CCCLXXXV SEDUTA
(ANTIMERIDIANA)
Giovedì 25 Marzo 1999
Presidenza del Presidente Selis
indi
del Vicepresidente Zucca
La seduta è aperta alle ore 9 e 48.
FRAU, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta di giovedì 11 marzo 1999 (381), che è approvato.
Congedo
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Paolo Fadda ha chiesto di poter usufruire di un giorno di congedo a far data dal 25 marzo 1999. Se non vi sono opposizioni il congedo si intende accordato.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Per definire l'ordine dei lavori, anche alla luce dei lavori della Commissione prima e del dibattito di ieri in Consiglio sul provvedimento di istituzione del parco di monte Arci, credo opportuno sospendere qualche minuto e convocare la Conferenza dei Capigruppo.
I lavori riprenderanno alle ore 10.
(La seduta, sospesa alle ore 9 e 50, viene ripresa alle ore 10 e 05.)
PRESIDENTE. Comunico all'Assemblea l'ordine dei lavori deciso in Conferenza dei Capigruppo. Visto l'andamento del dibattito sulla legge relativa al Monte Arci si è deciso di sospenderne la discussione e di rinviare anche la discussione dei provvedimenti sul personale, in attesa dell'approvazione della quarto provvedimento di legge in Commissione, e di procedere quindi all'esame dei successivi provvedimenti all'ordine del giorno. In particolare i seguenti: proposta di legge numero 380, Vassallo e più, sul trasferimento al comune di Portotorres del complesso immobiliare ivi realizzato ai sensi della 588; poi la proposta di legge 503, Fois, Ghirra e Cadoni, su interventi della Regione a sostegno dell'editoria; terza la proposta di legge 424, Costituzione dell'azienda speciale per la lotta contro la talassemia, relatore Macciotta; quarto, ove perfezionato, il provvedimento che riguarda Gairo, Osini; quinto il provvedimento sulla pesca, almeno la discussione generale per valutare le posizioni e gli emendamenti; sesto lo sport, ma credo che questo andrà verso la fine della tornata.
Discussione generale della proposta di legge Vassallo - Montis - Concas - Aresu - La Rosa: "Norme disciplinanti il trasferimento al Comune di Portotorres del complesso immobiliare ivi realizzato ai sensi della Legge 11 giugno 1962, n. 588, la regolarizzazione del titolo di possesso dell'immobile e la cessione in proprietà agli aventi titolo" (380)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 380. Dichiaro aperta la discussione generale. Poiché il relatore Sassu è assente ci si rimette alla relazione scritta.
E` iscritto a parlare il consigliere Vassallo. Ne ha facoltà.
VASSALLO (Gruppo Misto). Intervengo brevemente in quanto non è presente il relatore. Si tratta di una semplice proposta di legge che permette di sanare una situazione che è in campo da circa trent'anni su una serie di alloggi siti in Portotorres, costruiti con il primo piano di rinascita. Per una serie di vicissitudini che sono nate subito dopo la costruzione degli alloggi, tali alloggi, con ordinanza prefettizia seguita da ordinanza del sindaco, vennero via via requisiti per motivi di calamità. Nel senso che a suo tempo a Portotorres vi fu un'alluvione che portò interi gruppi familiari che abitavano in uno specifico quartiere a trovarsi senza un'abitazione; dopo di che vi fu un tentativo della Regione di passare questi alloggi alle competenze dell'Istituto autonomo case popolari. Questo fatto non ebbe mai a concretizzarsi in quanto nel tempo gli alloggi si trovarono in condizioni precarie rispetto alle manutenzioni, per cui l'Istituto riteneva che l'onere da dover sopportare per la gestione di questi alloggi fosse insopportabile e metteva in discussione la stessa gestione complessiva dello stesso Istituto. Per cui si aprì una controversia che durò anni e che non giunse mai a compimento. Nella considerazione che la Regione chiaramente non ha competenze e capacità di gestione diretta di alloggi popolari, soprattutto così decentrati rispetto alla stessa Regione, si trova nella condizione di non riuscire a gestire un patrimonio così grande.
La mancata gestione, nonostante le varie sollecitazioni dei cittadini che abitavano in quelle case, ha portato a un passaggio di tempo ormai trentennale, senza la possibilità né per gli stessi di pagare un minimo di affitto, e comunque il canone che era giusto che pagassero, in quanto a tutte le richieste e sollecitazioni di determinare i parametri per i pagamenti e a chi dovevano devolvere le stesse provvidenze che gli derivavano dall'alloggiare in un alloggio della Regione, venivano nei fatti impedite. Questa proposta di legge si pone soltanto l'obiettivo di sanare una situazione, come dicevo poc'anzi, che dura da trent'anni, che va sanata in via legislativa in quanto gli stessi alloggi risultano non accatastati, le stesse cartografie delle costruzioni risultano bruciate nell'incendio che ci fu, se non sbaglio, presso l'Assessorato dei Lavori pubblici, per cui ci troviamo di fronte ad una situazione che, perché gli stessi alloggi siano inseriti nei beni alienabili, la Regione dovrebbe spendere all'incirca un miliardo di lavoro per professionisti. Per cui ci è sembrata la cosa più semplice trasferire gli alloggi al comune di Portotorres, inserendo delle norme che prevedano anche l'alienazione a favore di coloro che oggi vivono in quegli alloggi e, con il ricavato, l'amministrazione comunale potrà far fronte alle spese che derivano dagli adempimenti burocratici, a cui comunque il comune dovrà far fronte non soltanto per l'accatastamento in quanto tale, ma per la ricostruzione dei progetti di costruzione degli stessi alloggi, in quanto sono elemento necessario per poter definire un accatastamento. Per cui mi sembra un atto molto semplice, che dà giustizia e crea giustizia nel territorio della Sardegna. In considerazione che risulta che situazioni similari ci potrebbero essere in altre zone, anche se sappiamo che vi sono realtà con sfaccettature diverse, questa legge può determinare uno spartiacque anche per situazioni che possono essere simili in altre zone della Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Il testo della legge suscita non pochi dubbi e perplessità, intanto perché non si capisce perché la Regione non provveda direttamente alla dismissione del complesso immobiliare procedendo direttamente all'assegnazione a favore di coloro che attualmente occupano questi immobili; non capiamo la necessità di creare il doppio o triplo passaggio attraverso il trasferimento al comune che deve accollarsi oneri gestionali e oneri di conservazione di quel patrimonio quando invece il trasferimento potrebbe essere appunto nell'ottica della dismissione del patrimonio regionale, come già sta avvenendo, direttamente in favore di coloro che attualmente occupano. Quindi non comprendiamo, innanzitutto, il perché di questo trasferimento al comune che creerebbe soltanto oneri nuovi, oneri che sappiamo sarebbero certamente non sostenibili per le casse già disastrate dei nostri comuni. Tanto più che in questa proposta di legge è prevista proprio la legittimazione e l'acquisto degli alloggi, quindi il passaggio successivo, e tra l'altro i requisiti che sono indicati davvero non convincono, perché addirittura scopriamo all'articolo 4 che il diritto ad avere un alloggio è condizionato alla non commissione di illecito civile o penale. A parte che la categoria degli illeciti è ben delimitata e sono individuabili chiaramente le fattispecie penali, per quanto riguarda l'illecito civile se lei, onorevole Vassallo, per disgrazia dovesse avere anche un incidente, per esempio un tamponamento della sua macchina, anche quello verrebbe qualificato come fattispecie di illecito civile. Immagini cosa avete voluto dire, lei o i proponenti, nella previsione anche dell'illecito civile, significherebbe escludere a priori la possibilità di ritenere legittimati gli occupanti per il fatto stesso che sia pendente anche una causa civile, dove si faccia questione di responsabilità extracontrattuale.
E` una bizzarria, ritengo veramente che questa legge di per sé renda più complicato e più complesso, e forse non era nelle stesse intenzioni dei proponenti, ciò che invece si voleva conseguire. Quindi, in queste condizioni noi siamo contrari all'approvazione di questo testo di legge, così come formulato. Quindi invito i proponenti semmai a valutare se si può trovare, nell'ambito della disciplina generale della dismissione degli immobili, un criterio che renda possibile il trasferimento direttamente agli aventi diritto, sulla base delle norme che già esistono e sulla base dei principi del nostro ordinamento, statale e regionale, senza la necessità di creare complicazioni procedurali e senza creare delle condizioni per quanto attiene al profilo della legittimazione all'acquisto che veramente non hanno riscontro in nessuna procedura ispirata ai criteri di chiarezza, di trasparenza e di efficienza.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Masala. Ne ha facoltà.
MASALA (A.N.). Molto brevemente, per integrare quanto ha detto l'onorevole Pittalis, e che mi viene suggerito dalla relazione dei proponenti, e precisamente da quanto è scritto alla lettera B della relazione medesima. Qui si dice che il comune, una volta acquisita la proprietà, deve chiedere il pagamento di una somma a titolo di sanatoria per il mancato pagamento dei canoni di assegnazione degli alloggi. Allora io mi chiedo, qui non è in discussione il fatto che si faccia pagare la sanatoria o che si esoneri addirittura l'assegnatario al pagamento di un qualunque canone, il problema che io pongo all'attenzione dell'Assessore è un altro, cioè io mi chiedo in che modo gli uffici che sono preposti al demanio e patrimonio della Regione provvedano a compiere le loro funzioni. Come mai esistono delle proprietà regionali assegnate a delle persone che devono corrispondere dei canoni, questi canoni non vengono riscossi e nessuno se ne preoccupa. Non capisco questo modo di fare, su questo bisogna che l'Assessore della Programmazione ci dia una risposta, perché evidentemente non è assolutamente tollerabile che dei patrimoni regionali siano lasciati privi di gestione, siano lasciati all'uso indiscriminato di chi occupa arbitrariamente o abusivamente o, anche in questo caso, sulla base di titoli formalmente autorizzativi, ma comunque senza che ci si preoccupi nel modo più assoluto di far entrare nelle casse della Regione quanto alle stesse è dovuto.
Allora, rivista la situazione sotto questa luce, in realtà appare effettivamente incomprensibile il trasferimento di un bene che è destinato ad uso abitativo, e che quindi viene dato a degli assegnatari, e non risulta la ragione, almeno apparente, per la quale questa proprietà non venga dismessa direttamente a favore di coloro che ne hanno diritto e che oggi già occupano l'immobile. Cioè non riesco a capire per quale motivo questa operazione debba essere fatta dal comune di Portotorres, quando molto più facilmente può essere fatta da chi gestisce il patrimonio regionale. Perché, se è vero che i finali destinatari di questi immobili dovranno essere gli attuali assegnatari, almeno in gran parte, non vedo perché questa operazione non venga fatta. Ma soprattutto insisto sull'esigenza che in quest'Aula venga chiarito, venga spiegato e venga data ragione del perché esistano dei canoni di assegnazione che non sono stati corrisposti alla Regione.
Ma questo non è il grave, io voglio sapere che cosa ha fatto la Regione per recuperare questo somme, e siccome non ha fatto niente, o non avrebbe fatto niente stando alla relazione, e devo prendere per buono quello che c'è scritto nella stessa, dal momento che la Commissione competente nulla ha rilevato in materia, se sia tollerabile che si omettano atti di ufficio così importanti.
Presidente. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio.
SCANO, Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio. Semplicemente per ricordare che non si tratta di un disegno di legge della Giunta, si tratta di un progetto di legge di iniziativa consiliare, che la Giunta non ha preso in esame, per cui la Giunta sul merito del P.L. non può far altro che rimettersi all'Aula. Per quanto riguarda la questione relativa alla situazione pregressa che è stata posta correttamente dal consigliere Masala io non posso, allo stato delle cose, non disponendo in questo momento degli elementi informativi, che assumere l'impegno ad una immediata indagine conoscitiva per avere tutti gli elementi di informazione e di valutazione per gli adempimenti conseguenti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'onorevole Vassallo. Ne ha facoltà.
VASSALLO (Gruppo Misto). Soltanto per una precisazione; per la Giunta riguardo a questo provvedimento è stato sentito l'Assessore degli enti locali e non soltanto ha espresso parere favorevole, ma ha espresso anche la necessità e un giudizio favorevole sul provvedimento in quanto permette concretamente di dare risoluzione ad un problema che giace da trent'anni, in quanto la Giunta non sarebbe in grado in tempi brevi di dare soluzione a questo problema.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio.
SCANO, Assessore della programmazione, bilancio, credito ed assetto del territorio. Ringrazio il consigliere Vassallo per il soccorso, però in assenza dell'Assessore degli enti locali l'opinione della Giunta non può essere espressa da un consigliere, viene espressa dalla Giunta e la Giunta si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Signor Presidente, sono costretto ad utilizzare tutti gli strumenti regolamentari, non voglio però bloccare i lavori dell'Aula, io preannuncio la richiesta di voto segreto, quindi se si vuole sospendere, perché constato che non c'è il numero legale, si può anche posticipare la votazione fra mezz'ora o un'ora. Lo dico per non intralciare i lavori dell'Aula.
PRESIDENTE. Prendo atto di questo e ringrazio anche la sensibilità della segnalazione; per un fatto pratico sospendiamo la discussione del progetto di legge numero 380, ricordo che abbiamo concluso la discussione di carattere generale, dobbiamo solo mettere in votazione il passaggio agli articoli.
Discussione e approvazione della proposta di legge Fois Paolo - Ghirra - Cadoni: "Modifica alla legge regionale 3 luglio 1998, n. 22, concernente: 'Interventi della Regione a sostegno dell'editoria locale, dell'informazione e disciplina della pubblicità istituzionale e abrogazione delle leggi regionali n. 35 del 1952 e n. 11 del 1953'" (503)
PRESIDENTE. Procediamo alla discussione della proposta di legge 503 A, a firma Fois, Ghirra, Cadoni.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Ghirra, relatore.
GHIRRA (Progr. Fed.), relatore. Sarò brevissimo, perché l'argomento è molto chiaro. Questo Consiglio regionale ha approvato nel mese di maggio dello scorso anno una nuova legge che complessivamente detta norme nel settore dell'editoria, scritta, radiofonica e televisiva. Il provvedimento, per una storia kafkiana che sarebbe però carino se la Giunta chiarisse, è rimasto chiuso nei cassetti di qualche assessorato invece che essere notificato agli uffici dell'Unione Europea. E` rimasto chiuso sino al mese di gennaio. Il risultato è che questo provvedimento, che abroga una serie di norme precedenti, non è in vigore, dunque praticamente il settore non è governato. La ragione per cui è stata proposta questa legge è che, attraverso questa, si può intanto procedere in regime di de minimis, in attesa che venga chiarito complessivamente il contenzioso con l'Unione Europea. Però sarebbe interessante e molto utile, soprattutto per le migliaia di operatori del settore che si rivolgono all'amministrazione regionale, che questa uscisse da un atteggiamento burocratico che tende soltanto a dilazionare i tempi ed entrasse nel merito e si rendesse conto che il suo compito è amministrare per i cittadini.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S.d'Az.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, spesso in quest'Aula si parla a vuoto e non si è ascoltati; perché il fatto che la legge sull'editoria non avrebbe trovato il consenso in sede di Unione Europea era stato detto da questa parte politica in modo chiaro e la legge aveva appunto avuto un nostro atteggiamento non favorevole sotto questi aspetti.
Il fatto è che si è voluto fare una legge che dà incentivi alle imprese in quanto imprese, si è voluto slegare il discorso di questo intervento della Regione dalla tutela di interessi culturali che invece, a livello di Unione Europea, potevano essere salvaguardati, perché ricordiamo, per esempio, che l'Unione Europea ha dei programmi specifici per le lingue e le culture minoritarie, invece questo aggancio che il Consiglio poteva fare, avendo approvato una legge sulla lingua e la cultura sarda, non si è voluto fare, perché fra i promotori di questa legge vi era qualcuno che voleva, e questo purtroppo è stato poi riportato nel testo di legge, contribuire a imprese che tutto avevano nel programma salvo che la valorizzazione della nostra cultura.
Per cui io ritengo che questo provvedimento sia un provvedimento tampone, ma la legge sull'editoria vada riaffrontata ed inquadrata come intervento culturale della Regione e non come intervento di incentivo alle imprese, perché incentivi alle imprese slegati dalla tutela dei valori culturali non hanno cittadinanza all'interno dell'Unione Europea.
Quindi io mi dichiaro favorevole a questa legge, come provvedimento tampone, ma ritengo che non si possa fare la politica per l'editoria se non si modifica profondamente la legge che il Consiglio aveva approvato.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Paolo Fois. Ne ha facoltà.
FOIS Paolo (Progr. Fed.). Signor Presidente, colleghi, io dissento dalla valutazione critica che il collega Bonesu ha dato nei confronti della legge, anche perché io credo che il problema fondamentale che riemerge continuamente nell'Aula è che noi non dobbiamo accettare supinamente l'interpretazione riduttiva, da burocrate e non conforme ai principi del Trattato che gli uffici della Commissione europea danno di norme in materia di aiuti. Si delinea, e da tempo è alla base della giurisprudenza della Commissione, una linea che vede soltanto ossessivamente un problema di concorrenza e di distorsioni alla concorrenza, senza dimenticarsi che ormai tra i principi ispiratori del Trattato c'è anche quello della coesione, che tempera quindi la rigidità del principio di concorrenza. Questo è un problema fondamentale, non dobbiamo mai dimenticarcene, e mi fa specie che proprio il collega Bonesu abbia una posizione di supina accettazione della giurisprudenza della Commissione, mai dobbiamo accettare per principio la linea dei burocrati di Bruxelles, ma dobbiamo contestare le loro tesi punto per punto.
Premesso che non si tratta di un'opposizione, ma di una richiesta di chiarimento, volevo dire che, a parte queste considerazioni di carattere generale che ci rafforzano molto nella nostra posizione e che ci spingono a confermare questa linea, la legge in questione è essenzialmente una legge a favore della cultura. Quando si andrà a trattare con i burocrati di Bruxelles si spiegherà che non c'è concorrenza in questo campo, sia perché il nostro è per così dire un mercato chiuso e nessuna impresa viene a pubblicare delle opere che sono quelle al 99 per cento finanziate dalla Regione, che riguardano in qualche modo la cultura e la Sardegna. Quindi, in mancanza di concorrenza, non c'è un problema di distorsione, ed è appunto questa la linea che dobbiamo sostenere, è conforme ai principi del Trattato, non ci sono distorsioni alla concorrenza, è un intervento che è mirato a favorire la diffusione di opere che altrimenti non avrebbero mercato, e quindi anche muovendosi in una logica di applicazione dei principi della concorrenza le riflessioni e le richieste di chiarimento da parte dei funzionari della Commissione avrebbero questa risposta. Quindi per questo motivo chiedo naturalmente che questa legge venga approvata, ma che si mantenga l'ispirazione generale, pronti ad un confronto con gli uffici della Commissione.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
SCANO, Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. L'Assessore non ha niente da aggiungere.
PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 1.
FRAU, Segretario f.f.:
Art. 1
1. Nel periodo intercorrente tra l'entrata in vigore della legge regionale 3 luglio 1998, n. 22 (Interventi della Regione a sostegno dell'editoria locale, dell'informazione e disciplina della pubblicità istituzionale e abrogazione delle leggi regionali n. 35 del 1952 e n. 11 del 1953) e la decisione comunitaria di autorizzazione ai sensi degli articoli dal 92 al 94 del Trattato CE, i benefici previsti dalla stessa legge sono concessi ai soggetti di cui ai capi I, II e III nei limiti del regime de minimis di cui alla decisione 96/C 68/06CE della Commissione del 6 marzo 1996.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S.d'Az.).Signor Presidente, colleghi consiglieri, approfitto dell'articolo 1, che è poi l'intera legge, per replicare alle dichiarazioni dell'onorevole Fois. Mi sembra che noi non dobbiamo andare a contestare nell'Unione europea cose che sono assolutamente pacifiche; l'adesione all'Unione europea comporta il rispetto di certe regole e la legge sull'editoria approvata dal Consiglio regionale non rispetta quelle regole, perché si danno, per esempio in materia di editoria libraria, dei benefici qualunque tipo di opera si pubblichi. E` vero che l'incidenza sulla concorrenza è minima per cui, con i fondi fin troppo ristretti (come abbiamo più volte lamentato), la Regione comunque non può fare grande distorsione alla concorrenza, però in teoria l'intero finanziamento potrebbe essere speso per incentivare la produzione e l'acquisto di libri, che non sono minimamente connessi con i problemi della cultura sarda e con il territorio della Sardegna. Si è voluto eliminare il riferimento alla materia Sardegna contenuto nella precedente legislazione, ma quel riferimento consentiva un intervento sì distorsivo della concorrenza, ma perché avveniva a tutela di una cultura minacciata, si è voluto levare questo, si è voluta fare una legge unicamente a favore delle imprese, indipendentemente dal contenuto delle opere che vengono pubblicate. La conseguenza è chiaramente che poi la legge viene bloccata.
Credo che occorra cambiare, ritornare all'impostazione, sotto questo profilo, della precedente legislazione, e anzi occorrerebbe un intervento della Regione ben più ponderoso e massiccio di quello previsto da questa legge.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lippi. Ne ha facoltà.
LIPPI (F.I.).Signor Presidente, colleghi consiglieri, io non credo che oggi si debba discutere di quello che era il contenuto di questa legge sull'editoria, del quale per altro abbiamo abbondantemente discusso nel momento stesso in cui l'Assemblea ha approvato quella legge. Il problema del quale oggi ci troviamo a dover discutere e dibattere è un problema che ci trasciniamo come Consiglio regionale ormai da cinque anni, ovverosia ogni qualvolta questa Assemblea ha approvato delle proposte di legge o dei disegni di legge che andavano a modificare regimi di aiuti, questo Consiglio regionale, quindi l'intera amministrazione regionale, si è trovata a doversi vedere rallentati dall'Unione europea i provvedimenti, credo per fatti procedurali che in cinque anni non siamo mai riusciti a mettere a fuoco per far sì che le leggi non venissero bloccate e trattenute dall'Unione europea.
E mi fa piacere leggere nella relazione dei proponenti della proposta di legge 503, l'annotazione in riferimento a questo; quando infatti si dice "a causa dei disguidi e ritardi degli assessorati regionali interessati, la legge approvata dall'Aula nel maggio '98 e la cui entrata in vigore era procrastinata al primo gennaio '99, è stata notificata alle autorità comunitarie a metà gennaio '99". Questo è il punto sul quale dovremmo riflettere più attentamente. Io ricordo che due anni fa si fece un incontro tra Presidente del Consiglio, presidenti delle Commissione e vicepresidenti delle commissioni, proprio per discutere di questo problema, quindi dell'aspetto della comunicazione nei tempi di quelli che erano provvedimenti di legge che andavano a modificare il regime di aiuti. Sono passati due anni, ne sono passati cinque, il rapporto con l'Unione europea è sempre più stretto e più richiesto anche da quelle che sono le normative, ci stiamo avviando verso una fase dove questo rapporto verrà richiesto quasi su tutti i provvedimenti, ed allora io inviterei anche i colleghi, nel corso di questa discussione o nei prossimi giorni, a riflettere su quello che dovrà essere un rapporto tra Consiglio regionale, tra Regione autonoma della Sardegna ed Unione europea, che va certamente anche al di là di quelli che sono i contenuti delle leggi stesse, che certamente devono essere regolamentate e scritte in base a quelli che sono i dettati dell'Unione europea.
Ma se, visti gli sforzi che a volte vengono fatti, poi ci si perde in quello che è un problema di procedura e di burocrazia, credo che allora vanificheremo anche il lavoro che viene fatto all'interno di questa Assemblea. Il risultato, in ogni caso, di tutto questo è che oggi ci troviamo di fronte a un'emergenza, ci troviamo di fronte al fatto che chi opera in quel settore ha una legge che praticamente non esiste, perché la legge di riferimento precedente di fatto era stata abrogata con l'approvazione di questa norma e, nonostante approvassimo questo unico articolo, ci troveremmo con una legge monca, cioè con una legge che può lavorare non a pieno ritmo, ma a basso numero di giri.
Quindi la riflessione che volevo portare all'intera Assemblea era quella che, nonostante siano passati tanti anni, nonostante questo Consiglio regionale, questa Regione autonoma della Sardegna si sia vista in questi cinque anni in più di un'occasione rinviare i provvedimenti che erano urgenti e importanti, il fatto continua e persiste, e questa volta fortunatamente non per colpe o manchevolezze da parte del Consiglio regionale, ma da parte della Giunta regionale e dei suoi uffici.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della proposta di legge numero 503.
Rispondono sì i consiglieri: BALIA - BERRIA - BONESU - BUSONERA - CADONI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA - FALCONI - FERRARI - FOIS Paolo - FOIS Pietro - FRAU - GHIRRA - GIAGU - GIORDO - GRANARA - LA ROSA - LIPPI - LODDO - LOMBARDO - LORENZONI - MACCIOTTA - MANCHINU - MARRAS - MARTEDDU - MASALA - MONTIS - MURGIA - OBINO - ONIDA - OPPIA - PETRINI - PIRASTU - PITTALIS - SANNA NIVOLI - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco Fabrizio - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.
Si sono astenuti: il Presidente SELIS e il consigliere MARRACINI.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 50
Votanti 48
Astenuti 2
Maggioranza 25
Favorevoli 48
(Il Consiglio approva).
Discussione e approvazione del testo unificato delle proposte di legge Masala - Pittalis - Amadu - Bonesu - Balletto - Bertolotti - Biancareddu - Biggio - Boero - Cadoni - Carloni - Casu - Concas - Fantola - Federici - Floris - Frau - Giordo - Granara - Liori - Lippi - Locci - Lombardo - Manunza - Marracini - Marras - Milia - Montis - Oppia - Pirastu - Sanna Giacomo - Sanna Nivoli - Serrenti - Tunis Marco - Usai Edoardo: "Costituzione dell'Azienda speciale per la lotta contro le thalassemie" (424) e Marteddu - Giagu - Ladu - Lorenzoni - Piras - Secci - Tunis Gianfranco: "Costituzione dell'Azienda speciale per la lotta contro la talassemia" (461)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge numero 424 e 461.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Macciotta, relatore.
MACCIOTTA (Gruppo Misto), relatore. Il provvedimento che viene presentato oggi, con l'unificazione delle proposte di legge 424 e 461, rappresenta un evento importante per un particolare problema della nostra popolazione isolana, cioè le malattie talassemiche, in quanto si cerca di dare un assetto funzionale e operativo migliore rispetto alla situazione attuale, che consenta soprattutto di perseguire l'obiettivo di realizzare un livello di assistenza uniforme per queste malattie su tutto il territorio regionale.
Per doverosa chiarezza nei confronti di tutti voglio dire che il modello organizzativo proposto rappresenta una innovazione e che sussistono delle difficoltà, che io spero saranno superate in sede governativa, per quanto riguarda la competenza della nostra Regione a effettuare tale approccio, in un certo senso sperimentale, a un nuovo tipo di organizzazione.
Premesso ciò, il testo che viene oggi presentato in Consiglio segue appunto l'impianto delle proposte di legge originarie a cui per altro sono state apportate diverse modifiche dalla Commissione per rendere più comprensibile quello che è lo scopo con cui questo modello sperimentale si deve confrontare, e anche per quanto riguarda l'organizzazione data a questa azienda speciale, che la Commissione ha cercato di rapportare per quanto possibile ai modelli aziendali previsti dalla 502.
Per quanto riguarda le finalità del provvedimento io rimando alle relazioni introduttive alle proposte di legge originarie che trovate nel contesto che vi è stato presentato, relazioni che hanno esposto con chiarezza i presupposti dottrinali del provvedimento anche alla luce dei grandi progressi apportati dalla ricerca alle nostre conoscenze relative alla epidemiologia, patogenesi e clinica delle talassemie, alle nuove possibilità di prevenzione, di diagnosi e di terapia, alla patomorfosi, cioè alla trasformazione della sintomatologia di queste affezioni conseguente alla terapia stessa. In particolare in quella relazione sono stati sottolineati i peculiari dati epidemiologici regionali, tali da conferire alle talassemie, nel contesto isolano, una rilevanza sociale che legittima pienamente l'impegno finanziario e organizzativo profuso in questo settore dalla Regione sarda e dalle sue istituzioni sanitarie, impegno che si è tradotto, tra l'altro, intorno agli anni '80 nell'ideazione e nella realizzazione di un apposito presidio ospedaliero deputato non solo al ricovero dei pazienti talassemici, ma anche alla funzione di centro di riferimento per le specifiche attività preventive ed assistenziali sul territorio regionale, e di ambiente in cui potesse più agevolmente e produttivamente svilupparsi la ricerca correlata a queste forme morbose, in collaborazione con le università e con le alte istituzioni nazionali ed internazionali di ricerca, tenendo conto al riguardo anche del fatto che si sono insediate, nel contesto di questo ospedale, strutture universitarie cliniche dell'ateneo cagliaritano.
Consentitemi, a questo proposito debbo rivolgere un pensiero grato a coloro cui si deve, negli anni che ho citato, l'ideazione, la realizzazione e in seguito l'apertura effettiva di questo ospedale, perché è a loro che si deve questo grande passo avanti nell'assistenza di queste forme che colpiscono particolarmente la nostra popolazione. Nelle relazioni che citavo sono stati altresì esposti i notevoli risultati conseguiti sia sul piano operativo e assistenziale che per quanto riguarda la ricerca, con contributi di grande importanza e rilievo internazionale. Penso che tutti voi abbiate letto recentemente sulla nostra stampa quotidiana l'affermazione lusinghiera di Giannino Chitti, Presidente della Conferenza delle Regioni, che, dopo aver visitato questo ospedale, ha detto che era uno degli ospedali migliori d'Italia a livello dei migliori ospedali europei. Ma abbiamo degli altri riconoscimenti nazionali ed internazionali per questo ospedale e per le équipes che vi lavorano; non dimentichiamo che l'ospedale microcitemico di Cagliari è un ospedale centro di riferimento dell'Organizzazione mondiale di sanità per le anemie ereditarie, questo è un altro lusinghiero riconoscimento.
D'altro canto, però, sono state evidenziate in questi anni di attività le difficoltà insorte relativamente alla gestione e al conseguimento di un'effettiva uniformità dei livelli assistenziali nell'intero ambito regionale. La Commissione ha puntualizzato come queste difficoltà e queste disfunzioni siano derivate dalla limitazione delle effettive possibilità operative a fronte dei peculiari obiettivi legittimamente contemplati a suo tempo dalla programmazione regionale, appunto con la creazione di questo ospedale e dei vari centri regionali sul territorio, ai sensi dell'articolo 1 quinto comma del Decreto Legislativo numero 502 del 1992, in cui, e questo veramente rafforza la precisa speranza che il Ministro e il Governo tengano conto, in questo progetto innovativo, anche di queste considerazioni, che la "502", a livello dell'articolo citato, riporta come competa alle regioni anche stabilire i principi dell'organizzazione delle strutture sanitarie sul proprio territorio.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZUCCA
(Segue MACCIOTTA.) Dicevo di queste difficoltà, infatti non si è rivelata adeguata, sotto il profilo operativo, l'incorporazione di questo presidio, cioè l'ospedale per le microcitemie - ho approfittato dell'occasione, scusatemi, per sancire in legge il titolo corretto di questo ospedale, perché continuare a chiamarlo ospedale microcitemico, cioè facendone un ospedale a sua volta affetto da questa malattia, mi pare quanto meno pleonastico, quindi chiamiamolo ospedale per le microcitemie - dicevo non si è rivelato adeguata l'incorporazione di questo ospedale dapprima nell'ambito di una delle vecchie unità sanitarie locali, l'U.S.L. 21 di Cagliari, e successivamente dell'Azienda sanitaria numero 8 che si è costituita con l'accorpamento delle U.S.L. operanti nel territorio cagliaritano. Infatti si è reso particolarmente evidente il contrasto tra la dimensione territoriale dell'azienda U.S.L. che ho citato e la dimensione operativa prevista ab initio per questo ospedale che non a caso è stato classificato con la sua istituzione come ospedale regionale specializzato. Tutti sappiamo che abbiamo due ospedali che hanno questa particolarità di classificazione a buon motivo; uno è l'ospedale regionale per le microcitemie e l'altro è l'ospedale regionale oncologico, anch'esso ospedale regionale specializzato e di cui ritengo che, allo stesso fine, ci dovremo occupare, o se ne occuperà la legislatura che sta per iniziare, forse sulla falsa riga di quello che stiamo facendo ora per questo ospedale.
La Commissione, dopo queste considerazioni, ha concordato sulla necessità di sancire legislativamente la competenza operativa sull'intero territorio regionale di questo ospedale, anche sotto il particolare profilo del coordinamento dei centri territoriali per la lotta contro le talassemie, individuando con questo stesso provvedimento legislativo le modalità organizzative che ne consentissero e ne disciplinassero l'effettiva estrinsecazione. D'altronde, lo stralcio del piano sanitario regionale relativo alla razionalizzazione della rete ospedaliera aveva già preannunciato, al paragrafo 3 comma 43, l'adozione di provvedimenti in tale indirizzo, e ricordo, come tutti sappiamo, che questo piano è stato approvato da questo Consiglio, è diventato operante ed è stato recepito a livello governativo.
Dopo ampia discussione la Commissione ha concordato con il modello organizzativo individuato dalle due proposte di legge, cioè costituzione sulla base delle competenze attribuite alla Regione dalle disposizioni di cui agli articoli 1 comma 5 e articolo 2 commi 1 e 2 del Decreto Legislativo 502, di un'azienda speciale, in cui incorporare l'ospedale per le microcitemie e a cui attribuire competenze e funzioni coerenti con la specifica finalità. Come detto in premessa, la Commissione ha introdotto nel testo diverse modifiche inerenti ad una più puntuale definizione dell'iter costituivo dell'azienda, dei suoi organi, della struttura, della sfera operativa e delle modalità di finanziamento dell'azienda stessa. In questa definizione ha prevalso l'indirizzo di riferirsi alle disposizioni di cui al predetto decreto 502 del '92 e alla legge regionale 1995 numero 5. Ciò compatibilmente con la dimensione operativa regionale, con cui si identifica, con le specifiche finalità, la specialità della nuova azienda.
Per quanto concerne in particolare il finanziamento delle spese inerenti alle attività svolte dai centri territoriali per la lotta contro le talassemie è stato confermato l'attuale regime retributivo delle prestazioni erogate, tramite le aziende sanitarie cui detti centri fanno capo sotto il profilo amministrativo e gestionale. Analogamente è stato confermato e posto in capo alla nuova azienda l'apposito finanziamento per la ricerca relativa alle talassemie, previsto dalla legge regionale 30 aprile 1990, numero 11. Allo specifico obiettivo di tale ricerca è stata adattata la stessa organizzazione aziendale, con la previsione di un coordinatore scientifico e di un comitato tecnico scientifico, nonché della stipula o del rinnovo di apposite convenzioni al riguardo fra l'azienda stessa, il C.N.R. e le università isolane.
Altro fatto importante che la Commissione ha innovato è che la sfera operativa dell'azienda è stata estesa, nella proposta esitata dalla Commissione, al di là dello specifico campo delle talassemie ad altre patologie congenite, e ciò sulla base delle esperienze maturate al riguardo nello stesso contesto; intendo riferirmi sia agli screenings neonatali per l'individuazione già in età neonatale di particolari malattie congenite. In base alla legislazione vigente questi screening sono obbligatori per quanto riguarda l'individuazione tempestiva dell'ipotiroidismo congenito e di una malattia che, se non si interviene in tempo, compromette irrimediabilmente il sistema nervoso, legata ad una intolleranza per particolari aminoacidi, che è l'oligofrenia fenilpiruvica. Questi screenings, al momento attuale, sono eseguiti tutti presso l'ospedale per le microcitemie; ed allora la Commissione ha ritenuto di estendersi oltre questi screening, contemplando la competenza di questa azienda proposta anche per quanto riguarda malattie disgenetiche rare o di particolare rilevanza nell'ambiente isolano. Purtroppo esistono malattie, soprattutto le cosiddette malattie dismetaboliche congenite in cui, per alterazioni geniche, ci sono delle alterazioni in diversi cicli metabolici e si ha la progressiva compromissione di organi e di apparati, con il sistema nervoso spesso in primo piano, e purtroppo in gran parte di queste forme non esiste attualmente, in attesa della possibilità di una terapia sostitutiva dei geni alterati, una terapia efficace. Per qualcuna esiste una possibilità per lo meno accettabile, per molte altre no.
Il nostro problema di sardi è che il fenomeno dell'endogamia per la nostra qualità di territorio isolano che nei secoli, soprattutto nelle zone centrali (mi riferisco in particolare al nuorese), per quella che è stata la nostra storia, ha determinato, riguardo a questi geni alterati, fortunatamente rari, nella nostra popolazione per queste mescolanze legate ai matrimoni tra affini, tra imparentati anche se di grado lontano, una frequenza di queste malattie, fortunatamente sempre limitata, ma superiore a quella che si realizza in altre parti del nostro Paese, nell'Europa e nel mondo.
