CCXXXIX SEDUTA
(Antimeridiana)
Venerdì, 19 dicembre 1997
Presidenza del Presidente Selis
indi
del Vicepresidente Milia
indi
del Presidente Selis
La seduta è aperta alle ore 10 e 30.
GHIRRA, Segretario f.f., dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 17 dicembre 1997 (235), che è approvato.
Discussione della mozione Pittalis - Balletto - Bertolotti - Biancareddu - Casu - Federici - Floris - Granara - Lippi - Lombardo - Marracini - Milia - Oppia - Pirastu - Tunis Marco di sfiducia alla Giunta regionale per le gravi inadempienze in materia di programmazione economica e finanziaria (140)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 140. Se ne dia lettura.
GHIRRA, Segretario f.f.:
MOZIONE PITTALIS - BALLETTO - BERTOLOTTI - BIANCAREDDU - CASU - FEDERICI - FLORIS - GRANARA - LIPPI - LOMBARDO - MARRACINI - MILIA - OPPIA - PIRASTU - TUNIS Marco Fabrizio di sfiducia alla Giunta regionale per le gravi inadempienze in materia di programmazione economica e finanziaria.
IL CONSIGLIO REGIONALE
CONSIDERATO che la Giunta regionale non ha ancora presentato, alla data odierna, al Consiglio regionale il disegno di legge finanziaria e di bilancio per l'esercizio 1998;
CONSIDERATO che la legge impone che tale disegno sia presentato entro e non oltre il 30 settembre dell'anno precedente l'esercizio finanziario cui il disegno si riferisce;
CONSIDERATO che i termini sono abbondantemente scaduti e che non pare possibile ravvisare cause di impedimento che meritino una particolare comprensione;
CONSIDERATO che il ritardo nella presentazione non potrà che provocare gravissime conseguenze economiche e finanziarie, paralizzando di fatto la Regione in lungo ed indeterminabile periodo di esercizio provvisorio;
CONSIDERATO che, se ancora non si è riusciti a trovare un accordo tra le diverse componenti politiche della Giunta regionale, con ogni probabilità la manovra, se mai dovesse arrivare in Aula, sarà sottoposta al solito tiro incrociato di interessi individuali, tali da snaturare qualsiasi progetto;
CONSIDERATO che è innegabile che la maggioranza già fragile che sosteneva la Giunta regionale non è in grado di esprimere un unitario progetto di governo per la Regione
impegna la Giunta regionale
a presentare immediate dimissioni per consentire una oramai non più procrastinabile formalizzazione della crisi politica della maggioranza e permettere al Consiglio regionale di assumere le determinazioni che riterrà opportune. (140)
PRESIDENTE. Chiedo agli assessori Onida e Manchinu di prendere posto ai banchi della Giunta.
Ha facoltà di parlare il consigliere Pittalis per illustrare la sua mozione. Onorevole Pittalis, se lei ritiene posso sospendere cinque minuti per aspettare il Presidente della Giunta.
PITTALIS (F.I.). Lei ha anticipato quella che è la nostra richiesta. Siccome si tratta di una mozione di sfiducia, riteniamo che il Presidente della Giunta debba essere presente, con tutto il rispetto per l'autorevolezza dell'assessore Onida, però riteniamo che, salvo... ah, sì, anche Manchinu, chiedo scusa. Il problema, Presidente, è che se non vi sono impedimenti comunicati alla Presidenza di carattere istituzionale o di altra natura, riterrei che il Presidente sospenda anche la seduta per il tempo che ritiene necessario per chiamare il Presidente in Aula.
PRESIDENTE. Credo che siano sufficienti dieci minuti, sono le 10 e 35, riprendiamo alle 10 e 45, nel frattempo chiedo che venga sollecitata la presenza del Presidente della Giunta. Grazie.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 35, viene ripresa alle ore 10 e 45.)
PRESIDENTE. La seduta è ripresa, è all'ordine del giorno la mozione di cui abbiamo già dato notizia, la numero 140.
Ha domandato di parlare il consigliere Scano. Ne ha facoltà.
SCANO (Progr. Fed.). Presidente, solo per proporre una breve Conferenza dei Capigruppo, perché da uno scambio di idee informali tra i Capigruppi abbiamo riscontrato che ci può essere la possibilità di decidere insieme un percorso per l'ordine degli argomenti da affrontare.
PRESIDENTE. Se non ci sono osservazioni, sospendo la seduta per cinque minuti e convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta sospesa alle ore 10 e 50, viene ripresa alle ore 11 e 06.)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale sulla mozione. Ha facoltà di illustrarla il consigliere Pittalis.
PITTALIS (F.I.). Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente, della Giunta, colleghe e colleghi, nelle democrazie occidentali il compito delle forze di opposizione è indiscutibilmente duplice. Da un lato controllare gli atti dell'esecutivo e verificarne la legittimità, oltre che cercare in tutte le maniere consentite dal Regolamento di affrettare, con gli strumenti che l'opposizione ha a sua disposizione, la fine del governo in carica. Tanto più se è un governo che non governa, se è un governo che governa anche male. Chiedo scusa anche ai colleghi del mio Gruppo ma gradirei poter parlare. Affrettarne la fine e provocarne le dimissioni mettendone in luce le eventuali contraddizioni interne. A questo unico compito nella storia della politica hanno corrisposto diverse forme di opposizione. Quella formale e piaggesca che l'Italia ha conosciuto, e non solo l'Italia ma anche la nostra Regione, fino a qualche anno fa; quelle formali, ma sostanzialmente consociative; e quelle forme di opposizione reali. Non intendo fornire in questa sede giudizi di merito, ma ci sia consentito a noi come Gruppo di Forza Italia l'aver, legittimamente e democraticamente, in maniera trasparente e chiara, optato, scelto di interpretare quello che è il mandato dei nostri elettori esercitando una opposizione reale, una opposizione seria, una opposizione senza sconti. Per questo, e anche questo è incontestabile, non tralasciamo e non abbiamo tralasciato nel corso di questi tre anni e mezzo di governi che a più riprese si sono succeduti, sempre all'interno di un quadro politico che è il centro sinistra e che hanno avuto il Presidente Palomba come loro punto di riferimento, dicevo per questo non tralasciamo un solo atto dell'esecutivo e della maggioranza, di quella che eufemisticamente chiamiamo ancora così, e sottoponiamo a censura ciò che riteniamo debba essere censurato o, come è capitato, diamo quando gli atti della Giunta o della stessa maggioranza vanno nella direzione politica che noi auspichiamo, allora ci siamo dimostrati anche come opposizione costruttiva, propositiva, una opposizione che ha saputo dare un grosso contributo soprattutto per quello che riguarda anche la modesta, ma direi feconda esperienza di contributo che il Gruppo di Forza Italia, il Polo delle libertà ha dato al tavolo delle regole. In questa ottica il Gruppo di Forza Italia ha presentato la mozione di sfiducia che oggi l'Aula doverosamente discute, ed è questo il nostro compito. Ed è inutile e anche preoccupante, per le condizioni della democrazia, che si manifesti anche per atti di questa natura fastidio, fastidio per il ruolo appunto serio e reale che questa opposizione esercita. Un ruolo di liberi rappresentanti dei sardi, che dicono che si possa esprimere la propria opinione senza vincoli di mandato e senza essere perseguiti per le idee espresse. E se vincoli non ce ne impongono gli elettori, che noi rispettiamo e per i quali lavoriamo, credono lor signori che potremmo mai farci intimorire da loro e stare zitti per vincoli che loro vorrebbero porci. Davvero non ci pare credibile, signori della maggioranza. E dico questo a tardiva chiosa della stizzita reazione che abbiamo registrato martedì sera in quest'aula da parte di alcuni esponenti della maggioranza, e dello stesso Presidente Palomba, nel corso della discussione sull'ordine pubblico in Sardegna. Una reazione forte alle nostre parole miti, alle nostre idee sempre espresse con chiarezza che ci impongono di squarciare gli insopportabili veli del conformismo buonista e unanimista. E se quella reazione della scorsa sera è il metro con il quale misurare la coscienza pluralista e democratica della loro cultura, colleghi, allora la situazione è grave più di quanto pensassimo. Comunque come disse Santorre di Santarosa "tirem innanz" e chiudiamo sul punto l'inciso. Essere opposizione seria e affidabile comporta anche una autolimitazione, un limite che le forze politiche si pongono non approfittando degli strumenti a loro disposizione e utilizzandoli con oculata attenzione. Signor Presidente, io capisco il momento drammatico che vive questa maggioranza, ma se hanno ancora necessità di momenti per confrontarsi che questo lo facciano in altre sedi non in questo momento, e consentendo a chi sta parlando di poter portare a termine il suo intervento. Un limite, dicevo, che consente di