, determinerebbe un fallimento pubblico; ma noi stiamo cercando di porre in essere non iniziative fallimentari ma iniziative che reggano nel corso della loro attuazione. Oppure il progetto può essere dato in appalto e in questo caso dobbiamo stare attenti a non incorrere in imprenditori incapaci, come li definisce Maninchedda, o, come li definisco io per altri aspetti, imprenditori rapaci.

Dobbiamo stare attenti soprattutto, Presidenti, signori della Giunta e colleghi consiglieri, quando queste iniziative si sovrappongono ad altre iniziative che validamente esistono sul mercato, si confrontano con altre imprese e reggono positivamente il servizio che viene loro affidato dalle diverse Aziende. In questo caso mi riferisco ad imprese, Presidente, che operano dando occupazione anche a decine di persone e che pertanto credo che, seppure a quest'ora della notte, meritino attenzione.

L'emendamento, Presidente, chiedeva di effettuare una previa verifica attraverso uno studio di fattibilità della convenienza vera di questa operazione; pertanto ritiro l'emendamento e lo trasformo in una raccomandazione, che penso la Giunta potrà recepire, di dare attuazione a questa richiesta di fare un concreto, vero e valido studio preliminare.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 588. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 589. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame dei capitoli 3 e 4, Parte III. Al capitolo 3 sono stati presentati otto emendamenti. Al capitolo 4 sono stati invece presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dei capitoli 3 e 4 e dei relativi emendamenti:

IL SISTEMA DELLE REGOLE 3.1. Autorizzazioni e accreditamento

Assicurare un giusto equilibrio tra domanda e offerta di servizi sanitari rappresenta uno degli elementi portanti di una programmazione finalizzata a far sì che le risorse disponibili siano impiegate in relazione ai bisogni della popolazione secondo criteri di efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità nell'accesso.

Si tratta di mettere in essere interventi di programmazione e di regolazione capaci, da un lato, di orientare il sistema sanitario ad erogare prestazioni che garantiscano i migliori risultati delle cure, la qualità e l'economicità dei servizi prestati, l'aderenza delle procedure cliniche alle più accreditate evidenze scientifiche, la gestione in sicurezza dei pazienti seguiti, dall'altro di evitare che si verifichino sia situazioni di sottoutilizzo dei servizi per difficoltà di accesso sia di sovrautilizzo per una domanda indotta dall'offerta.

Programmare un'offerta appropriata significa preliminarmente regolamentare le fasi che caratterizzano il procedimento di ingresso nel servizio sanitario dei soggetti erogatori pubblici e privati, attraverso un sistema di verifiche a diversi livelli, ognuno dei quali svolge una funzione specifica, orientata a garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza ed il miglioramento continuo della qualità, nell'ambito del fabbisogno programmato per soddisfare i livelli essenziali di assistenza.

Si fa riferimento alle fasi di:

·

Le quattro A

autorizzazione alla realizzazione delle strutture sanitarie, come verifica di coerenza rispetto al fabbisogno della comunità;

· autorizzazione all'apertura ed al funzionamento, come garanzia del possesso di requisiti minimi previsti dalle norme statali e regionali per l'esercizio delle attività sanitarie;

· accreditamento istituzionale, come garanzia di livelli di qualità necessari per relazionarsi con il servizio sanitario, attraverso la verifica di requisiti ulteriori;

· accordi contrattuali come strumento di garanzia del rispetto di volumi di attività correlati ai fabbisogni e di tetti di spesa sostenibili, nell'ambito delle compatibilità economiche del servizio sanitario regionale.

La Regione Sardegna ha adottato attraverso l'emanazione della legge regionale n. 10 del 2006 i principi della normativa di settore adeguati a consentire una corretta regolazione dell'offerta dei servizi, sia in relazione al fabbisogno di prestazioni sanitarie afferenti ai diversi livelli e sottolivelli di assistenza, sia in relazione all'esigenza di garantire il rispetto dell'equilibrio economico-finanziario delle Aziende Sanitarie.

Autorizzazione alla realizzazione

Per quanto attiene alla fase dell'autorizzazione alla realizzazione delle strutture sanitarie l'articolo 5 della legge regionale n. 10 del 2006 prevede che la Giunta regionale stabilisca l'ambito di applicazione, le modalità e i termini per la richiesta e l'eventuale rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione di nuove strutture sanitarie ed al trasferimento, ristrutturazione, ampliamento e completamento di strutture sanitarie già esistenti, sulla base degli indicatori di fabbisogno determinati dal Piano regionale dei servizi sanitari o dagli atti che ne costituiscono attuazione.

L'obbligo di autorizzazione alla realizzazione non è applicabile alle strutture sanitarie indicate al comma 2 dell'articolo 8 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni.

Per l'espletamento dell'attività istruttoria relativa alla verifica di compatibilità di nuove strutture sanitarie, prevista dall'articolo 8 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni, la Regione si avvale dell'apposito Nucleo tecnico per le autorizzazioni e gli accreditamenti composto da personale regionale, da personale della aziende sanitarie e, qualora necessario, da professionisti esterni al sistema sanitario nazionale con qualificazione sanitaria e/o tecnica adeguata.

Per l'assistenza ospedaliera gli indicatori di fabbisogno sono fissati a livello nazionale, ma spetta alla Regione definire l'articolazione dei presidi ospedalieri e dell'offerta di prestazioni in relazione alle caratteristiche demografiche, epidemiologiche e geomorfologiche dei territori di riferimento così come definito nel presente Piano.

Per le funzioni svolte dalle strutture residenziali e semi residenziali territoriali, il relativo fabbisogno è determinato a livello regionale, con apposita deliberazione della Giunta, sulla base dei seguenti criteri:

· analisi dei dati epidemiologici relativi alla popolazione di riferimento per le diverse tipologie di strutture (anziani non autosufficienti, persone con disagio mentale, dipendenze patologiche);

· articolazione dell'offerta in una pluralità di risposte volte a privilegiare la permanenza a domicilio della persona, anche attraverso lo sviluppo di politiche di sostegno alla famiglia;

· equilibrata distribuzione territoriale delle strutture al fine di assicurare equità di accesso alle prestazioni.

· Obiettivo del Piano è favorire la permanenza a domicilio delle persone anziane non autosufficienti in almeno il 40% dei casi.

Per le funzioni svolte dalle strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, la programmazione dell'offerta è effettuata a livello aziendale, con l'eccezione delle prestazioni di alta tecnologia. La definizione degli standard di prestazioni specialistiche, articolate per le diverse discipline, è rinviata ad un'apposita delibera della Giunta Regionale, adottata sulla base dei seguenti criteri generali:

· la valutazione del fabbisogno è effettuata sulla base dei dati medi di consumo per singola specialità rilevati a livello regionale negli ultimi tre anni, standardizzati sulla base della composizione per età e sesso della popolazione, opportunamente corretti per tener conto dell'evoluzione delle tecnologie e delle metodologie diagnostiche, nonché degli obiettivi di riduzione dell'inappropriatezza;

· l'offerta è articolata in modo da favorire lo sviluppo di strutture polispecialistiche, in grado di offrire una vasta gamma di prestazioni, al fine di facilitare i percorsi assistenziali compiuti nell'ambito dei servizi distrettuali;

· la distribuzione sul territorio delle strutture specialistiche è articolata in modo da garantire adeguati livelli di accessibilità e fruibilità dei servizi per la popolazione residente nelle sedi periferiche.

In sede di prima applicazione, per la valutazione del fabbisogno di strutture negli ambiti territoriali di riferimento, si tiene conto non solo della consistenza e/o della capacità produttiva delle strutture pubbliche e private accreditate già in esercizio ma anche della consistenza e/o della capacità produttiva delle strutture pubbliche programmate o in corso di realizzazione e delle autorizzazioni alla realizzazione rilasciate, e non scadute, anche nei confronti di soggetti privati.

Autorizzazione all'esercizio

La fase delle autorizzazioni all'apertura e al funzionamento è regolamentata da norme nazionali e regionali. Con il decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997 sono stati fissati i requisiti minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private.

La legge regionale n. 10 del 2006 prevede, all'articolo 6, che le funzioni amministrative concernenti le autorizzazioni all'esercizio spettino:

· ai comuni, con facoltà di avvalersi delle ASL, per quanto concerne le strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale e gli studi professionali singoli e associati, mono o polispecialistici di cui al comma 2 dell'articolo 8 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni;

· alla Regione, per quanto concerne le strutture a più elevata complessità, con il supporto del nucleo tecnico per le autorizzazioni e l'accreditamento.

Accreditamento istituzionale

L'istituto dell'accreditamento istituzionale ha l'obiettivo di selezionare, fra tutti i soggetti pubblici e privati autorizzati, i fornitori che rispondono a parametri di qualità tecnica e di efficienza nell'erogazione delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie. Tramite l'accreditamento, la Regione accerta il possesso, da parte dei soggetti erogatori, di specifici requisiti di qualificazione, ulteriori e diversi rispetto a quelli previsti per l'autorizzazione, necessari per poter esercitare per conto del servizio sanitario regionale.

I requisiti di accreditamento sono sottoposti a verifica periodica e qualora essi non risultino mantenuti, lo status di soggetto accreditato può essere revocato.

A livello regionale, con la deliberazione della Giunta regionale n. 26/21 del 4 giugno 1998, sono stati fissati i requisiti, peraltro pressoché sovrapponibili ai requisiti minimi fissati dal decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, e le procedure per l'accreditamento delle strutture pubbliche e private e dei singoli professionisti nonché i termini massimi previsti per l'adeguamento delle strutture già esistenti.

Dopo una prima fase di accreditamento transitorio basato esclusivamente su un'autocertificazione, le disposizioni regionali prevedevano che l'accreditamento definitivo fosse subordinato alla presentazione di un programma di adeguamento, la cui realizzazione doveva essere accertata mediante verifiche effettuate da un apposito nucleo di valutazione.

Tali disposizioni sono rimaste sostanzialmente inapplicate; a distanza di circa otto anni si sta ancora operando in regime di accreditamento transitorio, non si è mai proceduto alla valutazione dei programmi di adeguamento né sono state effettuate le verifiche previste sul rispetto dei tempi di adeguamento. Anche il nucleo di valutazione non è mai stato costituito.

La legge regionale n. 10 del 2006, all'articolo 7, demanda alla Giunta regionale il compito di individuare, con propria deliberazione, sentita la competente Commissione consiliare, i criteri per la verifica della funzionalità rispetto alla programmazione nazionale e regionale e di stabilire i requisiti di qualità strutturali, tecnologici e organizzativi, ulteriori rispetto a quelli minimi, necessari per ottenere l'accreditamento; inoltre la legge prevede che entro 90 giorni dall'entrata in vigore delle disposizioni regionali sull'accreditamento, la Regione avvii la revisione degli accreditamenti provvisori concessi ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n. 26/21 del 4 giugno 1998 e del relativo decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale del 29 giugno 1998. Tale revisione deve essere completata entro due anni dall'entrata in vigore della legge regionale e sino al suo completamento non potranno essere rilasciate autorizzazioni alla realizzazione di nuove strutture sanitarie di media e grande complessità con l'eccezione di quelle espressamente previste dal presente Piano regionale o da atti che ne costituiscono attuazione.

La legge prevede altresì che, in sede di concessione o di rinnovo dell'accreditamento, nonché di autorizzazione alla prosecuzione dell'accreditamento provvisorio sino alla definizione del procedimento di revisione del medesimo, si debba tener comunque conto, per ciascuna struttura interessata, degli indici previsti dal Piano regionale dei servizi sanitari, in particolare del tasso di occupazione effettiva dei posti letto, al netto dei ricoveri ad elevato rischio di inappropriatezza.

Gli obiettivi in materia di accreditamento consistono nella:

· definizione di ulteriori requisiti, diversi da quelli previsti per l'autorizzazione all'esercizio, sulla base della esperienza internazionale e delle società scientifiche in materia di accreditamento di qualità;

· attuazione delle nuove procedure previste dalla legge regionale n. 10 del 2006 per il rilascio dell'accreditamento e delle modalità di revisione periodica degli accreditamenti per la loro eventuale conferma o revoca, e della effettiva costituzione del Nucleo tecnico per le autorizzazioni e gli accreditamenti (articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 10 del 2006);

· realizzazione di attività di formazione alle procedure di accreditamento per operatori delle Aziende Sanitarie, delle associazioni rappresentative delle strutture private, degli Ordini dei medici, dei rappresentanti degli organi di tutela dei cittadini.

Accordi contrattuali

L'articolo 8 quinquies del decreto legislativo 502/92 e successive modifiche e integrazioni prevede che le Regioni e le aziende USL definiscano accordi con i soggetti pubblici e contratti con i soggetti privati per la fornitura di prestazioni sanitarie e sociosanitarie, mediante una selezione dei diversi soggetti erogatori accreditati. La norma prevede inoltre che la scelta sia effettuata anche attraverso valutazioni comparative che tengano conto della qualità e dei costi.

Anche con riguardo all'istituto degli accordi contrattuali, la regione Sardegna registra un notevole ritardo: sono infatti ancora in vigore le vecchie forme di convenzionamento, salvo pochi casi di contratti provvisori con alcune nuove strutture. Nessun accordo è stato stipulato tra aziende USL e soggetti erogatori pubblici. In conclusione l'articolo 8 quinquies è rimasto completamente inattuato.

Alcuni provvedimenti della Giunta aventi a oggetto gli indirizzi sui volumi di attività e per la determinazione dei tetti di spesa limitatamente al biennio 2000-2001 non hanno trovato attuazione nei piani annuali aziendali; sono state adottate alcune deliberazioni che approvavano schemi tipo di contratto ma anche questi non hanno trovato concreta applicazione.

La legge regionale n. 10 del 2006, all'articolo 8, demanda alla Giunta regionale la definizione di appositi indirizzi per la formulazione dei programmi di attività delle strutture interessate alla stipula di accordi e contratti e la predisposizione di uno schema-tipo degli stessi. Prevede altresì che, sino al termine del procedimento di revisione degli accreditamenti provvisori di cui al comma 4 dell'articolo 7, le ASL possono definire gli accordi e stipulare i contratti con le strutture provvisoriamente accreditate sulla base di indirizzi definiti a livello regionale.

All'articolo 30 la legge regionale stabilisce che le convenzioni con le strutture private attualmente in regime di accreditamento provvisorio ed i contratti stipulati con le strutture transitoriamente accreditate cessano di avere efficacia al 31 dicembre 2006; entro il 31 marzo 2007 dovranno essere predisposti e sottoscritti nuovi contratti sostitutivi delle convenzioni in essere, di durata biennale.

Al fine di rendere operativo il sistema degli accordi contrattuali, la Giunta regionale:

· predispone linee di indirizzo per la definizione annuale dei tetti di spesa e dei volumi di attività, propedeutici per la stipula degli accordi e dei contratti da parte delle aziende USL;

· formula indirizzi per garantire un'omogenea attuazione dei contratti, specialmente nella fase di transizione del preesistente regime convenzionale;

· definisce accordi quadro con le associazioni dei soggetti erogatori privati accreditati;

· definisce, nell'ambito dell'allocazione delle risorse, i tetti di spesa dei soggetti erogatori pubblici di rilievo regionale.

Inoltre, la Regione intende sviluppare una politica contro il precariato attraverso vincoli che obblighino pubblico e privato ad operare con comportamenti omogenei. Per questo nell'ambito della regolamentazione del sistema di accreditamento e contrattuale la Regione procede, in caso di mancata applicazione dei contratti di lavoro e di regolare pagamento degli stipendi, con le seguenti modalità:

· su segnalazione di inadempienza nella corresponsione delle retribuzioni e/o mancata applicazione dei contratti nazionali di settore, da parte di una o più organizzazioni sindacali firmatarie dei CCNL medesimi, l'ente appaltante attiva la Procedura di infrazione nei confronti del soggetto gestore del servizio che dovrà concludersi entro 15 giorni dalla segnalazione:

· l'ente, accertata l'infrazione, intimerà al gestore di sanare l'inadempienza entro 15 giorni;

· in presenza di inefficacia della procedura, l'ente procederà ad inviare richiesta all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per la sospensione e/o revoca dell'accreditamento dell'ente gestore e procederà ad applicare, entro 5 giorni, l'articolo 1676 del Codice civile (obbligo dell'appaltante in caso di inadempienza dell'appaltatore).

Emendamento sostitutivo parziale Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Al settimo capoverso, al termine del quarto criterio, le parole "il 40% di casi" sono sostituite dalle seguenti: "il 60% dei casi". (590)

Emendamento sostitutivo parziale Licandro - Contu - Liori - Cappai - Randazzo Vittorio - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - La Spisa - Gallus - Milia - Vargiu

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Il 2° punto del 3°capoverso del sottoparagrafo "Accordi contrattuali", è sostituito dal seguente:

· "formula indirizzi, "validi e vincolanti per tutte le aziende USL", per garantire un'omogenea attuazione dei contratti, specialmente nella fase di transizione del preesistente regime convenzionale, "dove devono essere stabiliti tempi certi e modalità congrue di adattamento ai nuovi requisiti contrattuali richiesti;". (90)

Emendamento aggiuntivo Licandro - Contu - Liori - Cappai - Randazzo Vittorio - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - La Spisa - Gallus - Milia - Vargiu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Il 3° punto del 3° capoverso del sottoparagrafo "Accordi contrattuali" è sostituito dal seguente:

· "Definisce accordi quadro con le associazioni dei soggetti erogatori privati accreditati "riuniti al fine di gestire con gradualità l'implementazione di nuovi requisiti di accreditamento, l'adeguamento dei costi di produzione delle prestazioni, laddove sia necessario adeguare le tariffe a seguito di rinnovi contraattuali, le modalità complessive dell'erogazione delle prestazioni;". (91)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Al termine del nono capoverso, dopo le parole "...soggetti privati", è aggiunto il seguente:

"Entro sessanta giorni dall'approvazione del presente Piano, la Giunta Regionale predispone una puntuale ricognizione sull'offerta specifica esistente e la trasmette alla competente Commissione Sanità, unitamente ad eventuali proposte concrete sugli interventi mirati in fase di predisposizione da parte della Giunta.". (591)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Nel quattordicesimo capoverso (Accordi contrattuali), dopo il primo capoverso è aggiunto il seguente:

"La Regione Sardegna conferma la valenza strategica che intende attribuire all'integrazione virtuosa tra sanità pubblica e privata, per consentire il reciproco stimolo al miglioramento complessivo del sistema e per garantire la libertà di scelta del cittadino. In particolare, tale integrazione può essere in grado di rendere più accessibili gli obiettivi di decentramento territoriale delle risposte di assistenza, nel contesto della complessiva riqualificazione della spesa e del rispetto dei quadri macroeconomici di riferimento. Tale consapevolezza comporta la necessità che, nell'attuale fase di passaggio dal sistema dell'accreditamento temporaneo a quello definitivo, venga prestata assoluta attenzione al mondo della medicina specialistica accreditata, con la quale devono essere concordati i livelli qualitativi di assistenza, in particolare per quanto attiene al decentramento della risposta nel territorio, in presenza di un congruo quadro di risorse economiche disponibili.". (596)

Emendamento aggiuntivo Licandro - Contu - Liori - Randazzo Vittorio - Vargiu - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - Cappai - La Spisa - Gallus - Milia.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Alla fine del 2° capoverso del sottoparagrafo: "Accordi contrattuali", dopo le parole: "[...]; entro il 31 marzo dovranno essere predisposti e sottoscritti nuovi contratti sostitutivi delle convenzioni in essere, di durata biennale", sono aggiunte le seguenti: "Fino alla concreta stipula di tali nuovi contratti sostitutivi, al fine di garantire la continuità assistenziale, si opera naturalmente in regime di prorogatio delle attuali convenzioni vigenti.". (88)

Emendamento aggiuntivo Licandro - Contu - Liori - Cappai - Randazzo Vittorio - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - La Spisa - Gallus - Milia - Vargiu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Al 3° capoverso del sottoparagrafo "Accordi contrattuali", dopo le parole: "[...]; Al fine di rendere operativo il sistema degli accordi contrattuali, la Giunta regionale" è aggiunto il seguente punto:

· "Si impegna al rispetto di quanto previsto ai sensi dell'art. 3, comma 4) del D.M. 15 aprile 1994, determinazione dei criteri generali per la fissazione delle tariffe delle prestazioni di assistenza specialistica, riabilitativa ed ospedaliera.". (89)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Nel sedicesimo capoverso, che inizia con le parole "Inoltre, la Regione ...." alla terza riga, dopo le parole "...comportamenti omogenei" è aggiunto il seguente:

"e attraverso una politica di incentivazioni ed adeguati indirizzi normativi per le Aziende Sanitarie che vada nella direzione della stabilizzazione delle facilitazioni all'assunzione delle attuali professionalità precarie.". (592)

Capitolo 4

GLI STRUMENTI PER L'INNOVAZIONE E LA CONOSCENZA

L'ammodernamento del Servizio Sanitario regionale, esigenza prioritaria del presente Piano, implica l'introduzione di innovazioni e strumenti finalizzati a migliorare la qualità dell'assistenza e a favorire decisioni adeguate alle necessità della realtà attuale.

Fra gli strumenti più rilevanti, di seguito si riportano indicazioni con riferimento al Sistema informativo Sanitario, all'Agenzia Sanitaria Regionale, all'Osservatorio Epidemiologico Regionale e alla Comitato regionale per la Bioetica.

4.1. Il sistema informativo sanitario

Un buon Servizio sanitario non può prescindere dalla realizzazione di un buon sistema informativo sanitario.

II Sistema informativo deve configurarsi come infrastruttura portante dell'intera organizzazione sanitaria, nella quale si integrano le informazioni che si muovono in senso verticale, tra livello centrale e livello locale, e orizzontale, tra amministrazioni e soggetti locali, in grado di fornire ai decisori di qualsiasi livello (distretto, azienda, regione) "rappresentazioni" utili al governo e alla gestione della sanità (o sistema socio sanitario).

L'osservazione epidemiologica rappresenta una parte fondamentale del Sistema informativo sanitario, capace di aggregare e analizzare i dati al fine di garantire la lettura dei bisogni sanitari e dei rischi.

Sistema informativo sanitario e osservazione epidemiologica non possono quindi configurarsi come funzioni separate, ma devono trovare a livello regionale e locale momenti di sintesi funzionale, operativa e organizzativa.

I punti critici dell'attualesistema

L'attuale Sistema Informativo Sanitario Regionale, S.I.SA.R., appare parziale, frammentario, disordinato, incapace di sostenere adeguatamente il processo decisionale, nonostante l'ingente quantità di risorse investite in questo settore.

Il S.I.SA.R. è caratterizzato da diversi gradi di organizzazione e sviluppo, spesso orientati a un'utilizzazione parziale, relativa al singolo sottosistema, non sempre in grado di offrire risposte adeguate alle esigenze gestionali, né di fornire una base conoscitiva utile alla valutazione dell'attività dei servizi e dello stato di salute.

Non è presente alcuna forma di coordinamento delle funzioni informatiche ed epidemiologiche, all'interno delle singole aziende, tra le diverse aziende e tra aziende e regione.

Le statistiche sanitarie correnti storiche (es. mortalità, aborti, malattia a denuncia obbligatoria, attività del servizi, ecc.), spesso incomplete, mostrano un non compiuto livello di controllo della loro qualità, di elaborazione e di analisi nonché una carenza di feedback con i produttori dei dati stessi. Tale situazione comporta, da una parte, una deresponsabilizzazione dei produttori (rispetto alla qualità delle informazioni raccolte) e, dall'altra, uno scarso utilizzo delle informazioni da parte dei decisori ai livelli più alti del sistema.

Sul versante della lettura dei bisogni e dei rischi, vi è una grave carenza di strumenti idonei a tale scopo (registri tumori, di patologia, ecc.) che preclude la possibilità di attuare un corretto processo pianificatorio e di valutazione degli interventi di prevenzione nel territorio.

Il Piano 2006-2008 propone una profonda revisione e ristrutturazione del S.I.SA.R., tenuto conto dei mutamenti organizzativi e gestionali delineati nel presente Piano e delle peculiarità del sistema sanitario regionale.

La necessità di un governo complessivo del sistema regionale, la spinta ad una maggiore uniformità dei servizi garantiti dalle diverse aziende sanitarie, la ridotta dimensione di molte realtà territoriali e l'esigenza di garantire tecnologie e professionalità ai massimi livelli portano a privilegiare la scelta di un sistema distribuito sul territorio quanto a raccolta e utilizzo delle informazioni e centralizzato a livello regionale quanto ad attrezzature, supporti informatici e competenze specialistiche.

Le linee di sviluppo del sistema informativo

Un sistema di servizi sanitari sufficientemente omogeneo su territorio della Sardegna richiede infatti un sistema informativo articolato con un centro regionale di servizi, capace di sfruttare a pieno le moderne tecnologie e la nuova rete telematica della Regione, dotato di tutte le competenze professionali e in grado di sviluppare e gestire le informazioni relative alle diverse realtà territoriali.

Il piano di sviluppo deve prevedere:

· un centro servizi in grado di offrire un sistema gestionale/amministrativo di base, secondo standard di mercato, capace di dare servizi in outsourcing a tutte le aziende sanitarie, con riferimento alle principali funzioni di pianificazione e controllo delle attività;

· un sistema di identificazione degli assistiti e di monitoraggio della spesa, in collegamento con il sistema nazionale della tessera sanitaria, e in futuro della carta nazionale dei servizi, attraverso la messa in rete dei medici di MMG e PLS, delle farmacie e di tutti i punti di erogazione dei servizi (pubblici e privati);

· un sistema di gestione dei servizi assistenziali, finalizzato a sostenere i processi di miglioramento della qualità dei servizi, a favorire l'analisi epidemiologica e dei bisogni di salute, a facilitare l'accesso ai servizi (anche attraverso sistemi unificati di prenotazione), a monitorare l'appropriatezza clinica e organizzativa delle prestazioni erogate, a sviluppare sistemi di archiviazione dei dati sanitari.

La Regione predispone, entro 120 giorni dall'entrata in vigore del presente Piano, un programma di sviluppo, gestione e valorizzazione del sistema informativo sanitario regionale, da attuare nell'arco del triennio 2006-2008, nel rispetto dei seguenti requisiti di carattere funzionale:

· sicurezza e rispetto della privacy dei cittadini-utenti,

· significatività e consistenza,

· rilevanza e congruità integrate,

· informazioni orientate al cittadini-utente,

· flessibilità,

· facilità all'utilizzo e all'accesso.

4.2. Agenzia regionale per la sanità

La complessità del sistema sanitario, la continua innovazione in campo scientifico e organizzativo, la necessità di sostenere il cambiamento del sistema sanitario regionale richiedono che la Regione Sardegna si doti di una "tecnostruttura" che supporti l'Assessorato dell'Igiene e Sanità e il sistema delle aziende sanitarie per:

·

Le funzioni di supporto alle decisioni

il supporto tecnico agli organi dell'Assessorato nella funzione di programmazione sanitaria;

· la formulazione di ipotesi tecniche per il governo del sistema (sotto il profilo clinico ed economico) e il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza e delle variabili critiche;

· lo sviluppo dal punto di vista metodologico di alcune aree di particolare rilevanza strategica per il sistema regionale e per le aziende sanitarie del sistema (valutazione del fabbisogno formativo, gestione sistema qualità, sperimentazioni nei modelli assistenziali, gestione del rischio clinico);

· lo studio delle metodologie sull'EBM (medicina basata sulle prove di efficacia), lo sviluppo e messa a regime delle procedure di technology assessment (analisi e diagnosi) per la valutazione all'appropriatezza degli interventi e al supporto dell'Assessorato nell'attività di monitoraggio;

· lo sviluppo e alla diffusione della "conoscenza" all'interno del Servizio Sanitario Regionale (osservatorio epidemiologico, sistema informativo sanitario);

· lo sviluppo di metodologie per il controllo di gestione e per la valutazione di atti e contratti che comportino impegni di spesa pluriennali.

L'Agenzia Regionale Sanitaria può essere considerata lo strumento più idoneo alla luce delle esperienze nazionali per il perseguimento di tali obiettivi.

Deve essere caratterizzata dalla massima flessibilità operativa e organizzativa, articolandosi in "aree progetto" configurate in modo da offrire un supporto "su misura" rispetto ai compiti nel tempo affidati dalla Regione e alle esigenze manifestate dagli attori del sistema.

Il compito dell'Agenzia Regionale Sanitaria è quello di elaborazione e sperimentazione degli strumenti, che poi vengono messi "a disposizione del sistema", In questo senso, una volta a "regime", gli strumenti vengono utilizzati per il governo del sistema all'interno della dialettica tra Assessorato e organi di governo delle aziende sanitarie.

4.3. Osservatorio epidemiologico regionale

L'epidemiologia è funzione trasversale a tutte le figure professionali e a tutti i servizi del SSR in quanto strumento metodologico di rilevazione e analisi dei bisogni sanitari e di valutazione del sistema dell'offerta. La complessità della metodologia e delle tecniche epidemiologiche richiedono la presenza di professionisti specificamente dedicati, capaci di facilitare il perseguimento dei seguenti obiettivi:

·

Obiettivi

raccogliere, elaborare e diffondere conoscenze sui bisogni di salute della popolazione e sui fattori di rischio per la salute;

· contribuire all'identificazione, anche attraverso ricerche ad hoc, delle priorità di intervento, con particolare attenzione agli obiettivi di equità dei cittadini nella salute e alla tutela delle fragilità sociali;

· contribuire alla identificazione, sperimentazione e messa a regime di nuovi flussi informativi mirati a valutare l'equità di accesso, l'appropriatezza d'uso, l'efficacia e l'efficienza dei servizi sanitari;

· supportare le funzioni di governo e gestione del SSR a livello regionale e locale;

· promuovere la cultura epidemiologica tra tutti gli operatori sanitari.

La rete epidemiologica

La Rete Epidemiologica della Sardegna si articola nell'Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER), istituito come area di progetto, all'interno dell'Agenzia Regionale Sanitaria, con funzioni di coordinamento generale della rete, e i Centri Epidemiologici Aziendali (CEA). I CEA rappresentano la struttura portante della rete epidemiologica, come snodo per la funzione epidemiologica sia del centro regionale (OER) sia di tutte le unità operative e servizi delle aziende e zone territoriali. I CEA, che potranno essere strutturati in posizione di staff alla Direzione dell'Azienda Usl o come servizi/unità operative semplici all'interno dei Dipartimenti di Prevenzione (DP), sono il supporto delle funzioni epidemiologiche aziendali del livello della programmazione della linea operativa e del livello della pianificazione e valutazione della direzione aziendale.

4.4. Comitato Regionale per la Bioetica

Al fine di favorire un confronto, a livello nazionale ed internazionale, sullo stato della ricerca biomedica e dell'ingegneria genetica, è istituito il Comitato Regionale per la Bioetica.

Il Comitato ha il compito di elaborare un quadro complessivo dei programmi di ricerca più significativi per la realtà sarda, di formulare pareri su problemi di natura etica e giuridica che possano emergere con il progredire delle ricerche, di promuovere la divulgazione scientifica e la corretta informazione dell'opinione pubblica e di svolgere una funzione consultiva nei confronti della Giunta regionale e di altre istituzioni pubbliche o private.

Il Comitato, nominato dalla Giunta su proposta dell'Assessore dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, è composto da non più di 10 membri, scelti tra esperti e studiosi provenienti da diverse aree disciplinari in coerenza con la natura intrinsecamente pluridisciplinare della bioetica.

La Regione predispone un regolamento recante disposizioni in materia di attività, obiettivi, durata e modalità di funzionamento del Comitato.

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 4 - Paragrafo 4.2

Nel quarto capoverso, alla prima e seconda riga, la frase "è quello di elaborazione e sperimentazione degli strumenti", è sostituita dalla seguente:

"è quello di effettuare ricerche, di elaborare, predisporre e suggerire la sperimentazione di strumenti e modelli,". (595)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu - Liori.

Parte III - Capitolo 4 - Paragrafo 4.1

Nel secondo capoverso, alla settima riga, dopo le parole "L'osservazione epidemiologica..." sono aggiunte le seguenti:

", che ha sede di riferimento presso l'Osservatorio Epidemiologico Regionale,". (593)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 4 - Paragrafo 4.2

Nel terzo capoverso, alla seconda riga, dopo la parola "articolandosi", è aggiunta la seguente:

"funzionalmente". (594).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, si esprime parere contrario su tutti gli emendamenti al capitolo 3, esattamente gli emendamenti numero 590, 90, 91, 591, 596, 88, 89, 592. Si esprime parere negativo anche sugli emendamenti numero 595, 593 e 594 al capitolo 4. Propongo di aggiungere, con un emendamento orale, al paragrafo 4.3 di pagina 160, il seguente ultimo capoverso puntato prima di "La rete epidemiologica della Sardegna": "garantire l'istituzione e/o il regolare aggiornamento dei registri di patologia". E' un emendamento di sintesi di tutti gli emendamenti, precedentemente accantonati, in materia di registri.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Poiché non ho iscrizioni a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 590. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 90. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 91. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto ora in votazione il testo del capitolo 3. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 591. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 596. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 88. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 89. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 592. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo alla votazione del capitolo 4 e dei relativi emendamenti. Metto in votazione l'emendamento numero 595. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto ora in votazione il testo del capitolo 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 593. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 594. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, chiedo che in sede di coordinamento si apportino le seguenti due correzioni al testo: a pagina 71, ultimo capoverso, per coordinare il dato sui parti cesarei con la relativa tabella, il numero "59" deve essere sostituito con "49", per cui "59 per cento" diventa "49 per cento"; al paragrafo 3.3 di pagina 83, secondo punto dell'ultimo capoverso, il periodo "in base al parametro dell'1 per mille abitanti" deve essere modificato nel seguente "in base al parametro del 3,5 per mille abitanti".

PRESIDENTE. Metto in votazione il testo delle modifiche proposte. Chi le approva alzi la mano.

(Sono approvate)

Riprendiamo l'esame degli emendamenti precedentemente sospesi; sono gli emendamenti numero 234, Parte I, 446 e 450 Parte II..

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Il parere è negativo su tutti e tre gli emendamenti.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 234. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 446. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 450. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Comunico che è stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:

Ordine del giorno Caligaris a sostegno di un'iniziativa del Parlamento per disciplinare l'accanimento terapeutico salvaguardando la dignità umana.

Il Consiglio regionale,

a conclusione della discussione del Piano Sanitario

RICORDATO il caso di Piergiorgio Welby che, prima di morire ha chiesto con insistenza e determinazione la cessazione dei trattamenti per porre fine alle atroci sofferenze provocategli da una distrofia muscolare progressiva,

SOTTOLINEATO che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 23 settembre 2006, rispondendo all'appello di Welby aveva auspicato un "confronto sensibile e approfondito", "perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l'elusione di ogni responsabile chiarimento";

CONSTATATO che, dopo tre mesi di un ampio dibattito morale, religioso, scientifico, filosofico, giuridico e politico, sono stati acquisiti elementi utili per una sintesi normativa;

RILEVATO che i problemi sollevati devono trovare una risposta nell'interesse di numerosi gravissimi ammalati, alcuni dei quali anche in Sardegna, sottoposti a trattamenti non sempre rispettosi della dignità umana e della volontà individuale;

auspica

che il Parlamento approvi al più presto una legge per stabilire un confine tra dovere di cura e accanimento terapeutico attraverso norme più civili e rispettose della libera e responsabile scelta individuale.(1)).

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'ordine del giorno ha facoltà di illustrarlo.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, nonostante l'ora tarda e nonostante tutto il lavoro che c'è alle spalle, credo che quest'ordine del giorno meriti un po' di attenzione. Inizio con una frase di Benedetto Spinoza come premessa al mio intervento illustrativo dell'ordine del giorno. La citazione è tratta da "Ethica ordine geometrico demonstrata" e recita "Non oso negare che il corpo umano perdurando la circolazione del sangue e le altre cose per cui si stima che esso viva, possa tuttavia mutarsi in un'altra natura del tutto diversa dalla sua. Nessuna ragione, infatti, mi costringe ad affermare che il corpo muore soltanto se si muta in cadavere".

In queste ultime settimane abbiamo parlato molto di salute ed è per questo che mi permetto di partire da un paradosso "La medicina è il peggiore dei mali contro la vita". Se, infatti, dobbiamo accettare il corso naturale dell'esistenza non dovremmo in alcun modo intervenire per modificarne o migliorarne l'evoluzione e lo sviluppo. Tuttavia, non è neppure possibile attribuire al termine "naturale" un senso sacro o etico. Bisogna inoltre evitare che la bioetica diventi uno strumento contro la ricerca scientifica; ciò accade, secondo me, specialmente quando per una fraintesa concezione del cristianesimo si ritiene che il dolore dia senso alla vita. Occorre promuovere una stagione del buon senso, dell'ascolto, a partire dalla politica ma coinvolgendo anche la religione e la scienza o, per meglio dire, le religioni e le scienze.

Il tema su cui può avvenire questo incontro credo sia la difesa della dignità dell'uomo, un argomento su cui entrambe - scienza e religione - sono impegnate. Ovviamente non è facile, ma la politica non può esimersi dall'assumere un ruolo anche perché c'è il rischio che al fanatismo religioso si contrapponga in modo traumatico lo scientismo, entrambi figli della morte dello spirito critico.

La discussione del Piano sanitario mi è parsa l'occasione per un intervento del Consiglio regionale su una questione che è al centro dell'attenzione nazionale e internazionale; mi riferisco al caso di cui è stato suo malgrado protagonista lo sfortunato Piergiorgio Welby, romano sessantunenne... Presidente, io capisco che l'ora è tarda e i colleghi sono stanchi...

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Caligaris, colleghi per piacere.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, se il sonno della ragione genera mostri, mi sembra di poter dire che l'insonnia, specie se protratta, in un'Aula parlamentare molto spesso produce allucinazioni! Quindi, bisognerebbe anche ascoltare e poi, eventualmente, se i colleghi hanno da opporre la loro posizione, possono esprimerla liberamente perché, lo ricordo a tutti i colleghi, questo ordine del giorno è stato depositato il 21 dicembre 2006: c'era tutto il tempo per ragionarci sopra. Ma soprattutto chiedo a tutti i colleghi di attenersi ai contenuti dell'ordine del giorno e di esprimersi liberamente, lasciando però l'opportunità a chi lo ha presentato di illustrarlo nei termini previsti dal Regolamento senza per questo mettersi a brontolare, ci sono altri spazi ad altri modi per farlo. Grazie.

Dicevo che la vicenda di Welby è una vicenda emblematica, ed è quella di tanti altri ammalati tra cui ricordo Giovanni Nuvoli, algherese, che sta vivendo un'esperienza analoga che lo tiene legato ad una macchina da ben cinque anni. Ricordo che l'unico modo possibile per affrontare questo tema è quello di un intervento legislativo da parte del Parlamento della Repubblica, e in tal senso il presidente Giorgio Napolitano il 23 settembre scorso, rispondendo all'appello di Piergiorgio Welby, aveva auspicato un urgente, approfondito e sensibile confronto sul tema dell'accanimento terapeutico e sulla qualità della vita di un paziente quando è ormai totalmente dipendente da una macchina. Ritengo che il Parlamento non possa più sottrarsi all'esame delle proposte di legge presentate per la regolamentazione e la definizione dell'accanimento terapeutico attraverso norme più civili e rispettose della libera e responsabile scelta individuale.

In questo contesto è importante che il Consiglio regionale della Sardegna, accogliendo l'appello del presidente Napolitano, chieda al Parlamento di colmare tempestivamente il vuoto legislativo nell'interesse non più, purtroppo, di Piergiorgio Welby, ma dei tanti ammalati di distrofia muscolare progressiva che purtroppo ci sono anche da noi e di tutti quelli la cui esistenza ormai può essere definita artificiale. L'uomo saggio, diceva Seneca, vive finché deve, non finché può.

In quest'ottica ho molto apprezzato, da laica, la riflessione sull'argomento dell'onorevole Gianluigi Gessa apparsa le scorse settimane su "La Nuova Sardegna". Si faceva riferimento a Sa femina accabadora quale esempio di una cultura popolare con una forte componente di pietà umana dinanzi alla sofferenza. Quasi le stesse parole usate nella lettera enciclica Evangelium vitae di Papa Giovanni Paolo II che, a proposito della rinuncia all'accanimento terapeutico, affermava che quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile si può, in coscienza, rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all'ammalato in singoli casi. La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati, quindi, non equivale al suicidio, esprime piuttosto l'accettazione della condizione umana di fronte alla morte, quella che sempre più tutti tendiamo a rifiutare.

Se questi sono gli ordini dei problemi mi sembra opportuno che soltanto il Parlamento possa rispondere con una legge che recepisca i contenuti del dibattito finora svolto; lo deve fare però in tempi brevi evitando che le questioni avanzate da Welby siano rinviate sine die. Questo l'impegno contenuto nell'ordine del giorno che pongo all'attenzione dell'Aula e che spero venga approvato.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Il relatore si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (Progetto Sardegna). Io volevo ringraziare la collega Caligaris che ha posto questo argomento, molto importante, all'attenzione dell'Aula; però, viste le condizioni particolari che si sono create, l'abbandono dei colleghi della minoranza in seguito all'incidente che non voglio richiamare, sarebbe importante riportare questo ordine del giorno all'attenzione dell'Aula in un momento in cui l'Aula conti anche la presenza dei consiglieri della minoranza. Credo che questo darebbe più valore a un dibattito e a una eventuale votazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA FRANCESCO (La Margherita-D.L.). Il mio intervento ha lo stesso contenuto dell'intervento dell'onorevole Porcu. Registro tra l'altro un notevole imbarazzo, lo voglio dire alla collega, scusandomi di una precedente intemperanza, ma, discutere dei temi della regolazione della vita e della morte rispetto alle tecnologie sanitarie alle due meno un quarto del mattino del 20 gennaio, credo sia un po' complicato e una forma di accanimento terapeutico nei confronti del Consiglio regionale.

Siccome anch'io sono molto favorevole a trovare un punto di sintesi che dica no all'eutanasia e no all'accanimento terapeutico direi che possiamo riparlarne, sapendo anche che non è una competenza del Consiglio regionale stabilire questi limiti e, per esempio, riferirsi a un dibattito che è ancora in corso dando per assodato che la sintesi di questo dibattito sia già stata trovata.

Quindi questa capacità di ascoltarci reciprocamente a quest'ora e dopo venti giorni di lavoro, con i ritmi che abbiamo osservato, credo che debba laicamente revocare in dubbio le nostre capacità di continuare a discutere l'argomento; quindi io chiedo alla collega di ritirare l'ordine del giorno dichiarandomi disponibile a capire qual è la possibilità per il Consiglio regionale di dire una parola di sollecitazione verso il Parlamento nazionale affinché su questi temi si deliberi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ibba. Ne ha facoltà.

IBBA (Gruppo Misto). Presidente, io credo che il fatto che stiamo parlando di questo argomento intorno alle due del mattino nulla toglie all'importanza e alla delicatezza dell'argomento stesso.

Che si sia arrivati a parlarne a quest'ora è un fatto che non è dipeso dalla collega Caligaris che, come ha ricordato, ha posto il problema il 21 di dicembre, ma dall'agenda dei lavori dell'Aula. . Non si deve discutere né di eutanasia né di altro, si sta ponendo un problema che, guarda caso, arriva alla fine della discussione di un Piano sanitario nazionale tutto centrato sull'interesse per la persona umana, tutto incentrato sull'interesse per l'uomo. Questo è un problema che la collega Caligaris pone, da un altro punto di vista, per quanto riguarda il rispetto della dignità umana nel momento in cui un paziente drammaticamente ogni giorno affronta cure non più risolventi.

Io sono d'accordo che il momento è un momento sfortunato, ciò non toglie che questo argomento possa essere ripreso, discusso, approfondito; se questo potesse accadere sarebbe sicuramente un momento utile per tutti perché tutti potremmo chiarire le nostre ragioni, ascoltandoci senza manifestazioni orticarioidi e senza pruriti, con beneficio di tutti. Potremmo farlo in un momento forse più percorribile dove tutti potremmo dare anche un contributo più partecipato,. Ciò non toglie che questo documento abbia un senso e io mi rimetto al Presidente del Consiglio affinché non venga, come dire, banalmente e pedissequamente liquidato, ma rimanga nell'agenda dei lavori di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Io, devo dire la verità, sarei stato dell'opinione di votare questo ordine del giorno perché, per esperienza personale, ormai consolidata, ho visto ordini del giorno che hanno trattato argomenti molto importanti arrivare alla fine di una discussione ed essere dimenticati e mai ripresi. Quindi se la volontà di ridiscutere, lo dico ai colleghi della Margherita in particolare che hanno, come altre volte, sollecitato lo spostamento di un argomento ad altra seduta, chiedo scusa presidente Secci, le chiedo scusa, perché, stiamo attenti, chiedo scusa, siccome questa sollecitazione è venuta soprattutto da colleghi della Margherita, deve essere in capo alla Margherita prima di ogni altro l'impegno, impegno...

(Interruzioni)

Ci vuole tolleranza, tolleranza cristiana come noi siamo capaci di fare perché noi ci crediamo. Se l'impegno è calendarizzare questo argomento, che tra l'altro si traduce in un auspicio, in una sorta di richiesta al Parlamento di affrontare il tema. Tema che è stato affrontato in tutte le sedi (televisioni, giornali, dibattiti nella società civile), ma non è stato mai affrontato in modo adeguato nella sede propria, quella che deve regolare questo tipo di situazioni e garantire, si è parlato di Piano sanitario, oltre che i malati che vivono quella disperata condizione anche gli operatori della sanità che debbono gestirla.

Quindi, se l'impegno è vero, e il Presidente del Consiglio garantisce su questo, si può anche rinviare ad un altro momento la discussione e la votazione del documento, però dev'essere un impegno vero.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Trenta secondi soltanto per unirmi anch'io all'appello al ritiro dell'ordine del giorno. Io personalmente lo condivido e l'avrei votato se fosse stato un voto utile, ma credo che un argomento come questo sia un errore discuterlo con la presenza di una sola parte politica seppure importante, quella di maggioranza, e non cercare la massima sintesi per voto il più possibile unitario da parte dell'Assemblea. Per cui, proprio per raggiungere l'obiettivo che l'ordine del giorno si pone, secondo me è giusto che sia ritirato e ripresentato in un altro momento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Masia. Ne ha facoltà.

MASIA (Federalista-Autonomista Sardo). Presidente, molto velocemente, per ribadire anch'io la preghiera all'onorevole Caligaris di ritirare l'ordine del giorno. Secondo il mio punto di vista è un ordine del giorno molto importante, ma a nessuno sfugge che noi stasera stiamo raggiungendo un importante risultato, quello dell'approvazione del Piano sanitario. In questo momento credo che la cosa peggiore sarebbe quella di sovrapporre un altro argomento e non gioire pienamente di questo risultato, importantissimo. Chiedo il ritiro perché ritengo che non sia sicuramente questo il momento adatto in quanto sono sicuro che discutendolo in un momento successivo si possano trovare maggiori convergenze. È, ripeto, un argomento estremamente importante, e l'ordine del giorno rispecchia sicuramente nostre posizioni nelle quali crediamo e che, quindi, logicamente, devono essere portate all'attenzione ma non a quest'ora e non in questo.

PRESIDENTE.. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, faccio rilevare due cose e poi vi lascio alla riflessione. Primo, quest'ordine del giorno auspica che il Parlamento approvi al più presto una legge, il Parlamento, per stabilire un confine tra dovere di cura e accanimento terapeutico attraverso norme più civili e rispettose della libera e responsabile scelta individuale. E' un auspicio che sta esprimendo il Consiglio regionale nei confronti del Parlamento. Questo per togliere tutti i fumus, le nebbie; non stiamo parlando di eutanasia, perché, lo dico, uso questo termine, che non c'è nell'ordine del giorno, perché soltanto il pensiero che si possano allargare i diritti di libertà, comunque, genera uno stato d'ansia. Il Consiglio regionale non sta facendo niente, sta esprimendo un auspicio.

Il secondo punto, sempre per chiarimento, è questo. Presidente, se un Consiglio regionale ha la responsabilità di votare un Piano regionale sanitario alle ore 1 e 53, dovrebbe avere anche le capacità intellettuali, i nervi giusti, per votare un ordine del giorno.

Concludo solo con una considerazione proprio terra terra e banale. Per esempio, se i colleghi della Margherita, a prescindere dall'ordine del giorno che auspica un intervento del Parlamento, presentassero una bella mozione chiedendo che il Consiglio regionale si soffermi a parlare del problema, io sarei molto contenta e la firmerei, ma è un'altra cosa. Questo è un ordine del giorno semplicemente su quanto ha chiesto il presidente Napolitano. E mi sembra di poter dire che il presidente Napolitano è il Presidente di tutti gli italiani, compresi tutti i colleghi della Margherita.

Io ritengo che sarebbe giusto, corretto, votarlo anche perché, Presidente, lei mi insegna che in base al Regolamento l'ordine del giorno deve essere coerente con l'argomento in discussione; stiamo parlando di Piano sanitario, c'è quindi una totale coerenza. Credo che nascondersi dietro un dito, solo perché si chiede al Parlamento di occuparsi di questo problema, mi sembra assurdo. Però, se voi ritenete che tutto questo possa nuocere all'immagine del Consiglio perché è l'1 e 55, allora io rinuncio all'ordine del giorno, ma dal mio punto di vista è una vergogna. E, francamente, sono veramente umiliata di dovermi misurare anche su un semplice auspicio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Chiedo anch'io alla collega Caligaris di ritirare quest'ordine del giorno. Oggi stiamo approvando il Piano sanitario, vorremmo domani parlare soltanto di Piano sanitario, vorremmo che in Sardegna si parlasse del Piano sanitario che aspettavamo da ventuno anni. In un altro momento parleremo di questo e valorizzeremo questa discussione che faremo con più calma. Quindi, la ringrazio per aver ritirato l'ordine del giorno e auspico che non si dispiaccia per questo.

PRESIDENTE. Diciamo che l'onorevole Caligaris accoglie la proposta di rinvio della discussione su questo punto importante che è stato sollevato, e l'onorevole Caligaris ha ragione quando dice che ci sono dei modi prestabiliti perché gli argomenti entrino in Aula. Quindi, i Capigruppo trovino il modo per portare in Aula l'argomento, trovando anche una formulazione che sia adeguata. Io sono convinto che quest'ordine del giorno si potrebbe approvare, ma se ci sono dei colleghi che chiedono di poterlo valutare meglio, più attentamente, penso che sia anche corretto accogliere questa richiesta. Io accolgo l'invito che mi è stato rivolto di trovare una modalità per ritornare sull'argomento. Va bene onorevole Caligaris?

CALIGARIS (Gruppo Misto). E' un'opportunità del Consiglio, Presidente, non per me! Ritengo che sia giusto…

PRESIDENTE. Sì, però lei è la promotrice di questa iniziativa, è giusto pertanto che ne mantenga la titolarità. Noi raccogliamo il suo invito affinchè se ne riparli nei modi e nelle forme che valuteremo più congrui e più opportune.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato del Documento numero 11 e numero 11/bis.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 42

astenuti 1

maggioranza 22

favorevoli 42

(Il Consiglio approva).

Per fatto personale

Ha domandato di parlare per fatto personale il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Pochissimi secondi per parlare di quanto è accaduto stasera. Quanto è accaduto stasera, in realtà, è anche quanto è accaduto in questi giorni, in un mese di duro lavoro. E' evidente che, forse, il Regolamento non è sufficientemente adatto a garantire una discussione in quest'Aula serena, efficace, con le giuste modalità. Forse, il senso di frustrazione ha colpito qualche volta un pochino tutti e il comportamento durante questo mese, soprattutto in questi ultimi giorni di maggior lavoro, non è stato sempre consono a quest'Aula. Questo credo ci debba far riflettere e impegnare tutti quanti nell'onorare maggiormente il mandato che abbiamo e l'Aula che ci ospita. Quindi, in qualche modo siamo coinvolti tutti, allora chiederei al Consiglio, per quanto e se è possibile, di evitare qualsiasi sanzione del comportamento del consigliere La Spisa e che quanto accaduto non sia riportato.

PRESIDENTE. Penso sia una buona conclusione del nostro lavoro.

Ha domandato di parlare il consigliere Masia. Ne ha facoltà.

MASIA (Federalista-Autonomista Sardo). Non ho nessuna intenzione di prendere tempo, è solo per dire che domani alle ore 11 vorremmo fare con il relatore e con i componenti della Commissione, e chiunque voglia essere con noi, anche l'Assessore, una conferenza stampa sull'approvazione del Piano.

PRESIDENTE. Il Consiglio è convocato per martedì 23 gennaio, alle ore 11, con al primo punto l'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

La seduta è tolta alle ore 02 e 02 del 20 gennaio.



Allegati seduta

CCLXXVIII Seduta

(Pomeridiana)

Venerdì 19 gennaio 2007

Presidenza del Vicepresidente Secci

indi

del Presidente Spissu

indi

del Vicepresidente Secci

indi

del Presidente Spissu

INDICE

La seduta è aperta alle ore 16 e 04.

SERRA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 16 gennaio 2007 (272), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Carmelo Cachia, Giovanna Cerina, Ciriaco Davoli, Raffaele Farigu, Giovanni Battista Orrù e Fedele Sanciu hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 19 gennaio 2007.

Poiché non vi sono opposizioni questi congedi si intendono accordati.

Continuazione della discussione delle partizioni del testo unificato "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. 11/A e Doc. 11 bis/A) del documento: "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11/A) e del documento: "Integrazione al Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11 bis/A)

PRESIDENTE. Ricordo che è all'ordine del giorno il testo unificato dei documenti 11 e 11 bis/A, il cui esame prosegue con la votazione degli emendamenti al capitolo 4, Parte II, a partire dal numero 506.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 506.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti al fine di consentire il decorso dei termini temporali previsti dal terzo comma dell'articolo 91 del Regolamento.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 08, viene ripresa alle ore 16 e 18.)

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. Chiedo all'onorevole La Spisa se reitera la richiesta di votazione nominale sull'emendamento numero 506.

LA SPISA (F.I.). Sì, la confermo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 506.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Frau ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: ATZERI - LANZI - LICHERI - MURGIONI - PACIFICO - SANNA Alberto.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FLORIS Vincenzo - FRAU - LAI - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - SABATINI - SALIS - SANNA Francesco - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS.