Faccio un esempio; le malattie a cui mi riferisco hanno per esempio una frequenza di un caso ogni 250 mila nati; ebbene, anche nella mia personale esperienza, in Sardegna, mentre mi sarebbe dovuto capitare di vedere al massimo un caso di questi nella mia vita, mi è capitato di raggruppare per certe casistiche anche cinque, sei casi. Quindi vedete come l'incidenza tra di noi sia notevolmente superiore.
Ma l'aspetto che voglio ora sottolineare, dal punto di vista legislativo, è che l'apertura a queste malattie disgenetiche rare, ma di particolare importanza nel nostro contesto, si riallaccia ad uno degli obiettivi importanti del nuovo piano sanitario nazionale 1998-2000 che tra i suoi obiettivi, nell'ambito del progetto obiettivo materno infantile, pone questa volta il controllo della malattie disgenetiche rare.
Questo progetto obiettivo contemplato dal piano non è rimasto fermo ai nastri di partenza, è in fase di avanzata elaborazione da parte di una Commissione all'uopo istituita e ho avuto, per la gentilezza di alcuni colleghi, la possibilità di avere la bozza di questo piano e di poter confrontare come l'azienda da noi prospettata con questi ulteriori obiettivi praticamente riesca a realizzare in anticipo quello che è un obiettivo ambizioso del piano sanitario nazionale. Questo nella relazione l'ho messo in evidenza proprio perché anche questo è un elemento che il Governo deve attentamente considerare.
L'attribuzione di queste ulteriori competenze al presidio ospedaliero, afferente a questa azienda speciale, va infatti valutata in una prospettiva globale tenendo conto, quello che ho già citato, dell'identificazione del nostro presidio ospedaliero per le microcitemie come centro di riferimento all'organizzazione mondiale di sanità per le emoglobinopatie ereditarie, ma anche di tutti gli altri centri e servizi di elevata specializzazione e delle attività di studio e di ricerca ad esse correlate che già attualmente operano nel contesto del presidio per le microcitemie.
Li ricordo brevemente; Centro di genetica clinica con annessi laboratori di genetica molecolare e di diagnosi biochimica delle malattie endocrino metaboliche; centro di diagnosi prenatale con annessi laboratori di cito genetica, servizi di consulenza genetica e di assistenza psicologica; servizio di oncoematologia pediatrica; centro pediatrico per il trapianto del midollo osseo, che è una delle armi che abbiamo nella lotta contro la talassemia; servizio di endocrinologia pediatrica.
In tale prospettiva allora, concludendo, la Commissione sottolinea come sussistano i presupposti per la qualificazione del presidio ospedaliero in questione, nell'ambito di quei complessi plurispecialistici di terzo livello previsti dalla bozza del predetto progetto obiettivo materno-infantile del nuovo piano sanitario nazionale, quali centri di riferimento relativamente al programma nazionale per il controllo delle malattie genetiche. Come sia indubbia la necessità per la Sardegna di poter disporre di un proprio unico centro regionale, tenendo conto della nostra condizione di insularità e del numero dei suoi abitanti; come non sussistendo la possibilità di una diversa configurazione giuridica del presidio in questione, in base alla legislazione vigente, la sua incorporazione nell'ambito di un'azienda all'uopo costituita e dotata della stessa autonomia operativa, propria delle altre aziende sanitarie, realizzi le condizioni per una sua effettiva competenza ed operatività su tutto il territorio regionale. Come tale configurazione giuridica consenta di porre in capo all'azienda la stipula delle necessarie convenzioni con le Università di Cagliari e di Sassari, con il CNR e con le altre aziende sanitarie della Regione per quanto concerne gli insediamenti universitari e il CNR, attualmente operanti, o in prospettiva prossima operanti, nel contesto aziendale, per quanto concerne l'attività di ricerca scientifica e il coordinamento delle attività dei centri territoriali per la lotta contro le talassemie.
Voglio aggiungere ancora un'altra cosa; la Commissione sottolinea ancora come nel campo della ricerca la qualificazione della nuova azienda, come soggetto giuridico, crei le condizioni per la possibile partecipazione all'azione Uno del quinto programma quadro di ricerca di sviluppo tecnologico 1998-2002, recentemente approvato dal Parlamento Europeo consentendo di fruire delle relative risorse finanziarie. Come la strutturazione proposta, infine, potrebbe consentire lo svolgimento delle attività istituzionali in condizioni non solo più ottimali sotto il profilo qualitativo, ma anche di maggiore economicità, per il pieno utilizzo di sofisticate e costose apparecchiature tecnologiche e di più agevole riferimento per gli utenti in relazione nella disponibilità nella stessa sede di competenze plurispecialistiche.
Poco fa scambiando un attimo qualche opinione col collega Marteddu, sottolineavo come recentissime acquisizioni nel campo della prognosi e della terapia di queste forme hanno messo in evidenza come il prolungamento della vita di questi soggetti che oggi si verificano, tanto che alcuni sono arrivati al matrimonio e hanno avuto dei figli, è dovuta certamente al miglioramento della nostra assistenza; ma, c'era un ma. Cioè la perdita in età oggi adulta, non più forse giovanile, di questi soggetti per una compromissione cardiaca progressiva che per tanto tempo è stata riferita all'accumulo di ferro, che è caratteristica di queste malattie, altera il tessuto cardiaco, in effetti questo è importante. Ma il fatto che noi oggi questo accumulo di ferro nei tessuti lo controlliamo più agevolmente con le terapie a disposizione, senza che migliorasse questa progressiva alterazione cardiaca, ha spinto a ricercare altre cause. Mi è stato anticipato come l'esito di questa prima indagine sperimentale conforti l'ipotesi che se noi riusciamo a mantenere con il livello trasfusionale dei livelli di emoglobina ottimali per quanto attiene questi pazienti, l'esperienza ormai di decenni ci ha detto che quelli che hanno seguito un regime ottimale trasfusionale non hanno, o hanno in misura molto più ridotta, questa insufficienza cardiaca.
Allora, perché tutti possiamo meditare sulla opportunità di questo provvedimento, pensiamo alla ingiustizia - da un punto di vista etico - dell'avere pazienti affetti dalle stesse forme morbose che in una parte del nostro territorio fruiscono di queste migliori prospettive di vita, perché hanno a portata di mano più agevolmente la possibilità di una terapia ad un livello adeguato, come se è ingiusto che gli altri pazienti di altre zone, pur essendo assistiti e curati anche sotto questi particolari aspetti del progresso delle nostre conoscenze, non possano fruire di questi benefici.
La Commissione, a seguito di tutto quanto detto, e ringrazio per la pazienza con cui il Consiglio mi ha ascoltato, raccomanda l'approvazione di questa proposta di legge.
PRESIDENTE. E` iscritta a parlare la consigliera Dettori Ivana. Ne ha facoltà.
DETTORI IVANA (Progr. Fed.). Colleghi e colleghe, Presidente, arriviamo a discutere della legge sulla costituzione, delle proposte di legge unificate sulla costituzione dell'azienda speciale per le microcitemie, permettetemi di chiamarla così, in seguito ad ampia discussione e non solo discussione delle due proposte di legge, ma i colleghi e le colleghe delle Commissione Sanità, sono stati impegnati in questi ultimi due anni con procedure di ascolto, di confronto con gli operatori e le operatrici dell'azienda sanitaria numero 8, e coloro che lavoravano in modo specifico nell'ospedale per le microcitemie. Questo perché la soluzione non era di semplice risoluzione; come dire: la soluzione non era semplice.
Debbo qua ringraziare - a nome mio ma credo che poi lo faranno gli altri colleghi e le altre colleghe che interverranno - il collega professor Macciotta perché io ritengo che la soluzione adottata sia quella che ha almeno una buona possibilità di poter essere approvata; perché debbo dire che in questi anni noi ci siamo molto interrogati su quale fosse la forma possibile, in base alla legislazione nazionale e regionale, affinché un'azienda di questo tipo e così costituita potesse essere approvata.
E` vero, come diceva il collega, che nel piano stralcio della razionalizzazione della rete ospedaliera c'era l'ipotesi di una costituzione di un'azienda speciale di questo tipo; debbo anche ricordare che in una prima stesura della rete della razionalizzazione ospedaliera noi avevamo previsto un polo di alta specializzazione, proprio perché pensavamo che mettendo assieme specialità come quelle che potevano essere e potevano venire dall'ospedale per le microcitemie, dall'Ospedale Oncologico cosiddetto, potessero costituire in modo più completo...
(Interruzioni)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di consentire lo svolgimento ordinato dell'intervento non intralciandolo con le loro conversazioni.
DETTORI IVANA (Progr. Fed.). Ritengo che possano esserci altri spazi del Consiglio per discutere anche di questioni diverse.
Dicevo che l'ipotesi era un'altra, ma che poi questa ipotesi, anche durante il confronto avvenuto successivamente con gli operatori e le operatrici, non ha potuto aver seguito. Io credo e ritengo che il modello organizzativo che viene proposto dalla sintesi che la Commissione ha fatto delle due proposte di legge, rappresenti sicuramente una novità, anche se questa novità è stata costruita in base, come dicevo prima, alla legislazione innanzitutto nazionale e alla legislazione regionale. Sostanzialmente si prevede non solo la costituzione, come abbiamo detto, della cosiddetta azienda speciale, ma nel contestuale scorporo dell'ospedale per le microcitemie dall'A.S.L. numero 8 della quale fa parte.
Come dire, è stata individuata un'unica procedura, piuttosto che costituirle poi la procedura di scorporo, che così possono avvenire contestualmente; ed è anche sottolineato l'approccio, come diceva il collega Macciotta, sperimentale della organizzazione. Sperimentale, a mio parere, perché noi abbiamo un'azienda all'interno della quale viene inserito un ospedale, ma soprattutto alla quale azienda, per struttura organizzativa, fanno parte i centri per le microcitemie territoriali, e questo è stato (mi voglio soffermare un attimo su questo punto) perché questo probabilmente era ed è ancora - io ritengo - la questione più delicata.
Come noi tutti sappiamo, all'interno delle altre aziende ospedaliere in Sardegna, esistono centri di prevenzione per le talassemie, i quali centri fanno parte integrante dell'organizzazione delle aziende ospedaliere in cui sono dislocati; la proposta della Commissione sostanzialmente tende a far sì che vi sia un'unica programmazione ed organizzazione dei servizi erogati dall' azienda. Non sarà semplice, io ritengo, pur nel dispositivo che abbiamo individuato, far sì che i centri territoriali riconoscano - qui ne va dell'autorevolezza e della capacità anche scientifica che l'azienda speciale riuscirà ad esplicare - la competenza all'azienda di organizzare i centri periferici.
Questa credo che sarà la scommessa vera, anche perché da un punto di vista giuridico i centri per le microcitemie continueranno a far riferimento all'azienda di appartenenza. Con questa proposta di legge, quindi, con l'istituzione dell'azienda speciale, sostanzialmente si vuole, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione, la diagnosi e la cura, far sì che vi sia una uniformità su tutto il territorio regionale degli interventi integrati di informazione e di educazione sanitaria, prevenzione, così come recita l'articolo 1, diagnosi, terapia, riabilitazione, assistenza sociale e psicologica, potenziandone anche le attività di studio e di ricerca, correlandole con le università e con gli altri centri di ricerca presenti in Italia e anche nel bacino del Mediterraneo". Nell'articolato poi ad esempio è prevista, ed è messa in capo all'azienda, la possibilità di firmare (adesso non mi viene il termine me ne scuserete) sostanzialmente dei protocolli con le università e gli altri istituti al fine di perseguire questi obiettivi.
Io credo che noi dobbiamo soprattutto sapere e pensare che vi è un riconoscimento anche nazionale, lo ricordava il collega Macciotta, sulla qualità dei servizi erogati e degli studi di ricerche effettuati nell'ospedale per le microcitemie regionale, e credo che noi con l'approvazione di questo dobbiamo sostanzialmente puntare a far sì che questa azienda diventi il punto di riferimento dell'interno Mediterraneo, anche perché non solo è stato riconosciuto il lavoro, gli studi e le ricerche che sono state effettuate sulle talassemie, ma anche con l'attribuzione di ulteriori competenze di ricerche, quelle che sono state poc'anzi elencate dal collega Macciotta, faranno sì che questo istituto possa davvero diventare un punto di riferimento, di ricerca e di confronto per l'intero bacino del Mediterraneo.
Le risorse: credo che le risorse a cui si potrà attingere possono essere diverse. Alcune sono state già elencate e, innanzitutto, mi pare che le finalità di questa proposta di legge possano essere ravvisate per intero nel Piano sanitario nazionale che è stato appena approvato, 1998 - 2000, e che proprio all'interno di questo vi possano essere progetti obiettivo che possono finanziare i programmi di ricerca dell'azienda stessa. Non solo, abbiamo anche la possibilità, così come io sono convinta saranno in grado di fare, con la presentazione di programmi specifici, di attingere anche alle risorse che non sono poche, messe a disposizione dall'Unione Europea per un programma quadro di ricerca che è stato appena messo a punto.
Condivido molto la relazione fatta dal collega Macciotta, pertanto credo di poterla assumere e di poter concludere qua il mio intervento. Credo semplicemente che noi tutti dobbiamo - come dire - l'auspicio per tutti noi, è che il Governo riconosca la validità e le competenze che sia la legislazione nazionale che regionale attribuisce per l'individuazione di aziende di questo tipo e che soprattutto la capacità programmatoria di tutti i direttori generali, perché questa azienda nascerà anche da un confronto diretto tra direttori generali che già svolgono le loro competenze, e con la mediazione dell'Assessorato, credo che questo possa essere per la sanità sarda un punto di eccellenza.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.
LIORI (A.N.). Signor Presidente e signori Assessori, in rappresentanza della Presidenza della Giunta, un ringraziamento prima di tutto agli operatori di questo ospedale che in tanti anni di lavoro hanno fatto per la Sardegna un beneficio tanto importante e sono stati occasione di crescita non solo della situazione della salute del popolo sardo ma anche nella crescita culturale della popolazione e loro stessa personale, tanto che, come è stato sottolineato, la cultura che si è sviluppata in campo medico nel settore dello studio delle malattie del sangue, in particolare delle talassemie nell'ospedale di Cagliari, ne ha fatto un punto di riferimento, perché già è un punto di riferimento per la sanità e per lo studio delle talassemie in tutto il Mediterraneo.
Quello che abbiamo fatto oggi, cioè l'arrivo in Aula di questa legge, merita un altro ringraziamento, intanto al professor Macciotta per quello che ha fatto, per l'impegno che ha profuso in questa legge insieme alla Commissione sanità che ha fatto sì che con un iter accelerato si prenda un provvedimento così importante e così atteso dagli operatori, ma soprattutto, lasciatemelo dire, dalle persone direttamente interessate, dai malati. Tutto questo è stato possibile col concorso di tutti, perché purtroppo spesso oggi i direttori generali (li ha ricordati la collega Dettori) sono portati a mettere davanti gli interessi della quadratura del bilancio, rispetto talvolta anche a interessi sanitari. E questo non deve accadere, perché un'azienda come questa, che può avere un risultato di eccellenza e mettere la Sardegna sotto l'osservazione di tutto il mondo sanitario nazionale, rischia molte volte di entrare in crisi in alcuni settori per incomprensioni col manager di aziende periferiche, perché sino ad oggi si è operato grazie alla collaborazione e al concorso di tutte le aziende della Sardegna. Abbiamo inteso, con questa legge, mettere fine e mettere un po' d'ordine a questa situazione e dare punti certi anche per l'avvenire agli operatori di questo importante presidio ospedaliero, che stanno raggiungendo risultati importanti anche in altri settori dello studio delle malattie genetiche. Era sui giornali di questi giorni anche il risultato brillante per quanto attiene lo studio della malattia del morbo di Wilson, anch'essa importante più che mai in un territorio ricco - come ricordava il professor Macciotta - proprio per motivi sociali e storici di malattie a carattere genetico.
Credo veramente, nell'annunciare il voto favorevole a questa legge, che l'iter successivo sia ancora positivo anche a livello nazionale. Non voglio neanche perdere tempo nel discutere ancora, perché si abbraccia completamente quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto, perché la legge abbia al più presto la chiusura in quest'Aula con l'approvazione che spero possa essere unanime.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Petrini. Ne ha facoltà.
PETRINI (G.D.R.I. e Ind.). Signor Presidente, colleghi e colleghe, sono molto grata al professor Macciotta per questo suo intervento che mi ha riportato indietro nel tempo quando, all'ultimo anno di medicina, suo padre, il professor Macciotta, che noi studenti chiamavamo Macciotta senior, ci fece la sua ultima lezione appunto sulle microcitemie. Quella lezione, che io ricordo ancora oggi e che mi ha appassionato talmente a questa malattia, da farci poi, in seguito, da giovane medico, dei lavori appunto sulle emoglobinopatie, lavori che ho pubblicato e che sono ormai superati da tante novità, ma certamente allora delle buone cose all'avanguardia.
Sono molto pratica di microcitemie perché, non vi meravigli questo, che c'entra il geriatra con le microcitemie? I ragazzi dell'ospedale, che noi chiamavano microcitemico e che auspichiamo chiamare tutti ormai ospedale per le microcitemie e per la prevenzione alla microcitemia, quando raggiungevano un'età postpediatrica ed erano meravigliosamente vivi, venivano inviati presso la clinica medica quando vi erano delle complicanze particolari, queste complicanze per la maggior parte, come ha spiegato il professor Macciotta, erano di origine cardiologica. Quindi, venivano affidati a me perché ero il geriatra. Perché? Perché il cuore di questi ragazzi aveva una morfologia, una funzione di un cuore molto più anziano rispetto alla loro giovanissima età, dovuto al fatto che c'era un grande accumulo di ferro; pertanto sono dovuta, gioco forza, diventare un'esperta in farmaci chelanti, che sono quelli che diceva il professor Macciotta, che portano via il ferro, e anche di terapia cardiologica di questi pazienti. Non solo: la clinica medica dell'Università di Cagliari aveva messo a disposizione di questo centro due posti letto per maschi e due posti letto per femmine, perché avessero sempre una urgenza a disposizione per questi malati.
