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Resoconto della seduta n. 85 del 19/09/2000

LXXXV SEDUTA

(ANTIMERIDIANA)

MARTEDI' 19 SETTEMBRE 2000

Presidenza del Presidente SERRENTI

INDICE

La seduta è aperta alle ore 11 e 53.

MANCA, Segretario: dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 2 agosto 2000, che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gavino Cassano e Antonio Cappai hanno chiesto di poter usufruire di un giorno di congedo a far data dal 19 settembre 2000. Poiché non vi sono opposizioni i congedi si intendono accordati

Annunzio di petizioni

PRESIDENTE. Comunico che in data 18 agosto 2000 sono pervenute a questa Presidenza due petizioni, la numero 2 e la numero 3, presentate rispettivamente dai signori Giovanni Masala e Salvatore Manca, per l'approvazione di una legge che introduca l'obbligo della lingua sarda, insieme a quella italiana, nelle scuole dell'Isola di ogni ordine e grado.

PRESIDENTE. Ricordo che, a norma dell'articolo 103 del Regolamento, i fascicoli relativi a dette petizioni sono a disposizione dei consiglieri presso l'ottava Commissione.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza il seguente disegno di legge:

"Interventi per la siccità 2000". (104)

(Pervenuto il 26 luglio 2000 ed assegnato alla quinta Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposte di legge

PRESIDENTE. Annunzio che sono pervenute alla Presidenza le seguenti proposte di legge:

dai consiglieri Sanna Alberto - Marrocu - Demuru - Ortu - Giagu - Manca - Cugini - Sanna Gian Valerio - Balia - Cogodi - Dettori Bruno - Sanna Giacomo - Biancu:

"Interventi a favore del settore agricolo danneggiato dalla siccità dell'anno 2000". (105)

(Pervenuta il 27 luglio 2000 ed assegnata alla quinta Commissione.)

dai consiglieri Pinna - Cugini - Sanna Alberto - Demuru - Marrocu - Sanna Emanuele - Dettori Ivana - Pacifico - Calledda - Falconi - Lai - Morittu - Orru' - Pirisi - Pusceddu - Sanna Salvatore - Scano - Spissu:

"Norme in materia di promozione dei prodotti agricoli biologici e di divieto del consumo dei prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati nelle strutture di ristorazione pubblica collettiva". (106)

(Pervenuta il 28 luglio 2000 ed assegnata alla quinta Commissione.)

dai consiglieri Tunis Marco - Amadu - Floris Emilio - Piana - Randazzo:

"Ordinamento dell'organizzazione turistica della Regione sarda. Istituzione delle aziende di promozione turistica". (107)

(Pervenuta il 7 settembre 2000 ed assegnata alla sesta Commissione.)

Risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Interrogazione Fantola - Cossa sull'esclusione degli alloggi ex INCIS/militari dal patrimonio vendibile dello IACP di Cagliari. (165)

(Risposta scritta in data 31 luglio 2000.)

Interrogazione Amadu sui finanziamenti dei patti agricoli. (184)

(Risposta scritta in data 31 luglio 2000.)

Interrogazione Sanna Alberto sull'appalto della gestione dell'impianto di potabilizzazione ESAF di OR-Silì e le conseguenze sui livelli occupazionali. (132)

(Risposta scritta in data 2 agosto 2000.)

Interrogazione Sanna Alberto sulla situazione di grave crisi della Continental sarda che rischia di portare alla chiusura definitiva della conserviera di Zeddiani. (160)

Interrogazione Manca - Sanna Giacomo - Dettori Ivana - Masia - Sanna Salvatore - Giagu sul mancato proseguimento della campagna di eradicazione del piano peste suina africana (p.s.a.) e peste suina classica (p.s.c.). (167)

(Risposta scritta in data 2 agosto 2000.)

Interrogazione Onnis sulla necessità di risolvere i problemi sorti tra l'EAF e il Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale relativamente ai costi di gestione delle opere ad uso promiscuo del sistema Campidano-Flumendosa. (168)

(Risposta scritta in data 2 agosto 2000.)

Interrogazione Pinna - Calledda - Pacifico - Sanna Emanuele sul mancato rispetto degli impegni sottoscritti dall'ENEL e dal Governo per l'adeguamento ambientale del polo energetico del Sulcis. (31)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2000.)

Interrogazione Vassallo - Cogodi - Ortu sulla mancata realizzazione della tecnostruttura da adibire a stazione marittima a Porto Torres. (185)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2000.)

Interrogazione Frau sull'improvviso trasferimento di un impiegato forestale. (187)

(Risposta scritta in data 11 agosto 2000.)

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Giunta regionale, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta Regionale nelle sedute del 20 aprile 2000, 2, 11, 18 e 25 maggio 2000, 6, 9, 13, 20 e 29 giugno 2000.

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

"Interrogazione Pirisi - Falconi, con richiesta di risposta scritta, sui continui disservizi della Tirrenia nei porti sardi". (205)

"Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di una discarica nel territorio comunale di Ussana". (206)

"Interrogazione Pirisi - Falconi, con richiesta di risposta scritta, sull'urgenza di un potenziamento dei collegamenti da Nuoro all'aeroporto di Olbia-Costa Smeralda. (207)

"Interrogazione Frau, con richiesta di risposta scritta, sulla Stazione sanitaria marittima di Porto Torres". (208)

"Interrorgazione Cappai - Capelli, con richiesta di risposta scritta, sulla drammatica situazione del settore agricolo oristanese". (209)

"Interrogazione Frau, con richiesta di risposta scritta, sui progetti finalizzati all'occupazione presso il Comune di Alghero". (210)

"Interrogazione Spissu - Sanna Salvatore, con richiesta di risposta scritta, sui presunti abusi nel consumo dei carburanti nei cantieri dell'Azienda foreste demaniali di Sassari denunciati dal consigliere Frau". (211)

"Interrogazione Lai - Fadda - Sanna Emanuele - Pusceddu - Calledda, con richiesta di risposta scritta, sulle competenze del commissario del Consorzio industriale di Portovesme". (212)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave condizione dei lavoratori dipendenti della ditta già assegnataria del servizio recapito pacchi delle Poste di Sassari". (213)

"Interrogazione Sanna Giacomo - Manca, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di un impianto di acquacoltura nelle acque di Bosa". (214)

"Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di un impianto minerario nel Comune di Osilo". (215)

"Interrogazione Cassano, con richiesta di risposta scritta, sulla legge regionale approvata il 4 agosto 2000 "Interventi per i danni provocati dalla siccità dell'anno 2000". (216)

"Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi burocratici e sull'insufficienza dei finanziamenti statali e regionali per la viabilità del Nord-Sardegna". (217)

"Interrogazione Granara - Floris Emilio - Corona - Licandro - Rassu, con richiesta di risposta scritta, sull'incagliamento della motonave "Eurobulker IV" all'ingresso del canale di San Pietro". (218)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

"Interpellanza Pusceddu - Calledda - Dettori Ivana - Pacifico - Pinna - Sanna Emanuele  Sanna Salvatore sullo stato di agitazione del personale del policlinico Sant'Elena". (62)

"Interpellanza Ortu - Cogodi - Vassallo sulla drammatica situazione determinatasi alla Scaini di Villacidro dopo la mancata presentazione dell'Agip al tavolo delle trattative del Ministero dell'industria". (63)

"Interpellanza Biancu sugli interventi urgenti per la riduzione della salinità nello Stagno di Santa Giusta". (64)

"Interpellanza Spissu - Lai sullo stato di attuazione della strada camionabile Sassari-Porto Torres". (65)

"Interpellanza Pinna - Selis - Cogodi - Sanna Emanuele - Pacifico - Pusceddu - Sanna Salvatore  Fadda - Dore - Ibba sull'immediata acquisizione al patrimonio della Regione del compendio produttivo e immobiliare delle saline della Sardegna in disponibilità all'Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato e sulla soluzione del contenzioso relativo ai lavori affidati al consorzio RAMSAR". (66)

"Interpellanza Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Calledda - Pinna - Dettori Ivana - Pacifico - Marrocu - Demuru sull'epidemia di "Lingua blu" che ha colpito numerosi allevamenti ovini della Sardegna sud-occidentale e del Sulcis". (67)

"Interpellanza Fadda - Giagu - Sanna Gian Valerio - Selis - Tunis Gianfranco sulla gravissima emergenza sanitaria creatasi con il diffondersi del virus della "lingua blu" che sta colpendo il patrimonio ovino in tutta l'Isola". (68)

"Interpellanza Giagu - Sanna Gian Valerio - Selis - Fadda - Tunis Gianfranco sulla situazione dei lavoratori delle aziende di installazione delle telecomunicazioni SIRTI, SIELTE, MAZZONI". (69)

"Interpellanza Fadda - Selis - Calledda - Dore - Ibba - Pacifico - Pinna - Sanna Emanuele - Tunis Gianfranco sul gravissimo danno ambientale che sta colpendo le zone costiere del Sulcis". (70)

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. Si dia annunzio della mozione pervenuta alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

"Mozione Pinna - Cugini - Falconi - Orrù - Calledda - Demuru - Dettori Ivana - Lai - Marrocu - Morittu - Pacifico - Pirisi - Pusceddu Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Sanna Salvatore - Scano - Spissu sulla precarietà delle infrastrutture elettriche e sulla inadeguatezza del comparto energetico della Sardegna". (24)

Dimissioni di un consigliere Questore

PRESIDENTE. Comunico quindi che in data 13 settembre 2000 l'onorevole Gianfranco Tunis ha fatto pervenire la seguente lettera:

"Comunico alla S.V. onorevole che, in conseguenza della revoca della mia adesione al Gruppo Consiliare del Partito Popolare Italiano, a far data dalla presente rassegno le dimissioni da Questore del Consiglio Regionale.

Distinti saluti

Gianfranco Tunis".

Ai sensi dell'articolo 11, comma 8, del Regolamento del Consiglio, sottopongo le dimissioni del questore Gianfranco Tunis al Consiglio per la presa d'atto. Poichè non vi sono osservazioni possiamo procedere alla sostituzione del questore Tunis.

Elezioni di un consigliere Questore e di un consigliere Segretario del Consiglio

Votazioni a scrutinio segreto

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di un Questore del Consiglio, carica rimasta vacante a seguito delle dimissioni dell'onorevole Gianfanco Tunis.

Ricordo agli onorevoli Consiglieri che, per il combinato disposto dei commi 3 e 5 dell'articolo 5 del Regolamento, nelle elezioni suppletive, quando si deve coprire un solo posto è eletto chi al primo scrutinio abbia raggiunto la metà più uno dei voti. Se nessun candidato ha riportato la metà più uno dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano riportato il maggior numero di voti. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.

Comunico inoltre che il Gruppo del Partito del Popolo Sardo - CDU Sardi, non rappresentato nell' Ufficio di Presidenza, ha chiesto, ai sensi del secondo comma dell'articolo 4 del Regolamento interno, che si proceda all'elezione di un Segretario. L'Ufficio di Presidenza, secondo il dettato del terzo comma del suddetto articolo 4, ha deliberato di accogliere tale richiesta in quanto legittima e regolarmente espressa; il Consiglio può pertanto procedere alla relativa votazione.

Ricordo che ciascun consigliere può scrivere sulla scheda un solo nominativo, risulterà eletto il consigliere che, essendo iscritto al Gruppo del Partito del Popolo Sardo-C.D.U. Sardi, ottiene il maggior numero di voti, a parità di voti è eletto il più anziano di età. Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama. (Seguono le votazioni e lo spoglio delle schede)

Risultato delle votazioni

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per l'elezione di un Questore del Consiglio regionale:

presenti 70

votanti 69

astenuti 1

schede bianche 11

Ha ottenuto voti: Giovanni GIAGU, 58.

Viene proclamato eletto: Giovanni GIAGU.

Proclamo il risultato della votazione di un Segretario del Consiglio regionale:

presenti 70

votanti 69

astenuti 1

schede bianche 20

schede nulle 2

Ha ottenuto voti: Salvatore PIANA, 47.

Viene proclamato eletto: Salvatore PIANA.

(Hanno preso parte alle votazioni i consiglieri: AMADU - BALIA - BALLETTO - BIANCAREDDU - BIANCU - BIGGIO - CALLEDDA - CAPELLI - CONTU - CORDA - CORONA - CUGINI - DEIANA - DEMONTIS - DEMURU - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DORE - FADDA - FALCONI - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FOIS - FRAU - GIAGU - GRANARA - IBBA - LA SPISA - LADU - LICANDRO - LIORI - LOMBARDO - MANCA - MARROCU - MASALA - MASIA - MILIA - MORITTU - MURGIA - NUVOLI - ONIDA - ONNIS - OPPI - ORRU' - ORTU - PACIFICO - PIANA - PILI - PILO - PINNA - PIRASTU - PIRISI - PUSCEDDU - RANDAZZO - RASSU - SANNA NIVOLI - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SCANO - SCARPA - SELIS - SPISSU - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - USAI.

Si è astenuto : il Presidente SERRENTI.)

Dichiarazioni della Giunta regionale sulla epidemia di febbre catarrale degli ovini (blue tongue)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le Dichiarazioni della Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, sulla epidemia di febbre catarrale degli ovini.

Ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale.

oppi(C.C.D.), Assessore dell'igiene, sanità e dell'assistenza sociale. Signor Presidente, signori colleghi, nell'alternarmi con il collega Assessore dell'agricoltura, sento l'esigenza e il dovere di informare l'Assemblea sui problemi che questa epidemia ha creato ai nostri allevatori, e sulle iniziative che abbiamo ritenuto opportuno attivare fin dal suo nascere. Poiché non sono mancate le critiche, molto spesso anche ingenerose, nei confronti delle Giunte, per una supposta inerzia, o per lo meno intempestività, nel porre in essere le procedure necessarie per impedire il diffondersi della malattia, ripercorrerò in quest'Aula la cronologia degli eventi.

Venerdì 18 agosto 2000, il servizio veterinario della A.S.L. numero 8 di Cagliari riceve una segnalazione da parte di un allevatore di Pula, della presenza, in quattro capi ovini, di una evidente sintomatologia di tipo respiratorio. Lunedì 21 agosto, un'altra segnalazione di manifestazioni cliniche sovrapponibili, arriva da un allevatore del Comune di Sarroch. Negli stessi giorni è stato inoltre recapitato un capo ovino morto all'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, che non è stato sottoposto ad esame necroscopico a causa dell'avanzato stato di decomposizione.

Il giorno 23 agosto è stato consegnato un ovino morto all'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna che ha provveduto ad effettuare l'esame anatomo-patologico. Sulla base delle lesioni riscontrate è stato avanzato in quel momento il sospetto che si trattasse di un capo di blue tongue, altrimenti nota come febbre catarrale degli ovini. Lo stesso giorno sono stati inviati al Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche, cioè l'Istituto zooprofilattico di Teramo, nove sieri prelevati il 21 agosto per l'esecuzione degli esami diagnostici previsti.

Il giorno 24 agosto sono stati inviati allo stesso Centro di referenza organi e sangue appartenenti a due animali degli allevamenti citati ed altri due capi appartenenti ad un allevamento sito nel comune di Sant'Anna Arresi di competenza quindi della A.S.L. numero 7 di Carbonia. Nella stessa giornata, cioè il 24 agosto, il Centro di referenza ha dato comunicazione dell'esito positivo degli esami sierologici e il servizio veterinario della A.S.L. numero otto di Cagliari ha richiesto ai sindaci dei comuni interessati il sequestro degli allevamenti nei quali sono stati riscontrati capi infetti.

Il giorno 25 agosto l'Assessorato regionale della sanità, quindi a distanza di una settimana ma a due giorni dal momento in cui l'organo abilitato (che è il centro di Teramo) ha notificato la natura del morbo, ha diffuso a tutte le A.S.L. della Sardegna la nota inviata dal Ministro della sanità concernente il riscontro di casi sospetti di lingua blu, al fine di attivare con celerità un adeguato sistema di vigilanza, che di norma si basa sull'isolamento dell'agente eziologico, in attesa della conferma diagnostica.

