Nota stampa della seduta n. 155

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 155 – Pomeridiana
Giovedì 15 giugno 2021

Approvato il rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2020.

Via libera allo Schema n.3 “Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per l’istituzione del Collegio dei revisori dei conti”.

Discussione generale del T.U in materia di energia

 La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il rendiconto 2020 del Consiglio regionale.

Data per letta la relazione, diversi consiglieri regionali hanno preso la parola per dichiarazione di voto.

Il consigliere di Udc-Cambiamo Giorgio Oppi ha ricordato di non essersi mai seduto sui banchi della presidenza, votando sempre contro il bilancio del Consiglio per motivi risalenti al passato alcuni dei quali ancora attuali. Rispetto ad passato dove non si facevano gare, ha proseguito Oppi, si sono fatti alcuni passi avanti ma resta molto da fare perché permane la differenza fra “cassa vera” e “cassa dei consiglieri”, il palazzo del Consiglio è praticamente deserto lunedì e venerdì, si accavallano le riunioni delle commissioni senza una struttura di coordinamento, è in atto una “fuga” dei dipendenti che determina un lavoro non proficuo e, fatto ancora più grave, c’è troppo protagonismo individuale e di gruppo, abbiamo 39 milioni di avanzo di esercizio eppure il sistema di voto non funziona, cade un calcinaccio e nessuno fa niente per due anni, probabilmente a causa di una certa sudditanza nei confronti della Regione. Il segno della dignità della politica, ha concluso il consigliere, lo dà il Consiglio e purtroppo lo danno anche troppi problemi aperti: le statue di Nivola trascurate, i diritti ignorati per i consiglieri fuori sede, la bassa produttività, le strutture inadeguate e non funzionali: bisogna invece lavorare e produrre. Oppi ha infine annunciato la sua astensione.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha sostenuto che l’intervento di Oppi richiede chiarezza su alcune cose, dalle assenze dal Consiglio nei fine settimana utili a chi non è di Cagliari e deve poter tenere i rapporti con le comunità, alle gare che ormai sono una realtà che ha messo fine ad un lungo sistema di proroghe, alla fuga dei dipendenti che risale a molti anni addietro mentre era stato attivato un concorso (poi sospeso dalla maggioranza) che avrebbe colmato i vuoti di organico e che bisogna far ripartire. Quanto alla struttura sanitaria a disposizione dei consiglieri, ha precisato Ganau, io penso sia un privilegio ingiustificabile perché non siamo diversi dagli altri ed il servizio sanitario vale anche per noi e poi, in generale, bisogna assumersi le proprie responsabilità e dire se si vota a favore o contro.

Desirè Manca, del M5S, ha annunciato l’astensione del gruppo.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che il tema rilancia la discussione, non più rimandabile fra forze politiche a prescindere dal ruolo ricoperto, su come far funzionare meglio l’Assemblea e le sue strutture, una discussione sulla quale pesa un bilancio non consente il turn-over e l’assunzione di personale qualificato per le politiche collegate alle funzioni del Consiglio, anche perché mancano supporto e assistenza tecnica da parte degli uffici della Giunta. L’Assemblea, per queste carenze finanziarie, ha mostrato secondo Agus evidenti limiti di produzione legislativa che a parte le impugnazioni del Governo, non va bene per l’intera Assemblea, e parlare di queste cose solo in sede di bilancio è un limite. Sul rendiconto Agus ha annunciato l’astensione del gruppo, per motivi politici.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, rilanciando i dubbi emersi nel dibattito sui tanti temi aperti e non affrontati, ha messo l’accento sulla posizione fortemente critica di uno dei proponenti, ragion per cui il voto del suo gruppo non potrà essere che contrario.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha detto di non capire a cosa serva la conferenza dei capogruppo e cosa significhino gli impegni assunti in quella sede: alla fine non si capisce più chi dovrebbe votare a favore e chi contro impedendo perfino il pagamento degli stipendi del personale.

Il presidente, dopo aver ricordato che il rendiconto è stato approvato all’unanimità dell’ufficio di presidenza, ha messo in votazione il documento, che il Consiglio ha approvato.

Successivamente è iniziato l’esame della Norma di attuazione che prevede l’istituzione del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione.