Si è astenuto il consigliere: SCARPA.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 37

votanti 36

astenuti 1

maggioranza 19

favorevoli 30

contrari 6

Poiché il Consiglio non è in numero legale, sospendo la seduta sino alle ore 16 e 51.

(La seduta, sospesa alle ore 16 e 21, viene ripresa alle ore 16 e 52.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori. E' in votazione l'emendamento numero 506 sul quale il collega La Spisa aveva chiesto la votazione nominale. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Reitero la richiesta di votazione nominale.

(Appoggiano la richiesta i consiglieri SANJUST, RASSU, PETRINI, Alberto RANDAZZO, CONTU, CAPELLI, CASSANO.)

Seconda votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 506.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Capelli, Sanjust, Contu e Mario Floris hanno votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: CAPELLI - CASSANO - CHERCHI OSCAR - CONTU - DEDONI - FLORIS Mario - PETRINI - RANDAZZO Alberto - RASSU - SANJUST - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - COCCO - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 50

maggioranza 26

favorevoli 11

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 508.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Signor Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento 508 che si inserisce tra gli emendamenti che prevedono,in seguito a una pianificazione e ad una prospettazione di obiettivi, la revisione della rete dell'emergenza a livello territoriale. Nel corso dell'intervento sull'emendamento 506 sottolineavo come l'aggiornamento tecnologico del sistema, con i sistemi oggi a disposizione sul mercato, non richieda più di quattro, cinque mesi per essere messo in campo. Questo, purtroppo, non è stato fatto perché l'Assessore ha aspettato fino a oggi a prospettare un rinnovo, su base territoriale, delle dotazioni tecnologiche per le comunicazioni.

Lo stesso discorso vale per l'adeguamento dei mezzi di soccorso avanzato di base. Io credo che dotare di defibrillatori semiautomatici i nostri operatori non sia una cosa difficilissima. Sul mercato sono presenti diversi tipi di defibrillatori, il problema riguarda soltanto la loro acquisizione e la conseguente messa a disposizione delle postazioni di soccorso avanzato. Nel giro di un paio d'anni, acquisendone per esempio ventiquattro ogni annosi sarebbero potute dotare tutte le postazioni di soccorso avanzato, compresi i mezzi mobili, di defibrillatore.

Ma, se queste sono state le difficoltà, io vorrei capire con che tipo di approccio abbiamo affrontato il tema dell'emergenza. Certo, è più complesso dotare la Regione di una flotta di elicotteri per approntare il servizio di elisoccorso che non reperire questi sistemi sul mercato. Come è stato fatto per le dotazioni delle ambulanze. Le ambulanze che oggi vengono utilizzate, non più avvalendosi del volontariato. le centocinquanta associazioni di volontariato che partecipano al sistema…

PRESIDENTE. Onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 508.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - CASSANO - CHERCHI Oscar - CUCCU Franco Ignazio - DEDONI - LA SPISA - LICANDRO - LIORI - MILIA - PISANO - RANDAZZO Alberto - RASSU - SANJUST - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 56

votanti 56

maggioranza 29

favorevoli 15

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 509.

Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Signor Presidente, dichiaro che voterò a favore dell'emendamento numero 509. Nel corso della discussione generale del capitolo Emergenza Urgenza ho detto che ero soddisfatto che nel Piano, fra gli obiettivi da raggiungere riguardanti il livello territoriale, si parlasse di aggiornamento e di riqualificazione dei medici della continuità assistenziale. Ritengo che sia un riconoscimento dovuto, per dei professionisti spesso, secondo me, trascurati. E questo anche al fine di dare una risposta certa, adeguata, al servizio ambulatoriale dell'emergenza cercando di ridurre il più possibile i tempi.

Io ho sempre detto, infatti, anche prima che arrivasse in Aula il Piano sanitario regionale, che ritenevo opportuno riqualificare il lavoro di questi medici attraverso dei corsi di formazione, né più né meno come si è fatto per il "118". Fra l'altro io so con quali mezzi ho svolto la mia attività di guardia medica: mezzi assolutamente inadeguati; quindi si chiede anche la fornitura di mezzi adeguati che permettano un miglioramento del loro lavoro. Io sono del parere che i medici di guardia medica, della continuità assistenziale, meritino forse più rispetto di tanti altri, visto il compito ingrato che svolgono e, per certi versi, l'abbiamo imparato negli ultimi anni, anche, probabilmente, il più pericoloso. Curano pazienti che non sono loro pazienti, non li conoscono, lavorano in condizioni spesso disagiate e, purtroppo, trovandosi spesso di fronte persone che solamente di notte hanno il coraggio di sfogare le proprie frustrazioni.

Quindi, noi siamo d'accordo sulla riqualificazione e l'aggiornamento, ma in questo emendamento chiediamo che vengano svolti attraverso un progetto obiettivo; quello stesso progetto obiettivo che voi indicate nel paragrafo della continuità assistenziale, adottato ai sensi del comma 2, dell'articolo 12, della legge regionale numero 10, del 2006.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 509.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, sul monitor non era registrata la sua iscrizione a parlare. Siamo in fase di votazione, per cui può parlare soltanto sulle modalità di voto.

Metto in votazione l'emendamento numero 509. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Comunico che l'emendamento orale alla pagina 120 del testo, proposto dal relatore Pacifico, va modificato a seguito dell'approvazione dell'emendamento numero 438, riportando la medesima dizione. Pertanto si propone di inserire a pagina 120 dopo le parole "non invasive", riga 11,: "Gli indirizzi dell' Atto Aziendale prevederanno i parametri per l'istituzione della Osservazione Breve nel servizio di Pronto Soccorso".

Metto in votazione il testo del capitolo 4 con le integrazioni proposte Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 503.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Signor Presidente, annuncio il mio il voto favorevole sull'emendamento numero 503 che prevede interventi di integrazione al sistema dei servizi di Emergenza Urgenza legati alla dispersione territoriale della popolazione. Nel corso della discussione generale, quando si è entrati nel merito delle dotazioni e degli obiettivi da raggiungere, si è rilevata la necessità di costruire una rete dell'emergenza che tenesse conto delle specificità della nostra Regione (fattori orografici, demografici, viabilità) al fine di dare la copertura, la più ampia possibile, su tutto il territorio regionale, tenendo presente anche la stagionalità dei flussi turistici, e così assicurare durante tutto l'anno dei servizi efficienti per impedire anche la perdita di una sola vita umana.

Quando abbiamo esaminato il sistema esistente ci siamo resi conto di avere a disposizione un patrimonio di circa 150 associazioni di volontariato che operano, con grande disponibilità, gratuitamente a servizio delle collettività…

(Interruzioni)

Credo che su questi aspetti l'Assessore avrebbe dovuto riflettere per mettere a frutto queste disponibilità che, credo, vadano premiate e non penalizzate.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io esprimo il voto a favore dell'emendamento numero 503 perché, onestamente, mi sembra che migliori il testo del Piano sanitario. Il Piano sanitario prevede l'attivazione del servizio di elisoccorso garantendo due basi operative: Cagliari e Sassari. Ora, essendo sicura, certa, acclarata, la difficoltà di raggiungere alcune aree periferiche, soprattutto nel territorio di Nuoro e di Oristano, ma anche dell'Ogliastra ovviamente e, secondo dove è localizzato l'elisoccorso, anche della Gallura, sarebbe abbastanza importante individuare, oltre che una base a Cagliari e una base a Sassari, una base intermedia nel centro della Sardegna che possa servire le province che scontano le maggiori difficoltà nel trasporto gommato.

Quindi, visto che stiamo individuando tendenzialmente le basi di partenza dell'elisoccorso, credo che sarebbe importante individuarne una terza che serva la Sardegna centrale. Ribadisco pertanto che voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, chiaramente voterò a favore di questo emendamento che, fra l'altro, riporta in maniera abbastanza chiara tutte le argomentazioni che, in più di un'occasione, abbiamo addotto in quest'Aula per evidenziare le specificità della nostra Isola. La Sardegna non è certamente la Lombardia, non è il Piemonte, non è il Veneto, perciò servono maggiori risorse per avere le stesse garanzie di cura, le stesse garanzie per il sistema di Emergenza Urgenza rispetto ad altre regioni.

Se noi facciamo un raffronto numerico e consideriamo un'area metropolitana come Milano, che ha più o meno lo stesso numero di abitanti della Sardegna, vediamo che per lo stesso numero di abitanti in Sardegna (non ho mai fatto il conto) credo ci siano circa trentacinque ospedali, tra grandi e piccoli, mentre a Milano, mi risulta (anche in questo caso non ho numeri precisi) che ce ne siano otto o forse nove.

E' chiaro che se, per rispondere un po' alla provocazione di stamattina, trasformassimo la Sardegna in un'unica area metropolitana ubicata nella zona di Cagliari, trasferendovi tutti gli abitanti, non avremmo bisogno né di piccoli ospedali, né di stare a discutere per ore sul nuovo ospedale policentrico, si creerebbero semplicemente sei, sette o otto ospedali e sarebbero sufficienti per il fabbisogno, per le cure, per le emergenze per tutti cittadini; avremmo sicuramente le stesse possibilità di cura di altre regioni, con risorse economiche che non sarebbe più necessario che fossero adeguate a un territorio difficile come quello della Sardegna. Il restante territorio della Sardegna potrebbe poi semplicemente essere sfruttato a fini agricoli e turistici.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, le argomentazioni che si portano a supporto di questo emendamento numero 503 potrebbero sembrare ripetitive; ma, in relazione a quelle tematiche, che abbiamo trattato in più di una circostanza, io dovrei anche rileggere un'interrogazione che ho rivolto al Presidente e all'assessore Dirindin, in data 11 ottobre 2006 (ancora non ha avuto una risposta), sull'organizzazione del sistema di trasporto e di elitrasporto e sull'aggiornamento del personale adibito a questa attività. Aggiornamento che ancora non è stato posto in essere.

Ora, mi pare inutile che si continui a dire che si fa ostruzionismo, quando si porta palesemente all'attenzione dell'Aula, all'attenzione della maggioranza e, ancor prima, all'attenzione della Giunta, necessità ed emergenze prospettate dagli utenti della sanità sarda. Mi chiedo se l'essere sordi a questi appelli possa produrre un qualche risultato, probabilmente il Piano verrà esitato, però non avremo risolto i problemi dei sardi, soprattutto di quelli che avranno urgenze ed emergenze in zone impervie, in zone di difficoltà, in zone in cui non può esserci un collegamento veloce che porti il malato dal posto dove si trova all'ospedale più vicino.

l'Assessore dei trasporti, può sorridere tranquillamente, dirà che ha risolto i problemi delle ferrovie della Sardegna, affiancato dalla dottoressa Dirindin; probabilmente le cose andranno ancora meglio e produrremo qualche risultato, ma di natura diversa rispetto a quella che darebbe una risposta di buona sanità ai sardi.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 503. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 187.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). L'emendamento 187, sul quale preannuncio il voto favorevole, anche in qualità di primo firmatario, introduce una verifica da parte della Commissione consiliare competente sulla tempestività delle risposte, l'appropriatezza e l'omogeneità delle stesse in tutto il territorio regionale da parte del sistema di Emergenza Urgenza.

Credo che gli obiettivi che si intende perseguire debbano essere anche verificati...

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Aspettiamo con tranquillità che questo momento finisca.

ARTIZZU (A.N.). Non vorrà riprendere noi!

PRESIDENTE. Onorevole Artizzu, sto dicendo che aspetto che l'Aula assuma un contegno degno per continuare i nostri lavori.

E le assicuro che non sarò io ad avere problemi di comportamento.

CONTU (F.I.). Io credo di poter e dover recuperare il tempo.

PRESIDENTE. Onorevole Contu, non si preoccupi, recupererà tutto il tempo che le è dovuto.

Richiamo ancora i colleghi a stare al loro posto, a non dare le spalle alla Presidenza, cosa che avviene costantemente,a non assumere atteggiamenti che non sono consentiti in quest'Aula.

Non mi stancherò di ripetere queste cose, così come non mi stancherò di dire che al tavolo della Giunta ci si avvicina per parlare brevissimamente solo di qualche problema inerente le materie in discussione e che i colloqui su altre questioni vanno svolti fuori da quest'Aula, chiunque li svolga.

Ancora, non mi stancherò mai di dire che vengo continuamente richiamato da chi parla perché vuole essere ascoltato e sistematicamente, appena finisce di parlare, chi prima voleva essere ascoltato non ascolta e parla.

Di questi miei rilievi ne faccia ciascuno il tesoro che vuole, ma è un mio dovere farli, e li farò finché energie e risorse, che vi assicuro ho, me lo consentiranno.

Prego, onorevole Contu, continui il suo intervento.

CONTU (F.I.). Io la apprezzo in questo suo ruolo di garante dell'Aula. Credo infatti che certi atteggiamenti siano offensivi dell'intelligenza che dovrebbe caratterizzare tutte le persone presenti in quest'Aula. Io richiamo i colleghi al rispetto non soltanto della loro intelligenza ma anche di quella degli altri. Questo non mi stancherò neanche io, Presidente, di farlo, soprattutto quando vengono messe in discussione le regole democratiche dell'Aula e il rispetto che legittimamente deve essere garantito a tutti.

Stavo richiamando la necessità che il sistema di Emergenza Urgenza dia risposte tempestive, appropriate e omogenee su tutto il territorio regionale al fine di impedire la perdita di vite umane.

Nel corso degli ultimi due anni, me l'hanno ricordato stamattina funzionari dell'Assessorato dell'ambiente, soltanto tra il personale della Regione abbiamo perso cinque vite umane, Assessore. Questo è un fatto gravissimo che io denuncio in Aula perché il nostro sistema è un sistema colabrodo, un sistema che fa acqua da tutte le parti, e lei deve impegnarsi perché davvero guadagni efficienza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, lei ha perfettamente ragione quando dice che ognuno di noi chiede attenzione e poi, magari, dopo che ha parlato, a sua volta si distrae e parla con qualcuno dall'altra parte dell'Aula; è un fatto a volte comprensibile, legato anche un po' alla stanchezza di queste lunghe ore passate in Aula. Però, quello che non si può assolutamente accettare (e sta succedendo oramai da diversi giorni) è che si disturbi non per distrazione, non per stanchezza, non per noia ma semplicemente per infastidire chi sta parlando e per creare turbative all'Aula. Questo, sinceramente, non mi sembra molto corretto.

Io voterò a favore di questo emendamento numero 187, presentato dal collega Contu, perché (ho avuto modo di dirlo nella discussione generale), credo sia legittimo da parte nostra - è un nostro diritto - voler sapere se dopo sei mesi dall'entrata in vigore di questo Piano sia veramente cambiato qualcosa per quello che riguarda l'appropriatezza e soprattutto la tempestività del soccorso. Chiaramente noi speriamo che qualcosa sia cambiato in meglio.

Ma vogliamo sapere non per poi continuare ad alimentare le polemiche, che possono essere assolutamente inutili e sterili, o per prendere atto che tutti i buoni propositi che voi enunciate in questo Piano non si rivelino alla fine soltanto dei buoni propositi e basta. Non è certamente così.

Uno dei motivi per i quali noi vogliamo essere coinvolti è semplicemente per avere, appunto, la possibilità di apportare quei correttivi che magari possono consentire anche un miglioramento del servizio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, per avere contezza dell'emendamento che stiamo discutendo io mi permetterò di leggerlo perché si capisca e qualcuno rifletta sul ragionamento che sottende questo emendamento. Dopo il secondo capoverso, si dice, è aggiunto il seguente: "Il sistema Emergenza Urgenza dopo sei mesi dall'entrata in vigore del Piano è oggetto di analisi da parte della Commissione consiliare competente per la verifica della tempestività delle risposte, dell'appropriatezza e omogeneità delle stesse in tutto il territorio regionale. I correttivi eventuali da apportare al Piano sono posti all'attenzione e all'approvazione del Consiglio regionale".

(Interruzione dell'onorevole Frau)

DEDONI (Riformatori Sardi). Onorevole Frau, lei può anche pensare di conoscere l'emendamento, ma quando dice che conosce una cosa e poi la disconosce nei fatti lei va contro natura nella sua dichiarazione di scienza, perché lei non pratica quello che dovrebbe, come dice, ritenere! Va bene?!

"E' inutile lo ritener avere inteso", se poi non si pratica quello che deve essere praticato. E me ne guarderei bene prima dal dirlo. Allora, siccome...

FRAU (Progetto Sardegna). Quanti controlli hai fatto negli ultimi cinque anni?

PRESIDENTE. Onorevole Frau, la prego, onorevole Frau, gentilmente.

DEDONI (Riformatori Sardi). Purtroppo ne ho fatto di verifiche e disgraziatamente andava male nei primi cinque mesi ma le ricordo che andava peggio ancora negli altri cinque anni precedenti, e ancor prima. Se dovessi fare una verifica probabilmente lei dovrebbe fare anche una considerazione: se il Piano esitato ventun anni fa ha dato prodotti e se non è stato veramente aggiornato tempo per tempo e se quel Piano non è esistito più perché è stato aggiornato nuovamente! Come sarà la fine di questo Piano che non è manco partito e ha già necessità di essere aggiornato, perché voi non avete veramente inteso quello che ritenete. Ma "inteso" come dice Dante!

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 187.

Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 187.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sanjust ha votato a favore e il consigliere Manca contro.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CAPELLI - CAPPAI - CASSANO - CONTU - DEDONI - GIORICO - MURGIONI - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - RASSU - SANJUST - SANNA Matteo - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS VINCENZO - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Franco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 55

votanti 55

maggioranza 28

favorevoli 15

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 502.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento numero 502, e ne chiedo la votazione nominale Riprendendo qualcuna delle argomentazioni addotte dai colleghi, a sostegno del voto a favore dell'emendamento precedente, per il quale non mi sono espresso in dichiarazione di voto, vorrei sapere, se ci fosse un minimo di ipotesi di confronto in quest'Aula, quali sono le parti di questo emendamento che sono considerate non accettabili da parte della maggioranza.

Noi chiediamo quale delle proposte, delle indicazioni che vengono sostenute in questo emendamento non sembra ragionevole a fronte di una verifica del funzionamento attuale del "118" e del servizio Emergenza Urgenza, dal quale discende la proposta di modifica del sistema del "118" (si prevede un rafforzamento e un miglioramento) contenuta all'interno del Piano.

Noi abbiamo la sensazione che attualmente il livello di appropriatezza dell'attività svolta nella centrale di coordinamento non sia il migliore possibile; ci sapete dire se vi risulta una cosa diversa? Noi abbiamo l'idea che la percentuale di scostamento della correttezza delle indicazioni trasmesse al sistema dei mezzi di trasporto sia elevata; vi risulta o non vi risulta? Ci sembra inoltre che anche la qualità dell'intervento dei mezzi di trasporto, mi riferisco alle criticità legate ai ritardi, sia significativamente inferiore a quella che sarebbe necessaria; vi risulta o non vi risulta?

Vorremmo sapere, eventualmente, le motivazioni di tali ritardi, e qual è il grado di coerenza nella scelta dell'ospedale di riferimento; cioè se il sistema di trasporto porta il paziente nell'ospedale giusto o no, perché abbiamo la sensazione che sia elevato anche questo indice di errore. Vorremmo sapere se anche questo aspetto vi risulta o no, così come vorremmo sapere a chi eventualmente attribuire la responsabilità dell'errore di merito, se al personale dell'ambulanza, se al personale della centrale di riferimento del "118", o a qualche altro anello della catena che ci sfugge.

Se questo non viene detto, se voi non lo sapete, è difficilissimo proporre delle soluzioni al sistema dell'Emergenza Urgenza che davvero risolvano il problema, è il solito discorso che vi stiamo facendo tante volte. In questo Piano manca, purtroppo, la fase istruttoria, manca una consapevolezza dei motivi da cui discendono le criticità, e senza conoscere la diagnosi dare la terapia a intuito è appunto un'intuizione. Noi però non ci fidiamo soltanto delle vostre intuizioni, vorremmo conoscere le informazioni che sono in vostro possesso da cui partono le proposte che fate.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 502.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Ladu ha votato a favore e i consiglieri Sabatini e Franco Sanna contro.

Rispondono sì i consiglieri: CAPELLI - CASSANO - DEDONI - IBBA - LADU - MELONI - RASSU - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - LAI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 44

votanti 44

maggioranza 23

favorevoli 8

contrari 36

(Il Consiglio non approva).

Riprendiamo l'esame dell'emendamento numero 75 che era stato sospeso.

Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, il parere è negativo. L'emendamento era stato sospeso per una verifica di fattibilità del passaggio delle idroambulanze dalla gestione della Protezione civile al "118"; poiché non appare possibile in questo momento attivare un percorso di questo tipo, viene respinta la richiesta posta nell'emendamento.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 75.

Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Presidente, non ho capito il parere contrario e neanche la giustificazione dello stesso data a questa Aula. La Regione Sardegna, dal 2004, possiede due idroambulanze acquistate con gara d'appalto perla fornitura di due imbarcazioni polivalenti per soccorso nautico ed emergenza sanitaria. Il collega Pacifico sostiene che non possiamo passare la gestione di questi mezzi dalla Protezione civile alla sanità.

Io premetto che questo non è un emendamento di bottega o una "marchetta", è un emendamento che pone un problema sollevato dalle isole minori, Carloforte e La Maddalena, che diciamo sempre (ci riempiamo sempre la bocca di queste espressioni) di dover tutelare. Ho sentito infatti molti colleghi della maggioranza ribadire che lo stesso rispetto degli accordi che chiediamo noi in quanto isola lo dobbiamo a nostra volta alle isole minori che hanno anche pochi abitanti, Carloforte ne ha 6.444 e La Maddalena 11.369

Caro collega Pacifico, caro Assessore, quelle ambulanze sono state inaugurate "in pompa magna" nell'agosto del 2004 alla presenza di Bertolaso e chiaramente della Giunta. Il giorno dopo, arrivate al porto, ne è stato sospeso l'uso con un decreto. Ma non sarebbe corretto dare una risposta ai nostri conterranei, perché anche quelle due isole fanno parte della Sardegna? Mi stupisce ciò che hanno detto illustri colleghi della maggioranza, e non li cito perché onestamente mi vergogno della posizione che è stata presa; io non sono né di Carloforte né di La Maddalena ma affrontare questo problema significa dare una risposta concreta a quei territori, ai cittadini.

La soluzione proposta non comporta nessun aumento di spesa all'interno del Piano sanitario, comporta solo un interessamento di un altro Assessorato. Forse è un po' più pratico legarlo al "118", oppure vi dà fastidio il fatto che l'emendamento proponga di affidare il servizio alle associazioni di volontariato e, nel contesto di quello che c'è scritto nel Piano sanitario, rispettando le 150 associazioni che garantiscono il servizio, riconoscere finalmente assistenza continua alle isole minori 24 ore su 24? Mettete in pratica ciò che dite! Voto a favore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, vorrei che questo emendamento, nel contenuto, se i colleghi sono d'accordo, proprio perché, secondo me, pone un problema importante per le isole minori, venisse trasformato in una raccomandazione alla Giunta. Dalle parole del relatore sembra che si tratti di una questione tecnico-pratica per cui occorre trovare la soluzione più idonea perché venga comunque garantito il servizio dando questa certezza, questa sicurezza ai residenti nell'area di La Maddalena e di Carloforte.

Io non so se l'onorevole Randazzo, che è primo firmatario dell'emendamento, possa accogliere questa proposta che credo rappresenti comunque un'occasione anche per trovare una soluzione oggettiva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Presidente, credo che l'onorevole Randazzo abbia in gran parte ragione sul merito del problema. Capisco anche la foga, perché non è la prima volta che sostiene le ragioni di questo intervento, e devo dire che gran parte dei colleghi della maggioranza sente il problema nello stesso modo. Proprio stamattina, insieme all'Assessore e al direttore generale, abbiamo verificato la fattibilità dell'operazione. Sull'operazione in sé, che per quanto riguarda La Maddalena sembrerebbe essere assicurata dal servizio della Capitaneria di porto e da un'associazione di volontariato, attraverso un mezzo idoneo, abbiamo però la necessità di fare alcuni approfondimenti per dare, eventualmente, il via libera a questo servizio. Quindi, da parte della maggioranza non c'è un atteggiamento ostile nei confronti dell'emendamento.

In considerazione di questo, io formalmente invito il collega Randazzo a ritirare l'emendamento, non per far cadere il problema nell'oblio ma per ritornarci, e su questo chiedo anche l'impegno formale dell'assessore Dirindin, in un secondo momento, con una trattazione specifica, preliminarmente in Commissione e poi, eventualmente, con un ordine del giorno in Aula. Credo che l'intero Consiglio possa assumere questo impegno che rappresenta, comunque, la garanzia di un interessamento rispetto al problema.

PRESIDENTE. Onorevole Randazzo, chiedo il suo parere su questa proposta.

RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Riconosco la buona fede, Presidente, però mi trovo in imbarazzo sulla proposta per cui le chiedo se è possibile accantonare questo emendamento e passare ai successivi.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Concordo con la proposta dell'onorevole Randazzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Io se non viene ritirato…

PRESIDENTE. Onorevole Marrocu si esprima sulla proposta di sospensione o di ritiro.

MARROCU (D.S.). Se l'emendamento viene ritirato bene, se non viene ritirato voto contro perché, come ho avuto modo di verificare, l'associazione di Carloforte ha rifiutato questo servizio due anni fa, proprio ritenendo queste idroambulanze pericolose per l'utenza.

PRESIDENTE. Stiamo continuando la discussione sull'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Io ho sentito alcune argomentazioni, che in un primo momento potevano anche trovarmi consenziente sul ritiro dell'emendamento. Ma poi riflettevo e…

(Interruzioni dei consiglieri Uggias e Marrocu)

PRESIDENTE. Prego, onorevole Dedoni, continui.

DEDONI (Riformatori Sardi). Io volevo fare presente che il problema esiste, e l'onorevole Uggias, poc'anzi, l'ha fatto presente con chiarezza all'Aula. E ha detto anche di più, ha detto che ha voluto fare una verifica con l'Assessore. Vede, tutte queste cose vanno bene, ma ho sentito anche la dichiarazione contraria dell'onorevole Marrocu, il quale parla di inaffidabilità delle associazioni di volontariato nel prestare un servizio di soccorso. Le orecchie le abbiamo tutti. Mi verrebbe da dire, visto che questo servizio non è affidabile , perché non se lo accolla il pubblico (così dovrebbe essere) per offrire la dovuta garanzia a chi vive in condizioni disagiate a causa dell'insularità?

E voglio dire ancora di più. Il problema non si può eludere ma va affrontato all'interno del Piano, perché dire che il Piano prevede un servizio di trasporto da un'isola all'altra significa pianificare. Cari colleghi, non si può menare il can per l'aia e dire cose che non esistono. Questo non è un Piano, ancora una volta state dimostrando che non è un Piano, che non volete fare un Piano, che volete fare solo gli interessi che vi riguardano, ma non dare servizi alla gente, questa è la verità.

PORCU (Progetto Sardegna). Vergognati!

DEDONI (Riformatori Sardi). Chicco, vergognati tu, perché, probabilmente, hai soddisfatto le tue esigenze e allora per te va bene. Non hai soddisfatto però le esigenze del popolo sardo. Questa la verità! Chiaro? Perché non c'è un Piano! E questo lo dovresti capire tu e chi ti viene ad ascoltare in tutte le circostanze in cui vai a parlare a nome tuo e del tuo partito. Dovresti ricordare quanta gente, probabilmente, si è illusa di poter avere una migliore condizione. Comunque, Presidente, non si sta mai consentendo ai consiglieri di svolgere il loro ruolo in Consiglio.

(Interruzioni dei consiglieri Porcu e Uggias)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.). Sarò brevissimo. Io prego i colleghi di riportare il dibattito…

PRESIDENTE. Onorevole Rassu, aspetti un secondo.

RASSU (F.I.). Presidente, se mi fanno parlare io parlo.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Sì, lei ha la parola ma aspetti un attimo. Recuperiamo un attimo di serenità all'interno dell'Aula.

Prego, onorevole Rassu.

RASSU (F.I.). Innanzitutto prego i colleghi di ripristinare un clima più sereno in cui il dibattito abbia toni meno accesi. D'altronde stiamo parlando di un problema concreto, come è stato riconosciuto anche dal collega Uggias. Se è vero che queste due idroambulanze sono necessarie… Presidente, io sto zitto sinché l'Assessore non si gira.

PRESIDENTE. L'Assessore stava discutendo del problema, onorevole Rassu, non altro.

RASSU (F.I.). Stavo dicendo che se queste due benedette idroambulanze sono ormeggiate nel porto di Carloforte (e col passare del tempo magari anche deteriorandosi), e c'è l'esigenza che questo servizio venga attivato, se c'è una disponibilità ad espletare quel servizio da parte del volontariato - io non so a cosa si riferisse il collega quando parlava di pericolo - che difficoltà c'è ad raggiungere anche questo tra gli obiettivi che il Piano vuole perseguire nel sistema di Emergenza Urgenza?

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Rassu, abbia pazienza un attimo, ci sono altri problemi. Prego, prosegua.

RASSU (F.I.). Presidente, finché gli scontri sono tra maggioranza e opposizione possono anche essere giustificati ma, all'interno della maggioranza creano ancora più caos e incertezza, sinceramente. Comunque, se veramente queste due idroambulanze sono ormeggiate in porto, se sono state acquistate e inaugurate " in pompa magna ", come ha detto il collega Randazzo, il cui intervento io ho seguito con molta attenzione, se questo servizio è necessario perché non lo si attiva? Questa è un'assurdità, scusate, ma questa è proprio un'assurdità! Per non inserire nel Piano due parole contenute in un emendamento presentato dall'opposizione? Ma allora c'è un pregiudizio! D'altra parte, anche il collega Uggias, pur ammettendo la necessità di questo servizio rimanda a un riesame in Commissione.

Ma che cosa comporta inserirlo in questo benedetto Piano? Proprio un bel niente! Non si tratta di istituire un reparto di chirurgia, di costruire un nuovo ospedale, o quant'altro, si tratta di mettere in moto questi due idroambulanze che sono già state acquistate e farle funzionare, punto e basta. Qual è la difficoltà? Io, molte volte, credetemi, non riesco a capire. Si inserisce l'obiettivo nel Piano, dopodiché la Commissione o chi per lei dirà come e quando farle partire e farle funzionare e si finisce questa polemica inutile. Io voterò a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Presidente, nella speranza di tranquillizzare l'Aula, vorrei fare solo una precisazione. Il problema delle idroambulanze presenta due aspetti. Il primo attiene al fatto che abbiamo delle idroambulanze che i professionisti ritengono inadeguate e, quindi, non utili per il trasporto dei pazienti in condizioni di emergenza. Bisogna capire quindi se i professionisti danno una valutazione errata, oppure se le idroambulanze sono davvero inadeguate. Per inciso, dico che la Sardegna non sarebbe l'unica regione ad aver acquistato, in quel periodo, delle idroambulanze che poi non sono state utilizzate sui territori perché ritenute inadeguate.

Questa mattina ci hanno detto che sono difficili da utilizzare, tanto è vero che alcuni si sono organizzati diversamente. Quindi, su questo primo aspetto la Giunta si impegna a fare un approfondimento per capire qual è la condizione di queste due idroambulanze.

Il secondo aspetto attiene al fatto che se le idroambulanze ci sono, e sono utilizzabili, bisogna utilizzarle; quindi ci impegniamo ad adeguarle per metterle in funzione se sarà necessario e se sarà utile al fine di garantire il soccorso urgente in quelle due isole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Masia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MASIA (Federalista-Autonomista Sardo). Brevemente, anche dopo le precisazioni dell'Assessore. Io credo che esistano diversi ordini di problemi. Il primo è sicuramente quello dell'attenzione che deve essere data alle isole minori che nel caso dell'Emergenza Urgenza, solitamente, soffrono più di quanto non possano soffrire altre realtà della nostra Regione. Il secondo è sicuramente l'aspetto che ha sottolineato l'Assessore.

In effetti, quando abbiamo esaminato l'emendamento abbiamo anche provato, per sensibilità e perché naturalmente questi problemi li conosciamo, a predisporre un nostro emendamento che tenesse conto della presenza di questi mezzi. Il primo dato che è emerso, onorevole Randazzo, ma lo dico a tutti, è che questi mezzi non sono riconosciuti idonei da coloro che li conoscono. D'altronde, è stato detto, c'è chi in qualche modo sta cercando di risolvere il problema dell'emergenza, delle due realtà di Carloforte e La Maddalena, in modo diverso, pur avendo in porto questi mezzi ritenuti, ripeto, non idonei.

Infine, io credo che, piuttosto che farsi prendere dalla smania di dire: "Il problema l'ho risolto io", sia il caso di trovare veramente una soluzione. Naturalmente concordo con l'onorevole Uggias che chiedeva il ritiro esclusivamente per fare in modo che tutti ci si impegni a risolvere questo problema.

Io propongo di sospendere perlomeno l'esame dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marracini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARRACINI (Gruppo Misto). Presidente, io credo che questa discussione possa essere superata da un emendamento, già approvato, che recita che nelle isole di La Maddalena e San Pietro vengono mantenuti i servizi assistenziali esistenti.

ALBERTO RANDAZZO (U.D.C.). Non esistono!

MARRACINI (Gruppo Misto). Se esistono già…

ALBERTO RANDAZZO (U.D.C.). Non ci sono, non esistono!

MARRACINI (Gruppo Misto). Noi, componenti di maggioranza e opposizione del gruppo di lavoro della Commissione, abbiamo firmato questo emendamento, ormai approvato, chiedendo che i livelli assistenziali nelle due isole fossero mantenuti con i servizi esistenti. Ora, se questo servizio esisteva continuerà ad esistere, se non esisteva non esisterà o, comunque, sarà una linea aziendale a decidere sul merito. Quindi non stiamo penalizzando nessun tipo di servizio già esistente. Ritengo , alla luce di quell'emendamento, approvato all'unanimità ieri da tutti, che sia superato questo emendamento specifico. Quindi l'emendamento in votazione ritengo possa essere ragionevolmente compreso in quello e quindi considerato accolto e ritirato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Presidente, io voterò a favore di questo emendamento, rimarcando un aspetto contenuto nel Piano scritto da voi che (stiamo parlando del sistema Emergenza Urgenza) all'ultimo capoverso di pagina 116 recita: "Il sistema territoriale di soccorso si basa su due livelli di risposta: quello avanzato (medicalizzato) composto da personale convenzionato e dipendente delle Aziende USL, e quello di base, delegato alle associazioni di volontariato in regime di convenzione". Leggo questo, perché? Perché l'emendamento altro non fa che proporre un ulteriore obiettivo, contraddistinto con la lettera e), idroambulanze. Si tratta cioè di inserire nel Piano che il soccorso può essere effettuato anche tramite le idroambulanze.

Potremmo dire che non entriamo in merito al fatto che ci siano già due idroambulanze, semmai possiamo dire che le idroambulanze potrebbero essere acquistate nuove, magari con nuovi fondi, magari con certificati veritieri, magari rese conformi, magari collaudate e quant'altro. Però che cosa significa inserirlo? Non significa niente, Assessore. Mi meraviglia che il semplice inserimento di una voce "idroambulanze" determini una discussione così lunga. E' un'altra di quelle cose sulle quali volete fare il "muro contro muro". Se questi veicoli non saranno idonei, perché privi di collaudo, nel Piano resterà scritto "idroambulanze", stop! Ma perché discutere a lungo su un problema che non esiste?

Io entro nel merito invece delle considerazioni che faceva il collega Randazzo e leggo, però, le caratteristiche di queste idroambulanze perché anche su questo ci sono state da parte vostra dichiarazioni contrastanti. L'onorevole Uggias, per esempio, diceva di avere iniziato una trattativa stamattina con l'Assessore e il direttore generale. Di quale Assessorato? Della sanità o dell'ambiente? Semmai con due direttori generali, e quindi già questo mi fa pensare che il collega Uggias, nonostante la sua buona volontà, forse ha omesso di dirci qualcosa in più.

Queste ambulanze sono state appaltate per soccorso nautico ed emergenza sanitaria ad uso ambulanza, con possibilità di caricamento di almeno due barelle e prestazioni medicalizzate a bordo.

PRESIDENTE. Onorevole Cappai, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Annuncio il voto a favore dell'emendamento numero 75. Nel testo, tra gli obiettivi da raggiungere a livello territoriale, leggo: "la previsione di automediche, condotte da medici dell'emergenza territoriale, e di automezzi infermieristici, con infermieri e autisti soccorritori dipendenti o volontari". Letto questo, torniamo sull'emendamento e torniamo soprattutto alle direttive emanate dal Ministro della salute, Girolamo Sirchia, per assicurare la continuità assistenziale 24 ore su 24, adeguato servizio di Emergenza Urgenza con utilizzo di elisoccorso e idroambulanze.

Bene, le idroambulanze la Regione sarda le ha acquisite nel 2004. Dal 2004 al 2007 sono trascorsi più di due anni e mezzo. Il problema reale resta il fatto che c'è stata, nella stesura del Piano, una dimenticanza: l'inserimento di questo tipo di servizio; ma, collega Marrocu, questo fatto è tanto più grave in quanto non è possibile che voi continuiate a ostentare così, quasi con rabbia, la necessità di dare un servizio a 18 mila nostri concittadini quando questo è prescritto addirittura dal Ministero! Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Su che cosa vi volete arrampicare? Sul fatto che avete acquisito delle ambulanze che non avevano i requisiti, che non possono essere collaudate, che non possono essere utilizzate? Riportatele dove le avete prese, fatele adeguare, fatele mettere a norma. Le avete comprate voi! Le avete acquisite voi al patrimonio della Regione! E avete comunque la responsabilità di averle lasciate per più di due anni ferme e, soprattutto, l'aggravante di non avere inserito questo servizio nel Piano, quasi facendo finta di non conoscere il problema o facendo finta che la dimenticanza sia una cosa di poco conto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Intervengo in primo luogo per dire che mi dispiace per l'equivoco sorto col collega Uggias. Io mi riferivo semplicemente alla non disponibilità del collega Randazzo di ritirare l'emendamento e di accogliere quella che mi sembrava una proposta saggia della collega Caligaris. Queste ambulanze, acquistate non dal centrosinistra ma dal centrodestra, ma non ha importanza, e messe a disposizione di quella comunità da quella comunità sono state rifiutate (queste sono le informazioni che abbiamo); sono state ritenute pericolose per i pazienti, che eventualmente avrebbero dovuto utilizzarle, dopo un vero e proprio collaudo effettuato dalle associazioni con dei medici. Questo aspetto mi portava a dare un giudizio negativo sull'emendamento.

Però, il problema del collegamento di quelle due isole è un problema reale, per cui anch'io mi unisco alla proposta della collega Caligaris di ritirare l'emendamento (l'ha chiesto anche il collega Uggias) trasformandolo in raccomandazione all'Assessore che, tra l'altro, ha già acconsentito ad approfondire, con le comunità di Carloforte e di La Maddalena e con i direttori generali delle ASL di riferimento, il perché quelle ambulanze non rispondano all'esigenza per cui sono state acquistate e, quindi, a verificare in che modo rendere quel servizio il migliore possibile.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

(Segue MARROCU.) Quindi non avevo nessuna volontà polemica ma solo invitare il collega Randazzo a ritirare l'emendamento per rafforzare la proposta della collega Caligaris di trasformarlo in raccomandazione. Mi sembra che l'Assessore condivida questa richiesta e quindi io mi unisco al collega Uggias e alla collega Caligaris nell'invitare il collega Randazzo a ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ibba per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

IBBA (Gruppo Misto). Presidente, sono molto d'accordo con la proposta di soluzione del problema che ha avanzato la collega Caligaris, ma colgo anche l'occasione per spiegarne i motivi. L'emendamento numero 75, così come è formulato, risulta difficilmente accettabile dal punto di vista del comprendonio medico della medicina d'urgenza e della organizzazione sanitaria in ambito di medicina d'urgenza.

Infatti, le idroambulanze, di cui non esiste esperienza in Italia, ma esiste un'esperienza soltanto nei paesi del nord Europa (i punti dove sono più utilizzate sono fondamentalmente le parti costiere e il sud della penisola scandinava) sono in pratica, onorevole Randazzo, delle specie - uso termini impropri - di gommoni molto larghi, con una chiglia piatta che si usano soprattutto all'interno di mari chiusi perché non sono mezzi che possono navigare in sicurezza all'interno di zone con correnti, tempestose, eccetera. Poi, questo è un secondo problema, sono dotate di una tecnologia molto sofisticata al loro interno il cui utilizzo non è affidabile all'entusiasmo dei volontari del soccorso, ma ci vogliono invece professionalità di alta competenza come per esempio i medici o gli infermieri che hanno fatto il corso per le medicalizzate e per la BLS.

Il problema reale è che comunque La Maddalena e Carloforte devono essere messe sotto tutela e il braccio di mare costituisce un ostacolo che in qualche modo va superato. Assumiamo tutti l'impegno d'onore, accogliendo la proposta dell'onorevole Caligaris, di studiare il problema e di trovare delle soluzioni in un momento separato rispetto a questo; accogliere l'emendamento sarebbe un atto di entusiasmo, ma sicuramente un entusiasmo mal riposto perché non risolverebbe il problema di Carloforte e di La Maddalena.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Anch'io volevo dare un contributo in merito a questo problema perché quanto contenuto nell'emendamento numero 75, cioè la possibilità di usare delle idroambulanze per collegare le isole di S. Pietro e di La Maddalena alla terraferma è, comunque, una ipotesi di soluzione del problema. Noi ci rendiamo perfettamente conto che non è che in questo modo si risolvono i problemi sanitari di queste isole , però in una situazione di difficoltà qual è quella che le caratterizza, è chiaro che questo può essere un tentativo di contribuire alla soluzione del problema.

In una regione come la nostra, dove non esiste al momento il servizio di elisoccorso, questa può essere una possibilità, una possibilità concreta perché l'alternativa sono i mezzi di linea; ma i mezzi di linea hanno tempi che non sono compatibili con quelli di una emergenza sanitaria. Ecco perchè credo che occorra valutare la possibilità di attivare questo servizio.

Io capisco anche le perplessità di chi pensa che forse questo servizio non serve, anch'io ho sentito pareri del genere. Però, anche quando si parlava di telemedicina e, quindi, di elettrocardiogramma a distanza, avevo sentito pareri molto negativi in alcuni ambienti, poi si è visto che in certi casi anche questi strumenti si sono dimostrati di grande utilità. Certo, non sono il massimo, però in certe situazioni possono essere utilizzati.

Io credo che sia sbagliato, quindi, liquidare l'uso di questi mezzi come non utile e neanche indispensabile; ritengo invece che occorra porsi nell'ottica di chi vive su un'isola e, avendo bisogno di interventi urgenti, a causa della situazione geografica particolare non è in condizioni di avere un'assistenza immediata.

Pertanto io ritengo che questo emendamento vada accolto; poi chiaramente si studierà anche il modo per far funzionare al meglio queste idroambulanze.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 75. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 75.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ATZERI - DEDONI - PISANO - RANDAZZO ALBERTO - RANDAZZO VITTORIO - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS VINCENZO - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 8

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 497, che era stato accolto parzialmente.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. L'emendamento è accolto sino alla parola "privacy.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 497 nel testo così modificato. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 183.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente io chiedo che l'emendamento venga ritirato dai presentatori.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pirisi. Ne ha facoltà.

PIRISI (D.S.). Signor Presidente, io accederò alla richiesta del relatore anche sulla base di certi impegni che sono stati assunti dall'Assessore rispetto a quanto è contenuto all'interno della proposta di Piano regionale dei servizi sanitari. Il Piano, a pagina 118, prevede la revisione della rete territoriale dell'Emergenza Urgenza, in modo da garantire risposte adeguate in tempi idonei.

Riguardo a questo aspetto, Presidente e Assessore, porto alla vostra attenzione una lettera che il responsabile sanitario del "118" della centrale di Sassari ha inviato al sindaco di Macomer; in questa lettera si segnala una grave carenza di mezzi di soccorso riguardante non solo il comune di Macomer ma anche il territorio circostante, rappresentato dai comuni di Bortigali, Silanus, Bolotana, Birori, Dualchi, Borore, fino ad Ottana.

Io devo dire che in seguito alla scelta - per me sciagurata -compiuta da questo Consiglio regionale di fare uno spezzatino della nostra Sardegna, dividendola in otto Province, si sono creati degli scompensi anche sulla rete dell'Emergenza Urgenza; ritengo quindi necessario - come opportunamente detto nel Piano -compiere una rivisitazione e che un punto di "118" possa essere dislocato a Macomer che, oggi, rappresenta quasi il limite verso occidente della provincia di Nuoro. Ritengo che una scelta di questo tipo possa realmente dare una risposta adeguata alle esigenze di pronto intervento in quel territorio. Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Per le motivazioni addotte dal collega Pirisi faccio mio l'emendamento e chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Io intervengo perché non riesco a capire se questo Piano, arrivato in Aula, possa essere modificato o no. Ritengo che le modifiche apportate finora siano assolutamente insufficienti rispetto alle proposte di cambiamento e di miglioramento che sono state avanzate. Io non capisco perché questo emendamento, il numero 183, che secondo me è un emendamento giusto, non debba essere accolto solo perché quanto propone non è previsto all'interno del Piano.

Allora, io devo ricordare che Macomer era già centrale operativa per il "118", e copriva anche la zona della Planargia con l'ospedale di Bosa. Una volta che la Planargia è passata con la provincia di Oristano, di fatto la zona di Macomer e una quindicina di comuni che gravitano (tutto il Marghine) all'interno di quel territorio oggi sono scoperti. Diverse decine di chilometri separano inoltre questi centri dalle strutture ospedaliere più vicine per cui non credo che accogliere questo emendamento significhi rispondere a interessi di carattere localistico . Non mi sembra opportuno rinviare la creazione di un nuovo punto di 118 che, devo dirlo, dove è in funzione sta dando importanti risposte nel territorio perché molte vite umane vengono salvate grazie alla presenza di questo importante, fondamentale servizio.

Pertanto, non ritengo giusto chiedere al collega Pirisi il ritiro dell'emendamento perché successivamente, chissà quando, si deciderà in merito. Credo che già da oggi questa Aula debba dire la sua facendo la scelta giusta di accogliere l'emendamento perché questo servizio è assolutamente indispensabile in quel territorio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, intendevo parlare prima che l'emendamento fosse ritirato perché ritenevo di dover parlare contro. Capisco le motivazioni del ritiro ma ritengo, sì mi dispiace per i colleghi della minoranza, che il problema non si pone oggi in termini di pianificazione ma si porrà in termini di adeguamento da parte delle singole AA.SS.LL. che devono operare nella risistemazione complessiva delle nuove e vecchie province.

Quindi ritengo che non sia neanche corretto, oggi, spostare la attuale localizzazione del "118" da Bosa a Macomer, perché penso debbano essere le singole AA.SS.LL. a trovare un adeguamento delle strutture ricomprese al loro interno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Federalista-Autonomista Sardo). Presidente, mi associo alle argomentazioni addotte testè dall'onorevole Pirisi ma vorrei precisare, alla luce anche delle scelte fatte dai colleghi dell'opposizione, come si inserisce questo emendamento, pur ritirato e condivido anche le ragioni del ritiro, nella discussione in atto. Purtroppo anche quando le posizioni sono ragionevoli si scontrano due modi di concepire lo sviluppo dei territori dell'interno.

Lo sviluppo dei territori dell'interno secondo alcuni passa per la parcellizzazione di tutti gli uffici e i servizi pubblici nei paesi dell'interno a prescindere da vocazione, a prescindere da sistema, a prescindere da rete, a prescindere da un'idea di sviluppo, per cui su ogni partita ogni territorio avanza una rivendicazione più o meno legittima. Il più delle volte la rivendicazione è semplicemente legittimata dal bisogno. Bisogno di che cosa? Di lavoro. Quindi si ritiene che la presenza di un ufficio sia un'occasione di lavoro. Io penso che non sia questo il modo di ragionare di sviluppo nelle zone interne, io penso che ragionare di sviluppo nelle zone interne non vuol dire chiedere all'amministrazione pubblica di spalmare in ogni angolo della Sardegna un servizio, credo che lo sviluppo delle zone interne passi per la risoluzione di alcuni grandi problemi quali la sottocapitalizzazione, la necessità di rendere più redditizio il lavoro, per esempio, la qualità dell'istruzione; avremo modo di parlarne quando discuteremo la finanziaria.

Nella fattispecie la richiesta avanzata su Macomer, e sottoposta ad un ragionamento successivo, correttamente non nasce da una mera rivendicazione di campanile ma da un'oggettiva considerazione della localizzazione di quel centro; purtroppo la fondatezza di questo ragionamento è inibita come dire dalla competizione tra poveri che ogni zona fa anche a prescindere dalla ragionevolezza della rivendicazione. Bisogna ragionare su questo, e cioè che l'eccesso di rivendicazioni immotivate, che nascono dalla povertà, perché nascono dalla povertà, spesso smontano anche la ragionevolezza delle rivendicazioni fondate sulla geografia, talvolta sulla semplice geografia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pirisi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PIRISI (D.S.). Presidente, ho fatto una dichiarazione di ritiro dell'emendamento ma, siccome lo ha fatto proprio l'onorevole Capelli, faccio una dichiarazione di voto. Io ho già espresso le motivazioni che mi hanno portato a presentare questo emendamento e sono le stesse che porta sostanzialmente il responsabile sanitario della centrale 118 di Sassari. Nella dislocazione oggi dei "118", per esempio Bosa che prima dipendeva dalla centrale di Sassari adesso è passata a Cagliari, in virtù del fatto che Cagliari copre le vecchie province di Cagliari e di Oristano, e Sassari le vecchie Province di Nuoro e di Sassari.

Ora, io ritengo che fosse e sia corretto un punto di 118 a Macomer; però, onorevole Dedoni, io credo che sia importante quando si avanzano le proposte attenersi a quello che si dice, io non ho detto che debba essere soppresso il punto di Bosa a favore di Macomer...

DEDONI (Riformatori Sardi). Non l'ho attribuito a lei.

PIRISI (D.S.). Io non ho detto niente di tutto ciò, ho detto semplicemente che è opportuno per le motivazioni portate dal responsabile della centrale di Sassari, che io condivido e chiaramente faccio mie perché le ritengo valide, prevedere una postazione a Macomer.

Però, siccome l'Assessore regionale della sanità ha affermato in quest'Aula che deve essere rivisto complessivamente il quadro dei punti di 118, io ritengo di affidarmi, come ho detto anche in altre circostanze, ad una scelta che derivi da una valutazione complessiva. Non faccio un discorso di campanile e non ritengo che attraverso la sanità possiamo puntare allo sviluppo economico, sociale e quant'altro; sono cose che lascio alla fantasia di altri. Io invece penso che qui dobbiamo erogare un servizio a favore dei cittadini per garantire la loro salute e in questo senso io dopo le raccomandazioni che sono state fatte ritengo strumentale, non me ne voglia nessuno, il fatto che sia stato accolto l'emendamento. Io voterò contro l'emendamento che avevo proposto.

PRESIDENTE. E' stata richiesta la votazione nominale. Chi appoggia la richiesta?

(Il consigliere Ladu appoggia la richiesta di votazione nominale)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 183.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CAPELLI - CONTU - LA SPISA - LADU - LICANDRO - RASSU - SANNA Matteo.

Rispondono no i consiglieri: ATZERI - BALIA - BARRACCIU - BIANCU - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - DEDONI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISANO - PISU - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Simonetta - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS - VARGIU.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 53

votanti 52

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 9

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 507 sul quale è stato espresso un parere negativo.. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 188 sul quale è stato espresso un parere negativo. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 109 sul quale è stato espresso un parere negativo. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 510 sul quale è stato espresso un parere negativo.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 510.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: ATZERI - LA SPISA - LICANDRO - RASSU - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PITTALIS - PORCU - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 5

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 511 sul quale è stato espresso un parere negativo.

Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Signor Presidente, quando ho cominciato la mia attività di medico, circa trenta anni fa, facendo il tirocinio in ospedale, mi sono accorto che c'era un reparto che, più di tutti, veniva trascurato: il reparto del Pronto soccorso. Al Pronto soccorso ci andavano i medici appena laureati, i medici che avevano ben altre aspettative, cioè quelle di lavorare in corsia e, quindi, la normale trafila prevedeva il susseguirsi di neolaureati.

Da allora, credo che molte cose siano state fatte, per dare dignità ad un reparto troppo spesso trascurato. Fra l'altro, sono convinto che molti di quelli che vengono definiti ricoveri inappropriati siano dovuti proprio alla mancanza o alla non sufficiente capacità di discernere fra casi gravi e casi meno gravi. Decidere se quel paziente deve essere rimandato a casa con una cura, oppure semplicemente ricoverato anche per metterlo nelle mani di medici più esperti richiede esperienza e competenze professionali.

Come ho detto, per questo servizio è stato fatto molto, però quello che sinceramente, da tempo, mi fa pensare è che molti dei problemi sono stati risolti, ad esempio, con l'adozione del triage (non sapevo come si pronunciasse, né che cosa significasse, credo che significhi "selezione", "scelta"), un servizio importantissimo che dovrebbe essere garantito non da un infermiere qualunque ma da un infermiere altamente specializzato. Ora, visto che ho avuto la sventura di passare l'intero giorno di Natale al Pronto soccorso di Oristano, in una situazione di emergenza continua, mi sono chiesto quale possa essere realmente il significato di triage. Beh, io penso che forse in Italia possa essere semplicemente un acronimo il cui significato dovrebbe far riflettere. Infatti secondo me significa "terribile ritrovare infermieri a gestire emergenze". Credo che in questo settore ci sia ancora moltissimo da fare, e renderlo più funzionale potrebbe migliorare, molto, il lavoro in corsia.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 511. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 512.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si accoglie la prima parte dell'emendamento numero 512 fino alle parole "alla prestazione di Pronto soccorso".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Intervengo per esprimere il voto a favore dell'emendamento. Su questo tema abbiamo avuto occasione di confrontarci,ritenendo che l'obiettivo di ridurre il carico di lavoro che grava sui Pronto soccorso, nell'ambito di una deospedalizzazione della sanità, abbia bisogno di interventi, mirati, per creare una nuova cultura nella popolazione ma, soprattutto, della realizzazione di nuovi percorsi attraverso gli investimenti sui servizi territoriali.