Il giorno 26 agosto è stata costituita l'unità di crisi presso l'Assessorato delle sanità della Regione Sardegna. Detta unità di crisi è composta dal personale delle due A.S.L. coinvolte, del Servizio della prevenzione, dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, del Centro di referenza nazionale per le malattie esotiche di Teramo e da un rappresentante dell'associazione regionale degli allevatori. Si tratta, per intenderci, degli esperti più qualificati in questo campo, a cominciare dal professor Caporale, che è un luminare in campo internazionale (questo lo dico per qualche giornalista troppo saputello). Vi è poi un epidemiologo ed un esperto entomologo, che a sua volta mantiene i rapporti con un entomologo sud africano, forse il maggiore conoscitore al mondo della materia.

Il giorno 27 agosto sono stati convocati tutti i rappresentanti dei servizi veterinari delle A.S.L. della Sardegna, del Centro provinciale antinsetti di Cagliari e dell'Associazione regionale allevatori; sono stati inoltre attivati i contatti con il WWF e il Corpo forestale, perché detto morbo colpisce non solo i capi ovicaprini ma anche i cervi e i mufloni.

Il giorno 28 agosto si è tenuto un incontro con l'ARA (Associazione Regionale Allevatori) e il giorno 30 si è svolta una riunione operativa a Sassari, presenti il direttore generale del Dipartimento Alimenti e Nutrizione e della Sanità pubblica e veterinaria del Ministero della Sanità, il dottor Marabelli, l'Assessore dell'agricoltura, Antonello Usai, il direttore dell'Istituto zooprofilattico di Teramo, professor Caporale, rappresentanti del Servizio della Prevenzione regionale dell'Assessorato della Sanità, il presidente, il direttore e l'intero consiglio di amministrazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. E' stata inviata, nello stesso giorno, ai servizi veterinari delle A.S.L. numeri 7 e 8, una nota che richiedeva alle autorità sanitarie e locali l'emanazione di provvedimenti di abbattimento immediato degli animali che presentavano una sintomatologia clinica riferibile alla malattia.

È stata poi inviata una nota alla Presidenza della provincia di Cagliari e al Centro regionale anti insetti, con richiesta di intervento per le necessarie operazioni di disinfestazione.

Il giorno 31 agosto sono stati emanati i seguenti provvedimenti a mia firma: un decreto relativo alla istituzione della zona di protezione per la parte della provincia di Cagliari coincidente con i territori delle A.S.L. numeri 7 e 8, che comportava quindi il blocco totale della movimentazione delle greggi, e un decreto relativo all'istituzione della zona di sorveglianza per la porzione di territorio della provincia di Cagliari coincidente con i territori dell' A.S.L. numero 6 di Sanluri. Nella stessa giornata si è svolta a Macomer una riunione operativa con tutti i rappresentanti dei servizi veterinari delle aziende A.S.L. alla presenza di tutti i veterinari dell'ara.

Il primo settembre è stata inviata dall'assessore una nota al prefetto di Cagliari con la quale si chiedeva la massima collaborazione delle forze dell'ordine, al fine di garantire il rispetto delle norme imposte dai decreti assessoriali ai quali ho fatto riferimento, relative al blocco della movimentazione.

Il 5 settembre è stato emanato il decreto assessoriale numero 34 con il quale è stato istituito il blocco totale della movimentazione per l'allevamento degli animali sensibili, attivando anche la lotta agli insetti vettori, quindi la disinfestazione, in tutto il territorio regionale. Tale decreto è stato trasmesso con una nota di accompagnamento a tutte le A.S.L. recante assicurazioni circa la responsabilità dei finanziamenti. Lo stesso giorno, infatti (il 5 settembre, data nella quale si è tenuta la prima riunione utile della Giunta regionale) sono state reperite le disponibilità finanziarie a copertura delle spese per la disinfestazione. Nella stessa nota sono state impartite indicazioni per attivare delle procedure amministrative più celeri, al fine di garantire la tempestività dettata dalla situazione di emergenza.

Siccome il CRAAI (Centro Regionale Antimalarico Anti insetti) non poteva contestualmente intervenire su tutto il territorio regionale, per evitare ritardi abbiamo impartito delle direttive alle A.S.L. affinchè provvedessero con la massima tempestività (in alcuni casi sono riuscite a farlo anche in un solo giorno) ad individuare con gare apposite, i soggetti esterni che potessero garantire la copertura dell'intervento nell'intero territorio. A titolo di esempio posso citare il dato relativo alla provincia di Cagliari.

La ditta Nuova Prima di Cagliari, dall'8 di agosto al 18 settembre ( quindi a ieri) è intervenuta a Decimoputzu, a Villaspeciosa, ad Assemini, a Decimomannu, a Capoterra, a Domusdemaria, nella fascia interna di Sinnai e Maracalagonis, a Quartucciu, a Sestu, a Sarroch, a Soleminis, a Serdiana e a Dolianova. Tutti gli allevamenti dove c'erano i focolai (402) sono stati sottoposti al trattamento. Per quanto riguarda invece l'azione condotta dal Servizio provinciale anti insetti a Villa San Pietro, dal 6 al 17 settembre sono stati trattati 10 allevamenti su 16, e 45 su 83 a Uta. Praticamente disinfestati 160 allevamenti.

In questi giorni l'azienda sanitaria di Sanluri ha provveduto ad effettuare per il distretto sanitario di Guspini, 91 azioni tramite la ditta Atzeni Stefano di Arbus e 12 tramite il Servizio provinciale antinsetti; così come a Sanluri la Nuova Prima ha effetuato 104 interventi, e a Senorbì la Caboni disinfestazioni ne ha effettuato 76.

Per quanto riguarda il territorio della provincia di Nuoro, si è già intervenuti a Dorgali (15 allevamenti) a Suni (66 allevamenti) a Siniscola, Orosei, Noragugume ed Escalaplano. Addirittura nel caso specifico di Escalaplano, Nurri ed Orroli si è intervenuti in 100 allevamenti: 40 gli interventi eseguiti dal Servizio provinciale anti insetti e 60 dalla Cooperativa pastori.

Per quanto riguarda il Sulcis-Iglesiente, invece, è stata predisposta, (ovviamente nel rispetto dei tempi previsti dalle leggi) una gara per un importo totale di 712 milioni di lire. Dopo aver proceduto ad una ripartizione del territorio in diverse aree di crisi, perché il Sulcis è la regione che ha subito i maggiori danni (quattro volte superiori a quelli di Cagliari; oltre otto mila capi abbattuti) sono stati appaltati i lavori di disinfestazione, aggiudicati dalla ditta Caboni disinfestazioni di Cagliari, dalla dit di Monserrato, dalla Green System e dalla Nuova Prima, da effettuarsi in 1052 aziende zootecniche. Già nelle giornate di sabato ci sono stati già i primi interventi. Al momento, su 1300 aziende zootecniche interessate, oltre a quelle disinfestate dal CRAAI, sono state già disinfestate alla data di ieri 333 aziende: nei comuni da Domusnovas a Trattalias è intervenuta la Nova Prima, da Santadi fino a San Giovanni il Centro provinciale anti insetti, la Green System in una serie di comuni sparsi e la Caboni disinfestazioni nei comuni di Carbonia, Portoscuso, Iglesias e Gonnesa. Quindi vi è stata una ripartizione in cinque aree di crisi.

Contestualmente, sulla base della deliberazione di Giunta, abbiamo provveduto ad integrare le strutture oltre che dei 20 coadiutori previsti, per i quali peraltro la Giunta aveva già deliberato, di altri 60 veterinari. Si è ritenuto opportuno incentrare l'attenzione su quelle aree particolarmente colpite; pertanto, nel caso specifico, la maggiore concentrazione di forze (35 unità su 80) è stata attivata nella zona della provincia di Cagliari (cioè Sanluri, Sulcis, Cagliari e il territorio delle A.S.L. numero 8). Abbiamo creato, peraltro, unità di crisi anche nelle singole A.S.L..

Con questo gruppo di operatori, che proviene da Teramo, e dall'Istituto Zooprofilattico di Sassari, e che lavora circa 18 ore al giorno (e poi dirò anche in quali condizioni versa la Regione, senza strutture operative, senza dattilografi, perché non esistono più in questa nostra Regione neanche i dattilografi) abbiamo ritenuto opportuno assegnare un certo numero di veterinari alla A.S.L. di Nuoro perché tutta la fascia centro - nord orientale, non è stata coinvolta dal morbo della lingua blu.

E' evidente che noi guardiamo con particolare attenzione soprattutto alla zona di Nuoro; questa infatti è l'unica area dove esistono ancora focolai di peste suina africana, mentre il morbo della lingua blu sembra non essere ancora riuscito a diffondersi.

Il 6 settembre si é svolta la riunione del Comitato veterinario permanente a Bruxelles; è stato fornito un primo dettagliato rapporto sulla situazione epidemiologica e sulle attività intraprese che hanno ricevuto anche il consenso - al di là delle chiacchiere riportate dai giornali - da parte delle autorità sanitarie comunitarie.

Il 7 settembre abbiamo convocato una riunione con i rappresentanti regionali delle associazioni di categoria e, nella stessa giornata, abbiamo provveduto a inviare a tutti i prefetti dell'Isola una nota con la quale è stata richiesta la massima collaborazione al fine di garantire il rispetto delle norme sulla movimentazione.

Il 12 settembre si è riunito a Bruxelles il comitato di esperti internazionali che in quella occasione ha rimarcato la validità delle azioni intraprese a livello regionale.

Il 13 settembre abbiamo convocato d'urgenza i Presidenti degli ordini veterinari provinciali per la definizione delle modalità di reclutamento di 80 veterinari a supporto dell'attività di controllo.

Siccome il problema non è soltanto legato alla disinfestazione dei focolai, ma anche alla delimitazione delle zone interessate dalla malattia, abbiamo voluto incentrare l'attenzione sulle visite cliniche condotte negli allevamenti ovini e caprini dell'Isola.

Alla data del 18 settembre, alle ore 11, sono stati controllati in tutto il territorio regionale 4459 allevamenti ovini e caprini; in nessuno di questi 4459 allevamenti sono stati riscontrati casi di "lingua blu". Le visite cliniche hanno interessato in maniera omogenea tutto il territorio regionale, ivi comprese quelle aree dove ancora il fenomeno non è stato riscontrato. Alla data del 18 settembre sono stati registrati 885 focolai. Posto che per ogni focolaio sono stati effettuati due interventi (stimati per difetto) dai servizi veterinari, il totale degli interventi della Regione negli allevamenti ovini e caprini può essere valutato, alla data odierna, in 6300, contro un totale di 18700 aziende. Quindi un'azione che, considerato l'arco di tempo (18 giorni) i mezzi e le strutture dell'organizzazione, non può certamente essere considerata insufficiente.

Noi abbiamo anche - questo ho il dovere di dirvelo - dei dati aggiornati a stamattina. I dati ad oggi sono questi: per quanto riguarda il territorio della A.S.L. numero 1 di Sassari, il numero complessivo di aziende caprine e ovine nei comuni interessati (che sono Olmedo, Padria, Pozzo Maggiore, Sassari, Semestre, Stintino e Uri) è 843; al momento attuale i focolai sono 607, incentrati soprattutto nella zona di Palmadula. Infatti, su 137 capi che sono morti nei focolai (non abbattuti) 126 si trovavano in allevamenti di Palmadula.

Per quanto riguarda la A.S.L. numero 3 di Nuoro, la zona interessata è soltanto la parte occidentale vicino al mare, Bosa e Suni, dove i capi malati nei focolai sono 314, 152 morti, la maggior parte (149) a Bosa.

Nell'A.S.L. numero 5 di Oristano, il numero dei capi morti nei focolai è 55, di cui 54 a Cuglieri e uno a Marrubiu; mentre a Seneghe, Sennariolo e Zeddiani, pur essendoci dei capi malati nei focolai, nessun ovino - caprino è deceduto.

Nell'A.S.L. numero 6 di Sanluri, nei comuni di Arbus, Guspini, Senorbì, Vallermosa e Villacidro vi sono 184 capi malati nei focolai e ne sono deceduti 16.

Nell'A.S.L. numero 7 di Carbonia la situazione è particolarmente grave, soprattutto a Giba; comunque il totale è di 1235 capi.

Nella zona di Cagliari, infine (A.S.L. numero 8) i capi deceduti sono 1071. In tutta l'Isola, quindi, il totale di capi morti è di 2666.

La situazione, invece, è diversa per quanto riguarda i capi abbattuti.

Per quanto riguarda i capi abbattuti nella A.S.L. numero 8, nella zona di Cagliari sono esattamente 5521, con una concentrazione notevolissima nel comune di Uta, dove sono 1967, poi vengono Castiadas e Pula. A Nuoro (A.S.L. numero 3) i capi abbattuti sono 126 e tutti a Bosa. Ad Oristano (A.S.L. numero 5) i capi abbattuti sono 633, quasi tutti a Cuglieri; nel Sulcis (A.S.L. numero 7) i capi abbattuti sono 11849; a Sanluri (A.S.L. numero 6) 284 e a Sassari (A.S.L. numero 1) 318. In tutta l'Isola il totale di capi abbattuti è di 18807, ai quali si aggiungono i 2666 capi deceduti. Quindi la situazione generale, ad oggi, registra la perdita (tra abbattimenti e decessi) di 21463 capi. Questa è la situazione in generale ad oggi.

Noi abbiamo anche impostato un'azione per quanto riguarda il piano di intervento. Dall'inizio dell'epidemia in Sardegna ad oggi sono state intraprese attività di controllo che hanno tenuto conto, da un lato, delle conoscenze scientifiche sulla malattia che, a differenza di altre patologie diffuse in Sardegna, è complicata dalla presenza, nel suo ciclo biologico, di un insetto vettore e, dall'altro, di una insufficiente disponibilità di dati immediatamente fruibili.

Come voi certamente sapete purtroppo questa malattia si è evidenziata in modo abbastanza massiccio in aree come il Nord America, Israele, Cipro, la Grecia, e recentemente - anzi forse era presente anche in epoche meno recenti - l'Algeria e la Tunisia. Si ritiene, ma non abbiamo elementi certi al momento, che l'epidemia in Sardegna sia stata importata dal Nord Africa.

L'obiettivo della prima fase di intervento (tuttora in atto) è quelli di definire esattamente il territorio interessato dall'infezione, di individuare le macro aree della regione nelle quali è presente il vettore. Tali attività integrate sono propedeutiche alla pianificazione, da qui alla prossima primavera, delle successive azioni di controllo ed eradicazione della malattia.

Il piano di intervento proposto, dalla sua prima definizione, datata 29 agosto, a soli dieci giorni dall'inizio dell'epidemia, ha subito delle modifiche a seguito della comparsa di focolai di malattie in aree della regione al di fuori di quelle precedentemente identificate come zone di alto rischio, praticamente il territorio delle A.S.L. numero 7 e 8, cioè il cagliaritano e la zona del Sulcis-Iglesiente.

Tale revisione ha comportato l'estensione tempestiva su tutto il territorio regionale delle azioni di seguito elencate: implementazione del flusso informativo da e verso le unità di crisi istituite presso l'Assessorato; epidemio-sorveglianza negli allevamenti, basata sulla rilevazione dei sintomi clinici attraverso visite periodiche a cadenza settimanale da parte dei Servizi veterinari delle Aziende A.S.L., coadiuvati da veterinari dell'Associazione Regionale Allevatori; blocco totale della movimentazione animale e delle specie sensibili in tutto il territorio regionale; monitoraggio nei confronti del vettore attraverso l'identificazione delle aree della Sardegna nelle quali è presente l'insetto portatore della malattia e verifica dell'assenza di infezione virale mediante prove sierologiche sui bovini presenti nelle medesime aree di cattura (la difficoltà a identificare e quindi a isolare il virus è stata determinata dal fatto che esistono 25 siero tipi, e che i risultati devono essere ratificati in modo puntuale dall'organo preposto, che è il Centro di Referenza che sta a Londra); operazione di disinfestazione in tutto il territorio regionale e prelievi sierologici in animali selvatici delle specie sensibili.

Attraverso il WWF e il Centro Forestale, si sta infatti provvedendo anche a effettuare alcune prove nei confronti dei mufloni che però, per le difficoltà che comporta l'avvicinamento e la cattura, richiedono certamente tempi più lunghi.

Ho pressochè terminato. Siccome in questi giorni sono state espresse diverse valutazioni da esperti nel settore (tutti ormai sono diventati scienziati) in merito alle modalità di stordimento e abbattimento degli animali infetti, volevo spendere qualche parola anche su questo argomento.

