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Resoconto della seduta n. 96 del 25/10/2000

XCVI Seduta

Martedì, 25 Ottobre 2000

Presidenza del Presidente Serrenti

indi

del Vicepresidente Spissu

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del Presidente Serrenti

indi

del Vicepresidente Spissu

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del Presidente Serrenti

La seduta è aperta alle ore 10 e 12.

PIANA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di mercoledì 4 ottobre 2000, che è approvato.

Continuazione della discussione del disegno di legge: "Interventi a favore degli allevatori per fronteggiare l'epizoozia denominata "febbre catarrale degli ovini" (blue tongue)" (114/A)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione generale del disegno di legge numero 114.

E` iscritto a parlare il consigliere Tunis Marco. Ne ha facoltà.

TUNIS MARCO (F.I. - Sardegna).Onorevole Presidente Serrenti, chiedo, ove possibile, al fine anche di riordinare le idee, di accordarmi due minuti per riordinare le idee e anche per permettere agli assessori competenti di essere presenti. Grazie.

PRESIDENTE. Onorevole Tunis, il Regolamento consente lo scambio dei turni di intervento, per cui darò la parola a un altro consigliere della maggioranza.

TUNIS MARCO (F.I. - Sardegna). Non era quello il senso della mia richiesta; ho solo necessità di un minuto per stabilire un canovaccio delle cose che devo dire.

PRESIDENTE. Onorevole Tunis, la Giunta è presente. Se lei ha bisogno di ordinare le idee, e lo comprendo, faccia parlare un altro prima e ci consenta di lavorare. Cosa facciamo, sospendiamo i lavori intanto che lei ordina le idee?

TUNIS MARCO (F.I. - Sardegna). Onorevole Presidente, onorevoli consiglieri, cercherò di non fare affermazioni che diano il destro a ulteriori polemiche; il mio intervento sarà sicuramente sereno e cercherò comunque di dispensare consigli e di fare qualche osservazione critica sia alla maggioranza sia all'opposizione, secondo la mia natura.

L'approvazione da parte delle Commissioni consiliari sanità e agricoltura del disegno di legge numero 114 recante: "Interventi a favore degli allevatori per fronteggiare l'epizoozia, denominata "febbre catarrale degli ovini"", nota come blue tongue, è sicuramente un segnale importante e positivo che il Consiglio regionale invia al mondo delle campagne. Un segnale forte di solidarietà concreta, cui mi auguro si aggiunga, in tempi brevi, anche l'intervento del Governo nazionale e, possibilmente, quello delle autorità comunitarie.

Infatti, è bene sottolineare che la Sardegna da sola non può farcela a fronteggiare eventi calamitosi a ripetizione; gli ultimi che si sono verificati ci stanno mettendo in ginocchio; è necessario, quindi, potersi rivolgere anche al Governo che per adesso è stato ingrato nei confronti della Sardegna, perché per quanto riguarda gli stanziamenti promessi agli alluvionati, aveva parlato inizialmente di 400 miliardi, successivamente di 200 - 250 miliardi per arrivare infine ad un accreditamento di circa 15 miliardi. L'Assessore certamente ha voluto sottolineare che il Governo parla tanto ma poi, alla fine, alla Sardegna dà sempre poco. Probabilmente perché non abbiamo, sia per il numero di abitanti sia per la posizione economica in questa nostra Italia, una posizione preminente; altre Regioni hanno avuto sinora, sia dai fondi di solidarietà sia attraverso finanziamenti diretti, un trattamento migliore; quindi, ribadisco il fatto che la Sardegna, da sola, non può farcela. Occorre l'intervento di tutti: sia quello del Governo nazionale e possibilmente anche quello comunitario, perché il problema si sta estendendo e probabilmente da sardo sarà fra poco nazionale e può avere ripercussioni a livello europeo. E allora penso che la dimensione del problema potrebbe cambiare e che dobbiamo già sin da ora creare le premesse per essere inseriti nelle provvidenze che l'Unione Europea dovrà stanziare, al fine di evitare che tutti gli oneri vengano a ricadere sulla Regione Sardegna.

Quindi, rivolgo anche all'opposizione l'invito a evitare le speculazioni politiche, come per esempio le denunce dei giorni scorsi circa lo storno di fondi della legge regionale numero 26/99, in quanto alla fine, i capitoli del bilancio manterranno inalterate le rispettive dotazioni finanziarie.

Quindi, vorrei dire anche agli amici dell'opposizione che la rincorsa a voler apparire ciascuno in prima persona presentatore degli emendamenti, fautore degli interventi, non ha nessun senso, perché la verità è che maggioranza e opposizione, sono concordi nel cercare di risolvere questo gravissimo problema che mette in ginocchio il nostro patrimonio zootecnico.

E' stato giusto ciò che ha affermato il Presidente del Gruppo dei D.S., l'onorevole Cugini, proprio per evitare che ci potesse essere questa contrapposizione netta tra forze politiche e questa rincorsa: "Abbiamo contribuito tutti a risolvere il problema". Io, che ho partecipato ai lavori della Commissione agricoltura di concerto con la Commissione sanità, confermo che non c'è stata una parte predominante. Ci sono stati emendamenti presentati dall'opposizione che hanno trovato consenso nella maggioranza; ci sono stati emendamenti presentati dalla maggioranza, anche dal sottoscritto, che hanno trovato il consenso delle opposizioni. Diciamo che questo provvedimento è frutto del contributo di più idee, ma in uno sforzo comune, quello di venire incontro a una categoria vituperata che si trova in grave difficoltà e che merita attenzione, che merita il nostro rispetto. Dobbiamo cercare di trovare soluzioni comuni che affrontino il problema.

Questo mio intento non può esimermi però dal fare alcune osservazioni circa le difficoltà operative in cui si sono trovati gli Assessori competenti nella loro attività. A causa dei molteplici impegni dell'Assessore dell'agricoltura, tenuto a presenziare anche ai consessi a cui la Sardegna è chiamata a partecipare, di recente anche il Congresso mondiale agroalimentare tenutosi a Parigi, che ha impegnato l'Assessore da sabato a lunedì, l'Assessorato non è ancora riuscito a dare pratica attuazione ad alcuni provvedimenti che gli allevatori e gli agricoltori invocano da tempo, cioè, per esempio, primo fra tutti, eventualmente sollecitare gli organi comunitari per far approvare la legge sui piani di salvataggio delle aziende agricole. Abbiamo circa duemila, duemilacinquecento aziende sotto sequestro. Quel settore della nostra economia è fortemente in pericolo, chiedo all'Assessore che assuma l'impegno di dar corso a questi adempimenti. Vi sono altre richieste avanzate dal mondo delle campagne presenta, come quella, per esempio, di dar corso agli adempimenti riguardanti l'AIMA. Obiettivamente non è una critica che io rivolgo all'Assessore, perché certamente ha ereditato una situazione pesante, però il problema agro-pastorale è grave. Noi tutti, maggioranza e opposizione, siamo disponibili a dare risposte positive. Quindi invito l'Assessore ad impegnarsi al massimo per risolvere i problemi cronici del settore dell'agricoltura e dell'allevamento, e naturalmente anche quelli nuovi, che si presentano adesso cogliendoci anche impreparati; certamente anche il Consiglio, deve assumersi la propria parte di responsabilità, però di fronte a questi eventi noi dobbiamo agire, e dobbiamo agire concordi, Giunta e Consiglio.

Un'altra osservazione, e con questo non voglio esprimere critiche pesanti, riguarda l'Assessore della sanità che non ha assunto i provvedimenti del caso di fronte alla nota del Ministero della sanità, che lo informava che il posto frontaliero di ispezione di Cagliari dal 1° gennaio 2000 sarebbe stato chiuso, perché i solleciti inoltrati alle autorità regionali competenti, alcuni all'Assessorato dell'agricoltura, altri all'Assessorato della sanità, quando si chiedeva la presenza di un veterinario per assicurare le ispezioni per il trasporto degli animali vivi, sono rimasti senza risposta. Bisogna ricordare, in senso costruttivo, a questa Assemblea che in Sardegna esistono o esistevano dal '97 due posti frontalieri di ispezione per la verifica delle condizioni degli animali vivi: uno era nella zona del nord, uno era nella zona del sud e precisamente a Cagliari.

Orbene, queste strutture, che potevano funzionare e assicurare un controllo efficace, non sono state all'altezza di fornire tali garanzie a tal punto che ci sono state delle osservazioni critiche, anche nella precedente legislatura, su un trasporto di arieti che non erano stati sufficientemente controllati, oppure di lumache che avevano generato un principio di salmonellosi con molta apprensione da parte dell'opinione pubblica; a seguito anche di questi eventi ci si aspettava che l'Assessore della sanità provvedesse tempestivamente a quanto richiesto. Invece dal 1° gennaio 2000, come ho già detto, il posto frontaliero di ispezione di Cagliari è stato chiuso, ma non a tempo indeterminato, bensì determinato, per consentire all'Assessore della sanità e agli altri Assessori competenti di dotarlo delle necessarie strutture in modo da renderlo funzionante, entro il 31 ottobre del 2000.

Ora, poiché nel frattempo abbiamo provveduto ad assumere a tempo determinato alcuni veterinari, questo secondo me è il momento di destinarne magari uno specializzato in quel settore a quella struttura, caro Assessore; non dico questo per criticare ma per sottolineare che abbiamo perso un vantaggio perché questo posto frontaliero è stato trasferito a Trapani, pertanto chiunque voglia trasportare del bestiame vivo in Sardegna deve passare per Trapani e poi arrivare a Cagliari.

Io penso che questa scelta penalizzi la Sardegna, infatti gli operatori commerciali vogliono arrivare dritti alla meta, probabilmente, anche per evitare ulteriori spese, non sottopongono gli animali al controllo presso la postazione di Trapani, probabilmente cercano di evadere i controlli e trasportano gli animali direttamente a Cagliari o nei porticcioli meno controllati, ed è possibile che si sia potuto verificare anche quello che noi temiamo, e cioè lo sbarco di animali non sottoposti a controllo.

Ritengo che questo posto frontaliero sia necessario anche per il futuro. Rivolgo, quindi, senza acredine, un invito benevolo ai nostri Assessori perché diano risposte tempestive al Ministero della Sanità informandolo che hanno provveduto ad esaudire le sue richieste.

Detto questo, debbo fare un'altra osservazione al nostro assessore Usai perché l'opinione pubblica si aspetta, sia da parte del Consiglio sia da parte degli Assessori, grandi risposte, atti generosi, impegni precisi. In altra occasione, probabilmente trascinato da un impulso dettato dalla necessità di affrontare problemi così gravi, ho fatto delle osservazioni critiche che hanno travisato il problema stesso. L'assessore Usai anziché rispondere in Aula alle osservazioni da me avanzate, perché questa è la massima Assise in cui un consigliere esercita il proprio ruolo, in un confronto che deve essere corretto tra consiglieri sia della maggioranza che dell'opposizione e l'Assessore stesso, dicevo che, anziché dare una risposta pertinente in Aula, ha risposto al consigliere Tunis tramite un giornale, prima sul quotidiano di Sassari e poi su quello della mia zona, la provincia del Sulcis - Iglesiente, usando toni forti, giudicando le affermazioni del consigliere Tunis "uno stupidario", dicendo che sono state avanzate probabilmente perché soffre di "cainite acuta" in quanto ha o potrebbe avere dei problemi di carattere personale.

Al di là del fatto in sé che non intendo affrontare in questa sede, ma che esiste, i rapporti consigliere regionale assessore devono essere improntati al rispetto reciproco, non può ripetersi questo fatto anomalo; un consigliere regionale regolarmente eletto, che ha avuto il consenso del popolo, in virtù del quale è legittimato ad esprimere le proprie opinioni in Aula, ha avuto una risposta non dall'assessore, regolarmente eletto, ma da uno tecnico che non ha avuto alcun consenso popolare e in modo scorretto anche sul piano istituzionale, cioè sulle pagine di un giornale, queste cose non devono ripetersi. Da parte mia avanzerò le mie osservazioni in una forma serena, chiedo però all'Assessore di evitare di rilasciare dichiarazioni ai giornali, perché la stampa potrebbe anche amplificare questi aspetti. Resta il fatto che l'Assessore è recidivo perché ha riservato il medesimo trattamento anche al Vicepresidente della Commissione agricoltura rilasciando dichiarazioni alla stampa ed arrivando persino a fare considerazioni sulla sua cultura. Questi sono aspetti da non toccare e spero di non essere costretto, per l'avvenire, a tornare su questo argomento; noi dobbiamo risolvere le nostre questioni possibilmente in questa sede, senza fare osservazioni di tipo personale critico, ironico o cattivo, nei confronti di consiglieri che hanno avuto il suffragio popolare e pertanto sono legittimati a svolgere la loro funzione, e questo dovrebbe evitarlo soprattutto un Assessore tecnico, preposto quindi a tale carica non in virtù del consenso dalla gente, ancorché segretario di partito, come giustamente mi fanno osservare.

E comunque sia, l'Assise è questa e non me ne deve volere nessuno se io mi permetto di intervenire a difesa di una categoria, che reputo debole. Ribadisco quindi la disponibilità da parte nostra a confrontarci con la minoranza al fine di trovare soluzioni positive, e a non adottare atteggiamenti arroganti facendo passare decisioni a colpi di maggioranza ma cercando, insieme all'opposizione, soluzioni che possano contribuire a risollevare le sorti della Sardegna.

Un aspetto voglio evidenziare: noi tutti, al di là delle soluzioni di tipo economico che abbiamo voluto adottare e che, debbo dire, la Giunta si è preoccupata di proporre - come quella per esempio di ristorare i danni ricevuti dagli allevatori per i capi ammalati e non solo per quelli abbattuti, dando in questo modo risposta alle apprensioni che la categoria aveva manifestato nell'assemblea a cui avevamo partecipato - dicevo, noi tutti siamo fortemente preoccupati per la commercializzazione della carne di questi capi di bestiame. Presidente, chiedo solo due minuti per esporre questo concetto.

PRESIDENTE. La prego di concludere, non le posso dare altri due minuti perché le ho già concesso di andare oltre il limite di tempo prescritto.

TUNIS MARCO (F.I.-Sardegna). Voglio solo dire che si corre il rischio di assistere al crollo di questo settore proprio sotto Natale, periodo nel quale è maggiore la richiesta di questo prodotto per l'esportazione.

Quindi, noi chiediamo alla Giunta che, oltre un piano per la eradicazione definitiva della malattia per evitare che questo morbo diventi endemico e quindi imbattibile, per venire incontro al settore della commercializzazione adotti le iniziative che abbiamo concordato unitariamente in Commissione, al fine di risollevare questo settore che noi riteniamo strategico per lo sviluppo della Sardegna.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Ortu. Ne ha facoltà.

ORTU (R.C.). Io ritengo che, sulla base della lunga discussione avvenuta in Aula in queste settimane sull'argomento e anche sulla base di quanto riportato dalla stampa, sia necessario, pur condividendo alcune preoccupazioni che anche qui sono state manifestate, riportare il confronto su un binario che consenta una discussione...

Presidente, non posso proseguire il mio intervento con questa confusione.

PRESIDENTE. Per cortesia, consentite all'oratore di svolgere tranquillamente il proprio intervento!

ORTU (R.C.). Dicevo, pur condividendo l'esigenza di riportare la discussione su un binario che consenta un confronto sereno dal quale trarre, se possibile, ulteriori suggerimenti per migliorare la proposta che è pervenuta in Aula, ritengo necessario, anche alla luce delle discussioni avvenute in quest'Aula, ed anche sulla base di quanto riportato dalla stampa, fare alcune puntualizzazioni, tenendo presente che il disegno di legge originariamente proposta dalla Giunta, noi l'avevamo considerato del tutto insufficiente oltre che negativo.

Sono stati compiuti importanti passi in avanti in Commissione, vi è un ulteriore margine di miglioramento, vi sono alcune richieste che abbiamo avanzato anche nel corso della giornata di ieri sera; ulteriori miglioramenti possono essere apportati sulla base di quelle proposte. Tuttavia, ripeto, va ribadito che l'itinerario che è stato scelto per presentare il disegno di legge, e le polemiche che ne sono poi conseguite, non hanno agevolato il lavoro delle Commissioni e tanto meno il lavoro del Consiglio, né hanno consentito di approvare rapidamente la legge, cosa che in una materia come questa sarebbe stata necessaria per tentare comunque di produrre il migliore risultato possibile.

A questo fine io ritengo che comunque alcuni passaggi che abbiamo registrato nel corso di queste settimane o di questi mesi, vadano tuttavia ribaditi in aula, perché ciò mi consente di fare alcune puntualizzazioni. Anche perché anche oggi la stampa, sull'onda del dibattito in aula e sull'onda anche delle dichiarazioni rese dalla maggioranza o dagli assessori, continua ad affermare che la legge procederebbe a rilento, di fronte ad una situazione che impone, in modo sempre più impellente, rapidi provvedimenti, cosi come anche le organizzazioni professionali hanno ribadito nel corso delle ultime ore, riproponendo l'esigenza di arrivare a una conclusione immediata dell'esame del disegno di legge. Tutto ciò rende necessario richiamare alcuni dati e le posizioni che abbiamo espresso nel corso di queste settimane.

Per quanto ci riguarda, noi avevamo chiesto di affrontare la questione sin dalla prima settimana di settembre, quando la Giunta si era presentata in Commissione bilancio per discutere il DPEF. In tale occasione avevamo chiesto che il DPEF, che non faceva alcun riferimento all'emergenza che si era aperta nei mesi di luglio e agosto, fosse rivisto e fosse corretto in riferimento al problema che ormai andava aggravandosi in modo dirompente a causa dell'evolversi della malattia. In quell'occasione ci fu un diniego della Giunta, noi riproponemmo la questione in aula sottolineando tra l'altro che non vi era alcun riferimento a questo problema. L'Assessore del bilancio e della programmazione, in quell'occasione, dichiarò che avrebbe lavorato per la predisposizione di un'apposito disegno di legge, preannunciando lo stanziamento di 50 miliardi.

Ho voluto richiamare questa vicenda per evidenziare, rispetto all'urgenza, che pure in quest'aula è stata da tutti richiamata per sottolineare che non ci sarebbe stata o non ci sarebbe sensibilità da parte nostra al problema, che noi abbiamo posto il problema sin dal suo sorgere e abbiamo richiamato la necessità di definire un intervento in relazione alla materia che stiamo discutendo.

Per quanto riguarda i passaggi successivi, anche qui va sottolineato che per quanto ci riguarda, c'è stata un'ampia disponibilità a discutere il problema nelle Commissioni di merito, Agricoltura e Sanità, essendo stata scelta questa strada. Abbiamo indicato un itinerario, però anche in relazione a questo aspetto, abbiamo registrato ritardi ancora una volta dovuti all'insufficienza della maggioranza a causa della sua indisponibilità a costruire un iter di discussione che consentisse di portare in tempi rapidissimi il provvedimento in aula. L'episodio ultimo è quello che ieri ho denunciato in aula, episodio che tra l'altro, ha ulteriormente creato difficoltà, che non consente allo stesso Consiglio e agli stessi consiglieri di dare un apporto in una materia, ripeto, così difficile e così delicata. La stessa Commissione che doveva acquisire il parere delle altre Commissioni competenti, una volta concluso l'esame complessivo del disegno di legge venerdì notte, è stata convocata nella giornata di martedì pomeriggio, un'ora prima della convocazione del Consiglio, e in questo modo si è persa la possibilità di utilizzare le giornate precedenti per preparare in modo adeguato la definizione del disegno di legge, impedendo così al Consiglio ed ai consiglieri di dare l'apporto necessario. Allora, anche da questo punto di vista, chi ha voluto perdere tempo non siamo stati certamente noi, anzi abbiamo sottolineato la necessità che la discussione, pur essendo contenuta in tempi ristretti, riuscisse anche a contemplare l'esigenza di raccogliere tutti gli apporti utili. Tenendo presente che, ripeto, stiamo discutendo di una situazione e di un problema che è estremamente grave, i cui confini non si riesce a delimitare, una situazione che di giorno in giorno, di settimana in settimana, peggiora e che potrebbe, anche rispetto ai dati preoccupanti che sono stati riferiti a questo Consiglio, ulteriormente degenerare.

Ho avuto modo di esaminare alcuni di questi dati - e presumo che siano dati vecchi almeno di una settimana, visto che sono stati presentati alla stampa nella giornata di venerdì - e, per esempio, constatare che nella A.S.L. di Carbonia, i capi abbattuti ormai ammontano addirittura a oltre 50 mila pari a una percentuale è superiore al 22% dei capi insediati in quel territorio. Quindi siamo ben oltre le previsioni che erano state ipotizzate per l'intero territorio della Sardegna, che prevedevano una forbice che andava dal 3 al 30%; con questo tipo di progressione, noi abbiamo l'impressione che andremo ben oltre la previsione, che pure è stata riferita in Commissione e ripresa in quest'Aula, di oltre 100 mila capi abbattuti e della cifra complessiva di oltre 200 mila capi tra quelli abbattuti e colpiti dalla malattia, quindi da abbattere. Riteniamo che questa previsione sia ancora oggi ottimistica, e quindi la situazione sia estremamente grave, estremamente preoccupante. Una situazione che non è stata fronteggiata in modo adeguato e che tuttora pone il problema di quale soluzione adottare per poterla combattere, limitare. E badate questa è la domanda principale che sta emergendo nelle nostre campagne.

E` vero, si pone anche un problema, e lungi da noi l'idea di negare questa esigenza, di risarcire i capi abbattuti, si pone il problema di ricostituire il reddito degli allevatori i cui greggi sono stati colpiti in modo drammatico dalla malattia, e quindi falcidiati e posti persino nella impossibilità di mantenere il loro lavoro. Quindi lungi da noi l'idea di mettere in secondo piano l'esigenza di far fronte ai problemi che si pongono in relazione al risarcimento dei danni e al mancato reddito. Tuttavia, contestualmente, e noi diciamo anche prioritariamente, con la forza necessaria, dobbiamo porre il problema di come, ripeto, combattere l'espandersi della malattia, cioè di come salvare le greggi, quindi le aziende e la possibilità per gli allevatori di poter lavorare e sostenere le loro famiglie, di come salvare un'attività importante per l'economia della nostra Isola, uno dei settori fondamentali dell'agricoltura sarda. Ecco perché noi abbiamo posto con forza l'esigenza di includere nella legge la norma che impone alla Giunta la predisposizione del piano di lotta e di eradicazione, considerando questo uno degli aspetti fondamentali, prioritari per la definizione dell'intera impalcatura della legge. Non solo perché questa esigenza risponde anche agli orientamenti comunitari, che tra l'altro negano la possibilità di intervenire senza un'impostazione di questo tipo, anche attraverso altre misure, cioè il risarcimento, l'integrazione e la ricostituzione del reddito derivante dagli allevamenti, ma soprattutto perché noi siamo convinti che bisogna salvare un settore importante dell'economia della nostra Isola, che bisogna salvare la possibilità per le aziende di continuare la loro attività e, per gli allevatori e le loro famiglie, l'unica fonte di reddito. Questo è il punto fondamentale che abbiamo posto e questa è la richiesta, ripeto, che sta emergendo nelle campagne.

Se noi andiamo a scorrere i giornali di queste settimane, troviamo articoli intitolati: "Allevatori in rivolta: soli contro il virus", oppure altri su allevatori che invocano, in modo molto forte, un intervento che consenta di combattere la malattia. E badate, questo avviene nonostante nel corso di queste settimane, di questi mesi, da parte dell'Assessorato alla sanità e da parte dell'amministrazione regionale, siano stati messi in campo tutta una serie di interventi, che vengono da tutti giudicati insufficienti, che non hanno consentito di conseguire il risultato di bloccare l'espandersi della malattia. Ecco, da ciò deriva la preoccupazione che poi le greggi vengano falcidiate; badate ci sono zone, territori dove ormai le greggi sono falcidiate ben oltre il 50% del numero dei capi complessivi.

Allora noi pensiamo che il piano debba partire dall'esigenza di mettere in campo, attraverso le consulenze, gli apporti tecnici e scientifici necessari, misure adeguate, capaci di stroncare il crescere e il dilagare della malattia. Quindi riteniamo necessario correggere le storture che pure abbiamo registrato nel corso di queste settimane e di questi mesi. E' questa la richiesta di fondo che viene avanzata, e la risposta che ci viene in qualche modo sollecitata va certamente in questa direzione. Noi pensiamo che debbano essere compiuti tutti gli sforzi possibili, avendo anche la consapevolezza che non sarà facile approdare ad un risultato in questa direzione, che dovremo per lunghi mesi combattere contro la malattia. Per queste ragioni siamo dell'avviso che non poteva essere presentato un disegno di legge con quella impostazione, che tendeva a rincorrere solo l'emergenza, ripercorrendo le strade utilizzate in passato in caso di calamità.

PRESIDENTE. Onorevole Ortu, la prego di concludere.

ORTU (R.C.). Ma occorreva compiere da questo punto di vista un passo in avanti, sia in direzione dell'intervento risarcitorio, ma anche e soprattutto in direzione dell'idea di come costruire e quindi definire un piano di lotta che porti a confinare e a circoscrivere la malattia e che poi costruisca le basi per la sua eradicazione. Questo è il problema di fondo che noi abbiamo posto, sul quale ritorneremo anche nel corso della discussione sull'articolato.

Noi abbiamo anche chiesto, durante la lunga discussione che ci è stata in queste settimane, in questi mesi in Aula, e concludo, abbiamo chiesto e posto l'esigenza di affrontare un problema più complessivo, esigenza che emerge anche dalle richieste avanzate dalle nostre campagne, e di riconsiderare complessivamente l'intervento in agricoltura nell'ambito della nostra Regione, in modo tale da uscire dalle emergenze e dalle calamità, sia che si tratti della siccità, sia che si tratti delle malattie o pesti che si sono susseguite, sia che si tratti di una condizione più complessiva, negativa per le nostre campagne.

Abbiamo posto l'esigenza di avviare un progetto più complessivo di modernizzazione che parta dal risanamento anche igienico e ambientale dei nostri territori. Territori all'interno dei quali i nostri agricoltori e allevatori devono poter svolgere la loro attività senza essere costretti, quasi ogni anno, a riproporre in modo drammatico il problema della salvaguardia delle loro aziende, e quindi a riproporre in modo drammatico, quasi ogni anno, il loro diritto di esistere.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.-Sardegna). Signor Presidente, egregi colleghi, cercherò di essere breve in quanto ritengo che molti di noi vorranno dare il proprio apporto, il proprio contributo di esperienza a questo delicato problema che sta in questi giorni caratterizzando un intero comparto produttivo isolano e le cui conseguenze rischiano di compromettere in modo determinante l'economia stessa della Sardegna.

Il lavoro svolto dalle Commissioni in questi giorni, seguito attentamente e costantemente dalla Giunta con la presenza dell'Assessore della sanità e dell'Assessore dell'agricoltura, ha evidenziato l'importanza e l'interesse che l'intero Consiglio regionale ha riservato a questo terrificante problema. E al di là di ciò che in quest'aula sta emergendo, dei distinguo, delle primogeniture e delle recriminazioni , tutto il Consiglio regionale, che è espressione della Sardegna, si è reso conto della gravità del problema e tutti all'unisono hanno voluto dare appassionatamente, coerentemente e concretamente il loro apporto, il loro contributo per poter lenire questa immane catastrofe. E questo sinceramente va ascritto a merito di tutti noi. Certo, in aula è necessario che ogni parte politica dica quali sono le soluzioni che darebbe al problema, però, al di là della dialettica politica, ritengo encomiabile il lavoro svolto dalle Commissioni e al di là delle recriminazioni personali di qualcuno di noi verso l'uno o l'altro Assessore, bisogna ammettere che questa è un'emergenza a cui nessuno di noi era preparato, a cui nessuna struttura regionale, provinciale e comunale, né statale, era minimamente preparata, né minimamente immaginava di dover affrontare. Per cui qualsiasi recriminazione o rimprovero deve lasciare il posto ai progetti, alle idee, che debbono essere avanzati per iniziare questa guerra che è appena avviata e tentare in quale che maniera, se non di vincerla, di contenerne i disastrosi effetti.

Ciò che l'Unità di crisi ha detto l'altro ieri alle Commissioni ha spaventato tutti noi; di fatto, sino ad oggi, siamo impotenti contro questa calamità. Non è utilizzabile il vaccino in quanto quelli disponibili sono vaccini attenuanti e possono determinare addirittura in seguito un adattamento del virus e quindi una virulenza ancora più forte e più marcata di questa grave calamità.

Io ho parlato in Commissione di piaghe; in effetti dall'inizio della legislatura stiamo assistendo a delle catastrofi quasi bibliche. L'alluvione, la siccità, la blue tongue, prima c'era la scrapia e c'è ancora, per non parlare di tutte le altre calamità. Qui stiamo affrontando, mese per mese, emergenze, calamità, piaghe. Le ho chiamate piaghe perché ogni e qualsiasi fenomeno va a colpire, manco a dirlo, il settore trainante dell'economia isolana e cioè quello agro-pastorale. Malgrado tutto i nostri allevatori, come sempre in modo composto o almeno con modeste recriminazioni e manifestazioni, richiamano ancora più l'attenzione su questa grave situazione. Chi non è stato in campagna, chi non proviene da una famiglia pastorale, come me, non può capire cosa vuole dire perdere un gregge, cosa vuole dire perdere l'unico mezzo di sussistenza della famiglia; non sa cosa vuol dire il rapporto affettivo, e non dico balle, che lega la famiglia pastorale al proprio gregge e quanti anni ha impiegato un allevatore per poter raggiungere quella linea genetica di capi, perché ogni gregge ha una sua qualità, una sua potenzialità di produzione diverse dagli altri.

Quindi la perdita non è solo il capitale pecora, non è solo il capitale agricolo, la perdita è il tempo che ogni allevatore, se, come preghiamo Iddio, questa infezione si calmerà o retrocederà, impiegherà per poter ricostituire il proprio capitale. Certo, questa legge non è risolutiva ma rappresenta un primo passo, perché noi dovremo convivere nei prossimi anni con questa grave calamità. E' necessario l'apporto di tutti, non solo dentro quest'aula, ma al di fuori di quest'aula. Ognuno di noi personalmente deve farsi carico di questo grave problema, che probabilmente ancora oggi, al di là degli slogan di una o dell'altra parte politica, non si è ancora afferrato completamente nella sua gravità e nella sua catastrofica incidenza sulla nostra economia.

Io sono sicuro che perderemo, nel prossimo anno, un terzo del capitale di bestiame in Sardegna, questa è la verità, è inutile che ce lo nascondiamo, perché se l'epidemia, in questi mesi, verrà bloccata dal clima, in primavera scoppierà nuovamente in modo devastante. E' necessario, quindi, fare una campagna di informazione a tappeto nei confronti dei pastori affinché pongano in essere azioni atte a prevenire, atte a contenere, atte se non altro, in qualche maniera, a lenire l'impatto di questa catastrofe. Il Direttore della Coldiretti in una intervista ha chiamato la pecora "sorella pecora", volendo significare quanto questo nobile e generoso animale ha fatto per l'economia isolana e quanto sia determinante per essa. Stiamo rischiando di perdere questo capitale che per altro in Italia, in Europa e nel mondo è unico per le sue caratteristiche anatomiche, per le sue caratteristiche di produttività. E' necessario difenderci in tutte le maniere.

Io sono preoccupato anche per come reagirà l'Unione Europea a questo grave problema, perché ho l'impressione, spero che non sia così, spero di sbagliarmi, che senz'altro l'attenzione non sarà consona e non sarà tale da risolvere questo problema. Ognuno di noi è chiamato in questo momento a dare il proprio contributo, la propria esperienza, lasciando perdere, ripeto ancora, le divergenze politiche, gli slogan, le recriminazioni personali, perché di recriminazioni personali in qualche caso si tratta, affinché l'Esecutivo possa, di concerto col Consiglio, dare innanzitutto delle risposte immediate sulle indennità da corrispondere al mondo agro-pastorale, perché ci sono intere famiglie senza reddito perché hanno perso tutto il capitale e in questi casi è necessario intervenire con immediatezza.

Ma dico anche di più, secondo me è necessario che le associazioni di categoria, sensibilizzino il mondo agro-pastorale, affinché si instauri tra gli allevatori, come è sempre successo fino ad oggi, una solidarietà reciproca, perché non sono assolutamente sufficienti nell'immediato gli interventi che si stanno proponendo. E' necessario, d'ora in avanti, rimpinguare i fondi, ma non solo, anche grazie al fondo di solidarietà che è stato istituito, intervenire costantemente e periodicamente perché dovremo convivere con questo morbo. E preciso cosa intendo dire: nei nostri centri è d'uso, tra gli allevatori, intervenire solidalmente: quando uno di loro perde il gregge, gli altri e la cittadinanza si mobilitano per ricostituire in quella famiglia il capitale. Questa è un'idea che bisogna portare a livello regionale. I pastori sono maestri in questo; nel mondo pastorale si pone in essere un tipo di solidarietà rara e unica, i pastori vivono in un mondo avverso, combattono giornalmente la propria battaglia, ma al momento della necessità uno aiuta l'altro. E' necessario sensibilizzarli affinché, in una percentuale anche minima, coloro il cui gregge non è stato colpito o è esente da questa malattia possano intervenire in aiuto di quegli allevatori che hanno perso una percentuale altissima del loro gregge. Io non dico che debbano intervenire dando una o dure pecore, perché potrebbe essere pericoloso, ma senz'altro possono intervenire dando una percentuale seppur minima, il 2 o il 3 per cento del latte da loro prodotto, per dare agli allevatori i cui greggi sono colpiti da questo gravissimo morbo, un aiuto in più rispetto a quelli previsti dalla legge.

Credo che sia necessario sin da subito istituire sul territorio presidi atti a monitorare giornalmente l'allargarsi del morbo. Ma ritengo che sia anche utile, anzi indispensabile, utilizzare in questa lotta le compagnie barracellari, che sono idonee anche a questo tipo di interventi. E' necessario che la Giunta si faccia carico di questa esigenza e mobiliti, nei centri in cui sono presenti, le compagnie barracellari, che per il 90 per cento sono costituite da allevatori e che oltre alla conoscenza completa e totale del territorio, hanno dalla loro parte la conoscenza diretta degli allevamenti di bestiame e di tutto ciò che succede nelle campagne. Le compagnie barracellari, che sono attrezzate per altro per le campagne antincendio, dispongono dei mezzi antincendio, dei depositi e delle lance per poter concorrere, insieme alle squadre preposte a questo intervento, all'attività di disinfestazione.

Non è certamente da scartare il ripristino delle strutture atte alla disinfestazione o almeno sensibilizzare e sollecitare il loro funzionamento. E' indispensabile ritornare sui nostri passi, creare una struttura che annualmente disinfesti i corsi dei fiumi, le paludi e quanto possa costituire alloggiamento per gli insetti nocivi che sono portatori di queste gravissime malattie, perché il nostro clima sta cambiando, è cambiato, c'è un'emergenza che dobbiamo affrontare, io spero che si adottino queste misure che è necessario predisporre.

Sono anche preoccupato per le quote latte, ma l'assessore Usai mi ha assicurato di avere provveduto affinché l'Unione Europea, che è sempre pronta a tagliare la testa a tutti, abbia la sensibilità, e l'Assessore mi dà conferma di questo, di non restringere le quote latte agli allevatori. Gli allevatori stessi nutrono questa enorme preoccupazione.

Concludo il mio discorso dicendo, cari colleghi, che questa è un'emergenza, un'emergenza economica, un'emergenza politica, un'emergenza sociale per la nostra terra. Dobbiamo assolutamente essere uniti nella lotta, chiaramente qua dentro ognuno deve esporre le sue idee, dialetticamente, politicamente, ognuno deve avanzare le sue critiche costruttive, ma è necessario principalmente che ognuno dia il suo apporto e il suo contributo affinché in qualche modo si possa lenire, limitare, contrastare questa gravissima e ulteriore calamità che sta colpendo il nostro territorio e le nostre genti.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (Gruppo Misto). Molto velocemente, anche per rispondere all'esigenza di esitare il disegno di legge, come si diceva, in mattinata, voglio esprimere alcune considerazioni su tutte le cose che si sono dette in quest'Aula.

