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Resoconto della seduta n. 202 del 23/06/2006

CCII Seduta

Venerdi' 23 giugno 2006

Presidenza della Vicepresidente LOMBARDO

INDICE

La seduta è aperta alle ore 10 e 25.

ORRU', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 24 maggio 2006 (196), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Barracciu, Vincenzo Floris, Giagu, Lai, La Spisa, Licandro, Pacifico, Rassu, Salis, Sanjust e Serra hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 23 giugno 2006.

Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati.

Assenza per motivi istituzionali

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi del comma 5 dell'articolo 58 del Regolamento, il consigliere regionale Ignazio Paolo Pisu è assente nella seduta antimeridiana del 26 giugno 2006 per motivi istituzionali.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Norme in materia di bilancio e contabilità della Regione autonoma della Sardegna". (237)

(Pervenuto il 20 giugno 2006 e assegnato alla terza Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

ORRU', Segretario:

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle gravissime conseguenze economiche e sociali nel Nord Sardegna derivate dall'adozione del Piano paesaggistico regionale deliberato dalla Giunta Regionale il 25 maggio u.s.". (532)

"Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sul drammatico allungamento delle liste d'attesa per interventi di cardiochirurgia presso l'Azienda ospedaliera Brotzu". (533)

"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla discriminazione subita da una single sarda nell'adozione di una ragazza bielorussa". (534)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

ORRU', Segretario:

"Interpellanza Uggias - Biancu - Giagu - Cocco - Cuccu Giuseppe - Cucca - Fadda Paolo - Sanna Simonetta - Sabatini - Secci - Sanna Francesco - Manca sull'applicazione ai medici sardi dei contratti atipici a tempo determinato da parte delle aziende sanitarie locali". (171)

"Interpellanza Licheri - Fadda Giuseppe - Lanzi sulle gravi condizioni di disagio subite nella stagione estiva dalle imprese sarde, a causa della limitazione dei posti a disposizione dell'autotrasporto merci sulle navi di linea che collegano Olbia e Porto Torres con il continente". (172)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni numero 75 e 70 poiché l'interpellanza numero 149 non può essere svolta per assenza del presentatore e la discussione delle mozioni numero 72 e 74 non può essere ripresa non essendo ancora stato concordato un ordine del giorno unitario.

Ha domandato di parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.

LIORI (A.N.). Signor Presidente. Nella lettura del processo verbale il segretario ha usato una parola che non ho ben capito: single-singolo-sing. Siccome si fa un gran parlare dell'uso delle lingue straniere e non si sa se si può parlare nella nostra lingua sarda, io vorrei che questa parola venisse tradotta, possibilmente, in italiano o in sardo.

PRESIDENTE. Non era contenuta nel processo verbale, onorevole Liori, la parola era contenuta nel testo dell'interpellanza letta dal segretario.

Sull'ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Soltanto per sapere - ne approfitto anche perché è presente il presidente Soru - quando eventualmente il Presidente della Regione potrà rendersi disponibile a riferire in Aula su questa importante novità, accaduta anche a livello nazionale, relativamente allo slittamento del switch off,alla complessa vicenda del digitale terrestre e ai nuovi accordi che sono stati stipulati con la società DGDV. Si tratta di un ordine del giorno approvato il 15 febbraio scorso e sottoscritto da 13 colleghi. Vorrei quindi avere l'opportunità di sapere se sarà possibile, entro breve tempo, avere informazioni dirette, grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Caligaris, per avere informazioni si presenta un interpellanza da discutere in Aula o una mozione. Nel caso in cui il Presidente ritenga opportuno rendere delle comunicazioni all'Aula, non appena lo richiederà gli verrà data la parola. Però…

CALIGARIS (Gruppo Misto). Era un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sì, un ordine del giorno che è stato presentato ed è stato approvato tempo fa. Ma quell'ordine del giorno non impegnava la Giunta a riferire in quel momento sullo stato delle cose. Per cui se lei intende avere delle notizie in merito può presentare un'interpellanza oppure una mozione.

Discussione della mozione Diana - La Spisa - Oppi - Murgioni - Vargiu - Pisano - Artizzu - Dedoni - Liori - Moro - Sanna Matteo - Randazzo - Cappai - Capelli - Gallus - Rassu - Sanjust - Cuccu Franco Ignazio - Floris Mario - Amadu - Cherchi Oscar - Ladu - Biancareddu - Petrini - Milia - Lombardo - Contu sui recenti sviluppi inerenti la realizzazione del metanodotto Algeria-Sardegna-Europa e il contestuale progetto di metanizzazione della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (75)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 75.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Diana - La Spisa - Oppi - Murgioni - Vargiu - Pisano - Artizzu - Dedoni - Liori - Moro - Sanna Matteo - Randazzo - Cappai - Capelli - Gallus - Rassu - Sanjust - Cuccu Franco Ignazio - Floris Mario - Amadu - Cherchi Oscar - Ladu - Biancareddu - Petrini - Milia - Lombardo - Contu sui recenti sviluppi inerenti la realizzazione del metanodotto Algeria-Sardegna-Europa e il contestuale progetto di metanizzazione della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

- in data 27 novembre 2001 il Parlamento ha approvato in via definitiva la realizzazione del metanodotto Algeria-Sardegna-Europa, inserito nel disegno di legge collegato alla Legge finanziaria per l'anno 2002;

- in data 4 dicembre 2001, con delibera n. 42/36, la Giunta regionale ha disposto di realizzare il metanodotto utilizzando la Seconda linea di adduzione metanifera;

- in data 16 maggio 2002 il Comitato delle regioni dell'Unione europea ha dato parere positivo unanime alla realizzazione dell'opera;

- in data 27 novembre 2002 il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge che dispone la realizzazione del metanodotto;

- per finanziare la realizzazione dell'opera sono stati stanziati oltre 223 milioni di euro di fondi Cipe a valere sulle annualità 2002-2004;

- in data 29 gennaio 2003 è stata costituita la società Galsi Spa, nella quale la Regione autonoma della Sardegna è presente con due quote azionarie, ciascuna pari al 5 per cento, di proprietà rispettivamente della SFIRS Spa e della Progemisa Spa;

- tale società ha quale finalità la realizzazione di uno studio di fattibilità sul metanodotto Algeria-Sardegna-Europa;

CONSIDERATO che:

- quando sarà del tutto operativo, il metanodotto Algeria-Sardegna-Europa sarà in grado di trasferire nel Continente 10 miliardi di metri cubi di metano l'anno;

- il 7 marzo u.s. il Presidente Renato Soru avrebbe sottoscritto con la Galsi una lettera di intenti con cui impegnerebbe la Regione ad acquistare fino a un massimo di 2 miliardi di metri cubi di metano l'anno per il fabbisogno dell'Isola;

- il 30 marzo u.s., con delibera n. 13/1, la Giunta regionale ha disposto l'impiego di euro 86.432.000 di fondi Cipe per la realizzazione di una rete capillare per la distribuzione del metano nelle case della Sardegna;

CONSIDERATO, inoltre, che:

- il 20 aprile u.s. il presidente della Sfirs, Giuseppe Busia, ha dichiarato agli organi di informazione che l'entrata in funzione dell'impianto sarà anticipata di sei mesi rispetto alle previsioni, preventivandola per l'aprile del 2009;

- nella stessa data, il presidente della Sfirs ha annunciato che il successivo 15 maggio si sarebbe tenuta un'assemblea degli azionisti della Galsi al fine di deliberare l'aumento di capitale della società, capitale che sarebbe dovuto passare da 3.850.000 euro a circa 34 milioni di euro;

- scopo di tale aumento di capitale sarebbe trasformare la finalità della Galsi dalla realizzazione dello studio di fattibilità alla realizzazione del metanodotto stesso;

- nell'occasione, Busia ha inoltre dichiarato l'intenzione, da parte della Regione, di costituire una società incaricata di commercializzare il gas trasportato dal metanodotto,

impegna il Presidente della Regione

a riferire in aula entro e non oltre 15 giorni dall'approvazione della presente mozione sui seguenti punti:

1) se la realizzazione della rete di distribuzione del metano all'utenza domestica e industriale è in corso e quali sono i tempi previsti per il suo completamento;

2) a che titolo il presidente della Sfirs ha rilasciato alla stampa le dichiarazioni di cui sopra;

3) se si è effettivamente svolta l'assemblea degli azionisti della Galsi di cui sopra e se è stato deliberato l'aumento di capitale della società;

4) per mezzo di quale procedura è stato affidato alla Galsi l'incarico di realizzare l'opera;

5) se la quota di gas che il presidente Soru si sarebbe impegnato ad acquistare è realmente corrispondente al fabbisogno della Sardegna;

6) se corrisponde al vero che accanto al gasdotto Algeria-Sardegna-Europa sia prevista la posa di un cavo per le telecomunicazioni e, in caso affermativo, chi sarà il proprietario di quest'ultimo e chi potrà utilizzare la capacità di trasporto del cavo verso il Nord Africa. (75).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Una dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

DIANA (A.N.). Signor Presidente, intanto ringrazio il presidente Soru, non per essere in Aula, perché questo credo che sia un dovere che va osservato, ma per averci offerto l'opportunità di discutere oggi di un argomento che forse ai più non è molto chiaro ma che è chiaro a coloro che hanno almeno una legislazione alle spalle e che quindi hanno un quadro forse più chiaro ed esaustivo di quello che vuol dire costruire un metanodotto in Sardegna. E parlo proprio di metanodotto e non parlo di metanizzazione della Sardegna, che è un fatto diverso, perché se riducessimo il problema alla metanizzazione della Sardegna, probabilmente dovremmo riconoscere che aveva ragione il presidente Soru, quando a suo tempo disse che il metanodotto e il collegamento dall'Algeria alla Sardegna e poi al resto d'Italia e all'Europa era un'opera inutile ed estremamente costosa.

Queste erano le dichiarazioni che il presidente Soru pronunciava in periodo di campagna elettorale. La storia del metanodotto e del collegamento con la Sardegna all'Algeria risale alla fine del 2000, ma i primi atti concreti sono stati posti in essere nel 2001, quando il Governo italiano approvò la finanziaria per il 2002. Da quel momento si sono succeduti numerosi atti, delibere della Giunta regionale, vi è stata la costituzione di un Consorzio, con soci che partecipano a questo Consorzio, ecc.

E' inutile però ripercorrere una storia troppo vecchia; ciò che mi interessa di più è arrivare ai giorni nostri, ed è per questo che ringrazio il presidente Soru, perché non avendo risposto, come sua consuetudine, alle interrogazioni che i consiglieri, quasi sistematicamente rivolgono a lui e alla sua Giunta, ha permesso a me, umile consigliere regionale di opposizione, e agli altri colleghi di presentare questa mozione, quasi costringendolo, quindi, a presentarsi in Aula e a fornire risposte e chiarimenti su questo argomento estremamente importante. Il più delle volte infatti, in sua vece parla il presidente della Sfirs, questo è un altro elemento che veramente sconcerta. Personalmente ritengo che le dichiarazioni in proposito dovrebbero essere rilasciate dal presidente Soru, ma il mondo evidentemente si sta stravolgendo.

Il fatto grave, che voglio denunciare subito, è che ormai è sistematico che non si dia risposta alle interrogazioni, e spesso e volentieri si trascurano anche le mozioni. Comunque noi il 6 aprile abbiamo presentato una interrogazione; dal 6 aprile alla presentazione della mozione - che è successiva di circa due mesi - il presidente Soru ha ritenuto di adottare delle delibere continuando a non informare il Consiglio regionale su ciò che stava avvenendo attorno a questa materia. Materia, peraltro, diventata straordinariamente importante visto che lo stesso presidente Soru da contrario è poi diventato favorevole.

Va bene, l'intelligenza porta anche a cambiare opinione e, certamente, questa è un elemento che non fa difetto al presidente Soru, però ha cambiato anche molte altre cose. Nella delibera che è stata adottata qualche giorno fa ci sono infatti tutta una serie di considerazioni e di decisioni che il presidente Soru ha assunto, dopo aver adeguatamente informato la sua Giunta e dopo che la Giunta ha abbondantemente discusso il problema, salvo poi non acquisire il parere di legittimità del direttore generale. Fatto strano, questo, perché in tutte le delibere della Giunta regionale compare la dicitura - che non è solo una dicitura - che reca l'attestazione dell'espressione del parere di legittimità del direttore generale o del responsabile del procedimento, del responsabile dell'Assessore di turno. Qui, sarà un errore di stampa, ma questa attestazione non c'è. Poi qualcuno mi spiegherà il perché. Io sono sicuro che la spiegazione ci sia e credo di conoscerla, ma sarei curioso di ascoltarla dal Presidente dalla Giunta.

Dice sostanzialmente il Presidente in questa delibera che la Sonatrach (per chi non lo sapesse è il socio di maggioranza della società Galsi, detiene circa il 38 per cento del pacchetto azionario) ha comunicato che il progetto e lo studio di fattibilità sono in via di completamento.

Premetto che il presidente Busia, Presidente della SFIRS, pro tempore, ha dichiarato qualche mese prima che il progetto era terminato. Quindi, già queste due affermazioni non coincidono, ma, è una questione di mesi. "In particolare" - si legge nella deliberazione del presidente Soru - "è stato evidenziato come i soci che hanno concorso alla predisposizione del progetto di fattibilità del gasdotto potrebbero essere quelli più direttamente interessati a curarne anche la fase attuativa". Ovviamente, lascio a voi giudicare: un consorzio che "nasce per", in corso d'opera intende "trasformarsi per". Per che cosa? Per realizzare l'opera? Per fare il progetto definitivo? "Il Presidente" - proseguo nella lettura della delibera - "sottolinea l'interesse della Regione sarda a essere parte attiva di una politica energetica rivolta all'utilizzo di fonti e di risorse di valore strategico, quale si considera essere quella del gas."

Presidente Soru, l'altro giorno, il Presidente Prodi ha incontrato il presidente Putin per discutere di strategie energetiche europee e internazionali. Questo mi fa pensare, probabilmente, che un argomento di tale rilevanza non possa essere affrontato con uno Stato estero, non facente parte, peraltro, dell'Unione Europea, in questi termini. Ma sono sempre considerazioni che fa il Presidente. "Per queste ragioni" - continua - "Sin da subito, è stata valutata positivamente la proposta della società algerina all'amministrazione regionale." Mi chiedo, ma se al termine della delibera si dice, esattamente, "dopo ampia e approfondita discussione" come fa il presidente Soru prima che ci sia stata la discussione a dire: "Sin da subito è stata valutata positivamente la proposta della società algerina"?

Aggiunge ancora il presidente nella delibera che la SFIRS e la Progemisa, strumenti operativi degli organi di governo dell'amministrazione, che hanno il 5 per cento a testa della società Galsi (oggi, a nostra conoscenza, 3 milioni e 850 mila euro) dovrebbero partecipare al capitale di rischio della citata società di progetto: un impegno finanziario complessivo attualmente pari a 10 milioni di euro. Questa è un'assoluta novità.

"Lo studio di fattibilità" - aggiunge ancora il Presidente - "è prossimo al completamento e per lo stesso è stato richiesto" - colleghi, vi prego di prestare la massima attenzione - "un aumento del capitale di 30 milioni di euro, che la SFIRS e la Progemisa saranno chiamate a sottoscrivere, con un impegno finanziario complessivo pari a 3 milioni di euro", pari cioè a quel 10 per cento del capitale azionario della società Galsi da esse detenuto.

Mi chiedo (esistono almeno due delibere, ma è scritto anche forse in un sito del Ministero algerino) se il costo dello studio di fattibilità era quantificato in 9 milioni e 850 mila euro, come è possibile che adesso si deliberi per completare lo studio di fattibilità e si chieda un aumento di 30 milioni di euro? Sono tutte domande alle quali credo che il Presidente dovrebbe dare una risposta.

Vado più avanti: da questa delibera, ma non solo da questa delibera, emerge chiaro il convincimento e l'intendimento del presidente Soru di portare la SFIRS e la Progemisa alla modifica dello statuto della società Galsi, per far sì che questa società non si occupi solo dello studio di fattibilità, ma anche del progetto definitivo, ma ancora di più della costruzione del metanodotto. Ovviamente, ricordo a voi, che in Italia si parla di 2 miliardi di euro, i più attendibili osservatori internazionali stimano che per costruire il metanodotto serviranno dai 2 miliardi e mezzo ai 3 miliardi di dollari. In Italia si parla di euro, nel mercato internazionale si continua a parlare di dollari. Certo è che partecipando ad un'esperienza di questo genere, ad un'intrapresa di questo genere, la Progemisa e la SFIRS sarebbero chiamate, ad acquisire tutte le dotazioni finanziarie e a mettere in campo tutti gli atti possibili per mantenere il 10 per cento di questo pacchetto azionario.

Stiamo parlando di un'opera che, andando male, costerà 5 mila miliardi di vecchie lire (forse i miliardi di euro o di dollari non suonano bene ai nostri amici). 5 mila miliardi di vecchie lire. Questo è l'investimento, e la Regione Sardegna dovrebbe impegnarsi in questo senso; dovrebbe. La Regione Sardegna si sta impegnando, e il presidente Soru, che anticipa i tempi, perché è uno che sicuramente vede più in là del proprio naso, su questo non c'è dubbio, si prepara e prepara il Consiglio regionale, prepara la Regione Sardegna, come? Dicendo già in questa delibera che a partire dal prossimo DPEF (lo dice in una delibera che è datata 7 giugno 2006, quindi, preparatevi a votare a favore, comunque, perché l'impegno della delibera è già stato assunto) a partire dal prossimo DPEF e negli atti adesso conseguenti, in particolare "finanziaria" e "bilancio", dovrà essere proposta la copertura finanziaria necessaria al sostegno dell'attività della SFIRS e della Progemisa, coinvolte nell'iniziativa di cui all'oggetto.