presentare, per venire dal generale al particolare, mozioni di sfiducia quando si ritiene che legittimamente il Consiglio regionale debba o dovrebbe non accordare la sua fiducia alla Giunta regionale che abbia posto in essere comportamenti gravemente censurabili. E quale comportamento potrebbe essere più censurabile e più degno di sfiducia di quello di una Giunta regionale che non ha rispettato le leggi, che ne disattende i termini, che non si cura dei suoi dettati e ritarda di due mesi e mezzo nel presentare a questo Consiglio regionale quella che dovrebbe essere la madre di tutti i provvedimenti, e cioè il disegno di legge in cui si sublima o si dovrebbe sublimare tutta l'arte programmatoria di una istituzione che è nata per programmare, di una istituzione che è nata per gestire le proprie risorse in maniera oculata e non di una Regione mi sembra oramai in balia (non c'è nessun riferimento all'onorevole Balia logicamente) solo ai giochi di potere fine a se stessi. E a ben vedere, e se i colleghi volessero, perlomeno nell'intimo del loro animo, spogliarsi del loro difficile ruolo di rappresentanti di questa armata Brancaleone, non esiste altro atto che, come questo, meriti tutta la disistima del Consiglio regionale. Non esiste altro comportamento che più di questo indichi disprezzo verso questa Assemblea, costretta ad esaminare a marce forzate la manovra finanziaria e di bilancio. Non esiste altro comportamento che dichiari tanto clamorosamente il fallimento di una maggioranza che non trova l'accordo sulla legge finanziaria, che è il provvedimento cardine che dovrebbe qualificare proprio l'azione di governo. E ieri, solo ieri in quest'Aula, lo stesso Assessore del bilancio lo ha detto a chiare lettere. Poche e semplici parole per dire che una maggioranza non esiste e che non è possibile trovare accordi. E se non basta questo come ragione che dimostra la rottura del filo di collaborazione tra il Governo regionale e la maggioranza consiliare, davvero non sappiamo immaginare cosa possa capitare di peggio. Ma l'assessore Sassu ha posto in rilievo, con la sua risposta a una sollecitazione che veniva dai banchi dell'opposizione, anche un altro profilo politico sul quale sarà il caso di fare alcune brevi considerazioni. Infatti, qualche giorno orsono, l'assessore Sassu era stato degnato degli strali di un esponente organico di questa maggioranza, un esponente politico che, del gioco sotterraneo e poco chiaro, ha saputo fare il suo cavallo di battaglia, anzi il suo asino di battaglia. E proprio il professor Sassu era stato accusato di essere, in qualche maniera, responsabile del ritardo nella presentazione della legge finanziaria, visto che si trattava del quarto anno in cui la manovra si presentava al Consiglio fuori dai termini di legge. Cioè si è tentato di fare col professor Sassu lo stesso giochino, se mi consente, davvero poco nobile, che si è fatto in questi quattro anni col presidente Palomba, trasformato suo malgrado in capro espiatorio e costretto a subire fischi e pernacchie per colpe che non sono certamente solo sue. Mi è già capitato, in quest'Aula, di dover difendere a volte, quando lo hanno determinato i fatti concreti, le situazioni, lo stesso appunto onorevole Palomba. Perché esistono anche dei profili umani, oltre che quelli politici, e di questi ritengo sarà bene tenerne conto. E crediamo che il presidente Palomba non debba fare solo da parafulmine ad altri, avvezzi a comandar tacendo e a mestare nel torbido. L'onorevole Palomba ha, insieme al professor Sassu, l'incombenza di fare da bersaglio per la sua posizione, per il ruolo che assume, sia per le frecce legittime, palesi e chiare dell'opposizione, ma assistiamo anche ad una situazione veramente sconveniente sul piano politico, perché egli è fatto bersaglio per i sassi furtivi dei capi bastone della sua sedicente maggioranza. Questo in una democrazia sana, nel rispetto dei ruoli istituzionali, non è assolutamente tollerabile. E ora state allestendo, che sia oggi o che sia tra qualche giorno, l'altare sacrificale per consumare definitivamente il sacrificio. Ad una posizione seria e coerente, come quella che il nostro Gruppo rappresenta, non ci pare bello né ci pare giusto scaricare solo sul presidente Palomba le responsabilità che sono di tutti voi, della maggioranza del centro sinistra, costretti a fare da vaso di coccio tra i vasi di ferro, soprattutto se il tam tam del Consiglio riporta voci veritiere, riferendo che al posto del più votato tra i sardi andrà un campione (e qui non c'è nessuna allusione a lei, presidente Selis, lo dico senza ironia, non c'è nessuna allusione alla sua persona) se è vero, come pare, che si prepari la sostituzione con un campione di quei giochi sotterranei, di lanciatori di pietre e nasconditori di mano cui prima accennavo. Ed allora la mozione di sfiducia è una mozione di sfiducia non solo contro il presidente Palomba e la sua Giunta, ma è una mozione di sfiducia contro una maggioranza, contro una maggioranza che noi non riteniamo all'altezza, e non vedo come sia possibile smentirci, e contro un modo di amministrare la cosa pubblica, che è quanto di più lontano esiste dalla democrazia e dalla buona amministrazione. Certamente è una mozione di sfiducia contro l'onorevole Palomba e la sua Giunta, come dicevo, ma questo avviene dai banchi dell'opposizione trasparentemente, secondo consolidati rapporti di correttezza, tra Giunta regionale e opposizione democratica. Nel merito possiamo veramente aggiungere poco, molto poco alle considerazioni che abbiamo reso pubbliche da tempo nelle precedenti crisi di questa Giunta farsa. E cioè, in estrema sintesi, che si è totalmente incapaci di amministrare, di programmare, di gestire una Regione. Miliardi e miliardi sono fermi, infruttiferi nelle banche; la disoccupazione, al di là della propaganda, presidente Palomba, cresce; la disoccupazione purtroppo cresce, e le categorie professionali languono, chiudono le poche fabbriche che abbiamo e, in tre anni e mezzo di suo governo, riteniamo che non si sia fatto un solo passo in avanti ma, purtroppo, molti indietro. Ma se fosse solo questo, presidente Palomba e colleghi della maggioranza, non sarebbe niente di più di un normale e sereno dialogo maggioranza e opposizione. C'è molto di più, invece, riteniamo che ci sia molto di più. Ciascuno ricorda quanto travagliata fu l'approvazione della legge finanziaria di bilancio per l'esercizio 1997, in cui questa maggioranza diede prova di tutta la sua forza nella disgregazione e della sua precisione nel cechinaggio. La Giunta andò sotto diverse decine di volte e non si è mai sognata di trarre le necessarie conclusioni, presentando, allora come oggi le chiediamo presidente Palomba, dimissioni che sarebbero state un toccasana per tutti a cominciare per loro, colleghi della maggioranza di centro sinistra. Abbiamo proseguito per tutto un anno con pratiche, che mi credano, davvero non so definire. Tutto lascia pensare a un teatro dell'assurdo in cui i protagonisti tra loro non si comprendono e ciascuno segue un suo filo e una sua storia. I provvedimenti della Giunta sono caduti; le indicazioni del Consiglio bellamente disattese con atti che rasentono perfino la prevaricazione. Nella primavera si è aperta una crisi talmente incredibile nelle sue motivazioni, talmente frutto di un gioco laido di potere, che dopo settimane di trabocchetti, ricatti, veleni, astuzie, infingimenti di basso livello, si è dovuta chiudere con una riedizione della stessa compagine, senza programma, senza capo né coda. Quella stessa compagine che i così detti moralizzatori aborrivano, e dicevano di voler emendare. Si è rieletto il presidente Palomba ingiuriandolo con quelli artati 29 voti. Quello, presidente Palomba, è un atto che rasenta, almeno sotto il profilo politico, un'ingiuria alla sua persona e all'istituzione che rappresenta. E si è continuato con episodi incredibili: componenti della maggioranza che annunciano in aula le dimissioni del loro Assessore di riferimento, il quale conferma, nega e riconferma nel giro di tre giorni, ma rimane comunque al suo posto; altri Assessori che vengono direttamente invitati a lasciare il posto di assessore, appunto, dallo stesso Presidente della Giunta regionale, sino a epiloghi di questi ultimi giorni, mi riferisco alla censura della terza Commissione, la Commissione bilancio, la quale qualche giorno fa ha censurato la Giunta regionale che in spregio di ogni regola di correttezza istituzionale e di buon gusto non ha ritenuto di dover anche all'esito di quella censura rassegnare le sue dimissioni e sempre più si abbarbica a quelle bisunte poltroncine. E ieri l'altro, la clamorosa bocciatura del piano di ristrutturazione ospedaliera.
