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Resoconto della seduta n. 310 del 22/07/1998

CCCX SEDUTA

(Pomeridiana)

Mercoledì 22 luglio 1998

Presidenza del Vicepresidente MILIA

indi

del Presidente SELIS

La seduta è aperta alle ore 17 e 30.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17 e 45.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 30, viene ripresa alle ore 17 e 46.)

DEMONTIS, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di giovedì 2 luglio 1998 (306), che è approvato.

Annunzio di mozione

PRESIDENTE. E` pervenuta la mozione numero 166 a firma Biggio, Boero, Cadoni, Carloni, Frau, Liori, Locci, Sanna Noemi, Usai Edoardo, sulla revoca dell'ufficio di Assessore regionale all'avvocato Cogodi. Se ne dia lettura.

DEMONTIS, Segretario:

"Mozione BIGGIO - BOERO - CADONI - CARLONI - FRAU - LIORI - LOCCI - SANNA NIVOLI - USAI Edoardo sulle dimissioni dalla carica di Assessore regionale dell'avv. Cogodi". (166)

Continuazione della discussione del testo unificato del disegno di legge: "Disciplina delle strutture extra alberghiere ed integrazioni e modifica della legge regionale 14 maggio 1984, n. 22, concernente: 'Norme per la classificazione delle aziende ricettive' " (90) e della proposta di legge: "Disciplina delle strutture ricettive extra alberghiere ed integrazioni e modifiche alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22, concernente: 'Norme per la classificazione delle aziende ricettive' " (322)

PRESIDENTE. E` all'ordine del giorno la continuazione della discussione degli articoli del testo unificato del disegno di legge numero 90 e della proposta di legge 322. Eravamo arrivati all'articolo 6. Se ne dia lettura.

DEMONTIS, Segretario:

CAPO V

CASE E APPARTAMENTI PER VACANZE

Art. 6

Definizione e caratteristiche

1. Sono case e appartamenti per le vacanze (C.A.V.) le unità abitative ubicate nello stesso comune e delle quali il gestore abbia legittimamente, a qualsiasi titolo, la disponibilità anche temporanea. Tali unità abitative, in numero non inferiore a tre, composte ciascuna da uno o più locali, devono essere arredate e dotate di servizi igienici e cucina autonomi, gestite unitariamente in forma imprenditoriale per l'affitto a turisti, senza offerta di servizi imprenditoriali per l'affitto a turisti, senza offerta di servizi centralizzati o prestazioni di tipo alberghiero, nel corso di una o più stagioni.

2. Nelle C.A.V. devono essere assicurate le seguenti prestazioni essenziali:

a) fornitura di energia elettrica, acqua, gas e riscaldamento nei mesi invernali;

b) manutenzione in condizioni di efficienza degli impianti tecnologici;

c) pulizia dei locali ad ogni cambio di cliente;

d) accoglienza e recapito del cliente.

3. Nelle C.A.V. possono ulteriormente essere forniti servizi e prestazioni, quali, tra l'altro:

a) pulizia dei locali durante il soggiorno dei clienti;

b) fornitura e cambio di biancheria;

c) utilizzo di attrezzature di svago e sport.

4. La gestione di case ed appartamenti per vacanze non può comprendere la somministrazione di cibi e bevande.

5. Le strutture in cui si esercita l'attività ricettiva individuate nel comma 1 devono possedere i requisiti igienico-sanitari ed edilizi previsti dalle normative vigenti per i locali di civile abitazione.

6. L'esercizio di C.A.V. secondo le modalità previste dal presente capo, non comporta modifica di destinazione d'uso ai fini urbanistici delle strutture immobiliari impiegate.

7. Nelle case ed appartamenti per vacanze non può essere fornita ospitalità per un periodo inferiore a sette giorni consecutivi o superiore a tre mesi consecutivi.

8. Per speciali esigenze connesse a festività o manifestazioni di interesse locale, il sindaco può, con provvedimenti motivati, consentire deroghe al limite di cui al precedente comma 7.

PRESIDENTE. All'articolo 6 è stato presentato l'emendamento numero 7 sostitutivo parziale. Se ne dia lettura.

DEMONTIS, Segretario:


PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'emendamento numero 7 ha facoltà di illustrarlo.

OPPIA (F.I.). L'emendamento si dà per illustrato.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere del relatore sull'emenamento ha facoltà di parlare il consigliere Falconi.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. L'emendamento è accoglibile, chiedo ai presentatori dell'emendamento di ridurre i dieci giorni consecutivi in sette giorni per ragioni anche logistiche. Si affitta per sette giorni, per quattordici giorni, per ventuno o per un mese, quindi per spezzare, così come lo spezza il mercato l'affitto di ogni appartamento.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

PABA, Assessore del turismo, artigianato e commercio. La Giunta si rimette al parere del relatore.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppia. Ne ha facoltà.

OPPIA (F.I.). I sette giorni sono già stabiliti dal comma 7 dell'articolo 6, l'emendamento intendeva modificare proprio quello portandolo a dieci, quindi o arriviamo a quattordici giorni, cioè volevo aumentare i sette giorni, quindi o arriviamo a quattordici, secondo la proposta dell'onorevole Falconi, oppure rimangono i dieci, non si possono ridurre a sette.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Falconi. Ne ha facoltà.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. L'emendamento non si accoglie proprio per ragioni evidenti di mercato, di richiesta che viene fatta così pressochè in tutto il mondo.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo e sull'emendamento.

Ha domandato di parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Presidente, chiedo il voto segreto sull'articolo e annuncio anche, a nome di Forza Italia e del P.S d'Az, che con le ragioni già esposte ci ritireremo dalla votazione per questo articolo.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 7. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 6.

(I consiglieri dei Gruppi di A.N., F.I. e P.S.d'Az. abbandonano l'Aula.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 41

votanti 40

astenuti 1

maggioranza 21

favorevoli 39

contrari 1

(Il Consiglio approva)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: ARESU - BALIA - BERRIA - BIGGIO - BUSONERA - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA - FADDA - FALCONI - FERRARI - FOIS Paolo - GHIRRA - GIAGU - LA ROSA - LADU - LODDO - LORENZONI - MANCHINU - MARROCU - MARTEDDU - MONTIS - MURGIA - OBINO - ONIDA - PETRINI - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - SECCI - TUNIS Gianfranco - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.

Si è astenuto: MILIA.)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 7.

DEMONTIS, Segretario:

CAPO VI

turismo rurale

Art. 7

Attività turistico-rurale

1. Ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 20 giugno 1986, n. 32, sull'agriturismo sono considerate agrituristiche le attività di ricezione e ospitalità svolte dall'imprenditore agricolo, in rapporto di connessione e complementarietà rispetto all'attività agricola.

2. Rientrano tra tali attività:

a) la concessione di ospitalità per soggiorno turistico, anche in spazi aperti destinati alla sosta dei campeggiatori limitatamente ad un massimo di sei camere e dieci persone per l'ospitalità in immobili ed un massimo di cinque piazzole e quindici persone per la sosta di campeggiatori;

b) la somministrazione di pasti e bevande, prevalentemente prodotti o lavorati nell'azienda agricola;

c) la vendita diretta di prodotti agricoli e artigianali, provenienti dall'azienda anche in forma associata;

d) l'organizzazione di attività ricreative nell'ambito dell'azienda ivi comprese le attività di turismo equestre e di pesca sportiva;

e) l'organizzazione di vacanza-lavoro per il tirocinio di addetti ad attività turistico-rurali e turistico-sportive.

PRESIDENTE. All'articolo 7 sono stati presentati quattro emendamenti. Se ne dia lettura.

DEMONTIS, Segretario:


PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Falconi per illustrare questi emendamenti.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. Vorrei dire che li illustro tutti insieme, perché riguardano tutti quanti il turismo rurale. Abbiamo voluto inserire questa tipologia ricettiva in questa legge perché consideriamo il turismo rurale a pieno titolo turismo; non solo, facendo distinzione in questa considerazione, d'accordo con i colleghi della Commissione quinta, fra agriturismo e turismo rurale.

Nella prima fattispecie, nell'agriturismo, viene considerata come attività prevalente quella agricola; in questo caso, nel turismo rurale, viene considerata attività prevalente quella turistica, ed è questa la prima distinzione.

Gli altri emendamenti definiscono e denominano l'attività di turismo rurale, chiariscono sui soggetti legittimati all'esercizio del turismo rurale e prevedono, e questa è un'altra cosa da sottolineare, finanziamenti con le leggi di sostegno al turismo, cioè con la legge numero 40 e con la legge numero 9 del '98 che quest'Aula ha liquidato a marzo; prevedono altresì i requisiti tecnici degli alloggi di turismo rurale.

In ultimo, ma lo vedremo nella parte degli allegati, viene cambiato naturalmente il simbolo che identifica l'alloggio di turismo rurale.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore Paba. Ne ha facoltà.

PABA, Assessore del turismo, artigianato e commercio. La Giunta accoglie gli emendamenti.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Cadoni. Ne ha facoltà.

CADONI (A.N.). Per cercare di riuscire a capire sia l'articolo sia gli emendamenti, perché mi sembra che appesantisca un po' troppo questo tipo di attività turistica, in quanto si è separata dalla legge dell'agriturismo proprio perché avevano due differenziazioni enormi per quanto riguarda il tipo di ricezione e per quanto riguarda anche l'ampiezza del terreno, ma soprattutto anche per quanto riguarda la specialità. Cioè qui, da un lato, si dice che possono fare il turismo rurale gli imprenditori agricoli, poi invece si dice che lo possono fare solo quelli che sono iscritti, che sono albergatori, ristoratori e via dicendo. Dunque bisognerebbe coordinare un po' e sapere chi effettivamente può praticare il turismo rurale.

Il riferimento alla 32 dell'86 (?) oggi forse non ha più senso, in quanto noi da poco abbiamo approvato anche la legge sull'agriturismo e dunque il riferimento andrebbe fatto su quella legge. Per turismo rurale, forse conoscendo anche un po' la zona, la Sardegna, intendo quell'imprenditore che non ha quei requisiti per poter svolgere l'agriturismo, perché non ha l'ampiezza, che possa svolgere un tipo di turismo rurale anche in prossimità di un nuraghe, in prossimità di una chiesa, in prossimità di quei luoghi che sono oggetto di visite e sopralluoghi da parte di scolaresche, di gitanti, e via dicendo, in modo che queste persone, trovandosi in zone disagiate, possano appoggiarsi a strutture anche aperte, che non debbano avere necessariamente il ristorante, la sala, può essere anche una semplice tettoia, può essere un qualcosa recuperato all'interno di un bosco, di un uliveto, di un agrumeto, dove la gente non si deve necessariamente spostare o rientrare nella città o nella località principale e poter consumare eventualmente un pranzo o un qualcosa là.

Se poi si va a parlare delle quindici piazzuole per i campeggiatori, si va a parlare del numero delle sei stanze con un massimo... ci stiamo avvicinando troppo a quelli che sono i requisiti dell'agriturismo, dunque stiamo appesantendo quello che dovrebbe il turismo rurale, che dovrebbe essere una struttura un po' più leggera e anche un po' più discrezionale dal punto di vista organizzativo e gestionale. Diversamente passiamo direttamente all'agriturismo; cioè dovrebbe essere più snella, cioè quasi anche da parte di chi pratica il turismo rurale potrebbe essere un qualcosa che potrebbe andare a riempire anche le giornate e il tempo libero di chi ha quel terreno adiacente al nuraghe, alla chiesa, a qualcosa che potrebbe avere interesse turistico e anche sfruttato dal punto di vista turistico.

La mia proposta per un momento è di lasciare l'articolo in oggetto, vedere un po' con la Commissione di fare una cosa più leggera e anche di facile applicazione che non sia così rigida sotto il punto di vista così come lo è l'agriturismo. Diversamente lasciamo l'agriturismo e riduciamo l'estensione della proprietà o del sito dove deve svolgersi l'agriturismo, basta ridurre da cinque ettari così come avevamo messo, lo riduciamo e si ritorna a fare solo agriturismo.

Per il turismo rurale qua ci vuole poco che si debbano avere per forza cinque ettari lo stesso, perchè si parla già di campeggiatori, di piazzuole, di case, alloggi da ristrutturare e via dicendo, tanto vale lasciare e inserire il turismo rurale all'interno dell'agriturismo.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.

SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Presidente, a me pare opportuna l'introduzione di questa specificazione, perché è del tutto evidente che definire una tipologia di turismo rurale presuppone che l'iniziativa si svolga, come dice il termine, in una zona rurale.

Ora la difficoltà, prima dell'introduzione di questa specificazione, consisteva nel fatto che in zone rurali potevano intervenire indistintamente o indipendentemente sia gli operatori agricoli, sia altri soggetti che non erano e non avevano nessuna intenzione di diventare operatori agricoli o imprenditori agricoli.

