Nota stampa della seduta n. 70

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 70 – antimeridiana

Martedì 10 giugno 2025

Al via la discussione generale sul disegno di legge n.83 “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto legge n.6 del 29 maggio 2024 convertito in legge con modificazioni il 24 luglio 2024, n.105”.   Cagliari 10 giugno 2025 – Il Consiglio regionale ha avviato i lavori sotto la presidenza del presidente Piero Comandini. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno,  il cosiddetto “Salva casa”: il disegno di legge n. 83 (Giunta) “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, convertito, con modificazioni, in legge 24 luglio 2024, n. 105”. Il presidente ha, quindi, dato la parola al relatore di maggioranza, Gianluigi Piano (Pd), che ha ripercorso l’iter del disegno di legge n. 83/A in commissione e ha, in apertura, ringraziato per il lavoro fatto il presidente della IV commissione, Roberto Li Gioi, l’assessore dell’Urbanistica, Francesco Spanedda, e i commissari di minoranza e di maggioranza, che hanno lavorato in armonia. Piano ha ricordato che “durante l’audizione l’Assessore si è soffermato puntualmente sulle parti della riforma che il disegno di legge non ha recepito e, in particolare, sul mutamento di destinazione d’uso perché la disciplina vigente, contenuta nella legge regionale n. 23 del 1985, è ritenuta più avanzata e, ancora, sullo standard dimensionale dell’alloggio monostanza che, nella norma nazionale può arrivare fino al limite dei 20 metri quadri per una persona e di 28 metri quadri per 2 persone, sia per consentire al progettista abilitato di asseverare la conformità del progetto alle vigenti norme igienico sanitarie, sia perché tali dimensioni si ritengono insufficienti a garantire adeguati standard abitativi”. La Commissione ha successivamente calendarizzato un ciclo di audizioni per acquisire le osservazioni dei portatori di interessi e degli ordini professionali, dell’Anci e dell’Asel, dei sindacati datoriali e dei lavoratori del comparto edilizio e delle associazioni ambientaliste. “Ne è scaturito un testo che ha recepito gran parte delle istanze e osservazioni provenienti dalle reti delle professioni tecniche e dagli stessi gruppi di opposizione nella asserita convinzione – ha continuato Piano – che il contenuto della disciplina contenuta nel disegno di legge sia di tipo eminentemente tecnico e che, quindi, dovesse tenere in debito conto le posizioni espresse dai tecnici e dagli enti locali”. La Commissione ha apportato alcune modifiche al disegno di legge presentato dalla Giunta, ha spiegato il relatore, che “sono, da un lato, di mero drafting normativo e, dall’altro, di carattere sostanziale”. Piano ha, poi, sottolineato ed elencato le modifiche più significative attuate dalla Commissione, che riguardano gli articoli 2, 5, 6, 11, 12, 14, 17 e 18. “L’obiettivo principale è la semplificazione dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, eliminando incertezze applicative e riducendo i tempi burocratici. Il disegno di legge mira, infatti, a trasformare la legge regionale n. 23 del 1985 nel Testo Unico dell’Edilizia della Sardegna, equivalente regionale della Legge 380/2001 a livello nazionale. Questo rappresenta un salto qualitativo – ha detto – nell’organizzazione normativa regionale, garantendo certezza del diritto attraverso un quadro normativo organico e coordinato, e semplificando l’applicazione delle norme per tecnici e amministrazioni”. Piano ha poi aggiunto che “perché questo riordino rappresenti davvero una facilitazione concreta per i cittadini sardi, è indispensabile accompagnare l’approvazione della legge con gli interventi complementari di carattere operativo, quali un’adeguata attività di formazione e aggiornamento di tecnici e funzionari degli enti locali, una revisione rapida della modulistica e