Già il termine "coinvolto" mi spaventa veramente. Come si può coinvolgere? Il termine "coinvolgere", in italiano, ha sempre avuto un significato, poco chiaro. Coinvolgere: noi stiamo coinvolgendo la Regione Sardegna in un'opera della quale nessuno di noi conosce niente. In più, il presidente Soru, con lo stesso atto del 7 giugno 2006, "delibera di autorizzare la SFIRS e la Progemisa a porre in essere tutti gli atti necessari al mantenimento inalterato della propria partecipazione nella società Galsi e al sostegno della stessa nel perseguimento dei suoi nuovi obiettivi".

Presidente Soru, questo input lei lo può dare alla SFIRS e alla Progemisa una volta che abbiamo approvato la legge finanziaria e il bilancio, una volta che abbiamo approvato il DPEF; non può autorizzare preventivamente questi due signori. Potranno certamente farlo, ma lo potranno fare dopo.

Ma ci sono altri fatti che destano meraviglia. Quando è nata la Galsi, i persuasori occulti (certamente abili, gli algerini riescono a convincere molti nel mercato internazionale) si sono preoccupati, a fronte dei presunti 10 miliardi di metri cubi di metano che debbono transitare in questo metanodotto, di rappresentare l'esigenza di stipulare dei contratti di pre-acquisto. Cioè, praticamente, gli algerini dicono: "Facciamo l'opera, partecipiamo, debbono transitare per il momento 10 miliardi di metri cubi di metano, ma sappiamo che saranno molti di più, però, per il momento, su 10 miliardi di metri cubi all'anno noi abbiamo bisogno di contratti". Legittimo. Un'operazione commerciale che non posso criticare.

Quando critico, critico la Regione Sardegna (alla quale non risulta che lo Statuto abbia attribuito funzioni di commercializzazione di fonti energetiche) che sembrerebbe si sia impegnata ad acquistare 2 miliardi di metri cubi di metano all'anno. Per informazione del Consiglio, la media italiana di consumo di metano per uso civile è di circa 1000 metri cubi all'anno. Questo vorrebbe dire che, se tutta la Sardegna, dalla punta del Gennargentu fino alle nostre coste, venisse completamente metanizzata anche negli ovili, anche nei casolari più dispersi, forse riusciremmo a consumare, forse, dai 300 ai 400 milioni di metri cubi di metano all'anno.

Qualcuno dirà: "Sì, stai parlando solo delle forniture civili". Certo, perché sono le uniche sulle quali possiamo ipotizzare un consumo da parte delle famiglie, e neanche tanto. Nelle città che si sono dotate del famoso gas di città, ancora oggi aria propanata, meno del 20 per cento delle famiglie è collegato alla rete. Perché la famiglia vuole ancora la bombola, la famiglia è abituata ancora a queste cose. I costi per gli allacci sono carissimi, ma se pure tutto andasse bene, se pure vi fosse un'adeguata risposta da parte delle famiglie, bhe, insomma, 500 milioni di metri cubi non sarebbero sufficienti? Ma io vi dico di più: a fronte di quelle aziende che potrebbero utilizzare il metano in Sardegna, prevediamo un consumo di 500 milioni di metri cubi e arriviamo a un miliardo di metri cubi all'anno.

Presidente Soru, dove ce lo mettiamo questo altro miliardo di metri cubi di metano che lei intende acquistare o per il quale avrebbe sottoscritto un impegno di acquisto? Perché questo non l'ho dichiarato io. L'ha dichiarato ancora una volta il Presidente della SFIRS, in numerose conferenze stampa, ma risulta anche in moltissime comunicazioni che arrivano anche da parte algerina. Allora, qualcuno potrebbe pensare: "ma tu sei contro il metanodotto, sei contro il metano". Lungi da me! Anche perché è una politica che ha mandato avanti il Governo di centrodestra. Tutti i finanziamenti che sono in essere oggi per la metanizzazione della Sardegna, sono stati ottenuti grazie alla capacità dei Presidenti di turno della Regione Sardegna e oggi, la Giunta regionale sarda, va a utilizzare i fondi CIP per la metanizzazione della Sardegna, ottenuti da altri Governi, sono risorse "piovute" dal Governo di centrodestra. Quindi, ci credo talmente tanto, che vorrei che fosse tutto chiaro.

L'altro aspetto che mi preoccupa è che sarebbe stata già individuata la localizzazione di questo metanodotto che dalla Sardegna dovrebbe arrivare in Toscana. Sarei curioso di sapere se tutti gli ambientalisti e tutti i movimenti dei Verdi siano d'accordo, se è vero che il metanodotto dovrebbe arrivare con la sua centrale di pompaggio a San Giovanni Suergiu e quindi in un sito certamente delicato dal punto di vista ambientale che va salvaguardato. Stiamo parlando di 10 miliardi di metri cubi di metano all'anno.

Io credo, comunque, che anche questa decisione dovrebbe essere assunta di concerto con i territori interessati, per capire esattamente cosa stiamo facendo. Ma ciò che mi interessa di più - e ho terminato - è capire quali siano gli intendimenti della Regione e se essa vuole dotarsi di una serie di iniziative e di attività che non competono certamente ad un ente pubblico.

PRESIDENTE. Onorevole Diana, riguardo al problema da lei richiamato della mancata risposta alle interrogazioni, le assicuro che è all'attenzione della Presidenza, tant'è che proprio recentemente si è provveduto ad inviare a tutti i consiglieri l'elenco delle interrogazioni a cui non è stata data risposta. La Presidenza sollecita certamente la Giunta affinché questo diritto dei consiglieri all'informazione venga salvaguardato.

Le dirò di più: in sede di Giunta per il Regolamento ci siamo posti il problema e abbiamo previsto l'istituzione di una Commissione di verifica che garantisca l'applicazione delle norme regolamentari relative all'attività ispettiva e al diritto di informazione del consigliere; Si sta pertanto provvedendo alla nomina dei componenti di questa Commissione proprio nel tentativo di ovviare al problema.

Il primo iscritto a parlare è il consigliere Moro. Ogni consigliere ha a disposizione dieci minuti. Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi a parlare non oltre la conclusione del primo intervento.

Ha domandato di parlare il consigliere Artizzu. Ne ha facoltà.

ARTIZZU (A.N.). Chiedo la verifica del numero legale.

(Appoggia la richiesta il consigliere Vargiu.)

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.

(Segue la verifica)

Prendo atto che i consiglieri Maninchedda e Diana sono presenti.

Risultato della verifica

(Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Atzeri - Balia - Biancu - Cachia - Caligaris - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cerina - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Contu - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Diana - Fadda Giuseppe - Floris Mario - Gallus - Giorico - Lanzi - Licheri - Liori - Lombardo - Maninchedda - Marrocu - Masia - Moro - Murgioni - Orrù - Pinna - Pirisi - Pittalis - Porcu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Soru - Uggias - Vargiu.)

PRESIDENTE. Sono presenti 48 consiglieri, sussiste pertanto il numero legale.

E' iscritto a parlare il consigliere Moro. Ne ha facoltà.

MORO (A.N.). Signor Presidente, prima di entrare nel merito dell'argomento specifico, non si può non sottolineare sul piano istituzionale, ancora una volta, che nell'agenda del Presidente della Regione, il corretto rapporto con il Consiglio regionale di cui fa parte non è compreso fra le priorità; l'eccezione di oggi, effettivamente, ne conferma la regola. Come è stato giustamente ricordato, infatti, la presenza del Presidente, per rispondere alla mozione di A.N. sul problema energetico, e sulla metanizzazione in particolare, era stata assicurata e concordata in Conferenza di Capigruppo, e si era sorvolato in quella occasione anche sul ritardo con cui la stessa mozione, presentata da A.N. il sei aprile scorso, era stata inserita nel calendario dell'Assemblea.

Su questo punto, le giustificazioni fornite a mezzo stampa dallo stesso Presidente, assomigliano molto al classico rattoppo peggio del buco. C'è da un lato, la solita e banale scusa dell'impegno preso da tempo, che non regge proprio perché, come abbiamo detto in apertura, la gerarchia degli impegni del Presidente, e non da oggi, confina questo Consiglio sempre e regolarmente all'ultimo posto, cioè come un impegno che si può sempre e regolarmente trascurare. Ma in questo caso c'è di più, perché, come i mezzi di informazione hanno riportato con la solita enfasi degna di miglior causa, lo stesso Presidente ha ritenuto di dover sospendere la sua partecipazione al Convegno, che aveva preferito alla seduta del Consiglio, per convocare una Conferenza stampa in cui esporre, senza contraddittorio, contenuti simili, ed in parte assolutamente identici a quelli sottoposti da lungo tempo alla sua attenzione dalla Mozione del Gruppo di Alleanza Nazionale.

Non solo, quindi, il Consiglio regionale viene istituzionalmente offeso dalla sua assenza dopo formali assicurazioni, ma anche beffato, perché con il sorpasso arbitrario, effettuato servendosi dei mezzi di informazione, l'importante argomento oggetto della mozione viene derubricato in cose già dette e già vecchie, almeno questo è il tentativo sul quale, in fin dei conti, non vale la pena ritornare. Invece, il vero ritardo di cui si è cercato di non render conto, è stato quello del Presidente dell'Esecutivo regionale. Detto questo, perché doverosamente l'impegno politico e istituzionale del centrodestra, di Alleanza Nazionale in particolare, si sta articolando in questa legislatura anche nel rispondere con momenti di verità alle solite campagne di propaganda in cui il Presidente occupa interamente la scena, recitando tutte le parti in commedia, veniamo alle questioni concrete.

Intanto denunciamo pubblicamente in questa sede che il Governo regionale ha clamorosamente mancato uno degli obiettivi che doveva essere fra i più qualificanti del suo programma, cioè quello di procedere rapidamente alla predisposizione del piano energetico regionale, e questo lo si legge a pagina quarantanove, se andate a guardarvi le dichiarazioni programmatiche del 27 luglio del 2004. Ci stiamo avvicinando a metà legislatura e non possiamo non richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto che la sinistra, sui temi dell'energia, si sia limitata per ora a impartire la solita predica a tutti, in nome della sua superiorità morale ed antropologica. Una presunzione, come è noto, assolutamente infondata, che è quasi diventata un caso letterario (basterebbe leggere il libro di Luca Ricolfi, intellettuale proveniente dalle file della sinistra, significativamente intitolato: "perché siamo antipatici") ed è altrettanto insussistente sul piano politico.

Dopo aver infatti cercato di impartire lezioni di buon governo a tutti, si scopre sempre che è la sinistra ad essere in grave debito nell'attuazione dei programmi. D'altra parte non è difficile capire quale retropensiero si nasconda dietro il grave ritardo del Piano energetico. La mancanza di una pianificazione infatti consente al Governo Regionale, soprattutto al suo Presidente, di tenersi le mani libere, intervenendo sui programmi già in corso per poterli aggiustare a proprio piacimento. Nella nostra iniziativa consiliare, infatti, ci chiediamo cosa si nasconda dietro la manifesta volontà della Regione di partecipare in modo finanziariamente rilevante alla Galsi, la struttura societaria incaricata della realizzazione del Gasdotto Algeria-Sardegna-Italia.

Ce lo chiediamo perché, dietro il forte aumento di tale partecipazione - che si tradurrebbe in un ruolo attivo della Regione e anche nell'eventuale commercializzazione del metano, una volta realizzata la rete - intravediamo un ulteriore ribaltamento di quanto affermato dal Presidente nel suo programma, dove sempre alla pagina quarantanove si affermava, fra l'altro, che deve essere fermamente respinta l'impostazione del piano del centrodestra che prevede la trasformazione dell'Isola in una zona di produzione di energia da esportare, scambiando, per una manciata di appalti e di posti di lavoro, una prospettiva di tutela ambientale fondamentale per lo sviluppo dell'Isola. Da qui il solito no a nuove centrali per l'esportazione di energia ecc., il sì al carbone (a patto che sia del Sulcis), il no se invece si parla di Fiume Santo, il maggior rigore sulle autorizzazioni per gli impianti eolici poi trasformato, con un bel ribaltone, in blocco assoluto, e via elencando.

Altro che scambio del centrodestra! Qui c'è qualcuno che sta mettendo le mani dappertutto, bloccando qui e spingendo là e facendosi portare in tribunale da mezzo mondo, tanto non paga di tasca propria. Altro che piano energetico regionale! Intanto, va precisato che il centrodestra non voleva scambiare proprio nulla, voleva semplicemente considerare un'eventualità, per la semplice ragione che i costi complessivi dell'opera, oltre 1 miliardo di euro, possono non essere economicamente sostenibili rispetto al bacino di utenze globali dell'Isola, e questo lo ha ampiamente dimostrato il collega Diana. La previsione finale proiettata nel 2011 è quella di 3 mila 400 chilometri di rete per il collegamento di poco più di 353 mila utenze. Qualunque soggetto pubblico o privato, ma soprattutto pubblico, si sarebbe posto il problema di far quadrare questi numeri nel miglior modo possibile.

Quello che emerge, dunque, è un ragionamento prudente ed equilibrato, condiviso dalle strutture tecniche e dal Governo nazionale e dai partners internazionali; un ragionamento talmente fondato e serio da essere l'elemento centrale di una relazione commissionata dallo stesso Governo D'Alema ad un consulente del Ministero del Tesoro che costituisce parte integrante dell'accordo quadro sul metano allegato alla famosa Intesa istituzionale del 1999.

In particolare, questa relazione, che si può consultare sul sito Internet della Regione, smentisce i numerosi e significativi passaggi dell'interpretazione distorta, strumentale, propagandistica del Presidente Soru. Nella relazione sopra citata, richiamata, si legge infatti che un certo dimensionamento delle infrastrutture avrebbe potuto risolvere alcuni aspetti di approvvigionamento del Continente, e che la rete avrebbe potuto funzionare anche in senso inverso, cioè dalla Sardegna all'Italia. Ora, al di là degli aspetti tecnici…..

PRESIDENTE. Onorevole Moro, scusi, per cortesia, se può leggere un po' più piano perché…

MORO (A.N.). La mia preoccupazione, Presidente, è che io non riesca a concludere l'illustrazione del mio pensiero, perché questo è un Parlamento dove non si può parlare perché si contingentano in un modo distorto i tempi di….

PRESIDENTE. No, no, non c'è un contingentamento distorto, perché queste regole ci sono sempre state in quest'Aula; dieci minuti si avevano prima e dieci minuti si hanno adesso. Le stiamo chiedendo, per cortesia, di leggere più lentamente perché altrimenti si ha difficoltà, e non si riesce a seguire. Grazie.

MORO (A.N.). Va bene. Comunque, al di là degli aspetti tecnici, è molto chiaro il significato di queste affermazioni. L'ipotesi che si ritiene praticabile non è solo quella, ma c'è anche quella della produzione di metano da far arrivare nella Penisola, naturalmente non a titolo gratuito, ma dietro pagamento.

Lo stesso articolo 1 dell'accordo del Titolo "finalità obiettivi e tempi" tratta esplicitamente della necessità di individuare il sistema economicamente più efficace per l'adduzione del metano all'Isola ed eventualmente il trasporto del metano dalla Sardegna al Continente. Quindi, casomai, la strada al surplus di metano da commercializzare è stata aperta dal Governo D'Alema e non dal centrodestra. Intendiamoci, poi, non è un'ipotesi sulla quale, al pari di altre, non ci si possa confrontare nel merito, però non accettiamo che la sinistra, e soprattutto il Presidente ne faccia un argomento di polemica politica stravolgendo completamente la realtà, a partire dal programma elettorale con cui, nel passaggio che abbiamo citato, hanno spudoratamente mentito ai sardi.

Non solo, nella stessa relazione, si prospetta con favore, sia pure con qualche distinguo, l'ipotesi della realizzazione di un terminale di gas naturale liquefatto nella zona industriale di Porto Torres, il cosiddetto polo criogenico, un impianto ad altissimo rischio ambientale e con un pesante indotto di inquinamento connesso all'intensità del traffico delle navi metaniere nel golfo dell'Asinara provenienti un po' da tutto il mondo.

Va precisato, tuttavia, che quella che secondo gli esperti era considerata solo alcuni anni fa una tecnologia matura, cioè superata, oggi si è profondamente evoluta, nel senso che non occorre più realizzare serbatoi, torri alte almeno 25 metri, perché lo stoccaggio del metano può essere fatto - e lo si pratica negli Stati Uniti - anche nel sottosuolo, in caverne, e in secondo luogo le navi di oggi non sono più quelle di allora, perché sono molto più grandi e più capienti, per una precisa scelta industriale, degli armatori, e più sicure per effetto delle nuove normative industriali sulla navigazione, di gran lunga più restrittive.