La materia è regolamentata dal decreto legislativo numero 333 del '98. Per quanto riguarda lo stordimento, il metodo della pistola a proiettile captivo, crea una serie di difficoltà e pertanto non viene ritenuto opportuno. Noi, in raccordo con la legislazione corrente, abbiamo optato per il sistema di abbattimento tramite farmaci per eutanasia, come il "Tanax", che viene somministrato per inoculazione endovenosa.

I nostri uffici ritengono che il farmaco somministrato ad un capo ovino che viene successivamente incenerito o sepolto, stante l'enorme diluizione a cui viene sottoposto, non provochi ulteriori rischi biologici, in considerazione anche del fatto che di volta in volta l'autorità sanitaria locale, impone che le fosse dove viene interrato l'animale siano predisposte in terreni privi di falde acquifere, la cui individuazione è di competenza specifica dei Comuni.

Questi farmaci sono stati peraltro utilizzati in larga scala per l'abbattimento di ovini, affetti dal virus della "pecora pazza", senza che nessuno abbia mosso rilievi. Per questo noi, come Assessorato, abbiamo ritenuto di non dover fornire indicazioni sui metodi di abbattimento, in coerenza con lo spirito della norma che prevede varie soluzioni, tutte percorribili, a seconda delle situazioni logistiche e operative.

Per quanto riguarda le azioni future, l'unità di crisi ritiene che prioritariamente occorra precisare alcuni aspetti: l'eziopatogenesi della malattia, cioè l'origine, che in questo momento, neanche a livello internazionale, si è in grado di definire; la biologia e il ruolo dell'insetto vettore; l'utilizzo dei trattamenti disinfestanti sugli animali, la validità e i rischi della profilassi vaccinale, (la Comunità Europea ritiene al momento inopportuna la vaccinazione perché questa potrebbe creare un danno ancora maggiore, comunque la questione è sotto esame da parte delle autorità scientifiche mondiali); la pianificazione dell'attività di monitoraggio sull'insetto vettore per impostare azioni mirate di lotta e controllo dello stesso e per poter meglio prevedere l'eventuale e ulteriore andamento diffusivo della malattia.

Importanza strategica assume anche l'individuazione di zone umide e di laghetti collinari, al fine della bonifica degli stessi, perché questo insetto si nasconde nelle zone umide, sotto le foglie. In altre nazioni uno dei metodi che concorre ad evitare il diffondersi di questa malattia è la segregazione notturna dei capi in locali chiusi. L'insetto, infatti attacca di notte, perché di giorno vive sott'acqua o sotto terra. Noi invece non disponiamo di strutture chiuse dove far rifugiare il bestiame la notte; e questo è un ulteriore ostacolo alla lotta contro la diffusione dell'epidemia.

Altra esigenza è la profilassi vaccinale in alternativa alle misure di epidemio-sorveglianza, cioè le visite cliniche di tutti gli allevamenti. Noi riteniamo, con gli 80 veterinari di cui disporremo, di poter accelerare al massimo le visite in tutti gli allevamenti della Sardegna; poi potrebbe esserci l'azione di abbattimento totale, lo stamping out, che però ad oggi non è consigliabile. Infine è necessario il controllo della movimentazione animale. Noi ormai abbiamo bloccato totalmente la movimentazione, però si è diffusa la notizia, in questi giorni, che alcuni bovini, prima dell'emissione del decreto, sarebbero stati trasportati nella zona di Viterbo, creando quindi dei problemi. Al momento, comunque, non abbiamo ricevuto alcuna conferma ufficiale.

Noi seguiamo giorno per giorno questo fenomeno. Il fatto che non ci fossero le risorse finanziarie, e le abbiamo reperite, il fatto che mancassero le figure professionali, e le abbiamo trovate, il fatto che abbiamo operato le disinfestazioni con gli organi preposti, pur nei limiti delle loro possibilità, il fatto che abbiamo attivato in tutte le A.S.L. delle gare con privati per accelerare questo iter, tutto ciò testimonia la sensibilità dimostrata di fronte a questa grave emergenza.

E' evidente che trattandosi di una malattia non conosciuta in Sardegna, in Italia e in Europa, non esistono soluzioni tempestive che possano stroncarla; si tratta di porre in essere tutte quelle azioni a cui abbiamo fatto riferimento e altre che dobbiamo affrontare, supportati (e questo va detto) da uomini di grande spessore culturale e scientifico come quelli facenti capo al Centro di referenza di Teramo e gli altri (con i quali siamo collegati giornalmente) appartenenti alle altre aree del mondo che sono state già interessate da questo morbo per cercare di risolvere, di contenere e impedire che la malattia possa diffondersi ulteriormente.

Abbiamo peraltro anche reperito le risorse finanziarie, ma questo lo preciserà meglio l'Assessore competente, per quanto riguarda i rimborsi ai comuni per le spese sostenute, e i contributi agli allevatori per l'abbattimento degli animali; la Giunta deciderà poi le altre azioni da promuovere. Queste decisioni costituiscono un fatto politico rilevante, in cui devono essere coinvolti tutti quanti, per trovare non soltanto una sanatoria all'abbattimento, ma per fare in modo che questi operatori possano vedersi riconosciuto, oltre al valore del capo perduto, anche e soprattutto l'ammontare del reddito venuto a mancare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fadda. Ne ha facoltà.

FADDA (Popolari-P.S.). Signor Presidente, chiedo che vengano posti a disposizione dei consiglieri i dati forniti dall'Assessore nel suo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Oppi, mi pare che la richiesta sia giustificata. Il Consiglio dovrà intervenire e avrà bisogno di tutti gli elementi che lei sarà in grado di fornire, pertanto la prego di farlo.

I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.

La seduta è tolta alle ore 13 e 05.



Allegati seduta

Risposta scritta ad interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione FANTOLA - COSSA, con richiesta di risposta scritta, sull'esclusione degli alloggi ex INCIS/militari dal patrimonio vendibile dello IACP di Cagliari. (165)

In relazione all'interpellanza in oggetto si rappresenta quanto segue.

Questo Ufficio si ritiene favorevole all'inclusione degli alloggi "ex INCIS" nel Piano di vendita degli alloggi E.R.P., approvato con Deliberazione della G.R. n11/41 del 12.4.1994, ove proposta dal competente IACP, come previsto dalla Legge 560/93.

Peraltro, sulla questione della possibilità di ricomprendere i suddetti alloggi nel Piano di vendita, si è espresso in senso positivo il TAR Sardegna, decidendo così a favore degli assegnatari che avevano proposto ricorso avverso l'esclusione.

Si attende ora che l'IACP di Cagliari assuma le proprie determinazioni.

Il numero degli alloggi venduti dall'IACP di Cagliari a tutto il 30.6.2000 è di 793 unità, pari a circa il 14,5% del patrimonio messo in vendita.

Risposta scritta dell'Assessore della programmazione bilancio credito e assetto del territorio all'interrogazione Amadu sui finanziamenti dei patti agricoli. (184)

In relazione alla nota in oggetto comunico di aver fornito, entro i termini richiesti dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica, in data 20 luglio 2000 il parere favorevole al cofinanziamento da parte della Regione Autonoma della Sardegna dei patti territoriali tematici "Riviera di Gallura" (nota prot. 896/Gab), "Sarcidano Verde" (nota prot. 897/Gab), "Area dell'Iglesiente" (nota prot. 898/Gab), "Tharros 2000" (nota prot. 899/Gab), "Basso Sulcis" (nota prot. 900/Gab), "Anglona Verde" (nota prot. 901/Gab), "Goceano e Monteacuto" (nota prot. 902/Gab), "Medio Campidano-Villacidro" (nota prot. 903/Gab), "Baronie" (nota prot. 904/Gab).

Comunico inoltre che l'Intesa Istituzionale di Programma, stipulata tra il Governo e la Regione Autonoma della Sardegna, ribadisce il comune impegno all'ulteriore sviluppo degli interventi di programmazione negoziata, in particolare verso quei territori non interessati da precedenti interventi ed anche in relazione alla possibilità di estendere le disposizioni ai settori agricolo e turistico.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Sanna Alberto sull'appalto della gestione dell'impianto di potabilizzazione ESAF di OR-Silì e le conseguenze sui livelli occupazionali. (132)

Con riferimento alla interrogazione in oggetto, si trasmettono le osservazioni sulla vertenza per la cui definizione le parti si sono rivolte alla Pretura di Oristano.

Della relativa udienza, fissata per fine giugno, ad oggi non sono note le risultanze; di conseguenza quest'ufficio si riserva di assumere le opportune iniziative secondo il pronunciamento della Pretura e dell'ufficio Provinciale del Lavoro interpellato.

(Gli allegati sono agli atti degli Uffici del Consiglio regionale.)

Risposta scritta dell'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale all'interrogazione Sanna Alberto sulla situazione di grave crisi della Continental sarda che rischia di portare alla chiusura definitiva della conserviera di Zeddiani. (160)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si comunica quanto segue:

- Il Ministro delle Politiche Agricole in data 16 giugno 2000, in applicazione del Reg. CE N. 2201\96 e n. 661\97 ha assegnato per la campagna di trasformazione 2000\01 le seguenti quote di produzione di pomodoro:

Ditta Anglona Alimentari q.li 23.482

Ditta Nuova Casar q.li 233.627

Ditta Continental Sarda q.li 196.331

- L'Assessore dell'Agricoltura tenuto conto della situazione di crisi finanziaria e gestionale della Continental Sarda, che potrebbe pregiudicare la completa utilizzazione delle quote assegnate alla stessa Azienda, con evidenti negative ripercussioni sui produttori dell'area interessata, ha provveduto personalmente ad interessare della questione il Ministro dell'Agricoltura, sollecitando allo stesso l'autorizzazione allo spostamento delle quote assegnate e non lavorabili presso la Continental di Zeddiani.

- Il Ministro dell'Agricoltura si è fatto carico del problema acquisendo il parere del proprio Ufficio Legale circa la trasferibilità delle quote assegnate alla Continental Sarda ad altro stabilimento.

- L'Ufficio Legale del MIPAF ha ribadito che le quote devono essere lavorate nello stabilimento per il quale sono state assegnate e che, in caso di passaggio di proprietà dello stabilimento, le quote vengono acquisite dalla nuova proprietà.

- L'Assessore dell'Agricoltura ha avuto cura di informare le Organizzazioni dei Produttori Agricoli e la Provincia di Oristano circa i risultati dell'azione svolta presso il Ministero.

Risposta scritta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale all'interrogazione Manca - Sanna Giacomo - Dettori Ivana - Masia - Sanna Salvatore - Giagu sul mancato proseguimento della campagna di eradicazione del piano peste suina africana (p.s.a.) e peste suina classica (p.s.c.). (167)

Si trasmettono allegati alla presente gli elementi di risposta relativi alla materia di cui sopra acquisiti e trasmessi dagli Uffici di questo Assessorato.

Con riferimento alla nota n° 381/int. Del 12.7.2000, riferita all'oggetto, si comunica quanto appresso.

La Commissione delle Comunità Europee, con decisione n° 2000/5/CE del 30 novembre 1999, ha approvato il piano di eradicazione e sorveglianza della peste suina classica ed africana presentato dall'Italia-Sardegna per l'anno 2000 cofinanziando lo stesso piano con un contributo pari a 400.000 EUR.

Successivamente il Ministero della Sanità ha comunicato che lo Stato italiano non intende sostenere alcuna ulteriore spesa per l'eradicazione e la sorveglianza delle predette malattie e che per attuare alcune azioni del citato Piano debbono essere reperite ed impiegate risorse proprie da parte della regione Sardegna.

Di conseguenza, venuto a mancare l'intervento finanziario dello Stato e per non vanificare i risultati finora raggiunti, si è reso necessario procedere ad una rimodulazione delle azioni di sorveglianza.

Nella seduta del 26 giugno c.a., con atto n° 26/19, la Giunta Regionale ha approvato il piano di eradicazione della peste suina africana e classica per l'anno 2000, che è stato immediatamente reso esecutivo e pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione (n° 21 del 07.07.2000).

Per quanto riguarda le azioni sanitarie da svolgere dai medici veterinari per l'attuazione del Piano si fa presente che le stesse fanno carico ai medici veterinari ufficiali delle aziende USL i quali, peraltro, sono stati gravati da alcune azioni di intervento istituzionali in quanto la Regione Sardegna è stata dichiarata ufficialmente indenne da altre malattie, quali tubercolosi, brucellosi, etc.

Inoltre, per assicurare i controlli sierologici ed altre attività da svolgere è stata prevista, al di fuori del piano di eradicazione, la collaborazione di circa 20 veterinari liberi professionisti ai quali verrà conferita la qualifica di veterinario coadiutore.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all' Interrogazione Onnis sulla necessità di risolvere i problemi sorti tra l'EAF e il Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale relativamente ai costi di gestione delle opere ad uso promiscuo del sistema Campidano-Flumendosa. (168)

Con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, si comunica che già con L.R. 11.03.1998 n° 8, era stata disposta all'art.11 l'erogazione di un contributo straordinario di £ 2.856.000.000= a favore dell'Ente Autonomo del Flumendosa a parziale compensazione di minori introiti conseguenti alla ridotta erogazione di acqua a causa della siccità.

La norma, notificata alla Commissione Europea in ottemperanza in quanto disposto dall'art. 93, paragrafo 3 del Trattato istitutivo della Comunità Europea, trattandosi di proposta inerente regimi di aiuti alle attività produttive (L.R. 03.07.1998 n° 20, art. 4), è stata oggetto di rilievo e l'Assessorato dell'Agricoltura, ritenendo che non sussistessero sufficienti argomentazioni per sostenere che l'intervento fosse compatibile ai sensi della normativa comunitaria, ha soppresso l'art. 11 della citata L.R. n° 8/98.

Dalla documentazione allegata, relativa alla corrispondenza intercorsa tra la Commissione Europea e l'Amministrazione Regionale si desumono le argomentazioni che hanno indotto la Commissione Europea a sospendere l'aiuto che non soddisfa i requisiti di cui al Documento di lavoro della Commissione CEE VI/5934186 del 10.11.1986.

A tutt'oggi non paiono sussistere ulteriori requisiti giustificativi per la riproposizione della norma e, per quanto di competenza, non sono disponibili risorse finanziarie a sostegno di una eventuale iniziativa in tal senso.

In riferimento all'oggetto, si informa codesto Assessorato che l'articolo 11 relativo ad un contributo straordinario all'EAF viene soppresso in quanto si ritiene che non sussistano sufficienti argomentazioni per sostenere che l'intervento sia compatibile ai sensi della normativa comunitaria.

In allegato si trasmette copia della corrispondenza intercorsa tra la Regione e la Commissione Europea.

NUOVO AIUTO

Scheda descrittiva

Informazioni da includere nelle notifiche a norma dell'articolo 93, paragrafo 3 del Trattato.

1. Ente responsabile dell'applicazione:

Regione

2. Titolo del regime di aiuto:

Contributo straordinario all'Ente Autonomo del Flumendosa

3. Base giuridica (accludere copia della base giuridica o del progetto della base

giuridica se esiste al momento della notifica):

Titolo:

- Norme per l'accelerazione della spesa delle risorse del FEOGA - Orientamento e interventi urgenti per l'agricoltura.

Riferimento:

- art. 11

4. Livello al quale l'aiuto viene gestito:

- Assessorato dell'Agricoltura

5. Scopo del regime d'aiuto:

compensare parzialmente l'Ente Autonomo del Flumendosa dei minori introiti dell'esercizio finanziario 1995, derivanti dal ridotto quantitativo di acqua venduto al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale come conseguenza della siccità del 1995.

Questo intervento si è reso necessario per evitare che i maggiori costi sostenuti dall'EAF siano scaricati sul Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale e quindi sugli imprenditori agricoli che ricevono l'acqua da tale Consorzio.

6. Eventuali condizioni poste ai beneficiari finali o criteri utilizzati per determinare

i beneficiari:

beneficiario dell'aiuto è l'Ente autonomo del Flumendosa, ente strumentale della Regione.