Quindi è chiaro che la differenziazione e la distinzione va fatta; non è possibile però a mio avviso neanche arrivare a una omologazione delle due fattispecie. Credo che la individuazione e anche la specificazione dei soggetti che possono operare, così come è previsto dall'emendamento numero 6, vada abbastanza bene perché peraltro non mi pare neanche limitativo nei confronti di quei soggetti che venivano adesso ricordati e richiamati dal collega Cadoni, cioè non mi pare che vi sia una preclusione per lo svolgimento di iniziative tipo quelle che richiamava il collega Cadoni, ma nello stesso tempo credo che sia opportuna anche la specificazione prevista dall'emendamento numero 6 e, piuttosto, ma ne parlerò eventualmente nella fase successiva all'emendamento apposito, vi sono da fare alcuni altri rilievi di tipo organizzativo che mi riserverò di fare.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.

MARROCU (Progr. Fed.). Credo che la precisazione del collega Sanna vada già bene. Credo che il collega Cadoni sia caduto in un equivoco perché la legge sull'agriturismo l'abbiamo già approvata, è già stata pubblicata il 23 giugno, la legge numero 18, avevamo già tolto dall'agriturismo il riferimento alle dimensioni aziendali e, in accordo sia con la quinta Commissione che con la sesta, avevamo stralciato dall'agriturismo la parte dell'agriturismo rurale, rimanendo però nell'agriturismo solo la parte transitoria che imponeva a chi non era operatore agricolo di transitare al turismo rurale dando due anni di tempo.

Ora, gli articoli che qui sono presentati sotto forma di emendamento dai colleghi della sesta Commissione, non fanno altro che riproporre quella che era la proposta esitata della quinta Commissione in relazione al turismo rurale, quindi, si sta completando spostando dal turismo quanto era già stato elaborato anche dalla quinta Commissione. Si era deciso di spostarli a questa legge rispetto alla legge sull'agriturismo, proprio per evitare che ci potessero essere situazioni un pò di confusione tra il turismo rurale, che è un'attività vera e propria ricettiva, che ha in comune con l'agriturismo solo un aspetto, la ruralità, cioè che si fa in campagna, poi con l'agriturismo non ha nessun punto di contatto se non il fatto che l'esercizio è situato in campagna. Tant'è che è previsto che si può fare o in locali già costruiti, quindi, in vecchi rustici che possono essere ristrutturati, oppure in locali che vengono autorizzati sulla base del decreto Floris come punto di ristoro.

Quindi, l'unico punto in comune che hanno con l'agriturismo è che sono in campagna. Però, ripeto, questi articoli furono già approvati, tra l'altro all'unanimità, dalla Quinta Commissione, quindi, non si è fatto altro che riproporre ciò che avevamo stralciato, come d'accordo, quando avevamo discusso e approvato la legge sull'agriturismo.

PRESIDENTE. Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Cadoni. Ne ha facoltà.

CADONI (A.N.). ...ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 20 giugno 1986, numero 32, che è la legge sull'agriturismo. Automaticamente, essendoci una nuova legge sull'agriturismo, presuppongo che questa sia stata abrogata, la 32, o no? Ed allora, si fa riferimento sulla nuova legge, o no?

Quello che ho voluto dire io, non l'ho voluto dire qui per altra cosa per quanto riguarda quella data.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Falconi. Ne ha facoltà.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. Forse non mi sono espresso bene io, non mi sono fatto capire dal collega Cadoni. L'articolo 7 è soppresso e c'è un emendamento sostitutivo totale. Ha ragione che il precedente articolo fa riferimento non al turismo rurale, ma all'agriturismo. Ma, sopprimendo l'intero articolo e sostituendolo con l'emendamento numero 1, facciamo riferimento esclusivamente al turismo rurale. Mi pare che sia questo chiaro.

PRESIDENTE. Grazie. Ha domandato di parlare il consigliere Tunis Marco. Ne ha facoltà.

TUNIS MARCO (F.I.). A nome del Gruppo di Forza Italia, chiedo la votazione a scrutinio segreto dell'emendamento numero 2, sostitutivo totale.

PRESIDENTE. E` stato chiesto lo scrutinio segreto dell'emendamento numero 2, sostitutivo totale.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico dell'emendamento numero 2.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 59

votanti 58

astenuti 1

maggioranza 30

favorevoli 53

contrari 5

(Il Consiglio approva)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - BALIA - BALLERO - BERRIA - BIGGIO - BONESU - BUSONERA - CADONI - CARLONI - CASU - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Ivana - DIANA - FALCONI - FEDERICI - FERRARI - FLORIS - FOIS Paolo - FOIS Pietro - FRAU - GHIRRA - GIAGU - GIORDO - LA ROSA - LADU - LIPPI - LOCCI - LODDO - LOMBARDO - LORENZONI - MANCHINU - MARRACINI - MARROCU - MARTEDDU - MILIA - MONTIS - OBINO - ONIDA - PETRINI - PIRAS - PIRASTU - PITTALIS - SANNA Giacomo - SANNA Salvatore - SANNA NIVOLI - SASSU - SCHIRRU - SECCI - TUNIS - Gianfranco - TUNIS Marco - USAI Edoardo - USAI Pietro - VASSALLO.

Si è astenuto: FANTOLA.

PRESIDENTE. L'articolo 7 è chiaramente sostituito dall'emendamento numero 2.

Metto in votazione l'emendamento numero 3. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 8.

CONCAS, Segretaria:

CAPO VII

RESIDENCE

Art. 8

Definizione e caratteristiche

1. I residence sono strutture ricettive gestite unitariamente in forma imprenditoriale che offrono alloggio e servizi in unità composte da uno o più locali arredati, forniti di servizi igienici e di cucina.

2. Le unità abitative, in un numero non inferiore a sette, sono ubicate in stabili a corpo unitario o a più corpi, ovvero in parti di stabili ovvero in dipendenze che devono essere ubicate a non più di cento metri di distanza dalla sede principale in modo da conservare l'unitarietà della gestione e dell'utilizzo dei servizi.

3. I residence articolati su più corpi o unità abitative insistenti su un'unica area, a tale scopo riservata ed attrezzata, e caratterizzati dalla centralizzazione dei servizi, possono assumere la denominazione di "Villaggio Residence".

4. Nei residence non può essere fornita ospitalità per periodi inferiori a sette giorni consecutivi.

5. Per particolari periodi dell'anno o per speciali esigenze connesse a festività o manifestazioni di interesse locale il Sindaco può, con provvedimenti motivati, consentire deroghe al limite di cui al comma 4.

PRESIDENTE. Poichè nessuno domanda di parlare su questo articolo lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 9.

CONCAS, Segretaria:

Art. 9

Apertura stagionale

1. I residence possono essere autorizzati ad avere apertura stagionale.

2. L'apertura stagionale non può essere inferiore a quattro mesi continuativi, salvo diverse norme comunali.

3. E' fatto obbligo al titolare o al gestore dell'esercizio di indicare annualmente l'arco temporale di apertura del residence.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 10.

CONCAS, Segretaria:

CAPO VIII

REQUISITI E MODALITÀ DI ESERCIZIO

Art. 10

Requisiti e caratteristiche tecniche

1. I requisiti e le caratteristiche tecniche delle case per ferie, ostelli per la gioventù, esercizi di affittacamere, case e appartamenti per vacanze, alloggi turistico-rurali e residence sono riportati, per ciascuna tipologia, nell'allegato A alla presente legge.

PRESIDENTE. Poichè nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 11.

CONCAS, Segretaria:

Art. 11

Classificazione

1. Gli esercizi di affittacamere e le case e gli appartamenti per vacanze sono classificati dal Comune nelle categorie I, II e III in relazione ai requisiti posseduti secondo l'allegata tabella B.

2. Le case per ferie e gli ostelli per la gioventù sono classificati di III categoria secondo la predetta tabella.

3. L'attribuzione di un livello di classificazione è obbligatoria e precede il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività.

4. I residence sono classificati in tre diverse categorie contrassegnate in ordine decrescente I, II e III in relazione ai requisiti posseduti, valutati secondo quanto previsto nell'allegata tabella C.

5. L'attribuzione della categoria di classificazione avviene mediante l'accertamento della rispondenza sia della struttura ricettiva alle caratteristiche strutturali prescritte sia della tipologia di servizi che il richiedente si impegna a fornire alla clientela.

6. Il segno distintivo corrispondente alla tipologia e alla classificazione assegnata, nella forma riportata nell'allegato D alla presente legge, deve essere ben visibile sia all'esterno che all'interno della struttura ricettiva.

PRESIDENTE. Poichè nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 12.

CONCAS, Segretaria:

Art. 12

Autorizzazione all'esercizio

1. L'apertura e la gestione delle strutture ricettive di cui al Capo II è subordinata al rilascio dell'autorizzazione da parte del Sindaco del Comune nel quale è ubicata la struttura ricettiva nel rispetto delle norme contenute nella Legge 7 agosto 1991, n. 241, e secondo le procedure riportate per ciascuna tipologia ricettiva nell'allegato E alla presente legge.

2. Il Sindaco provvede al rilascio dell'autorizzazione all'esercizio delle attività di cui alla presente legge dopo aver accertato che:

a) sussistono, per ciascun tipo di struttura, le caratteristiche ed i requisiti richiesti dai precedenti articoli;

b) sussistono, per il titolare o gestore, i requisiti soggettivi di cui al testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 e l'iscrizione nella sezione speciale del registro di cui alla Legge 11 giugno 1971, n. 426 sulla disciplina del commercio, istituita dalla Legge 17 maggio 1983, n. 217.

3. L'accertamento dei predetti requisiti è effettuato sulla base della prescritta documentazione prodotta e anche mediante appositi sopralluoghi.

4. La denominazione dei nuovi esercizi ricettivi e le eventuali variazioni alle denominazioni degli esercizi esistenti devono essere preventivamente approvate dal Sindaco del Comune competente al fine di evitare omonimie fra i diversi esercizi e di non consentire l'inserimento nelle denominazioni stesse di indicazioni atte a creare incertezze sulla natura e sul livello di classificazione degli esercizi.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo 12. Se nessuno domanda di parlare su questo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 13.

CONCAS, Segretaria:

Art. 13

Validità e rinnovo dell'autorizzazione

1. L'autorizzazione, anche per gli esercizi di attività stagionale, è rinnovata annualmente mediante pagamento della tassa di concessione regionale e delle altre eventuali tasse a qualunque titolo dovute.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo 13. Poichè nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 14.

CONCAS, Segretaria:

Art. 14

Diffida, sospensione, revoca e cessazione

1. L'autorizzazione all'esercizio delle strutture ricettive di cui alla presente legge è sospesa o revocata dal Comune quando venga meno anche uno dei requisiti strutturali o soggettivi o gestionali in base ai quali è stata rilasciata.

2. Nei casi di violazioni per le quali è prevista l'applicazione di sanzioni amministrative il Comune può, previa diffida, contemporaneamente sospendere l'autorizzazione da cinque a trenta giorni.

3. Il titolare dell'autorizzazione può, entro il termine perentorio di sette giorni dal ricevimento della diffida, formulare per iscritto proprie osservazioni.

4. Nei casi di recidiva l'autorizzazione è revocata.

5. Il titolare di una delle autorizzazioni previste dalla presente legge che intenda sospendere temporaneamente l'attività deve darne preventivo avviso al Comune e indicarne il motivo e la durata.

6. La sospensione temporanea non può essere superiore a sei mesi prorogabili dal Comune di altri sei mesi, per fondati e accertati motivi; trascorso tale termine l'attività si intende definitivamente cessata e l'autorizzazione è revocata.

7. L'obbligo di avviso sussiste anche nei casi di cessazione.

8. L'autorizzazione resta ugualmente sospesa per tutto il tempo necessario all'ultimazione di eventuali lavori disposti ai sensi dell'articolo 31, lett. b), c) e d) della Legge 5 agosto 1978, n. 457, dal proprietario dell'immobile.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo 14. Poichè nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 15.

CONCAS, Segretaria:

Art. 15

Comunicazione dei provvedimenti

1. Il Comune è tenuto a dare immediata comunicazione del rilascio dell'autorizzazione di cui alla presente legge nonché delle diffide, sospensioni, revoche e cessazioni all'Assessorato regionale del turismo, nonché, nelle more dell'approvazione di una legge regionale che ridefinisca la ripartizione delle competenze amministrative in materia turistica a norma dell'articolo 31 della legge regionale. 23 agosto 1995 n. 20, all'Ente Provinciale per il Turismo competente per territorio.