Per cui sono molto lieta di ricordare questo periodo della mia vita, di vedere quanto ha camminato l'ematologia in questo campo, ha camminato molto perché i ragazzi hanno raggiunto un'età media adesso molto più avanzata; io ricordo le mie prime condotte, questi bambini, questi esserini pallidi e macilenti che ancora si trasfondeva una volta ogni tanto proprio per aiutarli a sopravvivere, con un aspetto di visetti sofferenti ma soprattutto cambiati morfologicamente, con gli zigomi sporgenti, il nasino appiattito, adesso noi queste, come possiamo chiamarle?, queste lesioni anatomiche noi non le vediamo perché come si diceva vengono tenuti a livello costante di emoglobina; non solo, ma anche nei primi approcci alla cardiologia di questi ragazzi sono stata la prima a dare un consiglio al professor Martelli di trapiantare a questi ragazzi, qualcosa è stato fatto, ma si preferisce logicamente ad un trapianto di cuore un trapianto di midollo in più tenera età. In ogni modo, questa ormai per me è storia della medicina e non vi voglio annoiare ulteriormente, abbiamo visto oggi l'epilogo di questo lungo iter che sfocia in questo riconoscimento, alto riconoscimento di ospedale di alta potenzialità che sarà senz'altro - come diceva la collega Dettori - un centro a cui far capo, non un centro che dovrà andare ad imparare da altri, ma dove verranno ad imparare le tecniche, la ricerca, scambi importanti di lavori e di casistica. Grazie a tutti.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare la consigliera Busonera. Ne ha facoltà.
BUSONERA (Progr. Fed.). Devo dirvi che più che come legislatore sono molto felice oggi di questa decisione che il Consiglio regionale sta assumendo, cioè quella della costituzione in azienda speciale dell'ospedale microcitemico.
E` stata sicuramente una decisione nata dal forte impulso che gli operatori dell'ospedale microcitemico hanno dato a questo Consiglio, e devo dire per la verità che non è stata una decisione presa in modo semplice né è stata facilmente praticabile.
Lo slalom legislativo a cui si è dovuti ricorrere è il segno chiaro della difficoltà opposta da una legislazione che non comprende la possibilità di escludere strutture ospedaliere, anche se particolarmente qualificate come questa di cui parliamo, dalla logica della razionalizzazione finalizzata al contenimento della spesa. Per tale motivo in effetti la Commissione Sanità aveva previsto inizialmente che questo presidio venisse accorpato ad una delle aziende sanitarie dell'area di Cagliari. Certamente questo non corrispondeva alla necessità di privilegiare le potenzialità e le finalità di questo presidio. Tutti noi conosciamo il problema della talassemia in Sardegna, è un problema che riguarda tutto il territorio regionale, con una frequenza che fa dei sardi una tra le popolazioni più colpite.
Se il numero degli ammalati è passato dai 100 casi del 1975 - 1976, ai due o tre nati degli ultimi anni, dobbiamo ascrivere totalmente il merito alla possibilità di prevenzione, educazione, sensibilizzazione della gente, allo screening dei portatori, alla consultazione genetica, alla diagnosi prenatale che, dal 1975, si praticano presso l'ospedale microcitemico di Cagliari e i centri distribuiti su tutto il territorio regionale.
In questa logica, quindi, non era concepibile riportare un ospedale di questa valenza alla mera ottica di inserimento nella dimensione territoriale della azienda sanitaria. Questo ospedale deve essere e resta punto di riferimento di tutta la Regione.
La soluzione possibile dal punto di vista legislativo non è stata comunque l'applicazione del 9 bis che prevedeva l'autonomia gestionale, la costituzione in azienda ad autonomia gestionale, com'è previsto dalla "502", ma l'abbiamo trovata nell'articolo 1 comma 5, ed articolo 2 comma 1 e 2 della "502", che dà alle Regioni la possibilità di costituire un'azienda speciale in virtù di particolari competenze, prestazioni e specifiche finalità di una struttura. In conseguenza di ciò è stato modificato anche l'iter della costituzione di questa azienda, degli organi, della struttura e del finanziamento, rispetto quindi alle due proposte di legge la proposta finale comporta che ci sono state delle modifiche che rendano possibile l'esistenza di un'azienda speciale, che non si può ovviamente ridurre alla sola logica del presidio ospedaliero ma che deve comportare anche un'attività di ricerca, come peraltro già viene effettuata, e di fatto tutta la nuova proposta di legge è modellata, io direi, proprio sulla ricerca e per la ricerca.
I rapporti che questa struttura intratterrà, che questa azienda intratterrà con le università, con il CNR saranno rapporti di consulenza che si attiveranno attraverso convenzioni, come pure per quanto riguarda l'attività effettiva ci saranno tutte le risorse che si potranno attivare attraverso le convenzioni con le aziende sanitarie che gli screening noi ci auguriamo facciano. Io voglio sottolineare che questa azienda non espleterà solo attività di ricerca inerente la talassemia, ma sarà punto di riferimento per altre patologie di grande rilevanza sociale; voglio ricordare la celiachia, ma anche gli ultimi successi ottenuti dall'équipe del professor Cao sul morbo di Wilson.
L'aver costituito un'azienda che si qualifica per questi motivi è positivo, è motivo di vanto non solo per i sardi ma anche per quei paesi del Mediterraneo, penso alla Tunisia e alla Grecia, che attualmente hanno adottato come punto di riferimento per la diagnosi genetica e per la diagnosi prenatale il nostro presidio ospedaliero.
In virtù di questo credo quindi di poter dire che questa azienda non avrà difficoltà a gestirsi dal punto di vista economico e finanziario, non solo per le sue caratteristiche ma anche perché l'attività di ricerca sicuramente renderà possibile accedere ai contributi europei.
Al di là di queste considerazioni ritengo che comunque sia stata una scelta ottima quella della Regione, di voler mantenere integra nella sua attuale costituzione e nelle sue attuali possibilità una struttura che serve ai sardi ed è, io credo di poter dire senza ombra di dubbio, un punto che qualifica la Sardegna dal punto di vista scientifico.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S.d'Az.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, devo compiacermi del fatto che una volta tanto il Consiglio rispetta gli impegni. In sede di piano ospedaliero il Consiglio aveva respinto l'impostazione della Giunta che prevedeva l'incorporazione dell'ospedale per le microcitemie in un grande polo ospedaliero col Brotzu e l'Oncologico, e invece aveva ritenuto, data la specialità della materia e i problemi particolari, la necessità di diffusione dell'attività nel territorio, che fosse preferibile un'altra soluzione che è stata individuata nella costituzione di un'azienda speciale per la lotta contro le microcitemie.
Credo che questo sia il più importante provvedimento in materia sanitaria che la Regione abbia mai adottato, perché per la prima volta esce da uno schema di una programmazione imposta dall'alto, il Ministero, e cerca di rafforzare la sanità in Sardegna mediante strumenti creati dalla stessa Regione.
Le microcitemie purtroppo sono una malattia, essendo su base genetica, particolare della Sardegna, anche se sono presenti in altri paesi, e questo necessitava di un intervento ad hoc, e una struttura ad hoc sicuramente è la forma migliore per affrontare il problema.
La creazione di un organismo slegato dalla struttura territoriale della A.S.L. rappresenta, con una configurazione al tempo stesso di cura ma soprattutto di ricerca, un qualcosa per prevenire questa malattia. Ricordiamoci che si tratta di una malattia su base genetica, quindi il pericolo di manifestazione in casi concreti è sempre presente se non si svolge un'attività di prevenzione oculata.
Il fatto che negli ultimi tempi vi sia stato di nuovo un incremento di nati affetti da questa malattia è un segnale estremamente preoccupante, il che vuol dire che qualche meccanismo ha fallito. Ma perché non fallisca occorre un'organizzazione sul territorio; la formula adottata dalla Commissione è una formula che va sperimentata, c'è un coordinamento da parte dell'azienda, ma lasciando i singoli presidi del territorio ancora inquadrati nelle A.S.L.. Occorre vedere come funzionerà questo sistema, il Consiglio però potrebbe essere chiamato fra qualche anno a riaffrontare il problema portando anche questi presidi dentro l'organizzazione dell'azienda. Ma su questo chiaramente occorrerà valutare i risultati di questa impostazione e vedere se appunto questa impostazione dà i risultati voluti.
La creazione di un centro di ricerca e di cura per questa malattia sicuramente pone l'attività della Sardegna nella prevenzione e cura della malattia all'avanguardia mondiale, per cui probabilmente, una volta tanto, non saranno i sardi a dover fare i viaggi della speranza in altre nazioni, in altre regioni, ma saranno coloro che hanno problemi con questa malattia, in particolare da altre zone del Mediterraneo, a dover venire a Cagliari per avere il meglio, il top mondiale in materia.
Credo che sia anche questa una inversione di mentalità, una inversione di capacità organizzativa, una capacità di fare sanità vera e ad alto livello, cosa che finora in Sardegna, purtroppo, per troppe specialità è mancata.
In questo senso la legge, che ricalca forse un po' troppo l'organizzazione degli ospedali e delle A.S.L., con soluzioni spesso poco originali, rappresenta comunque un primo tentativo.
Credo che le parti più originali siano proprio quelle di un'attività diffusa nel territorio e di un'attività di ricerca scientifica con particolari organi preposti a questa attività di ricerca che è collaterale ma chiaramente non va sovrastata e non deve sovrastare le attività di cura ma deve integrarsi con essa.
In questo senso credo che la Commissione abbia fatto un buon lavoro ed auspico che il Consiglio regionale approvi questa legge che rappresenta comunque un passo fondamentale per la cura e la prevenzione di una malattia che ha gravissimi riflessi sulla vita dell'individuo e delle famiglie, e che sicuramente è uno dei problemi sanitari non solo particolari della Sardegna ma sicuramente anche gravemente incisivi soprattutto quando i meccanismi di prevenzione non funzionano.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Serrenti. Ne ha facoltà.
SERRENTI (P.S.d'Az.). Signor Presidente, colleghi, intervengo su questo argomento avendo, credo, in questi anni evitato di parlarne troppo, perché altri colleghi lo facevano in modo autorevole, ed anche perché nel passato mi sono occupato di questo problema avendo un figlio che ha 25 anni e che è talassemico.
Oggi sento il dovere di prendere la parola intanto per esprimere un plauso al Consiglio e alla Commissione perché credo che questa legge sia una legge di civiltà, una delle non molte cose importanti che abbiamo fatto in questa legislatura. Prendo la parola anche per ricordare alcune cose che è necessario ricordare, alcuni momenti ed anche alcuni uomini che sono stati fondamentali in questa lotta.
Ricordo che nei primi anni settanta, il professor Macciotta se lo ricorda bene perché la sua clinica assisteva i talassemici, l'assistenza veniva fatta in modo empirico non perché in quella clinica si adottassero tecniche empiriche ma perché era empirico il sistema di intervento complessivo, di approccio alla malattia; si facevano le trasfusioni con sangue intero, con tutto quello che questo comporta come conseguenze, e soprattutto, la cosa più triste, non esisteva in Sardegna, se non in pochissimi settori degli operatori sanitari, e devo dire quasi assolutamente nulla nel settore della politica, nessuna coscienza e nessuna consapevolezza della gravità di questo male e quale incidenza negativa avesse nella popolazione sarda.
Ricordo che allora, primi anni settanta, ci trovavamo in parte a curare i nostri figli dal professor Macciotta, in altra parte si viaggiava verso Roma, dove c'era una struttura che aveva più o meno le stesse capacità di intervento, ma forse un po' più organizzata perché aveva più posti letto e più personale.
In uno di questi viaggi ho incontrato una persona, splendida, che conoscevo, ne conoscevo la generosità e la capacità di impegno, perché oltre ad essere un amico personale era un mio compagno di partito, lo voglio ricordare, professor Pietro Melis, autorevole consigliere regionale ed assessore nelle prime giunte dell'autonomia; Pietro Melis che mi riferiva che la figlia Fiamma aveva avuto una bambina talassemica e che aveva deciso, ancora giovane, lui, professor Melis, di dedicare ciò che gli restava della sua vita per fare questa lotta che riteneva ben più importante dell'impegno politico che aveva fino a quel momento sostenuto.
Assieme a lui e pochi altri fondammo un'associazione, l'Associazione Talassemici, che ha cominciato a fare una grande battaglia verso l'indifferenza, l'indifferenza di una classe politica che riteneva questo problema non un grande problema, anche perché era poco visibile, ed era poco visibile perché la gente viveva questo dramma nella solitudine, nel chiuso delle proprie famiglie in quanto spesso non aveva neanche il coraggio di avere un problema come questo. Molti talassemici morivano subito dopo la nascita, magari a pochi mesi, spesso perché non venivano curati, ed altri magari morivano subito dopo; in quel periodo il destino era certo, se non in casi piuttosto rari, in forme lievi, non c'era altra via d'uscita che la morte, in genere nel primo anno di vita.
Cominciammo a lavorare e a sensibilizzare un ambiente politico che, dicevo, abbastanza indifferente, ricordo che allora era Assessore alla sanità l'onorevole Tonio Melis, col quale cominciammo a scambiare le prime riflessioni, a capire che dietro la punta di un iceberg, rappresentato da pochi coraggiosi, c'era un dramma che riguardava tutta la nostra società, non a caso anche nella relazione introduttiva della legge si parla di cifre, in quel periodo erano oltre 1500 i talassemici, per buona parte non curati; le famiglie coinvolte erano un quinto della popolazione sarda. Viene detto che ci sono trecentomila sardi portatori, il che significa che le famiglie coinvolte sono molte ma molte di più, perché sono coinvolte anche le famiglie dove c'è uno solo dei portatori, quindi in quei casi nei quali è vero che poi non si ottengono figli malati, però è vero che si perpetua il problema, perché il 50 per cento della prole di quella famiglia sarà portatrice, e quindi nel tempo questo problema verrà mantenuto in vita in tutta la sua drammaticità.
Erano anni difficili. Voglio ricordare anche che l'Istituto per le microcitemie, nato prima, nasceva invece dalla volontà di alcuni politici particolarmente avveduti e sensibili, e voglio ricordare anche quel nome; l'Istituto regionale per le microcitemie, quella struttura che oggi esiste, fu prevista da Anselmo Contu, allora Presidente del primo Consiglio regionale, che restò forse nell'ambiente della politica l'unico, fino a quando non cominciò poi la grande battaglia, ad avere questa sensibilità. E fu una lotta difficile, perché in quell'ospedale si voleva fare di tutto, un istituto per la ginecologia, si voleva fare tanto perché naturalmente c'era l'appetito di alcuni settori della sanità che hanno una visione di accaparramento delle strutture magari semplicemente per aumentare il proprio prestigio e il proprio potere personale. Fu una battaglia dura, ma alla fine riuscimmo a vincerla, dimostrando che si trattava di un grande problema sociale e che il Governo della regione, la Regione non poteva restare indifferente.
Organizzammo allora la prima struttura per la diagnosi prenatale, che non fu fatta con danari pubblici, fu fatta con una donazione del sindacato dei bancari, dell'ABI, che allora ci mise a disposizione il risultato di una contrattazione economica che vedeva dare ai lavoratori delle banche degli arretrati e quegli arretrati furono utilizzati per acquistare le macchine per fare la prima diagnosi prenatale.
Presidente, queste cose vanno ricordate, ed è giusto che vengano ricordate, perché se no sembra che tutto nasca e si esaurisca in un momento. Invece no, quello che noi abbiamo ottenuto oggi grazie all'impegno di questo Consiglio è anche il frutto di anni ed anni di lotte da parte dei familiari, da parte dei lavoratori che, come ho detto, su questo terreno hanno avuto una grande sensibilità, ed oggi con questa legge siamo arrivati davvero a compiere questo atto di civiltà importante, che è una speranza.
Mi sentivo di dire queste cose, così come mi sento di fare una raccomandazione: attenzione, la legge lo prevede, però la prevenzione è molto importante, si deve fare, io credo che in questi anni ci sia stato un rilassamento nei confronti della prevenzione, tant'è che talassemici che non nascevano più negli anni passati adesso cominciano a tornare perché evidentemente le giovani coppie non sono state più informate. Quindi non abbassare la guardia; il Governo regionale deve investire in questo settore perché è importante, perché è un problema sociale, lo ricordava la collega Ivana Dettori, la Sardegna può essere un punto di riferimento mondiale per questo problema, non fosse altro perché qua esiste, ahimè, ahinoi, la materia prima.
Voglio ricordare che comunque sono oltre mille i talassemici ancora assistiti in tutto il territorio della regione; alcuni sono bambini, quindi malati pediatrici, altri invece sono adulti, che devono essere ricoverati in strutture adeguate e specialistiche, anche perché i talassemici in genere, oltre ad avere il loro problema, hanno tutti gli altri problemi, come è naturale che sia, ma anche una conseguenza di una terapia molto pesante che devono portare avanti, che è quella della trasfusione mensile, che alla lunga e negli anni lascia comunque i segni, perché non è una soluzione adeguata; la soluzione adeguata è il trapianto di midollo, altre soluzioni che stanno venendo, una terapia molto impegnativa è quella ferrochelante, che viene fatta ancora con infusori che legano il soggetto malato ad una terapia che deve fare giornalmente.
Non dimentichiamo la prevenzione, ma non dimentichiamo neanche che ci sono i ragazzi, gli uomini malati di talassemia, che oggi sono inseriti perfettamente nella società perché studiano e, poi, essendo ben curati sono in grado di fare qualsiasi cosa dopo. Ci sono questi soggetti che hanno bisogno di essere curati, di essere seguiti, e non vorrei che la corsa alla ricerca, che magari dà più notorietà in campo medico, ci portasse a trascurare invece quelli che hanno bisogno di assistenza tutti i giorni, ed è importante che noi non ce lo dimentichiamo .
Erano queste, Presidente e cari colleghi, le cose che volevo ricordare; questa legge è un atto di civiltà e il risultato di una grande lotta che vede ormai combattere gli stessi talassemici che prima non partecipavano alla vita dell'Associazione e che invece oggi sono dirigenti e danno il loro grande contributo, naturalmente con la più grande ed assoluta consapevolezza, perché è qualcosa che riguarda la loro vita e la loro esistenza.
Quindi un grazie, davvero di cuore, al Consiglio e alla Commissione, al Consiglio anche per i voti che dovrà esprimere, perché la legge non è stata ancora votata, e mi auguro che la legge venga votata con una grande partecipazione, perché è un atto di civiltà.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare dichiaro chiusa la discussione generale.
Metto in votazione il passaggio all'esame degli articoli. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura del titolo.
CONCAS, Segretaria:
Titolo: Costituzione dell'Azienda speciale per la lotta contro le talassemie ed altre malattie disgenetiche.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sul titolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 1.
CONCAS, Segretaria:
Capo I
Norme generali
Art. 1
Finalità
1. La Regione Autonoma della Sardegna intende perseguire, nell'ambito della sua programmazione sanitaria e socio - assistenziale, lo specifico obiettivo di garantire l'uniformità, su tutto il territorio regionale, degli interventi integrati di informazione ed educazione sanitaria, prevenzione, diagnosi, terapia, riabilitazione, assistenza psicologica e sociale relativi alle talassemie e ad altre malattie disgenetiche di particolare gravità e/o incidenza nel contesto isolano, nonché di incrementare l'efficacia di tali interventi mediante il potenziamento delle correlate attività di studio e di ricerca.