7. Strumenti (o forme) dell'aiuto (cancellare le voci inutili):

- Sovvenzioni a fondo perduto

Per ciascuno strumento di aiuto dev'essere fornita una precisa descrizione delle regole e delle condizioni di applicazione, compresi in particolare le percentuali d'aiuto, il relativo trattamento fiscale e se l'aiuto viene concesso automaticamente una volta soddisfatti, determinati criteri oggettivi oppure se sussiste un elemento di discrezionalità da parte delle autorità competenti:

8. Per ciascuno strumento di aiuto devono essere specificate le spese che possono essere oggetto di aiuto (Es.: terreni, fabbricati, attrezzature, personale, formazione, spese per consulenze, ecc.):

9. Se si tratta di progetti di ricerca, precisare gli aiuti ed eventualmente rimborsabili in caso di successo dei progetti (indicare i criteri con cui è misurato "il successo"). Devono essere specificate anche le penalità (per es. rimborso) per mancata esecuzione del progetto da parte del beneficiario:

10. Qualora sia previsto più di uno strumento di aiuto devono essere specificate le possibilità del beneficiario di cumulare più strumenti: devono essere altresì specificate le possibilità di cumulare l'aiuto in questione con eventuali altri aiuti in vigore:

11. Durata prevista del regime di aiuto:

1. unica soluzione

12. Spese:

Stanziamenti di bilancio per la durata del regime o stima delle minori entrate in caso di spesa fiscale:

-2.856.000

Indicare il ritmo di finanziamento previsto:

- periodo di riferimento

13. Numero stimato di beneficaiari (cancellare le voci inutili):

uno

14. Altre informazioni utili:

Articolo 11 (Contributo straordinario all'Ente autonomo del Flumendosa):

possono le autorità competenti specificare quale è la natura dell'ente interessato o quali sono le funzioni e le attività economiche che esso svolge? Alla luce dei principi stabiliti nella Comunicazione della Commissione agli Stati Membri. Applicazione degli articoli 92 e 93 del Trattato CE e dell'art. 5 della Direttiva 80/723/CEE della Commissione alle imprese pubbliche dell'industria manifatturiera (GUCE C307 del 13.11.1993, p.3), il contributo al capitale dell'Ente autonomo del Flumendosa per compensare i minori introiti (conseguenti alla ridotta erogazione di acqua a causa della siccità), pare costituire un aiuto al funzionamento incompatibile con il mercato comune ai sensi dell'art.92 del Trattato CE. Possono le autorità competenti comunicare maggiori informazioni in modo da consentire alla Commissione di valutare la misura?

Inoltre, secondo la sintetica descrizione riportata dalle autorità competenti nella scheda illustrativa, la misura sembra comportare uno sgravio di costi per le imprese agricole che ricevono la fornitura di acqua da parte del "Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale". Poiché le relazioni istituzionali e/o contrattuali tra l' "Ente autonomo del Flumendosa", il "Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale", e le imprese agricole non sono chiari, possono le autorità competenti comunicare i dettagli necessari per valutare la misura?

Possono le autorità competenti specificare la natura, le funzioni e le attività economiche svolte dal "Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale"?

Articolo 12 (Contributo ai produttori del settore avigranicolo (?):

Considerato che un indennizzo non può essere erogato per perdite rientranti nel normale rischio di impresa a causa di una "grave crisi produttiva e commerciale del comparto, conseguente a rischi di natura sanitaria e metereologica", ma solo per perdite causate da calamità naturali secondo il dettato dell'art.92.2.b) o da eventi assimilati ai sensi del Documento di lavoro della Commissione CE VI/5934/86 del 10 novembre 1986, possono le autorità competenti descrivere le misure interessate e le condizioni secondo cui aiuti di Stato potrebbero essere concessi sulla base dell'articolo in esame? Possono comunicare gli elementi necessari per comprovare che tutti i requisiti contenuti nel menzionato Documento di Lavoro della Commissione sono soddisfatti da ciascuno dei beneficiari della misura in esame?

Le autorità competenti possono specificare se la misura proposta prevede il risarcimento del danno emergente o anche del lucro cessante, e come, in ciascun caso, i danni saranno calcolati e ristorati? Come saranno accertati dalle autorità competenti i danni occorsi tra gennaio 1996 e luglio 1997?

Possono le autorità competenti assicurare che non vi sarà sovracompensazione, cioè che le misure di aiuto copriranno esclusivamente le perdite subite dai beneficiari? Possono le autorità competenti illustrare come assicureranno che questa condizione sia soddisfatta?

Le autorità competenti verificheranno che i danni che potrebbero essere compensati in base alla misura prevista da questo articolo non siano coperti da assicurazione?

Presentazione della richiesta di investimento o di credito se intende beneficiare anche della garanzia di un consorzio. Se invece la richiesta di garanzia si pone in un secondo momento, l'interessato dovrà, se vuole godere della medesima, rimborsare previamente la quota di aiuto equivalente.

I mutui di miglioramento hanno per oggetto la realizzazione di opere e hanno una durata a lungo termine, cioè oltre i cinque anni. I prestiti di investimento hanno per oggetto la realizzazione di opere o l'acquisto di scorte e hanno durata non superiore ai cinque anni. I prestiti di gestione hanno per oggetto l'acquisizione del capitale circolante per la gestione dell'azienda e quindi hanno durata non superiore all'anno.

Per quanto riguarda il comma 1.c) si precisa che i consorzi e le cooperative dovrebbero prestare assistenza ai propri soci nella formulazione e documentazione delle richieste di finanziamento di qualsiasi tipo inoltrate o da inoltrare alle banche. Essi quindi fungono da tramite tra l'operatore agricolo e le istituzioni finanziarie.

I consorzi inoltre prestano consulenza finanziaria ed assistenza tecnica e amministrativa per la realizzazione di operazioni di credito e finanziarie in genere. Così detti enti studiano assieme all'imprenditore l'investimento e individuano la collaterale attività di tipo assicurativo (individuazione di leggi, valutazione dell'investimento, individuazione della banca, indicazione della documentazione da acquisire, ecc.) che l'imprenditore deve porre in essere.

ART. 11

(Contributo straordinario all'Ente Autonomo del Flumendosa)

L'Ente Autonomo del Flumendosa (Ente Strumentale della Regione) è stato istituito con Regio Decreto Legislativo del 15.05.1946 n° 498 al fine di provvedere alla realizzazione di opere per la migliore utilizzazione delle acque del bacino idrografico del Medio e Basso Flumendosa, per l'irrigazione, per l'uso potabile e la produzione di forza motrice.

L'Ente inoltre, provvede a tutto quanto occorra per lo studio dei progetti, per il conseguimento delle concessioni di derivazione e di utilizzazione delle acque e per il finanziamento e la costruzione delle opere.

All'Ente può essere affidata anche l'esecuzione delle opere di sistemazione idraulica che risultassero necessarie per la migliore attuazione dei compiti demandatigli, al di fuori dei Comprensori di bonifica.

Si fa presente che l'Ente autonomo del Flumendosa è stato regionalizzato con L.R. n° 17 del 08.05.1984, pertanto allo stato attuale è annoverato tra gli Enti strumentali della Regione.

Lo scopo del regime d'aiuto è compensare parzialmente l'Ente Autonomo del Flumendosa dei minori introiti dell'esercizio finanziario 1995, derivanti dal ridotto quantitativo di acqua venduto al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale come conseguenza della siccità del 1995.

Si ricorda che il fenomeno è stato di tale gravità che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha nominato, con ordinanza n° 240 del 28.06.1995, il Presidente della Giunta Regionale Commissario Governativo per l'emergenza idrica in Sardegna.

L'intervento si è reso necessario per evitare che i costi sostenuti dall'E.A.F. siano scaricati sul Consorzio di Bonifica della Sardegna meridionale, e ciò per la ragione che il Consorzio ha regolarmente assunto l'onere di corrispondere l'importo relativo all'acqua effettivamente erogata in regime di emergenza idrica 1995, pari a 25 Mmc, contro i 140 Mmc che rappresentano le esigenze ordinarie del Comprensorio irriguo consortile.

Con riferimento alle informazioni richieste appare pertanto evidente che non si tratta di sgravio di costi per le imprese agricole che ricevono la fornitura di acqua, ma viceversa di aiuto ad un ente strumentale della Regione che non ha potuto erogare, per la sopravvenuta calamità naturale, la quantità di risorsa idrica necessaria per assistere l'irrigazione del Comprensorio irriguo della Sardegna Meridionale.

Sarebbe stato viceversa iniquo far pagare agli imprenditori agricoli quantitativi d'acqua non erogati dall'E.A.F..

La natura e le funzioni dei Consorzi di Bonifica sono regolate dal Testo Unico n° 215/1933, dagli articoli specifici del Codice Civile italiano del 1942, dal D.P.R. n° 947 del 1962 e dalla L.R. n° 21/1984 e successive modificazioni.

I Consorzi di Bonifica sono enti pubblici qualificati economici dalla giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione. In dottrina è stata posta in rilievo la prevalenza dell'interesse pubblico perseguito dagli enti consortili con riferimento all'art. 44 della Costituzione nonché il loro carattere associativo che costituisce il presupposto dell'azione di bonifica per gli aspetti attuativi e complementari dell'interesse collettivo.

Il modello normativo relativo alla struttura dei Consorzi è imperniato sulla necessaria e imprescindibile connessione tra i benefici, di cui sono fruitori i consorziati per effetto delle opere consortili, contributi posti a carico di questi ultimi e diritto di voto.

Per effetto dell'art. 10 richiamato Testo Unico n° 215/1933 e dell'art. 864 del Codice Civile i proprietari di immobili agricoli ed extragricoli, nonché lo Stato, le Province ed i Comuni di rispettiva pertinenza, sono tenuti a contribuire alle spese di esercizio e manutenzione delle opere di bonifica e a quelle di funzionamento dei Consorzi. I contributi dei consorziati sono configurati come prestazioni patrimoniali di natura pubblicistica rientranti nella categoria generale dei tributi ed equiparati alle imposte dirette.

Il rapporto tra Consorzio della Sardegna Meridionale ed Ente Autonomo del Flumendosa riguarda esclusivamente l'aspetto della erogazione annuale dei volumi di risorsa idrica accumulati nelle dighe gestite dall'E.A.F. e destinati all'irrigazione, attraverso gli impianti pubblici di distribuzione irrigua gestiti dal Consorzio.

(Segue allegato Bollettino Ufficiale R.A.S. del 21.3.98 n° 9).

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione Pinna - Calledda - Pacifico - Sanna Emanuele sul mancato rispetto degli impegni sottoscritti dall'ENEL e dal Governo per l'adeguamento ambientale del polo energetico del Sulcis. (31)

In riferimento all'interrogazione citata in oggetto, si trasmettono di seguito gli elementi di risposta richiesti.

La vertenza ENEL - polo energetico di Portoscuso ha conosciuto in tempi recenti ulteriori sviluppi rispetto alla situazione illustrata nell'interrogazione di cui trattasi, come meglio illustrato nell'allegata nota, dalla quale si desume chiaramente, tra l'altro, il rinnovato impegno dell'ENEL di realizzare nella centrale del Sulcis un gruppo a letto fluido di tipo "circolante atmosferico" da 200 MW circa, non chè di procedere alla riambientalizzazione dei due gruppi della centrale "Portoscuso" da 160 MW ciascuno.

Con Decreto MICA 28 novembre 1997, Enel SpA è stata autorizzata, ai sensi dell'art. 4 del DPR 28 gennaio 1994 e dell'art. 17 del DPR 24 maggio 1988, n. 203, ad attuare gli interventi di adeguamento ambientale degli impianti termoelettrici siti nel Comune di Portoscuso (CA). Con lo stesso decreto Enel SpA è stata autorizzata ad eseguire tutti gli interventi di demolizione delle opere e di rimozione delle apparecchiature esistenti necessari per l'attuazione dei programmi di adeguamento ambientale sopra richiamato. Il Decreto MICA del 28 novembre 1997 è stato emanato a valle di una verifica delle condizioni di esclusione della procedura di valutazione dell'impatto ambientale per la modifica del progetto delle centrali termoelettriche del Sulcis precedentemente definito dal programma di adeguamento di cui al DPR 28 gennaio 1994. Tale esclusione è stata esplicitata con nota del Servizio VIA del Ministero dell'Ambiente prot. N.7097/VIA/A.0.13.B del 30 luglio 1997.

Come noto il progetto prevedeva, tra l'altro, la rinuncia alla completa dismissione delle due sezioni da 240 MW e l'adeguamento di queste ultime con una trasformazione in impianto a letto fluido bollente pressurizzato (due sezioni da 200 MW circa) e con una potenza ridotta rispetto allo scenario che era stato oggetto di una precedente procedura di valutazione dell'impatto ambientale (DEC/VIA/2669 del 2 dicembre 1996).

Per quanto riguarda gli impianti a letto fluido, l'evoluzione competitiva del mercato dell'energia elettrica nella gran parte dei Paesi industrializzati, ha condotto a privilegiare tecnologie diverse dagli impianti di tipo "bollente pressurizzato" e a congelare di fatto questa soluzione impiantistica. Tale condizione è peraltro comprovata dall'esito della gara emanata dall'Enel per l'approvvigionamento delle richieste caldaie che ha visto pervenire offerte di unità di tipo "circolante atmosferico", mentre offerte di unità di tipo "bollente pressurizzato" non sono pervenute.

L'evoluzione dei fabbisogni energetici della Sardegna, anche in considerazione della consistenza del parco di generazione già in esercizio e programmato, non rende incompatibile, da parte di Enel Produzione SpA, la realizzazione di una sezione da 200 MW circa.

Pertanto, sulla base di quanto sopra esposto è coerentemente con quanto verbalizzato nella riunione del 23 marzo u.s. tra Governo, Enti locali, Organizzazioni sindacali ed Enel SpA, si comunica l'intenzione di realizzare nella centrale del Sulcis un gruppo a letto fluido di tipo "circolante atmosferico" da 200 MW circa e si chiede la verifica delle condizioni di esclusione della procedura VIA del nuovo assetto impiantistico, rispetto a quanto precedentemente rappresentato nella citata nota del Servizio VIA prot. n.7097/VIA/A.0.13.B del 30 luglio 1997 e successivamente autorizzato con Decreto MICA del 28 novembre 1997.

Si allega alla presente una dettagliata relazione tecnica che illustra le modifiche proposte e si comunica inoltre quanto segue:

· E' stata portata a termine la demolizione dei componenti dei gruppi 1 e 2 della centrale del Sulcis non più necessari nel nuovo scenario impiantistico. In particolare è stato ultimato lo smantellamento degli elettrofiltri, dei condotti e delle caldaie (previa loro scoibentazione).

· Sono state avviate le opere civili preliminari della soluzione impiantistica a letto fluido.

· Sono stati completati gli interventi di adeguamento ambientale del gruppo 3.

· Nella centrale del Sulcis è stato introdotto un sistema di gestione ambientale (Progetto EMAS 2000) che prevede, dopo la fase di progettazione e applicazione del sistema (attualmente in corso) ed il richiesto ciclo di audit, la registrazione del sito entro il 31 dicembre 2000.

Prima dell'entrata in funzione del nuovo gruppo a letto fluido Enel Produzione SpA presenterà al Ministero dell'Ambiente e alla Regione Sardegna il piano di destinazione dei residui generati dalla combustione del carbone nel nuovo impianto e il progetto di inserimento paesaggistico della centrale del Sulcis.

Al riguardo si comunica che Enel Produzione SpA si impegna fin d'ora nel sollecito avvio della demolizione della dimessa centrale di Porto Vesme.

Come peraltro richiamato nel verbale della riunione del 23 marzo u.s., Enel Produzione SpA, in relazione alla necessità di assicurare la prevista capacità di riserva della Sardegna chiede la continuazione dell'esercizio delle due sezioni da 170 MW della Centrale di Porto Scuso oltre i termini indicati nel decreto del 28 novembre 1997 e all'uopo riporta nella relazione tecnica suindicata il programma degli interventi di adeguamento alle condizionio di esercizio previste dal DMA 12 luglio 1990.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all' Interrogazione Vassallo - Cogodi - Ortu sulla mancata realizzazione della tecnostruttura da adibire a stazione marittima a Porto Torres. (185)

Con riferimento all'oggetto, si trasmettono gli elementi di risposta forniti dal Direttore Generale di questo Assessorato.

Con riferimento all'interrogazione n° 158/A relativa all'oggetto, che ad ogni buon fine si restituisce in copia, si forniscono i seguenti elementi di risposta.

Come noto alla S.V. con determinazione n° 360/VIAB del 30/04/99 è stato delegato all'amministrazione comunale di Porto Torres l'importo di lire 2.568.000.000 per la realizzazione di una tensostruttura da destinare a stazione marittima per passeggeri.

