Nota stampa della seduta n. 176

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 176 – Antimeridiana
venerdì 22 ottobre 2021

  1. 284 (Giagoni e più)” Disposizioni di carattere istituzionale finanziario e in materia di sviluppo economico e sociale”: approvato l’articolo 5

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais che ha subito dato al parola al capogruppo dei Progressisti Francesco Agus per la prosecuzione del dibattito sulla legge n.284 “Omibus”. L’esame del provvedimento riprende dall’art. 5 “Disposizioni in materia di politiche sociali e sanità”. «E’ l’articolo che ha creato più problemi nella sua trattazione – ha detto Agus – il parere della commissione competente è slittato di una settimana, segno che non era scontato neppure da parte della maggioranza. Il tema deve essere affrontato in termini generali mentre, in questo articolo, lo si fa in modo frammentario». L’esponente della minoranza ha poi segnalato alcune criticità presenti all’interno del testo come la decisione di finanziare con 500mila euro alcune strutture diocesano per i bambini affetti da autismo mentre su altri aspetti, come la sclerosi multipla, non si sono avute risposte nonostante il pronunciamento unanime del Consiglio: «Non c’è la minima idea di quali siano le priorità – ha rimarcato Agus – un’altro aspetto riguarda il contributo al Mater Olbia. Non si tratta di un rimborso delle prestazioni, non stiamo dando al privato la possibilità di coprire le carenze della sanità pubblica ma un contributo di funzionamento con il quale acquisterà delle apparecchiature o assumerà sanitari e poi venderà le prestazioni al sistema pubblico. Non penso che questo sia contemplato dalle normative europee. In un momento come questo dove tutti segnalano problemi di liste d’attesa è assurdo che si finanzi una struttura privata. Dalla Sardegna sono ripresi i viaggi della speranza che diventano un costo per la Regione».

Critico anche il consigliere del Pd Salvatore Corrias (Pd): «Quanto successo ieri a Nuoro è emblematico, l’aver chiesto soccorso agli ospedali  Olbia e all’Ogliastra per trovare medici che garantissero il servizio di chirurgia del San Francesco la dice tutta sulla situazione in cui versa la sanità sarda. Non vorrei che la conclamata carenza di medici continui ad essere un alibi perenne. In Sardegna i territori periferici ne soffrono di più. Quanto è successo a Nuoro accade da tempo in altri territori, nel Sulcis e in Ogliastra – ha affermato Corrias – a Lanusei da lunedì prossimo l’unità di anestesia e rianimazione non riuscirà più a garantire i servizi oltre l’emergenza-urgenza. Quando si fermano questi servizi tutto il resto crolla. Per non parlare delle altre difficoltà nei reparti di oncologia e ortopedia o del rischio chiusura del punto nascita. Nonostante tutto si pensa di reclutare specializzandi o medici in pensione. Oggi in Ogliastra è tutto fermo, in questi territori non ci si può più ammalare e con la chiusura di pediatria e del punto nascita significa non poter nascere. Se muoiono gli ospedali muoiono i territori e noi non vogliamo morire».

Secondo Alessandro Solinas, l’art. 5  mette in luce la distanza tra le parole i fatti: «Tutti dicono che la sanità privata deve essere complementare rispetto a quella pubblica – ha detto Solinas- nei fatti però non è così. Il sistema privato sta avendo un occhio di riguardo da parte della Giunta regionale. Nell’oristanese i servizi pubblici vengono sistematicamente sostituiti da quelli forniti dai privati». Per Solinas i problemi della sanità pubblica non si risolvono solo con le elargizioni di fondi: «In questo settore serve la programmazione – ha proseguito l’esponente del M5S – questa è mancata e continua a mancare. Per superare i problemi di un ospedale non bastano i medici in affitto, non è questo il futuro. Questo scatenerà una guerra di campanile, molto pericolosa. La Regione dovrà elargire una valanga di soldi per soddisfare le necessità di tutti i territori. Mancheranno le risorse per formare i giovani medici».    

Anche per la collega di partito Desirè Manca l’articolo 5 presenta diverse anomalie: «Quando l’ho letto pensavo di trovarci le misure per risolvere i problemi della sanità sarda, invece non c’è nulla – ha detto Manca – stimo l’assessore Nieddu e so che vorrebbe agire ma evidentemente c’è qualcuno che lo frena. Quando si parla di persone malate, con patologie come la Sla, la sclerosi multipla o i tumori non si può restare indifferenti. E’ triste vedere che le richieste di aiuto provenienti da tutta la Sardegna rimangono inascoltate. In questo articolo non c’è nulla per risolvere i veri problemi. La sanità in Sardegna è morta. Cagliari e Sassari sono in sofferenza perché non esiste più l’assistenza territoriale. L’articolo 5 conferma la volontà di questa giunta intervenire più sul privato che sul pubblico, ma non tutti hanno la possibilità di pagarsi le cure. Vedo poi che si finanziano con 500mila le diocesi per la gestione delle comunità destinate ai bambini autistici o malati di sclerosi multipli. Che fine fanno i centri pubblici di Cagliari e Sassari?».