un generale potenziamento dello sportello Suape”. Il relatore di maggioranza si è poi soffermato sul mancato recepimento della disciplina dello standard dimensionale dell’alloggio monostanza, sia da parte della Giunta proponente sia da parte della Commissione. “Secondo l’opinione di alcuni tra i soggetti auditi lo standard dimensionale suddetto necessiterebbe di applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale e, pertanto, il suo mancato recepimento potrebbe determinare l’impugnazione della legge da parte del Governo dinnanzi alla Corte Costituzionale. Sul punto, la Commissione ha valorizzato la circostanza che la Regione Sardegna, essendo dotata di competenza primaria in materia edilizia, è tenuta, in base allo Statuto di autonomia, al solo recepimento delle norme fondamentali delle riforme economico sociali. La Commissione, dopo una attenta analisi del rapporto tra vantaggi e svantaggi che tale recepimento determinerebbe nel tessuto urbano, con una evidente prevalenza dei secondi, e soprattutto il convincimento che lo standard dimensionale minimo dell’alloggio monostanza sia difficilmente qualificabile come una norma fondamentale di riforma economico sociale, ha ritenuto di non recepire lo standard in parola nella piena convinzione che la valorizzazione dell’autonomia regionale si sviluppi in piena coerenza con il quadro nazionale”. Per Piano il disegno di legge in esame rappresenta un intervento organico e necessario per l’adeguamento della normativa edilizia regionale sarda alle recenti disposizioni nazionali, e si configura come un’operazione di modernizzazione e razionalizzazione del sistema edilizio isolano. “Attraverso il recepimento selettivo e critico delle modifiche apportate dal decreto legge n. 69/2024, convertito nella legge n. 105/2024, la Regione Sardegna si avvale della propria autonomia statutaria in materia edilizia, mantenendo gli standard più avanzati già presenti nella legislazione regionale e tenendo conto delle proprie specificità territoriali” e, ha aggiunto, “persegue il fine, eliminando le incertezze applicative, di semplificare e rendere più agevoli i rapporti tra cittadini, professionisti e pubblica amministrazione”. Piano infine ha esortato l’Aula ad approvare il disegno di legge nell’interesse generale a prescindere dall’appartenenza politica. Il vice presidente Giuseppe Frau ha quindi dato la parola al relatore di minoranza, Antonello Floris (FdI), che ha evidenziato come “La Regione Sardegna è in manifesto ritardo nel recepimento della Legge n.105 del 2024. Ciò ha determinato incertezze interpretative della disciplina Edilizia Regionale, riguardanti la immediata applicabilità di alcuni articoli di grande riforma economico-sociale”. Una difficoltà, che in altre Regioni a statuto speciale, come la Regione Sicilia, è stata superata, ha spiegato Floris, individuando attraverso una circolare esplicativa (circolare n.12002/2024, pubblicata l’8 agosto 2024, quindi 1 mese dopo l’approvazione della L. n.105) le norme immediatamente applicabili con recepimento dinamico. In seguito con legge regionale 27/2024 ha introdotto le restanti norme con recepimento statico. Al fine di scongiurare eventuali impugnazioni da parte del Governo, è fondamentale analizzare attentamente la relazione tra la normativa statale urbanistica e la legislazione regionale in materia. Floris ha poi citato la leggera inviata dal Ministro delle Infrastrutture e trasporti e il parere del Cal. Nella prima si legge: “lo schema di disegno di legge Regionale non sembra riconoscere le nuove disposizioni Nazionali sulla superficie minima degli alloggi nonché la riduzione dei limiti di altezza da 2,70m a 2,40m. Sul tema preme ricordare che la materia relativa agli standard edilizi si configura quale livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, non potendosi ammettere  – su aspetti di