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Resoconto della seduta n. 151 del 20/06/2001

Seduta Cli

(Pomeridiana)

Mercoledì 20 giugno 2001

Presidenza del Vice Presidente Spissu

indi

del Presidente Serrenti

INDICE

La seduta è aperta alle ore 17 e 15.

ORTU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di giovedì 29 marzo 2001) che è approvato.

Giuramento di consigliere

PRESIDENTE. Constatata la presenza in aula del consigliere Mario Diana lo invito a presentarsi di fronte al banco della Presidenza a prestare il giuramento prescritto dall'articolo 23 dello Statuto speciale per la Sardegna e dall'articolo 3 del D.P.R. 19 maggio 1949 numero 250. Leggerò la formula del giuramento, e il consigliere risponderà "Giuro". "Giuro di essere fedele alla Repubblica e di esercitare il mio ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione".

DIANA (A.N.). Giuro.

(Applausi)

Continuazione della discussione della mozione Cugini - Fadda - Balia - Cogodi - Biancu - Dettori Ivana - Pusceddu - Calledda - Deiana - Demuru - Dore - Falconi - Giagu - Granella - Ibba - Lai - Marrocu - Masia - Morittu - Orrù - Ortu - Pacifico - Pinna - Pirisi - Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Sanna Gian Valerio - Sanna Salvatore - Scano - Secci - Selis - Spissu - Vassallo sul grave stato di paralisi ed inefficienza della Regione sarda" (42)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione della mozione numero 42.

E` iscritto a parlare il consigliere Vassallo. Ne ha facoltà.

VASSALLO (R.C.). Con questa mozione abbiamo voluto riproporre una serie di urgenze, ne abbiamo indicato quindici, se si fa un'analisi più approfondita potrebbero essere molte di più. Si tratta di problemi non risolti, anzi mai affrontati compiutamente, ma solo in varie occasioni annunciati.

Queste problematiche si inquadrano purtroppo all'interno di uno scenario inquietante, la crisi regionale e il logoramento istituzionale che ha portato molto discredito anche a questo Consiglio regionale. Si è cercato di giustificare le inadempienze della Giunta regionale e della maggioranza con una serie di argomentazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà.

Si è partiti dall'attribuzione della responsabilità alla legge elettorale non confacente e iniqua, si è proseguito attribuendola alla non governabilità derivata da regolamenti vecchi e superati.

Noi prendiamo atto che una serie di norme debbono essere cambiate, e che alcuni argomenti devono avere il conforto di tutto il Consiglio, essendo argomenti alti che non riguardano esclusivamente la maggioranza. E' tutto vero, ma questi argomenti non possono essere usati come alibi per sottacere le inadempienze di una maggioranza che non è stata capace di portare a compimento il programma; un programma che è stato annunciato con grande enfasi, un programma di rinnovamento, un programma che doveva portare alla stagione del cambiamento. Tutte belle affermazioni che però non si sono tradotte in azioni concrete. Qualche collega della maggioranza diceva che i discorsi delle opposizioni sono comprensibili, io cambierei questo termine, direi che sono condivisibili. Anche perché più di uno in quest'Aula ha affermato di ritenere che ci sia la necessità da parte della maggioranza di ricostruire il progetto politico a cui avete dato vita. E' un'affermazione chiara, per molti versi anche molto precisa, ripresa da autorevoli esponenti della maggioranza, perché si condivide l'affermazione che quel progetto politico, a dire la verità a mio avviso mai decollato, ha portato questa Regione in questi due anni a trastullarsi, nel senso di prendere tempo, e a gestire puramente l'ordinaria amministrazione.

E a poco sono valse le argomentazioni di coloro che hanno richiamato i disastri di questa nostra regione, l'alluvione, la blue tongue, la crisi nella agricoltura, per dire che questo Consiglio, col concorso anche della minoranza, ha varato leggi per rispondere adeguatamente a una serie di emergenze. Forse le uniche cose concrete che si sono fatte sono proprio quelle, e si sono fatte grazie a una partecipazione diretta dell'opposizione nell'elaborazione dei provvedimenti relativi ad alcune emergenze.

Ma cosa dire rispetto ad un problema che è di fronte agli occhi di tutti, l'ingovernabilità di questa Regione, la paralisi del Consiglio, delle commissioni più che del Consiglio? Perché poi quello che si riflette in Consiglio è la paralisi delle commissioni consiliari che il più delle volte non soltanto vengono bloccate dalla mancata presenza dei consiglieri della maggioranza, ma vengono bloccate - così come diceva il presidente Rassu - dal fatto che la stessa Giunta continua a inondare le commissioni di disegni di legge e di modifiche degli stessi disegni di legge che presenta, per cui tutte le volte che si sta per affrontare la discussione sul disegno di legge arriva l'assessore che produce la sua modifica, facendo slittare continuamente la possibilità di affrontare concretamente l'esame dei disegni di legge che vengono proposti.

Siamo allo sbando. E non possiamo limitarci a denunciare queste manchevolezze. La mozione ha lo scopo di fare il punto su questa situazione, ma soprattutto ha lo scopo di chiedere a voi maggioranza, se lo siete ancora, come intendete rispondere a questa inadeguatezza che é ormai riconosciuta dagli stessi vostri consiglieri.

Il collega Locci ha fatto un'affermazione che io condivido, Diceva "Attenzione, la politica è ciò che appare, non ciò che è". Purtroppo in questo periodo di stravolgimenti e di globalizzazione, la politica è ciò che appare, perché si è fatto in modo, soprattutto voi con la vostra politica, di allontanare i cittadini dalle istituzioni, per forgiare poi le coscienze sulle base dei proclami, sulla base di semplici annunci di provvedimenti, o di risoluzione dei problemi.

A forza di andare avanti così qualcuno ha iniziato anche a crederci. E riteniamo che questo sia estremamente negativo, e che dovrebbe essere interesse di tutte le forze politiche, anche dell'opposizione, che la politica sia ciò che è e non ciò che appare, non una politica virtuale quindi, se veramente vogliamo rappresentare gli interessi di quelli che sono fuori da questo consesso.

Qualunque sia l'esito che produrrà all'interno di questo Consiglio regionale, questo dibattito sarebbe poca cosa se non fosse in grado di comporre nella società, fra le forze democratiche di sinistra politiche e sindacali, una unità vera sulle questioni realmente importanti, a partire dai diritti fondamentali, a partire dal diritto al lavoro, per pretendere da qualsiasi governo, che si dovesse formare, una risposta concreta alle necessità della Sardegna.

Questo deve essere il nostro obiettivo, ed è un invito che faccio non soltanto alle forze democratiche e di sinistra, perché è necessario trasmettere un po' di senso del fare a questa maggioranza. Dobbiamo impegnarci tutti perché ci sia una mobilitazione nella società per fare in modo che la politica sia davvero ciò che é e non ciò che appare.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Balia. Ne ha facoltà.

BALIA (F.S.D.). Grazie Presidente, io voglio provare a sviluppare un ragionamento con toni pacati, senza alcuna enfasi ma cercando di essere allo stesso tempo altrettanto chiaro. L'onorevole Contu non c'è, se fosse stato presente sicuramente si sarebbe lamentato, perché così è stato ogni qualvolta nell'aula del Consiglio regionale abbiamo introdotto determinati argomenti, utilizzando gli strumenti previsti dal Regolamento, in questo caso una mozione. Se ne sarebbe lamentato perché di solito, a parere dell'onorevole Contu, tutto ciò che non è programmato è una specie di perdita di tempo, di atto di natura ostruzionistica. Noi abbiamo voluto portare in quest'Aula, nella sede propria, quella istituzionale, un dibattito che stava rischiando di esaurirsi all'esterno della sede istituzionale, non solo all'esterno della sede, ma a quanto pare, a sentire le dicerie, persino all'estero, fuori d'Italia. Accadono inoltre altre cose che, se vere, suonerebbero perlomeno strane. Per esempio - io vorrei una risposta su questo dal Presidente del Consiglio - si sa che nascono in maniera forse un po' esasperata nuovi gruppi, sia pure nel rispetto di quanto il Regolamento prevede, alcuni dei quali sono gruppi fantasma, che appaiono e scompaiono; se fossero scomparsi dei gruppi vorremmo che fosse annunciato in aula, vorremmo sapere se restano solo i fantasmi o i fantasmini.

Dal dibattito odierno emerge con chiarezza una cosa, al di là di tutto, emerge che nella maggioranza c'è disagio. E` un disagio più o meno mascherato, a seconda di chi interviene, qualche volta con dichiarazioni pacate, altre volte con un po' di arroganza. E però in quasi tutti gli interventi della maggioranza i verbi sono stati usati al passato o al futuro. Al passato, quando richiamate i passati governi dicendo che nulla si è fatto, nulla si è prodotto. Al futuro quando dite: "Faremo, produrremo, proporremo, ci impegneremo". Ma è possibile che in politica questa maggioranza non conosca i verbi al presente? "Facciamo, proponiamo, facciamo ora". Diceva De Gasperi che la politica non è solo l'arte del proporre e della mediazione, è fondamentalmente l'arte del fare. Allora, l'invito è a fare, e l'invito a quegli Assessori che hanno tanto criticato il passato è anche quello a riacquistare un po' della propria memoria storica, perché alcuni di loro erano Assessori anche in passato.

Allora, siamo arrivati a un certo punto della legislatura, non siamo più all'aperitivo, l'abbiamo superato di gran lunga, siamo ben oltre, diciamo che il pranzo è consumato a metà, però pare che la maggioranza abbia solo un problema, è tutta presa da una dicotomia, la dicotomia è: Floris-Pili. Noi vorremmo che se ne uscisse, vorremmo richiamare le assenze nelle Commissioni. A che serve? Serve a qualcosa Presidente? Stiamo forse dicendo il falso? Non è forse vero che la maggioranza è per lo più, con una certa costanza e regolarità, assente in buona parte delle Commissioni e in più occasioni? Non è forse vero? Non me ne voglia, assessore Pittalis, ma abbiamo paura che le risorse comunitarie siano bloccate, abbiamo paura che si rischi la perdita di duemila miliardi per la Sardegna, sui PIT, che non sono l'abbreviazione di Pittalis, sono i Programmi integrati d'area, e quindi non vanno gestiti come cosa propria, che uno potrebbe gestire come vuole; vanno gestiti come cosa pubblica. Vorremmo sapere a che punto si è nella loro predisposizione, e se si sta predisponendo qualcosa. Perché non se ne sa assolutamente nulla.

Il DPEF, come è stato già detto, prevedeva un termine per la loro presentazione; quella scadenza non è stata rispettata, dovrebbero essere approvati entro il corrente mese in aula, è chiaro che tutti i termini salteranno, è un altro verbo che verrà declinato al futuro anziché al presente. Tutto questo vi pare poco? Vi pare che possa risolversi con incontri tunisini? Io chiedo scusa, ma onestamente penso di no.

Poi - anche questo lo dico non con malevolenza ma con amicizia - l'onorevole Fantola continua a proporre la grande stagione delle riforme, la riforma dello Statuto attraverso la Costituente. Sul merito, anch'io, come altri, in questa sede, oggi, non mi esprimo perché avremo altre occasioni per esprimerci, ma senza entrare nel merito della proposta, onorevole Fantola, è davvero credibile che una stagione costituente possa prendere avvio in Sardegna, quando i proconsoli arrivano a dettare leggi, a ristabilire legami, a costruire rapporti, a imporre soluzioni e arrivano da Roma? Questa sarebbe la nuova stagione autonomistica di cui l'onorevole Fantola va parlando? Mi pare che questo significhi la morte definitiva dell'autonomia. Altro che esaltazione della stessa!

La Giunta Floris, mi si perdoni, è nata con una serie di bizantinismi; con gli stessi metodi ci si muove, si armeggia per farla cadere e se ne propone un'altra, sempre con gli stessi metodi, e se non bastano dodici assessori che venga pure il tredicesimo, sull'onda degli insegnamenti berlusconiani e dimenticando la legge numero 1. Vi prego, i fantasmi utilizzati in passato, per un problema di dignità di questo Consiglio regionale, qualunque cosa facciate, non utilizzateli in futuro! Ne va della serietà dell'istituzione, ne va nella nostra serietà; non pregiudichiamo la serietà istituzionale usando una volta di più questi fantasmi. Riacquistiamo sotto questo profilo la dignità, al di là delle parti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (C.C.D.). Onorevoli colleghi, onorevole Presidente, mi ero per la verità anch'io preparato, ieri sera, il compitino che avrei dovuto leggere stasera, ma c'è stato in aula un dibattito abbastanza ricco che merita non il compitino, ma merita di cogliere tutti gli spunti che da esso sono venuti. Inizierò con lo spunto che mi ha dato pochi minuti fa l'onorevole Baliaquando ha detto, rivolgendosi alla maggioranza: "Ma com'è possibile parlare di riforma dello Statuto, di assemblea costituente, delle grandi riforme quando siete impantanati in una situazione che certamente non consente di parlare di argomenti così importanti e quando addirittura consentite che un missus dominici arrivi in Sardegna per determinare l'avvenire della nostra Isola".

Onorevole Balia, se si vuole veramente, come lei ha detto pochi minuti fa, che la dignità di questa Assemblea venga salvaguardata io credo che il discorso debba essere fatto in maniera più obiettiva. Io credo che se l'Assemblea costituente, sulla cui istituzione possiamo essere o no d'accordo, servisse a scrivere uno Statuto che ci renda sempre più autonomi e dia maggiore possibilità di autogoverno all'Isola ed anche a noi stessi, anche l'invio di rappresentanti di partiti nazionali in Sardegna sarebbe limitato e certamente scarso di risultati, perché invii di personaggi nazionali ne abbiamo visto anche durante il governo del centrosinistra. Io non mi straccerei le vesti se qui arrivasse domani Folena o chissà chi, sono già venuti talvolta, ma sino a quando noi abbiamo ancora uno Stato unitario, sino a quando - e su questo do ragione all'amico Scano - non esisterà una vera regionalizzazione dei partiti, è logico, è umano che i partiti nazionali dicano qualcosa sugli argomenti che purtroppo ci riguardano. Quindi io non mi straccio le vesti. Così come non mi straccio le vesti perché in questo preciso momento questa maggioranza subisce un certo travaglio. Amici cari, i travagli a volte sono anche fisiologici, brutto è se diventano patologici, è normale che ci sia travaglio in un partito politico, è normale che ci sia travaglio in una coalizione. A volte accade anche ai partiti della sinistra di essere in travaglio.