Assessore Fadda, visto che ora è presente, con quale spirito riceve un tale schiaffone dal Consiglio, una così sonora bocciatura e continua come se nulla fosse successo a rimanere al suo posto?
FADDA PAOLO (Popolari), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. E' sicuro?
PITTALIS (F.I.). Sicuro di che cosa, Assessore? Se vuole interloquire, se vuole negare l'evidenza! Assessore Fadda, vede, lei ha detto giustamente che la bocciatura del piano è un fatto grave, un fatto grave per la Sardegna, un fatto grave per i sardi. Sarà tutto vero, per noi quella era carta straccia, glielo abbiamo detto chiaramente. E allora le dico, se lei era convinto della bontà del suo piano, perché anziché chiedere i voti alla opposizione che lo ha considerato assolutamente inadeguato non li ha chiesti alla sua maggioranza, ammesso che sapesse, allora come oggi, dove andare a chiedere quei voti. Siamo seri colleghi, anzi, scusate, siate seri, colleghi della maggioranza. La maggioranza non esiste, non esiste un programma, non esiste unità di vedute, non esiste unità di intenti. I colleghi di Rifondazione Comunista hanno diffuso una nota stampa con la quale dichiarano che voteranno la nostra mozione. Ne siamo lieti, siamo lieti che ci aiutino a far cadere, o per lo meno a tentare di far cadere una Giunta che riteniamo evidentemente non meritevole della fiducia dei sardi, e speriamo che le loro tensioni alla purezza (?) non li inducano ancora una volta a ripensarci e cambiare idea.
Ma nella stessa nota stampa con la quale il segretario regionale informava della decisione del suo partito di votare contro, nella stessa nota si asseriva che l'opposizione di centro destra sarebbe consociativa. Ebbene, onorevole Vassallo, tenendo per un momento fede al suo nome, dovrebbe usarci la cortesia di riferire al suo segretario che se riuscirà a trovare un solo atto di questa opposizione di centrodestra che faccia sospettare anche solo un pizzico di consociativismo le assicuro che tutto il mio Gruppo chiederà la tessera di Rifondazione Comunista e felicemente sgambetterà nelle piazze intonando Bandiera rossa.
Colleghi, mi sono permesso questa forzatura perché non vi è atto della maggioranza che non sia stato decisamente contrastato da parte di questa opposizione. Forza Italia auspica che in uno scatto di orgoglio tutto il Consiglio regionale alla unanimità voglia votare la mozione che ci onoriamo di aver presentato. Auspichiamo che tutti comprendano che non si può andare in queste condizioni ad approvare una legge finanziaria e di bilancio per farla cadere sotto il fuoco continuo delle vostre contraddizioni interne. E, certamente, oggi noi denunciamo il vuoto anche che si registra nella cosiddetta società civile. Io mi chiedo, presidente Palomba, se al suo posto ci fosse un rappresentante del centrodestra cosa avrebbero fatto i sindacati, le associazioni di categoria, che sono sempre più funzionali e asservite al potere? Questo mi dispiace. E io faccio un appello al mondo sindacale libero, al mondo delle associazioni, quelle libere, svincolate dai legacci, dai legami con i partiti, perché possano con noi condividere tutto lo sdegno per lo sfascio, per il non governo, per la situazione di immobilismo nel quale la nostra Regione purtroppo sempre più pare precipitare. E al Capogruppo del Partito Democratico della Sinistra dico che le assemblee si rendono decidenti e deliberanti anche così, comprendendo che se non esiste una maggioranza stabile e coesa non ha senso andare avanti. E poco conta se calano sotto il fuoco delle forze di opposizione o per dimissioni semispontanee o semindotte. Ciò che importa è che le giunte governino e che il Consiglio legiferi con una maggioranza che approva le leggi di iniziativa della Giunta e una opposizione che ne verifichi la legittimità, e oggi, purtroppo, non siamo in queste condizioni. E' inutile far finta che la crisi non esista, perché la crisi esiste nella sua interezza, nella sua gravità, la crisi è sotto gli occhi di tutti. Alla vostra onestà, colleghi della maggioranza, signor Presidente Palomba e Assessori, alla vostra onestà, a quella onestà a cui si appellano tutti i sardi formalizzarla, alla vostra coerenza riportarla alla sua sede propria, cioè quest'aula.
Credano, colleghi, poco o niente importa poi se vogliate fare muro contro muro ed opporre l'ultimo baluardo di fermezza alla nostra mozione. Quello che per noi è sufficiente motivo di orgoglio e soddisfazione è aver fatto il nostro lavoro sino in fondo e aver onorato il mandato ricevuto dai nostri elettori. Quello che crediamo voi non potrete ascrivere ai vostri meriti politici.
Presidente Palomba, ancora la sollecitiamo, anche prima del voto di questa mozione, ad assumere determinazioni perché anche la politica è regolata dalle leggi, dalle leggi che fanno parte di quel bagaglio culturale e anche umano che può contraddistinguere logicamente il valore e lo spessore di una persona, io mi appello a nome del gruppo alla sua sensibilità politica perché possa essere ripristinata quella regola minima, quella regola fondamentale, però, che presiede in ogni istituzione che al fallimento di un'azione di governo seguano le dimissioni. Questo e solo questo è un atto al quale noi possiamo certamente guardare con speranza domani per consentire a questa Regione di poter ripartire daccapo, di poter purtroppo far finta che nulla sia successo ieri, ma rimboccarci le maniche per costruire, almeno per il futuro, una serenità, quella serenità che le categorie produttive, gli agricoltori che erano ieri sera in quest'aula, i piccoli imprenditori, quelli che sono fuori da questo palazzo, signor Presidente, quelle risposte che tanti attendono e che purtroppo sino a oggi voi della maggioranza avete tragicamente deluso. Dico tragicamente perché la situazione oramai assume un livello che non è più procrastinabile. Grazie.
PRESIDENTE. Con l'illustrazione della mozione si apre il dibattito. Io prego chi intende parlare di iscriversi, prego anche gli uffici di prendere le iscrizioni, e ricordo a tutti coloro che devono intervenire che si devono iscrivere nello spazio temporale del primo intervento. E' iscritto a parlare il consigliere Carloni. Ne ha facoltà. Lo ringrazio perché apre il dibattito e chiedo agli altri che intendono intervenire di iscriversi durante l'intervento dell'onorevole Carloni.
CARLONI (A.N.). Signor Presidente, colleghi, in questo preavviso di crisi che segue gli altri quattro o cinque che precedono, mi sono sempre astenuto dall'intervenire perché ritenevo, le prime volte per inesperienza e le volte successive perché sembrava quasi un rito scontato, che si ripetessero sempre le stesse cose e le stesse formalità. Anche stamattina mi è venuto il dubbio se intervenire o meno e il dubbio me lo ha risolto o sciolto un documento che è stato distribuito, suppongo a tutti noi che ci siamo recati dentro il palazzo stamattina, suppongo da una organizzazione sindacale della CGIL e che a dargli uno sguardo è la summa di quello che si chiede che il governo della Regione sarda avrebbe dovuto fare e che non è stato fatto.