I servizi territoriali, innanzitutto sono costituiti dai servizi di continuità assistenziale (medicina di base, guardia medica, pediatria di base) che devono essere adeguatamente rinforzati e riorganizzati e, soprattutto, messi nelle condizioni di operare. Questo è l'obiettivo che si pone questo emendamento.

Una sensibilizzazione che passi soltanto attraverso perorazioni alla popolazione perché non vada più nelle sedi di Pronto soccorso, nel caso di interventi rapidi, urgenti, mi sembra quasi un invito al suicidio. Non si può chiedere alle persone di non andare più al Pronto soccorso e di trovarsi qualche altra soluzione estemporanea. È chiaro che se nel territorio esistono servizi di accoglienza, esistono servizi di pronto intervento alternativi al Pronto soccorso si risponde agli obiettivi che il Piano pone. Io credo però che aver accolto soltanto la prima parte dell'emendamento riveli che non si crede davvero che questo sistema possa essere attivato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 512nel testo così modificato. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame del capitolo 5, Parte II, al quale sono stati presentati sei emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del capitolo 5 e dei relativi emendamenti:

RICERCA E SVILUPPO

Il tema della ricerca e della innovazione è all'attenzione di tutti i settori produttivi per rispondere alla sfida posta dalla globalizzazione del mercato e delle conoscenze. Il settore sanitario è aperto a questa sfida: è necessario investire in ricerca per migliorare le conoscenze indispensabili per rispondere ai bisogni di salute della popolazione e per trasformare tali conoscenze in innovazioni concretamente inserite nel sistema.

Lo stato della ricerca

In Sardegna, le aree di ricerca che hanno raggiunto un discreto livello di sviluppo sono in particolare quelle della Farmacologia (specie Neurofarmacologia), della Genetica Molecolare e dell'Oncologia Molecolare. I risultati ottenuti sono il frutto di due fattori principali: la capacità di creare una collettività di ricercatori di dimensioni tali da superare la massa critica minima indispensabile per produrre risultati di livello internazionale e la capacità di attirare finanziamenti complessivamente adeguati.

Oltre a tali aree di ricerca, sono degne di considerazione e supporto altre iniziative e gruppi di ricercatori, in particolare in campo ematologico, endocrinologico, neurologico e infettivologico, Rilevante è inoltre la presenza di singoli ricercatori, attivi in specifici settori di studio, che collaborano con gruppi internazionali e nazionali con elevati livelli di riconoscimento scientifico.

Il mancato decollo in Sardegna in numerosi settori della ricerca è sostanzialmente riconducibile alla mancanza di massa critica di ricercatori, alla carenza di organizzazione, alla dispersione delle competenze, alla esiguità dei finanziamenti (con ricadute in termini di competitività dei diversi gruppi di ricerca). Anche i fondi regionali sono stati per lo più erogati in modo frammentario, spesso senza precise finalizzazioni, senza una seria valutazione dei progetti proposti e degli obiettivi raggiunti, producendo un'eccessiva dispersione delle poche risorse disponibili.

Rilanciare la ricerca

La Regione intende assumere un ruolo importante nel processo di rilancio della ricerca in Sardegna, attraverso finanziamenti finalizzati, anche attivando forme di coordinamento con i finanziatori privati, perseguendo i seguenti obiettivi:

supporto alla crescita di gruppi di ricerca in grado di fare massa critica in specifici settori di studio;

supporto alla realizzazione di iniziative in grado di rendere disponibili le grandi attrezzature necessarie per la ricerca avanzata (e il loro continuo rinnovamento);

potenziamento dei Centri di Eccellenza esistenti attorno ai quali promuovere la nascita di nuove iniziative;

supporto finanziario allo sviluppo di nuove ricerche sulla base dei criteri di originalità, innovatività, fattibilità, potenziale applicabilità e competenza dei proponenti.

A tal fine, nell'ambito dei compiti conferitigli dalla legge regionale n. 10 del 2006, il Comitato per la ricerca biomedica e sanitaria contribuisce all'individuazione di linee di intervento nei settore della ricerca biomedica, clinica e sui servizi sanitari, alla definizione di criteri di valutazione delle ricerche e delle loro ricadute in termini di miglioramento dei servizi. Particolare attenzione dovrà essere dedicata all'attività volta al trasferimento dei risultati della ricerca clinica nella pratica dei servizi sanitari.

Al fine di fungere da promotore complessivo delle funzioni di ricerca, tenuto conto che il massimo della produttività scientifica viene raggiunto dai ricercatori tra i 30 e i 40 anni di età, la Regione intende stimolare i giovani alla ricerca, attraverso i seguenti meccanismi:

il finanziamento di un crescente numero di assegni di ricerca, da assegnarsi esclusivamente sulla base di rigorosi criteri di merito, di entità tale da garantire al ricercatore una vita senza preoccupazioni economiche;

il finanziamento di borse di studio per soggiorni all'estero, per periodi minimi di 2-3 anni, eventualmente rinnovabili previa valutazione dei risultati raggiunti, sulla base di dettagliati programmi scientifici e tenuto conto del curriculum scientifico del beneficiario.

Emendamento sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Il secondo capoverso, dalle parole "In Sardegna…", alle parole "…di riconoscimento scientifico.", è sostituito dal seguente:

"In Sardegna, le aree di ricerca che hanno raggiunto un buon livello di sviluppo hanno ottenuto risultati grazie al concorso di due fattori principali: la capacità di creare una collettività di ricercatori, di dimensioni tali da superare la massa critica minima indispensabile per produrre risultati di livello internazionale e la capacità di attirare finanziamenti complessivamente adeguati. E' rilevante in Sardegna anche la presenza di singoli ricercatori, attivi in specifici settori di studio, che collaborano con gruppi internazionali e nazionali con elevati livelli di riconoscimento scientifico.". (514)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Alberto - AMADU - RANDAZZO Vittorio - LADU.

Parte II - Capitolo 4 - Paragrafo Unico

Al termine del primo capoverso, è aggiunto il seguente:

"La ricerca sanitaria in Sardegna può essere un supporto fondamentale per l'innovazione e la modernizzazione dell'intero sistema, ma anche per specifici progressi scientifici nell'ambito delle patologie con particolare incidenza epidemiologica regionale.". (513)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Nel secondo capoverso, alla quart'ultima riga, dopo le parole "…di ricerca)" è aggiunto il seguente:

"Alla mancanza di adeguata infrastrutturazione in rete delle attività di ricerca.". (515)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Al termine del secondo capoverso, è aggiunto il seguente terzo capoverso:

"Il rilancio della ricerca deve avere un canale privilegiato nella collaborazione con l'Università, selezionando e valorizzando le eccellenze e creando le occasioni di stimolo che possano render il ruolo delle nostre Università sempre più adeguato alle attese che su di esse ripone l'intera società sarda.". (516)

Emendamento aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - LOMBARDO - LIORI - SANCIU - CAPELLI - LICANDRO - RASSU - PETRINI - DIANA - RANDAZZO Vittorio - AMADU - RANDAZZO Alberto - LADU.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Al termine del secondo capoverso, è aggiunto il seguente terzo capoverso:

"Un ruolo particolare verrà destinato ai rapporti con l'Agenzia Regionale per la Sanità, che deve poter svolgere il suo specifico e peculiare ruolo, come caposaldo di tutta la particolare attività di ricerca finalizzata alla individuazione e proposizione di nuove soluzioni per l'intero sistema sanità della nostra regione.". (517)

Emendamento aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - SANNA Matteo.

Parte II - Capitolo 5 - Paragrafo Unico

Nel primo capoverso, dopo le parole "…sanitaria contribuisce", è aggiunto il seguente:

", anche avvalendosi del contributo delle Università della Sardegna.". (43).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si esprime parere negativo su tutti gli emendamenti presentati al capitolo 5.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 514, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione il testo del capitolo 5.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, vorrei segnalare ai colleghi in Aula, avrei voluto farlo direttamente con il professor Gessa, che però in questo momento non vedo, che non appare particolarmente elegante quello che avete scritto nel secondo capoverso del capitolo "Ricerca e sviluppo".

Avete scritto infatti: "In Sardegna, le aree di ricerca che hanno raggiunto un discreto livello di sviluppo sono in particolare quelle della Farmacologia (specie Neurofarmacologia), della Genetica Molecolare e dell'Oncologia Molecolare…". Io sono convinto che avete fatto una ricerca dalla quale è emerso che queste sono davvero le aree di maggior eccellenza che ci sono in Sardegna; però non mi sembra gradevole che nel Piano venga espresso un giudizio specifico sulle aree della ricerca in Sardegna, che vengano individuate appositamente le aree migliori e, piccolo particolare, che una delle aree sia rappresentata da un consigliere regionale della maggioranza.

Mi sembra una delle cose un po' sgradevoli che sono presenti nel Piano, e volevo sottolinearla esclusivamente per una questione di opportunità che riguarda fondamentalmente voi. Rispetto al mondo della ricerca scientifica e dell'università sarde, un'affermazione di questo genere, non supportata da nessun tipo di elemento concreto all'interno del Piano, suona forse un po', non voglio dire offensiva, ma senz'altro riduttiva verso molte altre aree di ricerca che, pur tra mille difficoltà, tendono verso il discreto livello che voi avete attribuito a queste tre aree specificamente identificate.

Io credo che se il professor Gessa avesse letto questo passaggio, forse non l'ha letto, vi avrebbe chiesto lui stesso con l'eleganza e la signorilità che gli sono proprie, e che tutti gli riconosciamo oltre alla competenza scientifica, una rimodulazione del testo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, voterò contro questo capitolo. Io credo che la mancanza di risorse finanziarie (la tragedia occulta di questo Piano sanitario), da destinare alla ricerca renda praticamente inutili questi due pagine sulla ricerca e lo sviluppo. Per rispondere davvero alla sfida della globalizzazione del mercato io penso che serva ben altro; anche voi vi rendete conto, da soli, che per mettere in piedi un serio progetto di ricerca scientifica, che interessi tutti i campi della sanità sarda, è necessario destinare stabilmente, non episodicamente, tante energie finanziarie che, allo stato, noi non sappiamo ancora dove le reperirete.

Certo, voi dite che è necessario coinvolgere i privati nel ruolo di finanziatori; la stessa cosa dicono anche le università sarde che, salvo qualche eccellenza e alcune eccezioni, per il resto non mi risulta che abbiano grande confidenza con il cofinanziamento dei privati a favore della ricerca scientifica in campo clinico. Anche io avrei voluto una conferma dal professor Gessa, su quanto è basso il livello di attenzione delle istituzioni, che sia la Regione o che siano gli atenei poco importa, verso il mondo della ricerca. Quanto ancora sia bassa la propensione degli stessi ricercatori verso una ricerca orientata al mercato che evidenzia i concreti bisogni delle persone.

In questo scenario io mi chiedo: esaurite le promesse, tutte certamente inconfutabili, dove volete che vadano i ricercatori sardi? Certamente prendono la strada del mare e vanno a stabilirsi in centri di eccellenza dove imparano e magari possono anche insegnare.

Per quanto riguarda gli assegni di ricerca, non si sta inventando niente di nuovo perché da sempre negli Stati Uniti o in Gran Bretagna si studia così, ma con quali soldi voi intendete pagare assegni e borse di studio non è specificato. Tra l'altro credo che sia anche importante capire dove trovare le risorse economiche ingenti per acquistare quelle attrezzature per la ricerca avanzata, oppure magari soltanto per rinnovarle. Secondo me, invece, fareste bene, proprio per la mancanza di grandi dotazioni finanziarie a ricercare il coinvolgimento dell'università, che mi sembra sia abbastanza assente dal vostro Piano, e costringere magari la stessa università, anche con l'apporto significativo delle risorse regionali, a finanziare i ricercatori secondo dei progetti seri, avendo una certezza di risorse comuni. Altrimenti noi non siamo in grado di, non saremo in grado di fermare la fuga dei cervelli, pochi, ma ci sono, che è già iniziata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, il problema sollevato dal collega Vargiu sul secondo capoverso, purtroppo mi induce a riproporre una riflessione che feci nel corso della discussione sul nuovo ospedale di Olbia, il "San Raffaele". La presenza dell'ospedale San Raffaele dissi che costituiva certamente un arricchimento e anche una necessità, peraltro riconosciuta, date le richieste avanzate dai rappresentanti di quel territorio. Ma, verificando le competenze attribuite al "San Raffaele del Monte Tabor", tra le altre cose avevo visto che era prevista attività di ricerca nel settore delle neuroscienze, oltre ad altre attività non chiare fra le attribuzioni di questo ospedale. Di conseguenza mi chiedevo (ho presentato in merito un'interrogazione al presidente Soru e alla dottoressa Dirindin), se l'accordo siglato tra Polaris e il San Raffaele ricerche avesse un'appendice poi con l'ospedale del San Raffaele in Olbia. Un accordo del genere, a mio avviso, era mortificante per la ricerca sarda, in particolare per la ricerca medica sarda svolta nelle università.

Inoltre il presidente Soru in più di una circostanza, meritevolmente, ha affermato che voleva garantire una forte presenza della ricerca sarda, soprattutto nelle università sarde e, ove ciò non fosse stato possibile, in centri di eccellenza fuori dalla Sardegna, affinchè la Sardegna riprendesse un ruolo particolare…

PRESIDENTE. Onorevole Dedoni, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Presidente, riteniamo che il capitolo su "Ricerca e sviluppo" sia importante per la sanità e non solo. Come è consuetudine di questo Piano si parla di rilancio della ricerca in Sardegna, però non si vede come questa ricerca possa essere effettivamente rilanciata in Sardegna; mi pare che la ricerca, per poter camminare con le proprie gambe e per poter crescere, deve avere in primis la materia prima, ma poi deve avere anche le risorse per evitare che la materia prima vada via dalla Sardegna.

Io non ho ancora esaminato le proposte relative al bilancio di previsione e al bilancio triennale, quindi non so quante risorse possono essere o siano già state messe a disposizione. Però è chiaro che se noi vogliamo puntare sulla ricerca dovremo aprire un capitolo nuovo sulle risorse che devono essere rese disponibili e che oggi non sono assolutamente adeguate. Moltissimi studiosi infatti sono andati via dalla Sardegna per lavorare in altre regioni d'Italia e anche all'estero, moltissimi infatti sono in America.

Io vorrei che effettivamente la Sardegna diventasse fucina per la ricerca, per fare in modo che tutte quelle grandi intelligenze che negli anni hanno abbandonato l'Isola possano tornare per contribuire così allo sviluppo della Regione sarda, perché ricerca significa allo stesso tempo anche sviluppo.

Ecco, se nelle poste di bilancio, che spero fra non molto discuteremo, indicheremo delle risorse adeguate da destinare alla ricerca, sono convinto che saranno risorse veramente ben spese.

PRESIDENTE. Metto in votazione il testo del capitolo 5. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 513. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 515. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 516.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io pensavo di rendere, con l'emendamento 516, un servizio al documento di Piano, nel senso che credo che quando parliamo di ricerca - e d'altra parte all'interno del documento non è omesso, ovviamente, il riferimento - sia impossibile, in Sardegna come da qualsiasi altra parte, non parlare di Università. Io devo dire che il rapporto tra la Regione e l'Università mi sembra sia sofferente; e devo dire che mi sembra sia sofferente non solo per colpa della Regione ma anche per alcune carenze strutturali dell'Università sarda.

Ritengo quindi che all'interno del Piano ci debba essere un riferimento a questa sofferenza e un impegno specifico, di entrambe le parti, a parlarsi e comprendersi su ciò che la Regione si aspetta dall'Università e non soltanto su ciò che l'Università vorrebbe dalla Regione affinché, alla fine del ragionamento, Università e Regione sappiano che cosa ciascuna istituzione si attende dall'altra.

Non deve essere soltanto l'Università ad attendersi un atteggiamento di maggior rispetto e sensibilità alle sue esigenze da parte della Regione, ma anche la Regione deve vedere un mutamento del modo con cui l'Università sarda si interfaccia con la società sarda e quindi con l'istituzione che la rappresenta.

Questo è il senso dell'emendamento 516 sul quale annuncio un voto favorevole e chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Gessa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GESSA (Progetto Sardegna). Presidente, la preoccupazione che l'Università non fosse sufficientemente coinvolta era anche una mia preoccupazione; però nel capitolo in votazione leggiamo: " A tal fine, nell'ambito dei compiti conferitigli dalla legge regionale numero 10 del 2006, il Comitato per la ricerca biomedica e sanitaria contribuisce all'individuazione di linee di intervento nel settore della ricerca biomedica...". La legge numero 10 del 2006, all'articolo 24, comma 3, stabilisce che: "E' istituito il Comitato per la ricerca biomedica e sanitaria, composto garantendo la presenza dell'intero sistema sanitario regionale e universitario…"; il Comitato, che include anche l'Università, deve decidere come indirizzare la ricerca e sarà l'Università - e qui sono d'accordo con Vargiu - che dovrà finalmente avere un ruolo un pochino più robusto, perchè in realtà l'Università non ha spesso una presenza abbastanza riconosciuta. Ma questo è un problema dell'Università, non è un problema della Regione, la Regione sta dando all'Università tutta l'attenzione possibile.

Per quanto riguarda la formazione di ricercatori, il loro rientro in sede e così via, io credo che su questo argomento ci incontreremo, o ci scontreremo, quando discuteremo il provvedimento di legge sulla ricerca scientifica che, ovviamente, si occupa della ricerca come un unicum, per cui i criteri di valutazione, di selezione, e altri devono essere uniformabili. Noi presenteremo un progetto di legge che tenga conto anche di quanto previsto da leggi precedenti. Si tratterà naturalmente di far sì che le diverse proposte si integrino e non si scontrino.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Presidente il mio intervento è stato in parte anticipato da quello dell'onorevole Gessa nel suo riferimento alla legge numero 10; infatti questo Consiglio, all'articolo 24 della citata legge, ha già trattato la fase di coinvolgimento dell'Università e di tutti gli attori della ricerca scientifica e tecnologica nel campo biomedico e sanitario.

Poichè nella legge numero 10 abbiamo previsto uno stanziamento pari al 2 per mille del valore del fabbisogno finanziario del sistema sanitario, stiamo già entrando nello specifico, stiamo quindi mettendo quei tasselli che ci consentiranno successivamente di concretizzare quanto l'emendamento prevede.

Pur esprimendo un voto contrario all'emendamento, penso che possa esserne accolto lo spirito, per cui ritengo che in particolare le Commissioni competenti debbano accettare la sfida, professor Gessa di come la politica possa intervenire nei settori della ricerca biomedica e della ricerca scientifica.

Questo è l'impegno che tutti dobbiamo assumere.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, l'emendamento, come anche testé il collega Uggias poneva in evidenza, non contiene niente di straordinario da inserire nel Piano che stiamo discutendo ma mette solo in evidenza il fatto che l'Università, al di là di tutto, non è citata nel Piano. E' vero che si fa riferimento alla legge numero 10, è vero che si fa, a larghe maglie, riferimento alle valutazioni della ricerca che si produrrà in clinica per riversarla nei servizi sanitari, è anche vero che si parla di ricerca biomedica, ma non si menziona una volta l'università. L'emendamento non propone altro che inserire l'Università sarda a pieno titolo all'interno della pianificazione sanitaria. Non si capisce quale sia la motivazione addotta per respingere l'emendamento.

Io credo che non guastasse mettere in campo, anche correggendo questo emendamento, un rapporto diverso con la ricerca sarda e l'Università. Qualcuno vuole esautorare in qualunque modo e misura le Università dalla ricerca. Io posso dedurne questo, forse è un'affermazione gratuita, allora vorrei essere smentito quando parleremo di ricerca tout court. Però il problema resta, e resta fortemente presente nella carenza di questo Piano che non richiama, come il presidente Soru, la sua Giunta e il suo programma, più volte hanno sottolineato, la necessità del coinvolgimento dell'Università nella ricerca e nello sviluppo della Sardegna. Avete mancato ad una vostra stessa proposizione, l'avete cancellata da questo Piano sanitario. Avete voluto espungere l'Università dal Piano. Io credo che quando qualcuno richiama il libretto, rosso o verde che sia, bene farebbe a ricordare anche quello che contiene.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il presidente Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Per rispondere, così magari lasciamo traccia anche di un minimo di verità ogni tanto. Il professor Gessa ha appena ricordato che esiste un Comitato che guida la ricerca, composto da rappresentanti sia del sistema sanitario regionale che dell'Università, un Comitato in cui l'Università ha pieno titolo e che è il luogo della partecipazione e della massimizzazione della capacità di entrambe le aree. Vorrei dire che ne avete già discusso sia l'anno scorso, sia l'anno ancora precedente, ma quest'anno in modo particolare, con la legge finanziaria, avrete modo di discutere degli investimenti che la Regione, in maniera rilevante e ancora maggiore rispetto all'anno precedente, fa nella ricerca.

In campo biomedico la Regione sta portando avanti delle cose importanti, che sono state trascurate nel dibattito odierno e in altri recenti in questa Aula. Circa un mese fa a Polaris è stato inaugurato uno dei centri più importanti, forse il secondo in Europa, per le statistiche biomediche, che sono una parte importante del cluster che va dalla genetica molecolare alla statistica biomedica e alla farmacologia. Si tratta di un centro, costituito assieme ad un centro analogo, con sede a Cambridge, nel quale la nostra Regione ha un ruolo importante .

A Polaris si stanno facendo delle ricerche con i finanziamenti della nostra Regione ma, fortunatamente sempre di più, con i finanziamenti del MIUR e con i finanziamenti europei, Infatti, da un po' di tempo a questa parte, i finanziamenti regionali servono per coprire le quote di partecipazione a dei bandi di gara europei e italiani; gare che spesso stiamo vincendo. A questi bandi, partecipano, in un sistema integrato ricerca pubblica e ricerca universitaria; bandi che stanno portando in Sardegna risorse importanti che vanno al di là di quelle stanziate dalla Regione sarda.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 516.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - DEDONI - MURGIONI - PISANO - PITTALIS - RANDAZZO Vittorio - RASSU - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU GIUSEPPE - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MARRACINI - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PISU - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 8

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 517. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 43. . Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame della Parte III, capitolo 1, al quale sono stati presentati trentasette emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del capitolo 1 della Parte III, e i relativi emendamenti:

PARTE TERZA
STRUMENTI PER IL FUNZIONAMENTO
DEL SISTEMA

1. IL GOVERNO CLINICO DEL SISTEMA SANITARIO

Obiettivo strategico del Piano Sanitario è promuovere il miglioramento del servizio sanitario regionale favorendo la condivisione degli obiettivi di salute da parte di tutti gli operatori coinvolti direttamente ed indirettamente nel processo assistenziale, diagnostico e terapeutico, sostenendo la multiprofessionalità e la multidisciplinarietà, ricreando un rapporto di fiducia tra cittadini/utenti e servizio sanitario. La capacità delle aziende sanitarie di offrire un servizio di buona qualità si identifica infatti proprio con il principio di responsabilizzazione nei confronti dei cittadini e dei pazienti. Il cittadino/paziente diventa termine di riferimento anche rispetto all'uso delle risorse pubbliche, rese disponibili per il sistema sanitario.

Questi obiettivi possono essere perseguiti applicando il modello noto come Governo Clinico.

1.1. Il Governo Clinico

Governo Clinico significa capacità di monitorare i fenomeni al fine di conoscerli e gestirli per indirizzarli verso una migliore qualità dell'assistenza, in considerazione anche delle risorse umane, tecnologiche, finanziarie, a disposizione dell'organizzazione. A tal fine è necessario un cambiamento del punto di osservazione della Sanità, non più e non solo orientato alla produzione di prestazioni, alla performance degli operatori e dalle Aziende nel loro complesso, agli equilibri contabili e al rispetto dei budget; l'osservazione si sposta sulle persone, sui bisogni espressi ed inespressi della popolazione, sul reale beneficio che le prestazioni erogate hanno su di essi. Il Governo Clinico è un sistema clinico-gestionale condiviso, partecipato e scelto dai professionisti in una logica di coinvolgimento che parte dal basso ed è capace di sviluppare quella eccellenza clinica, frutto del processo di miglioramento continuo indotto dalla ricerca della qualità e dell'efficacia clinica.

L'approccio sistematico tipico dell'analisi per processi, permette di gestire i diversi percorsi clinico-diagnostico-terapeutici in un contesto di multidisciplinarietà e di trasversalità privilegiando la qualità di vita della persona malata, l'adesione e la continuità delle cure al fine di garantire una maggiore efficacia terapeutica nel rispetto delle compatibililità economiche in un'ottica di medio-lungo periodo.

A tal fine è necessario integrare gli approcci esistenti che presentano spesso una netta separazione tra aspetto clinico (che dovrebbe sempre più orientarsi verso l'appropriatezza) e aspetto gestionale (non più orientato alla valutazione delle sole performance ma anche alla cosiddetta qualità totale). Orientare il sistema delle cure al miglioramento continuo della qualità dell'assistenza sanitaria vuol dire anche costruire appropriate relazioni funzionali tra i diversi operatori con responsabilità cliniche, organizzative e gestionali.

Gli elementi che caratterizzano il Governo Clinico possono essere cosi riassunti in :

· garanzia di efficacia,

· garanzia di appropriatezza,

· miglioramento della qualità,

· garanzia di continuità dell'assistenza (disease management),

· garanzia di sicurezza (risk management),

· rapporto di trasparenza coi cittadini,

· ricerca e sviluppo,

· formazione orientata alla qualità.

L'organizzazione e l'introduzione del governo clinico richiedono dunque l'implementazione di un sistema di valori incentrato principalmente su:

· Responsabilità e autonomia professionale,

· Orientamento al cittadino/paziente,

· Sviluppo ed aggiornamento professionale,

· Capacità di lavorare insieme,

· Utilizzo di strumenti operativi.

Una particolare attenzione verrà rivolta alla gestione del rischio clinico (Risk Management), intendendo con tale termine un sistema finalizzato a gestire l'errore e ridurre il rischio di eventi avversi che possano insorgere durante l'assistenza sanitaria attraverso una sistematica identificazione delle circostanze che mettono a rischio il paziente ed una valutazione, revisione e ricerca dei mezzi per prevenire gli errori ed i danni da eventi avversi.

La gestione del rischio clinico ha per obiettivo il miglioramento della qualità delle attività e delle prestazioni erogate dalle strutture sanitarie, ma è anche teso alla riduzione delle controversie legali.

In un sistema complesso come quello della sanità, l'assunto di base è che l'errore è atteso e la sua gestione deve essere, inevitabilmente, orientata all'ambiente in cui l'individuo opera, per cui la responsabilità non è del singolo operatore ma dell'intero sistema in cui egli svolge la sua attività, perché gli errori sono legati all'organizzazione del reparto, all'insieme delle regole che determinano le modalità lavorative, alle varie fasi del percorso diagnostico terapeutico e assistenziale del paziente. La riduzione dell'errore avviene solo attraverso un ciclo continuo di miglioramento della formazione del personale sanitario, la condivisione di linee guida e protocolli, l'accreditamento professionale e l'audit clinico.

Risk management nelle aziende sanitarie

In attuazione del seguente Piano le Aziende sanitarie e ospedaliere elaborano un programma di gestione aziendale del rischio clinico tenuto conto dei seguenti punti fondamentali:

a) la rilevazione delle realtà aziendali, l'analisi dei reclami e dei contenziosi, la promozione delle segnalazioni spontanee da parte degli operatori;

b) la promozione e condivisione di linee guida e protocolli volti alla riduzione del rischio clinico e condivisi con gli operatori secondo i principi già enunciati del corretto governo clinico;

c) la formazione continua degli operatori sulle tematiche Rischio Clinico, di tipo generale, quali il consenso informato, la gestione della cartella clinica, la corretta informazione al paziente, e di tipo specifico, quali i percorsi delle sale operatorie, la gestione dei farmaci, ecc.;

d) il monitoraggio e la vigilanza sulla corretta applicazione delle linee guida e delle raccomandazioni ministeriali.

Al fine di superare le difficoltà del settore (di mercato e di costi) e di garantire ai professionisti condizioni di lavoro non alterate dai rischi di contenzioso legale, anche attraverso i referenti aziendali, la Regione verifica lo stato delle coperture assicurative degli operatori sanitari allo scopo di individuare soluzioni adeguate, eventualmente differenziate in base alle dimensioni ed alla frequenza dei rischi, valutando la praticabilità di una centralizzazione della copertura assicurativa del rischio delle singole ASL.

Garante regionale per il diritto alla salute

Il presente Piano programma l'istituzione dell'ufficio del Garante regionale per il diritto alla salute con l'obiettivo di affrontare il problema dellamalpractice sanitaria e delle disfunzioni connesse a deficit del sistema e di verificare la diffusione di una valida e regolare pratica di consenso informato.

Prevenzione e controllo delle infezioni acquisite nelle strutture sanitarie (IASS)

Le infezioni ospedaliere rappresentano un problema rilevante di sanità pubblica: ogni anno, infatti il 5-10% dei pazienti ricoverati sviluppa un'infezione ospedaliera e l'1% di tutti i pazienti infetti muore per le conseguenze dell'infezione; esse costituiscono inoltre una frequente causa di complicanze durante il ricovero.

Contenere e ridurre le infezioni acquisite nelle strutture sanitarie significa migliorare la qualità dei servizi erogati.

Al fine di realizzare questo obiettivo viene costituita un'apposita commissione sulle IASS con il compito di elaborare un documento di riferimento sia per le direzioni aziendali che per i singoli operatori impegnati nella lotta contro le IASS con indicazioni di carattere programmatorio, organizzativo e tecnico. Particolare attenzione sarà data alla formazione in tale settore.

1.2. La valorizzazione delle risorse umane

La principale risorsa del Servizio Sanitario Regionale è il personale. Di qui l'importanza strategica di un'azione regionale che contribuisca all'impegno in tale settore in ogni azienda sanitaria e ogni servizio.

La situazione attuale

In Sardegna è mancata una vera e propria politica del personale.

L'acquisizione delle diverse professionalità ha risentito, come in molte altre realtà regionali, dei vincoli imposti dalla normativa nazionale a contenimento degli squilibri economici del settore, vincoli che hanno prodotto in Sardegna un diffuso ricorso a personale a tempo determinato, interinale e precario; l'allocazione del personale fra i diversi servizi e sul territorio è stata definita sulla base di valutazioni soggettive spesso non coerenti con il reale fabbisogno di assistenza; la formazione, sviluppata organicamente solo in poche aziende sanitarie, è stata spesso delegata all'iniziativa dei singoli professionisti e delle loro organizzazioni.

In tale situazione, l'assistenza assicurata alla popolazione sarda appare in gran parte frutto del senso di responsabilità e dello spirito di servizio ampiamente diffuso fra gli operatori della sanità pubblica, grazie ai quali il sistema ha colmato le gravi carenze di indirizzo e di programmazione.

Con riguardo alla valorizzazione delle risorse umane, il presente Piano propone due azioni prioritarie: la realizzazione di un progetto regionale per la formazione degli operatori del settore e la definizione di politiche del personale volte a superare la provvisorietà delle dotazioni organiche, gli squilibri nella struttura del personale e le incoerenze nell'utilizzo delle diverse figure professionali.

Politica del personale significa, in primo luogo, riqualificazione di quei profili professionali che più di altri sono investiti dalla domanda di cambiamento, favorendone una visione in termini di opportunità, ovvero come occasione di sviluppo di nuovi saperi, competenze, abilità, più che come gravoso impegno da rimandare.

La politica del personale deve tradursi, ed in quanto tale essere riconoscibile dagli operatori, in migliori condizioni di lavoro, in maggiore efficacia delle azioni, in più proficue relazioni interne e con gli utenti, in un più diffuso spirito di appartenenza al servizio sanitario regionale.

Umanizzazione

Specifica attenzione va posta alle esigenze di umanizzazione dei servizi alla salute sostenendo la formazione degli operatori e garantendo il supporto psicologico ai pazienti, in particolare ai bambini ed ai loro familiari a partire dai presidi ospedalieri e sostenendo il personale sanitario sottoposto a particolari fattori di stress.

La gestione del personale

Il conseguimento degli obiettivi prefissati dal Piano è strettamente connesso a una corretta politica delle risorse umane basata, tra l'altro, su una chiara individuazione dei fabbisogni del personale operante nelle diverse strutture.

Le piante organiche

Le ultime piante organiche delle Aziende sanitarie, approvate tenendo conto dei carichi di lavoro e nel rispetto degli standard stabiliti dalla Regione, risalgono al 1997. La consistenza complessiva al 1997 era pari a 22.690 unità di personale.

Le dotazioni organiche attualmente in vigore sono quelle definite in applicazione della Legge 27 dicembre 2002, n. 289, la quale stabiliva che, nelle more della ridefinizione delle nuove dotazioni, le stesse dovevano essere provvisoriamente rideterminate in misura pari ai posti coperti alla data del 31 dicembre 2002.

La consistenza complessiva delle dotazioni organiche delle Aziende sanitarie, aggiornata al 1° gennaio 2005, è pari a 22.389 unità, sostanzialmente analoga a quella delle piante organiche del 1997, salvo un significativo incremento del personale del comparto appartenente al ruolo sanitario e un sensibile ridimensionamento di quello appartenente al ruolo tecnico.

Dotazioni organiche al 1° gennaio 2005

Medici

4.086

Veterinari

408

Personale sanitario non medico

582

Tecnici/profess./amministrativi

147

totale dirigenza

5.223

Ruolo sanitario

10.615

Ruolo tecnico

4.412

Ruolo professionale

31

Ruolo amministrativo

2.108

totale comparto

17.166

totale generale

22.389

Rispetto alla situazione nazionale, la dotazione organica della Sardegna appare lievemente superiore (anche a causa del diverso mix pubblico-privato), con un eccesso di personale medico e una carenza di quello sanitario non dirigenziale.

Obiettivo strategico del Piano è la ridefinizione delle dotazioni organiche di ciascuna Azienda sanitaria. A tal fine, la Regione definisce linee guida, nel rispetto delle prescrizioni contenute nella Legge n. 289 del 2002, tenendo conto della riorganizzazione delle attività e dei servizi derivante dall'attuazione del presente Piano, dei programmi di sviluppo dell'attività, dei limiti di spesa imposti dalle leggi vigenti e dal patto di stabilità. Le linee guida prevedono criteri per l'attuazione della mobilità del personale eventualmente in esubero.

Le professioni sanitarie

La ridefinizione delle dotazioni organiche dà piena applicazione alla Legge 10 agosto 2000, n. 251, e successive modificazioni e integrazioni, valorizzando e responsabilizzando le funzioni, anche di livello dirigenziale, e il ruolo delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e assistenti sociali. Al fine di favorire un'adeguata programmazione del fabbisogno formativo, il Piano promuove l'avvio, in collaborazione con gli ordini professionali e le organizzazioni sindacali e di categoria, di una ricognizione a livello regionale dell'offerta delle diverse figure professionali, degli attuali livelli occupazionali e delle prospettive di sviluppo, compresa la verifica delle opportunità di lavoro nell'Isola dei tanti sardi che aspirano a rientrare nella loro regione.

Criteri per la gestione delle risorse umane

Una volta approvate le dotazioni organiche, nel rispetto delle norme del settore e fatta salva l'autonomia di ciascuna Azienda in ordine alla organizzazione del personale, nella gestione delle risorse umane sono osservati i seguenti criteri:

· perseguimento delle pari opportunità;

· reclutamento del personale attraverso procedure concorsuali e di mobilità;

· ricorso a forme di lavoro flessibile solo in casi eccezionali e nel rispetto delle norme vigenti (anche al fine di dare stabilità ai rapporti di lavoro, soprattutto per attività delicate e di alta specialità);

· collocazione di ciascun operatore nell'area di competenza e nel rispetto del profilo di appartenenza, al fine di valorizzarne le specifiche capacità e migliorare i servizi rivolti all'utenza;

· rafforzamento del senso di appartenenza del personale e aumento della motivazione;

· formulazione di piani aziendali di formazione finalizzati al conseguimento degli obiettivi di riqualificazione e aggiornamento professionale;

· coinvolgimento del personale in un percorso di progressiva umanizzazione del rapporto paziente-professionista.

Nel rispetto di tali criteri, le Aziende favoriscono - ove possibile - l'avvicinamento del personale alla propria residenza.

La formazione

In un contesto di continuo progresso scientifico, tecnologico e organizzativo la formazione, intesa sia come formazione permanente del personale sanitario e amministrativo sia come formazione di accompagnamento ai processi di sviluppo organizzativo delle Aziende sanitarie, assume un valore determinante per diffondere e radicare la cultura della tutela della salute e per garantire un'offerta di servizi sanitari efficaci e appropriati.

La formazione, leva strategica delle politiche per il personale e del cambiamento organizzativo, va programmata e progettata in stretta relazione con le politiche sanitarie di cui è strumento fondamentale e condizione indispensabile per la realizzazione dei programmi che i diversi attori del Piano dovranno realizzare.

La formazione genera sviluppo ed esce da una visione settoriale fortemente connotata dall'acquisizione di conoscenze tecniche. Non è solo un adempimento a obblighi previsti dalla normativa di settore, ma è un'opportunità e uno strumento di crescita: la formazione deve intervenire a diversi livelli, da quello scientifico a quello della programmazione condivisa degli interventi, dall'approfondimento dei saperi tecnici all'acquisizione di metodologie, per una progettazione di ampio respiro delle attività.

Obiettivi

La formazione come funzione strategica si pone l'obiettivo di sviluppare:

· le competenze individuali, intese come intreccio di conoscenze, capacità e comportamenti;

· l'organizzazione sanitaria nel suo complesso, in termini di efficienza delle prestazioni e qualità dei servizi e di risultati raggiunti nel miglioramento della salute dei cittadini;

· la comunità nel suo complesso e su due aspetti fondamentali: la consapevolezza dei propri diritti da parte dei cittadini; la capacità dei diversi attori, istituzionali e non, che si integrano e progettano insieme lo sviluppo del territorio anche sul versante dei servizi sanitari e sociali.

Fare formazione significa operare attraverso diverse fasi, non necessariamente sequenziali ma spesso da integrare con metodologie attive di apprendimento organizzativo:

· analizzare le esigenze di sviluppo professionale degli operatori in relazione agli scenari che nella società e nel mondo scientifico vanno delineandosi. Ciò comprende la rilevazione dei bisogni di salute della popolazione, l'analisi dei bisogni organizzativi delle politiche regionali e aziendali, l'analisi dei bisogni formativi del personale;

· progettare una pluralità di interventi finalizzati all'aggiornamento sistematico delle conoscenze, allo sviluppo dinamico di competenze complesse (tecniche e organizzative) e allo sviluppo delle attitudini e delle potenzialità;

· realizzare diverse tipologie di attività, utilizzando metodologie didattiche volte a favorire l'apprendimento individuale e organizzativo, che rendano gli operatori protagonisti attivi e responsabili del proprio percorso formativo;

· monitorare le fasi di realizzazione delle attività e verificarne i risultati in termini di apprendimento individuale, apprendimento organizzativo, efficacia e impatto. Ciò implica, nella fase di progettazione, una chiara definizione degli obiettivi, degli oggetti da misurare, degli indicatori e standard di riferimento predefiniti su cui valutare gli scostamenti e rispetto ai quali ridefinire le azioni formative in un processo dinamico e virtuoso.

Ripensare la formazione insieme alle Università

I recenti accordi siglati tra la Regione e le Università di Cagliari e Sassari offrono nuovi spazi di collaborazione nel campo della integrazione tra didattica, ricerca e formazione continua degli operatori del Servizio Sanitario. Ripensare insieme la formazione, valorizzando l'apporto di ciascun attore, significa innescare quel processo diffuso che è alla base di una politica formativa efficace.

Nel rispetto dei rispettivi ruoli, il Servizio sanitario regionale si propone di:

· promuovere la continuità del percorso formativo (formazione pre-laurea, formazione specialistica e di medicina generale, formazione alla ricerca, formazione continua)

· far convergere le azioni formative di tutti i protagonisti, evitando sovrapposizioni e competizioni, nel rispetto dei ruoli e nella massima valorizzazione delle sinergie;

· analizzare insieme all'Università i bisogni formativi, sul piano sia qualitativo sia quantitativo, favorendo il coinvolgimento non solo delle facoltà di area sanitaria, ma dell'intero sistema di offerta universitaria;

· migliorare la programmazione del fabbisogno di nuovi specialisti anche tenuto conto delle esigenze della popolazione.

Il perseguimento degli obiettivi di salute richiede l'acquisizione di conoscenze di argomenti anche relativi alla sanità pubblica e al management, ai fattori ambientali, sociali, economici e culturali che influenzano la salute, alla bioetica, all'educazione alla salute.

L'umanizzazione dei servizi, principio ispiratore del presente Piano, si realizza anche attraverso l'ampliamento delle competenze psicologiche e relazionali degli operatori; a tale obiettivo devono concorrere le politiche formative regionali.

Commissione regionale per la formazione

La Giunta regionale istituisce la Commissione regionale per la formazione sanitaria, quale suo organismo di supporto per la definizione delle linee di indirizzo sulle attività formative, con le seguenti funzioni:

· individuare le linee guida per realizzare piani formativi coerenti con le politiche regionali

· dare impulso alla creazione di una rete regionale di uffici aziendali dedicati alla formazione;

· determinare il fabbisogno formativo;

· individuare gli obiettivi di formazione a carattere regionale;

· definire le linee guida metodologiche per la formazione permanente;

· individuare il sistema di valutazione degli interventi di formazione;

· coordinare gli interventi di formazione sulle innovazioni organizzative di sistema (es. formazione manageriale);

· attivare il sistema ECM regionale;

· attivare uffici di staff presso le direzioni generali delle aziende sanitarie con un organico dedicato e con definite responsabilità operative;

· creare momenti di raccordo e di scambio con qualificate esperienze di formazione nazionali e internazionali.

A tal fine la Commissione regionale per la formazione sanitaria può avvalersi del supporto tecnico-scientifico dell'Agenzia regionale della Sanità che, ai sensi del comma 2 dell'articolo 22 della legge regionale n. 10 del 2006, ha compiti di valutazione del fabbisogno formativo.

Consulta regionale

In attuazione del comma 6 dell'articolo 1 della legge regionale n. 10 del 2006, al fine di promuovere le competenze professionali e la partecipazione degli operatori ai processi decisionali in tema di formazione, è istituita una Consulta regionale per la formazione in sanità composta da rappresentanti designati dagli Ordini, dai Collegi e dalle Associazioni professionali.

La Consulta regionale svolge le seguenti funzioni:

· rappresentare le esigenze formative delle categorie del ruolo sanitario;

· esprimere suggerimenti e valutazioni in ordine al complesso delle attività formative realizzate.

Nelle Aziende Sanitarie la formazione deve diventare un processo organico, capace di offrire pari opportunità di sviluppo a tutto il personale del sistema sanitario regionale.

Gli staff, dotati di personale qualificato e motivato, dovranno nelle singole aziende e in forte raccordo con l'Assessorato impegnarsi prioritariamente all'attività programmatoria, evitando iniziative episodiche o sporadiche, integrandosi con altre iniziative di cambiamento organizzativo, stimolando processi di comunicazione interna e esterna. All'interno della pianificazione formativa è necessario prevedere il coinvolgimento degli operatori sanitari, delle organizzazioni sindacali e di tutti coloro che in ambito sanitario sono espressione di legittimi interessi.

Ambiti prioritari di intervento

Le aziende sanitarie dedicheranno particolare attenzione ai seguenti ambiti d'intervento formativo di rilevanza regionale:

· sviluppo della cultura manageriale, in particolare per i dirigenti delle Unità Operative,

· appropriatezza delle cure e della assistenza,

· medicina, prevenzione e assistenza sanitaria basate sulle prove di efficacia (Evidence Based Medicine, Prevention e health care),

· metodologie e strumenti per l'integrazione interprofessionale e sociosanitaria,

· comunicazione e relazione interpersonale fra cittadino e operatore sanitario.

L'Assessorato dell'Igiene e sanità e dell'Assistenza sociale della Regione sarà impegnato in un'articolata azione formativa rivolta al personale interno, finalizzata a sostenere l'azione di cambiamento promossa dal Piano offrendo nuovi strumenti e forte identità di ruolo a chi dovrà governarne la sua complessa realizzazione.

L'Assessorato promuoverà inoltre un innovativo progetto volto a valorizzare, nei Distretti, le capacità di programmazione integrata per la realizzazione di servizi alla comunità.

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel secondo capoverso (La situazione attuale) - la prima riga è soppressa. (527)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - nel subparagrafo (Criteri per la gestione delle risorse umane) il primo punto è soppresso. (534)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - all'ottavo capoverso (Commissione …) - nel subparagrafo (Commissione regionale per la formazione) il terzo punto è soppresso. (546)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI- DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU- LIORI.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - il decimo capoverso (Consulta regionale) è soppresso. (547)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Le prime tre righe del sesto capoverso (Risk management) - sono sostituite dalle seguenti: "In attuazione del presente Piano - i Servizi di Medicina Legale delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere elaborano - e governano l'attuazione per quanto di propria competenza - un programma di gestione aziendale del rischio clinico - tenuto conto dei seguenti punti fondamentali:" (522)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio -RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Il settimo capoverso - (Risk management) - che inizia con le parole: "Al fine …" - è sostituito dal seguente: "Al fine di superare le difficoltà del settore (di mercato - di costi) - fine di garantire la serenità delle attività professionali di tutti gli operatori - di evitare il ricorso improprio alla medicina difensiva - che tende ad aggravare di costi inutili il bilancio della sanità - la Regione verifica lo stato delle coperture assicurative degli operatori sanitari - all'interno di ogni singola ASL e di ogni singolo servizio. In tale attività - la Regione viene supportata dai Servizi di Medicina Legale - costituiti all'interno di ciascuna Azienda. Sulla base di tali rilevazioni - la Regione verifica la possibilità di centralizzare la copertura assicurativa dal rischio e fornisce comunque alle singole Aziende le linee guida comportamentali attuative per la copertura dal rischio dei propri dipendenti." (523)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Il settimo capoverso (Risk management) - che inizia con le parole: "Al fine…" - è sostituito con il seguente:

"Il presente Piano programma l'istituzione dell'Ufficio del garante Regionale per il diritto alla salute - con l'obiettivo di affiancare al cittadino un'Autorità indipendente che ne difenda il pieno diritto all'accesso alle prestazioni di salute. Nell'ambito dell'Ufficio del garante opera una camera arbitrale di compensazione del contenzioso riferibile a malpractice - che ha l'obiettivo di tutelare i diritti di tutti gli attori del sistema - riportando in sede extragiudiziaria la risoluzione del contenzioso medico legale". (524)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Il paragrafo intitolato "Prevenzione e controllo delle infezioni acquisite nelle strutture sanitarie (IASS) - è sostituito dal seguente:

"Le infezioni ospedaliere rappresentano un rilevante problema di sanità pubblica e sono spesso collegate a importanti carenze strutturali nell'ambito dei nosocomi.

Obiettivo del triennio di vigenza del Piano è quello dell'eliminazione dei fattori strutturali che rendono difficile il contenimento di tali infezioni.

Entro novanta giorni dalla definizione del Piano - l'Assessore regionale alla Sanità si impegna a presentare alla competente Commissione Sanità un quadro dettagliato delle situazioni di maggior rischio (commistione di percorsi pulito-sporco - assenza di adeguate strutture sanitarie di isolamento - presenza di focolai endemici di insetti) nei nosocomi sardi - unitamente ad un programma di investimenti - finalizzato al superamento delle situazioni di maggior rischio.". (526)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Il secondo capoverso - dalle parole "In Sardegna…" alle parole "… loro organizzazioni." - è sostituito dal seguente:

"In Sardegna c'è oggi una forte carenza nelle politiche relative al personale sanitario e ai medici in particolare.

La pletora di laureati degli anni '80 e '90 è stata in larga parte assorbita all'interno del sistema sanitario pubblico - con conseguente saturazione della domanda di nuove professionalità e blocco del turn over.

Questo comporta che oggi i dirigenti medici strutturati all'interno del SSR abbiano un'età media elevata - che ne riduce l'efficienza fisica e ne moltiplica l'usura - mentre appaiono decisamente modesti - sotto il profilo numerico - i nuovi inserimenti di professionalità all'interno del sistema.

In particolare - sono entrate nella quotidianità del rapporto lavorativo forme di precariato medico che mortificano la professionalità - rendono incerto il futuro - danneggiano la qualità dell'assistenza - impediscono la qualificazione e la continuità del rapporto assistenziale e creano una nuova fascia di professionisti sottopagati - la cui dignità è sostanzialmente calpestata in nome di distorte esigenze economicistiche del sistema.

Obiettivo del presente Piano - nel triennio di vigenza - è quello di trasformare tali rapporti precari in rapporti strutturati - che restituiscano dignità al medico e consentano il fisiologico ricambio anagrafico all'interno degli organici dei reparti ospedalieri e dell'Azienda Mista.

Specifiche risorse economiche finalizzate saranno stanziate per tale obiettivo nel triennio di vigenza del Piano.". (528)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - alle ultime due righe del secondo capoverso - le parole "… con un eccesso di personale medico e una carenza di quello sanitario non dirigenziale." sono sostituite dalle seguenti: "con una carenza relativa di professionalità che appare più marcata nel settore delle professioni sanitarie non dirigenziali.". (530)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - nel terzo capoverso - nell'ultimo periodo - che inizia con le parole "Le linee …" fino a "in esubero" sono sostituite dalle seguenti: "Le linee guida dell'Assessorato prevederanno criteri per la mobilità interaziendale - per l'assunzione del nuovo personale necessario a raggiungere gli obiettivi del Piano e - soprattutto - per la creazione di percorsi di accesso facilitati e di stabilizzazione degli attuali precari.". (532)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale" - nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane" - alla quattordicesima riga - il quinto punto è sostituito dal seguente:

"rafforzamento del senso di appartenenza del personale e di crescita della motivazione - attraverso specifici e validati percorsi formativi.". (537)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - al quinto capoverso (Ripensare la formazione) - nella prima riga - la parola "siglati" è sostituita dalle parole "in fase di definizione". (542)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - al quinto capoverso (Ripensare la formazione) - al quarto e ultimo punto - le parole "anche tenuto conto delle esigenze della popolazione" sono sostituite dalle seguenti: "anche in rapporto alla domanda sanitaria e riservandosi di individuare interventi speciali di sostegno dell'offerta formativa post universitaria - finalizzati al soddisfacimento di specifiche domande territoriali o di specialità". (543)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione" - all'ottavo capoverso (Commissione…) - le parole "la Commissione Regionale per la Formazione Sanitaria" sono sostituite dalle seguenti: "La Consulta Regionale per la formazione sanitaria". (545)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Al termine del quinto capoverso - dopo le parole "… audit clinico." è aggiunto il seguente:

"Una parte del rischio medico legale a cui è sottoposto l'operatore sanitario è oggi legato alla inadeguatezza e al mancato aggiornamento tecnologico delle apparecchiature diagnostiche e delle attrezzature utili alla terapia.

Compito del Sanitario non è più soltanto quello di indirizzare il paziente all'accertamento diagnostico col miglior rapporto costo/benefici in rapporto al quesito clinico - ma anche quello di indirizzarlo alla apparecchiatura diagnostica che presenta la maggior adeguatezza tecnologica - in rapporto al quesito clinico.

È pertanto evidente che l'aggiornamento tecnologico delle apparecchiature nelle sedi ospedaliere consente di far percorrere al paziente corretti iter terapeutici all'interno delle strutture - senza costringerlo a continui spostamenti e senza esporre gli operatori sanitari al rischio di fornire risposte inadeguate rispetto all'obiettivo clinico.

Con questi obiettivi - entro novanta giorni dall'approvazione del Piano - l'Assessorato regionale alla Sanità consegna alla competente Commissione sanità un accurato studio sulla situazione del parco tecnologico e sulle apparecchiature in dotazione alle strutture ospedaliere sarde e congiuntamente propone all'approvazione della Commissione - che esprime il proprio parere entro quindici giorni - un dettagliato programma di aggiornamento delle stesse.". (521)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Premessa

Nella premessa - dopo il titolo - è inserito il seguente:

"L'obiettivo strategico del Piano è quello di garantire a tutti i cittadini sardi l'accesso a prestazioni sanitarie di qualità - quanto più possibile vicino alla propria sede di residenza.". (525)

EMENDAMENTO aggiuntivo PETRINI - CONTU - LA SPISA - LICANDRO - RANDAZZO Vittorio - ARTIZZU - CHERCHI Oscar.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Al terzo capoverso - dopo le parole "Al fine di realizzare questo obiettivo" - sono aggiunte le seguenti: "entro novanta giorni dall'entrata in vigore del presente Piano -". (110)

EMENDAMENTO aggiuntivo LIORI - DIANA - ARTIZZU - SANNA Matteo - RANDAZZO Vittorio - AMADU - LICANDRO - RASSU - CONTU - PETRINI

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nell'ultima riga, dopo le parole "dotazioni organiche" si aggiunge: "stabilizzando tutte le figure professionali operanti in sanità, sotto qualunque tipo di contratto a tempo non determinato, da almeno un anno.". (14)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", al secondo capoverso, dopo le parole "… lievemente superiore", sono aggiunte le seguenti: "È però addirittura sorprendente che il dato sardo si discosti così modestamente dalla media nazionale, in quanto è evidente che la garanzia di livelli qualitativi assistenziali adeguati, su un territorio di circa 24.000 Kmq, con una rete viaria fortemente disagiata, richiede l'impegno di personale sanitario e tecnico numericamente ben superiore rispetto a quello di altre realtà regionali con diversa e più vantaggiosa distribuzione demografica e accessibilità territoriale.". (529)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", alla fine del secondo capoverso, è aggiunto il seguente:

"Tale carenza relativa colpisce maggiormente le professionalità tecniche non dirigenziali in quanto la notevole estensione territoriale della Sardegna ha favorito lo sviluppo di una risposta sanitaria prevalentemente ospedalocentrica, che si fonda soprattutto sulle risposte mediche diagnostiche e terapeutiche, che deve essere gradatamente riequilibrata a favore del territorio, attraverso adeguati investimenti economici aggiuntivi". (531)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", al termine del subparagrafo (Le professioni sanitarie), è aggiunto il seguente:

"Tale ricognizione dovrà avvenire valorizzando il raccordo con le Università, affinché sia garantita la migliore programmazione degli accessi alle scuole di specializzazione, anche attraverso l'introduzione di borse di studio regionali specificamente orientate alla copertura di carenze reali dell'offerta sanitaria regionale.". (533)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane", è inserito il seguente primo punto:

"costruzione di percorsi di stabilizzazione e accesso facilitato per le attuali professionalità precarie delle ASL ". (535)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane", è inserito il seguente primo punto:

"ricerca della stabilizzazione del precariato in sanità, che appare particolarmente pressante per le istituende Aziende Miste. Negli attuali Policlinici Universitari, la carenza di figure sanitarie universitarie ha infatti reso frequente e indispensabile il ricorso alle prestazioni professionali in regime di precariato, per cui esiste una fascia professionale ormai stabilmente e da tempo impegnata nell'attività assistenziale, che attende certezze lavorative indispensabili per garantire continuità e qualità assistenziale.". (536)

EMENDAMENTO aggiuntivo LANZI - LICHERI - FADDA Giuseppe - URAS - DAVOLI - PISU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

A pagina 129, dopo le parole "procedure concorsuali e di mobilità", è aggiunto il seguente punto:

"superamento del lavoro precario, atipico, o derivante da processi di esternalizzazione al fine di dare stabilità ai rapporti di lavoro ad iniziare dalle attività più delicate e di alta specialità." (92)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La gestione del personale", nel subparagrafo "Criteri per la gestione delle risorse umane", al termine del sesto punto è aggiunto il seguente:

"che garantiscano a tutti gli operatori sanitari di raggiungere gli obiettivi nazionali e regionali di aggiornamento professionale, senza necessità di personali aggravi logistici ed economici". (538)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Al termine del paragrafo intitolato "La gestione del personale", dopo le parole "… propria residenza" sono aggiunte le seguenti: ", secondo graduatorie aziendali di priorità, sulla base di criteri concordati tra regione e OO.SS.". (539)

EMENDAMENTO sostitutivo totale GIUNTA REGIONALE.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Il testo dell'emendamento numero 138 è sostituito dal seguente:

"La Regione, tramite l'Assessorato competente in materia sanitaria, in aderenza alle previsioni contenute nell'articolo 1, comma 5 della L.R. 5 dicembre 2005, n. 20, previa accurata ricognizione delle diverse situazioni esistenti nelle Aziende del SSR e nel rispetto delle prescrizioni contenute nella Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), predispone entro 120 giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano quinquennale di stabilizzazione dei lavoratori precari (personale sanitario, tecnico, professionale ed amministrativo).