Secondo Giorgio Oppi (Udc) le carenze della sanità sarda vengono da lontano: «Ricordo l’assessore Dirindin quando affermo che nel Sulcis tre ospedali erano troppi – ha detto Oppi – quanto a Lanusei, qualcuno nella scorsa legislatura ha pensato di farne un ospedale di primo livello: è una pagliacciata».

Sul finanziamento alle strutture diocesane, Oppi ha chiarito: «L’emendamento sulle strutture delle diocesi è già cancellato. I 500mila euro possono essere destinati ai centri della sclerosi multipla di Sassari e Cagliari». Sulle altre questioni relative alle graduatorie, il cosigliere dell’Udc ha rivolto un invito all’assessore: «Prenda una decisione e blocchi il ricorso agli interinali. Si lasci lavorare chi sta già operando nell’emergenza Covid o nei Cup». Una considerazione, infine, anche sul Mater Olbia:«Sono io che l’ho combattuto per cinque anni. La Regione ha regalato 60 milioni. L’Ats ha il dovere di controllare e decidere sulle prestazioni».

Per Eugenio Lai (Leu), occorre trovare un percorso tutti insieme per potenziare la sanità territoriale: «Il Covid ha amplificato i problemi, non mi interessa se le responsabilità sono dell’assessorato o dell’Ats. Come classe politica abbiamo il dovere di cambiare le cose – ha affermato Lai – sull’art 5 ci saremmo aspettati soluzioni immediate per risolvere alcune emergenze, nel nuorese, in Ogliastra o nel Sulcis. La difficoltà è generale, spendere 22 milioni per il Mater Olbia non mi sembra corretto, viste le altre emergenze. Non sono contrario in via di principio alla sanità privata, ma questa deve reggersi sulle proprie gambe. Non è possibile che si eroghino risorse in modo forfettario quando le liste di attesa del pubblico continuano ad allungarsi. si utilizzino questi soldi per altro. E’ lei assessore Nieddu che deve dare le risposte. Serve un immediato cambio di rotta, ne va della vita dei nostri concittadini».

Per Domenico Gallus (Psd’Az) non esistono medici in affitto ma servizi: «Stiamo parlando del pronto soccorso di Ghilarza e Oristano. Serviva dare una risposta immediata ai pazienti. Ho sostenuto questa iniziativa: i servizi sono stati affidati a cooperative private, senza queste Ghilarza e Oristano avrebbero chiuso. Se non si è in malafede e non si vuole strumentalizzare allora chiedo: quando una persona sta male è preferibile trovare un medico o trovare il pronto soccorso chiuso? Nessuno quando sta male si chiede se il medico è il titolare o è in affitto. Se non ci sono i medici nel pubblico è giusto trovare altre soluzioni. Il diritto a curarsi è la priorità».

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco in apertura del suo intervento ha subito chiarito di non avere nulla di personale nei confronti dell’assessore alla sanità Mario Nieddu: «Avevamo segnalato da tempo le difficoltà del reparto di chirurgia a Nuoro. Chi ha diretto Nuoro in questi tre anni ora scarica le responsabilità su chi ha lavorato in trincea, rinunciando alle ferie e sobbarcandosi turni massacranti, riuscendo a garantire i servizi minimi. Non è accettabili che si scarichi sul personale sanitario le responsabilità – ha detto Cocco – mi fa piacere che si sia risolto temporaneamente il problema della chirurgia, perché non si è fatto prima? A dicembre altri tre medici andranno via da Nuoro, il problema di riproporrà. Si può trovare la soluzione per organizzare i turni di emergenza lavorando insieme a Oristano, Lanusei e Nuoro. Qualcuno però se ne deve occupare. Non lo deve fare l’assessore ma lo possono fare i dirigenti della Sanità. Occorre agire in fretta, ormai state governando da tre anni. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo».