Presidenza del Vicepresidente Milia
PRESIDENTE. Scusi onorevole Carloni, prego i colleghi di prendere posto e di non disturbare l'intervento. Grazie.
CARLONI (A.N.). Se siamo tutti stati eletti in questa Assemblea e c'è una coalizione che ha riportato una maggioranza e governa, governo è coalizione di uomini per raggiungere tutti un medesimo obiettivo, finalizzato al raggiungimento di un programma enunciato. Ebbene, se questo è un governo, dovrebbe essere il buon governo della Regione, e allora da tre anni a questa parte si è visto soltanto il contrario di ciò che sarebbe dovuto essere un buon governo, e cioè una coalizione che non è una coalizione, perché ha litigato dall'inizio fino a oggi, e il fatto stesso che vi siano state quattro crisi esime da ogni commento e un programma che non è stato raggiunto in nessuno dei suoi punti; ad ognuna delle quattro crisi precedenti, si è sempre riproposto lo stesso programma e al punto primo del programma c'era la risoluzione del problema più impellente cioè dare lavoro ai sardi, dar da mangiare a quelli che non avevano un lavoro e sembrerebbe che il punto, nonostante alcune dichiarazioni della Giunta contrarie, dicono anche alterando dati, non è stato assolutamente raggiunto, se è vero che le stesse organizzazioni sindacali affini al Governo che regge la Sardegna si lamentano nel primo punto che si sollecita a costruire prospettive ai lavoratori disoccupati di lunga durata. Cioè le stesse organizzazioni sindacali che fiancheggiano il Governo chiedono quello che era il punto programmatico della prima Giunta Palomba e che non era stato mai raggiunto se oggi dopo tre anni e mezzo di governo ci dicono le stesse organizzazioni sindacali che sostengono il Governo che i punti da raggiungere sono questi. Allora è giusto o non è giusto presentare la mozione di sfiducia in queste condizioni? Io dico di sì, perché intanto peggio di ciò che è stato fatto o non è stato fatto fino a oggi non si può raggiungere, quindi è giusto e onesto rimettere il mandato ai sardi perché si faccia un ultimo estremo tentativo non dico di raggiungere velleitariamente tutti i punti programmatici che erano stati indicati dalla Giunta Palomba ma almeno qualcuno. Allora provare a cambiare se uomini diversi da questi possano raggiungere un qualche punto chiaro, preciso e limitato di quel grande elenco di sogni che è stato soltanto indicato e non realizzato. Critiche oltre quelle espresse dal Capogruppo di Forza Italia se ne possono muovere a decine, compresa l'ultima legge di ieri, perché non si può legiferare soltanto su ricatti, su sentimenti di gente che viene fatta venire qui. E' veramente indegno vedere che un'Aula legifera e vota all'unanimità soltanto su pressione di gente che prospetta problemi, che vengono affrontati e che non sono stati affrontati da questa Giunta, e che ricadono da Giunte precedenti d'accordo, però qui si prende soltanto il coraggio di affrontare a distanza di tre anni di legislatura, soltanto a tre anni e mezzo dall'inizio della legislatura. Ora senza andare a voler scavare su tutti i problemi che affliggono questa Giunta, non si è voluto affrontare nemmeno i problemi che non comportano neppure impegni di spesa e questo è un appunto che viene mosso al Presidente della Giunta come giurista, perché siamo tutti d'accordo che si legifera bene soltanto quando ci sono poche leggi semplici e che vengono lette e interpretate dai cittadini, non devono essere interpretate né dagli Assessori né dai Commissari, devono essere per i cittadini e interpretate dai cittadini e anche questo era uno dei punti programmatici di questa Giunta e cioè la semplificazione delle leggi, questo quando si possiedono uffici organizzati come quelli che possiede, si suppone possieda, la Regione sarda, uffici legislativi e allora è mancanza di volontà politica il non voler istituzionalizzare la semplificazione della legislazione. A questo non ci si può sottrarre, qui non ci sono impegni di spesa, qui c'è soltanto da razionalizzare, da coordinare le persone, il Presidente, l'Assessore, gli uffici legislativi, e organizzare, non dico per tutte le materie, ma che la volontà politica di semplificare il sistema almeno indirizzandosi verso un ramo soltanto della legislazione regionale e dire questo è un segnale almeno soltanto in questo ramo della legislazione vogliamo semplificare. Ora per noi che siamo già delle persone qualificate, parlo per me che sono anche un avvocato, parlo per chi con le leggi ha da fare tutti i giorni, ebbene se per studiare una legge, richiamo anche soltanto l'ultima o la penultima, quelle che sono in questa tornata di legislatura da discutere, bisogna venire con il computer, perché leggere una finanziaria, non dico che avete sbagliato a presentarla così fuori termine, ma presentare, l'ho detto altre volte lo ripeteremo anche questa volta, e leggere una legge finanziaria come questa è prendere in giro il prossimo. Perché soltanto limitandoci al ramo di competenza di ciascuno, se dovessimo andare a interpretare un bilancio come questo ci vorrebbero tre mesi. Tutto dovuto proprio alla mancata semplificazione e allora nasce il sospetto che è ripetuto diverse volte che la Regione che vuole decentrare non decentra, che non si fanno leggi semplici e non si fanno testi unici perché allora si vuole detenere il potere, che si dice di voler decentrare ma soltanto a parole perché non si creano gli strumenti perché effettivamente venga attualizzato quel programma che è soltanto un programma di democrazia che è la legge numero 141 del 1990 perché riempie di tutto la bocca, però quando siamo qui e da tre anni non si è ancora creata una norma che consenta un effettivo decentramento. Allora nascono i sospetti che qui si vuole andare avanti e si è perseguito e stiamo assistendo al ripetersi di riti vecchi perché chi governa la Regione vuole ancora tenere tutto in mano e controllare tutto, dalla erogazione dei piccoli fondi alle grandi opere che non vengono compiute. Per non voler parlare del credito, per non voler parlare delle beghe che sanno tutti. Cioè queste Giunte sono state fatte e ricreate soltanto per giochi interni di potere. Ecco perché ci rifiutiamo noi della opposizione di ricadere in questa critica generalizzata. Ci si potrà dire che non è stata fatta una opposizione gridata, corretta, ma ognuno avrebbe da dire sempre che non è vero quello ma è vera l'ipotesi opposta. Però non è giusto e non è corretto che in questa critica che coinvolge l'istituzione non ci debba essere una linea di demarcazione tra le responsabilità che sono vostre e quelle che sono della opposizione. La Regione è fatta da chi governa e da chi sta alla opposizione, noi più che indicarvi le cose che si sarebbero dovute fare. Perché il piano delle acque non va avanti, perché si alternano i poteri delle banche. Questi sono i problemi da affrontare, e li avete affrontati sino ad oggi solo per infiggere coltelli uno nel costato dell'altro, ma nessuno di voi ha voluto dimostrare in questi quattro anni di voler governare nell'effettivo interesse dei sardi, perché l'ultima volta che si è assistito alla vergogna di un governo che succede a se stesso dopo tre mesi di crisi si è toccato il fondo della credibilità delle istituzioni. Datelo un segnale che si vuole fare un qualche cosa di diverso, altrimenti qui continueranno ad ammucchiare tutti nella stessa vergogna. Perché siamo ottanta consiglieri, io non dico di voler scendere alla polemica qualunquista di certa stampa, però la critica è giusta e se siamo delle persone coscienti noi facciamo il ruolo della opposizione, ma voi dovete dirci quali sono gli uomini. Visto che come uomini fino ad oggi avete fallito, cambiateli se volete cambiarli, però il mea culpa dovete farlo voi, perché ci dovete dire altrimenti che questi uomini erano giusti e andavano bene per quattro cambi di governo, che i programmi erano giusti. Allora a questo punto, dopo tre anni e mezzo di legislatura, dateci un conto. Questi uomini e questi programmi hanno funzionato sì o no, siete voi che ce lo dovete dire; onestamente senza rigirarci introno e senza far ricadere sulla opposizione responsabilità e rischi che della opposizione non sono. Perché se voi non siete riusciti a fare testi unici, non avete fatto programmi di lavoro, non siete riusciti a governare l'acqua, non avete fatto nulla, diteci se queste cose sono vere o sono false, e che cosa in questo anno e mezzo che manca alla fine della legislatura volete regolamentare, oppure se volete ancora andare avanti così soltanto cambiando, facendo il gioco delle tre carte, raggiungendo gli stessi punti programmatici, allora ditelo, perché se questa è la vostra volontà politica che tutti sappiano che sono questi i fini che voi volete perseguire, cioè volete continuare in questo malgoverno di tre anni e mezzo e allora noi continueremo a dirlo che questa è la nostra opposizione ma di più non potete venire a dirci che siamo coinvolti in responsabilità che non sono nostre. Traetene voi le conseguenze, e noi appoggeremo la proposta della mozione di sfiducia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Floris. Ne ha facoltà.