Il predetto piano dovrà contenere obiettivi, tempi di realizzazione, ambiti prioritari di intervento, requisiti, modalità e risorse finanziarie per la stabilizzazione del personale interessato.". (600)

EMENDAMENTO aggiuntivo LANZI - LICHERI - DAVOLI - FADDA Giuseppe - PISU - URAS.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Dopo l'ultimo capoverso del subparagrafo "Gestione del personale", è aggiunto il seguente "Piano di stabilizzazione":

"La Regione, tramite l'Assessorato competente in materia sanitaria, in attuazione della legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20, articolo 1, comma 5, predispone, d'intesa con le aziende, i presidi ospedalieri, le cliniche universitarie e le amministrazioni sanitarie tutte, entro novanta giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano triennale di stabilizzazione dei lavoratori precari, medici, paramedici e amministrativi delle medesime aziende e amministrazioni, con contratti di lavoro temporaneo stipulati ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. Il piano dovrà contenere l'indicazione di obiettivi e tempi di realizzazione, l'individuazione degli ambiti d'intervento prioritario e le risorse finanziarie necessarie alla sua attuazione.". (138)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", al quarto capoverso (obiettivi), al terzo punto, dopo le parole "… percorso formativo" è aggiunto il seguente quarto punto:

"Valorizzare le opportunità di aggiornamento professionale ON LINE, anche utilizzando ambienti ed attrezzature tecnologiche disponibili nelle sedi di lavoro.". (540)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", alla fine del quarto capoverso (obiettivi), dopo il quarto punto, è aggiunto il seguente:

"Valorizzare la adesione volontaria ai percorsi formativi, anche attraverso specifici progetti di tutoraggio che prevedano il miglioramento delle opportunità lavorative e premialità economiche per i partecipanti." (541)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", al termine del sesto capoverso è aggiunto il seguente:

"Nell'ambito della collaborazione con il sistema universitario, la Regione si impegna a sostenere ogni possibile sforzo dell'Università per potenziare la presenza di tale peculiare offerta formativa già nell'ambito dei percorsi universitari precedenti la laurea.". (544)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", nell'ottavo capoverso (concessione regionale…), alla seconda riga, dopo "… sanitaria," è aggiunto il seguente:

"integrata dai rappresentanti designati dagli Ordini, dai Collegi e dalle Associazioni professionali,". (548)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - SANNA Matteo.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.2

Nel primo capoverso, alla sesta riga, dopo le parole "...associazioni professionali", è aggiunto il seguente:

", nonché da rappresentanti designati dalle Università di Cagliari e di Sassari.". (44)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", nell'undicesimo capoverso, all'ottava riga, dopo le parole "… interna ed esterna." sono aggiunte le seguenti: "Dovranno essere adeguatamente valorizzate e implementate le iniziative di aggiornamento professionale ON LINE.". (549)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - AMADU.

Parte III - Capitolo 1 - Paragrafo 1.1

Nel paragrafo intitolato "La formazione", al termine del dodicesimo capoverso (Ambienti prioritari…), al quinto punto, è aggiunto il seguente sesto punto:

"sviluppo di programmi di autoverifica per la valutazione del rischio dell'errore clinico ed aggiornamento sui protocolli diagnostici e terapeutici valicati e suggeriti dalle società scientifiche, per singola patologia.". (550).)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, le chiedo la cortesia di sospendere brevemente i lavori per verificare alcuni emendamenti sui quali la Commissione aveva sospeso il giudizio.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per dieci minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 02, viene ripresa alle ore 19 e 38.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si esprime parere negativo sugli emendamenti numero 527 il, 534, 546, 547, 522, 523, 524, 526, 528, 530, 532, , 537, 542, 543, 545, 521, 525, 14, 529, 531, 533, 535, 536, 538, 539, 540, 541, 544, 548, 44, 549. Si esprime parere favorevole sugli emendamenti numero 110, 600, 550, quest'ultimo viene accolto solo in parte. Si chiede il ritiro degli emendamenti numero 92 e 138 in quanto quest'ultimo è stato sostituito dall'emendamento numero 600.

Presidente, preannuncio inoltre la presentazione di alcuni emendamenti orali al testo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Intervengo su questa parte proprio in ragione del fatto che questa è la parte del Piano che tratta delle risorse umane, della formazione, insomma del personale. E' uno degli argomenti sicuramente più rilevanti del Piano sanitario, come di ogni Piano che preveda un buon funzionamento della pubblica amministrazione, l'esercizio pieno della funzione pubblica a favore dei cittadini.

In questi giorni, in queste settimane, tanto si è detto su come funzionano gli ospedali in Italia, un po' sollecitati dall'inchiesta de "L'Espresso" sul Policlinico romano, dalle inchieste, dagli articoli dei docenti universitari più qualificati in questa materia, parlo di pubblico impiego, dai libri che nascono dagli articoli e dal dibattito in corso anche in questi giorni attorno a questo tema.

Io ho qua un libretto di Pietro Ichino, che per molti di noi è stato un intellettuale di riferimento, intitolato "I nullafacenti". Per la stima che avevo di Pietro Ichino, devo dire che questo libro è ciò che di più deludente io abbia potuto leggere in questi ultimi mesi perché, attraverso una sorta di dialogo tra un sindacalista, che avrebbe tutte le colpe del mondo, e un precario (superspecializzato, superlaureato, masterizzato, sottopagato e appunto precario), difende le consulenze alla pubblica amministrazione, attacca i dipendenti pubblici che non combinano niente in una sorta di festival del qualunquismo. Pericolosissimo! E l'idea base non è neppure nascosta!

Chi in questi anni ha seguito il dibattito sulla funzione pubblica, sui pubblici servizi, in Europa e in Italia, sa benissimo qual è la tesi su cui si fonda questa sistematica denigrazione della funzione pubblica e di chi opera nel pubblico impiego. La ragione è che pare che il 70 per cento del prodotto interno lordo sia servizio pubblico, e che per reggere la sfida del mercato sia necessario trasferire al sistema delle imprese questa quota parte. Per cui, siccome è difficile riuscirci attraverso un'azione trasparente di governo, bisogna mettere in campo intellettuali, giornalisti, stampa pubblica, eccetera, per dire quanto è schifosa la pubblica amministrazione, quanto la funzione pubblica sia disgustosamente inefficiente, perché così si ricava una motivazione politica di rilievo per privatizzare (ogni tanto si parla anche di "esternalizzazione" dei servizi pubblici), per spostare risorse verso il sistema delle imprese.

La realtà è ben altra. La realtà è che questa devastante operazione di trasferimento di risorse dal sistema pubblico al sistema delle imprese, fatto in questo modo, determina una inefficienza complessiva del sistema economico e dello Stato, intendendo per Stato, non solo la competenza pubblica, ma anche quell'insieme di soggetti che concorrono a costituire il sistema economico, il sistema politico, il sistema sociale nazionale. In questo caso, poi, anche europeo.

Mi ha particolarmente colpito una proposizione che ho trovato in questa inchiesta de "L'Espresso", dove il giornalista non visto o, meglio, non riconosciuto da nessuno, travestito da dipendente di un'impresa di pulizie, passando nei corridoi, ha tratto tutta una serie di indicazioni che poi sono state poste a fondamento dell'azione di governo e del Ministro della sanità in particolare, il che è tutto dire, è tutto dire.

Nell'articolo si dice che basta indossare una tuta blu e presentarsi vestito come un addetto delle manutenzioni oppure come un uomo delle pulizie, in tasca un metro da falegname e una macchina fotografica digitale nascosta, tutti i giorni per un mese intero, che nessuno se ne accorge, perché nessuno, questo capita nell'ospedale Umberto I, sa chi siano i dipendenti di quell'ospedale.

Sotto Il Palazzo ci sono centoventotto lavoratori ausiliari del Policlinico di Cagliari, che a turno svolgono la funzione di agenti sociosanitari; questa è la loro qualifica, poco riconosciuta o mezzo sconosciuta. Sta di fatto che, operano in quella realtà dal 2001, sulla base di una selezione pubblica. Ma non ci sono solo loro, ci sono medici specializzati presso tutti i reparti ospedalieri del Policlinico e non solo del Policlinico, anche del Brotzu e dell'Azienda sanitaria locale numero 8, ma credo anche delle altre Aziende sanitarie, c'è personale infermieristico, anche di provenienza non nazionale che copre carenze.

C'è un ricorso sistematico alle agenzie di lavoro interinale e non c'è il quadro esatto del fabbisogno del personale e non c'è neppure una ricognizione precisa del personale che opera all'interno del sistema sanitario regionale. C'è un grande utilizzo dei contratti atipici, c'è la precarizzazione sistematica di professionalità anche ad alto contenuto tecnico e professionale che vengono impiegate in sostituzione di personale medico e paramedico che non è stato, diciamo, in questi anni assunto attraverso le procedure di legge, così come prevede la normativa in materia.

Noi che cosa chiediamo? Chiediamo che si interrompa questa abitudine, chiediamo cioè una pubblica amministrazione efficiente, non tanto per contrastare il trasferimento di quel 70 per cento di PIL verso il sistema delle imprese, chiediamo di farlo perché è necessaria a questa Regione, al cittadino, una pubblica amministrazione efficiente e una pubblica amministrazione che funzioni.

Chiediamo che si smetta l'utilizzo di contratti atipici e il ricorso alle agenzie di lavoro interinale, chiediamo che venga stabilizzato il personale precario iniziando da quello più altamente specializzato, chiediamo che questo sia fatto anche attivando procedure di formazione necessarie per qualificare i lavoratori del Policlinico che sotto il Consiglio regionale manifestano da oltre dieci giorni, i medici che operano presso i reparti di gastroenterologia del Brotzu o presso la medicina nucleare del Policlinico, per fare degli esempi. Chiediamo cioè che si metta ordine finalmente in questa materia riconoscendo diritti ai lavoratori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, non ho ritrovato, in merito alle osservazioni poste dal collega Uras, il pacchetto degli emendamenti proposto da lui o dal suo Gruppo sul capitolo in discussione. Io credo di poter condividere una buona parte delle argomentazioni poste dal collega Uras; ho rivisitato velocemente gli emendamenti proposti e mi sembra che ce ne sia solo uno sui precari il cui contenuto è stato accolto dalla Giunta nell'emendamento di sintesi numero 600, per il resto non ho trovato proposte reali che possano dare gambe e corpo alle condivisibili posizioni del collega Uras.

Questa mi sembra un po' la linea guida di questo Piano sanitario regionale e, infatti, in quest'ultimo capitolo noi entriamo nel vivo. Sembra strano che si entri nel vivo, nella sostanza del Piano sanitario regionale, dopo circa un mese, un mese e mezzo di discussione. Purtroppo verifichiamo che manca la sostanza. Adesso rimanderemo alla futura discussione sulla finanziaria l'accertamento sulla veridicità dei numeri, perché c'è un elenco di numeri impressionante e scoraggiante che parte dalla presentazione del disegno di legge per l'esercizio provvisorio, passa per la prima proposta di Piano sanitario regionale, va alle dichiarazioni rese in Aula dal presidente Soru in fase di discussione dell'esercizio provvisorio stesso, arriva alle prime slide proposte dal Presidente nella presentazione della finanziaria 2007. Allora, io mi chiedo a quali numeri dobbiamo credere e chi realmente sta "dando i numeri" in quest'Aula. Perdonatemi il termine, nessuno si deve considerare offeso, ma io sarei contento se qualche collega, in particolare tra i più esperti di bilancio, riuscisse, a farmi capire a quali numeri stiamo facendo riferimento.

Abbiamo sostenuto più volte che dobbiamo dare gambe a questo discutibile Piano sanitario; nel merito l'abbiamo discusso, ve lo approverete sicuramente ma, alla fine, dopo i tanti silenzi che ci sono stati da parte della maggioranza e della Giunta in fase di discussione di questo Piano sanitario, almeno rispondete su come intendete dargli gambe.

Abbiamo provato a discuterne, abbiamo provato a dare dei suggerimenti, abbiamo cercato risposte all'interno del Piano sanitario o nei vostri interventi, non abbiamo trovato nulla, e questo è scoraggiante, decisamente scoraggiante. Abbiamo anche provato con una simpatica, ironica provocazione, grazie al collega Sergio Pisano. Era un'ironica provocazione e, come voi tutti sapete e mi insegnate, l'ironia è un segno di grande intelligenza; probabilmente da parte del collega Pisano e nostra c'è stata una sopravvalutazione, perché, il fatto rappresentato ironicamente aveva un grande significato politico e tecnico, non l'avete voluto cogliere.

Anche noi, con la nostra politica, abbiamo fatto degli errori mandando a casa Luttazzi, per esempio, ma non so che cosa potrebbe succedere se doveste arrivare al governo, visto che c'è da parte vostra un rigetto dell'ironia; ironia che, ripeto, è segno di grande intelligenza.

Anzi, si è detto che quella manifestazione era una vergogna per quest'Aula, non avete lasciato finire, non avete capito il senso di quella proposta (lo capirete meglio entrando nel merito di questo capitolo), ma le vere vergogne, colleghi, le vere vergogne di quest'Aula, non sono le provocazioni ironiche, simpatiche, gradite o meno, come sempre l'ironia può essere gradita o meno, non è quello che ci riempie di vergogna in quest'Aula. Avete provato a pensare quanta vergogna ha riversato su quest'Aula il rigetto dell'emendamento sulla cardiochirurgia pediatrica del Brotzu, diretta dal professor Tumbarello, respinto solo perché non ubbidiva a un'imposizione dell'Assessore o, meglio, ad una segnalazione clientelare dell'Assessore? Veramente nel vostro caso si chiamano segnalazioni sociali, nel nostro caso si chiamano segnalazioni clientelari.

Una grande vergogna riguarda la radioterapia del Brotzu; sapete già chi sarà il direttore di quel servizio, credo che il nome lo sappiate meglio di me, sapete benissimo che sono in arrivo altri due egregi luminari da Torino. Così come è vergognoso quanto si è visto, ieri notte, in relazione al reparto di ostetricia e ginecologia di Isili. Questa è la vera vergogna di questo Consiglio!

E' triste, è vergognoso, il vostro silenzio sulle consulenze che non mancheremo mai di richiamare: la grande, inutile spendita di denaro pubblico. Io, come sempre, non voglio mai adombrare fatti per i quali si getta fango su qualcuno, assolutamente, riporto dei fatti che sono nelle delibere, faccio i nomi e i cognomi. A me ha stupito l'intervento, pur apprezzabile e anche fantasioso, che ci ha unito tutti in un applauso, del professor Gessa, quando ha parlato dell'esperienza di Trieste Veramente, con tutto il rispetto, professor Gessa, ma in questo caso collega Gessa, in questo caso onorevole Gessa, mi ha stupito il fatto che siano bastati tre giorni per cambiare la sua opinione sul sistema psichiatrico in Italia. Mi ha ricordato quando si dipingevano soltanto le facciate delle caserme perché arrivava il generale, o quando le case farmaceutiche chiamano voi medici alla rappresentazione, alle Bahamas, di un nuovo principio attivo, per cui vi convincete che è buono.

Allo stesso modo, tre giorni di visitazione di un sistema psichiatrico, cacciato dalla Calabria, respinto dalla Toscana, respinto dai nostri psichiatri, hanno convinto il professor Gessa. Pensavo che ci volesse ben altro, soprattutto argomentazioni scientifiche, per cambiare opinione. Così come è una vergogna l'isolamento dei dirigenti negli Assessorati, quei dirigenti che non sono funzionali al potere, che si permettono di richiamare gli Assessori all'applicazione corretta della "31", alla separazione delle funzioni politiche da quelle amministrative; dirigenti che vengono allontanati o messi nei sottoscala e voi sapete i nomi, i cognomi, gli indirizzi. Sapete benissimo cioè che i fatti che sto riportando sono veri.

Questa è la vergogna di questo Consiglio! Chiunque ne porti la responsabilità nel passato e nel presente. Le minacce, i ricatti e le persecuzioni sono una vergogna; Saatchi & Saatchi è una vergogna; la mancata presa di posizione sulle dichiarazioni del professor Brigaglia, dichiarazioni ufficiali rese presso la procura della Repubblica e che noi già conoscevamo, è una vergogna; istituire una Commissione di inchiesta retta dalla maggioranza è una vergogna. Quelle sono vere vergogne! Tuvixeddu è una vergogna! "Sardegna fatti bella" è una vergogna! Aver bocciato la richiesta di creare una terza base per l'elisoccorso, che si rende necessaria per le condizioni geografiche che determinano difficoltà nelle comunicazioni interne della Sardegna, è una vergogna! Queste cose costituiscono sicuramente la grande vergogna di questo Consiglio! La grande vergogna del potere dei numeri e dei muscoli! La maggioranza dei componenti di quest'Aula, che si dichiarano democratici e popolari, si sta rendendo complice dello smantellamento delle istituzioni e della democrazia. Siete voi i veri complici.!

In questo contesto la discussione, nel metodo e nel merito, del Piano sanitario regionale è, a mio avviso, un altro triste capitolo del costante degrado politico, sociale, economico e culturale. Proporre l'ultimo capitolo in questo modo è quindi un fatto ancora più vergognoso rispetto a tutti quelli che finora ho elencato, e non mi è bastato il tempo per elencare tutto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Presidente, la Parte terza del Piano sanitario analizza come il sistema politico deve governare il sistema sanitario. Il governo clinico della sanità significa la capacità di monitorare i fenomeni, conoscerli e gestirli per offrire una migliore qualità dell'assistenza.

Un'affermazione di questo genere credo abbia bisogno di una qualche riflessione che tenga conto di tutti quegli episodi che, nel corso di questo mese, hanno portato all'analisi profonda non soltanto del sistema sanità Sardegna, ma anche delle scelte che si intendono portare avanti per promuovere il miglioramento del servizio sanitario regionale. Assessore, nonostante le affermazioni contrarie fatte in diversi momenti nel corso della discussione, non sono bastati due anni e mezzo per portare avanti un Piano sanitario; ed ora, nonostante lei abbia ormai a disposizione delle linee guida, Assessore, non credo che il Piano sanitario possa diventare una realtà poiché lei ha respinto tutte le proposte tese effettivamente a promuovere il miglioramento del sistema.

Il miglioramento del sistema non può derivare dai no; in politica questo non ha mai dato risultati positivi; in politica la contrapposizione non ha mai portato a ricercare le soluzioni migliori; in politica soprattutto non esiste (non è esistito neanche nel percorso di discussione del Piano), un momento in cui si possa stabilire con certezza la fine della discussione. Se il confronto è serio, se l'approfondimento è reale, se davvero la ricerca delle soluzioni è l'interesse primario, noi non possiamo fissare limiti perché l'intelligenza non può essere limitata da imposizioni derivanti dal fatto che gli obiettivi non sono rispondenti alle necessità non solo del sistema sanitario, non solo della nostra Aula, ma soprattutto a quelle delle nostre popolazioni.

In qualche momento abbiamo colto la "lucidità" per poter approfondire le varie tematiche. Abbiamo sviluppato un confronto anche aspro su alcuni temi. Di sicuro non abbiamo condiviso alcune linee del Piano che sono derivate dalla scelta politica effettuata fin dalle prime righe della proposizione di questo Piano. Siamo certi però che quel bandolo della matassa che è stato lanciato non troverà di sicuro accoglimento tra gli operatori della sanità e, ancora meno, tra la nostra gente che riceve risposte di giorno in giorno come quella riportata anche dalla stampa odierna: due ore di fila per il pagamento del ticket nell'azienda più importante della sanità sarda.

Questo è un aspetto che deve far riflettere, signor Presidente. Nella nostra veste di componenti di minoranza della Commissione abbiamo sottoposto ad esame il sistema di accoglienza presente nelle Aziende sanitarie; sono state installate infatti macchine per l'automazione delle prenotazioni per le visite e per i pagamenti. Questo sistema non ha mai funzionato (l'abbiamo denunciato in tante interrogazioni), abbiamo verificato che è bloccato a Cagliari, a Ghilarza, a Oristano..

Questo è l'approccio. Presidente, l'accoglienza nella tradizione sarda - e lei questo non può negarlo - si manifesta quando qualcuno si presenta alla porta di casa, ma anche negli uffici pubblici, si manifesta soprattutto nei momenti del bisogno e se noi vogliamo indirizzare i nostri pazienti verso una scelta più corretta, se vogliamo davvero offrirgli servizi rispondenti alle esigenze, non possiamo pensare di accogliere la gente a "portonate" in faccia. E questo è uno dei modi per dare "portonate". Oltre la sofferenza fisica, mentale e quant'altro, li facciamo soffrire anche per pagare il diritto a servizi efficienti. Questa è la quotidianità del sistema sanitario sardo dopo due anni e mezzo di cura Dirindin.

Voglio fermarmi su un altro problema trattato in questo capitolo: prevenzione e controllo delle infezioni acquisite nelle strutture sanitarie. Effettivamente uno entra nelle strutture sanitarie sano ed esce malato, addirittura l'un per cento dei pazienti che sviluppa un'infezione ospedaliera muore. Recentemente ho assistito al ricovero di un paziente trapiantato in camera sterile; l'attenzione degli operatori e dei familiari era massima; ma a un certo punto, durante la visita, entra una signora che di straccio e di secchio armata, senza nessuna precauzione, quasi stesse entrando in un altro qualsiasi locale dell'ospedale, con la sua acqua, più o meno pulita, inizia a lavare il pavimento.

Allora, è chiaro che il sistema va rinforzato soprattutto dal lato della formazione degli operatori; e posso soltanto apprezzare il fatto che nel Piano sia evidenziata la necessità di intervenire nel settore Fino ad ora la formazione, nelle poche Aziende sanitarie dove si è sviluppata organicamente, si è basata spesso sull'iniziativa di singoli professionisti. Sulla formazione però bisogna investire perchè è un obbligo sancito dalla legge, non è un diritto che gli operatori avanzano senza averlo, è un diritto sancito da leggi, e soprattutto è un bisogno del sistema. E' chiaro che non basta lo spirito di servizio, il senso della responsabilità che caratterizza buona parte degli operatori della sanità sarda, per poter dare il massimo.

Quello che mi spaventa in questo contesto è stata ed è la gestione del personale. Signor Presidente, lei deve sapere che l'ospedalità italiana è retta per una buona fetta, soprattutto nel Nord dell'Italia, da professionalità provenienti dalla Sardegna, soprattutto relativamente alla categoria degli infermieri professionali. Invece di attivare percorsi di importazione di personale sanitario con queste qualifiche, perché non si promuove l'azione di rientro dei tanti infermieri che sono stati allontanati dalla nostra Isola dalla mancanza di lavoro? Un lavoro che oggi c'è. Cito l'esempio del Gaslini di Genova (una realtà che conosco), dove lavorano circa 200 infermieri di origine sarda che tornerebbero per buona parte in Sardegna. Questa è la realtà vera alla quale la richiamo.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, questa parte relativa al governo clinico direi che è una parte davvero importante perché vengono prese in esame le risorse, il loro utilizzo, la loro valorizzazione, la creazione di nuove, il miglioramento di quelle esistenti. Quindi, è una parte che sicuramente ha una rilevanza fondamentale all'interno di questo Piano. Allora, valgono per questa parte considerazioni importanti espresse nel corso dell'intera discussione del Piano, considerazioni che sono state integrate in maniera che noi ritenevamo virtuosa attraverso gli emendamenti che abbiamo presentato.

Emendamenti che non sono stati adeguatamente valutati nel senso che, purtroppo, non c'è stata un'ulteriore fase di valutazione, come è stato fatto per altre parti del Piano, per cui perderete una serie di indicazioni migliorative che soltanto con una minima attenzione aggiuntiva sarebbero potute essere parti integranti del Piano, qualificandolo positivamente.

Vorrei toccare soltanto alcuni degli argomenti che sono comunque contenuti all'interno degli emendamenti che tendono alla modifica migliorativa del Piano, e vi vorrei parlare intanto delle risorse umane. Collega Uras, su questa parte ci sono almeno sette emendamenti presentati dalla minoranza che pongono il problema della creazione di opportunità di stabilizzazione per il personale precario. La sensibilità che noi abbiamo avuto - antecedente rispetto alle manifestazioni sotto questo Consiglio regionale - discende dal fatto che siamo convinti, assolutamente convinti, che un sistema che fornisce qualità dell'assistenza per poter funzionare deve avere certezze rispetto alle sue professionalità. Una professionalità non deve essere itinerante, deve avere certezza della propria qualifica, della sede di lavoro, del rapporto con il paziente; e mi riferisco sia al medico che all'operatore socio sanitario, perché il sistema della sanità funziona complessivamente con una serie di sensibilità che vanno ben al di là dell'ambito medico. È evidente, quindi, che anche l'investimento sulla formazione è strettamente collegato alla certezza della stabilità della professionalità all'interno del proprio posto di lavoro.

Noi crediamo che questa sia una risorsa del sistema, perciò su questo argomento era ed è possibile, nella sostanza, trovare dei percorsi virtuosi che ci consentano senza demagogia di individuare quali sono le strade che da un lato garantiscano certezza a chi lavora, dall'altro lato utilizzino questa certezza come elemento positivo per il sistema; perché il sistema cresce attraverso la certezza lavorativa delle persone che forniscono prestazioni di qualità dell'assistenza.

E il ragionamento, collega Uras, io lo faccio specificamente (la necessità deriva dalla mia formazione professionale), sui medici; esiste uno studio della Federazione nazionale degli ordini dei medici che dice che dal 2025 al 2030 l'Italia sarà importatore di professionalità mediche da paesi extraeuropei. Questo perché? Perché tra gli studenti della generazione cui appartiene l'assessore Dadea su circa mille iscritti all'anno all'Università di Cagliari se ne laureavano circa seicento all'anno, mentre l'attuale generazione su circa centosettanta iscritti all'anno si laureano in centocinquanta. Quindi, a causa di una mancata programmazione nel settore, oggi abbiamo un tappo all'interno degli ospedali di cinquantenni usurati perché, purtroppo, chi ha cinquant'anni ha comunque l'usura degli anni, sia per quanto riguarda la specificità lavorativa, che è un'usura importante, sia per quanto riguarda quella generica usura che comunque chi ha cinquant'anni, lei lo sa quanto me, purtroppo inizia ad avere.

Allora, ci poniamo il problema che oggi l'offerta assistenziale, all'interno degli ospedali, è garantita da medici appartenenti ad una fascia anagrafica strutturata, quella dei cinquantenni o dei sessantenni, che inizia ad essere difficilmente gestibile con l'elasticità che il sistema richiede? Ci poniamo il problema che il turn over fisiologico, che avrebbe dovuto comportare la presenza all'interno dei nosocomi di figure professionali anagraficamente meno usurate, non c'è mai stato, per cui abbiamo un gap generazionale totale e oggi la quantità e la qualità dei medici sardi, all'interno degli ospedali, sconta queste problematiche che sono reali e che necessitano che un programmatore si ponga il problema e che inizi a ipotizzare il modo in cui deve essere risolto?

Nel Piano non c'è scritto niente di tutto questo, non c'è uno studio su questo problema, non abbiamo mai letto niente in merito! Abbiamo l'intuizione che il problema ci sia e sia grave, ma non abbiamo la risposta! Così come contestiamo l'affermazione che il numero dei medici sardi dentro gli ospedali è elevato, non perché non sappiamo che rispetto alle medie statistiche è così, ma perché siamo convinti che la famosa ospedalocentricità del sistema ha comportato che in ospedale ci siano risposte improprie rispetto a quelle che dovrebbero essere date, che gli organici degli ospedali siano adeguati alle risposte in sovrannumero che l'ospedale dà, così come siamo anche convinti che il numero degli ospedali che in Sardegna fornisce assistenza a un milione e 650 mila abitanti, inevitabilmente è più alto che nella città di Milano a parità di numero di abitanti.

Queste sono le problematiche su cui avremmo voluto discutere con voi, perché non sono presenti nel Piano e perché ci sembrano gli elementi di criticità del sistema che richiedono un ragionamento della politica sui quali la politica, invece, decide di ritrarsi indietro, decide di prendere per buone delle asserzioni di principio presenti all'interno del Piano, decide di non chiedere un supplemento di indagini su tutti quegli aspetti che potrebbero essere virtuosamente esaminati da quest'Aula.

E termino con una riflessione su due problemi di cui abbiamo già parlato e che sono presenti all'interno di questi emendamenti: le liste d'attesa e i viaggi della speranza; li definiamo entrambi in un modo che possa essere facilmente compreso da tutti all'interno di quest'Aula. Le liste d'attesa, una volta che voi dite di dover ridurre le prestazioni all'interno dell'ospedale, si scaricano sul territorio; o voi mettete risorse aggiuntive nel territorio cioè potenziate il sistema dei poliambulatori, il sistema della accreditata privata, oppure tagliate prestazioni cioè allungate le liste d'attesa e fate soffrire la gente. Non ci credete? Vi è stato detto tante volte e voi non rispondete. Non ci credete? Bene, lasciamo che il Piano vada avanti, lasciamo che la...

LAI (D.S.). Vi abbiamo risposto!

VARGIU (Riformatori Sardi). No, caro Silvio, allora reputo la tua risposta insufficiente perché tu mi dici che il 20 per cento delle prestazioni è inutile, quindi rinunciamo al 20 per cento delle prestazioni; ma, siccome sei una persona intelligente, sai che se non viene effettuato uno studio specifico su questo problema, tagliando il 20 percento delle prestazioni inutili si taglierà anche l'80 di prestazioni utili, necessarie che non potranno più essere soddisfatte, e sai benissimo che è così.

L'altro problema è quello dei viaggi della speranza. Abbiamo una mobilità extra regionale che è contenuta per il fatto di essere un'isola non perchè non si voglia andare fuori. Pensiamo alla radioterapia; i dati che ci fornite dicono che dei pazienti che devono sottoporsi alla radioterapia 2 mila all'anno non vanno. Allora noi dobbiamo individuare quali sono le maggiori fonti di mobilità e su quelle intervenire; e se scopriamo che la cardiologia pediatrica è una di queste dobbiamo dotarci di strutture che trattengono i bambini che hanno necessità di quella risposta terapeutica in Sardegna.

Se continuiamo a pensare che dietro certe proposte si cela chissà che cosa stiamo negando ai sardi risposte di qualità; ed è per questo motivo che alla fine il dialogo diventa difficile, colleghi, mentre io spero che tra i vostri interventi qualcuno dia risposte proprio nella direzione del dialogo e del confronto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.

FRAU (Progetto Sardegna). Presidente, riguardo a questo importante capitolo vorrei sottolineare alcune cose e vorrei fare più un appello che non un intervento sul problema delle risorse umane. Io credo che siamo arrivati al capitolo forse più importante di questo Piano sanitario perché noi possiamo progettare gli ospedali più belli del mondo, possiamo immaginare di acquisire le tecnologie più avanzate, ma se non facciamo una riflessione profonda sulle risorse umane che devono usare queste risorse strutturali e tecnologiche, credo che abbiamo sbagliato tutto.

Quando si parla di politiche sanitarie uno degli aspetti più importanti riguarda le risorse umane; purtroppo molti reparti attualmente si reggono ancora sul lavoro di personale precario, sia medico che di comparto. Io ho la convinzione che un governo e una maggioranza di centrosinistra non possano ulteriormente tollerare questo stato di cose. Condivido in gran parte le affermazioni del collega Uras su questioni che noi abbiamo inserito nel Piano. Mi piacerebbe che non rimanessero semplicemente delle enunciazioni teoriche ma che trovassero applicazione concreta

Allora, se il precariato è in genere all'origine di un disagio sociale grave, perché io credo che nessuno possa pensare al proprio futuro se non ha una certezza almeno del presente, in sanità credo che questo problema sia ancora più grave. La mancanza del senso di appartenenza ad un reparto, ad una struttura, ad un gruppo, ritengo sia all'origine di tanti episodi, anche di malasanità, ed è quindi un problema da risolvere urgentemente non a parole ma nei fatti.

La soluzione di questo problema era alla base del programma dell'Unione che ha vinto le elezioni nazionali, è specificato in questo Piano; io so che lei, Assessore, condivide questa posizione e ha emanato una delibera specifica che vieta in qualche modo il ricorso alle agenzie di lavoro interinale. Però, io so per certo che ancora si sta facendo ricorso a questo metodo di assunzione (se ne sta facendo ricorso alla "8", se ne sta facendo ricorso alla "6") che trovo inaccettabile dato che non riesco a capire perché, per dare un posto di lavoro, si debba sempre avere l'intermediazione di un'agenzia.

Il secondo problema, sul quale rivolgo un appello all'Assessore, in questo momento è il perseguimento delle pari opportunità. A questa problematica facciamo riferimento in ogni convegno, in ogni manifestazione, ma se lei in questo momento visiona le graduatorie che si stanno predisponendo nelle AA.SS.LL. vedrà che alcune donne sono state inserite agli ultimi posti solo perché hanno appena partorito. Questo è un fatto inaccettabile da parte di un governo e di una maggioranza di centrosinistra.

L'appello che io faccio, perché so che lei è profondamente convinta come me delle cose che stiamo dicendo, è che si faccia urgentemente una ricognizione di queste agenzie di lavoro interinale per verificare il numero dei dipendenti, le modalità di compilazione delle graduatorie, i criteri di selezione e assunzione.

Una sola parola sui lavoratori precari che da dieci giorni bivaccano sotto il Consiglio regionale e ai quali, ovviamente, va la mia solidarietà e quella del mio Gruppo; io credo che una parola la dobbiamo dire: questi lavoratori sono stati imbrogliati. Sono stati imbrogliati dall'Università che non si è assunta la responsabilità degli atti che ha posto in essere, perché doveva occupare 50 posti e ha stilato una graduatoria di 128 posti, creando 128 precari a cui in sei anni non è stata neanche in grado di fare un corso di formazione professionale per dargli una qualifica che gli permettesse di essere finalmente stabilizzati.

Allora, io credo che, in attesa della loro stabilizzazione, nell'immediato possiamo almeno qualificare questi lavoratori perché in tempi brevi possano entrare negli organici dell'università o delle altre strutture sanitarie della città.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pisano. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, dato che io avevo prenotato l'intervento, in modo corretto a mio avviso, la invito a verificare, sempre se è possibile, quanto tempo intercorre tra l'invio del segnale dalla postazione del consigliere e l'arrivo nel suo monitor.

Inizio il mio intervento con un apprezzamento sulle prime undici righe di questa terza parte. Devo confessare che sono, probabilmente, le cose che maggiormente condivido di questo Piano sanitario regionale. Tra l'altro rispecchiano un po' anche il concetto che ieri il Presidente ha ripreso intervenendo in quest'Aula, in quanto emerge finalmente la centralità del diritto del cittadino utente rispetto al sistema sanità, perchè l'obiettivo strategico di questo Piano è quello di riuscire ad elevare il livello dei servizi, qualitativamente e quantitativamente, della sanità, favorendo inoltre la condivisione di questo obiettivo da parte di tutti gli operatori coinvolti. Ecco, questo mi pare l'approccio giusto . E ancora una volta, naturalmente, detto che condivido questo principio, credo di dover rilevare alcune incongruenze.

La considerazione principale è che questo Piano è affetto dallo stesso difetto che affliggeva il Piano sanitario regionale ultimo, approvato dalla Regione sarda nel lontano 30 aprile del 1985. Chi è stato testimone, in quegli anni, di quell'evento (un evento, tra l'altro, annunciato in maniera quasi trionfale) ricorda, con certezza, che fu un Piano presentato con tre anni di anticipo. L'iter perché si arrivasse esattamente ad elaborare il Piano triennale 1982 - 1985 fu lunghissimo, infatti venne licenziato alla fine del triennio. Dopo soli trenta giorni (giorni, tra l'altro, particolari per la Sardegna, perché contestualmente il Parlamento italiano eleggeva Francesco Cossiga quale nuovo Presidente della Repubblica), il Presidente della Regione sarda, Mario Melis, licenziò l'Assessore della sanità che, per l'esattezza, era il professor Mastropaolo.

Ma, a distanza di ventidue anni, non dobbiamo rischiare di riproporre le stesse modalità, perché allora tutti alla fine furono scontenti. Soprattutto la programmazione prevista, era soltanto proclamata, perché è vero che quel Piano conteneva anche i capitoli di spesa, cosa che non abbiamo in questo, però, evidentemente la copertura, diciamo così, finanziaria era comunque sui generis e, quindi, non si riuscì ad ottenere niente, non si fece niente. Probabilmente è davvero difficile programmare nel settore della sanità.

Io penso che quegli errori oggi non li possiamo rifare. Ecco perché vedo in queste undici righe, davvero, quel principio che, se attuato, ci farebbe superare questi elementi di difficoltà. Allora, perché non dare sufficienti risposte ai problemi? Adesso stiamo parlando di personale. Come non condividere sul piano del principio le considerazioni che, in maniera molto onesta, ha fatto Luciano Uras in questa sede, uno che milita in un partito di sinistra, denunciando e sconfessando la tesi di quell'ideologo di sinistra che sostiene il licenziamento dei nullafacenti, i cosiddetti fannulloni? Il problema dell'efficienza dell'amministrazione pubblica non può essere risolto attraverso uno slogan. Questa è la verità. E il Ministro per le riforme attualmente in carica ha fatto benissimo a sconfessare, anche lui, questo ideologo della sinistra.

Oggi, questo problema casualmente si sta riproponendo qui relativamente ai precari. L'onorevole Frau diceva di non riuscire a capire il motivo per il quale si ricorre alle agenzie interinali". Io credo che lui intuisca invece qual è il vero motivo ma non l'abbia voluto chiarire fino in fondo.

Si ricorre alle agenzie interinali per due importanti motivi. Inizialmente era il solo modo di by passare il problema occupazionale, molto spesso infatti non si poteva assumere perché non era consentito da una normativa, quindi il modo più facile era quello di ricorrere alle agenzie interinali;. ricorso che, se utilizzato da un'amministrazione appena, appena poco seria, probabilmente consentiva dei risultati più semplici da ottenere.

Detto questo, oggi noi non possiamo pensare di non risolvere, attraverso la stabilizzazione rapida, immediata, di questi lavoratori, il problema. Io credo che davvero diventi inaccettabile, e uso lo stesso termine che ha usato un collega poco fa, pensare ad una stabilizzazione che abbia un corso di cinque anni, per centoventi, o poco più, posti di lavoro. A me sembra mostruosamente irrealizzabile: cinque anni per stabilizzare centoventi posti di lavoro. Mi fa venire in mente la stabilizzazione degli LSU, per i quali avevamo ipotizzato, ricorderà bene l'onorevole Uras, proprio un periodo simile: cinque anni. E poi, non si stabilizzarono di sicuro tutti quei lavoratori.

È chiaro quindi che il meccanismo non può essere quello; dobbiamo adottare per questa stabilizzazione modelli che in altre occasioni abbiamo già utilizzato, riconoscendo queste professionalità. Ma, onorevole Frau, come si può dire: "Cominciamo col qualificarli". A parte il fatto che la qualifica questi lavoratori l'hanno conseguita sul campo, per cui il percorso formativo che si prevede è, come dire, pro forma, finalizzato soltanto al conseguimento del titolo.. Bisogna dare loro il riconoscimento di un posto di lavoro definitivo e, finalmente, dopo sei anni di lavoro precario far sì che possano affrontare una vita come tutti i lavoratori dipendenti.

Io sono fortemente d'accordo, sul piano del principio, che si riveda l'applicazione della legge Biagi che ci ha creato tanti danni; lo dice uno che milita in un partito nel quale forse questa posizione non è nemmeno del tutto condivisa. Ma la legge Biagi, soprattutto in una regione meridionale, in una regione come la Sardegna, non ha fatto altro che creare grandi danni, lo dimostrano anche le statistiche sul numero dei disoccupati. Siamo stati capaci di smantellare un sistema anagrafico, unico, che era quello che certificava veramente chi era disoccupato e chi non lo era. Oggi non lo si capisce più, perché è sufficiente che uno…

PRESIDENTE. Onorevole Pisano, il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'emendamento numero 527.. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 534. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 546. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 547. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 522.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, preannuncio il mio voto favorevole sull'emendamento 522 che riguarda l'importante aspetto del risk management, cioè la gestione del rischio clinico che comprende l'insieme delle attività che normalmente vengono, modernamente, svolte nei Servizi di medicina legale, e la cui mancata istituzione, come abbiamo avuto modo di verificare nel corso della discussione del Piano, costituiva un danno per la Sardegna.

Se l'emendamento numero 522 viene bocciato (voi potrete sempre dire che lo bocciate perché comporta un eccesso di dettaglio nel Piano) a me potrebbe venire il dubbio che voi queste attività abbiate in mente di farle non all'interno dei Servizi di medicina legale ma altrove. E allora se avete in mente di farle altrove sarebbe interessante capire dove avete in mente di farle, e come mai avete in mente di farle altrove a differenza di quello che si fa nel resto d'Italia.

Se poi la risposta che voi mi dovreste dare, e che immagino non mi darete perché in questo momento non esiste neanche la volontà di rispondersi su questioni elementari, fosse diversa da quella che il buon senso e la logica comporterebbero ci sarebbe seriamente da preoccuparsi. Presidente, chiedo la votazione nominale dell'emendamento.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 522.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Calledda ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - CONTU - DIANA - LA SPISA - LICANDRO - LOMBARDO - MURGIONI - PETRINI - PISANO - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MARROCU - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 50

votanti 49

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 12

contrari 37

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 523.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, anche questo emendamento, come il precedente, riguarda un capitolo nel quale voi parlate di rilevazione di realtà aziendali, di analisi dei reclami, dei contenziosi, quindi di tutta una serie di problematiche che introducono alle maggiori criticità del sistema; un esempio sono le liste d'attesa che tanto inficiano il rapporto tra la sanità pubblica e il paziente che ha, purtroppo, la sfortuna di subirle.

L'emendamento numero 523 introduce anche dei problemi aggiuntivi, per esempio quello delle coperture assicurative. Voi avete idea se esista, all'interno della sanità sarda, una copertura assicurativa omogenea per tutti coloro che vi operano? Nel Piano non c'è scritto niente, ma vi do io la risposta: no, non c'è una copertura assicurativa, ci sono AA.SS.LL. che addirittura non danno copertura assicurativa ai propri operatori. E quando qualcuno se ne accorge può anche capitare che si debba vendere la casa per coprire la spesa.

Insomma, non sarà il caso di fare una riflessione su questi problemi? Noi sappiamo che l'aumento della pressione sugli operatori sanitari crea quella famosa "medicina difensiva", che è un elemento che sostiene la risposta sanitaria impropria, cioè sostiene prestazioni sanitarie inutili. Parliamo di un costo, assolutamente inutile, per il sistema, che deriva esclusivamente dal senso di precarietà che spesso il sanitario ha nei confronti di una domanda che non si riesce a gestire correttamente, in termini di rapporto tra paziente e struttura sanitaria, tra paziente e medico.

Mi sembra che questi debbano essere dei problemi all'ordine del giorno di un Piano sanitario regionale, perché nei Piani sanitari di altre Regioni probabilmente di questi argomenti si discute, si parla, si prospettano soluzioni che sono quelle che l'emendamento numero 523, sul quale esprimo il voto favorevole e chiedo la votazione nominale, propone all'attenzione dell'Aula.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 523.

(Segue la votazione)

Risponde sì il consigliere: VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS -.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 41

votanti 40

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 1

contrari 39

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 524.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, preannuncio il mio voto a favore dell'emendamento numero 524 e ne chiedo la votazione nominale. Ricordo che stiamo parlando dell'istituzione dell'ufficio del Garante regionale per il diritto alla salute; una proposta che i Riformatori hanno effettuato da tempo e che nella scorsa legislatura regionale vide un'ampia convergenza in Aula, da parte di consiglieri regionali di entrambi gli schieramenti, a riprova del fatto, io personalmente ho questo convincimento, che se un'esigenza è reale e non ha una propria vocazione ideologica, è abbastanza difficile che non si verifichino le convergenze adeguate per rispondere a quella esigenza.

Nell'ambito dell'ufficio del Garante , come è meglio precisato all'interno dell'emendamento numero 524 rispetto alla vostra proposizione, opera una camera arbitrale di compensazione del contenzioso riferibile ad un rapporto negativo tra paziente e medico. Si cerca di riportare in sede extragiudiziaria il contenzioso che danneggia sia il medico, che eventualmente ha effettuato una prestazione sanitaria incongrua o mal fatta, sia il paziente che deve sottostare alle lungaggini del tribunale per vedere riconosciuto l'eventuale giusto diritto al risarcimento.

È quindi un elemento virtuoso che consente di eliminare il ricorso al contenzioso giudiziario e, contemporaneamente consente al professionista di lavorare con maggiore tranquillità riducendo il ricorso alla medicina difensiva, con un risparmio di costi per il sistema e anche, va detto anche questo, con un risparmio di prestazioni inutili per il paziente. Oltretutto alcune di queste prestazioni non sono innocue; pensate per esempio a tutte le prestazioni di radiologia che prevedono l'utilizzo di radiazioni ionizzanti. L'esposizione a questo tipo di radiazioni comporta un danno per il paziente ancora più grave se il trattamento viene effettuato inutilmente, senza un motivo clinico valido a supporto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vittorio Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO VITTORIO (U.D.C.). Presidente, io intervengo su questo argomento perché forse qualcuno ricorda che anche nelle mie dichiarazioni alla premessa del Piano avevo sottolineato l'importanza dell'istituzione del Garante per il diritto alla salute. Questo emendamento sottolinea come questa figura, molto importante per il cittadino, deve essere indipendente; non intendo indipendente dalla Regione (dalla Giunta o dal Consiglio regionale) ma rispetto alle prestazioni che offre il Servizio sanitario regionale. Ci si dovrebbe rivolgere all'ufficio del garante, infatti, per difendere l'accesso a prestazioni che o non si sono ricevute o si sono ricevute in maniera non adeguata.

Io rivolgo un appello alla maggioranza affinchè accolga questo emendamento per questo motivo. Dichiaro sin da adesso che voterò a favore.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, sull'ordine dei lavori. Vorrei chiederle, cortesemente, di sapere se è prevista una pausa, eventualmente intorno a che ora, e come si pensa di procedere successivamente perché, francamente, avverto un po' di stanchezza.

PRESIDENTE. Onorevole Caligaris, siccome navighiamo a vista (e questo non va bene) penso che ci dovremmo organizzare per stare qui a lungo questa notte. Penso di poterle dare il chiarimento richiesto fra qualche minuto.

Continuazione della discussione delle partizioni del testo unificato "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. 11/A e Doc. 11 bis/A) del documento: "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11/A) e del documento: "Integrazione al Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11 bis/A)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Presidente, intervengo per giustificare il mio voto contrario all'emendamento, pur apprezzandone il senso e il contenuto. Vorrei ricordare che sul tema ho presentato, primo firmatario, un emendamento che introduceva una ulteriore specificazione al testo, rispetto a quella che poi è stata recepita, che consentiva sostanzialmente l'istituzione di due distinti uffici del Garante della salute, per quanto riguardava il contenzioso e per quanto riguardava la malpractice.

La ragione che mi ha portato a ritirare l'emendamento è stata la constatazione che questa materia non potesse essere liquidata con due affermazioni di principio da inserire all'interno del Piano, ma necessiti di uno specifico approfondimento che sarà oggetto di un successivo progetto di legge da esaminare e licenziare con la dovuta attenzione. Naturalmente ci sarà un coordinamento con l'altro testo che è già, come ha detto il Capogruppo dei Riformatori, all'attenzione della Commissione..

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 524.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Meloni ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: GALLUS - LICANDRO - VARGIU -.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS -.

Si sono astenuti: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 3

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 526.

Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, io voterò a favore di questo emendamento. Intanto devo dire che sono perfettamente d'accordo con voi quando scrivete che le infezioni ospedaliere rappresentano un problema di rilevante sanità pubblica.

Dico sinceramente che non ero a conoscenza delle percentuali che riportate; fanno talmente impressione che viene quasi la voglia di credere che siano esagerate: ogni mille pazienti, uno muore per conseguenze che non sono propriamente legate alla patologia per la quale è stato ricoverato.

Non sono invece d'accordo con il concetto che "contenere e ridurre le infezioni acquisite nelle strutture sanitarie significa migliorare la qualità dei servizi erogati", perché stiamo parlando di vite umane e non soltanto di un miglioramento dei servizi. Quello che invece io so bene da tanti anni, da troppi anni, da quando frequento gli ospedali non soltanto come medico ma spesso anche in qualità di utente, è che abbastanza spesso questi problemi sono legati proprio a quelle che vengono definite nell'emendamento le carenze strutturali dei nostri ospedali.

Credo che chiunque se dovesse entrare in uno dei bagni di qualunque reparto, di qualunque ospedale certamente potrebbe mettersi le mani nei capelli; per non parlare di sgabuzzini, o di zone che sono scarsamente frequentate dal pubblico. Ma questo voi non lo scrivete nella dozzina di righe in cui si parla, appunto, della prevenzione e del controllo delle infezioni acquisite nelle strutture ospedaliere.

Ecco perché sono convinto che questo emendamento, invece, rappresenti proprio la sintesi di quelle parti del Piano sanitario che possono avere un minimo di possibilità di essere migliorate anche con il contributo da parte dell'opposizione, perché si propone come obiettivo quello della eliminazione di tutti quei fattori strutturali che rendono difficile il contenimento delle infezioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Presidente, voterò a favore dell'emendamento che prende in considerazione un problema al quale avevo già accennato nel corso della discussione generale. Ritengo sia un segnale di attenzione aver trattato nel Piano l'epidemiologia delle infezioni ospedaliere (o infezioni acquisite nelle strutture sanitarie). Ma noi non possiamo evidenziare dei dati, impressionanti, per poi contenere in poche righe gli obiettivi da perseguire attraverso l'istituzione della solita commissione.

Noi istituiamo una commissione quando l'Istituto superiore di sanità studia questo tipo di problematiche da decenni. Ma pensiamo davvero di costituire una commissione in loco? Che studi che cosa? Ma che cosa deve studiare quando i protocolli sono già elaborati? Il problema casomai è soltanto quello di applicarli perché le sale operatorie, le sale di degenza, i percorsi del pulito-sporco vanno seguiti da personale adeguatamente formato, perché questi compiti possano essere esercitati tutti i giorni: di mattina, di sera e di notte. La pulizia non è una cosa che viene calata dall'alto da una Commissione. Certo, bisogna imbattersi in problematiche di questo tipo per conoscerle, essere ricoverati in ospedale per un banale problema e poi rimanere ricoverati per settimane, per decine di giorni, perché il trattamento delle infezioni ospedaliere è sempre molto lungo per l'alta resistenza alle terapie degli agenti che le causano.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 526. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 528.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi Presidente, colleghi del Consiglio, io esprimo innanzitutto il mio voto a favore dell'emendamento numero 528. Anche su questo emendamento ho il sospetto che tra le motivazioni che ne hanno determinato il rigetto da parte del relatore di maggioranza ci sia stata l'impossibilità di approfondire l'argomento. Credo che sia difficile, oggi, negare l'esistenza di una sofferenza nel sistema sanitario regionale sardo, in particolare in quello ospedaliero, legata alla età anagrafica della maggior parte dei medici che vi operano.

Purtroppo è una fascia anagrafica in cui l'efficienza fisica, non essendoci un turnover, non è più garantita. Quindi all'interno dei reparti sanitari oggi, c'è una risposta dal punto di vista anagrafico inadeguata. Per contro c'è la presenza di personale precario che, oltre ad essere sotto pagato, non è in grado di garantire un'assistenza degna di tal nome perché la sua collocazione, all'interno del punto dove garantisce la prestazione professionale, è appunto precaria, quindi cambia continuamente il tipo di professionalità che risponde in quella sede all'esigenza sanitaria, senza che si crei il rapporto medico-paziente, e senza che ci possa essere una formazione professionale del medico stesso degna di tal nome.

Questa è un'emergenza; nell'emendamento numero 528 noi proponiamo una soluzione che prevede anche lo stanziamento di risorse destinate a un piano di stabilizzazione degli attuali operatori precari.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 528. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 530.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 530 e ne chiedo la votazione nominale. Anche la correzione proposta in questo emendamento può sembrare di poco conto, in realtà è sostanziale. Il Piano dice che nell'ambito della risposta professionale e sanitaria c'è un eccesso di medici ed una carenza di infermieri; noi sosteniamo invece una tesi differente e cioè che oggi c'è, comunque, una carenza complessiva di professionalità che appare più marcata nell'ambito delle professioni infermieristiche.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 530.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Manca e Pacifico hanno votato contro e Cappai a favore.