Il collega Rassu elencava tutte le problematiche legate alla malattia, si è dimenticato che questo è un problema essenzialmente sanitario, con implicazioni economiche, è chiaro, gravissime, in un settore già profondamente segnato. Da quando questa epizoozia è stata diagnosticata, il sospetto mi pare è stato affacciato il 18, la diagnosi effettiva, ufficiale è avvenuta, mi pare, il 24 di agosto, molte cose sono state dette giustamente, ingiustamente, forse ne sono state dette troppe, ma di fatti nella realtà ce ne sono stati ben pochi. Oggi ci accingiamo ad esitare un provvedimento che va incontro all'esigenza fondamentale di rifondere i nostri allevatori per il danno economico ingentissimo che hanno subito.

Non voglio dare un giudizio sui ritardi, che possono essere stati colpevoli o no; però questi ritardi, se ci sono stati, hanno fatto sì che questa malattia si propagasse con una progressione quasi inarrestabile, a quanto pare. L'assessore Usai, adesso mi riferiva della diagnosi effettuata in Corsica, quindi come giustamente si diceva nei giorni scorsi, ormai il problema è internazionale; quindi va affrontato con maggiore fermezza a tutti i livelli: regionale, nazionale ma soprattutto comunitario. Chiaramente, si era detto che non era possibile fare di più per questa malattia, perché è una malattia nuova, perché non si avevano conoscenze sufficienti; faccio una considerazione, che, ripeto, non vuole essere assolutamente polemica: se chi detiene il potere effettivamente sostiene che gli interventi sono stati quelli giusti perché, diciamocela tutta, come emerge dai risultati, i miglioramenti sono stati così scarsi, soprattutto per quanto riguarda il controllo della malattia? Infatti nessun territorio della nostra Regione è ormai indenne, diciamo così, se mi si passa il termine.

Io qualche appunto sull'unità di crisi lo farei, non me ne voglia nessuno, però per me questa unità di crisi è un po' pletorica perché un'unità di crisi costituita, come mi pare di avere capito, da sessanta persone, soprattutto per chi ha cognizioni di medicina, credo sia effettivamente esagerata, questo chiaramente sempre secondo il mio parere. Ciò che è importante ai fini della sua utilità effettiva, è che chi la costituisce sia veramente preparato e veramente in grado di affrontare le situazioni con estrema prontezza e competenza.

Sul piano della prevenzione che ritengo sia il principio cardine nel quale confidano tutti gli infettivologhi del mondo, non è successo niente di nuovo, il solo blocco parziale della movimentazione, adesso è parziale perché mi pare che sia stata consentita all'interno o per esigenze di macellazione, non è stato in grado di dare risultati eccellenti. Anche l'assunzione di sessanta veterinari che vagano per le campagne, non sta dando quei risultati che ci si aspettava, perché ciò che manca - secondo me - è una strategia, una vera strategia sul breve, sul medio ed anche sul lungo periodo. Secondo me, non si può auspicare questo o quell'evento meteorologico per fermare la malattia. Da quando questa malattia si è diagnosticata, abbiamo assistito in questo Consiglio a una specie, se così lo vogliamo chiamare, di balletto - senza nessun riferimento al collega - un rincorrersi e un accusarsi reciproco, un rimbalzarsi le responsabilità e solo ora, dopo due mesi e mezzo, un po' di informazione comincia ad essere diffusa; ho visto circolare un depliant illustrativo che è già molto meglio rispetto a quello che la settimana scorsa girava in quest'Aula; un po' di informazione comincia ad esserci e speriamo che questa sia sufficiente, io lo spero vivamente.

Ripeto, la progressione incontrastata della malattia sta producendo nel settore agro-zootecnico grandi incertezze, perplessità ed anche grandi malumori. Dal lontano 18 agosto, data della sospetta diagnosi, e sotto l'incalzare soprattutto della minoranza - questa è la verità e lo dovete ammettere, perché le due mozioni che sono state discusse qui in aula, sono state presentate dalla minoranza - da allora poco è stato fatto e solo 15 giorni fa avete presentato il disegno di legge che oggi stiamo esaminando. E` chiaro che lo avete presentato, e mi auguro non per coprire i colpevoli ritardi iniziali, in tutta fretta nonostante la grande enfasi, ma non lo avete sostenuto con altrettanta forza. Se oggi ha una parvenza di logicità e di razionalità è solo grazie al nostro determinante contributo. E questo - ripeto - lo dovete ammettere, e non potete affermare il contrario, come in genere fate, perché risulta dagli atti. Anzi, devo dire che avete in qualche modo ostacolato le iniziative dell'opposizione, tendenti a dare maggiore organicità a questo provvedimento che, nella stesura originaria era sicuramente insufficiente, sia dal punto di vista procedurale e normativo, ma soprattutto dal punto di vista delle risorse stanziate. Il risultato raggiunto è comunque per me non soddisfacente anche se è chiaro che, come si dice in questi casi, è meno peggio dell'originario.

Io, cari colleghi, dico una cosa: non si può in poche ore, come voi pretendete, non so per quale motivo, forse perché vogliamo in questo caso tutti ammantarci di bontà, pretendere di discutere ed esitare provvedimenti che dovrebbero incidere profondamente su un problema che ha colpito un settore già in grave crisi. Non possiamo usare questi strumenti, per coprire le negligenze e i ritardi, per ovviare a tutto ciò che non è stato fatto o è stato fatto con grave ritardo.

Io ricordo ancora le parole dell'assessore Oppi che nel corso della discussione della prima mozione sulla blue tongue ha detto in aula, tra le altre cose, che certi provvedimenti sono stati tardivi perché la malattia purtroppo, per gli allevatori, è chiaro, si è verificata durante le ferie estive. Caro Assessore, non c'è niente di male, le malattie non vanno in ferie, non hanno scadenze, non sono legate o regolate da chissà quali fenomeni sovrannaturali, o fenomeni ciscardiani. Io dico che sono legate, e in questi giorni lo abbiamo ampiamente dimostrato, a tutta una serie di inadeguatezze, di insufficienze, quando non inefficienze, sia regionali sia statali sia comunitarie. Inefficienze che nessuno, ma soprattutto chi in questo Consiglio siede da qualche lustro prima di me, ha mai seriamente e concretamente affrontato e risolto. Evidentemente, questo settore non è, come si dice, all'apice dei nostri pensieri.

Dal punto di vista finanziario, la quantificazione delle risorse disponibili in questo disegno di legge dovrebbe essere, per il presente, sufficiente; però con ciò che si sta verificando, con tutti gli eventi che si stanno susseguendo, con la malattia che avanza in maniera inesorabile, è chiaro che risulta ormai improcrastinabile la costituzione di un fondo da cui attingere con maggiore celerità, per rifondere tutti coloro che in qualche maniera venissero colpiti da gravi calamità.

Un altro appunto che intendo fare riguarda le accuse - in questo vi dico che siete molto bravi - di demagogia rivolte all'opposizione, tacciata di voler allungare l'iter di questo decreto. Queste accuse sono da respingere in quanto del tutto infondate e contrastanti palesemente con tutti gli atti consiliari che possiamo consultare in qualsiasi momento.

Io mi auguro che dopo questa fase lottizzatoria appena conclusa ci si rimbocchi le maniche e si inizi con atti concreti a dare quelle risposte che in tutti i settori, non solo in quello agricolo, la gente si aspetta da noi. Rifondere gli allevatori colpiti da questa grave malattia è, chiaramente, molto importante; si deve fare in fretta, chi ha subito questi gravissimi danni aspetta questo provvedimento con grande fiducia; questo è un primo passo, è chiaro che altri ne dovranno seguire. Questo disegno di legge che, ripeto, secondo il mio modesto parere è insufficiente, non dà nessun'altra risposta se non quella del ristoro delle perdite. Però non si affronta minimamente il problema nel suo complesso. Le precedenti esperienze, come qualcuno in quest'aula ricordava, l'alluvione prima, la siccità dopo, ce lo stanno ad insegnare.

La necessità di rincorrere questi eventi calamitosi fa sì che si faccia tutto con grande celerità; anche allora venne evidenziata questa esigenza e arrivati a questo punto, col senno del poi, non dico che questo modo di procedere si risolva in un danno, ma sicuramente produce una soluzione non del tutto idonea. Infatti, in ambedue i casi per fare le cose in tutta fretta, abbiamo raggiunto risultati deludenti, con provvedimenti che poi, per diverse volte, sono dovuti tornare in aula. Il tutto a discapito di chi? A discapito delle popolazioni colpite da queste calamità, colpite da questi drammi.

Cari, colleghi, e mi avvio a concludere, da ciò deriva la necessità di ragionare e discutere con maggiore serenità e tranquillità, per consentire a questo Consiglio di esitare provvedimenti quanto più completi, quanto più esaustivi possibile. Per finire con una nota un po' polemica, devo dire che purtroppo io questa serenità non la vedo, non l'ho vista, ma d'altronde dovendo la maggioranza con una certa urgenza andare in ritiro sabbatico, o se non ho capito bene in ferie, è chiaro, giusto e doveroso che qui non si tardi più di tanto, che questo provvedimento si esiti quanto prima in modo da consentire alla maggioranza di fare questo mese di ritiro e di riflessione, che consenta alla Sardegna, a questa maggioranza di ritrovare quegli stimoli capaci di far scaturire le indicazioni idonee a favorire un maggiore sviluppo del nostro territorio e della nostra Isola.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Demuru. Ne ha facoltà.

DEMURU (D.S.). L'epidemia di febbre catarrale degli ovini, di cui oggi noi stiamo discutendo e per fronteggiare la quale ci stiamo accingendo ad approvare un provvedimento, è sicuramente un'emergenza di sanità animale. Tuttavia personalmente ho sempre detto, e ne sono convinto, che l'aspetto più importante di questa epidemia non è tanto la sanità animale, quanto la grave emergenza economico - sociale che porta con sé.

Questa epidemia ha già causato notevoli danni e un'emergenza economica acuta; quello che più preoccupa è che qualora non riuscissimo a bloccare e a debellare questo morbo, ciò potrebbe avere delle ripercussioni future anche più gravi. Il comparto dell'allevamento ovi-caprino rischia di subire un tracollo fino alla scomparsa dell'attività produttiva, e quindi con essa anche alla scomparsa della cultura che è alla base dell'identità dei sardi. Questo è il vero rischio di catastrofe socioeconomica che questa epidemia comporta.

La gravità di questa situazione e l'eventualità del concretizzarsi del rischio di cui parlavo, e cioè di un radicamento del morbo nei nostri allevamenti, ci deve indurre tutti, al di là delle polemiche e delle appartenenze politiche, ad affrontare con la massima attenzione, che qui in Aula non vedo, questo problema alla ricerca di possibili soluzioni.

Il disegno di legge che la Giunta ha presentato, è incentrato sul giusto ristoro, attraverso gli indennizzi, delle gravi perdite subite dagli agricoltori, dagli allevatori, e da tutto il comparto che gira intorno all'allevamento ovi-caprino. E` evidente che questa è una necessità urgente, anzi urgentissima. Per quanto riguarda gli allevatori, si tratta degli indennizzi per le perdite dei capi abbattuti e morti; è poi previsto il ristoro e il rimborso delle spese sostenute dagli enti e dai soggetti che hanno dovuto, in modo anche così caotico molte volte, affrontare le varie emergenze che questa epidemia ha portato: l'abbattimento dei capi, la distruzione delle carcasse, la disinfestazione e così via; tante emergenze affrontate ad un ritmo incalzante con dei successi, talora degli insuccessi, chiaramente non dovuti a fattori politici, questo è evidente e noi questo non lo contestiamo.

Tuttavia la preoccupazione che alcuni di noi hanno manifestato immediatamente a una prima lettura del disegno di legge, era quella che gli indennizzi venissero concessi in armonia con le direttive dell'Unione europea; ciò vuol dire concessione dei benefici dovuti, ed anche in tempi rapidi, ma nell'ambito di quello che l'Unione Europea ci chiede, e cioè di un piano di lotta per il controllo della malattia ed eventualmente per la sua eradicazione, o comunque una soluzione tale, quella possibile, che consenta che questa malattia venga bloccata e sradicata dai nostri allevamenti. Questo principio è stato tradotto nell'emendamento numero 1, che mi auguro possa essere accolto dall'Aula, che prevede appunto in legge la predisposizione di tale piano, per dare valore alla legge stessa, per dare il segnale che tutta la Regione si sta preparando ad affrontare in modo serio questa epidemia.

Le risorse che sono e saranno necessarie, si può vedere già da questa legge, sono notevoli: siamo passati da una previsione di 70 miliardi, per arrivare all'attuale stanziamento di 150 miliardi, ma io sono convinto che non appena avremo gli elementi sufficienti per fare un programma serio, di risorse ce ne vorranno tante altre, e chiaramente non dovranno essere tutte tratte dal magro bilancio regionale.

Presidenza del Vicepresidente SPISSU

(Segue DEMURU.) Siamo dell'avviso che tutti i programmi di intervento, siano essi di natura sanitaria, siano essi di natura economica, debbono avere il controllo e l'avallo del Consiglio attraverso le sue Commissioni di merito, e qualora fosse necessario anche attraverso un passaggio in aula; questo è il motivo che ci ha portato a presentare l'emendamento numero 5. La discussione nelle Commissioni, seppure avvenuta in tempi brevi, ha portato ad esitare un testo, che ancorché non sia il migliore possibile (è evidente che in tempi così brevi non si può fare una discussione ampia) certo è notevolmente migliorato rispetto al testo originario.

Io voglio segnalare alcuni punti che secondo me sono significativi. In primo luogo c'è stata sicuramente una rivalutazione del ruolo del Consiglio, essendo stato introdotto il parere obbligatorio delle Commissioni sui vari programmi e piani. In secondo luogo è stata riaffermata la necessità di decentrare le funzioni agli enti intermedi, prevedendo ad esempio, l'erogazione delle risorse direttamente da parte dei comuni. Tante volte ho sentito parlare in quest'aula e sui giornali, da parte di molti di noi, del principio di sussidiarietà, della necessità di riformare la Regione; io ho una piccola teoria sulle riforme: sono convinto che volerle fare tutte insieme, belle, comprensive di tutti i settori, sia l'unico modo per non farle. Se tutte le volte che ci capita l'occasione, nelle varie leggi, noi facessimo un pezzettino di riforma, e questo emendamento, per esempio, riafferma una piccola riforma di decentramento, probabilmente riusciremmo a fare qualche riforma.

Un altro punto che si collega anche al primo che ho enunciato, e cioè aver rivalutato il ruolo del Consiglio, riguarda l'esigenza di attribuire dignità anche a tutte le istituzioni della Regione, con la migliore precisazione della norma che abolisce i distacchi e introduce i comandi. Sembra una disposizione da niente, invece contiene il messaggio importante, rivolto a tutti, che noi rispettiamo le leggi che facciamo. I distacchi erano stati aboliti tassativamente con la legge numero 31, che il Consiglio ha approvato non meno di un anno e mezzo o due anni fa. E' evidente che anche questo punto riqualifica le istituzioni: noi rispettiamo le leggi che facciamo. Questi, e non solo questi, sono miglioramenti che credo siano significativi per le cose dette.

Due cose voglio dire sull'epidemia. Io penso che tutti i mali, come dice il proverbio, non vengano per nuocere, e non vengono per nuocere, tutti i mali, se si riesce a cogliere qualche insegnamento e a tradurre in pratica attuazione questi insegnamenti. Certo è che questo morbo, questa epidemia, come ho detto, comporta un grave disastro socioeconomico e di sanità animale. Io mi auguro che questa epidemia induca la Giunta regionale, il Consiglio regionale a promuovere in primo luogo la creazione di una unità permanente, poi la si chiamerà con il giusto nome, che possa fare prevenzione. Badate bene, alcune considerazioni che si sono fatte, ascoltando i vari esperti e discutendo tra di noi, non ci devono sfuggire. Ne cito una: nel grave male che questa epidemia ha provocato c'è, come qualcuno ha detto, una fortuna, anzi due fortune; la prima, la più grossa è che questa epizoozia per fortuna non contagia l'uomo, per fortuna non è contagiosa ma è solo trasmissibile. Ora, se noi esaminiamo solo questi due aspetti, badate bene, siamo portati a riconoscere la necessità assoluta di prevenire per il futuro epizoozie e soprattutto zoonosi (la differenza è che la zoonosi contagia l'uomo), perché i disastri che potranno essere provocati da una eventuale epidemia di altro tipo non sono neanche paragonabili a questo, che pure è già così rilevante. Ecco quindi, la necessità di un'unità permanente che controlli tutti i vettori nuovi e vecchi che ci sono, li studi, li cataloghi, faccia un piano di intervento, di controllo e di abbattimento. E' evidente che questa è la necessità primaria secondo me. Oggi noi discutiamo una legge che pone un argine economico a questa epidemia; domani, se non ci attrezziamo già da oggi a predisporre programmi per istituire queste unità di prevenzione, non dovremo più discutere di economia, ma di vite umane.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Presidente, io mi permetto di chiedere ai colleghi presenti in aula, di rinunciare ad intervenire, perché è impensabile che quest'Aula si possa ridurre nel modo in cui questa mattina tutti possiamo vedere, con una volontà di partecipazione inesistente, con i due Assessori interessati che a malapena stanno in aula, con la maggior parte dei colleghi che non è presente al dibattito, come se l'argomento, sino a ieri di così vitale importanza, non interessi più a nessuno e si voglia ridurre l'aula ad un dormitorio pubblico. Credo che questo non sia un dormitorio pubblico, che sia necessario rivitalizzare il confronto e soprattutto rivitalizzare il tema che stiamo trattando, e chiedo ai colleghi di rinunciare a parlare e di passare immediatamente alla votazione del passaggio all'esame degli articoli e consentire, come ieri noi stessi abbiamo preso impegno, di approvare la legge entro questa mattina. Così facendo, noi la legge questa mattina non l'approveremo, il dormitorio pubblico credo che diminuirà ancora di più l'interesse per il tema in discussione, perché molti colleghi che sono rimasti in aula fino ad ora se ne andranno per stanchezza o per altri motivi. E' necessario rivitalizzare quest'Aula affinché assuma il ruolo giusto e più degno della funzione che esercita. Se qualcuno è in campagna elettorale fuori, insieme ai pastori, faccia pure, io capisco la campagna elettorale, mentre non capisco il disinteresse su questo tema. E' necessario, ed è un appello che faccio a me stesso e a tutti i presenti, che si riprenda a discutere in modo più appropriato e costruttivo.

Credo che questa proposta serva al mantenimento dell'impegno, ripeto, assunto ieri, e a dare risposte a chi, fuori, le aspetta da giorni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

CUGINI (D.S.). Avrei detto le stesse cose che ha detto il collega Sanna. Effettivamente, lo dico a chi deve ancora intervenire, parlare ai coraggiosi che sono qui rimasti non è una cosa positiva. Quindi penso, poi ognuno è libero chiaramente perché le iscrizioni a parlare sono individuali, che possa essere accolta l'indicazione di lavoro che ha proposto il collega Sanna. Vuol dire che i colleghi interverranno nel corso della discussione sugli articoli, però dobbiamo riconoscere tutti insieme che "siamo quelli che siete", insomma. Quindi io concordo con quella indicazione, però, ripeto, l'iscrizione a parlare è un fatto individuale, quindi i colleghi che sono iscritti decidano in autonomia.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.

FRAU (A.N.). Onorevole Presidente, condivido la proposta dell'onorevole Giacomo Sanna. Noi, come ho detto ieri, abbiamo lavorato molto in questi giorni in Commissione, proprio per esitare in tempi brevi la legge e per dare risposte a tutta la gente che attende. E` inutile ripeterci che cos'è la lingua blu, quali sono i danni, tutte queste cose; le abbiamo sentite tante volte anche l'altro giorno, quando si è discussa la mozione. Capisco che ognuno voglia intervenire, ognuno voglia dire la sua, e questo è anche serio, però se continuiamo ad allungare i tempi, tutti coloro i quali aspettano aspetteranno ancora invano.

Bisogna poi tener conto che sono già pervenuti dieci emendamenti, alcuni sono molto semplici, altri credo che richiedano una sospensione della seduta di qualche minuto, eventualmente per entrare nel merito prima di poter dare il parere, visto che tocca a me darlo in qualità di relatore di maggioranza.

Faccio quindi appello anch'io ai consiglieri che sono iscritti a parlare, di rinunciare per quanto è possibile, per passare subito all'esame dell'articolato ed esitare in mattinata questa legge tanto attesa.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dettori. Ne ha facoltà.

DETTORI BRUNO (I DEMOCRATICI). Non voglio aprire alcun dibattito, ma confermare l'impegno de I Democratici affinché questa legge possa essere approvata, così come già detto in Conferenza dei Capigruppo, questa mattina. Non per levare spazio ai colleghi, ma ritengo che sia urgente in questa fase, data anche la partecipazione dei colleghi a questo dibattito, passare immediatamente all'esame degli articoli e consentire l'approvazione di questo provvedimento così importante.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori ha domandato di parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.

CORDA (A.N.). Intervengo semplicemente per dire questo: ho visto le tribune sono, si può dire, desolatamente vuote…

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Anche l'Aula!

CORDA (A.N.). Mentre giù, sotto il porticato, ci sono decine e decine di sindaci che giustamente chiedono di poter assistere alla seduta, per poter riferire alla loro gente come vanno le cose qua dentro, credo che abbiano il sacrosanto diritto di farlo, penso che il Presidente del Consiglio dovrebbe autorizzare l'ingresso fino a riempire tutti i posti disponibili.

CUGINI (D.S.). Anche questi di qua? Perché sono vuoti anche questi!

PRESIDENTE. Onorevole Corda, gli uffici, sulla base delle richieste di ingresso pervenute, stanno accertando chi può entrare ed appena terminata questa cernita, verrà consentito l'accesso alle tribune, ma noi non abbiamo il compito di riempire le tribune, abbiamo il compito di dare i permessi a chi naturalmente li richiede.

CUGINI (D.S.). Intanto il collega Corda recuperi i consiglieri della maggioranza.

Continuazione della discussione del disegno di legge: "Interventi a favore degli allevatori per fronteggiare l'epizoozia denominata "febbre catarrale degli ovini" (blue tongue)" (114/A)

PRESIDENTE. Tornando alle osservazioni fatte sull'ordine dei lavori, io non posso che continuare a chiamare gli iscritti a parlare, i quali naturalmente possono, accogliendo o non accogliendo l'invito fatto da alcuni Capigruppo, rinunciare a svolgere il loro intervento in Aula.

E' iscritta a parlare l'onorevole Pilo che non vedo in Aula, quindi decade.

E` iscritto a parlare il consigliere Piana. Ne ha facoltà.

PIANA (C.C.D.). Grazie signor Presidente. Indubbiamente anche noi per dare un contributo maggiore all'impegno che abbiamo assunto su questa legge, dovremmo addirittura rinunciare agli interventi, perché veramente oggi credo che il maggior contributo possa essere dato...

(Interruzioni)

CONTU (C.C.D.). Almeno uno per partito volete farlo parlare?

CUGINI (D.S.). Noi abbiamo chiesto a un insieme di colleghi di rinunciare ad intervenire, se avessi capito che questo era l'atteggiamento, non avrei fatto cancellare nessuno dalla lista degli iscritti a parlare!

Presidente. Onorevole Cugini!

Prego onorevole Piana svolga il suo intervento.

PIANA (C.C.D.). Credo che così come è stato dato atto alla minoranza che è suo diritto assentarsi per incontrare gli allevatori, sia permesso anche ai rappresentanti della maggioranza fare la stessa cosa, quindi veramente non credo e non capisco questa posizione ultima che si sta assumendo. Credo invece che comunque, almeno un rappresentante per forza politica, debba esprimersi in questo Consiglio regionale su questa legge importantissima, che da settimane è attesa con molta impazienza da chi lavora nelle campagne.

Credo che questa legge sia stata veramente esaminata con la dovuta attenzione. C'è stato un contributo utile, positivo, fattivo, sia da parte dei consiglieri delle Commissioni agricoltura e sanità, riunite in forma congiunta, sia da parte della Giunta, sia da parte delle altre commissioni coinvolte nell'esame di questo disegno di legge. Credo che tutti abbiano contribuito a migliorarne il testo: una legge che, come avevamo detto, non deve avere né una maggioranza, né una minoranza, ma come tutte i disegni di legge proposti dalla Giunta, è bene ricordarlo a questo Consiglio regionale, essendo essa sostenuta da una maggioranza, è anche della maggioranza.

Ritengo che con questa legge si dia finalmente risposta alle richieste che in queste settimane il mondo agricolo ha avanzato nei confronti di questo Consiglio regionale. Penso che si sia fatto anche di più sostituendoci, come anche abbiamo fatto anche in altre occasioni, allo Stato, al Governo che non ha stanziato le risorse finanziarie che invece sono state trovate dalla Giunta regionale e quindi da questo Consiglio regionale. Ed allora, veramente lo sforzo che oggi possiamo fare e abbiamo fatto, è quello anche di sopperire alle carenze del Governo nazionale di fronte alle necessità della Sardegna.

In questa legge ci sono delle importanti, importantissime novità, una è quella che ho appena detto, l'altra è che ci sono degli stanziamenti, per risarcire gli allevatori, ad integrazione dei contributi che sulla base della legge nazionale 218, avrebbero dovuto già essere stanziati entro 60 giorni dall'abbattimento dei capi. Quindi noi ci stiamo sostituendo allo Stato e con risorse ancora più cospicue di quelle originariamente previste: abbiamo reperito oltre 150 miliardi. Con questa legge non si vuole esaurire l'impegno della Regione su questo problema, si tratta di una prima risposta, sperando che sia definitiva, con l'intesa comunque di mantenere desta l'attenzione su questa emergenza se non dovesse essere risolta in queste settimane.

Credo che il disegno di legge contenga anche un'importante novità che abbiamo sperimentato con la legge sull'alluvione: il decentramento ai comuni dell'erogazione delle somme stanziate; una forma di decentramento reale che noi per la seconda volta stiamo prevedendo in legge; pertanto saranno i comuni a risarcire direttamente gli allevatori. Naturalmente stiamo anche fissando un termine di 90 giorni: se i comuni non dovessero provvedere, la Regione si sostituirà ad essi.

C'è anche la novità di grande rilevanza, come ieri ricordava anche il Presidente della Giunta regionale, dell'istituzione dal 2001 di un fondo di solidarietà regionale, che permette alla Regione di non dover ricorrere sempre a leggi e stanziamenti straordinari per combattere emergenze varie, ma di disporre come lo Stato, di uno stanziamento complessivo da cui poter attingere per far fronte a tutte queste esigenze. Questo permetterà anche nel futuro alla Giunta, al Consiglio regionale tutto, di poter intervenire con immediatezza.

Credo che con questa legge noi stiamo dando una grossa risposta al mondo agricolo. Un mondo agricolo che purtroppo, io dico, sempre opera a cielo aperto, ed è quindi toccato dalle emergenze climatiche e, soprattutto l'allevamento, dalle diverse epidemie che si sono succedute. Noi, con questa legge insieme a quella sulla siccità, stiamo dimostrando che l'agricoltura e l'allevamento in Sardegna rappresentano settori produttivi fondamentali, nei quali crediamo e ai quali vogliamo dare un sostegno. Certamente abbiamo avuto qualche settimana di ritardo, sicuramente qualche cosa non è stata completamente fatta, proprio ieri nel corso della seduta congiunta delle Commissioni agricoltura e sanità, la Giunta ci ha portato un opuscolo che verrà distribuito in migliaia di copie, tramite le A.S.L., a tutti i comuni, per fornire informazioni corrette a tutto il mondo agricolo e agli allevatori in particolare.

La minoranza dice che si poteva fare di più, che si doveva intervenire subito, nei primi giorni; certamente, di fronte ad un'emergenza della quale non si conosce completamente tutto, di fronte ad un'emergenza che purtroppo la Sardegna ha sperimentato per prima in Italia, qualcosa non si è fatta. Noi abbiamo anche accettato un confronto costruttivo con l'opposizione durante l'istruttoria fatta dalle Commissioni agricoltura e sanità, sono state accolte diverse proposte, è stata perfezionata una legge che forse in qualcosa non era completamente completa, questo indubbiamente lo riconosciamo. Ma le leggi, io credo, sono sempre perfettibili, anche poco fa ho visto presentare dieci nuovi emendamenti al tavolo della presidenza. Indubbiamente anche una legge approvata, mi sembra, all'unanimità dalle commissioni, nelle quali erano rappresentati tutti i gruppi, che credevamo fosse perfetta nel testo definitivo, poi con il contributo del Consiglio regionale, si sta arricchendo di nuove proposte migliorative, che analizzeremo e, se saranno accolte, miglioreranno la stessa legge. Quindi vi è stato il contributo di tutti, dalle associazioni di categoria che sono state sentite, all'unità di crisi.

Tutti quanti noi oggi dobbiamo prendere l'impegno di esitare la legge, non di fare delle critiche o esercitare il ruolo di minoranza e maggioranza. Credo che la risposta migliore che oggi noi possiamo dare, che questo Consiglio regionale debba dare, sia quella di approvare immediatamente questo disegno di legge per permettere poi la notifica alla Commissione Europea affinché entro i 60 giorni diventi legge, perché non dobbiamo dimenticarci che una volta approvata, la legge diventa esecutiva dopo 60 giorni dalla notifica all'Unione Europea.

Quindi, su questo c'è il nostro impegno, su questo c'è stato il nostro contributo, non incolpiamo nessuno, anzi vogliamo evidenziare che vi è stata una fattiva collaborazione di tutti i Gruppi consiliari e della Giunta. Credo che abbiamo esitato una buona legge e quindi, come Gruppo consiliare del C.C.D., siamo favorevoli alla sua approvazione immediata perché è l'unica risposta che noi possiamo dare al mondo della campagna, agli allevatori che ci guardano e che attendono da questo Consiglio regionale rapidi provvedimenti in attuazione di questa legge.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. C'è un po' di confusione e di chiasso. Invito i colleghi quanto meno a non chiacchierare in aula. Sull'ordine dei lavori ha domandato di parlare il consigliere Sanna Giacomo. Ne ha facoltà.

SANNA Giacomo (Gruppo Misto). Signor Presidente, a lei che svolge questa alta e nobile funzione nel migliore dei modi rispetto ad altri, chiedo il motivo per cui da parte della maggioranza si voglia fare ostruzionismo. Abbiamo fatto una proposta, che è quella di rinunciare a parlare, a fare interventi in un'aula vuota per mantenere l'impegno che ieri sera tutti insieme abbiamo assunto, di approvare possibilmente stamattina questa legge. E invece si vuole continuare ad intervenire nella discussione generale in un'aula, ripeto, vuota, inutilmente vuota; ho fatto l'esempio del dormitorio comunale, perché questo sta succedendo questa mattina. Allora, cosa osta alla votazione del passaggio all'esame degli articoli? Vogliamo tenere i pastori, gli agricoltori e quanti altri, i sindaci fuori del palazzo per alcuni giorni, perché continuando così impiegheremo alcuni giorni ad approvare questa legge? Non è questo il nostro e il loro interesse, questo ci siamo detti, ed allora dimostriamolo concretamente, smettiamo di parlare e passiamo agli articoli.

PRESIDENTE. Io do la parola all'onorevole Floris che ha chiesto di intervenire, e poi propongo una brevissima sospensione della seduta per riunire la Conferenza dei Capigruppo.

Ha domandato di parlare il consigliere Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS EMILIO (F.I.-Sardegna). Da parte nostra, come Gruppo di Forza Italia, accogliamo l'invito del collega Sanna e gli iscritti a parlare, me compreso che sono Capogruppo, ritirano le loro richieste di intervenire.

PRESIDENTE. Sospendiamo per cinque minuti il Consiglio anche perché fuori è successo un fatto grave di cui vorrei parlare con i Capigruppo. Convoco pertanto una brevissima Conferenza dei Capigruppo.

La seduta è sospesa per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 06, viene ripresa alle ore 12 e 34.)

Continuazione della discussione del disegno di legge: "Interventi a favore degli allevatori per fronteggiare l'epizoozia denominata "febbre catarrale degli ovini" (blue tongue)" (114/A)

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di chiedere ai colleghi iscritti a parlare di rinunciare a svolgere l'intervento nella discussione generale di questa legge, non perché ci sia una volontà di comprimere il dibattito, ma perché su questo tema abbiamo avuto in queste giornate passate, un dibattito che si è sviluppato su tutti gli aspetti della legge. Quindi per consentire un rapido passaggio all'esame degli articoli, i Capigruppo e la Giunta hanno rinunciato a svolgere il loro intervento, chiedo ai colleghi consiglieri che ancora sono iscritti a parlare di rinunciare al loro intervento. Chiedo agli onorevoli Sanna, Liori, Onnis se intendono svolgere o meno il loro intervento.

SANNA Giacomo (Gruppo Misto). Rinuncio.

LIORI (A.N.). Rinuncio.

ONNIS (A.N.). Rinuncio.

PRESIDENTE. Ringrazio gli onorevoli consiglieri che hanno rinunciato al loro intervento. Quindi, se è questo lo spirito e l'intendimento del Consiglio, dichiaro chiusa la discussione generale e metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Propongo, a questo punto, una breve sospensione di venti minuti per consentire ai rappresentanti dei Gruppi di incontrare una delegazione dei sindaci presenti nell'aula della terza Commissione; questi venti minuti verranno utilizzati dalle Commissioni per coordinare gli emendamenti presentati.

(La seduta, sospesa alle ore 12 e 39, viene ripresa alle ore 13 e 40.)

PRESIDENTE. Il protrarsi dell'incontro dei Capigruppo con i sindaci, non consente probabilmente di riprendere i lavori, così come avremmo previsto. Sospendo pertanto la seduta fino alle ore 15.

(La seduta, sospesa alle ore 13 e 42, viene ripresa alle ore 15 e 14.)

Presidenza del Presidente Serrenti

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori con l'esame degli articoli.

Si dia lettura del titolo

CAPPAI, Segretario:

Titolo

Interventi a favore degli allevatori per fronteggiare l'epizoozia denominata "febbre catarrale degli ovini (blue tongue)".

PRESIDENTE. Al titolo sono stati presentati 3 emendamenti. Se ne dia lettura.

CAPPAI, Segretario:

Emendamento aggiuntivo Demuru - Sanna Alberto - Ortu - Giagu - Manca - Marrocu - Pacifico - Dettori Ivana - Sanna Emanuele - Biancu.

Art. 1

Prima dell'art. 1 è inserito il seguente:

"Art. 01 - Piano di lotta, controllo e eradicazione della febbre catarrale ovina

1. La Giunta regionale, acquisiti [tutti] gli elementi conoscitivi sull'origine, sulla diffusione e sulle misure necessarie per debellare l'epidemia di febbre catarrale degli ovini nel territorio della Sardegna, predispone un piano organico di lotta, prevenzione o eradicazione della epizoozia in atto che trasmette agli organi competenti della Unione Europea per verificarne la coerenza con gli orientamenti comunitari.". (1)

Emendamento aggiuntivo Contu.

Nell'emendamento n. 1 dopo la parola "predispone" inserire ", ai sensi della legge regionale n. 1 del 1969 e relativo regolamento di attuazione,". (10)

Emendamento aggiuntivo Contu - Floris Emilio - Cossa - Biggio - Piana.

Prima dell'art. 1 è inserito il seguente:

Art. 01

Piano di lotta alla malattia

1. La Giunta regionale trasmette ai competenti organi dell'Unione Europea, per la verifica di coerenza con gli orientamenti comunitari, il "Piano per la lotta e la eliminazione della febbre catarrale degli ovini" approvato dalla stessa Giunta ai sensi della legge regionale n. 1 del 1969 e del relativo Regolamento di attuazione. (8)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Contu per illustrare l'emendamento numero 1.

CONTU (C.C.D.). Vorrei informare la Presidenza ed anche l'Aula ovviamente, che ritiro l'emendamento numero 8, perché sostanzialmente è uguale all'emendamento numero 1, rimane invece fermo l'emendamento numero 10 che è aggiuntivo all'emendamento numero 1 e così diventa un unico organico emendamento.

PRESIDENTE. Suppongo che gli altri firmatari siano d'accordo con lei. Pertanto l'emendamento numero 8 è ritirato.

Ha facoltà di parlare il consigliere Demuru per illustrare l'emendamento numero 1.

