CCLXXXVI SEDUTA
VENERDI' 1 OTTOBRE 1993
Presidenza del Presidente FLORIS
INDICE
Interrogazione (Annunzio)
Relazione della quinta Commissione permanente "Proposte di indirizzo programmatico e normative per la Giunta regionale" in materia di incendi (ordine del giorno del Consiglio del 1° settembre 1993, numero109). (Continuazione della discussione e approvazione):
CARUSILLO
MORITTU
SANNA EMANUELE, Assessore della difesa dell'ambiente
(Votazione per appello nominale)
(Risultato della votazione)
Confronto tra consiglieri e Giunta regionale ex articolo 121 del Regolamento interno del Consiglio:
PLANETTA
BALIA, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica
SERRA PINTUS
CABRAS, Presidente della Giunta regionale
CASU
AZZENA, Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport
URRACI
DEMONTIS
SANNA EMANUELE, Assessore della difesa dell'ambiente
CARUSILLO
PIRARBA, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale
MURGIA
COLLU, Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione
LADU GIORGIO
CATTE, Assessore dell'industria
CADONI
STERI, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale ....
PAU
DESINI
MARINI, Assessore del turismo, artigianato e commercio
COGODI
FERRARI
SARDU
BAGHINO
PULIGHEDDU
La seduta è aperta alle ore 10 e 01.
PORCU, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 29 settembre 1993, che è approvato.
Annunzio di interrogazione
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.
PORCU, Segretario:
"Interrogazione Ruggeri - Cocco - Dadea - Cuccu - Satta Gabriele, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione di atti che possono contrastare od ostacolare la realizzazione del progetto Montevecchio-Ingurtosu-Funtanazza'". (626)
Continuazione della discussione e approvazione della relazione della quinta Commissione permanente "Proposte di indirizzo programmatico e normative per la Giunta regionale" in materia di incendi (ordine del giorno del Consiglio del 1° settembre 1993, numero 109)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione delle proposte di indirizzo programmatico e normative per la Giunta regionale pervenute dalla quinta Commissione.
E' iscritto a parlare l'onorevole Carusillo. Ne ha facoltà.
CARUSILLO (D.C.). Signor Presidente, ieri non si è riusciti a finire la discussione generale su queste proposte; credo di essere oggi l'unico a dover intervenire e quindi considero il mio intervento in qualche modo una sorta di appendice.
PRESIDENTE. C'è anche un altro iscritto a parlare.
CARUSILLO (D.C.). Allora, per quanto mi riguarda almeno lo considererei una sorta di appendice che tenderebbe a sovrapporsi al punto all'ordine del giorno principale per il quale oggi dovrebbe lavorare il Consiglio, il question time, e quindi mi limito a una sola breve considerazione, anche aiutato dal fatto che la relazione fatta in Aula dal Presidente della Commissione, onorevole Pili, è stata sintetica ma molto efficace e chiara e credo che siano sufficienti i riferimenti che ha richiamato per aiutare i colleghi ad avere un quadro ben chiaro della proposta che la Commissione ha fatto. Richiamo un solo argomento perché, tra i tanti suggerimenti che in queste proposte vengono indicati come utili per contrastare la piaga degli incendi, è previsto anche il coinvolgimento organico dei barracelli; mi permetto di richiamarlo qui in Aula in quanto il servizio dei barracelli non è limitato solo a questo aspetto ma è un servizio sociale di grandissima rilevanza di cui non si avverte la necessità in maniera uguale in tutti i centri. Laddove la compagnia dei barracelli è attivata svolge una funzione sociale i cui benefici si esplicano anche in altri centri in cui essa non esiste. Secondo me, abbiamo commesso un grosso errore nell'inserire il capitolo relativo all'attivazione delle compagnie barracellari in Sardegna nel calderone delle risorse che vengono trasferite agli enti lodi. Credo che anche il richiamo fatto in questa relazione per quanto attiene l'utilità dei barracelli anche nel servizio antincendi debba spingere la Giunta a valutare l'opportunità di reintegrare questo capitolo per poter riattivare il servizio dei barracelli. Senza entrare nel merito di ulteriori considerazioni per quanto attiene questa relazione, mi limito a dire che ritengo che essa rispecchi fedelmente e esponga in maniera organica e chiara i punti principali che sono emersi durante il dibattito in Aula, integrato da alcune altre considerazioni che la Commissione ha elaborato durante i suoi lavori. Questa relazione ha il consenso della Democrazia Cristiana che la vota con convinzione e auspica che abbia il consenso anche dagli altri Gruppi.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare l'onorevole Morittu. Ne ha facoltà.
MORITTU (Rinascita e Sardismo). Signor Presidente, colleghi consiglieri, per la verità devo dire che nella seduta straordinaria di questo Consiglio che aveva per oggetto il problema degli incendi in Sardegna c'era un altro clima, per stare in tema, un clima più rovente, più infuocato, molta più tensione, molta più passione nell'affrontare l'argomento. Oggi, dopo le prime piogge, questo clima bagnaticcio, questa situazione molliccia sembra quasi che ci abbia fatto dimenticare o quanto meno attenuare la gravità di quanto è successo quest'estate in Sardegna. Per la verità è con altro spirito che il Gruppo Rinascita e Sardismo ha presentato una proposta di legge sul problema e con ben altro spirito è stata chiesta da noi, con lettera al Presidente del Consiglio, il 19 agosto del 1993, la convocazione d'urgenza del Consiglio regionale per affrontare il problema.
Noi, in Commissione, non abbiamo dato il nostro assenso alla proposta che è venuta in Consiglio; non l'abbiamo dato perché la riteniamo un bel lavoro sul piano della letteratura, una bella descrizione ed elencazione di cose che avrebbero potuto e anzi certamente possono essere oggetto di una legge organica in materia di protezione civile. Questa estate, per quanto riguarda gli incendi, si è parlato di emergenza, si è parlato di provvedere immediatamente con norme a riparare una situazione che stava desertificando tutta l'isola, quindi di interventi immediati tali da consentire l'elaborazione di un nuovo piano di intervento per gli anni a venire in materia di incendi, che possa essere efficace sia prima della stagione estiva, si durante che dopo. Ora queste proposte che arrivano in Consiglio spaziano su tutto un settore che va anche al di là di quello degli incendi. Noi, nella nostra proposta di legge, abbiamo voluto sintetizzarle e queste richieste, devo riconoscerlo, vengono anche riportate nelle proposte di indirizzo programmatico presentati dalla Commissione.
Non sto qui a ripetere quanto è stato detto nella seduta straordinaria del Consiglio regionale. Intanto non si capisce bene, Assessore, di chi sia la responsabilità materiale del Governo di tutta questa materia, quando noi assistiamo, per esempio, a fatti che veramente lasciano perplessi e talvolta anche indignati. Ci sono operatori antincendi che, arrivati al limite del loro territorio comunale, non fanno un metro perché - dicono - non è competenza loro ma di un altro comune. Questo è avvenuto anche sotto i miei occhi, in occasione di un incendio successo a Campeda. Nonostante la presenza dell'autobotte del Comune di Bonorva, gli operatori non intervenivano perché il fuoco aveva saltato sa lacana del Comune di Macomer. Tutto questo da chi dipende? Chi è il responsabile? Chi è che coordina? Chi si assume la responsabilità del fatto che in quel quarto d'ora l'incendio ha ulteriormente preso vigore e ha continuato a bruciare le campagne?
Nella proposta di indirizzo programmatico ci sono alcune perle: la prima riguarda la questione della ricerca di collaborazione con la Corsica. Colleghi consiglieri, noi in questi giorni abbiamo vissuto dei momenti di grande tensione ma, per quanto ci riguarda, abbiamo vissuto anche momenti di grande mortificazione. Io non so più se sono un consigliere regionale della Regione autonoma della Sardegna e se rappresento ancora il popolo sardo, quando vengo qui per sentirmi dire che è bene non utilizzare lo Statuto, che sarebbe bene fare un'abdicazione provvisoria per ottenere chissà che cosa, che l'articolo 51 non è bene utilizzarlo ma sarebbe meglio scrivere una lettera. E' una rinuncia completa a quelle che sono le prerogative statutarie, una rinuncia completa a quelli che sono i poteri della Regione. Noi a questa mortificazione non ci stiamo. Questa supermaggioranza non si può consentire di mortificare tutto il Consiglio in questo modo. Io vorrei sapere, ce lo dovete dire, con quale autorità, con quale prestigio, con quale dignità possiamo andare a chiedere ai corsi collaborazione. E cosa dice il Governo italiano? Se il Governo italiano decide che la Sardegna deve bruciare, che non è necessario collaborare con la Corsica, noi facciamo un'abdicazione provvisoria o temporanea e, nel frattempo, gli altri ci occupano le posizioni, chiaramente!
Io credo che sia necessario riconquistare quella tensione che manca in questo Consiglio; siamo diventati dei passacarte. Siamo solo capaci di fare ordini del giorno, di mandare letterine, di avere rapporti amicali - come ha già detto il collega Cogodi - ma non siamo capaci, non abbiamo la forza, non abbiamo la tensione, non abbiamo la volontà di esercitare appieno quelle poche prerogative, quei pochi poteri che il nostro Statuto ci consente. Chi si vuole arrendere si arrenda, chi vuole sospendere le ostilità - per usare un termine un po' forte - col Governo le sospenda ma non venga a imporle a quest'Aula. Io credo che non sia più tempo di letterine all'amico Ministro, o quanto meno che una parte politica si muova per conto suo mentre un'altra si muove per un'altra strada. Non è più tempo e non credo sia più consentito che in quest'isola si vada divisi a combattere. E' pur vero, ed è giusto, ed è un fatto democratico, ed è parte essenziale della democrazia la competizione, ma la competizione in Sardegna deve essere tra l'autonomia e il Governo, non deve essere una competizione che ci vede divisi, che ci vede deboli, che ci vede come istituzione che abdica di fronte alla forma e di fronte alla prepotenza e alla tracotanza e al neo centralismo del Governo. Dobbiamo ricercarla questa unità, dobbiamo ricercarla intorno ai valori che hanno consentito la nascita e la vita di questo Consiglio regionale. Io ho già detto altre volte che se non riconquistiamo la nostra dignità di sardi e di rappresentanti dei sardi è bene che ce ne andiamo a casa. Oggi invece siamo in una situazione per cui qualsiasi cosa si decida in questo Consiglio sarebbe opportuno e meglio che ci dicano prima da Roma cosa ne pensano, così noi possiamo anche approvarla avendo la certezza che Roma concorda.