Rispondono sì i consiglieri: ARTIZZU - CAPPAI - LA SPISA - PETRINI - PISANO - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 47

votanti 46

astenuti 1

maggioranza 24

favorevoli 6

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 532.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 532 e chiedo la votazione nominale. Oltre a ribadire in questo emendamento, e anche in questo caso immagino che , almeno in linea di principio, il centrosinistra dovrebbe accettarlo, la necessità che da parte dell'Assessorato regionale competente ci sia l'impegno a creare percorsi facilitati per l'assunzione degli attuali precari, viene introdotto anche un altro elemento, che noi sappiamo essere di criticità all'interno del sistema, che potrebbe avere anche soluzioni diverse, rispetto a quelle proposte nell'emendamento medesimo, e cioè che l'Assessore, almeno per quanto riguarda le Aziende sarde, individui dei percorsi garantisti sulla mobilità inter aziendale.

Oggi la mobilità inter aziendale, per meccanismi di governo nazionale del sistema, è affidata sostanzialmente all'arbitrio totale delle Aziende riceventi il personale che, eventualmente, viene trasferito; sarebbe opportuno che venissero creati dei percorsi, magari studiando anche la possibilità di avere delle graduatorie inter aziendali per professionalità, che possano consentire una migliore distribuzione del personale secondo le esigenze delle Aziende, ma anche secondo le aspettative del singolo professionista o del singolo operatore sanitario che abbia la legittima aspettativa di riavvicinarsi al territorio di provenienza.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico dell'emendamento numero 532.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere SANNA Matteo ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - CAPPAI - LA SPISA - PETRINI - PISANO - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 9

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 537.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, non ricordo quale parere il relatore ha espresso sull'emendamento.

PRESIDENTE. Il relatore ha espresso un parere negativo.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io, ovviamente, dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 537del quale sono primo firmatario. Mi rendo conto che le difficoltà nell'apprezzare il contenuto dell'emendamento sono legate anche alla fretta che ci affligge, in questo momento, nella discussione di quest'ultima parte del Piano. Però, io ritengo che costituisca un elemento positivo, nella complessiva crescita dell'Azienda, il rafforzamento del senso di appartenenza dei dirigenti-medici, e ovviamente del personale in generale, e di crescita della motivazione, da attuarsi attraverso specifici e validati percorsi formativi. Ripeto che sarebbe un valore per l'Azienda perché ancora capita nelle Aziende sarde, anche recentemente nell'Azienda sanitaria locale numero 8, che alcuni percorsi virtuosi non vengano proposti per una crescita culturale del personale, ma vengano imposti dall'alto. Noi sappiamo bene però che il valore di una scelta recepita, in quanto fatta propria dall'operatore sanitario, è ben diverso da quello di una scelta che, invece, viene imposta dalla direzione aziendale.

Dal punto di vista della spendibilità dell'acquisizione della consapevolezza che avviene nel personale dipendente e nel dirigente medico si tratta di cose ben diverse. Quindi, ci sembrava davvero un valore importante, meritevole di essere introdotto all'interno del Piano, specificare che il percorso è virtuoso ma che deve essere raggiunto attraverso la condivisione e non attraverso l'imposizione.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 537. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 542. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 543.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento numero 543 e ne chiedo la votazione nominale. Devo dire che il mancato accoglimento di questo emendamento sono certo che sia figlio dell'assenza del dialogo. Ne sono certo perchè questo emendamento nasce da uno di quei viaggi della speranza della Commissione sanità sarda, che ha girato il territorio regionale sardo non soltanto per consumare chilometri delle gomme dell'auto, ma anche per esaminare le realtà esistenti sul territorio. Quando visitammo l'ospedale di La Maddalena ci venne segnalata una criticità relativamente ai servizi di anestesiologia

in quanto non si trovava una specialista in anestesia che fosse disponibile a rimanere nell'ospedale di La Maddalena. Ci stavano per brevissimi periodi, poi, appena trovavano una collocazione migliore, andavano via.

Allora, sulla base di esperienze compiute in altre regioni italiane, già un anno e mezzo fa, si propose all'assessore Dirindin di individuare delle tipologie di borse di studio finalizzate alla copertura di specifiche carenze del sistema delle specialità, individuando le sedi in cui c'erano queste carenze e attribuendo la borsa di studio nelle scuole di specializzazione, a patto che lo specializzando accettasse di spendere i primi anni della sua specializzazione all'interno delle strutture nelle quali non era possibile risolvere la carenza.

Io credo che la bocciatura dell'emendamento non esima, ovviamente, l'assessore Dirindin dal cercare, possibilmente, di realizzare delle forme di intervento di questo genere in collaborazione con l'Università.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 543.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: CAPELLI - CAPPAI - CONTU - DIANA - LA SPISA - LOMBARDO - PETRINI - PISANO.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 50

astenuti 1

maggioranza 26

favorevoli 10

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 545. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il testo del capitolo1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 521.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, nel breve tempo a disposizione per una dichiarazione di voto sottolineo come questo argomento relativo all'appropriatezza terapeutica e diagnostica, purtroppo, è un argomento orfano del Piano. Voi sapete che, ormai, nella valutazione del rischio medico legale, è parte integrante e importante il fatto che il paziente venga indirizzato all'accertamento più indicato rispetto alla patologia. Il che significa che mandare un paziente in un ospedale o in una struttura che non ha le apparecchiature tecnologiche più adeguate ad effettuare la diagnosi, è già un elemento di danno nei confronti del paziente per il quale il paziente è abilitato a chiedere un risarcimento.

Far operare un paziente presso la struttura che non è la più qualificata per fornire quella particolare prestazione è anch'esso un elemento di responsabilità dell'equipe medica o dell'equipe chirurgica che, invece di indirizzare il paziente verso la struttura più idonea e verso l'equipe più adeguata ad effettuare l'intervento, lo effettua essa stessa prendendo in carico il relativo rischio.

Questo ragionamento comporta che sia necessario ipotizzare l'istituzione di un'anagrafe delle apparecchiature tecnologiche disponibili in Sardegna che consenta di effettuare una valutazione sulla necessità di innovazione tecnologica e di rinnovo del parco delle apparecchiature; un'azione che è indispensabile per poi poter indirizzare davvero il paziente alla prestazione sanitaria più congrua, senza che ci sia nessun danno per il paziente e nessun rischio per gli operatori sanitari che di quel paziente si occupano.

Per questo io voto a favore dell'emendamento numero 521 e ne chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 521.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Pacifico ha votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: CAPPAI - PISANO - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 45

votanti 44

astenuti 1

maggioranza 23

favorevoli 4

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

E' in votazione l'emendamento numero 525.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Io voterò a favore dell'emendamento e ne chiedo la votazione nominale. Questo emendamento potrebbe esprimere il nostro giudizio sul Piano e il vostro atteggiamento rispetto al nostro giudizio sul Piano; noi vi diciamo due di quelle verità che il presidente Soru definirebbe lapalissiane e, cioè, che i cittadini sardi devono essere curati quanto più possibile vicino a casa propria, e che devono ricevere le prestazioni di maggior qualità possibile nell'essere curati quanto più possibile vicino a casa propria.

Questo significa che l'impegno fondamentale di questo Piano, dovrebbe essere quello di garantire l'accesso alle prestazioni sanitarie, quindi la possibilità che ciascun cittadino che abbia bisogno, dall'accertamento diagnostico all'intervento chirurgico (ovviamente che ne abbia realmente bisogno, come direbbe il collega Lai), riceva le prestazioni senza scontrarsi con liste d'attesa interminabili, come oggi succede. Secondariamente, che quel cittadino che ha bisogno di una prestazione sanitaria che non sia di altissima specializzazione, pertanto non sia tra quelle che noi abbiamo deciso che non possono essere garantite nel territorio sardo, la possa avere senza essere costretto a vendersi la casa, come ancora oggi succede, magari mettendosi in mano di qualche compiacente stregone, fuori dalla Sardegna, che nell'aspettativa di garantirgli una prestazione di salute, che in Sardegna non c'è, in realtà elimina ogni risorsa economica e finanziaria di quel cittadino e, qualche volta, anche della sua famiglia.

Io credo che la battaglia contro le liste d'attesa e la battaglia contro i viaggi della speranza, sia la battaglia fondamentale che questo Piano dovrebbe fare perché è davvero attraverso questi due indicatori che c'è la miglior qualificazione della garanzia dell'assistenza che stiamo prestando al cittadino. Se su questo avessimo riflettuto un attimo, probabilmente anche il discorso sulle risorse economiche che faremo nei capitoli successivi avrebbe avuto un senso diverso, consentendo di trovare punti di incontro assai maggiori tra maggioranza e opposizione in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Un cenno su questo emendamento, sul quale dichiaro di votare naturalmente a favore, va fatto, per sottolineare che avvicinandoci alla discussione sul quadro economico, che è a monte di questo Piano sanitario regionale, noi non possiamo non evidenziare che in questa terra non sono garantiti i livelli appena appena dignitosi di assistenza .

La questione delle liste d'attesa e la questione della mobilità passiva, del dramma che vivono i nostri concittadini che devono andare fuori per trovare livelli accettabili di assistenza, le difficoltà di tanti altri che sono costretti magari a telefonare all'Assessore, a un consigliere regionale, per poter avere una visita, un esame particolarmente importante o un ricovero, sono i nodi che gettano ombra su questo Piano; gettano ombra sull'abbondanza, in alcuni punti, di parole, di proclami e di analisi peraltro molto vaghi in altri, di questo Piano. Un Piano che dimentica che, per ottenere questi risultati, il grande sforzo si doveva fare fin dall'inizio della legislatura. È ora uno sforzo vano. Su questo noi crediamo che si debba ancora porre l'accento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pisano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, io voterò a favore dell'emendamento numero 525 e, poiché non ho trascritto in maniera esatta il parere della Commissione e soprattutto quello dell'Assessore, io immagino che questo emendamento abbia avuto un parere favorevole, ma ho certezza che l'assessore Dirindin sicuramente abbia espresso parere favorevole.

Perché dico questo? Perché noi abbiamo ripetuto o, meglio, l'onorevole Vargiu ha riportato quasi testualmente le parole che l'assessore Dirindin aveva utilizzato nel presentare questo Piano sanitario regionale. L'assessore Dirindin, adesso glielo ricordo, aveva detto che finalmente la sanità era stata portata nei territori, allontanando i servizi dagli ospedali per avvicinarli agli utenti; questo concetto è contenuto in questo emendamento. Tra l'altro, questo misura anche l'insufficienza dell'intero Piano, perché uno degli elementi essenziali ai quali avremmo dovuto far riferimento nel costruire questo strumento di programmazione, era il cosiddetto "dato analitico di riferimento" quindi lo studio, l'analisi del territorio.

L'analisi del territorio, in questo caso, significava valutare i servizi effettivamente oggi esistenti e, quindi, misurare le liste di attesa. Quante volte, Assessore, le è stato chiesto di comunicarci con grande precisione i dati sulle liste di attesa per singolo distretto perché potessimo davvero programmare, in maniera seria, e quindi costruire un Piano sanitario regionale che avesse la dignità davvero di definirsi tale?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che questo emendamento, sul quale voterò a favore, dovrebbe rispondere ai tanto declamati principi di equità, eguaglianza, sussidiarietà, solidarietà. Vorrei sottolineare che in questo capitolo manca quello che è costante negli altri: la descrizione della situazione attuale. Forse c'è stato qualcuno che ha redatto la descrizione della situazione attuale ma, vergognandosene, non l'ha riportata nel Piano; per esempio i dati sulle liste d'attesa. Liste d'attesa che, se va bene, qualcuno che ha la tessera giusta riesce a superare, perché questo è il modo con cui si è impostata la soluzione di questo problema. Chi ha il santo in Paradiso le scavalca, e non parlo solo delle liste d'attesa per le prestazioni ambulatoriali, ma anche di quelle per gli interventi chirurgici. Approfondiamo quante e quali sono le liste d'attesa per chi deve sottoporsi ad un intervento chirurgico e pensate un po' a quelli che non hanno la fortuna di abitare in centri vicini ai presidi ospedalieri.

Questo è il principio espresso nell'emendamento numero 525 che mira, comunque, almeno come dichiarazione, come forma, come volontà da perseguire il fatto che ci sia eguaglianza, solidarietà, sussidiarietà nei confronti di chi non ha, per questi versi, la fortuna di essere vicino ad un presidio ospedaliero.

Perché non c'è in questa parte la fotografia della situazione attuale? Perché continuate a vergognarvi di rappresentare la situazione attuale? Perché c'è sicuramente da vergognarsi, ma io credo che non ci saranno risposte perché ovviamente, anche su questo, avrete avuto tutti l'ordine del silenzio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Questo emendamento numero 525…

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, non ascolti le interruzioni e prosegua il suo intervento.

LADU (Fortza Paris). Mi stanno chiedendo di sedermi, Presidente, ma io parlo sempre in piedi! Ritenevo che questo emendamento potesse essere accolto da tutti perché mira a garantire che tutti i cittadini vengano assistiti con prestazioni di qualità e possibilmente vicino alla propria residenza. E su questo io non credo che ci sia un consigliere regionale che non sia d'accordo; però, stranamente, la Commissione l'ha respinto, e credo che anche il Consiglio alla fine lo boccerà.

Però, Assessore, io credo che noi dovremmo fare davvero una riflessione seria sui dati che vengono riportati anche all'interno di questo Piano. Si dice che i posti letto sono in esubero, soprattutto per quanto riguarda gli acuti, e viene taciuto il fatto che oggi in Sardegna ci sono liste d'attesa lunghissime. Ma, se sono giusti i dati quando si dice che l'occupazione dei posti letto non raggiunge la percentuale prevista a livello nazionale, io mi chiedo quali controlli vengono fatti.

Non è possibile che un paziente debba presentarsi tre o quattro volte in ospedale prima di essere ricoverato perché non c'è posto, non solo per quanto riguarda le discipline chirurgiche ma anche per quanto riguarda le altre patologie. Non è possibile che la gente qui non riesca a farsi visitare, non riesca a farsi curare, non riesca a farsi operare, però i posti letto sono vuoti, e noi continuiamo a ridurne comunque il numero.

Io credo che non sia stata fatta una valutazione seria su questi dati, perché qui la gente non riesce mai a fare interventi in tempi ragionevoli ed è costretta invece ad andare fuori.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 525.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: LADU - LOMBARDO - MURGIONI - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - SANNA Matteo - VARGIU.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 49

votanti 48

astenuti 1

maggioranza 25

favorevoli 7

contrari 41

(Il Consiglio non approva).

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Sull'ordine dei lavori. Presidente, le chiedo una interruzione dei lavori di almeno trenta minuti.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, il problema è che anche le interruzioni brevi diventano in realtà interruzioni molto più lunghe e questo aggiunge solo fatica perché ci troviamo più tardi al medesimo punto al quale abbiamo interrotto. La proposta prevede di assentarci a turno. L'interruzione dei lavori diventa un pochino più complicata.

Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà

MARROCU (D.S.). Presidente, concordo con la richiesta dell'onorevole Ladu di una interruzione dei lavori. Colgo però l'occasione per chiedere ai colleghi di poter concludere i lavori nel più breve tempo possibile, tenuto conto che del Piano credo si sia discusso a sufficienza. PRESIDENTE. Sospendo la seduta sino alle ore 22.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 37, viene ripresa alle ore 22 e 18.)

Continuazione della discussione delle partizioni del testo unificato "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. 11/A e Doc. 11 bis/A) del documento: "Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11/A) e del documento: "Integrazione al Piano regionale dei servizi sanitari" (Doc. n. 11 bis/A)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo i lavori

Metto ora in votazione l'emendamento numero 110. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 14. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biancu. Ne ha facoltà.

BIANCU (La Margherita-D.L.). Presidente, chiedo una ulteriore sospensione di cinque minuti.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 22 e 20, viene ripresa alle ore 22 e 28.)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo i lavori.

Metto in votazione l'emendamento numero 529. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 531.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, io dichiaro il mio voto a favore dell'emendamento numero 531 nel quale, adesso che si avvicina la trattazione del governo economico del servizio sanitario, si avverte la preoccupazione, che ormai abbiamo capito che non verrà fugata prima della fine del Piano, che non ci sia la possibilità di quel riequilibrio tra l'ospedale e il territorio che è la costante del vostro Piano.

Quando iniziammo a discutere in Commissione sanità il Piano sanitario regionale una delle prime considerazioni che colpì la nostra attenzione fu il prospettare la necessità, in Sardegna, di riequilibrare a favore del territorio la risposta sanitaria. Noi immediatamente dicemmo sì al riequilibrio, ma proponendo chiaramente un aumento di risorse. Infatti, se noi dobbiamo limitare gli investimenti nell'ospedale è necessario che sia potenziato il territorio, perché soltanto un territorio potenziato può essere un filtro verso quell'ospedale a cui noi vogliamo levare la risposta impropria.

Questo approccio nel Piano non c'è, ormai è palese che non c'è; sono palesi le dichiarazioni del collega Lai sulle prestazioni che devono essere contratte, tagliate, eccetera. Noi vi stiamo dicendo -ve lo diciamo ancora, per l'ennesima volta, nella speranza di avere una vostra risposta - che da questa impostazione discenderà un taglio di prestazioni che determinerà un'irritazione del cittadino a causa della carenza di risposta alle sue aspettative, ai suoi bisogni di salute, discenderà un allungamento delle liste d'attesa, quindi, discenderanno delle condizioni di maggior criticità del sistema che pagheremo tutti quanti, ma in particolare voi che siete responsabili oggi di queste scelte contro le quali noi stiamo combattendo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 531. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 533.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Dichiaro il voto a favore dell'emendamento 533 che, sempre in tema di gestione del personale, sollecita che la ricognizione prevista nel paragrafo sulle professioni sanitarie avvenga valorizzando il raccordo con le Università affinché sia garantita la migliore programmazione degli accessi alle scuole di specializzazione; sappiamo benissimo (l'abbiamo già rilevato negli emendamenti precedenti) , che sono necessarie nel sistema sanitario regionale le nuove professionalità, come si può verificare anche studiando quei processi di ricambio delle professionalità del mondo sanitario.

Nel corso delle discussioni in Commissione abbiamo approfondito il discorso sulla professionalità dei nostri operatori sanitari, a qualunque categoria appartengano. Abbiamo rilevato soprattutto che a seguito dell'istituzione del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina vi sarà, per determinate branche specialistiche, una riduzione notevole delle professionalità che richiederà la necessità di programmare non solo gli accessi ma in modo particolare l'accesso alle specializzazioni per quelle nuove professionalità di cui il mondo sanitario necessita e necessiterà per i prossimi anni.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 533,. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 535.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Dichiaro il voto a favore dell'emendamento 535 che richiede: "costruzione di percorsi di stabilizzazione e accesso facilitato per le attuali professionalità precarie delle AA.SS.LL.". Ho avuto modo di evidenziare non soltanto i bisogni, ma anche quali sono le professionalità presenti sul mercato che hanno bisogno di una accesso facilitato al mondo del lavoro nell'ambito sanitario; soprattutto si è rilevato come il precariato che è stato creato nel corso degli ultimi anni necessiti di correzioni. Non è possibile, infatti, che figure professionali specializzate (medici e quant'altro) vengano assunte con contratti che non sono rispondenti alle norme dei contratti nazionali e, quindi, siano costrette a seguire un percorso di precariato che nega la professionalità, ma soprattutto non riconosce il livello di prestazioni che questi stessi professionisti sono in grado di assicurare.

Questo discorso riguarda diverse professionalità; tutti ricorderete il caso della ragazza napoletana (biologa, ricercatrice, che svolgeva il suo lavoro per la modica cifra di circa 800 euro mensili), riportato dalla stampa, citata dal Presidente della Repubblica in occasione del discorso di fine anno. Questa ragazza, per la segnalazione del presidente Napolitano, è stata additata come l'emblema di coloro che con molta dedizione...

PRESIDENTE. Onorevole Contu, il tempo a sua disposizione è terminato. Metto in votazione l'emendamento numero 535. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 536.

Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CONTU (F.I.). Presidente, dichiaro il voto a favore dell'emendamento numero 536 e concludo il discorso iniziato poc'anzi...

(Interruzioni)

Dicevo che il presidente Napolitano additava questa ragazza come esempio di un precariato che, necessariamente, doveva trovare nel mondo scientifico e accademico, soprattutto nell'università di Napoli, il riconoscimento non solo dei titoli ma anche delle capacità professionali.

Questo tipo di precariato è diffusissimo in Sardegna nell'ambito non solo dell'Università ma anche delle Aziende sanitarie: ne abbiamo tanto, forse troppo. Questi lavoratori, che ormai da più giorni presidiano il palazzo del Consiglio regionale, sono un esempio concreto di professionalità che devono essere riconosciute non solo per il servizio già svolto ma soprattutto perché queste professionalità possono contribuire all'arricchimento, nel caso specifico, dell'Azienda mista cagliaritana.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 536. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 92. Ha domandato di parlare il consigliere Licheri. Ne ha facoltà.

LICHERI (R.C.). L'emendamento numero 92 è ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 538. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 539. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 600 che sostituisce l'emendamento numero 138.

Ha domandato di parlare il consigliere Serra per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SERRA (Federalista-Autonomista Sardo). Presidente, nel dichiarare il voto favorevole su questo emendamento, vorrei registrare un'inversione di tendenza che è in corso a mio avviso, sia a livello nazionale che regionale, relativamente al trattamento dei lavoratori precari. C'è un'attenzione nuova e c'è soprattutto questa volontà da parte della Giunta e della maggioranza di attivarsi per risolvere in modo definitivo i problemi che riguardano il precariato.

Io voglio solo citare quello che è stato già fatto da questa Giunta per quanto riguarda i forestali; e ora fare un piano per risolvere i problemi dei precari della sanità mi sembra un fatto estremamente positivo. Però, ai lavoratori del Policlinico che protestano qui sotto il Consiglio regionale da circa un mese io credo che si possa dare una risposta un tantino più precisa rispetto a quella indicata nell'emendamento.

Io chiederei di inserire, se è possibile, anche con un emendamento orale, una frase che dica, in modo esplicito, che i lavoratori precari del Policlinico saranno ricompresi nelle Aziende del servizio sanitario regionale; oppure impegnare la Giunta, affinché rimanga agli atti del Consiglio, a stabilizzare questi lavoratori insieme a tutti i lavoratori che verranno stabilizzati nel piano quinquennale..

Non sono sicuramente del parere che occorra dare risposte a tutti quelli che protestano, qualche volta si dice anche qualche cosa di questo genere, ma secondo me ci vuole anche una certa dose di rispetto e di comprensione per questi lavoratori che in questi giorni, in queste settimane hanno manifestato il loro disagio stando qui sotto con un comportamento veramente degno di rispetto e di comprensione. Chiederei che cosa si può fare in questo senso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Dichiaro il voto favorevole all'emendamento numero 600 che, secondo me, dove dice: "…predispone entro 120 giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano quinquennale di stabilizzazione dei lavoratori precari". poteva essere meglio specificato, Assessore. Io penso voi vogliate offrire un palliativo ai precari che da un mese stazionano sotto il Consiglio regionale.

La situazione del Policlinico si è creata in questo modo; questi ragazzi lavorano nel Policlinico da sei anni tramite agenzie di lavoro interinale, hanno fatto una regolare selezione, hanno superato la selezione e fanno parte di una graduatoria di 128 precari. Naturalmente questo problema esiste in tutta la Regione, mi dicono anche al Policlinico di Sassari.

Assessore, la pregherei di correggere questo emendamento, non è possibile che si faccia un piano quinquennale, con questo piano vengono istituite le aziende miste, in questo piano può essere inserito un emendamento aggiuntivo che preveda la stabilizzazione non di tutti i precari ma, bensì, di quelli che inizialmente potranno ricoprire la pianta organica che il direttore generale approverà, e subito dopo si provvederà a stabilizzare anche gli altri.

Predisporre un piano quinquennale per chi ha sei anni di lavoro alle spalle e magari rischia di restare cinque anni senza lavoro, stiamo parlando di padri di famiglia, di madri di famiglia, che hanno già preso anche impegni economici, credo sia sbagliato. Presidente lei ieri ha annunciato in quest'Aula che stavate facendo il bene di tutti i sardi; io vi invito a riflettere: fate il bene anche di questi precari, che non sono solo quelli del Policlinico, ci sono medici, ci sono infermieri, ci sono ausiliari, e ci sono amministrativi.

Noi abbiamo sanato il precariato anche in altre aziende, l'abbiamo fatto tutti assieme, sarebbe il caso anche di farlo anche per il personale della sanità. Io sono sicuro che, con la volontà di tutti, si possa risolvere questo problema. Facendo fare, nel più breve tempo possibile, poi l'assessore sa qual è il tempo necessario, un corso di formazione a questi precari dei due Policlinici….

PRESIDENTE. Onorevole Cappai, il tempo a sua disposizione è terminato. Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Anche noi votiamo a favore di questo emendamento, per quel poco che significa, in termini di speranza, rispetto ad una condizione certamente di gravissima difficoltà in cui si trovano lavoratori che non hanno un minimo di prospettive, non dico di certezze. Oggi il mondo del lavoro certezze ne dà sempre meno per cui questo emendamento è un segno forte di attenzione da parte delle istituzioni regionali e delle Aziende sanitarie.

Noi, come tutti i Gruppi in questo Consiglio regionale, abbiamo incontrato e ascoltato, tutti insieme, alcuni di questi rappresentanti di una categoria molto estesa generata, purtroppo, dall'attuale sistema del mercato del lavoro e dall'attuale sistema di reclutamento del personale da parte delle amministrazioni pubbliche.

Credo che su questo emendamento non si possa che votare a favore, nonostante non contenga alcune precisazioni che sono state chieste, anche nel corso della trattativa, relative all'aspetto formativo, per offrire maggiori possibilità. Al di là di un generico riferimento ad un piano di stabilizzazione, credo che davvero si potesse e si debba ancora tentare di indicare alcune prospettive più certe, per mettere questi lavoratori in condizioni di poter poi essere orientati verso forme di lavoro più stabili e durature.

Noi crediamo che ancora si debba lavorare (d'altra parte oltre a questa tappa del Piano sanitario regionale avremo altre occasioni in cui sicuramente il problema dovrà essere affrontato), con la disponibilità da parte di tutte le forze politiche, visto che è un problema oggettivo che riguarda molte famiglie, molti lavoratori, molte persone che, al di là della propria appartenenza politica, chiedono quello che è un diritto di tutti: un lavoro e una prospettiva di stabilità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Anche noi siamo a favore di questo emendamento, anche se, devo dire la verità, mi sembra un emendamento abbastanza generico. In particolare, non è chiaro perchè si stabilisce un tempo così lungo, cinque anni, per la stabilizzazione di questi lavoratori precari. Io credo invece che si sarebbe dovuto indicare un periodo di tempo all'interno della durata di questa legislatura, a meno che questa Giunta non stia pensando di rimanere ancora tanti anni.

Io credo che la proposta contenuta nell'emendamento sia giusta, anzi giustissima, però bisognerebbe che la stabilizzazione di questi lavoratori avvenisse, lo ribadisco, nel tempo di permanenza al governo di questa Giunta regionale. E' comunque un'iniziativa politica giusta, corretta, nel senso che bisognerebbe andare comunque verso la stabilizzazione di tutto quel personale che finora ha prestato servizio all'interno delle Aziende sanitarie regionali.

Bisogna capire anche che cosa si intende per personale precario; perché possono rientrare in questa dizione persone che hanno lavorato un anno, sei mesi o in base ad altri tipi di rapporto di lavoro. Questa dicitura mi sembra molto generica; generica relativamente a che cosa si intende per lavoro precario e generica anche sui tempi di stabilizzazione, che effettivamente mi sembrano troppo lunghi. Non vorrei poi che altri facciano magari cose diverse, una volta che questa Giunta non sarà più in condizioni di decidere sul futuro di questi lavoratori precari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lanzi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LANZI (R.C.). Presidente, per dire che innanzitutto fa piacere raccogliere l'unanimità dell'Aula rispetto a un tema così importante e delicato, che riguarda non solo la sanità ma parte importante del lavoro in Italia, per scelte politiche ben definite. Il Piano dice bene che l'assenza di politiche in questi anni ha fatto sì che, in Sardegna, si sia realizzato un ricorso al lavoro interinale e precario, nel mondo della sanità in particolare, come in altre realtà regionali in Italia.

Io ritengo che questo emendamento, condiviso da tutta la maggioranza, dalla Giunta, sia un elemento di concretezza fondamentale all'interno delle politiche sulle risorse umane, perché impegna la Giunta, ma anche la maggioranza, a fare una ricognizione dello stato attuale del precariato all'interno della sanità in Sardegna, e impegna la Giunta ad avviare anche un processo non solo di superamento del precariato per le politiche future, ma anche di stabilizzazione delle realtà di precariato oggi presenti in tutto il mondo della sanità.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Amadu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

AMADU (U.D.C.). Presidente, in riferimento all'emendamento numero 600, ricordo che noi, come minoranza, ci siamo posti il problema di valutare, con molta attenzione, la situazione del precariato in Sardegna, con riferimento al personale medico e non medico, compreso quello ausiliario, in servizio presso le Aziende del servizio sanitario regionale. E, in questa direzione, abbiamo presentato degli emendamenti con l'obiettivo di creare quel clima favorevole ad affrontare questa importante tematica.

Io credo che molte situazioni di precariato si siano create a causa dell'ipocrisia amministrativa di diverse Aziende. Ora, io preannuncio due richieste di emendamento orale a questo emendamento di cui condivido il contenuto politico perché credo che, come hanno detto altri colleghi, esso debba essere in qualche modo integrato e, in qualche modo, come dire, migliorato.

Quindi io propongo in primo luogo di sostituire la parola "quinquennale" con "triennale", in maniera tale che questo impegno alla stabilizzazione segua temporalmente le sorti del Piano sanitario regionale. In secondo luogo, chiedo che nel secondo capoverso che inizia con le parole "Il predetto Piano", si aggiungano le parole "nella prossima finanziaria e negli atti di bilancio della Regione", chiaramente mi riferisco ai documenti in corso di predisposizione. Solo in questo modo possiamo dare un segnale forte alle attese e non limitarci a un generico impegno di carattere politico.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Alberto Randazzo per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RANDAZZO ALBERTO (U.D.C.). Non userò tutto il tempo a disposizione ma, ascoltando l'intervento del collega Serra che citava i precari, che purtroppo occupano una parte del Consiglio regionale per portare avanti le loro istanze, mi sono chiesto se il collega Serra ha letto bene l'emendamento, sul quale premetto che voterò a favore, e se si è accorto che le figure di cui si parla sono specifiche: personale sanitario, tecnico, professionale ed amministrativo, mentre le persone che manifestano qua sotto non rientrano in nessuna di queste.

Allora, se è vero che dobbiamo portare avanti le istanze di queste persone occorre aggiungere il termine "ausiliari", perché la loro graduatoria, è per questa figura professionale. Inoltre, vorrei sapere se è stata fatta la ricognizione prevista nell'emendamento e quanti sono i precari da stabilizzare nelle quattro tipologie inserite nell'emendamento. Sto chiedendo il costo di questa operazione anche se, ripeto, voterò a favore e sosterrò anche la copertura finanziaria da inserire nel bilancio di questa Regione.

Però, se dobbiamo davvero dare risposte ai lavoratori accampati sotto il Palazzo, dobbiamo aggiungere, lo propongo con un emendamento orale, anche il termine "ausiliari"; diversamente non stiamo dando risposte a realtà che io ho conosciuto in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vincenzo Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS VINCENZO (D.S.). Signor Presidente, io avrei preferito non intervenire su questo emendamento però, sinceramente, mi viene un po' l'orticaria quando vedo che qualcuno punta a strumentalizzare le esigenze dei lavoratori di avere un posto di lavoro degno di questo nome.

Io credo che l'emendamento numero 600 risponda un minimo alle problematiche presenti oggi nel precariato che caratterizza gran parte del lavoro interinale all'interno delle Aziende sanitarie. E' un emendamento che predispone un piano che dovrà innanzitutto contenere obiettivi, tempi di realizzazione, ambiti prioritari di intervento, requisiti, modalità e risorse finanziarie per arrivare a stabilizzare tutto il lavoro interinale che, oggi, caratterizza le Aziende sanitarie nell'isola.

Si tratterà innanzitutto di capire che cosa è successo in questi anni e sappiamo che, se solleviamo il velo del lavoro interinale in Sardegna, scopriremo che l'utilizzo del lavoro interinale ha consentito anche di far passare le clientele peggiori che hanno caratterizzato e umiliato gran parte di quelle persone oggi lavoratori precari. Noi dobbiamo guardare a questi precari per dargli dignità lavorativa, ma in maniera seria, cercando di dare non risposte clientelari ma risposte che mettano fine all'utilizzo che si è fatto fino ad oggi di questi lavoratori.

Quindi, concordo sulla predisposizione di un piano quinquennale che stabilisca innanzitutto quali sono le qualifiche che all'interno di quel mondo vi sono e, senza fare clientela, senza prendere scorciatoie, puntare a stabilizzare questi lavoratori. Io credo sia arrivato il momento di smettere di strumentalizzare queste esigenze, di mandare questi lavoratori allo sbaraglio, di puntare ad avere dei riscontri in termini elettorali. Badate bene che in questo modo non si ottengono risposte serie; in questo modo si rischia effettivamente di compromettere anche un lavoro serio che deve essere portato avanti per dare risposte e certezze a questi lavoratori che hanno subito questo tipo di politica. Una politica che certamente non ha creato il centrosinistra.

AMADU (U.D.C.). Voglio l'elenco della ASL 1 per sapere chi ha dato quei nomi. A Sassari ce ne sono cinquecento!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Presidente, l'onorevole Floris ha detto la verità; aspettavamo proprio il suo intervento, onorevole Floris, perché lei ha toccato il tasto dolente di questo emendamento e adesso sappiamo esattamente quali sono i vostri intendimenti. Vede, onorevole Floris, lei dovrebbe essere così attento da farsi dare l'elenco di tutti i lavoratori interinali presenti nella provincia di Nuoro, nel comune di Nuoro, nella provincia di Cagliari, in tutte le amministrazioni governate da voi. Si renderebbe conto così di quanti interinali sono oggi in Sardegna nella stessa situazione. Li avete chiamati voi, non li abbiamo chiamati noi, sono frutto della vostra politica.

(Interruzioni)

Lei ha avuto l'opportunità di tacere e invece ha voluto infilarsi proprio in un ginepraio. Onorevole Floris, questo emendamento… Presidente, vorrei completare il mio intervento.

PRESIDENTE. L'orologio è bloccato, onorevole Diana, continui.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Colleghi, riprendiamo il controllo della situazione.

DIANA (A.N.). Non è facile riprendere il controllo della situazione con questo clima, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, prosegua il suo intervento.

DIANA (A.N.). L'onorevole Floris ha avuto l'onestà intellettuale di ammettere che questi signori che presidiano il Palazzo regionale, non sono affatto interessati da questo emendamento, non sono interessati, se ne andranno a casa! E fa meraviglia l'atteggiamento di Rifondazione Comunista. Onorevole Uras, questa è una sua "marchetta", se lo ricordi! Perché il vostro emendamento parlava di tre anni, non di cinque anni, parlava di 90 giorni non di 120, e soprattutto non sollevava il problema di questi signori che stanno qua sotto! Allora, quale problema state risolvendo?

Io sollecito l'Assessore a dirci se questi signori che stanno qui sotto sono interessati da questo emendamento oppure no. Se non sono interessati, di che cosa stiamo parlando? Intervenga, onorevole Uras, per dirci se quegli amici suoi, lì sotto, sono interessati da questo emendamento. Non sono affatto interessati! Allora, se all'onorevole Floris viene l'orticaria, io mi chiedo dove sarà previsto il presidio per le allergie nel nuovo Piano, perché ancora non l'ho capito.?

PIRISI (D.S.). E' qui dentro!

DIANA (A.N.). Se le viene l'orticaria, ma le dovrebbe venire veramente l'orticaria, onorevole Floris!

(Interruzione del consigliere Pirisi)

DIANA (A.N.). Onorevole Pirisi, in questo momento questi signori che stazionano sotto il Palazzo saranno probabilmente afflitti da quella patologia di cui lei molto coerentemente ha parlato. Quindi, Assessore, su questo punto lei deve fare chiarezza, noi abbiamo visto la presenza di non so quante maestranze... PRESIDENTE. Onorevole Diana, il tempo a sua disposizione è terminato.

Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.). Io spero non sia vero che i lavoratori, che da qualche giorno presidiano il Consiglio regionale, non possano rientrare in questo provvedimento. Ne parlavo poc'anzi con il collega Uras, non è possibile creare aspettative di sicurezza del lavoro per la vita e poi deluderle. Chi in famiglia non ha avuto problemi del genere non potrà mai capirlo.

Io non ho difficoltà ad ammettere che il lavoro interinale crea queste aspettative che molte volte, purtroppo, vengono deluse e tradite; ciò nonostante, piuttosto che il non far niente e il non avere niente, anche il lavoro a tempo determinato lenisce e fa superare momenti di crisi e di necessità nelle famiglie.

Concordo con il collega Amadu e con chi sostiene che forse era meglio predisporre un piano triennale, però è probabile che lo sforzo finanziario necessario fosse molto più imponente e quindi meno sostenibile. Per cui, se è una necessità mantenere un piano di stabilizzazione quinquennale, è indispensabile che tutti i precari della sanità, tutti, possano beneficiare di questo provvedimento, perché sarebbe un'ingiustizia tra persone che lavorano fianco a fianco se una venisse stabilizzata, garantendogli la sicurezza del lavoro (il che vuol dire la sicurezza del pane, della vita per la propria famiglia), e l'altra non avesse questa fortuna, pur avendo la stessa necessità e lo stesso diritto.

Quindi, se il provvedimento deve essere fatto, venga fatto per tutti equamente, poiché cento lavoratori in più (o cento disoccupati in meno), non possono compromettere più di tanto l'equilibrio di bilancio previsto in questo settore.

Quindi, io prego - così come hanno fatto altri colleghi - l'Assessore, il presidente Soru così come l'Assessore del personale di porre molta attenzione a questo fatto, affinché con tutta la buona volontà di sanare un'ingiustizia non se ne causi un'altra molto più grave. Il mio voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pisano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, io voterò a favore dell'emendamento numero 600 sul quale, mi è parso di capire, fino a questo momento l'espressione di voto favorevole è stata unanime. Di conseguenza credo che l'onorevole Floris avrebbe fatto bene a non parlare, in questo contesto, di strumentalizzazione: non vi può essere strumentalizzazione fintanto che tutti i Gruppi, di opposizione e di maggioranza, si esprimono a favore della stabilizzazione.

Ciò non significa che non si debba ragionare tecnicamente su come è scritto questo emendamento. A mio giudizio è scritto malissimo, e sicuramente da persone che non hanno fatto stabilizzazioni nel passato. È evidente innanzitutto che è totalmente indefinito il soggetto cui è rivolta questa stabilizzazione. Perché la definizione di "personale precario" è talmente vaga che potrebbe comprendere tutto. Stiamo parlando soltanto del personale dipendente delle cosiddette agenzie interinali o stiamo parlando del personale cosiddetto precario in maniera più ampia, quindi comprendiamo anche gli assunti a tempo determinato attraverso le graduatorie degli Uffici del lavoro? Stiamo parlando di chi è stato assunto anche con un contratto part time o anche con altre tipologie contrattuali?

Questo piano, che dovrà essere adottato entro 120 giorni (e fin qui naturalmente siamo tutti d'accordo), è un piano di stabilizzazione quinquennale; obiettivamente non si riesce a capire che significato abbia il termine quinquennale. Significa garantire un posto di lavoro per cinque anni, come altre volte è avvenuto per dei lavoratori presso il settore privato, oppure significa che in maniera diluita nel tempo, in cinque anni, stabilizzeremo (quindi negli organici delle AA.SS.LL.) questi dipendenti? Che cosa significa? Non significa niente scritto in questo modo.

Finché siamo in tempo possiamo fare tutti gli emendamenti orali che vogliamo perché la condivisione della proposta è totale, nell'interesse di tutti i lavoratori, compresi quelli che nell'emendamento non sono citati. A mio giudizio infatti gli ausiliari, i cosiddetti generici, non sono ricompresi nella definizione che è stata adottata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, vorrei dire che a me questo emendamento sembra significativo perché, come diceva l'onorevole Lanzi, è una premessa che sottolinea l'importante ruolo che la Regione vuole assumere, e che il presidente Soru ha anticipato nella conferenza stampa di fine anno, relativamente al lavoro e alla stabilizzazione appunto dei precari.

Credo che rientri proprio in quella visione di un Piano straordinario per il lavoro che garantisca e dia prospettive soprattutto ai giovani sardi, anche nell'ottica del reddito di cittadinanza per chi invece si trova in grosse difficoltà in questo momento. Credo però che si debba anche rispondere all'appello dell'onorevole Serra il quale, ponendo l'accento sulla necessità di chiarire questa posizione dei precari del Policlinico universitario, e che sono ausiliari, ha voluto sottolineare un'emergenza reale. E mi sembra che un emendamento orale così come è stato proposto aggiungendo il termine " ausiliario", ed eventualmente il termine "Policlinico universitario", debba essere accolto proprio perché è nello spirito e nel significato di questo emendamento.

Resta la questione dei cinque anni. Certo, cinque anni possono apparire un arco di tempo molto ampio. Però, siccome crea una premessa e siccome credo che sia anche il frutto di un ragionamento, dato che nell'emendamento è prevista una accurata ricognizione delle diverse situazioni esistenti, credo che si possa far fronte a tutte le esigenze che sono emerse dando una risposta concreta anche a quelle persone che oggi hanno manifestato in più occasioni, incontrando anche i Capigruppo e diversi consiglieri regionali, sulla condizione in cui si trovano ad operare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà

URAS (R.C.). Intanto per dire che io ritengo questa stesura più che sufficiente rispetto all'obiettivo. Casomai andrebbe precisato...

(Interruzione del consigliere Contu)

URAS (R.C.). Onorevole Contu, mi vanto di essere un tecnico della materia, di altre materie no, di questa un pochino sì.

Casomai, dicevo, andrebbe aggiunto dopo "personale sanitario" anche "socio sanitario"; ma è il Piano che guida, che definisce requisiti, modalità, risorse finanziarie, è l'obiettivo che è indicato: questa non è una legge, questo è un atto di programmazione generale. Noi interveniamo con l'atto di programmazione generale ad individuare un obiettivo e uno strumento; l'obiettivo è la stabilizzazione dei lavoratori precari, tutti, ad incominciare dai medici che sono a contratto, nell'ambito di cinque anni perché può succedere che qualcuno venga inserito, nell'ambito dell'amministrazione sanitaria, sulla base di una graduatoria che ha una validità - io la penso così - per esempio, quinquennale, anche alla fine di questo percorso. Se nel frattempo ha trovato lavoro, se nel frattempo ha trovato una condizione di stabilità professionale di altro tipo, vorrà dire che rinuncerà

Però, onorevole Pisano lei me lo insegna, noi dobbiamo fare i conti anche con la possibilità di assorbimento del sistema sanitario regionale. Non è che possiamo prendere 5000 persone (in effetti si parla di 3000 unità), e buttarle dentro il sistema così. Dobbiamo farlo in modo serio, non in modo clientelare.

Io dico, aggiungo solamente questo, che purtroppo i vincoli di finanza pubblica, decisi da ogni tipo di governo, hanno imposto anche alcuni comportamenti, secondo me assolutamente inaccettabili, in tema di assunzione del personale; ci sono stati episodi, anche pratiche di malcostume che io credo non abbiano confine di schieramento politico.

Io ritengo che valga la pena di votare questo emendamento con questa precisazione, che non mi pare inaccettabile, la Giunta e il relatore penso lo possano fare, e si vada alla votazione possibilmente unanime perché così si evidenzia che non c'è strumentalizzazione da parte di nessuno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Sono totalmente d'accordo con l'intervento del collega Uras. Io penso che sia giusto che ognuno di noi, esercitando una funzione generale, non sia condizionato dall'elemento particolare. Concordo anche sul fatto che non stiamo approvando una legge ma un Piano, e quindi l'emendamento proposto dalla Giunta è l'unico emendamento che noi possiamo apportare al Piano.

Il lavoro interinale, nato intorno agli anni '90, di importazione europea, doveva servire prevalentemente ai privati. Si diceva allora che doveva servire per consentire alle imprese di avere flessibilità nell'assunzione di categorie molto specializzate. Si è affermato molto invece nella pubblica amministrazione perché ha risposto a due problemi. Il problema oggettivo, di cui parlava adesso il collega Uras, non condiviso, del blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e, conseguentemente, la necessità da parte della pubblica amministrazione di dover rispondere a certe esigenze, senza avere personale in grado di farlo, da qui il ricorso al lavoro interinale.

L'altro problema è dato dalla possibilità, attraverso il ricorso al lavoro interinale, di poter avere mano libera nelle assunzioni che invece la pubblica amministrazione, nel fare selezioni per concorso, come prevede la norma per l'accesso al pubblico impiego, avrebbe dovuto limitare.

Io vorrei che questo piano tenesse conto delle esigenze reali della pubblica amministrazione, delle varie aziende, delle varie categorie e non servisse invece a introdurre strumenti di aggiramento della legge di accesso alla pubblica amministrazione, e quindi finisse per regolarizzare quel malcostume che è stato presente e che, concordo con l'onorevole Uras, ha riguardato un po' tutta la classe politica. Quindi concordo sull'emendamento della Giunta.

Io vorrei cogliere questa occasione (spero che fra un'ora ci sia la votazione finale, per cui non interverrò più), a conclusione di questo lungo dibattito sul Piano sanitario, per dire che in questi giorni si è verificato anche qualche eccesso, qualche parola in più tra noi colleghi; quindi vorrei chiedere scusa a quei colleghi nei cui confronti, magari nel rispondere a qualche provocazione, ho usato qualche parola impropria, e mi auguro che loro facciano altrettanto nei confronti dell'Assessore che è stata, anche lei, oggetto di atteggiamenti provocatori e di interventi non sempre corretti.

Diciamo che dopo un mese di dibattito molto duro, molto aspro, che è servito comunque a migliorare il Piano sanitario, qualche intemperanza, data la stanchezza, può essere giustificata.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Balia per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BALIA (Federalista-Autonomista Sardo). Io credo che nell'affrontare un argomento di questa portata occorra un grande senso di responsabilità, di consapevolezza, ma anche l'assoluta necessità di esprimerci con la necessaria chiarezza. Il problema del precariato, il problema del lavoro in linea generale, il problema dei disoccupati, è un problema che attraversa oggi la società civile in Sardegna più che altrove.

La politica naturalmente non può fingere indifferenza e deve occuparsene. C'è chi nel passato ha teorizzato che, attraverso le assunzioni precarie, si massimizzavano le opportunità di lavoro. Io chiedo oggi, a quei colleghi, e agli economisti, che allora lo hanno teorizzato, se continuano ad essere della stessa opinione e se, pur essendo della stessa opinione, non si sia in passato abbondantemente utilizzato questo strumento a scapito invece della serietà, trasformando lavori che non erano precari, che potevano avere tutte le condizioni di stabilità, in momenti di precariato.

Io credo che la Giunta nell'approntare il suo emendamento stia cercando di dare una prima risposta, sia pure limitata; è in ogni caso una risposta seria rispetto alla quale annuncio, naturalmente il voto favorevole.

Io credo, però, e mi rivolgo in modo particolare in questo caso al presidente Soru, che questa Giunta regionale e questa maggioranza debbano caratterizzarsi per il futuro per il nitore intellettuale e politico che porterà a creare le massime occasioni possibili di lavoro e a trasformare, compatibilmente con la situazione attuale, il lavoro precario in lavoro stabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il presidente Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Mi sembra che questa Giunta e questa maggioranza si siano già distinte in questi due anni e mezzo per aver portato avanti una politica, attenta, di superamento del precariato. E' stato fatto in maniera massiccia con l'Ente foreste, è stato fatto in maniera importante con almeno due cooperative dell'Ente foreste, è stato fatto all'interno della stessa amministrazione della Regione; mi pare che ci fossero una trentina di commessi che erano ancora precari non pochi mesi fa.

Si sta facendo una battaglia importante per l'eliminazione del precariato in Abbanoa, con la cancellazione dei cosiddetti "novantini" e con il superamento del precariato presente nelle aziende alle quali venivano esternalizzati i lavori di mantenimento, in modo particolare, degli impianti di potabilizzazione.

Con la legge finanziaria di quest'anno speriamo, finalmente, di stabilizzare inoltre alcune persone che da molto tempo lavorano per un servizio particolarissimo: quello della tutela dei beni librari. Noi vogliamo continuare a distinguerci nel superamento del precariato, e nel non crearne di nuovo; l'amministrazione regionale non vi sta facendo ricorso, e ritengo sbagliato che alcune AA.SS.LL. eventualmente l'abbiano fatto. Ritengo che non sia morale il ricorso alle agenzie interinali, se non in casi del tutto straordinari ed estremamente limitati nel tempo, ma mai in modo continuativo. Per questo, con questo emendamento, concordemente con tutti voi vogliamo dare un contributo importante al superamento e alla cancellazione del precariato anche in sanità.

E' giusto questo emendamento, è scritto bene? Noi riteniamo di sì, si può scrivere meglio? Proviamoci. E' stato detto che probabilmente non sono compresi gli ausiliari; io, che non sono particolarmente esperto, vedo che nella tabella a pagina 128 del Piano sanitario il totale del comparto riguarda il ruolo sanitario, il ruolo tecnico e il ruolo professionale e il ruolo amministrativo. A parer nostro, poi se è sbagliato qualcuno me lo farà notare, in questa dizione dovrebbe essere compreso tutto; e l'emendamento riporta esattamente queste voci, che fanno parte del Piano sanitario. Come ha detto molto bene il collega Uras, qui si parla, nell'ultimo comma, di un intervento che dovrà stabilire quali sono i requisiti e le modalità. I requisiti possono essere quelli previsti dalla legge finanziaria dello Stato che prevede, appunto, dei requisiti per il superamento del precariato, peraltro secondo una norma a cui anche la nostra stessa Regione ha contribuito perché venisse espressa.

Qualcuno ha dei dubbi sul fatto che la norma in questione riguardi anche le persone che sono qui sotto, perché non sono alle dipendenze dirette del Servizio sanitario regionale, ma sono lavoratori dell'Università, del Policlinico? Se vogliamo essere più tranquilli proporrei di aggiungere dopo le parole "Aziende del servizio sanitario regionale" "e comunque nella sanità pubblica". Che significato hanno i cinque anni? Significa che li vogliamo stabilizzare il più presto possibile e tutti.

Vorrei ricordare inoltre che alla sanità (vale anche per la pubblica amministrazione) chiediamo di non avere precari e di essere la migliore possibile e, la migliore possibile, di esserlo possibilmente nel futuro. Le persone entreranno attraverso un concorso, attraverso la formazione adeguata e non sempre in maniera non dovuta, perché magari risolviamo il problema per qualcuno ma, forse, lo creiamo a tanti, contribuendo ad avere un'amministrazione meno adatta e una sanità meno adatta.

Per quanto riguarda i lavoratori che stazionano sotto il Palazzo (visto che probabilmente ci sentiranno e hanno aspettato un mese per sentirci), per parlare un linguaggio che anche loro capiscano più facilmente dico che chi è precario da sei anni verrà stabilizzato sicuramente e subito, chi è precario da tre mesi probabilmente no. La legge finanziaria dello Stato parla di tre anni di precariato negli ultimi cinque anni. Se volessimo stare un pochino più larghi, forse, potremmo dire che sono necessari tre anni di precariato negli ultimi sei anni. Vedremo le modalità ma, comunque, chi è precario da tempo sarà stabilizzato. Quindi, inviterei tutti a stare più tranquilli, ad andarcene tutti a casa, loro e magari anche noi se riusciamo ad approvare il Piano in pochi minuti.

PRESIDENTE.. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Mi serve un minuto per completare il discorso iniziato precedentemente.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, lei ha già parlato. Le serve un minuto, per che cosa?

LADU (Fortza Paris). Per completare la parte che ho iniziato prima.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, penso che il Presidente della Regione abbia proposto anche la conclusione, e mi sembra che vada bene.

LADU (Fortza Paris). Presidente, per dare un contributo …

PRESIDENTE. Dica velocemente quello che deve dire. Se deve fare un emendamento lo faccia.

LADU (Fortza Paris). L'emendamento parla di personale sanitario, tecnico, professionale ed amministrativo. Io propongo che si aggiungano le parole "sanitario ausiliario", che è il caso specifico delle persone di cui stavamo parlando.

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, le domando: "Gli ausiliari non sono personale sanitario?".

LADU (Fortza Paris). Non è personale specializzato, questo va chiarito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Per maggiore tranquillità di tutti accettiamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licheri. Ne ha facoltà.

LICHERI (R.C.). Chiedo la votazione nominale dell'emendamento numero 600.

PRESIDENTE. L'emendamento, riassumendo le diverse proposte di modifica, è così riformulato: "La Regione, tramite l'Assessorato competente in materia sanitaria, in aderenza alle previsioni contenute nell'articolo 1, comma 5 della L.R. 5 dicembre 2005, numero 20, previa accurata ricognizione delle diverse situazioni esistenti nelle Aziende del SSR, e comunque nella sanità pubblica, e nel rispetto delle prescrizioni contenute nella Legge 27 dicembre 2006, numero 296 (legge finanziaria 2007), predispone entro 120 giorni dall'approvazione del presente Piano dei servizi sanitari, un piano quinquennale di stabilizzazione dei lavoratori precari (personale sanitario, sanitario ausiliario e sociosanitario, tecnico, professionale ed amministrativo)." L'emendamento prosegue con un secondo capoverso che rimane inalterato.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 600 nel testo così modificato.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Uggias ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - ARTIZZU - BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CAPELLI - CAPPAI - CHERCHI Silvio - CONTU - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - DIANA - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LA SPISA - LADU - LAI - LANZI - LICANDRO - LICHERI - LOMBARDO - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MELONI - MURGIONI - PACIFICO - PETRINI - PINNA - PIRISI - PISANO - PITTALIS - PORCU - RANDAZZO Alberto - RANDAZZO Vittorio - RASSU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Matteo - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - SPISSU - UGGIAS - URAS - VARGIU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 59

maggioranza 30

favorevoli 59

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 540. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 541. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 544. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 548. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 44. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 549. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 550.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, si accoglie l'emendamento fino alla parola "clinico.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 550, nel testo così modificato. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo alla discussione del capitolo 2, Parte III, al quale sono stati presentati quarantacinque emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo del capitolo e relativi emendamenti:

2. L GOVERNO ECONOMICO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE

Il "governo economico" del Servizio Sanitario Regionale è, assieme al "governo clinico", uno degli strumenti che il Piano si propone di promuovere e adottare al fine di perseguire nel medio periodo il rafforzamento del sistema pubblico di tutela della salute ed il miglioramento dei livelli di soddisfazione da parte di tutti i cittadini.