primario rilievo sociale ed economico – una tutela frammentaria e diversificata della disciplina di settore”. Floris ha poi citato il parere del Cal: “Occorre ricordare che il decreto-legge n. 69 del 2024, convertito, con modificazioni, in legge n. 105 del 2024, sul quale il disegno di legge n. 83 interviene in fase di recepimento, va a incidere sul decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 che è norma di grande riforma economica e sociale” e ha aggiunto “Il comma 3 del nuovo articolo 2-bis dispone: “ai fini di una corretta applicazione delle definizioni di cui al comma 1, la realizzazione di nuovo volume in una costruzione esistente è considerata ristrutturazione edilizia se avviene all’interno della sagoma esistente, nuova la costruzione in caso contrario, mentre la disciplina nazionale consente la ristrutturazione con modifica di sagoma e potenziale incremento volumetrico dove possibile, escludendo il vincolo dalle categorie dell’articolo 142 e 136 del codice Urbani.  Ed è proprio su questo punto che, secondo il relatore di minoranza bisogna porre attenzione, in quanto “l’art. 3 dello Statuto di autonomia speciale prevede che, anche nelle materie di competenza legislativa esclusiva (quali l’urbanistica e l’edilizia), la Sardegna debba legiferare in armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico dello Stato e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica”. Floris ha poi richiamato la normativa vigente e alcune sentenze della Corte costituzionale. Tra i diversi articoli su cui il relatore si è poi soffermato ci sono l’articolo 11 “sull’agibilità delle abitazioni di superficie sino ai 28 mq e ai 20 mq e di altezza non inferiore ai 2,40 metri”, sui sottotetti, l’articolo 14 “sull’edilizia libera”, l’articolo 15, il 2 ter “Sullo stato legittimo degli immobili” e l’articolo 13 “sui mutamenti di destinazioni d’uso”. Floris ha poi evidenziato “che nel corso dell’esame del testo in Commissione, i consiglieri di minoranza hanno lavorato con spirito costruttivo, formulando numerose istanze di modifica di natura tecnica, al fine di scongiurare il rischio impugnazione e con l’obbiettivo di semplificare l’attuale normativa regionale. Per dare alla Sardegna una legge urbanistica organica, degna di questo nome, che orienti la pianificazione strategica e territoriale e consenta agli operatori (amministratori pubblici e privati) di agire in un quadro di assoluta certezza. Legge di cui si sente davvero il bisogno da tanti anni”. E ha aggiunto che “si constata che la maggior parte delle osservazioni e proposte di modifica del testo da parte dei portatori di interesse, (Cal, Rete delle Professioni tecniche, Ance, e gli altri), non sono state accolte”. “Per quanto sopradetto, il voto dei Consiglieri di minoranza relativo all’esame del testo, è stato un voto di astensione. Gli stessi si riservano in aula di produrre alcune istanze di modifica al Disegno di Legge”, ha concluso.   E’ quindi intervenuto Fausto Piga (FdI), che ha affermato che “oggi finalmente iniziamo a discutere il cosiddetto Salva-casa, un provvedimento importante e atteso che dovrebbe recepire integralmente il decreto Salva-casa dal governo Meloni”. Una norma, quella approvata dal governo, che per Piga traccia un percorso di semplificazione burocratica per piccole difformità e che dovrebbe essere recepita a cascata. Si tratta, ha spiegato, di un intervento normativo che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio edilizio esistenze e non di consumare altro suolo. Per Piga offre una risposta concreta e immediata per quanto riguarda gli alloggi temporanei e flessibili per lavoratori e studenti. Anche Piga ha ricordato che si tratta di una norma che il legislatore nazionale ha qualificato come grande riforma economico-sociale per invitare tutte le Regioni a recepire integralmente il testo senza perdere