Gli incendi, signor Assessore, hanno evidenziato la nostra grande confusione nell'affrontarli: un esercito di diecimila uomini che si muove, in buona parte, ancora con strumenti che mi ricordano la mia fanciullezza, squadre che si muovono ad affrontare le fiamme con frasche, pantaloncini corti, canottiera e zoccoli. Queste sono le cose che abbiamo visto quest'estate. Abbiamo visto ritardi, abbiamo assistito a manchevolezze, abbiamo dovuto constatare l'inefficienza di tutto l'apparato e del resto mi pare anche che dagli operatori siano venute critiche pesanti proprio in merito al coordinamento, all'intervento, al rilevamento e allo spegnimento o al tentativo di spegnimento degli incendi.
Un'altra bella perla di questo documento è il fatto che nonostante le grandi affermazioni - ripeto, alcune le posso anche condividere - ma nel complesso ce n'è una che le annulla tutte: se noi vogliamo salvare l'isola dagli incendi dobbiamo farla occupare dai militari. Questo è detto. Noi non siamo capaci di fare una politica che possa ripopolare le campagne; noi non siamo capaci, o meglio stiamo rinunciando a una politica di ripopolamento perciò è bene affidarci ai militari. Il generale comandante della Sardegna ha affermato che questa estate, forse, se ci fossero stati i militari, tutto questo disastro non sarebbe avvenuto, ma io credo, dopo aver visto l'equipaggiamento di questi ragazzi che se, per loro disgrazia si fossero trovati di fronte ad un incendio, probabilmente di vite umane ne avremmo visto perire anche altre. Perciò bisogna stare con i piedi per terra. Io non credo che questa maggioranza, che questa Giunta possano arrivare in tempi brevi a elaborare un piano organico complessivo di lotta agli incendi. Noi le nostre proposte le abbiamo fatte, le abbiamo fatte in una proposta di legge e vi diciamo subito che qualora, alla scadenza dei termini previsti dal Regolamento, non vi siano altri documenti, noi chiederemo al Consiglio la fissazione dei termini per discutere quel provvedimento. Noi non abbiamo presentato un provvedimento per essere i primi della classe; abbiamo sentito l'esigenza di farlo in quel momento, abbiamo sentito la gravità della situazione e abbiamo voluto fare una proposta, ma se questa proposta deve rimanere in un cassetto, ebbene, noi a questo non ci stiamo.
Sul piano politico, io non so come questa Giunta e questa maggioranza possano presentarsi con forza a discutere con i rappresentanti della Comunità europea quando consentono che lo Statuto sardo venga deciso sulla scrivania di un impiegato statale. Questa è la vergogna, questa è la sostanza della questione. Noi combatteremo perché la dignità di questo Consiglio venga preservata, l'abbiamo detto, l'abbiamo sostenuto, è stato detto anche da questo stesso Consiglio con ordini del giorno voto che vengono regolarmente disattesi. Il conflitto istituzionale, quando lo si vuole aprire, lo si deve aprire con gli strumenti e con la forza del nostro Statuto, non mandando lettere perché si possa risolvere amichevolmente la vertenza mortificando tutto il popolo sardo. Questa è la denuncia che noi facciamo, questa è la grave colpa e responsabilità che questa supermaggioranza e questa Giunta hanno, quella di averci ridotto o di volerci ridurre a semplici osservatori di quanto Roma decide per conto del Consiglio regionale e del popolo sardo. Ripeto, questo non può essere un momento di competizioni al nostro interno, deve essere un momento di grande unità e di grande unione di tutto il popolo sardo per poter affrontare e contrastare con efficacia la prepotenza del Governo.
Chiudo dicendo che non daremo il nostro sostegno a questo documento, non possiamo darlo perché lo consideriamo un documento che tende ad allungare i tempi, che tende a diluire il problema all'interno di ipotesi e di filosofie che in questo momento credo sia necessario lasciare da parte. Ripeto, per essere ancora più chiaro che, o c'è un impegno preciso, forte, della Giunta, che si manifesti con l'elaborazione e la presentazione di atti concreti, oppure saremo costretti, perché questa partita non va lasciata raffreddare con le piogge, a chiedere la fissazione di un termine per l'esame del nostro progetto di legge.
Termino, colleghi consiglieri, dicendovi che dovremmo mettere da parte le divisioni politiche e vedere quanto in questo momento si può trovare di unità, si può trovare di collaborazione, per poter arrivare a un momento di grande riconciliazione del popolo sardo, perché possa avere forza di fronte alle prevaricazioni, di fronte al centralismo e di fronte al separatismo del Governo italiano.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.
Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SANNA EMANUELE, Assessore della difesa dell'ambiente. Molto rapidamente, signor Presidente, per dire che la Giunta considera il documento elaborato della Commissione ambiente del Consiglio regionale, un quadro molto ricco di proposte per operare più efficacemente nel campo della prevenzione e della estinzione degli incendi. La Giunta regionale lo avrà come punto di riferimento essenziale per predisporre il programma antincendi e il piano di forestazione del 1994. Penso poi, signor Presidente, che all'interno di un documento così ampio e così valido, che affronta il problema generale degli incendi e si propone di affrontare anche i fattori strutturali che concorrono a questo ricorrente fenomeno nella nostra isola, la Giunta con un raccordo permanente con la Commissione competente del Consiglio privilegerà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane alcune ineludibili priorità. In particolare, ritengo di dover comunicare al Consiglio che, così come è stato sollecitato già nel dibattito del primo settembre e nel corso della discussione che si è sviluppata nella Commissione, a seguito di una ricca relazione del Presidente, onorevole Pili, e ancora ieri sera e stamattina in Aula - in particolare lo ha fatto il consigliere Meloni - presenteremo nelle prossime settimane al Consiglio una relazione sui risultati dell'attività di forestazione promossa e finanziata dalla nostra amministrazione regionale. Ci sono iniziative annunciate anche da parte delle Commissioni competenti, penso che il Consiglio possa approfondire e sviluppare queste iniziative. La Giunta, da parte mia, si impegna a produrre questo rapporto al Consiglio regionale. Penso che dovrà essere fatta una riflessione molto serena, in sede di predisposizione della campagna antincendi del prossimo anno, anche sul ruolo che svolgono gli enti locali e le amministrazioni comunali. Io ho ascoltato con particolare attenzione gli interventi che hanno svolto il 1° settembre a questo proposito diversi consiglieri, e ancora ieri sera l'onorevole Linetta Serri. A proposito del ruolo dei comuni io ribadisco quello che ho detto in sede di replica il 1° di settembre; dobbiamo riflettere, anche nel predisporre il piano antincendi del 1994 se quegli 11 miliardi che noi eroghiamo, tardi per le note difficoltà di approvazione del bilancio, a gran parte dei comuni della Sardegna, si trasformano in un servizio utile per l'estinzione degli incendi e per la tutela del patrimonio ambientale e forestale della nostra Regione. Io penso che dobbiamo valorizzare alcuni esempi positivi che molti comuni della nostra Regione sono in grado di documentare a questo proposito. I Comuni di Villanovaforru, Tonara e Norbello non sono equiparabili ad altri comuni della Sardegna che, sulla base delle informazioni che abbiamo noi oggi, non solo non hanno organizzato le squadre antincendio durante l'estate del 1993, ma pare si prestino ad utilizzare diversamente in termini molto discutibili queste risorse. Io credo che una riflessione severa anche da questo punto di vista debba essere fatta.
Per quanto riguarda il corpo forestale di vigilanza ambientale, sul cui ruolo sono ritornati anche ieri sera e stamattina diversi consiglieri, penso, signor Presidente, che il primo provvedimento da assumere con assoluta urgenza, nel quale si fa cenno anche, opportunamente, nella relazione della Commissione, sia quello di dare al corpo forestale e di vigilanza ambientale della nostra Regione, un capo, un coordinamento, perché, come ho detto nella precedente seduta, il corpo in questo momento praticamente è acefalo e sicuramente una parte degli incendi che si sono verificati questa estate nella nostra isola derivano dai rapporti non corretti esistenti in questo momento tra il corpo forestale e di vigilanza ambientale e territoriale della nostra Regione, alcune comunità locali e alcune categorie produttive, in particolare il mondo delle campagne. Io penso però, cari colleghi, che, per quanto riguarda l'attività del corpo, occorra una revisione coraggiosa anche delle normative votate da questo Consiglio regionale. La Commissione fa opportunamente riferimento da questo punto di vista all'articolo 26 della legge numero 31; io credo che quell'articolo - per il quale c'è già una proposta di revisione da parte della Giunta regionale - ma anche altre norme approvate da questa Assemblea nel corso degli ultimi anni, debbano essere assolutamente riviste. Io ho una montagna di lettere, che mi vengono consegnate dai consiglieri regionali ogni volta che si riunisce l'Assemblea, con le quali molti cittadini, molti operatori, si lamentano del fatto che le loro attività produttive nel mondo delle campagne sono ostacolate in maniera inaccettabile dalla legislazione regionale. Quando un pensionato si propone di ripristinare un vigneto, magari ai margini di un bosco e il nostro corpo forestale, applicando rigidamente la legge numero 31, lo impedisce perché c'è qualche segno di evoluzione di macchia mediterranea, io credo che questa normativa debba essere assolutamente rimossa perché sta diventando una camicia di forza, non solo per lo sviluppo economico della nostra regione, ma anche per presidiare e tutelare in maniera più attiva il patrimonio forestale ed ambientale della nostra isola. Resta aperto - e la Commissione e il Consiglio danno alla Giunta da questo punto di vista delle indicazioni molto preziose - il problema della organizzazione dei mezzi soprattutto aerei ma anche dei mezzi a terra con i quali fronteggiare l'emergenza incendi perché in attesa, cari colleghi, che la prevenzione e l'educazione ambientale diano i loro frutti, noi avremmo a che fare, ancora per molti anni purtroppo, con un fenomeno che è diventato sistematico e che si manifesta nelle forme gravi e preoccupanti che voi conoscete; 3.500 incendi in un arco di tempo così breve non possono essere fronteggiati con una organizzazione di questo tipo.