2. Per il necessario coordinamento delle iniziative connesse alle finalità di cui al comma 1, la Regione, nell'ambito delle competenze ad essa riconosciute ai sensi dell'articolo 2 del D. Lgs.30 dicembre 1992, n. 502 e delle sperimentazioni gestionali previste dall'articolo 9 bis del predetto D. Lgs.e sue successive modifiche ed integrazioni, costituisce l'Azienda sanitaria speciale per la lotta contro le talassemie ed altre malattie disgenetiche, di seguito denominata Azienda speciale.
3. L'Azienda speciale è ente con personalità giuridica di diritto pubblico, dotato di autonomia organizzativa, amministrativa, tecnica, patrimoniale, contabile e gestionale, nel rispetto degli atti di programmazione e delle direttive della Regione, con competenza operativa su tutto il territorio regionale.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 2.
CONCAS, Segretaria:
Art. 2
Costituzione dell'Azienda speciale
1. L'Azienda speciale è costituita, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
2. Nell'Azienda speciale è incorporato, con lo stesso provvedimento di cui al comma 1, il presidio ospedaliero regionale specializzato denominato "Ospedale per le microcitemie", sinora afferente alla ASL n. 8 di Cagliari, con tutte le relative pertinenze strutturali e patrimoniali e le risorse umane e strumentali ad esso attualmente assegnate nell'ambito delle disponibilità già di competenza dell'ASL n. 8.
3. Al fine della precisa individuazione di tali pertinenze e risorse, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Direttore generale dell'ASL n. 8 redige, d'intesa con gli organi di direzione del predetto presidio ospedaliero, un progetto di scorporo. Tale progetto, redatto in osservanza delle norme sul bilancio di esercizio, deve contenere l'elenco dettagliato del personale e l'esatta descrizione degli elementi patrimoniali da trasferire all'Azienda speciale nonché l'indicazione del valore effettivo del patrimonio netto trasferito.
4. Se la destinazione di un elemento dell'attivo non è desumibile dal progetto di scorporo, esso rimane in capo all'ASL n. 8. Degli elementi del passivo la cui destinazione non è egualmente desumibile dal progetto stesso rispondono in solido l'ASL n. 8 e l'Azienda speciale.
5. Il progetto di scorporo è approvato dalla Giunta Regionale con l'atto di costituzione dell'Azienda speciale di cui costituisce parte integrante.
6. All'Azienda speciale e all'ASL n. 8 si applica l'articolo 29 della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 3.
CONCAS, Segretaria:
Art. 3
Funzioni dell'Azienda speciale
1. Per il raggiungimento dell'obiettivo di cui all'articolo 1, comma 1, della presente legge, sono attribuite all'Azienda speciale le seguenti funzioni:
a) predisposizione, per il suo inserimento nel programma sanitario annuale di cui al successivo articolo 12, di un piano dettagliato degli interventi specifici, la cui attuazione è ritenuta prioritaria nell'anno di riferimento, nell'ambito delle seguenti attività:
1) informazione ed educazione sanitaria;
2) prevenzione, articolata in:
2.1) screening della popolazione, eseguibile ambulatoriamente o presso strutture comunitarie, quali quelle scolastiche o aziendali;
2.2) screening neonatale relativo alle malattie disgenetiche o congenite previste dalle vigenti disposizioni legislative, eseguibile presso l'Ospedale per le microcitemie;
2.3) diagnosi prenatale, eseguibile presso il predetto presidio ospedaliero;
3) assistenza sanitaria (diagnosi post-natale, terapia, riabilitazione) e psicologica, eseguibili in ambito ospedaliero, ambulatoriale e /o domiciliare;
b) esecuzione diretta delle attività di cui alla lettera a) presso le strutture di ricovero, gli ambulatori e i laboratori dell'Ospedale per le microcitemie, mediante l'impiego del personale sanitario, para-sanitario e tecnico ivi operante, o accentramento di alcune di esse presso le stesse strutture, con particolare riferimento alla diagnosi prenatale e allo screening neonatale;
c) elaborazione ed approvazione di protocolli specifici relativi alle attività di cui ai punti 1), 2) e 3) del presente comma nonché verifica delle modalità di attuazione in collaborazione con l'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale;
d) coordinamento dell'attività dei Centri regionali per la prevenzione, diagnosi e terapia delle talassemie e delle strutture pubbliche e private sede di punti di nascita per quanto concerne l'applicazione uniforme dei protocolli di cui alla lettera c)
e) valutazione dei risultati clinici, prognostici ed epidemiologici conseguenti all'attuazione del programma sanitario aziendale;
f) consulenza tecnica all'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e al Centro regionale di riferimento per l'attività trasfusionale in ordine all'elaborazione del piano per l'approvvigionamento e la distribuzione del sangue ad uso trasfusionale.
2. Oltre a quanto previsto dalla legge regionale n. 5 del 1995, attengono alla competenza del direttore sanitario dell'Azienda speciale le funzioni di cui alle lettere a), c), d), e) ed f) del comma 1 e a quella del direttore sanitario del presidio ospedaliero, le funzioni di cui alla lettera b) dello stesso comma.
PRESIDENTE. All'articolo 3 sono stati presentati due emendamenti. Se ne dia lettura.
CONCAS, Segretaria:
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Macciotta per illustrare gli emendamenti.
MACCIOTTA (Gruppo Misto). Signor Presidente, colleghi, sono emendamenti sostanzialmente di carattere tecnico, nel senso che tra le attività che fanno capo all'ospedale per le microcitemie era sfuggito, nella stesura, il riferimento al centro per i trapianti di midollo osseo; il secondo emendamento si riferisce alla specificazione, in modo che emerga chiaramente dal contesto della proposta di legge, che l'assistenza si è fortunatamente estesa a pazienti di età anche adulta, e questo andava sottolineato nel contesto per chiarezza.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'assessore della difesa dell'ambiente.
ONIDA (Popolari), Assessore della difesa dell'ambiente. La Giunta lo accoglie.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
C'è una precisazione da fare: all'emendamento numero 1 c'è una modestissima variamente grafica, perché è scritto "articolo 3 comma 1..." anziché ".2" è ".B"
Si dia lettura dell'articolo 4.
CONCAS, Segretaria:
Art. 4
Protocolli d'intesa e convenzioni
1. Per lo svolgimento delle funzioni di cui al precedente articolo 3 e dell'attività di ricerca scientifica di cui all'articolo 11 della presente legge, la Regione stipula appositi protocolli d'intesa con le Università di Cagliari e di Sassari e con il CNR, demandando al direttore generale dell'Azienda speciale la definizione delle relative convenzioni attuative nonché delle eventuali convenzioni con altre istituzioni di ricerca italiane o estere che si rendessero necessarie per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
2. Per l'attuazione dell'attività di cui all'articolo 3, comma 1, lettere c) e d) della presente legge, l'Azienda speciale stipula appositi protocolli d'intesa con le altre Aziende sanitarie della Regione in ordine alle disposizioni organizzative necessarie per il coordinamento delle attività dei centri territoriali per la lotta contro le talassemie attualmente operanti nel loro ambito; essa stipula altresì con le stesse Aziende, convenzioni dirette alla istituzione di nuovi centri ai fini di una più completa e razionale organizzazione della rete assistenziale.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 5.
CONCAS, Segretaria:
Capo II
Struttura dell'Azienda speciale
Art. 5
Statuto e regolamento dell'Azienda speciale
1. Le modalità di funzionamento degli organi dell'Azienda speciale e l'organizzazione dei suoi uffici e servizi sono rispettivamente determinati dallo statuto e dal regolamento interno dell'ente, redatti in conformità ai rispettivi schemi tipo di cui all'articolo 6, commi 2 e 3, della legge regionale n. 5 del 1995, tenendo conto della struttura dell'Azienda e delle particolari funzioni ad essa attribuite dalla presente legge.
2. Lo statuto ed il regolamento interno dell'Azienda sono approvati con provvedimento del direttore generale entro trenta giorni dalla sua nomina ed inviati al controllo preventivo di cui agli articoli 54 e 55 della legge regionale n. 5 del 1995.
3. Al presidio ospedaliero "Ospedale per le microcitemie" si applica l'articolo 30, commi 2 e 3 della legge regionale n. 5 del 1995. Per quanto concerne in particolare gli incarichi di direzione dei dipartimenti e delle loro articolazioni, è fatto salvo, quanto recepito al riguardo dalla convenzione attualmente vigente tra Regione e Università di Cagliari, ai sensi dell'articolo 17, comma 2 della presente legge.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 6.
CONCAS, Segretaria:
Art. 6
Organi dell'Azienda speciale
1. Sono organi dell'Azienda speciale il direttore generale ed il collegio dei revisori dei conti, a cui si applicano le norme per essi previste dalla legge regionale n. 5 del 1995 e successive modifiche e integrazioni. In relazione alle particolari funzioni attribuite all'Azienda speciale, costituisce titolo preferenziale, ai fini della nomina del direttore generale, a parità degli altri requisiti richiesti, la specifica competenza in materia di organizzazione sanitaria, documentata dall'attività di direzione tecnica svolta in enti e strutture sanitarie pubbliche o private per un periodo di almeno 5 anni. Il compenso del direttore generale dell'Azienda speciale è determinato in analogia con le vigenti norme in materia.
2. Il direttore generale si avvale, per l'esercizio delle sue funzioni, dell'ufficio di direzione generale così come definito dall'articolo 12 della legge regionale n. 5 del 1995 che ne disciplina la costituzione, la composizione e le funzioni.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 7.
CONCAS, Segretaria:
Art. 7
Direttore sanitario e direttore amministrativo dell'Azienda speciale
1. Il direttore generale è coadiuvato dal direttore sanitario e dal direttore amministrativo dell'Azienda a cui si applicano, rispettivamente, le disposizioni di cui all'articolo 13 e all'articolo 14 della legge regionale n. 5 del 1995.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 8.
CONCAS, Segretaria:
Art. 8
Consiglio dei sanitari
1. Presso l'Azienda speciale è istituito il consiglio dei sanitari, quale organismo di consulenza tecnico-sanitaria del direttore generale, ai sensi dell'articolo 3, comma 12 del D. Lgs.30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche ed integrazioni.
2. Sono componenti di diritto del consiglio dei sanitari:
a) il direttore sanitario dell'Azienda;
b) il direttore sanitario del presidio ospedaliero "Ospedale per le microcitemie";
c) i direttori dei dipartimenti del presidio ospedaliero;
d) i direttori delle cliniche universitarie convenzionate operanti nel contesto del presidio ospedaliero;
e) i dirigenti appartenenti al ruolo sanitario regionale ovvero al personale delle predette cliniche universitarie, responsabili di reparti e servizi del presidio ospedaliero, ivi compreso il responsabile del servizio di farmacia;
f) il coordinatore scientifico;
g) i responsabili dei centri per la prevenzione, diagnosi e cura delle talassemie operanti nella regione, in regime convenzionale, presso le Aziende sanitarie locali o presso le cliniche universitarie.
3. Sono componenti elettivi del Consiglio dei sanitari:
a) dirigenti medici di primo livello, in numero uguale o comunque non superiore ai 2/5 dei componenti di diritto;
b) un operatore professionale di prima categoria, coordinatore (caposala o equiparato);
c) un operatore professionale di prima categoria, collaboratore (infermiere professionale o equiparato);
d) un operatore professionale di prima categoria, collaboratore (tecnico di laboratorio, di radiologia o di anatomia patologica o equiparato).
4. Il consiglio dei sanitari formula osservazioni e/o proposte sui protocolli operativi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c) della presente legge, sul programma sanitario annuale e sul documento annuale relativo alle attività svolte e ai risultati conseguiti, elaborato dal direttore sanitario dell'Azienda, inviati ad esso per conoscenza.
5. Al Consiglio dei sanitari si applicano le disposizioni di cui all'articolo 10, commi da 4 a 12, della legge regionale n. 5 del 1995.
PRESIDENTE. A questo articolo è stato presentato un emendamento. Se ne dia lettura.
CONCAS, Segretaria:
PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'emendamento numero 4 ha facoltà di illustrarlo.
MACCIOTTA (Gruppo Misto). Era anche questa una cosa omessa nella stesura del testo, appunto la rappresentanza anche dei biologi che in questo ospedale in modo particolare hanno una rilevanza non secondaria.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
DEIANA (Popolari), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. Presidente, mi sembra una integrazione abbastanza evidente, ma soprattutto per completare quello che è il quadro scientifico della materia dove la biologia molecolare in questo settore è di casa, quindi l'emendamento è accolto ed è anche opportunamente presentato.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 8. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 9.
CONCAS, Segretaria:
Art. 9
Coordinatore scientifico
1. In considerazione della particolare rilevanza dell'attività di ricerca nell'ambito delle funzioni attribuite all'Azienda speciale, è nominato un coordinatore scientifico ed è costituito il relativo ufficio, disciplinato dal regolamento interno dell'Azienda stessa.
2. L'incarico di coordinatore scientifico è conferito dal direttore generale ad un esperto in possesso della laurea in medicina con elevata competenza nello specifico settore di studio e di ricerca attinente alle funzioni attribuite all'Azienda speciale, desumibile dalla documentata attività di ricerca scientifica direttamente svolta o coordinata nelle Università o in altre istituzioni di ricerca di alta qualificazione.
3. L'incarico ha durata triennale ed è rinnovabile.
4. L'esperto prescelto può far parte del personale del ruolo sanitario regionale dipendente dall'Azienda o del personale universitario e del CNR operante nel contesto aziendale in regime convenzionale; ovvero può non avere in atto alcun rapporto di lavoro dipendente o convenzionale con l'Azienda stessa. Nel primo caso il coordinatore scientifico ha diritto, oltre al trattamento stipendiale di spettanza, ad una indennità la cui misura è determinata con la delibera di conferimento dell'incarico; nel secondo caso il trattamento economico, definito con la stipula di un contratto triennale di diritto privato, rinnovabile e contemplante un rapporto di lavoro a carattere pieno ed esclusivo, non può essere inferiore a quello previsto per la qualifica apicale del ruolo sanitario, maggiorato di una indennità che tenga conto della temporaneità del rapporto di lavoro e delle condizioni di mercato relative alle specifiche competenze professionali possedute dal nominando.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 10.
CONCAS, Segretaria:
Art. 10
Comitato tecnico scientifico
1. Presso l'Azienda speciale è istituito, con provvedimento del direttore generale, un Comitato tecnico-scientifico composto da:
a) il coordinatore scientifico che lo presiede;
b) i direttori delle cliniche universitarie convenzionate operanti all'interno del presidio, i primari, ove esistenti e i responsabili dei laboratori di ricerca;
c) il direttore sanitario dell'Azienda speciale;
d) il direttore sanitario del presidio ospedaliero "Ospedale per le microcitemie".
2. Il Comitato collabora con il coordinatore scientifico nella definizione del programma annuale e triennale di ricerca scientifica di cui all'articolo 15, comma 1 della presente legge; fornisce consulenza scientifica al direttore sanitario dell'Azienda speciale per la definizione dei protocolli di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), della presente legge; esprime pareri su ogni questione che gli venga sottoposta dal coordinatore scientifico e dal direttore generale dell'Azienda speciale.
3. Tutti i provvedimenti di competenza del direttore generale dell'Azienda speciale che attengono all'esercizio delle attività di ricerca scientifica dell'Azienda stessa sono adottati sentito il Comitato tecnico-scientifico.
4. Alle riunioni del Comitato tecnico-scientifico possono partecipare il direttore generale e il direttore amministrativo dell'Azienda speciale.
5. Le modalità organizzative e di funzionamento del Comitato tecnico-scientifico sono disciplinate dal regolamento interno dell'Azienda speciale.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo numero 11.
CONCAS, Segretaria:
Art. 11
Programma di ricerca
1. L'Ufficio del coordinatore scientifico predispone, entro il mese di febbraio di ciascun anno, il programma, annuale e triennale, di ricerca scientifica sulla base delle risorse stanziate, a tal fine, nel bilancio regionale (capitolo 12058-02 dello stato di previsione della spesa dell'Assessorato dell'igiene e sanità ed assistenza sociale) e dei finanziamenti comunque pervenuti a tale titolo e disponibili a tale data.
2. I programmi sono sottoposti al parere obbligatorio del consiglio dei sanitari, espresso entro 15 giorni dalla data di ricezione e quindi approvati, con provvedimento del direttore generale, entro il 31 marzo di ogni anno.
3. Il programma può essere aggiornato o integrato, ad opera del Comitato tecnico scientifico di cui al precedente articolo, entro i sei mesi successivi alla data della sua approvazione.
4. Per l'attuazione dei programmi di ricerca di cui ai precedenti commi, l'Azienda può conferire incarichi a ricercatori e/o a personale tecnico specializzato, sulla base di contratti a termine di durata non superiore a quella dei rispettivi programmi.
5. Il contratto non dà luogo a rapporto d'impiego ma è inquadrabile in un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa in analogia a quanto previsto dal D.P.R. 31 luglio 1990, n.617.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 12.
CONCAS, Segretaria:
Capo III
Norme in materia di personale, patrimonio, programmazione e finanziamento, gestione economico-finanziaria dell'Azienda speciale
Art. 12
Personale dell'Azienda e del presidio ospedaliero
1. Al personale dell'Azienda speciale, ivi compreso quello afferente al presidio ospedaliero, si applicano gli articoli 19, commi 2, 3, 4, 5 e 21 della legge regionale n. 5 del 1995, compatibilmente con le norme statali e con i contratti collettivi di lavoro attualmente vigenti.
2. Entro sessanta giorni dall'approvazione delle nuove piante organiche, il direttore generale dell'Azienda predispone un progetto di assegnazione definitiva del personale dipendente trasferito dall'ASL n. 8, ai sensi dell'articolo 2, commi 3 e 5 della presente legge.
3. L'assegnazione definitiva del personale è disposta con decreto dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale entro trenta giorni dalla ricezione dell'atto di cui al comma 2.
4. Dalla data di approvazione delle piante organiche, l'Azienda può procedere autonomamente all'assunzione del personale necessario per ricoprire i posti vacanti nell'organico, compatibilmente con le disponibilità finanziarie e nel rispetto della normativa vigente in materia di assunzioni.
5. Entro centoventi giorni dalla data di costituzione dell'Azienda, il direttore generale, informate le organizzazioni sindacali rappresentative, ai sensi del D. Lgs.3 febbraio 1993, n. 29 e successive modificazioni, emana il regolamento del personale, conforme allo schema tipo approvato dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 23, comma 1 della legge regionale n. 5 del 1995.