DEMURU (D.S.). Con questo emendamento si vuole raggiungere lo scopo, tante volte ribadito, di qualificare la legge che stiamo approvando, adeguandone l'impianto e tutti i futuri provvedimenti che ne discenderanno, alle normative europee. Questo è il famoso emendamento che in qualche maniera, io dico, nobilita il testo della legge stessa.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Contu per illustrare l'emendamento numero 10.

CONTU (C.C.D.). Direi quasi che si illustra da sé, comunque non fa che ribadire il concetto già enunciato nell'emendamento numero 1.

Si tratta di un dettato di legge che in qualche maniera dobbiamo pure osservare, forse era anche pleonastico, ma non è male che sia inserito nel testo della legge.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento numero 1 e l'emendamento numero 10 verranno votati insieme.

Per esprimere il parere sugli emendamenti numero 1 e 10 ha facoltà di parlare il consigliere Frau, relatore.

FRAU (A.N.), relatore. Onorevole Presidente, molto brevemente, di questo argomento si è discusso molto in Commissione, alla fine si è raggiunto l'accordo di accogliere gli emendamenti numero 1 e 10. Ricordo, è giusto ricordare anche queste cose, che esiste la legge regionale numero 1 del 1969, che all'articolo 2 stabilisce che: "la profilassi e la terapia delle malattie di cui al precedente articolo verranno attuate secondo piani di lotta". Quindi i piani di lotta erano già previsti, comunque tutti quanti concordiamo su questo.

Si ricorda anche che tra le malattie infettive riconosciute vi è la febbre catarrale degli ovini ai sensi del Decreto assessoriale numero 1245 del 1987, quindi i due emendamenti si accolgono.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

OPPI (C.C.D.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta li accoglie, solo che nella predisposizione del testo si era concordato di correggere il periodo "la Giunta regionale acquisiti tutti gli elementi conoscitivi" cassando la parola "tutti", perché, per amore della verità, tutti gli elementi conoscitivi al momento della predisposizione del piano non li abbiamo. Quindi è necessario togliere il termine "tutti".

PRESIDENTE. Gli uffici mi fanno notare che l'emendamento numero 10, essendo un emendamento all'emendamento, va votato per primo anche se verte sul medesimo argomento e non si modifica la sostanza.

Ha domandato di parlare il consigliere Demuru. Ne ha facoltà.

DEMURU (D.S.). Intervengo solo per accogliere il suggerimento della Giunta, cioè eliminare la parola "tutti". La Giunta Regionale chiede che dalla dicitura "acquisiti tutti gli elementi" venga eliminata la parola "tutti", siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ortu. Ne ha facoltà.

ORTU (R.C.). La prima questione riguarda l'esigenza di introdurre il riferimento alla legge regionale numero 1 del 1969. Presumo che, come è stato affermato in sede di Commissione, ciò in sostanza consenta alla Giunta regionale di approvare il relativo programma, con esclusione in tale ipotesi, tra l'altro, del parere del Consiglio. Questo per quanto riguarda il chiarimento. Per quanto riguarda, invece, il merito dei due emendamenti, si dà per acquisito il fatto che può essere tranquillamente eliminata la parola "tutti", non vi è problema da questo punto di vista, ci mancherebbe altro, non si voleva dare l'idea di avere in questa fase, purtroppo, abbastanza convulsa, in questa situazione estremamente complessa e complicata, la capacità, che non c'è, di poter raccogliere tutti gli elementi.

Quanto alle modalità di votazione dei due emendamenti, ritengo che debbano essere meglio definite, nel senso che l'emendamento numero 1 dovrebbe essere votato prima dell'emendamento numero 10, che è integrativo dell'emendamento numero 1, perché in realtà la procedura nasconde una problema di sostanza politica, perché non è vero che i due emendamenti si integrino l'uno con l'altro. La prima dicitura prevede, e su questo c'è stata una lunga discussione in Commissione, d'altronde questo aspetto, che era stato posto in Commissione dalla Coalizione Autonomistica anche in modo differente rispetto al testo attenuato che perviene in aula,...

Presidente, io chiedo scusa, però non si può in aula tentare di porre mano a un disegno di legge così importante se tutti si fanno i cavoli loro.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di prestare attenzione e di fare un po' di silenzio.

ORTU (R.C.). Io non voglio attenzione, voglio almeno che facciano silenzio e che consentano a chi parla di poter esprimere che cose che intende dire.

Dicevo, l'emendamento che abbiamo presentato in Commissione aveva una finalità ben precisa, quella di intervenire sulla base di un programma che consentisse di individuare le strategie di lotta e di intervento per frenare l'epidemia, con l'obiettivo finale, appunto, così come era detto nell'emendamento, di eradicare la malattia. E tra l'altro, prevedeva un passaggio importante, che è stato anche stamattina ribadito e messo al centro degli incontri che abbiamo avuto con le delegazioni dei sindaci e dei produttori agricoli, cioè l'esigenza di avere strumenti predisposti dalla Giunta, con tutti i supporti tecnici necessari, è ovvio, ci mancherebbe che non fossimo disponibili su questo punto, ma che in qualche modo venissero posti al vaglio e quindi al controllo degli organi del Consiglio. Tant'è che noi dicevamo, in quell'emendamento, che bisognava definire un piano, che il piano doveva essere discusso in Commissione, che vista l'urgenza la Commissione doveva definire il relativo parere in tempi rapidissimi e che all'interno di questo itinerario, tra l'altro, ci fosse la possibilità di consultare anche chi vive il problema, cioè le organizzazioni professionali e agricole che rappresentano gli operatori del settore, ma anche l'insieme delle amministrazioni che debbono essere coinvolte in questa battaglia dura, che sarà lunga e difficile, quindi gli organi rappresentativi delle amministrazioni locali, così come ci è stato chiesto stamattina, anche perché il piano poi, nella sua concreta attuazione, deve coinvolgere i diversi livelli istituzionali. Quindi era bene, secondo noi, acquisire i relativi pareri, le osservazioni, e poi valutarli in sede di eventuale ratifica, tant'è che dicevamo che la Giunta doveva predisporre il piano, trasmetterlo al Consiglio, per il prescritto parere, acquisito il quale poi poteva approvarlo definitivamente.

L'emendamento numero 1, così com'è formulato, non esclude questa ipotesi, ecco perché si pone una questione di sostanza politica; non la prevede in modo esplicito, ma non la esclude, e rappresenta la formulazione di compromesso a cui si è pervenuti dopo una lunga battaglia in Commissione; tra l'altro, non si riesce nemmeno a cogliere il perché della chiusura eccessiva manifestata in Commissione da parte della Giunta, degli Assessori competenti e della stessa maggioranza. Un po' tutti abbiamo verificato il clima di preoccupazione e di tensione, anche difficilmente controllabile, non dobbiamo dimenticare gli avvenimenti accaduti stamattina, quindi, a maggior ragione, tutti dovrebbero ricercare un percorso che in qualche modo consenta di raccogliere, quanto più è possibile, il consenso di chi è coinvolto in una situazione estremamente drammatica, i cui confini non siamo in grado di determinare e le cui conseguenze sono imprevedibili.

Ecco, è anche su questo che vorrei richiamare l'attenzione della Giunta e della maggioranza. Badate, siamo di fronte a una situazione che ha un'evoluzione incontrollata e incontrollabile per il momento, le cui conseguenze sono imprevedibili, quindi abbiamo l'interesse tutti a tentare, in qualche modo, di creare le condizioni perché tutti si sentano impegnati e responsabilizzati in una battaglia così difficile, quindi sinceramente non riesco a capire la posizione di chiusura manifestata dalla maggioranza.

L'emendamento numero 10 sul quale, per quanto riguarda la nostra parte politica, ci dichiariamo contrari, tende a limitare la portata dell'emendamento numero 1, a chiudere la strada ad un'ipotesi, che potrebbe essere anche valutata successivamente dalla Giunta, una volta acquisita e accettata l'idea, perché badate, abbiamo dovuto faticare per farla accettare alla Giunta e agli assessori competenti, di dovere definire un piano, e noi per piano abbiamo inteso e intendiamo un atto deliberato dall'organo competente in materia, non una sorta di relazione come quella presentata dall'Assessore nella riunione congiunta delle due Commissioni competenti, che doveva accompagnare il disegno di legge approvato dal Consiglio, e che avrebbe dovuto costituire una sorta di allegato che nessuno era nemmeno in grado di capire come potesse essere allegato, perché nessuno aveva spiegato come l'atto veniva definito sul piano amministrativo.

Vinta questa battaglia, fatti acquisire all'esecutivo il concetto e l'idea del piano, adesso si pone il problema di come il piano dev'essere approvato e chi, in relazione al piano, deve esprimere eventuali valutazioni. Noi continuiamo a pensare e a ribadire che dev'essere lasciata aperta la strada non solo al Consiglio, che deve pronunciarsi, ma eventualmente anche acquisire tutte le valutazioni di chi sarà chiamato ad operare per fronteggiare la situazione drammatica di fronte alla quale ci troviamo.

PRESIDENTE. Onorevole Ortu le chiedo di tenere conto del tempo.

ORTU (R.C.). Concludo, Presidente, dicendo che per quanto ho affermato, noi non possiamo essere favorevoli all'emendamento numero 10; pertanto io pregherei la Giunta di valutare questo aspetto, di rinunciare all'emendamento perché escluderebbe la consultazione che tutti invocano e che tutti hanno chiesto, tra l'altro, con grande forza.

Ora, in relazione a questo aspetto, e ho concluso, vorrei affacciare un altro problema che poi avremo modo di discutere: da più parti, presi dalla preoccupazione che oggi come oggi non si abbia la conoscenza, ma nemmeno un'ipotesi su come combattere questa malattia, si sta affacciando l'idea che si debba procedere comunque a una vaccinazione di massa dei capi ovi-caprini, perché preoccupati di quello che sta accadendo, che potrebbe portare alla decimazione massiccia di questo patrimonio. Allora, è chiaro che esiste la preoccupazione, non è solo un problema di rimborsi, gli operatori vogliono salvare l'azienda per poter lavorare, quindi, anche da questo punto di vista, è necessaria un'ulteriore riflessione che può essere fatta con la definizione, in sede di predisposizione del piano, degli strumenti da adottare; poi chiaramente su questa partita dovranno essere fondamentalmente i tecnici, gli esperti a dire la loro.

PRESIDENTE. Onorevole Ortu, io devo insistere nel richiamarla al rispetto del tempo.

ORTU (R.C.). Ho concluso, Presidente. Chiedo scusa, io non voglio perdere tempo, badate, ma voglio avere la possibilità, su un disegno di legge che ha questo rilievo e questa importanza, di riferire alcune cose, che sento dire in giro, che ci hanno detto stamattina in quegli incontri, che debbono essere riprese qui in Aula, chiedo quindi di utilizzare due minuti in più, non è perdere tempo, perdere tempo è fare le cose a casaccio, come abbiamo fatto in queste settimane.

PRESIDENTE. Onorevole Ortu, mi perdoni, lei avrà modo di intervenire su tutti gli articoli, quindi questa non rappresenta l'unica opportunità di parlare.

ORTU (R.C.). Ho concluso. Presidente, questo aspetto riguarda solo l'articolo 1. Concludo dicendo che mantenere la strada aperta a un iter di adozione del piano che ne permetta una discussione, può consentire allo stesso Consiglio di valutare meglio anche questi aspetti. Perché dobbiamo chiudere la strada alla consultazione? Noi siamo contrari a chiudere la strada alla consultazione.

PRESIDENTE. In merito all'ordine di votazione, lo dico all'onorevole Ortu, ma mi rivolgo evidentemente a tutta l'Aula, siamo vincolati da una norma del Regolamento, il quinto comma dell'articolo 85, che dice in modo esplicito e chiaro che gli emendamenti agli emendamenti si votano prima, per cui non abbiamo via di scampo, dobbiamo votare prima l'emendamento numero 10 e poi l'emendamento numero 1.

Onorevole Cogodi su cosa vuole intervenire?

COGODI (R.C.). Sull'argomento in discussione, su che cosa vuole che intervenga?

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Io ho chiesto la parola ovviamente sull'argomento che è in discussione e mi sorprende la sua domanda, perché ne deduco una qualche forma di ansia che può fare male alla causa, cosa che già si sta manifestando in queste prime battute di lavoro di merito del Consiglio regionale, perché finora si è parlato molto in via generale, mentre compito essenziale del Consiglio regionale è fare leggi e noi stiamo approvando una legge.

Io chiedo la parola per dire l'opinione mia e del Gruppo di Rifondazione Comunista, riprendendo esattamente il concetto che ha testé esposto il collega, compagno onorevole Velio Ortu, e per aggiungere, integrando il suo ragionamento perché non lo ha ultimato, che a fare le leggi così si rischia di prendere delle cantonate, cioè si fanno leggi apparentemente rispondenti a bisogni sociali, ad emergenze, ad urgenze, in realtà poi, sotto l'ombrello dell'urgenza, si riparano tante altre cose cattive.

Dopo che noi abbiamo tentato di dire questi giorni che era opportuno esaminare il merito di questa legge, ne avevamo il tempo, la Giunta aveva presentato un provvedimento abborracciato, il Consiglio ha chiesto tempo e l'opposizione per un giorno intero ha discusso di merito attorno a linee direttive che erano contenute in una mozione presentata dall'opposizione stessa, per poi arrivare all'esame del testo in aula, cioè al merito della legge, che si vorrebbe approvare così, in tutta fretta. Non si può. L'abbiamo detto nei giorni scorsi, l'abbiamo detto nelle Conferenze dei Presidenti di Gruppo, qualche componente della Giunta si è adombrato, il Presidente pure è scattato, non so perché, rimproverandoci che si voleva fare politica; io non capisco: se qui non si fa politica che cosa si deve fare, sport? Ma andiamo attorno allo stadio di Sant'Elia a fare sport! Io faccio politica, noi facciamo politica. Questa è l'Assemblea che fa la politica con la "P" maiuscola, perché decide sulle sorti, sul destino delle cose pubbliche, della gente. Noi non facciamo politica per l'opinione pubblica, facciamo politica per tutelare gli interessi pubblici, che è ben altra cosa.

Ma perché questa non sembri una sorta di enunciazione filosofica, io parto dall'ultima cosa che apprendo, poi ne abbiamo altre da rappresentarvi, perché quelle che vi abbiamo rappresentato via via in questi giorni avete fatto finta di non capirle, avete detto: "Ma sì, andiamo in aula, vedremo al momento, la Giunta si impegnerà, farà una dichiarazione verbale". Le dichiarazioni della Giunta non ci riguardano più perché dichiara una cosa e ne fa un'altra; approva leggi e le disfa dopo tre giorni. Poi torneremo su tutta questa problematica alla luce del sole, o anche delle lampade se sarà di notte. Non ci siamo mai lasciati intimorire, non ci faremo intimorire né oggi né domani. Se altri pensano diversamente, pensino quello che vogliono, noi siamo qui a fare il nostro dovere.

Cos'è questo emendamento numero 10 che dice una cosa apparentemente innocua, che parrebbe essere una cosetta e invece non è una cosetta? Cosa è questo emendamento di cui nessuno sa niente? Io ho percorso i banchi del Consiglio chiedendo disperatamente ai colleghi consiglieri che cosa disciplina questa legge numero 1 del 1969, perché noi mica siamo archivi viventi! Quando si cita un articolo, una legge, un regolamento che la accompagna, non possiamo averli in mente. Ho chiesto ma nessuno conosce il contenuto della legge. Quindi se noi fossimo stati zitti tutti avrebbero approvato questo emendamento contando, oltreché sulla buona fede, sulla bontà della proposta, ma nessuno di quelli a cui ho chiesto quale sia il contenuto di questa legge, mi ha saputo rispondere. Allora, ho chiesto in fretta agli uffici, ai tecnici, che sono ben documentati, che, poco fa, mi hanno dato la legge. Voi ritenete che il Consiglio regionale possa approvare questo emendamento? Bene, se il Consiglio regionale approva questo emendamento sta dando un "cazzotto", ma più di un "cazzotto", in faccia a tutto il testo della legge che si sta concordando. Capisco che quello che interessa ai proponenti sia l'articolo 2 della legge richiamata, ma non volendolo dire esplicitamente lo dicono implicitamente, come tutti quelli che anziché fare leggi chiare ricorrono ai trucchi ed agli inganni. Basta dirlo. Se si intende rinviare alla disciplina dettata dal solo articolo 2 di questa legge basta dire: "Il piano lo approva la Giunta", e non c'è bisogno di scomodare altre leggi ed altri regolamenti. Basta dire che il piano lo approva la Giunta, perché l'articolo 2 questo dice, però rimane in piedi tutto il ragionamento politico che il collega Ortu ha richiamato. Ma se questo piano ha contenuti di programmazione, ma se questo piano ha contenuti talmente incisivi, come potrebbe avere perché ha ad oggetto non solo l'aspetto sanitario ma anche quello economico e può riguardare, in modo consistente, la programmazione delle linee di intervento economico in questa nostra Regione, le leggi della Regione impongono che gli atti di programmazione siano presi in considerazione dal Consiglio regionale, e voi non potete derogare al principio generale di buona organizzazione della Regione secondo il quale quando i programmi hanno carattere generale, debbono essere sottoposti all'esame del Consiglio. In questo modo ricorrendo ad un rinvio ricettizio ad una legge di cui non si ha contezza, voi, senza dirlo, imponete se vi riferite al solo articolo 2, che questo piano, qualunque natura e carattere abbia, anche di atto di programmazione, in deroga alla normativa regionale non va sottoposto all'esame del Consiglio regionale. Però voi non dite, con questo emendamento, che vi limitate a recepire l'articolo 2 della legge numero 1 del 69. Per esempio vi cito un altro articolo di questa legge che adesso ho potuto consultare (non è che ho fatto grandi studi nei giorni scorsi, l'ho recuperata solo ora), un altro articolo di questa legge che voi, i presentatori di questo emendamento, proponete di recepire nel testo della legge regionale in discussione. La legge del 1969 prevede, per esempio, qual è il criterio attraverso cui devono essere indennizzati i capi abbattuti, perché parla di malattie infettive varie, questa fattispecie non era prevista, questa nuova pestilenza è venuta con questa Giunta, la legge numero 1 richiamata parla solo di echinococcosi, di stomatosi, strongilosi, tubercolosi bovina ed altro. Voi dite che a queste categorie si assimila anche la blue tongue, e quindi si applicano i criteri previsti dalla legge numero 1 del '69. Se voi applicate questi criteri state irrigidendo la disciplina sulle modalità di indennizzo del bestiame, che non può essere derogata da nessuna direttiva, da nessuna delibera della Giunta. Infatti questa legge che voi state recependo dice che ai proprietari ai quali verrà abbattuto bestiame infetto, l'indennità sarà fissata dal veterinario provinciale, o quello che lo avrà sostituito attualmente, tenuto conto di quanto potrà essere recuperato dalla vendita dell'animale abbattuto e da altre provvidenze statali. Ora, nella legge che è in discussione il criterio di risarcimento non è questo, è un altro. Quindi noi avremmo una legge nella quale sono previsti due criteri di risarcimento.

FRAU (A.N.). Non è così!

COGODI (R.C.). Voi potete dire tutto quello che volete, che non è così non lo potete dire perché è scritto in questa legge. Questa legge, con l'emendamento numero 10, voi la state recependo nella legge che si sta approvando, possiamo discuterne per tre mesi, però non potete dire che non è così, sennò chiedo un accertamento tecnico, siamo responsabili delle leggi che votiamo. Prima di chiedere un accertamento tecnico cerco di svolgere la mia funzione, il mio ruolo, sono non solo eletto ma anche riconosciuto dall'istituzione pubblica, e ricevo anche un compenso per fare il mio dovere, come lei. Quindi cerco di fare il mio dovere e cerchiamo di fare il nostro dovere al meglio di quello che sappiamo fare, non accettiamo di votare leggi di cui non comprendiamo il senso, e se andiamo a ricercarne il senso, che è quello che è scritto, poi emergono queste cose. "Facciamo in fretta, votiamola!". "Votatela!". Noi vi stiamo avvertendo, e siamo preoccupati del fatto che votando questo emendamento, se l'emendamento vuol significare altro è da modificare, ma se viene messo in votazione così com'è il ragionamento è valido, adottiamo un criterio di valutazione del risarcimento per l'animale abbattuto, che aveva un senso nel periodo dell'entrata in vigore della legge numero1, ma attualmente non ne ha, tant'è che il criterio che si vuole adottare è diverso; nella stessa legge sarebbero contenuti due criteri differenti e contrastanti di valutazione, che metterebbero la legge in bisticcio con sé stessa, e la renderebbero inutile, inoperante.

Noi abbiamo il dovere di dirlo, è agli atti del Consiglio, domani quando la cosa emergerà noi potremmo dire di aver rappresentato questo problema. Però quando il danno sarà in capo ad altri, in capo a quelli che lo dovranno subire perché la legge non potrà essere operante, sarà difficile che per noi sia appagante il fatto di averlo detto, per cui se qualcosa è da correggere si corregga, perché questo emendamento rende la legge del tutto in contrasto con sé stessa. Vi stiamo rappresentando oltre agli argomenti di merito politico che ha rappresentato il collega Ortu, questo problema, che non è da poco.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (C.C.D.). Presidente, onorevoli colleghi, siccome l'autore dell'emendamento è il sottoscritto, vorrei dire qualcosa sull'argomento che ha toccato l'onorevole Cogodi, che per altro ha fatto anche qualche osservazione pertinente; però, onorevole Cogodi, se lei invece di usare questo tono da docente mentre gli altri sarebbero dei poveri sprovveduti, si basasse su ragionamenti più realistici, si sarebbe certamente reso conto che il rinvio a quella legge riguarda, per quanto concerne il piano, solo l'articolo 2. Se poi lei mi dice che l'articolo 2 va citato io non ho difficoltà a citarlo, ma era ovvio che parlandosi di piano ci si intendeva riferire all'articolo 2 della legge numero 69 che dice: "La profilassi e la terapia delle malattie verranno attuate secondo piani di lotta approvati dalla Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale all'igiene e sanità". Questo si voleva dire. Quindi, se siamo qui per fare polemica continuiamo, se vogliamo invece collaborare, in questo caso io ringrazio persino l'onorevole Cogodi di avermi fatto rilevare una probabile svista da parte mia, anche se così io non la ritengo, perché secondo me l'interpretazione è chiara e si evince dall'emendamento a quale articolo ci si vuole riferire. Se però si ritiene utile precisare meglio, io non ho difficoltà ad aggiungere al mio emendamento l'inciso "di cui all'articolo 2 della legge..." E se vogliamo evitare il riferimento ai criteri di valutazione dei danni possiamo anche affermarlo espressamente, ma, ripeto, basterebbe aggiungere dopo "ai sensi" le parole "dell'articolo 2 della legge". E` chiaro il concetto.

COGODI (R.C.). Non c'è scritto.

CONTU (C.C.D.). Non c'è scritto, ma io posso sempre presentare un emendamento all'emendamento, credo di poterlo ancora fare perché non abbiamo votato.

Io accolgo la sua richiesta di migliore precisazione del testo dicendo che ci si riferisce all'articolo 2 della legge numero 1 ecc. ecc., e mi pare che la questione si possa chiudere così.

Sull'altro argomento, cioè quello sollevato dall'onorevole Ortu, secondo me avremmo occasione di ritornare quando discuteremo l'emendamento numero 5, che mi pare dica le cose che l'onorevole Ortu ha detto. Io non ho voluto dire una parola perché mi riservo di parlare quando verrà in discussione l'emendamento numero 5, che esattamente dice quello che l'onorevole Ortu ha annunciato pochi minuti fa, a mio giudizio.

Quindi, Presidente, posso anche formalizzare l'emendamento enunciato, se lo ritiene necessario, se invece ritiene che si possa proporre un emendamento orale, perché altre volte si è accettato, non vi è bisogno di scriverlo ma non ho difficoltà a metterlo subito per iscritto. L'emendamento che propongo oralmente è di inserire le parole "di cui all'articolo 2", perché all'articolo 2 io intendo fare riferimento.

PRESIDENTE. L'emendamento è ammissibile, onorevole Contu, anche perché non si tratta neanche di un emendamento, ma solo di una precisazione che definisce meglio il senso dell'emendamento stesso.

CONTU (C.C.D.). Io ci metto tre minuti a scrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. E' stato proposto un emendamento orale da parte dell'onorevole Contu, se l'Aula è d'accordo lo si può accogliere. Naturalmente bisogna chiedere il parere della Commissione e dell'Assessore.

Ha domandato di parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.

frau (A.N.). Onorevole Presidente, in genere non mi dilungo molto quando parlo, però ho letto esattamente l'articolo 2 della legge numeri 1 del 1969 quando ho illustrato il parere, dicendo che ci riferivamo esattamente a quell'articolo; tutto qui. Quindi credo che sia comunque accoglibile l'emendamento orale dell'onorevole Felicetto Contu.

PRESIDENTE. Si tratta infatti di una precisazione.

Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale.

OPPI (Gruppo Misto), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Si accoglie l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Voglio ribadire che noi non abbiamo nessuna intenzione di impiegare un attimo in più di quanto strettamente necessario per discutere ed approvare questa e le altre leggi; però non si faccia, per favore, questione di garbo, perché garbo per garbo, voglio ricordare che quando ci si è adombrati in questi giorni, e da ultimo anche il Presidente della Giunta, che adesso è arrivato (prima non c'era quando l'ho detto, e lo ripeto), perché mi sono permesso di insistere che forse valeva la pena di vedere un attimo prima gli emendamenti, e si detto: "Andiamo Aula, ma questa è perdita di tempo! Non pretenderete di fare politica su argomenti come questo!". Io intendevo porre solo l'esigenza di esaminare alcune cose prima ma voi non le avete volute esaminare. Noi non ostacoleremo con eccezioni formali la possibilità introdurre qualsiasi proposta che renda la legge applicabile, però, a rigore, non mi si dica che la proposta che viene fatta oralmente e che si è formalizzata, sia una precisazione, perché l'emendamento numero 10 fa un rinvio ricettizio ad una intera legge, in esso dell'articolo 2 non c'è traccia, si parla della legge numero 1 e del suo regolamento. L'articolo 2 qui non c'è. Quindi l'emendamento all'emendamento, che dice che si intende recepire solo l'articolo 2 di una legge anziché tutta la legge e il suo regolamento, non è una precisazione, è una diversa proposta. A rigore non si potrebbe dar corso a questa diversa proposta, e non basta la maggioranza per ammettere tale modifica, ci vuole un accordo unanime. Lo sa bene il Presidente, lo sanno tutti quelli che leggono il Regolamento. Però noi non vogliamo fare questioni formali. Se questa modifica è utile perché la legge sia meno incongrua noi possiamo anche non opporci, però ci si dia atto del fatto che stiamo adottando un atteggiamento responsabile e costruttivo fin da questo primo articolo, anzi, da questo primo emendamento, e ciò vale per questo primo emendamento e per i successivi, salve tutte le questioni di merito, su cui io stesso potrei dire ancora qualcosa, ma forse il collega Ortu che le questioni di merito le ha trattate meglio potrà precisare meglio.

PRESIDENTE. Devo comunicare all'Aula, non per rispondere all'onorevole Cogodi, perché il problema è posto all'Aula, che gli uffici mi dicono che si tratta di una precisazione, e in quanto tale è proponibile, e quindi io porrò in votazione l'articolo 10 con quella precisazione, cioè col riferimento esplicito all'articolo 2 della legge di cui abbiamo discusso. Quindi, se non ci sono altri che intendono parlare...

ORTU (R.C.). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Ortu, lei ha già parlato su questo argomento.

ORTU (R.C.). Sulla proposta non ho parlato.

PRESIDENTE. Lei può parlare per dichiarazioni di voto, e glielo concedo. Se lei mi chiede di parlare due volte nella discussione degli emendamenti numero 1 e 10, non le do la parola. Mi dica su che cosa vuole parlare.

ORTU (R.C.). Voglio parlare sulla proposta che è stata avanzata in Aula dall'onorevole Contu di introdurre una precisazione.

PRESIDENTE. Non è in discussione. Lei, se vuole, può fare una dichiarazione di voto. La discussione sugli emendamenti numero 1 e 10 è conclusa.

ORTU (R.C.). Presidente, secondo me è scorretto l'atteggiamento che ha lei; però, siccome noi non vogliamo apparire come quelli che vogliono far perdere tempo, la precisazione la farò nella dichiarazione di voto, però lei ancora una volta dimostra di essere uno che invece di regolare al meglio i lavori di quest'Aula....

PRESIDENTE. Onorevole Ortu, le tolgo la parola, do invece la parola all'onorevole Vassallo, che ha diritto di parlare perché non è ancora intervenuto.

VASSALLO (R.C.). Onorevole Presidente, colleghi, mi sembra che si stia impostando male la discussione in partenza, perché quest'Aula, la Presidenza, ed anche la maggioranza, non tengono conto, concretamente, dell'atteggiamento costruttivo che il nostro Gruppo ha mostrato poc'anzi, sia con le osservazioni di Ortu, sia con l'intervento di Cogodi.

Il fatto che si introduca l'ulteriore emendamento aggiuntivo proposto e indicato da noi, non è cosa formale e marginale, in quanto se non si fosse sollevata la questione, avremmo votato la legge così come è stata proposta, con gli effetti che sono stati poc'anzi rappresentati. Per cui si è chiesto soltanto di prendere atto del nostro atteggiamento costruttivo che fa sì che si vari una legge che possa essere concretamente operativa. Non voglio dire altro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Se la farsa deve continuare e lo spettacolo anche, devo dichiarare che si prenda atto dell'atteggiamento molto costruttivo del nostro Gruppo, e lo dichiarerò ogni volta che si voterà. Lo dovrò fare ogni volta, perché ognuno si incensa, e quindi non so perché non dovrei incensare il Gruppo che in questo momento devo rappresentare. L'atteggiamento di Alleanza Nazionale è molto costruttivo. Contenti tutti, cari colleghi?

PRESIDENTE. Onorevole Biggio, qui in Consiglio si discute, non si inscenano farse. Ogni consigliere quando ha la parola ha diritto di esprimere la sua opinione, abbia pazienza.

Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 10, lo metto in votazione.

ORTU (R.C.). Ho chiesto prima di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ha facoltà di parlare il consigliere Ortu per dichiarazione di voto.

ORTU (R.C.). Presidente, è una questione anche di correttezza, se lei davvero vuol far perdere tempo può continuare su questa strada. Addirittura l'ho dichiarato prima che avrei preso la parola per dichiarazione di voto, ma è possibile che qui si voglia negare la possibilità di avanzare osservazioni?

PRESIDENTE. Ma se le ho dato la parola, chi le nega niente?

COGODI (R.C.). Lei, quando ha indetto la votazione e non gli ha dato la parola.

PRESIDENTE. Ho detto che l'onorevole Ortu può parlare, nessuno gli ha negato la parola.

COGODI (R.C.). Gli chieda scusa, perché lei ha indetto la votazione, si stava votando.

PRESIDENTE. Onorevole Cogodi, intanto non spetta a lei parlare, per cui, la prego, lasci parlare l'onorevole Ortu.

ORTU (R.C.). Io sinceramente non capisco a che cosa serva impedire di avanzare alcune osservazioni.

(Interruzione)

Hai vinto tu, siccome vinci sempre, vedremo se vincerai la prossima volta, perché a ognuno il suo! Ma è possibile che qui non si riesca a discutere in modo serio su un problema che tutti riconoscono essere importante, e che per esempio non si possa dire che approvando questo emendamento si richiama una legge (perché chiaramente questo dice la norma) che non è stata notificata e il relativo regolamento di trent'anni fa che non è mai stato notificato in sede comunitaria, dopo che in tutti questi giorni ci avete diffidato dal richiamare leggi che l'Unione Europea non conosce perché succede la fine del mondo. Benissimo, qui si dice che si applica un regolamento, che si vorrebbe allegare tra l'altro al disegno di legge, emanato sulla base di una disposizione mai notificata all'Unione Europea. Il minimo che succederà sarà che in sede comunitaria ci dicano: "Benissimo, siccome l'avete approvato ai sensi di quella legge, notificateci sia la legge sia il regolamento". Poi si è detto: "Ma no, noi non vogliamo richiamare il regolamento, vogliamo richiamare solo l'articolo 2, che dice che ad approvare il piano deve essere la Giunta. Non vogliamo richiamare il regolamento che invece stabilisce anche norme risarcitorie". Allora, scusatemi un attimo, perché si richiama anche il regolamento? Perché la correzione dell'onorevole Contu, che non è una correzione formale, bensì sostanziale non elimina il richiamo al relativo regolamento di attuazione, perché nel regolamento di attuazione sono previste norme risarcitorie mai notificate.

Ultima questione di non poca importanza: noi abbiamo detto di essere contrari a questo emendamento perché con il primo emendamento, il numero 1, senza l'emendamento numero 10, poteva essere aperta la strada, se la Giunta lo avesse ritenuto opportuno, anche ad una eventuale consultazione, non capisco perché si voglia fare una forzatura. Si vuole fare una forzatura, come ho detto nel mio intervento, perché non si vuole discutere, non si vuole allargare la consultazione, e, mi dispiace dirlo, a chi parla di consultazione si vorrebbe anche negare il diritto di parlare in aula, immaginatevi se avete la volontà di consultare non solo i consiglieri ma anche chi, purtroppo, sta vivendo in modo drammatico questa situazione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (C.C.D.). Ovviamente io dichiaro di votare a favore, ma nella mia dichiarazione di voto vorrei inserire il seguente ragionamento: sono veramente allibito per aver sollevato una tempesta, che io considero un po' una tempesta in un bicchier d'acqua, perché io stesso ho riconosciuto, e credo anche con molta umiltà, e mi è anche costato, lo dico con molta franchezza, che l'osservazione fatta dal collega Cogodi aveva un fondamento di giustezza, che mi dispiaceva soltanto il tono cattedratico con cui mi veniva inflitta la lezione. Ma se vogliamo parlare della sostanza, se siamo qui non per fare inutili polemiche, ma per costruire qualcosa che serva, sono d'accordo che è necessario introdurre la parola "articolo 2"; ho anche detto che sono disponibile a togliere la parola "regolamento" se si ha paura che anche la parola regolamento possa in qualche maniera provocare questi pericoli, l'importante è che rimanga chiaro che il piano deve essere approvato dalla Giunta secondo quella norma.

Sull'altro argomento relativo al coinvolgimento della Commissione, avremo occasione di parlare in sede di discussione dell'emendamento numero 5. Per altro l'emendamento numero 1, presentato dai colleghi del Gruppo D.S. dice chiaramente che la Giunta regionale deve acquisire tutti gli elementi conoscitivi. Le parole "acquisiti tutti gli elementi conoscitivi", stanno a significare che la Giunta può sentire la Commissione, le organizzazioni sindacali, chi vuole, può farlo benissimo, a mio giudizio, nulla lo vieta, perciò mi sembra persino pleonastico che se ne parli. Però, se non vogliamo far polemica e vogliamo fare qualcosa di serio e di costruttivo, io sono favorevole. Mi rendo conto che dal punto di vista formale, Presidente, purtroppo, io non posso più presentare un emendamento, mi pare che non lo possa fare, non conosco precisamente il Regolamento, ma se si potesse chiarire, ma so che molto spesso l'interpretazione delle leggi viene fatta anche basandosi sugli atti parlamentari: che risulti almeno agli atti consiliari che l'interpretazione è la seguente, cioè che questo emendamento è volto a recepire il solo articolo 2 di questa legge.

Quindi si tolga anche la parola "regolamento", mi va benissimo, si aggiunga "l'articolo 2", mi va benissimo, io accolgo anche il suggerimento dato dall'onorevole Cogodi. Quando Cogodi ha ragione io non gli do mai torto, posso dargli torto su altre cose, ma non quando ha un minimo di ragione lo riconosco, secondo me il significato della norma era comunque chiaro, però capisco che uno abbia un punto di vista diverso dal mio, che sia più pignolo, più attento, più preciso, non mi meraviglio di questo e mi va bene anche così.

PRESIDENTE. Suggerirei allora di andare avanti così: poiché la correzione non è ammissibile come emendamento, potremmo votare l'emendamento per parti, la prima parte che recita: "Nell'emendamento numero 1, dopo la parola "predispone", inserire "ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale numero 1 del 1969", l'altra parte: "e il relativo regolamento di attuazione".

COGODI (R.C.). Sta aggiungendo il riferimento all'articolo 2.