Rispetto alla discussione che abbiamo fatto il primo settembre, c'è la novità positiva che il Governo nazionale, bontà sua, avrebbe deciso di acquistare altri quattro Canadair. Io dubito che questi mezzi verranno messi a disposizione della Sardegna per la prossima campagna antincendi, di sicuro - così come è detto nel documento della Commissione - noi dobbiamo pensare anche ad una organizzazione che sia alle dirette dipendenze e sotto il coordinamento della Regione se vogliamo fronteggiare con successo queste drammatiche situazioni.
Io, a nome della Giunta, signor Presidente, concludo dicendo che, sia il piano di forestazione del prossimo anno, sia la mappa delle aree incediate, sia il piano antincendi in tutta la sua articolazione per il 1994, saranno in fase di predisposizione già nelle prossime settimane e sottoposti all'attenzione della Commissione consiliare competente e, se sarà necessario, anche ad una valutazione da parte del Consiglio.
Votazione nominale
PRESIDENTE. Metto in votazione per appello nominale la proposta di indirizzo programmatico e normativo per la Giunta regionale.
Coloro i quali sono favorevoli risponderanno sì; coloro i quali sono contrari risponderanno no. Estraggo a sorte il nome del consigliere dal quale avrà inizio l'appello nominale. (E' estratto il numero 22, corrispondente al nome del consigliere Fadda Fausto.)
Prego il consigliere Segretario di procedere all'appello iniziando dal consigliere Fadda Fausto.
PORCU, Segretario, procede all'appello.
Rispondono sì i consiglieri: Fadda Fausto - Ferrari - Ladu Leonardo - Lorettu - Manca - Manchinu - Mannoni - Manunza - Marteddu - Mereu Orazio - Mereu Salvatorangelo - Mulas Franco Mariano - Mulas Maria Giovanna - Muledda - Onida - Onnis - Oppi - Pau - Pili - Piras - Pusceddu - Sanna - Sardu - Satta Antonio - Scano - Sechi - Selis - Serra Pintus - Serri - Soro - Tamponi - Tidu - Usai Sandro - Zucca - Amadu - Atzeni - Baghino - Baroschi - Cabras - Carusillo - Casu - Cocco - Corda - Cuccu - Dadea - Degortes - Deiana - Desini - Erittu - Fadda Antonio.
Rispondono no i consiglieri: Ladu Giorgio - Meloni - Morittu - Murgia - Ortu - Planetta - Porcu - Puligheddu - Salis - Urraci - Cadoni - Cogodi - Demontis.
Si è astenuto: il Presidente Floris.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 63
astenuti 1
maggioranza 32
favorevoli 50
contrari 13
(Il Consiglio approva).
Confronto tra consiglieri e Giunta regionale ex articolo 121 del Regolamento interno del Consiglio
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il confronto tra consiglieri e Giunta regionale ex articolo 121 del Regolamento. Ricordo che, in base al terzo comma del predetto articolo, ogni domanda di ciascun consigliere e ogni risposta della Giunta non devono superare rispettivamente i due minuti. Ricordo che devono essere effettuate complessivamente sedici domande, di cui otto riservate ai Gruppi di maggioranza e otto ai Gruppi dell'opposizione. Per quanto riguarda la maggioranza potranno essere rivolte tre domande dai componenti del Gruppo Democratico Cristiano, due dai componenti del Gruppo Democratico della Sinistra e una rispettivamente dai componenti dei Gruppi socialista, Socialdemocratico e Laico Federalista. Per l'opposizione potranno rivolgere tre domande i componenti del Gruppo sardista, tre i componenti del Gruppo Rinascita e Sardismo e una rispettivamente i componenti del Gruppo sociale e del Gruppo Misto.
Ha facoltà di formulare la prima domanda il consigliere Planetta.
PLANETTA (P.S.d'Az.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi rivolgo all'Assessore all'urbanistica, Balia, per chiedere a che puto sia l'iter dei piani territoriali paesistici, questi piani territoriali paesistici che sono oramai sconosciuti nei loro contenuti. La scorsa settimana nella riunione della prima Commissione, lei ha promesso che li avrebbe fatti pervenire in questa settimana alla Commissione; questo non è accaduto. Dico che sono sconosciuti nella stesura finale; sono stati approvati da mesi, e non sono ancora conosciuti; non sono conosciuti da noi della Commissione, non sono conosciuti dai cittadini e dagli amministratori locali. O sono conosciuti da pochi amministratori locali, o conosciuti da pochi cittadini che sono, parrebbe, privilegiati. Dico ancora che si sta verificando un assurdo, si stanno verificando degli atti illegali da parte di amministratori locali che tentando di siglare, parrebbe, accordi di programma nell'assenza totale della Regione. E' un atto illegale, perché va contro la legge che abbiamo approvato in Consiglio regionale che prevede, come voi tutti sapete, il controllo da parte della Regione, nei vari aspetti, uno dei quali è quello della ricaduta economica dell'accordo di programma.
Io credo che questo sistema non possa andare avanti, che il Governo di questa Regione debba prenderne atto e andare ad indagare su questi accordi di programma per verificare se gli amministratori locali e la controparte stanno rispettando le direttive della Regione, se direttive ancora la Regione ha dato. Questa è una storia che deve finire.
Concludo chiedendo all'Assessore che cosa la Regione andrà a fare in merito agli accordi di programma che si stanno tentando di concretizzare. Mi riferisco all'accordo di programma Consorzio Costa Smeralda e amministrazione comunale di Olbia. Vorrei anche che l'Assessore riflettesse sul fatto che un consigliere comunale di Arzachena si è dimesso perché ci sono state forti pressioni da parte di imprenditori su amministratori locali di Arzachena. Un consigliere comunale sardista si dimesso dalla sua carica.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
BALIA, Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica. Ringrazio l'onorevole Planetta che mi dà l'opportunità di precisare il perché di quello che appare obiettivamente un ritardo. Dopo l'iter di approvazione che è stato abbastanza complesso, con un ritardo mi pare di due giorni da parte della Giunta regionale rispetto all'impegno che era stato assunto, la riproduzione cartografica ha richiesto tempi più lunghi. La riproduzione cartografica, considerato poi che era agosto, cioè il mese delle ferie, ha richiesto tempi lunghi. Successivamente le cartografie sono state siglate dalla Giunta e sono state inviate unitamente ai decreti alla Corte dei Conti. Quindi è tutto pronto, tutto disponibile, dovremmo inviarlo con rapidità alla Commissione, eravamo in attesa del ritorno dalla Corte dei Conti della cartografia e dei relativi decreti. Non ci sono, onorevole Planetta, al riguardo, dei misteri.
Per quanto riguarda gli accordi di programma e il ventilato accordo di programma tanto reclamizzato dal sindaco di Olbia, bisogna riconoscere - in Commissione se ne è parlato, gliene do atto, così come mi darà atto che la posizione della Giunta viaggiava armonicamente con la posizione della Commissione medesima - che probabilmente il Comune di Olbia si è spinto in una sua autonomia decisionale in una china che tendeva ad escludere altri livelli decisionali quali ad esempio la Giunta e il Consiglio regionale. In quell'occasione io ho preavvertito che avevamo costituito una commissione all'interno dell'Assessorato che stava prevedendo una normativa per agevolare ed accompagnare ipotetici accordi di programma, ribadendo che evidentemente questo discorso deve principalmente coinvolgere una terza parte, che è una parte importante, che è il Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Serra Pintus.
SERRA PINTUS (D.C.). Vorrei sapere come il Presidente della Giunta intende affrontare i problemi riguardanti la Consulta regionale femminile. La consulta insediata nel 1979 non è stata mai rinnovata; è da nove anni, ovvero dalla data della sua prima scadenza nel 1984, che continua ugualmente ad operare e quello che è più grave continua a percepire e a gestire il contributo regionale annuale. Poiché è evidente che la illegittima gestione della Consulta vede coinvolta la Giunta, specie per quanto riguarda gli aspetti finanziari, chiedo al Presidente di sapere come intenda affrontare e definire questo delicatissimo problema.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'onorevole Presidente della Giunta regionale.
CABRAS (P.S.I.), Presidente della Giunta regionale. Volevo precisare che la Consulta femminile esiste in virtù di una legge regionale del 1979 che ovviamente è stata nei fatti superata dalla legge che ha istituito la Commissione per le pari opportunità che è più recente - esattamente di dieci anni dopo - e che già dal 1992 la Regione non eroga più sostanzialmente nessun contributo perché, in occasione degli impegni di spesa del 1992, anche a seguito di una lettera che il Presidente del Consiglio regionale aveva inviato alla Presidenza della Giunta, noi avevamo condizionato l'erogazione dei fondi relativi al 1992 all'attestazione dell'effettiva funzionalità e regolarità della consulta. Poiché questa ad oggi non è stata ancora certificata, questi fondi non sono stati erogati, tanto meno quelli del 1993. Si tratta a questo punto di prendere atto di una situazione nuova con un provvedimento legislativo, che è l'unica strada possibile per rimettere in regola la situazione rappresentata dall'onorevole Serra Pintus.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Casu.