2. I Comuni sono tenuti a trasmettere all'Assessorato regionale del turismo ed all'Ente provinciale per il turismo competente per territorio, così come previsto dal precedente comma 1, l'elenco delle strutture ricettive autorizzate, distinte per tipologia, con l'indicazione della rispettiva capacità ricettiva e della classifica assegnata. Gli stessi Comuni sono altresì tenuti a trasmettere all'Assessorato regionale del turismo ed all'Ente Provinciale per il Turismo competente per territorio,così come previsto dal comma 1, ogni sei mesi, un prospetto riepilogativo dal quale risultino le imprese C.A.V. con l'indicazione numerica e tipologica delle strutture immobiliari impiegate.

3. L'Assessorato regionale del turismo provvede alla compilazione e alla pubblicazione annuale, nel Bollettino Ufficiale della Regione, dell'elenco degli esercizi ricettivi in attività di cui alla presente legge.

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo 15. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.

SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Presidente, solo per sottolineare per pura memoria che sostanzialmente occorrerebbe, secondo la mia opinione, prevedere anche in questa legge, un congruo trasferimento di risorse finanziarie ai comuni che si fanno carico di svolgere tutta questa attività e, anche a svolgerla in un qualche modo ed a trasferirla all'Ente provinciale per il turismo e anche all'Assessorato regionale del turismo.

Lo dico, semplicemente per sottolineare - perchè credo che non sarà possibile risolvere adesso questo problema - che molte volte noi, anche come Consiglio regionale, scarichiamo sui comuni una serie di competenze e di funzioni e, però, non provvediamo contestualmente a trasferire agli stessi comuni adeguate risorse finanziarie per assolvere a queste funzioni.

PRESIDENTE. Se nessun altro intende chiedere la parola, metto in votazione l'articolo 15. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 16.

CONCAS, Segretaria:

Art. 16

Denuncia e pubblicità dei prezzi

1. I prezzi delle case per ferie, ostelli per la gioventù, esercizi di affittacamere, residence, case ed appartamenti per vacanze, sono comunicati dai titolari o dai gestori degli esercizi all'Assessorato regionale del turismo e al Comune secondo le disposizioni di cui alla Legge 25 agosto 1991, n. 284, al Decreto del Ministro del Turismo e dello Spettacolo 16 ottobre 1991 e al decreto dell'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio 9 settembre 1992, entro il 1° marzo ed il 1° ottobre di ogni anno.

2. La mancata denuncia dei prezzi entro la data prescritta comporta l'obbligo dell'applicazione degli ultimi prezzi regolarmente comunicati.

3. Ferma restando l'applicazione della normativa statale e regionale vigente in materia, le tabelle ed i cartellini con l'indicazione dei prezzi praticati nonché le classificazioni attribuite devono essere esposti in modo ben visibile in ciascuna camera o unità abitativa e nel locale di ricevimento degli ospiti.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.

BIGGIO (A.N.). Non è un problema, e può essere visto anche dopo l'approvazione di questo articolo; è giusto un piccolo contributo. Il comma 3 recita: "Fermo restando l'applicazione della normativa statale e regionale vigente in materia, le tabelle, i cartellini etc. etc. etc.".

Non è possibile esplicitare meglio per l'utenza, per chi dovrà fruire di questa legge, qualche adempimento e qualche riferimento anche alle leggi nazionali a cui l'argomento si riferisce?

Perchè si continua a dire che le leggi non sono complete e non sono chiare, e continuiamo a creare dispositivi che non fanno altro che far impazzire chi deve fruire della legge.

Questo semmai in sede di coordinamento potrebbe essere fatto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Falconi. Ne ha facoltà.

FALCONI (Progr. Fed.). relatore. Ne facciamo riferimento, collega Biggio,all'articolo 18 e all'articolo 19, dove prevediamo la vigilanza e il controllo nonchè le sanzioni, e facciamo riferimento alle leggi nazionali di pubblica sicurezza e poi rinviamo all'articolo 19 per le sanzioni.

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 17.

CONCAS, Segretaria:

Art. 17

Uso occasionale di immobili a fini ricettivi

1. L'uso occasionale di immobili a fini ricettivi da parte di soggetti privati deve essere comunicato, a' fini statistici, entro cinque giorni successivi all'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo o Ente Provinciale per il Turismo competente per territorio, così come previsto dal comma 1 dell'articolo 15.

2. L'uso occasionale, e per periodi non superiori ai sessanta giorni, da parte dei soggetti pubblici o delle associazione del tempo libero senza finalità di lucro, di immobili non destinati abitualmente a ricettività collettiva, è consentito in deroga alle disposizioni di cui alla presente legge, previo nulla-osta del Comune.

3. Il Comune concede il nulla-osta limitatamente al periodo di utilizzo dopo aver accertato le finalità sociali dell'iniziativa e la presenza dei requisiti igienico-sanitari e di sicurezza in relazione al numero degli utenti e al tipo di attività.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Falconi. Ne ha facoltà.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. Intervengo per segnalare che al comma 1, diciamo anche in sede di coordinamento, va sostituito che a fini statistici, gli operatori, anche in forma occasionale, debbano segnalare l'affitto di immobili.

L'abbiamo già previsto all'articolo 5 e quindi prevederei la stessa procedura. Cioè, quando gli operatori sono del tutto occasionali e affittano camere a fini ricettivi, segnalino questa presenza al comune; poi, deve essere il comune a segnalarla, eventualmente, per fini statistici, all'Azienda di soggiorno o all'Ente provinciale per il turismo.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 18.

DEMONTIS, Segretario:

Art. 18

Vigilanza e controllo

1. Ferme restando le competenze delle Autorità di Pubblica Sicurezza, le funzioni di vigilanza e controllo sull'osservanza delle disposizioni contenute nella presente legge sono esercitate dal Comune.

2. La Regione può esercitare controlli ispettivi a mezzo di proprio personale o tramite gli Enti Provinciali per il Turismo competenti per territorio, così come previsto dal comma 1 dell'articolo 15.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 19.

DEMONTIS, segretario:

Art. 19

Sanzioni

1. E' soggetto all'applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa, da lire 500.000 a lire 3.000.000 il titolare di un esercizio ricettivo che:

a) svolga una delle attività disciplinate dalla presente legge senza l'autorizzazione richiesta ovvero senza essere in possesso dei requisiti o avere effettuato le previste comunicazioni;

b) non esponga il segno distintivo o una o più delle altre indicazioni prescritte dalla presente legge;

c) nel segno distintivo esposto faccia risultare indicazioni non corrispondenti a quelle riconosciute dal Comune;

d) al di fuori delle ipotesi previste alle precedenti lettere b) e c), attribuisca al proprio esercizio, con scritti o stampati ovvero pubblicamente in qualsiasi altro modo, una tipologia, una classificazione o requisiti diversi da quelli propri dell'esercizio;

e) non faccia pervenire la denuncia di cui all'articolo 16 o vi esponga elementi non veritieri;

f) non fornisca al Comune le informazioni richieste o non consenta gli accertamenti disposti ai fini della classificazione;

g) doti le unità abitative destinate agli ospiti di un numero di posti letto superiore a quello autorizzato o comunque ecceda i limiti della capacità ricettiva complessiva dell'esercizio;

h) modifichi, peggiorandole, le caratteristiche strutturali, o la tipologia, o i livelli qualitativi e quantitativi dei servizi autorizzati, nonché delle prestazioni dovute;

i) applichi prezzi superiori a quelli comunicati;

l) interrompa l'attività senza averne dato preventiva comunicazione al Comune;

m) non esponga le tabelle e i cartellini dei prezzi.

2. E' soggetto all'applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa da lire 60.000 a lire 300.000 il titolare di un esercizio ricettivo che:

a) adotti la denominazione del proprio esercizio senza l'approvazione di cui all'articolo 12;

b) ometta di indicare nel materiale pubblicitario realizzato per suo conto la tipologia e la classificazione riconosciute all'esercizio.

3. Chiunque attribuisce ad un proprio complesso immobiliare e ne pubblicizza in qualsiasi forma la qualificazione di azienda ricettiva in violazione alla norme della presente legge è soggetto alle sanzioni di cui al comma 1.

4. In caso di recidiva specifica nelle infrazioni di cui al presente articolo, il Sindaco può disporre la revoca della licenza d'esercizio.

5. Resta ferma l'applicazione del codice penale ove le violazioni costituiscano reato.

6. I proventi delle sanzioni di cui alla presente legge sono interamente devoluti ai Comuni.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 20.

DEMONTIS, segretario:

Art. 20

Vincoli di destinazione

1. Per gli esercizi ricettivi gravati da vincoli di destinazione previsti da leggi statali o regionali, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale del turismo, può autorizzare, sentito il Comune competente, la conversione da una tipologia all'altra fra quelle previste dalla presente legge, fermi rimanendo i vincoli suddetti.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 21.

DEMONTIS, segretario:

Art. 21

Aziende ubicate nel territorio di più comuni

1. Per le aziende ricettive che insistano sul territorio di più Comuni, le competenze di cui alla presente legge sono esercitate dal Sindaco del Comune nel quale è ubicato l'ingresso principale dell'esercizio.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 22.

DEMONTIS, segretario:

Art. 22

Norme transitorie

1. Entro tre anni dall'entrata in vigore della presente legge le strutture ricettive di cui all'articolo 1, comma 1, organizzate in forma imprenditoriale, già operanti, dovranno essere adeguate alle caratteristiche indicate negli articoli precedenti.

2. Sino a tale data la prosecuzione dell'attività delle strutture ricettive di cui al Capo I della presente legge è consentita dietro rilascio, da parte del Sindaco, di un'autorizzazione temporanea in deroga, da emanarsi unicamente a seguito di presentazione da parte del richiedente di un progetto di adeguamento delle strutture e dei servizi alle norme della presente legge entro iI termine massimo fissato al comma 1.

3. Per le strutture di cui al comma 2, e limitatamente al periodo transitorio, all'atto del rilascio dell'autorizzazione in deroga il Sindaco classifica in via provvisoria la struttura ricettiva sulla base dei criteri contenuti nella presente legge.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell' articolo 23.

DEMONTIS, Segretario:

CAPO VI

MODIFICHE ALLA L.R. N. 22 DEL 1984

Art. 23

Modifiche alla legge regionale

14 maggio 1984, n. 22

1. Nella legge regionale 14 maggio 1984, n. 22: "Norme per la classificazione delle aziende ricettive" le parole "residenze turistiche alberghiere" sono sostituite dalle parole "Alberghi residenziali".

2. L'articolo 3 della legge regionale n. 22 del 1984 è sostituito dal seguente:

" Art. 3 -

1. Sono alberghi le aziende che forniscono alloggi ai clienti in unità abitative costituite da camere anche dotate di eventuali locali e servizi accessori, con esclusione di cucina e posto-cottura, purché posseggano i requisiti indicati nelle Tabelle A e B dell'allegato.

2. Possono assumere la denominazione di "villaggio albergo" gli alberghi caratterizzati dalla centralizzazione dei principali servizi in funzione di unità abitative dislocate in più stabili e dall'inserimento dell'insieme ricettivo in un'unica area recintata e attrezzata per il soggiorno e lo svago della clientela.

3. Possono assumere la denominazione di "albergo diffuso" gli alberghi caratterizzati dalla centralizzazione in un unico stabile dell'ufficio ricevimento, delle sale di uso comune e dell'eventuale ristorante ed annessa cucina e dalla dislocazione delle unità abitative in uno o più stabili separati, purché ubicati nel centro storico (zona A) del Comune e distanti non oltre 200 metri dall'edificio nel quale sono ubicati i servizi principali. L'obbligatorietà dei requisiti ai fini della classificazione permane in quanto compatibile con la struttura diffusa dell'esercizio.

4. Possono assumere la denominazione di "motel" gli alberghi particolarmente attrezzati per la sosta e l'assistenza delle autovetture e delle imbarcazioni e che assicurino uno standard minimo di servizi di assistenza meccanica, di rifornimento carburanti e di parcheggio per un numero di automobili ed imbarcazioni superiore del 10 per cento a quello delle unità abitative, nonché servizi di bar, ristorante o tavola calda e fredda.

5. Sono alberghi residenziali le aziende che forniscono alloggio ai clienti in unità abitative costituite da uno o più locali con cucina e posto-cottura, purché posseggano i requisiti indicati nelle Tabelle A e C allegate alla presente legge.

6. Qualora l'unità abitativa dell'albergo residenziale sia dotata di angolo-cottura, in luogo di apposita cucina in locale separato, la superficie utile per la determinazione della ricettività autorizzabile di cui al D.P.R. 30 dicembre 1970, n. 1437, dovrà essere incrementata di mq. 2.

7. Si deroga al disposto del comma 6 nel caso di immobili realizzati antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge in forza di licenza edilizia o di concessione ad edificare.

8. Negli alberghi residenziali non può essere fornita ospitalità per periodi inferiori a sette giorni.

9. Con proprio decreto, da comunicarsi tempestivamente ai Comuni interessati, il Presidente della Giunta regionale potrà autorizzare deroghe particolari al limite di cui al comma 8, in occasione di avvenimenti o manifestazioni tali da poter determinare la contingente insufficienza delle altre strutture ricettive locali.