6. Al personale dell'Azienda si applicano altresì gli articoli 33, 35 e 35 bis del D Lgs. n.29/1993 e successive modificazioni.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Si dia lettura dell'articolo 13.
CONCAS, Segretaria:
Art. 13
Norme in materia di patrimonio dell'Azienda speciale
1. Il patrimonio dell'Azienda speciale, destinato al conseguimento delle finalità istituzionali, è costituito da:
a) i beni mobili e immobili già di proprietà dell'ASL n. 8 di Cagliari, trasferiti all'Azienda sulla base del progetto di scorporo di cui all'articolo 2, commi 3, 4 e 5, della presente legge;
b) i beni mobili e immobili acquisiti a titolo di donazione, eredità, legato.
2. Per le finalità istituzionali, l'Azienda si avvale inoltre delle risorse finanziarie di cui all'articolo 24, comma 2, della legge regionale n. 5 del 1995 e della normativa statale vigente.
PRESIDENTE. A questo articolo è stato presentato un emendamento. Se ne dia lettura.
CONCAS, Segretaria:
PRESIDENTE. Per illustrare l'emendamento numero 3 ha facoltà di parlare il consigliere Bonesu.
BONESU (P.S. d'Az.). Signor Presidente, mi sembra che la lettera B) sia erronea perché il modo normale di incrementare il patrimonio è l'acquisto. La donazione ereditaria e il legato purtroppo sono eventi rari; invece l'omissione dell'acquisto, a parte il fatto che i beni acquisiti non entrerebbero nel patrimonio, farebbe dubitare anche della piena capacità giuridica dell'azienda speciale, per cui credo che si debba rimediare inserendo la parola in quel comma.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sull'emendamento, ha facoltà di parlare il consigliere Macciotta, relatore.
MACCIOTTA (Gruppo Misto), relatore. Il relatore lo accoglie
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale.
DEIANA (Popolari), Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale. La Giunta lo accoglie.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 13. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Si dia lettura dell'articolo 14.
CONCAS, Segretaria:
Art. 14
Strumenti della programmazione aziendale
1. L'Azienda speciale definisce i propri obiettivi di breve e medio periodo, nonché gli indirizzi di gestione ad essi correlati, attraverso la predisposizione del piano generale, così come disciplinato dall'articolo 5, commi 2, 3, 4 della legge regionale 24 marzo 1997, n.10.
2. L'Azienda speciale concorre altresì all'elaborazione del piano sanitario regionale, così come disposto dall'articolo 39, comma 4 della legge regionale n. 5 del 1995, attraverso l'adozione del programma sanitario annuale così come definito dall'articolo 44, commi 2, 3, 4 della stessa legge.
3. Il programma sanitario annuale comprende:
a) il piano dettagliato degli interventi operativi di cui all'articolo 3, comma 1 della presente legge;
b) l'indicazione per ciascuna iniziativa, della dotazione qualitativa e quantitativa di personale, delle dotazioni strumentali e tecnologiche e delle opere di edilizia sanitaria ritenute necessarie;
c) l'indicazione, per ciascuna iniziativa, dei costi presumibili, distinti in spese di parte corrente e spese in conto capitale;
d) l'indicazione del presumibile ammontare delle risorse derivanti all'Azienda sulla base dei criteri di finanziamento delle spese, ai sensi degli articoli 15 e 16 della presente legge.
4. Prima dell'approvazione del piano generale e del programma sanitario annuale e prima della definizione dei protocolli operativi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), il direttore generale e il direttore sanitario dell'Azienda sentono, al fine di acquisire eventuali osservazioni o proposte sugli stessi, i rappresentanti dell'Associazione talassemici e delle altre associazioni di pazienti affetti da altre patologie oggetto del programma sanitario annuale e dei protocolli operativi, o di loro familiari; alle associazioni è inviata, per conoscenza, copia del documento annuale di cui al comma 4 dell'articolo 8 della presente legge.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Si dia lettura dell'articolo 15.
CONCAS, Segretaria:
Art. 15
Finanziamento dell'Azienda speciale
1. Per la spesa di parte corrente, l'entità di finanziamento dell'Azienda, gravante sulle risorse di cui all'articolo 13, comma 2 della presente legge è determinata annualmente, al netto delle entrate proprie e della quota spettante per le prestazioni rese nel presidio ospedaliero "Ospedale per le microcitemie", sulla base degli obiettivi individuati nel programma sanitario aziendale, approvato dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 44, comma 4 della legge regionale n. 5 del 1995, tenendo conto altresì della consistenza e dello stato di conservazione delle strutture immobiliari, degli impianti tecnologici e delle dotazioni strumentali nonché delle risultanze dei controlli di gestione.
2. Al finanziamento della spesa corrente attinente al presidio ospedaliero si provvede con le modalità previste dalle vigenti disposizioni legislative
3. Per le spese in conto capitale, si applicano, per l'Azienda e per il presidio ospedaliero in essa incorporato, le disposizioni di cui all'articolo 47 della legge regionale n. 5 del 1995.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Si dia lettura dell'articolo 16.
CONCAS, Segretaria:
Art. 16
Contabilità, contratti e controllo dell'Azienda speciale
1. All'Azienda speciale si estendono le disposizioni in materia di contabilità, contratti e controllo delle Aziende sanitarie regionali contenute nella legge regionale n. 10 del 1997.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Si dia lettura dell'articolo 17.
CONCAS, Segretaria:
Capo IV
Norme transitorie e finali
Art. 17
Norma transitoria
1. Fino all'approvazione del primo programma sanitario annuale dell'Azienda relativo all'anno 2000, rimangono invariate le modalità di finanziamento delle attività di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), punti 1), 2) e 3) della presente legge, poste in capo all'Azienda stessa, sulla base della spesa storica.
2. Sino alla loro ridefinizione ai sensi dell'articolo 4 della presente legge, i vigenti rapporti convenzionali tra Regione ed Università di Cagliari inerenti al presidio ospedaliero "Ospedale per le microcitemie", per quanto concerne, rispettivamente, gli istituti clinici universitari, le strutture di ricerca ivi insediate ed il relativo personale ivi operante, sono confermati e posti in capo all'Azienda speciale.
3. L'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale provvede a dare tempestiva e contestuale comunicazione della deliberazione di cui all'articolo 2, comma 1 e delle disposizioni di cui al comma 2 a tutte le Aziende Sanitarie Locali della Sardegna, all'Azienda ospedaliera "G. Brotzu" di Cagliari, alle Università di Cagliari e di Sassari ed al CNR.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Si dia lettura dell'articolo 18.
CONCAS, Segretaria:
Art. 18
Disposizione transitoria in materia di nomina del direttore generale
1. Contestualmente con la costituzione dell'Azienda speciale, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, provvede alla nomina - per un periodo non superiore a sessanta giorni - di un commissario straordinario per l'Azienda speciale. Il commissario, scelto tra il personale con qualifica dirigenziale dell'Amministrazione regionale, delle Aziende-USL o delle Aziende ospedaliere, esercita tutti i poteri spettanti al direttore generale.
2. Al commissario straordinario dell'Azienda speciale si applicano le disposizioni vigenti in materia di trattamento giuridico ed economico degli amministratori straordinari delle Unità Sanitarie Locali.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
Si dia lettura dell'articolo 19.
CONCAS, Segretaria:
Art. 19
Norma finanziaria
1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge sono valutati in lire 600.000.000 per l'anno 1999 e lire 1.200.000.000 annue per gli anni successivi.
2. Nel bilancio della Regione per gli anni 1999-2001 sono introdotte le seguenti variazioni:
12 - SANITA'
In diminuzione
Cap. 12113 -
Quota di riserva del Fondo sanitario nazionale destinata alle Unità sanitarie locali e/o alle Aziende U.S.L. per interventi per interventi imprevisti (art. 51, comma 4, legge 23 dicembre 1978, n. 833, art. 41, L.R. 29 gennaio 1994, n. 2 e art. 28, L.R. 18 gennaio 1999, n. 2)
1999 lire 600.000.000
2000 lire 1.200.000.000
2001 lire 1.200.000.000
In aumento
Cap. 12133 -
Somma da ripartire tra le Unità sanitarie locali e/o alle Aziende U.S.L. per il finanziamento della spesa di parte corrente (art. 51, legge 23 dicembre 1978, n. 833, art. 68, L.R. 30 aprile 1991, n. 13)
1999 lire 600.000.000
2000 lire 1.200.000.000
2001 lire 1.200.000.000
3. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge per gli anni successivi al 2001 si provvede con la legge di bilancio.
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E' approvato)
PRESIDENTE. Rimane da votare il testo nella sua integrità. Ha domandato di parlare il consigliere Masala per dichiarazione di voto.
MASALA (A.N.). Grazie Presidente, la mia dichiarazione di voto sarà telegrafica. Nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale, debbo sottolineare il fatto che le soluzioni tecniche per il problema che, con questa legge, viene risolto esistevano anche in passato, nel senso che nelle precedenti legislature bene avrebbe potuto la Regione sarda affrontare e risolvere questo annoso problema. Bene ha fatto l'onorevole Macciotta a riconoscere e ricordare le attività svolte su questo campo negli anni precedenti. Però, su questo campo, le soluzioni tecniche sono state attuate con questa legge perché si è verificato un fatto che in precedenza non si era verificato, e cioè l'incontro delle volontà politiche di tutte le parti presenti in questo Consiglio, diversamente questa legge non sarebbe potuta essere approvata nonostante sia un'espressione di civiltà, nonostante sia un'espressione di grande sensibilità civile e sociale. Noi dobbiamo essere orgogliosi come Consiglio, di aver dato un contributo e di aver dato un messaggio di vita, soprattutto in questi giorni in cui invece arrivano messaggi di diverso segno.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marteddu per dichiarazione di voto.
MARTEDDU (Popolari). Nell'annunciare il voto favorevole del Gruppo dei Popolari sottolineo il fatto che noi abbiamo partecipato alla formazione della volontà, che poi è stata unanime, attraverso la nostra proposta di legge che, insieme a quella a firma Masala, Pittalis e più, ha costituito la base giuridica-normativa sulla quale poi la Commissione ha costruito il testo unificato. Quindi il nostro voto è sicuramente convinto e consentitemi di ringraziare da questo punto di vista il Presidente della Commissione Sanità, entrambi i Presidenti, l'onorevole collega Manchinu, e il precedente Presidente della Commissione, l'onorevole collega Murgia, che hanno portato con determinazione e con forza la Commissione a discutere ed approvare questa legge.
La legge raccoglie e riordina una materia sulla quale i sardi, tutti i sardi, ma ormai non solo i sardi residenti in Sardegna ma anche i sardi residenti nel continente e all'estero, la legge riordina dicevo una materia sulla quale molta fatica, molta difficoltà e molta della nostra tradizione è stato speso. Ritengo che questa legge rappresenti un salto di civiltà molto alto e si possa collocare in questo momento ad esempio in tutto il paese di come una situazione così particolare, così sentita possa diventare patrimonio comune, patrimonio della civiltà e della politica di un popolo, in questo caso della Sardegna.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto.
PITTALIS (F.I.). Presidente, per preannunciare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia anche perché siamo firmatari con i colleghi del Gruppo di Alleanza Nazionale, del Gruppo Sardista e degli onorevoli Amadu, Manunza, proprio della proposta di legge numero 424 che ha dato poi origine insieme a quella dei Popolari...
(Interruzione del consigliere Montis)
...sì, chiedo veramente scusa perchè non avevo colto, insieme anche ai colleghi Concas e Montis, proprio per sottolineare come non ci siano barriere ideologiche o politiche di fronte ad un problema come quello della talassemia, anzi vi è proprio il definitivo riconoscimento della microcitemia nell'ambito proprio delle malattie sociali di particolare interesse per la nostra isola, anche perché sapevamo da tempo, ce l'ha ricordato l'onorevole Macciotta e tutti gli interventi dei colleghi che hanno reso ancora più interessate e utile la discussione su questo provvedimento, che la talassemia costituisce la patologia genetica a più alta diffusione nella regione sarda. Cogliamo soprattutto l'aspetto per noi altamente positivo e innovativo, e cioè che la lotta contro la talassemia deve proprio essere intesa come funzione non riconducibile, come si dice nelle relazioni di accompagnamento, ad ottiche di ripartizione aziendale o territoriale, ma deve essere proprio intesa come una funzione globale.
Non è presente questa mattina l'Assessore competente, ma mi auguro che la Giunta regionale apprezzi lo sforzo unitario del Consiglio regionale nell'approvare questo provvedimento e dia subito attuazione a quelle norme che prevedono la costituzione e l'insediamento degli organismi, ivi compreso per la prima parte di applicazione di questa legge, la nomina del commissario straordinario, e che tutto venga fatto secondo l'ottica di dare veramente applicazione a questa legge perché questa è una legge che tutti i sardi attendevano e mi pare che oggi il Consiglio regionale abbia fatto anche un ottimo salto di qualità.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Cucca per dichiarazione di voto.
CUCCA (Progr. Fed). Signor Presidente, colleghi, molto brevemente per annunciare il voto a favore del Gruppo Progressista Federativo, e per rimarcare molto intensamente il fatto che concordo con l'onorevole Masala che c'è stata un'unità di tutte le forze politiche presenti all'interno della Commissione, quell'unità era necessaria perché era necessario risolvere il problema del microcitemico. Ci siamo riusciti con un grande sforzo, ma con una grande capacità perché eravamo convinti che il problema oltre ad essere risolto andava esteso soprattutto per i risultati che questo ospedale ha conseguito sia a livello regionale, ma soprattutto a livello nazionale ed internazionale. Sappiamo tutti che la talassemia è una malattia sociale e come tale è stata considerata, ma sappiamo bene che questa legge è stata voluta dai presentatori delle leggi, ma in modo particolare dalla Commissione che finalmente ha risolto un problema per il quale sono passati troppi anni nel non averlo risolto prima. Pertanto confermo ancora il voto a favore da parte del Gruppo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Manchinu per dichiarazione di voto.
MANCHINU (Progr. Fed.). Anch'io sarò molto breve, intanto per dire che preannunciamo già da adesso il voto favorevole dei socialisti democratici e di federazione dei socialisti e dei democratici. Il problema, come è stato detto, era un problema sentito, che da più anni si cercava di portare nelle aule del Consiglio e, solo in questa legislatura è stato possibile affrontare il problema e risolverlo. Questo grazie anche alle sollecitazioni delle associazioni che hanno premuto su tutti i Gruppi consiliari e hanno consentito agli stessi Gruppi di esprimersi favorevolmente intorno a questo problema.
Oltre che ringraziare tutti i commissari della Commissione, devo notare positivamente che un grande contributo alle soluzione di questo difficile problema è stato dato dal collega Macciotta che è un politico, però uno che possiamo definire tecnico, del quale la Commissione e tutti i commissari si sono avvalsi proficuamente in questo difficile lavoro. Ci auguriamo che al voto positivo che sicuramente ci sarà in Consiglio, segua anche il lasciapassare da parte del Governo, perché devo ricordare che la legge dovrà essere vistata dal Governo. Ci auguriamo che il Governo dica di sì e che tutte le operazioni susseguenti a questa approvazione della legge vengano portate avanti rapidamente, così come rapidamente è stata esaminata e votata questa legge.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Montis per dichiarazione di voto.
MONTIS (Gruppo Misto). Signor Presidente, ho evitato di intervenire nella discussione generale perché sottoscrivo in pieno il discorso fatto dal professore Macciotta che è assolutamente convincente sotto ogni punto di vista. Debbo dire che sono anche d'accordo con chi ha detto che questa è una legge di civiltà, che supera le barriere politiche e gli artifizi che spesso vengono introdotti nelle discussioni di leggi tra le rappresentanze delle varie forze e tra i Gruppi. Noi sottoscrivemmo, io ho sottoscritto questa proposta di legge, perché vi era da parte nostra un impegno con una delegazione di medici dell'ospedale microcitemico e con tutto il personale dello stesso perché eravamo impegnati non solo a presentarla ma a sostenerla. L'impegno era che ci sarebbe stata una presentazione di tutte le forze politiche in modo da diventare più agevole l'iter della legge, sia in Commissione che successivamente in Aula. Tuttavia questo non è avvenuto, ma indipendentemente dalle forze politiche che l'hanno proposto e sottoscritto per prima, io ho aggiunto la mia firma perché ritengo che questo episodio, che questa manifestazione di civiltà e di interesse per una situazione che c'è in Sardegna per quanto riguarda la talassemia, fosse sottolineato in modo unitario. So anche che potrebbero esistere delle perplessità o delle difficoltà nei confronti del governo, bisogna ricorrere a quelle cose che normalmente si fanno, quegli atteggiamenti che le forze politiche esercitano nei confronti delle corrispondenti forze nel Parlamento della Repubblica, e quindi se è interesse effettivo, come è stato manifestato in quest'Aula da parte di tutte le forze politiche, lo si eserciti anche nei modi dovuti nei confronti delle forze politiche nel Parlamento della Repubblica e nei confronti del Governo. Se questo faremo questa legge, indipendentemente poi dagli ostacoli che potrebbero esserci, verrà promulgata e avremmo dato alla Sardegna una di quelle manifestazioni di civiltà ed anche di democrazia, io aggiungo, nell'interesse di questa parte dei sardi che sono colpiti o che sono portatori sani della talassemia. Per questi motivi noi votiamo con grande convinzione a favore di questa legge.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico del testo unificato delle proposte di legge 424 e 461.
Rispondono sì i consiglieri: ARESU - BALIA - BALLERO - BALLETTO - BERRIA - BERTOLOTTI - BIANCAREDDU - BIGGIO - BONESU - BUSONERA - CADONI -CARLONI - CASU - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEGORTES - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA - FALCONI - FANTOLA - FERRARI - FOIS Paolo - FRAU - GIAGU - GIORDO - GRANARA - LA ROSA - LADU - LOCCI - LODDO - LOMBARDO - MACCIOTTA - MANCHINU - MARROCU - MARTEDDU - MASALA - MILIA - MONTIS - OBINO - ONIDA - OPPIA - PETRINI - PIRAS - PIRASTU - PITTALIS - SANNA NIVOLI - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - SECCI - SERRENTI - USAI Edoardo - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 59
Votanti 59
Maggioranza 30
Favorevoli 59
(Il Consiglio approva)
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Aresu sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
ARESU (Gruppo Misto). Presidente, per chiederle se è possibile discutere adesso il progetto di legge numero 380A, consta di solamente sei articoli; è stato sospeso una mezz'oretta fa per mancanza di numero legale e ci consentirebbe di evaderlo entro le tredici.