CASU (P.D.S.). Rivolgo la mia domanda all'Assessore della pubblica istruzione. Atteso che i recenti provvedimenti governativi portano l'obbligo scolastico a 16 anni d'età e che siamo quindi in presenza di un'estensione dell'obbligo scolastico, che ogni anno l'inizio dell'anno scolastico è caratterizzato dal caos, con pregiudizio per l'attività didattica e per lo svolgimento regolare delle lezioni, chiedo all'Assessore e alla Giunta quali provvedimenti intendano adottare per fare un'indagine sullo stato dell'edilizia scolastica in Sardegna. Siamo di fronte al problema drammatico della dispersione scolastica che riguarda in modo particolare la scuola dell'obbligo ma anche la scuola media superiore, dove è maggiormente carente l'edilizia scolastica. In questa situazione si può ritenere che la gravità del problema debba essere posta all'attenzione dell'Assessore e della Giunta. Chiedo quindi all'Assessore se è previsto un programma organico di interventi, se questo programma è supportato da un'indagine conoscitiva sullo stato dell'edilizia scolastica in Sardegna e se il programma è stato elaborato su quali linee di tendenza esso si articola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
AZZENA, Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Ritengo che la domanda colga un problema molto sentito, anzi sentitissimo in questi giorni; direi che la drammaticità che ha assunto la protesta per il così detto taglio delle classi, in questi giorni viene addirittura superata da quella della protesta per la mancanza di aule scolastiche, mi riferisco in particolare alla provincia di Sassari. Però ritengo anche che per una certa parte questo sia dovuto ad un mancato incontro, se così si può dire - spero di essere capito dato il poco tempo a disposizione - tra domanda e offerta di classi, perché non si può ignorare il fenomeno della contrazione della domanda; la domanda si sta indirizzando verso settori che non erano coperti mentre altri settori restano scoperti e quindi c'è una possibilità di intervento mediante aggiustamenti. C'è invece una parte della domanda che non può essere coperta se non attraverso interventi di edilizia scolastica. Da questo punto di vista l'urgenza del problema è stata rappresentata dalle organizzazioni sindacali e infatti, nel recente accordo che è stato fatto per la prima volta tra Assessorato della pubblica istruzione e organizzazioni sindacali per dare un programma concordato all'attività dell'Assessorato, uno dei punti su cui converge l'attestazione e su cui sono stati assunti degli impegni è quello dell'edilizia scolastica. E' un impegno che dico generico ed è però volutamene generico perché il problema è molto spinoso. E' molto spinoso in primo luogo perché non coinvolge esclusivamente l'Assessorato della pubblica istruzione ma coinvolge chiaramente anche l'Assessorato dei lavori pubblici con il quale dovranno essere raggiunte le opportune intese; ancor prima forse è un problema di finanziamenti e in terzo luogo, ma legato strettamente a questo, è un problema che è reso delicato dal fatto che questa porta ad un intervento di supplenza rispetto all'attività dello Stato e questo rischia di innescare un meccanismo perverso che favorisce lo Stato, nel senso che la contrazione degli interventi statali costringe automaticamente ad un incremento incontrollato dell'intervento di supplenza regionale. Mi scuso se la risposta non è completa ma l'accordo è di due mesi fa, quindi è in fase di prima attuazione. Voglio aggiungere che il programma non tiene conto per ora dell'aumento dell'età dell'obbligo scolastico perché è un problema di questi giorni e si interverrà nel corso dell'attuazione del programma in base all'accordo che si è sottoscritto.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Urraci.
URRACI (Rinascita e Sardismo). Io dal Presidente della Giunta regionale vorrei avere un aggiornamento su quello che è il problema dei problemi, che è stata anche la ragione suprema della nascita di questa super Giunta, mi riferisco alla così detta vertenza Sardegna. Gli aggiornamenti che io ho sono quelli che tutti i giorni noi possiamo vedere riportati sui quotidiani sardi: fabbriche chiuse, occupate dagli operai. E' di stamattina la notizia che anche alcuni uffici regionali sono occupati dai lavoratori. Vertenze che sono state, così si dice, positivamente risolte ma che si sono puntualmente riaperte dopo neanche tanto tempo perché gli impegni vengono puntualmente disattesi - Villacidro, Arbatax sono due esempi per tutti ma credo che la lista, se il tempo me lo consentisse, potrebbe essere anche più lunga - con un rimpallo vergognoso di responsabilità tra i contraenti; da una parte la Giunta regionale, dall'altra il Governo, dall'altra parte ancora gli enti, non più pubblici, privati, e così via discorrendo. La disoccupazione è in costante aumento; oggi i giornali dicono che venti lavoratori su cento sono disoccupati, ma io credo che se si facesse un'analisi più attenta potremmo arrivare a dire, senza neanche tema di essere smentiti, che la proporzione potrebbe essere anche inversa. Di fronte a questo grave malessere sociale, dopo l'iniziale dichiarazione di guerra, si è perso, nella notte dei tempi, il ricordo della seduta solenne del Consiglio, della dichiarazione, io credo convinta, senza riserva mentale, delle forze politiche presenti di voler partecipare unanimemente a questo conflitto. La strategia che oggi la Giunta sembrerebbe voler adottare è stata, io credo, dichiarata da un Assessore regionale in occasione della vicenda dell'approvazione di una legge particolare - mi riferisco alla legge sulla lingua e sulla cultura sarda - una strategia di temporanea acquiescenza e di provvisoria abdicazione, che sembrerebbe essere riferita esclusivamente a quella vicenda, ma io credo che sostanzialmente rappresenti la strategia vera di questa Giunta: tirare a campare, dichiarazioni di guerra che vengono fatte nei momenti di massima tensione sociale ma poi naturalmente, per dirla alla Eduardo De Filippo: "ha da passà nuttata", e tutti possono l'indomani pensare ad altro.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'onorevole Presidente della Giunta.
CABRAS (P.S.I.), Presidente della Giunta regionale. Io credo che sia impossibile rispondere a questa domanda nell'economia del tempo consentito dalla discussione che abbiamo stamattina, perché le considerazioni che ha fatto la collega sono abbastanza ampie e poiché, per mercoledì, è convocata la Commissione industria, perché la Giunta riferisca su questo argomento. Io riconfermo che il conflitto non è venuto meno neanche un momento, che noi siamo impegnati in una battaglia di resistenza che forse non ha il clamore che qualcuno meriterebbe ma secondo noi ha comunque l'impegno, la volontà e l'efficacia che noi almeno riteniamo adeguata. Questa battaglia non si è per niente conclusa e chi si è illuso che sarebbe finita il giorno dopo la seduta del Consiglio, secondo me ha ovviamente sottovalutato l'avversario che al contrario invece ha bisogno di più tempo per essere definitivamente sconfitto. In questa battaglia noi siamo sempre più duramente impegnati, collega Urraci, quotidianamente, qualche volta senza soluzione di continuità neanche per quel po' di riposo che sarebbe necessario per essere più forti per continuare la battaglia.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Demontis.
DEMONTIS (P.S.d'Az.). Signor Presidente, di recente l'onorevole Emanuele Sanna ha affermato che, nel corso del precedente legislatura, Assessori socialisti e sardisti avrebbero compiuto nefandezze. Gli chiedo chi sono gli Assessori a cui lei si riferisce e quali nefandezze - non errori politici, o tali da lei e da molti valutati, ma fatti concreti e contrari all'etica comune e alle leggi - abbiano compiuto nell'esercizio delle loro funzioni. Se gravi sono questi fatti perché non li ha denunciati agli istituti competenti?
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'ambiente.
SANNA EMANUELE, Assessore dell'ambiente. Il Capogruppo, nonché segretario nazionale del Partito Sardo d'Azione, mi ha indirizzato recentemente una lunga lettera a proposito di mie recenti dichiarazioni sulle vicende politiche regionali. Risponderò a quella lettera. Vedo che le dichiarazioni che noi facciamo in sede politica, in questo caso in una riunione della direzione regionale del mio Partito, vengono sottoposte ad una sorta di esame istologico e che si tenta di utilizzare qualche iperbole terminologica che non solo l'assessore Sanna ma tutti i consiglieri regionali e chi fa politica usano in diverse circostanze, ai fini del confronto politico e forse della lotta politica all'interno dei singoli partiti. Se l'onorevole Demontis ritiene di dover utilizzare qualche strumento regolamentare e istituzionale per approfondire i problemi che io ho avanzato - non mi riferivo né a nefandezze morali né a nefandezze giuridiche, ma a scelte politiche e di governo che io considero discutibili e dannose rispetto all'interesse generale della nostra comunità regionale - utilizzi questi strumenti regolamentari e istituzionali e avrà tutti i chiarimenti che desidera.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la sua domanda l'onorevole Carusillo.
CARUSILLO (D.C.). All'Assessore dell'agricoltura è noto che l'indennità compensativa rappresenta una importante integrazione del reddito degli operatori che all'interno di un comparto in grave crisi, quello dell'agricoltura, operano in condizioni di particolare disagio e difficoltà tanto che l'indennità è prevista per quanti operano in località definite montane o svantaggiate. E' altrettanto noto che le quote specifiche che provengono dalla ripartizione del Governo centrale delle risorse messe a disposizione della CEE, coprono grossomodo il 50 per cento dei diritti che annualmente si maturano in Sardegna. Chiedo all'Assessore se non ritenga opportuno impegnarsi singolarmente e cercare di sollecitare la sensibilità della Giunta perché venga, con la nuova finanziaria, istituito un capitolo specifico in considerazione di due motivi particolari: primo, che nel frattempo si è creato un accumulo di arretrati considerevolissimo, circa 100 miliardi, che in pratica significa che l'erogazione avviene con 5 anni di ritardo; secondo che i fondi destinati andrebbero direttamente e per intero agli interessati senza intermediazione bancaria; terzo, che le risorse che dovesse impegnare la Regione a tal fine, godrebbero del cofinanziamento CEE del 50 per cento, per cui i benefici che andrebbero agli operatori del settore costerebbero per le risorse regionali il 50 per cento del valore dei benefici stessi.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PIRARBA, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Sicuramente è non solo necessario, non solo giusto ma anche urgente, occuparsi dell'indennità compensativa. A questo riguardo, per rispondere alla prima domanda, il problema non è quello soltanto di prevedere una posta di bilancio, questa sicuramente per il 1993 sarà aumentata; il problema vero non è quello di mettere somme simboliche intestate a questa voce di spesa; il problema è di tenere conto che ogni annualità dell'indennità compensativa costa 40 miliardi: 20 di questi possono essere recuperati da parte della CEE. Il problema è proprio quello di garantire la possibilità che questa condizione si verifichi. Per quanto riguarda gli arretrati, noi abbiamo recuperato quasi completamente, con modifiche anche procedurali, la parte riguardante il 1990, restano recuperare il 1991, 1992 e 1993 per complessivi 140 miliardi.