FLORIS (F.I.). Non senza difficoltà prendo la parola avendo Radio Aula libera annunciato già le dimissioni di un Assessore, Presidente, non so poi se verranno confermate da lei. Per cui evidentemente si è già innescato quel procedimento che vede la Giunta sbriciolarsi non di fronte all'attacco della opposizione, ma alla consapevolezza che questa maggioranza non può andare avanti così come sta andando avanti sino ad adesso. La opposizione ha, a mio avviso, giustamente presentato una mozione di sfiducia incentrata sul ritardo della presentazione della manovra di bilancio. E' chiaro che il ritardo non può che riflettere quello che è lo stato di disagio della maggioranza. Infatti non si riesce a trovare, mancando una programmazione comune alle forze di maggioranza, un qualche cosa, un modo di destinare le nostre risorse, comune alla stessa coalizione di maggioranza. Io dico che questo peccato, cioè questa maggioranza deriva, come abbiamo detto più volte, da un peccato originale che è la mancanza di una coalizione omogenea. Il fatto di denunciare in quest'aula la mancanza di omogeneità non sarebbe la prima volta che lo faccio, ma non voglio neanche dilungarmi su questo aspetto. Ma sarebbe dicevo il fatto di denunciare questa assenza di maggioranza solamente una reiterazione di quanto già detto. La presentazione di una mozione di sfiducia, a mio avviso, caro Presidente, oltre che per il ritardo colpevolissimo al quale voi ricorrete già per il quarto anno consecutivo nella presentazione della manovra stessa, sarebbe dovuta essere presentata la stessa mozione anche per la vostra reiterata incapacità o dimostrazione, così come darò adesso i dati, di spesa della vostra Giunta. Destò scalpore nel '96, eravamo grosso modo ai primi di novembre del '96, la denuncia come la vostra Giunta, Presidente, non è capace di spendere. Il 14 ottobre del '96, questi sono i dati che io ho rilevato dalla Ragioneria della Regione, quindi sono dati assolutamente inconfutabili e non come talvolta le capita, caro Presidente, di contestarci dati su occupazione e su altro facendo riferimento una volta all'ISTAT, una volta all'ufficio di collocamento, un'altra volta ad altre fonti, questi sono dati inconfutabili perché la fonte è la stessa, l'Ufficio di Ragioneria della Regione. Nell'ottobre del '96, esattamente era il 14 ottobre del '96, dati che io ho rilevato, la spesa per i diversi assessorati, allora veramente molto carente, era pari al 33 per cento delle risorse di bilancio. I dati che presento adesso sono invece del 26 novembre, ovvero oltre un mese dopo rispetto allo statu quo del 96, siamo al 26 novembre del 1997, caro Presidente. Se allora ci lamentavamo che la vostra spesa in quella data, ripeto 14 ottobre, fosse solo del 33 per cento, oggi dobbiamo dire che la spesa, arrivati praticamente a fine anno, è appena al 35 per cento. Cioè siamo arrivati ai primi di dicembre con appena il 35 per cento della spesa effettuata sulle risorse regionali. L'impegno che allora era al 41 per cento, adesso è al 46 per cento. Ma di più fa riflettere quello che è il conto dei residui, Presidente. Nell'ottobre del '96 il conto dei residui era stato speso per il 34 per cento, nel novembre di quest'anno il conto dei residui è stato speso per il 32 per cento. Allora di fronte ad una Regione che non sa spendere, di fronte a quelle che sono le richieste di più parti della nostra società che, causa la disoccupazione, chiedono interventi superiori della Regione un po' in tutti i settori, io mi chiedo se la mozione di sfiducia presentata sia giusto indirizzarla solo su un ritardo nella presentazione dei documenti di bilancio o se avessimo dovuto estenderla anche alla incapacità di spesa della sua Giunta. Caro Presidente, io so che quello che le dico lei lo legge sui giornali e probabilmente la gente glielo riferisce anche per strada. La prima, la seconda, la terza Giunta Palomba sono mandate in crisi dalla stessa coalizione di maggioranza e qualcuno accusava l'opposizione di voler turbare la maggioranza, di voler turbare la sua Giunta, soprattutto questo avveniva tramite i sindacati, tramite qualche esponente della società civile che ci chiedeva: lasciateli operare, non disturbate il manovratore. Oggi le stesse forze, Presidente, gli stessi sindacati, la stessa società civile ci chiede di far di tutto per rimuovere lei dalla poltrona. Gli appellativi Federbostik, gli appellativi Attak e via dicendo non sono stati certamente coniati da noi. Ciò nonostante, caro Presidente, io non la reputo responsabile dell'incapacità di spesa; sarebbe veramente ingiusto ed è anche ingiusto che adesso lei sieda da solo in quella poltrona. Nessun Assessore siede vicino a lei a darle il sostegno. La mozione di sfiducia, Presidente ...
MONTIS (R.C.-Progr.). Potete invertire e darglielo voi il sostegno.
FLORIS (F.I.). Sicuramente la tua provocazione, Ribelle, potrebbe essere accettata. E sicuramente il Presidente non sarebbe lasciato solo in quest'aula. Il nostro Presidente vedrebbe la parte nostra, la coalizione del centro destra sostenerlo il tutto per tutto, invece vedo che non solo mancano molti Assessori, anzi tutti gli Assessori, ma mancano anche molti consiglieri. Non so che cosa essi stiano facendo, mi auguro che stiano già distribuendo nuovi carichi in Giunta o vedendo quella che può essere la nuova Giunta, se è vero che un Assessore si è dimesso. Io, Presidente, la inviterei a dar seguito a quello che ha detto ieri il suo Assessore Sassu, l'Assessore del bilancio: la crisi è sotto gli occhi di tutti, la crisi è già aperta da diversi mesi. Allora, dia corso a questa crisi, che io dico non essere aperta da diversi mesi ma da tre anni e mezzo. Presenti lei, questa volta, se veramente siede su quella poltrona perché ha avuto la designazione dal popolo, presenti una sua Giunta capace, autorevole, che porti la Sardegna fuori da questa palude. Allora veramente faremo una mozione di sfiducia contro il presidente Palomba. Oggi la nostra mozione di sfiducia deve essere contro tutta la Giunta che la accompagna e (perché no?) anche contro tutta la coalizione che la sostiene. Coalizione, ripeto, che è frutto di una legge elettorale che solo parzialmente siamo riusciti a eliminare in questa legislatura, di una legge elettorale che ha visto molti consiglieri sedere fra questi banchi e che in campagna elettorale avevano enunciato certi programmi, avevano fatto capire che ci sarebbero state certe coalizioni, e poi, una volta ottenuto il consenso, hanno fatto di tutto per non osservare quello che era stato il loro dettato in campagna elettorale. Troppo facile sarebbe dire che la soluzione è di riandare alle elezioni. La tentazione ci sarebbe, è forte, di sciogliere questo Consiglio regionale. Ma a questa tentazione, però, probabilmente succederebbe un Consiglio regionale non difforme dallo stesso. E allora noi ci impegneremo per presentare una riforma elettorale finalmente leggibile, corretta, chiara, che faccia la distinzione fra quella che è la maggioranza e l'opposizione, che faccia conto di programmi chiari da sostenere. Due programmi, uno quello della maggioranza e uno quello dell'opposizione, e le forze si schiereranno secondo quello che riterranno più opportuno, e gli elettori avranno chiarezza su chi andrà a governare, su quali forze devono andare a governare, su quelle che saranno dagli stessi destinate all'opposizione. Oggi sciogliere il Consiglio, ritengo, non produrrebbe molto. Io non so come finirà questa crisi, se lei avrà anche il coraggio di aprire una crisi, perché questa veramente sarebbe una crisi al buio, lei l'aprirebbe non sapendo poi come chiuderla. Auguri Presidente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Montis. Ne ha facoltà.