Io ho molto rispetto, per esempio, per il travaglio che la sinistra democratica sta attraversando in questo momento. Si interroga sullo stato dell'arte e sul da farsi domani. E' giusto. C'è travaglio anche da noi, non è un mistero per nessuno.

Chi ha chiesto la verifica, e l'ha chiesta prima ancora delle elezioni è il mio piccolo Partito, i Cristiani Democratici. Noi abbiamo chiesto la verifica, non la crisi, perché ci sembra giusto che dopo due anni di governo si faccia una verifica, è normale, è fisiologico. Non è la prima volta che si fanno le verifiche, i governi nazionali le hanno fatte spessissimo e nessuno si è stracciato le vesti per questo, noi ci siamo addentrati in un cammino difficile, perché la verifica si sa sempre come inizia, non si sa mai come finisce. Perché la verifica a volte si compenetra di tanti elementi, che magari si sono aggiunti successivamente, ci possono essere persino elementi di turbativa che anche a me non piacciono.

Io, per esempio, non mi sarei mai aspettato che nella verifica si introducesse un mio collega che manca da quest'Aula da tanti anni, che non ha mai costruito niente con noi, ma che si ricorda di questa Regione solo quando deve cercare di distruggere. Elementi di turbativa ce ne possono essere tanti, ci può essere anche chi, giustamente, dopo le elezioni, si sente turbato, perché le elezioni lasciano sempre un codazzo di feriti lungo la strada, lasciano sempre risentimenti che il tempo poi sana, perché alla fine tutti quanti impariamo che in politica vige una regola meravigliosa: la memoria in politica deve essere corta, se si vuole fare politica.

CUGINI (D.S.). Fai un altro esempio.

CONTU (C.C.D.). Però accade anche questo. Ma ho sentito colleghi del centrosinistra che addirittura hanno parlato di una illegittima, io sarei d'accordo se fosse vero, interferenza del Presidente di questa Assemblea. Io credo che il Presidente dell'Assemblea troverà gli strumenti e i modi per smentire questa sua interferenza, certo, se la cosa fosse vera, noi avremmo intaccato ancora di più la dignità di questa Assemblea.

Quindi io sono perfettamente d'accordo sul fatto che ci siano elementi di turbativa ma credo che questa maggioranza abbia in sé la forza sufficiente per respingerli. Questa maggioranza non è fatta soltanto di imbecilli, come voi ritenete, non è fatta soltanto di irresponsabili ma è fatta anche di gente che ha il cervello ancora lucido, è fatta di gente che sa come responsabilmente si gestiscono queste situazioni, io sono convinto che questa maggioranza troverà dentro di sé la forza perché la discussione relativa alla verifica sia riportata nel suo giusto alveo politico e si concluda in termini positivi.

Stia tranquillo, onorevole Rassu, ci può essere il pericolo di cannibalismo politico, qualche volta capita, ma staremo tutti attenti perché questo non avvenga ed io non mi straccerei le vesti se la verifica dovesse riguardare anche gli assetti istituzionali, non mi strapperei assolutamente le vesti. Io ho fatto la campagna elettorale e devo dire onestamente che mi è capitato di captare per esempio il desiderio del popolo di Forza Italia di vedere il suo leader, che ha avuto un certo consenso popolare, rappresentare la Regione sarda, è un desiderio legittimo, non mi strappo le vesti perché mi sembra fisiologico che questo possa accadere, come mi pare fisiologico che questo possa non accadere perché ci possono essere valutazioni di altro tipo che lo impediscono, ma siamo esclusivamente in un campo che non è patologico. Ecco perché io respingo nella maniera più decisa queste vagonate che ogni tanto arrivano dal centrodestra, vagonate, se mi è consentito dirlo, stavo per dire di letame ma è una parola troppo brutta, insomma che ci sia questa atmosfera di "caccia alle streghe", forma di irenismo per cui tutto il bene sta da una parte e tutto il male dall'altra; francamente io non sono disposto ad accettarlo.

Sono convinto che le colpe della maggioranza ci siano e se anche facessimo autocritica non sarebbe una cosa sbagliata perché è giusto fare anche dell'autocritica.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Patto Segni-Rif. Sardi). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, io credo che, riprendendo i toni pacati della maggiore parte degli interventi che ci sono stati oggi e ieri sera, sia utile partire da una riflessione che ha fatto il collega Masia, che ha detto che l'obiettivo della minoranza nel chiedere la discussione in Aula di questa mozione era quello di favorire un momento di riflessione, io credo che sotto questo aspetto la presentazione di questa mozione sia stata estremamente utile e che, ascoltando gli interventi dei colleghi consiglieri, ieri ed oggi, ciascuno di noi abbia ragionato sugli argomenti che sono stati proposti all'attenzione dell'Aula. Io credo che sia utile fare un passo indietro per fare una riflessione sul modo in cui questa maggioranza è venuta alla luce. Questa maggioranza nasce da un'iniziativa del 1998, il Forum di Aritzo, nell'ambito del quale forze diverse, quindi forze che non avevano fatto un cammino culturale e ideologico comune, decisero di trovare una aggregazione su problemi concreti, su un obiettivo e un progetto comune per la Sardegna. È evidente che l'unione nasce intorno a un progetto e non potrebbe essere altrimenti, visto che, nello stesso tavolo, a discutere di problemi comuni, erano forze obiettivamente di matrice culturale ed ideale differente. Questa maggioranza nasce anche da una legge elettorale che tutti voi conoscete, una legge elettorale nei confronti della quale noi Riformatori abbiamo sempre espresso un dissenso manifesto al punto di arrivare nel novembre del 1999 - l'onorevole Contu dice che la memoria deve essere corta ma non deve essere cortissima - a un referendum per l'elezione diretta del Presidente della Regione e per il sistema elettorale maggioritario che i sardi hanno votato in maniera plebiscitaria.

Ha ragione il collega Demuru, però oggi noi ci troviamo di fronte a un sistema che non è presidenziale ma è parlamentare e pertanto nella formazione di questa maggioranza non è stato possibile non tenerne conto. E` pertanto evidente, sulla base di queste riflessioni, che questa maggioranza, che molti hanno accusato di essere una maggioranza numerica, tutto può essere tranne che una maggioranza numerica, è una maggioranza che, per forza di cose, si è dovuta aggregare su temi concreti, quali siano i temi concreti lo possiamo discutere, ma senz'altro non è esclusivamente una maggioranza numerica. E' evidente che le cose che rappresentano il punto di unione, di coesione di questa maggioranza sono le cose contenute nel programma; e il collega Fantola ha detto una cosa fondamentale, e cioè che, a un certo punto dell'attività di una legislatura consiliare, non ci può che essere una sottrazione, è stato citato dal collega Ibba il meccanismo della sottrazione: tanto abbiamo promesso, tanto abbiamo fatto, tanto rimane da fare. Questo è un ragionamento fondamentale; io credo che in questo anno e mezzo siano state poste tante premesse, credo che tante cose siano state fatte e stiano per essere fatte però sarebbe mancanza di onestà culturale negare che ci siano cose da fare, che ci siano promesse che sono rimaste a metà, che la stagione delle riforme, sulla quale esiste un vasto impegno, sia una stagione che in gran parte è ancora da venire.

Pertanto è assolutamente legittimo che la minoranza consiliare porti in Aula una discussione sullo stato di attuazione del programma, anzi questa discussione, lo ha ricordato il collega Contu, è stata sollecitata anche da parte di questa maggioranza perché è importante arrivare a una valutazione di ciò che è stato fatto, ma soprattutto io credo che questa sia una discussione che comunque è presente tra la gente, nel senso che viene fatta ogni giorno nei bar, nelle piazze, dovunque si incontrano cittadini si discute se la Regione sia oggi adeguata alle esigenze dei sardi o se manchi qualcosa per renderla adeguata. Quindi io credo che a questo punto ognuno sia richiamato alle proprie responsabilità ed io, da liberale, sollecito e sottolineo la differenza tra le varie responsabilità: c'è una responsabilità che è della maggioranza c'è una responsabilità che non è della maggioranza. La responsabilità della maggioranza è quella di dare attuazione al proprio programma, è quella di andare a rispondere in qualunque momento sullo stato di attuazione del programma. Nel momento in cui i colleghi, ma anche coloro che sono fuori da quest'Aula, ci richiamassero a questa responsabilità, avrebbero ragione da vendere, ma ci sono delle responsabilità che non sono della maggioranza o non sono soltanto della maggioranza, sono di tutto il Consiglio e sono quelle che riguardano le regole. Il consigliere Ibba oggi ha fatto un ragionamento estremamente stimolante sulla riforma elettorale, ed è un ragionamento che ha tanto più valore in quanto noi oggi abbiamo una nuova normativa elettorale stabilita dal Parlamento nazionale ma non abbiamo ancora fatto una nostra legge elettorale in deroga, ma questa non è una responsabilità solo della maggioranza, è una responsabilità sulle regole;, ha detto bene il collega Ibba: all'interno della minoranza la si vede in maniera differenziata, all'interno della maggioranza la si vede in maniera differenziata; si tratta di aprire un tavolo sulle regole, e lo stesso vale per il Regolamento interno del Consiglio. Io più che essere avvezzo ai problemi delle aule parlamentari sono avvezzo ai problemi con i pazienti che richiedono una soluzione rapida, però io credo che nel momento in cui quest'Aula, facciamo un esempio, è costretta ad ascoltare la lettura integrale di provvedimenti lunghi duecento pagine e tutti i consiglieri vengono materialmente sequestrati in Aula per il tempo necessario alla lettura, io credo che questo sia un argomento sul quale tutti dobbiamo riflettere per cercare delle soluzioni che vadano bene a tutti: a chi è oggi maggioranza, a chi è oggi minoranza, anche perché l'alternanza comporta che chi è minoranza oggi - è un augurio - diventi maggioranza domani.

Il problema delle regole ci induce a soffermarci un poco anche sulla questione relativa all'istituzione dell'Assemblea Costituente. Io credo che non sia generoso il giudizio del collega Falconi che dice che l'istituzione dell'Assembleaa Costituente è una fuga dalle responsabilità, io credo che sia esattamente il contrario; è una presa in carico di responsabilità che non sono della sola maggioranza ma che sono di tutto il Consiglio, la Costituente è una scommessa di autonomia dei sardi, è la possibilità per i sardi di andare a riscrivere con le proprie mani le regole del loro rapporto con Roma e con Bruxelles: è un'occasione storica ma non solo per la maggioranza, non è una battaglia della maggioranza, è un'occasione storica per tutti noi, per chiunque oggi faccia politica in Sardegna, sta a noi coglierla o non coglierla e sta a noi cogliere ciò che da questa occasione storica può derivare nella vita quotidiana di ciascun cittadino della Sardegna. Quindi io credo che se il Consiglio oggi ha volato alto e ha discusso di argomenti che vanno al di là della mozione, questa sia una cosa positiva, credo che la verifica sia una cosa positiva, credo che valutare lo stato di attuazione del programma sia una cosa utile e necessaria e lo stato di attuazione del programma è quello che rinsalda la nostra solidarietà a questa Giunta. La Giunta è uno strumento di attuazione del programma. La miglior Giunta è quella che attua nella maniera migliore il programma che ci siamo prefissati, questo è il riferimento per noi Riformatori. E quindi alle altre forze di maggioranza non possiamo che rivolgere un messaggio: riprendiamo in mano il nostro programma e facciamo il nostro mestiere di maggioranza che è quello di dare coerente attuazione al programma sul quale ci siamo riconosciuti. Il Consiglio unito faccia anch'esso quello che è il suo mestiere, e cioè apra un tavolo che senza discriminanti ideologiche discuta sulle regole, perché le regole sono di tutto il Consiglio, non solo di una parte del Consiglio.

Se noi non riuscissimo a centrare obiettivi che pure sono alla nostra portata e che noi, sono convinto, potremmo centrare sia come maggioranza che come Consiglio in toto, per noi Riformatori Sardi sarebbe la dichiarazione di un fallimento a cui non vogliamo nemmeno pensare. Ma a pagare il prezzo del fallimento sarebbe questo Consiglio con i suoi consiglieri, e noi ci batteremo perché non lo paghi l'intera Sardegna.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Dore. Ne ha facoltà.

DORE (I DEMOCRATICI). Signor Presidente, vorrei tornare indietro per un attimo al 26 novembre 1999, quando, mentre stava per essere varata quella che passerà - ahimè! - alla storia della Sardegna come "la Giunta della vergogna", intervenendo nel dibattito in Consiglio, avevamo dichiarato testualmente: "Presidente Floris, la sua Giunta nasce delegittimata perché frutto di un intrigo, di un imbroglio, di un vero e proprio complotto. Tenga quindi presente che le costruzioni basate sull'intrigo e sull'inganno, se non su qualcosa di peggio (ed i fatti sembrerebbero dimostrare proprio questa ipotesi), non hanno futuro, non possono avere futuro. Le partite, qualunque esse siano si giocano rispettando le regole con arbitri imparziali. Se qualcuno dei giocatori, o peggio, lo stesso arbitro barano, anche se potranno illudersi di aver vinto la partita, in realtà avranno al massimo ottenuto solo la classica vittoria di Pirro. Una mala pianta non può produrre frutti buoni". Non ho inventato io questa frase. "Le costruzioni realizzate sulla sabbia o peggio sulla melma, crollano presto. I sardi e la Sardegna meritano rispetto. Hanno il diritto di pretendere che i loro rappresentanti politici operino per il bene comune rispettando le regole e la decenza". E qui finisce l'intervento del 26 novembre di due anni fa. I risultati li abbiamo visti! Purtroppo dobbiamo ripetere ciò che forma oggetto di questa mozione, purtroppo dobbiamo ripetere frasi che sono già state dette fino alla noia.