L'aspetto più importante, quello che ci impegna continuamente anche attualmente è relativo alla necessità di impegnare la comunità e il Governo e le nostre stesse risorse per fare in modo che si verifichino le possibilità e le precondizioni che rendono possibile l'estensione di questo beneficio. Quando uso la parola estensione cosa intendo dire? Se non si ha la somma disponibile per far fronte all'importo globale di un anno, il numero dei possibili destinatari dell'intervento risulta limitato, mentre la necessità assoluta è quella di arrivare a tutti coloro che hanno titolo ad averlo.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Murgia.
MURGIA (Rinascita e Sardismo). La domanda è indirizzata all'Assessore della riforma della Regione e del personale, l'assessore Collu. Faccio una piccola premessa per ricordare a me stesso e a tutti noi che questa è una regione che purtroppo vanta alcuni tristi primati, certamente quello della disoccupazione le cui percentuali in termini reali sono superiori a quelle che abbiamo letto ieri e oggi sulla stampa e che sono state riprese dalla stessa Giunta nella relazione di accompagnamento agli interventi CEE. Siamo intorno al 21 per cento, una percentuale da primato, la nostra Regione sta quindi orma conquistando il primato dei disoccupati e sta conquistando anche il primato degli occupati, nel senso di lavoratori o ex lavoratori o aspiranti lavoratori che occupano le fabbriche, le ciminiere, i provveditorati. E adesso si passa anche all'occupazione degli Assessorati, vuoi dell'agricoltura da parte dei serricoltori, vuoi da parte del personale regionale - questo è un fatto grave, inaudito che la dice lunga anche sul rapporto che sta deteriorandosi anche con la struttura e con i suoi dipendenti - in assemblea permanente, ma di fatto in occupazione. I dipendenti della Regione naturalmente motivano questa Assemblea permanente non certo con argomentazioni di carattere corporativo, diversamente non sarei qui per esprimere la solidarietà del Gruppo Rinascita e Sardismo e la condivisione dei motivi di questa Assemblea permanente che mira innanzitutto a difendere l'autonomia che è colpita anche in materia di personale, che è competenza primaria della Regione, dagli atteggiamenti del Governo centrale, che ha impugnato il contratto, che di fatto ci scippano quel residuo di autonomia che rimane e che evidentemente questa Giunta non è in condizioni di difendere. Non solo l'azione dei dipendenti rappresenta una difesa dell'autonomia attraverso la difesa del contratto, ma è una richiesta di recupero di efficacia e di risorse. Sono argomentazioni che vanno condivise e lascia perplesso che queste abbiano rappresentato un elemento di rottura. Chiedo all'Assessore quali sono le ragioni di questa rottura grave che, in tempi di emergenza come questa, certo non contribuisce a restituire né un briciolo di credibilità, né una briciola di efficienza a un apparato evidentemente fatiscente.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
COLLU, Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. L'onorevole Murgia ha detto bene che il contratto in realtà è il punto centrale del contendere, anche se nel volantino distribuito questa mattina il contratto è mimetizzato all'interno di una problematica più generale. Il momento di rottura ieri nelle riunioni con i sindacati è stato proprio sul contratto. Mi si chiedeva di firmare un'intesa secondo cui si sarebbe difeso alla lettera il contratto, nonostante io abbia rappresentato tutto il mutamento della panoramica nazionale che voi, penso, conoscete benissimo: altri contratti annullati in questi due mesi in Val d'Aosta e Bolzano; controlli della finanza pubblica anche sugli atti della Corte dei conti riguardanti aumenti, incrementi finanziari e così via; lo sbarramento sulla "421", o si applica la "421" o non è possibile più alcuna contrattazione. Bene, dopo il blocco dei contratti per tutto l'anno prossimo o, per bene che vada, fino ad aprile dell'anno prossimo io non posso assumere l'impegno che il contratto, pur inserito nella "421", sarà riapprovato negli stessi termini, questo è stato il punto del contendere tanto che io ho rimandato a martedì, dopo un'interlocuzione con la Giunta, una risposta, perché io ho il dovere, per legge, di riferire alla Giunta sull'andamento della contrattazione e dei rapporti coi sindacati e poi di prendere delle decisioni. Hanno deciso simbolicamente, perché in fondo quello che è scritto è che è un'azione a rinforzo di una posizione di difesa del contratto, perché una Giunta che ha approvato un contratto certamente lo vuole difendere, però tenendo presente il contesto generale e senza demagogia. Non serve a nulla dire bugie alla gente per illuderla di un qualcosa che non è detto si possa ottenere negli stessi termini. Io demagogia non ne voglio fare, bugie, neppure politiche, non ne voglio dire.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Giorgio Ladu.
LADU GIORGIO (Gruppo Misto). All'Assessore dell'industria. E' di questi giorni, signor Assessore, la richiesta del ministro Savona al Prefetto di Nuoro di far sgomberare gli operai della cartiera di Arbatax dalla pacifica occupazione dello stabilimento, condizione a detta del Ministro, sine qua non per potersi sedere a un tavolo delle trattative. A lei chiedo quali sono le sue determinazioni e quelle della Giunta nel merito di questo comportamento del Ministro italiano, quale ruolo intende svolgere la Regione in merito al problema della cartiera e se non le pare che il comportamento del Ministro sia perlomeno irriguardoso nei confronti del Governo regionale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'industria.
CATTE, Assessore dell'industria. Sul comportamento delle Prefetture presumibilmente la domanda andrebbe rivolta ad altri. Io ho coi prefetti, peraltro, un rapporto abbastanza singolare, spesso i nostri lavoratori si rivolgono ai prefetti ai quali oltre ai problemi occupazionali e di crisi industriale manifestano anche altri problemi. I prefetti normalmente non affrontano questi problemi, i prefetti si limitano a fare telegrammi all'Assessore o al Presidente pregandoli di ricevere coloro che ai prefetti si rivolgono, quasi che questa Giunta abbia mai avuto bisogno di prefetture per ricevere le persone. Se non riusciamo a ricevere tutti sicuramente non è per cattiva volontà, ma semplicemente per questioni pratiche e di tempo. Io non credo che le ordinanze servano a risolvere i problemi, però devo anche fermamente ricordare all'onorevole Ladu che quando le manifestazioni comunque motivate, con motivazioni pure legittime, degenerano, manco queste servono a risolvere le questioni.
Sui fatti specifici, lei sa che la Giunta ha avuto un rapporto continuo con questo Ministro, che la Giunta ha sollecitato e continua a sollecitare perché assuma decisioni che sono prima di tutto sua responsabilità, perché è vero che la Giunta regionale sarda non può ignorare sicuramente problemi che riguardano il suo territorio e che riguardano i suoi cittadini, ma è pur vero che ognuno deve fare la sua parte. Sicuramente in questa vicenda credo che la Giunta l'abbia fatta, sul piano politico ma anche sul piano delle indicazioni, sul piano dell'impegno continuo, compreso oggi. Dopo questa riunione la Giunta si occuperà senz'altro dei problemi della cartiera, però qui ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Sicuramente la Giunta ha ripetutamente sollecitato e continuerà a farlo fino in fondo - indicando, ripeto, anche le soluzioni, quindi andando anche al di là del suo ruolo - che ciascuno assuma le sue decisioni che gli competono e si prenda tutte le responsabilità di queste decisioni.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Cadoni.
CADONI (M.S.I.-D.N.). Signor Presidente, la mia domanda è rivolta all'Assessore della sanità. Come tutti sappiamo, in Sardegna la sanità versa in condizioni disastrose; i cittadini che hanno purtroppo necessità delle cure mediche vivono le disfunzioni del settore sulla propria pelle. Non meno gravi sono i problemi dell'assistenza sociale; questo a causa dei ritardi e delle lacune con cui viene applicata la legge regionale numero 4 del 1988 sul riordino dei servizi socio-assistenziali. Nello specifico approfitto di quest'occasione per riproporre oralmente l'interrogazione già inviata per iscritto all'Assessore alla sanità e che temo rimanga senza risposta, come le centinaia di interrogazioni a cui la Giunta e i vari Assessori che si sono susseguiti in questa legislatura non hanno dato mai risposta. Chiedo dunque di sapere come intenda procedere l'Assessore nella ripartizione dei fondi per gli investimenti previsti dalla succitata legge, visto che il mancato arrivo ai comuni di queste somme impedisce il completamento dei programmi sull'assistenza sociale. Con l'occasione chiedo anche di sapere a che punto sia l'erogazione delle provvidenze ai malati di mente previsti dalla legge "44" del 1987 e perché, nonostante le assicurazioni fornite dall'allora assessore Marrosu al mio collega di Gruppo, onorevole Porcu, proprio in occasione del precedente question time, non siano state attivate le procedure per la concessione dei benefici previsti dalla legge regionale numero 15 che è andata a sostituire la legge "44".
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
STERI, Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Ringrazio l'onorevole per la domanda. Ritengo doveroso precisare, per quanto concerne le interrogazioni che sono state rivolte al mio Assessorato, di aver richiesto una copia di tutte le interrogazioni e interpellanze rimaste inevase. Il Presidente della Commissione, cortesemente, me le ha fornite in fotocopia tutte; ho pregato la struttura dell'Assessorato di procede nei tempi più brevi possibili a dare tutte le risposte. Ovviamente, nel caso in cui mi dovesse essere segnalata un'urgenza provvederò a dare una risposta immediata. Chiedo scusa per quanto non ho potuto ancora fare.
