Nota stampa della seduta n. 75

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 75 – Intera giornata
Martedì 1 settembre 2020

Approvata la legge di riforma sanitaria con quattro ordini del giorno ad essa collegati (da TU n.112-121 ”Riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia. Abrogazione della legge regionale n. 10 del 2006, della legge regionale n. 23 del 2014 e della legge regionale n. 17 del 2016 e di ulteriori norme di settore”)

Il presidente del Consiglio, Michele Pais, ha aperto la seduta 75 e ha messo in discussione il Testo unificato 112 e 121 relativo alla riforma del sistema sanitario sardo.

Nella discussione precedente erano stati stralciati gli articoli 41 e 17 e la discussione è ripresa dunque da quest’ultimo e dai relativi emendamenti.

Il presidente della commissione, on. Domenico Gallus, ha espresso i pareri su ogni emendamento e sull’emendamento di sintesi 17, che ha ricevuto il parere favorevole della Giunta.

Hanno preso la parola sull’ordine dei lavori Piero Comandini (Pd) e Desirèe Manca (M5S), che hanno accettato di valutare il ritiro degli emendamenti previa lettura dell’emendamento di sintesi.

L’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, ha chiesto ai colleghi di “iniziare la discussione generale dell’articolo 17 e  quando sarà pronto l’emendamento di sintesi si potrà eventualmente sospendere per valutarlo”. Ma il Pd, con il capogruppo Gianfranco Ganau, ha ribadito la richiesta di sospensione dei lavori per consentire la lettura dell’emendamento di sintesi, “che contiene nuove disposizioni anche con riferimento all’ospedale di Alghero”.

Il presidente Pais ha sospeso dunque i lavori per cinque minuti.

L’emendamento di sintesi 17 prevede che l’ospedale Microcitemico di Cagliari sia trasferito all’Azienda 8 di Cagliari, l’Oncologico di Cagliari passi dal Brotzu all’azienda ospedaliera universitaria di Cagliari. Stesso destino per l’ospedale Regina Margherita di Alghero, che si prevede sia trasferito all’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari.

Alla ripresa dei lavori, l’on. Rossella Pinna (Pd) ha chiesto come mai “la maggioranza e la giunta intendano procedere senza acquisire il parere del ministero, nonostante quanto era stato annunciato. Si stanno buttando a mare quarant’anni di buona medicina, siamo contrari a che i nostri ospedali siano trattati come mercanzia dei baroni, sulla pelle dei talassemici e di tutti i malati sardi e le loro famiglie”. L’esponente Pd ha letto in aula le parole del comitato “Difendiamo il Microcitemico di Cagliari” e di altre associazioni di volontariato che operano al Microcitemico.

Ha preso la parola l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu: “La giunta sino a oggi non ha infarcito le aziende sanitarie di cortigiani, questa attività è da imputarsi da chi ci ha preceduto. Abbiamo bandito 39 selezioni, mille assunzioni attraverso concorsi: non è qualificante il suo intervento, onorevole Pinna”.

L’onorevole Ganau sull’articolo 17 ha detto invece: “Un intervento di riorganizzazione di una rete ospedaliera ha bisogno di ben altro respiro. Sarebbe il caso di inserire parecchie precisazioni ma deve essere anche chiaro che con la perdita della struttura di Ortopedia l’ospedale di Alghero non potrà mai essere come Ozieri ospedale di primo livello. E’ evidente che le motivazioni di questa decisione non c’entrano nulla con l’efficienza sanitaria”.

Anche l’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso perplessità sull’emendamento di sintesi e ha parlato di “reazione scomposta dell’assessore Nieddu davanti alle parole della collega Pinna. Se restasse in aula, assessore, potrebbe sentire questo intervento. L’emergenza Covid in corso è molto più importante delle poltrone”.