PRESIDENTE. La sua richiesta è un po' in contrasto con una richiesta in senso opposto che c'è stata. Era stato chiesto lo scrutinio segreto sul passaggio agli articoli, mi era stato chiesto di non procedere allo scrutinio segreto in questa fase.
ARESU (Gruppo Misto). Si tratta di chiedere se è confermata la richiesta di voto segreto, si potrebbe anche ritirare se ci sono stati i chiarimenti necessari.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Pittalis sull'ordine dei lavori.
PITTALIS (F.I.). Presidente, confermo ancora se è possibile, e se i proponenti consentono, la sospensione della votazione sul passaggio agli articoli proprio perché si sta valutando all'interno del nostro Gruppo su alcune questioni informalmente poste per altro dal collega Vassallo, quindi al fine anche di evitare che il provvedimento possa avere sorte...
PRESIDENTE. Mi pare di capire che dopo questa precisazione anche l'onorevole Aresu accede alla proposta di non passare alla votazione del passaggio all'esame degli articoli sul 380.
L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge numeri 66 e 84 e del disegno di legge numero 148.
Ha domandato di parlare il consigliere Diana sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
DIANA (Progr. Fed.). Essendo relatore della legge sul P.L. 97, sul parco di Monte Arci, chiedo di sapere che tempi si prevedono per la ripresa della discussione per poter organizzare...
PRESIDENTE. Rispondo alla richiesta di chiarimenti ricordando che la Conferenza dei Capigruppo stamattina ha deciso di seguire l'ordine dei lavori che stiamo seguendo, e quindi seguendo l'ordine dei lavori che stiamo seguendo non significa non tornare appena è possibile all'esame della legge sul Monte Arci; non sono in grado di dire a che ora e in che giorno, perché dipende dall'andamento della discussione, stamane è stato necessario decidere in questo senso, ma l'ha deciso la Conferenza dei Capigruppo perché in Aula non c'era il numero legale.
DIANA (Progr. Fed.). Mi dispiace di insistere, so che lei non ha bisogno di consigli, però se la Conferenza dei Capigruppo fosse in grado di dare un'indicazione sul momento in cui si intende riprendere la discussione, io potrei dedicarmi utilmente a verificare altre cose anziché rimanere stabilmente concentrato con l'idea che si possa ricominciare in ogni momento.
PRESIDENTE. Per ora procediamo alla relazione generale sulla pesca, poi speriamo di poterle dare previsioni precise.
Discussione generale del testo unificato delle proposte di legge Vassallo - Aresu - Montis - Concas: "Norme per l'esercizio dell'attività di pesca ed interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ittico" (66), Amadu - Demontis - Ferrari - Lorenzoni - Manunza - Montis: "Norme per l'esercizio dell'attività di pesca ed interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ittico" (84) e del disegno di legge: "Norme per l'esercizio dell'attività di pesca ed interventi per la valorizzazione del patrimonio ittico" (148)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del testo unificato delle proposte di legge numeri 66 e 84 e del disegno di legge numero 148.
Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Maroccu, relatore.
MARROCU (Progr. Fed.), relatore. Signor Presidente, cari colleghi, per la gran parte della relazione mi rimetto alla relazione scritta del testo unificato dei due progetti di legge 66 e 84 e del D.L. 148.
Due sole considerazioni, brevemente, anche per consentire che finalmente magari si riesca ad esitare questa legge. Non so se sia vero che i sardi hanno sempre avuto verso il mare un atteggiamento di diffidenza o di ostilità, certo è comunque che quello che si registra è che il settore così importante, forse strategico per una regione come la nostra che è un'isola, come il settore della pesca, non abbia avuto in questi anni quel ruolo, quella rilevanza e quell'importanza che invece il settore avrebbe meritato di avere. Lo dimostra anche il fatto che questa legge arriva, lo dico autocriticamente da Presidente della Commissione, a fine legislatura e che così avvenne nella precedente legislatura, che dopo un lungo lavoro della quinta Commissione fu esitata dalla Commissione questa legge quadro di messa in ordine del settore pesca, arrivò a fine legislatura e il Consiglio non riuscì ad esitarla e dare alla Sardegna una legge quadro sul pesca. Ancora oggi arriviamo a fine legislatura, io mi auguro che questa volta si riescano a concludere i lavori e mi auguro che il lavoro della Commissione sia stato un lavoro proficuo ed utile che consenta a quest'Aula di approvare questa legge, per l'importanza che il settore pesca riveste nella nostra economia e in Sardegna.
Tra le questioni importanti di modifica che vorrei citare, che la Commissione ha apportato sia ai progetti di legge presentati dai colleghi, sia al disegno di legge della Giunta, sia rispetto al testo che fu esitato cinque anni fa dalla Commissione quinta, vi è quello del trasferimento delle competenze in materia di acque interne alle province. Abbiamo operato su questo punto con un atteggiamento di vero federalismo interno, così come la Regione rivendica autonomia allo Stato - e lo dirò dopo- sull'articolo 22, così la regione attua la 142 e trasferisce alle province la competenza in materia di acqua interna.
L'altro punto qualificante è l'esigenza di programmazione dello sforzo di pesca e della conoscenza anche del patrimonio ittico regionale. Per questo prevediamo nella legge la previsione di un piano regionale della pesca e dell'acquacoltura che, per quanto riguarda le acque interne, sarà un piano che comunque sarà la sintesi dei piani provinciali ai quali alle province diamo competenza.
Noi di pesca in questi anni ce ne siamo interessati, però la Commissione ed anche il Consiglio è stato coinvolto sui temi della pesca esclusivamente trascinato dall'emergenza; una di queste emergenze sono i contrasti nei compendi ittici e negli stagni, non ultimo le vicende legate a Marceddì, ma questo un po' investe di volta in volta tutto il territorio regionale. Anche qui la Commissione ha previsto, attraverso alcune norme, l'obbligo che chi esercita l'attività di pesca in mare aperto non possa esercitarla nelle acque interne, quindi uno degli elementi di forte contrasto nel territorio e nella gestione dei compendi ittici viene risolto, a nostro parere, stabilendo che le due licenze sono tra di loro incompatibili, la licenza di pescatore di acque interne con quella del pescatore di acque di mare; salvo casi eccezionali che vengono riconosciuti, cioè di una situazione di difficoltà di recupero di reddito per i pescatori delle acque interne che possono avere delle deroghe per la pesca in mare aperto.
L'altro aspetto che voglio sottolineare è che nel testo unificato che arriva in Aula recuperiamo tre leggi che il Consiglio ha già approvato, sempre un po' trascinate dall'emergenza: mi riferisco alle norme per la riconversione della sciabica e dello strascico, per le imbarcazioni di stazza(?) sotto le venti tonnellate, mi riferisco alle norme per il rilancio e recupero, anche a fini non solo produttivi, ma anche per l'aspetto culturale e storico che hanno le tonnare, mi riferisco anche agli aiuti, e questo è un aspetto importante che l'assemblea deve tenere in considerazione perché la normativa che prevediamo in questo testo di legge degli aiuti è la stessa della legge che abbiamo comunicato all'Unione europea e che è stata accolta dall'Unione europea. Cioè, per quanto riguarda gli aiuti, la normativa che venne presentata nel testo unificato, non abbiamo problemi d'incompatibilità o di contrasto con la normativa europea, l'Unione europea avendo già approvato le proposte che vengono qui contenute in una precedente legge approvata dal Consiglio regionale.
Infine, preannuncio anche una discussione che avverrà, tra l'altro, perché la Commissione ha presentato un emendamento, sull'articolo 22 della legge. E` un articolo particolarmente importante, perché qui si apre una discussione sulle competenze che la Regione Sardegna chiede di per poter avere in materia di licenze di pesca per il mare oltre quello territoriale; mi riferisco appunto alle fasce di mare oltre le 6 miglia. Nel testo unificato, nella legge che noi proponiamo, è previsto che anche la licenza oltre le 6 miglia sia concessa dalla Regione Autonoma Sardegna d'intesa con il ministero.
Oggi, per legge, la licenza oltre le 6 miglia la concede il ministero, quindi, la concede lo Stato.
Questo fatto della concessione dello Stato, impedisce di fatto che la Regione abbia un suo ruolo nel determinare lo sforzo di pesca e quindi limita l'autonomia della Regione. Nell'articolo 22 abbiamo previsto che invece anche la licenza di pesca per la fascia di mare che va dalle 6 miglia alle 12 miglia sia autorizzata dalla Regione Autonoma della Sardegna d'intesa con lo Stato. Questo è comunque un punto che può mettere a rischio la legge; può rischiare d'imporre la doppia licenza a chi esercita in quella fascia di mare - e quindi a chi esercita quel tipo di pesca - comunque su questo punto la Commissione ha presentato anche un emendamento, in modo che l'Assemblea e chi approverà questa proposta sappia quali sono i pericoli che si corrono approvando l'articolo 22, e si possa decidere tranquillamente dopo un'attenta discussione e riflessione da parte di tutti, quindi anche della Giunta, se occorre rischiare di avere un rinvio per l'articolo 22, avendo previsto la licenza regionale anche per le licenze di pesca oltre le 6 miglia e si va incontro quindi a uno scontro con lo Stato e con il Governo sull'articolo 22, oppure se in questa fase, essendo a fine legislatura, è preferibile rinviare lo scontro su questo punto, magari a successive proposte di legge modificative della legge, e accogliere quindi l'emendamento che la stessa Commissione ha previsto, modificativo dell'articolo 22.
Altri emendamenti - lo preannuncio - che la Commissione presenterà sono relativi alla questione della pesca a traino, quindi dello strascico, per le imbarcazioni oltre le 20 tonnellate di stazza perché, come sappiamo, sino alle 20 tonnellate dal 31 dicembre del 2000 sono vietate e quindi la possibilità di fare pesca a strascico non c'è, e del resto noi abbiamo fatto le norme che consentono la riconversione, quindi la possibilità di riconvertire questo tipo di pesca, avevamo previsto nella legge che arriva in Aula che era vietata comunque entro le 6 miglia e, in tutti i casi, dalle tre miglia alle sei miglia, possa essere possibile soltanto se c'è (?) superiore ai 50 metri.
Quindi, in tutti i casi veniva vietata la pesca a traino nelle tre miglia. Dopo audizioni, incontri e dopo aver sentito anche, una volta esitata la legge dalla Commissione, le organizzazioni professionali del settore pesca, ci è stato consigliato di ridurre a 1.500 metri questo divieto generale, esclusa una certa fascia di coste dell'Ogliastra, perché di fatto con l'articolo così come proposto nella legge avremmo impedito la possibilità che si potesse esercitare la pesca a traino in Sardegna, quindi con un fortissimo danno considerando che da queste imbarcazioni viene quasi il 90 per cento del nostro pescato, quindi, soprattutto in alcune parti della Sardegna di fatto veniva abolito totalmente questo tipo di pesca e quindi, rendeva la flotta sarda, le imbarcazioni sarde non competitive a livello nazionale.
Essendo la Sardegna, tra l'altro, pur essendo un'isola, una forte importatrice di pesce, questo fatto avrebbe creato un ulteriore danno. Quindi, anche su questo c'è una correzione alla legge che viene proposta dalla Commissione, da quelli che erano presenti stamani e hanno potuto firmare per accogliere un'indicazione che viene dal mondo della pesca professionale.
Infine, un altro aspetto riguarda la questione della pesca sportiva. Avevamo previsto già nella legge di rinviare a un regolamento la disciplina della pesca sportiva. Questo concetto, che è già nel progetto di legge che arriva in Aula verrà rafforzato da alcuni emendamenti che verranno proposti per dare al ruolo alla pesca sportiva, che interessa migliaia e migliaia di cittadini e crea uno sviluppo anche turistico, sia nelle acque interne che nel mare, crea un flusso turistico che è importante, e crea quindi anche sviluppo economico e ricchezze e quindi reddito intorno a questo settore. Riteniamo giusto accogliere alcune indicazioni che consentono di dare a questo settore un giusto rilievo.
Anche a livello nazionale ci si sta muovendo per l'importanza e la crescente diffusione di questo sport tra i cittadini, e quindi la Commissione anche su questo tenterà di migliorare il testo di legge dando alla pesca sportiva un ruolo che oggi nella legge, così come (?) ha invece in termini ridotti.
Mi fermo qui perché sugli altri aspetti rimando alla relazione scritta.
La speranza - lo ripeto - è che questa legislatura si chiuda con una legge sulla pesca, che non avvenga quello che è avvenuto nella precedente legislatura in cui il testo, pur avendo concluso il suo iter nelle Commissioni, non fu trasformato in legge, quindi, non si chiede alla Sardegna una legge sulla pesca. Mi auguro invece, che questa volta la discussione si concluda con un voto magari unanime da parte dell'Aula, come è stato unanime in Commissione, perché la pesca è uno dei settori importanti della nostra economia e coinvolge migliaia di cittadini che da questa attività traggono il proprio reddito, e quindi ritengo giusto che a questo settore si dia la giusta importanza approvando questa legge.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S. d'Az.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo 50 anni finalmente la Regione cerca di dotarsi di un testo unico in materia di pesca, che è una competenza primaria della Regione. Quindi arriviamo con molto ritardo, con una situazione che in 50 anni è stata gestita spesso con provvedimenti molto particolari dettati da esigenze contingenti. Non si è fatto un discorso razionale e chiaramente certi problemi si sono incancreniti.
La legge è un testo con ampi spazi bianchi. Aver rinviato numerose materie a regolamenti o decreti, se da una parte consente un adattamento delle norme a situazioni concrete, d'altra parte crea anche delle incertezze e, comunque, anche quando si rinvia ad altre norme, occorrerebbe scrivere i criteri. Vi è qualche articolo che sicuramente è illegittimo, in quanto, per esempio, l'articolo sulle tasse è in palese violazione dell'articolo 23 della Costituzione, per cui prestazioni possono essere chieste solo sulla base di una legge. Non vi è in quell'articolo alcun criterio per determinare le tasse, per cui se noi approvassimo un testo del genere è sicuro il rinvio ed è sicura (anche se facessimo il braccio di ferro) la dichiarazione di incostituzionalità. Per cui certi articoli vanno sicuramente riscritti.
Chiaramente, siccome non sono problemi politici credo che si trovino delle soluzioni. Ma questa legge solleva anche altri problemi. Per esempio, iniziamo da quello che forse è il meno incidente sull'assetto della pesca in Sardegna, ma rilevante per numerosi cittadini: il problema della pesca sportiva. Essa viene rinviata per la pesca marittima completamente al Regolamento. Il che non è esatto, perché occorre definire almeno alcuni criteri base: per esempio è necessario anche per il mare richiedere - come viene avanzato da qualcuno a livello statale - una licenza di pesca; va richiesta una tassa, quali attrezzi si possono usare, perché, per esempio, nel testo si esclude la nassa e il palamito e non si esclude la rete. Effettivamente, se andiamo a dire che sono comunque esclusi gli strumenti propri della pesca professionale, allora li elenchiamo e non ne elenchiamo sicuramente due. Per esempio, il palamito con un certo numero di ami non vedo perché debba essere vietato ai pescatori sportivi considerato che l'incidenza del danno è estremamente limitata se, chiaramente, avviene con modalità limitate. Quindi, occorre assicurare uno status del pescatore sportivo e questo vale anche per le acque interne, perché occorre anche un criterio che dia comunque certe aree alla pesca sportiva, perché se noi posponiamo la pesca sportiva alla pesca professionale sicuramente nelle acque interne non vi sarà alcun spazio riservato alla pesca sportiva perché, chiaramente, l'esigenza dei professionisti è sempre dominante anche sotto il profilo economico e sociale.
Il problema della coesistenza della pesca sportiva si pone anche nelle zone concesse per la pesca professionale. Occorre una norma più chiara rispetto a quella che è nel testo per far coesistere la duplice attività, tenendo conto anche che pesca sportiva può voler dire anche pesca turistica.
Per esempio, nella legge manca qualunque riferimento all'attività, diciamo così, di pesca-turismo che, invece, i pescatori di fatto in alcuni compendi hanno iniziato; quindi, un riferimento che leghi questa attività di pesca sportiva e comunque l'attività peschereccia al settore turistico va messo, anche se in forma magari generica e generale rinviando al regolamento, però sicuramente un riferimento in questo senso va introdotto.
Il problema delle concessioni: è bella la delega alle province per le acque interne, intese per "interne" tutte quelle all'interno delle foci. Però, per esempio non viene affrontato il problema dei rapporti con il demanio marittimo (ricordiamo che le acque lagunari sono in genere appartenenti al demanio marittimo), in cui abbiamo dei problemi di coordinamento con le autorità statali, tra l'altro abbiamo approvato due settimane fa una norma di attuazione dello statuto, che delega la Regione a determinare il canone che va allo Stato. Tra l'altro vi è un problema, che non so se entrando in vigore quella norma di attuazione, lo Stato non rilevi che noi stiamo sub-delegando la riscossione, la determinazione di tributi statali alla provincia.
Forse credo che anche questo sia un profilo censurabile, per cui è necessaria una norma in questo senso che, chiaramente, la devoluzione alle province di competenze che abbiamo come delega dello Stato, anzi che in questo momento non abbiamo e che stiamo cercando di ottenere, non avvenga in contrasto con le autorità statali, perché sarebbe estremamente pericoloso che un'eccezione che viene fatta a favore alla Regione, cioè di determinare un tributo a favore dello Stato, noi mettessimo in crisi questa delicata costruzione affidando ad altri soggetti la determinazione.
Per cui probabilmente occorre una norma per cui la determinazione dei canoni statali ove affidati alla Regione non sia ulteriormente delegabile, altrimenti lo Stato chiaramente avrebbe da ridire: una cosa è affidare ad un soggetto unico come la Regione, e una questione è affidare a soggetti plurimi come le province, avremo addirittura 4 tributi statali diversi in 4 province; se poi le province diventano 8, avremo una vera Babele nell'applicazione del tributo statale.
Quindi, una norma in tal senso si impone per evitare un contenzioso inutile con lo Stato che faccia retrocedere da posizioni che faticosamente la Regione sta conquistando.
Il problema della pesca a strascico: occorre una precisazione, per costa non può intendersi anche la costa delle isole minori, perché altrimenti avremo la conseguenza che il limite di 6 miglia previsto dalla legge addirittura si estenderebbe a 12 miglia, per cui andrebbe limitata comunque intorno alle isole minori, a distanza per esempio di un miglio escludendo comunque le aree in cui la battimetrica(?) è inferiore a 50 metri. Per cui, in effetti occorre rideterminare un po' questo articolo. Il relatore ha già parlato di qualche modifica, probabilmente occorre farne un articolo che consenta comunque in certe zone la pesca a strascico, altrimenti tanto vale dire che stiamo abolendo completamente la pesca a strascico. Il che chiaramente, almeno nelle aree dove non è possibile sfruttare le risorse con altri tipi di pesca, è un errore dal punto di vista economico.