10. Ad esclusione del villaggio albergo, come definito al comma 2 del presente articolo, gli esercizi alberghieri possono svolgere la propria attività, oltreché nella sede principale, o "casa madre", ove sono di regola allogati i servizi di ricevimento, di portineria e gli altri servizi generali di cui si avvalgono gli ospiti, anche in dipendenza.

11. Le dipendenze possono essere ubicate in immobili diversi da quello ove è posta la sede principale o anche in una parte separata dello stesso immobile quando ad essa si accede da un diverso ingresso.

12. Rispetto alla "casa madre" le dipendenze devono essere ubicate a non più di 100 metri di distanza."

13. Il settimo comma dell'articolo 7 della legge regionale n. 22 del 1984 è sostituito dal seguente:

"Le Tabelle B, C, D ed, E allegate alla presente legge indicano, rispettivamente per alberghi, alberghi residenziali, villaggi turistici e campeggi i requisiti presi in considerazione ai fini della classificazione, con i relativi punteggi."

14. L'ultimo comma dell'articolo 9 della legge regionale n. 22 del 1984 è sostituito dal seguente:

"Non si procede a revisioni di classifica nel secondo semestre dell'ultimo anno del quinquennio."

15. Nell'articolo 14 della legge regionale n. 22 del 1984 gli importi delle sanzioni previsti al primo comma "da lire 500.000 a lire 3.000.000" sono sostituiti rispettivamente "da lire 1.000.000 a lire 5.000.000"; gli importi previsti al terzo comma "da lire 60.000 a lire 300.000" sono sostituiti rispettivamente "da lire 500.000 a lire 2.000.000".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cadoni. Ne ha facoltà.

CADONI (A.N.). Volevo un chiarimento. Al comma tre dice "gli alberghi caratterizzati dalla centralizzazione in un unico stabile" e dice oltretutto "distanti non oltre duecento metri dall'edificio principale". L'articolo 8, dove parla del residence, parla di cento metri, adesso io vorrei sapere la differenziazione, perché nel residence cento metri dalla casa principale e nei centri storici a non oltre duecento metri.

In effetti nell'albergo diffuso queste case si trovano a duecento metri, c'è la casa principale al centro, poi 200 metri più 200 metri sono 400 metri, non hanno nessun servizio nelle abitazioni, nell'albergo diffuso dovrebbero sia la mattina che a pranzo e la sera fare duecento metri per l'albergo diffuso nei centri storici e cento metri nel residence.

Che senso ha la differenziazione dei cento metri o dei duecento metri; a maggior ragione dovrebbero essere duecento nei residence e cento nei centri storici, oltretutto perché nei centri storici le difficoltà di accesso per il raggiungimento della casa principale sono maggiori di quelle che possono essere in un residence che si presuppone moderno, e dunque abbia tutte quelle caratteristiche di modernità che agevolano l'accesso e la fruizione del residence e dell'albergo principale.

Nel centro storico, invece, tutto questo, per chi conosce i centri storici, non avviene. Dunque io ritengo che duecento metri siano troppi, anche perché ci sarebbe una monopolizzazione di un centro storico, mentre nel caso contrario, ad una distanza non superiore ai cento metri, potrebbero esserci delle unità principali, più di una unità principale, all'interno del centro storico, favorendo più iniziative e favorendo un recupero maggiore e migliore del centro storico stesso.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Boero. Ne ha facoltà.

BOERO (A.N.). Semplicemente per chiedere il voto segreto sull'articolo 23.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.

SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Presidente, per dire che al comma 6 dell'articolo 23 sostanzialmente non mi trova d'accordo il previsto incremento di due metri quadri, così come prescritto dal comma 6 dell'articolo 23, che introduce una variazione rispetto alle classificazioni già previste dalla legge 22. Il problema me lo pongo soprattutto nei confronti delle RTA, così venivano chiamati i villaggi turistici dalle legge 22, soprattutto quelli grandi, quelli che hanno molti posti letto; nel mio paese ve ne è uno che ha 2500 posti letto. Se dovessero recepire - parlo naturalmente delle strutture già in esercizio, non sto parlando di quelle che eventualmente devono essere costruite ex novo - chiaramente questo incremento anche di soli due metri quadri comunque comporterebbe un notevole problema in termini di ristrutturazione della struttura già in esercizio e di riclassificazione e di rideterminazione del numero dei posti letto.

Quindi, se non c'è un obbligo perché questo venga recepito immediatamente, direi comunque, se non altro, di specificare che sono escluse da questo le strutture già in esercizio.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Falconi. Ne ha facoltà.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. In riferimento alle osservazioni fatte dal collega Cadoni io mi aspettavo, proprio da parte del collega Cadoni che conosce meglio di noi, e sicuramente di me la realtà di Bosa, il ragionamento inverso, e cioè che semmai proprio a Bosa, proprio perché vi possono essere case da una parte e dall'altra del fiume, in deroga si poteva andare anche oltre i duecento metri. Ma così lo abbiamo fissato e così può restare. Perché in centro storico bisogna avere maggiori spazi? Proprio perché è lo spirito di questa nuova tipologia: nel centro storico se vi è un piano operante, vi sono abitato per abitato, o isolato per isolato, delle unità abitative che hanno vincolo tipologico, cioè non si possono abbattere e ricostruire all'esterno, si può lavorare all'interno e creare delle camere d'albergo.

Vale a dire che per avere una capacità ricettiva d'albergo possono e devono essere coinvolte più case, che possono essere distanti l'una dall'altra. Da qui la ragione e la necessità di avere una maggiore possibilità di spaziare nel centro storico. Altro valore è il fatto che nel centro storico si recuperano delle unità abitativa che presumibilmente sono disabitate, quindi è in questa direzione che bisogna andare.

Per quanto riguarda i residence sono costruiti per lo più in zona B), in zona C) o in zona F), quindi hanno tutta la possibilità in un raggio di centro metri di costruire villaggi enormi, quindi non c'è questo problema.

Per quanto riguarda l'osservazione del collega Sanna, trovava risposta alla sua osservazione se andava a leggere il comma successivo che recita: "Si deroga al dispositivo del comma 6 nel caso di immobili realizzati antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge in forza di licenza edilizia o di concessione ad edificare". Quindi il problema è risolto proprio per le strutture esistenti.

Naturalmente le nuove le vogliamo far costruire seguendo la normativa nazionale del 30 dicembre 1970, numero 1437.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cadoni. Ne ha facoltà.

CADONI (A.N.). Se ho fatto questa osservazione è proprio perché conosco bene il centro storico, e soprattutto quello di Bosa. Se noi andiamo a guardare proprio sul particolare delle conce - che sono oltretutto monumento nazionale - se si dovesse fare la centralità, il centro delle conce, avremo 50 metri e 50 metri, perché tutte le conce insieme non arrivano a 150 metri. Dunque qua si sta parlando di un cerchio con un raggio di 100 metri, di un diametro di 200 metri in linea d'area. Dunque, a Bosa con la storia del centro storico, anche prendendo la via più lunga di Bosa, che sarebbe via Carmine, che arriverebbe a 400 metri, avendo la centralità di una abitazione, facendo la sede centrale non dico al centro perfetto, ma quasi al centro, si andrebbe a monopolizzare tutto il centro storico, perché penso che poi di fatto si impedirebbero nuove iniziative o si impedirebbero iniziative in tal senso.

Oltretutto la densità delle abitazioni è tale che raggruppando una qualsiasi via del centro storico di Sa Costa, anche per soli 100 metri, si andrebbero a mettere insieme tanti di quei posti letto che non li offrirebbe un albergo moderno, oltretutto perché la tipologia delle case, pur essendo su due livelli, sono tutte case di tre piani.

L'accorpamento è previsto anche dalla legge dei centri storici, dunque si potrebbe fare, nello spazio di 50 metri, un albergo diffuso con una ricettività di oltre 100 posti letto. L'importanza della distanza è nel fatto che il raggiungimento da parte di quelli che sono al limite dei cento metri per raggiungere la sede principale, mentre un residence è una cosa moderna, al centro storico di Bosa, l'onorevole Falconi lo conosce molto bene, se ci si perdono i bosani, figuriamoci se non ci si perdono quelli che dovrebbero andare a fare l'albergo diffuso distanziandolo così tanto dalla sede principale. Comunque i duecento metri potrebbero andare bene, ma non vorrei che fosse uno strumento di monopolio per impedire altre iniziative. Ecco perché vorrei che ci fosse più elasticità e più disponibilità per poter intervenire in più, non in un'unica casa. In effetti il ragionamento terra terra è questo: se si dovesse prendere i duecento metri o aumentare ai trecento metri dalla casa principale si potrebbe fare un unico e impedire altre iniziative, perché alla fine si arriverebbe a fare queste forzature.

Siccome queste forzature non dovrebbero esserci e le leggi si lasciano interpretare, così come molte volte vengono interpretate, ad uso e consumo di poche persone, io credo che la legge debba essere più elastica, debba perlomeno permettere a chi vuole avere nuove iniziative nei centri storici - non di Bosa, ma di tutti i centri storici - che possa essere messo nelle condizioni di poter accedere alla legge in modo più elastico.

Quindi, mantenimento o riduzione a cento metri così come è previsto all'articolo 8 per i residence.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico dell'articolo 23.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 43

votanti 42

astenuti 1

maggioranza 22

favorevoli 41

contrari 1

(Il Consiglio approva)

(Per un guasto al sistema elettronico non ha funzionato la stampante e quindi non è disponibile l'elenco dei partecipanti alla votazione.)

Si dia lettura dell'articolo 24.

CONCAS, Segretaria:

Art. 24

Variazioni di tipologia di classificazione degli esercizi esistenti

1. Le agevolazioni creditizie erogate agli esercizi classificati ai sensi della legge regionale n. 22 del 1984 sono revocate, oltre che nei casi previsti dalle singole leggi di finanziamento, anche nel caso di cambiamento della originaria classificazione con attribuzione di nuova classificazione in una delle tipologie previste dall'art. 1 della presente legge.

2. Le somme erogate saranno recuperate maggiorate degli interessi pari al tasso ufficiale di sconto vigente alla data di recupero delle somme incrementato del 50 per cento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Oppia. Ne ha facolta.

OPPIA (F.I.). Il 2 comma di questo articolo...delle somme ricevute per agevolazioni creditizie da coloro che cambiano classificazione, poiché però queste somme da restituire potrebbero raggiungere misure rilevanti, e poiché da come si esprime il secondo comma sembrerebbe che tali somme dovrebbero essere restituite tutte in una volta, istantaneamente, io come emendamento orale, se c'è l'accordo, proporrei di prevedere una possibile rateizzazione soprattutto per misure rilevanti di somme da restituire.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare sull'articolo 24, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura dell'articolo 25.

CONCAS, Segretaria:

Art. 25

Allegati

1. Fanno parte integrante della presente legge i seguenti allegati:

A - Requisiti e caratteristiche tecniche delle case per ferie, degli ostelli per la gioventù, degli esercizi di affittacamere, delle case ed appartamenti per vacanze, degli alloggi turistico-rurali e dei residence.

B - Requisiti ai fini della classificazione degli esercizi di affittacamere e di case ed appartamenti per le vacanze.

C - Requisiti per la classificazione dei residence.

D - Segni distintivi corrispondenti alla tipologia e alla classificazione delle strutture ricettive extralberghiere di cui all'articolo 1.

E - Procedure per il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio delle strutture ricettive di cui all'articolo 1.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell' Allegato 1.

(Segue lettura)

PRESIDENTE. All'Allegato 1 è pervenuto l'emendamento numero 6. Se ne dia lettura.

CONCAS, Segretaria:


PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare, per illlustrare l'emendamento numero 6, il consigliere Falconi, relatore.

FALCONI (Progr. Fed.), relatore. E` semplicemente la sostituzione del simbolo dell'agriturismo con un simbolo che riconosca il turismo rurale.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

PABA, Assessore del turismo, artigianato e commercio. La Giunta concorda con il parere del relatore.

PRESIDENTE. E` aperta la discussione sugli allegati A, A1, A2, A3, A4, A5, A6 e sull'emendamento numero 6 sostitutivo totale dell'allegato A5.

Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.

SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Presidente, io apprezzo moltissimo questa volontà di decentramento di compiti e di funzioni alle autonomie locali, ma mi lascia un po' perplesso la lettera F) dell'allegato A1 e dell'allegato A2 laddove si dice "cassetta di pronto soccorso con le dotazioni indicate dal Sindaco".

Voglio dire, davvero la eliminerei perché mi sembra una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Se il Sindaco deve essere anche equiparato ad un infermiere mi pare non ci sia niente da aggiungere.