Quindi l'approvvigionamento attraverso le navi è tornato ad essere competitivo, anche vantaggioso, perché consente di diversificare l'approccio ai paesi produttori, spesso soggetti a fenomeni improvvisi di instabilità politiche ed istituzionali, di spuntare i prezzi migliori sul mercato e di utilizzare i processi industriali di raffreddamento del conbustibile al servizio del settore agro-alimentare. Ebbene, tornando a quella fase storica, ricordo perfettamente che la sinistra non andò tanto per il sottile (e c'è una voluminosa rassegna stampa in proposito, che sarebbe interessante consultare) ignorò con molta disinvoltura le problematiche ambientali che allora esistevano e si schierò in modo compatto a favore di quel progetto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA FRANCESCO (La Margherita-D.L.). Signor Presidente, colleghi, io credo che la mozione presentata dall'opposizione costituisca l'occasione per il Consiglio regionale per sollevare il dibattito da argomenti che sono nella normalità della nostra autonomia, ad argomenti che difficilmente nel passato sono stati trattati, avendo la Regione in mano un potere molto simile a quello, che in quest'Aula è stato più volte evocato, della sovranità statuale.

Effettivamente, non tutti sono d'accordo, e quindi hanno ragione i colleghi di Alleanza Nazionale, a far trattare argomenti delicati come le energie, l'approvvigionamento energetico internazionale, nell'ambito del potere delle Regioni, anche di quelle a Statuto autonomo. Quello che stiamo trattando noi - è vero e sono d'accordo, onorevole Diana, ma lo dico come fatto responsabilizzante - è un tema che sta a metà tra la politica industriale, la politica dell'energia (che è un capitolo essenziale della politica industriale) e anche la geopolitica, e quindi con una componente di politica estera.

Stiamo esercitando, forse di fatto, ma io dico che va bene così - e che sono molto orgoglioso che lo stiamo facendo in maniera, ritengo, intelligente - una prerogativa anticipatrice di quelle che, nella discussione sul nuovo Statuto, in qualche modo potremmo e dovremmo ritenere di essere titolati ad esercitare. Vorrei innanzitutto però, nel breve tempo concesso per la discussione, affrontare nel merito alcuni punti che sono stati evocati nell'introduzione della mozione e negli interventi successivi. Anzitutto, la leggenda secondo la quale il centrosinistra sarebbe contrario al metano.

Nel nostro programma, nel 2004, non dicevamo no al metano. Nel nostro programma dicevamo che, siccome eravamo così consapevoli della rilevanza del tema e conoscevamo la dimensione di un investimento infrastrutturale di questo tipo, ritenevamo assolutamente reperto del passato l'idea che una rete di questo tipo potesse essere realizzata con soldi pubblici, della Regione Sardegna, e collocavamo questo elemento come uno degli elementi, da una parte di rivendicazione (il metano lo vogliamo ma la rete non la pagano i sardi) e dall'altra parte come fatto di opportunità (il mercato ci sta aiutando). Guardate che ancora nel 2000 - io ricordo una riunione, lavoravo per il Governo in quel momento - la Regione Sardegna, con la Giunta pro tempore, chiese che il metanodotto venisse finanziato con fondi CIPE. Però lì, nel nostro programma venivano evidenziati questi aspetti: che dovesse trattarsi di una rivendicazione, non con i soldi dei sardi, e che il mercato ci avrebbe aiutato. Perché il mercato ci dovrebbe aiutare? Perché a differenza di quello che sosteneva il monopolista negli anni scorsi, in Italia e in Europa c'è grande bisogno di gas. La Sardegna - ecco perché, mi permetta collega Diana, mi permetta, molto amichevolmente, collega Moro, è vecchia la polemica sul fabbisogno di gas della Sardegna - la Sardegna potrebbe addirittura non prendere un metro cubo di gas, ma in un'ottica di geopolitica mediterranea, europea, quell'intervento è un intervento assolutamente necessario, di diversificazione delle fonti.

E' chiaro che Prodi parla con Putin e cerca di fidelizzare il più grande fornitore di gas naturale dell'Europa e anche dell'Italia, ma Putin guarda anche alla Cina, guarda all'India, e gli accordi tra Algeria e Russia sono anche di divisione del mercato, guardano ad una grande divisione in cui l'Africa del Nord serve l'Europa e domani, tra cinque, dieci, quindici anni, la Russia servirà un mercato nuovo di quasi due miliardi di persone e molte imprese e molti consumatori. Se noi non ci abituiamo a guardare in questi termini e rimaniamo alle cose di casa nostra (il Golfo di Palmas, San Giovanni Suergiu) sbagliamo tutto. Dobbiamo imparare a esercitare le nostre competenze con un'apertura, una conoscenza e una dimensione politica che non sono quelle di una Regione ma sono quelle di, in questo momento, un piccolo Stato.

E allora, tutti sappiamo che siamo in una fase di emergenza gas, questi dieci miliardi di metri cubi servono all'Italia e all'Europa. Quali sono i vantaggi per la Sardegna? Certo, sono i vantaggi che in genere portano tutte le imprese che oggi non esistono nel nostro territorio e che sono fornitrici di materie prime. Per esempio l'industria della ceramica, a Sassuolo, funziona con le nostre materie prime, perché noi non abbiamo il metano e perché le mattonelle si cuociono col metano. Domani potrebbe non essere più così. Il gas di città che consumiamo a Cagliari, a Sassari, a Nuoro è un gas che costa il doppio di quello che si consuma a Roma.

Io vorrei dire che sono altri i problemi, vorrei fare alcune sollecitazioni, gli aspetti di interesse riguardano le ricadute sul nostro tessuto economico. Però vorrei anche dirvi che ci sono opportunità di inserimento della Regione Sardegna in una geopolitica anche commerciale, e dei flussi energetici rilevanti europei. Mi si dice e si sostiene che il nostro Statuto non prevede che la Regione sia proprietaria o commercializzi materie prime. Beh insomma, la Regione Sardegna per cinquant'anni aveva delle miniere e ha regalato le materie prime ai concessionari privati.

Io credo che in questo momento la Regione Sardegna dovrebbe operare con il gas naturale, come lo Stato algerino: lo colloca cercando di avere i migliori venditori. Ci sono altre regioni proprietarie di reti di trasporto di gas naturale? No! E qui sta la fortuna della Sardegna: forse noi possiamo avere una piccola quota di questa proprietà. Ci sono autonomie locali proprietarie di reti di distribuzione? Eccome se ci sono! E quelle reti di distribuzione fanno la fortuna di quelle autonomie locali. Posso citarne qualcuna, sono società quotate in borsa e anche voi potete comprare le loro azioni: si chiamano AM di Milano, AM di Torino, si chiamano Hera di Bologna, operante in tutta l'Emilia, si chiamano ACEA, che stringe accordi con l'Electrabel ed è di proprietà del comune di Roma, stiamo parlando di centinaia, e in alcuni casi, di miliardi di euro di introiti generati da queste società.

A questo punto dobbiamo immaginare questa operazione, non solo come se fosse una operazione già realizzata, ma assolutamente da proteggere e da farsi nel migliore dei modi. Forse è il caso di prepararci, perché le variabili amministrative della realizzazione del progetto sono rilevantissime. Vi dico, per esempio, che è molto importante, nell'attraversamento dei 330 chilometri, che ci facciamo trovare ben pronti a realizzare tutti i piani per i piccoli espropri lineari che saranno necessari; forse, Presidente, se c'è un'agenzia da fare subito, adesso, è proprio questa, è l'Agenzia per la realizzazione del gasdotto. Poi c'è da massimizzare il ruolo delle imprese sarde. Vogliamo che partecipi alla costruzione nei prossimi anni il maggior numero di queste imprese; vogliamo che ci siano molti operai, molti dirigenti, molti tecnici, molti geologi, molti ingegneri; dobbiamo organizzarli e spingere le nostre imprese a mettersi insieme e fare massa critica nelle relazioni con i committenti.

Possiamo far entrare nella testa dei sardi anche (perché no?) l'idea che questa è una grande opera che merita, per esempio, la costituzione di un soggetto che preveda anche la partecipazione dell'azionariato popolare al proprio capitale. E' una iniziativa che comincia oggi e durerà per i prossimi trenta, quaranta, cinquant'anni, sin quando non scopriremo come utilizzare la produzione energetica del sole.

Ecco, colleghi, io credo che l'approccio giusto sia questo. E' un approccio positivo, è uno spazio politico di responsabilità per tutti e di tutti. Cerchiamo quindi di operare bene sapendo che abbiamo una responsabilità forse più grande di quella di ieri.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Signor Presidente, è stato richiamato più volte il fatto che, spesso, la Giunta è in ritardo nel rispondere alle interpellanze che vengono presentate al Consiglio, nell'ambito della legittima e necessaria funzione di controllo dell'attività dell'Esecutivo. Trovo ingiuste alcune affermazioni in cui si dice che, sistematicamente, la Giunta non risponde. Sistematicamente, ogni giorno, firmo risposte a interpellanze che vengono presentate dai consiglieri, probabilmente non lo faccio sempre con la necessaria tempestività, e di questo mi scuso, però giustamente il Consiglio produce un'attività di controllo importante che impegna non solo la Giunta ma tutta l'amministrazione regionale a rispondere puntualmente alle domande che vengono formulate. Quindi, non c'è nessuna volontà di minare questa prerogativa del Consiglio, noi della Giunta e l'amministrazione profondiamo tutti gli sforzi nel rispondere puntualmente. C'è una mole importante di lavoro che viene svolto in questo settore, ed è ingiusto affermare che sistematicamente non rispondiamo, facciamo tutto quello che ci è possibile fare per dare trasparenza alla nostra amministrazione e per rispondere puntualmente alle ulteriori necessità di verifiche e di controllo. Cercheremo comunque di fare meglio in futuro; è una promessa che cercherò di mantenere puntualmente.

Così come trovo ingiusto questo voler ribadire che in tutte le maniere io e la Giunta cerchiamo di offendere il Consiglio non partecipando ai lavori. Non mi pare; ho ascoltato anche oggi le vostre relazioni - è mio dovere farlo - qualche volta con un po' di difficoltà. Credo che sarebbe auspicabile se da ambo le parti onorassimo meglio il Consiglio, se quando parliamo facessimo tutto il possibile per essere capiti, così da permettere un dialogo e delle risposte, altrimenti tutto si ridurrebbe ad un rito che non porterebbe da nessuna parte, che non ci arricchirebbe, che non condurrebbe alla condivisione delle diverse posizioni.

Qualche giorno fa, mi pare la scorsa settimana, non si sono potute svolgere delle mozioni. A causa di impegni assunti con delle personalità anche estere, con dei ministri esteri, con il Presidente della Lega araba, eccetera, non ho potuto partecipare a questi lavori; lo faccio oggi, con una settimana di ritardo (del resto non avevo partecipato alla loro programmazione), quindi non mi pare di aver tenuto un atteggiamento scorretto verso il Consiglio. Non decido io la programmazione dei lavori - volevo ricordarlo alla consigliera Caligaris -; se ci sono mozioni a cui rispondere lo farò molto volentieri.

E' stato citato il digitale terrestre; se il Consiglio vuole io posso anche parlarne oggi, o tutte le volte che deciderete che sarà utile. Circa il gas, è stato detto che in campagna elettorale io mi ero schierato contro il gasdotto; in realtà non ho detto questo, lo ha ripetuto molto puntualmente il consigliere Sanna: ho detto che non avrei speso soldi della Sardegna, tanto meno i soldi del POR per finanziare il gasdotto. Ho detto che occorreva finanziarlo con fondi dello Stato e non con le risorse dei sardi, e ho detto anche che, eventualmente, se fosse stato richiesto per la necessità dei sardi si sarebbe dovuta valutare con attenzione l'alternativa e i costi di un rigassificatore; l'ho detto nella stessa occasione in cui avevo parlato della perplessità circa il fatto che il grano avesse bisogno dell'irrigazione e delle opere di irrigazione finanziate dalla nostra Regione.

Questo è agli atti, quindi non ho mai detto nulla contro il gasdotto; ho solo detto che non doveva essere finanziato con i soldi dei sardi sottraendo quelle risorse ad altre opere. Tutti noi che abbiamo esperienze di amministrazione, di attività politica, in qualche maniera viviamo tutti la frustrazione di non vedere terminate le opere che iniziamo, al massimo ci dobbiamo accontentare di iniziare qualcosa che qualcun altro completerà, e molta della nostra attività è costituita dal completare le opere, i lavori che altri hanno iniziato prima di noi. Cerco di fare anch'io questo e non mi prendo nessun merito nel completare il lavoro che qualcuno prima di noi ha iniziato. Siamo parte di un tutto dove ognuno, destra e sinistra, mette un pezzettino del suo.

Il gasdotto. Avete elencato nella mozione alcuni passaggi fondamentali dell'iter parlamentare relativo al gasdotto. In realtà la storia del gasdotto è iniziata prima del 2000, è iniziata prima del '99, nel '99 ha fatto parte dell'intesa istituzionale Stato-Regione e ancora prima ha fatto parte di impegni presi dal presidente Prodi e così via… E' una storia lunga e ognuno ci ha messo la sua parte, forse anche questa amministrazione. E' utile alla Sardegna questo tipo di ricerca storica? Credo che sia utile alla Sardegna avere il gas e per avere il gas credo che sia utile far transitare questo gasdotto.

Non è merito di questa amministrazione se in effetti le mutate condizioni di mercato fanno sì che oggi questo gasdotto sia di più facile realizzazione e se non vengono chiesti ingenti finanziamenti alla nostra Regione per garantire il passaggio nell'Isola e quindi l'approvvigionamento di gas. Per andare sul concreto chiarisco subito che la Regione sarda non ha assunto nessun impegno nel comprare gas, quindi chi vorrà avere accesso ad eventuali documenti firmati vedrà che la Regione sarda non ha assunto nessun tipo di impegno nel comprare né due miliardi né un miliardo di metri cubi di gas.

La Regione sarda ha effettuato delle stime sul fabbisogno nel lungo periodo per la nostra Isola, in parte sulla base dei consumi di oggi, delle industrie oggi esistenti e delle industrie che potrebbero esserci domani, come richiamava il consigliere Sanna, e in parte sulla base di una eventuale riconversione di alcune unità, da olio combustibile a gas, per fare in modo che anche in Sardegna ci sia un equilibrio delle fonti con cui produciamo l'energia elettrica (carbone, gas e fonti rinnovabili).

Non c'è nessuno che si vuole tenere le mani libere: il piano energetico regionale è stato già preventivamente approvato in Giunta; in questi giorni, poi, l'abbiamo portato alla discussione, al confronto con le parti sociali, con tutte le parti interessate ed è pronto per l'approvazione definitiva in Giunta. Attualmente stiamo verificando col Consiglio regionale se debba obbligatoriamente essere discusso in Consiglio. Lo stiamo chiedendo, stiamo verificando le norme in tal senso. Per quale motivo la SFIRS parla del gasdotto? Semplicemente perché è azionista e quindi è suo diritto e suo dovere parlarne, seppure ne è azionista in massima parte per conto della Regione sarda.

Ha letto la delibera di Giunta; è vero, le delibere di Giunta possono essere scritte meglio, sia quelle di questa amministrazione regionale che quelle di tutte le amministrazioni provinciali e di tutte le amministrazioni comunali. Possiamo anche decidere di fare un'operazione molto più puntuale, molto più dispendiosa per fare in modo che le delibere (che come sapete non le scrivono né il Presidente né gli Assessori) vengano scritte meglio, però cerchiamo di andare avanti nel lavoro senza perdere ore in discussioni sull'italiano, sull'utilizzo di un vocabolo piuttosto che di altro.

Oggi infatti mi pare che abbiamo discusso più di questo che di altro, sulla prosa, sull'italiano sul come le delibere siano scritte. Io credo comunque che siano scritte sufficientemente bene e che la qualità delle delibere sia migliorata. GALSI è nata per elaborare un piano di progetto di massima, il progetto di massima è stato compiuto (poi si può approfondire che cosa si intenda per progetto di massima, un primo progetto di massima) successivamente è stata effettuata l'indagine sottomarina, quindi è stato individuato il possibile tracciato sottomarino, le due possibili alternative per lo sbarco in Sardegna, il possibile tracciato in Sardegna e i due possibili sbarchi in Toscana.

Questo lavoro è stato realizzato, e da questo lavoro si deduce la fattibilità e il costo di larga massima del progetto. Ora c'è un altro passo da compiere; qualcuno lo può chiamare ancora progetto di massima, ma nel linguaggio tecnico internazionale viene chiamato feed e cioè la precisazione di questo progetto necessaria per poter allegarlo come capitolato in un bando internazionale di assegnazione dei lavori. Questo è un lavoro molto più meticoloso che costa appunto circa trenta milioni di euro e questo aumento di capitale serve per poter fare il feed e allegarlo al bando internazionale.

E' interesse della Regione continuare a essere parte fino a che non ci sarà un bando internazionale e l'assegnazione definitiva? Io credo che sia interesse della Regione, e per questo partecipiamo a questo aumento di capitale per fare in modo che la Regione, attraverso SFIRS e PROGEMISA o eventualmente anche solo attraverso SFIRS, continui a essere parte e a essere vigile in questo processo per tutti i motivi che sappiamo. Innanzitutto perché vogliamo che si compia e che si compia in fretta e perché vogliamo che le imprese sarde abbiano l'opportunità di partecipare a questo progetto.

C'è un altro motivo anche, è stato ricordato poc'anzi: le situazioni di mercato di oggi e del prossimo futuro e le necessità di questa fonte energetica non per la Sardegna ma per l'Italia e per l'Europa fanno sì che con molta probabilità, anzi in maniera largamente condivisa, questo gasdotto, così come gli altri gasdotti, in particolare l'"Enrico Mattei" che attraversa la Sicilia partendo dall'Algeria e che ha servito l'Italia fino a oggi, siano di per sé comunque un buon business, un buon affare, tant'è che ci sono anche altre imprese che vorrebbero partecipare al previsto aumento di capitale della GALSI e altre imprese vorrebbero anche sostituire la Regione sarda.