Per l’on. Massimo Zedda (Progressisti) “sarebbe stato opportuno prendere posizione su quanto è accaduto nelle scorse due settimane in Sardegna sotto il profilo dei contagi. Perché dunque non utilizzare questa prima seduta per toccare questi problemi? Invece no: ecco un emendamento di sintesi all’articolo 17 mel quale si scorpora tutto, Oncologico e Microcitemico e pure Alghero. Si parte dall’esigenza dei pazienti? No. Si parte dalla richiesta delle università di Cagliari e Sassari, che saranno pure fondamentali. Ma in una fase di emergenza come questa si poteva chiedere al governo di attendere prima di accorpare ospedali per ottenere requisiti ”. Anche l’oratore ha letto stralci di un documento degli operatori sanitari dell’ospedale Oncologico, contrari all’accorpamento in questo momento.

Dalla maggioranza l’on. Franco Mula (Psd’Az) ha detto: “E’ poco opportuno che ci diate dei cortigiani perché ci stiamo ancora tenendo i vostri cortigiani, che continuano a fare disastri nella sanità. Abbiamo liste d’attesa aumentate grazie a loro, ai manager nominati da voi”.

A seguire l’on. Oppi (Udc) ha preso la parola riprendendo l’intervento della collega Pinna: “Nel 2014 è stata approvata una riorganizzazione sbagliata della rete ospedaliera, questo va detto. Quindi dovete sempre esercitare un mea culpa. Certo, io mi batterò perché Alghero sia ospedale di primo livello ma i disastri li avete fatti voi, scrivendo barzellette e corbellerie. Vogliamo parlare dell’errore di aprire il Mater Olbia, voluto solo da Renzi e dal Del Rio”. (C.C.)

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha citato le difficoltà di un paziente di ricevere le cure necessarie per sottolineare la necessità di far ripartire l’attività ordinaria della sanità sarda, che è ancora molto indietro e non per responsabilità della precedente maggioranza. Il cittadino-paziente, ha sostenuto, va messo finalmente al centro del sistema sanitario così come vanno assicurate le stesse condizioni di acceso e di trattamento per tutti i sardi, ovunque risiedano, in un quadro di uguaglianza reale che nei fatti non c’è. Questi erano e restano i veri problemi della sanità sarda, ha ribadito Cocco, al di là di astratte questioni sulla governance che poco interessano le persone che purtroppo soffrono. Nel merito, secondo il capogruppo di Leu, l’intervento sull’ospedale di Alghero è un errore perché precluderà per sempre a quella struttura di acquisire il ruolo di primo livello.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha detto in apertura di volersi sottrarre al gioco delle parti fra quanto si è fatto nella legislatura precedente e quanto si vuole fare ora, soprattutto perché la maggioranza, in carica ormai da un anno e mezzo, ha il dovere di trovare soluzioni. Rivolta al governatore, la consigliera ha chiesto che tipo di risposte concrete ed urgenti si possono dare oggi ai malati sardi, che cercano una salute migliore ed hanno diritto di ottenere le cure migliori; la verità è che queste risposte, per l’ennesima volta, non ci sono, perché la maggioranza ha preferito occuparsi di cambiare il nome di questa o quella struttura per motivazioni politiche.

In replica l’assessore della Sanità Luigi Nieddu, lamentando la scarsa informazione emersa da alcuni interventi, ha ricordato che ci sono diverse fasi nella gestione della pubblica amministrazione che, fra l’altro, sono state espletate nel corso di una gravissima pandemia mondiale. Tuttavia, ha rimarcato, gli interventi concreti a favore dei pazienti ci sono e sono anche molto consistenti, a cominciare dalle oltre 700 assunzioni fatte nell’emergenza, oltre a stabilizzazioni e scorrimento di graduatorie precedenti.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione degli emendamenti.

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha messo l’accento sul fatto che la proposta della maggioranza mira a ridefinire la governance del sistema sanitario ma ha dimenticato tutto il resto,  tralasciando soprattutto l’obiettivo strategico di assicurare ai cittadini la migliore salute possibile

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha chiesto il voto segreto per parti sull’emendamento di sintesi.

Successivamente sono stati respinti alcuni emendamenti della minoranza. A seguire, come richiesto dal capogruppo del Pd Ganau, è stato messo in votazione votato a scrutinio segreto l’emendamento di sintesi n.887, suddiviso nei tre commi che compongono il testo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, ha espresso dissenso sull’interpretazione del regolamento della presidenza, ricordando che il consigliere Michele Ennas aveva chiesto la parola sull’ordine dei lavori.