L'attività di governo è stata disastrosa. Nemmeno gli impegni programmatici assunti, per altro del tutto insufficienti, sono stati rispettati. Gli atti e i documenti finanziari sono sempre stati presentati ed assunti in ritardo e in modo approssimativo, quando non illegittimo. Si è assistito a continue risse per la spartizione degli incarichi e delle poltrone, con il conseguente scandalo di "parentopoli". L'attività delle Commissioni è rimasta paralizzata (questo è un punto dolentissimo) per le continue assenze dei consiglieri della maggioranza che spesso hanno fatto mancare il numero legale, e per gli intralci (questo è ancora peggio da un certo punto di vista) creati - io credo - appositamente dalla Giunta con la presentazione di disegni di legge tardivi, contorti, ridondanti e gattorpardeschi - cambiare tutto per non cambiare nulla - che hanno finito per vanificare proposte di legge dei consiglieri prevalentemente di opposizione, ma qualche volta anche di maggioranza, che se mandate avanti in tempi ragionevoli, senza confondere le acque, avrebbero potuto contribuire a risolvere importanti problemi per l'economia e lo sviluppo dell'Isola.

Conseguentemente il Consiglio è rimasto inerte e improduttivo, fatta eccezione per i ripetuti viaggi inutili e dispendiosi in terre lontane, più adatti alle vacanze che allo studio e alla soluzione dei problemi della Sardegna. Sei mesi fa, al culmine delle risse per "parentopoli", di fronte alle accuse dell'opposizione e dell'opinione pubblica riportate dai mezzi di comunicazione - per fortuna - si era assistito a una sorta di confessione diffusa da parte di alcuni esponenti della maggioranza, prima in privato, nei corridoi, negli ascensori, nel tunnel che immette in garage etc. e poi anche pubblicamente in alcune interviste: l'onorevole Fantola diceva di vergognarsi, l'onorevole Contu ugualmente, l'onorevole Mariella Pilo si vergognava anch'essa, tutti si vergognavano, molti si vergognavano.

Pareva di assistere ad un salutare sussulto d'orgoglio, ma evidentemente era solo finzione; infatti, a distanza di 6 mesi, salvo, direi, l'onorevole Rassu, di cui va apprezzata la sincerità e per certi versi anche l'intervento "brutale", nessuno si vergogna più. Si dice: "C'è qualche difficoltà, abbiamo avuto dei problemi, c'è un travaglio, ci vuole il ginecologo", però in realtà questo non è vergognarsi, questo è "menare il can per l'aia" come si dice.

Ora la campagna elettorale è finita e sono stati spartiti i nuovi posti di potere a disposizione, per esempio nelle amministrazioni locali, basterebbe pensare allo scandalo della formazione della Giunta Floris al Comune di Cagliari, dove perfino qualche analfabeta è assurto a ruoli importanti e delicati. Però, esaurite le poltrone disponibili, non resta che tornare sul luogo del delitto.

La Regione resta sempre un forziere che fa gola ai lupi famelici, poco importa se indagati per gravi reati, i quali intendono proseguire quella che Rassu stamani ha definito "una vera e propria mattanza".

Quindi, nuove risse definite eufemisticamente come verifiche, naturalmente fuori dalla sede consiliare, con sbarco nell'Isola di faccendieri squalificati e condannati, inviati dal padrone del vapore a mettere ordine in colonia. A questo punto è approdata in Consiglio la mozione del centro-sinistra, mozione acuta, incisiva e realistica - complimenti a chi l'ha scritta e a chi ha avuto l'idea - che poteva rappresentare l'occasione propizia per tutte le persone di buona volontà, a prescindere dalle parti, per un serio dibattito, un chiarimento, una presa di coscienza sia pure tardiva. Purtroppo non è stato così, perché - ripeto - abbiamo assistito al "menare il can per l'aia". Non si è entrati, nessuno della maggioranza è voluto entrare nei problemi specifici (a parte Vargiu che ha cercato in modo un po' patetico di giustificare il cavallo di battaglia del suo capo). Lo sforzo è encomiabile però francamente non mi sembra che sia riuscito, e in ogni caso non è questo il problema della Sardegna.

Devo aggiungere che anche buona parte della Giunta si è resa latitante e lo stesso Presidente stamani non l'abbiamo visto quasi per nulla e quindi molti interventi sono stati un po' gridati al vento.

Presidenza del Presidente SERRENTI

(Segue DORE.) Comunque si prosegue nella mistificazione. Anziché protestare o ribellarsi alla vergogna che cresce ogni giorno di più, persone di per sé rispettabili, non solo sono sfuggite al dibattito, ma sono giunte perfino a giustificare l'osceno al quale si è dovuto assistere o affermando che la Sardegna anche nel passaggio della nascita della Giunta Floris è stata un laboratorio politico (immaginatevi di che cosa!), ovvero sostenendo che quanto è avvenuto è dipeso dell'inadeguatezza della legge elettorale (e torniamo al punto dolente), e quindi la panacea di ogni male sarebbe l'Assemblea Costituente, strumento, è inutile ripeterlo, non solo inattuabile e improponibile perché anticostituzionale, ma ormai anche inutile viste le riforme attuate nel frattempo dal Parlamento nazionale, mentre qui si parla...

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E` iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (P.P.S.-C.D.U. Sardi). Signor Presidente, ritengo che sia indiscutibile che la discussione della mozione è occasione e strumento per far emergere - a mio avviso giustamente - lo stato di salute di questa maggioranza e il suo programma. Programma votato in quest'aula in quel lontanissimo ( così a me appare) novembre 1999. Da allora è indubbio che molte cose sono cambiate, non ultime le rappresentanze politiche di allora che non sono le stesse di oggi. Io stesso ero capogruppo dell'UDR, partito al quale il CDU aderì. In quell'occasione l'UDR ebbe l'onore di esprimere il Presidente della Giunta, a conclusione di un tormentato periodo.

Pur con molti limiti ritengo di aver dato un onesto contributo, da alcuni considerato determinante, allora alla formazione di questo Governo regionale, con l'entusiasmo di chi aveva tanta voglia di fare e di proporre, costretto ad imparare celermente perché le circostanze lo imponevano, rammaricato sinceramente di non aver potuto rispettare in pieno la volontà degli elettori sugli assetti istituzionali e, comunque, fiducioso di aver scelto per la guida della Regione, una figura di esperienza capace di percepire l'aria di cambiamento. Scelta cosciente, estranea - per quanto mi riguarda - alla politica dei salotti, delle famiglie, dei bar, e ritenendo sempre che le sedi istituzionali siano le uniche deputate sia alla costituzione che all'attuazione dei programmi e degli assetti di governo, ma pienamente consapevole che la politica è anche compromesso.

Nel novembre del 1999 votai quindi quest'Esecutivo e partecipai in maniera determinante anche alle scelte assessoriali dell'UDR, autoescludendomi, con coerenza, trasparenza e lealtà, convinto che la forza di una squadra e, quindi, di un partito, debba essere superiore alle debolezze dei singoli.

Ritengo che altrettanto determinanti furono le scelte di chi ebbe il coraggio di rompere con il passato, facendo una legittima scelta programmatica che ha subito trovato il consenso degli elettori. Oggi siamo qui - ed è innegabile, al di là delle timide difese d'ufficio di alcuni colleghi portate avanti stancamente - consci dell'insoddisfazione e delusione che si manifestano per non essere stati in grado di dare risposte concrete alle aspettative create. E' altrettanto innegabile lo sforzo profuso da gran parte dell'Esecutivo nel tentare di dare corso al programma, ma è indiscutibile che la guida di questo Governo non è stata altrettanto produttiva e in linea con le indicazioni programmatiche.

Assolutamente niente di concreto si è mosso, con determinazione e decisione, con efficacia ed efficienza, sulle riforme istituzionali, sulle riforme dell'apparato burocratico amministrativo, piccole e grandi riforme, sulla continuità territoriale, sulla zona franca, sul credito, sul riequilibrio territoriale della nostra Isola, sull'energia, sulla gestione delle risorse idriche, solo per citarne alcune, ma ancor meno è presente, caro Presidente, il dibattito interno nella stessa maggioranza, sul come affrontare questi temi.

Molta attenzione è stata invece riposta sulle nomine, sulle consulenze o facili convenzioni, sull'apparire e non sull'essere, sui contributi a pioggia, sul clientelismo spicciolo, sui tradimenti elettorali e postelettorali.

Signor Presidente lei è il maggior responsabile! Io ho sinceramente creduto nella sua guida per il bene della Sardegna. Oggi ritengo che lei abbia tradito la fiducia che quest'Aula le aveva concesso. Credo che qualunque sardo che torni in quest'isola dopo dieci anni non trovi nulla di cambiato, proprio nulla, neanche il Presidente della Giunta.

In quest'aula è in atto una totale profonda incomprensione generazionale e culturale e mi stupisce sentire giovani e meno giovani colleghi sostenere falsamente cose che non condividono, in nome di una governabilità, come i più astuti suggeriscono. Altrettanto stupore mi crea il silenzio di altri. Noi sappiamo, e io e lei, signor Presidente, sappiamo che non c'è nessuna guerra di poltrone, diversamente questa crisi si sarebbe già risolta. Questa è un crisi che lei ha determinato, e se è vero che c'è sempre stata la sua disponibilità a lasciare il passo, bene, per il bene della Sardegna, signor Presidente, io auspico che traduca in fatti questa sua disponibilità.

Renda disponibile la sua esperienza tra i banchi di questo bistrattato Consiglio, ci aiuti a far funzionare le Commissioni, ci illumini nel compiere tutti quegli atti necessari per il cambiamento. Cambiamento e discontinuità, termine abusato, ma forte motivazione che ha spinto i sardi a scegliere un governo di centrodestra, dopo tanti anni di governo di centrosinistra. Cambiamento nei metodi, negli uomini, dove serve, nei programmi, e questo non c'è stato.

Riteniamo che sia arrivato il momento di dare nuovo impulso e vitalità a questa maggioranza. Ci sono ancora tre anni che insieme, anche con il suo contributo, signor Presidente, anche con quello dell'onorevole Ladu, che liquida tali sofferte assunzioni di responsabilità, termine a lui probabilmente sconosciuto, come fatti personali legati a singole aspettative, ci sono ancora tre anni che possono dimostrare che cambiare è possibile e neanche tanto difficile. Per questo ci assumiamo noi, i più piccoli, la grande responsabilità di avviare una seria e coscienziosa verifica basata sui programmi che continuiamo a difendere e sostenere, non basata su veti o anatemi, e che porti anche, ove necessario, a un nuovo assetto operativo. Non aspettiamo nessuno da Roma per decidere. Ma, vede, anche per questo ritengo che sia importante fare dei distinguo. Io capisco benissimo Forza Italia, capisco che questo partito si raccordi con il partito nazionale, d'altronde è il partito di governo nazionale. Ma non capisco lei, signor Presidente! Anche in questo sento il profondo tradimento del mandato. Alfiere dell'autonomia, sostenitore di un partito che vorrebbe essere protagonista nella costruzione di una forte area di centro, sardista e autonomista, perché mette a disposizione il suo mandato non in quest'aula, ma nelle mani dell'attuale Presidente del Consiglio o di altri? Perché sostiene che era disponibile a candidarsi o ad assumere altri ruoli a Roma, ma su invito sempre degli altri - romani e milanesi - che le hanno chiesto di rimanere in Sardegna, lei ha fatto questa scelta? Perché non si è confrontato con noi in quest'aula con i sardi? Questo è per me incomprensibile.

Per questi motivi, signor Presidente, lei non ha più il sostegno del CDU, che continua a credere in questo programma, in questa maggioranza, ma che richiede nuovi impulsi, nuova vitalità, nuove energie, nuovi metodi, affinché altri tre anni non vadano perduti. Poi, succeda ciò che deve succedere, spero sempre nell'interesse del bene comune e non dei singoli. Sappiamo e siamo coscienti che non saremo determinanti. Abbiamo le soluzioni, non solo due, per dire la verità, sappiamo assumerci le nostre responsabilità, ma da soli sappiamo anche di non poter costruire nulla e, soprattutto, lasciamo ai grandi l'onere della proposta.

Un'ultima cosa, signor Presidente: la prego, anche per non innervosirmi ulteriormente, di richiamare i suoi fedeli servitori a mettere da parte minacce di ritorsione politica, specificatamente nei miei confronti. Io continuerò a esercitare liberamente il mio ruolo, cercando di ritrovare quell'entusiasmo che il vostro modo di fare politica cerca di far scemare. Vorrei contribuire a costruire un sereno futuro per tutti quelli senza casa, senz'acqua, senza luce e senza lavoro, tutte cose che io ho già e che ho l'obbligo di costruire per altri. Vi sembrerà demagogia, retorica, corro questo rischio, io la chiamo molto più semplicemente: valori.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Fadda. Ne ha facoltà.

FADDA (Popolari-P.S.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, debbo confessare che non è facile intervenire dopo il collega Capelli. Forse è la prima volta che io sento il collega Capelli dire con coraggio quello che pensa, dare giudizi pesanti su questa maggioranza, dire in quest'aula che il Presidente della Giunta non ha la sua fiducia.

Sino all'intervento del collega Capelli, io pensavo di chiedere scusa a quest'Aula; chiedere scusa per aver contribuito a elaborare la mozione, per aver firmato la mozione, perché sembrava che nella nostra Isola, in questi due anni, ma in modo particolare in questi mesi, non fosse successo nulla.

La mozione aveva e ha ancora una finalità, quella di portare nella massima istituzione sarda un dibattito che avveniva nelle segrete stanze, che avveniva attraverso i comunicati, le dichiarazioni, e porre fine, quindi, a questo balletto: Floris sì, Floris no, Pili sì, Pili no.

Mi dispiace che l'opposizione non abbia colto questa occasione. La mozione che è stata illustrata brillantemente dal collega Selis, ripresa poi da tantissimi interventi del centrosinistra, ha posto al centro del dibattito le dichiarazioni programmatiche del Presidente Floris. E` quanto la Giunta non è riuscita a fare in questo anno e mezzo di governo.