Quindi forse è una buona opportunità per la nostra Regione anche dal punto di vista economico, pertanto è bene che essa continui a rimanere in questo progetto, poi, se vorrà, potrà decidere di concentrare maggiormente il suo tempo, la sua attività in compiti più vicini a quelli tradizionalmente istituzionali e cedere la sua partecipazione ad altre imprese industriali, magari già operanti in Sardegna che possano sfruttare al meglio quella partecipazione.

Tutto questo per chiarire che non c'è nulla di misterioso; la Sardegna non ha assunto impegni nell'acquisto di gas, non c'è nulla di misterioso nella partecipazione all'aumento di capitale e non c'è nulla di strano che una società, nata per fare il progetto di massima, porti avanti questo progetto fino a poterne bandire la gara per la sua realizzazione. Credo che sia interesse nostro che questo accada e credo che sia dovere mio portare avanti il lavoro iniziato da altri di destra e di sinistra che ci hanno preceduto.

Mi pare di aver risposto alla mozione; se non ho risposto possiamo proseguire il dibattito nei modi che voi riterrete opportuni. Devo dire la verità; molte cose non le ho capite altrimenti avrei risposto.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Diana. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Ovviamente non ho da replicare all'onorevole Sanna, anche perché mi sarei aspettato da lui considerazioni più importanti.

Sul metanodotto, onorevole Sanna, non esiste una lira di proprietà della Regione Sardegna, perché il metanodotto nasce con una operazione di project financing; le uniche risorse stanziate dalla Regione Sardegna sono quelle per la partecipazione al capitale sociale della GALSI; tutto il resto è a carico di danaro non sardo destinato alla Sardegna. Ma i mille e passa miliardi per la metanizzazione della Sardegna provengono dalla delibera CIPE. Quindi se c'è un momento nel quale la Regione Sardegna investe soldi suoi, è proprio questo. Quando cioè il presidente Soru dice: "Io credo in questa intrapresa, che non è un servizio alla collettività ma diventa un'intrapresa economica" e pertanto decide di partecipare all'aumento di capitale.

Il presidente Soru non lo ha detto o dichiarato qua, lo ha messo per iscritto che è opportuno che la Regione Sardegna mantenga il 10 per cento nel capitale della GALSI, qualsiasi sia l'intrapresa. Ma l' intrapresa, colleghi non è i 282 chilometri che collegano la costa algerina con la costa della Sardegna, questo è un metanodotto che è lungo oltre 980 chilometri e che, guarda caso, è tutto a carico della GALSI.

Allora io vorrei capire: la Sardegna è interessata a partecipare alla costruzione dei 680 chilometri che separano i pozzi di metano dalla costa algerina per poi collegarla con la Sardegna? E' interessata a questo? Allora se è interessata a questo sappiate che non esiste la gara nazionale in Algeria, come non esiste in Libia, come non esiste in Marocco, come non esiste in Tunisia; sono tutte trattative private. Stiamo parlando di cinque mila miliardi di vecchie lire a costi di cinque anni fa; sei anni fa, oggi già si parla di tre miliardi di dollari. Io questo problema lo sollevo, se poi il Consiglio regionale, se poi la maggioranza dei sardi, rappresentata dal Consiglio regionale che è in maggioranza qui, cioè il centrosinistra, ritiene che queste siano le operazione giuste e corrette che deve fare, se ne assumerà tutte le responsabilità.

Appare lecito però chiedersi perché su un argomento così importante, si alza a parlare solo l'onorevole Sanna. Perché? Perché forse ha visto dalla finestrella qualcosa in più? Forse! O forse perché io ho toccato il Sulcis? Forse! Ma io so che ha parlato perché ha cognizione di causa per parlare. Allora quando qualcuno comincia a dire che il silenzio di chi sostiene il presidente Soru danneggia la Sardegna, beh signori, qui ci sono trentotto colleghi della maggioranza e nessuno ha sentito il dovere di pronunciare una parola su questo argomento.

Ora io capisco che voi abbiate riposto tutta la vostra fiducia, e ne sono ben lieto, nel vostro Presidente che è anche il nostro Presidente. Però non è vostro solo quando vi fa comodo, è vostro sempre! E dev'essere vostro sia qui dentro, col silenzio, ma dev'essere vostro anche fuori quando, invece, parlate! E' allora che deve essere il vostro Presidente! E' allora che va sostenuto!

Allora la critica che faccio io, credo sia legittima: non condivido alcune iniziative che la Giunta regionale ha preso. E lei Presidente non mi può dire che ho interpretato male le parole! Perché lei a me questo non lo può dire! Io ho fatto l'insegnante elementare - e forse sono in grado di insegnare anche come si scrive - e certamente ciò che è scritto in questa delibera, senza il parere di legittimità del Direttore generale, costituisce un fatto assolutamente anomalo. Ma se lei scrive in questa delibera, che intende proporre nel DPEF e nella manovra di bilancio la copertura finanziaria necessaria al sostegno delle attività della SFIRS e della Progemisa, quindi vuole il consenso del Consiglio per far sì che ci siano le risorse, come può anticipatamente autorizzare la SFIRS e la Progemisa ad andare avanti?

Se questa è la procedura corretta, che i suoi uffici - che guarda caso hanno omesso di esprimere il parere di legittimità - le hanno suggerito e consigliato… Io non sto parlando dell'interpretazione di una parola! Non sto parlando di lessico! Non sto parlando di vocaboli più o meno interpretabili! Sto parlando di quello che c'è scritto! E questo è italiano puro, comprensibile a tutti quanti. Comprensibile, molto, anche al mercato internazionale. E' un impegno che è stato preso anticipatamente, ed è questo il nodo del discorso!

So benissimo che ha ragione il presidente Soru quando afferma che non era necessario costruire un metanodotto per dotare la Sardegna di metano. Facciamo ridere i polli! Investiamo mediamente 10 mila miliardi di vecchie lire per cosa? Per 500 milioni, un miliardo di metri cubi! Questo è un servizio alla collettività internazionale? Certo che il problema del metanodotto è un altro! E non venga a dire a me quali sono i dati del mercato mondiale sul metano, ha capito onorevole Sanna? Io so benissimo di quanti miliardi di metri cubi di metano c'è necessità…

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, può intervenire in sede di dichiarazioni di voto. Grazie.

DIANA (A.N.). Onorevole Sanna, oggi vengono consumati in Europa, nell'Europa allargata, 198 miliardi di metri cubi di metano! Nel 2020 non basteranno 500 miliardi, lo so benissimo! E' un'opera strategica! Se non passava qua passava in Sicilia, se non passava da qui passava dalla Spagna. Dico solo che questo è un mercato in grande evoluzione che non può essere trascurato, soprattutto, dai consiglieri regionali. Perché qualcosa vorrà dire se autorevoli esponenti di governi importantissimi - come Putin, come Prodi, ma prima di loro altri - continuano a dissertare, a discutere su questo problema.

Lei, del resto, sa benissimo che questo è un mercato estremamente povero! In Algeria brucia tutti giorni una quantità di metano che la città di Milano non consuma in un anno! Viene bruciata! Perché è un prodotto a perdere. E' come le ceneri della raffineria; è come le ceneri delle cementerie. E' un prodotto che hanno trovato il modo per utilizzarlo ma costa quattro soldi.

E allora non mi può dire che il mercato russo può offrirci metano a condizioni migliori. Non è questo il problema! Ciò che costa del metano è il trasporto! La materia prima non costa niente! Perché altrimenti la Nigeria annegherebbe nel metano! Il problema è che portarlo dalla Nigeria costa molto caro! E' facile, invece, portarlo con un metanodotto di 280 km! E' facilissimo! Ma io non discuto questo! Io discuto se le procedure adottate dalla Giunta regionale sono legalmente riconosciute da voi. Se voi ritenete che la Regione Sardegna debba fare commercio di metano. Perché il presidente Soru non l'ha detto! Ma io penso che stia già preparando una serie di soggetti che in qualche maniera devono interagire con la produzione o con la fornitura di metano. Per farci che cosa? Il Consiglio regionale deve essere assente in questa partita? Non deve capire quali sono gli scenari futuri? Stiamo parlando di 10 miliardi di metri cubi l'anno, il primo anno!

Però questo metanodotto è stato previsto per consentire il transito non di 10 miliardi di metri cubi l'anno, ma di molti di più! E allora voglio dire: "Ma per quale motivo dobbiamo stare zitti?". Allora hanno ragione coloro che affermano che il silenzio di chi sostiene il presidente Soru danneggia la Sardegna. Quanto meno io credo che il presidente Soru avrebbe avuto necessità che qualcuno gli scrivesse questa delibera in maniera diversa. Sarà anche vero che lei le scrive meglio di come le scrivevano gli altri, non c'è dubbio! Sarà anche vero che vengono pubblicate su Internet molto prima - e gliene abbiamo reso merito tutti quanti - ma questo non vuol dire niente! Non vuol dire che se si migliora da una parte non si possa migliorare anche dall'altra!

Qui il dottor Fulvio Dettori non ha apposto il visto di legittimità, lei mi deve spiegare perché! Lo vorrei capire, a questo non ha dato risposta! Io capisco che magari non vuole essere lei a dare la risposta, ma io a chi la debbo chiedere? La devo chiedere al Presidente, perché questa materia l'ha discussa il Presidente; non l'ha discussa il Ministro degli affari esteri, che non abbiamo! E forse sarebbe meglio anche cominciare a pensare di dotarci di un Assessore che parli almeno quattro lingue, come il Presidente, se vogliamo veramente ampliare i nostri orizzonti, anche di conoscenze, anche di rapporti commerciali. Sentiamo tutti i giorni che il presidente Soru è attivo su questo mercato qua! Beh, insomma, una…

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato.

Dichiaro chiusa la discussione.

Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Signor Presidente, naturalmente voterò contro questa mozione, perché non penso che sia da censurare l'attività che la Giunta ha svolto fino a adesso. Ne approfitto anche per chiarire alcuni aspetti. Si è ritenuto che la delibera più volte richiamata fosse una delibera di indirizzo; infatti, semplicemente impegna la Giunta a far sì che nel prossimo DPEF si proponga l'aumento di capitale della Galsi e quindi sarà quello il momento in cui il Consiglio avrà tutte le opportunità di discutere, di decidere e di indicare alla Giunta come comportarsi, se partecipare all'aumento di capitale della Galsi, o no! La nostra proposta sarà eventualmente per il sì, ma deciderà il Consiglio! Nel frattempo è giusto che le società si adoperino nell'eventualità che questa operazione debba essere portata a termine.

Quindi non c'è nessuna contraddizione nel testo della delibera, tra il fatto che le società si debbano attivare per predisporre tutti gli atti necessari, e il fatto che poi questa decisione spetti al Consiglio. Non c'è inoltre nessuna intenzione da parte della Giunta di portare la Regione sarda nel business della distribuzione di energia. Tanto meno della distribuzione dei 10 miliardi di metri cubi di energia, e quindi di tutto quel gas che passerà nella pipeline. Non c'è nessuna volontà di fare di più di quello che siamo chiamati a fare, e cioè portare a termine un progetto che qualche altro ha iniziato prima di noi! Se il Consiglio vorrà discutere di diverse strategie avrà l'opportunità di farlo e se lo deciderà, ci darà delle indicazioni per farlo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare, ovviamente, il voto contrario alla mozione, però colgo anche l'occasione per chiedere che - a me pare anche ai sensi del Regolamento, ma al di là del Regolamento - il piano energetico sia trasmesso, prima dell'approvazione definitiva, al Consiglio e alla Commissione di merito affinché possano esprimere il loro parere sul piano energetico prima dell'approvazione definitiva.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Signor Presidente, intervengo per dichiarare ovviamente il voto favorevole. Forse una più attenta lettura della mozione avrebbe portato il collega Marrocu, come credo anche altri, a tenere un atteggiamento diverso, considerando anche quanto da lui affermato sul piano regionale energetico, che non abbiamo toccato se non di passaggio. Questa mozione sarà messa ai voti e ovviamente purtroppo non passerà. Ma questa mozione chiedeva una sola cosa: impegnava il Presidente della Regione a riferire in Aula, entro 15 giorni, su alcuni argomenti che credo forse sarebbe stato molto utile - visto che ha dato la disponibilità - conoscere meglio. Solo per questo!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Signor Presidente, noi voteremo a favore della mozione, però anche per noi l'occasione è stata più che interessante; la discussione che si è aperta sul problema del metanodotto, della pipeline, ha consentito, infatti, di entrare su altri argomenti. Primo fra tutti quello relativo al piano energetico regionale: piano che nonostante si sia parlato più volte degli effetti e delle ricadute che esso avrebbe avuto, già da oggi, in Sardegna, contingentando determinati tipi di energia e produzione energetica, la Giunta non ha mai presentato. L'unica stesura del piano, che è reperibile attraverso la rete informatica - che la Regione molto lodevolmente sostiene - è in realtà una sintesi, che non consente assolutamente di avere un'idea delle linee guida sulle quali la Regione sta lavorando.

Quindi io credo che la possibilità di poter discutere presto di un piano energetico complessivo e articolato sia una possibilità assai gradita all'intero Consiglio. Credo che sia un elemento positivo che la Giunta lo approvi e che il Consiglio regionale abbia la possibilità di discuterne. Nei tempi e nei modi che stabilirà la Giunta, se essa riterrà (accogliendo anche l'invito del collega Marrocu) che il piano energetico regionale debba passare all'esame della Commissione competente e del Consiglio. Nei modi che sceglierà il Consiglio qualora la Giunta - ma non mi sembra il caso, non mi sembra che siano queste le indicazioni che il Presidente ha fornito nel suo intervento - dovesse decidere in maniera differente.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Francesco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA FRANCESCO (La Margherita-D.L.). Signor Presidente, dichiaro il mio voto negativo sulla mozione, ma non sono contrario a che il Consiglio discuta di questi argomenti. Quindi lo spirito con cui ci facciamo carico, responsabilmente, di affrontare un tema, per come si sta ponendo, molto nuovo, nella storia dell'Autonomia, è largamente condiviso; e potremo, magari in una con la discussione del piano energetico - ma secondo me con un'attenzione particolare - ritornare sull'argomento.

Lei Presidente ha detto: " La Giunta progetta, fa partire l'opera, si ferma.". Io dico che la riflessione qui potrebbe svilupparsi diversamente, e sarebbe molto opportuno un indirizzo del Consiglio e un dialogo con l'Esecutivo. Perché noi siamo l'unico soggetto pubblico, la Regione Sardegna, presente oggi nella compagine impegnata nella progettazione del metanodotto; domani potremmo essere noi chiamati a decidere se questa potrà essere una struttura di trasporto energetico totalmente dominata dal privato, e quindi con connessioni con gli operatori che vi sono dentro e che entrano nel mercato internazionale ed italiano, oppure, se possiamo essere magari i rappresentanti, noi, la Sardegna, dello Stato italiano nel regolare in maniera trasparente gli accessi a queste infrastrutture.

Io credo che sia una missione su cui potremmo discutere, perché, come Regione potremmo anche farci carico della apertura del mercato nel nostro paese e in Europa.

PRESIDENTE. C'è un Capogruppo che confermi la richiesta di votazione nominale?

(Appoggia la richiesta il consigliere Atzeri.)

Votazione nominale

Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 75.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Cappai - Cassano - Cherchi Oscar - Contu - Dedoni - Diana - Floris Mario - Lombardo - Milia - Moro - Petrini - Randazzo - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Balia - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Cerina - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Fadda Giuseppe - Fadda Paolo - Frau - Gessa - Lanzi - Licheri - Maninchedda - Marracini - Marrocu - Masia - Mattana - Orrù - Pittalis - Porcu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Simonetta - Soru - Uggias - Uras.

Si sono astenuti i consiglieri: Atzeri - Scarpa.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 51

votanti 49

astenuti 2

maggioranza 25

favorevoli 14

contrari 35

(Il Consiglio non approva).