tempo. Secondo il consigliere, però, la presidente Todde è la maggioranza preferiscono lo scontro con il Governo per nascondere le notizie sull’immobilismo e il pressappochismo di questa maggioranza. Per Piga le modifiche sono un errore visto che si tratta di una riforma economica e sociale e quindi superiore allo Statuto speciale. “Tutto quello che si poteva sbagliare si è sbagliato”, ha detto, evidenziando che gli errori saranno poi pagati dalle imprese, dalle famiglie e dai cittadini. E sugli alloggi di 20 mq ha spiegato che si tratta solo di agevolare gli alloggi temporanei e flessibili. In conclusione Piga ha fatto i suoi auguri di buon lavoro ai sindaci e agli amministratori eletti, ma ha sottolineato il risultato negativo del referendum. Piga si è, infine, offerto di prestare un foglio di carta e una penna alla presidente Todde, nel caso in cui stesse pensando alle dimissioni. Il presidente della IV Commissione, Roberto Li Gioi (M5S), ha sottolineato che quella in esame è una legge fondamentale per la ripartenza del settore edilizio. L’esponente della maggioranza ha spiegato che la Commissione ha fatto un lavoro approfondito e adeguato alle esigente peculiari della Sardegna, senza limitarsi a fare i “passacarte”. Li Gioi ha ribadito che la Sardegna è una regione a statuto speciale, che ha potestà primaria in urbanistica “e non vogliamo venire meno a questa prerogativa”. Il presidente ha spiegato che con questo testo si è anche voluto semplificare il quadro normativo e delle procedure,  elemento essenziale per far ripartire uno dei più importanti settori economici dell’Isola. Li Gioi ha ricordato l’importanza di tutti i suggerimenti e i contributi raccolti dai soggetti sentiti in audizione, che sono stati esaminati con attenzione dalla Commissione nell’interesse della collettività sarda che “abbiamo messo al centro del nostro agire”. “Abbiamo rimandato al mittente la lettera di un politico padano”, riferendosi alla lettera inviata dal Ministro delle Infrastrutture e Trsporti alla presidente della Regione e al presidente del Consiglio regionale. “Un atto gravissimo”, ha detto, “uno sgarbo istituzionale che non si era mai verificato nella storia dell’autonomia sarda”. Sulla decisione di non recepire la riduzione a 20 mq per gli appartamenti, ha sottolineato che in 20 mq, tolto bagno e il disimpegno, restano poco più di 13 mq: “Non è vivere”, ha detto. Li Gioi ha sottolineato di aver apprezzato l’atteggiamento costruttivo della minoranza in commissione, che spera sarà lo stesso anche in aula. Il presidente della commissione ha ringraziato anche l’assessore Francesco Spanedda e il suo staff e il personale consiliare per il grande lavoro svolto su questo disegno di legge. Li Gioi ha concluso affermando che oggi “ Abbiamo una grande occasione per migliore la vita dei sardi”. Gianluigi Rubiu (FdI) ha ricordato che è passato quasi un anno da quando il  Governo ha approvato la legge 105 e che alcune regioni ci hanno impiegato appena un mese per recepire la legge, come la Sicilia.  “Noi abbiamo perso mesi preziosi, creando confusioni” e creando danni a Comuni, cittadini e imprese. “La legge Salva-casa non è un condono”, ha detto, “è una norma, finalmente di buonsenso, che non tocca nuovo suolo, ma corregge lievi difformità”. Per Rubiu sarebbe bastato applicarla, visto che si tratta “di una norma di riforma economico-sociale” che deve essere applicata su tutto il territorio nazionale, comprese le Regioni a statuto speciale (art. 3 dello Statuto speciale della Sardegna). Per il consigliere di minoranza la norma nazionale ha l’obiettivo di dare una nuova spinta al mercato immobiliare, consentendo la vendita di immobili bloccati da lievi difformità. Per Rubiu il DL 83 è destinato all’impugnazione e ha citato anche il parere del Cal. “Anche gli enti locali – ha detto –  chiedono rispetto delle norme