PRESIDENTE. Questo emendamento orale del consigliere Sanna trova accoglimento?

Poniamo in votazione gli allegati e l'emendamento 6 all'allegato A5 uno per uno.

Indico la votazione dell'allegato A1 con l'emendamento orale di soppressione della lettera F).

Ha domandato la parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.

BONESU (P.S.d'Az.). Chiedo il voto segreto su questo allegato A1.

PRESIDENTE. E` stato chiesto il voto segreto sull'allegato A1.

Ha domandato di parlare il consigliere Macciotta. Ne ha facoltà.

MACCIOTTA (Gruppo Misto). Abbiamo già votato. Lei ha messo in votazione tutto l'articolo.

PRESIDENTE. Sono stato interrotto perché il consigliere Bonesu ha alzato la mano.

MACCIOTTA (Gruppo Misto). No, mi dispiace, abbiamo alzato la mano e abbiamo votato. Mi dispiace ma faccio eccezione formale.

PRESIDENTE. Professor Macciotta non era un articolo, era un allegato, stavamo votando l'emendamento orale, quando ho posto in votazione ho visto la mano alzata dell'onorevole Bonesu che ha interrotto e ha chiesto il voto segreto.

(Il consigliere MACCIOTTA abbandona l'aula in segno di protesta.)

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico dell'allegato A1.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione sull'allegato A1:

Presenti 48

Votanti 48

Maggioranza 25

Favorevoli 36

Contrari 10

Nulli 2

(Il Consiglio approva)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - BALLERO - BERRIA - BOERO - BONESU - BUSONERA - CADONI - CASU - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEGORTES - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Ivana - FADDA - FALCONI - FLORIS - FOIS Paolo - FRAU - GHIRRA - GIAGU - LA ROSA - LIORI - LODDO - LORENZONI - MANCHINU - MANUNZA - MARROCU - MARTEDDU - MILIA - MURGIA - OBINO - ONIDA - OPPIA - PETRINI - PIRAS - PITTALIS - SANNA Giacomo - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.)

Mi dicono che a causa di una luce fulminata nel display del tabellone elettronico appare il numero 3 invece del numero 8.

Poiché nessuno domanda di parlare sull'allegato A2 lo metto in votazione. Chi è favorevole alzi la mano.

(E` approvato)

Poiché nessuno domanda di parlare sull'allegato A3 lo metto in votazione. Chi è favorevole alzi la mano.

(E` approvato)

Poiché nessuno domanda di parlare sull'allegato A4 lo metto in votazione. Chi è favorevole alzi la mano.

(E` approvato)

Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 6 sostitutivo totale dell'allegato A5 lo metto in votazione. Chi è favorevole alzi la mano.

(E` approvato)

Poiché nessuno domanda di parlare sull'allegato A6 lo metto in votazione. Chi è favorevole alzi la mano.

(E` approvato)

PRESIDENTE. Si dia lettura dell'allegato B.

(Segue lettura)

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo allegato, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'allegato C.

(Segue lettura)

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare su questo allegato lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'allegato D.

(Segue lettura)

PRESIDENTE. A questo allegato è stato presentato un emendamento. Se ne dia lettura.

CONCAS, Segretaria:


PRESIDENTE. Uno dei presentatori ha facoltà di illustrare l'emendamento.

FALCONI (Progr. Fed.). Si dà per illustrato.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento ha facoltà di parlare l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.

PABA, Assessore del turismo, artigianato e commercio. La Giunta si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare metto in votazione l'emendamento numero 8. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto ora in votazione l'allegato D. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura dell'allegato E.

(Segue lettura)

Ha domandato di parlare il consigliere Biancareddu. Ne ha facoltà.

BIANCAREDDU (F.I.). Per chiedere la votazione a scrutinio segreto sull'allegato E.

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico, dell'allegato E.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 42

Votanti 42

Maggioranza 22

Favorevoli 38

Contrari 2

Nulli 2

(Il Consiglio approva)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: BALIA - BALLERO - BERRIA - BIANCAREDDU - BUSONERA - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEGORTES - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Ivana - DIANA - FADDA - FALCONI - FOIS Paolo - GHIRRA - GIAGU - LA ROSA - LIORI - LODDO - LORENZONI - MACCIOTTA - MANCHINU - MARROCU - MARTEDDU - MILIA - MONTIS - MURGIA - OBINO - ONIDA - PETRINI - RANDACCIO - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - SECCI - TUNIS Gianfranco - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.)

(Vedere verbale per allegati E1, E2, E3, E4, E5)

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico del testo unificato del disegno di legge numero 90 e della proposta di legge numero 322.

Rispondono sì i consiglieri: AMADU - BALIA - BALLERO - BERRIA - BIANCAREDDU - BIGGIO - BONESU - BUSONERA - CASU - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Ivana - DIANA - FADDA - FALCONI - FLORIS - FOIS Paolo - FRAU - GHIRRA - GIAGU - GIORDO - LA ROSA - LIORI - LODDO - LORENZONI - MACCIOTTA - MANCHINU - MANUNZA - MARROCU - MARTEDDU - MILIA - MONTIS - MURGIA - OBINO - ONIDA - OPPIA -PETRINI - PITTALIS - RANDACCIO - SANNA Giacomo - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - SECCI - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - USAI Edoardo - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.

Risponde no il consigliere: DEGORTES.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 55

Votanti 55

Maggioranza 28

Favorevoli 54

Contrari 1

(Il Consiglio approva)

Sospendo la seduta e convoco una brevissima Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 18, viene ripresa alle ore 19 e 30.)

Discussione del Programma: "Razionalizzazione dei servizi ospedalieri della Regione sarda. Stralcio del piano sanitario regionale ai sensi dell'articolo 1, comma 2 ter del Decreto Legge 17 maggio 1996, n. 280, convertito nella Legge 20 luglio 1996, n. 382"(Progr. n. 40)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del programma numero 40 della Giunta regionale.

Dichiaro aperta la discussione generale. Ha facoltà di parlare il consigliere Silvetro Ladu, relatore.

LADU (Popolari), relatore. Per dire che siccome la discussione per quanto riguarda questo disegno di legge è stata già fatta nella seduta del Consiglio regionale precedente, in pratica evitiamo di fare la discussione adesso, semmai interveniamo nel dibattito.

C'è qualche piccola novità che riguarda tre emendamenti che sono stati presentati, però eventualmente anche per quanto riguarda questi emendamenti magari li discutiamo al momento opportuno.

Pertanto, io dico che si può andare avanti, considerato che, come ho detto prima, la discussione su questa legge è stata già ampiamente fatta ed è stata illustrata dal sottoscritto nella passata seduta del Consiglio.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.

BONESU (P.S.d'Az.). Signor Presidente, io non condivido l'idea di liquidare questo provvedimento a tutta velocità e senza discussione, come viene proposto, perché ricordiamoci che il programma fu respinto già da quest'aula anche per le perplessità che vi sono. Chiaramente la razionalizzazione dei servizi ospedalieri non è un problema facile, e non essendo un problema facile chiaramente ha portato a divergenze tra i consiglieri.

Io non avendo partecipato, non facedone parte, ai lavori della Commissione Sanità, mi aspettavo dalla relazione una illustrazione delle differenze tra questo programma e quello precedente, e sono quindi ampiamente deluso dalla mancanza di relazione e, diro di più, che non sovviene certamente la relazione scritta che consta di quattro righe e una parola, e mi sembra che il problema si cerchi di liquidarlo con troppa faciloneria.

Sta di fatto che questa operazione di razionalizzazione viene ancora una volta condotta sulla pelle delle strutture più periferiche. Anche la Regione in questo settore abbandona le zone interne e continua a concentrare la sanità nelle due sedi di Cagliari e Sassari.

Le conseguenze sul territorio sono devastanti, basti pensare che sulla Carlo Felice, una strada che ha una sinistrosità veramente elevata, tra Oristano e Sassari non esiste un pronto soccorso.

Mi chiedo se effettivamente questo sia razionalizzare le strutture ospedaliere, o non sia creare ai cittadini della Sardegna ancora maggiori problemi. Vaste zone sono prive anche di quella medicina d'urgenza che sarebbe necessaria. E` vero che l'organizzazione di efficienti servizi di medicina d'urgenza mal si accompagna alle deboli strutture che attualmente esistono, per cui la scelta di far arrivare ad ospedali più attrezzati può essere anche una scelta, ma quando si lasciano 120 chilometri della più grande arteria della Sardegna senza una struttura di pronto soccorso, a questo punto vuol dire che i cittadini delle zone più lontane dalle città sono ancora più scarsamente serviti.

Ed anche altre soluzioni, signor Presidente, non mi sembrano adeguate, per esempio quella per l'Ospedale microcitemico. L'Ospedale microcitemico è una struttura estremamente specializzata, che tra l'altro dovrebbe assicurare per tutto il territorio della Sardegna un'attività di prevenzione, oltre che di cura delle talassemie. In questo piano si propone di accorparlo con un altro ospedale, che chiaramente ne limiterebbe le capacità operative e specialistiche; probabilmente per il Microcitemico invece occorre cercare una soluzione che ne rafforzi la specializzazione e che lo porti, nonostante la struttura di ospedale, quindi di punto fisso, ad avere comunque una competenza sull'intero territorio regionale.

Io credo che quindi, sotto questo profilo (e a tal proposito ho presentato un emendamento), il Piano ospedaliero sia profondamente sbagliato e non vada incontro alle esigenze di mantenere questa branca della medicina, che non trova altri riscontri, e che tra l'altro credo sia una branca della medicina che può anche attirare in Sardegna pazienti di altre regioni o di altri Stati, proprio perché forse è l'unico settore in cui siamo all'avanguardia e possiamo far sì che non sia il solito caso del viaggio della speranza del sardo fuori Sardegna, ma una volta tanto che siano magari altri a venire in Sardegna.

Per cui mi sembra effettivamente che questo Piano sanitario abbia grosse carenze.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare l'onorevole Ladu. Ne ha facoltà.

LADU (Popolari). Per dire che ci sono delle novità, evidentemente, che riguardano anche le cose che ha detto Bonesu. Voglio dire che non si è voluta fare l'illustrazione della proposta di legge proprio perché l'altra volta abbiamo parlato per un paio di ore di questo, quindi, semmai si fanno delle osservazioni e torniamo sui singoli argomenti. Però, mi pareva che ripetere la stessa relazione illustrativa fosse una cosa un po' ripetitiva, e quindi, non perché non si volessero illustrare le innovazioni che sono state introdotte a questo disegno di legge, ma semplicemente per un fatto di opportunità vera e propria.

Devo dire all'onorevole Bonesu, se rimane in aula, per cortesia... Intanto imparate ad ascoltare, e poi, semmai parlate anche voi! Per dire che è vero che c'è la centralizzazione della sanità tra Sassari e Cagliari, però, è vero anche che si è tentato con questo piano di far sì che anche le strutture sanitarie della periferia fossero in qualche modo mantenute o rafforzate. Lo dimostra il fatto che per quanto riguarda i piccoli ospedali c'è stato un tentativo di salvare questi piccoli ospedali facendo anche determinati sforzi e tentando di mantenere le strutture di pronto soccorso dove è possibile, anche in quegli ospedali di periferia, che di fatto non è che avessero tutte le caratteristiche. Però, si è lavorato molto anche in questa direzione e penso che per quanto riguarda la nuova disposizione si è lavorato molto in questa direzione. Certo la centralità di Sassari e Cagliari che hanno anche le cliniche universitarie, hanno una storia dietro, non la possiamo cancellare noi; c'è di fatto una realtà, questa, ma l'interessante è che alcuni servizi essenziali anche nelle strutture periferiche vengano mantenuti, ed è questo che la Commissione ha fatto, e pare che in qualche ci siamo riusciti.

Quando l'onorevole Bonesu dice che in pratica non esiste una struttura di pronto soccorso nella vicinanza della 131, questo è anche vero, ma sia chiaro che in questa fase di ristrutturazione dei servizi ospedalieri noi non dovevamo intervenire individuando questo tipo di struttura. Questo sarà motivo e materia del piano sanitario regionale, e sicuramente quando tra un paio di mesi, speriamo prima del giugno del 1999, verrà presentato il piano sanitario generale saranno individuate anche le strutture di pronto soccorso da ubicare nelle varie zone della Sardegna. Ma questo argomento specifico non era materia di questo disegno di legge.