Discussione della mozione Capelli - Oppi - La Spisa - Vargiu - Artizzu - Ladu - Amadu - Biancareddu - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Randazzo - Diana - Liori - Moro -Sanna Matteo - Gallus - Murgioni - Cherchi Oscar - Pisano - Dedoni - Cassano - Sanjust - Sanciu - Pili - Lombardo - Milia - Petrini sul comportamento posto in essere dal Presidente della Regione in merito alla ventilata privatizzazione della SFIRS e sul ruolo della Regione Sardegna nel governo dell'attività creditizia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento (70)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 70.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Capelli - Oppi - La Spisa - Vargiu - Artizzu - Ladu - Amadu - Biancareddu - Cappai - Cuccu Franco Ignazio - Randazzo - Diana - Liori - Moro -Sanna Matteo - Gallus - Murgioni - Cherchi Oscar - Pisano - Dedoni - Cassano - Sanjust - Sanciu - Pili - Lombardo - Milia - Petrini sul comportamento posto in essere dal Presidente della Regione in merito alla ventilata privatizzazione della SFIRS e sul ruolo della Regione Sardegna nel governo dell'attività creditizia, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

APPURATO che, nella mattina di giovedì 2 febbraio u.s., il Presidente della Regione ha fatto visita alla SFIRS ove, in assenza del presidente della finanziaria regionale, si sarebbe limitato, a suo dire, a visionare, col direttore generale, il nuovo piano industriale;

RILEVATO, per contro, che fra le informazioni richieste e ottenute dal Presidente potrebbero esservi dati sensibili ed attività di credito sottoposti al segreto bancario;

CONSIDERATO, inoltre, che all'incontro avrebbero partecipato, in qualche modo, anche due rappresentanti di Banca Intesa;

RITENUTO che, con tale ultimo comportamento, oltre a eventuali responsabilità sui quali altre istituzioni sono chiamate a vigilare, il Presidente Soru ha dato prova ancora una volta della sua sconvolgente disinvoltura e della mancanza di ogni sensibilità istituzionale;

SOTTOLINEATOaltresì che il Presidente Soru ha più volte manifestato di non ritenere strategica per la Regione la attuale partecipazione alla Sfirs e ha dichiarato l'intendimento di cedere parte dell'azienda;

CONSIDERATO che non è ammissibile che problematiche quali quelle riguardanti il futuro economico della nostra Regione, ed in particolare il ruolo e le funzioni del credito in Sardegna, vengano affrontate senza alcun approfondimento nelle opportune sedi istituzionali;

CONSIDERATOpertanto che la situazione che si è verificata richiede un dibattito serio e partecipato da parte del Consiglio regionale;

SOTTOLINEATO che su questa vicenda identiche considerazioni sono state svolte da illustri esponenti del Consiglio regionale;

RILEVATO altresì che, da notizie apprese a mezzo stampa, parrebbe che proprio il gruppo Intesa sarebbe candidato all'acquisizione della Sfirs;

APPURATO che nel 2002 l'allora presidente di Tiscali, Renato Soru, stipulava con il CIS - Banca Intesa un contratto di finanziamento per la realizzazione a "Sa Illetta" del Tiscali Campus per complessivi 35 milioni di euro, di cui 1,5 in scadenza entro il 2004, 12,2 scadenti tra 1 e 5 anni e i restanti 21,3 scadenti oltre 5 anni;

NEL CENSURARE la scarsa trasparenza del comportamento tenuto in tutta la vicenda dal Presidente Soru e nel rimarcare come desti perplessità e ponga inquietanti interrogativi il fatto che il Presidente voglia, senza adeguato confronto politico, privare la Regione di uno strumento di intervento creditizio che, pur con le necessarie correzioni di strategia finanziaria, può essere utile al sostegno e alla promozione di iniziative imprenditoriali in Sardegna,

impegna il Presidente e la Giunta regionale

1) a sospendere immediatamente qualunque attività finalizzata alla cessione integrale o parziale dell'azienda SFIRS di proprietà della Regione Sardegna;

2) a riferire con urgenza in Consiglio regionale sui termini e le modalità delle trattative dell'intera operazione, esponendo il ruolo che si vuole attribuire alla Regione nel governo dell'attività creditizia e dando una valutazione economica e politica sull'attività svolta dalla finanziaria regionale e sul suo futuro;

3) a presentare con urgenza al Consiglio regionale il disegno di legge sul conflitto d'interessi, la cui presentazione è stata annunciata dal Presidente Soru già nel 2004. (70).)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, io non ho preso la parola nella discussione sulla precedente mozione, pur avendo votato a favore un dispositivo inefficace, come ha ben sottolineato il collega Diana, inefficace in quanto l'obiettivo, della mozione era quello di discutere, come appunto previsto nel dispositivo stesso, entro i 15 giorni.

In merito a questo, Presidente, volevo ricordare che negli atti del Consiglio, è possibile verificare la mole di interrogazioni e interpellanze che sono in attesa di risposte. E' una consultazione semplice che dà la misura della diversa sensibilità dei vari Assessorati in ordine alle richieste dei consiglieri. Non tutti, sicuramente, ma alcuni Assessorati sono poco sensibili; inoltre vanno ricordati i tempi regolamentari, perché noi abbiamo delle regole e ad esse ci dobbiamo attenere. Guai se così non fosse! L'organizzazione sociale, dello Stato, dei rapporti economici o meno, è governata da regole che democraticamente tutti noi ci siamo dati e che abbiamo l'obbligo in primis di rispettare. E quando le regole non sono condivise, ci vengono offerti tutti gli strumenti perché, altrettanto democraticamente vengano modificate. Però, sino a quel momento è nostro dovere, come cittadini, di attenerci ad esse.

Faccio questa premessa perché la stessa mozione numero 70 si riferiva a delle regole, parliamo prima di forma poi di sostanza e di merito. Ritengo pertanto che sia molto intempestivo che a distanza non di 15 giorni, 20 giorni, ma di mesi (questa è una mozione che era stata annunciata in discussione, se non sbaglio, il 3 di marzo e presentata il 7 febbraio del 2006) una mozione approdi alla discussione del Consiglio. Siamo alla fine di giugno e ormai alcuni dei fatti evidenziati nella stessa mozione sono passati nel dimenticatoio, sono stati superati dagli eventi, sono caduti in un silenzio che non ha più tenuto alta l'attenzione su argomenti a mio avviso rilevantissimi.

Con questo non voglio in questa sede, identificare delle responsabilità; sta di fatto che è successo! E siamo andati oltre le regole! Svuotando perciò in gran parte i motivi che avevano generato la proposizione e la presentazione di questa mozione; altri però restano sempre attuali e interessanti.

C'è un altro aspetto che vorrei sottolineare e che riguarda il modo con cui stiamo discutendo queste mozioni; mi riferisco anche a quelle svolte la settimana scorsa. Presidente io avrei gradito molto che lei, in quel momento, avesse preferito partecipare ai lavori del Consiglio, invece che alla Conferenza che era già stata, probabilmente, "calendarizzata", perché anche il Consiglio era stato programmato e calendarizzato nella stessa giornata. Le spiego perché avrei preferito una sua presenza, così come avrei preferito la presenza dei colleghi anche in quella data. Veda, da giorni seguo di notte un programmino molto interessante e carino condotto da Renzo Arbore, che ha un titolo particolarmente significativo "Meno siamo meglio stiamo". In questo Consiglio - e non è ovviamente un'accusa di tipo personale rivolta a nessuno - si sta verificando proprio questo: "meno siamo meglio stiamo!" Perché c'è un disinteresse quasi, come dire, sconvolgente, che fa venire meno anche la voglia di andare avanti in discussioni che per molti sono considerate sterili. Poi, però si fa una riflessione: noi siamo qui in rappresentanza di persone che non sono presenti, che hanno scelto di eleggerci, e proprio in virtù di questa delega si riacquista la fiducia necessaria e la voglia di andare avanti.

In quella sede, Presidente, rifacendomi ad alcune indicazioni espresse dal collega Diana, sollevai un problema che le ripropongo: nel corso di una discussione di una mozione basata su una sua ordinanza, quella del 16 gennaio 2006, sulla trichinellosi, rilevai che lei aveva firmato un'ordinanza imprecisa (uso un termine eufemistico) che richiamava un piano che in quel momento non esisteva; che richiamava un regolamento di polizia veterinaria di contenuto esattamente contrario a quello dell'ordinanza; che richiamava interlocuzioni e pareri espressi su quanto previsto nell'ordinanza da altre istituzioni che non sono mai state consultate.

Come dissi in quella sede, io ritengo che chi ha preparato quel documento non abbia edotto sufficientemente chi invece poi l'ha firmato. Perché dico questo? Perché sul parere di legittimità richiamato dalla precedente mozione nutro anch'io qualche perplessità. Mi è sembrato, del resto, di aver notato da parte sua un cambio di atteggiamento nei confronti di questa Aula che valuto senz'altro positivamente.

E' capitato anche ad altri di avvertire inizialmente un senso di fastidio nei confronti di questa Aula - io personalmente l'ho avvertito - di perdita di tempo, di parole dette al vento, della necessità per tutti di dire qualcosa su tutto, rallentando così i lavori. Poi pian piano si comprende il senso dell'istituzione, si comprende che la democrazia ha un costo che noi tutti dobbiamo e vogliamo pagare. E perciò ho capito anche il suo riferimento al fatto di finire progetti anche iniziati da altri (quelli condivisi ovviamente) nel senso della continuità amministrativa, con le opportune correzioni; così come ho apprezzato alcune osservazioni del collega Sanna quando ha affermato che la Regione non deve impegnare risorse per queste operazioni, quando ci sono altre opportunità. In questo regime di ristrettezze finanziarie servono per altro.

Condivido e ho condiviso così tanto anche in passato questa linea che con grande difficoltà votai e, come dire, espressi il mio assenso, al finanziamento per la posa del cavo delle fibre ottiche (costato 30 miliardi di lire, se non sbaglio) erogato dalla Regione sarda nella precedente legislatura. Perché? Perché condivido la considerazione che altri potevano partecipare alla spesa e a quell'investimento, e avremmo potuto fare anche noi un intervento in tal senso. Però, fui in minoranza allora, lo sono anche oggi probabilmente, perciò mi limito ad un richiamo ad un senso di coerenza su questo.

E per tornare all'atteggiamento diverso del Presidente nei confronti di quest'Aula, mi ha colpito quello che ha detto nel suo precedente intervento: "stiamo verificando con il Consiglio e con gli uffici del Consiglio se esiste l'obbligo alla presentazione del Piano energetico in Consiglio". Anche io non so bene cosa prevede in proposito il Regolamento, però auspico un passaggio in più; cioè mi farebbe piacere che lei si chiedesse, al di là di eventuali obblighi regolamentari: è opportuno presentare e discutere in quest'Aula il Piano energetico? Ho avuto per brevi periodi responsabilità di governo, e mi sono permesso di esercitarle dentro le regole e ampliando le regole.

Mi ricordo che sul piano di razionalizzazione ospedaliera, piano sanitario e quant'altro, rivolsi un invito ai Capigruppo di minoranza, alcuni presenti in quest'Aula anche oggi, chiedendo un incontro preventivo per discutere insieme, in maniera cristallina e trasparente, quanto intendevo proporre. Lo stesso feci a proposito del piano di cartolarizzazione sui beni disponibili ed indisponibili delle AA.SS.LL., e in quel caso ricevetti un cortese rifiuto, perché le minoranze di allora non potevano preventivamente dialogare con chi governava e poi - si contestò -non era previsto dal Regolamento. Questa si chiama ottusità.

Ecco, allora buon senso, Presidente, non è anche quello di dire: è un progetto importante per il futuro della Sardegna, sono scelte importanti che lasceranno un segno nei prossimi decenni, Regolamento o non Regolamento, questo piano deve essere inviato al Consiglio preventivamente, prima dell'approvazione della Giunta. Quindi sia propositivo in tal senso e dica: "Voglio presentare al Consiglio preventivamente" - e vedrà che guadagnerà un sacco di tempo - "il Piano energetico". Restano in carico poi dell'Esecutivo le scelte, la definizione e, non necessariamente, l'accoglimento delle indicazioni che verranno dalla discussione.

Sono interventi importanti che portano, come il metanodotto, alla internazionalizzazione della Sardegna. Io mi auguro che ci siano anche delle royalties di cui un domani si potrà parlare, che niente hanno a che vedere con la "tassa sul tubo" della Sicilia, di cui lei sarà sicuramente al corrente e che fa un po' il verso alle nostre "tasse sul lusso".

Dopo questa ampia premessa voglio sottolineare alcuni aspetti della mozione numero 70. Veda, la mozione numero 70 dai più è stata, come dire, recepita in diversi punti. Io considero importanti, i punti da me numerati come 6, 7 e 11. Il punto 6 recita: "considerato che non è ammissibile che problematiche quali quelle riguardanti il futuro economico della nostra Regione, ed in particolare il ruolo e le funzioni del credito in Sardegna, vengano affrontate senza alcun approfondimento nelle opportune sedi istituzionali". Su questo punto mi riaggancio a quello che poc'anzi le ho detto, riferito al Piano energetico. Lo stesso vale per il punto 7: "considerato pertanto che la situazione che si è verificata (il 2 di febbraio del 2006), richiede un intervento serio, partecipato da parte del Consiglio regionale".

Per il resto la mozione, importante nel suo dispositivo, richiama la necessità di capire la politica sul credito che questa Giunta vuole portare avanti e al primo punto della parte dispositiva invita a sospendere qualsiasi determinazione relativa alla SFIRS, evidenziando che in quel momento un progetto industriale appena approvato dall'assemblea dei soci veniva immediatamente messo in discussione dalle azioni, atteggiamenti e dichiarazioni dell'Esecutivo e del Presidente. Si richiama appunto alla considerazione che, così come l'energia, così come altri importanti temi, la politica sul credito debba far parte di un ampio confronto in quest'Aula.

Dobbiamo decidere cosa fare nel momento in cui un solo istituto di credito finanziario rimane nella disponibilità di questa Regione. Ad oggi, peraltro, se non per notizie stampa, non si ha contezza di quello che la Regione vuol fare di quell'istituto, della società finanziaria regionale che, ricordo sempre, è stata istituita con legge nazionale. Le uniche informazioni che ci è dato avere sul credito, sulla politica del credito sono quelle che possiamo leggere sui giornali. Fortunatamente si hanno anche informazioni dai giornali che cercano di limitare o di correggere l'atteggiamento a volte, come dire, disinvolto o l'interpretazione del ruolo un po' troppo prevaricante nei confronti delle istituzioni provenienti da alcuni settori del Governo regionale. Questo è il significato della mozione che, ritengo, non richiede ulteriori illustrazioni o aggiornamenti, anche perché è sicuramente scritta in modo molto comprensibile; mentre attendo gli opportuni aggiornamenti dalla replica del Presidente.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi al banco della Presidenza non oltre la conclusione del primo intervento.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Signor Presidente, io prendo la parola perché vorrei formulare a me stesso, ai colleghi del Consiglio e al Presidente della Giunta, tre domande che in questa mancanza di regole mi sembrano importanti; in questo caso riguardano la SFIRS, ma riguardano in generale anche i rapporti tra il Consiglio e la Presidenza della Regione.

La prima domanda è: può una delibera della Giunta della Regione Sardegna modificare lo statuto, quindi, in questo caso, le competenze della SFIRS? I compiti della SFIRS sono stati affidati a una società per azioni di interesse nazionale costituita, come sappiamo, con legge dello Stato, con la legge numero 588 del 1962. I compiti della SFIRS poi sono stati ampliati da un'altra legge dello Stato, la cosiddetta legge Bersani, al fine di promuovere ed assistere iniziative in tutti i comparti economici attraverso assunzioni di partecipazioni di assistenza finanziaria, tecnica ed organizzativa a favore di imprese e di enti. Tutti gli interventi sul capitale sociale della SFIRS società per azioni sono stati autorizzati da leggi emanate dal Consiglio regionale, molte delle quali recepivano i fondi destinati dallo Stato a titolo di finanziamento e rifinanziamento del Piano di Rinascita.

Ai sensi dell'articolo 4 e nei limiti previsti dall'articolo 3 dello Statuto speciale della Regione Sardegna, in armonia con la Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica e col rispetto degli interessi nazionali, la Regione ha potestà, tra le altre, anche sull'istituzione e ordinamento degli enti di credito fondiario ed agrario e delle altre aziende di credito di carattere regionale. In questo caso, trattandosi di SFIRS, società per azioni di interesse nazionale, la Regione è chiamata a rispettare tale maggiore interesse e a proporre le eventuali modifiche dello statuto societario deliberate dal Consiglio regionale nella sede competente: il Parlamento.

La seconda domanda è: che cosa ha proposto il Presidente della Giunta regionale, onorevole Soru, per quanto riguarda la SFIRS? Nella conferenza stampa di fine anno, del 30 dicembre 2005, il Presidente diceva: "Mentre c'è un mercato del credito in Sardegna, manca del tutto il mercato dei capitali e cioè la possibilità che qualcuno aiuti, con una partecipazione al capitale di rischio, aumentando il capitale sociale, la nascita di nuove imprese o la crescita di piccole imprese, e credo che la Regione debba soprattutto specializzarsi e favorire la crescita di questo mercato, quello del Venture capital, del FID capital, della partecipazione al capitale delle imprese. E' un lavoro che la SFIRS ha fatto, ha fatto di più in altri tempi e che la Regione dovrebbe fare molto di più nel futuro, contribuendo alla crescita dell'impresa attraverso il finanziamento del capitale e contribuendo anche all'unione, all'aggregazione delle imprese affinché non tutte le imprese rimangano piccole, ma possano crescere più in fretta ed avere la dimensione più giusta per competere nei mercati internazionali".

Il 29 aprile del 2005, in un intervento tenuto alla Camera di commercio di Cagliari, lo stesso Presidente diceva: "La Regione può fare politica creditizia attraverso la sua finanziaria regionale, la SFIRS, e io penso che in futuro la SFIRS possa specializzarsi invece in quei servizi che non sono ancora sufficientemente presenti in Sardegna. La SFIRS potrà concentrare i suoi sforzi, la sua attività e soprattutto il suo capitale in un'attività che invece non è ancora coperta dal sistema bancario della Sardegna e cioè la partecipazione al capitale di rischio delle imprese: la contribuzione in conto capitale, la contribuzione al capitale soprattutto nell'avvio, nella nascita e nel rafforzamento delle imprese".