PRESIDENTE. Sì, come precisazione. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Chiediamo il voto nominale, ovviamente con il sistema elettronico, in modo che rimanga registrato chi vota in un modo e chi vota in un altro.

PRESIDENTE. E' stata chiesta, da un capogruppo, la votazione nominale elettronica.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico della prima parte dell'emendamento numero 10.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - BALIA - BALLETTO - BIANCAREDDU - BIANCU - BIGGIO - CALLEDDA - CAPELLI - CAPPAI - CASSANO - CONTU - CORDA - CORONA - COSSA - CUGINI - DEMURU - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - FALCONI - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FOIS - FRAU - GIAGU - GRANARA - IBBA - LADU - LAI - LICANDRO - LIORI - LOMBARDO - MANCA - MARROCU - MASALA - MASIA - MILIA - MORITTU - MURGIA - NUVOLI - OPPI - ORRU' - PACIFICO - PIANA - PILI - PILO - PIRASTU - PIRISI - PITTALIS - PUSCEDDU - RANDAZZO - RASSU - SANNA Emanuele - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA NIVOLI - SANNA Salvatore - SCANO - SCARPA - SPISSU - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco.

Rispondono no i consiglieri: COGODI - ORTU - VASSALLO.

Si è astenuto: il Presidente SERRENTI.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 67

Votanti 66

Astenuti 1

Maggioranza 34

Favorevoli 63

Contrari 3

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione la seconda parte dell'emendamento numero 10. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 1.

Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Ortu. Ne ha facoltà.

ORTU (R.C.). Noi voteremo a favore dell'emendamento numero 1, perché siamo d'accordo nel merito e perché siamo tra i proponenti, ma voglio anche dire nella dichiarazione di voto che se per riuscire a far correggere un errore che avrebbe potuto inficiare tutto l'iter della legge, dobbiamo fare tutta la fatica che abbiamo fatto, questo testimonia la serietà con cui è guidato questo Consiglio e la possibilità concreta che qui c'è, per i consiglieri, di poter esprimere le loro valutazioni solo ed esclusivamente per chiedere che un emendamento possa essere davvero valutato, discusso in modo equilibrato per consentire che lo si voti responsabilmente; tra l'altro noi abbiamo accettato ed acconsentito al fatto che l'emendamento fosse, nella sostanza, modificato in Aula a dimostrazione del fatto, ripeto, che non vogliamo fare nessuno ostruzionismo, che non vogliamo ritardare l'approvazione della legge ma che l'unico nostro obiettivo è tentare di votare un testo che consenta un'impostazione programmatica sulla quale, poi, tutte le forze politiche presenti, in quest'Aula, siano libere di esprimere il loro parere con consapevolezza.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 1.

CAPPAi, Segretario:

Art. 1

Anticipazioni

1. L'Amministrazione regionale è autorizzata ad anticipare, con mezzi propri, sino alla concorrenza di lire 70.000.000.000, le assegnazioni che lo Stato dispone ai sensi delle Leggi 2 giugno 1988, n. 218 e 23 gennaio 1968, n. 34 a valere sulle risorse del Fondo sanitario nazionale per l'attuazione degli interventi diretti a fronteggiare l'epizoozia denominata febbre catarrale degli ovini (blue tongue) (cap. 12194.01) consistenti in:

a) erogazione di indennizzi agli allevatori per l'abbattimento dei capi infetti ordinato dalla Autorità sanitaria;

b) rimborso delle spese sostenute dai comuni per la distruzione degli animali infetti;

c) costi per le operazioni di disinfezione e disinfestazione sostenute dagli enti locali e dalle Aziende-USL e da organismi all'uopo deputati;

d) costi per la stipula di convenzioni con veterinari coadiutori da impiegare per rafforzare l'azione di prevenzione e di controllo della malattia.

2. Dello stanziamento complessivo indicato al comma 1, per gli interventi di cui alla lettera a) è destinata una somma di lire 50.000.000.000, per gli interventi di cui alle lettere b), c) e d) è destinata una somma di lire 20.000.000.000.

3. Il programma degli interventi è approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, di concerto con l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, ai sensi dell'articolo 4, lett. i), della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1, sentito il parere della Commissione consiliare competente che lo esprime entro sette giorni dalla data di ricevimento della richiesta.

4. Le somme non rimborsate dallo Stato fanno carico definitivamente al bilancio regionale, quelle rimborsate sono introitate sul capitolo 36119 del bilancio regionale per essere attribuite - con decreto dell'Assessore del bilancio - al capitolo 12194.01 e destinate qualora necessario alla prosecuzione degli interventi.

PRESIDENTE. All'articolo 1 è stato presentato un emendamento. Se ne dia lettura.

CAPPAi, Segretario:

Emendamento sostitutivo parziale Sanna Nivoli - Frau - Sanna Emanuele - Rassu - Dettori Ivana - Vargiu.

Art. 1

Al comma 1 la lettera b) è così sostituita:

"rimborso delle spese sostenute dai comuni e dalle aziende USL per la distruzione e lo smaltimento degli animali infetti". (9)


PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Frau per illustrare l'emendamento numero 9.

FRAU (A.N.). Molto brevemente, durante la riunione della Commissione si era accennato anche al fatto che non solo i comuni sostenevano delle spese per la distruzione e lo smaltimento dai capi infetti, ma anche le A.S.L., poi nel predisporre il testo c'è stata questa dimenticanza, quindi l'emendamento serve proprio a stabilire che non solo i comuni ma anche le A.S.L. devono essere rimborsate per queste spese. Nell'illustrare l'emendamento quindi, do anche il parere della Commissione che è favorevole.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

OPPI (C.C.D.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. La Giunta lo accoglie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'articolo 1 e sull'emendamento numero 9 il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.).Vorrei rappresentare l'opportunità di pervenire ad una migliore dizione del primo comma dell'articolo 1, che poi non è solo un modo più garbato di dire, ma attiene alla sostanza delle cose, laddove è detto che l'amministrazione regionale è autorizzata ad anticipare, con mezzi propri, sino alla concorrenza di 70 miliardi, le assegnazioni che lo Stato dispone in base alla legge. In realtà, non è corretto secondo me scrivere in legge "le assegnazioni che lo Stato dispone", al presente, perché allo stato delle cose, oggi come oggi, lo Stato non sta disponendo granché, non dico 70 miliardi, ma mi pare che stia disponendo poco o niente; quindi se questo comma significa che la Regione intanto stanzia i 70 miliardi considerandoli un'anticipazione (in senso atecnico ben si intende perché io posso anticipare solo quando ho la certezza che un altro mi dia l'equivalente, qui non c'è la certezza), e quindi in realtà la norma ha un valore un po' rivendicativo, giustamente rivendicativo - nel senso che la Regione dice: "Io stanzio 70 miliardi dei miei denari, però siccome lo Stato (qui si intende che lo Stato è il Governo e la sua maggioranza) in base a una legge nazionale, dovrebbe provvedere, se e in quanto provvederà, io rivendico il fatto che debba provvedere almeno fino a 70 miliardi, pertanto mi riservo di richiedere questa somma allo Stato" - la dizione dovrebbe essere "le assegnazioni che Stato dovrà disporre". Perché se io scrivo "che lo Stato dispone", al presente, ben so che lo Stato, oggi, non sta disponendo niente, quindi sto dicendo una cosa che, implicitamente contiene una rinuncia, non una rivendicazione. Secondo me usando il verbo al futuro la dizione, rispetto all'obiettivo che si vuole raggiungere, è più corretta, sennò è una mera fictio iuris, cioè faccio finta che io sto anticipando, in realtà sto stanziando i fondi della Regione, se lo Stato me li vorrà restituire bene, altrimenti la rivendicazione è relativa, quindi, secondo me, l'espressione migliore, questa sì che è una precisazione tecnica, dovrebbe essere "che lo Stato dovrà disporre".

Non sono entrato nel merito della responsabilità politica di questo Stato e di questo Governo, noi avremmo anche argomentazioni da sviluppare essendo all'opposizione, non solo rispetto alla Giunta Regionale ma anche rispetto al Governo nazionale, ma ci pare che non sia questo il momento più opportuno per esprimere il nostro giudizio sul Governo nazionale; questo è un momento nel quale invece vogliamo dire, al meglio, quello che l'Assemblea legislativa regionale dovrebbe scrivere nella sua legge per raggiungere l'obiettivo di mantenere aperta la rivendicazione nei confronti dello Stato, anticipando somme che lo Stato dovrà in qualche modo restituire.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Poiché nessuno domanda di parlare metto in votazione l'emendamento numero 9. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 2.

PIANA, Segretario:

Art. 2

Indennizzi agli allevatori

1. Al fine di fronteggiare i danni causati dalla epizoozia "blue tongue" è autorizzata la spesa di lire 70.000.000.000 per la concessione agli allevatori degli aiuti previsti dall'articolo 23 della legge regionale 11 marzo 1998, n. 8 (cap. 06124).

PRESIDENTE. A questo articolo sono stati presentati gli emendamenti numero 3 e numero 5. Se ne dia lettura.

PIANA, Segretario:

Emendamento aggiuntivo Ortu - Cogodi - Vassallo - Demuru - Manca - Sanna Alberto - Calledda.

Art. 2 bis

Per le aziende che abbiano subito danni nella PLV derivanti da calamità naturali da epizoozie o fitopatie nel corso delle annate agrarie 1999-2000 e 2000-2001 superiori al 20% nelle zone svantaggiate e superiori al 30% nelle restanti zone, l'amministrazione regionale è autorizzata a concedere mutui fino alla durata di 15 anni a costo zero per far fronte alle scadenze derivanti dalle attività aziendali, quali mutui, anticipazioni bancarie e cambiali agrarie, oneri previdenziali e fiscali a copertura delle scadenze temporali ricadenti negli anni 2000 e 2001 e contributi a totale copertura degli oneri notabili e bancari per la stipula degli atti per la contrazione dei mutui.

IN AUMENTO

Capitolo 06141 anno 2000 lire 5.000.000.000;

Capitolo 06141 anno 2001 lire 15.000.000.000;

IN DIMINUZIONE

Capitolo 08042/07 anno 2000 lire 5.000.000.000

Capitolo 08042/07 anno 2001 lire 15.000.000.000 (3)

Emendamento aggiuntivo Sanna Alberto - Demuru - Ortu - Marrocu - Pacifico - Cugini.

Dopo il primo comma è aggiunto il seguente:

" Il programma degli interventi è approvato dalla Giunta regionale sentito il parere della Commissione agricoltura che si esprime entro 7 giorni dall'iscrizione all'ordine del giorno della Commissione, intendendosi acquisito in assenza di pronunciamento". (5)

PRESIDENTE. Faccio presente che il Regolamento prevede in modo esplicito che non possono essere presentati emendamenti non riguardanti argomenti già considerati nel testo del testo della legge in discussione; nell'emendamento numero 3 si fa riferimento a calamità naturali, quindi ad eventi come l'alluvione e quant'altro, e a fitopatie. Sono argomenti non trattati nel testo della legge per cui l'emendamento sarebbe da dichiarare irricevibile, ma io chiedo ai presentatori che questi riferimenti vengano cassati.

Ha facoltà di parlare il consigliere Ortu per illustrare l'emendamento numero 3.

ORTU (R.C.).Considerato che il Regolamento stabilisce che non possono essere fatti riferimenti ad argomenti che non sono trattati nel disposto di legge in argomento, l'emendamento si intende corretto con l'esclusione di quei riferimenti, salvo sottolineare che la dicitura "calamità naturali" può essere riferita ad epizoozie e va riferita ad epizoozie, quindi l'emendamento può essere corretto in questo senso.

Sul merito dell'emendamento, in modo molto succinto, dico che noi siamo di fronte a una situazione che abbiamo tutti riconosciuto essere estremamente drammatica, che pone problemi di sopravvivenza nelle nostre campagne. Stamattina gli allevatori erano presenti presso il palazzo del Consiglio, alcuni di loro rappresentavano la loro situazione personale: proprietari di allevamenti composti originariamente da 400, 500 capi di cui sono sopravvissuti 100 o 150 capi o addirittura meno. Una situazione che non solo non consentirà a quella azienda di ricavare un reddito e quindi non consentirà a quelle famiglie di sopravvivere, ma costringerà le aziende, con un numero di capi così limitato e con un allevamento falcidiato, a lavorare in perdita, per mantenere in piedi le attrezzature che spesso hanno comportato notevoli costi di investimento. Perché è chiaro che una cosa è lavorare con 400, 500, 600 capi, con costi aziendali, che spesso hanno delle incidenze fisse, ripartiti su 500 o 600 capi, altro è lavorare con 50, 100 capi, avendo problemi di costi fissi che incidono in egual modo e che quindi porteranno quelle aziende, per poter sopravvivere, a lavorare in perdita. Nel corso dei prossimi mesi e nel corso del prossimo anno avremo una situazione davvero difficile, che in qualche modo dovrà essere governata e noi dovremo creare le condizioni perché possa essere governata; perché queste aziende possano sopravvivere alla bufera, abbiano la possibilità, con i tempi che saranno necessari per approntare gli interventi indispensabili sul piano tecnico-sanitario, di poter ricostituire i loro allevamenti, ci sarà bisogno di tempo, per risarcire, ripeto, i danni, ma anche per creare le condizioni che consentano loro di attraversare la bufera e poi di ricostituire le loro aziende.

Per questa ragione noi abbiamo presentato un emendamento che prescrive che, oltre alle provvidenze previste nella legge, gli imprenditori debbano essere messi in condizioni di attraversare questo periodo temporale, che noi abbiamo indicato in due anni, consentendo loro di far fronte alle scadenze, che, come ci hanno ricordato stamattina, comunque arriveranno puntuali, sia in riferimento ai mutui che ai debiti contratti per mettere su l'azienda. Ripeto si tratta di aziende che hanno fatto investimenti per centinaia e centinaia di milioni, spesso miliardi, quindi con consistenti scadenze dal punto di vista finanziario per il pagamento dei mutui contratti, con scadenze che deriveranno dall'entità delle anticipazioni sui prestiti che pure nel corso di questo anno hanno dovuto richiedere per poter mettere in moto la loro attività, i prestiti di conduzione e così via, cioè le anticipazioni a cui normalmente un'azienda ricorre per poter iniziare la propria attività. Ma non solo, a questi si debbono aggiungere gli oneri spesso consistenti, di carattere previdenziale e fiscale.

L'emendamento pertanto concede a queste aziende una moratoria di due anni con mutui a tasso zero, rinviando ad un periodo successivo l'ammortamento di queste scadenze. Tale disposizione è da intendersi, per essere chiari, non solo nel senso che si abbattono gli interessi, ma che, attraverso contributi, si abbattono anche i costi che derivano dagli oneri notarili (qui c'è l'onorevole Contu che essendo notaio sa quanto incidono), spesso abbastanza costosi, talvolta quanto gli interessi, o per lo meno (dipende dal mutuo) consistenti. Quindi, diciamo che per azzerare il costo del mutuo, devono essere abbattuti gli interessi ed essere erogati contributi per la copertura dei costi notarili e bancari per la contrazione dello stesso.

Questa è la portata dell'emendamento che abbiamo ritenuto opportuno presentare anche sulla base delle cose che abbiamo sentito stamattina, c'è stata avanzata una richiesta specifica, che comunque viene riproposta in tutte le sedi.

Noi abbiamo presentato questo emendamento per tentare anche, da questo punto di vista, di migliorare il testo di legge, che già ha subito notevoli miglioramenti in Commissione e che potrebbe essere ulteriormente migliorato in Aula, raccogliendo le istanze di quei cittadini che anche stamattina hanno chiesto di parlare e di essere ascoltati per essere realmente sentiti e quindi, in qualche misura, capiti nelle loro nelle loro esigenze. Questo noi abbiamo voluto fare e questo sottoponiamo all'attenzione del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Demuru per illustrare l'emendamento numero 5.

DEMURU (D.S.). Molto brevemente, la presentazione di questo emendamento riporta alla necessità, al diritto-dovere, da parte del Consiglio, di esercitare un controllo puntuale sui programmi di rilievo, dal punto di vista economico, che la Giunta approva. Voglio far notare che con questo emendamento - perché una delle obiezioni è stata che probabilmente è una perdita di tempo - si è voluto vincolare la competente Commissione a esprimersi entro termini brevi; noi abbiamo indicato 7 giorni, laddove la Commissione non si pronunci, evidentemente, come il testo dice, il parere si intende acquisito positivamente.

Una cosa voglio aggiungere per quanto concerne la Giunta regionale, perché all'inizio c'è stata una qualche resistenza a questo emendamento e in effetti, anche in Commissione, ci sono state varie discussioni su questo argomento. Io penso che la Giunta Regionale abbia tutto l'interesse a che le Commissioni di merito si pronuncino su programmi di questo tipo, che prevedono notevoli investimenti, ritengo che abbia la necessità di avere il conforto di un parere delle Commissioni e del Consiglio sul programma che appronterà. Ecco perché abbiamo presentato questo emendamento, perché riteniamo che completi e migliori il testo di questa legge, garantendo l'esercizio del controllo da parte del Consiglio e assicurando miglior conforto alla Giunta in riferimento ai programmi che deve approntare.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti numero 3 e 5 ha facoltà di parlare il consigliere il Frau.

FRAU (A.N.), relatore. Onorevole Presidente, l'emendamento numero 3 è stato presentato direttamente in Aula, pertanto non è stato possibile discuterlo in Commissione.

Il problema è sicuramente importante, tocca buona parte del mondo agricolo, però credo che, se lo accettassimo, stravolgeremmo l'impalcatura della norma finanziaria. Penso che la Giunta Regionale debba tenerne conto in altra situazione, in altro momento. Ripeto, io non posso esprimere il parere a nome della Commissione, ma solo a nome mio personale, ed è contrario a questo emendamento per quello che ho detto.

Per quanto concerne l'emendamento numero 5, l'ha ricordato l'amico onorevole Demuru, abbiamo discusso molto della necessità che le Commissioni diano il parere in merito al programma degli interventi approvati dalla Giunta Regionale. Anzi ricordo, per completezza, che fu presentato anche un emendamento in Commissione, poi ritirato, che modificava la legge regionale numero 8 del 1998, proprio per dare la possibilità alle Commissioni di esprimere il loro parere.

Ripeto, quell'emendamento fu ritirato e poi ripresentato sotto questa forma in Aula, però sempre facendo riferimento alla legge regionale numero 8 del 1998, che, ricordo, è stata già notificata a suo tempo all'Unione Europea e approvata; se noi dovessimo approvare questo emendamento, probabilmente, rischieremmo di dover notificare nuovamente la legge all'Unione europea perdendo così altri 60 giorni.

Detto questo, ricordo anche agli amici che presentarono l'emendamento in Commissione, che la Giunta si è detta favorevole a inviare, nonostante non vi sia alcun obbligo in legge, tutti i programmi alle Commissioni affinché possano prenderne visione, discuterne, dare pareri, che sono sicuramente consultivi, per dare la possibilità alla Giunta, se necessario, di poter fare delle variazioni.

Per questo, cari amici, io non posso accogliere l'emendamento. Il parere quindi è negativo.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

USAI, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. L'emendamento numero 3 non è accoglibile per due ordini di fattori: primo, perché evidentemente riteniamo che sia in contrasto con le norme comunitarie; secondo, perché stravolgerebbe il testo della norma finanziaria. Per quanto riguarda invece, l'emendamento numero 5, così come ha detto l'onorevole Frau, noi non ci sottraiamo alla richiesta di consultare la Commissione, possiamo assumere tale impegno a livello politico, non possiamo recepire tale richiesta come emendamento aggiuntivo alla norma perché si modificherebbe la legge regionale numero 8 del 1998, che andrebbe rinotificata con conseguente perdita di ulteriori 60 giorni di tempo.

L'impegno che la Giunta assume è quello di inviare alle Commissioni, per il parere, qualsiasi atto approvi in sede collegiale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ortu. Ne ha facoltà.

ORTU (R.C.). Noi abbiamo deciso di discutere nel merito il disegno di legge; non pensiamo che utilizzare un'ora dei lavori di questo Consiglio sia cosa inutile. Pensiamo che sia necessario, che serva anche a fare chiarezza rispetto alle cose che sono state dichiarate nel corso di queste settimane, di questi giorni, in Commissione e anche stamattina in aula, e questi ultimi interventi, tra l'altro, dimostrano che tale esigenza persiste. L'onorevole Contu diceva prima che avremmo esaminato nel proseguo dei lavori problema di coinvolgere le Commissioni, dando l'idea che non sull'articolo 1, ma sul successivo articolo 2, ora in discussione, lui e la maggioranza sarebbero stati disponibili ad accogliere la richiesta, che noi abbiamo riproposto all'Aula, dopo averla avanzata in Commissione, che i programmi degli interventi vengano definiti sentito il parere delle Commissioni, parere che deve essere espresso entro sette giorni dall'iscrizione all'ordine del giorno, quindi in termini tali da non consentire ad alcuno atteggiamenti irresponsabili e dilatori. Le Commissioni sono presiedute da consiglieri della maggioranza, hanno una maggioranza, quindi , se c'è la volontà politica, possono esprimere il proprio parere addirittura nel giro di 48 ore; ricordo che in Commissione agricoltura si parlava del termine di cinque o di sette giorni e che si è indicato quello di sette giorni, su richiesta del Presidente della Commissione sanità, per dare la possibilità di convocare le commissioni. Peraltro la norma prescrive che qualora non si creassero le condizioni per esprimere il parere entro tale termine, si darebbe per acquisito. Questo la dice lunga sulla disponibilità da noi dimostrata sia sull'articolo 2, sia sull'articolo 1, che è ben altra cosa. Noi chiedevamo allora e continuiamo a porre questa esigenza, di poter discutere l'impalcatura complessiva del programma di intervento, al fine di verificare che al centro del programma venga posta la lotta all'eradicazione della malattia. Questa era ed è la portata della nostra proposta.

Oggi si dice, tra l'altro, che ci sarebbero richiami a norme non notificate in sede comunitaria, che inficerebbero l'iter di questa legge o i relativi programmi. Ma se poc'anzi abbiamo votato un emendamento presentato dalla maggioranza, che richiama una legge di trent'anni fa mai notificata in sede comunitaria! Mi consentite, almeno, di far rilevare questa incongruenza? Si è fatto rinvio, nella precedente norma, ad una legge di trent'anni fa, mai notificata, e questo non costituisce un problema, mentre molto probabilmente porterà al blocco di questa legge e del relativo programma, perché chiederanno di conoscere quel dettato di legge e di poter esprimere un parere su di esso.

Queste sono le aperture di cui si parla a fronte dell'esigenza da noi sottolineata. Ripeto, noi pensiamo che dedicare oggi un'ora in più all'esame di un argomento così delicato dopo aver perso giorni e giorni nell'iter di discussione di questa legge, non sia tempo sprecato; un'ora in più di seduta consiliare ci potrebbe consentire di fare al meglio, invece, il nostro dovere.

Sulla importanza dell'emendamento numero 3 io ho già detto e non posso dire di più. Posso solo leggere - è qui a disposizione di chi lo vuole, ci sono le fotocopie - un volantino fatto da Forza Italia e distribuito nelle campagne, che i pastori e gli allevatori mi hanno messo a disposizione nel corso di questi giorni; è di qualche anno addietro, e su di esso vorrei sentire oggi il parere dell'allora capogruppo onorevole Pittalis. Forza Italia diceva: "Salviamo la pastorizia. I pascoli sono in ginocchio per la dissennata politica del centrosinistra..."

PITTALIS (F.I.-Sardegna), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. I pastori!

ORTU (R.C.). No, qui c'è scritto "i pascoli", se avete scritto i pascoli e non i pastori sono sempre cavoli vostri. Qui c'è la fotocopia, onorevole Pittalis, e c'è anche l'originale, e se poi lo vuol vedere in formato più grande può trovarlo nel comune di Pabillonis, che oggi ha un sindaco di centrodestra, affisso nella bacheca che hanno costruito i pastori.

TUNIS MARCO (F.I.-Sardegna). Sarà stato scritto da Forza Italia del Campidano.

ORTU (R.C.). No, è redatto a cura del Gruppo Consiliare Forza Italia, via Roma numero 25, numero di telefono e relativo fax. "I pascoli sono in ginocchio per la dissennata politica del centrosinistra", e poi continua: "Diciamo no alle scelte nefaste di questa Giunta incapace. Aiutateci ad aiutarvi. Aiuta Forza Italia". Ai pastori sardi Forza Italia propone mutui agevolati a tasso zero. Ebbene, io vi ho proposto un emendamento che vi consente di tener fede all'impegno contenuto in questo volantino che avete distribuito in tutta la Sardegna. Adesso vediamo, la Giunta ha già risposto. Questa è la coerenza che viene ribadita in questo Consiglio da parte di Forza Italia e della maggioranza!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Demuru. Ne ha facoltà.

DEMURU (D.S.). Scusate, io non volevo e non voglio interrompere il clima politico che si è creato adesso, però voglio intervenire sulla norma in discussione, cioè l'emendamento numero 5. I dubbi che sia l'onorevole Frau che la Giunta hanno espresso sulla possibilità che la legge numero 8 possa essere richiamata dalla Unione Europea, certamente pongono problemi anche a noi, e quindi se l'interpretazione che è stata qui data, che sinceramente io non condivido, fosse fondata, questo certamente ci indurrebbe a riflettere, perché noi non vorremmo assolutamente che ci fosse un ritardo, anche minimo, a causa di questo emendamento.

Per quanto ci concerne noi siamo disponibili al ritiro, evidentemente soddisfatti anche dall'impegno assunto dall'Assessore, di coinvolgere comunque le Commissioni. Aggiungo un particolare, che chiaramente l'onorevole Frau non ha citato, che qualche consigliere, anche di maggioranza, voleva che il parere fosse addirittura vincolante; poi, evidentemente, a seguito di una trattativa ci si è accordati sulla formulazione contenuta in questo emendamento. Detto questo rimane quanto ho affermato: per quanto mi concerne io sono disponibile, in presenza di un parere degli uffici che attesti che il rischio di un ritardo, causato dalla necessità di notificare all'Unione Europea la legge numero 8, sia consistente, a ritirare l'emendamento; in alternativa, se questo rischio non ci fosse, io penso che l'emendamento debba rimanere. Vediamo, nella discussione, se qualcuno vuole contribuire a risolvere e a chiarire meglio questo dubbio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (C.C.D.). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, per quanto concerne l'emendamento numero 3, io più che avere perplessità dal punto di vista comunitario, anche se ho qualche dubbio, sarei molto più preoccupato, invece, per le sue implicazioni di carattere finanziario. Questo è un emendamento che, tra l'altro, è stato presentato in Aula, ma non è stato esaminato né dalla Commissione competente e tampoco dalla Commissione Bilancio. Tasso zero significa che la Regione dovrebbe accollarsi totalmente gli interessi, più gli ammennicoli, cioè il resto. Allora io mi permetto di fare il cosiddetto calcolo della domestica: voi sapete benissimo che l'indebitamento del settore è molto alto, e quando si parla di mutui quindicennali, il cui tasso venga posto per intero a carico della Regione, significa che in 15 anni noi dovremo spendere una somma quasi pari, se non superiore, alla somma che si deve restituire. Il che vuol dire, in parole più povere, che, siccome oggi noi abbiamo un indebitamento che supera le centinaia e centinaia di miliardi, a mio giudizio, bisogna che sappiamo che, approvando questo emendamento, dovremo spendere centinaia di miliardi. Io personalmente sarei favorevole a questa proposta, figuriamoci se non lo sono, però qualcuno mi deve dire da dove prendiamo le risorse necessarie.

(Interruzione del consigliere Ortu)

Sì, ho visto, ma 5 miliardi fanno semplicemente ridere. Vuoi che ti faccia dei calcoli? Posso anche farteli: con questa somma tu accontenti al massimo 50 o 100 persone, ma facendo uno sforzo e considerando un debito medio di trenta - quaranta milioni a testa. Questa è la verità. Siccome io so bene che in queste situazioni non si trovano cento agricoltori, ma se ne trovano migliaia, se fosse possibile trovare copertura finanziaria per questo emendamento, in linea di principio non sarei contrario, anzi sarei favorevole, ma il problema finanziario me lo devo porre, perché, ripeto, questo emendamento è venuto in Aula senza che sia stato esaminato dalla Commissione di merito, e neanche dalla Commissione bilancio. Quindi a mio modesto avviso, a norma di Regolamento, questo emendamento dovrebbe essere esaminato dalla Commissione bilancio, prima di essere discusso dall'Aula, perché comporta un notevole impegno finanziario. L'intendimento è buono, è giusto, mi trova persino favorevole, ma, onestamente, ho grosse perplessità, dal punto di vista finanziario, senza contare anche le perplessità dal punto di vista della sua compatibilità con l'ordinamento comunitario, giacché altre volte ci sono stati vietati interventi di questo genere.

Sull'emendamento numero 5 vorrei precisare, onorevole Ortu, poiché ha affermato che lo condivido, che non sono favorevole, avendo io detto soltanto che del problema del coinvolgimento del Consiglio avremo discusso dopo, in sede di esame dell'emendamento numero 5, sulla cui ammissibilità nutro qualche dubbio essendo già stato approvato l'emendamento numero 1, che dispone che il piano va approvato dalla Giunta. E` vero che l'emendamento numero 5 dice: "Viene approvato dalla Giunta su parere della Commissione", quindi sembrerebbe che tra le due norme non vi sia contrasto; ma non ne sono del tutto sicuro. Ma non è questo il problema che intendo sollevare. Io penso che, in linea di massima, sentire anche le Commissioni, coinvolgerle, non sia sbagliato, questo lo dico rivolgendomi all'Assessore. Ho apprezzato il fatto che l'Assessore abbia accolto l'emendamento come raccomandazione; ma allora è chiaro che il testo non dovrebbe essere questo, il termine previsto non dovrebbe essere di sette giorni dall'iscrizione all'ordine del giorno, ma di sette giorni dall'invio del programma da parte della Giunta, perché può anche accadere che il programma non venga subito posto all'ordine del giorno, e possano passare anche 10 o 15 giorni. Probabilmente qui si tratta di uno sforzo di buona volontà, sia da parte della Giunta che dei Consiglieri; è utile, a mio modesto avviso, coinvolgere, non soltanto il Consiglio, ma anche le parti sociali. D'altra parte l'emendamento che è stato presentato dai colleghi del Gruppo D.S. dice: "fatti gli opportuni accertamenti" e così via, il che presuppone che si debbano sentire anche le parti sociali. Io non sono, sostanzialmente, contrario all'emendamento sempre che non comporti un ulteriore ritardo di un iter che noi vogliamo, per quanto è possibile, spedito. Quindi, se i colleghi che hanno presentato l'emendamento, accogliessero l'impegno assunto dalla Giunta, di consultare la Commissione, sia pure in maniera molto rapida, io penso che potrebbe essere questa la soluzione migliore.

PRESIDENTE. Ha domandato la parola il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.-Sardegna). Io concordo con la tesi dell'onorevole Contu, in quanto si è dibattuto moltissimo in Commissione su questa procedura, finalizzata non tanto a porre sotto controllo e tutela quello che la Giunta avrebbe dovuto fare e programmare, bensì a dare alla Commissione il ruolo che le spetta. In parole povere, abbiamo concordato sulla proposta di imporre un termine massimo di 7 giorni per l'espressione di questo parere da parte della Commissione, proprio per accelerare i tempi. Però senz'altro anche questo potrebbe causare un aggravio e un ritardo nei tempi; quindi condivido la proposta della Giunta di assumere l'impegno di presentare alla Commissione il programma che vuole adottare. Concordo pertanto con la tesi prospettata dall'onorevole Contu. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Pensavo che l'emendamento numero 3 fosse finalizzato a dare risalto ad un volantino fatto circolare da una forza politica, che proponeva una cosa non proponibile. Se così non è, dichiaro di essere contrario, perché l'Unione Europea, nella direttiva adottata, stabilisce che si può indennizzare sino al cento per cento del danno subito; noi riteniamo che tale indennizzo all'allevatore vada dato tutto, e possibilmente subito, sia per l'animale abbattuto, attraverso le USL, sia per mancato reddito, attraverso il comune, come abbiamo previsto nella legge, sulla base di quanto lo stesso allevatore certifica.

Oltre quell'indennizzo, che secondo me va dato subito, e quindi abbiamo bisogno di accelerare l'iter di erogazione, non è possibile aggiungere altro, altrimenti si rischia, con quella norma, il verificarsi di quanto è avvenuto nel 1989 con la legge numero 44, con la quale si è fatto semplicemente un favore alle banche; tale legge prevedeva che si potessero anche fare mutui di assestamento; gli agricoltori hanno contratto i mutui convinti che la Regione avrebbe pagato gli interessi; quando la Regione ha iniziato a pagarli, la Comunità europea ha posto in essere una procedura di infrazione, che ha portato alla condanna della Regione perché, quantificando gli interessi che la Regione avrebbe pagato per ogni agricoltore (in realtà li avrebbe pagati non all'agricoltore, ma alla banca) si era accertato che erano superiori e non pari al danno subito, con il risultato che l'agricoltore ha stipulato un mutuo convinto di pagare interessi del 3% o 4% , e poi si è trovato a dover pagare interessi del 15%, 16%, che in qualche caso non riesce neanche a ricontrattare, cosa che ha decretato la morte delle aziende agricole.

Per cui io pensavo che l'emendamento numero 3 fosse, e mi auguro sia ancora così, provocatorio, presentato solo per rigettare uno slogan proposto a suo tempo in un volantino da una forza politica, però non lo condividevo, e non lo condivido neanche adesso, perché comunque renderebbe la legge inattuabile e gli agricoltori e gli allevatori vogliono subito gli indennizzi per i danni subiti, non mutui i cui interessi la Regione si impegna a pagare, e poi, magari fra due anni, a seguito della condanna dell'Unione Europea, e devono pagare loro a tasso pieno.

Sull'emendamento numero 5 è chiaro che la Giunta ha capito cosa vogliamo: noi vogliamo essere coinvolti, per poter contribuire, come è nostro dovere alla elaborazione delle direttive. Io ero relatore della legge numero 8, e quindi sarei quello meno indicato a criticare la per non aver previsto il parere della Commissione, essendo tra i responsabili della mancata previsione di tale norma. Ciò che mi ha convinto a ritirare l'emendamento, e invito anche i colleghi a farlo, se sono d'accordo, è un'argomentazione portata in sede tecnica: se questa legge prevede un iter per cui il programma degli interventi, prima di essere trasmesso all'Unione Europea, sia approvato dalla Commissione e poi dalla Giunta, è evidente che il piano che prevede indennizzi per il mancato reddito, e per lo spostamento delle greggi, che la Giunta a ha già approvato il 3, dovrà attendere che la legge sia pubblicata, dovrà essere riapprovato dalla Giunta, trasmesso alla Commissione, la quale darà il suo parere, e poi riapprovato dalla Giunta e infine notificato all'Unione Europea, la quale, deve esprimere il proprio parere entro 60 giorni. Un iter che non coglie l'emergenza.

Io penso che noi oggi potremmo, a mio parere, valutare positivamente l'impegno assunto dalla Giunta di sentire la Commissione su quel programma, e quindi di poter apportare delle modifiche, anche se non è previsto dalla legge, e di approvare al più presto, anche domani, il disegno di legge, che è già all'ordine del giorno, di adeguamento della legge numero 8 alle direttive comunitarie, senza intralciare questa legge.

PRESIDENTE. Ha domandano di parlare il consigliere Demuru. Ne ha facoltà.

DEMURU (D.S.). Poiché è rimasto in sospeso il problema del ritirodell'emendamento numero 5, alla luce anche di queste nuove argomentazioni, personalmente sono favorevole. Stante che io ho firmato anche l'emendamento numero 3, avendo esso esaurito, di fatto, il motivo per cui era stato presentato, ritiro la mia firma anche dall'emendamento numero 3.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Poche parole per dire che né l'emendamento 3, né l'emendamento 5, hanno esaurito la loro funzione se, presentati all'Aula per essere discussi e votati, poi vengono, di fatto, ritirati. Possono essere respinti, ma la loro funzione non era di fornire l'occasione per dire qualche parola, per poi non avere effetto; questo sia per l'uno, sia per l'altro.