Mentre per quanto riguarda l'Ospedale microcitemico, la Commissione è andata proprio nella direzione che sta chiedendo l'onorevole Bonesu, si è evitato l'accorpamento, che era previsto inizialmente, della istituzione del polo di alta specializzazione assieme all'Oncologico e all'Ospedale Brotzu, e si sta tentando per la prima volta in Sardegna e devo dire anche per le prime volte in Italia, perché mi pare che vi sia solo un'esperienza in tal senso in Italia, si sta tentando di andare verso una sperimentazione gestionale che è prevista dall'articolo 9 bis della legge 502 del 1992. In questo modo, in virtù della peculiarità, delle caratteristiche della specializzazione stessa di questo ospedale, della grande valenza di questo ospedale, si sta in qualche modo premiando questo ospedale tentando di lavorare, di aumentare e di potenziare queste sue caratteristiche che sono tipiche e che sono riconosciute non solo in Sardegna, ma anche in Continente e quindi, proprio per quanto riguarda la prevenzione e la cura della talassemia si sta andando verso un potenziamento in questa direzione e, soprattutto si sta evitando l'accorpamento in otto ospedali che sotto certi aspetti creava qualche problema, mentre si sta andando, in questo caso dell'Ospedale microcitemico, ad una sperimentazione gestionale che è già prevista in legge e che devo dire oggi in Italia soltanto abbiamo uno o due casi. Speriamo che vada in porto anche perché la legge prevede che in tutta Italia ci possono essere nove tipi di sperimentazione gestionale.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Liori. Ne ha facoltà.

LIORI (A.N.), relatore. Signor Presidente, onorevole Assessore della sanità, onorevoli assessori ed onorevoli colleghi, il problema della razionalizzazione dei servizi ospedalieri è molto sentito nel mondo sanitario e in tutta la Sardegna, anche perché il grande ritardo che porta il piano sanitario, che noi attendavamo ormai da anni, comporta una serie di situazioni di insicurezza, di incertezza, soprattutto per gli operatori e per i pazienti, e permette delle attività gestionali delle aziende A.S.L., per le quali si pensava che la politica, almeno quella becera fosse uscita dalla porta, ma sembra che in qualche caso sia rientrata dalla finestra, fa sì che la gestione della sanità, a mio modesto parere, molte volte non rispetti le finalità e gli intendimenti del legislatore e le direttive che sia il Governo nazionale e sia la Regione hanno dato verso una sanità nuova che doveva essere gestita, secondo il legislatore, a tutti i livelli con dei criteri diversi, più finalizzati ad una razionalizzazione di tipo economico e alla fornitura di servizi e di prestazioni più vicine all'utente, non solo in senso fisico ma anche secondo i desiderata qualitativi che sono poi rispondenti sia al desiderio dell'utente sia a quello del legislatore, cioè il poter offrire una sanità migliore per tutti i cittadini.

Abbiamo delle situazioni veramente paradossali, abbiamo dei tentativi di creare dei gerontocomi tra i più grandi d'Europa in una cittadina della Sardegna nella quale si vogliono concentrare cinquanta posti letto per lungo degenti, per anziani, cinquecento scusatemi, sforando di parecchio i bisogni del territorio contro tutte le raccomandazioni che dicono che bisogna distribuire secondo i bisogni questi servizi, abbiamo tentativi palesi di chiudere ospedali che hanno una vita che in Sardegna risale fino al 1200, quindi, ben settecento anni di vita, una storia lunghissima che risponde alle necessità e alle esigenze della popolazione, abbiamo tutta una serie di iniziative in tutti i campi della sanità, parlo della specialistica ambulatoriale, della guardia medica, che creano dei disservizi che sono possibili anche e soprattutto per una mancanza di un quadro completo della sanità che dobbiamo disegnare assolutamente al più presto; in questo io mi rivolgo con fiducia all'Assessore della sanità perché faccia di tutto perché veramente nel più breve tempo possibile noi possiamo disegnare questo quadro di sanità che risponda alle esigenze della popolazione, non possiamo più vivere nell'incertezza, è ora di smetterla con gli stralci, è ora di smetterla con le riforme fatte a francobollo ed appiccicate a mo' di mosaico una dopo l'altra, perché arrivati a questo punto permettiamo agli amministratori di fare delle scelte che assolutamente io credo che se la classe politica fosse a conoscenza tutto intero di quello che stanno combinando sicuramente non troverebbe l'accordo del Consiglio regionale nella sua interezza.

Non voglio entrare nei particolari, anche perché non è il momento di fare polemiche di questo peso, stiamo varando un provvedimento importante per la Sardegna, però, è anche ora di dare risposte definitive, capisco che non si può affrontare il piano sanitario tutto in una volta e che magari si può dividere per settori, quale quello del riordino dei servizi ospedalieri, del piano socio assistenziale, eccetera, però il tutto deve essere fatto nel più breve tempo possibile e bisogna assolutamente che venga portato in Aula, discusso ed approvato, perché la Sardegna ha veramente bisogno di un piano sanitario che sia organico, siamo in un ritardo grave che non sto qui a sottolineare quanto siamo in ritardo rispetto alle altre regioni d'Italia, Assessore, credo che lei condivida con me che i disguidi e i danni che derivano da questo ritardo sono importanti e dobbiamo fare di tutto, tutti insieme, il Governo, l'opposizione, il Consiglio, la maggioranza e tutti quanti per portare a compimento questa riforma, anche in Sardegna, della sanità che ormai sta diventando obsoleta in gran parte delle sue multiformi sfaccettature.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Macciotta. Ne ha facoltà.

MACCIOTTA (Gruppo Misto). Signor Presidente, cari colleghi, intervengo su questo punto per due motivi fondamentali: uno di carattere formale, perché anche in riferimento alle osservazioni proposte all'Aula dall'onorevole Bonesu prima nel suo intervento, non voglio contribuire ad avvallare una sensazione sbagliata che da parte di chi anche si occupa specificamente dal punto di vista istituzionale, con il lavoro nella Commissione sanità dei problemi attinenti a questo settore venga snobbata una discussione pur sottolineando anche quanto giustamente diceva l'onorevole Ladu che su questo punto il Consiglio sa benissimo che si è svolta una discussione ampia ed approfondita a suo tempo, e le cose non sono sostanzialmente mutate da allora. Se questo Consiglio non è sordo ai dati di fatti che gli vengono presentati, e che come dati di fatto consentono poca filosofia ma vanno presi per quello che i dati stessi danno obiettivamente, questo è un provvedimento che può essere stato forse titolato non esattamente quando parliamo di razionalizzazione della rete ospedaliera, ma che nel contesto del documento è precisato che si tratta di una prima tappa della razionalizzazione della rete ospedaliera, ed è quella prima tappa che anche se il Consiglio spesso è sordo a quello che gli si dice in quest'Aula, corrisponde ad un preciso impegno ed obbligo anche da parte della Regione Sarda di riportarsi a standard per quanto riguarda la rete ospedaliera, che il Parlamento nella sua sovranità ha fissato, e a cui volenti o nolenti ci dobbiamo attenere.

Nel corso della discussione che si è svolta l'altra volta, quando il provvedimento fu bocciato in quest'Aula, sono state fatte delle osservazioni e sono stati fatti degli interventi molti dei quali (permettetemi la franchezza) non condivisibili, perché non entranti nello spirito di quello che è il provvedimento, ma pervicacemente orientati a scaricare, su questo provvedimento, delle incombenze che con questo provvedimento non hanno alcuna attinenza, hanno attinenza col piano sanitario regionale nelle sue articolazioni, ed io condivido in pieno quanto l'onorevole Liori ha ora espresso per quanto riguarda il ritardo della presentazione del piano sanitario regionale, per quanto riguarda situazioni che solo col piano sanitario regionale e con la discussione che a suo tempo verrà in quest'Aula in proposito possono essere corrette nella maniera che anche Liori auspicava, ma questo è un qualche cosa che ha da venire, non sono perfettamente d'accordo con l'onorevole Liori neppure che siamo l'ultima Regione che per quanto riguarda la formulazione dei piani sanitari regionali nello scenario nazionale, perché così non è, abbiamo diverse altre regioni, anche importanti, che hanno un ritardo paragonabile al nostro, ma questa non è una consolazione.

Dicevo tornando indietro nel discorso, che quindi sono state proposte delle osservazioni non pertinenti, e sono state proposte allora ed è questa una delle motivazioni della bocciatura del piano in quest'Aula assolutamente non motivata né sotto il profilo politico, né sotto il profilo obiettivo, questo lo voglio dire a voce alta, è una bocciatura che risale soltanto a deteriori aspetti del nostro costume di sardi, in cui lasciamo prevalere molto spesso puri interessi localistici, e mi riferisco non a situazioni locali che hanno il diritto di essere tutelate, ma soltanto a situazioni che vengono tutelate in dispregio di quelli che sono gli interessi e l'organizzazione generale, in questo caso, della rete sanitaria nel contesto della nostra Isola.

Di queste osservazioni e di queste discussioni che sono state fatte allora, si è comunque, e direi giustamente, tenuto conto, perché anche l'espressione del Consiglio è sovrana ed è giusto tener conto anche se non se ne condividono spesso le motivazioni, e sono state apportate a questo documento in Commissione delle modifiche che toccano come potete aver modo di constatare per chi ha avuto la pazienza di rileggersi il nuovo documento, delle modificazioni in rapporto a richieste che sono venute, per quanto riguarda il destino e la impostazione delle funzioni di alcuni piccoli ospedali, e per quanto riguarda in prospettiva, non in questo documento ma in prospettiva, il tener conto di situazioni obiettive di differenze tra zona e zona che devono trovare la loro sistemazione, dicendo in questo documento aprendo la prospettiva ad una loro futura e prossima, speriamo, sistemazione nell'ambito del piano sanitario.

Voglio dire a questo proposito, sempre per parlar chiaro, io di questo Consiglio - non vi sembri considerazione fuori luogo - sto cogliendo un aspetto deteriore; un aspetto deteriore, voglio prendere lo spunto da una discussione che apparentemente sembrerebbe fuori ruolo per richiamare l'attenzione di tutti noi, questo Consiglio sta, a mio avviso, giocando sulla propria pelle, sulla propria credibilità e sul proprio profilo in maniera forse su cui non si è riflettuto abbastanza, perché questo modo di comportarci e questo atteggiamento che stiamo prendendo in questi ultimi tempi non attiene soltanto a quelle che possono essere colpe, errori, carenze della maggioranza, ruolo dell'opposizione, ma investono tutti quanti noi. C'è in atto un processo quasi di muro contro muro e non voglio indagare il perché questo sia successo e di chi siano o di chi non siano le colpe, dico che questo si sta riflettendo, e ci sono degli esempi anche nella seduta odierna e nelle sedute scorse, sulla funzionalità di questo Consiglio. Se questa è una visaglia della temperatura che sale in rapporto a prospettive di febbre elettorale che si approssima, è comprensibile, è umanamente comprensibile, ma permettetemi e lasciatemi dire da chi per sua spontanea decisione da questa febbre ha la prospettiva di non essere contagiato, e quindi, non ha alcun interesse particolare a dire questo, che non rischiamo che per questa febbre noi trascuriamo un anno pieno che possiamo avere davanti, in cui tante cose che sono maturate col lavoro di tutti quanti in questi quattro anni e mi riferisco a maggioranza ed opposizione di cui è apprezzabile il concorso a questo, rischiano di venire vanificate e far questo non soltanto è una specie di autopunizione che ci diamo di fronte all'opinione pubblica, ma soprattutto significa mancare al proprio dovere, dovere per cui siamo eletti e mandati in quest'Aula non facendo anche in questo anno quello che è il nostro dovere, cioè portare a compimento tutto quello che riusciamo a fare. Mi riferisco e mi riferirò in futuro, per esempio, visto che siamo in questa discussione mi limito a questo, al piano sanitario regionale. L'Assessore ci ha promesso che nel prossimo autunno questo piano sanitario rivisto sulla base della ampia consultazione che c'è stata approdi in Giunta per la discussione e l'approvazione, se questo come auspico si verificherà io richiamo fin da ora tutti i colleghi della Commissione sanità ad impegnarsi perché il piano quando ci arrivasse sul tavolo in tempo utile venga anche se a marce forzate portato a compimento in questa legislatura. Abbiamo iniziato questa legislatura facendo le marce forzate e i colleghi della Commissione se lo ricordano, per varare entro il 31 dicembre la legge di riforma sanitaria che eravamo tenuti a varare. Possiamo concluderla degnamente lavorando a marce forzate per varare il piano sanitario regionale.

Vorrei ricordare, perché siamo tutti presi dalla solita mania italiana dell'autocensura e dell'autocastrazione, scusatemi, che limitandomi al campo sanitario io credo che questa legislatura così vituperata abbia lavorato molto di più, tanto per fare un rapporto, della legislatura precedente che ci ha lasciato l'eredità della legge di riforma non fatta, che ci ha lasciato l'eredità dei volumi dei dati raccolti e delle proposte fatte dai competenti sul piano sanitario chiuse senza essere state mai aperte, che ha rinunziato a questo; questa legislatura ve lo ricordo in campo sanitario ha portato la legge di riforma, la legge di contabilità delle aziende, il piano per la psichiatria, ha varato (verrà in quest'aula) il piano socio - assistenziale; e se noi chiudessimo con l'approvazione del piano sanitario regionale, credo che nessun cittadino abbia diritto in questo campo di dirci mezza sillaba.