Appena abbiamo presentato la mozione c'è stato subito chiesto: "E' a favore di Floris o è a favore di Pili?" Noi abbiamo fatto questa mozione a favore della nostra isola, a favore dei sardi, perché soltanto nelle istituzioni si può discutere se i programmi sono stati realizzati, di chi è la responsabilità. Noi non separiamo le responsabilità del Presidente Floris, della Giunta regionale e della sua maggioranza.

Sappiamo, Presidente Floris, che ha avuto un percorso difficilissimo, a causa delle assenze continue nelle Commissioni, a causa di una mancanza di proposta della sua maggioranza, diciamolo, anche a causa delle assenze del collega Pili che nelle Commissioni non ha brillato, basta vedere le sue presenze. Quindi, si è remato contro. Questo non esime, comunque, dalle responsabilità lei, la sua Giunta e questa maggioranza. In questi giorni abbiamo assistito a rassicurazioni nei suoi confronti, Berlusconi la rassicura prima della campagna elettorale che lei rimarrà per tutta la legislatura.

Il collega Pili elimina dalla maggioranza i colleghi Amadu e Randazzo. I colleghi Amadu e Randazzo dicono che il Presidente Floris non deve più essere a capo della nostra Regione. Anche il collega Contu fa delle dichiarazioni ma poi le ritrae per un intervento dell'assessore Oppi. Floris, dice Pili, deve andare via perché in alcune amministrazioni locali ha appoggiato giunte di centrosinistra. Noi non abbiamo sentito in questi mesi nessuno che abbia parlato di programma, e vi debbo dire che se gli organi di stampa non hanno raccontato cose non vere, in nessuna delle vostre riunioni si è discusso di programma. Si è discusso solo di assetti, si è discusso soltanto di inventare anche il tredicesimo assessorato pur di chiudere un cerchio, perché nessuno vuole o voleva la crisi al buio.

Avete, dicevo, perso un'occasione. Noi abbiamo cercato di portare i problemi al centro del dibattito di quest'Aula. C'è stato ricordato, in tantissimi interventi, il passato. Presidente Floris, anche a lei, perché si è parlato degli ultimi 20 anni, al collega Onida, anche un po' al collega Pittalis come capo di gabinetto di qualche Assessore, per i suoi precedenti politici, a Silvestro Ladu, ad altri colleghi, al collega Oppi e non parliamo poi del collega Contu.

Io credo che le sue dichiarazioni programmatiche abbiano tenuto conto di quanto le precedenti Giunte avevano fatto, di quanto di buono si era fatto, di quanto non si era realizzato. Questo capita nell'insediamento di tutte le giunte comunali, regionali o di qualsiasi governo. Ci è stato detto che questi uomini che vi ho nominato, compreso il sottoscritto naturalmente, hanno distrutto la Sardegna e che il Presidente Floris avrebbe dovuto ricostruire quello che aveva distrutto in questi 20 anni!

Avete rimpallato, quindi, le responsabilità, noi volevamo discutere con voi. E` vero, collega Locci, che c'è stata nella scorsa legislatura la cosiddetta "Giunta del bigliettino". E` vero. Mi creda, collega Locci, è avvenuto alla luce del sole. E' avvenuto con le telecamere che riprendevano il fatto, anche se devo dire che personalmente non c'entro nulla.

Quello di cui noi siamo orgogliosi - questi due anni di assenza le hanno fatto perdere un passaggio, collega Locci, un piccolo passaggio - è di non aver partecipato alle "Giunte dei bigliettoni". Noi siamo orgogliosi di questo, quello che noi abbiamo fatto, l'abbiamo fatto con trasparenza, abbiamo portato avanti nella scorsa legislatura anche momenti difficili e di travaglio. Siamo stati giudicati dall'elettorato. Noi speravamo che quanto detto da tutti i colleghi questa mattina fosse all'attenzione della maggioranza in modo particolare. Vi abbiamo dato un'occasione - e non chiedeteci poi di collaborare - quando in una mozione, io credo seria, molto equilibrata, nella quale elencavamo i punti non realizzati del programma di questa Giunta regionale, ci auguravamo che si analizzassero in quest'Aula le cause per poter ripartire.

Quello che invece è importante per questa maggioranza, per questa Giunta regionale, è che l'onorevole Pili, comunque, con i suoi 142 mila voti, senza ricordare quello che è successo nel novembre 1999, perché ne hanno parlato i colleghi - veramente è incredibile onorevole Pili, che in tutta questa vicenda, lei non abbia parlato, di programma - abbia soltanto cercato di espellere alcuni dei suoi alleati per poi riprenderli perché questi riproponessero la sua Presidenza. Io mi auguro con molta serenità che anche il Presidente Serrenti, non esageri nel dare mandato di parlare a suo nome a chi sta disonorando quest'Aula, a chi per un anno e mezzo non si è presentato in quest'Aula; soltanto dargli questo mandato, per dire che il Presidente della Giunta doveva andare a casa è un'offesa per tutto il Consiglio regionale. Se deve dire qualcosa - è meglio che comunque non lo faccia - lo dica direttamente lei, non deleghi chi sta disonorando quest'Aula e sta disonorando anche lei.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Murgia. Ne ha facoltà.

MURGIA (A.N.). Grazie Presidente e colleghi. E' bene che finalmente anche le forze di maggioranza possano assumere contezza del proprio ruolo.

Non è una novità ricordare che il ruolo dell'opposizione, la sua funzione di stimolo e di controllo è vitale in una democrazia evoluta, e il confronto anche aspro per noi è salutare. E' per questi motivi che Alleanza Nazionale, da subito e senza alcuna riserva, ha accettato un ampio e franco dibattito. Serve per mettere a punto un progetto di governo, per capire, per rilanciare una maggioranza che si è formata - come tutti sapete - attraverso molte difficoltà, dovendo adeguare i risultati di una legge elettorale distorta e malfatta, una legge alla quale dovremo presto mettere mano con un confronto aperto e a tutto campo.

La mozione non è incentrata sulla verifica politica del centrodestra per la verità, ma in ogni caso vorrei dire ai colleghi del centrosinistra, se ancora non l'avessero capito, che anche il 13 maggio hanno perso, e che quando abbiamo vinto le elezioni in Sardegna il 13 maggio, collega Cugini, non c'è stata alcuna "combine" e che i sardi tutto sommato non hanno pensato che siamo così degradati.

Allora accettate il messaggio e ponetevi il problema: anche voi siete percorsi da un dibattito interno acceso, mi pare quasi quanto il nostro, da profondi malesseri che non possono essere scaricati su altri e cioè su di noi. E` semplice, semplicissimo, parlare di grave stato di paralisi e di inefficienza della Regione sarda. Cari colleghi, si può contestare quanto si vuole, è giusto, giustissimo e legittimo, ma non si possono mandare a braccetto troppi concetti come questa mozione propone.

La Regione sarda soffre, e non c'è alcun dubbio, ma anche perché vive un cambiamento epocale, una profonda transizione del sistema politico, la Sardegna si muove verso altre forme organizzative, certo lentamente, perché il mutato scenario internazionale, l'ammodernamento in corso dello Stato nazionale, la grave crisi politica ci costringono tutti a non finire nel più puro provincialismo, ed è questa la sfida alla quale tutti, consentitemi, siamo chiamati come classe di governo. Questo è il banco di prova che farà di noi di noi una classe politica degna, questo è l'esame da sostenere.

Ma chiunque di noi governi, qualsiasi compagine, qualsiasi alchimia o invenzione, per chiunque governare una Regione con strumenti istituzionali desueti come quelli attuali è più che difficile, direi quasi inutile. Cominciamo, per esempio, a rinunciare ad un piccolo pezzo di sovranità e ad accettare che la Sardegna precorra in Italia una riforma della legge di contabilità e bilancio. Non è pensabile che il bilancio continui a essere il frutto di un disordinato confronto assembleare, una tenaglia per la quale si spreca tempo e per cui nascono profondi malesseri, così come anche l'abolizione del comodo muretto a secco che è il voto segreto, non sarebbe certamente inutile.

E` altrettanto evidente che queste riforme sono il sostegno di un governo forte ed autorevole, che non tema crisi per un quinquennio, che chieda infine il consenso agli elettori. Un governo, Presidente Floris, che deve abituarsi ad ascoltare il Consiglio ed i suoi consiglieri, soprattutto la sua maggioranza, e mettere in atto il dettato dello Statuto che affida all'Assemblea il diritto-dovere di indirizzo politico della Giunta regionale.

Su questa traccia di trasparenza, noi diciamo, soprattutto ai colleghi di maggioranza: con alcune semplici regole avremo risolto molto meglio certi problemi, allentato tensioni e lavorato con maggiore serenità.

Sulla situazione politica attuale più volte negli incontri pubblici, nei colloqui di questi giorni, sulla stampa, Alleanza Nazionale ha detto a chiare lettere una cosa: la maggioranza non è un autobus sul quale si sale e si scende a proprio piacimento. Si sta in maggioranza se si condivide il quadro programmatico e politico, se ne esce se non si ritiene più soddisfacente quel quadro; è legittimo dissentire ed anche con forza, non è legittimo usare il centrodestra per altre questioni che esulano dalla nostra volontà di comprensione e che spesso ci appaiono strumentali.

Allora lo dico con chiarezza: Alleanza Nazionale, la cui autonomia oggi è più forte che mai, è forza viva nell'isola, è forza di governo non affezionata alle poltrone ad ogni costo, è forza che ha impresso una lunga esperienza di opposizione nella quale è cresciuta saldamente. E' soprattutto forza politica seria per la quale vale quello che si dice. Nessuno pensi che noi si usi più linguaggi. Le posizioni assunte sono sempre uguali e, dunque, ogni novità sostanziale importa un rinnovamento completo. Le opposizioni lamentano una scarsa funzionalità del Consiglio, onestà politica ed intellettuale impongono che riconosciamo che i lavori delle Commissioni e dell'Aula devono essere meglio organizzati, molti colleghi Presidenti delle Commissioni spesso lavorano con enorme difficoltà. E' bene dirci che noi richiediamo che la puntualità diventi un valore di quest'Aula, è bene ripetere che in Commissione si deve essere sempre presenti, come è auspicabile che la regia di tutto ciò sia più attenta e puntigliosa, ma su questo tema, consentitecelo, non temiamo confronto, perché Alleanza Nazionale, come tutti sanno, è sempre presente.

Noi apriamo a tutti il confronto sulle riforme, partendo certamente in ritardo, e la sfida è soprattutto alla maggioranza, una sfida che dobbiamo giocarci fino in fondo e sulla quale non possiamo cadere, pena una gravissima sconfitta, lo ammettiamo.

Ma, in condizioni come quelle descritte, non mi pare generoso, né particolarmente giusto parlare di insufficienza dell'attività di governo, poiché la Giunta regionale sta dando una puntuale attuazione alla legge finanziaria con i relativi programmi, gli impegni con l'Unione europea sono stati rispettati fino ad ora e abbiamo certezza che saranno onorati anche in futuro. L'azienda Sardegna è in movimento, lo rilevano i dati dell'osservatorio industriale, crescono le esportazioni, il tasso della disoccupazione è in calo, è passato dal 23 al 18,6 per cento, la congiuntura generale mette in evidenza un andamento positivo dei principali indicatori, in particolare il clima di fiducia è salito rispetto al periodo precedente.

L'osservatorio della congiuntura, i cui dati spero non siano messi in dubbio da alcuno, osserva come la Sardegna viva un periodo di crescita che è stato agevolato da una politica di bilancio espansionistica che ha incoraggiato e dato fiducia al mercato e alle categorie produttive; un quadro in cui la Giunta ha fatto la sua parte, anche se si può e si deve fare certamente molto meglio. Ma l'abbiamo detto da tempo - e questa è un'altra questione sulla quale ritorno perché riguarda tutti - esiste una discrasia, uno scollamento evidente nettissimo tra i tempi ed i modi della politica, i tempi e modi della società che vive, che lavora e che produce. Esiste un sistema pubblico che è inefficace per definizione. La società chiede risposte immediate e noi forniamo carte, bolli e molta polvere. E` innegabile che esista una difficoltà oggettiva della politica a sintonizzarsi sulla modulazione di frequenza del mondo.

Pensiamo che sia una responsabilità comune ma soprattutto credo, se i colleghi me lo consentono, che sia una responsabilità prima di tutto dei giovani che hanno un dovere particolare. Un importante pensatore che si chiama Carpenter scriveva che la giovinezza considera la vita come oro purissimo, la vecchiaia tiene conto della lega (ovviamente non quella di Bossi). La giovane classe politica sarda non può perdere entusiasmo e motivazione anche in occasione di passaggi duri e difficili come questo. I giovani hanno il dovere morale del cambiamento, è assolutamente vero, ma è altrettanto vero che a misurare la gioventù non basta l'età. Ci vuole il coraggio di portare avanti i progetti anche quando gran parte del potere, dell'establishment è contro.

Ci sono eccellenti giovani di valore con i quali si può e si deve aprire un confronto, sia pure aspro e complesso perché i giovani non sono assolutamente tutti uguali, ma la tentazione non può essere quella di ciascuno di giocare in solitario, ed allora serve la fiducia che della gioventù è compagna, sapendo che andiamo verso un mondo diverso, fatto di cultura e di scambi velocissimi. Oggi cresciamo con un ritmo che vede al centro l'Europa, la ricerca scientifica per la quale anche in questo caso siamo in ritardo e che vede un progresso spesso inquietante. Servono parole ed energie, da innervare nella nostra coalizione che io amo definire riformista ma che ancora troppo riformista non è. Ma è una coalizione aperta al confronto con culture in apparenza lontane come il mondo laico e il mondo autonomista. Il centrodestra è lo scenario di riferimento, ma di una coalizione che sia unione di forze e non solo un assordante frastuono. E' un impegno al quale Alleanza Nazionale non mancherà, abituati come siamo a rispettare gli impegni presi.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Pili. Ne ha facoltà.