Per Nico Mundula è ingeneroso scaricare le responsabilità sull’attuale giunta regionale: «Questo governo ha dovuto affrontare la pandemia. E’ probabile che non si sia riusciti a fare tutto per il verso giusto, ma occorre considerare la mancata programmazione degli anni scorsi. I medici non si possono inventare, per una specializzazione servono almeno 11 anni. In questo momento la Sardegna e tutta l’Italia non hanno specialisti – ha detto Mundula – come si può ovviare al problema? Nuoro aveva un ospedale fiorente ma non è crollato in un anno e mezzo. Nell’immediato non ci sono gli strumenti per far fronte alla situazione, c’è bisogno di misure straordinarie, non possiamo solo tamponare le falle. So che l’assessore si sta già muovendo e che ha presentato le richieste al Governo alcune delle quali potrebbero essere accolte». (Psp)

A nome della Lega, il consigliere Pierluigi Saiu ha definito l’articolo 5 il più importante della legge soprattutto perchè, per la prima volta, stanzia 13 milioni per medici che andranno in sedi disagiate o in aziende con gravi carenze di organico; uno di quei provvedimenti, che approvati 5 anni fa, avrebbero risolto molti problemi, dalle liste d’attesa risposte all’emergenza-urgenza, nel sistema sanitario nel suo complesso e nei dei singoli ospedali Così come 5 anni fa, ha proseguito, potevano essere finanziate borse di studio per la specializzazioni mediche, cosa che invece è stata fatta adesso e consentirà la formazione di oltre 250 specialisti. Cinque anni fa, ha aggiunto Saiu, si sono fatte altre cose, come Ats, azienda unica e tagli di personale. Quanta ipocrisia, ha lamentato l’esponente della Lega, in quanti fanno oggi interrogazioni su situazioni che hanno determinato in prima persona. E poi, ha concluso, non è vero che i problemi della sanità sono uguali dappertutto: al S. Francesco di Nuoro, ad esempio, si soffre la mancanza di medici e di personale sanitario, ma esistono anche gravi lacune di governance organizzazione e gestione, problemi che bisogna affrontare quanto prima. Ora è stata ripristinata la funzionalità del reparto di chirurgia, ma non è l’assessore che deve fare i turni ed organizzare i servizi, c’è qualcuno che non ha fatto il suo dovere e non deve stare al suo posto.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha esposto un documento da sottoporre alla presidenza della Giunta in materia di sanità nel quale, partendo dagli eventi degli ultimi giorni si analizzando le cause della grave carenza di personale del sistema sanitario dal quale negli ultimi 10 anni, sono usciti dal lavoro oltre 3000 medici che non sono stati sostituiti. Ad oggi, prosegue il documento esposto da Mula, essendo necessari anni per la formazione di un professionista, non ci sono condizioni per superare questa enorme carenza, per cui occorre una delibera straordinaria di Giunta con la quale, sia pure temporaneamente, siano coperte le esigenze dei presidi ad alta intensità assistenziale (cominciando dall’assistenza-urgenza) e dei reparti indispensabili alle strutture ospedaliere, in modo da far partire la riforma su basi solide. Le aree della Sardegna più colpite, ha concluso in capogruppo sardista, sono certamente Nuoro, Oristano, Carbonia ed Alghero, ma siamo preoccupati anche per l’Areus perché, da una parte, parrebbe che il servizio possa restare a Nuoro ma dall’altra non ci sono garanzie concrete, nonostante Nuoro sia in questa fase l’epicentro della crisi della sanità sarda.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, premettendo di voler evitare ulteriori polemiche, ha evidenziato positivamente che la legge prevede risorse aggiuntive su personale sanitario (anche se va precisata la destinazione per le sedi disagiate), potenziamento della specialistica ambulatoriale extra-ospedaliera, e prestazioni aggiuntive per il personale nel suo complesso. Il testo però, secondo Ganau, presenta non pochi limiti sull’emergenza territoriale, dove servono più fondi per coprire la forte carenza di mezzi, ed ambiguità sia sui centri diocesani per la cura dei malati di Asperger e sclerosi multipla (è vero che c’è un emendamento del collega Oppi ma non basta perché poi un altro sembra ridurre tutto ad “una partita di giro”), sia sul Mater Olbia rispetto al quale non c’è una imposizione del parlamento ma solo una proposta mentre la scelta l’ha fatta la Regione. Oltretutto, ha ricordato il capogruppo del Pd, contraddicendo la sua posizione dell’anno scorso quando quei fondi vennero destinati all’abbattimento delle liste d’attesa; la verità è che le risorse assegnate al Mater sono per il funzionamento e, a questo punto, tutti gli operatori privati potrebbero chiederli introducendo un precedente pericoloso. Infine i cosiddetti “medici in affitto” che, per Ganau, possono essere una soluzione nell’emergenza ma non si capisce come mai una struttura privata possa portare in Sardegna medici sottopagati e la stessa operazione non la possa fare la sanità pubblica.