Il presidente ha precisato che il regolamento prevede la precedenza per le richieste sulle modalità di voto.

Ai voti, l’emendamento è stato approvato con tre scrutini, col seguente esito: primo comma 33 favorevoli contro 17, secondo comma 35 contro 14, terzo comma 32 contro 21; astenuto il M5S e nel terzo anche il consigliere Antonello Peru di Udc-Cambiamo. Di conseguenza, sono stati dichiarati decaduti gli emendamenti collegati.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame dell’art. 41 sul piano per l’ammodernamento delle strutture ospedaliere, con gli emendamenti collegati.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha criticato il piano per la indeterminatezza dei criteri di assegnazione delle risorse, strumento indispensabile per individuare le vere priorità in modo oggettivo, per esempio attraverso certificazioni, quantità e qualità delle segnalazioni di eventuali carenze e disservizi.

Dopo una breve sospensione della seduta, è stato respinto l’emendamento dell’opposizione n.863 e subito dopo la presidenza ha effettuato un riordino degli altri emendamenti dichiarandone inammissibili alcuni per mancanza di copertura ed altri per decadenza, mentre altri ancora sono stati ritirati.

L’Assemblea ha poi iniziato la discussione di alcuni ordini del giorno.

Il consigliere del M5S Michele Ciusa, firmatario, di tre proposte in materia di condizione dei malati diabetici, ha chiesto ed ottenuto la discussione unitaria. Nel suo intervento, dopo aver ricordato, la larghissima diffusione della patologia in Sardegna (che colloca la Regione ai primi posti in Italia e nel mondo) ha affermato che questo dato strutturale avrebbe meritato la massima attenzione del sistema sanitario pubblico: cure di grande qualità e tecnologie all’avanguardia, ma purtroppo la realtà è ben diversa come segnalano da tempo operatori del settore e pazienti.

Alle proposte contenute negli ordini del giorno del consigliere Ciusa hanno aderito anche i consiglieri Giorgio Oppi (Udc-Cambiamo), il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, il consigliere Gian Franco Satta dei Progressisti e la consigliera del Pd Rossella Pinna che, fra l’altro, ha segnalato i disagi dei pazienti del Medio Campidano per il trasferimento della struttura ambulatoriale a Sanluri.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

L’assessore della Sanità Mario Nieddu, in replica, ha riconosciuto l’importanza della problematica, aperta da molto tempo, comunicando che l’esecutivo sta operando per ottenere la dotazione dei micro-infusori, operazione non facile perché, anche alla luce di una gara svoltasi recentemente in Piemonte, la normativa vigente prevede la forniture dei supporti più avanzati non allo stesso prezzo dei precedenti ma solo dietro relazione motivata dello specialista. Quanto all’ambulatorio del Medio Campidano, ha precisato Nieddu, si tratta di uno spostamento di appena 7 km che forse avrà durata temporanea.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha sollecitato il parere della Giunta su alcuni ordini del giorno, con riferimento a quelli che prevedono aumenti di spesa, ed ha richiesto la sospensione della seduta prima del voto finale sulla riforma sanitaria.

L’assessore della Sanità Mario Nieddu ha chiarito che il parere della Giunta è contrario.

Ai voti, gli ordini del giorno sull’assistenza ai malati diabetici sono stati approvati. Il primo con 26 contro 21, ed il secondo con 26 voti a 24.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve interruzione della seduta, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, ha riassunto la presidenza il presidente Michele Pais

Il Consiglio ha poi respinto il terzo ordine del giorno del consigliere Ciusa con 31 voti a 13.

A seguire è stato esaminato l’ordine del giorno n.5 (Cossa e più) sul sostegno all’esportazione della carne suina, dopo la sconfitta definitiva della peste.