nazionali, ma ancora una volta non vengono ascoltati”. Poi un passaggio sull’articolo 15 “salvato grazie al lavoro della minoranza”. Per il consigliere “anche stavolta le istanze dei sardi non sono state ascoltate” e ha citato anche il caso della proposta di legge Pratobello e della riforma sanitaria. “Mi auguro che i colleghi accolgano una parte dei nostri emendamenti”. (eln)   Nella discussione generale è poi intervenuto Franco Mula (Fratelli di Italia) che ha detto  che l’atteggiamento dell’opposizione è sempre stato propositivo. Non siamo qui a fare ostruzionismo, vogliamo solo costruire il testo migliore possibile. L’esponente di FdI ha affermato che il suo gruppo ha presentato 22 emendamenti soprattutto per evitare che questa legge sia impugnata dal Governo nazionale. Per Mula questa giunta è in forte ritardo ma “meglio tardi che mai” e non ha ascoltato i problemi reali riportati nelle varie audizioni, problemi che sono stati presentati sotto forma di emendamenti dal  gruppo di FdI.  Mula ha chiesto alla giunta di riflettere. “Abbiamo presentato degli emendamenti  su alcune modifiche che riguardano il Piano paesaggistico regionale, i piani di risanamento, alcune correzioni  sui pannelli fotovoltaici. Mi auguro che questa legge possa uscire dall’aula anche con il voto dell’opposizione e che non sia possibile impugnarla.  La nostra astensione in commissione – ha concluso – deve essere vista come un segnale di apertura”. Anche per Stefano Schirru (Misto)  su questa legge aleggia il pericolo dell’impugnazione. Il consigliere ha detto che si sarebbe aspettato che  questa giunta   lavorasse su una legge urbanistica per rispondere alle esigenze dei territori e dei comuni. Oggi il grande problema  – ha affermato – è che i comuni interpretano le leggi in maniera diversa l’uno dall’altro. Bisogna lavorare su una nuova legge urbanistica che coordini le varie leggi in materia. Ci vuole un provvedimento chiaro  che spieghi a tutti cosa si può fare e cosa non si deve fare. Alla fine della legislatura – ha aggiunto – dovrebbero mancare quattro  anni,  c’è tutto il tempo per prepararlo. Per Alice Aroni (Misto)  questo Disegno di legge è un passo importante, un lavoro corposo e necessario che prende atto del caos normativo esistente. Questo Disegno di Legge però arriva in Aula con grande ritardo nonostante in materia urbanistica la mancanza di regole chiare paralizzi l’intero territorio e alimenti la sfiducia nelle istituzioni. Per Aroni  questa giunta ha trasformato le urgenze in routine. Questo Disegno di legge è un intervento di “raccordo normativo” ma certo non è una legge organica. Servono regole chiare, applicabili e condivise. La semplificazione senza strutture adeguate e organici appropriati rimarrà inattuata. Aroni è stata molto critica anche sul metodo: è stato un percorso chiuso dove si è dimenticata la partecipazione politica . Stefano Tunis (Sardegna al centro 20venti) ha detto che questa maggioranza procede ostinatamente verso una norma che sarà impugnata. Si tratta di una norma debole, generata da un approccio ideologico inaccettabile, che non sarà applicata. “Se la maggioranza fosse  in contatto con il mondo reale – ha detto – saprebbe che se una norma si presenta debole è di difficile applicazione”. Per questo la migliore e preferita modalità di risparmio viene di fatto esposta al deterioramento. Se non si interviene su un bene questo non è più un’opportunità ma diventa un costo. Ma non volete ascoltare nessuno, neanche le amministrazioni comunali, gli operatori del settore, le fasce più deboli che hanno detto che non va bene. Riflettete: una legge disapplicata non fa altro che bloccare questo settore della nostra economia . (R.R.) Dopo l’on. Tunis ha preso la parola il consigliere Gianluca Mandas (Cinque Stelle), che ha detto: “Il decreto salvacasa è una norma che introduce alcune semplificazioni