Successivamente il summenzionato provvedimento è stato trasmesso dalla Ragioneria Regionale alla Sezione competente per territorio della Corte dei Conti affinchè la Corte medesima volesse ammetterlo a registrazione.

In data 24 gennaio c.a. la Corte dei Conti ha restituito la Determinazione di cui trattasi non ammettendola a visto per carenza documentale.

Il 6 aprile c.a. l'Assessorato riproponeva alla Corte il provvedimento corredandolo di atti ed elaborati forniti, su specifica richiesta dei competenti uffici dell'Assessorato, dall'Ente Delegato (comune di Porto Torres).

Con rilievo n° 75 del 25 maggio c.a. l'Organo di Controllo ha nuovamente eccepito sulla Det. n° 360/99 restituendola con le motivazioni che appresso si riportano integralmente:

"Dall'esame della relazione tecnica e del progetto preliminare resi dal comune di Porto Torres si evince che la realizzanda tensostruttura è destinata ad accogliere contemporaneamente non più di 500 passeggeri. Sembrerebbe, quindi, insufficiente a far fronte alle esigenze delle dichiarate migliaia di persone che, soprattutto nel periodo estivo, transitano nel porto turritano.

Vorrà, pertanto, codesto Assessorato rappresentare se, in qualità di ente responsabile nei confronti dell'Unione Europea dell'attuazione relativa, abbia di ciò tenuto espressamente conto nella valutazione dell'efficacia dell'intervento reputandolo, comunque, funzionalmente adeguato in relazione al numero massimo di persone trasportato da una stessa nave. Vorrà, inoltre, indicare la presumibile durata dell'utilizzazione della tensostruttura, anche in rapporto a tempi previsti per la realizzazione della futura definitiva stazione marittima, e se tale fattore sia stato debitamente considerato nella suindicata valutazione di efficacia."

Ritenuto necessario il coivolgimento dell'Amministrazione Comunale di Porto Torres, in data 24 maggio c.a. è stata trasmessa la nota informale, preventiva al rilievo, con la quale la Corte richiedeva gli anzidetti chiarimenti al fine di fornire una risposta esaustiva a tutte le osservazioni.

Da ultimo in data 28.07.2000 la Direzione Generale di questo Assessorato ha provveduto ad inoltrare all'Organo di Controllo la relazione, a firma dell'Ingegnere Capo del comune di Porto Torres, unita in copia, condividendone le argomentazioni, che rispondeva esaurientemente alle osservazioni effettuate.

Attualmente l'Assessorato è in attesa del visto di registrazione, più volte negato, e sul quale parrebbe non esservi più ragione di diniego.

Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all' Interrogazione Frau sull'improvviso trasferimento di un impiegato forestale. (187)

In riferimento all'interrogazione citata in oggetto, si forniscono le seguenti risposte:

- corrisponde alla verità dei fatti il trasferimento dell'impiegato forestale di 4° livello Carlo Scanu del Servizio Provinciale dell'A.F.D.R.S. di Sassari, dagli uffici della sede del servizio stesso, alla foresta "Filigosu" dei Comuni di Oschiri e Berchidda;

- il trasferimento è avvenuto per esigenze di servizio dell'importante foresta demaniale Filigosu (Oschiri e Berchidda), priva di personale amministrativo, se si esclude un unico impiegato d'ordine; per assicurare un regolare andamento della gestione amministrativa del cantiere, il più vasto della Provincia, e degli adempimenti inerenti alla gestione del numeroso personale impiegato, si è pertanto reso necessario trasferire l'impiegato il quale, tra l'altro, essendo residente a Berchidda, veniva avvicinato al proprio domicilio;

- si ritiene che non sia stata violata alcuna norma di legge in materia di tutela dei dirigenti sindacali in quanto la sede di Sassari e quella di Filigosu fanno parte della stessa "unità produttiva", ai sensi e per gli effetti dell'articolo 22 della L. 300/70;

- non risulta che alcun dipendente dell'A.F.D.R.S. sia stato minacciato, in maniera pretestuosa, di trasferimento o licenziamento dai responsabili dell'Azienda;

- si sta valutando l'opportunità di consentire in tempi brevi nell'ambito delle superiori esigenze organizzative dell'A.F.D.R.S., il rientro presso gli uffici del Servizio Provinciale di Sassari.

Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozione annunziate in apertura di seduta

Interpellanza Pusceddu - Calledda - Dettori Ivana - Pacifico - Pinna - Sanna Emanuele - Sanna Salvatore sullo stato di agitazione del personale del policlinico Sant'Elena.

I sottoscritti,

premesso che il policlinico Sant'Elena costituisce non solo per la città di Quartu ma per l'intera Sardegna una importante struttura sanitaria, funzionale e moderna, in cui operano qualificate professionalità;

premesso altresì che le prestazioni sanitarie fornite in questi anni sono state caratterizzate da un elevato standard medico-tecnologico e da una significativa qualità del servizio;

considerato che i gravissimi ritardi della Regione nell'accreditamento della struttura e della Asl 8 nel pagamento delle prestazioni erogate hanno condizionato pesantemente la gestione amministrativa e finanziaria del policlinico;

considerato altresì che il perdurare di questa grave situazione rischia di compromettere il regolare funzionamento dei servizi del dipartimento delle emergenze sanitarie, delle alte specializzazioni e dei laboratori diagnostici, a scapito dei numerosi cittadini utenti;

considerato inoltre che da diversi giorni prosegue lo stato di agitazione degli oltre 140 dipendenti che, per le ragioni suesposte, rivendicano il pagamento di numerose mensilità di stipendio arretrate;

rilevato che i lavoratori in lotta hanno promosso una mobilitazione continua in difesa del diritto al lavoro e del diritto alla speranza per le proprie famiglie di avere un futuro meno incerto;

atteso che tale azione di lotta è sostenuta dalle organizzazioni sindacali ed ha ottenuto la solidarietà dei pazienti;

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della sanità per conoscere:

a) quali misure intendano adottare in merito alla vertenza "Policlinico Sant'Elena";

b) i motivi che hanno determinato i notevoli ritardi da parte della Regione e della Asl 8 nei confronti della suddetta struttura sanitaria;

c) quali eventuali direttive intendano impartire alla Asl 8 finalizzate al sollecito pagamento delle prestazioni erogate dal Policlinico;

d) quali iniziative intendano adottare per garantire gli attuali livelli occupativi in un quadro di certezza dei trasferimenti finanziari per le strutture sanitarie accreditate. (62)

Interpellanza Ortu - Cogodi - Vassallo sulla drammatica situazione determinatasi alla Scaini di Villacidro dopo la mancata presentazione dell'Agip al tavolo delle trattative del Ministero dell'Industria.

I sottoscritti,

premesso che l'incontro, tenutosi nella giornata di lunedì 31 luglio presso il Ministero dell'Industria, si è chiuso con un nulla di fatto per l'assenza dal tavolo delle trattative delle Partecipazioni Statali, in particolare dell'Agip Petroli proprietaria di fatto della Nuova Scaini di Villacidro;

considerato che l'Agip è responsabile delle conseguenze nefaste provocate dallo scellerato processo di privatizzazione, messo in atto dalle partecipazioni statali alla Nuova Scaini di Villacidro, che ha visto l'imprenditore privato nel giro di due anni portare al fallimento uno dei più moderni stabilimenti esistenti in Italia per la produzione di batterie, con la conseguente chiusura di una fabbrica che rappresenta nel territorio e nella Sardegna una delle poche iniziative sostitutive delle attività minerarie dismesse, ottenuta dopo duri anni di mobilitazione e di lotte delle popolazioni dell'intero bacino minerario;

rilevato che l'Agip-ENI, colpevole del processo fallimentare di privatizzazione, non può oggi scaricare le sue responsabilità sui 154 lavoratori prevedendone il licenziamento per il 16 settembre e che, attraverso le chiusure e le dismissioni dei suoi stabilimenti in Sardegna, non può continuare nel processo di disimpegno delle attività industriali, dando un ulteriore colpo all'economia di quel territorio e dell'intera Isola;

constatato che l'atteggiamento inqualificabile ed inaccettabile messo in atto dall'Agip-ENI, anche in questi giorni, prima assumendo l'impegno con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali di ritirare il provvedimento di mobilità e di liquidare due mensilità arretrate e successivamente non presentandosi all'incontro presso il Ministero dell'Industria, non può tradursi in una beffa a danno dei lavoratori, delle popolazioni, della Sardegna e dell'economia dell'intera Isola;

tutto cio' premesso chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'industria per conoscere:

1) quali iniziative intendano assumere per chiedere al Ministro dell'Industria ed al Governo nazionale quali strumenti intenda utilizzare per portare l'Agip-ENI al tavolo delle trattative;

2) se non ritengano necessario chiedere che in via preliminare venga bloccato il processo di liquidazione da parte dell'Agip della Nuova Scaini al fine di impedire che i lavoratori siano collocati in mobilità e quindi di fatto licenziati a partire dal 16 settembre prossimo;

3) se non debbano essere adottate tutte le misure necessarie, per evitare che lo stabilimento venga chiuso, anche attraverso la ripresa della attività con la conduzione e la gestione dello stabilimento da parte delle Partecipazioni Statali, evitando così processi strumentali che tendono, sulle spalle dei lavoratori, dell'economia, dell'intero territorio e dell'Isola, ad appropriarsi di un marchio che a tutt'oggi conserva un prestigio nel mercato nazionale ed estero delle batterie. (63)

Interpellanza Biancu sugli interventi urgenti per la riduzione della salinità nello Stagno di Santa Giusta.

Il sottoscritto,

considerato che da oltre un decennio l'ecosistema che teneva in equilibrio la percentuale di salinità nelle acque dello stagno di Santa Giusta è stato falsato; infatti la salinità è aumentata fino a raggiungere valori molto vicini a quelli dell'acqua marina;

considerato che, gli ipervalori di salinità hanno di fatto sconvolto l'habitat lagunare ed in particolare quello della flora marina, che ha visto la quasi radicale scomparsa di alcuni tipi di alghe che coesistevano con l'acqua salmastra, lasciando il posto ad altre specie di natura prettamente salina. Queste alghe più sensibili al fenomeno di atrofizzazione per il basso contenuto di ossigeno nell'acqua muoiono e si decompongono più facilmente, scatenando tutta una serie di procedimenti fisici e chimici che portano inesorabilmente alla periodica moria di pesci.

L'innalzamento della salinità nella laguna è dovuto in parte ad un nuovo canale di adduzione che collega direttamente lo stagno e il porto industriale e quindi le acque di mare, e per contro a causa della siccità sempre più ricorrente negli ultimi anni, si è determinato un mancato approvvigionamento di acqua dolce proveniente dai diversi torrenti e canali e dalle piene del fiume Tirso, che nei mesi invernali investiva i canali di adduzione allo stagno;

ritenuto estremamente urgente quindi, per ricostituire l'ecosistema iniziale, abbattere la percentuale di salinità delle acque con un approvvigionamento di acqua dolce, da reperire anche artificialmente;

considerato che va in questa direzione un progetto finanziato dalla Regione Sardegna, che prevede l'utilizzo delle acque reflue, trattate dal depuratore consortile operante nell'area industriale di Oristano, il quale, allorquando opererà a pieno regime, dovrà consentire il rifornimento di acqua dolce in grado di riportare i valori di salinità delle acque a quelli ritenuti ottimali;

considerato che detto depuratore consortile, pur non interamente contemplato, produce significative quantità di acqua dolce, le quali vengono scaricate a mare, mentre le condotte predisposte per lo scarico nello stagno rimangono desolatamente vuote,

chiede di interpellare l'Assessore della difesa dell'ambiente per sapere:

1) se non ritenga indispensabile intervenire per operare un disperato tentativo, onde evitare l'annunciata ennesima moria di pesci nello stagno di Santa Giusta, disponendo un intervento urgente per convogliare nella laguna l'attuale produzione di acqua dolce depurata dall'impianto consortile, evitando che le stesse continuino ad essere scaricate a mare;

2) quali iniziative intenda intraprendere per arrivare alla piena operatività del depuratore consortile, realizzato nella zona industriale di Oristano, ivi compresi i sistemi di monitoraggio e controllo e uno studio integrato del bilancio idrico e relativo monitoraggio delle acque immesse nello stagno. (64)

Interpellanza Spissu - Lai sullo stato di attuazione della strada camionabile Sassari-Porto Torres.

I sottoscritti,

premesso che la strada camionabile Sassari-Porto Torres è stata appaltata agli inizi degli anni '80;

verificato che l'impresa appaltatrice "EDISTRA" ha bloccato i lavori nel 1984 per un contenzioso e che la stessa impresa ha richiesto 145 miliardi di danni per la rescissione del contratto;

considerato che tale contenzioso pare sia avviato ad una soluzione bonaria con l'ANAS per una cifra di 5 miliardi;

constatato che attualmente il traffico, compreso quello commerciale, per arrivare alla zona industriale di Porto Torres, che doveva essere collegata dalla camionabile, grava su un ponte sul quale si procede a senso unico alternato;

constatato, inoltre, che su questo ponte passano ogni giorno migliaia di mezzi articolati con grave rischio per la circolazione e la sicurezza di operatori, automobilisti e cittadini;

precisato che sulla stessa strada grava tutto il traffico verso la località turistica di Stintino con notevoli e ovvi disagi per i turisti e i cittadini;

tutto ciò premesso chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) quale sia lo stato di attuazione della strada camionabile Sassari-Porto Torres;

2) quali interventi intendano porre in essere per favorire e sollecitare la soluzione del problema, il riavvio dei lavori e la loro conclusione. (65)

Interpellanza Pinna - Selis - Cogodi - Sanna Emanuele - Pacifico - Pusceddu - Sanna Salvatore - Fadda - Dore - Ibba sulla immediata acquisizione al patrimonio della Regione del compendio produttivo e immobiliare delle saline della Sardegna in disponibilità all'Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato e sulla soluzione del contenzioso relativo ai lavori affidati al consorzio RAMSAR.

I sottoscritti,

premesso che la Giunta regionale con proprio atto deliberativo del 16 marzo 1999 (n. 16/26), ha approvato le linee di indirizzo per l'attivazione del processo di acquisizione al patrimonio della Regione dei compendi produttivi e immobiliari (terreni e fabbricati) connessi direttamente e indirettamente alle saline della Sardegna ancora nella disponibilità dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato;

constatato che la stessa Giunta regionale non ha ancora dato seguito al richiamato atto deliberativo nonostante la volontà manifestata dallo Stato di trasferire gli stessi compendi immobiliari e le frequenti sollecitazioni che, soprattutto negli ultimi mesi, sono state rivolte da parte di Parlamentari nazionali, eminenti personalità della cultura ed associazioni culturali ed ambientaliste;

considerato che, a seguito della sospensione dell'attività estrattiva del sale, il compendio umido Saline-Molentargius è stato ed è interessato da gravissimi fenomeni di degrado ambientale che rischiano di compromettere l'intero ecosistema;

preso atto che le amministrazioni locali interessate non hanno posto in essere gli adempimenti necessari alla costituzione del consorzio per la gestione del Parco regionale del Molentargius istituito con la legge regionale 26 febbraio 1999, n. 5, in situazione ambientale ulteriormente aggravata dall'indecisione del Ministero dell'Ambiente in merito alla soluzione del contenzioso relativo ai lavori di bonifica affidati al consorzio RAMSAR,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale per sapere quali azioni intenda mettere in atto per:

1) l'immediata acquisizione al patrimonio regionale dei compendi produttivi e immobiliari (terreni e fabbricati) connessi direttamente e indirettamente alla salina Cagliari-Poetto e alle altre saline della Sardegna ancora nella disponibilità dei Monopoli di Stato secondo le linee di indirizzo approvate dalla Giunta regionale e nel rispetto del diritto sancito dallo Statuto Speciale della Sardegna;

2) dare seguito alla costituzione del consorzio per la gestione del Parco regionale del Molentargius nel rispetto della L.R. 26 febbraio 1999, n,. 5, con la quale è stato istituito lo stesso Parco con lo scopo di salvaguardare e valorizzare un compendio umido di importanza internazionale che riveste un ruolo di rilevante importanza per la qualità dello sviluppo dell'intera area metropolitana di Cagliari;

3) superare le indecisioni del Ministero dell'Ambiente in merito alla soluzione del contenzioso relativo ai lavori del consorzio RAMSAR al fine di pervenire in tempi brevi al completamento delle opere di risanamento ambientale già finanziate dallo Stato quale intervento indispensabile per poter dare avvio alle azioni finalizzate alla salvaguardia e alla valorizzazione dell'intero compendio umido delle Saline-Molentargius. (66)

Interpellanza Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Calledda - Pinna - Dettori Ivana - Pacifico - Marroccu - Demuru, sull'epidemia di "Lingua blu" che ha colpito numerosi allevamenti ovini della Sardegna sud-occidentale e del Sulcis.