Il primo firmatario Michele Cossa (Riformatori) ha sostenuto la necessità di rafforzare le iniziative per rimuovere gli ostacoli che hanno finora bloccato l’esportazione carne suina, dopo una lunga azione di contrasto della peste iniziata nella precedente amministrazione ed opportunamente proseguita da quella attuale. Ora che la peste è stata sradicata, ha concluso, queste produzioni regionali di eccellenza possono e devono fare un salto di qualità importante per contribuire alla crescita del nostro settore agroalimentare.

La proposta di Cossa è stata condivisa da numerosi consiglieri regionali, a cominciare da Salvatore Corrias del Pd ed ancora il capogruppo di Leu Daniele Cocco e Gianfranco Satta dei Progressisti, Nico Mundula di Fdi, Roberto Caredda del Misto, Giuseppe Talanas di Forza Italia, Alessandro Solinas del M5S e Pietro Moro di Udc-Cambiamo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, favorevole, ha ripreso in parte il problema degli usi civici, ricordando che la normativa regionale vigente vieta alle famiglie sarde di allevare una scrofa ed è un fatto ingiusto del quale dovranno occuparsi al più presto la commissione ed il Consiglio, perché siamo in presenza di un trattamento scandaloso per le nostre aziende e di un danno per l’economia sarda. Quanto alla questione specifica degli usi civici, Mula ha detto di non sapere come il collega Giagoni intenda introdurla, ma la verità è che riguarda il 90% dei Comuni sardi e la situazione è molto peggiorata dopo una sentenza della Corte costituzionale che ha reso di fatto inapplicabile una legge regionale; a questo punto bisogna vedere quali passi si possono fare.

Subito dopo la seduta dell’Aula è stata sospesa come richiesto dal capogruppo della Lega Giagoni.

Alla ripresa dei lavori, lo stesso Giagoni ha presentato un emendamento orale che ha lo scopo di “avviare le procedure necessarie per l’assegnazione degli usi civici finalizzata alla regolarizzazione degli allevamenti suini”, per rappresentare la mano tesa della Regione ad allevatori che si vogliono mettere in regola.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, si è espresso contro, perché a suo avviso “è un emendamento formulato molto male”, che non ha fondamento giuridico.

L’ordine del giorno, quindi, è stato messo in votazione nel testo originario ed approvato.

Successivamente i lavori sono stati sospesi e riaggiornati per il pomeriggio alle 16.30.

Il presidente ha infine dato notizia che la seduta congiunta delle commissioni Lavoro ed Attività produttive si terrà domani pomeriggio alle 15. (Af)

Alla ripresa pomeridiana dei lavori, il presidente Pais ha aperto le dichiarazioni di voto sul testo finale della riforma. Per l’on. Massimo Zedda “alla fine di questa riforma resterà l’idea che, al di là delle dichiarazioni di principio, la sanità sia slegata dalla vita quotidiana, alla prevenzione, all’alimentazione, alle condizioni di vita di ciascuno dei sardi. Resterà una moltiplicazione di poltrone e una fibrillazione del sistema sanitario che francamente in questa fase ci potevamo risparmiare”.

Differente opinione quella dell’on. Mele (Lega Sardegna): “Siamo dunque alla conclusione di questa riforma e quello di oggi è un grandissimo risultato frutto del lavoro di squadra della maggioranza, della commissione Sanità e dell’assessore Nieddu. Seguirà la riorganizzazione delle rete territoriale e dei servizi e procederemo a un ascolto attento del territorio per i passi futuri”.

L’on. Gianfranco Satta per i Progressisti ha detto che “la pandemia probabilmente non ha insegnato nulla ad alcuni, visto che non considerate che i livelli di assistenza devono essere garantiti a tutti. E invece questa riforma non garantirà pari diritti sanitari”.

Per l’on. Alessandro Solinas (M5S) “il voto è contrario perché le criticità che questa legge presenta sono tutte non nei buoni propositi ma nelle realtà. State moltiplicando poltrone senza mettere al centro i cittadini”.

“Persino Massimo Zedda in campagna elettorale attaccò la asl unica”, ha detto Fausto Piga (FdI). E ha aggiunto: “Noi siamo costretti a fare questa riforma per sistemare i disastri che avete combinato e gettiamo le basi per un sistema sanitario migliore riportando le Asl nei territori e cercando di ridurre le liste d’attesa”.