Il risanamento della finanza sanitaria si inserisce in un contesto di finanza pubblica regionale particolarmente pesante, caratterizzato da un forte indebitamento, cresciuto di 6 volte dal 2001 al 2003 e pari a circa 2,2 miliardi (che corrispondono a circa il 53% delle entrate correnti). Il ricorso al credito, che è stato configurato negli ultimi anni come l'unica via percorribile in una situazione caratterizzata da sempre più ridotte risorse finanziarie, ha provocato estrema rigidità nel bilancio, limitando fortemente la programmazione delle risorse a disposizione.

La gravità della situazione della finanza regionale impone come obiettivo prioritario il perseguimento di una politica di risanamento finanziario, alla quale anche il comparto sanitario deve concorrere.

Tenuto conto di tale contesto generale, il Piano Sanitario dedica particolare attenzione a:

a. l'analisi della situazione economico-finanziaria nell'ultimo triennio, con specifico riferimento alle voci di spesa e alle funzioni assistenziali presumibilmente responsabili dei disavanzi registrati nel recente periodo,

b. lo scenario per l'anno 2005 e per il triennio 2006-2008 di validità del Piano, sulla base delle informazioni disponibili al momento della stesura del presente documento.

2.1. La situazione economico-finanziaria al 31 dicembre 2005

La situazione economico-finanziaria della Sanità si inserisce anch'essa nel quadro complessivo regionale di forte indebitamento che necessita di un energico, anche se graduale, intervento di risanamento.

Si fornisce di seguito un'analisi della gestione economico finanziaria al 31 dicembre 2005 in relazione al disavanzo maturato negli ultimi anni, alla spesa per macro livelli assistenziali e alla scomposizione della spesa per singole voci di costo.

Una gestione da riequilibrare

Un triennio di rilevanti disavanzi

La gestione economico-finanziaria del Servizio Sanitario Regionale dell'ultimo quadriennio presenta rilevanti perdite nette di esercizio:

· 2002: € 256.651.384

· 2003: € 148.578.338

· 2004: € 261.430.287

· 2005: € 293.330.000 (comprensivi degli oneri per i rinnovi contrattuali relativi ai bienni 2002-2003 e 2004-2005 per un ammontare pari a 145 milioni per sopravvenienze passive e accantonamenti oltre a circa 20 milioni in competenza del 2005).

Le perdite sopra indicate sono state calcolate secondo le convenzioni adottate dai Ministeri dell'Economia e della Salute, ovvero senza comprendere gli ammortamenti (perdite nette). Esse divergono quindi, in parte, dai risultati finali del consolidato dei bilanci delle aziende sanitarie regionali (che sono costruiti con riferimento alle perdite lorde).

Le perdite sono calcolate considerando tra i ricavi l'integrazione statale ai sensi dell'accordo sottoscritto l'8 agosto 2001, in sede di Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, anche se non ancora erogata da parte dello Stato e subordinata al rispetto delle condizioni previste dallo stesso accordo.

Nel complesso, la situazione economico-finanziaria del Servizio Sanitario Regionale appare così sintetizzabile:

· nel corso dell'ultimo triennio la Sardegna ha registrato disavanzi di entità piuttosto rilevanti, più volte sottolineati anche dal Ministero della Salute e dal Ministero dell'Economia, tali da richiedere un rigoroso programma di rientro dagli eccessi di spesa e di riqualificazione del servizio;

· in particolare, il disavanzo relativo al 2005 è superiore al 7% del fabbisogno, soglia, indicata dall'intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, sopra la quale è necessaria la stipula di un accordo con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze che individui gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico. L'accordo è anche presupposto per il recupero di oltre 71 milioni di euro relativi al 2001, a suo tempo non erogati alla Regione Sardegna in quanto considerata inadempiente.

L'analisi per macro-livelli assistenziali

Chi è responsabile dei disavanzi?

L'analisi dei dati di spesa per i tre macro-livelli di assistenza (assistenza collettiva, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera) fornisce alcune prime indicazioni circa i settori verosimilmente responsabili dell'eccesso di spesa rispetto al fabbisogno stimato a livello centrale per la regione Sardegna.

L'analisi non appare di immediata comprensione perché le metodologie e le convenzioni adottate per la rilevazione dei costi e dei ricavi per i singoli macro-livelli di assistenza differiscono da quelle adottate per la predisposizione dei bilanci delle aziende sanitarie. In particolare, alcune voci di finanziamento (registrate fra le entrate nel bilancio delle aziende sanitarie) non sono direttamente rilevate e/o attribuite ai singoli macro-livelli di assistenza; si fa riferimento a una serie di finanziamenti integrativi statali e regionali (fondi vincolati per il PSN, indennità abbattimento animali infetti, fibrosi cistica, ecc.), al contributo regionale per la vigilanza delle guardie mediche, alle maggiori entrate dirette delle aziende sanitarie rispetto a quelle considerate convenzionalmente.

Va inoltre ricordato che i dati relativi ai costi di produzione dei diversi livelli di assistenza appaiono suscettibili di ulteriori miglioramenti (stante le difficoltà di attribuzione corretta di alcune voci di costo).

Il ruolo dell'assistenza farmaceutica nella formazione dei disavanzi

Pur con le dovute cautele, i dati forniscono utili indicazioni circa il contributo dei tre livelli di assistenza (all'eccesso di spesa).

Senza entrare nel merito delle singole rilevazioni e con i limiti delle metodologie adottate, l'analisi dei costi per macro-livelli di assistenza consente di formulare le seguenti valutazioni di carattere generale:

· l'assistenza farmaceutica sembra la voce di spesa più pesantemente responsabile del disavanzo del settore sanitario, presentando costi di superiori di circa un terzo rispetto al fabbisogno stimato dal livello nazionale; il dato conferma l'urgenza di interventi di controllo e contenimento della spesa per farmaci, anche in relazione agli adempimenti il cui rispetto condiziona l'erogazione dei finanziamenti integrativi da parte dello Stato;

· se si esclude l'assistenza farmaceutica, l'attività distrettuale appare sottodimensionata rispetto alla stima del livello nazionale e pertanto meritevole di riqualificazione e potenziamento;

· l'assistenza ospedaliera presenta costi di produzione maggiori di circa il 10% rispetto al fabbisogno stimato a livello nazionale che derivano da un tasso di ospedalizzazione e da una capacità produttiva molto superiore agli standard nazionali; il dato conferma l'esigenza di una politica di graduale riorientamento dell'assistenza che preveda un più appropriato utilizzo dell'ospedale, attraverso il potenziamento dei ricoveri diurni, dell'assistenza domiciliare e ambulatoriale;

· l'assistenza collettiva (prevenzione) si conferma un settore in grado di assorbire, in Sardegna, una quantità di risorse superiore a quelle medie nazionali, soprattutto in ragione dello sviluppo delle attività a tutela della sanità animale.

L'analisi per voci di costo

L'analisi dell'andamento nel 2005 dei costi netti della gestione ordinaria (al netto degli ammortamenti), confrontato con quello registrato a livello nazionale, evidenzia una crescita complessiva rispetto al consuntivo 2004 del 7,4% a fronte di un aumento medio nazionale dell'8,1%.

L'analisi della composizione della spesa rispetto alla media nazionale evidenzia scostamenti significativi, in parte giustificati dalla diversa articolazione della struttura dell'offerta, ovvero dalla minore presenza di soggetti erogatori privati per l'assistenza specialistica e, in particolar modo, dell'assistenza ospedaliera.

In particolare, in termini di incidenza percentuale sul totale regionale rispetto alla media nazionale, si osserva:

· una maggiore spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi;

· una maggiore spesa per l'assistenza farmaceutica;

· una minore spesa per l'acquisto di "altri servizi sanitari", voce residuale che comprende in particolare le prestazioni sociosanitarie, da potenziare.

2.2. Lo scenario del triennio di piano 2006-2008

La finanza del settore sanitario appare profondamente condizionata dal recente andamento delle entrate e delle uscite, causa di consistenti disavanzi e responsabile di pesanti interventi di ripiano a carico del bilancio regionale.

La normativa nazionale, l'intesa della Conferenza Stato-Regioni per il triennio 2005-2007 e il nuovo patto nazionale per la salute 2007-2009 impongono - anche in relazione agli impegni presi dal nostro Paese con l'Unione Europea - un percorso di risanamento del settore sanitario, pena la perdita di margini di autonomia nella definizione della politica sanitaria regionale.

In tale contesto, appare non ulteriormente procrastinabile un piano volto al perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'intero settore, da realizzare in concomitanza con il piano di riordino e ammodernamento della sanità di cui al presente documento, grazie alle politiche di riallocazione delle risorse e di contenimento delle duplicazioni e delle inefficienze.

A tal fine sono valutati, con riguardo al triennio 2006-2008 di validità del presente Piano, i fabbisogni finanziari per il servizio sanitario regionale e i costi di produzione per macro aree di assistenza. Sono quindi delineati gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico.

Le risorse definite a livello nazionale

Il fabbisogno finanziario per il 2006 per il Servizio Sanitario Regionale è stato definito in sede di Conferenza Permanente per i Rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome in occasione del provvedimento cosiddetto di "riparto" delle disponibilità finanziarie destinate al SSN, del 23 marzo 2005.

Il fabbisogno tiene conto, oltre che delle necessità per i livelli essenziali di assistenza (Lea), anche delle assegnazioni vincolate non previste in detta intesa (per il perseguimento degli obiettivi del PSN, più altre assegnazioni minori) stimate sulla base di quelle degli anni precedenti.

Per i successivi anni di vigenza del presente Piano Sanitario, le risorse disponibili sono state determinate con i seguenti criteri:

· il fabbisogno lordo indistinto (destinato ai livelli essenziali di assistenza) è stato stimato in base agli stanziamenti previsti nel disegno di legge finanziaria 2007;

· le entrate proprie delle Aziende sanitarie sono state stimate con un incremento annuo del 5% circa;

· il saldo della mobilità è stato considerato, a decorrere dal 2007, in tendenziale decremento del 4% per il 2007 e del 5% per il 2008, tenuto conto dell'obiettivo di ridurre la mobilità passiva, a partire da quella non giustificata dalla carenza di specialità;

· i contributi vincolati (per gli obiettivi del PSN, ecc.) sono stati stimati costanti.

Il fabbisogno per il Servizio Sanitario Regionale - milioni di euro

2005

2006

2007

2008

fabbisogno lordo indistinto

2.357

2.436

2.573

2.653

+ somme vincolate

7

16

16

16

+ contributi vincolati

40

40

40

40

+ finanziamento regionale

15

15

15

15

fabbisogno lordo totale

2.419

2.507

2.644

2.724

- entrate proprie

- 60

- 63

- 66

- 69

- saldo mobilità

- 52

- 52

- 50

- 48

fabbisogno netto indistinto

2.307

2.392

2.528

2.604

A tali somme occorre aggiungere quelle definite a livello regionale a copertura del disavanzo.

La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico

La situazione di disequilibrio della gestione del Servizio Sanitario Regionale evidenziata richiede l'avvio di una manovra triennale, in coerenza con le disposizioni dell'intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, del nuovo patto nazionale sulla salute 2007-2009 e del disegno di legge finanziaria 2007.

In particolare la manovra triennale dovrà essere recepita in apposito accordo tra i Ministeri dell'Economia e della Salute e la Regione Sardegna e riguarderà il triennio 2007-2009.

Nella seguente tabella (in milioni di euro) è presentata una prima previsione di andamento dei costi per macro aree assistenziali, che dovrà essere successivamente adeguata in base alle risultanze dei bilanci 2006 e del modello di rilevazione sui livelli assistenziali (mod. LA) relativo a tale anno.

Stima costi per macro aree di assistenza 2005-2008 (milioni di euro)

2005

2006

2007

2008

v.a.

%

Assistenza collettiva

152

155

155

5,7

156

Assistenza distrettuale

1.230

1.258

1.297

47

1.336

di cui: ass. farmaceutica

373

383

371

14,31

365

saldo mobilità extraregionale

7

7

7

6

altra assist. distrettuale

849

866

919

965

Assistenza ospedaliera

1.243

1.263

1.277

45

1.291

di cui: saldo mobilità extraregionale

45

45

43

42

Totale fabbisogno lordo

2.625

2.676

2.727

100

2.786

La tabella analizza le tre macro-aree assistenziali scorporando alcune voci che richiedono interventi particolari:

· l'assistenza farmaceutica, per la quale, in base all'accordo in fase di stipula con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, si prevede il rientro nella percentuale stabilita a livello nazionale (13%) nel 2009;

· gli oneri connessi alla mobilità sanitaria, sia territoriale che ospedaliera, che si prevedono in tendenziale riduzione del 5% nel 2007 e del 6% nel 2008.

La tabella parte dai dati rilevati con il modello LA (Livelli di Assistenza), relativo al 2005, e proietta i costi nel triennio di vigenza del Piano Sanitario 2006-2008.

In base al piano triennale in fase di concordamento con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'obiettivo dell'equilibrio della gestione è raggiunto nel 2009.

La riconduzione della spesa per l'assistenza farmaceutica nei limiti previsti dalla normativa nazionale richiede lo sviluppo di un apposito Piano Regionale per il Farmaco (di cui al successivo paragrafo).

La riconduzione della spesa per l'assistenza ospedaliera nei limiti del fabbisogno determinato a livello nazionale richiede:

· la graduale riduzione del tasso di ospedalizzazione nello standard definito a livello nazionale in 180 ricoveri per mille abitanti;

· il blocco sostanziale della spesa per l'assistenza erogata dai soggetti privati accreditati, agendo sia sugli accordi contrattuali che sul controllo della appropriatezza dei ricoveri;

· il recupero graduale della mobilità passiva, ad iniziare da quella che deriva da prestazioni di bassa e medio bassa specializzazione, che possono essere assicurate nel territorio regionale;

· il riordino della rete ospedaliera, con la parziale riduzione dei posti letto per acuti e la più sostanziale trasformazione in posti letto post-acuzie.

Accanto a tali azioni è necessario avviare una politica di riqualificazione della spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi, possibile in parte con il riordino della rete ospedaliera ma che richiede una più generale politica di controllo dell'evoluzione dei costi di tali fattori.

L'obiettivo di riqualificazione delle politiche di acquisizione di beni e servizi delle Aziende Sanitarie della Sardegna costituisce presupposto indispensabile per l'ottimizzazione delle risorse disponibili. A fronte di un'attuale diffusa frammentazione degli acquisti, non sempre programmati con il supporto di un'adeguata struttura tecnica, la Regione si propone di promuovere l'avvio di un percorso improntato allo sviluppo di forme di collaborazione fra le aziende sanitarie, attraverso la condivisione delle procedure, il coordinamento delle attività e l'integrazione delle professionalità disponibili nelle singole aziende. Costituiscono obiettivi rilevanti per l'avvio del percorso di riqualificazione delle politiche degli acquisti:

· la diffusione di forme di cooperazione interaziendale;

· il raggiungimento di più elevati livelli di specializzazione nelle diverse tipologie di acquisti;

· l'adozione di strategie tese a conciliare il criterio del minor prezzo con quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, salvaguardando la qualità degli approvvigionamenti;

· la realizzazione di economie di scala attraverso una più efficace programmazione degli acquisti;

· la formazione del personale, la condivisione dei principi della buona amministrazione, il rispetto di una adeguata rotazione del personale responsabile degli acquisti, lo sviluppo della cultura del confronto e dell'osservazione delle procedure, dei prezzi, delle condizioni contrattuali.

L'assistenza farmaceutica

Riqualificare l'assistenza farmaceutica

Il presente Piano riserva particolare attenzione all'assistenza farmaceutica, il cui ruolo in termini di tutela della salute e di uso corretto delle risorse assume in Sardegna specifico rilievo.

L'obiettivo di riqualificazione dell'assistenza farmaceutica è perseguito attraverso azioni volte a favorire il buon uso del farmaco, a promuovere l'accesso a particolari terapie farmacologiche, a contenere lo sfondamento del tetto di spesa previsto dalla normativa nazionale.

A tal fine, anche con il supporto della Commissione Tecnica per l'Assistenza Farmaceutica, la Regione predispone il Piano Regionale per il Farmaco con l'obiettivo di garantire il progressivo miglioramento dell'assistenza farmaceutica e il riallineamento - nel triennio di validità del Piano Sanitario Regionale - della posizione della Sardegna rispetto ai parametri di spesa definiti in sede nazionale.

Piano Regionale per il Farmaco

Il piano di interventi, da realizzare coinvolgendo direttamente le aziende sanitarie, prevede azioni nei seguenti ambiti:

· analisi della spesa e del consumo di farmaci, anche avvalendosi della collaborazione di soggetti istituzionalmente deputati alla raccolta e alla elaborazione dei dati di consumo;

· modalità di monitoraggio e reporting del consumo di farmaci, anche prevedendo il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;

· politiche di acquisto dei farmaci e dei presidi sanitari, anche attraverso la predisposizione di schemi tipo di bandi di gara, la sperimentazione di unioni di acquisto, la centralizzazione dei magazzini, il riuso del materiale protesico, l'acquisto di medicinali a brevetto scaduto;

· modalità di distribuzione dei farmaci e dei presidi sanitari a doppia via di distribuzione, con l'obiettivo di estendere la distribuzione diretta tramite le strutture pubbliche e/o le farmacie pubbliche e private;

· appropriatezza delle modalità prescrittive, con particolare riferimento alle terapie raccomandate in sede di dimissione ospedaliera, all'uso dei generici, all'impiego dei farmaci più significativi ai fini della spesa complessiva e delle patologie più diffuse;

· promozione di sistemi di segnalazione delle reazioni avverse da farmaci;

· revisione e aggiornamento del Prontuario Farmaceutico Ospedaliero Regionale;

· regolamentazione dell'informazione medico-scientifica e diffusione dei concetti di base di farmacoeconomia;

· strumenti di sensibilizzazione al buon uso del farmaco, anche attraverso il coinvolgimento dei mezzi di informazione;

· definizione di sistemi volti a favorire una maggiore consapevolezza del costo delle terapie farmacologiche, nel rispetto del principio della gratuità delle prestazioni per i soggetti appartenenti a nuclei familiari economicamente deboli;

· revisione, sulla base della normativa vigente, della rete regionale dei centri di riferimento autorizzati alla prescrizione e distribuzione delle specialità medicinali soggette a particolari restrizioni;

· effettiva garanzia dei trattamenti farmacologici contro il "dolore severo", in particolare per i pazienti affetti da patologie neoplastiche e degenerative;

· garanzia della disponibilità di farmaci orfani sull'intero territorio regionale, anche attraverso accordi con lo Stabilimento Chimico - Farmaceutico Militare di Firenze;

· sviluppo di programmi di informazione regionale sui benefici e sui rischi di specifiche categorie di farmaci a medici e cittadini.

In linea con il protocollo di intesa stipulato il 28 luglio 2006 presso il Ministero della Salute, la farmacia costituisce un presidio sanitario fondamentale pienamente integrato nel Servizio Sanitario Nazionale, delegato dallo Stato all'erogazione dell'assistenza farmaceutica e attivo quale riferimento per il cittadino in caso di bisogno assistenziale. Anche in ragione della loro presenza capillare sul territorio, le farmacie contribuiscono a garantire il diritto fondamentale alla tutela della salute e si inseriscono dunque nell'azione di intervento sanitario in ambito territoriale, ancor più in ragione delle peculiari caratteristiche orografiche della nostra regione.

2.3. I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali

Storiche carenze nella programmazione degli investimenti

Nel corso dell'ultimo decennio, la Sardegna ha avviato una serie di investimenti in edilizia sanitaria ed ammodernamento tecnologico, principalmente finanziati attraverso le risorse statali di cui all'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988, per un ammontare complessivo di risorse alquanto consistente, ma con risultati di gran lunga insoddisfacenti.

Il patrimonio strutturale e tecnologico disponibile presenta infatti gravi carenze: è ancora inadeguato sotto il profilo della sicurezza e della messa a norma delle strutture e degli impianti; appare in gran parte obsoleto rispetto ai più moderni standard di qualità dell'assistenza; risulta lacunoso quanto a tecnologie disponibili e richiede continui e costosi interventi di ristrutturazione e manutenzione.

L'esperienza di programmazione degli investimenti della Regione Sardegna mostra numerose criticità.

Le proposte, sottoposte al Ministero della Salute per il finanziamento, hanno fortemente risentito di un'eccessiva frammentarietà degli interventi, a conferma della generale insufficienza del momento programmatorio, su scala regionale ed aziendale che hanno condotto a scelte per lo più fondate su esigenze contingenti e transitorie, cui hanno fatto seguito continue varianti degli interventi che hanno condotto ad un'attuazione lenta, mutevole, disorganica e costosa.

In Sardegna, gli investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie sono stati definiti in occasione di una serie di momenti decisionali corrispondenti alle fasi di realizzazione del programma nazionale ex articolo 20 della Legge n. 67 del 1988 ed hanno potuto contare su un ammontare complessivo di risorse relativamente consistente.

La prima fase del programma ex art. 20, L. 67/88

La prima fase (avviata nel 1996, in attuazione all'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988) ha potuto contare sulla disponibilità complessiva di € 168.507.382 (95% di provenienza statale e 5% di provenienza regionale), allocati per l'81% in interventi di ristrutturazione edilizia, adeguamento e messa a norma, per il 18% in interventi di ammodernamento tecnologico e per l'1% per la realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistenziale.

Ad oggi il monitoraggio di tale spesa evidenzia un grado di realizzazione del programma in termini di capacità di spesa pressoché totale. Non disponendo di adeguati strumenti di monitoraggio delle realizzazioni, si prevede l'attivazione di iniziative di verifica della situazione in essere.

La seconda fase del programma ex art. 20, L. 67/88

La seconda fase del programma pluriennale di investimenti (avviata nel 1998, sempre in attuazione dell'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988) ha previsto innanzitutto interventi per la sicurezza e la messa a norma degli impianti. Le risorse complessivamente disponibili, pari a € 11.620.055, sono state ripartite fra 11 progetti riguardanti 6 presidi ospedalieri e un poliambulatorio.

La seconda fase è proseguita con gli interventi inclusi nell'Accordo di programma, siglato tra la Regione e il Ministero della Sanità nel marzo del 2001, che ha allocato complessivamente risorse per ben € 352.572.302 (95% di provenienza statale e 5% di provenienza regionale). L'Accordo di Programma destina le risorse come segue:

· 77% per interventi in edilizia sanitaria finalizzati alla ristrutturazione e alla messa a norma delle strutture, ospedaliere e territoriali, e al potenziamento di queste ultime;

· 8% per la realizzazione di 12 RSA (per un totale di 860 pl);

· 15% per l'ammodernamento tecnologico.

Per quanto concerne il monitoraggio della spesa sugli interventi di edilizia sanitaria, ad oggi si dispone unicamente del dato relativo alla spesa sostenuta all'atto della delega dei singoli interventi effettuata dall'Assessorato dei Lavori Pubblici a vantaggio degli Enti appaltanti, vale a dire il 25% dell'intero finanziamento. Dal monitoraggio effettuato al 31 dicembre 2004 risulta che gran parte degli interventi previsti è stata ammessa a finanziamento da parte del Ministero della Salute ed è attualmente in corso la progettazione esecutiva e/o definitiva. Anche in questo caso è in atto un rafforzamento della capacità di monitoraggio delle realizzazioni da parte dell'Amministrazione regionale.

Per quanto concerne il monitoraggio della spesa sugli interventi di ammodernamento tecnologico, si rileva che al 31 dicembre 2004 è stato speso il 63% dei fondi e tutti gli interventi previsti sono stati ammessi a finanziamento dal Ministero della Salute.

Un'ulteriore fase del programma di investimenti ex articolo 20 della Legge n. 67 del 1988, prevista dalla più recente Legge 28 dicembre 2000, n. 388, ha visto l'attribuzione alla regione Sardegna di risorse per complessivi € 11.751.617, da integrare con risorse regionali per un importo pari al 5% del totale.

Ulteriori specifici programmi in corso

Sempre con riferimento agli interventi nel campo dell'edilizia sanitaria e dell'ammodernamento tecnologico, sono tuttora in corso specifici programmi, finanziati con risorse a valere su leggi nazionali, dei quali si fornisce una sintesi:

· programma per il potenziamento della radioterapia (articolo 28 della Legge 23 dicembre 1999, n. 488) con un finanziamento complessivo pari a € 530.377,22 (95% fondi statali e 5% fondi regionali);

· programma per la realizzazione delle strutture per l'attività libero professionale (decreto legislativo 28 luglio 2000, n. 254) con un finanziamento complessivo pari a € 8.929.539,79 (95% fondi statali e 5% fondi regionali);

· programma di interventi per le cure palliative (decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 450, convertito nella Legge 26 febbraio 1999, n. 39) con un finanziamento complessivo pari a € 3.204.775,08 destinato alla realizzazione di 3 hospice;

· programma straordinario per la riqualificazione dei grandi centri urbani (articolo 71 della Legge n. 448 del 1999) con un finanziamento complessivo pari a € 47.503.705,58 (50% circa fondi statali e 50% circa fondi regionali);

· programma per la realizzazione di strutture di assistenza ai malati di AIDS (Legge 5 giugno 1990, n. 135) con un finanziamento pari a € 25.140.648,39 per interventi in edilizia sanitaria e ad € 1.918.634,67 per interventi di ammodernamento tecnologico.

L'insieme dei programmi finanziati dal livello statale (e integrati con fondi regionali), confrontato con l'attuale situazione del patrimonio strutturale e tecnologico delle aziende sanitarie, rende evidente la mancanza di una visione strategica degli interventi, orientata più che a riqualificare l'offerta assistenziale a sostenere il settore dell'edilizia e delle attrezzature sanitarie.

Un nuovo approccio strategico

Tenuto conto di tale situazione, la riqualificazione del patrimonio immobiliare sanitario pubblico e l'ammodernamento del parco tecnologico richiedono un nuovo approccio strategico.

Si tratta di superare la dispersione di risorse finalizzandole da un lato alla messa in sicurezza ed al miglioramento della qualità funzionale delle strutture, dall'altro alla costruzione di nuovi ospedali. In secondo luogo si tratta di individuare un piano di ammodernamento tecnologico che consenta di rendere visibile il miglioramento della qualità dell'offerta sanitaria entro la vigenza del piano, tenendo presente la necessità di intervenire sulla mobilità passiva, per ciò che concerne l'alta diagnostica, la radioterapia oncologica e le tecnologie intraoperatorie.

Infine, in coerenza con i più moderni principi di programmazione sanitaria, va perseguita e sostenuta la realizzazione degli Ospedali di Comunità come modello innovativo per realizzare l'integrazione fra l'ospedale ed il territorio, a partire dai presidi di Thiesi ed Ittiri e la strutturazione di servizi di supporto a livello regionale per le attività sanitarie.

Quattro grandi obiettivi di Piano

In tale prospettiva il presente Piano individua quattro grandi obiettivi di piano sulle infrastrutture sanitarie e tecnologiche:

1) le nuove strutture ospedaliere,

2) l'avvio degli ospedali di comunità,

3) le strutture di supporto alle attività sanitarie,

4) il piano di ammodernamento tecnologico.

Tutte le risorse oggi disponibili, sia quelle derivanti dal programma straordinario di investimenti di cui all'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988, rifinanziato con la Legge n. 388 del 2000, pari complessivamente a € 11.751.617, sia quelle recuperabili, attraverso opportune rifinalizzazioni, dai precedenti programmi o derivanti da economie (in via di rilevazione), saranno utilizzate prioritariamente per l'adeguamento progressivo del patrimonio edilizio agli standard in materia di requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, per il potenziamento delle strutture territoriali e per i grandi obiettivi di piano.

A tal fine sarà rimodulato, ove possibile, il programma degli interventi non ancora in corso di realizzazione e saranno individuate nuove risorse finanziarie.

Tenuto conto delle particolari carenze osservate nel settore della programmazione degli investimenti, la Regione avvia un programma di qualificazione del personale e di acquisizione di specifiche professionalità.

2.4. Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna

Cambiare strategia degli investimenti sulle strutture ospedaliere

Il bilancio degli ultimi anni dell'utilizzo dell'articolo 20 della Legge n. 67 del 1988 richiede un cambiamento della strategia negli investimenti nelle grandi strutture sanitarie in Sardegna.

Si tratta di superare il modello di intervento sinora adottato, costituito da una miriade di ampliamenti, ristrutturazioni, manutenzioni più o meno straordinarie, spesso onerose e prive di effetti reali sulla rete dei servizi, valutando la possibilità di sostituire le strutture esistenti con nuove strutture costruite secondo i più moderni canoni dell'edilizia sanitaria, individuando priorità rispetto alla vetustà delle strutture esistenti, alla loro inadeguatezza e, soprattutto, alla programmazione sanitaria regionale.

L'ordine di priorità degli interventi di edilizia sanitaria è il seguente:

a) il completamento di strutture ospedaliere considerate strategiche dalla programmazione regionale, la cui costruzione è stata già avviata;

b) la costruzione di nuove strutture sanitarie, in alternativa a interventi di ristrutturazione, anche in parte già finanziati e avviati;

c) l'aggregazione in un unico presidio ospedaliero di più strutture ospedaliere esistenti nella stessa città.

Piano straordinario per le nuove strutture ospedaliere

Nel triennio di validità del presente Piano, anche attraverso finanziamenti regionali, si prevede l'avvio di un Piano straordinario per le nuove strutture ospedaliere.

Rientra nella prima categoria di priorità il completamento dell'ospedale di Olbia attraverso il finanziamento straordinario previsto nella legge finanziaria regionale per il 2006.

Nella seconda tipologia di priorità rientrano gli ospedali di Sassari e San Gavino.

Per l'ospedale Santissima Annunziata di Sassari, per il quale era prevista la costruzione di una nuova ala, il Piano prevede la sostituzione totale delle strutture già esistenti con un nuova struttura da 450-480 pl, che sostituirà integralmente, nello stesso sito, l'ospedale attualmente esistente.

L'ospedale di San Gavino, già destinatario di un finanziamento per la ristrutturazione di parte dell'edificio, sarà interessato da un intervento di costruzione ex novo che, affiancato all'ala in via di costruzione, consentirà il completo rinnovamento strutturale del presidio.

Nella terza fattispecie rientrano il nuovo ospedale di Alghero e il nuovo ospedale di Cagliari.

Per Alghero si tratta di costruire un nuovo ospedale che, pur mantenendo le peculiarità delle due strutture attualmente esistenti, unifichi in un'unica sede la risposta sanitaria del territorio algherese e del sistema turistico correlato.

Il nuovo ospedale di Cagliari nasce dalla esigenza di superare strutture che risultano inadeguate rispetto ai più moderni standard ospedalieri unificando l'attività in un'unica sede.

Il Piano è condiviso con le comunità e le amministrazioni locali.

Ospedale

Tipologia di intervento

Olbia

Completamento

Sassari

Integrazione e nuova costruzione

San Gavino

Integrazione e nuova costruzione

Cagliari

Nuova costruzione

Alghero

Nuova costruzione

Tutti gli interventi devono prevedere l'utilizzo di tecnologie costruttive e di funzionamento con il massimo livello di ecocompatibilità. Particolare attenzione sarà rivolta alla ricerca del massimo risparmio energetico, anche attraverso l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

Programma straordinario degli ospedali di comunità

Per ciò che concerne l'avvio degli ospedali di comunità, il Piano sanitario 2006-2008 prevede una prima sperimentazione nelle sedi di Ittiri e Thiesi.

Il finanziamento va previsto come programma straordinario dedicato all'interno della legge finanziaria e del bilancio regionale 2007. Con l'avvio dell'attività dell'ospedale di comunità coordinato con l'ospedale di Sassari, di cui sarà sede distaccata, congiuntamente al centro polifunzionale per i servizi sanitari, potrà essere chiusa la sede ospedaliera tradizionale preesistente. La direzione aziendale, sulla base delle linee guida esistenti, definirà il funzionamento, l'organizzazione e la dimensione degli ospedali di comunità.

Il centro per la sterilizzazione chirurgica a Nuoro

La legge regionale n. 10 del 2006, di riordino del sistema sanitario regionale, ha previsto modalità di integrazione e cooperazione fra le aziende sanitarie, di coordinamento a livello regionale e di sviluppo dell'innovazione tecnologica. In particolare il presente Piano ritiene strategico avviare la realizzazione di servizi centralizzati anche attraverso la costruzione di strutture di supporto regionali. A tal fine, nel centro Sardegna, in provincia di Nuoro, sarà situato il centro per la sterilizzazione e la distribuzione della strumentazione chirurgica, realizzato secondo i più innovativi standard a livello internazionale. La centralizzazione del servizio garantisce, oltre alla migliore qualità in termini di sterilità, completezza e innovazione della strumentazione, maggiore efficienza gestionale ed economica.

2.5. Il piano di ammodernamento tecnologico

La realtà della regione Sardegna è caratterizzata da un'elevata vetustà delle tecnologie sanitarie e da una diseguale distribuzione all'interno del territorio regionale. In termini quantitativi, la dotazione complessiva è, per talune apparecchiature, non inferiore alla media nazionale (tomografi a risonanza magnetica, gammacamere computerizzate, tac spirale) e non sono rari i casi di sottoutilizzo o di mancata attivazione (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) di moderne tecnologie presenti all'interno delle strutture ospedaliere.

Il settore risente inoltre di una progressiva obsolescenza tecnologica degli impianti e della strumentazione, compresi quelli delle sale operatorie.

Il presente Piano si propone i seguenti obiettivi generali:

· la realizzazione di una moderna rete di radioterapia che consenta di abbattere le lunghe liste di attesa e di contenere drasticamente la mobilità extraregionale dei pazienti;

· il potenziamento della moderna diagnostica in ambito oncologico sulla base di linee di indirizzo regionale;

· la realizzazione della rete dei laboratori diagnostici attraverso la diffusione dei punti prelievo e la concentrazione delle attività di analisi;

· la realizzazione della rete di telepatologia oncologica (RTP) attraverso l'integrazione dei principali servizi di anatomia patologica presso i presidi ospedalieri;

· la dismissione delle apparecchiature obsolete e il graduale rinnovo delle dotazioni tecnologiche, comprese quelle dei presidi territoriali;

· sviluppo dell'ingegneria clinica quale funzione coinvolta nell'uso appropriato ed economico delle tecnologie.

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Alla sesta riga, le parole tra parentesi (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) sono soppresse. (587)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Il titolo del primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare" è sostituito con il seguente: "Una gestione che non si riesce a riequilibrare". (551)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel sub paragrafo (Le risorse definite a livello nazionale), nel secondo capoverso, il primo punto è sostituito dal seguente:

"Il fabbisogno lordo indistinto per il 2006 è stato stimato in crescita della stessa percentuale di crescita avuta nel 2005, rispetto al 2004.". (559)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel sub paragrafo (Le risorse definite a livello nazionale), nel secondo capoverso, nel terzo punto le parole "… a partire da quella non giustificata dalla carenza di specialità;" sono sostituite dalle seguenti:

"rafforzando l'offerta di qualità nelle specialità che scontano i maggiori flussi di mobilità extraregionale;".(560)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale GIUNTA REGIONALE.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

La tabella a pagina 139 (il fabbisogno per il Servizio Sanitario Regionale) è sostituita dalla seguente:

Il fabbisogno per il Servizio Sanitario Regionale - milioni di euro

2005

2006

2007

2008

fabbisogno lordo indistinto

2.357

2.436

2.588

2.670

+ somme vincolate

7

16

16

16

+ contributi vincolati

40

40

40

40

+ finanziamento regionale

15

15

15

15

fabbisogno lordo totale

2.419

2.507

2.657

2.741

- entrate proprie

-60

-63

-66

-69

- saldo mobilità

-52

-52

-50

-48

fabbisogno netto indistinto

-2.307

2.392

2.543

2.624

(140)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale GIUNTA REGIONALE.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

La tabella a pagina 140 è sostituita dalla seguente:

"Stima costi per macro aree di assistenza 2005-2008 (milioni di euro)

2005

2006

2007

2008

v.a.

%

Assistenza collettiva

152

155

155

5,70

156

Assistenza distrettuale

1.230

1.258

1.283

47

1.321

di cui: ass. farmaceutica

73

383

357

13,30

347

saldo mobilità extraregionale

7

7

7

6

altra assist. distrettuale

849

866

19

965

Assistenza ospedaliera

1.243

1.257

1.262

46

1.273

di cui: salto mobilità extraregionale

45

45

43

42

Totale fabbisogno lordo

2.625

2.670

2.700

100

2.750

(141)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", il quinto capoverso, che inizia con le parole "In base al Piano…", è sostituito dal seguente:

"In base al Piano triennale che dovrà essere definito con il Ministero della Salute ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, nel 2006 è prevista una perdita netta di esercizio nella sanità regionale introno ai 100 milioni di euro, mentre il raggiungimento del sostanziale equilibrio di gestione è previsto per il 2007." (565)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", nel settimo capoverso, dalle parole "la riconduzione" fino a "richiede" sono sostituite dalle seguenti:

"La riconduzione della spesa per l'assistenza ospedaliera nei limiti del fabbisogno determinato a livello nazionale non può avvenire sino a che tali parametri non saranno riadeguati alle specifiche necessità della Sardegna. Nel frattempo è possibile un riequilibrio della spesa verso il territorio soltanto se vengono stanziata adeguate risorse finanziarie aggiuntive, al fine di avviare contemporanee azioni virtuose che tendano a:". (566)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", nel settimo capoverso, alla quinta riga, secondo punto, le parole "blocco sostanziale:" sono sostituite dalle seguenti:

"il raffreddamento …". (567)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", nel settimo capoverso, all'ottava riga, la parte compresa tra le parole "ad iniziare …" sino alle parole "… territorio regionale;" sono sostituite dalle seguenti:

"ad iniziare da quelle che comportano maggiori flussi migratori, che potrebbero essere bloccati dalla creazione di nuova offerta specifica in Sardegna.". (568)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", al secondo capoverso (Piano regionale per il Farmaco), alla sesta riga, il punto che inizia con le parole "modalità di …" è sostituito dal seguente:

"modalità di monitoraggio e reporting del consumo dei farmaci, che dovranno coinvolgere i medici prescrittori in percorsi virtuosi e condivisi che consentano il raggiungimento della autovalutazione della correttezza terapeutica;". (571)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Al primo capoverso, alla quinta riga, le parole "di gran lunga soddisfacenti." sono sostituite dalle seguenti:

"inferiori alle aspettative". (573)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Nel paragrafo intitolato "I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali", al nono capoverso (che inizia con le parole "L'insieme dei…"), alla terza riga, la parte che inizia con le parole "rende evidente…" e termina con le parole "… attrezzature sanitarie." è sostituito dal seguente:

"rende evidente il forte impegno verso il settore delle ristrutturazioni edilizie e dell'acquisto di nuove attrezzature sanitarie, che rappresentava comunque la più drammatica emergenza della sanità sarda.". (578)

EMENDAMENTO sostitutivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al sesto capoverso, (che inizia con le parole "Per Alghero …"), l'ottava riga è sostituita con la seguente:

"Gli atti della Giunta e dei Direttori Generali, attuativi del Piano, saranno condivisi con le comunità e le amministrazioni locali.". (585)

EMENDAMENTO soppressivo parziale VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Alla sesta riga, le parole tra parentesi (si veda il caso della radioterapia intraoperatoria a Cagliari) sono soppresse.

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare", subito dopo il titolo, è aggiunto il seguente capoverso:

"Il quadro di riferimento della finanza sanitaria regionale sconta una situazione di grave difficoltà, legata alle peculiarità del sistema sanitario regionale (in primis, demografiche, geografiche e di rete viaria) e all'insufficienza quantità di risorse che arrivano attraverso il sistema di finanziamento nazionale, sostanzialmente basato sulle quote capitarie.

Ciò ha determinato negli anni un cronico sottofinanziamento iniziale del sistema, risanato con fondi regionali in sede di bilancio consuntivo.

Ancora oggi, le quote economiche provenienti dal riparto capitarlo sono drammaticamente insufficienti per il funzionamento del sistema e l'ultimo bilancio reso noto, quello del 2005, dimostra una differenza di quasi 400 milioni di euro tra stanziamento iniziale e spesa finale". (552)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare", subito dopo il primo capoverso, è aggiunto il seguente:

"I numeri suesposti sottolineano con tutta evidenza come insieme all'intervento di razionalizzazione e riqualificazione della spesa sanitaria sarda, appare dunque urgente l'apertura di un confronto serrato con lo Stato per la ridefinizione dei meccanismi di finanziamento del Fondo Sanitario, finalizzato ad ottenere una ridiscussione dei parametri di assegnazione delle quote capitarie e un adeguato intervento "una tantum" da parte dello Stato, che consenta il finanziamento di tutte le attività di infrastrutturazione necessarie ad ottenere il riequilibrio tra Ospedale e territorio e a mettere a regime un sistema in grado di fornire in Sardegna la miglio qualità di assistenza possibile.".(553)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel primo paragrafo "Una gestione da riequilibrare", subito dopo il primo capoverso, è aggiunto il seguente:

"Ogni intervento di risanamento economico dovrà avvenire attraverso la riqualificazione della spesa attuale e attraverso l'utilizzo di nuovi finanziamenti statali, senza pregiudicare i livelli qualitativi assistenziali, né riducendo l'entità e la qualità delle prestazioni sanitarie offerte.".(554)

EMENDAMENTO aggiuntivo CONTU - LA SPISA - LICANDRO - PETRINI - RASSU - LIORI - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - Oscar CHERCHI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Alla fine del punto 2 del subparagrafo "Un triennio di rilevante disavanzo" dopo le parole "Considerata inadempiente" sono aggiunte le seguenti:

"La gestione economico-finanziaria del servizio sanitario regionale è verificata al 30 settembre di ogni esercizio finanziario dalle commissioni consiliari Sanità e Bilancio al fine di un metodologico controllo della spesa e dell'attuazione dei programmi. Le Aziende sanitarie dovranno presentare rispettivi bilanci in linea con l'equilibrio economico." (189)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel paragrafo intitolato "L'analisi per macrolivelli assistenziali", nel terzo capoverso Il ruolo dell'assistenza farmaceutica…), al termine del primo punto (l'assistenza farmaceutica), è aggiunto il seguente:

"Entro 90 giorni dall'approvazione del presente Piano, l'Assessorato predispone uno studio analitico di dettaglio del dato sulla spesa sanitaria, finalizzato a consentire l'immediata comprensione dello scostamento dai parametri virtuosi nazionale e, in particolare:

- a consentire di rilevare se, e in quale misura, tale scostamento sia legato all'utilizzo di farmaci ad alto costo, direttamente collegati a patologie a specifica ed alta incidenza in sardegna;

- a consentire di rilevare se, e in quale misura, tale scostamento sia riferibile all'utilizzo di terapia farmacologica, in sostituzione di altra terapia (ad esempio FKT) nel trattamento di patologie a rilevante incidenza nell'epidemiologia sarda;

- a consentire di rilevare quale parte di tale scostamento derivi da inappropriatezza nella prescrizione o nell'utilizzo dei farmaci." (555)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel paragrafo intitolato "L'analisi per macrolivelli assistenziali", nel terzo capoverso (Il ruolo dell'assistenza farmaceutica…), al termine del terzo punto, dopo le parole "e ambulatoriale", è aggiunto il seguente:

"che necessita notevoli quantità di risorse economiche aggiuntive, da reperire all'interno delle manovre finanziarie del triennio di vigenza del Piano". (556)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel subparagrafo intitolato "L'analisi per voci di costo" a pagina 137, alla dodicesima riga, primo punto, dopo le parole "… beni e servizi", sono aggiunte le seguenti:

", probabilmente legata alla maggior richiesta di presidi territoriali correlata alla necessità di diffusione della risposta e alle necessità di rinnovare un parco tecnologico sanitario regionale largamente obsoleto." (561)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel subparagrafo intitolato "L'analisi per voci di costo" a pagina 137, alla tredicesima riga, al termine del secondo punto "… assistenza farmaceutica", sono aggiunte le seguenti:

", probabilmente in parte legata alla relativa carenza di risposte terapeutiche alternative". (562)

EMENDAMENTO aggiuntivo LANZI - LICHERI - DAVOLI - Giuseppe FADDA - PISU - URAS.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.1

Nel subparagrafo intitolato "L'analisi per voci di costo" a pagina 137, dopo il paragrafo "L'analisi per voci di costo" è aggiunto quanto segue:

"Dismissioni per i bandi relativi ai servizi esternalizzati.

I bandi di gara per i servizi esternalizzati dalle ASL, dei Presidi ospedalieri e delle altre Amministrazioni Sanitarie, devono obbligatoriamente contenere adeguate disposizioni atte a garantire: l'applicazione dei contratti collettivi di riferimento; procedure di verifica puntuale della regolarità dei versamenti previdenziali e assicurativi a favore dei lavoratori impiegati; il divieto di licenziamento per riduzione di personale; l'indicazione del numero e delle qualifiche del personale da impegnare e i relativi carichi di lavoro, limiti di ribasso per le offerte compatibili con il rispetto delle predette disposizioni." (139)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Subito dopo il titolo "Lo scenario del triennio…", è aggiunto il seguente capoverso:

"La situazione finanziaria della sanità sarda appare pesantemente e negativamente condizionata dallo storico squilibrio delle risorse economiche, conseguente al cronico sottofinanziamento del sistema da parte dello Stato". (563)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Alla decima riga del paragrafo 2.2, alla fine del secondo periodo, dopo le parole "sanità regionale.", è aggiunto il seguente:

"Purtroppo, ad oggi, molteplici fattori hanno impedito il decollo di adeguate politiche di riqualificazione e contenimento della spesa, per cui è indispensabile costruire le premesse di dialogo e di confronto a tutto campo che sono il presupposto per l'intervento deciso e forte che possa garantire un andamento virtuoso della spesa congiunto alla qualità dell'assistenza del triennio di vigenza del Piano." (557)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel subparagrafo, intitolato "Le risorse definite a livello nazionale", alla quinta riga, dopo le parole "…marzo 2005." sono aggiunte le seguenti:

"Purtroppo tale definizione delle risorse, ancora una volta non può soddisfare le esigenze attuali del Sistema sanitario regionale, come dimostra lo scostamento costante, realizzatosi nell'ultimo quinquennio, tra le somme stanziate in bilancio nel corso della manovra Finanziaria Regionale e quelle riportate a consuntivo per ciascun esercizio di bilancio.

Tale situazione necessita un autorevole intervento della Regione Sardegna perché lo Stato riconosca le peculiarità del nostro Sistema Sanitario Regionale ed attui le conseguenti compensazioni necessarie a consentire il funzionamento ottimale del sistema." (558)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "Le risorse definite a livello nazionale", alla ventesima riga, alla fine del terzo punto, le parole "carenza di specialità", è aggiunto il seguente:

"Per il raggiungimento di tali obiettivi, vengono destinati specifici interventi economici nelle manovre finanziarie del triennio di vigenza del Piano, secondo le indicazioni di priorità di intervento per le specialità che creano maggior flusso migratorio, secondo il progetto di intervento che la Giunta presenterà entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del presente Piano." (564)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", al termine dell'ottavo capoverso, dopo le parole "… tali fattori", sono aggiunte le seguenti:

", per la quale la Giunta regionale, anche con il supporto dell'Agenzia Regionale per la Sanità, si impegna a presentare un adeguato studio di dettaglio alla Commissione Sanità." (569)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "La manovra di contenimento dei costi per il perseguimento dell'equilibrio economico", al nono capoverso, alla nona riga, dopo le parole "… singole aziende.", è aggiunto il seguente:

"Tale azione virtuosa di coordinamento, in particolar modo per quanto attiene alle apparecchiature tecnologiche di più alta specializzazione, deve tener conto delle peculiarità delle esigenze della offerta sanitaria da parte della struttura nel cui contesto l'apparecchiatura è destinata ad operare." (574)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", al termine della terza riga, dopo le parole "… specifico rilievo.", sono aggiunte le seguenti:

"Va peraltro ribadito che l'obiettivo primario dell'assistenza farmacologica è quello di intervenire affinché nessun paziente sia privato del necessario supporto farmacologico, nel rispetto del diritto alla libertà di prescrizione del singolo medico". (575)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", all'undicesima riga, dopo le parole "… assistenza farmaceutica", sono aggiunte le seguenti:

", la piena comprensione delle ragioni che sono alla base dell'attuale scostamento,". (570)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", nel secondo capoverso, dopo il punto del "Piano Regionale per il Farmaco", è aggiunto il seguente:

"rafforzamento del rapporto tra il medico della dimissione ospedaliera e MMG e PLS, attraverso l'attivazione di attività di collaborazione integrata, che consentano la comunicazione tra le diverse professionalità, anche attraverso l'istituzione di un numero verde aziendale, che consenta il raccordo tra Ospedale e Territorio." (577)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.2

Nel paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", al termine del secondo capoverso, prima del terzo capoverso, che inizia con le parole "In linea con …", è aggiunto il seguente:

"Il coinvolgimento dei MMG e dei PLS deve avvenire attraverso un progetto obiettivo che preveda la costituzione di unità di monitoraggio e di autocontrollo, con ampia partecipazione dei medici destinatari del progetto stesso, finalizzato al raggiungimento di livelli di condivisione delle politiche di verifica sulla appropriatezza della spesa farmaceutica, in grado di valorizzare la collaborazione informata e volontaria e di garantire la indispensabile libertà di scelta terapeutica del medico." (576)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 3.2

Al termine del paragrafo intitolato "L'assistenza farmaceutica", dopo le parole "… regione" è aggiunto il seguente capoverso:

"La Regione valuta la possibilità di stipulare accordi specifici con il sistema delle farmacie al pubblico, finalizzati alla creazione di una capillare rete informatica, diffusa nel territorio, in grado di garantire l'accesso più immediato del cittadino alle offerte di salute." (572)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Nel paragrafo intitolato "I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali", all'undicesimo capoverso (che inizia con le parole "Tutte le risorse …"), alla quinta riga, dopo le parole "… (in via di rilevazione), sono aggiunte le seguenti:

"sia il 12,67 di spettanza della Sardegna della somma complessiva compresa tra i 12 e i 15 milioni di euro del Programma Straordinario per il Mezzogiorno," (579)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.3

Nel paragrafo intitolato "I grandi obiettivi di piano per gli investimenti tecnologici e strutturali", alla fine dell'undicesimo capoverso (che inizia con le parole "Tutte le risorse …"), dopo le parole "…specifiche professionalità" sono aggiunte le seguenti:

"anche per il tramite dell'Agenzia Regionale per la Sanità." (580)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al termine del secondo capoverso, dopo le parole "… nuove strutture ospedaliere", è aggiunto il seguente:

", che verrà presentato dalla Giunta Regionale entro centoventi giorni dalla data di approvazione del presente Piano e avviato alla competente Commissione Sanità, che esprime il proprio parere entro trenta giorni. Nel Piano verranno enunciate le motivazioni di dettaglio di ciascun intervento ipotizzato, le priorità negli interventi, il quadro della disponibilità delle risorse economiche e della tempistica prevista e verrano indicati i percorsi delle fasi di transizione, tesi a garantire l'elevata qualità delle prestazioni anche nelle strutture per le quli è previsto il superamento, la riconversione e la chiusura." (581)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - Matteo SANNA.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel sesto capoverso, alla prima riga, dopo le parole "… di Sassari", è aggiunto il seguente:

", ivi compresi i beni immobili di proprietà dell'Università, concessi in uso a titolo gratuito all'Azienda Ospedaliero-Universitaria.". (45)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - Matteo SANNA.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel settimo capoverso, alla sesta riga, dopo le parole "… attualmente esistente.", è aggiunto il seguente:

"Per la costituenda Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari, il Piano prevede un intervento in costruzione di una nuova struttura per la Radiodiagnostica e la Radio terapia, il completamento delle strutture in rustico della seconda stecca del nuovo Complesso chirurgico e la ristrutturazione dell'edificio Clemente, al fine di render conformi ai moderni standard ospedalieri le strutture assistenziali essenziali per la Facoltà di medicina.". (46)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", nel quarto capoverso, alla sesta riga, dopo le parole "… attualmente esistente", è aggiunto il seguente:

", per la cui struttura sarà comunque mantenuta la destinazione d'uso a servizi pubblici socio-sanitari." (582)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al termine del quarto capoverso, dopo le parole "… del presidio", sono aggiunte le seguenti:

", entro il primo semestre del 2009." (583)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al sesto capoverso, (che inizia con le parole "Per Alghero …", a pagina 148, alla quinta riga, dopo le parole "… di Cagliari", sono aggiunte le seguenti:

", che, previa intesa con il Comune, sarà costruito all'interno del territorio della città di Cagliari,". (584)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU - LIORI.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.4

Nel paragrafo intitolato "Le nuove strutture ospedaliere e sanitarie in Sardegna", al settimo capoverso, (che inizia con le parole "Tutti gli interventi …"), alla quarta riga, dopo le parole "… energia rinnovabile," è aggiunto il seguente:

"Le pareti delle nuove strutture saranno tinteggiate con vernici ecologiche e colori prevalentemente su tinte pastello, per evitare possibili traumatismi cromatici ai pazienti." (586)

EMENDAMENTO aggiuntivo AMADU - CASSANO - RASSU - Alberto RANDAZZO - Vittorio RANDAZZO - CAPPAI - LIORI - DIANA - LICANDRO - CONTU - LADU - GALLUS - Matteo SANNA.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Alla sedicesima riga, nel secondo punto, dopo le parole "… indirizzo regionale;" è aggiunta la seguente:

"Al riguardo sarà condotto a termine il Piano Regionale Centri PET con istituzione del centro di Sassari.". (34)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Al termine del paragrafo, è aggiunto il seguente:

"Nel 2007, acquisto di almeno tre apparecchiature di Risonanza Magnetica di nuova generazione, almeno una delle quali con potenza di campo di tre tesla, che siano installate presso le strutture radiologiche collegate ai Centri di riferimento per la Sclerosi Multipla, e siano utilizzate anche per lo screening e la diagnosi precoce dei familiari dei pazienti SM." (588)

EMENDAMENTO aggiuntivo VARGIU - CASSANO - DEDONI - PISANO - CAPPAI - LIORI - DIANA - GALLUS - MURGIONI - Vittorio RANDAZZO - Alberto RANDAZZO - AMADU.