I sottoscritti,

venuti a conoscenza della presenza del morbo della "Lingua blu" che ha colpito numerosi allevamenti ovini di diversi comuni del Sulcis e della Sardegna sud-occidentale;

visto il provvedimento adottato dal Ministero della sanità che ha vietato sia lo spostamento delle greggi dalle loro aree di pascolo ad altre zone dell'isola che l'esportazione del bestiame da tutta la Sardegna;

considerati i pericoli di diffusione della malattia nelle altre zone dell'isola e i conseguenti gravissimi danni che da ciò ne deriverebbero sia alla economia sarda, per la quale la zootecnia e il lattiero-caseario rappresentano i settori più importanti, che alla immagine dei prodotti isolani;

sottolineata la grave situazione in cui sono costretti ad operare gli allevatori interessati sia in relazione alle misure da adottare per fronteggiare la malattia, sia in relazione ai danni economici che le aziende colpite dovranno sopportare;

tenuto conto delle responsabilità che fanno capo agli amministratori delle ASL, ai funzionari dei servizi veterinari e ai Sindaci dei comuni colpiti dalla malattia;

rilevata, inoltre, l'assoluta necessità di intervenire con la massima urgenza per fronteggiare e debellare l'epidemia limitando al minimo i danni relativi,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere quali iniziative concrete la Giunta regionale abbia posto o intenda porre in essere per:

a) accertare le cause e le condizioni che hanno favorito la diffusione della malattia;

b) individuare e circoscrivere i territori e gli allevamenti interessati valutando la reale dimensione dell'epidemia;

c) impedire il diffondersi della malattia in altre aree della Sardegna;

d) fornire tempestivamente alle ASL, ai comuni interessati e agli allevatori tutti i sostegni conoscitivi, tecnici e operativi necessari affinché possano operare nel modo più efficace possibile per debellare rapidamente l'epidemia;

e) provvedere all'indennizzo delle aziende colpite;

e) definire un piano di prevenzione che eviti il ripetersi dell'epidemia. (67)

Interpellanza Fadda - Giagu - Sanna Gian Valerio - Selis - Tunis Gianfranco sulla gravissima emergenza sanitaria creatasi con il diffondersi del virus della "lingua blu" che sta colpendo il patrimonio ovino in tutta l'Isola.

I sottoscritti,

preoccupati dalle drammatiche conseguenze che il virus della "lingua blu" sta determinando in diverse zone della Sardegna con il rischio reale che la situazione drammatica in cui versano le zone colpite coinvolga l'intera Isola;

accertato che stante la particolare gravità di quanto si è verificato e si sta verificando nelle diverse zone della Sardegna è necessario sapere se le azioni intraprese dalla Regione, per contrastare il propagarsi dell'epidemia, siano adeguate e siano state prontamente messe in opera;

rilevato che un'altra emergenza, "pecora pazza", si sta presentando in alcuni allevamenti del nord Sardegna dove sono stati abbattuti centinai di capi ovini;

constatato che per debellare tali epidemie evidentemente è necessaria una azione, coordinata dalla Regione, ma che coinvolga in modo capillare gli enti locali e le sedi periferiche dei diversi enti regionali che devono essere forniti tempestivamente di mezzi e finanziamenti;

stabilito che la Regione deve informare correttamente e puntualmente sul propagarsi dell'epidemia evitando la sottovalutazione dell'evento;

accertato che i danni subiti dal comparto zootecnico e lattiero caseario sono tali che abbisognano di un intervento immediato e che le aziende devono essere prontamente sostenute;

accertato che i comuni stanno facendo fronte con propri mezzi finanziari alle necessità urgenti che si sono presentate nei loro territori derivanti da questo evento;

tutto ciò premesso chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale, gli Assessori della sanità e dell'agricoltura per conoscere:

- quali iniziative sono state adottate per fronteggiare il particolare momento di crisi al quale si aggiunge l'epidemia nota come "pecora pazza" che purtroppo aggrava una situazione che per come si sta evolvendo va affrontata con la necessaria risolutezza;

- se la Giunta ha emanato provvedimenti che stabiliscano tempi e criteri di indennizzo immediato per le aziende danneggiate da questa epidemia;

per sapere:

- quali provvedimenti la Giunta ha adottato per consentire agli enti locali la disponibilità di strumenti, mezzi e finanziamenti adeguati per far fronte all'epidemia e evitare il suo propagarsi;

- le reali cause che hanno provocato l'epidemia, se i controlli sanitari siano stati effettuati diligentemente e quale piano di prevenzione si intende adottare per scongiurare il diffondersi di questo evento di particolare gravità. (68)

Interpellanza Giagu - Sanna Gian Valerio - Selis - Fadda - Tunis Gianfranco sulla situazione dei lavoratori delle aziende di installazione delle telecomunicazioni SIRTI, SIELTE, MAZZONI.

I sottoscritti,

premesso che le segreterie regionali di FIOM, FSM e UILM si sono incontrate con i coordinatori regionali sindacali delle aziende di installazione delle telecomunicazioni SIRTI, SIELTE, MAZZONI per un aggiornamento della vertenza che vede, ormai da diversi anni, i lavoratori del settore impegnati in una dura battaglia per difendere la qualità e la quantità degli investimenti in tale comparto, ma che purtroppo ha visto la perdita, fin d'ora, di ben 1300 posti di lavoro in tutta la Sardegna;

considerato che le telecomunicazioni offrono grandi opportunità di modernizzazione del tessuto industriale isolano, ma anche importanti ricadute nel campo sociale e culturale;

evidenziato che il dramma dei senza lavoro e delle aree di sofferenza industriale in Sardegna è quanto mai di attualità e che non possiamo permetterci alcuna sottovalutazione rispetto a tali problematiche;

rilevato che il settore delle telecomunicazioni in Italia è soggetto a una profonda e repentina trasformazione che mette a rischio le conquiste acquisite dai lavoratori sulla stabilità occupazionale e che per queste ragioni in diverse altre parti d'Italia, che non hanno il grado di sofferenza della Sardegna, parlamentari, consiglieri regionali, forze politiche tutte, indifferentemente dal loro schieramento, sono a fianco dei lavoratori;

constatato che questa vertenza si svolge con una pericolosa sottovalutazione da parte della classe politica regionale e in particolare senza alcun supporto da parte del Governo regionale, mentre in questi giorni si stanno decidendo nelle aziende e nei tavoli ministeriali partite decisive per i lavoratori del settore, dei quali 750 sono sardi, la metà dei quali rischia di essere licenziata a breve;

preso atto del fatto che sin dal 29 maggio 2000 i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL hanno chiesto un incontro al Presidente Floris e alla Giunta per concordare una linea comune e difendere i posti di lavoro del settore delle telecomunicazioni, ma a tutt'oggi non risulta che il Presidente Floris abbia dato udienza alle organizzazioni sindacali,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale per sapere se non intenda dare corso immediato all'incontro con i rappresentanti dei lavoratori e per conoscere quali opportune iniziative la Giunta regionale abbia già adottato o intenda prendere per difendere e promuovere la presenza del settore delle telecomunicazioni in Sardegna. (69)

N. 70/A

Interpellanza Fadda - Selis - Calledda - Dore - Ibba - Pacifico - Pinna Sanna Emanuele - Tunis Gianfranco sul gravissimo danno ambientale che sta colpendo le zone costiere del Sulcis.

I sottoscritti,

constatato che l'incidente occorso alla nave carboniera Eurobalker IV per le conseguenze che ha già determinato e per ciò che potrebbe determinare, trasformando l'attuale emergenza in vero e proprio disastro ecologico, è l'ennesima, annunciato prova che i mari della Sardegna sono solcati, al pari dei mari asiatici, da natanti che considerato ciò che trasportano, invece di essere dotati di sistemi di sicurezza superiori, pare non possiedano nemmeno le carte nautiche;

accertato che i danni ambientali provocati derivano da incuria e negligenza;

accertato che è necessario, e possibile, determinare le condizioni necessarie affinché questi eventi dannosi non siano generati;

richiamati gli avvertimenti delle varie organizzazioni ambientaliste che da tempo si stanno battendo affinché alcune zone della Sardegna siano rigorosamente escluse dalle rotte delle petroliere;

accertato che è possibile, quantunque risulti mai fatto, effettuare quei controlli necessari a verificare se i natanti che trasportano materiali inquinanti risultino in regola con le norme di sicurezza richieste;

rilevata l'entità del disastro ambientale, dei danni economici provocati, rilevato inoltre il costo sostenuto dalle amministrazioni dei Comuni di Carloforte, Gonnesa, Portoscuso e S. Antioco per affrontare prontamente l'emergenza e fornire i primi mezzi di lotta anti inquinamento;

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'ambiente per conoscere:

- la portata del danno ecologico e ambientale determinato dal natante in oggetto;

- se sono stati attivati tutti i sistemi volti a garantire, qualora si presentasse il peggio, che l'onda di catrame venga arginata;

- se i Comuni interessati sono stati messi in condizione, con adeguati mezzi non esclusi quelli finanziari, di far fronte ai primi interventi;

- se si sono predisposti gli atti per accertare le responsabilità dei committenti;

- quali iniziative si intendano adottare per obbligare i committenti a verificare che i trasporti vengano effettuati su mezzi idonei, con equipaggi che diano garanzie di serietà e professionalità;

- se la Giunta regionale non ritiene promuovere un'azione legale nei confronti di chi ha provocato il disastro ambientale;

- se la Giunta, considerato che le bellezze ambientali della Sardegna sono patrimonio di tutti, non intende promuovere tutte quelle iniziative volte a stabilire:

a) le rotte consentite e quelle assolutamente vietate a natanti che trasportano materiali inquinanti;

b) le caratteristiche di sicurezza imprescindibili per solcare il mare prospiciente le coste isolane;

c) i sistemi di controllo di rispetto di tali norme. (70)

Interrogazione Pirisi - Falconi, con richiesta di risposta scritta, sui continui disservizi della Tirrenia nei porti sardi.

I sottoscritti,

appreso da notizie di stampa che un gruppo di cittadini sarulesi è stato costretto a bivaccare nel porto di Genova a causa di un disservizio della Tirrenia che ha impedito al pullman che li trasportava di viaggiare sullo stesso traghetto, e che, di conseguenza, gli autisti si sono dovuti imbarcare nella nave diretta a Civitavecchia e raggiungere poi la città ligure percorrendo le strade di mezza Italia, con un notevole aggravio di fatica e dei costi previsti;

considerato che la società di navigazione non è nuova a questi episodi, in particolare nei mesi estivi periodo di maggior traffico turistico, e continua a considerare i passeggeri sardi alla stregua di insignificanti "pacchi postali" dei quali disporre a suo piacimento, alimentando disagio e malcontento, oltre che rendendo vano l'impegno degli operatori turistici che lavorano costantemente per dare impulso e qualità all'offerta turistica isolana;

sottolineato come l'episodio riporti per l'ennesima volta in evidenza la necessità di ricercare immediate e significative soluzioni per garantire ai cittadini sardi un trasporto pubblico adeguato alle peculiarità della nostra isola,

chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dei trasporti per sapere quali atti abbiano assunto o intendano assumere, anche con riferimento a quest'ultimo fatto, per assicurare ai cittadini sardi il diritto ad un servizio pubblico migliorato e potenziato in termini di quantità e di qualità, tenendo anche conto degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. (205)

Interrogazione Cossa, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di una discarica nel territorio comunale di Ussana.

I sottoscritti,

premesso che la Giunta regionale nella seduta dell'11 luglio 2000 ha approvato il progetto presentato dalla Società Promisa S.r.l. per la realizzazione di una discarica per l'accoglimento di rifiuti solidi industriali (cat. 1 e cat. 2b, per una capacità totale di 880.000 mc), in località Francischettu nel comune di Ussana;

considerato che si tratta di un progetto avviato diversi anni fa, incontrando forti resistenze e, in particolare, la ferma opposizione dell'Amministrazione provinciale e delle amministrazioni dei comuni e delle popolazioni di Ussana, Monastir e Sestu, che direttamente o indirettamente sono interessati;

rilevato che la stessa Giunta regionale, in altre occasioni, aveva rigettato l'approvazione del progetto, tenendo conto inoltre del parere negativo della Provincia di Cagliari, che nelle conferenze dei servizi svoltesi nel 1998 e 1999 segnalava l'incompatibilità del progetto con la pianificazione provinciale;

tenuto conto che il progetto, che non presenta il carattere di pubblica utilità, crea disagio alla comunità circostante, non risponde ai programmi dei Comuni interessati né a quelli dichiarati dalla Regione, non sembra rispondere alle norme sanitarie, costituisce fonte di rischio ambientale per tutto il circondario, a preminente vocazione agricola e già gravato dalla discarica di Serdiana;

evidenziato che la localizzazione - in una cava di argilla abbandonata in località "Francischettu" a cavallo del confine tra i comuni di Ussana e Monastir - è al di fuori dagli schemi programmatici finora adottati in materia di smaltimento dei rifiuti e non fa capo al referente unico, il CASIC, indicato a suo tempo dall'Amministrazione regionale per il bacino n. 1;

sottolineato che l'area in oggetto si trova in zona urbanistica "E" agricola del Comune di Ussana e zona urbanistica "H", di salvaguardia ambientale, del comune di Monastir, ad una distanza di circa 1600 mt dal tessuto urbano del comune di Ussana, di circa 2000 mt. dall'abitato di Monastir e di circa 1400 dalle prime case abitate, e che in prossimità della stessa si trovano, contigua all'impianto, un'azienda agricola e di allevamento di medie dimensioni: a meno di 2000 mt., l'azienda "Basinia" per l'allevamento sperimentale dell'Istituto Zootecnico e Caseario Sardo; una zona in cui l'amministrazione comunale di Monastir ha fatto ingenti investimenti per rimboschimento; a 3500 mt. a sud la zona sotto tutela archeologica di "San Gemiliano", frequentatissima località di grande devozione religiosa, interessata da consistenti investimenti da parte del Comune di Sestu, finalizzati a rafforzarne la valenza turistica;

considerato, inoltre, che la località di Francischettu grava sul bacino scolante nel Rio Flumineddu che, a sua volta, confluisce sul Rio Mannu e la concomitanza di questo fatto con il rilievo che la discarica della "Ecoserdiana" gravita anch'essa sul Rio Mannu, porrebbe l'abitato di Ussana all'incrocio di due bacini idrici a gravissimo rischio ecologico;

ritenuto perciò che la questione richieda un'attenta valutazione, non potendo la Regione ignorare le valutazioni espresse dalle popolazioni coinvolte e dalle loro amministrazioni,

chiede di interrogare l'Assessore dell'ambiente per conoscere quali iniziative intenda adottare per individuare una soluzione che eviti la realizzazione della discarica di Francischettu, il cui insediamento recherebbe grave pregiudizio agli interessi economici dei Comuni e delle popolazioni interessate. (206)

Interrogazione Pirisi - Falconi, con richiesta di risposta scritta, sull'urgenza di un potenziamento dei collegamenti da Nuoro all'aeroporto di Olbia-Costa Smeralda.

I sottoscritti,

considerato che i collegamenti interni nella nostra Isola risultano essere sempre più insufficienti e inadeguati;

rilevato in particolare come i collegamenti tra la città di Nuoro e l'aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, che dovrebbero garantire la coincidenza con le partenze dei voli aerei nazionali, lascino scoperte, a causa di un basso numero di corse giornaliere, molte fasce orarie costringendo i viaggiatori a muoversi molto tempo prima e a stazionare nello scalo aereo anche alcune ore;

rimarcata l'urgenza di interventi che potenzino i servizi di trasporto pubblico e, in particolare, i collegamenti del capoluogo di provincia nuorese con il resto dell'Isola, per garantire lo sviluppo economico e sociale e scongiurare un ulteriore isolamento delle zone interne,

chiedono di interrogare l'Assessore dei trasporti per sapere quali atti abbia assunto o intenda assumere per potenziare i collegamenti tra la città di Nuoro e lo scalo aeroportuale di Olbia-Costa Smeralda. (207)

Interrogazione Frau, con richiesta di risposta scritta, sulla Stazione sanitaria marittima di Porto Torres.