In forza di queste dichiarazioni il Consiglio di amministrazione della SFIRS ha approvato, il 18 gennaio 2006, il Piano industriale per gli anni 2006-2008, accogliendo e recependo in pieno i nuovi orientamenti del socio di maggioranza. In particolare, il Piano prevede, per quanto attiene al modello delle imprese, che vengano aumentati gli interventi di capitalizzazione delle imprese operanti sul territorio regionale, mentre per quanto attiene i servizi da fornire alla pubblica amministrazione ha introdotto nel proprio programma un'apposita task force di esperti in materie giuridiche, economiche e finanziarie per poter assolvere a qualunque richiesta di intervento dovesse pervenire da tutti i soggetti pubblici. Nel frattempo il Presidente della Regione pare aver cambiato nuovamente idea ed incontrando l'8 febbraio 2006 il consiglio di amministrazione della SFIRS ha chiesto agli amministratori di rivedere il Piano industriale per trasformare la SFIRS in agenzia regionale. Ciò è quanto si apprende dagli organi di stampa, giacché il Presidente non ha sentito mai il dovere di venire in Consiglio a riferire su questa importantissima materia.

La terza domanda è: che cos'è un'agenzia regionale e che cosa può fare un'agenzia regionale? Noi sappiamo che la denominazione di agenzia governativa rappresenta una locuzione per individuare, ai sensi della legge numero 22, quella tipologia di soggetti che dovrebbero rappresentare gli strumenti operativi dell'ente Regione, soggetti cosiddetti in house, dedicati (in via prevalente se non esclusiva) all'attuazione delle politiche e delle misure di intervento sul territorio isolano. Ciò comporterebbe per la SFIRS l'impossibilità di svolgere attività verso il sistema imprenditoriale della nostra Regione. La Sardegna perderebbe uno strumento che ha come scopo quello di favorire lo sviluppo delle imprese operanti nel nostro territorio attraverso la concessione di interventi volti alla capitalizzazione.

La qualifica di soggetto in house comporterebbe la possibilità per la Regione di affidare in via diretta, senza l'indizione di alcuna gara pubblica, a tali entità operative, lo svolgimento di servizi e attività utili al perseguimento degli obiettivi della politica regionale. Però, Presidente, successivi chiarimenti giurisprudenziali - lei lo sa di sicuro - di derivazione comunitaria e non solo, hanno precisato che gli affidamenti diretti a soggetti in house devono costituire un'eccezione rispetto alla regola degli affidamenti con evidenza pubblica e, in particolare, laddove si tratti della gestione di servizi di rilevanza economica. E' di tutta evidenza che, stante le condizioni che io ho cercato di evidenziare e da quello che si può capire attraverso la stampa e i giornali, non è possibile che una società per azioni possa operare in questo modo in maniera efficiente, in maniera efficace, in maniera economicamente valida.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Silvio Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI SILVIO (D.S.). Signor Presidente, al di là dei commenti polemici, sicuramente una discussione sulla SFIRS, ma non solo sulla SFIRS, meriterebbe, e credo meriterà, un momento di riflessione diverso da quello di una tarda mattinata di fine settimana d'estate, dove tutti siamo abbastanza distratti. Peraltro, anche in altre occasioni, lo stesso assessore Pigliaru recepì l'idea che questi ragionamenti che ci rimandano ad alcune questioni essenziali della nostra attività e delle ripercussioni che la nostra attività ha nel resto della Sardegna, e in particolare nel mondo economico, avevano bisogno di una giusta cornice di riflessione, accogliendo proprio quella proposta che è stata da più parti avanzata e di andare in tempi rapidi ad una nuova conferenza sul credito in Sardegna.

Credo che quella sarebbe stata, infatti, la giusta sede per capire e poi decidere, al di là dell'emergenza, al di là dell'esigenza di intervenire su questa o su quell'altra iniziativa, qual è la politica che in Sardegna facciamo per il credito dopo la stagione lunghissima che ha visto la Regione nella veste di proprietaria: proprietaria del Banco di Sardegna, proprietaria del CIS, proprietaria della SFIRS. Noi non siamo più proprietari di nessuna di queste banche, ma non ho personalmente nessun rimpianto per quella stagione. I dati stessi della nostra storia economica dimostrano che non sono stati sempre dei periodi eccezionali, anzi, sono stati periodi che hanno spesso creato condizioni difficili per la stessa politica.

Da alcuni anni, però, è vero (e ciò riguarda un po' tutti, non riguarda solo questa o la precedente maggioranza) abbiamo ritenuto che non avendo più banche di credito non ci dovevamo occupare di questo settore, e ciò proprio nel periodo in cui la finanza assumeva in tutto il mondo un ruolo straordinario in diversi settori dell'economia. Io credo che da questo dobbiamo partire, anche perché il ruolo del credito è strettamente collegato, è l'altra faccia del ragionamento che abbiamo svolto sull'autonomia finanziaria, intendendo per autonomia finanziaria la capacità autonoma di intervenire nei processi in atto nei diversi aspetti della vita della nostra popolazione, della vita delle nostre imprese, della vita della nostra società nel suo complesso. Nel senso che l'autonomia finanziaria contiene al suo interno anche la politica del credito, perché quello poi è lo strumento più veloce, più efficace, per modificare o agevolare le iniziative.

All'interno di questo naturalmente si colloca la vicenda della SFIRS. Mi è capitato anche in un'altra occasione, in sede di esame della finanziaria o del "maxicollegato", di aver espresso la mia opinione in proposito: io non credo che la funzione attuale della SFIRS rivesta ancora un'utilità. La SFIRS - lo ricordo - ha vissuto tre fasi: la fase della partecipazione alla costruzione del sistema imprenditoriale in Sardegna; la fase della partecipazione alle iniziative imprenditoriali e, ultimamente, la fase di concorrente del sistema bancario nella gestione degli incentivi, cioè, in qualche maniera, nella funzione di tesoriere delle attività della Regione Sardegna, che le ha consentito anche in questi anni di abbattere i costi e di recuperare i soldi per il funzionamento dell'azienda.

Io credo che di questo tipo di SFIRS non ne abbiamo grande bisogno, perché questo tipo di SFIRS significa solo immobilizzare un grande patrimonio di tipo finanziario ma anche di risorse umane. Credo che dobbiamo ragionare su quello che dovrà essere il futuro e il destino della SFIRS; credo che, così come sta avvenendo anche in altre regioni, d'Italia e d'Europa, la finanziaria regionale debba restare di proprietà pubblica, debba rimanere ancora uno strumento pubblico, capace di offrire delle risposte (non naturalmente certezze, nessuno di noi ha certezze); credo che ci debba essere l'occasione di un confronto (la sede giusta dovrebbe essere l'Assemblea sul credito) dove ragionare su queste ipotesi. Io resto convinto che per una serie di motivi afferenti alla realtà della nostra Isola, noi abbiamo bisogno di una finanziaria regionale interamente a capitale pubblico.

Noi abbiamo infatti assistito ad una profonda modifica dell'attività del credito: convegni, scritti, saggi, eccetera, parlano del nuovo accordo di Basilea (c.d. Basilea due) che ha introdotto una particolare disciplina nei rapporti tra banche e imprese. L'accordo non è ancora operativo però nella realtà le banche ormai si comportano come se già lo fosse. Per quanto riguarda, per esempio, la copertura del rischio e così via, le banche trattano in maniera sempre più differenziata i clienti, penalizzando soprattutto le piccole e medie imprese che rappresentano, in una realtà come la nostra, quelle con il più elevato rischio. E noi purtroppo non abbiamo uno strumento efficace che consenta di aiutare le imprese nel rapporto con un sistema finanziario che nel frattempo si è evoluto.

Potremmo portare un lunghissimo esempio di servizi che vengono erogati alle imprese oggi, che si differenziano in maniera straordinaria da quelli erogati nel passato. Non c'è più solo il prestito, insomma, ci sono mille modi ormai e mille prodotti finanziari, esistono persino mille tipi di banche che sono presenti anche nel nostro mercato, dalla banca generale alla bottega finanziaria e così via, e non abbiamo nessuno strumento che aiuti le nostre imprese a vivere un rapporto corretto con le banche.

Il sistema delle imprese, in realtà, grazie anche ad alcune iniziative della Regione degli anni passati si è dato degli strumenti in questa direzione; lo strumento prevalente è quello dei Consorzi fidi. In proposito, naturalmente, come ci capita spesso, non ci siamo fatti mancare niente, tanto è vero che siamo, in Italia, la regione che può contarne il più alto numero. In questo modo, però, aumentando di numero i consorzi hanno perso quella forza e quella capacità contrattuale che avrebbero dovuto avere nei confronti delle banche per rappresentare adeguatamente i propri aderenti.

Noi adesso stiamo promuovendo l'accorpamento di Consorzi fidi; abbiamo destinato anche delle risorse per promuovere questo accorpamento; credo che questo potrebbe essere per la SFIRS uno dei filoni che le consentirebbe di dare una risposta ad un'esigenza che è diffusa. All'interno di questo, onorevole Floris, potrebbe rientrare anche una parte del ragionamento che svolgeva lei, cioè quello di promuovere il superamento del cosiddetto nanismo delle imprese lavorando attorno e all'interno dell'aggregazione per favorirne una crescita, innanzitutto, naturalmente, nei confronti della finanza. Credo che questo potrebbe essere un filone di ragionamento attorno al quale attestarci.

Il secondo filone, che la questione del metanodotto, come dire, esemplifica, chiarisce, è costituito dalla selezione di alcune grandi infrastrutture (il passaggio del gas anche attraverso la Sardegna, può essere una di queste) con un target ben definito per l'intervento della SFIRS, e non come abbiamo fatto in passato.

Il terzo aspetto - e vado a concludere - riguarda naturalmente (e io ho apprezzato anche quanto dichiarato dal presidente della SFIRS e anche dal Presidente della Regione, ma ciò meriterebbe un intervento a parte) il ruolo di una finanziaria pubblica rispetto al ruolo della pubblica Amministrazione - e soprattutto degli enti locali - come attore anch'esso dell'economia, in particolare per quelle attività (si chiamino utility, si chiamino nelle diverse forme) che sempre di più consentono all'ente pubblico di creare le infrastrutture, materiali e immateriali, affinché ci sia uno sviluppo un po' più in grazia di Dio del nostro sistema imprenditoriale.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per la Giunta, il Presidente della Regione.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Signor Presidente, sono stati posti diversi argomenti nella presentazione della mozione e nel dibattito che ne è seguito, però vorrei innanzitutto concentrarmi sui punti così chiaramente esposti dalla mozione per poi eventualmente rispondere agli altri elementi che sono stati richiamati.

Il secondo punto della mozione recita: "rilevato che fra le informazioni richieste ed ottenute dal Presidente potrebbero esserci dati sensibili ed attività di credito sottoposto al segreto bancario". Credo che ci siano molte imprecisioni nel testo di questa mozione. Io sono stato alla SFIRS due volte. Spesso, del resto, mi capita di andare in altri luoghi dell'Amministrazione regionale o in qualche maniera legati all'Amministrazione regionale: un ospedale, un ente, una ASL. A volte ho la curiosità, spesso anche improvvisa, di toccare con mano, di vedere gli uffici, di conoscere le persone, di parlare con la gente, di sentire che aria tira, e mi pare che sia una curiosità che rientri nell'esercizio del mio ruolo. Tanta gente non l'ha mai fatto, a me fa piacere farlo e spesso una visita chiarisce molto più di quanto non possano chiarire letture di documenti o discussioni.

Quindi mi capita di visitare i luoghi della pubblica Amministrazione regionale così come una certa mattina mi è capitato di entrare negli uffici della SFIRS e di parlare col direttore generale sull'attività della SFIRS. Da solo, senza nessun altro, anche se lei, onorevole Capelli, scuote il capo in segno di diniego.

Anzi forse c'era Franco Carta, ma nessuno altro, tanto meno rappresentanti di altre banche o esponenti di Banca Intesa. Chiunque non ne fosse convinto sporga pure denuncia all'autorità giudiziaria che farà opportuni accertamenti.

Quindi tutta questa storia è assolutamente inventata; è assolutamente falso che io sia andato presso la sede della SFIRS a presentare dei possibili acquirenti della finanziaria stessa. Assolutamente falso! Io sono andato lì e ho parlato col direttore generale della SFIRS, ho parlato dell'attività e delle difficoltà in cui versa la finanziaria regionale, di quello che si poteva fare, che si sarebbe dovuto fare. Successivamente, in un altro momento, sono andato lì non per partecipare ad un consiglio di amministrazione, ma per incontrare i consiglieri di amministrazione. E' evidente che è più facile incontrarli lo stesso giorno in cui si tiene un consiglio di amministrazione che non richiamarli appositamente. Quindi quello stesso giorno sono andato per incontrare i consiglieri di amministrazione e chiedere che idea si fossero fatti, quali erano le loro opinioni circa la finanziaria dopo alcuni mesi di lavoro. Penso che questo rientri pienamente nell'esercizio dei miei doveri.

Peraltro non sfuggirà a molti di voi che in questi due anni il consiglio di amministrazione ha attraversato diverse vicissitudini: la difficoltà a sostituirlo, poi un nuovo consiglio d'amministrazione che è rimasto lì per qualche mese poi, per un vizio meramente formale, è stato reinsediato il vecchio, poi nuovamente sostituito. Insomma, non è una società che ha potuto operare nel migliore dei modi possibili. Quindi, messo da parte il dubbio che io abbia visto anche una sola pratica o abbia chiesto informazioni di una sola pratica e sia stato violato il segreto bancario, messo da parte il dubbio che abbia presentato a qualsiasi titolo funzionari, dirigenti di qualsiasi banca intenzionati ad acquisire l'azienda o i crediti, messo da parte il penultimo punto: "appurato che l'allora presidente di Tiscali, Renato Soru, stipulava col CIS dei finanziamenti, un mutuo ipotecario per la costruzione di Sa Illetta" perché proprio non c'entra assolutamente niente (tutti noi abbiamo acceso dei mutui con qualcuno, e credo che questo non c'entri niente). Messi da parte tutti questi punti, e quindi penso di aver risposto alla mozione, rimane la possibilità di parlare della SFIRS e del credito in Sardegna.

Non è responsabilità mia l'epilogo che ha avuto il Banco di Sardegna; forse una politica più attenta e più accorta avrebbe permesso una sorte differente, una politica più attenta e più accorta forse avrebbe permesso anche che la fondazione avesse regole diverse. Ne cito solamente una. Credo che un rappresentante nella fondazione del Banco di Sardegna sia di nomina politica regionale, mentre le camere di commercio ne nominano uno ciascuna; mi sembra che ci sia un certo squilibrio di cui non comprendo la ragione. Dicevo che c'è stato un epilogo nella politica del credito in Sardegna di cui noi non siamo responsabili.

In questi giorni si parla di CRENESIR e del fatto che i lavoratori di CRENESIR probabilmente perderanno il posto di lavoro perché la loro attività era in massima parte o in parte assolutamente prevalente rivolta al Banco di Sardegna che ha spostato quell'attività nell'Emilia-Romagna.

Questa amministrazione, questa legislatura non ha nessuna colpa in relazione alla perdita di controllo di Banca CIS, ovviamente, semplicemente non partecipando ad un aumento di capitale, quindi senza nessuna contropartita. Ci siamo ritrovati una partecipazione in banca CIS, che non permetteva di influire nelle politiche di quella banca, e forse non era neanche più necessario, così abbiamo valorizzato quella partecipazione cedendola. Anche lì banca CIS mi pare abbia fatto quella acquisizione a seguito di un bando pubblico e pagando un prezzo, direi straordinariamente alto per quella quota, visto anche che era l'unico possibile acquirente (perché a nessuno poteva interessare e infatti nessuno si è fatto vivo) ha pagato un prezzo straordinariamente alto per quella quota visti i precedenti, ma visti anche i multipli sulla profittabilità, sul capitale ecc. prevalenti in questo momento nei mercati per attività di questo genere.

Messo da parte il Banco di Sardegna e Banca CIS, voglio fare altre considerazioni sul credito in Sardegna. Condivido quanto ho appena sentito dire dal consigliere Cherchi; quando ero giovane a Sanluri c'era una banca; in questo momento ci sono sei sportelli bancari, fin troppi direi. Chiunque desideri un prestito e abbia qualche merito per un credito, o da una parte o dall'altra lo trova, considerato il livello di concorrenza, di specializzazione e la varietà di prodotti finanziari che ormai le banche offrono. Ma non solo, la Regione ha promosso uno strumento per facilitare ulteriormente l'accesso al credito: i Consorzi di garanzia.

E' vero, abbiamo operato abbastanza male anche in questa materia; in certi settori ce ne sono decine e ogni anno finanziamo l'aumento del fondo di garanzia. La Giunta ora sta cercando di promuovere l'aggregazione di questi consorzi, lo sta facendo in maniera sostanziale, adoperandosi affinché gli ulteriori finanziamenti dei fondi di garanzia vadano solamente in favore di quelli più grossi e che in qualche maniera si facciano carico di concentrare gli altri, altrimenti finanziamo il finanziamento dei Consorzi di garanzia, più che i crediti.

Credo che si possa fare meglio, si possa fare di più promuovendo ulteriormente i Consorzi di garanzia, aiutandoli a crescere, ma non di numero, perché devono essere pochi, in considerazione anche del "Basilea 2" di cui tanto si è parlato. Occorre rafforzare la possibilità di dialogo delle nostre piccole e piccolissime imprese rispetto al mondo bancario (comunque ben diverso rispetto al passato) mettendo assieme la forza contrattuale e quindi migliorando ulteriormente l'opportunità di accesso al credito, senza bisogno di un intervento regionale in tal senso, o meglio di una banca regionale.