L'emendamento 3, al di là dell'argomento politico forte, che il collega Ortu ha utilizzato che, cioè, il suo contenuto è stato oggetto di una proposta avanzata pubblicamente nei confronti del popolo dei pastori e degli allevatori, dal partito di maggioranza relativa di questa compagine di governo, cioè da Forza Italia, dal suo Gruppo consiliare, non da una struttura periferica di partito, che nella sua autonomia o bizzarria utilizza il simbolo di una forza politica, per cui si possa dire: "Questa proposta non impegna il partito, è stata avanzata dalla sezione di Pabillonis"; non è così, è stata avanzata dal Gruppo consiliare Forza Italia, capogruppo l'onorevole Pietro Pittalis, attuale Assessore del Bilancio e della Programmazione, che ha proposto pubblicamente al popolo dei pastori, degli allevatori della società sarda, in cambio di un consenso, ovviamente, in una attività di scambio, legittima sul piano politico: io mi impegno a condurre una battaglia, a proporre alle istituzioni dove io siederò, se tu mi darai il tuo voto, di farti avere mutui a tasso zero. Molti di loro ci hanno creduto, ed evidentemente vi hanno pure votato; però voi gli dite oggi: "Quello che io vi dicevamo non era vero, era illegittimo, era improponibile". Se non era uno scherzo, perché in politica e con la gente, quando si chiede il consenso non si dovrebbe tanto scherzare, era un inganno.

Noi siamo un'assemblea politica, rappresentativa di interessi sociali, e li dobbiamo rappresentare in modo corretto, quindi non è una cosetta richiamare questo fatto, e noi non possiamo accettare l'idea che Forza Italia e il suo capogruppo di allora, attuale Assessore della programmazione e del bilancio, oggi al governo della Regione, siano ingannevoli. Noi non accettiamo questa idea, noi accettiamo l'idea che avanzassero in buona fede quella proposta, che fosse, cioè, legittima, e che, se era legittima allora, posto che l'Unione Europea esisteva anche allora, non comprendiamo perché sia illegittima oggi. Volevo solo dire che se c'è da dire no ad una proposta, basta usare altri argomenti e dire: "Ho cambiato idea, non sono d'accordo perché lo proponete voi, voi tre, là in fondo, comunisti, che cosa volete? Sarà anche giusto quello che dite voi, ma qualunque cosa diciate voi comunisti non va bene, anzi, se qualche volta abbiamo pensato che qualche cosa che avete proposto o sostenuto andava bene abbiamo sbagliato". State attenti a non percorrere questa strada. Lo dico a quelli della maggioranza naturalmente, ieri all'opposizione, state attenti a non percorrere questa strada dell'arroganza, essere maggioranza e essere opposizione, fortuna vuole e vitalità della politica e della democrazia, che alternativamente tocchi agli uni e tocchi agli altri. Non fatevi accecare da questa arroganza, non pensate che coloro che in qualche momento possono sembrare non determinanti, perché pochi, anche quando hanno ragione, voi li possiate esiliare, e, per non rispettare la parola data, possiate cancellare tre giorni dopo quello che avete affermato tre giorni prima; non usate quest'arma, autolesionista peraltro, dell'arroganza. Ciò vale per questo e per altri argomenti.

Quindi noi prendiamo atto che voi siete contrari sul merito; non siamo d'accordo, ma rispettiamo la vostra opinione, però non giocate con l'opinione pubblica, non giocate con gli interessi sociali seri, con la gente che evidentemente ha creduto in ciò che gli avete detto, e non dite oggi che quanto avevate proposto allora era illegittimo, che non era proponibile, che era un gioco, perché la politica non è un gioco. Non ingannate gli altri e non ingannate o non tentate di ingannare neppure noi. Prendiamo atto che non siete d'accordo, prendiamo atto che ritenete proponibile solo l'indennizzo, il contributo, che voi oggi scartate l'idea del mutuo che aiuta la capacità imprenditoriale, idea che speriamo torni un altro giorno e in un altro modo, perché il mutuo a tasso zero o a tasso quasi zero, o comunque agevolato non è proibito dall'Unione europea; questo è stato affermato con troppa leggerezza; no, l'Unione europea lo vieta in alcune condizioni, quando si tratta di mutui ordinari che attengono alla attività ordinaria di un'impresa. Certamente l'Unione europea non lo vieta quando interviene in condizioni eccezionali in cui è necessario dare sostegno all'impresa, quando una calamità naturale ha sconvolto il suo equilibrio, tant'è che stanno dando anche contributi a fondo perduto, addirittura indennizzi, per il reddito mancato; tutte cose che nella normalità non si possono fare perché ledono il principio di concorrenza; ma certamente non lo ledono quando intervengono nei momenti di grande difficoltà, di crisi; in questi casi le normative o le direttive o gli orientamenti comunitari non solo non vietano, ma addirittura consentono e incoraggiano questo tipo di interventi. Voi adesso non siete d'accordo, punto e basta. Noi vorremmo introdurre a fianco, non al posto dell'indennizzo, anche un aiuto ulteriore, quello che consente all'impresa vera, pastorale, dell'allevamento, della trasformazione, del commercio, di attingere in modo agevolato al credito per riprendersi, riorganizzarsi, magari ammodernarsi, magari migliorarsi, per uscire dalla disgrazia più forte di prima, se possibile.

Quante situazioni di questo tipo si sono verificate in altri luoghi? E` stato riconosciuto che un terremoto in un'altra parte d'Italia, nella zona nord est del Paese, è stata l'occasione, attraverso gli indennizzi, per introdurre un miglioramento di tutta l'organizzazione economica di quella parte del Paese, perché anziché speculare, con i danari ricevuti hanno non solo costruito ma innovato, e hanno prodotto come e più e meglio di prima.

Pensavamo che una qualche indicazione o un qualche sostegno, un qualche elemento in questa direzione potesse essere introdotto anche in Sardegna, non perché le disgrazie non vengano sempre per nuocere, le disgrazie nuocciono sempre, però, quando si è di fronte alle difficoltà, si può anche uscire dalle difficoltà facendo, possibilmente, un passo in avanti, anziché rimanendo allo stesso punto. Pertanto se il senso della proposta era e rimane serio, troveremo altri momenti nei quali reintrodurre questo ragionamento. Oggi prendiamo atto che la maggioranza del Consiglio nega la bontà di questa proposta, pur avendola pubblicamente avanzata in altri momenti una forza politica rilevante.

Anche l'emendamento 5 non si può dire che sia superato. Da che? Dalla dichiarazione della Giunta che comunque assume l'impegno di portare il piano in Commissione? Ma scusate, se comunque lo dovete portare in Commissione, perché non approvate l'emendamento? Se comunque lo sottoporrete al parere della Commissione, cosa vieta che formalmente questo si riconosca? La verità è che voi dite una cosa e ne fate un'altra, oppure pensate di poterne fare un'altra. Mi dispiace. Io non voglio pensare male, però noi abbiamo un compito, abbiamo un ruolo, dobbiamo valutare politicamente le cose. Non è che essendo all'opposizione pensiamo per partito preso che tutto quello che dite e fate voi non sia vero. No. Noi pensiamo che quello che dite e fate, anche quello che non condividiamo, sia vero, però non accade sempre così. Noi discuteremo domani anche di altre leggi: proponete di inserire questa norma in altre leggi. Intanto inseriamola in questa se siamo d'accordo; se poi vogliamo recepirla in altre leggi in via generale, è ancora meglio. Ma subito dopo discuteremo del fatto che la Giunta regionale pensa di non presentare all'esame del Consiglio regionale il più rilevante degli atti di programmazione, il POR, un atto che incide notevolmente nella vita e nell'economia regionale prevedendo investimenti per 8000 o 9000 miliardi, perché pensa di approvarlo da sola. Si immagini se possiamo fidarci dell'impegno generico che comunque sottoporrete alla Commissione questi programmi! Ritenete di non doverlo fare? Non fatelo. Però non ricorriamo a questo tipo di sotterfugi. Quando si fanno leggi o si inserisce la norma oppure manca. Non è che un emendamento contenente una norma di legge si può accettare come raccomandazione. La norma c'è, vale ed obbliga, se non c'è non obbliga e quindi è tutta un'altra cosa. Per queste ragioni noi manteniamo ambedue gli emendamenti, chiediamo al Consiglio di valutarli e di votarli come meglio ritiene.

PRESIDENTE. Quindi, onorevole Cogodi, fate vostro anche l'emendamento numero 5?

COGODI (R.C.). E' già nostro, è firmato anche da noi.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio.

PITTALIS (F.I. - Sardegna), Assessore del programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Intervengo perché espressioni come "inganno", "forza politica ingannevole", usate dall'onorevole Cogodi, non possono passare inosservate. Sarebbe facile per me dire che lui e il suo gruppo hanno fatto sempre politica ingannevole nei confronti dei sardi e degli italiani, ma non voglio abassarmi al suo stesso livello e chiarirò il contenuto di questo volantino che non è un emendamento, si badi, è un volantino in cui si diceva alla Giunta allora in carica, di cui faceva parte l'onorevole Cogodi, in funzione anche autorevole, quale assessore di un importante assessorato,: "In primavera importanti appuntamenti ci attendono a Bruxelles, destinati a mutare il volto all'agricoltura e all'allevamento". Si chiedeva a quella Giunta di portare in quella sede la voce autorevole della Sardegna, avanzando una serie di proposte per il comparto della pastorizia. Allora l'onorevole Cogodi, che era componente e protagonista in quella Giunta, non ha assolutamente svolto alcuna azione politica nei confrontu dell'Unione europea, poi è sopraggiunta la notizia che l'Unione europea aveva addirittura iniziato una procedura di infrazione nei confronti dei provvedimenti adottati dalla Regione, come ha ricordato nel suo intervento corretto e puntuale, di cui devo dargli atto, l'onorevole Siro Marrocu per cui vi risparmio la parte sull'atteggiamento assunto dall'Unione europea su questa materia, perché ha già riferito lui.

Ma se allora l'onorevole Luigi Cogodi, che era parte fondamentale di quella Giunta di centrosinistra, avesse portato a Bruxelles la voce dei pastori, proprio questa rivendicazione, dei mutui a tasso zero, che a voce alta chiedeva Forza Italia, si sarebbe potuta contrattare. Onorevole Cogodi, la nostra era una richiesta legittima, era compito della Giunta allora in carica portarla a Bruxelles, questo è detto anche nel volantino, oggi il mondo agricolo piange le conseguenze della sua omissione. Sarebbe facile, onorevole Cogodi, dirle: "Lei si è occupato troppo di Cuba e dei viaggi a Cuba, poco dell'agricoltura".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vassallo. Ne ha facoltà.

VASSALLO (R.C.). Signor Presidente, signori Consiglieri, io non voglio far polemica sul volantino e sulle interpretazioni che l'onorevole Pittalis ne ha dato. Voglio stare alla sostanza della nostra proposta, proposta che a suo tempo fece anche Forza Italia. Mi auguro che l'invito non fosse rivolto soltanto alla Giunta di allora, ma che sia rivolto anche alla Giunta ora in carica, anzi, dato che oggi avete gli strumenti per attuare le cose che a suo tempo avete propagandato attraverso volantini e quant'altro, l'invito è ancora più pressante.

Io mi aspettavo che da parte della Giunta regionale non si liquidasse l'argomento con l'unica argomentazione che la proposta sarebbe incompatibile con le norme comunitarie, perché, vedete, qualche cosa l'ha già detta Luigi Cogodi sulle norme comunitarie, su come vanno interpretate, quando valgono e le fattispecie a cui vengono applicate. In secondo luogo mi aspettavo che la proposta quanto meno meritasse di essere approfondita e valutata, mi aspettavo che da parte dei consiglieri, compreso Siro Marrocu, che sostiene la stessa posizione, si articolasse una proposta diversa; anche perché mi risulta che questo emendamento è stato presentato nella giornata di ieri, è stato esaminato dalla Commissione, e se vi era la volontà di approfondirlo, vi erano il tempo e il luogo per farlo. Probabilmente non si è voluto fare questo approfondimento, si è voluta liquidare questa proposta, che noi riteniamo e fondamentale, come questione di secondaria importanza.

Perché dico questo? Perché se si ritiene che l'emendamento così come formulato sia troppo oneroso, visto che è riconosciuto da tutti che gli allevatori devono affrontare una situazione talmente grave che troveranno difficoltà a far fronte agli impegni assunti, così come ampiamente dimostrato e anche ben argomentato dall'onorevole Ortu, facendo riferimento alla ripartizione dei costi fissi delle aziende su un numero di capi di bestiame inferiore, per cui è chiaro che le provvidenze che stiamo prevedendo non saranno sufficienti e prima di recuperare questa situazione di difficoltà passerà del tempo, quanto meno occorreva valutare la possibilità di intervenire dilazionando i mutui in scadenza per un certo periodo di tempo. Ripeto che forse questo problema meritava di essere approfondito, almeno per intervenire sulle scadenze più ravvicinate alle quali gli allevatori probabilmente non sono grado di far fronte.

Se volessimo approfondire la questione che è stata posta in campo con questo emendamento, probabilmente ci convinceremo che le azioni che abbiamo previsto, pur essendo positive, non rispondono compiutamente alle reali esigenze di un settore da tutti noi considerato strategico. Ecco perché non mi soddisfa né la risposta dell'Assessore che ha liquidato la questione con una argomentazione semplicistica in riferimento alla normativa comunitaria, che sarebbe stata superabile, stando a questa seconda proposta che facevo, cioè dell'intervento per un periodo di tempo limitato sui mutui già contratti, se si rimanesse all'interno del de minimis, che la stessa Unione Europea ha stabilito.

In Secondo luogo, si evince chiaramente, proprio dall'atteggiamento sia della Giunta, ma io ritengo anche dell'Aula complessivamente che probabilmente di questa questione non importa niente a nessuno. Per cui prendo atto di questo atteggiamento, che mi sembra si stia consolidando. Bene ha fatto il mio Capogruppo a dire che mantiene tutti e due gli emendamenti, perché voglio vedere come l'Aula si esprimerà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.).Intervengo pochi secondi, per completezza di esposizione e anche perché rimanga agli atti del Consiglio. Non è vero che il documento al quale ci siamo riferiti, quello del Gruppo di Forza Italia rivolto ai pastori e agli allevatori, contenesse una proposta avanzata alla Giunta regionale di allora affinché la riproponesse in sede comunitaria. Era una proposta rivolta alla Giunta regionale. Noi ci siamo limitati a leggere il primo punto, ma l'onorevole Assessore e tutti i colleghi hanno il documento di fronte a sé, da cui cito testualmente: "Forza Italia propone ai pastori sardi: primo, mutui agevolati a tasso zero," ed è ciò che noi stiamo proponendo, "secondo, la semplificazione delle procedure burocratiche," e non credo sia l'Unione Europea a dover semplificare le nostre procedure burocratiche, "terzo, una riforma concreta degli enti agricoli", che non credo dovesse riformarli l'Unione Europea. Era una proposta alla Giunta regionale di allora, punto. Ripeto, si può dire e disdire, si può dire una cosa e poi farne un'altra, si può anche cambiare opinione, però, onestà intellettuale vuole che si riconosca quello che si fa di volta in volta e non si dica che era un'altra cosa. Era questa la proposta scritta e certificata, ed è giusto che così rimanga consegnata, per quanto varrà, agli atti del Consiglio regionale.

Questa è la nostra dichiarazione di voto, che ovviamente implica il nostro voto favorevole ai due emendamenti, dei quali chiediamo la votazione nominale.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 3 è stata chiesta la votazione nominale. Chiedo ai consiglieri che appoggiano questa richiesta di alzarsi.

COGODI (R.C.). Noi siamo tre.

PRESIDENTE. Allora, onorevole Cogodi, la richiesta non può essere accolta.

Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Si dia lettura dell'articolo 3.

CAPPAI, Segretario:

Art. 3

Sostegno agli allevatori

1. A sostegno dei maggiori costi per l'alimentazione del bestiame derivanti agli allevatori dal divieto di spostamento di ovini, caprini e bovini, disposto con decreto dell'Assessore dell'igiene, sanità e assistenza sociale e del divieto di movimentazione degli stessi animali verso la restante parte del territorio nazionale e verso gli stati membri della U.E. disposta dal Ministro della Sanità, è autorizzata la spesa di lire 10.000.000.000 sotto forma di aiuti. La misura dell'aiuto è commisurata alle maggiori spese effettivamente sostenute e comunque non può superare l'importo delle stesse (cap. 06124).

PRESIDENTE. Se nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 3 bis.

CAPPAI, Segretario:

Art. 3 bis

Contributo alle imprese di trasformazione e commercializzazione

1. L'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere un contributo alle aziende e alle cooperative di raccolta, trasformazione e commercializzazione dei prodotti zootecnici per le quali, a causa dell'epidemia di febbre catarrale degli ovini, si sia determinato un aggravio di oneri derivante da riduzione dei conferimenti dovuti in base ad obblighi statutari o contrattuali.

2. Il contributo è concesso a condizione che:

a) le aziende e cooperative di cui al comma 1 abbiano sede legale e stabilimento in Sardegna;

b) la riduzione dei conferimenti non sia inferiore rispettivamente al 20 o al 30 per cento rispetto alla media dell'ultimo triennio, a seconda che le aziende o le cooperative siano insediate o meno in zone svantaggiate.

3. Il contributo concesso non può essere superiore alle perdite connesse con la riduzione dei conferimenti.

4. Le direttive di attuazione degli interventi sono fissate dalla Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, sentito il parere della Commissione consiliare competente in materia di agricoltura che lo esprime entro sette giorni dal ricevimento della richiesta.

5. L'onere derivante dall'attuazione del presente articolo è determinato in lire 5.000.000.000 per l'anno 2000 (cap. 06141-01).

PRESIDENTE. All'articolo 3 bis è stato presentato l'emendamento numero 4. Se ne dia lettura.

CAPPAI, Segretario:

Emendamento soppressivo parziale Rassu - Marrocu - Frau - Onnis - Ortu

Art. 3 bis

All'articolo 3 bis comma 1 sono soppresse le parole "e commercializzazione". (4)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Rassu per illustrare l'emendamento numero 4. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I.-Sardegna). Con questo emendamento si sono volute togliere le parole "e commercializzazione", in quanto si vuole impedire alle aziende che non facciano raccolta e trasformazione, ma solo commercio dei prodotti, di poter avere accesso agli incentivi, perché lo scopo degli incentivi è quello di risarcire le aziende che per la mancanza della materia prima, cioè del latte, a causa della moria del bestiame, non possono conferire il prodotto ai centri di trasformazione, principalmente le cooperative pastori. Quindi questo articolo è fatto solo ed esclusivamente per consentire l'intervento a favore di quelle aziende e cooperative alle quali per la moria del bestiame non è possibile conferire il latte, che è giusto abbiano il contributo, mentre non è giusto che lo abbiano le aziende commerciali. Questo è il senso dell'emendamento.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il relatore Frau.

FRAU (A.N.), relatore. L'emendamento si accoglie.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

USAI, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Si accoglie.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'articolo 3 bis. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 3 ter.

CAPPAI, Segretario:

Art. 3 ter

Priorità alle aziende danneggiate

1. Alle aziende agricole che, a causa dell'epidemia della febbre catarrale degli ovini, abbiano subito una perdita del capitale bestiame non inferiore al 20 per cento è attribuita la priorità nella concessione dei finanziamenti previsti dalla normativa regionale per l'acquisto di scorte vive. La priorità è limitata alla ricostituzione del capitale bestiame morto a seguito dell'epidemia.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 3 quarter.

CAPPAI, Segretario:

Art. 3 quater

Procedura per la concessione degli aiuti

1. Gli aiuti a favore delle aziende agricole previsti dagli articoli 2, 3 e 3 bis sono erogati direttamente dai Comuni interessati ai quali gli operatori devono presentare apposita domanda corredata da autocertificazione. I Comuni competenti, anche con il sostegno dell'Amministrazione regionale e degli Enti regionali, accertata la sussistenza dei requisiti per l'erogazione degli aiuti, provvedono alla liquidazione degli stessi nei termini e con le modalità stabiliti dalla Giunta regionale con le direttive di cui agli articoli 23 della legge regionale n. 8 del 1998 e 3 e 3 bis della presente legge.

2. Qualora i comuni non provvedano alla liquidazione degli aiuti entro i 90 giorni successivi alla data di presentazione delle domande di cui al comma 1, l'Amministrazione regionale provvede in sostituzione, direttamente o tramite enti, organismi o singoli funzionari all'uopo delegati.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 3 quinquies.

CAPPAI, Segretario:

Art. 3 quinquies

Campagna informativa

1. Al fine di evitare che l'allarme suscitato nell'opinione pubblica dall'insorgere dell'epidemia di febbre catarrale degli ovini determini la riduzione del consumo di prodotti agroalimentari, l'Amministrazione regionale è autorizzata a realizzare una campagna informativa che rassicuri sulla inesistenza di effetti nocivi per l'uomo e sulla assoluta sicurezza, sotto il profilo sanitario e nutrizionale, dei prodotti alimentari degli allevamenti sardi immessi, sotto rigoroso controllo, nei canali commerciali. Per l'attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di lire 1.000.000.000 per ciascuno degli anni 2000 e 2001.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 4.

CAPPAI, Segretario:

Art. 4

Comandi

1. Al fine di consentire l'attuazione degli interventi di cui alla presente legge è autorizzato, fino al 31 dicembre 2001, il comando presso gli Assessorati dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale di un numero massimo di 20 unità di personale tecnico qualificato dipendente dagli enti regionali e dalle Aziende-USL.

2. I comandi di cui al comma 1 non sono computati nella determinazione dei limiti numerici stabiliti dal comma 2 e dal comma 5 lettera a) dell'articolo 40 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 "Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione".

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 5.

CAPPAI, Segretario:

Art. 5

Esecuzione degli aiuti

1. Gli aiuti alle imprese istituiti dagli articoli 2, 3 e 3 bis della presente legge sono attuati dall'Amministrazione regionale solo dopo la loro approvazione da parte della Commissione Europea o solo dopo il decorso del termine previsto per l'esame degli aiuti da parte della Commissione stessa.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'articolo 6.

CAPPAI, Segretario:

Art. 6

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, valutati in L. 157.400.000.000 nell'anno 2000 e in L.55.400.000.000 nell'anno 2001, si fa fronte:

- quanto a L.107.400.000.000 nell'anno 2000 e a L.55.400.000.000 nell'anno 2001 con le variazioni di cui al successivo comma;

- quanto a L.50.000.000.000 mediante contrazione in una o più soluzioni in relazione alle effettive esigenze di cassa della Regione di un prestito di pari importo; detto prestito è rimborsato mediante un tasso di interesse da corrispondere posticipatamente entro il 31.12.2001.

2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2000 e 2001 sono introdotte le seguenti variazioni:

ENTRATA

In aumento

Cap. 36203 (DV)

Recuperi dai conti correnti intestati alla Regione, aperti ai sensi della legge regionale 7 gennaio 1975, n.1.

2000 L. 9.000.000.000

Cap. 36119 (N.I.) 3.6.1.

Rimborsi dallo Stato, ai sensi delle leggi 2 giugno 1988, n.218 e 23 gennaio 1968, n.34, delle somme anticipate per l'attuazione degli interventi di cui alla presente legge

P.M.

Cap. 51010 (N.I.) (5.1.10)

Ricavo dei prestiti contratti per fronteggiare l'epizoozia "blue tongue"

2000 L. 50.000.000.000

SPESA

In diminuzione

01 - PRESIDENZA

Cap. 01001

Spese per il Consiglio regionale

2001 L. 9.500.000.000

03 - PROGRAMMAZIONE

Cap. 03107

Versamento al bilancio dello Stato delle eccedenze annuali di risorse finanziarie derivanti dall'IRAP ai sensi degli artt. 41 comma 2 e 42 comma 7 del Decreto Legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (art. 37 della legge di bilancio) (spesa obbligatoria)

2000 L. 63.575.000.000

Cap. 03147/02

Quota interessi delle rate d'ammortamento di prestiti obbligazionari (art.37, L.R. 5 maggio 1983, n.11, art.35 L. 23 dicembre 1994, n.724, art.1, commi 11 e 15, L.R. 8 marzo 1997, n. 8 e art. 3, della legge finanziaria) (spesa obbligatoria)

2000 L. 7.000.000.000

Cap. 03148

Spese per l'ottenimento dei mutui ed il pagamento dei diritti di commissione per la concessione della fideiussione per l'integrale e puntuale pagamento delle rate di ammortamento di mutui contratti per il ripiano dei disavanzi delle unità sanitarie locali relativi agli esercizi 1990 e 1991 (D.L. 15 settembre 1990, n. 262, convertito, con modificazioni, nella L. 19 novembre 1990, n. 334, D.L. 18 gennaio 1993, n. 9, convertito, con modificazioni, nella legge 18 marzo 1993, n. 67, art. 63, L.R. 15 febbraio 1996, n. 9 e art. 3, comma 9, della legge finanziaria) (spesa obbligatoria)

2000 L. 950.000.000

Cap. 03148/01

Quota interessi delle rate di ammortamento dei mutui contratti per il ripiano dei disavanzi delle unità sanitarie locali relativi agli esercizi 1990 e 1991 (D.L. 15 settembre 1990, n. 262, convertito, con modificazioni, nella L. 19 novembre 1990, n. 334, D.L. 18 gennaio 1993, n. 9, convertito, con modificazioni, nella legge 18 marzo 1993, n. 67, art. 63, L.R. 15 febbraio 1996, n. 9 e art. 3, comma 9, della legge finanziaria) (spesa obbligatoria)

2000 L. 2.025.000.000

Cap.03148/02

Quota capitale delle rate di ammortamento dei mutui contratti per il ripiano dei disavanzi delle unità sanitarie locali relativi agli esercizi 1990 e 1991 (D.L. 15 settembre 1990, n. 262, convertito, con modificazioni, nella L. 19 novembre 1990, n. 334, D.L. 18 gennaio 1993, n. 9 convertito, con modificazioni, nella legge 18 marzo 1993, n. 67, art. 63, L.R. 15 febbraio 1996, n. 9 e art. 3, comma 9, della legge finanziaria) (spesa obbligatoria)

2000 L. 5.500.000.000

Cap.03150/01

Quota di interessi delle rate di ammortamento dei mutui contratti per il finanziamento da parte dei comuni degli interventi destinati alle iniziative per lo sviluppo e l'occupazione previste dall'articolo 19 della legge regionale 24 dicembre 1998, n.37 (art.23 della legge finanziaria) (spesa obbligatoria)

2000 L. 8.300.000.000

Cap.03150/02

Quota capitale delle rate di ammortamento dei mutui contratti per il finanziamento da parte dei comuni degli interventi destinati alle iniziative per lo sviluppo e l'occupazione previste dall'articolo 19 della legge regionale 24 dicembre 1998, n.37 (art.23 della legge finanziaria)
(spesa obbligatoria)

2000 L. 7.050.000.000

06 - AGRICOLTURA

Cap.06086/01

Contributi e sussidi per la costruzione ed il riattamento di strade vicinali ed interpoderali e per la costruzione di acquedotti rurali (art. 17, legge 27 ottobre 1966, n. 910, legge 2 marzo 1974, n. 78, art. 9, L.R. 12 novembre 1982, n. 38, art. 39, L.R. 27 giugno 1986, n. 44, artt. 28 e 29, L.R. 24 febbraio 1987, n. 6 e L.R. 1 giugno 1993, n. 25)

2001 L. 900.000.000

Cap.06150/01 -

Spese per promuovere l'incremento e il miglioramento della produzione zootecnica, non consistenti nell'acquisizione di beni e nell'esecuzione di opere di natura immobiliare (leggi 6 luglio 1912, n. 832, 29 giugno 1929, n. 1366, 27 novembre 1956, n. 1367, L.R. 14 dicembre 1976, n. 67, artt. 8 e 17, legge 27 dicembre 1977, n. 984, art. 13, L.R. 12 novembre 1982, n. 38, art. 28, L.R. 28 maggio 1985, n. 12, art. 3, lett. l), L.R. 24 dicembre 1991, n. 39, art. 9, comma 1, L.R. 28 aprile 1992, n. 6 e art. 4, comma 3, della legge finanziaria)

2001 L. 2.000.000.000

Cap.06163/01-

Contributi e spese per il miglioramento ed il risanamento del patrimonio zootecnico (art. 17, legge 2 giugno 1961, n. 454, artt. 8 e 17, legge 27 dicembre 1977, n. 984, art. 9, comma 1, della L.R. 28 aprile 1992, n. 6 e art. 4, comma 3, della legge finanziaria)

2001 L. 10.000.000.000

Cap.06261/01 -

Contributi sulle spese di funzionamento per la gestione degli impianti consortili sostenute dai Consorzi di bonifica (L.R. 14 maggio 1984, n. 21, art. 9, L.R. 17 luglio 1987, n. 31, artt. 4 e 5, L.R. 20 marzo 1989, n. 11, art. 11, comma 1, L.R. 28 settembre 1990, n. 43, art. 11, comma 7, L.R. 6 novembre 1992, n. 20, art. 43, L.R. 29 aprile 1994, n. 18, art. 8, L.R. 21 giugno 1995, n. 16 e art. 17, comma 4, L.R. 5 dicembre 1995, n. 33)

2001 L. 8.000.000.000

07 - TURISMO

Cap.07053/01 -

Contributi per l'acquisto di aziende o strutture nonché per l'acquisto di società ed il potenziamento della fase di commercializzazione delle produzioni degli associati (art.35, L.R. 5 settembre 2000, n.17)

2000 L. 4.000.000.000

12 - SANITA'

Cap.12139/02 -

Somme da ripartire tra le Aziende USL e le Aziende ospedaliere per il finanziamento delle spese in conto capitale (art. 51, legge 23 dicembre 1978, n. 833, artt. 62 e 66, L.R. 15 febbraio 1996, n. 9 e art. 36 della legge finanziaria); contributi per l'impianto di nuovi centri ospedalieri e ambulatoriali e per il miglioramento di quelli esistenti, escluse le opere edilizie (LL.RR. 20 giugno 1950, n. 15 e 18 maggio 1951, n. 8); contributi per la prima attivazione di funzionamento di nuovi centri ospedalieri e ambulatoriali (L.R. 2 aprile 1954, n. 3, art. 135, L.R. 4 giugno 1988, n. 11 e artt.42 e 47 della legge finanziaria)

2001 L. 25.000.000.000

In aumento

01 - PRESIDENZA

Cap.01090 delle attività produttive e sociali, nonché dell'immagine della Sardegna (art. 83, L.R. 7 aprile 1995, n. 6, art. 2, L.R. 10 novembre 1995, n. 28, artt. 59 e 65, L.R. 15 febbraio 1996, n. 9, artt. 28 e 29 della L.R. 3 luglio 1998, n. 22, art. 24, comma 4, L.R. 18 gennaio 1999, n. 1 e art.3 quinquies della presente legge)

2000 L. 1.000.000.000

2001 L. 1.000.000.000

Fondo per gli interventi di pubblicità istituzionale, promozione e tutela

02 - AFFARI GENERALI

Cap.02028/01 Spese per il personale comandato presso l'Amministrazione regionale (art. 40, L.R. 13 novembre 1998, n. 31)

2000 L. 1.400.000.000

2001 L. 1.400.000.000

03 - PROGRAMMAZIONE

Cap.03118 (N.I.) (1.1.1.7.3.2.12.31)

Interessi da corrispondere su prestiti concessi per fronteggiare l'epizoozia "blue tongue"

2001 L. 3.000.000.000

Cap.03119 (N.I.) (1.1.3.1.0.5.12.31)

Capitale da rimborsare su prestiti concessi per fronteggiare l'epizoozia "blue tongue"

2001 L. 50.000.000.000

06 - AGRICOLTURA

Cap.06124 (D.V.)

Contributi alle aziende agricole danneggiate dalla alluvione del novembre 1999 (art.2, comma 1, lett.a), legge regionale 17 dicembre 1999, n.26; nonché per la concessione di aiuti per fronteggiare la epizoozia "blue tongue" (artt.2 e 3 della presente legge).

2000 L. 80.000.000.000

Cap.06141/01 (N.I.) (2.1.2.4.3.3.10.10)

Contributi alle imprese di trasformazione e di commercializzazione per le perdite connesse con la riduzione dei conferimenti a seguito della epizoozia "blue tongue" (art. 3 bis della presente legge).

2000 L. 5.000.000.000

12 - SANITA'

Cap.12194/01(N.I.)(1.1.1.6.3.2.10.10.) (08.02)

Spese, anche sotto forma di anticipazione di assegnazioni dello Stato, per fronteggiare l'epizoozia denominata "febbre catarrale degli ovini blue tongue" (art.1 della presente legge)

2000 L. 70.000.000.000

3. Le somme stanziate nell'anno 2000 in conto dei su citati capitoli e non impegnate sono conservate nel conto dei residui e vi permangono fino al loro esaurimento, se necessario.

4. A decorrere dall'anno 2001 i capitoli 06124 e 06141/01, sono soppressi e confluiscono nel capitolo 06141, il quale assume la seguente denominazione: "Indennizzi per danni subiti dalle aziende agricole per eventi calamitosi, per eccezionali avversità atmosferiche e per epizoozie e malattie vegetali (art.23, L.R. 11 marzo 1998, n.8, L.R. 17 dicembre 1999, n.26, L.R. 5 settembre 2000, n.18 e artt.2, 3 e 3 bis della presente legge)".

PRESIDENTE. A questo articolo sono stati presentati tre emendamenti. Se ne dia lettura.

CAPPAI, Segretario:

Emendamento sostitutivo parziale Frau - Onnis - Sanna Nivoli - Rassu - Marrocu - Sanna Emanuele - Sanna Alberto - Dettori Ivana - Demuru - Ortu - Cappai - Biancu - Cassano - Vargiu - Sanna Gian Valerio

Art. 6

Nel comma 2 dell'articolo 6 sono apportate le seguenti variazioni:

In diminuzione

01 - PRESIDENZA

cap. 01090 - Fondo per gli interventi di pubblicità istituzionale, promozione e tutela delle attività produttive e sociali, nonché dell'immagine della Sardegna (art. 83, L.R. 7 aprile 1995, n. 6; art. 2, L.R. 10 novembre 1995, n. 28; artt. 59 e 65, L.R. 15 febbraio 1996, n. 9; artt. 28 e 29 della L.R. 3 luglio 1998, n. 22; art. 24, comma 4, L.R. 18 gennaio 1999, n. 1 e art. 3 quinquies della presente legge)

2000 L. 1.000.000.000

2001 L. 1.000.000.000

In aumento

12 - SANITA'

Cap. 12060/01 (N.I.) (1.1.1.4.1.2.08.08) (08.02)

Spese per la realizzazione di una campagna informativa sul consumo dei prodotti agroalimentari a seguito della epidemia "blue tongue" (art. 3 quinquies della presente legge)

2000 L. 1.000.000.000

2001 L. 1.000.000.000 (2)

Emendamento sostitutivo parziale Cogodi - Ortu - Vassallo - Sanna Gian Valerio - Masia - Sanna Alberto - Marrocu - Dettori Bruno

Nell'articolo 6, comma 2, sono apportate le seguenti modifiche:

ENRATA

In aumento

Cap. 51010 2000 lire 15.350.000.000

Nella parte in diminuzione eliminare la riduzione dei capp. 03150/01 e 03150/02 rispettivamente di lire 8.300.000.000 e 7.050.000.000.

Nella parte in diminuzione integrare come appresso il cap. 04110 acquisto di beni immobili

Anno 2000 lire 16.271.000.000 (6)

Emendamento sostitutivo parziale Ortu - Vassallo - Cogodi - Sanna Alberto

All'articolo 6 sono apportate le seguenti modifiche:

IN DIMINUZIONE

La riduzione prevista di l. 4.000.000.000 della cap. 07053/01 07 TURISMO è soppressa.

IN DIMINUZIONE

La riduzione prevista del capitolo 12139/02 12 SANITA' è aumentata di lire 4.000.000.000, annualità 2000. (7)


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

PRESIDENTE. Per illustrare l'emendamento numero 2 ha facoltà di parlare il consigliere Cugini.

CUGINI (D.S.). L'emendamento numero 2 si dà per illustrato.

PRESIDENTE. Gli emendamenti numero 6 e 7 si danno per illustrati. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Frau, relatore.