PILI (F.I.-SARDEGNA). Onorevole Presidente del Consiglio, onorevole Presidente della Giunta, ed onorevoli colleghi, ci sono momenti nella vita di ognuno di noi e dei nostri partiti, nei quali bisogna avere il coraggio delle scelte, la responsabilità e l'onestà intellettuale del loro sostegno.

Questo è uno di quei momenti nei quali, rivolgendosi all'Aula, l'opposizione richiama la maggioranza alle proprie legittime responsabilità; un richiamo doveroso sulle azioni progettate, su quelle non avviate e su quelle eventualmente non ben realizzate.

Fin dalle prime avvisaglie si comprendeva che il dibattito non volgeva al meglio. Sono ritornate in quest'Aula parole pesanti, troppo pesanti, intervallate da richiami davvero inopportuni sull'autonomia dei nostri partiti e dei nostri movimenti. Inopportuni per il pulpito dal quale si sono levati, pulpito quello sì davvero violato con candidature di ignoti profeti mandati da Roma a rappresentare con i voti dei sardi gli interessi di altri. Mai come oggi un velo pietoso su quelle vicende appare più che giustificato. Affrontare però questo confronto non può significare, colleghi del Consiglio, scadere per forza nell'insulto che non giova né a noi né a voi, ma contribuisce semmai ad allargare quel profondo solco tra le istituzioni e la Sardegna che ammutolita ci osserva.

Credo che il Presidente della Giunta regionale potrebbe meglio di chiunque altro tracciare il quadro delle cose fatte e di quelle non fatte, di quelle che potevano essere fatte meglio e di quelle che hanno necessità di essere migliorate. Ma il confronto politico purtroppo non glielo consentirà. I richiami, eccessivi nei modi e nei toni, portano ognuno di noi, obbligatoriamente, alla strenua difesa delle cose fatte, e ce ne sono di importanti e di significative.

Oggi - e qui cito solo questo - in ogni angolo di Sardegna si parla di PIT, Programmi integrati territoriali, nessuno si deve dimenticare il segno tangibile della discontinuità voluto da questa maggioranza rispetto ai precedenti atti del centro sinistra che avevano del tutto ignorato questo processo integrato dello sviluppo tracciato dall'Unione europea.

Non può essere dimenticato il tortuoso cammino della continuità territoriale che ha trovato l'Alitalia sotto il totale controllo azionario del Ministero del Tesoro, pronta ad opporsi a quella procedura pur di rallentare, o peggio, di impedire quell'ormai prossimo traguardo. Oggi però, me lo consentiranno i colleghi della maggioranza a cui mi rivolgo e mi perdoneranno quelli della minoranza, dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre, di sfuggire alla logica dello scontro per lo scontro, ovvero di iniziare un cammino che ci consenta di guardare ai nostri problemi, non come a una perenne ed atavica calamità naturale, o peggio, come ad una genetica preclusione alla soluzione. Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia i nostri problemi. Lo dico rivolgendomi alla maggioranza e invocando la sensibilità istituzionale della minoranza. Occorre individuare pochi essenziali punti d'attacco, concentrare i nostri sforzi, con calendario ed orologio alla mano, su quelle Commissioni dove i provvedimenti hanno la priorità assoluta.

Primo tema: l'utilizzo dei fondi europei. E` unaa partita davvero troppo importante per non vedere coinvolto nell'indirizzo e nel controllo il Consiglio regionale in tutta la sua interezza; non c'è tempo da perdere, servono scelte forti per assimilare procedure europee che la macchina regionale da sola non è in grado di affrontare nei tempi prescritti.

Secondo tema: la sete della Sardegna e dei sardi.Occorre il coraggio delle scelte, che non possono più avvenire, come nel passato, nei meandri di consolidate e intrecciate militanze, ma che devono ragionevolmente coinvolgere a pieno titolo la massima Assemblea regionale, per accorpare enti, per razionalizzare le risorse, per investire in maniera trasparente le risorse private nella realizzazione e nella gestione delle opere idriche.

Terzo tema: il confronto con lo stato. Bisogna riscrivere il Titolo terzo dello Statuto, bisogna puntare su un nuovo piano di rinascita, che deleghi risorse e strumenti moderni a una Regione che ha qualità che confermano tutta la sua specialità autonomistica, un piano di rinascita che sia il segno tangibile di un nuovo governo del Paese ma anche di una nuova Regione autonomistica in Sardegna.

Quarto tema: la riforma urbanistica.Con coraggio e con determinazione bisogna, senza timore alcuno, restituire alla Sardegna il governo e la pianificazione del territorio, mettendo in piedi norme intelligenti che sappiano tutelare l'ambente e nel contempo valorizzare il territorio.

Quinto, ma non per questo ultimo, tema: quello delle riforme. Occorre incidere con convinzione perseguendo due strade parallele: quello che possiamo fare con i nostri poteri da Cagliari e quello che dobbiamo obbligatoriamente fare con Roma, dalla modifica della legge 1, ad un Regolamento moderno del Consiglio regionale, dalla proposizione dell'Assemblea Costituente al raggiungimento di una nuova stagione autonomistica per la Sardegna. Dunque, come vedete, colleghi del Consiglio, il problema non è Floris o Pili, e comunque, per sgombrare il campo, non è Pili un problema, così come il problema non è questa maggioranza o un'altra. Oggi i sardi che ci guardano, se ancora ne hanno voglia, hanno bisogno di capire se la classe politica riuscirà a diventare classe dirigente, consapevole e determinata nel trovare punti di incontro che, nel rispetto delle legittime posizioni e dei ruoli, che l'elettorato ha assegnato ai partiti ed ai singoli, possa dare risposte forti ad una Sardegna ancora troppo debole. Questa maggioranza, quella che ha dato vita a questo Esecutivo, ne sono convinto, ha in se le energie e le esperienze necessarie per dare queste risposte. Serve oggi, da parte di tutti noi, l'entusiasmo dalla sfida e il coraggio delle scelte.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Pusceddu. Ne ha facoltà.

PUSCEDDU (D.S.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, penso che l'iniziativa assunta dal centrosinistra con la mozione sul grave stato di paralisi e di inefficienza della Regione, abbia consentito il raggiungimento di alcuni risultati. Il dibattito che si è svolto in questi due giorni, pur con diverse accentuazioni, ha portato alla luce un malessere e una situazione di grave incertezza politica da parte della coalizione del centrodestra. Solo il collega Locci ha affermato che questi sono stati due giorni di discussione inutile e penso che questa sua affermazione non sia dettata da una sorta di disprezzo per l'Assemblea elettiva, prerogativa di quanti in passato si appellavano ad aule mute e sorde.

Penso che forse gli sia sfuggito quanto stava accadendo intorno e il grave disagio che è apparso in maniera evidente anche in quest'Aula. Poc'anzi il collega Capelli ha comunicato al Presidente della Giunta regionale il ritiro della fiducia e, in termini molto aperti e corretti, nella sede propria del confronto istituzionale, ha fatto delle affermazioni che dovrebbero consentire al Presidente della Giunta dei comportamenti conseguenti.

Noi abbiamo, con la mozione, fatto in modo che venisse evidenziato anche il fatto che a fronte di una maggioranza nata con manovre torbide e poco trasparenti, la verifica di questi giorni si è intrecciata strettamente con la definizione degli assetti delle giunte locali attraverso il tentativo di far rientrare in una logica piramidale verticistica, in poche parole, in una prassi spartitoria anche gli assetti di governo locale. E qui nasce forse la stessa difficoltà che ha il Presidente della Giunta nella sostituzione dell'assessore dei trasporti; per cui il vostro è stato un incedere discontinuo, senza un governo consapevole dei processi che si possono determinare a partire dai provvedimenti di legge. In questi giorni abbiamo assistito a un po' di tutto, a conferenze stampa dove, con mandato anche del Presidente del Consiglio, che dovrebbe svolgere una funzione di terzietà rispetto al confronto politico che si svolge all'interno dell'Assemblea consiliare, i colleghi appartenenti al Gruppo di Convergenza Sarda hanno ritirato l'appoggio alla Giunta di centrodestra. Abbiamo assistito a un mercanteggiamento di posizioni di potere e all'offerta di incarichi di governo all'insegna del promoveatur ut amoveatur. Io ritengo che sia invece necessario svolgere un confronto politico in quest'aula, al centro del quale ci siano veramente i problemi della Sardegna. Il collega Pili diceva poc'anzi che ci vuole il coraggio delle scelte, che è il tempo delle scelte. Forse l'unica difficoltà che ha avuto il collega Pili è stata proprio nella scelta del tempo, perché ha fatto un discorso quasi fosse una dichiarazione programmatica di inizio legislatura e non si è domandato a chi competevano, in questi due anni, il governo dei processi, la risposta ai problemi dell'utilizzazione delle risorse dei fondi europei, alla necessità di accorpare gli enti, di attivare un confronto con lo Stato e di attivare tutta quella serie di interventi che vanno dalla materia urbanistica ai problemi ambientali, occupazionali, alle politiche di sviluppo della nostra regione. In effetti c'è stata un errore nella scelta del tempo.

Ritengo inoltre che invece il problema che si pone oggi urgentemente, che sarà oggetto del confronto politico, sia quello della ridefinizione dei rapporti tra gli esecutivi e le sedi di rappresentanza politica, cioè i consigli regionali. E' vero che sulla base della più recente legislazione nazionale c'è stato un rafforzamento degli esecutivi; c'è il tentativo di ridurre i Consigli ad assemblee prive di poteri normativi, che possono esercitare un mero ruolo di sindacato e di controllo con interrogazioni e mozioni, però il pericolo vero che noi avvertiamo anche nel modo in cui state esercitando il potere è quello di rilanciare, attraverso la richiesta di un potenziamento dei poteri dell'Esecutivo, un nuovo neocentralismo, condizionando anche la libera espressione delle nostre autonomie locali, come ha affermato ieri il collega Gian Valerio Sanna, utilizzando gli strumenti di governo per condizionare le libere determinazioni dei nostri amministratori locali.

Il problema che oggi invece è centrale è quello di attivare una devolution sulla devolution, vale a dire capire come noi dobbiamo rilanciare quella proposta che è un punto cardine dell'iniziativa del centrosinistra, cioè la creazione di una Regione basata su un federalismo interno, dove le autonomie locali vedano esaltato il proprio protagonismo e la propria soggettività. Un governo locale quindi non più basato su una concezione gerarchica, ma sul principio di sussidiarietà, dove ogni governo, a qualsiasi livello, sia titolare di un potere proprio di rappresentanza identitaria. E allora noi ci saremo nella discussione, per ridisegnare i poteri, per ridefinire le competenze, per ridefinire la forma della Regione.

Il problema vero che abbiamo di fronte è invece il pericolo di dinamiche conflittuali tra i diversi territori, il venir meno di politiche di coesione tra le regioni e all'interno delle stesse regioni dove aumentano i divari di sviluppo. E un'altra mancanza di questo Governo è proprio quella di non essere stato in grado di istituire la Conferenza permanente delle Regioni e autonomie locali, come organo che esprima pareri vincolanti sugli atti della Regione. Forse in quella sede si sarebbe potuta sviluppare l'intuizione del ruolo che devono svolgere le autonomie locali anche nella definizione dei programmi europei e nella definizione dei Progetti integrati territoriali.

Però, noi non accettiamo il tentativo del presidente Floris di ribaltare difficoltà che sono proprie del suo Esecutivo in una sorta di contrapposizione nei confronti del Consiglio. I ruoli del Consiglio e dell'Esecutivo devono essere ridefiniti, dobbiamo veramente andare a una stagione delle riforme. Il collega Fantola ieri diceva che forse non sono riusciti a marcare una discontinuità con il passato. E' vero, una discontinuità con il passato non siete riusciti a marcarla, ma perché voi rappresentate il passato, lo rappresentate nei comportamenti, nel modo in cui viene gestito il potere regionale. E allora non basta declamare le riforme, ma bisogna anche attuarle. Pertanto, non mi sorprendo che alcuni consiglieri del centrodestra, che si ritengono forse molto furbi ed astuti, che hanno sollevato un problema appellandosi al coraggio delle scelte e alla maturità dei tempi, vogliano anche in questa circostanza fare come alcuni personaggi della famosa favola della volpe e l'uva e dichiarare che nondum matura est, per raggiungere determinati obiettivi. Ma noi vogliamo anche rassicurare il collega Murgia, il capo gruppo di Alleanza Nazionale: noi non chiederemo un voto dietro i muretti a secco. Abbiamo presentato questa mozione, perché volevamo un confronto in aula, dove ognuno potesse assumersi pienamente le proprie responsabilità; noi non vogliamo fare ribaltoni, ma vogliamo semplicemente che quest'Aula, nella sua sovranità, si pronunci e verifichi le difficoltà che ci sono in questa maggioranza di centrodestra.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.

FLORIS (C.S.), Presidente della Giunta. Signor Presidente, cari colleghi, la richiesta di un dibattito sul momento di crisi che attraversa la Regione sarda, attraverso la presentazione di questa mozione, è opportuna e giusta in quanto, al di là degli aspetti critici, mi pare ispirata dall'interesse generale della Sardegna. Quando le forze politiche, onorevole Sanna, tornano a confrontarsi sui problemi e sui progetti per lo sviluppo, quando la politica riprende la sua dimensione ideale al servizio del bene comune, alto e forte ritorna a essere il ruolo del Consiglio regionale.

Il dibattito di oggi si colloca in una delle fasi cruciali della vita autonomistica, investe nei suoi aspetti positivi e negativi il cammino di questa legislatura. Senza ripercorrere gli avvenimenti che hanno contraddistinto questo avvio, questa tormentata fase, compresa la vivace dialettica esistente all'interno della maggioranza, non posso non richiamare alcuni aspetti che hanno condizionato la vita politica della Giunta e della Regione.