Vorrei ancora dire che questo, quindi, spetterà a noi, perché se noi continueremo in questo gioco muro contro muro a ritardare l'iter dei provvedimenti importanti in quest'Aula, ne risponderemo ai cittadini, ma a questa coscienza io vi richiamo fin d'ora. E quando questi provvedimenti continueranno a venire in quest'Aula pensiamo alla loro importanza per i cittadini e non alle nostre beghe politiche di scontro; mi riconosco, vi dico questo, perché ho avuto occasione di leggere contemporaneamente due articoli su questo dello stesso quotidiano, il grande quotidiano che è il Corriere della Sera, uno di Paolo Franchi e l'altro, mi pare, di Vittorio Correggio, uno che criticava l'andazzo per cui gli italiani si lasciano andare spesso ad accettare, anche se tante cose qui in Italia non vanno bene, con un senso di rassegnazione e questo non è giusto, ma l'altro soprattutto che diceva che chi negli schieramenti politici a livello nazionale si sta adoperando per cercare di ristabilire un ponte tra i due opposti schieramenti non deve venire necessariamente criticato per questo perché sta svolgendo una funzione utile per il Paese, perché se questi schieramenti si continuano a non parlare, ma non perché ciascuno non faccia la sua legittima parte ma per bloccare ogni tentativo di accordo per dare a questo Paese delle regole civili di cui tutti quanti abbiamo bisogno, il Paese è avviato verso un brutto destino, lo stesso io ridico in quest'Aula, noi abbiamo bloccato anche in questa frenesia preelettorale ogni cammino di cose che sappiamo che dovevamo e dobbiamo riformare perché i lavori di questa Assemblea e perché gli altri strumenti che abbiamo a disposizione funzionino come devono funzionare. Se abbiamo questa coscienza allora chi cerca ciascuno nell'ambito delle proprie forze, modestamente, di tenere aperto questo dialogo credo che faccia una funzione utile e certamente una funzione produttiva per tutti quanti.

Scusatemi per questo richiamo, ma siccome questo è lo spunto perché provvedimenti come questi abbiano l'iter pur meditato, pur discusso, pur contrastato che devono avere questo è il momento in cui questo Consiglio si deve cimentare in questo aspetto e far vedere se ha la volontà di fare queste cose o non ha la volontà.

Chiudo dicendo che come accennava l'onorevole Ladu prima, anche su problemi che nel frattempo sono emersi, come il problema del microcitemico, voglio dire sempre per essere chiaro, questa sera non ho peli sulla lingua, problemi che esistono e che sono reali ma in cui c'è sempre una quota di partigianeria, c'è una quota di non obiettività perché i problemi vanno visti per quello che sono e non per quelli che sono gli interessi che possono esserci dietro, i problemi esistono, i problemi vanno affrontati, emendamenti che sono stati preparati per quest'aula vedrete che porteranno la discussione a chiarimento anche su questi punti.

PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Amadu. Ne ha facoltà.

AMADU (Gruppo Misto). Signor Presidente, colleghe e colleghi, francamente viene difficile non condividere l'appello del collega, onorevole professor Macciotta, in riferimento alla necessità di una tensione diversa, tensione politica e morale che deve impegnare tutti, al di là degli steccati e dei ruoli di maggioranza e di opposizione, perché individuando obiettivi comuni nell'interesse della nostra società ci si sforzi per cogliere tutti i risultati possibili, per costruire e non certamente per annientare quel poco che invece si può realizzare.

Debbo esprimere, signor Presidente, se me lo consente, un apprezzamento personale ai colleghi della Commissione, alcuni sono particolarmente esperti nel campo sanitario e hanno dato dimostrazione in Commissione di una preparazione, di un impegno e di una conoscenza dei problemi notevole; ma questa premessa, per me doverosa e non formale, non mi induce dal confermare anche in questa sede il voto contrario che io ho espresso già in Commissione, in sede di votazione nel gennaio passato, in riferimento a questo provvedimento. Perché confermo il mio giudizio negativo? Perché tutta una serie di problemi relativi al campo sanitario, non solo sono avviati a soluzione o vengono affrontati in modo coerente con le dichiarazioni e con gli impegni, ma vanno ad incancrenirsi ulteriormente.

Purtroppo i ritardi evidenziano una assenza di politica sanitaria della Giunta regionale, questo nulla toglie all'apprezzamento che posso esprimere nei confronti dell'impegno e dell'attivismo dell'assessore, dell'onorevole Fadda. Ma questo impegno personale, quando a questo impegno personale, all'impegno personale dell'assessore non corrisponde una volontà politica coerente, una convergenza politica di chi deve esprimere una politica sanitaria compiuta, in senso lato, in senso di scelte chiare e precise, a quel punto anche l'impegno dell'assessore più efficiente, più attivo e più impegnato viene vanificato.

Parliamo ancora di piano sanitario regionale, da anni si parla qui di piano sanitario regionale, oggi andiamo ad approvare un provvedimento che altro non è che una fotografia della situazione esistente.

Questi ritardi, come già i colleghi ben più autorevoli di me hanno sottolineato, hanno portato danni al settore, danni per la perdita di finanziamenti, danni perché manca una politica di indirizzo, manca una politica di programmazione. Ed allora occorre, anche da questo punto di vista, invertire la tendenza negativa. D'altronde quando parliamo di questo ci dobbiamo porre nell'ottica dei cittadini e di chi ha bisogno, di chi reclama giustamente il diritto alla salute, il diritto ad una migliore qualità della vita. Abbiamo notizia dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del piano sanitario nazionale, che è un passo avanti notevole rispetto a questi piccoli passi che noi stiamo facendo, che va nell'ottica di una azione di prevenzione, nell'ottica di un'azione di prevenzione che coinvolga la scuola, che coinvolga i campi della società civile, in particolare del campo sportivo, dello sport.

Se la sanità anziché essere concepita come rimedio ad un male già in atto invece fosse concepita come impegno di prevenzione avremmo meno sprechi, avremmo meno spese, avremmo una società, avremmo cittadini più sani in grado di rendere meglio, cittadini più felici, caro collega Mariano Cucca.

Allora, io credo che lo sforzo corale, l'impegno a cui ci richiamava il collega professor Macciotta, deve essere quello di capire dove è possibile convergere in quelle cose che consentono un salto di qualità in questo campo. Come non dimenticare il fatto (come è stato accennato mi pare) il servizio, il dipartimento di emergenza, il 118, tutta una serie di servizi importanti che ancora attendono di essere messi in atto. I problemi che attengono alla razionalizzazione delle guardie mediche, mettersi al passo in attesa che arrivi il provvedimento del Parlamento che trasforma questo servizio iniziare già a valutare questi aspetti. Iniziare a programmarli, non tanto a risolverli, ma programmarli nel tempo. Il pensare che alcune strutture, mi riferisco al territorio del nord Sardegna, quale l'ospedale di Ozieri, che si avviano verso un lento declino perché una mancanza di attenzione verso una struttura che in quel territorio ha assunto ed assume un rilievo importante, sono dei segnali negativi. Quindi occorre mettere mano a tante cose. E pensare che la sanità impegna notevoli risorse finanziarie del bilancio degli investimenti della Regione, allora questo deve indurci ad una sapiente azione, ma l'impressione che oltre agli sprechi che non si vogliono toccare, è che navigando in un campo di incertezze, di non definite trasparenti certezze, né giuridiche né normative, il clientelismo viene alimentato in modo sereno e in modo incessante. Ed allora, per evitare che il clientelismo possa ancora continuare, possa fermarci ulteriormente, mettiamo fine e diamo certezza al campo sanitario, diamo a tante professionalità che tutti i giorni, in trincea, nonostante i problemi riescono a dare conforto e a dare risposta adeguata ai cittadini, nonostante queste carenze allora diamo forza, diamo sostegno ai tanti operatori della sanità che operano con coscienza e con professionalità e con dedizione al proprio dovere.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SELIS

Io confermo, ancora una volta in questa sede, il mio giudizio negativo, ma auspico, proprio secondo l'appello che il professor Macciotta poc'anzi ha espresso con molta convinzione, confermo la mia disponibilità perché in tutte le sedi si cerchino le convergenze, perché anche in questo campo così importante, che non riguarda cittadini di destra o di sinistra, ma riguarda tutti i cittadini di qualsiasi colore, dai più grandi ai più piccoli soprattutto, ci sia una attenzione, ci sia un impegno maggiore, ci sa una concreta valutazione, al di là delle posizioni partitiche o ideologiche o di altro tipo.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

FADDA PAOLO (Popolari), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Molto brevemente, io ringrazio il collega Bonesu che mi permette anche di spiegare le ragioni che hanno portato la Giunta regionale, la Commissione ha riproporre questo testo, e del perché si è trovata, poi, una convergenza, credo e mi auguro della maggioranza e del Consiglio regionale sul provvedimento che stiamo esaminando.

Spetta alla Giunta regionale quando riceve una bocciatura come quella che abbiamo ricevuto noi un paio di mesi fa, quando abbiamo messo ai voti questo provvedimento, cercare di capire le ragioni. Bene, credo che la Commissione ed anche la Giunta regionale abbia fatto un ottimo lavoro cercando di capire, all'interno della Commissione, quali potevano essere le ragioni che avevano portato il Consiglio regionale a non votare questo provvedimento. Onorevole Bonesu, lei nel suo intervento le ha elencate, abbiamo cercato insieme, con emendamenti che sono firmati da quasi tutta la Commissione, di capire quelle ragioni; uno era il problema che lei ha sollevato del microcitemico, ed insieme maggioranza ed opposizione, Giunta regionale hanno cercato di porre rimedio ad una proposta che era stata avanzata.

L'altro è il problema di non aver attenzione soltanto verso i grandi ospedali ma anche verso i piccoli ospedali. Anche questo in un emendamento proposto dalla Giunta regionale si cerca di compensare quanto da lei denunciato; quindi, le ragioni del perché il Consiglio regionale voleva approvare non era per sottovalutare l'importanza di questo piano, perché vorrei ricordare a tutti noi che per due giorni avevamo discusso e c'eravamo dichiarati tutti d'accordo poi a scrutinio segreto e per le ragioni che ci siamo detti il piano non passò. Onorevole Amadu, sin quando si portano degli esempi, perché io dico che la sanità sarda non funziona come io vorrei e come il Consiglio vorrebbe, però, lei mi fà esempio della trascuratezza che abbiamo per esempio per l'ospedale di Otzieri, io le voglio ricordare che sono 20 miliardi che sono stati stanziati per questo ospedale e ci sono i lavori che sono iniziati, quindi non è completamente abbandonato. E vorrei dire di più: semmai, investimenti di questa portata sono stati utilizzati presso la città di Otzieri. Dico questo perché davvero c'è la massima attenzione...

AMADU (Gruppo Misto). I medici stanno andando via e si favorisce l'esodo dei medici migliori.

FADDA PAOLO (Popolari), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Mi dispiace se i medici preferiscono andar via, ma mi creda tra i tanti poteri che io ho non c'è quello di trattenere i medici, non ce l'ho, mi creda. Io sono d'accordo che i medici dovrebbero stare di più anche negli ospedali periferici e non aspirare ad andare nelle grandi città, nei due poli. Questo è un problema che esiste, però questo è un problema che nei contratti di lavoro si vedrà per quanto periodo potranno stare lì. Ma le voglio dire che con l'attenzione della Giunta regionale, del Consiglio regionale, perché il programma che è stato fatto sugli investimenti è stato rivolto in modo particolare per queste strutture.

Sul discorso del clientelismo: mi creda, io non gestisco più nulla! Lo voglio dire come per dire la politica dell'Assessore, non è un fatto personale lo voglio dire all'aula, perché mentre prima l'Assessore gestiva settanta o ottanta miliardi in termini diciamo clientelari, tutti questi fondi con criteri oggettivi ed anche col riequilibro delle zone, dei territori e delle aziende che prendevamo meno, sono stati stabiliti con delibera di Giunta e con alcune modifiche. Io credo che a nessuno sfugga l'importanza che ha questo provvedimento, non soltanto perché stavamo rischiando davvero di essere penalizzati per circa settanta miliardi se noi non approviamo questo provvedimento, ma anche perché permetterà di realizzare quelle cose che l'onorevole Amadu ha sottolineato che sono necessarie. Non possiamo pensare soltanto ai posti letto per acuti, ma dobbiamo avere la capacità di costruire soluzioni alternative per i post acuti. Questo è l'intento anche della razionalizzazione del provvedimento che stiamo esaminando. Credo che dovremmo dare, perché ci sono dei tempi precisi perché i direttori generali lo applichino, se verranno rispettati questi tempi io credo che servirà davvero anche l'approvazione di questo provvedimento a migliorare da un punto di vista qualitativo gli attuali livelli assistenziali che noi diamo ai sardi.