MONTIS (R.C.-Progr.). Signor Presidente, colleghi del Consiglio, noi voteremo, onorevole Pittalis, senza ripensamenti la mozione vostra. Votiamo questa mozione perché noi non abbiamo i numeri per presentarne una nostra, credo che se avessimo questi numeri lo avremmo già fatto da tempo, prendendo atto di una situazione che esiste in questo Consiglio, che esiste nel governo dell'Isola, che esiste nella sua Presidenza; quindi senza ripensamenti. Devo dire anche che non ci sono decreti che ci impongono questo; siamo in grado di valutare con cognizione di causa, con capacità la situazione politica drammatica che sta attraversando questa maggioranza. Un giornale oggi scrive: ormai questo Consiglio è solo un morto che parla. Io credo che sia una maggioranza e un governo che è un morto che parla; il Consiglio è vivo, ha delle difficoltà, ha delle difficoltà di assemblaggio, delle difficoltà che gli derivano da una nuova dislocazione politica avutasi nelle elezioni del 1994, ma è un Consiglio vivo, un Consiglio che ha operato, un Consiglio che è in grado di operare, e il qualunquismo, anche in questo campo, credo che non debba avere alloggio. Il Consiglio è in grado di portare avanti la legislatura e di prendere provvedimenti importanti. E' la sua maggioranza che è un morto che parla; è il suo Governo e la sua Presidenza. Come è possibile non rispondere ad una situazione drammatica quale è quella che esiste in Sardegna di 300 mila e più disoccupati? Come è possibile non rispondere alla situazione determinatasi dalla gestione delle risorse finanziarie, di gran parte delle risorse finanziarie da parte degli enti strumentali che dilapidano centinaia di miliardi senza risultati tangibili e senza rimuovere una situazione economica e sociale di particolare gravità che questa nostra Isola attraversa. Questi sono i problemi. Se questi sono i problemi bisogna che questa maggioranza ne tragga le dovute conclusioni. Bisogna che la Giunta ne tragga le conclusioni; bisogna che il suo Presidente, in tre anni e mezzo ci sono stati cinque, sei, sette, otto, dieci crisi, sempre crisi, sempre motivi di dissidenza, di divisioni, mai motivi di unità che abbia portato questa maggioranza ad affrontare, attraverso un progetto politico ed un programma di attuazione per dare sbocco a questa gravissima crisi che attraversa il Consiglio regionale. Che altro dobbiamo dire? Entrare nei particolari, nel merito? Lo abbiamo fatto mille volte, con l'insensibilità della maggioranza e del Governo, con l'insensibilità che ha portato poi ad una situazione persino di autentico disprezzo da parte delle popolazioni e dei lavoratori sardi nei confronti delle istituzioni regionali. Quindi bisogna limitare questo nostro dire, questo nostro intervento a queste cose essenziali. Si dimetta la Giunta, si ricostituisca un Governo nell'Isola, affronti questi problemi dandogli una direzione, dandogli un progetto, dandogli un programma da realizzare per tappe e, tuttavia, in tempi rapidi, dando a questo Consiglio e al popolo sardo alcune indicazioni, alcune scelte che invertano la tendenza che fu promessa nel 1994 con il successo dello schieramento progressista e che non è stata mai attuata. Le cose hanno continuato come prima, io spero che la stampa, che conosce la situazione di questo nostro Consiglio riesca anche a dire che qui non ci sono sette o otto gruppi politici, qui ce ne sono venti, trenta, quaranta, ognuno gioca per sé, divisi, propugnatori di interessi particolari, localistici, di territorio, una divisione irrazionale delle risorse finanziarie, la penalizzazione di interi territori e di intere zone omogenee, che avrebbero possibilità di sviluppo perché potenzialmente hanno queste condizioni, ma che non si risolvono perché gli enti, ripeto, strumentali e le stesse risorse disposte dalla Giunta nei suoi programmi, nei suoi bilanci, sono parziali, sono indirizzati in prospettiva verso un successo, sempre un maggiore successo di carattere elettorale delle singole forze politiche, senza tener conto della realtà di questa nostra povera Isola, di queste nostre povere popolazioni che continuano e persino riprendono la via della emigrazione dopo aver perso 500.000 o 600.000 sardi in un esodo che non ha precedenti. Queste cose volevamo dire, ma voglio aggiungere una questione di carattere personale: ogni individuo valuta sé stesso forse più di quanto in realtà non valga dal punto di vista politico e culturale e su cui è sempre possibile avere dagli altri pareri diversi e comunque non corrispondenti a questo autogiudizio, ma una cosa è possibile esprimere con assoluta certezza, riconosciuta da sé e dagli altri, la coerenza. Io avevo detto intervenendo sull'altra mozione delle destre che non era una mozione di sfiducia, lo ripeto per l'ennesima volta, era solo una mozione di censura, che altro sarebbe stato il nostro atteggiamento se fosse stata, come adesso, una nozione di sfiducia chiara, limpida, che propone risultati altrettanto chiari e limpidi: le dimissioni del Presidente e dell'intera Giunta. Avevo detto che altra sarebbe stata la nostra decisione e il nostro orientamento e oggi lo confermo. Quella mozione io non l'avrei votata, mi sarei astenuto; questa mozione la votiamo, la voto con assoluta coscienza e con il senso di responsabilità che mi deriva dal conoscere forse più di tanti altri la situazione economica e sociale della nostra Isola, le condizioni economiche degli strati popolari più poveri, meno protetti, che nel campo del lavoro, della sanità, dei servizi civili, continuano a essere penalizzati. Con piena fiducia votiamo la mozione di sfiducia e diciamo: Presidente, Giunta, maggioranza, siete voi che avete fallito, non il Consiglio regionale. Il Consiglio regionale è vivo e in grado di operare e di rispondere alle richiesta, ai bisogni più profondi che il popolo sardo avanza in questo momento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Fantola. Ne ha facoltà.
FANTOLA (Gruppo Misto). Signor Presidente, pochi minuti per esporre brevemente il mio punto di vista sulla crisi che stiamo vivendo. Pochi minuti e vorrei partire rivolgendomi direttamente al presidente Palomba per ricordargli, come lui sicuramente sa, forse anche meglio di noi, di tutti noi, quanto profonda sia la crisi che vive la Sardegna.
Signor presidente Palomba, lei sa che la Sardegna oggi più che mai scopre con angoscia la profondità del degrado in cui una politica ottusa e scellerata l'ha precipitata. Oggi i sardi sentono i guasti non tanto del malgoverno, quanto del non governo, e soffrono sulla propri pelle le conseguenze della crisi.
Ieri è stato ricordato abbiamo avuto una categoria di agricoltori, ma tante ce ne sono che soffrono sulla propria pelle le conseguenze della crisi e del non governo.
La Sardegna, i sardi oggi non vedono sbocchi politici. Sa di sicuro una cosa, che non potranno essere gli uomini che hanno guidato in questo periodo la Sardegna a ricostruirla. Avvertono con chiarezza che non può essere questo governo regionale, continuista rispetto al passato e minimalista nelle sue posizioni, a portare in Europa una Sardegna efficiente, moderna e rinnovata, ma che la porterà sempre più lontano anche dall'Italia. Viceversa , l'ho detto e qui lo ripeto in un minuto, la Sardegna in questo momento ha realmente bisogno di una profonda, vera e grande rivoluzione, sia per quanto riguarda la realizzazione delle condizioni di sviluppo, sia per quanto riguarda l'altro aspetto che è quello di abbattere la nostra Regione, quella su cui viviamo, che è centralista, che è burocratica, che è statalista.