anche in ambito di sanatoria edilizia ma non introduce norme che vanno a pianificare il territorio. Non è una legge urbanistica ed è evidente che ai sardi e ai professionisti, agli uffici tecnici dobbiamo questo recepimento. Abbiamo fatto di più oltre a recepire: abbiamo riordinato la materia, con alcuni effetti sull’urbanistica”. L’oratore ha parlato “della necessità di salvaguardare la qualità del vivere e dell’abitare in Sardegna, dove a differenza della Lombardia non abbiamo il problema degli spazi ma della qualità dell’abitare”. Da FdI l’on. Cristina Usai ha esordito così: “siamo passati in un attimo dall’edilizia all’urbanistica ma sembra proprio che questa maggioranza le stia cercando tutte per scontrarsi con il governo”. L’oratrice ha indicato una lunga serie “di criticità nella legge che state portando in Aula” indicate da dirigenti e tecnici secondo cui “il lavoro degli uffici comunali sarà ancora  più complicato. Sarebbe stato invece più utile il recepimento integrale della legge salvacasa”. Per il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, “l’opposizione dovrebbe avere il coraggio di chiedere di eliminare la competenza primaria della Regione in materia edilizia e urbanistica e lasciare tutto allo Stato”. Per Agus “non è accettabile che si debba vivere nei tuguri e pensare che queste siano norme di riforme economico sociali. Queste sono metrature per le stanze, non per appartamenti”. Pronta la replica dai banchi di FdI a nome di Antonello Floris: “Qui non siamo davanti a norme politiche, perché anche 28 metri quadrati potrebbero essere insufficienti. E comunque vi ricordo che i Consigli comunali potrebbero prevedere appartamenti non inferiori ai trenta o ai quaranta metri quadrati”. Per Floris “ci sono migliaia di immobili da riqualificare nei Comuni sardi se si recepisce in fretta il salvacasa, anche ampliando le casistiche in edilizia libera e nelle destinazioni d’uso”. Sempre da FdI la consigliera Francesca Masala ha parlato di “salvacasa come norma urgente e necessaria per rilanciare il mercato immobiliare. Bene, questo testo arriva in ritardo e stravolge la legge nazionale e produce nuovi ostacoli: rischia di essere impugnato dal governo e non possiamo fare finta di nulla”. Per Gianni Chessa (FI) “in Italia, vedi Roma e Milano, c’è’ chi affitta una stanza a 700 euro al mese ma è impensabile che a Cagliari ci siano centinaia di famiglie che vivono sotto gli standard abitativi. Sul no ai 20 metri quadri sono d’accordo, non sono favorevole a situazioni come quelle del film di Pozzetto e ci spiace se il ministro Salvini la pensa diversamente. Se serve sospendiamo i lavori e troviamo un accordo perché non ci sono tante differenze tra tutte le posizioni in aula”. Per ultimo l’on. Alberto Urpi (Sardegna Venti/20) ha detto all’assessore Spanedda: “Siamo in ritardo rispetto a questo recepimento e questo ritardo ha fatto camminare a rilento gli uffici tecnici comunali”. Poi una serie di rilievi su altezze, superfici minime, modifiche di sagoma, immobili condonati e immobili che non hanno mai avuto bisogno di condono. “Cosa c’entrano questi rilievi che state introducendo rispetto al testo nazionale?”, ha detto Urpi. “Come mai stavolta non vi ponete il rischio di una impugnazione, nonostante Cal, Anci e Ance vi abbiano chiesto ben altre modifiche? Eppure di impugnazioni siete esperti, visto che tutte le leggi sinora sono state portate davanti alla Corte Costituzionale. Il patrimonio edilizio si recupera con strumenti idonei e veloci. Da quando accadde la tragedia dei bambini morti sotto un rudere, nonostante i tavoli e le buone intenzioni, non è cambiato proprio nulla. A voi piace complicare le cose per sentirvi nel giusto, un approccio ideologico che non ci appartiene”. I lavori dell’Aula riprenderanno alle 16.30. (C.C.)    
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