La Giunta è nata in una sorta di dimensione binaria: un versante positivo dato dalla richiesta di profondi cambiamenti invocati dalla gente e che le dichiarazioni programmatiche hanno raccolto in un grande progetto strategico di sviluppo per la Sardegna; l'altro negativo per l'anomalia di un sistema elettorale che ha portato il Polo, vincitore politico, il centrosinistra, i partiti dell'area centrale a risultare vincitori e sconfitti nello stesso tempo, minando all'origine la stabilità e la governabilità. Se le recenti elezioni politiche hanno spazzato via questa anomalia, essa può ripresentarsi nell'Isola in tutte le elezioni locali, per la peculiarità delle condizioni sociali, ambientali e culturali della società sarda.

Una legislatura nata, quindi, con una oggettiva debolezza. Le critiche dell'opposizione, le inquietudini della stessa maggioranza trovano le ragioni fondanti nel quadro anomalo di un sistema politico ed elettorale. Nasce qui quella crisi strisciante che non è solo di questa legislatura, onorevole Selis e onorevole Cugini; è la crisi di un sistema in fase di transizione, come ha sottolineato l'onorevole La Spisa.

Non possiamo però sprecare questa legislatura, qualcuno la definirebbe la prima del terzo millennio, dobbiamo evitare il degrado delle istituzioni autonomistiche. Siamo ancora in tempo, maggioranza e opposizione a testimoniare con alto senso di responsabilità un comune attaccamento ai problemi e al bene della nostra terra. Dobbiamo tutti contribuire alla riforma della politica, la quale passa attraverso un comune impegno fatto di studio, di sacrificio, di totale dedizione, quasi una missione che coinvolge tutti i consiglieri di qualsiasi partito in una generosa competizione al servizio dei sardi. Questa è l'unica dimensione politica e morale per salvare la legislatura e riconciliare in un nuovo patto regione e popolo, Consiglio e gente comune.

Con questo spirito di servizio ho inteso la mia presidenza, oggi come ieri, una presidenza mai per dividere o per emarginare ma per unire in nome della Sardegna. Non c'è atto politico che non sia stato ispirato da questa linea. Nella sede più importante del popolo sardo non posso non confermare quanto reso già noto alla maggioranza fin dall'inizio della mia esperienza, che la mia presidenza è a disposizione. Intendo superare questo stato di incertezza, non intendo rimanere a tutti i costi. Ho rifiutato, solo per un fatto morale e di responsabilità, di aprire una crisi politica in assenza di una proposta organica e ben definita perché in questo momento non assicurare la governabilità della Sardegna sarebbe esiziale per la Sardegna. Lo studio del Crenos ha evidenziato drammaticamente che, quando nel 1999 ci fu un vuoto di potere, la produttività e l'occupazione subirono un tracollo. Occorre evitare il ritorno a questa fase; d'altra parte, sappiamo tutti che la globalizzazione impone agli Stati e alle Regioni decisioni rapide e stabilità politica. I firmatari della mozione richiamano in modo inusuale la Giunta alle responsabilità per la condizione pressoché totale di paralisi, come è scritto, nelle Commissioni e nell'attività dell'Assemblea. Ho apprezzato il senso di responsabilità con cui alcuni esponenti della maggioranza hanno posto questo problema. E` vero, onorevole Cugini, se la disponibilità manifestata in più interventi si traducesse in comportamenti concreti, si aprirebbero nuove speranze e prospettive. Ritengo tuttavia di grande ausilio l'azione di un Governo, una più efficiente e puntuale operosità del Consiglio. Vero è che, pur non sottovalutando il ruolo di iniziativa della maggioranza che ha il dovere di assicurare la presenza in Aula e nelle Commissioni, è altrettanto vero che il funzionamento e la produttività delle istituzioni riguardano tutte le componenti politiche. Sono state rivolte critiche alla maggioranza dai consiglieri dell'opposizione. La maggioranza ha dimostrato in Aula forte unità, come ha sottolineato l'onorevole Corona; lo stesso impegno va trasferito, lo diceva l'onorevole Pilo, nelle Commissioni. E` una scelta obbligata, ritengo che il contributo delle opposizioni sia fondamentale in quanto espressione di una parte significativa della società sarda. Oggi occorre da parte di tutti un nuovo e più forte senso del dovere e delle responsabilità. D'altra parte mi si dice che io ho sempre detto le stesse cose sul Consiglio, certo nelle dichiarazioni programmatiche avevo testualmente affermato: "I consiglieri regionali devono compiere uno sforzo straordinario perché i ritmi di lavoro legislativo rispondano alle attese dei sardi, se la Giunta e il Consiglio sapranno onorare questa prova di grande impegno - avevo detto - si apriranno nuove prospettive"; credo ancora oggi a questo imperativo morale e politico".

Abbiamo avviato il grande progetto riformatore alla base delle nostre dichiarazioni programmatiche, dichiarazioni che avevano il respiro non di uno o due anni, ma dell'intera legislatura e non solo, in particolare sui nodi storici irrisolti. Il problema dell'occupazione è al centro delle politiche di sviluppo della Giunta ed è stato affrontato con una strategia di interventi rivolta ad accrescere la produttività. Gli strumenti indicati quali la task force per l'occupazione e la stessa task force per accelerare la spendita potranno trovare attuazione in questa fase dopo alcuni provvedimenti preparatori. In un anno e mezzo di attività la Giunta regionale si è trovata a gestire una situazione deteriorata sotto il profilo economico e sociale. Gli indicatori economici dell'isola risultavano quasi tutti negativi, l'economia stagnava, i lavori pubblici languivano, vi era una ripresa dell'emigrazione. Tutto ciò non era riferibile soltanto a carenze del precedente Governo di centrosinistra, ma al venire meno di una serie di trasferimenti da parte dello Stato e alle conseguenze del disimpegno delle partecipazioni statali in Sardegna che hanno portato al progressivo affievolirsi della solidarietà nazionale. Gli ultimi indicatori economici, secondo i dati di Istat, Crenos e Svimez, testimoniano dell'inversione del trend negativo. Ci fanno capire che è stata imboccata la strada giusta pur tra persistenti difficoltà ed emergenze. A questo si aggiunge un clima di fiducia ritrovata tra imprenditori e forze sociali. Si impone a questo punto l'esigenza ineludibile di dare una risposta sempre più efficace per governare al meglio questi processi. Ciò comporta un processo di riforma che deve concludersi in questa legislatura, in questo processo sono prioritari la modifica dello Statuto, la modifica della legge elettorale regionale, la modifica della legge regionale che disciplina i compiti della Giunta, i rapporti Giunta-Consiglio-Regione, l'attuazione del principio di sussidiarietà con la valorizzazione massima del ruolo delle autonomie locali, la riforma degli enti della Regione, l'adozione delle grandi leggi quadro regionali su commercio, assetto del territorio, urbanistica, paesaggio, incentivi alle imprese, trasporti, governo delle risorse idriche.

Per quanto riguarda la riforma complessiva della Regione abbiamo presentato diversi disegni di legge, molti dei quali già all'esame del Consiglio e tra i provvedimenti presi rientra la questione della nuova organizzazione interna degli uffici che ha ottenuto proprio di recente il via libera definitivo da parte della Corte Costituzionale. Per quanto riguarda lo sviluppo stiamo definendo i pia, gli accordi di programma e i patti territoriali e stiamo impegnando le risorse disponibili per gli incentivi alle imprese. Quanto alla progettualità politico programmatica ritengo opportuno tener conto degli indicatori sul fronte della disoccupazione: in un solo anno è diminuita di circa 22 mila unità, portando il tasso di disoccupazione dal 22,1 per cento al 18,6 con una riduzione percentuale di 3,5 punti contro appena poco più di un punto dell'intera Italia, un punto al nord, uno al centro e 1,8 nel Mezzogiorno; un risultato che ha riportato i dati della disoccupazione ai livelli più bassi dai primi anni novanta. Si aggiunga la nascita nella nostra isola di nuove attività imprenditoriali con un incremento di oltre tremila nuove aziende rispetto al 2000. Siamo quindi in presenza di un clima di fiducia, di una vera e propria voglia di intraprendere che richiede al contempo un grado massimo di stabilità per consolidarsi.

Il progetto di Governo, delineatosi sulla base delle dichiarazioni programmatiche e del contributo consiliare, strategicamente si articola secondo due direttrici: quella istituzionale, con la nuova frontiera dell'autonomia federalista, con la riforma della Regione e degli enti, la definizione del nuovo Statuto, l'accelerazione delle intese istituzionali di programma con lo Stato e quella economica per promuovere lo sviluppo e l'occupazione nei settori dell'industria, del turismo, dell'agricoltura, del commercio, della cooperazione, il rafforzamento del ruolo della Regione nell'Unione Europea nei paesi del Mediterraneo, la realizzazione di un sistema sardo competitivo nel mondo. Questo importante disegno di sviluppo, nel solco della questione sarda, richiede definite scadenze temporali e politiche e in questo grande progetto di sfida e di cambiamento la Giunta auspica un fecondo rapporto con tutte le forze politiche consiliari. Ritengo, onorevole Cogodi, che sia questa la serietà della politica che lei ha invocato. Quella che stiamo vivendo è una stagione di grandi incognite, ma anche di grandi opportunità, una di questa dovrebbe essere vicina, la continuità territoriale, a questo si aggiunge la battaglia per il riconoscimento dell'insularità come condizione strutturale di svantaggio.

A Nizza nel dicembre scorso è stato fatto un importante passo in avanti e siamo impegnati con le altre isole dell'Europa a tradurre in fatti concreti queste che sono enunciazioni di principio. Ci batteremo con forza contro i tentativi di escludere la Sardegna dall'Obiettivo uno.

Colleghi consiglieri, la discussione sulla mozione ha rappresentato un momento fecondo di riflessione. Di fronte all'instabilità del quadro politico attuale, proprio di questa fase di transizione, ci avviamo, con l'elezione diretta del Presidente governatore, al riconoscimento del principio di sovranità popolare. Il dibattito ha evidenziato la presenza di forze vive, capaci di dare una spinta all'avanzamento della nostra autonomia, di un autonomia compiuta, capace di evitare il rischio di una sua lenta liquidazione. Il bipolarismo, è vero, onorevole Scano, è portato ad alimentare un neocentralismo, le così dette presenze romane di ieri e di oggi non rappresentano interferenze sull'autonomia e la libertà dei sardi ma il segno di una debolezza storica della classe dirigente dell'isola. La Giunta è pronta a riferire in Consiglio sullo stato di attuazione delle dichiarazioni programmatiche, e lo farà in modo puntuale ed organico. E' disponibile altresì ad un confronto politico approfondito, assumendosi tutte le responsabilità sulle cose fatte e da fare, ma anche richiamando la responsabilità di ogni soggetto che istituzionalmente è chiamato a concorrere alla soluzione dei problemi, una sinergia fondamentale per creare un sistema sardo all'altezza dei tempi nuovi. Della mozione accoglie le parti propositive, nonché i contributi critici quando finalizzati a migliorare la condizioni della Sardegna, non può accettare invece l'esasperazione critica su alcuni aspetti. Il progetto di sviluppo e di cambiamento ispirato ai valori della sardità va certamente aggiornato, sollecitando il contributo, l'esperienza del mondo della cultura e delle forze politiche e sociali. La globalizzazione rischia di annullare la nostra identità, di inaridire le nostre radici. E` fondamentale, se non vogliamo perdere questi valori, una nuova dimensione di tutte le forze autonomistiche in particolare di quelle che da sempre si battono per questa grande idea. In Sardegna c'è un grande bisogno di unità, di un'unità prima di tutto culturale per riformare la politica e le sue deviazioni. Mentre le maggioranze vanno, vengono e si alternano, i problemi dell'isola rimangono, se risolti rappresentano un patrimonio morale e politico, non solo delle maggioranze di turno ma di tutta una classe dirigente, se non risolti una testimonianza negativa per tutti i sardi. La Sardegna che vogliamo, che sognano i nostri figli è quella unita sulle grandi battaglie del futuro perché non rimanga un sogno in mezzo al mare.

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Selis. Ne ha facoltà.

SELIS (Popolari-P.S.). Signor Presidente, colleghi consiglieri, io ho ascoltato con molta attenzione le parole del Presidente Floris, che si possono riassumere in tre punti. Abbiamo trovato molte difficoltà, ci ha detto. Abbiamo delle buone intenzioni, faremo un bilancio. La mozione aveva il senso di dire: facciamo un bilancio. Quando lo faremo un bilancio? Io comprendo le difficoltà, apprezzo le intenzioni, le difficoltà le conosciamo e le conoscevate, le intenzioni ce le avete dette due anni fa. I fatti dovevate portarceli oggi. E i fatti oggi non ce li avete portati.

Io do atto a molti dei colleghi della maggioranza di quello che si può chiamare, ma si leggeva anche nelle parole del Presidente Floris, un onesto imbarazzo. Vi do atto di non esservi arrampicati sugli specchi per proporci risultati mirabolanti che non ci sono, e vi do atto anche di avere espresso preoccupazione ed interesse ad uscire dal pantano, qualcuno ha detto, per dare un senso alla legislatura e per tutelare il Consiglio.

Noi abbiamo rilanciato questo obiettivo, ma il problema è proprio questo. A due anni dall'inizio della legislatura, siamo legittimati a fare un bilancio e a dire quanto è stato attuato di questi programmi e quanto non è stato attuato. Questo è il ruolo del Consiglio e del dibattito consiliare. Finalmente ci avete dato atto, e noi vi ringraziamo, della positività di questo dibattito che ha portato in questa Aula parlamentare il senso e l'impegno della politica, sottraendolo dai sottoscala, dagli anditi e dai bar. Il senso non era, lo ripetiamo, fare ed auspicare controribaltoni, non è entrare nel merito del dibattito Pili-Floris, non è neppure prorogare questa crisi che è strutturale, che è infinita, che sta logorando non solo voi ma tutti quanti, comprese le istituzioni regionali e la Sardegna. Il problema che vi stiamo ponendo è questo: se c'è la maggioranza, non una maggioranza qualsiasi, ma la maggioranza con la quale la Giunta ha preso avvio, su cui si fonda la Giunta, se c'è questa maggioranza che sostiene il Presidente, la squadra e il programma, andate avanti e risparmiateci questi balletti, queste logoranti cerimonie delle verifiche che non finiscono mai.