Parte III - Capitolo 2 - Paragrafo 2.5

Al termine del paragrafo, è aggiunto il seguente:

"attivazione di un Registro regionale delle apparecchiature radiologiche di ecografia, mammografia, TC e RM, che consenta la programmazione del loro rinnovo tecnologico, sulla base delle esigenze specifiche della popolazione di riferimento." (589).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Si accolgono gli emendamenti numero 140, modificando la cifra contenuta nella terza colonna della tabella, sotto "2007" che diventa 2588 in luogo di 2670; numero 141, sostituendo nelle colonne terza e quarta, sotto "2007" le seguenti cifre: 1.283, in luogo di 1.267; 13,31, in luogo di 14,31; 2.700 in luogo di 2.684; si accoglie in parte l'emendamento numero 139; si chiede il ritiro dell'emendamento numero 223 e si preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti orali al testo. Si esprime parere contrario sugli emendamenti numero 587, 551, 559, 560, 565, 566, 567, 568, 571, 573, 578, 585, 587, 552, 553, 554, 189, 555, 556, 561, 562,563, 557, 558, 564, 569, 574, 575, 570, 577, 576, 572, 579, 580, , 581, 45,46, 582, 583, 584, 586, 34, 588, 589. Preannuncio la presentazione di alcuni emendamenti orali al testo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Licandro. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, il governo economico del servizio sanitario regionale è, come altri, un capitolo piuttosto complesso; avendo soltanto dieci minuti per illustrarlo preferisco, come al solito, parlare in maniera più esaustiva di un paragrafo, quello sulla riqualificazione dell'assistenza farmaceutica che, fra l'altro, m'interessa personalmente. Tante volte, in questo Consiglio regionale, abbiamo parlato della spesa farmaceutica e, al di là anche delle discussioni tenute in passato in quest'Aula, ci sono alcuni aspetti che ci terrei a chiarire anche dopo aver letto il paragrafo inserito in questo capitolo sull'argomento.

Nell'ambito del governo economico voi date certamente grande risalto all'assistenza farmaceutica; ma il motivo del vostro interessamento, per quanto mi riguarda, è tutt'altro che rassicurante. Voi dichiarate che l'assistenza farmaceutica sembra essere la voce di spesa più pesantemente responsabile del disavanzo del settore sanitario. Poi, all'inizio del paragrafo specifico, precisate che il Piano riserva particolare attenzione all'assistenza farmaceutica il cui ruolo assume proprio qui in Sardegna un rilievo, in termini di tutela della salute e di uso corretto delle risorse, specifico.

Chiaramente si parla anche di noi medici, e l'Assessore in pratica ci sta dicendo, per usare termini molto chiari, ma questo concetto l'ha espresso diverse volte, che la tutela della salute è certamente fondamentale però i farmaci, le medicine, devono essere usate in modo assolutamente appropriato. Perché si sa benissimo, o perlomeno noi dovremmo saperlo benissimo, che i riferimenti nazionali dicono che la spesa farmaceutica non deve superare il 13 per cento, mentre noi siamo al 16.

A me sembra singolare cercare di far passare l'idea che la spesa farmaceutica sia una specie di vaso di Pandora, la causa di tutti i mali. Io non credo che voi vogliate farci credere che sono soltanto tre punti che voi elencate a determinare la voragine dei conti; perché, se è vero che la spesa farmaceutica è una delle principali voci che generano il problema del bilancio sanitario, significa che, siccome quelli che fanno spendere i soldi per i farmaci siamo noi medici, ecco che siamo noi a stare sul banco degli imputati. Se passa l'idea che la spesa farmaceutica è il colpevole, allora credo che sia sufficiente, indubbiamente, incidere sugli erogatori di questa spesa: i medici.

Vogliamo parlare del fatto che le terapie, in particolare quelle antitumorali (tutti i farmaci che derivano dalle biotecnologie), hanno costi che aumentano in maniera esponenziale? Vent'anni fa per curare quella malattia spendevi un euro e magari oggi arrivi a spenderne anche cento. Oppure continuiamo a curarla come vent'anni fa per contenere la spesa a quei livelli?

Io non voglio continuare qui in Aula la famosa polemica sui farmaci antiulcera, indotta da quella delibera che ci chiedeva di prescrivere soltanto un farmaco, però richiamo un attimo questo argomento per dire all'assessore Dirindin che dovrebbe essere pienamente soddisfatta perché sembra, anzi ne abbiamo la certezza ma probabilmente anche l'Assessore ne sarà a conoscenza, che la prescrizione dell'esomeprazolo, dopo quella famosa delibera, è in vistoso calo. E lo sa perché è in vistoso calo, dottoressa Dirindin? Perché i medici di base sono spaventati e non lo prescrivono quasi più. Lo cambiano se viene prescritto da altri specialisti e arrivano a dire bugie ai pazienti! Mi è capitato il caso di un paziente di un altro medico che è venuto da me con una scatola di esomeprazolo chiedendomi di cambiarglielo perché il suo medico gli aveva detto che quel farmaco non era mutuabile. Io capisco perfettamente che non è facile spiegare alla gente che il problema non è che non si vuole prescrivere quel farmaco, ma che si ha quasi paura di prescriverlo.

Allora, per essere collaborativo e per cercare di arrivare insieme a delle soluzioni, io proporrei che la Commissione tecnica per l'assistenza farmaceutica non agisca come quella famosa Commissione per il prontuario terapeutico regionale. Io credo che si potrebbe fare affidamento proprio sulle cosiddette EBM, le evidence based medicine, che voi citate nel Piano a proposito della formazione ma che non spiegate bene che cosa sono.

L'EBM è la medicina basata sulle prove di efficacia che altro non è se non l'integrazione della competenza clinica individuale attraverso una ricerca sistematica della letteratura. E' vero che la medicina basata sulle prove praticamente si è sviluppata in contrapposizione alla medicina tradizionale basata sulle impressioni, sulle intuizioni, su quello che veniva chiamato una volta "occhio clinico"; ma io sono convinto che una mediazione fra l'arte della medicina, intesa come arte tradizionale della medicina, e un approccio, come dire, più scientifico nello stabilire ciò che giova maggiormente al paziente non possa che dare i suoi vantaggi. Si possono così esaminare i costi dei farmaci e, di conseguenza, si possono affrontare tutte quelle problematiche legate a quella che viene definita "appropriatezza prescrittiva. Ma questo, tanto per essere chiari, sempre nell'ottica di essere prima di tutto utili al paziente in termini di rapporto benefici-rischi.

Insomma, Assessore, una linea guida, non un diktat. Una linea guida che dia degli indirizzi; naturalmente tranne quei casi che il medico ritiene assolutamente insindacabili, partendo sempre dal presupposto che un medico prescrive secondo coscienza e conoscenza. Un medico non si diverte né ci guadagna qualcosa a prescrivere dei farmaci che magari costano di più, a meno che non si vogliano portare avanti quelle insinuazioni, ma io credo che sia finito anche quel tempo, di presunti legami fra prescrittori e case farmaceutiche.

Io sono convinto che per ottenere il risultato voluto bisogna far rientrare tutto in quel meccanismo virtuoso senza forzare, ma semplicemente e naturalmente coinvolgendo le persone. Perché se la spesa farmaceutica incide per il 13 per cento a questo punto, ma non ne abbiamo il tempo, vogliamo parlare dell'altro 87 per cento? Del fatto che dal 75 all'80 per cento dei costi delle nostre strutture è rappresentato dal personale e da dei costi che sono certamente incomprimibili?

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io sono un po' frastornato dai numeri perché, mentre cerco di trovare un'indicazione certa e sicura nella stima dei costi riguardante il fabbisogno, ovviamente rivedendo le tabelle corrette dall'emendamento orale del collega Pacifico, mi sembra che ci sia qualcosa di anomalo rispetto alle tabelle presentate dal Presidente nelle slide che ha fornito alle parti sociali. Però, visto che devo tener conto di quello che oggi stiamo verificando e non di quello che domani esamineremo, metto un attimo da parte la presentazione fatta dal Presidente in questi giorni per ragionare insieme a voi sulla spesa sanitaria.

Per esempio, si parla di un 5 per cento annuo di incremento delle entrate delle Aziende sanitarie, anche questo mi sembra uno di quei dati che, se così fosse, probabilmente richiederà per concretizzarsi un eventuale adeguamento dei ticket. Io spero, anzi auspico che così non sia perché un aumento delle entrate dirette delle AA.SS.LL significa un costo che inciderà sul cittadino: quelle sono le entrate e non ne esistono altre.

Mi sembra che per quanto riguarda i numeri in questi mesi abbiamo avuto modo di ragionare e di confrontarci; abbiamo avuto modo anche di sorridere su alcuni numeri che sono stati proposti dalla Giunta. Ovviamente tengono banco i numeri che ci sono stati definitivamente fatti pervenire e sono stati inseriti nella stesura di questo capitolo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SECCI

(Segue CAPELLI.) Vorrei essere ottimista ma non ci riesco anche perché, senza una controprova, non riesco a convincermi che questi siano numeri reali. Ma il mio ragionamento è viziato dal solito discorso, al quale mi devo necessariamente ricollegare, della veridicità del bilancio e delle entrate che sono necessarie per coprire questa stima dei costi. E vorrei leggere, nonostante l'ora tarda, un testo che dice: "Mentre si discutono alcuni aspetti di legittimità della proposta di bilancio regionale 2007 vale la pena di porsi anche un'altra domanda: è vero che la proposta completa il risanamento finanziario iniziato nel 2004? E' vero che aiuta a rendere più virtuoso il futuro comportamento fiscale della Regione? La mia risposta è un doppio no". Poi, vi dirò in seguito chi sottoscrive queste affermazioni, aggiunge: "Siccome sono un riformatore accompagno le critiche con una proposta che potrebbe aiutare la Regione a darsi un'utile disciplina pluriennale sulla formazione del bilancio". La proposta a mio avviso è molto interessante, ma non ho obiettivamente il tempo di riportarla in Aula, sarebbe anche poco utile alla discussione, però c'è un passaggio che richiama la maggioranza, che vuole essere innovativa sul terreno istituzionale, a pensare ad una disciplina fiscale delle sue istituzioni. Per intenderci un progetto di legge che tenga conto di regolare (quindi effettuare un controllo)un percorso fiscale anche nella composizione e stesura dei bilanci., Chi scrive queste considerazioni è l'ex assessore Pigliaru ma, stranamente, coincidono con quelle che ho fatto io oggi, nel primo pomeriggio, e ieri.

Sono considerazioni di chi conosce profondamente il bilancio della Regione (fino al 2006 la stesura e la gestione del bilancio sono state di competenza dell'assessore Pigliaru) e che, in qualche modo, certo non disconosce quello che ha fatto in quel periodo. Anche l'assessore Pigliaru aveva proposto nel 2006 una forzatura legislativa, quale quella delle anticipazioni IVA e IRPEF, che comunque fa un po' sorridere rispetto a quello che c'è nel bilancio e nella finanziaria 2007, o che si presume ci sarà visto ciò che avete autorizzato con il bilancio provvisorio.

Ma il professor Pigliaru pone una domanda molto importante per chi ha responsabilità di formazione di bilancio, e cioè si chiede se il deficit di bilancio del 2007 è pari a zero. Ovviamente risponde che non può essere pari a zero (siccome lo dice il professor Pigliaru sono confortato dalle sue parole con le quali sono in sintonia), è chiaro che non ci può essere un deficit di bilancio pari a zero con l'azione proposta dalla Giunta, ma per quanto riguarda il 2007 il deficit è di 500 milioni, esattamente le risorse prese a prestito da bilanci futuri.

Nel seguito del documento viene anche spiegato che cosa significa prendere in prestito delle somme dai bilanci futuri; il professor Pigliaru definisce (devo necessariamente sintetizzare e mi assumo la responsabilità della sintesi)un atto fortemente illegittimo quello di ipotecare future, incerte entrate a copertura di un deficit dell'annualità di bilancio in corso.

Per tornare all'argomento in discussione, io spero che questa lettura serva per una riflessione, non come atto d'accusa, anche perché sono parole che, pur non avendo sicuramente la preparazione del professor Pigliaru, avevamo già detto in quest'Aula come risulta agli atti del Consiglio. Ma spero servano come momento di riflessione soprattutto perché stiamo esitando degli atti che, oggi, possono passare per il vostro silenzio; mi auguro però che nei prossimi giorni si parli di finanziaria e non si cerchi di perdere tempo con altre castronerie, e quindi credo che tutto questo possa servire per riflettere sulle azioni che saranno proposte nella finanziaria 2007 viziate, ovviamente, da un documento che non avete voluto approfondire in termini di legittimità, di veridicità di bilancio e di annualità di bilancio, con l'approvazione dell'esercizio provvisorio. Non avete voluto credere ad alcune umili affermazioni della minoranza, credete almeno a chi vi ha governato nei due anni passati.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). La discussione su questa parte del Piano è, dal punto di vista politico, molto interessante perché condensa in qualche modo l'orientamento della Giunta sulle modalità attraverso cui raggiungere gli obiettivi di politica sanitaria contenuti nelle pagine precedenti a questa parte. Noi dobbiamo rilevare che nella parte contenutistica, non sulle tabelle o sulle cifre per il momento, si riflette una carenza che è determinante di questo Piano e della politica sanitaria di questa Giunta. Mi riferisco al punto in cui si analizzano le cause fondamentali del disavanzo del settore sanitario e, sostanzialmente, nell'analisi dei costi si indica nell'assistenza farmaceutica certamente la voce di spesa più pesantemente responsabile del disavanzo, perché lontana da quella percentuale del 13 per cento stabilita a livello nazionale.

A seguito di questo dato si fa riferimento alla necessità di una riqualificazione e potenziamento dell'attività assistenziale nei distretti, quindi sul territorio, che solo in parte viene in realtà evidenziata nelle tabelle presentate nelle pagine seguenti, e corrette negli emendamenti 140 e 141.

Il Piano dice chiaramente che la spesa sanitaria in Sardegna è caratterizzata, rispetto alla media nazionale, da una forte incidenza della spesa per il personale e per l'acquisto di beni e servizi. Quindi, parlare di una maggiore spesa per il personale, nonostante in altre parti si dica che ci sia un sottodimensionamento dello stesso, è una contraddizione non tanto della volontà politica della Giunta, ma del sistema. La realtà è che - credo si possa interpretare così - la necessità di avere personale, che poi genera una maggiore spesa rispetto alla media nazionale, deriva anche evidentemente dalla struttura demografica, territoriale, geografica della nostra regione che comporta di dover dislocare questo personale in diverse parti del territorio.

Certamente questo è un problema enorme del nostro sistema sanitario, così come lo è l'assistenza farmaceutica, ma soprattutto quello che noi sottolineiamo è che il Piano si sofferma molto lucidamente sul fatto che vi è una minore spesa per l'acquisto di altri servizi sanitari, cioè prestazioni sociosanitarie che quindi sono da potenziare, così è scritto. Se sono da potenziare le prestazioni sociosanitarie noi crediamo, dalle indicazioni contenute nella relativa tabella e dai pochi accenni alla manovra finanziaria del 2007, che ancora non è stata presentata in questo Consiglio, che sostanzialmente vi sia una sottovalutazione delle necessità finanziarie del sistema sanitario; una sottovalutazione che costituisce in qualche modo un'offesa all'esigenza dei cittadini sardi di una maggiore quantità e qualità dei servizi, ma che viene esaltata dalla scelta che costituisce ancora a nostro parere un forte, grave azzardo politico:quello di aver accettato in cambio di future entrate possibili, eventuali il trasferimento totale a carico della Regione della spesa sanitaria. Una spesa che cresce in misura molto forte, con un trend di crescita particolarmente elevato e che non può che destare forti preoccupazioni.

Questo sul piano sostanziale. Vi è poi un dato che per noi è fortemente negativo e che deduciamo dal contenuto del Piano, in particolare dal punto in cui si tratta delle risorse definite a livello nazionale e poi da quello in cui si dice che "…l'obiettivo dell'equilibrio della gestione è raggiunto nel 2009". Questo è il dato presente nel testo, certamente proposto dall'Assessore e approvato dalla Giunta; ma il Presidente della Regione nel corso della discussione generale in Aula ha dichiarato invece che i dati sul disavanzo del 2005 sono da leggere in modo molto più positivo. Verbalmente (non ho la trascrizione delle sue dichiarazioni ma credo di ricordare bene), ha indicato per il 2006 un disavanzo che scende a 100 milioni di euro, se non ricordo male, per raggiungere nel 2007 l'equilibrio del bilancio. Sono affermazioni incredibilmente gravi, una contraddizione tra le dichiarazioni del Presidente e il contenuto del Piano, una imprecisione, una leggerezza, una sottovalutazione dell'attenzione di questo Consiglio regionale che io credo di non aver mai visto su questa materia finanziaria negli anni che ho trascorso in quest'Aula.

Noi abbiamo assistito a queste dichiarazioni e dopo pochi giorni abbiamo assistito alla presentazione di un disegno di legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio che conteneva anche disposizioni per la chiusura dell'esercizio 2006 in cui, sempre in tema di disavanzo si diceva, con l'approvazione da parte della maggioranza, che le somme stanziate nel bilancio 2006, indicate in accertamento di entrata come un possibile atteso rimborso, da parte dello Stato, di trasferimenti non effettuati relativi alle quote di compartecipazione a tributi IRPEF e IRPEG, accantonate in conto residui nel 2006, venivano trasformate in un accertamento di entrate a valere su trasferimenti di competenza degli anni 2013, 2014 e 2015.

Si tratta, lo abbiamo detto quel giorno, di giochi di prestigio, di trucchi che non fanno onore a chi li ha fatti. Noi stiamo arrivando al punto che le parole che vengono dette su questo tema ci fanno dire che a questo Presidente e a questa Giunta non crediamo più, non crediamo più neanche quando ci dicono che ora è.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Nonostante l'ora conviene sempre aver pazienza e non accettare provocazioni anche quando sono così rozze, per usare una parola che lei usa spesso. Capisco che i numeri siano difficili, ci vuole anche qualche competenza ma, con un po' di pazienza, li spiegheremo. Allora, lo scoop del blog del professor Pigliaru è interessante, e se dobbiamo parlare di legge finanziaria io posso farlo anche oggi, ma ne parleremo più approfonditamente un'altra volta.

(Interruzione del consigliere Capelli)

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Ripeto, posso parlarne anche oggi, almeno per non lasciare nessuno in quest'Aula di fronte ai dubbi, suoi e del professor Pigliaru. Potremmo discutere in quest'Aula in futuro le parole del professor Pigliaru quando si tratti di bilancio, e le parole del dottor Dessì quando si tratti di politiche ambientali; immagino che siano forse un pochino viziate da un atteggiamento che in qualche modo le accomuna.

Il professor Pigliaru è un professore sicuramente stimato e di qualità, non è un professore di bilanci ma di altre materie, ha competenze importanti in altre materie, non in materia di bilancio. Io penso di poter parlare di bilancio almeno quanto chiunque in quest'Aula e almeno quanto il professor Pigliaru, e per questo, e per questo...

(Interruzione del consigliere Capelli)

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. E per questo conosco il bilancio che è stato presentato e so leggere i bilanci che sono stati presentati in quest'Aula; mi meraviglia quindi che qualcuno si alzi qui oggi per dire che questi numeri sono assurdi, che sono i più strani che ha trovato nella sua vita in quest'Aula, dimenticando i bilanci del 2000, del 2001, del 2002, del 2003, del 2004 che eventualmente ha anche approvato in Giunta e che poi ha votato in quest'Aula. Bilanci che, in pochi anni, hanno creato un buco in questa Regione con un indebitamento finanziario passato da 300 milioni a 3 miliardi e un disavanzo di bilancio nello stesso periodo passato da circa un miliardo e ottocento milioni a circa 3 miliardi di euro; cioè mutui autorizzati per circa 3 miliardi di euro e mutui effettivamente contratti per altri 3 miliardi circa, per un debito totale di 6 miliardi. Non so che cosa, allora, lei facesse in Giunta, se c'era, se c'era ed era sveglio o come mai nella sua precedente esperienza non ha avuto modo di usare le stesse parole assolutamente più appropriate alla sua precedente esperienza che ai numeri che oggi le sottopongo all'attenzione.

LA SPISA (F.I.). E' una bugia...

SORU (Progetto Sardegna). Mi scusi, potrei terminare? Non c'è bisogno che creda alle mie parole o all'ora che le dico, ha l'orologio, lo guardi; a me preme lasciare una spiegazione sui numeri che sono scritti nel documento e che, evidentemente, non siete in grado di leggere, non avete la pazienza di voler approfondire.

Nella tabella inserita a pagina 140 del Piano, nell'ultima riga, il fabbisogno lordo totale per il 2007 è di 2.727 milioni di euro, poi in realtà con l'emendamento orale la cifra è stata corretta in 2.700 milioni di euro; il fabbisogno lordo per il 2007 è comprensivo di 2.675. milioni di euro di fabbisogno lordo effettivo e di 25 milioni di euro di accantonamenti per eventuali rinnovi contrattuali. Un accantonamento prudenziale che mai è stato fatto dagli anni 2000 in poi e di cui abbiamo pagato le conseguenze nell'anno 2005.

A pagina 139 troviamo la tabella che riporta il fabbisogno del Servizio sanitario regionale; il fabbisogno lordo totale per il 2007 era di 2.644 milioni che è stato portato a 2.659 milioni, chiaramente di euro. Questo è il fabbisogno lordo totale, i costi stimati sono pari a 2.675 milioni, la differenza è di 16 milioni di euro È vero, sì, diversamente da quello che avevo detto in Aula, non è l'equilibrio di bilancio pari a zero, è un saldo negativo di 16 milioni di euro. E' anche vero che è stato presentato un emendamento, bocciato ma in realtà lo accettiamo, perché nel budget di spesa che la Giunta regionale ha approvato e che viene trasferito alle Aziende, in effetti, si raggiunge l'equilibrio cancellando quei 16 milioni di disavanzo, che invece sono esplicitati in questi numeri. Devo dire che davanti ad un bilancio di 2 miliardi e mezzo di euro, quanto è, più o meno, quello della sanità, 15 milioni, 16 milioni, 10 milioni sono un arrotondamento, soprattutto se si considera che quando siamo entrati al governo c'erano disavanzi di circa 200 milioni di euro.

Quindi, le confermo che la Giunta propone di accettare l'emendamento presentato dalla minoranza, per l'equilibrio della previsione di bilancio per il 2007, che è quanto avevo dichiarato in Aula. Con i numeri che voi non avete capito, c'è un disavanzo di 16 milioni.

LA SPISA (F.I.). Buffone!

(Tumulti in Aula)

PRESIDENTE. Onorevole La Spisa, la prego di tenere in Aula un contegno dignitoso! Onorevole La Spisa, la prego, per gentilezza.

(Interruzione del Presidente della Regione)

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 0 e 18, viene ripresa alle ore 0 e 24.)

PRESIDENTE. Comunico al Consiglio che sono in corso gli accertamenti sui fatti intervenuti prima della sospensione della seduta e che delle decisioni che, eventualmente, verranno assunte, ai sensi dell'articolo 63, comma 5, del Regolamento, verrà data notizia all'Assemblea.

E' iscritto a parlare il consigliere Diana. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Presidente, io spero di avere la necessaria e opportuna calma perché evidentemente certi ragionamenti che abbiamo fatto e che ci sforziamo di fare non lasciano il segno. E' importante, certamente, il riconoscimento di aver detto delle cose condivise, però è importante anche che ognuno di noi si ricordi delle cose che ha detto e delle cose che ha condiviso. Sarebbe fin troppo semplice, colleghi della maggioranza, se io ricordassi il frasario e il bestiario utilizzati nella precedente legislatura. Perché ci siamo detti di tutto e di più. E non c'è stato Presidente del centrodestra, non sto giustificando, non c'è stato Presidente di centrodestra che non abbia subito insulti della peggiore stirpe.

(Interruzione del consigliere Pirisi)

DIANA (A.N.). Onorevole Pirisi, per favore, la invito a rileggersi gli atti parlamentari della precedente legislatura. Come ho già detto, non sto facendo questo ragionamento per giustificare nessuno qualcuno. Quando si arriva a questi eccessi ci sono sempre delle cause, e gli effetti non sono mai dei buoni effetti.

Vede, Presidente, lei ha iniziato il suo discorso dicendo che avrebbe mantenuto la necessaria calma, che non voleva fare polemiche, e poi… è difficile, capisco che è difficile, lei ha ritenuto necessario accettare la provocazione, se provocazione era, sui dati del bilancio, sulle dichiarazioni del professor Pigliaru e quant'altro.

Chi ha preceduto lei e i suoi colleghi Assessori su quegli scranni avrà anche commesso degli errori, sicuramente ne ha commesso; ora, che non ne stiate commettendo voi pare quantomeno paradossale. Perché chi opera, chi amministra, chi governa è comunque soggetto a sbagliare. Si può sbagliare in tanti modi. Si può sbagliare con le parole, si può sbagliare con i fatti. Un autorevole giornalista economico ha detto che lo strumento migliore per evitare sprechi di soldi pubblici non è rinforzare il controllo interno alla pubblica amministrazione, ma obbligare tutte le amministrazioni a rendere pubblici i loro dati.

Lei capisce benissimo che cosa vuol dire questo passaggio, così come credo di capirlo anch'io e credo che lo capiscano tutti i colleghi. Ora, se analizzassimo ciò che è scritto in queste tre righe del Piano, potremmo arrivare immediatamente ad un nuovo scontro e ad una nuova rissa, ma non è questo il mio intento. Però, lei non può pensare che non si colga un intervento di un suo ex Assessore. Sapevamo tutti che il professor Pigliaru non era un "professore di bilanci", però è stato presentato come colui che doveva risolvere tutti problemi economici e amministrativi della Regione Sardegna. E' stato uno che ha contribuito a scrivere il suo programma, ha lavorato per lei, mesi e mesi, molto prima della presentazione delle sue dichiarazioni programmatiche in campagna elettorale; lo abbiamo apprezzato, non abbiamo condiviso le sue opinioni, lo abbiamo rispettato nelle sedi opportune, in quest'Aula e nelle Commissioni. Sfortunatamente, stamattina appaiono sul blog del professor Pigliaru notizie che non cito anche perché non stiamo parlando di bilancio, non stiamo parlando di finanziaria, stiamo parlando del Piano sanitario, ma siamo arrivati a una parte determinante del Piano sanitario, quella che voi avete definito: il governo economico del servizio sanitario regionale. Che lo vogliate o meno, questo scontro su questo argomento è nato il primo giorno che abbiamo iniziato a parlare di Piano sanitario regionale. Convinti come siamo, e non sono parole che abbiamo detto noi, che una moderna politica sanitaria nell'elaborare scelte e strategie vede le risorse destinate alla salute non più come una spesa ma come un investimento.

Io sono fortemente convinto di queste affermazioni che sono totalmente contrarie a quelle che fate, proprio su questo argomento quando dite: "In tale contesto appare non ulteriormente procrastinabile un piano volto al perseguimento dell'equilibrio economico finanziario..." Onorevole Uras! Il primo obiettivo che si pone questo Piano è l'equilibrio finanziario! Basterebbe questo per disattendere tutte le considerazioni che noi abbiamo fatto.

Io ho proposto ieri e avantieri ai colleghi la necessità di abbandonare l'Aula, perché non possiamo condividere nulla, neanche gli emendamenti che abbiamo sottoscritto, che sono poca cosa! State veicolando all'esterno che c'è stato un accordo tra la maggioranza e l'opposizione; onorevole Marrocu, non c'è nessun tipo di accordo, perché la sottoscrizione di quaranta, cinquanta o sessanta emendamenti, non fondamentali, non ha certamente determinato un accordo! C'è una frattura tra le nostre posizioni che deriva dall'impostazione originaria del Piano sanitario regionale, perchè noi non abbiamo mai fatto i conti con i soldi, noi riteniamo che la spesa sanitaria sia indispensabile, sia necessaria, se il pareggio si raggiunge si raggiunge, ma non così; voi invece lo mettete come primo obiettivo, ritenete infatti improcrastinabile esitare un Piano volto al perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario.

Questo Piano non è passato in Commissione bilancio, non ne abbiamo parlato anche perché mancava un titolare dell'Assessorato, forse sarebbe stato meglio farlo dopo la finanziaria nella quale, probabilmente, troveremo tutte le risposte ai nostri quesiti. Se lo stralcio della finanziaria di cui siamo riusciti a venire in possesso, peraltro non direttamente ma indirettamente, , ammesso che sia attendibile, è un testo definitivo, non ci spiega assolutamente come possiate pensare di dare le risposte a tutte le questioni molto importanti contenute nel Piano sanitario regionale.

Allora, per queste considerazioni, io non accuso né l'assessore Dirindin, né il presidente Soru, né il cortesissimo assessore Dadea che più di altri ha partecipato e partecipa ai lavori di quest'Aula. Neanche nella prossima legislatura, presidente Soru, che il sia o non sia qui, per decisione sua o degli elettori, , io dirò mai in quest'Aula che lei dormiva qualora mi rendessi conto di un suo errore, non lo dirò per lei e non lo dirò per l'assessore Dirindin, eppure può darsi che fra due anni o tre anni, magari fra sei mesi, ci si renda conto degli errori.

E' successo con l'articolo 42 di una legge da voi tanto voluta, abbiamo dormito tutti quanti, voi più di noi, ma siamo dovuti tornare in Aula per modificarla. C'è stata una dormita generale. E' necessario assolutamente accusare gli Assessori delle precedenti Giunte di aver dormito? Probabilmente avranno anche dormito, ma il ruolo di un Presidente della Regione credo che non sia quello di individuare chi ha dormito o chi è stato sveglio, il ruolo di un Presidente della Regione credo sia quello di operare una grande mediazione.

So che non è facile, presidente Soru, mediare, soprattutto non è facile quando a colpi di maggioranza e alle quattro, alle cinque del mattino, voi comunque avete portato all'approvazione di questo Piano; un Piano che ovviamente, arrivati a questo punto, approverete totalmente solo voi.

Per quanto ci riguarda noi di Alleanza Nazionale non intendiamo partecipare neanche alla votazione finale, perché non vogliamo essere assolutamente coinvolti in nessun tipo di discorso ( potrebbe essere riportato sui quotidiani di domani, di dopodomani), come è successo per altri provvedimenti, su accordi tra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Comunico al Consiglio di aver accertato i fatti intervenuti, quindi do lettura del comma 5 dell'articolo 63 "Il Presidente del Consiglio, sentito l'Ufficio di Presidenza, può irrogare la censura con interdizione di partecipare ai lavori consiliari per un periodo da due a quindici giorni di seduta, se un Consigliere fa appello alla violenza, o provoca tumulti, o trascorre a minacce o a vie di fatto verso qualsiasi collega o componente la Giunta o usa espressioni ingiuriose nei confronti delle istituzioni. Le decisioni adottate sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione. Qualora poi il consigliere tenti di rientrare nell'Aula prima che sia trascorso il termine di interdizione, la durata della esclusione è raddoppiata". Il Presidente provvederà quanto prima a sentire l'Ufficio di Presidenza e ad adottare i necessari provvedimenti.

E' in votazione l'emendamento numero 587.

Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Colgo l'occasione della dichiarazione di voto per dire che sono molto dispiaciuto per quello che è successo; io personalmente stimavo e stimo il professor Pigliaru, ritengo che sia stato un ottimo Assessore, non mi pare che le sue considerazioni, qui riportate, siano oggetto di grande scandalo. Ci possono essere divergenze, pareri diversi, posizioni differenti rispetto a quanto la Giunta e la maggioranza stanno proponendo nella prossima finanziaria, ma questo non consente di trasformare una riunione che sta per concludersi in una gazzarra.

Mi dispiace quanto è accaduto perché, dopo un mese di lavoro, la minoranza invece di premiare il lavoro fatto per completare e migliorare il Piano sanitario, e prendersi anche parte di merito, assume atteggiamenti di scontro, anche a livelli personali, che accendono la rissa e che non hanno nessun valore, per creare l'incidente così da poter andare via e dire di non aver partecipato al voto; quindi non ritenendo invece un fatto positivo che la Sardegna dopo vent'anni abbia un Piano sanitario.

E' successo ieri, stamane, ancora stasera, e sinceramente non capisco qual è la strategia. Potevo capire l'adozione della strategia dei tempi lunghi di discussione, ma sinceramente la strategia della rissa, della provocazione, dell'insulto credo sia inaccettabile e segno, questo sì, di grande debolezza. Capisco che uno stia vivendo magari un momento un po' particolare perché sta esplodendo il suo Gruppo, però questo non giustifica neppure questi atteggiamenti di grande arroganza...

DIANA (A.N.). Continua così, Marrocu! Tu sì che sei corretto!

MARROCU (D.S.). Non sto parlando di te, sto parlando...

DIANA (A.N.). Vedrai quando scoppierà il tuo Gruppo!

MARROCU (D.S.). Il tuo è già scoppiato!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, per gentilezza. Onorevole Marrocu, prosegua il suo intervento.

MARROCU (D.S.). Questi atteggiamenti non sono positivi neppure assunti all'una di notte, questi insulti e queste continue provocazioni inutili sono un fatto grave; e questo, sì, scredita il Consiglio, non il fatto che il Consiglio sia tenuto, come voi state continuamente sostenendo, sotto scacco della Presidenza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Presidente, io credo che chi ha maggiori responsabilità abbia anche il compito difficile, arduo, di dare per primo l'esempio e a volte anche di sopportare, non di trascendere come è successo, e non è la prima volta.

Avrei voluto continuare a discutere di bilancio perchè l'argomento è strettamente collegato alla copertura finanziaria della spesa sanitaria. Non è un parlare di bilancio, è un parlare di copertura della spesa sanitaria; e mi stupisce che si cerchi di offendere anche quel briciolo di intelligenza che ritengo di avere.

Presidente, non è corretto dire che lei ha spiegato un qualcosa che non avevamo capito o che non siamo in grado di capire. Io, per esempio, sono in grado di capire, di distinguere, di discernere, il deficit dal disavanzo, cosa che lei non ha fatto quando ha comparato dei dati statali con dei dati regionali. I dati da lei citati non erano corretti, ma io non mi sono permesso di dire che lei non capiva, ha sbagliato come è umano che sia e lei è una persona umana.

Così come non è corretto scaricare, con quelle parole, il professor Pigliaru che io ho combattuto in quest'Aula, ma ho anche apprezzato e ci sono gli atti che lo dimostrano. E neanche questo per lei è un atteggiamento nuovo se, lo riportava virgolettato la stampa, non so se corrisponda al vero, disse: "La Pilia non la conosco, l'ho incontrata in via Roma. Fra un po' dirà che non conosceva neanche il professor Pigliaru; non parliamo poi del dottor Dessì che io non ho nominato e che ha nominato lei.

Insomma, mi sembra una caduta di stile che sicuramente non favorisce il fatto di contornarsi di amici, perché con troppa semplicità si scaricano le persone, e non sono persone che ho portato io in quest'Aula.

Ecco perché credo che non ci sia più niente da dire. Ci ritroveremo sicuramente sulla finanziaria, con grande piacere, per qualche mese in Commissione e per qualche mese magari qui in Aula, con il piacere giornaliero di confrontarci nel merito, con le capacità, umili, che ha ognuno di noi nel saper discutere, nel sapersi confrontare e nel saper mettere a disposizione anche di quest'Aula e della Sardegna le proprie conoscenze, confrontandoci con serenità e lealtà. Ma con numeri veri e non con numeri falsi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, mi scuserà se anche io userò in maniera impropria la mia dichiarazione di voto. Sono dispiaciuto, come credo tutti in quest'Aula, per l'episodio che si è appena verificato e che io cercherei però di interpretare sottolineando come non sia facile lavorare per sedici ore consecutive in quest'Aula, senza luce, senza mangiare, avendo qualche volta difficoltà ad allontanarsi per qualunque motivo. Ed è facile che la stanchezza, se i ritmi che vengono imposti sono questi, sovrasti ciascuno di noi. La stanchezza qualche volta comporta anche che ciascuno di noi possa avere delle reazioni che normalmente non avrebbe e, se queste reazioni vanno sopra le righe, è giusto che si chieda scusa, è giusto che se ci sono sanzioni da irrogare vengano irrogate. Però io vorrei ricordare anche l'episodio da cui è nata la discussione.

Il presidente Soru, durante la discussione generale (se non sbaglio era il primo intervento) ha chiesto la parola per poter fare una precisazione relativa al fatto che confermava che il deficit di bilancio per il 2006 della sanità era di circa 100 milioni di euro e che il pareggio di bilancio sarebbe stato raggiunto nel 2007.

Noi abbiamo ripreso questa precisazione, testuale, del presidente Soru in un emendamento, il numero 565; Presidente Soru, questa precisazione contraddice il Piano dove c'è scritto che l'equilibrio di gestione verrà raggiunto nel 2009; ma, nella tabella relativa al fabbisogno per il servizio sanitario regionale si legge che il fabbisogno lordo totale 2006 è di 2.507 milioni di euro, mentre nella tabella relativa alla stima dei costi il totale fabbisogno lordo 2006 è pari a 2.676 milioni di euro. Sono 160 milioni di euro, non 100 e da quello che risulta a noi - e vorremmo che l'assessore Dirindin portasse il consuntivo del 2006 - saranno più di 160.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

(Segue VARGIU.) Allora, quello che lei ha detto non è approvabile, nel senso che noi possiamo chiedere che venga approvato l'emendamento 587, ma non può chiederlo lei . Se viene approvato vuol dire che le cifre che voi state dando sono quelle vere e, di conseguenza, vuol dire che il consigliere La Spisa ha ecceduto, non solo verbalmente ma anche nella sostanza; se invece non viene approvato, come è evidente che non può essere approvato perché è il contrario di ciò che c'è scritto nel Piano, sicuramente il consigliere La Spisa le ha mancato di rispetto (anzi ha mancato di rispetto alle istituzioni, non a lei) però sostanzialmente ciò che lei ha detto non è rispondente al vero.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ne ha facoltà.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Vorrei ricordare quanto abbiamo già avuto occasione di dire in Commissione. Forse qualcuno di loro avrà avuto modo di esaminare la finanziaria 2007 e avrà constatato che il Governo attuale ha rifinanziato la dotazione del Servizio sanitario nazionale per l'anno 2006.

Il riparto della somma messa a disposizione per l'intera Nazione, per incrementare il finanziamento per il 2006, che è stato riconosciuto inadeguato a livello nazionale, comporta un maggiore stanziamento a favore di questa Regione che possiamo stimare intorno ai 55 milioni di euro; questo fa sì che il disavanzo presunto, per l'anno appena concluso, si può considerare intorno ai 100 milioni di euro, come ha avuto modo di dire il presidente Soru in precedenza.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 587. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 551. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 559. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 560. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 140 nel testo modificato dal relatore . Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 141 nel testo modificato dal relatore. Chi lo approva alzi la mano.

(E'approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 565. Ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. A seguito delle osservazioni del presidente Soru e dell'assessore Dirindin si ritiene di dover esprimere parere positivo sull'emendamento numero 565.

PRESIDENTE. E' in votazione l'emendamento numero 565.

Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, annuncio che non parteciperò alla votazione dell'emendamento numero 565 e vorrei che qualche collega della minoranza, se ne avesse la volontà, chiedesse la votazione nominale affinché rimanga agli atti quali saranno i consiglieri regionali che approveranno questo emendamento. Non essendo stata corretta la tabella di pagina 139, quella che l'assessore Dirindin dice che dovrebbe essere adeguata, e che voi non avete adeguato, state approvando un falso, o quello che avete approvato prima è un falso. Comunque sia, sostanzialmente, quello che state approvando resta comunque un falso, perché il deficit di bilancio del 2006 non sarà di 100 milioni di euro.

Quindi approvate questo testo e su questo continueremo a ragionare. Avete trovato, colleghi, senza che noi lo volessimo, ce l'avete offerto voi, un elemento sul quale non è più possibile continuare il ragionamento in quest'Aula su questo Piano. È una questione sostanziale, perché quando con i numeri vengono fatti continuamente giochi di prestigio, vengono sostituite continuamente le tabelle, noi abbiamo la certezza che i finanziamenti per la sanità sarda non sono sufficienti e, fra qualche mese, questa certezza l'avrete anche voi perché, purtroppo, ve la comunicheranno i sardi ad uno ad uno, e collettivamente. Approvate questo emendamento, fate la cortesia approvatelo con votazione nominale.

(Interruzione del consigliere Alberto Sanna)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Signor Presidente, Alleanza Nazionale non parteciperà a questa votazione, e io vorrei esprimere, se i colleghi hanno la bontà di ascoltarmi, certamente il rammarico per quello che è successo…

(Interruzione del consigliere Cugini)

ARTIZZU (A.N.). Penso che quello che debbo dire sia accettabile. Comunque esprimo il rammarico per quello che è successo in Aula; penso, come diceva il collega Vargiu, che su chi è rimasto in quest'Aula influiscano certamente la stanchezza e lo stress. Lei stesso, Presidente, ha seguito solo occasionalmente, per poche ore i lavori, ma a causa di stress e stanchezza possono umanamente esserci dei momenti in cui si dice qualcosa di eccessivo, colleghi, da parte di tutti.

Noi abbiamo sentito in questi giorni in Aula degli insulti gravissimi; sono volati insulti di "ladri", "massoni", "incappucciati", "servi di interessi oscuri", sembravamo veramente oggetto di chissà quali accuse; però questo non va bene, magari ha dato luogo ad uno scambio di battute un po' troppo vivace, fa parte della normale, o forse non troppo normale ma comunque possibile, in certi momenti un po' eccessiva ma che può verificarsi, dialettica presente all'interno del Consiglio regionale tra consiglieri.

Ed è un consigliere, tra i colleghi, anche il Presidente della Regione quando siede in quel banco. Perché lei è un consigliere regionale, e quindi è accettabile comunque che si vada un po' al di sopra delle righe, e che qualche parola di troppo possa volare dopo un lavoro così estenuante, così stressante. Peraltro va anche detto, colleghi, che dopo gli insulti (ladri e via dicendo, anche adesso sono volate parolacce), non si è invocato nessun provvedimento disciplinare, nessuno si è affrettato ad andare a controllare quale comma, quale articolo del Regolamento potesse essere utilizzato per…

SECCI (La Margherita-D.L.). Onorevole Artizzu, i lavori erano sospesi!

ARTIZZU (A.N.) Dovrei ripetere la parola che è stata pronunciata in Aula venti secondi fa, in quel momento i lavori non erano sospesi. Può succedere e nessuno è andato a verificare con quale strumento si poteva colpire e punire il presunto colpevole. Quindi il mio vorrebbe essere, se può servire a qualcosa, io me lo auguro, un invito a ridimensionare l'accaduto riportandolo nell'ambito di quello che può succedere in un'Aula parlamentare, dove certe volte possono volare anche parole simpatiche, altre volte parole meno simpatiche che, forse, è il caso di vedere nella loro giusta collocazione Senza andare ad invocare articoli e sanzioni disciplinari che, francamente, mi sembrano fuori luogo e rischiano di essere viste come una richiesta unilaterale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Intervengo sul merito dell'emendamento e anche sulle considerazioni che spesso ho sentito fare in questi mesi; ma devo dire che ne ho sentite anche per anni in quest'Aula e, comunque, nell'ambito dell'amministrazione regionale. Non c'è stato, io credo, un bilancio preventivo dell'amministrazione regionale che,forse, negli ultimi 30 anni, prima non mi ricordo, non abbia sopravvalutatole entrate fiscali, oppure i trasferimenti dello Stato. Come non c'è stato bilancio preventivo che non abbia in qualche misura ecceduto, per esempio, nell'autorizzazione alla contrazione di mutui e così via. Adesso qua si tratta di fare un attimo di chiarezza. Si invoca il voto elettronico palese come una prova di affermazione del falso.

Onorevole Presidente, se in questo Consiglio regionale, dove ciascuno di noi a norma di Statuto nell'esercizio delle proprie funzioni non può essere sindacato, succede che se io voto una proposta, istruita da una Commissione, oggetto di un esame di uffici, e anche di responsabilità politica e amministrativa, e la voto in quella direzione, così come mi è stato illustrato e spiegato, essere colto nel fatto di un'affermazione di falso, o nel compimento di un atto falso nell'esercizio di una funzione pubblica, mi sembrerebbe un pochino improprio.

Io pretendo che questa richiesta non venga mai più invocata in quest'Aula dove, quando si vota, si vota per la coscienza che ciascuno di noi ha dell'atto che ha fatto, per la consapevolezza che ha dell'atto che fa, e non può essere invocato il voto a scrutinio palese come la prova di un falso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Licandro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LICANDRO (F.I.). Presidente, io sono certamente dispiaciuto per quello che è successo in Aula stasera, come per tutte quelle volte in cui vengono superati certi limiti. Mi auguro che possa non accadere più; per questo motivo non voglio entrare nel merito delle parole del collega Marrocu quando vuole e pretende di entrare nella vita di un partito che non gli appartiene, quando parla in maniera neanche troppo velata (l'ha fatto questo pomeriggio, sempre per gli stessi motivi, per la tensione delle lunghe ore trascorse in quest'Aula), di "cappucci neri".

Non voglio neanche entrare, io, nel merito della notizia, data dal telegiornale sardo, sul blog dell'ex assessore, Francesco Pigliaru, perché, anche se l'ex Assessore non si è dimostrato tenero col presidente Soru e la sua Giunta, rispondendo così alle domande dei navigatori su Internet sulle questioni relative al bilancio, al debito pubblico della Regione e alle entrate per effetto di trasferimenti statali, questo potrebbe acuire ulteriormente le tensioni.

Però sono convinto che con i numeri, così come esattamente succede per le leggi, tutti ci sentiamo autorizzati a dire tutto e il contrario di tutto. Dai nostri ragionamenti una cosa pare certa: i conti non tornano e l'indebitamento della sanità sarda non sarà ripianato e cancellato nei tempi che voi indicate. Ora, devo dire onestamente che ci piacerebbe anche sbagliare, perché un nostro errore coinciderebbe certamente con un vantaggio enorme per il popolo sardo. Ma io mi chiedo, che cosa accadrà se nel futuro i nostri conti e le nostre pessimistiche, per quanto realistiche, previsioni si dovessero dimostrare esatte? Che cosa potrà accadere invece se i conti, i vostri conti, dovessero rivelarsi sbagliati?

Ora, io sono convinto che se questo poi dovesse effettivamente accadere (certamente noi possiamo anche fare dei ragionamenti perché siamo prevenuti), se l'errore dovesse manifestarsi in tutta la sua evidenza, voi non sareste i primi a riconoscerlo.

Allora, io dico che di questi conti se avremo pazienza, passerà ancora un po' di tempo, ma ne parleremo in quest'Aula con dovizia di particolari.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Io sono turbato da quanto è successo stasera in Consiglio regionale e avrei preferito, sinceramente, che questo dibattito avesse un epilogo diverso. Però, credo che stiano esplodendo tutte le contraddizioni di questo Piano sanitario regionale, e quanto è successo questa sera ne è la dimostrazione. Troppi errori sono stati compiuti nell'elaborazione e discussione di questo Piano sanitario regionale, a partire dal blitz della Commissione sanità che non ha permesso all'opposizione di contribuire alla stesura di parti importanti dello stesso. E devo dire che il dibattito, che è stato più approfondito in Aula, anche con degli ulteriori passaggi in Commissione, non ha sciolto le ambiguità, le contraddizioni che ci sono all'interno del Piano.

Diciamo che questo è un Piano di buoni propositi, però noi diciamo, ancora, che ci sono troppe omissioni sulle scelte all'interno del Piano, ci sono troppe omissioni sulle risorse da destinare alla sanità all'interno del Piano stesso. Perché, quando da una parte si dice che si raggiunge l'equilibrio di gestione nel 2007 - e lo ha detto il Presidente pochi giorni fa - poi, invece, nel Piano…

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Ladu.

LADU (Fortza Paris). …ci sono dati talmente discordanti, è difficile che si raggiunga un'intesa in quest'Aula.

In riferimento alla osservazione dell'onorevole Marrocu che sosteneva di non aver capito quale fosse l'obiettivo della minoranza devo dire che questa minoranza credo abbia dimostrato che il suo obiettivo era solo ed esclusivamente quello di migliorare i contenuti del Piano; questo abbiamo tentato di fare, ma mi rendo conto che, probabilmente, il lavoro svolto in tutti questi giorni e in queste settimane è stato un lavoro inutile perché, se questi sono i risultati, non sono certamente grandi risultati.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Ladu, il tempo a sua disposizione è terminato. Scusi, perché continua a parlare? Non l'ascolta nessuno e le sue parole non sono registrate.

Ha domandato di parlare il consigliere Biancu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCU (La Margherita-D.L.). Presidente, intervengo per dichiarare il voto contrario all'emendamento numero 565. Io credo che la disponibilità data dalla Giunta ad accogliere questo emendamento fosse un segnale di distensione, per favorire il completamento del Piano che, peraltro, è già sufficientemente chiaro nella formulazione che si è venuta delineando fino a questo momento anche con l'approvazione degli emendamenti.

Io credo che la sfida lanciata dal collega Vargiu sull'adozione della votazione nominale, come diceva il collega Uras, non sia veramente accettabile né condivisibile; mentre ritengo che, nel merito, quanto illustrato prima dal Presidente e poi dall'assessore Dirindin, in qualche modo ripreso nell'emendamento 565, sostanzialmente conferma che il disavanzo reale effettivo del 2006, al netto degli oneri relativi all'approvazione dei contratti degli esercizi precedenti, corrisponde esattamente alla cifra indicata di 100 milioni di euro

Tra l'altro questo Piano contiene un altro aspetto, importante, relativo al disavanzo 2007. Già nell'assestamento del bilancio 2004, il presidente Soru disse che l'obiettivo era quello di azzerare il disavanzo entro il triennio 2005-2007; e io credo che siamo sulla buona strada e che non ci siano motivi per ritenere che questo obiettivo non possa essere conseguito. Se di sfida dobbiamo parlare questa è la sfida che, in qualche modo, io credo venga lanciata da parte della Giunta e da parte della maggioranza: realizzare gli obiettivi del Piano stando all'interno delle risorse assegnate, azzerando il disavanzo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (Gruppo Misto). Presidente, dichiaro il voto contrario evidenziando una palese contraddizione nella filosofia che sottintende anche gli emendamenti, almeno questo che è all'esame dell'Aula. Mi pare infatti che le richieste avanzate nella mole di emendamenti presentati dall'opposizione richiederebbero una correzione delle cifre tale da non poter essere soddisfatte, probabilmente, neppure dalle risorse disponibili con quattro finanziarie.

Quindi, almeno per coerenza, questo emendamento avrebbe dovuto essere formulato tenendo conto che avrebbe portato ad un grave indebitamento almeno per i prossimi futuri quindici anni. Altro che equilibrio di bilancio per il 2007!

PRESIDENTE. Colleghi, procediamo alla votazione perché nessuno ha chiesto la votazione elettronica.

SANJUST (F.I.). L'ha chiesta l'onorevole Artizzu.

PRESIDENTE. Chi chiede la votazione elettronica deve stare in Aula. Onorevole Vargiu, lei ha invitato qualcuno a richiedere lo scrutinio elettronico. Nessuno ha raccolto l'invito, nessuno che è in Aula. Quindi, chi chiede il voto elettronico stia in Aula e disporremo il voto elettronico. Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Chiedo la votazione nominale.

(I consiglieri dell'opposizione abbandonano l'Aula in segno di protesta tranne il consigliere ARTIZZU che ha chiesto la votazione nominale)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 565.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Corda e Secci hanno votato contro.

Rispondono no i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si sono astenuti: Il Presidente SPISSU - ARTIZZU - PACIFICO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 40

astenuti 3

maggioranza 21

contrari 40

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 566. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 567. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 568. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 571. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 573. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 578. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 585. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione il testo del capitolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

( E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 552. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, mentre presiedeva il vicepresidente Secci avevo preannunciato alcuni emendamenti orali. Chiedo quindi che nel paragrafo 2.5 di pagina 149, del capitolo appena votato, alla fine del secondo capoverso, dopo la parola "regionale" siano aggiunte le parole "e della radiologia interventistica".

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento orale al testo. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 553. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 554. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 189. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 555. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 556. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 561. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 562. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 139 che era stato accolto in parte.

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. L'emendamento non si accoglie nella parte che va dalle parole "il divieto" fino al termine.

PRESIDENTE Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Intanto per annunciare il ritiro. La formulazione proposta dal relatore non coglie l'obiettivo di impedire, attraverso l'esternalizzazione di servizi della pubblica amministrazione, un atteggiamento di sfruttamento dei lavoratori, quale spesso si registra in capo alle ditte che vincono gli appalti pubblici per questi servizi i. Noi chiediamo, invece, che la Giunta si impegni a dare direttive per conseguire questo obiettivo, che riteniamo doveroso e rispettoso della legge. L'emendamento numero 139 è quindi ritirato.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 563. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 557. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 558. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 564. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 569. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 574. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 575. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 570. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 577. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 576. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 572. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 579. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 580. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 581. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 45. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 46. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 582. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 583. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 584. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 586. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 34. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

E' in votazione l'emendamento numero 223 del quale è stato chiesto il ritiro. Ha domandato di parlare il consigliere Uggias. Ne ha facoltà.

UGGIAS (La Margherita-D.L.). Chiedo, così come ha chiesto il collega Uras, un attimo di attenzione, per giustificare le ragioni del ritiro dell'emendamento ricordando che stiamo approvando provvedimenti sui quali, per quanto sia veloce la conclusione della discussione, ci siamo soffermati attentamente sul merito. Stiamo parlando di salute, ma stiamo parlando anche di lavoro.