Per quanto riguarda la legge numero 15 sull'assistenza psichica non è potuta partire, perché era previsto che i malati dovessero essere sottoposti al vaglio di una commissione in cui è prevista la presenza di un funzionario medico dirigente della Regione. Avendo la Regione un unico funzionario con questa qualifica non è stato possibile far partire le commissioni. Per altro è stato approvato ad agosto dalla Giunta regionale un disegno di legge di modifica di questa norma. Ritengo pertanto, per quanto riguarda la legge numero 15, che in tempi brevissimi, appena il Consiglio approverà la riforma, si possa partire.
C'è inoltre il problema del pagamento degli arretrati dovuti in base alla legge numero 44. Abbiamo provveduto al pagamento di una parte di questi arretrati. Ho chiesto all'assessore Barranu di incrementare notevolmente il capitolo di bilancio nel 1994 per poter procedere alla quasi totale estinzione del debito. Spero di poter essere qua tra sei mesi a dare una risposta positiva.
Per quanto riguarda il piano socio-assistenziale, io mi sono ritrovato un piano socio-assistenziale, presentato dal precedente Assessore, che non era stato approvato dalla Commissione sanità perché erano state rilevate delle irregolarità. In particolare non era stato sentito il parere dell'apposita commissione istituita presso l'Assessorato della programmazione. Con recente norma di legge, il parere di questo comitato non è più richiesto: ho pregato pertanto gli uffici di procedere al riesame del piano socio-assistenziale per presentarlo nei tempi più brevi possibili in Giunta sperando entro ottobre di poterlo presentare in Commissione. Vi è però il problema che ho un'altra somma del capitolo di bilancio a disposizione. Anche questa spero in tempi brevissimi di poterla ripartire e dare delle risposte concrete. PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Pau. Ne ha facoltà.
PAU (Gruppo Laico Federalista). Signor Presidente, Assessore della pubblica istruzione, per avere qualche ragguaglio visto che in sede locale, a Nuoro, non riusciamo ad avere notizie più precise riguardo alla scommessa degli anni '90 di vincere il malessere economico e sociale della provincia di Nuoro investendo nella cultura con questa fantomatica università di Nuoro. Finalmente, l'anno scorso, si era addivenuti ad un accordo e dovevano partire tre facoltà, in particolarmente due legate all'ambiente e anche all'istituendo Parco nazionale del Gennargentu, più in particolare la facoltà di scienze ambientali e di scienze forestali.
Nell'ultima seduta del consiglio comunale di Nuoro, il sindaco non è riuscito a svelare il mistero - uno dei meglio conservati di questo Paese - di che cosa avrebbe deciso il consiglio universitario nazionale. Per sapere da lei, Assessore della pubblica istruzione, per quanto la Regione è stata coinvolta in queste vicende, che nelle zone interne vi assicuro è diventato un problema di grande rilevanza ed importanza, non solo per la possibilità per gli studenti nuoresi di frequentare un ateneo che abbia delle forti radicazioni anche con l'ambiente locale, per sapere da lei quali iniziative intenda prendere la Regione dopo che il Ministro per l'università, il ministro Colombo, ha dato qualche settimana fa assicurazioni che sarebbero partite queste facoltà e non si sa niente della decisione del consiglio universitario nazionale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
AZZENA, Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Mi consenta l'onorevole Pau di iniziare con una battuta che non vuole essere irriverente, ma riprendendo un po' l'intonazione che ha dato al discorso direi, che "mi chiama a fare la talpa". Credo che sarà più chiaro quando avrò esposto le idee che mi sono potuto fare in proposito. Ovviamente anche per me è una visione settoriale sostanzialmente e sottolineo che in questa materia, forse più che in altre, la Regione ha possibilità di intervento modestissimo e si fa carico di un potere di influenza più che di poteri specifici. Credo che un contributo anche dalla Giunta sia stato dato a questo proposito. Molto è valsa però, bisogna riconoscerlo, la pressione degli enti locali nuoresi e credo che la carenza di informazione sia dovuta al fatto che il problema - diciamo così, non vuole essere una interpretazione eufemistica - coinvolge gli interna corporis dell'Università. Questo credo di poterlo dire sfruttando la mia doppia esperienza. Ci sono quindi problemi che riguardano l'autonomia universitaria, in particolare l'autonomia delle singole facoltà. In sintesi, il problema è che c'è un divieto nazionale alla proliferazione di nuove università, che si traduce con l'unica arma valida per arginare la marea di richieste che non vengono condivise. Questo strumento è la mancata erogazione di cattedre, di posti di ruolo sostanzialmente, che sono necessari almeno in una quantità minima. Si può supplire con incarichi esterni ma almeno un nucleo, un nocciolo duro deve essere di posti di organico. La via per arginare questo, era quella di una dotazione di cattedre, che doveva partire secondo un giro elusivo - chiamiamolo così - che doveva vedere le facoltà da destinare le cattedre esistenti e il Ministro compensare il sacrificio di queste cattedre.
Il Ministro, visto che la situazione non si sbloccava con un atto di coraggio ha invece invertito il procedimento e assicurato l'erogazione di cattedre alle tre facoltà sarde interessate. Questo lo ha portato però in rotta di collisione col consiglio nazionale che ha ribadito il divieto di erogare cattedre direttamente per nuove università. Il problema è avviato a soluzione con la collaborazione di due delle tre facoltà interessate; all'interno della terza facoltà ci sono dei problemi oggettivi che impediscono che si profitti di questo atto di coraggio del Ministro, il quale atto di coraggio del Ministro deve però ancora materializzarsi in un provvedimento formale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Desini.
DESINI (P.S.D.I.). Assessore Marini, credo nella separazione del potere deliberante da quello dell'esecutivo; il contrario è confusione pericolosa. Oggi avviene che funzionari facciano il commissario e il commissario faccia il funzionario. Invoco il rispetto della struttura amministrativa dell'ente, l'ordine gerarchico e delle competenze, l'autonomia amministrativa e funzionale. Si è invece preferito seguire la strada della presunzione, dell'alterigia e del provincialismo, trasformando l'Esit in una modesta e asettica Pro loco. "Mi viene impedita la facoltà di organizzare il lavoro, dirigere l'ufficio e, soprattutto, di proporre e attuare una svolta sostanziale dell'ente che non può essere la cassa di risonanza dell'associazione degli albergatori". Questo è un passo della lettera del 14.9.93 con la quale il coordinatore generale dell'Esit, dottor Giovanni Maria Sanna, rassegna le dimissioni dall'incarico lanciando un vero grido d'allarme. Il contenuto della lettera è un vero atto d'accusa nei confronti del commissario straordinario. Le chiedo pertanto se, nella sua funzione di Assessore del turismo, ha intrapreso l'iniziativa del caso per accertare le gravi affermazioni del coordinatore generale e, se accertate, abbia intenzione di rimuovere le cause di questo grave stato di conflittualità tra gli organi amministrativi e politici dell'Esit che sta determinando gravi danni non solo all'ente preposto per la divulgazione dell'immagine e la promozione del turismo ma a tutta la Sardegna che in tale settore assiste purtroppo ad una preoccupante crisi.
Assessore Marini non ritiene che sia il caso di riferire al Consiglio?
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore del turismo, artigianato e commercio.
MARINI, Assessore del turismo, artigianato e commercio. Se il Consiglio ritiene, l'Assessore può trovare un'occasione più opportuna quanto meno per il tempo a disposizione.
Il commissario dell'Esit, signor Luigi Crisponi, gode della fiducia della Giunta, della fiducia e della stima dell'Assessore. In pochissimi mesi di lavoro sta dimostrando come si può dirigere in modo razionale ed efficiente un ente pubblico regionale. Fornirò a lei e, a questo punto, a tutti i membri del Consiglio, oltreché ai componenti della Giunta, nei prossimi giorni il programma di lavoro che l'Esit, d'intesa con l'Assessore, sta definendo e che svilupperà nei prossimi giorni a partire dall'8 e 9 ottobre, quando si svolgerà in Sardegna un workshop internazionale che collocherà la nostra Isola al centro degli interessi degli operatori turistici d'Europa e non solo d'Europa.
Il signor Sanna, coordinatore generale dell'Esit, ha avuto anni per dimostrare che questo ente poteva essere veramente uno strumento di promozione del turismo in Italia e fuori dall'Italia.
Ognuno può esprimere i suoi giudizi e le sue valutazioni. Il signor Giovanni Sanna si è dimesso senza pressioni di nessuno dall'incarico di coordinatore dell'Esit; le sue dimissioni non sono state richieste da nessuno, né dall'Assessore, né tanto meno dal commissario. Io ho valutato con grande attenzione le sue lettere e devo dire che sono preoccupato ed esterrefatto che un funzionario scriva le cose che ha scritto il signor Sanna, esterrefatto e preoccupato del fatto che un funzionario come il dottor Sanna conceda interviste alla stampa dicendo che non l'Esit deve essere sciolto ma l'Assessorato al turismo.
I funzionari sono al servizio dell'amministrazione e devono essere gli strumenti attraverso i quali l'amministrazione realizza le proprie strategie. Occorrerebbe che questo principio di elementare correttezza fosse seguito da tutti i funzionari della nostra amministrazione. Ne guadagneremmo sicuramente in efficienza e in serietà.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Cogodi.
COGODI (Rinascita e Sardismo). Signor Presidente, noi avevamo pensato inizialmente di non partecipare a questa che si rappresenta da tempo ormai come una cerimonia inutile, poi abbiamo cambiato opinione perché abbiamo visto delle novità, la prima è la presenza della Giunta. Era un desiderio che più volte abbiamo espresso da diversi mesi a questa parte, stante il fatto che quasi sempre il Consiglio regionale non può iniziare i suoi lavori per l'assenza totale della Giunta regionale. C'è una novità che è importante, la Giunta esiste, almeno fisicamente. Inoltre, questa cosa che chiamiamo question time sa molto di cerimonia ma sa adesso anche di combine perché, se l'utilità è la spontaneità della domanda e della risposta, non comprendo perché degli Assessori rispondono con risposte scritte. Significa che conoscevano già la domanda.