Il sottoscritto, premesso che:

a) con finanziamenti comunitari - previsti dal programma INTERREG 1 - venne costruita nel porto di Porto Torres la Stazione sanitaria marittima, i cui lavori furono completati alla fine del dicembre 1996, ma la struttura a tutt'oggi non è stata consegnata, tant'è che l'Ufficio sanità marittima ed aerea è ubicato in locali di fortuna (con pagamento di un alto canone di locazione);

b) l'Ufficio sanità marittima ed aerea - che ha competenza per le province di Sassari e Nuoro - in aggiunta ai molteplici compiti istituzionali volti anche alla tutela della salute pubblica, è deputato anche alla prevenzione contro le malattie infettive e contagiose, ed ai sensi del "regolamento internazionale di Boston" è autorizzato al rilascio della "libera pratica sanitaria" alle navi in arrivo a Porto Torres, considerato porto di prima categoria;

c) la Stazione sanitaria marittima - una volta consegnata - potrebbe rappresentare il primo passo verso un miglioramento complessivo dei servizi all'interno dell'area portuale di Porto Torres, uno scalo in cui transita circa un milione di passeggeri l'anno;

d) l'edificio che ospiterà la Stazione sanitaria marittima, sistemato su due piani, costituirà un punto di riferimento per il primo intervento sanitario ed è stato attrezzato anche per ospitare persone che debbano essere sottoposte a quarantena;

e) sembrerebbe però che parte della struttura (il primo piano) stia per essere "distratta" dagli usi sanitari per i quali è sorta, e consegnata "per un anno" alla dogana per lo svolgimento delle attività indispensabili allo sdoganamento delle merci;

f) questo anomalo e promiscuo uso della struttura - seppur "provvisoriamente" per un anno - arrecherebbe un danno per l'Ufficio sanità marittima ed aerea, che non potrebbe gestire in modo compiuto i molteplici e gravosi compiti istituzionali,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore della sanità per sapere:

1) se siano a conoscenza che la Stazione sanitaria marittima di Porto Torres - nonostante i lavori siano stati ultimati dal dicembre 1996 - non è stata consegnata, mentre l'Ufficio sanità marittima ed aerea, che ha moltissimi compiti volti alla tutela della salute pubblica ed in particolare alla prevenzione contro la diffusione delle malattie infettive e contagiose, è costretto ad operare in locali angusti e lontani dal porto;

2) se sia vero che il Ministero dei Trasporti e la direzione doganale hanno chiesto il primo piano di detto stabile dove allocare - provvisoriamente per un anno (in Italia purtroppo il provvisorio è sempre definitivo!!!) - gli uffici della dogana, con una promiscuità non idonea, che potrebbe comportare seri rischi di contrarre malattie per tutto il personale addetto ed i fruitori del servizio dogana, se non adeguatamente protetti;

3) quali azioni intendano intraprendere, affinché in tempi brevissimi tutti i locali siano consegnati all'Ufficio sanità marittima ed aerea, senza alcuna "distrazione" dalla destinazione iniziale "esclusivamente sanitaria". (208)

Interrogazione Cappai - Capelli, con richiesta di risposta scritta, sulla drammatica situazione del settore agricolo oristanese.

I sottoscritti,

constatata la drammatica situazione in cui versa il settore agricolo isolano, colpito quest'anno dalla più grave siccità climatica degli ultimi decenni;

considerato che gli agricoltori, in particolare dell'oristanese, già provati dalla contingente situazione economica dovuta ai danni della siccità, si trovano a dover fronteggiare non solo i danni alle colture, ma anche quelli provocati da un considerevole numero di cinghiali che, non trovando in montagna fonti di sostentamento, scendono a valle per procurarsi il cibo a discapito delle produzioni agricole;

rilevati, altresì, i danni provocati dal flagello della fauna migratoria (storni, passeri, gabbiani, corvi, etc.),

chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore regionale dell'agricoltura e l'Assessore regionale dell'ambiente per sapere:

1) se intendano adoperarsi affinché il Consiglio regionale approvi tempestivamente la proposta di legge di modifica sull'esercizio venatorio nell'Isola che consenta l'abbattimento delle specie migratorie oltre il termine previsto del mese di gennaio;

2) per quale motivo non abbiano provveduto al pagamento dei danni causati dalla selvaggina cacciabile e protetta, come previsto dall'articolo 26 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157. (209)

N. 210/A

Interrogazione Frau, con richiesta di risposta scritta, sui progetti finalizzati all'occupazione presso il comune di Alghero.

Il sottoscritto, premesso che:

a) il comune di Alghero, nell'ambito dei progetti finalizzati all'occupazione relativi al 1998 e finanziati con fondi regionali - ha predisposto in data 4 luglio 2000 una graduatoria degli aventi diritto, nell'ambito della quota di posti "riservata per legge" ai servizi sociali per quelle categorie di inoccupati con grave disagio familiare e sociale, trasmettendola nel contempo all'Ufficio di collocamento, e con la comunicazione agli interessati dell'inserimento e della chiamata al lavoro in tempi brevi;

b) in data 19 luglio 2000, con prot. 1498, il Comune catalano inviata all'Ufficio di collocamento altro elenco con una modifica della graduatoria precedente, dalla quale come per incanto spariva il nominativo di una persona e l'inclusione di altre due;

c) nonostante le giuste lamentale e la richiesta di chiarimenti per questa improvvisa esclusione (che non è la prima nel tempo!!!), nessuno al Comune è stato in grado di dare spiegazioni, fatto che ha portato la persona danneggiata ad inoltrare un esposto al Comando della Stazione dei Carabinieri di Alghero, al fine di espletare tutte le indagini necessarie per appurare eventuali atti di illegittimità,

chiede di interrogare l'Assessore regionale del lavoro per sapere:

1) se sia a conoscenza della "strana" modifica - nel giro di pochi giorni - della graduatoria predisposta dal Comune di Alghero per l'avviamento al lavoro - nell'ambito della "riserva di legge" - di quelle categorie di inoccupati con grave disagio familiare e sociale, modifica che ha portato alla esclusione di una sola persona, atto che lascia dubbi e perplessità, che trovano in parte conferma nel fatto che la struttura amministrativa comunale non ha saputo dare esaurienti spiegazioni in merito;

2) quali azioni ispettive rigorose voglia intraprendere in tempi brevissimi, al fine di appurare se nel deliberato del Comune di Alghero non vi siano delle illegittimità, che ledono i diritti dei cittadini che attendono risposte principalmente in campo occupazionale, e per fugare anche eventuali dubbi secondo i quali l'esclusione potrebbe essere dovuta per meri "motivi politici e partitici". (210)

N. 211/A

Interrogazione Spissu - Sanna Salvatore, con richiesta di risposta scritta, sui presunti abusi nel consumo dei carburanti nei cantieri dell'Azienda foreste demaniali di Sassari denunciati dal consigliere Frau.

I sottoscritti, in merito e in relazione al grande risalto che la stampa regionale e le televisioni locali hanno dato all'interrogazione del consigliere Frau Antonio sui presunti abusi verificatisi nel consumo dei carburanti nei cantieri forestali del Servizio provinciale dell'Azienda foreste demaniali di Sassari,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore regionale del personale per sapere:

1) se siano state accertate situazioni di ammanco di carburante in uno qualsiasi dei cantieri forestali di competenza dell'Azienda foreste demaniali di Sassari ovvero se sia accertato che si tratti di meri errori materiali, aritmetici e di scrittura;

2) il nome e la qualifica funzionale del funzionario incaricato del controllo sulla contabilità dei carburanti, quali compiti ha svolto finora nell'amministrazione regionale e se sia stato oggetto, dall'inizio dell'attività, di contestazioni o addebiti disciplinari e per quali motivi;

3) da chi sia stato incaricato e con quali compiti specifici;

4) qualora fosse accertato che i presunti abusi ed ammanchi dovessero essere infondati, data la campagna di stampa, lesiva per l'immagine dell'Azienda foreste e di coloro che vi lavorano, seguita all'interrogazione del consigliere Frau, quali azioni gli Assessori interrogati intendano adottare per ripristinare la verità sui fatti;

5) se dovesse corrispondere al vero quanto esposto al punto 4) e, soprattutto che il funzionario in argomento abbia artatamente palesato all'esterno meri errori materiali come abusi e ammanchi, quali provvedimenti l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e l'Assessore del personale intendano adottare nel caso specifico. (211)

Interrogazione Lai - Fadda - Sanna Emanuele - Pusceddu - Calledda, con richiesta di risposta scritta, sulle competenze del commissario del Consorzio industriale di Portovesme.

I sottoscritti, premesso che:

- attualmente il Consorzio industriale di Portovesme è guidato da un commissario;

- il commissariamento è conseguente alla mancata nomina degli organismi;

- il commissariamento ha una durata limitata a tre mesi;

- il commissario avrebbe intenzione di procedere alla nomina di un capo ufficio tecnico esterno;

tutto ciò premesso chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'industria per sapere:

- se corrisponde al vero la presunta intenzione del commissario in merito alla nomina del capo ufficio tecnico;

- se ritiene che i poteri di un commissario nominato per tre mesi possono considerarsi più ampi della ordinaria amministrazione;

- se tra questi poteri ritenga che rientri anche quello di procedere alla nomina del capo ufficio tecnico. (212)

Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla grave condizione dei lavoratori dipendenti della ditta già assegnataria del servizio recapito pacchi delle Poste di Sassari.

Il sottoscritto premette che nella vertenza, OO.SS. Poste Italiane S.p.A., per la difesa di una quarantina di posti di lavoro nel servizio di recapito pacchi gestito dalle imprese accollatarie operanti in diversi centri della provincia di Sassari, è doveroso chiedere alle Poste quali criteri siano stati adottati per arrivare a tale decisione.

Nella sostanza si vuole conoscere :

a) se la società che gestisce il servizio pubblico abbia rispettato le clausole previste dai precedenti contratti, attualmente in vigore sino al 15 agosto p.v., in cui è precisato che la ditta - risultante aggiudicataria all'appalto del servizio di recapito pacchi - ha l'obbligo di avvalersi della collaborazione degli operatori dipendenti della ditta cessante;

b) se il servizio in parola sarà svolto da personale dipendente in ruolo delle Poste ovvero da società diverse dalle Poste stesse, con quale personale e con che tipo di contratto;

c) la società SDA e Bartolini in che rapporto giuridico si trovano con le Poste Italiane e a quale titolo effettuano il recapito - ormai da qualche giorno - dei pacchi che i cittadini, recandosi agli sportelli, affidano alle Poste Italiane;

d) se il convincimento di affidare a terzi segmenti di un servizio storico, sia determinato da ragioni di convenienza economica e di qualità. Se così fosse sarebbe interessante conoscere anche le cifre che rientrano nelle attese aziendali e relative ai maggiori ricavi ed alla riduzione dei costi;

e) per quanto riguarda, invece, la qualità del servizio, non sarebbe presuntuoso o pessimista affermare fin da ora che difficilmente potrà essere raggiunto un trend soddisfacente o migliore di quello ottenuto in passato, perché è reale l'esempio del decadimento del servizio di "Posta celere", una volta fiore all'occhiello delle Poste prima che venisse, alla chetichella, affidato, alla SDA. E' interessante conoscere i motivi che ne hanno determinato le scelte.

Il problema, dei quaranta dipendenti, quindi, non verrà risolto; i medesimi saranno licenziati senza una giusta causa e la loro sfortuna è di essere incappati in progetti aziendali discutibili che nulla hanno a che fare con gli interessi della collettività.

La società poste consente licenziamenti di personale che non ha ancora raggiunto il periodo minimo di contribuzione assicurativa per ottenere la "pensione" e che non è più tanto giovane per andare alla ricerca di una nuova attività.

Il problema vero, poi, si ripercuote sulle famiglie con gravi e immaginabili conseguenze. I neo disoccupati sono, così umiliati e beffati da decisioni arroganti, false e palesemente contraddittorie con gli stessi comportamenti posti in essere dall'azienda Poste che continua, da anni e per tutti i dodici mesi dell'anno, a ricoprire i posti vacanti (sono circa 180) con personale precario assunto con contratto di lavoro per uno, due o tre mesi.

Tutto ciò premesso chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale per conoscere i provvedimenti urgenti e le iniziative politiche che la Giunta regionale assumerà, anche a livello Ministeriale e presso l'Ente Poste, per sanare la sopra descritta situazione che ha gettato nel lastrico numerose famiglie e per avere riscontro ai quesiti citati in premessa. (213)

Interrogazione Sanna Giacomo - Manca, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di un impianto di acquacoltura nelle acque di Bosa.

I sottoscritti,

premesso che la Giunta regionale in data 6 luglio 1999, con deliberazione n. 30/22 ha autorizzato la realizzazione di un impianto di acquacoltura nelle acque della città di Bosa;

considerato che:

- l'impianto sorgerebbe in un'area di rilevante importanza naturalistica;

- la zona interessata è sede di un'immensa prateria di Posidonia;

- la zona appartiene ad un tratto della costa bosana caratterizzata da una natura incontaminata non solo motivo di grande attrazione turistica, ma anche oggetto di un S.I.C. (sito di interesse comunitario ) e dunque soggetto alla valutazione di incidenza ambientale, avendo superato i cinque ettari di estensione;

preso atto del rifiuto espresso dall'Amministrazione comunale di Bosa alla realizzazione dell'impianto in oggetto;

preoccupati per l'eventuale inquinamento ambientale che l'impianto potrebbe generare,

chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e della difesa dell'ambiente per conoscere i motivi che hanno portato l'Amministrazione regionale ad autorizzare la realizzazione di tale impianto e se non intendano di dover revocare tale autorizzazione a fronte di una palese violazione degli impegni assunti a suo tempo dalla Regione e dal Governo italiano con l'Unione Europea attraverso la direttiva comunitaria che prevede la salvaguardia degli habitat naturali. (214)

Interrogazione Sanna Giacomo, con richiesta di risposta scritta, sulla realizzazione di un impianto minerario nel comune di Osilo.

Il sottoscritto, appreso che:

- è in fase di realizzazione un impianto minerario da parte della società S.G.M. (Sardinia Gold Mining) nel territorio del comune di Osilo, per l'attività estrattiva di un presunto filone aurifero;

- tale realizzazione ha suscitato non poche reazioni da parte degli abitanti delle comunità locali;

preoccupato per i danni di impatto ambientale e delle conseguenze che l'impianto potrebbe avere nel territorio;

considerate, inoltre, le negative esperienze relative alla devastazione di una falda d'acqua minerale della San Martino, nonché all'irreparabile danno ambientale compiuto nel territorio di Furtei;,

chiede di interrogare l'Assessore della difesa dell'ambiente per sapere se non ritenga di dover annullare tutti i permessi rilasciati alla Sardinia Gold Mining al fine di evitare l'ennesimo scempio ai danni della nostra Isola considerato inoltre che, sino a questo momento, le ricadute economiche derivanti da tali investimenti, si sono rivelate del tutto fallimentari. (215)

Interrogazione Cassano, con richiesta di risposta scritta, sulla legge regionale approvata il 4 agosto 2000 "Interventi per i danni provocati dalla siccità dell'anno 2000".

Il sottoscritto,

premesso che oramai la tragica situazione idrica in Sardegna non accenna a migliorare;

considerato che il settore agricolo è fortemente penalizzato dalle restrizioni idriche sempre più pesanti;

evidenziato che la legge in oggetto, recentemente approvata dal Consiglio regionale, tende giustamente ad alleviare i problemi che la siccità ha causato a migliaia di famiglie, che traggono sostentamento principalmente dall'attività di produzione agricola;

visto che l'articolo 5 della legge suindicata restringe il campo dei beneficiari del provvedimento ai soli "imprenditori agricoli a titolo principale", che sicuramente devono essere maggiormente agevolati ed aiutati;

ritenuto che, comunque, molti imprenditori agricoli, pur non esercitando tale attività a titolo principale, hanno sicuramente subìto gravi danni con pesanti ripercussioni sul settore a livello regionale,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura per sapere quali provvedimenti intenda intraprendere al fine di venire incontro alle esigenze di coloro che, nonostante abbiano subìto reali e consistenti danni alla produzione agropastorale, non potranno usufruire dei benefici previsti dalla legge regionale approvata il 4 agosto 2000. (216)

Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi burocratici e sull'insufficienza dei finanziamenti statali e regionali per la viabilità del Nord Sardegna.