FRAU (A.N.), relatore. L'emendamento numero 2 in pratica stabilisce il passaggio dei fondi dalla Presidenza della Giunta all'Assessorato della Sanità, nel capitolo di nuova istituzione 12060/01, "Spese per la redazione di una campagna informativa sul consumo dei prodotti agro-ambientali a seguito dell'epidemia di blue tongue".

Di questo problema si era parlato in Commissione nell'ultima seduta; per non fare alcuna variazione nell'articolato, nel qual caso avremmo dovuto inviarlo nuovamente alla Commissione bilancio, si è pensato, perché c'era l'accordo di tutti, anche degli Assessori interessati, di presentare in Aula questo emendamento, sul quale, quindi, si dà parere favorevole.

Dell'emendamento numero 6 non si è discusso assolutamente in Commissione, pertanto posso esprimere solo il mio personale parere; a mio avviso si tratta di un emendamento che stravolgerebbe, come ho detto anche in altre occasioni, tutta l'impalcatura della norma finanziaria e pertanto non può essere accolto. Anche l'emendamento numero 7, che prevede la riduzione di un capitolo e l'incremento di un altro capitolo, non è stato presentato in Commissione ma direttamente in Aula, pertanto la Commissione non ha potuto dare il proprio parere; personalmente sarei orientato a rimettermi all'Aula, affinché l'Aula possa valutarlo nel merito.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

USAI, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. La Giunta rigetta gli emendamenti numero 2 e 6 e si rimette all'Aula sull'emendamento numero 7.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Intervengo sull'emendamento numero 2. Le Commissioni agricoltura e sanità, unitariamente, hanno deciso di riallocare presso l'Assessorato della Sanità, togliendoli alla Presidenza, i fondi previsti per questa campagna, perché si ritiene che in questo caso non si tratti di una campagna di pubblicità istituzionale o finalizzata alla promozione dei prodotti sardi, perché se fosse così sarebbe giustificato il rilievo mosso dalla Commissione seconda che classificandola come aiuto, riteneva fosse da inserire nel disposto di cui all'articolo 5, come chiede l'Unione europea, che sottopone queste campagne pubblicitarie alla propria autorizzazione.

La sottoposizione a tale procedura avrebbe provocato un rinvio di 3-4 mesi di tale campagna di informazione, quindi possiamo dire che sarebbe intervenuta "a babbo morto". Noi riteniamo che questa campagna vada fatta subito, proprio per difendere i nostri prodotti rispetto all'allarmismo che si può creare nell'opinione pubblica, pertanto si tratta quindi di un emendamento importante. Allocando i fondi presso l'Assessorato della sanità la campagna assume la veste di informazione sanitaria, non di pubblicità; se li allochiamo invece presso la Presidenza della Giunta diverrebbe una campagna pubblicitaria.

Pertanto sosteniamo questo emendamento, e consigliamo alla Presidenza della Giunta di fare con i suoi fondi altre campagne aggiuntive a quella di educazione sanitaria; per questi motivi mi auguro che la Giunta accolga l'emendamento numero 2.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (C.S.), Presidente della Giunta. Presidente, colleghi del Consiglio, la Giunta non ha sostanziali obiezioni in ordine alla scelta che il Consiglio sta facendo, purché il Consiglio sia consapevole di quello che sta facendo. Su questo problema il Consiglio ha dibattuto a lungo negli anni scorsi, decidendo alla fine di togliere la pubblicità istituzionale ai singoli assessorati e di accentrarla nella Presidenza, non perché i soldi vengano spesi dal Presidente ma perché si è stabilita la predisposizione di un piano per la pubblicità istituzionale riguardante le competenze di diversi assessorati, l'agricoltura, la sanità, il turismo, in modo tale da realizzare un coordinamento generale tra i diversi assessorati anche sulla base delle indicazioni fornite dal Consiglio regionale.

Pertanto l'allocazione dei fondi presso la Presidenza non significa che la Presidenza ne disponga,; comunque verrà destinato un miliardo per questo intervento, si tratta di vedere a chi viene attribuita la competenza. Se il Consiglio ritiene di ritornare al vecchio sistema, non allocando queste risorse nel capitolo di bilancio della Presidenza, faccia pure; però non si inventino le cose che non esistono, non si faccia riferimento all'approvazione da parte dell'Unione europea che non esiste, allocare queste risorse nei capitoli di bilancio della Presidenza, in aggiunta a quelli già spesi, non significa che la campagna pubblicitaria da disporre con tale finanziamento debba essere autorizzata dall'Unione europea; questa è un'invenzione di non so chi, non so da dove venga fuori, è una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Vorrei che il Consiglio fosse consapevole di quello che sta facendo, se ritiene che le campagne di pubblicità istituzionale, da effettuassi in occasione di avvenimenti eccezionali come quello di cui stiamo discutendo, non avvengano secondo quei crismi e quelle regole che il Consiglio aveva adottato, deve essere consapevole che sta facendo un passo indietro rispetto a quello che aveva precedentemente deliberato e affermato.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Vorrei fare alcune considerazioni sugli emendamenti numero 6 e 7.

L'emendamento numero 6 pone una questione che ha un valore politico fondamentale. Stiamo affrontando un'emergenza, quella di un'epidemia terribile, che non solo crea danno economico nell'immediato, ma mette a rischio le prospettive di sviluppo della pastorizia e dell'allevamento in questa nostra Regione, quindi tutte le nostre attenzioni sono rivolte a trovare tutti i modi per fronteggiare questo possibile disastro.

Noi però abbiamo il dovere di sollecitare, per quanto possibile, un sforzo eccezionale per il reperimento delle risorse, cosa che in parte si è fatta, ma non a sufficienza, in modo tale che per far fronte a questa emergenza non si creino altri danni, o meglio, si attenui una linea di intervento che la Regione ha deciso su altri fronti, ugualmente caldi sul piano sociale ed ugualmente meritevoli di massima attenzione. Intendo soprattutto riferirmi alle politiche attive del lavoro: a rischio sono le greggi e una forma di economia essenziale per la Regione, però a rischio, in questa nostra Regione, e non solo di disagio economico, sono decine di migliaia di giovani che non trovano lavoro, per cui quando si toccano risorse destinate all'intervento straordinario per il lavoro e alle politiche attive per il lavoro, mai capiti che noi mettiamo in concorrenza il bisogno del pastore con quello del figlio disoccupato!

Per cui abbiamo avvertito l'esigenza di reperire questi 15-20 miliardi indicando un'altra posta di bilancio, quella per esempio relativa all'acquisizione dei beni immobili, e questa proposta non deve essere vista come segno di polemica alcuna, almeno per quanto ci riguarda, perché noi siamo fra coloro che ritengono che anche il fatto che la Regione si doti delle sue strutture logistiche, cioè che abbia casa, è un'altra priorità che questa Regione giustamente deve affrontare e deve quanto prima risolvere, non si comprenderebbe altrimenti perché sia giusto che tutti si comprino la casa e solo la Regione debba stare in case d'affitto (ha spesso le sue case affittate male o quasi regalate, però paga 30 miliardi di affitti). Chi dice che la Regione non deve acquistare i suoi uffici in buona sostanza, oggettivamente, da decine di anni a questa parte, continua a consentire che la Regione paghi 20 miliardi, adesso si avvia a pagarne 30, di affitto ogni anno; consente cioè che regali 30 miliardi ad altri invece di trasformare questa cifra, meno di 30 miliardi, in un rateo di un mutuo o di un leasing, per comprarsi la casa come fanno tutti in questo mondo.

Tuttavia abbiamo affermato che trattandosi sostanzialmente di una partita di giro, nel senso che sicuramente ci sarà una reintegrazione di quei capitoli nel prossimo bilancio della Regione, questo si può fare sia attingendo ai fondi destinati alle politiche attive del lavoro, sia ad un'altra posta di bilancio. La nostra preoccupazione era quella di non dare il segnale negativo che si stiano attenuando le attenzioni sulle politiche attive del lavoro; questo è il senso dell'emendamento.

La Giunta ha già detto, e noi ne abbiamo preso atto, che questa misura non intende indebolire l'intervento regionale in materia di politiche attive di lavoro, che qualora fosse necessario per la copertura o in conto interessi o in conto capitali, dei mutui che gli enti locali possono contrarre per le politiche attive in sede locale, in base all'articolo 19 queste somme verranno reintegrate, per cui rimaniamo in attesa degli atti conseguenti che saranno contenuti nella prossima proposta di bilancio della Regione.

Anche l'emendamento numero 7 nasce da una preoccupazione di carattere generale. Conosco bene l'umore non solo del Consiglio in generale, ma anche dei singoli consiglieri, e non vorrei che le strutture previste dall'emendamento numero 7, che hanno un nome brutto, ma un'ottima sostanza, venissero condannate a morte solo perché hanno un nome brutto. Queste strutture, che si chiamano MOC, che significa macro organizzazioni commerciali, ne abbiamo discusso in altre circostanze, anche di recente, non sono Città Mercato, si dovrebbero chiamare MOCP, perché sono le organizzazioni commerciali dei produttori agricoli che sono uno strumento previsto dalla normativa comunitaria, i cui progetti elaborati dalle associazioni dei produttori agricoli, sono stati approvati dal Governo nazionale ed anche in sede comunitaria. Invochiamo continuamente il concorso fra Regione, Stato, Unione Europea; questo è un caso esemplare di concorso, con una pratica già definita positivamente; la Regione era in ritardo, a settembre, un mese fa, nell'assestamento di bilancio, ha stanziato la sua quota di quattro miliardi, che adesso decide di cancellare, facendo venir meno, in questo modo anche l'intervento nazionale e quello comunitario. Perché? Vorremo almeno che chi ha pensato questo dica chiaramente, esplicitamente il perché. Io su questa decisione ho letto solo qualche nota di stampa, e tutti l'avranno letta, proveniente dai veri grandi commercianti, cioè dai grossisti, dall'organizzazione dell'onorevole Garzia e soci. Abbiamo letto una polemica sui giornali nei quali si affermava che si vogliono finanziare strutture commerciali. Si tratta però delle strutture commerciali dei produttori agricoli, i cui progetti sono stati già approvati dal Ministero dell'Agricoltura e dall'Unione europea, sono le strutture commerciali dei produttori che è chiaro che sono in concorrenza con le strutture commerciali dei grossisti, perché volete sopprimere questo intervento? Ma perché su una misura richiesta dalle associazioni agricole, una misura che sostiene l'economia e il reddito dei produttori, perché non si dice una parola? Su questo argomento non può rimanere questo silenzio che parrebbe essere un po' anche espressione di una qualche reticenza; ma perché solo un mese dopo che il Consiglio regionale ha approvato e sostenuto questa misura, qualcuno ha pensato che possa essere eliminata? C'è qualche dubbio? Datevi il tempo di approfondire, di conoscere meglio e di decidere con più oculatezza, occasioni per modificare un bilancio ce ne sono sempre.

Mi meraviglio un po' dell'atteggiamento di una parte della Giunta, perché l'emendamento è stato redatto così come la Giunta ha richiesto. In Commissione il collega Ortu ha posto questa questione; la Commissione non ha formalmente delibato, però in quella sede chi rappresentava la Giunta, cioè gli Assessori della sanità e dell'agricoltura, hanno detto di essere d'accordo, anzi, hanno suggerito addirittura quale fosse il modo, dal punto di vista tecnico, per risolvere questo problema. Quindi l'emendamento è stato redatto sulla scorta dell'indicazione data dalla stessa Giunta regionale. Per noi questa cosa era pacifica; perché la Giunta ci ripensa? Può darsi che abbia argomenti validi, però non possiamo ritenere che comportamenti come questo passino inosservati lasciando una traccia di incertezza, quasi di mistero perché qualcuno da qualche parte ha assunto una decisione, l'ha imposta al Consiglio regionale che, senza alcuna discussione, traccia una linea ed azzera una norma che ha redatto appena un mese fa e che è ancora fresca di stampa. Se ci sono ragioni valide le si esponga; noi che abbiamo sostenuto coerentemente questa rivendicazione delle associazioni agricole già in sede di assestamento di bilancio, proponendo una norma che il Consiglio regionale ha approvato, non possiamo tacere. Esiste una norma di Regolamento che dice che se il Consiglio non approva una norma, non può riprenderla in considerazione prima che siano trascorsi sei mesi. E' chiaro che tale regola è stata posta perché non si può essere così contraddittori approvando, prima che siano trascorsi sei mesi, una legge che è stata bocciata; mi pare che non esista una norma che vieta il caso inverso, imponendo che debbano passare sei mesi prima di modificare una norma positiva; però arrivare a modificarla dopo un solo mese, l'assestamento è appena pubblicato, i soggetti destinatari di questo intervento, cioè le organizzazioni commerciali dei produttori, che non debbono sottostare necessariamente alla mannaia dei mediatori e dei grossisti, si sono riuniti, si stanno adoperando, stanno seguendo i progetti, sono andati a Bruxelles, stanno portando a compimento le ulteriori fasi di questa procedura complessa; questa cosa non può passare così, facendo finta che non abbia importanza alcuna, che sia più utile recuperare i danari per la lingua blu; qui non c'è la lingua blu, qui la lingua è un'altra, per favore questa lingua si sciolga e qualcuno dica qual è la ragione che ha portato a questo ripensamento con queste modalità e in questi tempi.

Questa decisione non è maturata nella Commissione di merito, io l'ho vista apparire nell'articolato della Commissione Bilancio, in un momento peraltro in cui eravamo impegnati su altri fronti e non abbiamo potuto esplicare il nostro ruolo, però nella Commissione di merito il collega Ortu ha posta il problema e non è stato contraddetto, anzi, la Giunta in quella sede ha suggerito anche il modo attraverso cui recuperare le somme che erano state distolte da quella finalità. Se il modo non è quello migliore, quello proprio, indichi la Giunta quale è l'aggiustamento tecnico da fare, però non farebbe una cosa ben fatta il Consiglio regionale se si contraddicesse in modo così plateale.

Io lo dico pacatamente; mi parrebbe un precedente molto grave ed anche pericoloso per i messaggi che potrebbero derivare da un simile modo di procedere, secondo il quale senza discussione di merito si interferisce in decisioni che il Consiglio regionale ha assunto, sulle quali la Giunta fino ad ora ha detto di essere d'accordo. Non si tratta di un problema di rispetto degli accordi politici, dei patti, di credibilità e di affidabilità reciproche; anche questo conta, nella politica e nella vita. In questo caso si tratta soprattutto di affidabilità tra istituzioni pubbliche e cittadini, ai quali non si può togliere una norma appena ottenuta senza colpo ferire, senza spiegazione alcuna, in questo modo. Non sarebbe giusto, non sarebbe corretto.

Il problema è proprio di relazione tra l'Istituzione regionale, l'Istituzione autonomistica e i destinatari delle leggi, sarebbe un precedente molto, molto negativo, ecco perché rivolgiamo al Consiglio l'invito, se deve decidere, di decidere bene e alla Giunta di indicare il modo tecnicamente migliore per risolvere questo problema attingendo altrove queste risorse, perché noi siamo d'accordo che, nel monte complessivo delle risorse da reperire, debbano comunque restare anche questi 4 miliardi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Presidente, colleghi, evidentemente in relazione all'emendamento numero 7 si crea qualche problema. Se non ricordo male, non fu fatta un'istruttoria molto approfondita quando fu soppresso il finanziamento previsto sul capitolo 07053-01 ed oggi probabilmente, anche a cagione delle insistenze e della vibrata, precisa e attenta disamina fatta dall'onorevole Cogodi, qualche problema qualcuno di noi se lo pone, io in particolare me lo pongo e ritengo che, proprio per le ragioni addotte dall'onorevole Cogodi, ci vorrà un supplemento di indagine su questo capitolo e su questa partita, perché non ricordo di avere sentito nessuna categoria a riguardo durante i lavori a suo tempo svolti in Commissione.

Perciò, riterrei che non può essere addotto come problema, abbiamo una priorità da rispettare, abbiamo da portare a compimento l'iter di approvazione del disegno di legge 114 con gli obiettivi che si prefigge, perciò, a nome del Gruppo A.N., chiedo il voto segreto sull'emendamento numero 7.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi la approva alzi la mano.

(E` approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico dell'emendamento numero 7.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 60

Astenuti 6

Votanti 54

Maggioranza 28

Favorevoli 7

Contrari 45

Voti nulli 2

(Il Consiglio non approva.)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - BALLETTO - BIANCU - BIGGIO - CALLEDDA - CAPELLI - CAPPAI - CASSANO - COGODI - CONTU - CORDA - CORONA - COSSA - CUGINI - DEMURU - DETTORI Ivana - DORE - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FRAU - GIAGU - GRANARA - LA SPISA - LICANDRO - LIORI - LOMBARDO - MANCA - MARROCU - MASALA - MASIA - MILIA - MORITTU - MURGIA - NUVOLI - ONNIS - OPPI - ORTU - PIANA - PILI - PILO - PIRASTU - PIRISI - PITTALIS - PUSCEDDU - RANDAZZO - RASSU - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SCARPA - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - VASSALLO.

Si sono astenuti i consiglieri: BALIA - FALCONI - IBBA - ORRU' - PACIFICO - SANNA Salvatore.

PRESIDENTE. Onorevole Dore, per sua informazione era presente alla votazione, quindi ha votato.

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 6. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 7.

CAPPAI, Segretario:

Art. 7

Urgenza

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti dell'articolo 33 dello Statuto speciale per la Sardegna ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 7. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Passiamo ora alla votazione finale del disegno di legge. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Abbiamo concordato nel corso della giornata di accelerare per quanto possibile l'iter di questo provvedimento legislativo e quindi di rinunciare ai nostri interventi nella discussione generale, di ridurre al minimo i nostri interventi nel corso dell'esame dell'articolato, e semmai poi di concludere con brevi dichiarazioni di voto.

Noi, lo dico subito, voteremo a favore di questa legge, nel suo insieme, per le sue finalità e per il messaggio che comunque trasmette di uno sforzo considerevole che la Regione intende compiere per affrontare questa emergenza gravissima.

Il nostro voto favorevole, però, non significa essere entusiasti dell'intero contenuto della legge, delle modalità in cui si organizzano gli interventi, e soprattutto delle modalità attraverso le quali si attingono le risorse. Questa è una legge utilissima, per coloro che aspettano un segno di presenza e di intervento positivo e attivo della Regione; è una legge però estremamente negativa per il modo in cui il Governo della Regione ha affrontato la questione.

Non dimentichiamo i precedenti: la Giunta regionale aveva inizialmente proposto praticamente una variazione di bilancio, stornando 50 o 60 miliardi dalla legge emanata per risarcire i danni provocati dall'alluvione a favore dell'intervento contro la blue tongue, dichiarando che quei 50-60 miliardi si potevano utilizzare perché non c'erano domande, perché tutti quelli che avevano avuto danni dall'alluvione erano stati soddisfatti. Si è dimostrato che tali affermazioni non erano vere, perché poi a fronte dei 60 miliardi non ancora utilizzati si è appurato che solo nel settore agricolo ci sono richieste per danni subiti dalle aziende a causa dell'alluvione, per oltre 800 miliardi.

Poi la Giunta regionale ha cambiato strategia e ha proposto tutta una serie di variazioni di bilancio che sono in gran parte fasulle, perché è chiaro ed evidente che laddove si riduce di 20, 30 o 50 miliardi la spesa sanitaria, anzi quella per coprire i debiti delle aziende sanitarie, quei debiti dovranno essere pagati e che quindi quelle poste dovranno essere rimpinguate con risorse proprie della Regione, con risorse vere, con danari sicuri.

Si è fatta tutta un'operazione di plastica, non facciale, ma contabile, utilizzando quei giochi e quei giochini nei quali questa Giunta si sta esercitando con molta maestria, e a dire il vero anche con qualche risultato; perché non dare atto alla Giunta che la sua maestria, soprattutto quella che si gioca attorno ai tavoli ed ai tavolini dell'Assessorato del bilancio e della programmazione, dà frutti, dà risultati: si fa finta di trovare danari nuovi e sono sempre gli stessi. Siete come gli otto milioni di baionette di Mussolini: prendete gli stessi danari li spostate di mese in mese, fate finta di rispondere a tutte le esigenze, voi siete pronti a rispondere a tutti le calamità, a tutte le disgrazie, a tutte le epidemie, a tutte le pestilenze. Che non ce ne capitino altre, perché sareste anche in grado di affrontarne altre, con gli stessi danari, sempre ripresi, riciclati, spostati, riesumati e poi rimpinguando le poste per le finalità originariamente previste.

Io dico questo con molta tranquillità, come dichiarazione conclusiva di voto, con la stessa tranquillità con cui noi abbiamo affrontato nel merito questa vicenda dall'inizio alla fine. Signor Presidente della Giunta regionale, signori componenti della Giunta regionale, signori, per quanto siete tutti signori, componenti di questo Consiglio regionale, qualcuno ci aveva detto qualche giorno fa: "Badate che sei voi di Rifondazione Comunista insisterete nel volere mantenere un atteggiamento, non rigido, ma anche solo teso ad un esame puntuale nel merito di questa legge e di alcune sue articolazioni, pagherete un prezzo, pagherete il dazio". E noi, che i nostri prezzi e i nostri dazi li abbiamo tutti pagati, anzi a noi capita di pagare anche quello che non dobbiamo pagare, cioè anche i debiti degli altri, qualche volta anche quello che rubano gli altri, siamo vaccinati e siamo fieri di non aver ascoltato quella sirena. Non ci doveva incantare e non ci doveva minacciare. Per cui è accaduto che avete pensato di consumare una vendetta, ma quale miserabile vendetta? Cassando una norma della Regione utile, che noi ritenevamo utile, magari non lo era, pensando di fare dispetto a noi. Dopo una discussione nella quale pacificamente ci siamo confrontati, una discussione nel corso della quale la Giunta regionale ha dichiarato, sia in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo più volte, sia anche in Aula per bocca del suo Presidente, che quelle variazioni che avevamo proposto e sollecitato, sarebbero state approvate, che quei chiarimenti sarebbero stati dati, tanto che abbiamo scritto e presentato un emendamento nel testo che voi ci avete suggerito, voi dopo aver assunto impegni solenni in conferenza dei Capigruppo, in Aula, in Commissione, dappertutto, col voto segreto vi siete divertiti; auguri.

Avete cancellato una norma della Regione approvata un mese fa con l'assestamento di bilancio. Avete cancellato, pensando di fare dispetto a Rifondazione Comunista, un intervento utile ai produttori agricoli per organizzare forme di commercializzazione dei loro prodotti in proprio, senza sottostare al giogo dei mediatori e dei grossisti. E su questo non avete avuto il pudore di dire una parola. Abbiamo chiesto a voi della maggioranza, di esplicitare le ragioni di questa scelta. Dite perché l'avete fatta!

PILO (F.I.-Sardegna). Tempo!

COGODI (R.C.). Tempo, sai dire tempo, qualche volta dì anche qualcos'altro. Abbiamo chiesto che dicesse una parola la maggioranza, abbiamo chiesto che dicessero una parola gli altri Gruppi, nessuno ha voluto dire una parola, non c'era problema, l'avvertimento che c'era stato dato, era un avvertimento inutile, perché noi non dobbiamo organizzare strutture commerciali né grandi, né medie, né piccole, il nostro mestiere è un altro. Voi non avete colpito in nulla Rifondazione Comunista, ci avete solo accresciuto l'orgoglio di poter dire a voce alta, sempre, quello che pensiamo, e del fatto che noi non sottostaremo mai a nessuna forma, né di ricatto, né di richiamo subdolo vi abbiamo dato la dimostrazione oggi e ne avrete molte anche in futuro. Questo, signori della maggioranza e della Giunta, fatelo con tutti gli altri che ci stanno, con tutti quelli che quando chiedono ed ottengono stanno zitti, non intervengono nel dibattito consiliare, non migliorano le leggi e gli accordi li fanno fuori da quest'Aula e non hanno il coraggio di confrontarsi in quest'Aula. Molta gente è contenta oggi perché crede di aver fatto dispetto a noi: se dovete essere contenti, siatelo per altro, per cose molto più rilevanti e importanti. Noi siamo sereni e tranquilli perché abbiamo fatto il nostro dovere, ci dispiace che voi abbiate pensato di ricavare utilità da questo episodio. Voglio ancora dire che l'approfondimento chiesto dal collega Biggio, ha avuto il suo effetto, un approfondimento oscurato dal voto segreto, quella richiesta ha prodotto quel frutto quasi unanime del Consiglio, ma quale esempio di coerenza, di correttezza e di limpidità delle decisioni!

PRESIDENTE. Concluda per piacere, onorevole Cogodi.

COGODI (R.C.). Ciò nonostante, perché non c'entra nulla l'interesse dei pastori e degli allevatori con le scorrettezze che si possono consumare in questo modo in quest'Aula, noi riteniamo comunque la legge utile, noi voteremo la legge con tutte le riserve che abbiamo manifestato su questo punto e su altri, perché non vogliamo mai mettere in concorrenza un bisogno con altri bisogni, ma possibilmente considerarli ed affrontarli tutti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

AMADU (C.S.). Signor Presidente, colleghi, intervengo per preannunciare il voto favorevole del nostro Gruppo che ha dato anche in sede consiliare il proprio contributo fattivo a questo disegno di legge, che riteniamo importante e utile soprattutto per il mondo agricolo, ma anche per i consumatori.

Il provvedimento ha avuto un iter impegnativo, c'è stato un momento difficile nei rapporti tra le forze politiche, momento in cui sembrava prevalere la voglia di distinguersi, piuttosto che la volontà di trovare soluzioni concordate che dessero, almeno in buona parte, risposta all'emergenza, come invece veniva richiesto in particolare dal mondo agricolo. Noi ci siamo collocati nella posizione difficile di cercare soluzioni di mediazione che non fossero semplicistiche, ma fossero in grado di rispondere al meglio a determinate esigenze. E proprio ascoltando i rappresentanti degli agricoltori, abbiamo tratto gli spunti principali per migliorare ulteriormente il disegno di legge che la Giunta con tempestività, pur nella difficoltà di intervenire davanti ad un fenomeno incalzante del quale non conosciamo ancora le proporzioni, ha proposto e che occorreva esitare al più presto.

Credo che sia stato fatto un buon lavoro da parte delle Commissioni, sia stato fatto un buon lavoro da parte di questa Assemblea, e che il provvedimento, seppure, ripeto, in questa situazione di oggettiva difficoltà, dia una qualche risposta tangibile agli agricoltori, che stamane per l'ennesima volta hanno evidenziato il loro stato d'animo con la presenza in questa sede di qualche centinaia di persone, uno stato d'animo comune tuttavia a migliaia di operatori agricoli della Sardegna.

Il nostro contributo ha riguardato soprattutto un aspetto che ad alcuni poteva sembrare inizialmente marginale ma che invece poi ha trovato d'accordo sia la maggioranza, sia l'opposizione, cioè il fatto che a dramma economico si potrebbe aggiungere ulteriore dramma economico, se migliaia, centinaia di migliaia di agnelli, rimanessero nelle campagne invenduti per la diffidenza, per altro fondata, da parte dei consumatori sardi. Per superare questa difficoltà, che per noi era ed è rilevante, abbiamo proposto l'emendamento che poi è stato accolto, relativo alla campagna informativa, perché senza un'informazione adeguata e permanendo la diffidenza da parte dei consumatori, si avrebbe davvero il tracollo dell'economia agro-zootecnica sarda.

Ed ecco quindi che la legge assume una veste completa, prevedendo interventi a vasto raggio, nonostante la limitata comprensione del fenomeno, dovuta alla oggettiva difficoltà in cui si deve operare. Essa risponde alle esigenze per cui è stata presentata, pertanto il nostro voto è favorevole. Naturalmente bisogna prepararci a tutte le evenienze. Sappiamo che ci sono grandi difficoltà, bisogna però prepararci a fare un'azione che vada al di là dei compiti e dei limiti, anche finanziari, della nostra Regione, prepararci ad un confronto, che è stato già avviato, col Governo, con l'Unione Europea, perché sia chiamata ad occuparsi di questo fatto soprattutto in ordine alle necessità finanziarie che avremo nel prossimo futuro, per gli interventi da porre in essere a difesa dell'economia agricola della Sardegna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Frau. Ne ha facoltà.

FRAU (A.N.). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi intervengo molto brevemente, per annunciare il voto favorevole del gruppo Alleanza Nazionale. Un voto convinto per affrontare un problema grave che sta incidendo sul tessuto economico della nostra terra. L'abbiamo sempre detto, l'agricoltura e l'allevamento sono i pilastri della nostra economia. Quindi noi in questi giorni, abbiamo discusso, ci siamo confrontati, a volte abbiamo avuto anche delle parole tra maggioranza ed opposizione, ma alla fine tutti insieme, consapevoli di dover dare una risposta alla gente della campagna che attende, abbiamo predisposto un articolato di legge che credo che in questo momento sia il migliore possibile. Credo che Alleanza Nazionale, e di questo bisogna dargliene atto, è stata disponibile sin dall'inizio a discutere in Commissione in deroga ai regolamenti, proprio perché consapevole della necessità di passare dalle parole ai fatti.

Abbiamo discusso molto in Commissione, a questo proposito vorrei ringraziare, mi sono dimenticato di farlo nel corso della illustrazione del testo approvato dalla Commissione, i funzionari delle due commissioni che sono stati con noi per giornate intere e ci hanno dato tutto il supporto tecnico e scientifico che ci potevano dare. Credo che dal momento che la Regione sarda fa la propria parte, anche il Governo nazionale e l'Unione Europea dovranno fare la loro, perché ritengo che il problema della lingua blu non sia un problema della sola Sardegna, purtroppo, ma stia diventando un problema di altre parti d'Italia, stia - basta controllare tutte le direttive che vengono emanate dall'Unione Europea - interessando o abbia interessato anche altre regioni o altre nazioni europee. Quindi anche l'Unione Europea si deve rendere conto che deve intervenire in una zona della penisola italiana che attraversa già grosse difficoltà, alle quali si aggiunge adesso questa epizoozia.

Per concludere, sono del parere che, dato che dobbiamo intervenire in questa situazione di emergenza, sia necessario predisporre un piano più complessivo che ci consenta di affrontare ulteriori epidemie. Io ho parlato delle malattie esotiche che si stanno diffondendo su scala mondiale, delle malattie che sembravano ormai sconfitte e che invece ritornano, grazie anche ai continui spostamenti delle persone. A mio avviso dobbiamo prepararci a queste evenienze istituendo un osservatorio serio, formato da medici, veterinari, entomologi, tecnici, biologi e quant'altro, che devono studiare, che devono essere preparati, che ci devono tenere aggiornati su quello sta succedendo in altre parti d'Italia, in altre parti del mondo, per essere pronti ad adottare le misure necessarie.

Dette queste cose, per non dilungarmi onorevoli colleghi, concludo annunciando il voto favorevole del Gruppo Alleanza Nazionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dettori. Ne ha facoltà.

DETTORI BRUNO (I DEMOCRATICI). Il disegno di legge 114, arriva alla sua conclusione per far fronte ad una calamità subdola, difficile da combattere. E' la risposta possibile alle necessità dei sardi e della Sardegna, in questa fase difficile della politica, per poter guardare al futuro con sufficiente serenità. E` il frutto di un'impostazione prudente, collegiale, così come deve essere quando in gioco non sono gli interessi di una parte ma gli interessi di tutti. Un lavoro, da parte di questo Consiglio, straordinario, puntuale, che consente alla Giunta di rappresentare questo dramma con forza in ambito nazionale ed europeo. Con la sua approvazione verrà centrato un obiettivo importante che restituisce credibilità alle istituzioni che rappresentiamo.

Gli sforzi fatti per comprendere ogni disagio personale e collettivo, diretto e indiretto e ristorare i danni materiali e immateriali, che la malattia sconosciuta in Sardegna ha provocato, sono testimonianza della rinnovata attenzione che la politica vuole riservare al comparto agricolo.

Le ragioni della dialettica, del confronto-scontro in quest'aula, quando in gioco ci sono problemi di questa portata, devono poter consentire la ricerca di un comune modo di sentire, per il rispetto che si deve a quanti oggi sono colpiti da questa calamità e per esercitare una pressione d'urto massiccia ed unitaria nei confronti del Governo nazionale ed europeo. Nel confermare il voto favorevole del Gruppo I Democratici, concludo richiamando la positività dell'istituzione del fondo di solidarietà per l'agricoltura, con il nuovo capitolo 06141, scelta che tuttavia deve farci riflettere, perché riteniamo più produttivo aumentare gli investimenti per la prevenzione, piuttosto che dover incrementare le risorse finalizzate al risarcimento dei danni subiti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ortu. Ne ha facoltà.

ORTU (R.C.).Intervengo brevemente, Presidente, per sottolineare il nostro giudizio: abbiamo già detto che voteremo a favore del provvedimento perché lo riteniamo un risultato importante che affronta alcuni problemi urgenti, presenti nelle nostre campagne. Tuttavia, noi riteniamo che il provvedimento conservi ancora il carattere di un intervento di emergenza, e non si prefiguri, attraverso il disegno di legge, un'ipotesi ed anche un itinerario che avrebbe dovuto portarci a soddisfare una delle clausole contenute nell'ordinamento comunitario. Sottolineiamo ciò non per essere ligi o rigorosi rispetto alle norme comunitarie, alcune delle quali tra l'altro andrebbero discusse, forse anche modificate e sostituite, anche perché spesso non sempre attente alla realtà del meridione d'Europa, ma perché ne condividiamo la sostanza. Tale normativa è basata sull'esigenza di fondo, che è venuta fuori anche nel corso di queste settimane, di questi mesi, anche nel corso delle audizioni che abbiamo condotto, che incomincia ad essere presente in modo marcato anche nei giornali e che viene riproposta con grande preoccupazione in tutti gli incontri a cui abbiamo avuto modo di partecipare, di definire un'ipotesi, un piano, un programma, chiamatelo come volete, idoneo e serio che in qualche modo consenta di arginare questo flagello. Questa è la richiesta che viene avanzata. E, badate, non è assolutamente vero che da più parti, o per lo meno da parte degli allevatori, dei produttori, degli interessati, si sia posto l'accento sull'esigenza di fare in fretta. Si pone l'esigenza, sì, d'intervenire in modo rapido e tempestivo, di non dare l'impressione di essere sempre un elefante che arriva in ritardo e spesso facendo danni, ma di essere capaci di rispondere in tempi adeguati ai problemi che si pongono.

L'esigenza maggiore che è stata posta è, sì, anche di tener conto della tempestività, ma soprattutto di legare la tempestività ai contenuti, al progetto, all'ipotesi di contenimento della diffusione della malattia. Un fenomeno di cui non si conoscono i limiti, così come qui veniva sottolineato, e il dilagare del quale pone problemi e preoccupazioni che spesso noi non siamo in grado di cogliere sino in fondo, perché mette in discussione la stessa esistenza di chi per anni ha operato ed opera in quei settori. Una richiesta che spesso addirittura va oltre gli interessi contingenti degli operatori del settore. Cosa sarebbe se non questo la richiesta che qualcuno oggi fa, di vaccinare comunque i propri capi di bestiame, essendo consapevole che vaccinare oggi significa arrecare un danno anche materiale ai propri allevamenti, cioè diminuirne il loro valore reale, il loro valore commerciale, perché verrebbe a mancare uno degli aspetti di valorizzazione di queste produzioni che pure c'è stato nel corso di questi anni, ed è stato frutto di duro lavoro. Ma questa richiesta appunto deriva dall'esigenza di non vedersi decimato, se non addirittura sottratto dalla morte, il proprio allevamento, cioè lo strumento, non solo di sostentamento, ma di realizzazione del proprio lavoro.

Per questo abbiamo sostenuto, e concludo, che avremmo dovuto in tempi ragionevoli arrivare ad un articolato di legge capace di cogliere questa preoccupazione. Quello che ci accingiamo a votare non la coglie fino in fondo, e per queste ragioni noi nel dichiarare il nostro voto favorevole esprimiamo un giudizio critico, perché siamo consapevoli che su questa materia, così delicata, dovremo tornare. Avremmo preferito disporre di strumenti di conoscenza degli atti che verranno adottati dalla Giunta, ecco perché abbiamo detto che occorreva sottoporre il programma al parere del Consiglio, richiesta che spesso viene avanzata dai consiglieri di maggioranza in Commissione, in modo da poter rispondere agli operatori di un mandato del quale loro ci chiedono di render conto, in relazione ai provvedimenti che in genere assumiamo e soprattutto in relazione a una situazione particolare e drammatica, quale quella che abbiamo registrato e che registriamo a causa della diffusione del morbo della lingua blu.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare, per dichiarazione di voto, il consigliere Rassu. Ne ha facoltà.