PRESIDENTE. Metto in votazione il passaggio all'esame del provvedimento, sono paragrafi non sono articoli. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del paragrafo 1.

(segue lettura)

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il paragrafo numero 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del paragrafo 2.

(Segue lettura)

E` aperta la discussione sul paragrafo numero 2.

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il paragrafo 2.

Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del paragrafo 3.

(Segue lettura)

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il paragrafo 3. Chi lo approva alzi la mano. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del paragrafo 4.

(Segue lettura)

Al paragrafo 4 sono stati presentati gli emendamenti sostitutivi parziali 1, 3, 4, e 6. Gli emendamenti numero 1 e 4 sono stati ritirati. Si dia lettura dei restanti emendamenti.

CONCAS, Segretaria:


PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sull'emendamento numero 3 ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

FADDA (Popolari), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Si dà per illustrato.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere del relatore della Commissione ha facoltà di parlare il consigliere Ladu.

LADU (Popolari), relatore. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Per illustrare l'emendamento numero 6 ha facoltà di parlare il consigliere Murgia.

MURGIA (F.D.S.-Progr.Sard.). Pochissime parole perché il senso dell'emendamento è stato già anticipato in diversi interventi che mi hanno preceduto, per dire che questo emendamento, che vede gran parte della Commissione e quasi tutti i Gruppi politici rappresentati nella sua presentazione, intende rispondere ad un movimento diffuso che c'è stato di personale, sindacati e dirigenti, e anche di associazioni di talassemici (?), tendente alla valorizzazione di questo istituto e a garantirne la possibilità di intervento anche per il futuro con efficacia nella Regione sarda. Per cui, si ritiene di aprire una strada che consenta l'esplorazione e l'adozione eventuale, qualora fosse praticabile, di forme di gestione speciale di questo istituto, che non precludono altre ipotesi già fatte in passato e contenute nel documento che possono riguardare anche eventuali accorpamenti con gli istituti ospedalieri , e che si ritiene più utile rimandare ad una fase successiva di discussione anche perché è un po' in evoluzione la materia anche a livello nazionale, sia per i tempi (?) di decisione della Corte Costituzionale in ordine ai problemi della concorrenza e della libertà di scelta dei pazienti nel settore sanitario, sia per riflessioni che si fanno in generale sui rapporti tra Aziende ospedaliere e A.S.L. nel loro complesso. Per cui volevo sottolineare che mentre questo emendamento viene incontro a questo movimento che c'è stato non preclude e soprattutto non rende inutile la ricerca comunque di un processo di razionalizzazione, di migliore allocazione del Microcitemico nell'ambito del sistema sanitario. Per cui, consegue a questo emendamento il numero 5 che completa la proposta di assetto del microcitemico nel senso appena detto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bonesu, relatore. (?)

BONESU (P.S. d'Az.), relatore.(?) Presidente, è per spiegare che ho ritirato l'emendamento numero 4 e aderito all'emendamento numero 6 che presenta in positivo la proposta che facevo in negativo.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 3.

Abbiate un po' di pazienza, c'è una piccola interferenza che stiamo cercando di eliminare, ma se c'è un po' di silenzio, la mia voce si sente, questo microfono funziona.

Stiamo discutendo il paragrafo numero 4 e siamo in sede di votazione; metto in votazione l'emendamento sostituivo numero 3. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il Paragrafo 4. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del Paragrafo 5.

(Segue lettura)

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il Paragrafo 5. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del Paragrafo 5 bis.

(Segue lettura)

Al Paragrafo 5 bis è stato presentato l'emendamento numero 5, a cura della Commissione, mi pare di capire, Murgia, Busonera, Liori, Macciotta e più.Se ne dia lettura.

CONCAS, Segretaria:


PRESIDENTE. L'emendamento può essere illustrato, ma se ne è stato accennato prima.

MURGIA (F.D.S.-Progr.Sar.). Si dà per illustrato perché se ne è parlato prima.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Si dia lettura del Paragrafo 6.

(Segue lettura)

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione l'emendamento numero 6. Chi lo approva alzi la mano.

(E` approvato)

Passiamo ora agli allegati, incominciando dall'allegato numero 1, e votiamo anche qua per paragrafi.

Si dia lettura dell'introduzione, pagina 38.

(Segue lettura)

Poiché nessuno domanda di parlare sull'introduzione, la metto in votazione per un fatto formale. Chi l' approva alzi la mano.

(E` approvata)

Si dia lettura del Paragrafo 1.

(Segue lettura)

Poiché nessuno domanda di parlare, metto in votazione il Paragrafo 1. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Si dia lettura del Paragrafo 2.

(Segue lettura)

Al Paragrafo 2 è stato presentato l'emendamento aggiuntivo numero 2, a firma Cucca, Secci, Dettori, Lombardo ed altri, se ne dia lettura.

CONCAS, Segretaria:


PRESIDENTE. L'emendamento numero 2 può essere illustrato.

CUCCA (Progr.Fed.). Sì, Presidente, molto brevemente per dire che bisogna aggiungere la Casa di cura polispecialistica "Sant'Elena" perché si tratta di una dimenticanza, ma tengo a precisare che l'Aula l'aveva già votato ed approvato nella precedente discussione del piano.

PRESIDENTE. La Giunta si rimette al Consiglio.

Il relatore lo accoglie.

Metto in votazione il Paragrafo 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 2. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione il documento complessivo.

Ha domandato di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.

FADDA (Popolari), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Sì, perché in sede di coordinamento, avendo votato un emendamento sono da rifare alcune tabelle riferite proprio all'emendamento che è stato approvato dal Consiglio e quindi, invito gli uffici in sede di coordinamento.

PRESIDENTE. Siamo in sede di votazione prego i colleghi di prendere posto.

Ha domandato di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Biggio.

BIGGIO (A.N.). Colleghi, ho seguito con molta attenzione l'intervento dell'onorevole prof.essor Macciotta, ogni tanto fanno bene questi richiami, a ciascuno di noi credo. Però devo ricordare che le posizioni non possono, non debbono essere sempre uniformi, sempre in armonia e sempre finalizzate ad un risultato, comunque un risultato.

Per cui il dibattito, talvolta il confronto e talvolta anche il confronto con i sistemi che offre il Regolamento, pur limitato dal modificare dell'Aula, non devono scandalizzare, non possono scandalizzare più di tanto. Colgo - credo di poter dire anche a nome del Gruppo - l'invito a non abbandonare in quest'ultimo periodo di legislatura l'attenzione che questo Consiglio ha avuto per vari problemi che ha dovuto affrontare. Ma, appunto partendo da questi presupposti, da questa affermazione, prof. Macciotta e cari colleghi, anche questa volta e in questa occasione il Gruppo di Alleanza Nazionale dichiara di non votare questa legge.

Noi non la votiamo per le ragioni addotte dal collega Liori, perché è vero che si è fatto molto, non ha detto il collega Liori che siamo l'ultima ruota del carro nazionale, ha detto che siamo tra gli ultimi, e non ci interessa se alcune regioni stanno peggio di noi, ci dispiace per queste regioni, ma la situazione è quella che è stata denunciata. Noi, per fare un paradosso, abbiamo in Sardegna delle situazioni tali per cui sarebbe meglio avere un eliporto, piuttosto che un'unità ospedaliera, il servizio sanitario sarebbe molto più proficuamente valido.

E` ancora lungo il percorso da fare in questo settore; è ancora molto l'impegno che i consiglieri di adesso e di domani dovranno fare per arrivare ad una situazione effettivamente moderna, effettivamente attuale per il nostro territorio, pur così vasto, pur con un miriade di problemi dati, appunto, dalla sua situazione e dalle difficoltà che la logistica e i movimenti delle persone pongono per la situazione particolare della Sardegna.

Detto questo confermo il nostro voto di astensione per le ragioni addotte, e non mi ripeto più, dal collega Liori.

PRESIDENTE. Siamo in sede di votazione.

Ha domandato di parlare l'onorevole Amadu. Ne ha facoltà.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Io credevo..., chiedo conferma agli Uffici, ho detto che siamo in sede di votazione ma non avevamo attivato il marchingegno. L'ho detto? Mi dispiace credevo che i fatti elettronici non fossero già attivati. In questo senso chiedo scusa all'onorevole Amadu e chiedo scusa anche agli altri colleghi, pensavo che non fossimo già pronti.

Dopo questo piccolo incidente dichiaro aperta la votazione.

Prima votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale con procedimento elettronico del Programma numero 40.

Scusate, la situazione è questa: per l'inconveniente che tutti avete notato, io ho il risultato della votazione che vi comunico, però poi vi dico quale è l'inconveniente:

Presenti 52

Votanti 52

Favorevoli 37

Astenuti 15

Il problema è che io non mi ritrovo l'elenco degli astenuti. Quindo il suggerimento è rifare la votazione, pregando i colleghi di attivare la procedura, se non dovessimo riuscire faremo la chiama tradizionale. L'altra ipotesi è chiedere a voi coloro che si sono astenuti, tanto era palese. Però per un fatto formale vi chiederei di rivotare.

Seconda votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale del Programma numero 40.

Rispondono sì i consiglieri: BALIA - BERRIA - BUSONERA - CADONI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEIANA - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA - FADDA - FALCONI - FERRARI - FOIS Paolo - FOIS Pietro - GHIRRA - GIAGU - LA ROSA - LADU - LODDO - LORENZONI - MACCIOTTA - MANCHINU - MARROCU - MARTEDDU - MURGIA - OBINO - PETRINI - PIRAS - RANDACCIO - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.

Si sono astenuti: il Presidente SELIS e i consiglieri: AMADU - BIGGIO - BONESU - CASU - FLORIS - FRAU - GIORDO - LIORI - LOMBARDO - MARRAS - OPPIA - PITTALIS - SANNA Giacomo - SERRENTI - TUNIS Marco.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 54

Votanti 38

Astenuti 16

Maggioranza 20

Favorevoli 38

(Il Consiglio approva)

Mi dicono dalla cabina di regia che è andato in tilt un alimentatore e ha creato questo problema.

Abbiamo esaurito la giornata di oggi, il Consiglio è aggiornato a domani alle ore 10.00.

La seduta è tolta alle ore 20 e 45.



Allegati seduta

Testo della mozione annunziata in apertura di seduta

Mozione Biggio - Boero - Cadoni - Carloni - Frau - Liori - Locci - Sanna Noemi - Usai Edoardo sulle dimissioni dalla carica di Assessore regionale dell'avv. Cogodi.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

I. la legge n.154 del 1981, tra le cause di incompatibilità con la carica di consigliere comunale, il cui effetto è stato esteso anche ai Consiglieri regionali, provinciali e circoscrizionali, ha previsto la fattispecie dell'Amministratore che sia stato " con sentenza passata in giudicato, dichiarato responsabile verso l'ente, istituto od azienda e non abbia ancora estinto il debito"; la norma, per il combinato disposto dell'articolo 17 dello Statuto e dell'articolo 6 del D.P.R. 19 maggio 1949, n.250 trova applicazione anche nei confronti degli Assessori regionali, comunali e provinciali;

II. la sentenza della Corte Costituzionale 26 gennaio 1988, n. 85 ha stabilito la non applicabilità alla Regione autonoma della Sardegna della Legge n. 154 del 1981;

III. il Consiglio regionale della Sardegna non ha assunto alcuna iniziativa volta a colmare il vuoto legislativo che si è venuto a creare, in conseguenza della pronuncia della Corte Costituzionale con la sentenza sopra richiamata;

CIÒ PREMESSO,

VISTA la sentenza n. 80/96/A depositata in Segreteria il 6 novembre 1996, con la quale la Corte dei Conti-Sezione Prima Giurisdizionale Centrale per i giudizi di Appello ha confermato la condanna dell'avv. Luigi Cogodi, Assessore regionale in carica, alla rifusione a favore dell'erario regionale di una considerevole somma;

CONSIDERATO che il debitore è stato messo in mora a richiesta dell'Assessorato regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio della Regione sarda, mediante notifica della sentenza suddetta munita di formula esecutiva;

RITENUTO che, se pure non ricorrono le condizioni legali di incompatibilità con l'Ufficio di Assessore regionale da parte dell'avv. Cogodi, sussistono tuttavia motivi ostativi di natura morale, ugualmente meritevoli di tutela, alle funzioni attualmente esercitate dal predetto, non potendosi concepire che in Sardegna vengano considerate immunità le circostanze altrove definite condizioni di incompatibilità,

invita

l'avv. Luigi Cogodi a dimettersi dalla carica di Assessore regionale. (166)