Per l’on. Aldo Salaris (Riformatori sardi) “è necessario che riportiamo la sanità nei territori e a questo scopo servirà la ricostituzione delle aziende sanitarie. Abbiamo resistito all’emergenza dei mesi scorsi ma dobbiamo ora frenare lo scadimento dei servizi sanitari nelle strutture periferiche”.

“Avete sbagliato il tempo di questa riforma”, ha detto l’on. Daniele Cocco (Leu), “spero che questi giorni vi abbiano fatto capire quali sono le risposte che non arrivano e dove dovete intervenire. I giudizi si daranno quando questa riforma produrrà risultati ma ci sono discrasie importante nel testo e sarà difficile che questa legge possa entrare in funzione”.

Favorevole alla riforma il gruppo di Forza Italia con l’on. Emanuele Cera: “Finalmente si completa il primo e più importante punto programmatico di questa maggioranza. Avete trascurato i bisogni delle persone, adottando il modello di azienda unica che nulla ha a che vedere con servizi sanitari adeguati alle persone che vivono in tutti i territori dell’Isola”.

Per il presidente della commissione Sanità, on. Domenico Gallus, “sarà il futuro a dirci se stiamo facendo bene ma certo la commissione ha lavorato tutta per il bene comune. Anche l’apporto della opposizione è stato teso a migliorare il testo e di altissimo livello è stato l’apporto del decano del Consiglio regionale, l’onorevole Giorgio Oppi”.

Contrario il voto dell’on. Giuseppe Meloni (Pd): “Questa non è una riforma ma una restaurazione, state continuando nel percorso di anni fa quando avete iniziato a raccontare che tutte le colpe della Sanità sono di Pigliaru e di Arru. E’ preoccupante continuare a dire che la Asl è il problema della Sardegna”.

Stessa posizione per l’on. Rossella Pinna (Pd): “In tre minuti si può dire poco delle tante cose che avrei da dire. Stamattina ho usato la parola cortigiano e ora spiego chi è il cortigiano nel Rinascimento e quale ruolo aveva per il principe. Ecco, i vostri si sono rivelati mediocri cortigiani. Basta alibi”.

Per il Movimento Cinque stelle l’on. Desirè Manca ha detto in esordio “no a questa riforma sanitaria, che nulla ha a che fare con il benessere del cittadino sardo. Queste otto asl non servono a ridare dignità ai territori dei sardi perché sarà il direttore dell’Ares a decidere davvero tutto”.

L’on. Daniele Cocco (LeU) ha chiesto la parola per segnalare all’assessore Nieddu il problema di alcuni studenti sardi che domani non potranno effettuare il test per l’ingresso di Medicina in quanto positivi al virus Covid 19.

A seguire l’on. Stefano Tunis ha esordito così: “Voto positivo a nome del Gruppo Misto, ereditiamo una sanità sarda percepita come inefficiente. Ora spetta a noi intervenire e recuperare efficienza sul territorio e sulla rete ospedaliera”.

Dall’opposizione è intervenuto l’on. Ganau (Pd), secondo cui “questa è una pessima legge che ritorna alle otto Asl senza risolvere una sola criticità. Ci sono 48 nuovi posti di potere che aggiungono a tutti quelli che avete generato sinora e tutto questo con norme di dubbia legittimità costituzionale”.

L’on. Peru (Udc) ha definito questo testo come “una riforma naturale e obbligata, chiesta dai cittadini e pure dalla minoranza.   Siamo alla fase preparatoria di altre riforme: quella della rete ospedaliera e della rete territoriale”.

Dal Psd’Az l’on. Giovanni Satta ha annunciato il voto favorevole e ha ricordato che “nella vecchia maggioranza nessuno voleva fare la  riforma che stiamo abrogando. Tanto è vero che è stata ripudiata, insieme all’assessore. E non parliamo di poltrone, perché avete elargito denari a dirigenti di sinistra che non ne avevano manco i meriti”. (C.C.)