Il presidente della commissione autonomia Pier Luigi Saiu (Lega) ha sintetizzato i passaggi principali dell’iter del provvedimento, del quale ha auspicato la sollecita approvazione.

Per i Progressisti il consigliere Massimo Zedda ha precisato che, dopo l’approvazione della Norma di attuazione sarà necessaria una legge nelle quale, ha puntualizzato, dovrà essere precisato che la nomina del Collegio spetta al Consiglio, in modo da affermare la sua funzione di controllo.

Messa ai voti, la Norma di attuazione è stata approvata.

A seguire è iniziata la discussione del Testo unificato in materia di energia.

Il relatore di maggioranza Piero Maieli (Psd’Az), presidente della commissione Attività produttive, ha sostenuto che il testo si inquadra nel processo di riforma della politica energetica richiesta dalla Ue che assegna un ruolo importante agli enti locali su diffusione delle energie rinnovabile, sicurezza delle forniture a costi accessibili per cittadini ed imprese e minore impatto ambientale, nell’ottica della promozione dello sviluppo sostenibile. Da questo punto di vista, ha aggiunto, il piano energetico regionale rappresenta lo strumento fondamentale che consentirà di raggiungere gli obiettivi programmati del superamento delle fonti di energia fossili, dell’efficienza della rete distributiva, della promozione del reddito energetico regionale su uso locale proveniente da rinnovabili, della lotta alla povertà energetica con sostegno alle famiglie bisognose, della riduzione dei consumi e dei costi in bolletta, creando infine le migliori condizioni per uno sviluppo del territorio caratterizzato da filiere energetiche locali.

Il relatore di minoranza Gian Franco Satta, dei Progressisti, ha ripercorso le date dell’iter legislativo, indicativo di una sintesi fra la proposta del nostro gruppo e quella successiva della Giunta, ma soprattutto di una evidente mancanza di bon ton della politica e di un sgarbo istituzionale che ha ignorato il lavoro del nostro gruppo, perché in un primo momento la commissione ha votato all’unanimità la nostra proposta mentre dopo è arrivato il testo della Giunta (praticamente identico) al quale è seguita la scelta della maggioranza di ritornare in commissione. Con tutte le vertenze aperte presso l’assessorato dell’Industria, ha protestato Satta, non c’era nessun bisogno di ignorare lavoro fatto da altri, fermo restando che dopo questa legge la Regione dovrà compiere passi decisivi aumentando produzione da rinnovabili ed efficienza, riducendo le emissioni ed costi per i cittadini, valorizzando le buone esperienze di smart city, come Berchidda e Benetutti. Nel Pnrr, ha concluso l’esponente dei Progressisti, ci sono 70 miliardi per le comunità energetiche, anche per piccoli comuni a rischio spopolamento, anche se per questo specifico settore mancano risorse.

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

La discussione generale sul Testo unico in materia di energia è proseguito con l’intervento di Maria Laura Orrù, sempre dei Progressisti, secondo la quale le comunità energetiche possono essere la carta vincente della “de-carbonizzazione” dell’Isola, sulla base di esperienze già presenti sul territorio dove crescono i comuni che si stanno avviano sulla strada delle rinnovabili e delle reti energetiche intelligenti per cittadini ed imprese. Questo processo, ha aggiunto, può essere una buona occasione per il governo regionale che però non è stata colta perché sono mancate scelte coraggiose ed investimenti concreti nel settore, in particolar modo perché le risorse disponibili andrebbero integrate con un fondo (in parte a fondo perduto) destinato ai comuni che vogliono costituire comunità energetiche. La legge, in definitiva, può essere per la Orrù il primo passo per restituire dignità energetica alla Sardegna, purché a livello centrale non si voglia trasformare l’Isola in un hub energetico per tutti senza garanzie per il territorio e senza il rispetto di ambiente e paesaggio.