(Interruzioni)
Non serve, tanto vale scambiarsi una lettera. Abbiamo anche appreso - e questo è un ulteriore elemento di novità positiva - che la Giunta regionale non viene di norma in Consiglio perché, come dice il Presidente della Giunta, anche gli Assessori debbono riposare, perché debbono ritemprare le forze, recuperare le energie per combattere la battaglia contro lo Stato. Per sostenere la "vertenza Sardegna" c'è bisogno di più riposo, e questa può essere una spiegazione plausibile. Quindi vi sono delle novità, vere, sostanziali, per cui valeva la pena di impegnarci in questo question time.
Con i pochi secondi che mi restano, riprendo una questione di merito che ha già sollevato il collega Planetta e che riguarda la vicenda dei piani territoriali paesistici. Non è vero che vi sia un ritardo di due giorni; la legge imponeva alla Giunta regionale di produrre i piani paesistici e di pubblicarli, cioè di renderli noti, entro il 31 luglio e a oggi i piani paesistici non sono conosciuti dai cittadini, dagli operatori e neppure dai consiglieri regionali. La Giunta poteva chiedere una dilazione del termine perché violare le leggi vuol dire rendere illegittimi gli atti che ne conseguono. Si dice che i piani paesistici sono ancora in via di ricopiatura, o di riproduzione materiale o di esame da parte di altri organi. Non sollevi gli occhi al cielo assessore Balia! Fino a qualche giorno fa, fino a ieri, noi non abbiamo avuto neppure la delibera della Giunta datata 2 agosto perché non c'era, perché è stata stesa nei giorni scorsi e se ci vogliono due mesi per stendere una delibera, vuol dire che la Giunta ha deliberato su un titolo, non sui piani. Insomma, in questa vicenda dei piani paesistici, nella sua gestione - io non ho titolo per giudicare in altri termini ma in termini politici sì - io sono convinto che c'è del marcio, molto marcio.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere il Presidente della Giunta.
CABRAS (P.S.I.), Presidente della Giunta regionale. Più che una domanda mi sembra un giudizio che io voglio sperare sia di ordine politico, perché se fosse oltre questo, bisognerebbe come si usa nelle aule di giustizia, trasmettere tutti gli atti a chi di dovere. Qui non siamo in un'aula di giustizia, io per quanto mi compete non ritengo che ci sia proprio niente di marcio. I tempi sono quelli che ha ricordato l'Assessore, gli atti sono stati adottati seguendo scrupolosamente la procedura e non mi pare che ci sia niente di illegittimo. In ogni caso la Corte dei conti è chiamata a verificare se c'è qualcosa di illegittimo, perché così la legge dice. Se la Corte dei Conti apporrà un sigillo sulla procedura significherà evidentemente che anche la Giunta ha rispettato le procedure.
PRESENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Ferrari.
FERRARI (P.S.I.). La mia domanda è rivolta all'Assessore della difesa dell'ambiente e debbo dire onestamente che non è stato preavvertito. Riguarda l'istituzione dei parchi regionali. Secondo me, un parco si istituisce, si realizza, gode di vita lunga se ha il consenso della popolazione; se così non è, si può anche istituire con legge ma avrà senz'altro vita breve. Ora, perché un parco goda del consenso delle popolazioni interessate, è necessario che i cittadini interessati ne abbiano un beneficio concreto. Se noi consideriamo quali sono i parchi previsti dalla legge regionale numero 31, se noi esaminiamo le proposte di parco che sono state fatte, ci rendiamo conto di quali risorse ingentissime siano necessarie per attuare questi parchi. Tenendo anche conto delle risorse che possono arrivare dalla Comunità economica europea, la Regione non può essere sicuramente in grado di far fronte a queste spese. Arrivo alla domanda: al fine di evitare il rischiosissimo perpetuarsi di vincoli della legge regionale numero 31, senza nulla realizzare per voler tutto realizzare, quale programma concretamente realizzabile l'Assessore si propone? Grazie.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SANNA EMANUELE, Assessore della difesa dell'ambiente. Ringrazio il consigliere Ferrari per questa domanda e confermo che non c'è stata combine né in questa né in altre circostanze. La domanda è opportuna perché, nel breve spazio di due minuti, mi dà la possibilità di dire al Consiglio regionale che la Giunta si è mossa finora e intende muoversi anche nel prossimo futuro esclusivamente nell'ambito degli accordi e dei patti programmatici sottoscritti dalla coalizione che sostiene questo Esecutivo. La legge numero 31 istituiva dei parchi regionali e dei parchi naturali della nostra regione è stata approvata, come ricorda sicuramente l'onorevole Ferrari, nel 1989. A distanza di cinque anni nessun parco regionale è stato istituito; il Parco nazionale del Gennargentu che nel frattempo, per decisione del Parlamento, è diventato appunto area protetta di interesse nazionale è anch'esso, per responsabilità quasi esclusivamente del Governo nazionale, fermo al palo di partenza. Noi abbiamo realizzato le conferenze dei servizi previste negli accordi programmatici in tutte le aree dei futuri parchi regionali; presenteremo nelle prossime settimane le leggi istitutive dei singoli parchi e a quel punto le decisioni saranno affidate all'autonoma volontà e sovranità del Consiglio regionale della Sardegna. Il nostro intendimento è quello di rispettare la volontà del legislatore regionale del 1989, di istituire delle aree protette che siano non riserve dove la natura e il bene ambientale viene esclusivamente tutelato e contemplato, ma dove si possa utilizzare correttamente ai fini dello sviluppo anche il valore economico del patrimonio ambientale e naturale della nostra Isola. Per raggiungere questo importante traguardo, onorevole Ferrari, abbiamo vitale necessità del consenso e della legittimazione sociale delle popolazioni direttamente interessate, ed è in questa battaglia che siamo massicciamente e quotidianamente impegnati.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Sardu.
SARDU (P.D.S.). Vorrei rivolgere l'interrogazione all'assessore Balia. Come ella sa, Assessore, il programma presentato in occasione della costituzione di questa nuova maggioranza e quindi di questa Giunta, prevede l'approvazione di una legge istitutiva dell'area metropolitana cagliaritana. Ora, ella è sicuramente a conoscenza che la "142" rimanda alla legislazione regionale questa materia, e che sono state presentate in questi anni diverse proposte di legge dai diversi Gruppi. Penso siano proposte di legge ormai datate, da rivedere, e comunque credo che a lei come alla Giunta non sfugga la necessità che si arrivi quanto prima in Consiglio regionale con un progetto di legge per l'introduzione di questa nuova istituzione nell'ambito della Regione Sardegna. La necessità parte dal fatto che ormai è abbastanza chiaro a tutti che qualsiasi problema di natura infrastrutturale - penso alla questione dell'Università, penso alla viabilità e agli assetti produttivi, al problema abitativo, ai problemi che riguardano la società civile di questa importante zona della Sardegna, ricordo che un quarto della popolazione gravita su questa zona - non si può risolvere nelle singole municipalità, ma deve essere affrontato e risolto in un contesto più ampio. Credo che sia quindi importante, Assessore, che ella - considerato anche il fatto che sono passati dieci mesi dall'istituzione di questa Giunta e di questa maggioranza e che pochi ancora ne mancano, perché questa fase istituzionale e politica sta per finire - assuma l'impegno di mettere in condizioni il Consiglio regionale di deliberare e decidere su questo importante provvedimento.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica.
BALIA, Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica. Concordo perfettamente con l'onorevole Sardu circa l'urgenza di dare piena attuazione alle norme di legge che tendono ad un riordino, anche sotto il profilo legislativo, che dia garanzie, che dia certezze. Questo argomento è all'ordine del giorno della Giunta regionale già dalla scorsa seduta; non è stato discusso semplicemente per mancanza di tempo, resta all'ordine del giorno della seduta di martedì prossimo e verrà discusso in uno con le altre problematiche legate alla "142", e alle altre norme di legge che delegano oggi la Regione sarda a legiferare anche relativamente all'istituzione di nuove province. Il dibattito che allo stato attuale dovrà svilupparsi all'interno della Giunta regionale quindi non sarà solo limitato all'area metropolitana di Cagliari, per la quale abbiamo avuto un primo contatto, sia pure embrionale, con la stessa amministrazione comunale della città capoluogo, per uno scambio di idee che è rimasto molto sul generale. Il dibattito in Giunta ricomprenderà la problematica dell'area metropolitana e verrà esteso a tutti gli altri problemi e a tutti i disegni di legge giacenti o che la Giunta sta predisponendo relativamente alle ipotesi di riforma.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare la domanda l'onorevole Baghino.
BAGHINO (D.C.). Io vorrei interrogare l'assessore Sanna. Lei tempo fa ha firmato un decreto che vieta la caccia. Chiedo scusa al Consiglio se il mio è un quesito particolare, ma riguarda la caccia, e la strumentalizzazione politica da parte di partiti e di omuncoli che si devono candidare alle regionali, dell'insofferenza di cacciatori non seri. Io credo che la stragrande maggioranza di cacciatori seri abbia accolto con favore, come il sottoscritto, il suo provvedimento tanto per dire le cose coram populo. Lei ha fatto questo provvedimento che vieta la caccia e purtroppo nell'isola di S. Antioco c'è stata una reazione, che io ritengo giusta, per il fatto che il provvedimento è stato firmato pochissimi giorni prima. Assessore, mi creda, la stragrande maggioranza dei cacciatori seri l'ha accolto, perché già nel passato c'è stato un altro Assessore che ha preso un provvedimento analogo, concordandolo con loro. Il provvedimento mira a salvaguardare la caccia nell'isola di S. Antioco, perché lei dice che nel riassetto del territorio la caccia sarà salvaguardata, non liberamente, che significherebbe ucciderla, data la difficoltà del ripopolamento tipico delle isole. L'obiettivo dell'Assessore quindi è di non rendere S. Antioco zona libera. Mi auguro che il suo provvedimento sia in sintonia con l'obiettivo della Commissione di creare nell'isola delle aziende faunistiche. Vorrei sapere qual è lo spirito che l'ha mossa, se è quello di tutelare l'interesse dei cacciatori seri, non degli altri che vengono strumentalizzati da chi cerca voti. Al di là del fatto che il provvedimento arriva in ritardo, se questo è il suo obiettivo, mi crea, siamo d'accordo con lei.