Il consigliere del Pd Piero Comandini, citando uno studio psicologico che traccia la differenza fra percezione e realtà, ha sostenuto che quella differenza può essere applicata anche alla riforma della sanità sarda voluta dalla maggioranza. Si tratta di una legge con pretese riformiste ma che in realtà è populista, ha continuato, quando si rivolge plebiscitariamente ai cittadini senza guardare davvero al futuro.

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha detto che la riforma non gli piace soprattutto perché crea l’ennesimo super-ente regionale che produce diseconomie ed inefficienze, mentre è migliore la parte che si rivolge ai territori, almeno nelle intenzioni. Infatti, ha osservato, è da tempo che si cerca di definire i cosiddetti “ambiti ottimali”, anche in sanità, ma senza alcun risultato concreto. In definitiva, ha concluso, è una riforma che cerca di fare tutto con costi enormi, senza nessuna garanzia di successo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha dichiarato che la riforma è una legge ambiziosa, che punta al cuore dei problemi della sanità sarda attraverso impostazioni diverse dal passato che non hanno retto alla prova dei fatti. La scelta principale, ha ricordato, è portare la sanità vicina al cittadino ed agli abitanti delle tante zone interne dell’Isola. Poltrone? Secondo Mula ogni riforma comprende necessariamente l’individuazione delle persone migliori per garantirne la corretta applicazione.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu ha espresso una valutazione positiva della riforma della sanità sarda, da tempo in grande difficoltà e con problemi aggravati dall’emergenza Covid. La riforma è un primo importante impegno mantenuto dalla maggioranza, ha aggiunto Saiu, ed è il primo passo per ricostruire un sistema sanitario regionale profondamente colpito dal centralismo della riforma precedente fondata sulla Asl unica.

In sede di replica, l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha evidenziato, ringraziando il Consiglio per i preziosi contenuti emersi dal dibattito, che al di là delle differenze politiche la Sardegna aveva ed ha bisogno di una profonda riforma del sistema sanitario regionale. La legge, ha poi osservato, non si occupa di gestione ma interviene sul nodo principale dell’Ats che in qualunque testo di management sanitario viene indicata come un modello sbagliato. Quanto alle presunte ingerenze politiche in materia di nomine si segue una legge del ’99 che, secondo Nieddu, è una buona legge perché consente alla politica di approvarsi del suo ruolo di arte nobile al servizio dei cittadini, Il ritorno alle 8 Asl, ha detto ancora l’assessore, esplicita la vera scelta di campo di portare la sanità vicina ai cittadini ed ai pazienti e non è vero che l’articolazione territoriale produca diseconomie, anzi al contrario le ha prodotte la centralizzazione dell’Ats.

Il presidente della Regione Christian Solinas, dopo aver ringraziato il Consiglio, la commissione e quanti hanno lavorato con grande impegno alla stesura della legge, ha invitato tutti a sottrarre la riforma sanitaria alla cronaca, una riforma composta da tre leggi organiche (governance, sanità territoriale e rete ospedaliera) delle quali il Consiglio approva oggi solo la prima. Con questa legge inoltre, ha precisato, si è scelto di prendere quanto di buono era stato fatto nel passato migliorandolo dove possibile, ma soprattutto restituendo ai territori quanto avevano chiesto, cioè di valorizzare il rapporto fra istituzioni e cittadino anche in campo sanitario, con l’obiettivo di creare economie di scale su problemi di dimensione sovra-territoriale ma non a scapito della vicinanza fra servizi ed utenti. Quando la riforma sarà completata, ha continuato, potremmo davvero incidere su tutti i nodi della sanità sarda. Ed abbiamo iniziato a farlo, già con questa prima legge, tornando ad investire sulle nostre strutture sanitarie, mentre in una seconda fase ne progetteremo e realizzeremo di nuove, proprio per rispondere ad una domande reale fortemente espressa da tutta la società sarda.

Il presidente del Consiglio si è associato ai ringraziamenti espressi dal presidente della Regione.

Si è proceduto poi allo scrutinio, con il seguente risultato: favorevoli 36, contrari 18, astenuti 1.

Il presidente ha chiuso la seduta riconvocando il Consiglio per domattina alle 10.30 con un ordine del giorno, ancora da mettere a punto, sull’emergenza Covid. (Af)

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