Allora, che deve fare SFIRS? E che cosa è la SFIRS oggi? Che cosa era la SFIRS nel passato? Sono stati richiamati i meriti che essa certamente ha avuto pur con gli errori che a tutti coloro che lavorano capita di commettere. Oggi SFIRS è una società finanziaria che vive grazie ai 150 milioni di euro di patrimonio della Regione; in parte compra titoli di Stato e incassa gli interessi, in parte li presta a qualcuno e incassa gli interessi, con questi si paga una struttura direi molto ampia rispetto alla mole di lavoro che svolge; riesce a vivere grazie ad una dote importantissima che matura degli interessi. Ora è nostro interesse che ci siano 160 milioni di euro della Regione bloccati per il tipo di servizi che oggi la SFIRS effettua? Probabilmente no, anzi direi di no, perché il tipo di servizio che oggi la SFIRS eroga è essenzialmente, o in grandissima parte, quello di continuare a prestare dei soldi.

Il presidente Floris ha ricordato molto bene - devo dire che mi ritrovo molto in quelle parole, le condividevo e le condivido tutte anche oggi - quello che occorre fare; ho dei dubbi sul piano industriale che venne discusso a gennaio, ma solo perché sosteneva la necessità di prestar soldi, e cioè di "far banca". Ciò non è in contraddizione con quanto ho precedentemente detto, anzi è in coerenza con quello che ho sostenuto nel passato e che continuo a sostenere fino ad oggi, cioè che probabilmente non serve più una banca regionale e non serve più che i fondi della nostra Regione restino immobilizzati per garantire degli interessi che di fatto garantiscano la vita stessa della struttura. Credo che gli stessi fondi possano essere utilizzati molto meglio in mille altre attività, magari aiutando ancora di più i Consorzi di garanzia e quindi migliorando il rapporto col mercato del credito, oppure, soprattutto, facendo in modo che si aiuti la nascita di nuove imprese (con gli strumenti che lei ha ricordato) il rafforzamento delle imprese esistenti, e anche l'aggregazione di imprese, perché questo nanismo imprenditoriale è un problema per l'Italia, ma maggiormente è un problema per l'economia regionale.

Vi è quindi la necessità che si promuova l'aggregazione di imprese, che queste diventino più robuste, che possano servire meglio anche la possibilità di sviluppo nella Regione e crescere fuori dalla Sardegna. Quindi di questo si tratta.

Perché l'Agenzia? E' stato detto che probabilmente oggi la SFIRS svolge soprattutto attività di tesoreria per la Regione o gestisce le pratiche di finanziamento, i fondi di rotazione della Regione. Sarebbe bello se fosse così, ma in realtà non è così, perché non essendo un'agenzia quelle attività sono state messe "a bando" nel passato, e quindi gestite da altre banche, in particolar modo il vecchio CIS, oggi Banca CIS, il Banco di Sardegna, la Banca di Sassari e poche altre. Per cui si verifica che mentre da una parte abbiamo la SFIRS, che costa quello che abbiamo ricordato prima, noi paghiamo profumatissimamente delle banche private per svolgere le attività prima ricordate; stiamo pagando almeno 5 milioni di euro in più, 5 milioni di euro non sono pochi soldi (quando discutiamo della legge finanziaria molte volte discutiamo animosamente per molto meno), 5 milioni di euro assolutamente buttati via, per una mancata ricontrattazione, rimodulazione, per una mancata attenzione nella gestione dei fondi di rotazione, fondi di rotazione istituiti prima che io assumessi responsabilità di governo regionale.

Per farla breve, perché grida scandalo, ci sono dei fondi di rotazione per i quali abbiamo, con una sola banca, circa 150 milioni di "incagliati", da molti anni. Incagliati sono quei soldi che non vengano restituiti alla nostra Regione e per i quali ogni anno paghiamo il 4,5 per cento semplicemente perché sta scritto da qualche parte che ci sono dei soldi che non vengono restituiti. In questo momento stiamo eliminando questa anomalia, eliminando questi costi esorbitanti che gravano nella gestione dei fondi a rotazione e cercando di riportare a casa anche delle risorse che possono servire all'Amministrazione regionale, anzi che servono senz'altro, e che sono inutilmente bloccate in questi fondi.

Quindi mentre prendiamo a prestito delle risorse e ci indebitiamo per le necessità a cui dobbiamo far fronte, dall'altra parte prestiamo i soldi ad altri e nemmeno li richiediamo indietro. E' probabile che la Regione anche nel futuro continuerà ad avere dei fondi di rotazione per promuovere lo sviluppo, per promuovere, compatibilmente con le norme europee, gli artigiani, le imprese industriali, le imprese commerciali; beh, sarebbe auspicabile che smettessimo di spendere dei soldi per gestire queste risorse, che smettessimo di pagare banche private se abbiamo una SFIRS con capitali della Regione. Questo si potrà fare se in qualche modo la SFIRS potrà essere considerata, appunto, come lei richiamava, una società in house, per la quale non sia necessario fare un bando.

E allora se la SFIRS non deve fare questo, se non deve prestare dei soldi per i motivi che abbiamo appena detto, occorrerà appunto che il Consiglio, non la Giunta (perché la Giunta non può decidere di chiudere la SFIRS o di venderla o di far cose di questo genere), che il Consiglio, nei luoghi e nei momenti dovuti, decida che cosa vuol fare di questa società. Sicuramente oggi è sottoutilizzata, sicuramente oggi sono sottoutilizzate quelle risorse, sicuramente oggi non sta facendo quello di cui ci sarebbe bisogno, non sta facendo quello che sarebbe opportuno e che permetterebbe di risparmiare molti milioni di euro a questa Amministrazione regionale, e non sta facendo quello che sarebbe necessario al sistema delle imprese della Sardegna. Spero di aver risposto.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Signor Presidente, cerchiamo di procedere con ordine. Confermo che nella mozione non c'è nessuna imprecisione; l'uso del condizionale in alcune parti è d'obbligo, ovviamente, così come le premetto che non svolgerò nessuna denuncia di tipo giudiziario, nel senso che mi limiterò a sollevare denunce politiche e provocare un contraddittorio che possa servire a chiarire o a consolidare il fatto che siamo su due posizioni diverse. Prendiamo il punto 10, che lei ha voluto sottolineare.

Si ricorderà, senz'altro Presidente, che nelle prime discussioni in questa Aula avevo sottolineato quanto poco interessante fosse (interessante nel senso di non opportuno) discutere di tutto ciò che l'ha riguardata fino al giorno prima che lei diventasse Presidente della Regione. A me non interessa assolutamente, né la vita imprenditoriale né quant'altro; se ne può discutere in altre sedi. Aggiungo che sono un profondo oppositore della politica del sospetto, delle enunciazioni che creano il sospetto; dico ciò che conosco e non mi azzardo a insinuare sospetti. Quanto contenuto al punto 10, pertanto, è, Presidente, solo ed esclusivamente un riferimento all'opportunità che con vantaggio o meno lei avesse seguito direttamente alcune azioni con gli istituti di credito qui riportati.

Poi ognuno ha il suo concetto di opportunità o etica o morale. Così come altre volte si è sottolineato non il fatto che chi ha incarichi nell'Esecutivo debba perdere, in quel momento, i diritti di cittadino, e quindi non possa partecipare ai bandi, alle gare, alle aste e quant'altro, ma il dubbio sull'opportunità e, mi consenta di dire, anche, sulla moralità di una tale partecipazione.

Perciò, confermo che non ci sono imprecisioni in questa mozione, come sottolineo altresì che il 18 di gennaio è stato approvato un piano industriale, Presidente, il 18 di gennaio, e io voglio credere che l'azionista di maggioranza sapesse di quel piano, e non che 15 giorni dopo sia andato a chiedere che cosa c'è nel piano industriale. Non voglio perdere tempo, ma potrei leggere le dichiarazioni del presidente Busia, in merito. Ma ripeto: parliamo di credito.

Epilogo della politica del credito. Presidente, mi permetta, sembrerebbe una contraddizione, ma non lo è: politica del credito in Sardegna, a mio avviso, non ce n'è mai stata. Lo dimostra l'atteggiamento iugulatorio degli istituti di credito nei confronti di quelle piccole aziende a cui lei ha fatto riferimento, e la sua stessa esperienza imprenditoriale privata insegna, e non è un riferimento negativo che questi istituti di credito non sono mai stati a fianco della crescita imprenditoriale, ma, molto spesso, proprio il loro atteggiamento iugulatorio ha determinato la morte della micro impresa sarda. Ha provocato e ha contribuito a costruire il nanismo imprenditoriale al quale lei ha fatto riferimento.

Ed è giusto intervenire nella politica del credito, assolutamente giusto. Non può però essere portato ad esempio, mi permetta - e qui non la penso nel suo stesso modo - il fatto che oggi ci siano più banche nel territorio. A me spaventa quando partecipo all'esposizione dei dati di bilancio del sistema creditizio, che mostra tutta una serie di segni "più" nei bilanci di istituti di credito che non reinvestono nel territorio, che acquistano quei denari grazie a una politica del credito che continua a essere iugulatoria, per certi versi.

Affiancamento delle imprese: questo avviene solo se le imprese hanno garanzie, è notorio, l'ha ripetuto anche lei, poc'anzi; ci vuole un minimo di garanzie, e sappiamo bene quant'è quel minimo. Quanto spremono questi istituti di credito alle casse regionali? Mi ricordo una delibera della Giunta PPalomba, emanata a seguito di una nuova legge a favore dell'imprenditoria giovanile, di convenzionamento con un istituto di credito con la quale, se non tutto quanto stanziato per la politica di incentivazione imprenditoriale, a mio avviso buona parte andava via in commissioni, in costi bancari e quant'altro. Su questo, apprezzo che sia stata data voce, finalmente, a una politica del credito.

Però il dibattito non può sicuramente finire qui; non può questo dibattito aver offerto risposta al quesito circa la politica del credito che si vuole intrattenere o portare avanti da parte della Regione sarda. Ho sentito anch'io alcune affermazioni dei colleghi, anche sui Consorzi Fidi, che molto spesso sono stati il "118" delle imprese, molto spesso, poi sono proliferati in modo abnorme, e nell'ultima finanziaria si è posto rimedio anche a questo. Però, non dimentichiamoci che ci sono due leggi che dovrebbero assistere i Consorzi Fidi, la numero 9 e la numero 2 che invece, ancora oggi, non hanno dato risposta. Abbiamo infatti nel nostro bilancio degli stanziamenti bloccati, fermi, come il capitale della SFIRS, che non producono gli effetti utili e necessari per questi Consorzi Fidi.

Allora, dico, anche là, rivediamo le azioni, rivediamo il ruolo della SFIRS. Ecco, su questo, sarebbe opportuno iniziare un dibattito approfondito, perché per il momento si è svolto solo su aspetti marginali. E prima - continuo a dire - di pensare a riformare, rivisitare o quant'altro, andiamo a vedere se quanto è già previsto non è stato attuato o è stato attuato male. E qui sì che il presidente Busia, quando parla del ruolo di advisor della Regione, della SFIRS, esprime, a mio avviso, opinioni molto sensate e opportune, poi dimentica altri aspetti, capita a tutti di dimenticare.

Dobbiamo diventare un centro di competenza su tutto ciò che ha a che fare con la finanza, ricorrendo al project financing e alla cartolarizzazione; oggetti quasi misteriosi in Sardegna. Questo profilo di competenze manca nella Regione, manca nei singoli Assessorati, è del tutto assente nei nostri comuni. Il Presidente Busia, prima di pronunciare queste affermazioni, avrebbe dovuto rileggere gli atti di invito fatti alla SFIRS, per guidare, proporre, verificare progetti di cartolarizzazione che probabilmente erano sconosciuti e assenti, come termini, non solo come azioni, all'interno della stessa SFIRS.

Un'ultima cosa, Presidente: rubo un altro secondo per confermare che alcuni atteggiamenti e comportamenti sono da censurare. Io mi attendevo che a seguito di una lettura attenta del dispositivo della mozione, lei ci fornisse una risposta sul punto 3, che lei aveva enunciato da tempo, in quest'Aula, e che riguarda i momenti contingenti, che riguarda, sottolineo per l'ennesima volta, l'oggi e non il passato. Ma l'impegno alla presentazione di un disegno di legge sul conflitto di interessi, mi sembra, sia stato evaso in maniera semplicistica e non approfondita.

PORCU (Progetto Sardegna). E' da aggiornare.

CAPELLI (U.D.C.). E' da aggiornare? Va bene.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, intervenga e non interloquisca, per cortesia. Grazie.

CAPELLI (U.D.C.). Gradirò essere aggiornato, se non lo sono stato sufficientemente. Concludo, Presidente, auspicando per il futuro una maggiore tempestività, perché credo che anche questa possa contribuire a un corretto rapporto istituzionale.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione. E' aperta la votazione.

Ha domandato di parlare il consigliere Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA (A.N.). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole, ma soprattutto per inserirmi nelle considerazioni sul credito, che sono state pronunciate dall'onorevole Presidente e dall'onorevole Cherchi. Emerge un dato sostanzialmente condivisibile: che la SFIRS non deve svolgere funzioni di banca, salvo poi verificare che, ancora oggi, svolge tali funzioni e che oltre che svolgerle oggi le ha svolte ieri, e il Presidente Soru sa di che cosa parlo. Rivolgersi alla SFIRS per avere lo sconto delle fatture, evitando il "salvo buon fine", cosa che nessun istituto di credito concede, neanche i più… io li definisco pericolosi, e temerari del settore…

PRESIDENTE. Ma perché ha detto: "Sa di che cosa parlo?"

DIANA (A.N.). Beh, perché lei sa che ci sono degli Istituti di credito che concedono il "salvo buon fine" e altri che non lo concedono.

PRESIDENTE. Non capisco se per caso è una società da cui…

DIANA (A.N.). No, no. Mi sono rivolto a lei in quanto immagino che conosca il mercato finanziario, solo per questo.

PRESIDENTE. Perché come ha detto questa frase: "Sa di che cosa parlo…"!

DIANA (A.N.). No, però, adesso che me l'ha suggerito, Presidente, penso che potrebbe anche essere successo, insomma, ma non perché è lei, può essere successo ad un qualsiasi imprenditore, che ha avuto l'opportunità di vedersi scontare dalle fatture della SFIRS quindi anticipazioni non supportate dal salvo buon fine; cioè, a dire, cedere alla SFIRS un miliardo di fatture e vivere tranquillo vita natural durante. Sono operazioni che non possono essere ammesse da un istituto come la SFIRS; non debbono essere ammesse. Qualora si verificasse un'ipotesi di questo genere io credo che sarebbe opportuno e doveroso intervenire. E questa era una delle cose che dovevo dire.

Le visite del presidente Soru, invece, io credo che, tutto sommato, siano legittime. E' giusto che il Presidente della Regione, se vuole verificare de visu il funzionamento, per esempio, di un certo reparto dell'ospedale San Giovanni di Dio, vi si rechi personalmente, poi se lo fa alle sei del mattino o a mezzanotte, insomma, io non ci trovo niente da dire. Certo che comunque queste visite a qualcosa servono. E allora nella prossima visita che effettuerà alla SFIRS. Sarebbe opportuno anche per noi, riuscire a conoscere, una volta per tutte, i revisori dei conti di tutte le società partecipate della SFIRS, o partecipate dalla SFIRS. Chissà che lei, in una visita di questo genere non scopra molte delle cose sulle quali, probabilmente, non siamo riusciti a saper niente noi e probabilmente non c'è riuscito manco lei.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Signor Presidente, intervengo intanto per annunciare il voto contrario alla mozione, ma anche per sottolineare che questa è stata un'occasione, come più volte ha messo in evidenza il presidente Soru, per esaminare l'insieme delle problematiche legate a tutto il sistema del credito isolano. Credo che il settore abbia veramente la necessità di una conferenza regionale, come anche sottolineava l'onorevole Cherchi, che faccia chiarezza su tutti gli aspetti legati agli istituti di credito e, ribadisco, anche sulla delicata questione degli ex azionisti della Banca Popolare di Sassari, che hanno subito una grave ingiustizia e che attendono da anni risposte.

Volevo altresì sottolineare un altro aspetto: siccome anche il Presidente della Regione concorre alla programmazione dei lavori del Consiglio, sarebbe un atto di sensibilità da parte del Presidente veramente gradito, sia dall'Assemblea sia dal popolo sardo, avere le informazioni dirette sulla questione del digitale terrestre.

PRESIDENTE. Onorevole Caligaris, lei non era presente in Aula ma precedentemente, il Presidente è intervenuto e ha detto di essere disponibile, quando la Conferenza di Capigruppo lo riterrà opportuno, a fornire tutte le informazioni necessarie per rispondere alla sua richiesta.

Ha domandato di parlare il consigliere Pisano. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Chiedo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (Progetto Sardegna), Presidente della Regione. Signor Presidente, intervengo solamente per dire che voterò contro la mozione, perché si presenta come censura di una attività che non era assolutamente censurabile, anche se riconosco che in alcune parti non è imprecisa, perché non fa affermazioni ma usa il condizionale. Mi preme comunque sottolineare che la risposta a quei dubbi non può che essere negativa, così come ho già spiegato prima. Ripeto ancora una volta che non mi pare sia segno di scarsa sensibilità istituzionale (bensì il contrario) visitare personalmente i luoghi di lavoro dell'amministrazione Regionale.