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore della difesa dell'ambiente.
SANNA EMANUELE, Assessore della difesa dell'ambiente. Sì, è vero, questa domanda mi era stata in qualche modo anticipata stamattina per telefono dall'onorevole Baghino. D'altro canto, l'onorevole Baghino, nell'esercizio corretto delle sue prerogative istituzionali di consigliere regionale, e quindi anche di controllo dell'attività di governo della Giunta e degli Assessori, mi ha chiesto su questo provvedimento, anche nei giorni scorsi, dei chiarimenti. Io ribadisco, qui in Aula, che il decreto col quale è stata temporaneamente proibita l'attività venatoria nell'isola di S. Antioco era un provvedimento giuridicamente doveroso e opportuno anche dal punto di vista della più equilibrata tutela del patrimonio faunistico di quell'Isola.
L'autogestita di S. Antioco che, è bene precisare, per estensione territoriale è la più grande della Sardegna e forse la più grande del nostro Paese, perché raggiunge la dimensione incredibile di circa 9 mila ettari, era da due anni senza rinnovo di concessione. Il fatto che la concessione non sia stata rinnovata, per un parere tecnico motivato del Comitato faunistico regionale, ha reso inevitabile il provvedimento di sospensione dell'attività venatoria. Come conseguenza immediata io ho deciso, utilizzando anche due sentenze del Tribunale amministrativo regionale, che a seguito del mancato rinnovo della concessione a questa mega autogestita, che interessa il territorio del comune di S. Antioco e una parte rilevante anche del comune di Calasetta, si dovesse destinare il territorio della ex autogestita non alla libera caccia ma a oasi di ripopolamento, nelle more di una nuova pianificazione territoriale e venatoria dell'intera isola, che sarà fatta dagli organi tecnici competenti e il cui parere poi sarà tenuto nella dovuta considerazione da parte del comitato faunistico regionale e naturalmente dell'Assessore regionale.
Il provvedimento quindi permane con tutta la sua efficacia, e io vorrei cogliere quest'occasione, perché sono stato braccato questi giorni da un gruppetto di cacciatori, con cui ho potuto parlare soltanto ieri sera tardi, per ribadire che siccome, a norma di legge, è proibita l'attività di caccia, chi incita irresponsabilmente i cacciatori ad andare nei prossimi giorni a caccia nell'isola di S. Antioco deve sapere che espone i cacciatori a conseguenze penali abbastanza delicate.
PRESIDENTE. Ha facoltà di formulare l'ultima domanda l'onorevole Puligheddu.
PULIGHEDDU (P.S.d'Az.). La mia domanda è rivolta all'Assessore dell'agricoltura. Si tratta di un problema, Assessore, su cui non può interferire la Jervolino, non può interferire la CEE, non può interferire nessuno, basta un po' di buona volontà da parte della Giunta e in particolare sua. Come lei sa meglio di me, l'Assessore dell'agricoltura distribuisce le sponsorizzazioni e i contributi per la pubblicità ai prodotti sardi. Quest'anno, a differenza degli altri anni, il suo Assessorato, quindi lei, vorrebbe scorporare una parte di queste cifre per destinarla all'Assessorato dello sport, che non ha capitoli di bilancio in proposito, comunque dopo che gli interessati hanno già fatto la domanda all'Assessorato dell'agricoltura, così come negli anni scorsi. Pur essendo questa probabilmente un'iniziativa positiva è inopportuna in questo momento. Questi contributi vanno distribuiti così come è stato fatto neglia nni scorsi, per evitare che si verifichi quello che è successo per i contributi per il risparmio energetico, prima gestiti da due e poi da un solo Assessorato, e cioè che chi aspetta questi contributi non li riceve, né dall'Assessorato dei lavori pubblici, né da quello dell'industria.
Vorrei inoltre ricordarle che fra le altre ditte si sponsorizza la Casar, che distribuisce prodotti napoletani, perché i fagioli, le lenticchie, i ceci ed altri prodotti vengono comprati già inscatolati, nella provincia di Napoli. Ho già sollevato in Consiglio questo problema. Anche se non è una grande cosa e non risolve i problemi, se i fagioli, le lenticchie, i ceci, gli altri prodotti che vengono acquistati già inscatolati e si vendono nei supermercati con l'etichetta Casar, li producessimo in Sardegna probabilmente non ci sarebbe oggi neppure l'occupazione dell'Assessorato dell'agricoltura da parte dei serricoltori.
Le chiedo: è possibile accertare che le sponsorizzazioni e i contributi siano dati a tutti coloro a cui spettano? E' possibile in qualche modo intervenire sulla Casar che vende prodotti non sardi che vengono sponsorizzati come sardi? E infine, è possibile dare una risposta positiva ai serricoltori che hanno occupato il suo Assessorato?
PRESIDENTE. Ha facoltà di rispondere l'Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale.
PIRARBA, Assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale. Le domande sono tante e sono tutte abbastanza complesse. Naturalmente sono tutte legittime e sono tutte urgenti. Cominciamo dalla prima, quella relativa allo sport. Come è nato questo problema? E' nato non per mia volontà o per volontà dell'Assessorato, ma dall'esigenza di tener conto delle ridotte disponibilità finanziarie per un verso e dell'invito delle autorità di controllo per un altro e il risultato è stato che l'insieme delle risorse destinate alle sponsorizzazioni si è ridotto. Naturalmente questa riduzione ha provocato reazioni negative, tutte legittime, perché il vantaggio indiretto che arriva allo sport è sicuramente positivo, perché lo sport contribuisce all'educazione dell'uomo. Noi abbiamo affrontato il problema in modo che, riconoscendo allo sport una grande funzione educativa e sociale, potesse esserci riservato, all'intero del bilancio dell'Assessorato allo sport, un capitolo finanziato già dal 1993 con 3 miliardi e 500 milioni, tanti quanti cioè ne occorrono per far fronte alle esigenze derivanti dal mancato accoglimento delle richieste rivolte all'Assessorato dell'agricoltura, in questo modo, dando inizio a una differenziazione fra la cura dell'attività commerciale e quindi la previsione delle sponsorizzazioni con le possibili ricadute economiche, dalle attività sportive, che legittimamente hanno diritto ad essere sostenute. Questo è il criterio generale che ci ha aiutato.
Quanto ai fagioli e ad altri prodotti che dalla Casar sarebbero utilizzati, io mi ritengo impegnato ad operare nella direzione di un controllo adeguato. Voglio comunque assicurare all'onorevole interrogante, ma anche al Consiglio, che questo problema c'è talmente presente che abbiamo chiesto un incontro ad hoc al Ministro dell'ex Ministero dell'agricoltura proprio per far presente l'esigenza della dilatazione per esempio delle quote della barbabietola da zucchero e delle quota per il pomodoro nella consapevolezza che noi abbiamo bisogno di dare il massimo sviluppo possibile, all'interno della nostra agricoltura, a tutte quelle colture che possono essere in qualche modo non solo integrative ma necessarie per il completamento del ciclo industriale verso il quale l'attività della Casar è rivolta. Grazie, mi scuso della telegraficità.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, i lavori del Consiglio riprenderanno domani alle ore 10.
La seduta è tolta alle ore 12 e 05.
Allegati seduta
Testo dell'interrogazione annunziata in apertura di seduta
Interrogazione Ruggeri - Cocco - Dadea - Cuccu - Satta Gabriele, con richiesta di risposta scritta, sull'adozione di atti che possono contrastare od ostacolare la realizzazione del "Progetto Montevecchio-Ingurtosu-Funtanazza".
I sottoscritti,
PREMESSO:
- che a seguito della lotta dei lavoratori nella primavera del 1991 era stato elaborato un piano di riconversione industriale incentrato sul "Progetto Montevecchio-Ingurtosu-Funtanazza", e finalizzato ad un nuovo utilizzo produttivo delle strutture minerarie del Guspinese;
- che all'attuazione di questo progetto sono affidate, in non piccola parte, le speranze di un rilancio occupativo in una zona tra le più colpite dalla crisi degli insediamenti produttivi;
- che l'area mineraria del guspinese rappresenta una delle pagine più importanti della storia industriale dell'isola, fusa con la più complessiva storia sociale delle popolazioni; e che in quest'area sono presenti le testimonianze di un'arte mineraria particolarmente ricca d'innovazione tecnologica. Anche di qui la previsione del progetto di percorsi e di un museo di archeologia industriale;
- che la tutela delle testimonianze della cultura materiale è essenziale per la salvaguardia della più complessiva identità della Sardegna, secondo le indicazioni della recente legge sulla cultura approvata dal Consiglio regionale;
- che secondo notizie apparse sulla stampa e le denunce dei sindacati del Guspinese, Campidano, Marmilla, Trexenta vi sarebbe il pericolo che il predetto "Progetto Montevecchio-Ingurtosu-Funtanazza", elaborato da Agensar, Snam e Agip Petroli, finisca per essere vanificato a seguito dell'avvenuta autorizzazione, a favore di un operatore del settore del bario, per l'utilizzo dell'impianto di trattamento di Levante, e che tale impianto rappresenta una parte essenziale per la realizzazione del museo di archeologia mineraria previsto dal progetto in argomento;
tutto ciò premesso chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'industria per conoscere quali iniziative intenda adottare al fine di una sollecita e piena attuazione del progetto indicato in premessa, e per impedire che lo stesso venga ostacolato o limitato da iniziative con esso contrastanti. (626)