Ripeto, a mio modo di vedere non ci sono sbocchi politici, la maggioranza è morta, non esistono in questo Consiglio le condizioni numeriche e politiche per una alternativa. Il Consiglio è paralizzato. Sono convinto che l'attuale Consiglio non sia in grado di affrontare le emergenze a cui ho fatto riferimento e sono convinto che l'unica strada da seguire è quella dello scioglimento del Consiglio. Sono convinto che lo scioglimento del Consiglio, e qui proprio concludo, non sia più una richiesta di parte, non debba più essere una richiesta di parte, ma solo la presa d'atto che in questa Assemblea non è possibile realizzare un governo che dia una speranza ai sardi per il loro futuro.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Scano. Ne ha facoltà. Chiedo scusa, onorevole Scano, due minuti di pausa tecnica.
SCANO (Progr. Fed.). Signor Presidente, colleghi, il Consiglio regionale ha il dovere nella giornata di oggi, lo dico in premessa, poi parlerò più precisamente dell'oggetto all'ordine del giorno, ha il dovere, dicevo, nella giornata di oggi di affrontare comunque alcuni o tutti gli argomenti all'ordine del giorno. Vi sono, ci è stato detto ieri, ci è stato ricordato anche polemicamente anche in un momento di forte conflitto, ci sono degli argomenti assai importanti per categorie decisive del tessuto economico sardo, sono provvedimenti per il commercio, c'è un provvedimento ancora per l'agricoltura, c'è la norma sui controlli, molto attesa dall'intero sistema delle autonomie locali, c'è la proposta di legge costituzionale per mettere in capo a questo Consiglio regionale la potestà legislativa in materia elettorale, in materia di forma di governo, ci sono i programmi comunitari, questo si può fare. Si può fare con un'interruzione prima dell'eventuale voto sulla fiducia o dopo; decidiamo la via ma facciamolo, perché è utile che lo facciamo. All'inizio della legislatura non avrei mai immaginato, nessuno dei consiglieri del nostro Gruppo, forse nemmeno gli altri, forse nessuno, io sicuramente non avrei mai immaginato che si potesse arrivare a questo punto, di difficoltà delle forze politiche, delle istituzioni, dell'istituzione assemblea legislativa sarda e anche delle persone. Ciascuno di noi, penso di poterlo dire, credo di poterlo dire, vive uno stato di disagio profondo e anche di avvilimento, questo io vivo e voglio dirlo, con sincerità; la discussione sulla mozione di sfiducia avviene in un clima, basterebbe sfogliare distrattamente il giornale di oggi, o quelli di ieri, in un clima di logoramento e di delegittimazione dell'istituzione dell'autonomia. Noi, lo dico subito, voteremo contro la mozione di sfiducia, voteremo per respingere la mozione di sfiducia e invitiamo tutti i Gruppi consiliari, del centro e della sinistra, a fare altrettanto. Detto questo, aggiungo che non intendiamo nascondere la testa sotto la sabbia, la crisi politica al di là della veste istituzionale, della veste formale che può assumere o non assumere, ma la crisi politica dell'aggregazione, del programma, del progetto del centro sinistra permane. Non è stata risolta, lo abbiamo detto, in quel momento stesso, abbiamo continuato a dirlo perché, ne siamo convinti, non è stata risolta con la ripresentazione ad agosto, mi pare il 7 agosto, della vecchia Giunta. Una considerazione sul tema del bilancio che è l'occasione prossima della mozione di sfiducia. Il ritardo nella presentazione del bilancio è stato innegabile, chiedo scusa, innegabile, è stato grave e anche difficilmente comprensibile, io immagino che l'opinione pubblica si chieda perché il Parlamento, i due rami del Parlamento possano essere impegnati, come sono, nell'approvazione dei documenti di bilancio, mentre nella nostra Regione solo pochi giorni fa l'Esecutivo sia stato in condizione di approvare il bilancio medesimo. Noi abbiamo posto nei giorni scorsi, abbiamo ritenuto di doverlo fare al di là del problema dei tempi, un problema di sostanza. Abbiamo detto, sapendo di dire cosa non lieve, che non è emersa in questo periodo, e non penso solo alle ultime settimane e agli ultimi mesi, non è emersa una linea chiara e all'altezza dei problemi della Sardegna, una chiara linea di politica di bilancio. Abbiamo detto che non si può, perché non è onesto, scaricare la responsabilità di ciò addosso ad una persona, a un Assessore, abbiamo detto che ciò investe la responsabilità dell'intero governo regionale, dell'intera maggioranza. Mi ci metto dentro, sia ben chiaro, non mi sto chiamando fuori. Per politica di bilancio intendo un ragionamento limpido e forte sull'indebitamento e sul rapporto tra indebitamento e disponibilità di direttrici degli investimenti e della politica di sviluppo, questo non siamo stati finora in grado di fare, è così e va detto, io credo. Una considerazione anche sulla crisi, su questa crisi che viene definita, e in certa misura è, permanente; su questa crisi ricorrente, continua, sulla crisi di questa maggioranza e di questa legislatura, vengono date molte false spiegazioni, le letture che più usualmente leggiamo e sentiamo sono queste: i partiti sono litigiosi, i consiglieri sono litigiosi, la maggioranza è litigiosa. La litigiosità non è una categoria che può spiegare questa situazione, non perché non ci sia litigiosità ma perché la litigiosità è la febbre, non la malattia, è la manifestazione della malattia, però questo è ciò che gran parte dell'opinione pubblica percepisce: sono litigiosi, stanno sempre a litigare sulle poltrone, il male è qualcosa di più profondo. L'altra spiegazione che viene data, l'altra falsa spiegazione che viene data è: ma cosa volete pretendere da questo Consiglio regionale, guardate, inetti, poltroni, non sono capaci, il livello, la qualità del Consiglio è questa, gli altri Consigli sì che erano ben altra cosa, io penso che anche questa sia una falsa spiegazione. Perché se c'è naturalmente anche da fare una riflessione seria non demagogica, senza dire stupidaggini, sulla qualità della classe dirigente sarda, la classe dirigente sarda non è solo la sottoclasse politica, questo non lo dico per giustificare i politici, ai politici bisogna chiedere di più, bisogna esigere di più perché sono i rappresentanti del popolo e dovrebbero essere i migliori, però un problema di classe dirigente in Sardegna si pone al di là della politica e si pone anche in modo drammatico, e la Sardegna non ne verrà a capo se non saprà darsi una classe dirigente. Nella politica, nella cultura, nell'impresa, nel giornalismo, il giornalismo è anche il suo mestiere e quindi lo comprendiamo fa le pulci a tutti, ma il giornalismo sardo si è trasformato in un campo di battaglia, in un campo di battaglia in cui ci sono organi di partito, organi di corrente, un po' di tutto, ciò che si fa fatica a vedere è una stampa libera e indipendente; questo si fa fatica a vedere. Indipendente anche dagli intrecci con i giochi della politica, ma dovremmo credo affrontare organicamente il tema dell'informazione molto presto in questo Consiglio regionale con l'onestà, l'intelligenza, la serenità e anche il coraggio che l'argomento richiede. Noi pensiamo invece che la causa profonda della crisi permanente sia che non ci sono ancora né le regole, né le coalizioni del bipolarismo, né le regole e né le coalizioni. Cioè che siamo ancora immersi in una transizione che è anche più dolorosa, più sofferta, più contorta della transizione nazionale che invece sta riuscendo ad imboccare una strada se è vero che c'è un governo con le caratteristiche che sappiamo, se è vero che per la prima volta dopo molti tentativi nelle scorse legislature una Commissione per le riforme della Costituzione, quale che sia il giudizio che se ne dà, e il nostro è positivo pur con molte insoddisfazioni, è pervenuta a licenziare un testo che ora, nei prossimi giorni, andrà all'esame del Parlamento. Qui invece la transizione è più dolorosa, più oscura ancora, non riusciamo ancora a intravedere l'uscita. Mancano le regole, segnatamente una adeguata legge elettorale che consenta di mettere mano profondamente alla forma di governo e al sistema di selezione della rappresentanza. Tra le questioni più urgenti, nel capitolo regole, io metto anche il Regolamento del Consiglio regionale a partire dal voto segreto; e non