Se la maggioranza non c'è noi non auspichiamo un controribaltone, vi diciamo: "Costruitela". Ma costruitela in quest'Aula nella trasparenza del dibattito, nel rispetto dei ruoli, nell'urgenza dei tempi che la crisi della Sardegna richiede.

La paralisi del Consiglio è un riflesso. Quando il Presidente Floris dice: "vi ricordo che siamo tutti responsabili", io sono perfettamente d'accordo, ma non lo siamo allo stesso modo. I ruoli sono diversi, e poiché i ruoli sono diversi, cominciate a fare da questo punto di vista, come hanno fatto alcuni di voi, un'autocritica.

C'è una paralisi del Consiglio perché spesso manca nelle commissioni la maggioranza, c'è una violazione del Consiglio perché delibere di quest'Aula vengono mortificate e cambiate in Giunta. C'è una mortificazione dei diritti del Consiglio perché le verifiche degli ordini del giorno e delle mozioni, faccio un esempio tra i tanti, che il Regolamento prevede non vengono mai fatte in quest'Aula. Allora, c'è la crisi? A mio avviso questo è il problema. Noi abbiamo posto questa domanda, e abbiamo ottenuto queste risposte, da parte di alcuni che sono intervenuti, membri di partiti grandi o piccoli, abbiamo sentito Capelli prima, l'hanno detto i colleghi di Convergenza, non entro nel merito, non do valutazioni, lo stesso imbarazzato intervento dell'onorevole Pili, il discorso di Contu che dice che la rotazione è fisiologica. A noi sembra che la maggioranza sia strutturalmente cambiata, che sia modificata, e sia modificata non in quest'Aula, e abbiamo la necessità di verificare quale altra maggioranza, quale altra squadra, quale altro progetto, quale altro programma si propone.

Io dico all'onorevole Pili: se la Giunta, secondo voi, ha fatto bene, tenetevela. Ma non venite qua a fare discorsi che rinviano ad altra sede la resa dei conti.

Credo che nelle vostre parole, da ultimo nelle parole del collega Pili, non ci sia una parola di sostegno, di apprezzamento dell'attività di governo di questa Giunta. Stento a ricordare qualche parola di apprezzamento dell'attività di questa Giunta nei vostri interventi. Questo significa che i programmi di cui oggi volevamo la verifica, e che voi volete rimandare ad un altro momento, sono programmi inattuati. Sono programmi inattuati per le riforme, per il lavoro, per la modifica della burocrazia, per i fondi europei. Il Presidente cita dei dati sull'occupazione, ma i dati sull'occupazione, dipendono dagli investimenti, e perché gli investimenti abbiano delle ricadute positive sull'occupazione è necessario del tempo. Questo significa che se c'è una ripresa dell'occupazione, è il risultato di investimenti che non sono stati inventati ieri, e dovremmo, per onestà, dare atto ai governi precedenti di questo dato. E dovremmo e dovreste dare atto anche al Governo nazionale precedente di una attività che ha favorito lo sviluppo,che ci ha portato in Europa e ha dato risalto alla nostra crescita. E dobbiamo anche prendere atto che i dati sull'occupazione, e sui dati si può giocare,soprattutto in questa sede,, secondo Bankitalia, sono oggi, esattamente, quelli che erano nel 1999. Vi può sembrare che mi stia contraddicendo. A noi risulta questo, ma se ci sono degli aumenti, e noi speriamo che ci siano, questo è il risultato degli investimenti. Siccome per vedere le ricadute degli investimenti sull'occupazione, sono necessari un paio di anni, i risultati sull'occupazione sono frutto di altri interventi. L'onorevole Contu diceva che in politica bisogna avere la memoria corta. Io credo che la memoria non deve essere corta e nessuno di noi deve rinnegare il proprio passato, né quello remoto, né quello prossimo a cui siamo legati, e questa Giunta di passato remoto e di passato prossimo ne ha tantissimo, e credo che se non ci fosse stato questo elemento di esperienza probabilmente sareste già a ramengo.

Signor Presidente, concludo dicendo che il dibattito ha confermato, a nostro avviso, la crisi esistente,perché si è modificata profondamente la struttura della maggioranza, componenti intere hanno espresso anche in quest'aula sfiducia alla Giunta; riteniamo che sia doveroso che voi ne traiate le conseguenze; senza auspicare ribaltoni, mettete in campo stabilità e ampiezza di maggioranza e governate, e rendete conto delle cose che avete fatto e di quelle che dovevate fare e che non avete fatto, non rinviando sempre al futuro quello che avreste dovuto fare, e che avete la responsabilità di non aver fatto, pagando e facendo pagare alla Sardegna un prezzo altissimo.

Voglio rivolgere l'ultima battuta al collega Pili, forse i partiti del centro sinistra hanno candidato qualche oscuro e sconosciuto esponente politico; i vostri invece, quelli che vengono qui a prendervi per mano sono molto conosciuti e non solo nelle aule della politica, qualche volta anche nelle aule della giustizia.

(Brusii dai banchi della destra)

PRESIDENTE. È stato presentato un ordine del giorno.

E' un documento che necessita di una valutazione approfondita dal punto di vista non solo politico, ma anche formale e giuridico, prima di metterlo in votazione. Chiedo ai presentatori se intendono ritirare la mozione.

CUGINI (D.S.). Sì, c'è l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego uno dei segretari di dare lettura dell'ordine del giorno.

PIANA, Segretario:

Ordine del giorno Cugini - Fadda - Biancu - Balia - Cogodi - Sanna Giacomo - Pusceddu - Sanna Gian Valerio sul grave stato di paralisi e di inefficienza della Regione sarda.

Il Consiglio Regionale

A conclusione del dibattito sulla mozione n. 42 sul grave stato di paralisi e di inefficienza della Regione sarda;

Visto l'esito del dibattito

Prende atto

a) a distanza di un anno e mezzo dalla costituzione della Giunta, del totale fallimento dell'azione di governo da parte dell'esecutivo e della maggioranza che lo ha espresso;

b) della insostenibile condizione di paralisi in cui versa da mesi il Consiglio Regionale, le Commissioni consiliari e il complesso meccanismo del potere regionale che impedisce e frena l'attività legislativa e quella di governo con gravi e negative ripercussioni sul tessuto economico e sociale della Sardegna.

Invita la Giunta regionale

A voler trarre, perciò, le conseguenze di tale condizione nelle sedi opportune, portando a compimento la crisi evidente che ripropone, peraltro, personaggi e poteri estranei al Consiglio Regionale, alla cultura e agli interessi della Sardegna.

Il Consiglio Regionale inoltre

Condanna qualunque comportamento, specie quelli imputabili a figure istituzionali e di garanzia, che condizionano e interferiscono nel dibattito politico intorno alla crisi regionale;

auspica che le forze politiche, sociali e culturali, assumano le iniziative necessarie per riaprire in Consiglio Regionale e in Sardegna il dibattito ed il confronto politico indispensabile a dare un governo vero e autorevole alla Regione sarda.

PRESIDENTE. Colleghi, ho bisogno di valutare l'ordine del giorno ai fini dell'applicazione dell'articolo 118 del Regolamento e della stessa ammissibilità, pertanto sospendo per un'ora i lavori. La Presidenza valuterà il documento e dirà se il documento è ammissibile e in quale forma.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

CUGINI (D.S.). Io comprendo perfettamente la sua esigenza, però per aiutarla nella decisione forse è bene sentire l'opinione dei firmatari sull'obiettivo di questo ordine del giorno. Penso che sia più utile, prima che lei si ritiri nelle sue stanze, sentire l'opinione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, e quindi anche la nostra spiegazione sul contenuto dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biggio sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Presidente, colleghi, chiedo che venga distribuita una copia del documento e che si sospenda la seduta e si convochi la Conferenza dei Capi Gruppo, per valutare se non sia il caso di votare subito questo documento, probabilmente non c'è bisogno di pensarci due giorni. Abbiamo già riflettuto molto, siamo stati qui due giorni e credo che tutti abbiano fatto le loro riflessioni, quindi non vediamo l'utilità di un'ulteriore attesa, per cui faccio due richieste: la distribuzione del documento, come d'uso, ed una breve riunione dei Capi Gruppo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cogodi sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Voglio fare una considerazione molto semplice: sarà stupido o non sarà stupido votare subito o darsi un congruo tempo per fare i necessari approfondimenti, congruo vuol dire sul filo dei minuti, perché qui versiamo in materia che è stata già esaminata, trattata, discussa, soppesata in tutti i suoi aspetti, ma, dice Cugini, si vuole aiutare il Presidente del Consiglio nella sua riflessione. Io non intendo aiutare nessuno, credo che quello che c'è da aiutare qui sia solo l'ordinato svolgimento dei lavori dell'Assemblea legislativa sarda. C'è da aiutare solo questo!

E allora deve risultare chiaro da subito che il punto che parrebbe controverso, oggetto di approfondimento sarebbe quello relativo a giudizi politici che si danno sui comportamenti...

PRESIDENTE. Onorevole Cogodi, la devo richiamare, lei sta illustrando il documento. La prego di limitarsi a parlare sull'ordine dei lavori.

COGODI (R.C.). Sto parlando sull'ordine dei lavori, Presidente, per dire che non c'è bisogno di molto tempo.

PRESIDENTE. Sia gentile.

COGODI (R.C.). Io sono gentilissimo, quando serve. Sto dicendo che non servono margini di tempo grandi, perché in quest'ordine del giorno c'è scritto quello che c'è scritto, che è leggibile e comprensibile: una critica politica a comportamenti politici e dichiarazioni politiche, da chiunque fatte. Se il Presidente della Regione fa una dichiarazione politica, il Consiglio regionale può esprimere una opinione, una critica? Certo che può, può esprimere anche un plauso, se condivide. Se il Presidente del Consiglio regionale fa una dichiarazione politica pubblica, quella dichiarazione politica, che riguarda la vita dell'istituzione, del governo della Regione, delle maggioranze politiche in questa regione, può essere soggetta a plauso da parte di chi condivide e a critica da parte di chi non condivide. Se no saremmo in una condizione veramente strampalata, che in questo Consiglio regionale c'è chi può dire e c'è chi non può ridire. C'è chi può affermare e c'è chi non può contraddire, il che sarebbe una follia, in ogni caso è un fatto non accettabile.

Per cui se si vuole fare una conferenza dei Presidenti di Gruppo, OK, si faccia la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a me pare del tutto inutile; chi vuole riflettere su cose che sono ovvie, limpide, comprensibilissime, rifletta, ma sul filo dei minuti perché la questione è già stata ampiamente istruita e ampiamente discussa anche in altre circostanze.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa per quindici minuti. Convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 34, viene ripresa alle ore 20 e 53.)

PRESIDENTE. Colleghi, l'ordine del giorno è stato ritirato e sostituito con un altro ordine del giorno. Se ne dia lettura.

PIANA, Segretario:

Ordine del giorno Cugini - Fadda - Biancu - Balia - Cogodi - Sanna Giacomo - Pusceddu - Sanna Gian Valerio sul grave stato di paralisi e di inefficienza della Regione sarda.

Il Consiglio Regionale

A conclusione del dibattito sulla mozione n. 42 sul grave stato di paralisi e di inefficienza della Regione sarda;

Visto l'esito del dibattito

Prende atto

a) a distanza di un anno e mezzo dalla costituzione della Giunta, del totale fallimento dell'azione di governo da parte dell'esecutivo e della maggioranza che lo ha espresso;

b) della insostenibile condizione di paralisi in cui versa da mesi il Consiglio Regionale, le Commissioni consiliari e il complesso meccanismo del potere regionale che impedisce e frena l'attività legislativa e quella di governo con gravi e negative ripercussioni sul tessuto economico e sociale della Sardegna.

Invita la Giunta regionale

A voler trarre, perciò, le conseguenze di tale condizione nelle sedi opportune, portando a compimento la crisi evidente che ripropone, peraltro, personaggi e poteri estranei al Consiglio Regionale, alla cultura e agli interessi della Sardegna.

Il Consiglio Regionale inoltre

auspica che le forze politiche, sociali e culturali, assumano le iniziative necessarie per riaprire in Consiglio Regionale e in Sardegna il dibattito ed il confronto politico indispensabile a dare un governo vero e autorevole alla Regione sarda.

PRESIDENTE. Per correttezza devo fare osservare ai colleghi che l'onorevole Giacomo Sanna risulta assente, quindi non può figurare tra i firmatari dell'ordine del giorno numero 2, ma essendo esso quasi identico al primo tranne che per un inciso che è stato cassato può essere considerato come proposto dai medesimi consiglieri. Ai firmatari si aggiunge l'onorevole Calledda.

A me pare che questo documento possa essere considerato alla stregua di una mozione di sfiducia, però forse dall'illustrazione verranno elementi che ci consentiranno di prendere atto che di questo non si tratta e quindi procedere alla votazione.