RASSU (F.I. - Sardegna).Signor Presidente, colleghi del Consiglio, credo che oggi il Consiglio regionale abbia dato un forte segnale alle popolazioni sarde che in questo momento, appunto, sono frastornate da questa gravissima pestilenza che sta mettendo in ginocchio l'economia isolana. Credo che molti sardi oggi e domani riacquisteranno la fiducia verso le istituzioni. Noi abbiamo dato un grande segno di maturità politica, un segno di presenza, un segnale forte alla Sardegna, rendendoci interpreti con immediatezza delle esigenze della popolazione. Con questo disegno di legge, elaborato ed esitato nella situazione di emergenza nella quale ci siamo trovati, che rappresenta un primo passo, ripeto, un primo passo, per la soluzione di questo problema, noi diamo la possibilità alle istituzioni di venire incontro immediatamente alle prime esigenze e di risarcire i primi danni arrecati da questa grave calamità.

In questi giorni l'opera delle commissioni congiunte, l'impegno della maggioranza e, perché no, bisogna ammetterlo, l'opera costruttiva, competente, pressante, appassionata della minoranza, l'impegno dei funzionari, l'apporto degli assessori dell'agricoltura, della sanità, della programmazione, presenti ai lavori, ha fatto sì che questo disegno di legge potesse oggi essere discusso in Aula e fosse, grazie al senso di responsabilità del Consiglio regionale, immediatamente approvato. Noi stiamo dando una risposta in questo momento ai rilevanti problemi che questa grave calamità ha causato in Sardegna, stiamo dando un segnale forte, sperando che almeno in questo, il popolo della Sardegna riconosca a questo Consiglio la dignità che esso ha, nonostante essa venga spesso messa in discussione da una stampa non certo amica, non verso la maggioranza, ma verso tutto il Consiglio regionale in quanto istituzione. Perché quando in qualche maniera si denigra un Gruppo, si sta denigrando l'intero Consiglio regionale. Il Consiglio regionale lavora, l'ha dimostrato, ha dimostrato di avere la volontà di affrontare e risolvere concretamente i problemi dei sardi, i problemi delle categorie dei lavoratori, intervenendo in questo momento sulla grave crisi del mondo agro-pastorale e credo in seguito, con la stessa maturità e consapevolezza, su tutti gli altri gravi problemi che riguardano il nostro popolo.

Quindi, nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia e mio personale, ho voluto rimarcare un sincero apprezzamento per l'opera svolta dalle commissioni, dai funzionari, dagli assessori, un sincero apprezzamento per l'opera svolta dal Consiglio regionale nella sua interezza.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare, per dichiarazione di voto, il consigliere Tunis Gianfranco. Ne ha facoltà.

TUNIS GIANFRANCO (C.C.D.). Signor Presidente, colleghi consiglieri, desidero anch'io, come tanti altri colleghi, esprimere la più convinta soddisfazione per l'approvazione di questa importante legge che reca diversi interventi per alleviare i danni subiti da numerosissimi allevatori e da tante aziende agricole, a seguito, appunto, della calamità che ha colpito la nostra Isola . Le misure oggi adottate sono un semplice ristoro, ma di fronte all'emergenza non si poteva fare di più, se non adottare appunto misure di emergenza.

In questa fase, il Governo regionale si è mosso bene, si è mosso con tempestività, ma debbo anche esprimere un apprezzamento per il lavoro svolto dalle commissioni e da tutto il Consiglio, che con il loro impegno hanno notevolmente migliorato questo disegno di legge. Ma voglio soprattutto cogliere l'occasione per ringraziare tutti gli allevatori colpiti dal disastro per il grande senso di responsabilità e per la grande dignità mostrati. E voglio anche ringraziare tutte quelle amministrazioni comunali che hanno cooperato fra loro, dimostrando, che, di fronte a vicende che investono la collettività della Sardegna, non vi sono assolutamente differenze di posizioni. Non c'è infatti niente di peggio di chi cerca di trarre vantaggi politici da una sciagura, quando è invece necessario lavorare tutti insieme per intervenire a sostegno di chi ha perso tutto e di chi spera che queste emergenze non debbano più ripetersi. Con questo spirito annuncio il voto favorevole mio personale e del Gruppo del C.C.D. .

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare, per dichiarazione di voto, la consigliera Pilo. Ne ha facoltà.

PILO (F.I.-Sardegna).Io condivido la valutazione positiva sui lavori del Consiglio e delle commissioni per varare la legge in discussione. Credo veramente che emergenze come questa, rappresentino l'occasione per dimostrare come questo Consiglio regionale può mettere da parte le pregiudiziali e i pregiudizi ideologici per cercare e trovare soluzione ai problemi veri della Sardegna. E questo è sostanzialmente quello che è capitato in quest'occasione. Quindi credo che il risultato a cui siamo arrivati sia in fondo quanto di meglio potevamo fare per risolvere il problema tragico, terribile, che la nostra terra sta affrontando in questo momento. Mi spiace però dover constatare che nel corso di tutto il dibattito che si è svolto in queste giornate, anche durante i lavori delle Commissioni, mentre c'è stata una grande attenzione al ruolo della Regione in materia di prevenzione e di salvaguardia della condizione attuale dei nostri allevatori, poco si sia detto in merito al ruolo che lo Stato deve giocare su questa materia. Questo non è un problema che la Sardegna può risolvere e deve risolvere da sola anche se i danni li subiamo noi, e probabilmente esclusivamente noi. E' un problema che mette a rischio tutta l'area del meridione, come per altro la stessa Unione Europea precisa, e pertanto credo che una raccomandazione da quest'Aula debba essere rivolta alla Giunta regionale affinché tenga aperto un confronto molto duro con lo Stato, perché in tempi celeri partecipi con proprie risorse a fronteggiare questa calamità. Non è possibile infatti, che ancora una volta noi ci troviamo a dover sopperire alle inadempienze del Governo centrale, attraverso forme di anticipazione che per la verità sono un onere in più che la Sardegna deve caricarsi. Credo che per onestà intellettuale e politica queste cose vadano dette; non vorrei che ci trovassimo nella condizione dell'alluvione, per cui ancora una volta abbiamo dovuto far fronte noi con risorse nostre all'incapacità del Governo di intervenire con celerità e alla poca attenzione che riserva a quest'Isola. E non vorrei che questa scarsa attenzione nei confronti della Sardegna, derivasse da un'atteggimento punitivo del Governo nei confronti di una Regione governata da una maggioranza diversa da quella romana. Allora, se esistono difficoltà obiettive per gli allevatori, per la cittadinanza sarda, credo che questo sia un problema che tocca questa maggioranza, ma che nello stesso modo dovrebbe toccare la "maggioranza romana".

Una raccomandazione, se posso permettermi, assessori dell'agricoltura e della sanità: l'Unione Europea ha predisposto con un provvedimento l'acquisto, per tutti gli stati membri dell'area meridionale, di un quantitativo di vaccino prodotto da un unico laboratorio del Sud Africa, suggerendo, come unica fonte di tutela la vaccinazione dei capi ovini. Credo pertanto che sia indispensabile attivare un canale con l'Unione Europea, fra l'altro ci sono anche dei fondi a disposizione per questo, e penso che ciò sia da fare entro tempi estremamente ristretti, perché probabilmente andiamo incontro a una catastrofe, che non deriva soltanto dalla moria delle bestie, ma nasce anche da un rapporto che sta diventando sempre più difficile fra gli allevatori e il mestiere che devono svolgere. E' inutile negare che negli ultimi trent'anni la politica che si è fatta in agricoltura è a dir poco catastrofica e che questa maggioranza si deve impegnare a modificarla sostanzialmente e radicalmente.

Il mio voto a questa legge sarà favorevole.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Presidente, io annuncio il voto favorevole dei sardisti su questo disegno di legge che riteniamo rappresenti un primo passo per alleviare i danni provocati da una calamità per affrontatre la quale sarà necessario almeno un piano triennale d'intervento; se qualcuno pensa di aver risolto questo problema con l'approvazione di questa legge se lo levi dalla mente. Il percorso sarà lungo, duro, difficile; se questa maggioranza la pensa diversamente, ha commesso un errore di valutazione di carattere politico. E l'ha commesso già da quando, a conclusione della discussione sulle dichiarazioni della Giunta ha votato, con una velocità impressionante, su un tema come questo, riguardante un'epidemia difficile, il proprio ordine del giorno respingendo quello presentato dall'opposizione; un problema che, lo stanno dimostrando i fatti di questi giorni, non è possibile pensare che possa riguardare solo ed esclusivamente la maggioranza, qualunque essa sia. Quindi la velocità che avete dimostrato nel presentare e votare quell'ordine del giorno, rappresenta certo un primato, ma un primato del tutto inutile. Forse era preferibile cercare in tutti i modi di coinvolgere, su questo tema così difficile e importante, tutte le forze politiche presenti in quest'aula, tentando di trovare ampie convergenze. Così non si è fatto, e si è arrivati poi a degli scontri che forse avremmo potuto evitare, a una perdita di tempo ugualmente evitabile, a un confronto duro, e la presentazione della mozione numero 26 da parte dell'opposizione ne è la testimonianza, perché da quella si deve partire, quello è il punto di confronto, sino ad arrivare alla presentazione da parte della Giunta del disegno di legge che poi il lavoro in Commissione, come molti hanno evidenziato, ha modificato, ha reso senz'altro più completo.

Ritengo, come già ho affermato, che si tratti solo dell'inizio, perché le risorse stanziate con questa legge potranno essere sufficienti nell'attuale circostanza, ma nel prosieguo del percorso, a iniziare da domani, con tutto quello che sta succedendo, con le notizie che ci stanno arrivando, credo che ognuno di noi sia convinto che sul problema quest'Aula dovrà ritornare, confrontandosi, io spero in modo più costruttivo, sul tema della prevenzione che lo stesso assessore Usai ha anticipato in un suo intervento nei giorni passati. Assessore Usai, so che a lei sta a cuore, essendo un tecnico ne capisce il significato, capisce che senza una prevenzione attiva non si possono validamente contrastare epidemie che comunque, come diceva qualcuno, si stanno succedendo e non possono quindi trovarci impreparati. E allora iniziamo subito da un punto fermo: l'accesso a quest'Isola. Qualcuno ne ha parlato nei giorni scorsi, credo anche questa mattina, non si può far finta di niente: è necessario avere un presidio che effettui il controllo sanitario, attivo, puntuale, preciso, sui capi di bestiame importati nell'isola perché è da lì che queste epidemie arrivano, non volano, entrano con il bestiame attraverso quegli accessi per i quali normalmente passano anche le persone.

Il riferimento relativo a Cagliari non voglio ripeterlo, è stato già fatto, il controllo su tale accesso va attivato e perfezionato. L'altro ingresso, che è quello di Porto Torres, che non può comunque passare inosservato all'Unione Europea, per il semplice motivo che la struttura presente a Porto Torres è stata costruita con fondi comunitari, più precisamente attraverso l'intervento di iniziativa comunitaria Interreg, ed è impensabile che a livello comunitario questo non lo sappiano. E se quella struttura, che ancora non è stata utilizzata, dovesse essere invece destinata ad altri usi, come capita di sovente, magari alla dogana, che in questo momento opera in una sede pericolante, ciò porterebbe a vanificare qualsiasi tipo di iniziativa fatta fino ad oggi.

Con queste indicazioni stiamo iniziando a focalizzare alcuni problemi, quelli principali: si individuino le priorità, si porti avanti quel piano d'intervento che avete preparato o dovete preparare, perché l'Unione Europea ce lo chiederà, e si inizi a operare immediatamente su quelle strutture che sono per me fondamentali cioè gli accessi. E se si deve agire anche sul fronte sanitario, per quel che riguarda le competenza in materia di controllo di tali accessi, si apra un confronto con lo Stato, con l'Unione Europea, per stabilire se la competenza in materia debba continuare a far capo allo Stato, oppure se debba passare direttamente alla Regione. Voglio ricordare che siamo in casa nostra, dentro questi benedetti demani succede di tutto e sembra quasi che non ci riguardi. Questi sono alcuni punti prioritari che riteniamo di dover evidenziare in questo momento, sia pure in una dichiarazione di voto. E mi auguro che nel proseguo di questa vicenda - non voglio dire di altre perché di epidemie quest'Isola ne ha avute anche troppe - si possa portare avanti con maggior convinzione e utilità quel confronto che si è attivato con difficoltà in questi giorni.

Presidente. Onorevole, io mi sono distratto, lei ha superato di due minuti il tempo a sua disposizione.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Sto terminando. Ripeto, spero che questo clima di collaborazione su temi di così vitale importanza lo si possa mantenere e che si pensi veramente, non solo a parole, che il bene di chi sta fuori di quest'Aula è alla base della nostra presenza qua, del nostro lavoro, nel nostro impegno, perché diversamente non saremo in grado di dare risposta alcuna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cassano. Ne ha facoltà.

CASSANO (Patto Segni-Rif. Sardi). Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo per annunciare il nostro voto favorevole, però come dicevano in questi giorni ed anche stamane gli allevatori, dalle parole bisognerebbe o bisognerà passare ai fatti.

In questi giorni abbiamo lavorato tutti, maggioranza e opposizione, congiuntamente, sia in Commissione sanità che in Commissione agricoltura. Contrariamente al modo a volte ingrato ed anche maldestro con cui si è voluto attaccare gli assessori Usai e Oppi, ritengo che vada riconosciuto il loro impegno per avere sostenuto e contribuito ad esitare una legge che credo certamente non sarà perfetta, ma che comunque cercherà di alleviare la situazione in cui versano gli allevatori della nostra Isola.

Dopo aver sentito in Commissione le associazioni, ma in particolare dopo aver sentito l'Unità di crisi, cioè quella struttura operativa composta da tecnici che è il caso, come ho fatto in Commissione, di ringraziare pubblicamente per l'impegno e per il lavoro che hanno svolto con competenza e professionalità, voglio rivolgere l'augurio a quest'Aula che si faccia in fretta; i pastori, gli allevatori, il mondo della campagna, guardano a noi con attenzione, esigono da noi fatti, come appunto dicevano stamane, non solo parole, provvidenze e non assistenza, tutela dei diritti e non privilegi. Ad essi poco importa se sia prevalsa la linea della maggioranza o quella dell'opposizione, quello che conta sono i fatti, quello che conta sono i risultati e da questi risultati dipende la credibilità intera di tutto il Consiglio regionale. Ed è per questo che noi appartenenti al Gruppo de I Riformatori, diamo il nostro assenso e quindi il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Selis. Ne ha facoltà.

SELIS (Popolari-P.S.).Signor Presidente, anche io, facendo seguito a qualche intervento dei colleghi del centrosinistra, annuncio il voto favorevole dell'intera coalizione alla legge, facendo alcune osservazioni. La prima è questa: le parole di alcuni colleghi del centrodestra, molto oneste, fanno giustizia di una serie di provocazioni, di incomprensioni, di un improponibile clima di tensione verificatisi all'inizio di questo dibattito.

Abbiamo sempre detto, vorremmo ribadirlo una volta di più a costo di essere noiosi, che il nostro interlocutore fondamentale non è tanto la Giunta quanto la società e il compito dell'opposizione si qualifica non solo e non tanto di fronte a voi e al Consiglio intero, ma di fronte alla società nella misura in cui noi poniamo al centro della nostra azione i problemi e i bisogni dei cittadini. Quando abbiamo per la seconda volta, perché l'avevamo già fatto a settembre, chiamato il Consiglio, la Giunta, i colleghi in quest'aula con una nostra mozione, per discutere la quale abbiamo avanzato richiesta di convocazione urgente, per affrontare questo problema, non volevamo certo venire qua, e non è uno sport che ci appassiona provocare i colleghi Oppi, Usai o la Giunta. Eravamo profondamente preoccupati di quello che stava succedendo, della dinamica che l'epidemia aveva assunto, delle apprensioni drammatiche che nella nostra società si stavano creando, del rischio che c'era e c'è ancora - perché non basta la legge, non è una bacchetta magica - che gran parte del nostro patrimonio zootecnico venisse abbattuto e di conseguenza venissero messe in crisi l'intera economia agricola e poi l'intera economia regionale.

Se voi esaminate la nostra mozione e andate agli interventi fatti in quest'Aula, dai colleghi Alberto Sanna, Emanuele Sanna, e da tutti gli altri colleghi che hanno preso la parola, vi renderete conto che c'era una impostazione, né polemica, né propagandistica. Erano certo interventi critici, che avevano alla base una preoccupazione seria, con i quali volevamo richiamare l'attenzione sulle stesse preoccupazioni che noi ed anche la società avevamo, apprensioni che poi sono emerse in quest'Aula. E quando durante quel dibattito qualche collega usciva dall'Aula per dire: "Questi del centrosinistra stanno facendo perder tempo", beh, è evidente che questo comportamento provocava in noi un'irritazione seria. Io mi auguro che queste cose non accadano ancora, che sia chiaro che quello che noi diciamo e le critiche che rivolgiamo alla Giunta, come altre volte abbiamo ribadito, rientrano nel nostro dovere di sottoporre il suo operato ad un giudizio severo, però poi quando lavoriamo per la risoluzione dei problemi e quando ci siamo messi a lavorare sulla legge proponendo un pacchetto di emendamenti scaturiti dall'aver posto al centro della nostra analisi l'attenzione per i problemi reali, avete e abbiamo riconosciuto che era una emergenza che dovevamo fronteggiare insieme perché altrimenti avrebbe travolto non solo un assessore e una parte di consiglieri, ma avrebbe travolto probabilmente, insieme a gran parte dell'economia rurale, gran parte della credibilità delle nostre istituzioni. Questo vogliamo ribadirlo e spero che sia chiaro una volta per tutte.

Dicevo, il rischio è ancora attuale, abbiamo fatto un passo importante, abbiamo cercato di costruire una legge nel miglior modo possibile, ma sappiamo che poi le leggi dovranno essere verificate sul campo e spetta alla Giunta in primo luogo, agli operatori, ai tecnici, a tutte le strutture, verificare la legge. Perché in seguito chiederemo alla Giunta di render conto in quest'Aula dell'attuazione della legge, chiederemo alle Commissioni di vigilare, vigileremo tutti noi per cercare di capire che cosa succede. Perché non vorrei che, fatta la legge, riconosciuta l'importanza del passo fatto, calasse la tensione, che invece deve restare alta, perché alti sono la preoccupazione e il rischio che corriamo. E proprio questa preoccupazione e questo rischio erano al centro della nostra mozione, una mozione articolata, che abbiamo cercato di proporre come contributo a quest'Aula, e di trasfonderne il contenuto nella legge. Una mozione che quindi adesso dichiariamo ritirata, perché su di essa si è sviluppato ampiamente il dibattito in quest'Aula, perché ha ispirato gran parte della legge, ne ha ispirato i tratti caratteristici, dal piano, al decentramento ai comuni delle funzioni, all'esigenza di adeguare le risorse, all'esigenza di prevedere non solo il risarcimento dei danni subiti, che è fondamentale, ma anche un'azione organica di prevenzione, di repressione, di eradicazione, all'esigenza che abbiamo di fare informazione andando un po' oltre - lo dico con una punta d'ironia - i depliant, che qualche volta sono anche utili, ma l'informazione e la formazione che dobbiamo fare è ben altra. Ed allora da questo punto di vista tutti quanti dobbiamo tenere vigile e desta la nostra attenzione.

Noi saremo attenti al comportamento della Giunta e alle preoccupazioni delle imprese, e saremo vigili su quello che farete e cercheremo di verificare, giorno per giorno, su questo vi chiediamo impegno, l'attuazione della legge, l'adeguatezza delle risorse e degli interventi previsti, tentando non di rincorrere i problemi ma di anticiparli. E nel fare questo dobbiamo da subito cercare di capire come è necessario attrezzarci per il futuro. Giacomo Sanna diceva che c'è un problema di controllo delle frontiere, che è giustissimo, c'è l'esigenza del rilancio e della finalizzazione della ricerca scientifica ai problemi reali della Sardegna, della sua economia. L'accademia si deve raccordare con la società, questo è essenziale e dobbiamo incentivare tale azione. C'è un problema d'informazione, di formazione per la prevenzione, c'è un problema di tutela dell'ambiente: è necessario mappare le discariche e monitorizzare il territorio circostante per capire che cosa succede in quel territorio.

Rivediamo la normativa in questa materia e se è necessario cerchiamo di ammodernarla. Facciamo tutto questo senza allentare la nostra attenzione e la nostra tensione. Noi del centrosinistra a questo abbiamo lavorato, abbiamo anteposto questi problemi alle polemiche e alle provocazioni. Mi auguro e ci auguriamo che al di la della legge, le istituzioni, gli operatori, la società intera, ma la gente in primo luogo, almeno questa volta siano all'altezza della situazione.

PRESIDENTE. Quello dell'onorevole Selis era l'ultimo intervento, quindi prego i colleghi di predisporsi alla votazione finale del provvedimento mediante l'uso della scheda elettronica.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico del provvedimento finale.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - BALIA - BALLETTO - BIANCAREDDU - BIANCU - BIGGIO - CALLEDDA - CAPELLI - CAPPAI - CASSANO - COGODI - CONTU - CORDA - CORONA - COSSA - CUGINI - DEMURU - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - FALCONI - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FOIS - FRAU - GIAGU - GRANARA - IBBA - LA SPISA - LICANDRO - LIORI - LOMBARDO - MANCA - MARROCU - MASALA - MASIA - MILIA - MORITTU - MURGIA - NUVOLI - ONNIS - OPPI - ORRU' - ORTU - PACIFICO - PIANA - PILI - PILO - PIRASTU - PIRISI - PITTALIS - PUSCEDDU - RANDAZZO - RASSU - SANNA Emanuele - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SCANO - SCARPA - SELIS - SPISSU - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - VARGIU - VASSALLO.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 67

Votanti 67

Maggioranza 35

Favorevoli 67

(Il Consiglio approva).

PRESIDENTE. Se i colleghi sono d'accordo io propongo una brevissima sospensione e per riunire rapidissimamente la Conferenza dei Capigruppo, per decidere con quali argomenti all'ordine del giorno procedere.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 05, viene ripresa alle ore 19 e 30).

Discussione del disegno di legge: "Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura" (75/A)

PRESIDENTE. Comunico l'orientamento della conferenza dei Capigruppo relativamente alla prosecuzione dei nostri lavori. Prego i colleghi di prendere posto.

La Conferenza dei Capigruppo che si è tenuta in questi minuti di interruzione dei nostri lavori, ha deciso di proseguire i lavori con l'esame del disegno di legge 75/A: "Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura e degli orientamenti comunitari", la cui urgenza è stata richiamata anche stasera, e che poi i lavori possano riprendere domani mattina, alle ore dieci, con l'esame delle interpellanze 66/A, 83/A, 87/A, 89/A, sulle quali gli Assessori competenti devono prepararsi a rispondere in aula. Successivamente alle interpellanze si esaminerà il disegno di legge 23/A: "Modifiche e integrazione alla legge regionale del 13 ottobre 1998, numero 29, norme sulla pianificazione territoriale", poi si proseguirà con l'esame del POR e con gli altri argomenti già inseriti all'ordine del giorno. Quindi l'ordine del giorno viene così modificato, pertanto si passa all'esame del disegno di legge numero 75/A.

Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Onnis, relatore.

ONNIS (A.N.), relatore. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, la quinta Commissione permanente, nella seduta dell'11 ottobre 2000, ha approvato, con il voto unanime dei consiglieri presenti, il disegno di legge numero 75, dopo un lungo ed attento esame nel corso del quale sono stati sentiti l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, le organizzazioni professionali agricole, le associazioni delle Cooperative, l'Associazione regionale degli allevatori, gli ordini e i collegi professionali che operano nel campo dell'agricoltura e dell'allevamento. Il testo approvato dalla quinta Commissione ricalca essenzialmente quello presentato dalla Giunta regionale, al quale sono state apportate alcune lievi modifiche ritenute migliorative del testo proposto. Il capo I del disegno di legge contiene la disciplina degli aiuti agli investimenti nelle aziende agricole. In particolare sono individuati i beneficiari degli aiuti, gli investimenti a finanziamento e l'intensità dell'aiuto. Il capo secondo disciplina la concessione degli aiuti agli investimenti nel settore della trasformazione, della commercializzazione dei prodotti agricoli. Il capo terzo disciplina gli aiuti a favore della valorizzazione, promozione e commercializzazione dei prodotti agricoli e della produzione zootecnica. Il capo quarto prevede gli interventi per la infrastrutturazione rurale. Il capo quinto disciplina gli aiuti a favore della silvicoltura e della arboricoltura da legno.

Presidenza del Presidente SERRENTI

(Segue ONNIS.) Il capo sesto contiene le norme relative alla concessione di un aiuto finalizzato al contenimento dei costi di produzione. Il capo settimo contiene le disposizioni generali e finanziarie, in particolare sono disciplinate le modalità e i limiti di erogazione degli aiuti, le modalità di attuazione degli interventi e la clausula che subordina l'esecuzione degli aiuti alla loro approvazione da parte della Commissione europea.

L'approvazione da parte della Commissione, e si spera da parte del Consiglio regionale, del disegno di legge numero 75 sarà cruciale per l'intera agricoltura sarda. Infatti il disegno di legge adegua gran parte dell'intervento regionale a favore delle imprese agricole alla normativa comunitaria e, in particolare, agli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di stato a favore dell'agricoltura". L'approvazione di una normativa regionale in linea con la normativa comunitaria, permetterà alla Regione di aver finalmente un rapporto chiaro e corretto con la Commissione europea, agevolando, nel contempo, i rapporti tra la Regione e gli agricoltori ed eviterà, in particolare, che gli agricoltori possano essere chiamati a restituire i contributi ottenuti perché fondati su provvedimenti non in linea con la normativa europea.

Il testo licenziato dalla Quinta Commissione ha ottenuto il parere favorevole della Commissione Bilancio e della Commissione politiche comunitarie. La Commissione politiche comunitarie, dopo avere espresso parere favorevole sul merito dal provvedimento, ha evidenziato la necessità che il disegno di legge venga notificato alla Commissione europea in attuazione dell'articolo 4 della legge regionale 3 luglio 1998, numero 20, pur precisando che nulla osta a che l'iter legislativo prosegua e suggerendo che, in tal caso, venga inserita la norma che sospende l'esecutività degli aiuti alla verifica di compatibilità da parte della Commissione europea, norma per altro già inserita nel testo approvato dalla Quinta Commissione.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

USAI, Assessore dell'agricoltura e riforma agro - pastorale. Signor Presidente, signori consiglieri, la legge che viene oggi proposta a questa Aula e che è stata affinata dai lavori della Commissione è una legge molto importante per la nostra agricoltura perché serve, a mio avviso, a colmare la frattura che si è creata tra il mondo agricolo e il mondo politico in derivazione di molte leggi approvate da questa Aula e, purtroppo, non ritenute dall'Unione europea compatibili con gli aiuti di stato da essa previsti.

Non solo vi è la necessità di rivedere pertanto l'impianto di molti interventi a sostegno dell'agricoltura, ma vi è anche la necessità di modularli secondo intensità, tempi ed azioni che tengano conto delle nuove norme sugli aiuti di stato consentiti dall'Unione europea. Questa normativa individua con attenzione sia la finalità degli aiuti, mettendole in correlazione a quanto la stessa Unione europea prevede, sia i beneficiari degli aiuti che, una volta per tutte, hanno una precisa conformazione istituzionale, sia gli investimenti che sono messi ammessi al finanziamento, l'intensità dell'aiuto, nei campi più disparati dell'agricoltura, da quello del settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, a quello che riguarda gli interventi a favore della produzione zootecnica, gli interventi per le spese di controllo e certificazione, gli interventi per la promozione istituzionale e per la ricerca scientifica, la normativa per il riconoscimento delle associazioni di produttori e loro unioni, i provvedimenti relativi agli aiuti e alle associazioni di produttori per il loro avviamento, così come gli aiuti ai consorzi di tutela, alle associazioni degli allevatori. Ma non solo: l'intervento è dato ai servizi, è dato anche come intervento principale a favore delle infrastrutture rurali, definendone le opere, definendo gli aiuti per la silvicoltura, i loro beneficiari.

E` una legge che rivede pertanto tutto il sistema degli interventi a sostegno della nostra agricoltura, questa volta collaudati e certificati e posti in sinergia con gli interventi dell'Unione europea. L'articolo 24 prevede infine interventi finanziari a favore dell'agricoltura biologica. Mi piace ricordare in quest'Aula che gli interventi a favore dell'agricoltura biologica, da qualche anno stanno ottenendo grande successo nel mercato internazionale, lo stanno ottenendo per la bontà delle nostre produzioni ma lo stanno ottenendo anche perché siamo stati i primi ad aver creduto in questo nuovo modo di fare agricoltura. Il disegno di legge che si propone, pertanto, è un disegno di legge che, a mio avviso, risponde alle molte attese, che dovrebbe eliminare le ansie dei nostri agricoltori che in questi ultimi anni talvolta si sono trovati nella difficile situazione di dover restituire quanto avevano avuto per legge.

PRESIDENTE. Devo sospendere per qualche minuto, perché se pongo in votazione il passaggio agli articoli poi non è tecnicamente più possibile presentare emendamenti.

MARROCU (D.S.). A me bastano tre minuti.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

Sulla convocazione delle Commissioni durante le sessioni di lavori consiliari

COGODI LUIGI (R.C.). Prima di votare il passaggio all'esame degli articoli intendo sottoporre all'attenzione del Presidente una questione che ritengo vada risolta. Abbiamo, pochi minuti fa, in Conferenza concordato un calendario di lavoro dell'Aula abbastanza impegnativo, che prevede la prosecuzione dei lavori stasera sino ad ora tarda e domani. Stanno arrivando convocazioni di Commissioni per sedute da tenersi domani mattina, un attimo prima della riunione del Consiglio. Siccome per convocare le Commissioni, quando c'è tornata di lavori consiliari, è necessari l'assenso di tutti i presidenti dei gruppi, ribadisco che noi questo assenso non l'abbiamo dato e poco fa in Conferenza abbiamo detto che avremo deciso caso per caso, ma noi non siamo disponibili a lavorare anche in Commissione se siamo impegnati in Aula. Non comprendo perché si diramino convocazioni di Commissioni per domani mattina non essendoci di sicuro l'assenso di diversi Gruppi. Quindi, si provveda ad agire con maggiore correttezza in queste cose.

PRESIDENTE. Onorevole Cogodi, la questione proposta non è nuova e io devo comportarmi come ci siamo comportati in passato: è vietata la convocazione delle Commissioni in concomitanza della riunione del Consiglio, vale a dire che non possiamo riunire le Commissioni quando abbiamo iniziato i lavori del Consiglio. Se i lavori del Consiglio sono alle dieci, prima delle dieci i colleghi possono fare quello che ritengono di dover fare, non ostacolando i lavori del Consiglio.

COGODI (R.C.). Il lavoro del Consiglio è impegnativo, non comporta solo un atto di presenza; il lavoro del Consiglio è accompagnato, soprattutto quando trattiamo materie abbastanza complesse come quella in esame, anche da una attività preparatoria sui testi di legge, sugli emendamenti, dallo studio necessario per l'attività consiliare. Se un'ora prima si convocano Commissioni su argomenti per altro impegnativi, lei comprende che viene limitata di fatto l'attività dei consiglieri che vogliono davvero partecipare, non passivamente, ai lavori consiliari. Io non so come rappresentare questo problema: ci sono giorni, giorni e giorni nei quali il Consiglio non è riunito. In un mese il Consiglio si riunisce tre, quattro, cinque giorni, perché allora le Commissioni non si riuniscono negli altri giorni? C'è un problema di ordine ed anche di serietà, se mi consente.

Se no diciamo ai colleghi che hanno questa fretta di convocare Commissioni per istruire leggi per altro importanti che non sono istruibili in mezz'ora, che abbiano la bontà di non insistere più di tanto. Insomma, che cosa dobbiamo dire? Dobbiamo rivendicare il nostro diritto a venire in aula preparati, abbiamo concordato un orario di lavoro che va oltre le ventuno, per riprendere domattina alle nove, nove e mezzo, ma ciò all'interno di un regime normale di attività. Faccia come vuole.

PRESIDENTE. Io mi preoccupo solo di far funzionare il Consiglio.

COGODI (R.C.). Pare che queste cose non interessino nessuno. I Gruppi consiliari potranno qualche volta interloquire su una cosa di questo genere? In Conferenza diversi presidenti di gruppo hanno detto che non era opportuno che si convocassero le Commissioni. Ma se solo perché una questione la rappresentiamo noi non interessa bellamente a nessuno, convocate pure Consiglio, Commissioni, conferenze stampa contestualmente, tutto quello che vi pare, però consentiteci di dire che non è una cosa seria concordare un attimo fa in Conferenza una decisione che poi, usciti dalla Conferenza, viene subito smentita.

PRESIDENTE. Non è mia intenzione non prendere in considerazione il problema che lei sta sollevando. Concluso l'esame di questo provvedimento, io sentirò, limitatamente a questo argomento, i colleghi Presidenti di Gruppo. Va bene?

COGODI (R.C.). Questa è una violazione dalla quale noi ci difenderemo. Non è che qui qualcuno pensi di saltare l'istruttoria ad opera delle Commissioni e di non consentire ai Gruppi minori di lavorare; noi ci difenderemo perché questa è una violenza!

PRESIDENTE. Onorevole Cogodi, io non uso violenza a nessuno, è lei che molto spesso la usa, almeno verbalmente.

COGODI (R.C.). Noi siamo presenti in aula dalla mattina alla sera, partecipiamo alla discussione delle leggi e abbiamo diritto di studiare. Abbiamo detto che stiamo predisponendo degli emendamenti e abbiamo diritto di partecipare anche ai lavori delle Commissioni.

PRESIDENTE. La Commissione era convocata per oggi.

COGODI (R.C). Ma se siamo in aula tutto il giorno!

PRESIDENTE. Certo, per questo oggi non si è potuta riunire. L'hanno convocata in ore in cui non è riunito il Consiglio.

COGODI (R.C.). Ma se pensa che domani in mezzora qualcuno tratterà la questione dell'Ente minerario…fate come vi pare ma è violenza!

PRESIDENTE. Onorevole Cogodi, bisogna che decidiamo una volta per tutte come comportarci. Se non dobbiamo concedere deroghe non le concediamo né domani, né mai; non è che una volta le concediamo e una volta no. Io credo che come risulta dai resoconti consiliari proprio lei qualche volta abbia sostenuto la necessità di fare…

COGODI (R.C.). Se è previsto Consiglio per tutto il giorno, correttezza vuole che non siano convocate le commissioni.

PRESIDENTE. Alle 9 non c'è Consiglio. Il Consiglio è alle 10 e io le assicuro che puntualmente alle 10 sarò qua e chiederò ai colleghi che alle 10 siano presenti.

COGODI (R.C.). Perché lei non deve studiare nulla, perché sa tutto.

PRESIDENTE. Io devo studiare più di lei, è lei che sa tutto, onorevole Cogodi. Io purtroppo ho bisogno di studiare continuamente, lei non ne ha bisogno!

COGODI (R.C.). Io sto chiedendo tempo quindi ne ho bisogno.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Selis. Ne la facoltà.

SELIS (Popolari-P.S.). Per quanto mi ricordi la sessione dell'Aula riguarda l'intera giornata. La sessione non comincia alle 9 o alle 10, per cui tre ore prima si può fare tutto quello che si vuole. La sessione inizia domani alle 10, ma l'intera giornata è dedicata ai lavori d'Aula per cui se non c'è il placet di tutti i Gruppi non si possono riunire le Commissioni. Io la pregherei adesso, proprio per evitare polemiche, di vedere anche i precedenti in questa materia, però sono certo, per quello che riguarda la mia memoria, che la sessione del Consiglio riguarda l'intera giornata. Si può al di fuori dell'orario delle sedute consiliari, riunire anche le Commissioni, ma occorre l'accordo di tutti quanti.