per fare un uso strumentale di questa questione, ma perché io continuo ad essere convinto che non c'è una maggioranza, e se anche ci fosse non reggerebbe un Regolamento come questo. Quanto sarebbe durato alla camera dei deputati il governo Prodi, con poche unità di maggioranza, se avesse dovuto sottoporsi su ogni argomento, su una manovra di bilancio, a una raffica di votazioni a scrutinio segreto. Io credo poco. Mi si dice che nel passato le coalizioni reggevano. Ma nel passato c'erano i partiti, c'era un sistema politico e istituzionale strutturato, con i suoi difetti ma con i suoi pregi, un sistema che non c'è più. E quindi occorrono le nuove regole del bipolarismo e occorrono le coalizioni del bipolarismo. In questo clima, la nostra analisi è questa. Il centro sinistra è progressivamente scivolato nel passato, nella coalizione di vecchio tipo; non parlo di uomini, parlo del sistema. E non è un'accusa a chicchessia, è un'analisi, è una descrizione fredda, credo lucida. La coalizione di vecchio tipo caratterizzata dalla contrattazione permanente e dal potere di condizionamento, di interdizione, di veto. Questo erano le coalizioni, questo è diventata questa coalizione. Cioè la governabilità di vecchio tipo, solo che noi - qui parlo proprio per noi - noi non siamo interessati alla governabilità di vecchio tipo. E il fatto che oggi siamo al governo, mentre nel vecchio sistema eravamo all'opposizione, non è che ci fa cambiare idea; non è che il fatto che si siano rovesciati i ruoli ci convince del fatto che vada bene la governabilità di vecchio tipo: non va bene. Perché finisce che non c'è né governo né opposizione; finisce che non c'è la possibilità di governare sul serio, incisivamente, nella stabilità e nella coesione di una coalizione e di un progetto di governare i processi economici, sociali e istituzionali di una Regione. Noi a questo non siamo interessati dunque, a rimanere immersi nella vecchia governabilità; e bisognerà riprendere il processo del cambiamento delle regole e anche dei soggetti della politica. Ultime considerazioni ancora sul tema della maggioranza, della legislatura e del Consiglio regionale. Parlando poc'anzi il collega Fantola diceva che ormai non c'è altra strada se non quella dello scioglimento del Consiglio; noi vogliamo capire, questo è il senso della posizione che portiamo in questo dibattito, noi vogliamo capire se c'è la possibilità di una soluzione vera della crisi, di una soluzione vera. Non ci interessa guadagnare ossigeno per qualche settimana o per qualche mese e avere dinanzi un anno e mezzo come quello che abbiamo alle spalle. Non ci interessa un rammendo, non ci interessa rimanere intrappolati in una pura logica di sopravvivenza. E questo è il motivo per cui sul tema della mozione di sfiducia che, come sempre accade, provoca nelle maggioranze, in questa e in tutte, un momento diciamo di concentrazione anche polemica, di confusione, di confronto di interessi e di visioni diverse, noi abbiamo proposto a tutti e chiesto un atto limpido, senza pasticci e senza contrattazioni: la maggioranza se c'è respinga la mozione di sfiducia, se c'è; se la maggioranza non c'è è bene che sia chiaro che non c'è. Una soluzione vera, e questa è la nostra linea, questo è il nostro obiettivo, una soluzione vera della crisi va costruita guardando a tutte le formazioni del centro, della sinistra e ai sardisti. Quando dico a tutte le formazioni, sottolineo che tutte significa che noi continuiamo a guardare anche ai compagni di Rifondazione comunista. Noi non abbiamo rinunciato a un confronto che consenta, per l'anno e mezzo che abbiamo di fronte, un accordo di programma e di governo con Rifondazione comunista che abbia una proiezione strategica, come proiezione strategica deve avere il confronto e l'accordo con tutte le formazioni del centro e con il Partito Sardo d'Azione. I margini per una soluzione di questo tenore che consenta a un governo regionale e a una maggioranza di andare avanti sino alle elezioni del '99 con autorevolezza, nella stabilità e con solidità i margini esistono ma sono molto esigui. Allora in pochi giorni vanno definitivamente e conclusivamente verificati. Si può oppure no governare il finale di legislatura con il rilancio della coalizione del centro sinistra? Questa è la domanda che c'è sul tappeto. Noi impegniamo tutte le nostre energie nel cercare di costruire questa soluzione. Certo, se non ci fosse questa possibilità la nostra linea non sono le elezioni anticipate, ma se non ci fosse questa possibilità di un rilancio serio, non di un rammendo, temo che rimarrebbe solo la via delle elezioni anticipate. Allora voglio concludere dicendo che il Consiglio regionale, questa Assemblea, naturalmente il discorso è differente rivolto alle forze della maggioranza e rivolto alle forze della opposizione, questo sia chiaro; io non voglio fare un minestrone in cui si confonda tutto. Ma una parte di questo discorso riguarda anche le forze della opposizione, in misura diversa; il Consiglio questa Assemblea dovrà decidere in pochi giorni che cosa fare di se stessa. Deve decidere se qui si possa ancora lavorare a una idea forte e credibile di politica e di Regione, o se ci si debba arrendere ed alzare bandiera bianca dando la parola agli elettori. Se qui possa esserci ancora la capacità di far prevalere per tutti, non faccio la predica a nessuno, o se la faccio a qualcuno la faccio innanzitutto a me stesso, il senso dell'interesse collettivo sulla molteplicità degli interessi e degli egoismi individuali, o se dobbiamo chiedere ai sardi di affidare questo compito ad un'altra Assemblea. Noi pensiamo che si possa evitare il naufragio della coalizione e della legislatura, e ci rendiamo anche conto che, in questa Assemblea, l'unica maggioranza possibile è il centro sinistra, e dunque il naufragio della coalizione potrebbe comportare non dico automaticamente, ma quasi, il naufragio della legislatura. E siamo convinti che cercare di evitare questo esito traumatico sarebbe utile per la Sardegna; lo pensiamo e siamo disposti a impegnare in questa impresa tutta la nostra forza politica ma, ed è l'ultima sottolineatura ed ho concluso, solo se c'è un terreno solido su cui poggiare e su cui costruire. Non siamo invece più disposti a dimenarci nelle sabbie mobili, perché questo consuma le alleanze, questo consuma i partiti, questo consuma le persone, questo consuma il Consiglio. E dunque dalle sabbie mobili verremmo fuori, verremmo fuori come noi auspichiamo o con un rilancio della coalizione o consegnando ai sardi la scelta sul futuro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Signor Presidente, vorrei sapere se sono giunte dimissioni di Assessori di cui lei è a conoscenza e se vuole informare l'Aula.
Presidenza del Presidente Selis
PRESIDENTE. A chi è rivolta la domanda?
PITTALIS (F.I.). La domanda è rivolta al Presidente della Giunta e, logicamente, per quanto è a sua conoscenza, anche a lei presidente Selis.
PRESIDENTE. Chiedo al Presidente della Giunta se intende rispondere.
PALOMBA (Progr. Fed.), Presidente della Giunta. Chiedo quindici minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Poiché non ci sono opposizioni, la sospensione è accordata. Il Consiglio riprenderà alle ore 13.
(La seduta, sospesa alle ore 12 e 39, viene ripresa alle ore 13 e 33.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.
PALOMBA (Progr. Fed.), Presidente della Giunta. Mi scuso con l'Assemblea e chiedo la convocazione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 13 e 33, viene ripresa alle ore 13 e 38.)
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di aggiornare la seduta a questo pomeriggio.
Mutamento di denominazione di Gruppo consiliare
PRESIDENTE. Comunico, nel frattempo, che ho ricevuto una lettera dal consigliere Balia, di cui vi do lettura:
"La presente per pregarla di prendere atto e darne comunicazione al Consiglio che, a partire dalla data odierna, il Gruppo consiliare da me presieduto, fino ad oggi denominato Gruppo Progressisti Sardegna - Federazione Democratica, assumerà la denominazione Federazione Democratica e Socialista - Progressisti Sardegna.
Distinti saluti".
I lavori riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16 e 30.
La seduta è tolta alle ore 13 e 40.