Per finire, mi sono permesso, onorevole Diana, di interloquire con lei, perché, dal tono della sua voce sembrava che in qualche maniera ritenesse che fossi personalmente coinvolto in quella vicenda, ma abbiamo chiarito che non è così. Ha ragione lei, qualche anno fa, lo notai anch'io, la SFIRS si inventò una società di factoring, di cui non c'era assolutamente esigenza in Sardegna. E' possibile che abbia acquisito crediti anche pro soluto, quindi in via definitiva; se l'ha fatto, ha fatto male, però non è un un'attività illecita fare factoring pro soluto, semplicemente l'attività è più rischiosa e forse si ha uno sconto maggiore nelle fatture.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pinna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

~PINNA (Progetto Sardegna). Signor Presidente, annuncio il mio voto contrario alla mozione, e preciso che, a proposito del punto terzo della mozione, la Giunta presentò nel maggio scorso un testo di legge in materia di conflitto di interessi, che il Consiglio prese in carico nel mese di giugno, mentre nel novembre del 2005 la Giunta presentò il testo in materia di legge statutaria che comprendeva una parte specifica, sempre legata alla materia del conflitto di interessi.

La prima Commissione, il l marzo scorso, proprio iniziando l'esame della Statutaria, ha anche esaminato la legge relativa al conflitto di interessi e ha deciso di unificare parte dei due testi, rinviando invece la seconda parte della legge in materia di conflitto di interessi all'approvazione di un provvedimento specifico. Questo per rendere giustizia ai fatti, indipendentemente dalla valutazione relativa al merito e al contenuto che è tutt'altra cosa. Però, il dispositivo della mozione chiede di presentare con urgenza al Consiglio Regionale il disegno di legge, la cui presentazione era stata annunciata al presidente Soru. Bene, questo è già avvenuto in più di due fasi.

PRESIDENTE. E' stata richiesta dal consigliere Pisano la votazione nominale. C'è un consigliere che appoggia la richiesta?

(Appoggia la richiesta il consigliere Vargiu.)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 70.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Capelli - Cassano - Cuccu Franco Ignazio - Diana - Liori - Lombardo - Moro - Oppi - Pisano - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Balia - Biancu - Cachia - Caligaris - Calledda - Cerina - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Fadda Giuseppe - Fadda Paolo - Frau - Gessa - Lanzi - Licheri - Maninchedda - Marrocu - Mattana - Orrù - Pinna - Pirisi - Pittalis - Porcu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Soru - Uggias.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 46

votanti 46

maggioranza 24

favorevoli 12

contrari 34

(Il Consiglio non approva).

Il Consiglio verrà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 13 e 11.



Allegati seduta

Testo delle interpellanze e delle interrogazioni annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Uggias - Biancu - Giagu - Cocco - Cuccu Giuseppe - Cucca - Fadda Paolo - Sanna Simonetta - Sabatini - Secci - Sanna Francesco - Manca Sull'applicazione Ai Medici Sardi Dei Contratti Atipici A Tempo Determinato Da Parte delle aziende sanitarie locali.

I sottoscritti,

PREMESSO che:

- presso tutte le aziende sanitarie locali della Sardegna è frequente il ricorso alle assunzioni dei medici con contratto atipico;

- il fenomeno sta assumendo ampie proporzioni e il ripetuto uso di tale strumento determina un'applicazione abnorme di tale tipologia contrattuale, inadeguata alla specificità e alle peculiari prerogative della professione;

- per la data del 30 giugno 2006 è prevista la scadenza dei contratti che sono stati stipulati con circa 70 medici;

- tali contratti sono stati sottoscritti in prosecuzione di precedenti rapporti di prestazione d'opera intellettuale dei medesimi medici;

- nella finanziaria 2006 è prevista la possibilità di stabilizzare circa 7000 precari con l'opportunità di assunzione di vincitori di concorso negli anni 2007 e 2008, derogando al divieto di nuove assunzioni;

TENUTO CONTO che tale strumento si pone al di fuori della contrattazione nazionale medica recentemente conclusa e presenta caratteristiche di illegittimità per il settore, in particolare per la violazione di aspetti contrattuali acquisiti nel settore quali ferie, malattia, previdenza, aggiornamenti e mancanza di adeguate garanzie di sicurezza nell'ambiente del lavoro;

CONSIDERATO che:

- tali mancanze, unite alla estrema precarietà, caratterizzano negativamente lo svolgimento della professione medica;

- altresì, che l'abuso nell'applicazione di tali contratti a tre o a sei mesi, rinnovabili e/o non, impone tempi ridotti nei quali nessun medico ha seria possibilità di integrarsi nella struttura di lavoro e, nel contempo, le stesse strutture vedono condizionata negativamente l'organizzazione dei propri servizi;

RILEVATO che il problema potrebbe essere risolto attraverso la rimodulazione da parte delle istituzioni regionali sanitarie della pianta organica medica sarda, secondo gli effettivi bisogni del comparto, utilizzando tale contratto atipico solo in sede di emergenza e non come norma,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore competente affinché:

1) siano assicurate le condizioni per la prosecuzione dell'assistenza sanitaria, garantendo il livello di qualità delle prestazioni e, contemporaneamente, siano garantite ai medici migliori condizioni di svolgimento dell'attività professionale;

2) valutino l'opportunità di emettere direttive al fine di favorire la proroga immediata dei contratti in essere per evitare l'insorgere di disagi nell'attività di assistenza sanitaria;

3) siano attivate le procedure concorsuali finalizzate alla stabilizzazione dei medici, con valutazione particolare del periodo di servizio espletato come elemento di maggior punteggio. (171)

Interpellanza Licheri - Fadda Giuseppe - Lanzi sulle gravi condizioni di disagio subite nella stagione estiva dalle imprese sarde, a causa della limitazione dei posti a disposizione dell'autotrasporto merci sulle navi di linea che collegano Olbia e Porto Torres con il continente.

I sottoscritti,

PREMESSO che il diritto alla mobilità dei sardi e la continuità territoriale vanno garantiti anche alle merci e ai lavoratori sardi dell'autotrasporto, come fattore indispensabile di sviluppo economico per la nostra Isola;

CONSIDERATO chenella stagione invernale e autunnale il settore dei collegamenti marittimi tra Sardegna e continente si regge proprio grazie alla continuità di lavoro dell'autotrasporto sulle navi di linea;

VISTO che in estate, nei collegamenti da e per Olbia e Porto Torres, le compagnie Tirrenia, Grimaldi e Moby lines privilegiano il trasporto passeggeri, lasciando spesso a terra nei porti gli autoarticolati con carichi di natura alimentare deperibili, causando un danno economico enorme alle aziende di produzione e trasporti sarde;

TENUTO CONTO che le suddette compagnie di navigazione godono di sovvenzionamenti statali per garantire il loro servizio,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti affinché intervengano presso il Governo nazionale e le suddette compagnie di navigazione in maniera tale da garantire, anche nella stagione estiva, delle quote destinate agli autotrasportatori di merci della Sardegna, tutelando per questa via il diritto alla mobilità e la continuità territoriale anche alle merci sarde e a chi le trasporta. (172)

Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulle gravissime conseguenze economiche e sociali nel Nord Sardegna derivate dall'adozione del Piano paesaggistico regionale deliberato dalla Giunta Regionale il 25 maggio u.s.

Il sottoscritto,

PRESO ATTO che da tutti i territori della Sardegna, in particolare dal Sassarese, si levano fortissime critiche verso l'operato della Giunta regionale che, deliberando l'adozione del Piano paesaggistico regionale in data 25 maggio u.s., ha di fatto bloccato l'attività edilizia in tutto il territorio regionale inglobando nel blocco anche tutte le zone agricole, industriali e artigianali della Sardegna;

CONSIDERATO che:

- la situazione di malessere e disagio, che coinvolge i proprietari dei lotti di terreno, i tecnici professionisti, gli artigiani e i lavoratori dell'edilizia, si rileva soprattutto nel Nord Sardegna, già attanagliato da una grave crisi economica e sociale senza precedenti e dalla crescente disoccupazione;

- questa situazione sta portando all'esasperazione sociale mentre le forze politiche e le amministrazioni comunali, di fronte alla nefasta citata deliberazione della Giunta regionale, non intervengono e non assumono iniziative in difesa degli interessi del territorio,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per sapere se:

1) è a conoscenza della condizione di esasperazione esistente nel territorio del Sassarese e dell'intero Nord Sardegna causata dalla paralisi dell'edilizia in seguito all'adozione del Piano paesaggistico regionale;

2) ritiene, conseguentemente, di sospendere, con effetto immediato, l'efficacia del decreto del Presidente della Regione 24 maggio 2006, n. 46, che ha fatto scattare i vincoli e il blocco dell'attività edilizia nell'intera Isola. (532)

Interrogazione Vargiu, con richiesta di risposta scritta, sul drammatico allungamento delle liste d'attesa per interventi di cardiochirurgia presso l'Azienda ospedaliera Brotzu.

Il sottoscritto,

AVENDO AVUTO NOTIZIA delle crescenti difficoltà operative del reparto di cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliera Brotzu, con significativa tendenza alla riduzione del numero degli interventi/anno e conseguente dilatazione dei tempi della lista d'attesa per interventi chirurgici d'elezione, che sarebbero ormai arrivati a toccare i 120 giorni;

CONSIDERATO che:

- in tale situazione di sofferenza operativa, la lista d'attesa per gli interventi d'elezione è inevitabilmente destinata ad allungarsi ulteriormente in quanto il sovrapporsi dell'attività in regime d'urgenza è causa di ulteriore slittamento della programmazione routinaria;

- la domanda prevista di interventi di cardiochirurgia in Sardegna è stimata intorno ai 900 interventi/anno e, perché essa possa essere garantita, è necessario che il reparto di CCH cagliaritano si attesti intorno ai 750-800 interventi/anno, mentre l'attuale dato tendenziale dell'Azienda Brotzu sarebbe al di sotto dei 600 interventi/anno;

- nella CCH cagliaritana risulterebbero attualmente circa 100 pazienti in lista d'attesa;

- la maggior parte di tali pazienti è comunque affetta da gravi patologie cardiovascolari ed è pertanto in condizione di sostanziale instabilità per cui il rinvio del necessario intervento chirurgico rischia di determinare un aggravamento della patologia di base, con aumento dello stesso rischio/vita per ciascun paziente;

- anche in considerazione di tale rischio, è comunque frequente che i pazienti sardi, scoraggiati e preoccupati dalla lunghezza delle liste d'attesa, scelgano di rivolgersi ad altre strutture sanitarie, fuori Regione, con ridottissimi tempi d'attesa;

- a tale situazione consegue un inevitabile incremento dei ricoveri fuori regione, con riduzione numerica delle prestazioni erogate dal SSR, perdita di professionalità degli operatori locali e spoliazione di risorse destinate al SSR;

- tale depauperamento delle risorse destinate al SSR è reso ancora più pesante dal fatto che i DRG che la Regione Sardegna è chiamata a rimborsare alle regioni italiane che erogano prestazioni cardiochirurgiche ai pazienti sardi sono mediamente assai più alti di quelli che, a parità di prestazione resa, vengono rimborsati alle strutture sanitarie sarde;

- alle ricadute negative sul SSR, si aggiunge il grave disagio dei cardiopatici sardi, costretti a veri e propri "viaggi della speranza" che offendono la dignità individuale, creano disagi psicologici personali e per le famiglie, moltiplicano i problemi logistici e quelli economici legati alle spese di soggiorno;

- l'attuale sofferenza del reparto di cardiochirurgia dell'Azienda Brotzu sarebbe soprattutto legata all'insufficienza di personale specializzato e, in particolare, di personale medico,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere:

1) se risponda al vero che le liste d'attesa per interventi cardiochirurgici d'elezione presso l'Azienda Brotzu di Cagliari stiano allungandosi in maniera preoccupante, sino a contenere attualmente circa 100 pazienti, con tempi d'attesa superiori ai 4 mesi;

2) se risponda al vero che la dilatazione dei tempi d'attesa presso le strutture sarde stia effettivamente causando l'incremento degli specifici ricoveri extraregione, con aggravio di spese per il nostro SSR e depauperamento di risorse e di professionalità;

3) se risponda al vero che il numero degli interventi cardiochirurgici che vengono attualmente eseguiti presso l'Azienda Brotzu sia in decremento rispetto agli anni passati e sia comunque insufficiente a dare risposte adeguate alle esigenze dei pazienti cardiopatici sardi;

4) se risponda al vero che tale riduzione del numero degli interventi cardiochirurgici presso l'Azienda Brotzu sia principalmente legata alla carenza di professionalità sanitarie e, in particolare, di personale medico specializzato;

5) quali interventi urgenti intendano adottare per restituire la piena operatività al reparto di cardiochirurgia dell'Azienda Brotzu, consentendo l'incremento degli interventi chirurgici e la riduzione della lista d'attesa e restituendo ai cardiopatici sardi la possibilità di essere adeguatamente curati presso strutture site all'interno della nostra Regione. (533)

Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sulla discriminazione subita da una single sarda nell'adozione di una ragazza bielorussa.

La sottoscritta,

RICHIAMATE le interrogazioni, rimaste senza risposta, dell'8 agosto 2005 e del 6 marzo 2006;

PREMESSO che:

- Annalisa Dessalvi, impiegata cagliaritana, single, ha ospitato nel 1997 Natasha, una bambina bielorussa che aveva allora 6 anni;

- tra la bambina e la donna si è instaurato un forte legame affettivo che ha indotto entrambe a creare un rapporto madre-figlia;

APPRESO che:

- soltanto dopo un iter durato 8 anni, la Corte costituzionale ha annullato un'interpretazione restrittiva da parte dei giudici della legge sulle adozioni stabilendo la liceità per una single italiana di adottare un minore straniero;

- dopo un lungo periodo di tensione tra l'Europa e il governo bielorusso, il 12 dicembre 2005 è stato stilato un protocollo di collaborazione tra il Ministero dell'istruzione della Repubblica di Belarus e la Commissione per le adozioni internazionali della Presidenza del Consiglio in materia di minori bielorussi da parte di cittadini italiani in possesso del decreto di idoneità;

RILEVATO che la signora Dessalvi è la prima donna single in Italia in possesso di decreto di idoneità all'adozione internazionale rilasciatole dal Tribunale per i minorenni di Cagliari così come richiesto dalle autorità bielorusse per procedere nelle adozioni;

SOTTOLINEATO che:

- la pratica della signora Dessalvi non figura tra le 150 rimaste sospese a partire dal mese di ottobre 2004 in seguito alle tensioni tra Europa e Belarus e ora all'attenzione dell'apposita Commissione in quanto la via legale e il riconoscimento della liceità dell'adozione internazionale per una single italiana ha seguito un iter differente;

- secondo quanto riferito dalla presidente della Commissione per le adozioni internazionali solo una delle 150 pratiche in sospeso è stata esperita entro il 21 febbraio 2006;

RICORDATO che la signora Dessalvi e Natasha non hanno mai chiesto un trattamento di favore, ma una soluzione valida anche per altri casi particolari, basata su criteri di equità, sul preminente interesse dei minori e nel rigoroso rispetto della legalità;

PRECISATO che:

- da aprile ad oggi sono state completate due pratiche di adozione relative a persone single;

- in entrambi i casi la Commissione per le adozioni internazionali ha violato due criteri stabiliti e ribaditi in precedenza: quello della necessità del decreto d'idoneità e quello del rigoroso rispetto dell'ordine cronologico del completamento delle pratiche;

- l'anomalo comportamento della Commissione per le adozioni internazionali si configura come un incomprensibile atto discriminatorio nei confronti della signora Dessalvi e della figlia Natasha;

EVIDENZIATO che:

- della vicenda erano stati interessati il Governo, il Parlamento e la Presidenza della Repubblica anche per ottenere un'adozione provvisoria, garante il console della Bielorussa in Italia;

- per questa ipotesi si era pronunciato favorevolmente il tutore pubblico della ragazza, cioè il direttore dell'istituto dove vive Natasha;

- il "caso Dessalvi" ha scosso l'opinione pubblica sarda come dimostrano le numerose manifestazioni di solidarietà, le oltre 5.000 firme raccolte e le prese di posizione della stampa;

DENUNCIATO che:

- una battaglia civile per il riconoscimento di un diritto delle donne single italiane ad adottare un minore straniero si sta ritorcendo contro chi l'ha condotta e vinta;

- Natasha tra un anno, quando compirà 16 anni, non potrà più essere ospitata nell'istituto attuale e il suo destino è incerto;

- madre e figlia vivono con profonda sofferenza psichica l'interminabile attesa di una soluzione positiva della vicenda avendo riposto nei giudici e nella legge totale fiducia;

VALUTATI gli ottimi rapporti esistenti tra la Regione Sardegna e la Repubblica di Belarus,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritengano opportuno un efficace tempestivo intervento del Governo italiano affinché:

1) sia posta fine al comportamento arbitrario e gravemente discriminatorio assunto dalla Commissione adozioni internazionali;

2) siano eliminate le assurde resistenze che impediscono alla signora Dessalvi, dopo il riconoscimento della maternità di Natasha da parte del tribunale di Cagliari, di adottare la figlia;

3) sia rimosso il paradosso burocratico-normativo in quanto, nonostante la sentenza della Corte costituzionale, il diritto acquisito non può essere esercitato per un problema non dipendente dalla due vittime-protagoniste. (534)