Successivamente il capogruppo di Fdi Francesco Mura ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori il Consiglio ha iniziato l’esame degli emendamenti.

Numerosi emendamenti sono stati respinti per alzata di mano.

Approvati gli emendamenti n. 536 (integrato da un emendamento orale dell’assessore Fasolino che ripartisce il finanziamento di 1.5 fra tutti i centri che ospitano bambini malati di Asperger e sclerosi multipla a favore di strutture presenti in Sardegna, a prescindere dalla proprietà (non solo riferiti alle diocesi). Approvati anche lo stanziamento di 400.000 euro nel triennio al centro per la sclerosi multipla dell’ospedale Binaghi di Cagliari ed il potenziamento della rete dei servizi per l’Autismo (emendamento n.622). Voto positivo dell’Aula, inoltre, per l’emendamento n.52 che prevede interventi a sostegno del reddito per i lavoratori dei settori mese e pulizie. (Af)

Approvato all’unanimità l’emendamento 140, che prevede provvidenze economiche a titolo di rimborso delle spese a favore dei nefropatici trapiantati.

Rinviato invece dopo una lunga discussione l’emendamento 267 a firma di Manca (Cinque stelle e più) che punta ad assegnare un milione di euro a favore della Cardiochirurgia di Sassari per il pagamento di altro personale e per l’acquisto di dotazioni strumentali. L’on. Manca ha ricordato che “su questo tema c’è l’impegno dell’Aula, che ha già approvato un ordine del giorno”.  Sentita la maggioranza, il presidente Pais ha proposto che l’impegno finanziario sia rivolto anche agli altri  reparti dell’ospedale sassarese e che sia inserito nelle tabelle successive.

L’Aula ha approvato l’emendamento 273, sempre a firma dell’on. Manca (Cinque stelle), che stanzia 200 mila euro per questo e per il prossimo anno a favore delle unità operative di Oncologia degli ospedali pubblici sardi per acquisto di presidi medici e tecnologia per la prevenzione dell’alopecia indotta dalla chemioterapia.  

All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato l’emendamento di maggioranza a favore del programma sperimentale “Ritornare a casa”; a seguire sì all’emendamento 352 (Antonio Piu e più) che impegna 600 mila euro per la Casa della Divina provvidenza di Sassari e sì anche al 527 (Oppi e più) con uno stanziamento di 200 mila euro per tre anni a favore della comunità Mondo X Sardegna.

Rifinanziato all’unanimità anche il bonus matrimoni (emendamento 557) per il triennio 2021 – 2023 con uno stanziamento pari a un milione e mezzo di euro l’anno.

Di seguito, sì all’emendamento di maggioranza a favore dei Comuni sardi che finanzia altri servizi socio educativi.

Via libera all’emendamento di maggioranza 538 a favore della scuola di chirurgia robotica dell’ospedale Brotzu e al 520 (Mula e più) sul personale sanitario che opera nelle attività legate ai trapianti.  

Sì dall’Aula all’emendamento di maggioranza 524 (200 mila euro per l’Università di Sassari) e 345 (sempre di maggioranza) che assegna risorse aggiuntive per i rimborsi dei medici specializzandi sardi.

L’on. Mula a nome della maggioranza ha presentato l’emendamento 589, approvato, che sostiene un progetto formativo dei veterinari dell’Università di Sassari  e il 551, che invece attribuisce 400 mila euro all’Assessorato alla Sanità per progetti di ricerca sui farmaci biologici e sul miglioramento dell’assistenza nei pronto soccorso.

Il Consiglio ha approvato anche l’emendamento 605 (di maggioranza) che incrementa le borse di studio per la frequentazione di scuole di specializzazione in area sanitaria non medica. (C.C.)

Non approvato il 386, la consigliera Pinna (Pd) ha chiesto lumi sugli emendamenti 108 e 109. Il presidente Pais ha confermato la non approvazione dei due emendamenti ed ha annunciato la votazione dell’emendamento 375, prima firmataria la consigliera Caddeo (Progressisti) che punta alla proroga, fino al 31 dicembre 2022, delle graduatorie per il reclutamento del personale a tempo determinato e indeterminato pubblicate dalle aziende ospedaliere e dalle aziende ospedaliere universitarie. Il capogruppo della Lega, Giagoni, ha comunicato la sottoscrizione del gruppo ed il sostegno alla proposta della consigliera della minoranza. L’emendamento è stato dunque approvato e il presidente Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato il Consiglio per lunedì 25 ottobre alle 16. (A.M.)

 

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