Ancora per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda ha detto che Satta e Orrù hanno inquadrato bene il problema che meriterebbe però una discussione molto più ampia su un problema che tocca sviluppo della Sardegna per i prossimi decenni. Il ministero della transizione ecologica, ha ricordato, ha installato sulla sua sede un tabellone con il “conto alla rovescia” riguardante il tempo che resta per cambiare rotta sulla devastazione del pianeta; in vent’anni sono state corrette le previsioni degli scienziati indicando il termine molto più breve di dieci anni, in assenza di interventi strategici di correzione. Quello che prima era fantascienza ora è realtà, ha proseguito il consigliere, e nel suo ambito la Sardegna dovrebbe rivedere tutta la sua legislazione per abbattere i costi energetici, dalle risorse idriche al trasporto pubblico locale, e sui consumi futuri fissare precisi obiettivi, fabbisogno produttivo e copertura da rinnovabili, abbandonando la strada di parchi e serre fotovoltaiche private simbolo della spoliazione di servizi essenziali; allo stesso modo bisogna fare una scelta sugli impianti molto problematici di stoccaggio del gnl che dovrebbero essere serviti da una rete di trasporto su gomma molto impattante. (Af)

Anche il consigliere  Diego Loi (Progressisti) si è detto d’accordo con gli obiettivi prioritari indicati dal Testo Unico: l’istituzione delle Comunità energetiche e l’introduzione del reddito energetico regionale: «Trovo l’iniziativa interessante e auspico che le linee guida rispettino le tempistiche. Le iniziative faranno da stimolo al territorio». L’esponente della minoranza ha poi sottolineato la necessità di tenere come principio guida il rispetto dell’ambiente: «C’è il rischio di un forte impatto ambientale – ha detto Loi – una produzione eccessiva di energia da fonti rinnovabili può compromettere il paesaggio come è accaduto con la realizzazione di microimpianti eolici in agricoltura. Bisognerà fare molta attenzione e contemperare la necessità di favorire le comunità energetiche con la protezione dell’ambiente».

Secondo Piero Comandini (Pd), la legge è importante perché riguarda un tema decisivo che avrebbe meritato maggiore attenzione da parte del Consiglio. «Il volano per molte politiche produttive e sociali si chiama energia – ha detto Comandini – questa è una discussione importante che però si svolge in un Aula annoiata. Forse non ci si rende conto di ciò che accadrà nei prossimi mesi. Cercheremo di stanare la Giunta e la maggioranza per capire quale politica energetica intende attuare».

Comandini si è poi rivolto all’assessore all’Industria Anita Pili: «La risposta della Giunta alla questione energetica è sbagliata. Non bastano le comunità e il reddito energetico. A cinque anni di distanza dall’approvazione dell’ultimo piano energetico regionale servirebbe altro. Risposte parziali come queste possono servire, ma non sono sufficienti, serve un progetto organico». Per l’esponente del Pd, il Testo Unico in discussione sconta alcuni errori: «Voi della maggioranza avete sempre il solito vizio: presentate leggi senza copertura finanziaria. Anche per questa non avete stanziato un euro. Le leggi senza coperture finanziarie non si possono attuare. Non potete continuare a fare le nozze con i fichi secchi. Su questo tema ci saremmo aspettati molto di più».

Di diverso avviso Stefano Tunis (Sardegna20Venti): «E’ un testo condiviso. Vista l’importanza del tema, la maggioranza ha accolto con favore i suggerimenti delle opposizioni. L’energia è uno di quei temi che impatterà di più sul nostro futuro – ha detto Tunis – la Sardegna finora non lo ha affrontato a dovere. Nella scorsa legislatura è stato approvato un Piano i cui contenuti non si sposano con le necessità della nostra Regione. Questa Giunta è molto ascoltata nelle sedi decisionali. Approfittiamo dell’occasione: discutiamo di una questione importante. Sono convinto che oggi sia utile discutere questa norma, esaminare bene gli emendamenti e arrivare a una sintesi».

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha quindi chiesto una breve sospensione della seduta per capire come procedere nella discussione alla luce dei numerosi emendamenti presentati al testo. Alla richiesta di Mula si è unito anche il capogruppo di Leu Daniele Cocco. La richiesta è stata accolta dal presidente Pais che ha dichiarato chiusa la discussione generale e sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha comunicato il rinvio in commissione del Testo Unico sull’energia per l’esame degli emendamenti.

Sull’ordine dei lavori sono intervenuti i consiglieri del Pd Piero Comandini e il capogruppo dei progressisti Francesco Agus per chiedere chiarimenti sugli argomenti in discussione nella seduta pomeridiana.

Il presidente Pais ha quindi tolto la seduta e aggiornato i lavori al pomeriggio. Il Consiglio si riunirà alle 16.00  (Psp).

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