Sono già le 8, siamo qua tutta la giornata, abbiamo fatto un lavoro impegnativo e ce ne siamo dati reciprocamente atto, mettiamola così, mi sembra che turbare un clima costruttivo, su una questione di questo genere, sia eccessivo. Credo che si possa trovare un accordo sull'orario di riunione di questa Commissione di domani e consentire che si tenga. Io continuo a dire che l'intera giornata di domani è considerata sessione consiliare e quindi non si possono riunire le Commissioni se non con il consenso unanime dei Gruppi presenti in Consiglio.

PRESIDENTE. Onorevole Selis, io ho già fatto ricorso alla memoria storica degli Uffici i quali sostengono che anche durante la sua presidenza si è fatto così; in tutti i casi, siccome poi le decisioni le prendiamo noi, io prendo l'impegno di convocare al termine della seduta la Conferenza dei Presidenti di Gruppo per assumere una decisione in merito al problema posto.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Abbiamo raggiunto un accordo, abbiamo concordato l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, avete concordato l'ordine dei lavori del Consiglio, non anche quello delle Commissioni.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Abbiamo concordato il calendario dei lavori di stasera e di domani.

PRESIDENTE. Su questo problema convocherò la Conferenza dei Capigruppo, non posso prendere questa decisione così.

Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.

PITTALIS (F.I.-Sardegna), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, intervengo visto che c'è qualche minuto di tempo per definire la predisposizione di alcuni emendamenti e voglio ricordare, il Presidente probabilmente era assente, che si è tenuta una Conferenza dei Capigruppo, era presente anche la Giunta, si è individuato un percorso, si sono assunte delle metodologie di lavoro per stasera, prevedendo per domani mattina la convocazione della Commissione industria, e alle ore 10 la seduta consiliare che inizierà con le interpellanze, per poi passare all'esame del disegno di legge sui centri storici, del P.O.R., secondo l'ordine del giorno indicato. Noi non comprendiamo la ragione di questa continua convocazione di Conferenze: se hanno un senso e si definisce un percorso, non si comprende perché ogni volta in Aula, si metta di nuovo in discussione tutto e si debba riconvocare la Conferenza.

Noi ci rimettiamo, Presidente, alle decisioni che sono state assunte, se vogliamo veramente che le Conferenze abbiano un significato proprio ai fini dell'organizzazione dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, per mia migliore comprensione, c'è un accordo preso in Conferenza dei Capigruppo in merito alla riunione della Commissione? Perché se c'è, questo vincola tutti, se non c'è assumerò io una decisione che poi comunque scontenterà una parte.

Ha domandato di parlare il consigliere Floris Emilio. Ne ha facoltà.

FLORIS EMILIO (F.I.-Sardegna). Presidente, nel corso della Conferenza dei Capigruppo io ho avanzato la proposta di far riunire la Sesta Commissione per un provvedimento urgente che precedentemente avevo chiesto fosse inserito direttamente all'ordine del giorno nel testo del proponente. La Conferenza aveva già deciso a favore della convocazione della Commissione, ma di più, nella Conferenza precedente, l'onorevole Cogodi aveva detto che acconsentiva alla convocazione della Commissione. Adesso io non riesco a capire quale sia l'oggetto della contestazione né quale sia il motivo, credetemi; non è che abbiamo detto che dobbiamo approvare il disegno di legge proposto dall'assessore Pirastu, noi abbiamo detto che si deve riunire la Commissione; i problemi verranno fuori in Commissione.

(Interruzioni)

COGODI (R.C.). Noi abbiamo dichiarato di essere contrari alla proposta. L'abbiamo detto prima, siamo contrari ad inserire all'ordine del giorno progetti di legge non istruiti prima dalle Commissioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Gian Valerio. Ne ha facoltà.

SANNA GIAN VALERIO (Popolari-P.S.). Io intervengo per precisare quello che mi sembra sia avvenuto nella Conferenza dei Capigruppo: il Presidente della Commissione, l'onorevole Rassu, ha chiesto di poter convocare la Commissione; gli è stato detto di seguire le vie procedurali previste per questi casi, cioè di acquisire le firme di tutti i presidenti di Gruppo, dopodiché è arrivato tardivamente l'onorevole Floris al quale abbiamo comunicato che la proposta era già stata avanzata dal Presidente della Commissione, però l'autorizzazione non è stata formalizzata, al di là della larga disponibilità manifestata a dare il consenso. Pertanto qui stiamo discutendo di affermazioni verbali che contrastano con le procedure, il problema è che lei deve decidere se valgono le procedure o gli impegni orali.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

CUGINI (D.S.). Presidente, mi dispiace dover prendere la parola sull'argomento che è stato introdotto perché normalmente cerco di contribuire all'adozione di soluzioni unitarie, però se adesso insistiamo su questo argomento è chiaro che trasferiamo il dissenso su tale questione, sul merito dei progetti di legge che dobbiamo esaminare e si creano poi difficoltà per i passi successivi. L'assessore Pirastu parla di un argomento urgente che il collega Floris ha proposto di iscrivere direttamente all'ordine del giorno dell'Aula; noi abbiamo detto che, siccome si tratta di un argomento sul quale, in momenti diversi da questo, abbiamo espresso posizioni diverse da quelle della maggioranza, sarebbe bene procedere ad un approfondimento in Commissione per costruire soluzioni unitarie, questo era lo spirito della disponibilità. Ma se invece non c'è questa convergenza, io lo dico anche per il merito, è bene che riflettiamo un attimino per verificare se è possibile, parlandone, superare le difficoltà. Perché dico questo? Perché io non vorrei utilizzare il tempo per trattare una questione procedurale ed allora ritornerei all'esame del provvedimento che è in discussione e per il quale è già intervenuto l'assessore Usai, nel frattempo riprendiamo tra di noi la questione proposta e definiamola successivamente in modo tale che adesso si lavori proficuamente.

Continuazione della discussione del disegno di legge: "Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura" (75/A)

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Cugini, grazie. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Capo I. Si dia lettura dell'articolo 1.

CAPPAI, Segretario:

Capo I

Aiuti agli investimenti nelle aziende agricole

Art. 1

Finalità degli aiuti

1. L'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere aiuti per investimenti nelle aziende agricole finalizzati a:

a) ridurre i costi di produzione;

b) migliorare e riconvertire la produzione e incrementare la qualità;

c) tutelare e migliorare l'ambiente naturale, le condizioni di igiene e benessere degli animali;

d) promuovere la diversificazione delle attività nelle aziende agricole.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 2.

CAPPAI, Segretario:

Art. 2

Beneficiari degli aiuti

1. Possono beneficiare degli aiuti le aziende, singole o associate, a condizione che possano comprovare, mediante valutazione delle prospettive:

a) redditività;

b) il rispetto dei requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali;

c) il possesso da parte conduttore di conoscenze e competenze professionali adeguate.

2. Possono beneficiare degli aiuti anche le aziende che intendano realizzare gli investimenti necessari per conformarsi ai requisiti di cui al comma 1, lettera b).

3. Per l'accesso alle provvidenze di cui all'articolo 1 è riconosciuta priorità alle richieste inoltrate da giovani agricoltori.

PRESIDENTE. Sospendiamo questo articolo ed andiamo avanti col prossimo.

Si dia lettura dell'articolo 3.

CAPPAI, Segretario:

Art. 3

Investimenti ammessi a finanziamento

1. Sono ammesse a finanziamento le spese relative a:

a) opere di miglioramento fondiario;

b) impianto di colture arboree specializzate;

c) costruzione o miglioramento di beni immobili;

d) acquisto di macchine e attrezzature agricole;

e) acquisto di apparecchiature e programmi informatici;

f) acquisto di riproduttori maschi di qualità pregiata, registrati nei libri genealogici o nei registri di razza;

g) acquisto di fattrici di qualità pregiata, registrate nei libri genealogici o nei registri di razza;

h) acquisto di terreni e beni immobili, comprese spese legali e notarili, tasse e costi di registrazione;

i) spese generali, onorari e oneri di progettazione, studi di fattibilità, consulenze, acquisizione di brevetti e licenze, fino ad un massimo del 12 per cento;

l) ricomposizione fondiaria attraverso permuta di particelle agricole migliorative della redditività delle aziende.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'articolo 3, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 4.

CAPPAI, Segretario:

Art. 4

Intensità dell'aiuto

1. L'intensità massima dell'aiuto rispetto alle spese ammesse, in generale, è così determinata:

a) 50 per cento nelle zone svantaggiate (55 per cento per i giovani agricoltori insediati da meno di cinque anni);

b) 40 per cento nelle altre zone (45 per cento per i giovani agricoltori insediati da meno di cinque anni).

2. Nei casi particolari sottoelencati, purché non si determini un aumento della capacità di produzione dell'azienda, l'intensità dell'aiuto può essere così modificata:

a) per investimenti finalizzati a conseguire o a superare i requisiti comunitari minimi in materia di tutela e miglioramento dell'ambiente o delle condizioni di igiene e benessere degli animali:

1) 75 per cento nelle zone svantaggiate;

2) 60 per cento nelle altre zone;

b) per investimenti finalizzati alla conservazione di elementi di interesse storico o archeologico situati in aziende agricole:

1) sino al 100 per cento delle spese sostenute se si tratta di fattori non produttivi;

2) sino al 75 per cento per le zone svantaggiate e al 60 per cento per le altre zone, se si tratta di fattori produttivi dell'azienda.

3. Per la ricomposizione fondiaria attraverso permuta di particelle agricole può essere concesso fino al 100 per cento della spesa sostenuta per costi legali e amministrativi, per tasse e costi di registrazione.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 5.

CAPPAI, Segretario:

Capo II

Aiuti agli investimenti nel settore della trasformazione e della commercializzazione
dei prodotti agricoli

Art. 5

Finalità dell'intervento e intensità dell'aiuto

1. L'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere aiuti nella misura massima del 50 per cento delle spese ammesse per fini di miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici e dei loro sottoprodotti, o per realizzare investimenti che consentano di raggiungere i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 6.

CAPPAI, Segretario:

Art. 6

Beneficiari degli aiuti

1. Possono beneficiare degli aiuti, se dimostrano redditività, le aziende agricole associate in forma cooperativa nonché i consorzi di cooperative e i consorzi di imprenditori agricoli a titolo principale.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 7.

CAPPAI, Segretario:

Art. 7

Investimenti ammessi a finanziamento

1. Per le finalità di cui all'articolo 5 sono ammesse a finanziamento le spese relative a:

a) costruzione, acquisizione o miglioramento di beni immobili;

b) acquisto di macchine e attrezzature ivi comprese quelle per il trasporto dei prodotti;

c) acquisto di apparecchiature e programmi informatici;

d) spese generali, onorari e oneri di progettazione, studi di fattibilità, consulenze, acquisizione di brevetti e licenze, fino ad un massimo del 12 per cento.

PRESIDENTE. A questo articolo è stato presentato l'emendamento numero 1. Se ne dia lettura.

CAPPAI, Segretario:

Emendamento aggiuntivo Biggio - Calledda - Granara - Tunis Marco Fabrizio - Liori - Marrocu.

Art. 7 bis

(Indennizzi per produzioni inquinate)

1. L'Amministrazione regionale è autorizzata ad indennizzare i produttori agricoli ai quali le Autorità sanitarie impongano misure che limitino il conferimento e la vendita dei prodotti agricoli in quanto non destinabili al consumo umano diretto perché interessati da inquinamento industriale.

2. L'indennizzo è liquidato, agli organismi detentori dei prodotti di cui al comma precedente, in misura pari al prezzo medio di utilizzo dei prodotti aventi caratteristiche analoghe e destinabili al consumo umano.

3. Il prezzo medio di realizzo di cui al precedente comma 2 è maggiorato dagli eventuali oneri connessi alle operazioni di ritiro, stoccaggio e lavorazione sopportati per renderli commerciabili per un utilizzo industriale, calcolati nella misura massima del cinque per cento riferita allo stesso prezzo medio di realizzo e decurtato del ricavato della vendita.

4. L'onere per l'intervento, da ritenersi eccezionale e non ripetitivo, riferito agli anni 1998, 1999 e 2000 è valutato in lire 1.250.000.000, graverà sul capitolo 06141.00 del bilancio della Regione per l'esercizio finanziario 2000.

Copertura finanziaria

In diminuzione

Cap. 03150/02 1.250.000.000

In aumento

Cap. 06141.00 1.250.000.000 (1)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Biggio per illustrare l'emendamento.

BIGGIO (A.N.). Presidente, colleghi, l'emendamento è stato presentato per fronteggiare una situazione che è stata già da diversi anni portata all'attenzione di quest'Aula e per ragioni diverse è ancora in attesa di essere risolta.

Già l'ultimo comma, il numero 8, dell'articolo 20, della legge finanziaria del 1999 recitava: "L'intervento di cui all'articolo 4, della legge regionale 29 aprile 1994, n.18, è esteso alle produzioni ottenute nell'anno 1998 e il relativo onere, valutato in lire 300 milioni, grava sulle disponibilità del fondo regionale di solidarietà in agricoltura di cui alla legge regionale 10 giugno 1974, numero 12".

Questa norma serviva per compensare i maggiori oneri derivati alla cantina sociale di Sant'Antioco che ha dovuto ritirare e lavorare a parte, a seguito dell'intervento dei Nas, della Guardia di Finanza, delle A.S.L., eccetera, una quantità rilevante di uva prodotta nelle zone dove ricadevano le esalazioni di piombo delle fabbriche di Portovesme. Probabilmente, se queste quantità fossero state vendemmiate insieme a quelle non inquinate, le avremmo potute consumare tranquillamente come buon vino e invece così non è stato; si è dovuto destinare questo prodotto a produzioni industriali e non a quella di vino atto al consumo umano.

Nel '98, il lavoro svolto non è stato compensato e gli uffici dell'amministrazione regionale sono stati molti veloci a portare via queste risorse, perché a causa, probabilmente, della insufficienza del personale presso l'assessorato, o perché qualcuno si era ammalato, l'iter della pratica è stato ritardato, è passato del tempo, poi quando è stata ripresa in esame per ristorare la cantina che ne aveva titolo, i fondi non c'erano più. E' stato detto che si sarebbe provveduto con la successiva legge di bilancio e poi non si è potuto provvedere. Ultimamente, nel corso della discussione dell'ultimo bilancio si è anche detto che si sarebbe provveduto e non lo si è fatto. So già che qualcuno obietterà che probabilmente questa norma cadrà sotto la scure dell'Unione Europea rischiando di bloccare l'intera legge quindi bisogna fare un provvedimento a parte; io credo che se l'unione Europea la ritiene incompatibile con le norme comunitarie non l'approva né inserita in questo provvedimento, né in un provvedimento a parte.

La stessa legge che stiamo discutendo, che pure è urgente, ha subito un certo ritardo, siamo a fine anno, la mia proposta è di inserire la norma in questo articolato, poi valutino la Giunta e soprattutto il Consiglio, cosa fare di questo emendamento. Ho avuto anche notizia, all'ultimo momento, che da parte dell'Assessore è stato presentato un disegno di legge similare alla Giunta. Però, la richiesta che io faccio è di inserire la norma in questo disegno di legge, salvo non ci siano delle evidenti difficoltà di carattere tecnico che io non conosco. Se la Commissione europea dovesse fare obiezioni, si cassa l'articolo aggiuntivo, se però dovesse essere approvato nel testo da noi proposto, come io credo che possa, si risolve il problema e non ci si torna mai più.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento ha facoltà di parlare il consigliere Onnis, relatore.

ONNIS (A.N.), relatore. Il parere non è contrario, anche se è perplesso, perché l'emendamento pone un problema reale, che tra l'altro molti di noi conoscono, però un problema che non è passato al vaglio della Commissione, quindi la Commissione non ha avuto modo di assumere una posizione.

La mia perplessità discende dal fatto che si vorrebbe introdurre, in una sorta di legge cornice che disciplina il quadro dei futuri interventi relativi all'agricoltura in Sardegna, una disposizione che riguarda un problema specifico. Sotto questo profilo io credo che sia opportuno che rimetta all'Aula la valutazione di questa iniziativa.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.

USAI, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Devo dire che l'esigenza che è stata posta, purtroppo, non può trovare posto in questo impianto normativo, perché configura un aiuto all'azienda, cosa che è vietata dalla norma sugli aiuti comunitari, pur essendovi l'esigenza e la necessità di dare una risposta a una situazione che, ormai, da troppi anni si protrae.

Io ritengo che sarà più opportuno verificare in altra sede, e forse l'ho detto già anche l'altra volta, proprio per gli aspetti negativi nei confronti della salute umana, la necessità di un intervento, come del resto era stato fatto a suo tempo, non tanto sul vino, quanto sull'uva che era chiaramente inquinata e che, ai fini della prevenzione sanitaria, doveva essere tolta dal mercato oppure essere messa da parte. Questo era l'intervento che era stato fatto negli altri anni.

La Giunta, pertanto, con dispiacere, non può a mio avviso accogliere questo emendamento, perché inficerebbe tutta la legge e siccome siamo a fine anno, bisogna tener conto che sarebbero necessari ulteriori 60 giorni di tempo che l'Unione europea si prenderebbe per valutare la compatibilità di questo disegno di legge, che speriamo diventi legge, con le norme comunitarie. L'inserimento di questa norma allungherebbe solo i tempi e alcune delle azioni previste non avrebbero più la possibilità di essere attuate nell'arco dell'anno.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Io ritengo che i presentatori, a patire dal collega, onorevole Biggio, debbano ritirare questo emendamento per ragioni così ovvie ed evidenti che non ci sarebbe motivo di insistervi. Non c'entra nulla con questo provvedimento di legge, che tratta di "adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell'agricoltura agli orientamenti comunitari". Almeno il buon gusto, non dico il buon senso, per non dire del buon diritto, dovrebbe evitare che si inserisca in un provvedimento che riguarda l'adeguamento della normativa regionale agricola agli orientamenti comunitari, una norma che direttamente contrasta con essi. Non c'entra nulla, per cui norma più intrusa di questa non ce ne sarebbe, però pare che sia più facile far approvare gli interventi che non si vogliono discutere alla luce del sole stando zitti, o camuffandoli o introducendoli clandestinamente dentro le altre leggi.

Qui non c'è scritto che questo provvedimento è riferito alla Cantina sociale di Sant'Antioco, qui c'è scritto che è riferito ai produttori agricoli della Sardegna, i quali, secondo questo emendamento, dovrebbero essere risarciti quando non possono vendere i loro prodotti perché l'industria li ha avvelenati, la stessa industria che nonostante abbia provocato il danno non è obbligata a risarcirlo; in sua vece interviene la Regione. Quando piove troppo, sarà un'alluvione, interviene la solidarietà sociale pubblica, istituzionale. Si tratta di una disgrazia, di un'emergenza. Quando c'è la siccità, ci possono essere colpe e responsabilità di carattere connesso, oggettivo, ma la colpa non è attribuibile a alcuno individualmente, lo steesso può dirsi se si verifica un terremoto, una pestilenza, come fino a poco fa abbiamo discusso. Ma se c'è un soggetto che si sa che rovina i prodotti altrui, che causa un danno, almeno finché esiste un codice civile in questo Paese, prima ancora di un codice penale, sarà pure tenuto a pagarlo in qualche modo! Oppure chiunque può causare un danno, avvelenare i frutti altrui, recarsi alla Regione e trovare Biggio che gli fa un emendamento che pone a carico della Regione il risarcimento di tale danno? E gli paga anche gli arretrati, retroattivamente, a meno che, una certa produzione, in un certo ambito territoriale sia autorizzata, quindi quell'emissione di fumi sia consentita, in tal caso non è opportuno, non è economicamente valido coltivare prodotti che non sarebbero commestibili. Delle due una: o è fuori legge l'industria che avvelena i frutti della terra, le viti, l'acqua, l'uva, tutto, e allora si riconduca a legge l'industria, o è fuori legge quel produttore che coltiva vite in un luogo nel quale c'è un'industria autorizzata, per cui esercita un'attività incompatibile con l'attività industriale. Delle due una.

Questa non è una più una Regione che governa, che fa leggi, questa è una Regione che si sta riducendo ad un ufficio indennizzi Biggio e company. Che c'entra questa roba? E poi una volta approvata questa norma, si aprirebbe un'altra voragine, perché tutti i prodotti agricoli della Sardegna che vengono inquinati da qualsiasi industria, tutti i frutti che vengono avvelenati dovrebbe pagarli la Regione, perché si inizia così, poi facciamo un'altra legge come quella sui matti in base alla quale si era detto che con tre miliardi si dava l'assistenza agli ex manicomiali, però non si erano chiamati ex manicomiali, ma matti, allora tutti si facevano dichiarare matti e la Regione ha pagato due, trecento miliardi, poi ha abrogato la legge, perché i matti erano quelli che avevano fatto quella legge. Con questa norma che si vuole introdurre insistiamo col medesimo metodo.

Questo Polo del buon governo, delle libertà, delle case delle libertà, e di tutti i governi puliti, ordinati e trasparenti, si inventa una norma apparentemente a favore di una subspecie di produttori agricoli, poi dice verbalmente, vale la parola sua, che serve a indennizzare la cantina sociale di Sant'Antioco, ma vale quello che è scritto qui nell'emendamento, in base al quale i produttori agricoli, tutti, di tutta la Sardegna, sono autorizzati a produrre cose inquinate, uva al piombo in quella zona o altri prodotti inquinati, perché anche se non le possono vendere, le compra la Regione. Non le possono vendere ma manco hanno interesse a venderle; perché mai? Perché, con questo articolo, al secondo comma si dice che addirittura il prezzo è quello di utilizzo del prodotto medio avente pari valore sul mercato, manco scomodarsi a vendere, basta che producano roba che sicuramente nascerà inquinata, in base a questa norma della Regione, Biggio e company, non devono neanche commercializzare il prodotto, tanto la Regione ha fatto una "AIMA" sua per ritirare quel prodotto e pagarlo anche a prezzo superiore, e pure retroattivamente. Non solo, ma la Regione, a quello che produce roba inquinata, non commestibile, avvelenata, poi deve pagare anche il ritiro, lo stoccaggio, la lavorazione del prodotto, e regalargli anche un panettone a Natale, perché no?

Insomma, siamo alla follia pura e semplice. Ragioni, ripeto, di buon gusto, di buon senso, di buon diritto, dovrebbero, come dire, indurre il presentatore di questo emendamento, che ne è l'ispiratore ovviamente e chi poi, lungo strada, l'ha condiviso, al suo ritiro. Se invece verrà mantenuto noi ci riserviamo di dire qualcos'altro nel merito, perché davvero questo testo merita di essere discusso approfonditamente.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU FELICE (C.C.D.). Presidente, consiglieri, sarò brevissimo, ma bisogna che intervenga perché c'è una frase latina che dice "Amicus Plato sed magis amica veritas" cioè siamo arrivati ad un punto in cui, io, mi rendo conto perfettamente dell'esigenza che l'onorevole Biggio ha prospettato e sostanzialmente sono favorevole ad essa, nel senso che, se ci fosse uno strumento adatto, idoneo, come un disegno di legge a cui anche dare corsia preferenziale, oppure un ordine del giorno che impegni la Giunta a introdurre nel bilancio una norma per risolvere questo problema, io sarei anche prontissimo a dare il mio consenso.

Ma introdurre una norma di questo genere, così specifica in una intelaiatura così generale come quella che stiamo creando, che è stata anche concordata con l'UE, effettivamente mi preoccupa moltissimo, io non vorrei proprio che dopo aver fatto una legge per adeguare, per quanto è possibile, la nostra legislazione a quella europea, ed aver quindi predicato bene, incominciassimo poi a razzolare male introducendo una norma che magari può essere cassata rendendo inefficace l'intera legge. Non mi sento assolutamente di correre questo rischio, mi dispiace, perché io sono molto amico anche degli amici di Sant'Antioco, ma non me la sento.

Esprimo perciò la mia contrarietà all'emendamento e vorrei veramente pregare gli amici che lo hanno presentato di trovare un'altra formula, un disegno di legge ad hoc, che abbia corsia preferenziale o qualche altra soluzione che ci consenta di votare a favore senza sentirci responsabili di un danno ancora maggiore.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Presidente, colleghi, intanto voglio tranquillizzare l'onorevole Cogodi sulle sue preoccupazioni. Qui nessuno ha perso la testa e nessuno sta chiedendo premi. Gli associazionismi di cui parla forse li conosce meglio lui, io sono ancora indenne da questi sistemi, voglio tranquillizzarla. Evidentemente lei ha molta conoscenza di questi sistemi; io non li conosco, sono arrivato da poco qui e penso che non ci starò neanche per molto. E voglio precisare anche un altro aspetto di questa vicenda: è stato fatto obbligo ai produttori di portare il loro prodotto presso quell'impianto, e si tratta di un mero risarcimento di quattro lire.

Il danno è stato ben altro. E` stato il danno all'immagine, è stato il danno provocato dalla furbizia di altri che sono stati liberati dall'onere di ricevere questi prodotti. Io non ritiro l'emendamento. Il Consiglio si assuma la responsabilità di bocciarlo. L'ordine del giorno è già stato presentato e approvato in passato, Presidente; questo problema attende da anni una soluzione. Bocci il Consiglio, approvi il Consiglio, faccia il Consiglio, io vi ho rappresentato un problema che va risolto comunque.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ortu. Ne ha facoltà.

ORTU (R.C.). Nessuno nega il problema, però al problema si deve trovare una soluzione che non può essere adottata in questo disegno di legge. I problemi di questo tipo non possono, comunque, essere sempre posti a carico della Regione. Qui c'è un danno che è stato compiuto nei confronti di questi produttori, ci sono dei responsabili e quindi chi ha prodotto il danno paghi. D'altronde, badate, in quelle aree, penso che l'onorevole Biggio ne sia anche a conoscenza, a me risulta che, per quanto riguarda gli anni scorsi, le aziende siano state anche condannate a rifondere i danni che hanno causato alle produzioni, a tutte le produzioni. Se comunque c'è un accertamento di responsabilità e quindi un riconoscimento del danno, io ritengo che possa essere perseguita quella strada anche in questa occasione, senza che comunque se ne debba far carico la collettività, o per lo meno si ponga anche questo problema sul giusto piano. Questo è il punto.

Inoltre, come è stato già detto, e su questo aspetto mi rivolgo al Presidente, chiaramente questo emendamento non ha nulla a che fare con il disegno di legge in discussione, che vuole affrontare una questione seria ed urgente, perché tenta di porre mano al riordino complessivo della normativa sull'agricoltura per renderla compatibile con l'ordinamento comunitario, cosa che siamo obbligati a fare, altrimenti tutti gli investimenti che riguardano le campagne restano bloccati. Allora, possiamo correre il rischio che un provvedimento serio come questo con questa norma venga bloccato in sede comunitaria? Sinceramente io ritengo di no. Se si vuole bloccare il provvedimento, a prescindere dal merito e dall'esigenza posta da questi produttori, che pure va riconosciuta, ma nelle giuste forme, si approvi questo emendamento; ne conseguirà che uno strumento indispensabile, che infatti non a caso è stato esitato all'unanimità dalla Commissione e che stiamo discutendo anche in aula in un clima di piena collaborazione, cercando di approvarlo in tempi rapidi, altrimenti lo stesso disegno di legge sarebbe ulteriormente perfettibile, sarà bloccato; se si vuole fare un tentativo di bloccare questo provvedimento, si vada pure avanti su questa strada. Tra l'altro qualcuno dice che tanto siamo alla fine dell'anno e il tutto si potrebbe rinviare all'anno prossimo.

Ma voglio porre anche un'altra questione, sulla quale mi rivolgo al Presidente del Consiglio: poc'anzi mi è stato detto che il mio emendamento era inammissibile semplicemente perché richiamava, nel provvedimento in discussione, che era comunque finalizzato alla previsione di interventi su una calamità, alcune norme specificamente previste per calamità consimili, che pure sono avvenute nel corso dell'anno. Il Presidente pertanto mi ha chiesto di modificare l'emendamento, in caso contrario non l'avrebbe sottoposto alla discussione dell'Aula. Io ho accolto la sua richiesta e l'ho modificato, mi chiedo come faccia ora il Presidente a ritenere ammissibile un emendamento di questo tipo, che palesemente non ha nulla a che vedere con quanto viene disposto in questo disegno di legge, che non disciplina i risarcimenti. Oltre al fatto che, ripeto, ritengo che una legge così importante per lo sviluppo dell'agricoltura in Sardegna, non debba contenere simili previsioni.

PRESIDENTE. Onorevole Ortu, non si può fare un paragone fra il suo emendamento e questo perché le leggi sono diverse. La precedente è una legge molto specifica e quell'emendamento davvero la stravolgeva; questa è una legge di carattere generale nella quale è possibile inserire anche altre norme.

Ha domandato di parlare il consigliere Calledda. Ne ha facoltà.

CALLEDDA (D.S.). Signor Presidente, colleghi consiglieri, questo emendamento noi l'abbiamo proposto anche nell'ambito della discussione delle leggi finanziaria e di assestamento. C'era stato un impegno da parte della Giunta, e dell'Assessore in modo particolare, a presentare un disegno di legge che intervenisse a risolvere in via definitiva il problema che abbiamo dinanzi. Non è che qualcuno si sia inventato questo problema di sana pianta, il problema esiste da anni.

Come voi sapete la zona industriale di Portovesme e diversi comuni che sono nell'ambito di quel territorio, fanno parte di una zona al alto rischio ambientale, la quale è stata sottoposta a tutta una serie di restrizioni dal punto di vista delle produzioni agricole e chi ha pagato, in questo caso, sono coloro i quali coltivavano le vigne. Da anni, attraverso un decreto dell'Assessore della sanità della Regione autonoma della Sardegna, le uve vengono raccolte e portate nella cantina di Sant'Antioco. Tale cantina, dal '98 ad oggi, ha fatto questo lavoro gratis. Allora io mi chiedo se un'autorità può imporre a una società cooperativa di lavorare quel prodotto e non remunerare il lavoro che è stato fatto; francamente credo che una soluzione dobbiamo trovarla.

Nell'emendamento abbiamo previsto, per risolvere la questione in via definitiva, lo stanziamento di 1 miliardo e 250 milioni. Questo significa, ovviamente, e sono d'accordo con chi sostiene questo, me ne rendo perfettamente conto, che non possono continuare a produrre in quella zona finché resta ad alto rischio ambientale, nel senso che se continuano a produrre uve inquinate, è del tutto evidente che non si può riproporre il problema anno per anno; voglio sottolineare questo aspetto, a differenza del collega Biggio, perché fare la battaglie contro i mulini a vento non serve, però chiedo, per l'ennesima volta, all'Assessore, alla Giunta, alla Presidente, di affrontare il problema in via definitiva, non so se con un provvedimento di legge ad hoc, in modo tale che questo problema non sia più posto a partire dalla produzione dell'anno prossimo. Infatti se perdura questa situazione c'è il rischio davvero che la cantina di Sant'Antioco subisca un danno davvero rilevante, perché comunque ogni anno è obbligata, in virtù di decreti emanati dalle amministrazioni comunali e dall'Assessore della sanità, a ritirare le uve, senza poter in qualche misura rifarsi del danno economico subito.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Mi pare accoglibile l'osservazione sulla inopportunità della proposta, per cui, siccome sono firmatario dell'emendamento, dichiaro di ritirare la mia firma e invito anche il collega Biggio a ritirare l'emendamento, che può essere invece inserito in un successivo provvedimento.

L'unica cosa che aggiungo è questa: dire che comunque quella calamità ha anche origine umana, può essere vero, ma quando interveniamo per il ripristino ambientale dei siti minerari, anche lì l'uomo o chi ha gestito quelle aree aveva il dovere di metterle in stato di sicurezza, di intervenire eccetera; però il ripristino magari lo paghiamo noi con risorse pubbliche, così come facciamo in caso di discariche abusive. Quindi, mi pare che anche questo argomento non sia del tutto condivisibile, quello che è vero, come diceva il collega Calledda, è che nel caso di cui discutiamo c'è un decreto che vieta la commercializzazione di quei prodotti, quindi c'è un intervento che può consentire il risarcimento.

Comunque, detto questo, siccome questo problema lo abbiamo affrontato anche in passato in occasione dell'esame di altri provvedimenti, credo che sia accettabilissimo l'argomento dell'inopportunità di inserire l'emendamento proposto in questo provvedimento e quindi invito i proponenti a ritirarlo perché una eventuale bocciatura della legge che ci apprestiamo ad approvare, magari ci impedirebbe di affrontare questo stesso problema tranquillamente in altra occasione, per esempio in sede di discussione della finanziaria. Penso pertanto che proprio nell'interesse di quel territorio sia utile ritirare ora l'emendamento per consentirci di esaminarlo al più presto, considerandolo una sollecitazione che viene fatta al Consiglio e alla Commissione affinché sia finalmente affrontato anche questo problema, che negli ultimi due anni abbiamo trascurato.

PRESIDENTE. Senza entrare nel merito delle questioni poste, mi limito a porre un problema tecnico: chiedo all'Assessore del bilancio se c'è la copertura finanziaria. Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.

PITTALIS (F.I.-Sardegna), Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'invito testé formulato dall'onorevole Marrocu viene fatto proprio anche dalla Giunta, ritenendo che l'onorevole Biggio e gli altri firmatari dell'emendamento numero 1, pongono in evidenza un giusto problema, un problema che sicuramente deve essere affrontato. Noi invitiamo infatti alla trasformazione di questo emendamento in una vera e propria proposta di legge, per la quale posso garantire all'onorevole Biggio ed ai presentatori, il reperimento di risorse adeguate, invitandoli a proporlo non come norma nella legge finanziaria prossima, ma proprio come una proposta di legge autonoma che quindi possa seguire l'iter proprio. Per quanto riguarda la copertura, su questo capitolo non ci sono disponibilità, però non è un problema ai fini dell'ammissibilità perché ritengo che con una rimodulazione di un capitolo all'interno dello stesso provvedimento, per esempio il capitolo 06015, che ha una dotazione di tre miliardi e cento milioni per la promozione e la pubblicità, destinando una somma pari ad un miliardo e duecentocinquanta milioni all'intervento proposto, si possa dare coperture a questo emendamento. Questo mi corre l'obbligo dal punto di vista formale per dovere di correttezza, perché non si ponga un problema di ammissibilità per questa ragione, potendosi trovare la copertura attraverso questa rimodulazione, però, ripeto, noi possiamo prevedere un intervento ad hoc, qualora i proponenti valutino positivamente la nostra richiesta, attraverso la presentazione di una proposta di legge autonoma.

PRESIDENTE. Onorevole Biggio, è stato invitato da più parti a ritirare l'emendamento. Ha domandato di parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Devo dare alcune spiegazioni: i contributi per i pagamenti a cui accennava l'onorevole Ortu erano per la pecora, la pecora alla quale crescevano i dentoni, però gli allevatori venivano ristorati anche per quelle che non avevano dentoni. C'erano stati interventi da parte di qualche autorevole personaggio politico della zona, per cui quelli che avevano qualche pecora sparsa, qualche ramoscello, qualche grappolino d'uva venivano risarciti, ma non tutti: alcuni sì, altri no; ma mi sa che l'onorevole Cogodi poco conosce la pecora e meno la vite. Non ricordo bene, io non mi occupavo di queste cose allora.

Detto questo, io prendo atto e ringrazio delle raccomandazioni ed anche delle precisazioni fatte, anche dagli amici di Rifondazione Comunista, e ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Biggio.

Altri intendono intervenire sull'articolo 7, posto che l'emendamento è stato ritirato?

Poiché nessun altro domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Chiedo la votazione a scrutinio segreto.

PRESIDENTE. L'onorevole Sanna chiede la votazione segreta.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 7.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 35

Astenuti 1

Votanti 34

Maggioranza 18

Favorevoli 33

Contrari 1

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - BALLETTO - BIANCAREDDU - BIGGIO - CAPELLI - CAPPAI - CASSANO - CONTU - CORDA - CORONA - COSSA - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FOIS - FRAU - LA SPISA - LICANDRO - LIORI - MASALA - MURGIA - NUVOLI - ONNIS - OPPI - PIANA - PILI - PIRASTU - PITTALIS - RASSU - SANNA Giacomo - SCARPA - TUNIS Marco - VARGIU.

Si è astenuto: il Presidente SERRENTI.)

Dichiaro nulla la votazione per mancanza del numero legale. Quindi sospendo per mezz'ora i lavori del Consiglio e convoco la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 45, viene ripresa alle ore 21 e 02).

PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle ore 10.00.

La seduta è tolta alle ore 21 e 03.