Tra l'altro è una questione, teniamo conto che noi stiamo eliminando la pesca a strascico per le imbarcazioni fino alle 20 tonnellate, però teniamo conto che gran parte della flotta peschereccia sarda di maggiore consistenza si situa tra le 20 o le 40 tonnellate, per cui sono imbarcazioni che chiaramente non possono permettersi lunghissime navigazioni o condizioni meteo-marine particolarmente ostili. Quindi, se vogliamo consentire la pesca a strascico a queste imbarcazioni, non possiamo andare con il criterio dell'articolo approvato in Commissione.
Il problema delle doppie concessioni: anche qua credo che una formulazione così rigida sarebbe fonte di gravi inconvenienti. Dobbiamo considerare che gran parte dei pescatori che hanno concessioni in acque, che per effetto di questa legge sono considerate interne, esercitano oggi la pesca marittima. Ma la esercitano spesso al di fuori dell'attività della cooperativa del consorzio. Credo che il problema sia questo: cioè, se noi riconducessimo anche queste attività di pesca marittima all'interno dell'organizzazione dei pescatori che gestisce le concessioni in acque interne, probabilmente gran parte dei problemi che sono sorti e che si cerca di evitare con questa norma verrebbero meno, per cui chiaramente dobbiamo dare per lo meno come facoltà regolabile da parte della Regione, la possibilità alle cooperative consorzio che gestiscono acque lagunari di continuare praticamente a esercitare la pesca in acque marittime chiaramente all'interno di un'organizzazione che deve essere approvata dalla Regione, di migliore utilizzo delle risorse ittiche.
Altrimenti corriamo anche il rischio che costringendo la gente all'abbandono di licenze, non di licenze marittime perché chi è titolare di una licenza e l'armatore non vi rinuncia, ma per esempio i marinari vi rinuncerebbero, con il risultato della necessità di arruolare negli equipaggi persone sfornite di professionalità, quindi, anche creando un aumento della massa di pescatori a cui non corrisponde certamente un aumento della massa ittica sfruttabile, per cui credo che le condizioni economiche che si cerca di risolvere con questo provvedimento, si aggraverebbero perché le stesse risorse verrebbero sfruttate da un numero maggiore di pescatori.
Quindi, anche questa norma, che è chiaramente una norma di indirizzo, va temperata tenendo conto delle situazioni reali e che ben difficilmente i pescatori che hanno la concessione di acque interne nell'attuale situazione ne ricavano un reddito sufficiente per la propria famiglia, senza integrazione.
Il reddito dei pescatori dello stagno di Cabras, che credo come acque lagunari sia una delle migliori organizzazioni oggi esistenti (sicuramente migliore di altri compendi), è di 1 milione e mezzo al mese. Sicuramente credo che questo qui porterebbe comunque a praticare la pesca clandestina per avere dei redditi, tenendo conto anche che la legge è estremamente tassativa per i pescatori della pesca interna, vietando la coesistenza di qualunque altra attività non solo di pesca per i pescatori che sono titolari della licenza di tipo A).
Questo chiaramente non facilita, perché se il pescatore deve ricavare interamente il reddito dall'attività peschereccia, si dà uno sfruttamento intensivo delle acque, che almeno in un primo tempo gli assicura un reddito sufficiente e poi, chiaramente, crea una situazione di depauperamento estremamente pericolosa. Per cui, credo che questa legge, carente anche sotto altri profili, per esempio in materia di sanzioni non sono precisate le sanzioni per violazione del regolamento dei decreti, manca una graduazione anche in relazione all'importanza della trasgressione e così via, vada perfezionata.
Per cui Presidente, se la discussione generale non continua questa mattina e si vuole passare agli articoli, chiederò un breve sospensione fino al pomeriggio per poter presentare degli emendamenti.
PRESIDENTE. Se qualcuno intende iscriversi a parlare, lo faccia subito perché così abbiamo il punto della situazione, a rigore di Regolamento le iscrizioni dovrebbero essere chiuse entro il primo intervento che si è concluso, ma un po' di elasticità non ha mai fatto grandi danni.
E` iscritto a parlare il consigliere Granara. Ne ha facoltà.
GRANARA (F.I.). Già alla fine dell'anno 1995, in quest'Aula, Forza Italia chiedeva il rispetto dei termini per la discussione della legge quadro sulla pesca.
Oggi potrebbe sembrare più un successo la realizzazione di un'aspirazione più volte sollecitata dagli operatori del mare, mentre considerato il clima di smobilitazione ormai di fine legislatura, potrebbe apparire invece anche una mossa elettorale.
Una norma di così ampia portata che si propone di regolamentare il settore della pesca considerandolo finalmente risorsa economica primaria, doveva essere affrontato con maggiore attenzione e forse in tempi non sospetti.
Una norma un po' ambiziosa, forse perché non prende atto della grave situazione di crisi in cui versa questo comparto; siamo comunque soddisfatti che seppure nei limiti sopra esposti ci si appresti finalmente a varare tale provvedimento con la speranza che, negli anni futuri, l'esercizio di tale attività sarà sostenuto e garantirà del frattempo la valorizzazione anche naturalistica di tutto il patrimonio degli ambienti acquatici.
Parlo di protezione e conservazione di questo patrimonio anche in considerazione che tale ricchezza continua a essere sempre il più importante motivo di richiamo anche sotto l'aspetto turistico.
Una norma che sappia integrare l'attività di pesca con le giuste esigenze di rispetto degli ambienti marini, che protegga le fasce costiere da sistemi di sfruttamento dannosi ed avvii contemporaneamente nuovi territori destinati al ripopolamento, stabilendo il giusto compromesso tra utilizzo di una risorsa e salvaguardia della stessa.
Potremo ottenere tale risultato se avremo il coraggio di creare in termini prioritari (certo in termini ideali), una recinzione fatta da divieti, di paletti ed anche di sanzioni che, ad eccezione della piccola pesca, limiteranno qualsiasi altro intervento entro la fascia di tre miglia per creare una protezione vera nell'eco sistema marino costiero.
Forse oggi, signor Presidente, questo programma e questo progetto non è ancora attuabile perché la nostra flotta ed i mezzi che abbiamo a disposizione non ce lo consentono.
Tale atteggiamento non sarà comunque sufficiente se non sarà accompagnato da adeguati finanziamenti per tale settore e da funzionali strutture di supporto e di controllo. Come può un assessorato che impiega un dirigente quasi a part-time (capacissimo ma a part time), un paio di funzionari, 4 o 5 impiegati, essere in grado di dare la dovuta assistenza alla istruzione ed al disbrigo delle pratiche di tale comparto?
Assessore Onida, lei sa perfettamente che nel suo assessorato due dipendenti sono costretti a passare al vaglio mille e duecento pratiche sul fermo biologico. Serve un ufficio che svolga un ruolo in termini autonomi. Una direzione che regoli un'attività economica e non un'attività di tempo libero. Serve una direzione generale per la pesca.
Quali sanzioni e quali controlli possono essere avviati lungo le fasce costiere o nelle zone di tutela biologica, se la vigilanza a mare è affidata ad un corpo forestale con navigli e personale che non si è mai dimostrato adeguato e non è adeguato neppure nella denominazione?
L'Assessorato competente deve recuperare credibilità, deve riuscire a garantire i presupposti dettati dalla norma, non più consentendo l'autoregolamentazione selvaggia degli addetti ai lavori.
L'attività di sorveglianza a mare, anche per limitare il costo, può essere coordinata con gli altri corpi di vigilanza già presenti, dotati di strutture efficienti, di grande professionalità e non in concorrenza con gli stessi, ma deve essere effettuata a tutti i costi per non svilire il principio e gli obiettivi che tale norma si prefigge.
Ho particolarmente apprezzato l'istituzione dei distretti di pesca che consentiranno l'avvio dei programmi personalizzati a seconda delle problematiche territoriali, delle risorse e dei diversi tipi di pesca. Sarebbe opportuno, però, che gli stessi venissero gestiti da consorzi costituiti da pescatori, dalle cooperative e dai rappresentanti delle categorie del territorio di riferimento.
Nei titoli terzo e quarto si tratta di acquacoltura, individuando in tale attività quel giusto supporto alla produzione del pescato. Un settore che come attività potrà avere varie valenze se sarà gestito con intelligenza in merito alla tipologia, all'approccio produttivo ed al conseguente inserimento nel mercato.
E` certo che la concorrenza estera e continentale è altissima e che purtroppo solo pochissimi impianti nella nostra regione riescono a sopravvivere.
Bisogna godere delle esperienze delle nazioni più evolute in tale settore, non c'è più nulla da scoprire; aiutiamo la ricerca, ma teniamo conto anche dei risultati già dati e conseguiti.
Infine, un'ultima considerazione, apprezzo la cura dimagrante (se così si può chiamare), la semplificazione a cui è stata sottoposta tale norma, che da circa 160 articoli iniziali è stata contenuta in circa 70, ma è indispensabile che nei tempi previsti e senza ritardo alcuno sia varato dalla Giunta il relativo regolamento di esecuzione.
Un provvedimento è valido non solo quando viene varato, ma quando si riesce a passare alla sua fase attuativa. Signor Presidente mi auguro che tale norma possa dare pari dignità agli operatori del mare e che consideri l'attività di pesca negli stessi termini d'importanza, anche culturale, che è stata da sempre attribuita al mondo agro pastorale.
Il mare non deve essere più considerato un limite, un confine per la nostra regione ma una parte integrante della stessa e soprattutto un elemento propulsivo di nuovo sviluppo e di nuova occupazione.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Boero. Ne ha facoltà.
BOERO (A.N.). Signor Presidente, gentili colleghe e colleghi, la pesca è una di quelle grandi occasioni per la rinascita della nostra isola che, in quanto tale, collocata al centro del Mediterraneo ha un'immensa potenzialità economica, produttiva ed occupazionale anch'essa inespressa.
Arrivare troppo tardi, al termine della legislatura, all'approvazione del testo di legge, è comunque una prova, se ce ne fosse bisogno ancora, della incapacità di questa legislatura di affrontare in tempi, in termini e in modi dovuti tutte le grandi problematiche della nostra regione; e si arriva così a tagliare i nastri finali uso campagna elettorale. Ma, è meglio tardi che mai. La legge contiene forme di regolamentazione del comparto con vari punti chiari e punti oscuri, ma senz'altro occorreva, ed è comunque migliorativa in ipotesi, poi lo vedremo in corso d'opera quando la legge diventerà esecutiva, quando verrà applicata, se anche questa mia impressione è vera o meno.
Sarà comunque senz'altro necessario nella prossima legislatura arrivare a qualche ritocco nell'ottica di promuovere in modo più adeguato il comparto, perché la promozione dell'attività di pesca è lo scoprire un qualcosa che ancora non è, e che molte genti del mondo si domandano: "Ma come mai voi isola, salvo poche isole (leggasi Sant'Antioco), non avete la cultura della pesca?"
Occorre quindi promuovere questa attività con misure comunque più adeguate di quelle contenute in questa legge che, come dicevo prima, è comunque senz'altro migliorativa del nulla, del precedente, di ciò che non esisteva o male esisteva. Ma vi è una confusione in questo testo di legge che dimostra la totale mancanza di attenzione della maggioranza e della Giunta nei confronti di un comparto della pesca che è la pesca sportiva. La pesca sportiva, con i suoi innumerevoli addetti, è un potenziale fenomeno economico di dimensione inimmaginabile, anch'esso in condizioni, se adeguatamente regolamentato, promesso e promozionato, di incidere fortemente e positivamente sull'attuale stato di disastro occupazionale della nostra Isola.
Gli addetti che vi lavorano, e che finora vi lavorano in mezzo a tante difficoltà, devono trovare quelle certezze che la confusione della legge, forse qualche emendamento viene prodotto, spero che questi emendamenti diano soddisfazione al settore della pesca sportiva, o comunque quel minimo di chiarezza che nel testo attuale e integrale della legge non c'è, perché è un settore che non può essere confuso con l'importantissimo settore della pesca professionale, e non può sottostare a dettami, a diktat, dello stesso settore che vede il settore sportivo un po' come il fumo agli occhi, senza immaginare invece che con una appropriata regolamentazione l'uno non disturba l'altro settore perché sono cose che vanno viste, regolamentate e promozionate in modo totalmente diverso, ma l'uno e l'altro settore devono essere una delle vincenti scommesse per la rinascita economica - occupazionale della nostra Sardegna. Basti pensare che solo i residenti che esercitano la pesca sportiva vengono stimati - così mi dicono i rappresentanti delle associazioni - in non meno di cinquantamila, e quando si parla di pesca sportiva questi cinquantamila sono coloro che, in qualche modo, vengono registrati nelle varie associazioni e nelle varie manifestazioni. Ma poi c'è quel tipo di pesca da diporto, quel tipo di pesca sociale, del pensionato, che non può essere trascurata perché è un fatto sociale, e la parte politica di Alleanza Nazionale al fatto sociale ha sempre dato un'importanza assoluta. Se poi immaginiamo quanti pescatori sportivi arrivano nel periodo della stagione turistica, se immaginiamo a questo enorme potenziale mercato, se le diamo la giusta regolamentazione e la giusta promozione dire che da questo settore può venirne fuori una grande parte della rinascita economica della nostra Isola non è un modo di dire politico ma è verità, realtà e sostanza. Quindi, mi auguro che nel corso dei lavori di passaggio agli articoli, mi auguro che alcuni aspetti che nella stesura originaria della legge sono stati trascurati e che alcuni emendamenti della Commissione, e parlando con i rappresentanti delle associazioni e il Presidente della Commissione, trovino corale accoglimento e diano quella giusta soddisfazione, tra l'altro, al settore della pesca sportiva.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere La Rosa. Ne ha facoltà.
LA ROSA (G.D.R.I. e Ind.). Signor Presidente, onorevoli Assessori, colleghe e colleghi, interverrò molto brevemente, forse due minuti, ma ho chiesto di poter intervenire perché mi piace sottolineare l'importanza del provvedimento che ci accingiamo a discutere. Importanza perché lo vedo come uno strumento molto utile per la programmazione dello sviluppo del settore della pesca, un settore particolarmente importante, ricco di potenzialità produttive che non sono state fin qui, se non minimamente, esplorate e realizzate. In questo senso quindi sicuramente si tratta di un provvedimento importante ed atteso, che può rispondere alle aspettative degli operatori, ma anche di quelli che operatori non sono e che sono, come alcuni ricordavano, diportisti e comunque si occupano di questo settore.
E` stato ricordato da chi mi ha preceduto, a partire dal relatore, in particolar modo, e poi dal collega Bonesu, che c'è l'esigenza di alcuni emendamenti. Credo che questi emendamenti saranno sicuramente emendamenti migliorativi, che consentiranno al provvedimento di poter avere un iter anche più semplice e, in questo senso, auspico che questi emendamenti possano essere accolti e diventare quindi parte integrante del testo.
Mi piace ancora sottolineare alcuni aspetti molto positivi del provvedimento, come la suddivisione dei distretti di pesca, la razionalizzazione delle forme di pesca e il programma di ripopolamento, insomma una serie di misure che certamente saranno capaci di rispondere alla aspettative. In definitiva mi sembra un provvedimento all'altezza dei tempi e, anche se arriva soltanto verso la conclusione della legislatura, credo che comunque è un merito dell'intero Consiglio, per cui ben venga per tutti.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Vassallo. Ne ha facoltà.
VASSALLO (Gruppo Misto). Presidente, onorevoli colleghi, altrettanto brevemente, così come ha fatto il collega La Rosa, voglio ribadire che questo provvedimento non giunge in Aula in tempi sospetti, in quanto diversi consiglieri regionali, attraverso ben tre proposte di legge, nel 1995 provocarono l'attivazione del lavoro della Commissione al fine di giungere all'approvazione, entro questa legislatura, di un provvedimento legislativo che consentisse di razionalizzare e dare strumenti diversi e nuovi al settore ittico. Per cui ribadisco che i tempi non erano sospetti e se siamo arrivati a pochi mesi dalla chiusura del Consiglio regionale, questo deriva soltanto dal fatto che i testi che erano stati presentati, per altro molto corposi, hanno necessitato di una lunga discussione, elaborazione ed anche le opportune convergenze nella sede istituzionale propria dove si svolgeva la discussione della Commissione agricoltura.
Ritengo che questo provvedimento abbia un duplice significato politico, che intenda perseguire un duplice significato politico rispetto al fatto che il settore non può più essere lasciato a sé stesso, nel senso che anche questo settore necessita di una programmazione, per cui attraverso strumenti e criteri che permettano di gestire le nostre risorse. Il secondo obiettivo ritengo che sia quello ancora più politico rispetto al ruolo che deve avere la Regione nei confronti del Governo nazionale e al ruolo che deve giocare rispetto al rilascio delle licenze, per cui la gestione è il controllo della risorsa. Questo vuol dire che fino ad oggi, tutte le volte che si deve rilasciare una licenza siamo costretti a passare attraverso un confronto anche molto serrato e duro con il Governo nazionale, mentre sappiamo che la stessa questione delle licenze deve essere prefigurata nell'ambito di studi e di valutazioni che sono diversi molte volte da regione a regione, per cui non si può accentrare a livello nazionale una podestà che noi riteniamo debba essere invece delegata alle Regioni. Così come si rileva un notevolissimo passo avanti rispetto alla stessa applicazione della 142, nel senso che in questa proposta si prevede un forte decentramento delle competenze verso le province. Di sicuro ancora è insufficiente, però abbiamo cominciato ad aver fatto qualche notevole passo in avanti nel senso che prima non si faceva niente.
Concordo con una serie di osservazioni espresse qui in Aula poc'anzi dall'onorevole Bonesu, in modo specifico rispetto a una più precisa regolamentazione della pesca sportiva e rispetto a una serie di altre questioni che l'onorevole Bonesu precisamente indicava.
Per ordine di tempo, considerato che siamo arrivati all'una e mezzo, concludo qua questo intervento ritenendo che il testo con alcuni emendamenti, senza operare profondi stravolgimenti, possa essere ulteriormente migliorato, e penso che il Consiglio nell'ambito della discussione dei singoli articoli e nell'esame degli emendamenti possa fare quell'opera di miglioramento del testo per dare al settore una risposta concreta alle aspettative che da anni attendono una risposta.
PRESIDENTE. Con l'intervento dell'onorevole Vassallo chiudiamo i lavori della seduta antimeridiana. I lavori sono aggiornati alle ore 17, concluderà la discussione generale l'assessore Onida.
La seduta è tolta alle ore 13 e 24.