Alla pagina 148 del Piano è prevista la realizzazione del Centro per la sterilizzazione chirurgica. Si tratta di un progetto non esattamente definito per cui si prospettano due alternative. Il progetto può essere realizzato in house e questo, penso sia ormai conclamato, determinerebbe un fallimento pubblico; ma noi stiamo cercando di porre in essere non iniziative fallimentari ma iniziative che reggano nel corso della loro attuazione. Oppure il progetto può essere dato in appalto e in questo caso dobbiamo stare attenti a non incorrere in imprenditori incapaci, come li definisce Maninchedda, o, come li definisco io per altri aspetti, imprenditori rapaci.

Dobbiamo stare attenti soprattutto, Presidenti, signori della Giunta e colleghi consiglieri, quando queste iniziative si sovrappongono ad altre iniziative che validamente esistono sul mercato, si confrontano con altre imprese e reggono positivamente il servizio che viene loro affidato dalle diverse Aziende. In questo caso mi riferisco ad imprese, Presidente, che operano dando occupazione anche a decine di persone e che pertanto credo che, seppure a quest'ora della notte, meritino attenzione.

L'emendamento, Presidente, chiedeva di effettuare una previa verifica attraverso uno studio di fattibilità della convenienza vera di questa operazione; pertanto ritiro l'emendamento e lo trasformo in una raccomandazione, che penso la Giunta potrà recepire, di dare attuazione a questa richiesta di fare un concreto, vero e valido studio preliminare.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 588. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 589. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame dei capitoli 3 e 4, Parte III. Al capitolo 3 sono stati presentati otto emendamenti. Al capitolo 4 sono stati invece presentati tre emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dei capitoli 3 e 4 e dei relativi emendamenti:

IL SISTEMA DELLE REGOLE 3.1. Autorizzazioni e accreditamento

Assicurare un giusto equilibrio tra domanda e offerta di servizi sanitari rappresenta uno degli elementi portanti di una programmazione finalizzata a far sì che le risorse disponibili siano impiegate in relazione ai bisogni della popolazione secondo criteri di efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità nell'accesso.

Si tratta di mettere in essere interventi di programmazione e di regolazione capaci, da un lato, di orientare il sistema sanitario ad erogare prestazioni che garantiscano i migliori risultati delle cure, la qualità e l'economicità dei servizi prestati, l'aderenza delle procedure cliniche alle più accreditate evidenze scientifiche, la gestione in sicurezza dei pazienti seguiti, dall'altro di evitare che si verifichino sia situazioni di sottoutilizzo dei servizi per difficoltà di accesso sia di sovrautilizzo per una domanda indotta dall'offerta.

Programmare un'offerta appropriata significa preliminarmente regolamentare le fasi che caratterizzano il procedimento di ingresso nel servizio sanitario dei soggetti erogatori pubblici e privati, attraverso un sistema di verifiche a diversi livelli, ognuno dei quali svolge una funzione specifica, orientata a garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza ed il miglioramento continuo della qualità, nell'ambito del fabbisogno programmato per soddisfare i livelli essenziali di assistenza.

Si fa riferimento alle fasi di:

·

Le quattro A

autorizzazione alla realizzazione delle strutture sanitarie, come verifica di coerenza rispetto al fabbisogno della comunità;

· autorizzazione all'apertura ed al funzionamento, come garanzia del possesso di requisiti minimi previsti dalle norme statali e regionali per l'esercizio delle attività sanitarie;

· accreditamento istituzionale, come garanzia di livelli di qualità necessari per relazionarsi con il servizio sanitario, attraverso la verifica di requisiti ulteriori;

· accordi contrattuali come strumento di garanzia del rispetto di volumi di attività correlati ai fabbisogni e di tetti di spesa sostenibili, nell'ambito delle compatibilità economiche del servizio sanitario regionale.

La Regione Sardegna ha adottato attraverso l'emanazione della legge regionale n. 10 del 2006 i principi della normativa di settore adeguati a consentire una corretta regolazione dell'offerta dei servizi, sia in relazione al fabbisogno di prestazioni sanitarie afferenti ai diversi livelli e sottolivelli di assistenza, sia in relazione all'esigenza di garantire il rispetto dell'equilibrio economico-finanziario delle Aziende Sanitarie.

Autorizzazione alla realizzazione

Per quanto attiene alla fase dell'autorizzazione alla realizzazione delle strutture sanitarie l'articolo 5 della legge regionale n. 10 del 2006 prevede che la Giunta regionale stabilisca l'ambito di applicazione, le modalità e i termini per la richiesta e l'eventuale rilascio dell'autorizzazione alla realizzazione di nuove strutture sanitarie ed al trasferimento, ristrutturazione, ampliamento e completamento di strutture sanitarie già esistenti, sulla base degli indicatori di fabbisogno determinati dal Piano regionale dei servizi sanitari o dagli atti che ne costituiscono attuazione.

L'obbligo di autorizzazione alla realizzazione non è applicabile alle strutture sanitarie indicate al comma 2 dell'articolo 8 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni.

Per l'espletamento dell'attività istruttoria relativa alla verifica di compatibilità di nuove strutture sanitarie, prevista dall'articolo 8 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni, la Regione si avvale dell'apposito Nucleo tecnico per le autorizzazioni e gli accreditamenti composto da personale regionale, da personale della aziende sanitarie e, qualora necessario, da professionisti esterni al sistema sanitario nazionale con qualificazione sanitaria e/o tecnica adeguata.

Per l'assistenza ospedaliera gli indicatori di fabbisogno sono fissati a livello nazionale, ma spetta alla Regione definire l'articolazione dei presidi ospedalieri e dell'offerta di prestazioni in relazione alle caratteristiche demografiche, epidemiologiche e geomorfologiche dei territori di riferimento così come definito nel presente Piano.

Per le funzioni svolte dalle strutture residenziali e semi residenziali territoriali, il relativo fabbisogno è determinato a livello regionale, con apposita deliberazione della Giunta, sulla base dei seguenti criteri:

· analisi dei dati epidemiologici relativi alla popolazione di riferimento per le diverse tipologie di strutture (anziani non autosufficienti, persone con disagio mentale, dipendenze patologiche);

· articolazione dell'offerta in una pluralità di risposte volte a privilegiare la permanenza a domicilio della persona, anche attraverso lo sviluppo di politiche di sostegno alla famiglia;

· equilibrata distribuzione territoriale delle strutture al fine di assicurare equità di accesso alle prestazioni.

· Obiettivo del Piano è favorire la permanenza a domicilio delle persone anziane non autosufficienti in almeno il 40% dei casi.

Per le funzioni svolte dalle strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, la programmazione dell'offerta è effettuata a livello aziendale, con l'eccezione delle prestazioni di alta tecnologia. La definizione degli standard di prestazioni specialistiche, articolate per le diverse discipline, è rinviata ad un'apposita delibera della Giunta Regionale, adottata sulla base dei seguenti criteri generali:

· la valutazione del fabbisogno è effettuata sulla base dei dati medi di consumo per singola specialità rilevati a livello regionale negli ultimi tre anni, standardizzati sulla base della composizione per età e sesso della popolazione, opportunamente corretti per tener conto dell'evoluzione delle tecnologie e delle metodologie diagnostiche, nonché degli obiettivi di riduzione dell'inappropriatezza;

· l'offerta è articolata in modo da favorire lo sviluppo di strutture polispecialistiche, in grado di offrire una vasta gamma di prestazioni, al fine di facilitare i percorsi assistenziali compiuti nell'ambito dei servizi distrettuali;

· la distribuzione sul territorio delle strutture specialistiche è articolata in modo da garantire adeguati livelli di accessibilità e fruibilità dei servizi per la popolazione residente nelle sedi periferiche.

In sede di prima applicazione, per la valutazione del fabbisogno di strutture negli ambiti territoriali di riferimento, si tiene conto non solo della consistenza e/o della capacità produttiva delle strutture pubbliche e private accreditate già in esercizio ma anche della consistenza e/o della capacità produttiva delle strutture pubbliche programmate o in corso di realizzazione e delle autorizzazioni alla realizzazione rilasciate, e non scadute, anche nei confronti di soggetti privati.

Autorizzazione all'esercizio

La fase delle autorizzazioni all'apertura e al funzionamento è regolamentata da norme nazionali e regionali. Con il decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997 sono stati fissati i requisiti minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private.

La legge regionale n. 10 del 2006 prevede, all'articolo 6, che le funzioni amministrative concernenti le autorizzazioni all'esercizio spettino:

· ai comuni, con facoltà di avvalersi delle ASL, per quanto concerne le strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale e gli studi professionali singoli e associati, mono o polispecialistici di cui al comma 2 dell'articolo 8 ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche e integrazioni;

· alla Regione, per quanto concerne le strutture a più elevata complessità, con il supporto del nucleo tecnico per le autorizzazioni e l'accreditamento.

Accreditamento istituzionale

L'istituto dell'accreditamento istituzionale ha l'obiettivo di selezionare, fra tutti i soggetti pubblici e privati autorizzati, i fornitori che rispondono a parametri di qualità tecnica e di efficienza nell'erogazione delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie. Tramite l'accreditamento, la Regione accerta il possesso, da parte dei soggetti erogatori, di specifici requisiti di qualificazione, ulteriori e diversi rispetto a quelli previsti per l'autorizzazione, necessari per poter esercitare per conto del servizio sanitario regionale.

I requisiti di accreditamento sono sottoposti a verifica periodica e qualora essi non risultino mantenuti, lo status di soggetto accreditato può essere revocato.

A livello regionale, con la deliberazione della Giunta regionale n. 26/21 del 4 giugno 1998, sono stati fissati i requisiti, peraltro pressoché sovrapponibili ai requisiti minimi fissati dal decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, e le procedure per l'accreditamento delle strutture pubbliche e private e dei singoli professionisti nonché i termini massimi previsti per l'adeguamento delle strutture già esistenti.

Dopo una prima fase di accreditamento transitorio basato esclusivamente su un'autocertificazione, le disposizioni regionali prevedevano che l'accreditamento definitivo fosse subordinato alla presentazione di un programma di adeguamento, la cui realizzazione doveva essere accertata mediante verifiche effettuate da un apposito nucleo di valutazione.

Tali disposizioni sono rimaste sostanzialmente inapplicate; a distanza di circa otto anni si sta ancora operando in regime di accreditamento transitorio, non si è mai proceduto alla valutazione dei programmi di adeguamento né sono state effettuate le verifiche previste sul rispetto dei tempi di adeguamento. Anche il nucleo di valutazione non è mai stato costituito.

La legge regionale n. 10 del 2006, all'articolo 7, demanda alla Giunta regionale il compito di individuare, con propria deliberazione, sentita la competente Commissione consiliare, i criteri per la verifica della funzionalità rispetto alla programmazione nazionale e regionale e di stabilire i requisiti di qualità strutturali, tecnologici e organizzativi, ulteriori rispetto a quelli minimi, necessari per ottenere l'accreditamento; inoltre la legge prevede che entro 90 giorni dall'entrata in vigore delle disposizioni regionali sull'accreditamento, la Regione avvii la revisione degli accreditamenti provvisori concessi ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n. 26/21 del 4 giugno 1998 e del relativo decreto dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale del 29 giugno 1998. Tale revisione deve essere completata entro due anni dall'entrata in vigore della legge regionale e sino al suo completamento non potranno essere rilasciate autorizzazioni alla realizzazione di nuove strutture sanitarie di media e grande complessità con l'eccezione di quelle espressamente previste dal presente Piano regionale o da atti che ne costituiscono attuazione.

La legge prevede altresì che, in sede di concessione o di rinnovo dell'accreditamento, nonché di autorizzazione alla prosecuzione dell'accreditamento provvisorio sino alla definizione del procedimento di revisione del medesimo, si debba tener comunque conto, per ciascuna struttura interessata, degli indici previsti dal Piano regionale dei servizi sanitari, in particolare del tasso di occupazione effettiva dei posti letto, al netto dei ricoveri ad elevato rischio di inappropriatezza.

Gli obiettivi in materia di accreditamento consistono nella:

· definizione di ulteriori requisiti, diversi da quelli previsti per l'autorizzazione all'esercizio, sulla base della esperienza internazionale e delle società scientifiche in materia di accreditamento di qualità;

· attuazione delle nuove procedure previste dalla legge regionale n. 10 del 2006 per il rilascio dell'accreditamento e delle modalità di revisione periodica degli accreditamenti per la loro eventuale conferma o revoca, e della effettiva costituzione del Nucleo tecnico per le autorizzazioni e gli accreditamenti (articolo 6, comma 3, della legge regionale n. 10 del 2006);

· realizzazione di attività di formazione alle procedure di accreditamento per operatori delle Aziende Sanitarie, delle associazioni rappresentative delle strutture private, degli Ordini dei medici, dei rappresentanti degli organi di tutela dei cittadini.

Accordi contrattuali

L'articolo 8 quinquies del decreto legislativo 502/92 e successive modifiche e integrazioni prevede che le Regioni e le aziende USL definiscano accordi con i soggetti pubblici e contratti con i soggetti privati per la fornitura di prestazioni sanitarie e sociosanitarie, mediante una selezione dei diversi soggetti erogatori accreditati. La norma prevede inoltre che la scelta sia effettuata anche attraverso valutazioni comparative che tengano conto della qualità e dei costi.

Anche con riguardo all'istituto degli accordi contrattuali, la regione Sardegna registra un notevole ritardo: sono infatti ancora in vigore le vecchie forme di convenzionamento, salvo pochi casi di contratti provvisori con alcune nuove strutture. Nessun accordo è stato stipulato tra aziende USL e soggetti erogatori pubblici. In conclusione l'articolo 8 quinquies è rimasto completamente inattuato.

Alcuni provvedimenti della Giunta aventi a oggetto gli indirizzi sui volumi di attività e per la determinazione dei tetti di spesa limitatamente al biennio 2000-2001 non hanno trovato attuazione nei piani annuali aziendali; sono state adottate alcune deliberazioni che approvavano schemi tipo di contratto ma anche questi non hanno trovato concreta applicazione.

La legge regionale n. 10 del 2006, all'articolo 8, demanda alla Giunta regionale la definizione di appositi indirizzi per la formulazione dei programmi di attività delle strutture interessate alla stipula di accordi e contratti e la predisposizione di uno schema-tipo degli stessi. Prevede altresì che, sino al termine del procedimento di revisione degli accreditamenti provvisori di cui al comma 4 dell'articolo 7, le ASL possono definire gli accordi e stipulare i contratti con le strutture provvisoriamente accreditate sulla base di indirizzi definiti a livello regionale.

All'articolo 30 la legge regionale stabilisce che le convenzioni con le strutture private attualmente in regime di accreditamento provvisorio ed i contratti stipulati con le strutture transitoriamente accreditate cessano di avere efficacia al 31 dicembre 2006; entro il 31 marzo 2007 dovranno essere predisposti e sottoscritti nuovi contratti sostitutivi delle convenzioni in essere, di durata biennale.

Al fine di rendere operativo il sistema degli accordi contrattuali, la Giunta regionale:

· predispone linee di indirizzo per la definizione annuale dei tetti di spesa e dei volumi di attività, propedeutici per la stipula degli accordi e dei contratti da parte delle aziende USL;

· formula indirizzi per garantire un'omogenea attuazione dei contratti, specialmente nella fase di transizione del preesistente regime convenzionale;

· definisce accordi quadro con le associazioni dei soggetti erogatori privati accreditati;

· definisce, nell'ambito dell'allocazione delle risorse, i tetti di spesa dei soggetti erogatori pubblici di rilievo regionale.

Inoltre, la Regione intende sviluppare una politica contro il precariato attraverso vincoli che obblighino pubblico e privato ad operare con comportamenti omogenei. Per questo nell'ambito della regolamentazione del sistema di accreditamento e contrattuale la Regione procede, in caso di mancata applicazione dei contratti di lavoro e di regolare pagamento degli stipendi, con le seguenti modalità:

· su segnalazione di inadempienza nella corresponsione delle retribuzioni e/o mancata applicazione dei contratti nazionali di settore, da parte di una o più organizzazioni sindacali firmatarie dei CCNL medesimi, l'ente appaltante attiva la Procedura di infrazione nei confronti del soggetto gestore del servizio che dovrà concludersi entro 15 giorni dalla segnalazione:

· l'ente, accertata l'infrazione, intimerà al gestore di sanare l'inadempienza entro 15 giorni;

· in presenza di inefficacia della procedura, l'ente procederà ad inviare richiesta all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per la sospensione e/o revoca dell'accreditamento dell'ente gestore e procederà ad applicare, entro 5 giorni, l'articolo 1676 del Codice civile (obbligo dell'appaltante in caso di inadempienza dell'appaltatore).

Emendamento sostitutivo parziale Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Al settimo capoverso, al termine del quarto criterio, le parole "il 40% di casi" sono sostituite dalle seguenti: "il 60% dei casi". (590)

Emendamento sostitutivo parziale Licandro - Contu - Liori - Cappai - Randazzo Vittorio - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - La Spisa - Gallus - Milia - Vargiu

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Il 2° punto del 3°capoverso del sottoparagrafo "Accordi contrattuali", è sostituito dal seguente:

· "formula indirizzi, "validi e vincolanti per tutte le aziende USL", per garantire un'omogenea attuazione dei contratti, specialmente nella fase di transizione del preesistente regime convenzionale, "dove devono essere stabiliti tempi certi e modalità congrue di adattamento ai nuovi requisiti contrattuali richiesti;". (90)

Emendamento aggiuntivo Licandro - Contu - Liori - Cappai - Randazzo Vittorio - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - La Spisa - Gallus - Milia - Vargiu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Il 3° punto del 3° capoverso del sottoparagrafo "Accordi contrattuali" è sostituito dal seguente:

· "Definisce accordi quadro con le associazioni dei soggetti erogatori privati accreditati "riuniti al fine di gestire con gradualità l'implementazione di nuovi requisiti di accreditamento, l'adeguamento dei costi di produzione delle prestazioni, laddove sia necessario adeguare le tariffe a seguito di rinnovi contraattuali, le modalità complessive dell'erogazione delle prestazioni;". (91)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Al termine del nono capoverso, dopo le parole "...soggetti privati", è aggiunto il seguente:

"Entro sessanta giorni dall'approvazione del presente Piano, la Giunta Regionale predispone una puntuale ricognizione sull'offerta specifica esistente e la trasmette alla competente Commissione Sanità, unitamente ad eventuali proposte concrete sugli interventi mirati in fase di predisposizione da parte della Giunta.". (591)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Nel quattordicesimo capoverso (Accordi contrattuali), dopo il primo capoverso è aggiunto il seguente:

"La Regione Sardegna conferma la valenza strategica che intende attribuire all'integrazione virtuosa tra sanità pubblica e privata, per consentire il reciproco stimolo al miglioramento complessivo del sistema e per garantire la libertà di scelta del cittadino. In particolare, tale integrazione può essere in grado di rendere più accessibili gli obiettivi di decentramento territoriale delle risposte di assistenza, nel contesto della complessiva riqualificazione della spesa e del rispetto dei quadri macroeconomici di riferimento. Tale consapevolezza comporta la necessità che, nell'attuale fase di passaggio dal sistema dell'accreditamento temporaneo a quello definitivo, venga prestata assoluta attenzione al mondo della medicina specialistica accreditata, con la quale devono essere concordati i livelli qualitativi di assistenza, in particolare per quanto attiene al decentramento della risposta nel territorio, in presenza di un congruo quadro di risorse economiche disponibili.". (596)

Emendamento aggiuntivo Licandro - Contu - Liori - Randazzo Vittorio - Vargiu - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - Cappai - La Spisa - Gallus - Milia.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Alla fine del 2° capoverso del sottoparagrafo: "Accordi contrattuali", dopo le parole: "[...]; entro il 31 marzo dovranno essere predisposti e sottoscritti nuovi contratti sostitutivi delle convenzioni in essere, di durata biennale", sono aggiunte le seguenti: "Fino alla concreta stipula di tali nuovi contratti sostitutivi, al fine di garantire la continuità assistenziale, si opera naturalmente in regime di prorogatio delle attuali convenzioni vigenti.". (88)

Emendamento aggiuntivo Licandro - Contu - Liori - Cappai - Randazzo Vittorio - Petrini - Randazzo Alberto - Amadu - La Spisa - Gallus - Milia - Vargiu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Al 3° capoverso del sottoparagrafo "Accordi contrattuali", dopo le parole: "[...]; Al fine di rendere operativo il sistema degli accordi contrattuali, la Giunta regionale" è aggiunto il seguente punto:

· "Si impegna al rispetto di quanto previsto ai sensi dell'art. 3, comma 4) del D.M. 15 aprile 1994, determinazione dei criteri generali per la fissazione delle tariffe delle prestazioni di assistenza specialistica, riabilitativa ed ospedaliera.". (89)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 3 - Paragrafo 3.1

Nel sedicesimo capoverso, che inizia con le parole "Inoltre, la Regione ...." alla terza riga, dopo le parole "...comportamenti omogenei" è aggiunto il seguente:

"e attraverso una politica di incentivazioni ed adeguati indirizzi normativi per le Aziende Sanitarie che vada nella direzione della stabilizzazione delle facilitazioni all'assunzione delle attuali professionalità precarie.". (592)

Capitolo 4

GLI STRUMENTI PER L'INNOVAZIONE E LA CONOSCENZA

L'ammodernamento del Servizio Sanitario regionale, esigenza prioritaria del presente Piano, implica l'introduzione di innovazioni e strumenti finalizzati a migliorare la qualità dell'assistenza e a favorire decisioni adeguate alle necessità della realtà attuale.

Fra gli strumenti più rilevanti, di seguito si riportano indicazioni con riferimento al Sistema informativo Sanitario, all'Agenzia Sanitaria Regionale, all'Osservatorio Epidemiologico Regionale e alla Comitato regionale per la Bioetica.

4.1. Il sistema informativo sanitario

Un buon Servizio sanitario non può prescindere dalla realizzazione di un buon sistema informativo sanitario.

II Sistema informativo deve configurarsi come infrastruttura portante dell'intera organizzazione sanitaria, nella quale si integrano le informazioni che si muovono in senso verticale, tra livello centrale e livello locale, e orizzontale, tra amministrazioni e soggetti locali, in grado di fornire ai decisori di qualsiasi livello (distretto, azienda, regione) "rappresentazioni" utili al governo e alla gestione della sanità (o sistema socio sanitario).

L'osservazione epidemiologica rappresenta una parte fondamentale del Sistema informativo sanitario, capace di aggregare e analizzare i dati al fine di garantire la lettura dei bisogni sanitari e dei rischi.

Sistema informativo sanitario e osservazione epidemiologica non possono quindi configurarsi come funzioni separate, ma devono trovare a livello regionale e locale momenti di sintesi funzionale, operativa e organizzativa.

I punti critici dell'attualesistema

L'attuale Sistema Informativo Sanitario Regionale, S.I.SA.R., appare parziale, frammentario, disordinato, incapace di sostenere adeguatamente il processo decisionale, nonostante l'ingente quantità di risorse investite in questo settore.

Il S.I.SA.R. è caratterizzato da diversi gradi di organizzazione e sviluppo, spesso orientati a un'utilizzazione parziale, relativa al singolo sottosistema, non sempre in grado di offrire risposte adeguate alle esigenze gestionali, né di fornire una base conoscitiva utile alla valutazione dell'attività dei servizi e dello stato di salute.

Non è presente alcuna forma di coordinamento delle funzioni informatiche ed epidemiologiche, all'interno delle singole aziende, tra le diverse aziende e tra aziende e regione.

Le statistiche sanitarie correnti storiche (es. mortalità, aborti, malattia a denuncia obbligatoria, attività del servizi, ecc.), spesso incomplete, mostrano un non compiuto livello di controllo della loro qualità, di elaborazione e di analisi nonché una carenza di feedback con i produttori dei dati stessi. Tale situazione comporta, da una parte, una deresponsabilizzazione dei produttori (rispetto alla qualità delle informazioni raccolte) e, dall'altra, uno scarso utilizzo delle informazioni da parte dei decisori ai livelli più alti del sistema.

Sul versante della lettura dei bisogni e dei rischi, vi è una grave carenza di strumenti idonei a tale scopo (registri tumori, di patologia, ecc.) che preclude la possibilità di attuare un corretto processo pianificatorio e di valutazione degli interventi di prevenzione nel territorio.

Il Piano 2006-2008 propone una profonda revisione e ristrutturazione del S.I.SA.R., tenuto conto dei mutamenti organizzativi e gestionali delineati nel presente Piano e delle peculiarità del sistema sanitario regionale.

La necessità di un governo complessivo del sistema regionale, la spinta ad una maggiore uniformità dei servizi garantiti dalle diverse aziende sanitarie, la ridotta dimensione di molte realtà territoriali e l'esigenza di garantire tecnologie e professionalità ai massimi livelli portano a privilegiare la scelta di un sistema distribuito sul territorio quanto a raccolta e utilizzo delle informazioni e centralizzato a livello regionale quanto ad attrezzature, supporti informatici e competenze specialistiche.

Le linee di sviluppo del sistema informativo

Un sistema di servizi sanitari sufficientemente omogeneo su territorio della Sardegna richiede infatti un sistema informativo articolato con un centro regionale di servizi, capace di sfruttare a pieno le moderne tecnologie e la nuova rete telematica della Regione, dotato di tutte le competenze professionali e in grado di sviluppare e gestire le informazioni relative alle diverse realtà territoriali.

Il piano di sviluppo deve prevedere:

· un centro servizi in grado di offrire un sistema gestionale/amministrativo di base, secondo standard di mercato, capace di dare servizi in outsourcing a tutte le aziende sanitarie, con riferimento alle principali funzioni di pianificazione e controllo delle attività;

· un sistema di identificazione degli assistiti e di monitoraggio della spesa, in collegamento con il sistema nazionale della tessera sanitaria, e in futuro della carta nazionale dei servizi, attraverso la messa in rete dei medici di MMG e PLS, delle farmacie e di tutti i punti di erogazione dei servizi (pubblici e privati);

· un sistema di gestione dei servizi assistenziali, finalizzato a sostenere i processi di miglioramento della qualità dei servizi, a favorire l'analisi epidemiologica e dei bisogni di salute, a facilitare l'accesso ai servizi (anche attraverso sistemi unificati di prenotazione), a monitorare l'appropriatezza clinica e organizzativa delle prestazioni erogate, a sviluppare sistemi di archiviazione dei dati sanitari.

La Regione predispone, entro 120 giorni dall'entrata in vigore del presente Piano, un programma di sviluppo, gestione e valorizzazione del sistema informativo sanitario regionale, da attuare nell'arco del triennio 2006-2008, nel rispetto dei seguenti requisiti di carattere funzionale:

· sicurezza e rispetto della privacy dei cittadini-utenti,

· significatività e consistenza,

· rilevanza e congruità integrate,

· informazioni orientate al cittadini-utente,

· flessibilità,

· facilità all'utilizzo e all'accesso.

4.2. Agenzia regionale per la sanità

La complessità del sistema sanitario, la continua innovazione in campo scientifico e organizzativo, la necessità di sostenere il cambiamento del sistema sanitario regionale richiedono che la Regione Sardegna si doti di una "tecnostruttura" che supporti l'Assessorato dell'Igiene e Sanità e il sistema delle aziende sanitarie per:

·

Le funzioni di supporto alle decisioni

il supporto tecnico agli organi dell'Assessorato nella funzione di programmazione sanitaria;

· la formulazione di ipotesi tecniche per il governo del sistema (sotto il profilo clinico ed economico) e il monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza e delle variabili critiche;

· lo sviluppo dal punto di vista metodologico di alcune aree di particolare rilevanza strategica per il sistema regionale e per le aziende sanitarie del sistema (valutazione del fabbisogno formativo, gestione sistema qualità, sperimentazioni nei modelli assistenziali, gestione del rischio clinico);

· lo studio delle metodologie sull'EBM (medicina basata sulle prove di efficacia), lo sviluppo e messa a regime delle procedure di technology assessment (analisi e diagnosi) per la valutazione all'appropriatezza degli interventi e al supporto dell'Assessorato nell'attività di monitoraggio;

· lo sviluppo e alla diffusione della "conoscenza" all'interno del Servizio Sanitario Regionale (osservatorio epidemiologico, sistema informativo sanitario);

· lo sviluppo di metodologie per il controllo di gestione e per la valutazione di atti e contratti che comportino impegni di spesa pluriennali.

L'Agenzia Regionale Sanitaria può essere considerata lo strumento più idoneo alla luce delle esperienze nazionali per il perseguimento di tali obiettivi.

Deve essere caratterizzata dalla massima flessibilità operativa e organizzativa, articolandosi in "aree progetto" configurate in modo da offrire un supporto "su misura" rispetto ai compiti nel tempo affidati dalla Regione e alle esigenze manifestate dagli attori del sistema.

Il compito dell'Agenzia Regionale Sanitaria è quello di elaborazione e sperimentazione degli strumenti, che poi vengono messi "a disposizione del sistema", In questo senso, una volta a "regime", gli strumenti vengono utilizzati per il governo del sistema all'interno della dialettica tra Assessorato e organi di governo delle aziende sanitarie.

4.3. Osservatorio epidemiologico regionale

L'epidemiologia è funzione trasversale a tutte le figure professionali e a tutti i servizi del SSR in quanto strumento metodologico di rilevazione e analisi dei bisogni sanitari e di valutazione del sistema dell'offerta. La complessità della metodologia e delle tecniche epidemiologiche richiedono la presenza di professionisti specificamente dedicati, capaci di facilitare il perseguimento dei seguenti obiettivi:

·

Obiettivi

raccogliere, elaborare e diffondere conoscenze sui bisogni di salute della popolazione e sui fattori di rischio per la salute;

· contribuire all'identificazione, anche attraverso ricerche ad hoc, delle priorità di intervento, con particolare attenzione agli obiettivi di equità dei cittadini nella salute e alla tutela delle fragilità sociali;

· contribuire alla identificazione, sperimentazione e messa a regime di nuovi flussi informativi mirati a valutare l'equità di accesso, l'appropriatezza d'uso, l'efficacia e l'efficienza dei servizi sanitari;

· supportare le funzioni di governo e gestione del SSR a livello regionale e locale;

· promuovere la cultura epidemiologica tra tutti gli operatori sanitari.

La rete epidemiologica

La Rete Epidemiologica della Sardegna si articola nell'Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER), istituito come area di progetto, all'interno dell'Agenzia Regionale Sanitaria, con funzioni di coordinamento generale della rete, e i Centri Epidemiologici Aziendali (CEA). I CEA rappresentano la struttura portante della rete epidemiologica, come snodo per la funzione epidemiologica sia del centro regionale (OER) sia di tutte le unità operative e servizi delle aziende e zone territoriali. I CEA, che potranno essere strutturati in posizione di staff alla Direzione dell'Azienda Usl o come servizi/unità operative semplici all'interno dei Dipartimenti di Prevenzione (DP), sono il supporto delle funzioni epidemiologiche aziendali del livello della programmazione della linea operativa e del livello della pianificazione e valutazione della direzione aziendale.

4.4. Comitato Regionale per la Bioetica

Al fine di favorire un confronto, a livello nazionale ed internazionale, sullo stato della ricerca biomedica e dell'ingegneria genetica, è istituito il Comitato Regionale per la Bioetica.

Il Comitato ha il compito di elaborare un quadro complessivo dei programmi di ricerca più significativi per la realtà sarda, di formulare pareri su problemi di natura etica e giuridica che possano emergere con il progredire delle ricerche, di promuovere la divulgazione scientifica e la corretta informazione dell'opinione pubblica e di svolgere una funzione consultiva nei confronti della Giunta regionale e di altre istituzioni pubbliche o private.

Il Comitato, nominato dalla Giunta su proposta dell'Assessore dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, è composto da non più di 10 membri, scelti tra esperti e studiosi provenienti da diverse aree disciplinari in coerenza con la natura intrinsecamente pluridisciplinare della bioetica.

La Regione predispone un regolamento recante disposizioni in materia di attività, obiettivi, durata e modalità di funzionamento del Comitato.

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 4 - Paragrafo 4.2

Nel quarto capoverso, alla prima e seconda riga, la frase "è quello di elaborazione e sperimentazione degli strumenti", è sostituita dalla seguente:

"è quello di effettuare ricerche, di elaborare, predisporre e suggerire la sperimentazione di strumenti e modelli,". (595)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu - Liori.

Parte III - Capitolo 4 - Paragrafo 4.1

Nel secondo capoverso, alla settima riga, dopo le parole "L'osservazione epidemiologica..." sono aggiunte le seguenti:

", che ha sede di riferimento presso l'Osservatorio Epidemiologico Regionale,". (593)

Emendamento aggiuntivo Vargiu - Cassano - Dedoni - Pisano - Cappai - Liori - Diana - Gallus - Murgioni - Randazzo Vittorio - Randazzo Alberto - Amadu.

Parte III - Capitolo 4 - Paragrafo 4.2

Nel terzo capoverso, alla seconda riga, dopo la parola "articolandosi", è aggiunta la seguente:

"funzionalmente". (594).)

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, si esprime parere contrario su tutti gli emendamenti al capitolo 3, esattamente gli emendamenti numero 590, 90, 91, 591, 596, 88, 89, 592. Si esprime parere negativo anche sugli emendamenti numero 595, 593 e 594 al capitolo 4. Propongo di aggiungere, con un emendamento orale, al paragrafo 4.3 di pagina 160, il seguente ultimo capoverso puntato prima di "La rete epidemiologica della Sardegna": "garantire l'istituzione e/o il regolare aggiornamento dei registri di patologia". E' un emendamento di sintesi di tutti gli emendamenti, precedentemente accantonati, in materia di registri.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Poiché non ho iscrizioni a parlare, metto in votazione l'emendamento numero 590. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 90. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 91. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto ora in votazione il testo del capitolo 3. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 591. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 596. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 88. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 89. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 592. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo alla votazione del capitolo 4 e dei relativi emendamenti. Metto in votazione l'emendamento numero 595. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto ora in votazione il testo del capitolo 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 593. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 594. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Pacifico, relatore. Ne ha facoltà.

PACIFICO (D.S.), relatore. Presidente, chiedo che in sede di coordinamento si apportino le seguenti due correzioni al testo: a pagina 71, ultimo capoverso, per coordinare il dato sui parti cesarei con la relativa tabella, il numero "59" deve essere sostituito con "49", per cui "59 per cento" diventa "49 per cento"; al paragrafo 3.3 di pagina 83, secondo punto dell'ultimo capoverso, il periodo "in base al parametro dell'1 per mille abitanti" deve essere modificato nel seguente "in base al parametro del 3,5 per mille abitanti".

PRESIDENTE. Metto in votazione il testo delle modifiche proposte. Chi le approva alzi la mano.

(Sono approvate)

Riprendiamo l'esame degli emendamenti precedentemente sospesi; sono gli emendamenti numero 234, Parte I, 446 e 450 Parte II..

Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Il parere è negativo su tutti e tre gli emendamenti.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta esprime un parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 234. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 446. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 450. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Comunico che è stato presentato un ordine del giorno.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:

Ordine del giorno Caligaris a sostegno di un'iniziativa del Parlamento per disciplinare l'accanimento terapeutico salvaguardando la dignità umana.

Il Consiglio regionale,

a conclusione della discussione del Piano Sanitario

RICORDATO il caso di Piergiorgio Welby che, prima di morire ha chiesto con insistenza e determinazione la cessazione dei trattamenti per porre fine alle atroci sofferenze provocategli da una distrofia muscolare progressiva,

SOTTOLINEATO che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 23 settembre 2006, rispondendo all'appello di Welby aveva auspicato un "confronto sensibile e approfondito", "perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l'elusione di ogni responsabile chiarimento";

CONSTATATO che, dopo tre mesi di un ampio dibattito morale, religioso, scientifico, filosofico, giuridico e politico, sono stati acquisiti elementi utili per una sintesi normativa;

RILEVATO che i problemi sollevati devono trovare una risposta nell'interesse di numerosi gravissimi ammalati, alcuni dei quali anche in Sardegna, sottoposti a trattamenti non sempre rispettosi della dignità umana e della volontà individuale;

auspica

che il Parlamento approvi al più presto una legge per stabilire un confine tra dovere di cura e accanimento terapeutico attraverso norme più civili e rispettose della libera e responsabile scelta individuale.(1)).

PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'ordine del giorno ha facoltà di illustrarlo.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, nonostante l'ora tarda e nonostante tutto il lavoro che c'è alle spalle, credo che quest'ordine del giorno meriti un po' di attenzione. Inizio con una frase di Benedetto Spinoza come premessa al mio intervento illustrativo dell'ordine del giorno. La citazione è tratta da "Ethica ordine geometrico demonstrata" e recita "Non oso negare che il corpo umano perdurando la circolazione del sangue e le altre cose per cui si stima che esso viva, possa tuttavia mutarsi in un'altra natura del tutto diversa dalla sua. Nessuna ragione, infatti, mi costringe ad affermare che il corpo muore soltanto se si muta in cadavere".

In queste ultime settimane abbiamo parlato molto di salute ed è per questo che mi permetto di partire da un paradosso "La medicina è il peggiore dei mali contro la vita". Se, infatti, dobbiamo accettare il corso naturale dell'esistenza non dovremmo in alcun modo intervenire per modificarne o migliorarne l'evoluzione e lo sviluppo. Tuttavia, non è neppure possibile attribuire al termine "naturale" un senso sacro o etico. Bisogna inoltre evitare che la bioetica diventi uno strumento contro la ricerca scientifica; ciò accade, secondo me, specialmente quando per una fraintesa concezione del cristianesimo si ritiene che il dolore dia senso alla vita. Occorre promuovere una stagione del buon senso, dell'ascolto, a partire dalla politica ma coinvolgendo anche la religione e la scienza o, per meglio dire, le religioni e le scienze.

Il tema su cui può avvenire questo incontro credo sia la difesa della dignità dell'uomo, un argomento su cui entrambe - scienza e religione - sono impegnate. Ovviamente non è facile, ma la politica non può esimersi dall'assumere un ruolo anche perché c'è il rischio che al fanatismo religioso si contrapponga in modo traumatico lo scientismo, entrambi figli della morte dello spirito critico.

La discussione del Piano sanitario mi è parsa l'occasione per un intervento del Consiglio regionale su una questione che è al centro dell'attenzione nazionale e internazionale; mi riferisco al caso di cui è stato suo malgrado protagonista lo sfortunato Piergiorgio Welby, romano sessantunenne... Presidente, io capisco che l'ora è tarda e i colleghi sono stanchi...

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Caligaris, colleghi per piacere.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, se il sonno della ragione genera mostri, mi sembra di poter dire che l'insonnia, specie se protratta, in un'Aula parlamentare molto spesso produce allucinazioni! Quindi, bisognerebbe anche ascoltare e poi, eventualmente, se i colleghi hanno da opporre la loro posizione, possono esprimerla liberamente perché, lo ricordo a tutti i colleghi, questo ordine del giorno è stato depositato il 21 dicembre 2006: c'era tutto il tempo per ragionarci sopra. Ma soprattutto chiedo a tutti i colleghi di attenersi ai contenuti dell'ordine del giorno e di esprimersi liberamente, lasciando però l'opportunità a chi lo ha presentato di illustrarlo nei termini previsti dal Regolamento senza per questo mettersi a brontolare, ci sono altri spazi ad altri modi per farlo. Grazie.

Dicevo che la vicenda di Welby è una vicenda emblematica, ed è quella di tanti altri ammalati tra cui ricordo Giovanni Nuvoli, algherese, che sta vivendo un'esperienza analoga che lo tiene legato ad una macchina da ben cinque anni. Ricordo che l'unico modo possibile per affrontare questo tema è quello di un intervento legislativo da parte del Parlamento della Repubblica, e in tal senso il presidente Giorgio Napolitano il 23 settembre scorso, rispondendo all'appello di Piergiorgio Welby, aveva auspicato un urgente, approfondito e sensibile confronto sul tema dell'accanimento terapeutico e sulla qualità della vita di un paziente quando è ormai totalmente dipendente da una macchina. Ritengo che il Parlamento non possa più sottrarsi all'esame delle proposte di legge presentate per la regolamentazione e la definizione dell'accanimento terapeutico attraverso norme più civili e rispettose della libera e responsabile scelta individuale.

In questo contesto è importante che il Consiglio regionale della Sardegna, accogliendo l'appello del presidente Napolitano, chieda al Parlamento di colmare tempestivamente il vuoto legislativo nell'interesse non più, purtroppo, di Piergiorgio Welby, ma dei tanti ammalati di distrofia muscolare progressiva che purtroppo ci sono anche da noi e di tutti quelli la cui esistenza ormai può essere definita artificiale. L'uomo saggio, diceva Seneca, vive finché deve, non finché può.

In quest'ottica ho molto apprezzato, da laica, la riflessione sull'argomento dell'onorevole Gianluigi Gessa apparsa le scorse settimane su "La Nuova Sardegna". Si faceva riferimento a Sa femina accabadora quale esempio di una cultura popolare con una forte componente di pietà umana dinanzi alla sofferenza. Quasi le stesse parole usate nella lettera enciclica Evangelium vitae di Papa Giovanni Paolo II che, a proposito della rinuncia all'accanimento terapeutico, affermava che quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile si può, in coscienza, rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all'ammalato in singoli casi. La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati, quindi, non equivale al suicidio, esprime piuttosto l'accettazione della condizione umana di fronte alla morte, quella che sempre più tutti tendiamo a rifiutare.

Se questi sono gli ordini dei problemi mi sembra opportuno che soltanto il Parlamento possa rispondere con una legge che recepisca i contenuti del dibattito finora svolto; lo deve fare però in tempi brevi evitando che le questioni avanzate da Welby siano rinviate sine die. Questo l'impegno contenuto nell'ordine del giorno che pongo all'attenzione dell'Aula e che spero venga approvato.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare il consigliere Pacifico, relatore.

PACIFICO (D.S.), relatore. Il relatore si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'ordine del giorno ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

DIRINDIN, Assessore tecnico dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (Progetto Sardegna). Io volevo ringraziare la collega Caligaris che ha posto questo argomento, molto importante, all'attenzione dell'Aula; però, viste le condizioni particolari che si sono create, l'abbandono dei colleghi della minoranza in seguito all'incidente che non voglio richiamare, sarebbe importante riportare questo ordine del giorno all'attenzione dell'Aula in un momento in cui l'Aula conti anche la presenza dei consiglieri della minoranza. Credo che questo darebbe più valore a un dibattito e a una eventuale votazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA FRANCESCO (La Margherita-D.L.). Il mio intervento ha lo stesso contenuto dell'intervento dell'onorevole Porcu. Registro tra l'altro un notevole imbarazzo, lo voglio dire alla collega, scusandomi di una precedente intemperanza, ma, discutere dei temi della regolazione della vita e della morte rispetto alle tecnologie sanitarie alle due meno un quarto del mattino del 20 gennaio, credo sia un po' complicato e una forma di accanimento terapeutico nei confronti del Consiglio regionale.

Siccome anch'io sono molto favorevole a trovare un punto di sintesi che dica no all'eutanasia e no all'accanimento terapeutico direi che possiamo riparlarne, sapendo anche che non è una competenza del Consiglio regionale stabilire questi limiti e, per esempio, riferirsi a un dibattito che è ancora in corso dando per assodato che la sintesi di questo dibattito sia già stata trovata.

Quindi questa capacità di ascoltarci reciprocamente a quest'ora e dopo venti giorni di lavoro, con i ritmi che abbiamo osservato, credo che debba laicamente revocare in dubbio le nostre capacità di continuare a discutere l'argomento; quindi io chiedo alla collega di ritirare l'ordine del giorno dichiarandomi disponibile a capire qual è la possibilità per il Consiglio regionale di dire una parola di sollecitazione verso il Parlamento nazionale affinché su questi temi si deliberi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ibba. Ne ha facoltà.

IBBA (Gruppo Misto). Presidente, io credo che il fatto che stiamo parlando di questo argomento intorno alle due del mattino nulla toglie all'importanza e alla delicatezza dell'argomento stesso.

Che si sia arrivati a parlarne a quest'ora è un fatto che non è dipeso dalla collega Caligaris che, come ha ricordato, ha posto il problema il 21 di dicembre, ma dall'agenda dei lavori dell'Aula. . Non si deve discutere né di eutanasia né di altro, si sta ponendo un problema che, guarda caso, arriva alla fine della discussione di un Piano sanitario nazionale tutto centrato sull'interesse per la persona umana, tutto incentrato sull'interesse per l'uomo. Questo è un problema che la collega Caligaris pone, da un altro punto di vista, per quanto riguarda il rispetto della dignità umana nel momento in cui un paziente drammaticamente ogni giorno affronta cure non più risolventi.

Io sono d'accordo che il momento è un momento sfortunato, ciò non toglie che questo argomento possa essere ripreso, discusso, approfondito; se questo potesse accadere sarebbe sicuramente un momento utile per tutti perché tutti potremmo chiarire le nostre ragioni, ascoltandoci senza manifestazioni orticarioidi e senza pruriti, con beneficio di tutti. Potremmo farlo in un momento forse più percorribile dove tutti potremmo dare anche un contributo più partecipato,. Ciò non toglie che questo documento abbia un senso e io mi rimetto al Presidente del Consiglio affinché non venga, come dire, banalmente e pedissequamente liquidato, ma rimanga nell'agenda dei lavori di questo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Io, devo dire la verità, sarei stato dell'opinione di votare questo ordine del giorno perché, per esperienza personale, ormai consolidata, ho visto ordini del giorno che hanno trattato argomenti molto importanti arrivare alla fine di una discussione ed essere dimenticati e mai ripresi. Quindi se la volontà di ridiscutere, lo dico ai colleghi della Margherita in particolare che hanno, come altre volte, sollecitato lo spostamento di un argomento ad altra seduta, chiedo scusa presidente Secci, le chiedo scusa, perché, stiamo attenti, chiedo scusa, siccome questa sollecitazione è venuta soprattutto da colleghi della Margherita, deve essere in capo alla Margherita prima di ogni altro l'impegno, impegno...

(Interruzioni)

Ci vuole tolleranza, tolleranza cristiana come noi siamo capaci di fare perché noi ci crediamo. Se l'impegno è calendarizzare questo argomento, che tra l'altro si traduce in un auspicio, in una sorta di richiesta al Parlamento di affrontare il tema. Tema che è stato affrontato in tutte le sedi (televisioni, giornali, dibattiti nella società civile), ma non è stato mai affrontato in modo adeguato nella sede propria, quella che deve regolare questo tipo di situazioni e garantire, si è parlato di Piano sanitario, oltre che i malati che vivono quella disperata condizione anche gli operatori della sanità che debbono gestirla.

Quindi, se l'impegno è vero, e il Presidente del Consiglio garantisce su questo, si può anche rinviare ad un altro momento la discussione e la votazione del documento, però dev'essere un impegno vero.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Trenta secondi soltanto per unirmi anch'io all'appello al ritiro dell'ordine del giorno. Io personalmente lo condivido e l'avrei votato se fosse stato un voto utile, ma credo che un argomento come questo sia un errore discuterlo con la presenza di una sola parte politica seppure importante, quella di maggioranza, e non cercare la massima sintesi per voto il più possibile unitario da parte dell'Assemblea. Per cui, proprio per raggiungere l'obiettivo che l'ordine del giorno si pone, secondo me è giusto che sia ritirato e ripresentato in un altro momento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Masia. Ne ha facoltà.

MASIA (Federalista-Autonomista Sardo). Presidente, molto velocemente, per ribadire anch'io la preghiera all'onorevole Caligaris di ritirare l'ordine del giorno. Secondo il mio punto di vista è un ordine del giorno molto importante, ma a nessuno sfugge che noi stasera stiamo raggiungendo un importante risultato, quello dell'approvazione del Piano sanitario. In questo momento credo che la cosa peggiore sarebbe quella di sovrapporre un altro argomento e non gioire pienamente di questo risultato, importantissimo. Chiedo il ritiro perché ritengo che non sia sicuramente questo il momento adatto in quanto sono sicuro che discutendolo in un momento successivo si possano trovare maggiori convergenze. È, ripeto, un argomento estremamente importante, e l'ordine del giorno rispecchia sicuramente nostre posizioni nelle quali crediamo e che, quindi, logicamente, devono essere portate all'attenzione ma non a quest'ora e non in questo.

PRESIDENTE.. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Presidente, faccio rilevare due cose e poi vi lascio alla riflessione. Primo, quest'ordine del giorno auspica che il Parlamento approvi al più presto una legge, il Parlamento, per stabilire un confine tra dovere di cura e accanimento terapeutico attraverso norme più civili e rispettose della libera e responsabile scelta individuale. E' un auspicio che sta esprimendo il Consiglio regionale nei confronti del Parlamento. Questo per togliere tutti i fumus, le nebbie; non stiamo parlando di eutanasia, perché, lo dico, uso questo termine, che non c'è nell'ordine del giorno, perché soltanto il pensiero che si possano allargare i diritti di libertà, comunque, genera uno stato d'ansia. Il Consiglio regionale non sta facendo niente, sta esprimendo un auspicio.

Il secondo punto, sempre per chiarimento, è questo. Presidente, se un Consiglio regionale ha la responsabilità di votare un Piano regionale sanitario alle ore 1 e 53, dovrebbe avere anche le capacità intellettuali, i nervi giusti, per votare un ordine del giorno.

Concludo solo con una considerazione proprio terra terra e banale. Per esempio, se i colleghi della Margherita, a prescindere dall'ordine del giorno che auspica un intervento del Parlamento, presentassero una bella mozione chiedendo che il Consiglio regionale si soffermi a parlare del problema, io sarei molto contenta e la firmerei, ma è un'altra cosa. Questo è un ordine del giorno semplicemente su quanto ha chiesto il presidente Napolitano. E mi sembra di poter dire che il presidente Napolitano è il Presidente di tutti gli italiani, compresi tutti i colleghi della Margherita.

Io ritengo che sarebbe giusto, corretto, votarlo anche perché, Presidente, lei mi insegna che in base al Regolamento l'ordine del giorno deve essere coerente con l'argomento in discussione; stiamo parlando di Piano sanitario, c'è quindi una totale coerenza. Credo che nascondersi dietro un dito, solo perché si chiede al Parlamento di occuparsi di questo problema, mi sembra assurdo. Però, se voi ritenete che tutto questo possa nuocere all'immagine del Consiglio perché è l'1 e 55, allora io rinuncio all'ordine del giorno, ma dal mio punto di vista è una vergogna. E, francamente, sono veramente umiliata di dovermi misurare anche su un semplice auspicio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Chiedo anch'io alla collega Caligaris di ritirare quest'ordine del giorno. Oggi stiamo approvando il Piano sanitario, vorremmo domani parlare soltanto di Piano sanitario, vorremmo che in Sardegna si parlasse del Piano sanitario che aspettavamo da ventuno anni. In un altro momento parleremo di questo e valorizzeremo questa discussione che faremo con più calma. Quindi, la ringrazio per aver ritirato l'ordine del giorno e auspico che non si dispiaccia per questo.

PRESIDENTE. Diciamo che l'onorevole Caligaris accoglie la proposta di rinvio della discussione su questo punto importante che è stato sollevato, e l'onorevole Caligaris ha ragione quando dice che ci sono dei modi prestabiliti perché gli argomenti entrino in Aula. Quindi, i Capigruppo trovino il modo per portare in Aula l'argomento, trovando anche una formulazione che sia adeguata. Io sono convinto che quest'ordine del giorno si potrebbe approvare, ma se ci sono dei colleghi che chiedono di poterlo valutare meglio, più attentamente, penso che sia anche corretto accogliere questa richiesta. Io accolgo l'invito che mi è stato rivolto di trovare una modalità per ritornare sull'argomento. Va bene onorevole Caligaris?

CALIGARIS (Gruppo Misto). E' un'opportunità del Consiglio, Presidente, non per me! Ritengo che sia giusto…

PRESIDENTE. Sì, però lei è la promotrice di questa iniziativa, è giusto pertanto che ne mantenga la titolarità. Noi raccogliamo il suo invito affinchè se ne riparli nei modi e nelle forme che valuteremo più congrui e più opportune.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato del Documento numero 11 e numero 11/bis.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: BALIA - BARRACCIU - BIANCU - BRUNO - CALIGARIS - CALLEDDA - CHERCHI Silvio - CORDA - CORRIAS - CUCCA - CUCCU Giuseppe - CUGINI - FADDA - FLORIS Vincenzo - FRAU - GESSA - IBBA - LAI - LANZI - LICHERI - MANCA - MANINCHEDDA - MARRACINI - MARROCU - MASIA - MATTANA - MELONI - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PITTALIS - PORCU - SABATINI - SALIS - SANNA Alberto - SANNA Francesco - SANNA Simonetta - SECCI - SERRA - SORU - UGGIAS - URAS.

Si è astenuto: il Presidente SPISSU.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 42

astenuti 1

maggioranza 22

favorevoli 42

(Il Consiglio approva).

Per fatto personale

Ha domandato di parlare per fatto personale il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Pochissimi secondi per parlare di quanto è accaduto stasera. Quanto è accaduto stasera, in realtà, è anche quanto è accaduto in questi giorni, in un mese di duro lavoro. E' evidente che, forse, il Regolamento non è sufficientemente adatto a garantire una discussione in quest'Aula serena, efficace, con le giuste modalità. Forse, il senso di frustrazione ha colpito qualche volta un pochino tutti e il comportamento durante questo mese, soprattutto in questi ultimi giorni di maggior lavoro, non è stato sempre consono a quest'Aula. Questo credo ci debba far riflettere e impegnare tutti quanti nell'onorare maggiormente il mandato che abbiamo e l'Aula che ci ospita. Quindi, in qualche modo siamo coinvolti tutti, allora chiederei al Consiglio, per quanto e se è possibile, di evitare qualsiasi sanzione del comportamento del consigliere La Spisa e che quanto accaduto non sia riportato.

PRESIDENTE. Penso sia una buona conclusione del nostro lavoro.

Ha domandato di parlare il consigliere Masia. Ne ha facoltà.

MASIA (Federalista-Autonomista Sardo). Non ho nessuna intenzione di prendere tempo, è solo per dire che domani alle ore 11 vorremmo fare con il relatore e con i componenti della Commissione, e chiunque voglia essere con noi, anche l'Assessore, una conferenza stampa sull'approvazione del Piano.

PRESIDENTE. Il Consiglio è convocato per martedì 23 gennaio, alle ore 11, con al primo punto l'elezione dell'Ufficio di Presidenza.

La seduta è tolta alle ore 02 e 02 del 20 gennaio.