Il sottoscritto,

preso atto delle dichiarazioni rese dal responsabile dell'ANAS agli amministratori provinciali di Sassari e riportate dalla stampa, secondo cui si prospettano tempi difficili e ancora lunghi per il completamento di alcune arterie fondamentali per lo sviluppo economico e sociale del Nord Sardegna, quali la Sassari - Alghero, la camionabile Sassari - Porto Torres, la Sassari - Olbia e la 131 tratto provinciale di Sassari;

considerato che la situazione della citata viabilità discussa dall'ANAS e dalla provincia di Sassari, richiama la necessità di un'attenta presenza della Regione per quanto concerne il superamento di intralci burocratici e, in particolare, l'esigenza di garantire al più presto adeguate risorse finanziarie, comunitarie, statali e regionali per la sopracitata viabilità principale, anche per il tratto della strada statale 131, della provincia di Sassari che necessita di opere strutturali indilazionabili per la scorrevolezza e sicurezza;

ritenuto che la Giunta regionale debba intervenire al fine di assicurare l'adeguata copertura finanziaria per le già elencate importanti arterie viarie del Nord Sardegna,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e gli Assessori dei trasporti e dei lavori pubblici per conoscere i provvedimenti urgenti che intendano assumere e le iniziative che intraprenderanno presso l'ANAS e i Ministeri competenti al fine di assicurare un'adeguata copertura finanziaria per l'esecuzione dei progetti delle strade del Nord Sardegna citate in premessa e di definire le difficoltà burocratiche in atto. (217)

Interrogazione Granara - Floris Emilio - Corona - Licandro - Rassu, con richiesta di risposta scritta, sull'incagliamento della motonave "Eurobulker IV" all'ingresso del canale di San Pietro.

I sottoscritti,

premesso che i nuovi orientamenti politici ed economici della Regione sarda individuano nel turismo un settore chiave per lo sviluppo;

considerato che questa esigenza deve comunque conciliarsi con l'operatività delle intraprese industriali che utilizzano anche il vettore marittimo per i trasporti da e per l'Isola;

verificato che il pericolo derivante dal trasporto di materiali inquinanti viene considerato quasi sempre in relazione alle coste del Nord Sardegna e raramente a quelle meridionali che sono ugualmente esposte;

appurato che Portovesme rappresenta lo scalo marittimo industriale a più intenso traffico dell'Isola e che l'accesso a tale porto è consentito alle navi solamente nelle ore diurne a causa delle difficoltà di avvicinamento allo stesso;

considerato che per entrare in tale porto le navi sono soggette a utilizzare il servizio dei piloti e, quindi, a rotte obbligate tra l'Isola Piana e l'Isola dei Meli, e a sfiorare un basso fondale denominato "Secca Grande" proprio perle sue dimensioni e che lo stesso è già stato, in passato, teatro di numerosi altri avvenimenti di mare,

chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'ambiente per sapere:

1) se si è già provveduto a localizzare e quantificare l'estensione e la portata di tale avaria sul piano ambientale, prevedendo i conseguenti provvedimenti in funzione della situazione meteomarina e predisponendo a mare e a terra sbarramenti idonei a contenere tale danno;

2) se non ritengano opportuno intervenire sollecitando anche l'autorità marittima competente affinché tale "secca" sia sufficientemente segnalata in loco;

3) se non sia il caso che il servizio dei piloti sia obbligato non solamente nella fase di ingresso ma anche durante tutta la fase di avvicinamento al canale di San Pietro;

4) se sono state attivate le procedure di escussione delle garanzie assicurative a copertura dei danni causati. (218)

Mozione Pinna - Cugini - Falconi - Orru' - Calledda - Demuru - Dettori Ivana - Lai - Marrocu - Morittu - Pacifico - Pirisi - Pusceddu - Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Sanna Salvatore - Scano - Spissu sulla precarietà delle infrastrutture elettriche e sulla inadeguatezza del comparto energetico della Sardegna.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che la Sardegna, per la sua peculiare caratteristica dovuta all'insularità, è l'unica regione a risentire maggiormente della carenza di potenza elettrica installata in quanto non può fare affidamento, al pari delle altre regioni italiane, sulla connessione con la rete nazionale ed europea se non per i 170 MW effettivamente erogabili attraverso il cavo a 200.000 V Sardegna - Corsica - Italia, denominato SACOI;

TENUTO CONTO che in un sistema sostanzialmente chiuso e isolato di trasporto e distribuzione come quello sardo si rende indispensabile produrre localmente l'intero fabbisogno di energia elettrica con la conseguente necessità di dotare lo stesso sistema di una potenza di riserva capace di garantire, anche nella situazione più estrema, la continuità di erogazione del servizio elettrico per evitare pesanti conseguenze sull'affidabilità dell'organizzazione sociale e produttiva della Sardegna;

CONSIDERATO che la punta massima di potenza richiesta dalla rete nei mesi estivi ha ormai superato i 1.690 MW, come confermato dal Ministero dell'Industria e dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN S.p.A.), determinando conseguentemente l'indispensabile esigenza di dover disporre di un parco di generazione elettrica effettivamente disponibile di potenza non inferiore ai 3.042 MW, in considerazione del fatto che la potenza di riserva deve essere dimensionata nella misura dell'80% della stessa punta massima richiesta dalla rete come previsto dal Ministero dell'Industria;

RILEVATO che sulla base dello scenario di crescita del fabbisogno energetico pari al 2% nel periodo 2000-2005, come previsto nella "Nota sulla situazione del settore elettrico della Sardegna" recentemente elaborata dal Ministero dell'Industria, la Sardegna necessita nel medio periodo di una potenza elettrica effettivamente disponibile, compresa la potenza di riserva come sopra dimensionata, di almeno 3.592 MW;

VALUTATO che il parco di generazione elettrica di cui potrà disporre la nostra Isola con l'entrata in produzione a regime dei tre nuovi gruppi da 450 MW della Sarlux, dell'impianto a letto fluido da 200 MW previsto dall'ENEL nella centrale Sulcis e del gassificatore da 450 MW programmato dall'ATI Sulcis, pur dimensionato su una potenza complessiva erogabile in rete esterna pari a 3.466 MW (esclusi i 170 MW del SACOI) presenta una quadro preoccupante di punti di debolezza e di vulnerabilità riconducibili a:

1) incertezza sulla continuità di funzionamento e sulla possibilità di erogazione della potenza massima installata da parte dei nuovi impianti Sarlux e ATI Sulcis sopra richiamati a causa dell'adozione di nuove tecnologie non ancora sufficientemente sperimentate come il termoelettrico tradizionale;

2) difficoltà dei gruppi di produzione termoelettrica, su cui si basa più dell' 80% della potenza installata, a sviluppare nei mesi estivi la massima potenza a causa dell'eccessivo aumento della temperatura delle acque di raffreddamento;

3) scarsissimo apporto, specie nelle richieste di punta massima, dei gruppi di produzione idroelettrica a causa della cronica e sempre più accentuata carenza di risorse idriche, fatta eccezione per i 240 MW della centrale a pompaggio del Taloro, peraltro, utilizzabile solo per poche ore al giorno;

4) scarsa utilizzazione delle centrali a turbogas di Assemini e Codrongianos (circa 266 MW di potenza installata) a causa degli altissimi costi di produzione;

RICORDATO che in più occasioni nel passato si è manifestata la fragilità dell'intero sistema di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, con black-out che hanno interessato ampie zone della Sardegna causando gravi disagi per l'utenza civile e, tal volta, danni all'utenza industriale;

CONSTATATO che, ad ulteriore riprova della inadeguatezza e della vulnerabilità del sistema elettrico isolano, nei giorni 14 e 15 giugno u.s. nella sola regione Sardegna, pur con una richiesta di potenza massima della rete limitata a soli 1200 MW e, dunque, proprio per carenza di potenza elettrica disponibile, sono stati effettuati stacchi programmati di energia elettrica da parte del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, con alleggerimenti di carico per una potenza non inferiore a 200 MW, che ha interessato a rotazione la quasi totalità della rete ENEL di media tensione a 15.000 V che alimenta sia l'utenza diffusa sia quella industriale;

RILEVATO che la Sardegna, anche in condizioni di normale esercizio della rete elettrica , ovvero senza carenze nella produzione, si colloca al penultimo posto, dopo la regione Calabria, per il più alto numero medio di interruzioni lunghe senza preavviso per utente ( 6.2 interruzioni all'anno per utente di bassa tensione contro un valore medio nazionale di 3.7 ) e al primo posto tra le regioni italiane per la durata media delle interruzioni lunghe senza preavviso per utente ( 344 minuti di interruzione per utente di bassa tensione contro un valore medio nazionale di 170 ), come risulta dai dati contenuti nel "Rapporto annuale sulla qualità del servizio elettrico in Italia nel 1998" e nella "Relazione sullo stato dei servizi elettrici" resi pubblici dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, rispettivamente nei mesi di febbraio e luglio 2000;

PRESO ATTO che la rete di trasporto e di distribuzione dell'energia elettrica in Sardegna dispone di una dotazione strutturale totalmente inadeguata rispetto agli standars nazionali, sostanziandosi, per le linee ad alta ed altissima tensione, nelle seguenti pesanti limitazioni:

1) per il livello a 380.000 V, estensione pari a 612 Km con una densità di 0.025 Km di linea per Kmq, contro i 9.742 Km, pari a 0.032Km di linea per Kmq delle restanti regioni italiane,

2) per il livello a 220.000 V, estensione di 555 Km con una densità di 0.023 Km di linea per Kmq, contro i 10.441 Km, pari a 0.035 Km di linea per Kmq delle restanti regioni italiane,

3) per il livello a 150.000 V, costituente l'asse portante della distribuzione in alta tensione dell'Isola che alimenta tutte le cabine primarie di trasformazione da 150.000 a 15.000 V, estensione di soli 1.893 Km con una densità di 0.077 Km di linea per Kmq, contro i 33.776 Km, pari a 0.112 Km di linea per Kmq delle restanti regioni italiane;

EVIDENZIATO che, come risulta ancora dagli stessi dati forniti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, l'85% delle interruzioni senza preavviso si verificano per guasti sulle linee di media tensione a 15.000 V a causa, essenzialmente, dei seguenti limiti della rete:

1) scarsissima estensione delle linee che in Sardegna, al 31 dicembre 1999, raggiungevano una lunghezza complessiva di soli 14.965 Km, pari ad una densità di 0.62 Km di linea per Kmq, nettamente inferiore alla densità di 1.08 Km di linea per Kmq esistente nella restante parte del territorio nazionale,

2) elevatissima estensione delle singole linee che in Sardegna raggiungono la lunghezza media di oltre 24 Km contro un valore medio nazionale di 16.4 Km,

3) limitatissimo numero delle cabine primarie di trasformazione ( da 150.000 a 15.000 V dalle quali sono derivate le linee di distribuzione a 15.000 V ) che in Sardegna risulta essere di sole 69 unità, con una densità di 0.002 cabine primarie per Kmq, equivalente a meno della metà degli analoghi impianti installati sul resto del territorio nazionale il cui valore medio è di 0.005 cabine primarie per Kmq;

OSSERVATO che, nella forte precarietà e arretratezza del sistema e del servizio elettrico della Sardegna, rischia di generare effetti ancor più penalizzanti per la nostra Isola l'applicazione del D.Lgs 16 marzo 1999, n.79 sulla liberalizzazione del mercato elettrico in una situazione nella quale l'ENEL, non avendo ancora adempiuto nella nostra Regione alla "missione elettrica di pubblico servizio" che ne aveva giustificato la sua nascita e la nazionalizzazione del settore elettrico, si trova a competere sul mercato in una logica esclusiva di profitto e di diversificazione del proprio core business;

APPRESO che dal bilancio di esercizio 1999 dell'ENEL S.p.A., il cui capitale è ancora controllato per il 62% dal Ministero del Tesoro, a fronte di ricavi pari 40.584 miliardi e di un utile netto di 4.541 miliardi, in netto incremento rispetto agli esercizi precedenti, si registra una forte contrazione degli investimenti che passano da 6.466 miliardi del 1997 a 5.871 miliardi nel 1998 pari a meno 595 miliardi, con un'ulteriore riduzione di 255 miliardi nel 1999 rispetto all'esercizio precedente;

RIMARCATO che, pur in presenza di un complessivo stato di vulnerabilità e di arretratezza del sistema elettro-energetico regionale che determina una scarsissima qualità del servizio e impone insostenibili costi per la bolletta energetica delle famiglie e delle imprese, condizionando pesantemente lo sviluppo economico e sociale della Sardegna, come più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni imprenditoriali, la Giunta Regionale non ha ancora adottato, se pure con i necessari aggiornamenti, il Progetto di Piano Energetico Regionale elaborato nella precedente legislatura, mentre si registrano notevoli ritardi, forti incertezze e dannose dilazioni nell'attuazione degli impegni contenuti nell'Intesa Stato - Regione per la metanizzazione dell'Isola;

impegna la Giunta regionale

1) ad attivare un confronto ed una trattativa con il Governo Nazionale e con l'ENEL al fine di ottenere:

a) un programma pluriennale di investimenti cofinanziato dall' U.E. attraverso i fondi strutturali del Q.C.S., in grado di adeguare la rete di trasporto e di distribuzione in media e alta tensione, comprese le cabine primarie e secondarie, agli standard delle restanti regioni italiane, allo scopo di eliminare le attuali pesanti disfunzioni che penalizzano l'utenza civile e industriale della Sardegna con l'obiettivo di far corrispondere alla tariffa unica nazionale dell'energia elettrica un servizio di pari qualità ed efficienza come prescritto dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas;

b) un piano industriale dell'ENEL per la Sardegna che, assieme al richiamato programma di investimenti, assicuri una qualificata presenza dell'ente elettrico nazionale nella fase di produzione, il mantenimento nell'Isola dell'attuale struttura del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, il consolidamento delle articolazioni aziendali, il rafforzamento del presidio del territorio per la gestione locale della rete e il recupero del sito di ricerca della centrale di S.Gilla, salvaguardando in ogni caso i livelli occupativi e il patrimonio professionale disponibile presso le sedi ex ENEL della Sardegna;

2) a dotare la Sardegna del Piano Energetico Regionale che, a seguito dell'aggiornamento del Progetto di Piano già predisposto dalla precedente Giunta regionale e della necessaria concertazione con gli operatori pubblici e privati del settore energetico, con le parti sociali e con gli enti locali, dovrà costituire lo strumento fondamentale di programmazione per consentire alla Regione Sarda di disporre di un sistema energetico efficiente e competitivo, alla pari delle altre regioni italiane ed europee. Tenendo conto dell'esigenza per la Sardegna di dover disporre di maggiore autonomia energetica per via della sua insularità, dello scenario internazionale delle materie prime energetiche, della liberalizzazione del mercato europeo e nazionale dell'energia elettrica e del gas e degli impegni assunti dal Governo nazionale con l'accordo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas serra, il Piano energetico regionale dovrà perseguire i seguenti obiettivi:

a) realizzare e portare a regime i progetti di generazione elettrica già programmati(ENEL - ATI Sulcis - Saras) con particolare riferimento a quelli per lo sfruttamento delle risorse energetiche endogene (gassificazione del carbone Sulcis e del tar Saras);

b) attuare il programma di metanizzazione dell'Isola come previsto dall'Intesa Stato- Regione;

c) ammodernare e razionalizzare il sistema elettrico regionale per quanto attiene il parco di generazione e la rete di trasporto e di distribuzione;

d) sviluppare e incentivare lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili;

e) promuovere e sostenere l'introduzione di sistemi e tecnologie finalizzati all'uso razionale dell'energia e al risparmio energetico;

f) eliminare i fenomeni di contaminazione ambientale, di degrado paesaggistico e di inquinamento da elettrosmog derivanti dai processi di generazione elettrica e dalla struttura delle reti di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica;

3) a predisporre un disegno di legge finalizzato a dotare la Regione Sarda di una specifica e moderna legislazione in materia di razionalizzazione e di sviluppo del comparto energetico regionale che tenga conto delle scelte per la liberalizzazione del mercato europeo e nazionale dell'energia elettrica e del gas e del decentramento amministrativo dallo Stato alle Regioni in materia di energia. (24)