Per illustrare l'ordine del giorno ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

CUGINI (D.S.). La Conferenza dei Capigruppo è servita per chiarire la portata politica dell'ordine del giorno e per ricordare che quando abbiamopresentato la mozione abbiamo chiarito che si trattava di una mozione che richiamava esigenze di natura politica e di governo della Regione; non era una mozione di sfiducia così come abbiamo ribadito in diverse occasioni, anche nella conferenza stampa, e l'ordine del giorno è conseguente a quella impostazione; certamente si tratta di una censura politica, come abbiamo detto nel corso degli interventi, dall'illustrazione della mozione da parte del Presidente Selis, agli interventi dei colleghi. La portata politica del nostro ordine del giorno è chiara. Il documento è articolato, così come articolata era la posizione che abbiamo espresso nella mozione, richiama un insieme di argomenti e di comportamenti che, a nostro giudizio, e lo abbiamo spiegato negli interventi, sono stati poi richiamati, devo dire onestamente anche da diversi colleghi della maggioranza nel dibattito di ieri; il primo è stato il collega Frau che ha dato una lettura precisa dell'intervento di alcuni personaggi della politica nostrana ed anche nazionale, lo stesso tema è stato riproposto oggi, noi lo abbiamo richiamato nel primo ordine del giorno perché riteniamo che tutto, come dice il collega Contu, debba essere ricordato, noi siamo per la memoria lunga, e siamo anche del parere che non si debbano dimenticare i fatti che avvengono in questi giorni, così come si sono manifestati nella politica sarda. Le funzioni politiche e istituzionali sono state a nostro giudizio impiegate negativamente nel confronto politico; noi abbiamo condannato questo, lo condanniamo, lo abbiamo richiamato, lo richiamiamo, il nostro ordine del giorno è una censura politica grave; abbiamo detto nel corso degli interventi che questo dovrebbe determinare da parte della Giunta una naturale conseguenza, e ciò deriva dalle decisioni di chi ha responsabilità di governo, per noi sarebbe naturale fare quello che il Presidente Selis ha detto nella replica; però, sappiamo che abbiamo sensibilità diverse, quello che per noi è grave per voi è normale amministrazione, quello che per noi è colpa per voi è merito, quello che per noi è responsabilità per voi è invece fatto positivo. Riprenderemo nei prossimi giorni il confronto sulla qualità dell'azione di governo come abbiamo fatto con la mozione e con i nostri interventi. Noi chiediamo che l'ordine del giorno venga accolto dall'Aula, perché se c'è un minimo di coerenza tra quello che è stato detto da diversi colleghi della maggioranza e il voto che si esprimerà in questa'Aula, è chiaro che anche se voterete contro l'ordine del giorno, stando alla stragrande maggioranza degli intervenuti della maggioranza, il voto si è già espresso nel dibattito che è stato svolto, sul giudizio politico abbiamo una maggioranza che si è già espressa con gli interventi, poi voi voterete contro, però penso che sia già stata registrata la situazione che in questa'Aula si è manifestata. Parte di voi voteranno contro l'ordine del giorno ma si sono espressi a favore della nostra mozione. Questo è il dato politico estremamente significativo.

Noi chiediamo la votazione nominale con procedimento elettronico, perché deve rimanere agli atti e deve essere chiaro a tutti quanta coerenza c'è tra quello che si dice in Aula e il voto che si esprime e le responsabilità che si assumono. C'è un giudizio politico, c'è la crisi, c'è il "non governo", come è stato detto, c'è una esigenza che è quella di dare alla Sardegna un governo vero e autorevole; noi lo abbiamo detto, non ci sono i numeri perché il centrosinistra assuma la responsabilità di governo; non vogliamo pasticci, non vogliamo ribaltoni, non siamo interessati a riprendere con noi quelli che sono stati eletti con noi e sono passati dall'altra parte, è inutile che facciano domanda, oggi e domani, non c'è l'ufficio accettazioni per loro; abbiamo già fatto una scelta precisa, siamo effettivamente minoranza in quest'Aula pur essendo maggioranza sugli argomenti che sono stati proposti; voi dovete continuare a cuocere nel brodo che avete prodotto, è un brodo che chiaramente vi logorerà, vi sta già logorando, ma penso che nei prossimi giorni all'intervento del collega Capelli se ne aggiungeranno degli altri e, lo dico a nome della Coalizione Autonomista, se il collega Capelli è stato minacciato ha tutta la nostra solidarietà, perché se dal confronto si passa alle minacce è chiaro che si rimane comunque all'interno di una situazione già conosciuta in quest'Aula in altri momenti e espressa anche in vari interventi. Noi esprimiamo la nostra solidarietà al collega, speriamo che al suo giudizio se ne aggiungano altri e che a questo faccia seguito il voto favorevole al nostro ordine del giorno e quindi una censura politica nei confronti della Giunta.

Sul Regolamento

PRESIDENTE. Sul Regolamento ha domandato di parlare il consigliere Contu. Ne ha facoltà.

CONTU (C.C.D.). Prendo atto che si tratta di un ordine del giorno di censura politica, quindi si dovrebbe applicare l'articolo 118 che richiede tre elementi fondamentali, la firma di un decimo dei componenti del Consiglio che c'è, la votazione per appello nominale, e siamo d'accordo, ma prevede anche che si voti tra due giorni; ora siccome nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo abbiamo deciso all'unanimità di votare stasera, io chiedo che si voti pure in deroga all'articolo 118 perché è stato deciso all'unanimità purché questo non costituisca un precedente e sia solo un fatto eccezionale.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Contu, la sua è una precisazione quanto mai opportuna. Però mi pare, dalle cose che ha detto l'onorevole Cugini che si tratti di un documento di critica anche forte, così come giustamente fa l'opposizione, ma che non si ritiene che questo debba avere conseguenze e che pertanto vada trattato come un ordine del giorno normale. Il fatto che i presentatori abbiano chiesto la votazione nominale con procedimento elettronico sta proprio a significare questo, quindi si tratta di una votazione nominale con procedimento elettronico, che non determina nessun tipo di conseguenza se non politica, ognuno ne trarrà le conseguenze e farà le proprie riflessioni. Il Consiglio esprimerà il proprio voto e tutto si concluderà con quel voto.

CONTU (C.C.D.). Può sembrare una sottigliezza ma non lo è. Presidente, non è che si fa la votazione nominale perché lo chiedono i presentatori, è l'articolo 118 del Regolamento che lo prevede.

PRESIDENTE. Onorevole Contu, però c'è una differenza, se applichiamo l'articolo 118 noi dobbiamo fare la votazione con appello nominale.

CONTU. (C.C.D.). La votazione nominale si può fare anche con il procedimento elettronico.

PRESIDENTE. L'onorevole Cugini ha chiesto un altro tipo di votazione, che è quella che si fa per gli ordini del giorno normali, cioè votazione nominale con procedimento elettronico.

CONTU (C.C.D.). E non è la stessa cosa?

PRESIDENTE. No, non è la stessa cosa.

Contu (c.c.d.). Scusi Presidente, anche la votazione per appello nominale si può fare con procedimento elettronico o mi sbaglio?

PRESIDENTE. No, nella votazione per appello nominale si chiamano i consiglieri uno per uno.

Contu (c.c.d.). Ma il Regolamento non dice per appello nominale. La votazione può essere nominale anche con il procedimento elettronico. Lo abbiamo fatto altre volte.

PRESIDENTE. Il Regolamento dice che gli ordini del giorno di censura politica sono votati sempre per appello nominale. L'appello nominale è fatto con la chiama, però poiché stiamo trattando un ordine del giorno normale, e io lo dico a fortiori, l'onorevole Cugini ha chiesto che il voto avvenga come per gli ordini del giorno normali, cioè con votazione nominale con procedimento elettronico.

Sul Regolamento ha domandato di parlare il Presidente Della Giunta. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (C.S.), Presidente del Giunta. Signor Presidente, noi dobbiamo fare riferimento all'articolo 118 perché lo stesso onorevole Cugini ha dichiarato che questo ordine del giorno non è di sfiducia ma è una censura politica.

Trattandosi di una censura politica noi possiamo evitare, come abbiamo detto anche nella Conferenza dei Capigruppo, che trascorrano i tre giorni e quant'altro ma si deve votare per appello nominale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'onorevole Cugini. Ne ha facoltà.

Cugini (d.s.). Votiamo per appello nominale, non è un problema.

PRESIDENTE. Allora, procediamo alla votazione per appello nominale, è un fatto eccezionale con l'accordo di tutti.

Continuazione della discussione della mozione Cugini - Fadda - Balia - Cogodi - Biancu - Dettori Ivana - Pusceddu - Calledda - Deiana - Demuru - Dore - Falconi - Giagu - Granella - Ibba - Lai - Marrocu - Masia - Morittu - Orrù - Ortu - Pacifico - Pinna - Pirisi - Sanna Alberto - Sanna Emanuele - Sanna Gian Valerio - Sanna Salvatore - Scano - Secci - Selis - Spissu - Vassallo sul grave stato di paralisi ed inefficienza della Regione sarda" (42)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). Io intendo dichiarare, colleghi del Consiglio, il voto favorevole del Gruppo della Rifondazione Comunista all'ordine del giorno che è in votazione.

L'utilità di questo voto è confermata anche dall'ultima questione che si è presentata in quest'Aula; le regole, nelle istituzioni ed anche fuori dalle istituzioni, esistono per agevolare il confronto, non possono esistere regole finalizzate a complicare il confronto, a rendere meno chiare le cose. E invece ancora una volta accade in questo Consiglio che si è dovuto modificare, in qualche modo anche amputare, un ordine del giorno, una libera espressione politica di parte del Consiglio regionale perché le regole vengono utilizzate contro la chiarezza e la produttività del confronto politico. A noi interessava ed interessa ancora oggi arrivare a una prima conclusione: quella di verificare nel Consiglio regionale quale sia il tasso di gradimento e di consenso che ha il Governo della Regione. Questo era e rimane l'obiettivo principale. Per cui si può procedere tranquillamente oggi al voto di questo ordine del giorno, che consegue a una mozione articolata ed argomentata, che consegue a due giorni di dibattito nel quale sono intervenuti quasi tutti i consiglieri regionali, e l'articolo 118 parla di voto dopo tre giorni dall'annuncio, non dalla formale presentazione, dall'annuncio. Ma i contenuti di questo ordine del giorno, i contenuti, la sostanza sono o no annunciati almeno da venti giorni, attraverso una mozione articolata? Ma in questi giorni di che cos'altro abbiamo discusso se non di quello che è contenuto in quell'ordine del giorno? Nell'ordine del giorno c'è di meno e non di più, rispetto a quello che era nella mozione, rispetto a quello che è stato il dibattito in Aula. E tutti a cavillare, a dilazionare e a inventare tornanti i più tortuosi possibili per arrivare ad una conclusione che qui però deve essere chiarita subito. Che tutti, ivi compreso il Presidente del Consiglio regionale, possono prendere parte alla contesa politica; che tutti, ivi compreso il Presidente del Consiglio regionale possono votare sulle Giunte e contro le Giunte, che il Presidente del Consiglio regionale può fare dichiarazioni, può convocare conferenze stampa sulle liste elettorali nel suo ufficio, poteva incaricare i colleghi del suo gruppo, quando esisteva, perché pare che da ieri quel Gruppo non esista più e il Consiglio non è stato neppure informato che quel Gruppo non esiste più. Tutto può accadere in questo Consiglio regionale, le regole saltano e però poi sempre vengono utilizzate per censurare, e in questo modo si continua ad affermare che la Presidenza del Consiglio non è censurabile. Ma per non essere censurabile deve essere super partes, deve accettare la funzione di garanzia, deve accettare la funzione di arbitro, se non l'accetta si sottopone alla censura necessariamente, se no sarebbe assurdo che uno possa interferire, intervenire, sfiduciare anche il Presidente della Regione, però poi il Consiglio non possa esprimere un parere, una censura. E' una follia e fa parte di questo gioco che era e rimane perverso, che ha portato alla nascita viziata di quella maggioranza, e nel dibattito si è accertato che quella maggioranza non c'è più, non c'è, non perché se n'è costituita un altra, che ancora non si riesce a capire come si componga, tuttavia quella maggioranza non c'è, lo ha detto il dibattito, lo hanno detto gli interventi in Aula, il voto penso certificherà che ci sarà una non maggioranza che non può quindi sostenere l'attuale Giunta Regionale. Chiamatela sfiducia, censura, "auguri e buone feste", chiamatela come volete, la sostanza è quella.

Votazione per appello nominale

Presidente. Indico la votazione per appello nominale dell'ordine del giorno.

Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no. Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello.

(E` estratto il numero 37, corrispondente al nome del consigliere Lai).

Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello iniziando dal consigliere Lai.

Il Segretario procede all'appello.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: LAI - MARROCU - MORITTU - ORRU' - ORTU - PACIFICO - PIRISI - PUSCEDDU - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SCANO - SELIS - SPISSU - SECCI - VASSALLO - BALIA - BIANCU - CALLEDDA - COGODI - CUGINI - DEIANA - DEMURU - GRANELLA - DETTORI - DORE - FADDA - FALCONI - GIAGU - IBBA.

Rispondono no i consiglieri: LIORI - MASALA - MILIA - MURGIA - GIOVANNELLI - ONIDA - LOCCI - OPPI - PIANA - PILI - PILO - PIRASTU - PITTALIS - RASSU - SANNA NIVOLI - SCARPA - TUNIS - USAI - VARGIU - BALLETTO - BIANCAREDDU - BIGGIO - CAPPAI - CARLONI - CASSANO - CONTU - CORONA - PISANO - FANTOLA - SATTA - DIANA - FLORIS - FOIS - FRAU - GRANARA - LA SPISA - LADU.

Si è astenuto: il Presidente SERRENTI.

Presidente. Prima di dare il risultato delle votazioni informo il Consiglio che gli onorevoli Manca, Sanna Giacomo, Licandro, Masia e Corda sono in missione; sono quindi assenti giustificati, ma sono assenti.

Risultato della votazione

Presidente. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 69

Votanti 68

Astenuti 1

Maggioranza 35

Favorevoli 31

Contrari 37

(Il Consiglio non approva)

Comunicazioni del Presidente

Presidente. Devo fare due comunicazioni, che avrei dovuto fare questa mattina, ma non le avevo ancora ricevute.

Comunico di avere ricevuto, in data 18 giugno 2001, la seguente lettera: "Con la presente comunico che, essendo venute meno le condizioni di appartenenza al Gruppo di Convergenza Sarda, aderisco con decorrenza immediata al Gruppo Misto. Firmato, onorevole Mario Floris".

E' chiaro che sia l'onorevole Floris che gli altri quattro consiglieri appartenenti a questo Gruppo, non essendoci più le condizioni regolamentari per l'esistenza del Gruppo di Convergenza Sarda, confluiranno tutti nel Gruppo Misto.

Comunico altresì che, in data 7 giugno 2001, gli onorevoli Pierpaolo Vargiu e Bruno Murgia sono stati nominati rispettivamente Presidente del Gruppo Riformatori Sardi e Presidente del Gruppo Alleanza Nazionale.

Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta è tolta alle ore 21 e 31.